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bimestrale, ISSN 0036-4681- ISBN 978-88-220-9440-7 - anno 86°, n.

6 / € 7,50
dicembre
2019

edizioni
Dedalo idee e progressi della scienza

ASTRONOMIA
Cerere,
la regina degli asteroidi

INGEGNERIA CIVILE
Grattacieli e ponti sospesi:
la danza dei giganti

ENERGIA E AMBIENTE
Efficienza e sobrietà
per giungere alla sostenibilità
094407
788822
9
WWW.SAPERESCIENZA.IT

IN QUESTO NUMERO
DIRETTORE
Nicola Armaroli

EDITORIAL BOARD
Tommaso Castellani, Elena Ioli, Massimo Trotta

COMITATO SCIENTIFICO
Vincenzo Barone, Giulio Biroli, Enrico Bonatti,
Claudio Franceschi, Maria Cristina Facchini,
Marco Garavelli, Alba L’Astorina, Barbara Mognetti,
Massimo Monteleone, Roberto Natalini, Alina Polonia,
Stefano Sandrelli, Sara Tortorella, Adriana Valente

REDAZIONE Cerere, la regina


degli asteroidi
Micaela Ranieri - sapere@edizionidedalo.it

RUBRICHE
Alex Bullo, Federico Benuzzi, Paolo Berra,
Tommaso Castellani, Marco Cervino, di Francesca Zambon
Alice Laggia, Cristina Mangia, Alina Polonia,
Domenico Ribatti, Roberto Natalini,
Vincenzo Palermo, Ennio Peres, Stefano Sandrelli,
Marco Signore, Massimo Trotta

PROGETTO GRAFICO
Coordinamento: Rosanna Pucciarelli
Grafica e impaginazione: Salvatore Modugno

DIRETTORE RESPONSABILE Efficienza e sobrietà


per giungere
Claudia Coga

alla sostenibilità
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V.le Luigi Jacobini 5, Bari 70132
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edizioni Dedalo
di Giuseppe Caglioti
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La danza
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dei giganti
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REGISTRAZIONE
n. 372 del 3 ottobre 1969 del Tribunale di Bari

DISTRIBUZIONE IN LIBRERIA
Messaggerie libri

copertina: © NASA/JPL-Caltech/
UCLA/MPS/DLR/IDA
La depurazione
Ogni tentativo è stato fatto per recuperare delle acque
tra passato,
i crediti fotografici corretti. Ci scusiamo se, per cause
indipendenti dalla nostra volontà,

presente e futuro
avessimo omesso o citato erroneamente alcune fonti.

ASSOCIATO ALL’USPI
UNIONE STAMPA di Mauro Icardi
PERIODICI ITALIANA

Sapere, dicembre 2019


2

EDITORIALE
20 anni 5
di Nicola Armaroli
SATELLITE
news a cura di Luigi Minervini 6
ARTICOLI
ASTRONOMIA
Cerere, la regina degli asteroidi 10
di Francesca Zambon
ENERGIA E AMBIENTE
Efficienza e sobrietà per giungere alla sostenibilità 16
di Vincenzo Balzani

SCIENZA E ARTE
Franco Grignani, maestro della comunicazione visiva 22
di Giuseppe Caglioti

INGEGNERIA CIVILE
La danza dei giganti 28
SOMMARIO

di Giuseppe Romanello
ECOLOGIA
La depurazione delle acque tra passato, presente e futuro
di Mauro Icardi
34
SCIENZA A SCUOLA
Geologia sui colli Euganei 40
di Axel Bullo e Alice Laggia

STORIE DI SCIENZA
Marie Curie: una donna contro (quasi) tutti 42
di Vincenzo Palermo

STORIE DI... SAPERE


Buzzati Traverso
e la modernizzazione della ricerca
44
di Domenico Ribatti

RUBRICHE
FISICA? UN GIOCO
Il moto naturale 46
di Federico Benuzzi
TERRA, TERRA!
La terra del fuoco eterno 47
di Alina Polonia

Sapere, dicembre 2019


3

PROTEINE OPERAIE
La molecola R848 48
di Massimo Trotta

HOMO MATHEMATICUS
La tragedia del bene comune 49
di Roberto Natalini

COSCIENZIAT@
Lo scienziato delle merci 50
di Marco Cervino e Cristina Mangia

LA FORMULA
Provare per credere 51
di Tommaso Castellani

SPAZIO ALLA SCUOLA


Per sempre coinvolti 52
di Stefano Sandrelli

INNOVAZIONE 4.0 MO
Ambizioni cinesi 53 Sap

SOMMARIO
di Paolo Berra di H

SCIENZA LIGHT
LIBRI 54
IL RACCONTO
Parla il gatto di Schrödinger
di Marco Fulvio Barozzi 58
NUMERI IN GIOCO
In questo titolo sono contenute
quarantasette lettere 60
di Ennio Peres

SCIENZA DA TAVOLO
Combattere per gli oceani
sul tavolo da gioco 61
di Marco Signore

GRAPHIC NOVEL
Feynman genio trasformista 62
di Claudio Scaramuzzi

LA MAPPA
Non ci sono più le mezze stagioni 64
Sapere, dicembre 2019
Inversione
Fotografia di Antonio Calvano
5

20 anni
Nicola Armaroli

Sembra ieri, ma sono passati 20 anni dal “baco del in tacito scambio, regaliamo ogni informazione
millennio”. A mezzanotte del 1° gennaio 2000, si sulla nostra vita. Forse un giorno ce ne pentire-
temeva che l’orologio dei sistemi informatici, nei mo, ma per ora ci va bene così. Le auto di oggi

EDITORIALE
quali l’anno era indicato con due sole cifre, po- inquinano molto meno di quelle che circolavano
tesse tornare indietro di un secolo causando seri 20 anni fa, ma dal 2000 le vendite globali di au-
problemi pratici: “00” significava infatti 1900 e tomobili sono aumentate dell’80%, cancellando
non 2000. Non accadde nulla di grave e, mentre buona parte dei benefìci ambientali raggiunti.
noi ci preoccupavamo inutilmente, lontano dai ri- Tra gli avanzamenti tecnologici pervasivi del
flettori maturavano scenari ben più cupi. Meno di ventennio spiccano due invenzioni del XX seco-
due anni dopo, un manipolo di terroristi scatenò lo premiate con il Nobel nel 2014 e nel 2019: il
l’inferno su New York e Washington, innescando led blu e la batteria al litio, che hanno permesso
una perversa catena di tensioni e guerre. Ricordo un efficientamento epocale dei sistemi di illumi-
bene che i centri di ricerca rimasero qualche gior- nazione e la diffusione di dispositivi elettronici
no senza connessione internet, perché un nodo portatili di ogni tipo. La batteria al litio sta addi-
chiave della rete globale passava sotto il World rittura minando alla radice il più grande conglo-
Trade Center. Al Qaeda si rivelò più efficace del merato industriale della storia (oil & automotive),
baco del millennio, ma lo notarono in pochi: abi- aprendo la strada alla mobilità elettrica. 20 anni
tazioni e luoghi di lavoro non erano ancora con- fa dominava la scena un movimento di opinione
nessi alla rete, gli smartphone non esistevano. che invocava una forte espansione del nucleare
Nel corso di questo scorcio di secolo sono state civile. Pochi sostenevano che si trattasse di una
fatte importanti scoperte, ad esempio l’osservazio- scelta irrazionale e il tempo ha dato loro ragio-
ne delle onde gravitazionali, il bosone di Higgs e ne. In questi 20 anni eolico e fotovoltaico sono
la presenza di acqua su Marte. In campo medico arrivati a produrre l’equivalente di 250 centrali
vi sono stati progressi nel trattamento di alcune nucleari, mentre l’industria atomica è piomba-
gravi malattie come l’AIDS, migliorando qualità e ta in una irreversibile agonia. Sempre in questo
aspettativa di vita. La chirurgia ha fatto progressi ventennio, nuove tecniche di trivellazione oriz-
ancora maggiori, ad esempio in campo ortopedico zontale hanno permesso di estrarre petrolio e
e oculistico. Nuove e antiche paure si sono però gas da giacimenti un tempo inaccessibili. Resta
(ri)materializzate: rischio pandemie, resistenza agli da dimostrare che si tratti di un’idea brillante.
antibiotici, diffusione di microinquinanti. In vent’anni sono cambiate molte cose. Tranne
Questo primo scorcio di millennio passerà una, purtroppo: la più importante. 20 anni fa era
alla storia per l’irruzione della tecnologia nella già certificata l’influenza catastrofica delle attività
vita quotidiana. I computer sono oggi migliaia di umane sul clima, ma non si è fatto nulla di effica-
volte più potenti e capienti di quelli su cui non si ce per invertire la rotta. Spero che nell’editoriale
scatenò il baco del millennio; persino gli schermi del dicembre 2029 non si debba scrivere che si
sono radicalmente diversi. Abbiamo in tasca un sono persi altri 10 anni, perché questo vorrebbe
oggetto che ci tiene costantemente connessi con dire che nell’editoriale del dicembre 2039 non ci
tutto il mondo. Lo fa a costi irrisori, spesso grazie sarebbe più alcun progresso umano da racconta-
a servizi gratuiti erogati da colossi dei media cui, re. Sarebbe un peccato.

Sapere, dicembre 2019


NEWS a cura di Luigi Minervini
6

S.O.S ghiacci e oceani:


il nuovo rapporto IPCC sul clima

Il problema dell’emergenza climati-


ca sta avendo grande risonanza me-
diatica ed è al centro di un dibattito
che coinvolge anche i non specialisti.
In questo contesto, l’ultimo rapporto
dell’Intergovernmental Panel on Cli-
mate Change (IPCC), pubblicato lo
scorso 25 settembre, frutto del lavoro
di oltre cento scienziati e scienziate
e approvato dai 195 governi membri
dell’IPCC, va a costituire un punto di
riferimento per la comunità scientifica
e per le nazioni chiamate a fronteggia-
SATELLITE

re l’emergenza. Il report, dal titolo The


oceans and the cryosphere in a chan-
ging climate, è stato redatto facendo © NASA
riferimento a più di 7000 pubblicazio-
ni scientifiche e mette in evidenza i cambiamenti della biomassa delle comunità di animali marini e
in atto negli oceani e nella cosiddetta “criosfera”, di conseguenza delle specie pescabili.
ipotizzando gli effetti che essi avranno in futuro Il livello del mare si sta innalzando ed eventi
sul clima, sugli ecosistemi e sull’uomo. estremi che interessano le aree costiere stanno di-
La criosfera, cioè la componente della Terra in ventando più frequenti. A causa dei cambiamenti
cui l’acqua è presente allo stato solido, occupa il climatici indotti dall’uomo, gli eventi associati ai
10% della superficie terrestre, gli oceani un altro cicloni tropicali stanno aumentando la loro inten-
71% e l’uomo ha, con questi ambienti, un rap- sità e l’estensione geografica in cui si verificano.
porto di dipendenza intima il cui equilibrio è pur- Esistono prove certe del fatto che questa situazio-
troppo sempre più incerto. Infatti, come si legge ne sta provocando gravi conseguenze per gli eco-
nel rapporto, il riscaldamento globale degli ultimi sistemi e le persone, conseguenze che non potran-
decenni ha portato a grandi perdite di masse di no essere evitate nei decenni e nei secoli futuri, e
ghiaccio, di coperture nevose e dell’estensione dei saranno irreversibili.
ghiacci del mare Artico. Gli oceani si sono riscal- L’ultima sezione del report passa poi al vaglio
dati di 1 °C dall’età preindustriale e ciò ha com- le strategie di adattamento a questo scenario in ra-
portato un aumento di stratificazione verticale del- pida e drammatica evoluzione, offrendo un ampio
le acque. Per questo motivo, gli strati più profondi ventaglio di opzioni per gestire le difficoltà che
non possono miscelarsi con quelli più superficiali, colpiranno le popolazioni. «Quanto più presto e
portando a una riduzione del contenuto di ossi- risolutamente agiremo, tanto più saremo in grado
geno e un aumento dell’acidificazione associato di affrontare l’inevitabile cambiamento, gestire i
all’assorbimento di CO2. rischi, migliorare la nostra vita e raggiungere la
Nelle regioni montane le persone sono sempre sostenibilità per gli ecosistemi e le
più esposte a pericoli legati all’instabilità dei terre- persone in tutto il mondo, oggi e
ni e al dissesto idrogeologico, a cambiamenti della in futuro», ha affermato Debra Ro-
disponibilità di risorse idriche e alla loro qualità. berts, co-chair del Working Group
Per tutto il XXI secolo è prevista una diminuzione II dell’IPCC.

Sapere, dicembre 2019


NEWS
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I test nucleari,
60 anni dopo

I test nucleari non provocano soltanto gravi danni


immediati all’ambiente e alla salute delle popola-
zioni locali, ma hanno ripercussioni per decenni.
Tre nuove ricerche hanno indagato sugli effetti no-
civi a lungo termine dei test effettuati dagli Stati
Uniti tra il 1946 e il 1958 sulle isole Marshall set-
tentrionali. I lavori sono stati condotti da team gui-
dati rispettivamente da Carlisle Topping, Maveric isotopi radioattivi e di radiazioni gamma sono tut-
Abella e Emlyn Hughes, della Columbia Universi- tora elevate e, come nel caso del cesio-137, alcuni
ty, e i risultati sono stati pubblicati su Proceedings elementi si ritrovano ancora nelle colture.
of the National Academy of Sciences. Anche i sedimenti oceanici coinvolti nel 1954
Perché l’attenzione degli scienziati si sia con- in “Castle Bravo”, la più potente esplosione genera-
centrata sulle isole Marshall si spiega facilmente. ta dagli Stati Uniti nell’atollo di Bikini, continuano
a essere contaminati. E, poiché sono

SATELLITE
Infatti, anche se in questi atolli è stato condotto
solo il 6% dei test svolti dagli Stati Uniti tra il 1946 presenti isotopi dalla vita molto lun-
e il 1992, è stata liberata qui più di metà dell’e- ga, come il plutonio e l’americio, i
nergia totale generata in quest’arco temporale. Di livelli sono destinati a rimanere alti
conseguenza, secondo questi studi, le quantità di ancora per secoli.

Sei contromisure suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sani-


tà (OMS), descritte con l’acronimo MPOWER nella
per smettere di fumare Settima edizione del rapporto sul fumo dell’OMS,
da poco pubblicato.
Queste misure consistono nell’offrire supporto a
Oggi nel mondo ci sono all’incirca 1,1 miliardi di chi desidera smettere di fumare, nell’utilizzo di pac-
fumatori, e il consumo di tabacco è una delle prin- chetti di sigarette e tabacco con immagini shock, nel
cipali cause di morbosità e mortalità prevenibili. divieto di ogni pubblicità e di fumare in determinati
Solo nell’Unione Europea il tabacco è responsabile luoghi, nell’aumento di tasse sui prodotti e in un mo-
di quasi 700 000 morti ogni anno. nitoraggio costante. Tuttavia, solo 36 Paesi hanno in-
Molti governi stanno però attuando con esito trodotto una o più misure al massimo livello possibile,
positivo alcune delle sei misure contro il tabagismo mentre solamente Turchia e Brasile lo hanno fatto per
tutte e sei. L’utilizzo di immagini shock è la contro-
misura più sfruttata, in ben 91 Paesi, mentre la meno
attuata è quella che garantisce supporto ai fumatori
che vogliono smettere, offerto solo da 23 nazioni.
«Smettere di usare il tabacco è una delle cose
migliori che una persona possa fare per la propria
salute» afferma il segretario generale
dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreye-
sus, ma, come è sottolineato nel rap-
porto, il numero di fumatori continua
a diminuire ancora troppo lentamente.

Sapere, dicembre 2019


NEWS a cura di Luigi Minervini
8

La vera età
della Luna

Quando qualcuno ci dà qualche anno in meno


rispetto alla nostra vera età è una gioia; quindi
negli scorsi decenni abbiamo fatto felice la Luna,
dato che le abbiamo attribuito ben 100 milioni di
anni in meno. Sembrerebbe infatti che l’anziana
signora che ci orbita intorno abbia 4,51 miliardi di
anni: solo 50 milioni di anni in meno del Sistema
Solare, invece dei 150 ipotizzati finora.
L’ipotesi, nel cinquantenario del primo allunag-
gio, è stata pubblicata su Nature Geoscience ed è
proposta da scienziati dell’Istituto di Geologia e Mi- © NASA
neralogia dell’Università di Colonia, in Germania,
che hanno datato chimicamente i campioni di roc- Marte. Poiché l’afnio-182 è un elemento ormai
estinto, scomparso dalla Terra circa 60 milioni di
SATELLITE

cia lunare raccolti durante le storiche missioni Apol-


lo. Dalle analisi è emersa un’abbondanza relativa- anni dopo la formazione del Sistema Solare, se-
mente alta di un elemento raro, l’isotopo 182 del condo i ricercatori l’impatto deve necessariamen-
tungsteno, causata dal decadimento dell’afnio-182. te essere avvenuto prima. La notizia
Questi dati vanno a inserirsi nella “teoria arricchisce dunque la nostra cono-
dell’impatto gigante”, secondo la quale la Luna scenza sul satellite che ci rischiara
sarebbe nata staccandosi dalla Terra primordiale le notti, allo stesso tempo senza pri-
in seguito all’impatto con un corpo grande come varlo della sua eterna giovinezza.

I coltivatori di carne selvatici, l’acidificazione delle acque di fiumi e


oceani. «Per gli appassionati consumatori di car-
del 2040 ne, la prevista crescita dei prodotti di carne colti-
vata permetterà di continuare a godere della stessa
dieta e dello stesso gusto di sempre, ma senza il
Nel popolare gioco in cui a ogni parola bisogna as- conseguente costo per l’ambiente e gli animali»,
sociarne un’altra, alla parola “vaso” sarebbe imme- si legge nello studio. Tuttavia non sono pochi i
diato abbinare “pianta”, non certo “carne”. Eppure, dubbi sul successo di questa nuova tecnica. In-
carne e vasi potrebbero non essere così distanti. La nanzitutto il costo di produzione è al momento
carne coltivata “in vaso” a partire da singole cellule altissimo, poi il procedimento richiede l’uso mas-
è oggi già in sperimentazione e qualcuno prevede siccio di sostanze conservanti, e non è detto che
che dal 2040 sarà disponibile sul mercato alimen- i consumatori accettino un prodotto che sembra
tare. Secondo uno studio realizzato dalla società l’antitesi del cibo “naturale”.
di consulenza internazionale AT Kearney, la carne Secondo il rapporto AT Kearney grazie a que-
coltivata potrebbe tra vent’anni sostituire circa il sta innovazione – abbinata ai derivati vegetali
35% di quella di allevamento. simili alla carne per aspetto e sa-
La produzione tradizionale di carne ha certa- pore – il consumo di carne ottenuta
mente gravi criticità: prima fra tutte la sofferenza da animali da allevamento potreb-
degli animali, ma anche le emissioni che gravano be scendere del 60% in vent’anni.
sulla crisi climatica, la distruzione di interi habitat Aspettare per credere.

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NEWS
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Il cibo segreto
delle barriere coralline

Le barriere coralline sono


ecosistemi complessi e ric-
chi di vita, intorno alla cui
esistenza ruota da secoli un
enigma irrisolto: la loro enor-
me biodiversità si sviluppa e
prospera in zone molto po-
vere di cibo. Questa stranez-
za è stata sottolineata un se-
colo e mezzo fa anche dallo
stesso Charles Darwin e, da
allora, ha meritato il nome
di “paradosso di Darwin”.
Finalmente oggi il paradosso

SATELLITE
potrebbe essere risolto grazie
a una ricerca svolta in Austra-
lia, nel Belize e nella Poline-
sia francese e all’integrazio-
© Rickard Zerpe - Flickr
ne dei dati raccolti con quelli
preesistenti. Il lavoro è stato
svolto da un team guidato da Simon J. Brandl, ricer- L’altro elemento chiave è l’altissimo tasso di mor-
catore della Simon Fraser University, e pubblicato talità che colpisce questi nuovi abitanti della sco-
su Science. Nessuno prima di lui aveva mai pensato gliera: circa il 70% di essi non raggiunge l’età adulta
di cercare la risposta nella bavosa e nei suoi parenti, in quanto va a costituire oltre metà del nutrimento
i cosiddetti pesci criptobentonici, piccoli e a prima delle altre specie di pesci della scogliera, più gran-
vista così insignificanti da passare inosservati sotto di. Per questa ragione sono stati definiti i “nutrienti
gli occhi delle centinaia di scienziati che nel corso oscuri” delle barriere coralline, perché, sebbene nu-
del tempo si sono interrogati sulla questione. merosi, sono difficilmente osservabili dal momento
Quanto emerge dallo studio è che, invece di che vengono consumati quasi immediatamente.
nutrirsi da fonti esterne, le barriere autoproducono «È incredibile che questi pesci contribuiscano in
buona parte del nutrimento di cui necessitano. In modo tanto importante alla vita delle barriere co-
particolare, un ruolo fondamentale è giocato pro- ralline: sono così piccoli che il significato profondo
prio dai pesci criptobentonici. della loro presenza è sempre stato sottovalutato» ha
Questi piccoli abitanti delle scogliere sono di di- commentato Carole Baldwin, coautrice dello studio
mensioni inferiori ai 5 centimetri, e hanno dinami- e curatrice della Division of Fishes dello Smithso-
che demografiche del tutto differenti rispetto a quel- nian’s National Museum of Natural History.
le dei pesci di scogliera più grandi. A contraddistin- Si tratta di un piccolo passo importante per fare
guerli ci sono innanzitutto le abitudini dei giovani. chiarezza su quanto avviene dietro le quinte di
Contrariamente agli esemplari delle altre specie questi ambienti, e ciò è indispensa-
che, terminato lo stadio di larva, si allontanano dal- bile per garantirne la salvaguardia,
la zona di origine, i giovani pesci criptobentonici in un periodo in cui la loro stessa
tendono a rimanere nella parte della scogliera dove sopravvivenza è messa in crisi anche
sono nati, popolandola significativamente. per cause legate all’attività umana.

Sapere, dicembre 2019


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ASTRONOMIA

Cerere, la regina degli asteroidi


Cerere è il primo e unico pianeta nano della fascia principale degli asteroidi.
Scopriamone tutte le caratteristiche.

Francesca Zambon,
Istituto Nazionale
di AstroFisica -
Istituto di Astrofisica
Ancor prima della sua scoperta e Planetologia Spaziali curio a Urano. A seguito di que-
Cerere, l’unico pianeta nano e ste informazioni, gli astronomi si
(INAF - IAPS), Roma
il maggiore tra i corpi che co- convinsero che doveva esserci un
stituiscono la fascia principale nuovo pianeta non ancora osser-
degli asteroidi, destò grande in- vato in quella regione.
teresse all’interno della comunità astronomica. L’identificazione del “nuovo pianeta” per alcu-
Con la scoperta di Urano, il 13 marzo 1781, ni divenne una vera e propria missione, come per
da parte dell’astronomo tedesco Friedrich Wilhelm il barone Franz Xaver von Zach, astronomo di cor-
(o William) Herschel, erano noti sette degli otto te del duca di Sassonia e direttore della Specola
pianeti che compongono il nostro Sistema Solare. di Gotha, che ingaggiò un gruppo di astronomi
Questi sembravano collocati a distanze che rical- tedeschi, nominato “Himmels Polizei” (guardia
cavano abbastanza bene una successione armoni- celeste), per sorvegliare determinate porzioni di
ca, come suggerito per primo dallo stesso Keplero cielo, in particolare le costellazioni zodiacali, alla
nel suo Mysterium Cosmographicum (1596). ricerca del pianeta mancante.
Tuttavia, qualcosa turbava l’apparente armonia: Nonostante gli sforzi di von Zach e della sua
l’anomala distanza tra Marte e Giove, che non ri- squadra, fu però l’italiano Giuseppe Piazzi, in ma-
spettava la legge armonica e che non passò inosser- niera del tutto indipendente, a scoprire Cerere il
vata agli astronomi del tempo. Il fisico e matema- 1° gennaio 1801 dall’Osservatorio astronomico di
tico Johann Daniel Palermo. Piazzi si accorse che l’oggetto che aveva
Tietz (latinizzato identificato col passare dei giorni variava la sua
Fu l’italiano Titius) individuò una posizione, dunque non era una stella. Inizialmen-
relazione empirica, te ipotizzò che fosse una cometa, ma il suo moto
Giuseppe Piazzi
poi ripresa e divul- apparente sembrava troppo lento e uniforme, e
a scoprire Cerere gata dall’astronomo inoltre non era percepibile intorno ad esso alcuna
il 1° gennaio 1801 Johann Elert Bode, chioma o nebulosità.
dall’Osservatorio che legava le distan- A seguito della scoperta, Piazzi inviò una bre-
ze di tutti i pianeti ve notizia al Journal de Paris e spedì una lettera al
astronomico e prevedeva l’esi- suo caro amico Barnaba Oriani, astronomo all’Os-
di Palermo. stenza di un piane- servatorio di Brera, e un’altra allo stesso Bode. Ce-
ta proprio in quella rere fu osservabile solo per 41 giorni dopo la sua
regione apparentemente vuota. La relazione empi- scoperta, sparendo poi dal cielo per diversi mesi e
rica, oggi nota come legge di Titius-Bode, rendeva riaprendo di nuovo la caccia al suo ritrovamento.
conto in modo abbastanza preciso delle posizioni Molti illustri astronomi dell’epoca si cimentarono
dei pianeti conosciuti del Sistema Solare, da Mer- nel calcolo delle effemeridi del nuovo pianeta, tra

Sapere, dicembre 2019


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cui Piazzi e von Zach, ma fu il grande ma-


tematico Carl Friedrich Gauss che, dalle ri-
dotte osservazioni di Piazzi, e all’età di soli
24 anni, riuscì a predire la posizione del
nuovo pianeta. Von Zach poté così ritro-
varlo in prossimità della posizione prevista
alla successiva opposizione, il 7 dicembre
1801, e successivamente il 17 e il 31 di-
cembre, dopo meno di un anno dalla sco-
perta. La sua ubicazione in cielo differiva
da quella calcolata per meno di un terzo
di grado, e dopo poco tempo fu definitiva-
mente chiaro che l’orbita descritta era di
tipo planetario, con un’eccentricità inferio-
re a quella delle comete e il semiasse mag-
giore – stimato in 2,77 UA, dove 1 Unità
Astronomica (UA) equivale alla distanza
media Terra-Sole, circa 149,6 milioni di
chilometri – vicinissimo a quello previsto
dalla legge di Titius-Bode. Piazzi decise di
battezzare il nuovo oggetto Cerere, o più
esattamente Ceres Ferdinandea, in onore
della dea latina delle messi, protettrice del-
la Sicilia, e di Ferdinando I di Borbone, re
delle Due Sicilie [1].
Immagini di Cerere acquisite dal telescopio spaziale Hubble tra il 2003 e il
2004, durante le diverse fasi di rotazione, nell’intervallo di lunghezze d’on-
Cerere: pianeta, da ultravioletto-visibile. Le immagini mettono in risalto variazioni di colore,
asteroide o pianeta nano? legate ai diversi tipi di terreni, ed evidenziano la presenza di una macchia
chiara, successivamente osservata dalla missione Dawn e associata al cratere
Occator (© NASA, ESA, J. Parker (Southwest Research Institute), P. Thomas
Identificato all’inizio come il pianeta man- (Cornell University), L. McFadden (University of Maryland, College Park), and
cante nella regione tra Marte e Giove, Ce- M. Mutchler and Z. Levay (STScI)).
rere era destinato ad essere solo il primo di
una lunga serie. Ben presto, infatti, furono
individuati altri oggetti simili nella stessa zona. Su- Inoltre, tutto faceva ritenere che tali oggetti
bito dopo Cerere, Heinrich Wilhelm Olbers sco- avessero dimensioni molto più piccole di quelle
prì Pallade e Vesta, dei pianeti veri e propri, perciò vennero chiama-
rispettivamente nel ti “pianetini” oppure, secondo la denominazione
Nel 2006 l’Unione 1802 e 1807, men- suggerita nel 1802 da Herschel, “asteroidi”, con
Astronomica tre l’asteroide Juno riferimento al loro aspetto pressoché puntiforme
e quindi difficilmente distinguibile a prima vista
Internazionale fu scoperto da Karl
Harding nel 1804, e da quello di normali stelle (asteroide significa pro-
promosse Cerere nel corso delle de- prio “a forma di stella”).
da asteroide cadi successive ne Oggi sappiamo che questa regione, denomina-
a primo vennero trovati molti ta fascia principale degli asteroidi, contiene tra 1,1
altri. Si capì così che e 1,9 milioni di oggetti con dimensioni superiori
(e unico) la regione di spazio a 1 km, e un numero molto maggiore di oggetti
pianeta nano che si estende tra con dimensioni inferiori a 1 km, che però com-
della fascia circa 2,1 e 3,6 UA plessivamente raggiungono una massa pari solo a
conteneva in realtà circa il 6% di quella della nostra Luna. Gli asteroi-
principale degli una moltitudine di di hanno spesso caratteristiche composizionali e
asteroidi. oggetti. dinamiche molto diverse tra loro, e si pensa siano

Sapere, dicembre 2019


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no al Sole, non essere un satellite di altri


corpi e deve avere svuotato la regione di
spazio intorno alla sua orbita da corpi di
dimensioni paragonabili. Quest’ultima
condizione portò a promuovere Cerere da
asteroide a primo (e unico) pianeta nano
della fascia principale degli asteroidi, e
allo stesso tempo implicò il declassamen-
to di Plutone dal rango di pianeta a quello
di pianeta nano.

La missione Dawn

Negli anni ’90 del XX secolo, dopo che al-


cune missioni NASA avevano restituito le
prime immagini ravvicinate di alcuni aste-
roidi, l’interesse verso questi corpi minori
era talmente cresciuto da giustificare la
scelta di dedicare un’intera missione spa-
ziale a due dei maggiori rappresentanti di
questa categoria. La missione Dawn, sele-
zionata il 21 dicembre 2001 nell’ambito
del programma Discovery della NASA, è
stata infatti la prima in assoluto a visitare
ed entrare in orbita intorno a Vesta (esplo-
rato tra il 2011 e il 2012) e Cerere (tra il
2015 e il 2018).
Questa doppia esplorazione è stata
possibile sia perché in quel periodo Ve-
sta e Cerere erano relativamente vicini, in
Il lancio della missione Dawn, 27 settembre 2007 (© NASA/JPL-CalTech/ una configurazione geometrica favorevole
UCLA/MPS/DLR/IDA). della loro orbita che si ripete ogni 17 anni,
sia per la scelta di utilizzare una nuova
i resti di un pianeta mai aggregatosi a causa della tecnologia: la propulsione a ioni, già sperimentata
presenza del gigante gassoso Giove, che con la con successo a bordo della missione dimostrativa
sua rapida formazione rimescolò le orbite di quei Deep Space 1, avrebbe permesso di raggiungere i
planetesimi, abortendo la formazione di un altro risultati previsti in un tempo nettamente inferiore
pianeta in quella regione di spazio. risparmiando una significativa quantità di propel-
Fino al 1992, l’unico oggetto noto oltre l’or- lente convenzionale.
bita di Nettuno era Plutone, scoperto da Clyde La storia della missione Dawn ebbe origine nel
Tombaugh nel 1930, ma con l’individuazione di 1992 e conobbe non poche difficoltà, sia durante
un numero sempre maggiore di corpi transnettu- la fase di selezione che nella successiva fase di
niani negli anni successivi ci si trovò nella stessa implementazione, tra annunci di cancellazione e
situazione in cui si erano ritrovati gli astronomi temporanei blocchi legati al budget. Fu addirittu-
europei che nella prima metà del XIX secolo ave- ra funestata da avverse condizioni meteorologi-
vano identificato i primi asteroidi. Nel 2006 l’U- che durante la finestra di lancio, che imposero un
nione Astronomica Internazionale (IAU) affrontò rinvio di qualche mese. Finalmente, al limite del
il problema rimettendo mano alla definizione di periodo che le avrebbe consentito di visitare sia
pianeta, che resisteva dall’antichità. Fu stabilito Vesta che Cerere, Dawn fu lanciata il 27 settem-
che un pianeta, per essere considerato tale, deve bre 2007 da Cape Canaveral in Florida, all’alba
avere una forma pressoché sferica, orbitare attor- di una tersa mattina d’autunno, iniziando il suo

Sapere, dicembre 2019


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Immagine di Cerere in falsi colori osservato dalla missione Dawn. Le variazioni di riflettività e di colore sono legate a differenze
composizionali, come quelle che interessano Cerealia Facula all’interno del cratere Occator, del diametro di 92 km, e già intraviste
dal telescopio spaziale Hubble (© NASA/JPL-CalTech/UCLA/MPS/DLR/IDA).

viaggio verso due mondi fino ad allora inesplorati, Detector, GRaND), fornito dagli Stati Uniti per
e conseguendo strabilianti risultati. determinare l’abbondanza di una serie di elemen-
La missione è entrata in orbita intorno all’aste- ti chimici della tavola periodica presenti nel pri-
roide Vesta il 16 luglio 2011 e, dopo poco più di mo metro di spessore sotto la superficie visibile.
un anno, il 5 settembre 2012 è ripartita alla volta Inoltre, la missione ha permesso di studiare nel
di Cerere, nella cui orbita è arrivata il 6 marzo dettaglio anche il campo di gravità dei due cor-
2015. La missione si è definitivamente conclusa il pi, anche se, per ragioni di budget, altri strumenti
1° novembre 2018, a causa dell’esaurimento del pure rilevanti per la determinazione della struttura
propellente idrazina che permetteva le manovre interna, come il magnetometro, sfortunatamente
di assetto necessarie alle comunicazioni radio non furono selezionati [2].
con la Terra. Dawn continuerà a orbitare intorno
a Cerere senza controllo ma su un’orbita dinami-
camente stabile per alcuni decenni, dopo di che Cerere prima e dopo la missione Dawn
spiraleggerà lentamente verso il corpo centrale Le prime osservazioni di Cerere iniziarono subito
impattando infine sulla sua superficie. dopo la sua scoperta. Nel 1802 Herschel definì
La missione Dawn era equipaggiata con tre Cerere più “arrossato” di quanto non fosse Pal-
strumenti scientifici: una camera ottica (Framing lade, mentre nel 1895 Edward Emerson Barnard
Camera, FC), fornita dalla Germania, che aveva osservò che la sua albedo media (la frazione di
il compito di studiare la geologia e la colorazio- luce solare riflessa) era inferiore a quella di Marte
ne dei due corpi; uno spettrometro nel visibile e e simile a quella di Mercurio. Ci volle però un
vicino infrarosso (Visible and InfraRed mapping netto miglioramento della strumentazione e delle
spectrometer, VIR), fornito dall’Italia, che aveva il tecniche osservative per iniziare a comprendere le
compito di studiare e mappare la mineralogia e la caratteristiche e la composizione di Cerere.
temperatura superficiale, e un rivelatore di neu- Osservazioni telescopiche condotte da Terra
troni e raggi gamma (Gamma Ray and Neutron nei primi anni ’70 del XX secolo rivelarono che

Sapere, dicembre 2019


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Cerere era un oggetto


piuttosto scuro, assimila-
bile a un particolare tipo
di meteoriti, le condriti
carbonacee. Successive
osservazioni misero in
luce la possibile presen-
za di minerali idrati e
Cerere fu dunque classi-
ficato come asteroide di
classe C (associato alle
condriti carbonacee).
In seguito furono iden-
tificati prodotti di alte-
razione acquosa come
carbonati, e potenziali
argille ammoniate.
Le prime immagini
del disco risolto di Ce-
rere, acquisite dal tele-
scopio spaziale Hub- Immagini di alcune delle regioni più interessanti della superficie di Cerere acquisite dalla sonda
Dawn. Dall’alto a sinistra: il disco di Cerere in falsi colori, i crateri Juling e Oxo (in cui è stata identi-
ble, mostrarono un cor- ficata la presenza di ghiaccio d’acqua nelle regioni in ombra), il criovulcano Ahuna Mons, il cratere
po sferoidale piuttosto Occator, un esempio di frana su Cerere, il giovane cratere da impatto Haulani, alcune scarpate
omogeneo, a differenza all’interno di un cratere, l’ingrandimento di Cerealia Facula, all’interno del cratere Occator, alcune
di Vesta. Inoltre eviden- strutture lineari all’interno del grande cratere da impatto Yalode, il cratere Ikapati, l’osservazione al
lembo di una regione vicina al polo Sud (© NASA/JPL-CalTech/UCLA/MPS/DLR/IDA).
ziavano la presenza di
una macchia brillante,
inizialmente battezzata “Piazzi” in onore del ficie. Dawn ha confermato che la superficie di
suo scopritore, che in seguito, quando l’Unione Cerere è globalmente ricca di composti di alte-
Astronomica Internazionale decise di assegnare razione acquosa, come argille ammoniate e con
ai crateri e alle strutture geologiche di Cerere grandi quantità di magnesio e carbonati di cal-
nomi di divinità o festività legate all’agricoltura, cio e magnesio [4]. Su scala locale, invece, sono
fu associata al cratere Occator [3]. stati identificati diversi depositi di carbonato di
La missione Dawn ha sodio, lo stesso composto utilizzato dagli antichi
rivoluzionato notevol- Egizi per la mummificazione dei cadaveri. Tra i
La missione
mente la nostra cono- depositi più rappresentativi vi sono quelli delle
Dawn ha scenza di Cerere. Le im- faculae del cratere Occator, Cerealia e Vinalia
rivoluzionato magini che ci ha fornito Faculæ, che costituiscono il maggiore affiora-
notevolmente hanno evidenziato una mento extraterrestre di carbonato di sodio finora
forma sferoidale omo- scoperto. Il carbonato di sodio è stato identifi-
la nostra genea, rivelando innu- cato anche sui fianchi di Ahuna Mons, l’unico
conoscenza merevoli dettagli della edificio di origine criovulcanica finora accertato
di Cerere. sua superficie. Dawn ha senza ambiguità, o in crateri da impatto relati-
confermato e in alcuni vamente recenti e freschi come Haulani. La pre-
casi smentito ciò che già era noto o suggerito da senza di carbonati e sali sottolinea l’importante
precedenti osservazioni, aggiungendo nuovi tassel- ruolo dell’acqua in un passato non troppo re-
li alla comprensione del pianeta nano. moto del pianeta nano. L’attività idrotermale che
La copertura globale ad alta risoluzione spa- ha caratterizzato Cerere, permettendo la forma-
ziale ha consentito di distinguere diverse strut- zione di depositi locali di carbonato di sodio, è
ture geologiche, di mappare i crateri da impatto stata infatti innescata da impatti di corpi esterni
e le principali litologie presenti sulla sua super- o da fenomeni di criovulcanismo.

Sapere, dicembre 2019


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Cerere è un corpo ricco di minerali idrati, d’acqua, carbonati e sali, e composti organici,
come era già stato suggerito prima della missione suggeriscono un ambiente chimicamente com-
Dawn in base alla sua densità media (2,08 g/cm3), plesso e favorevole a una chimica prebiotica,
circa doppia rispetto a quella dell’acqua liquida dunque interessante dal punto di vista astrobio-
ma inferiore a quella media dei silicati. Cerere si logico. Si aprono così nuovi scenari: Dawn ha
trova in corrispondenza della cosiddetta snow line fatto emergere solo la punta dell’iceberg di ciò
o frost line, una frontiera immaginaria oltre la qua- che sappiamo su questo mondo affascinante e
le il ghiaccio d’acqua è stabile sulla superficie dei ancora ricco di segreti da svelare.
corpi solidi su scale di tempo geologiche. Benché
la superficie di Cerere sia essenzialmente priva
di ghiaccio, per via delle temperature massime Cosa ci riserva il futuro?
diurne che possono raggiungere i 250 K (–23° C) La missione Dawn è terminata da oltre un anno
in prossimità dell’equatore, alcuni depositi lo- e la sua eredità è immensa. Se da un lato ci ha
cali di ghiaccio d’acqua sono stati identificati in regalato nuove scoperte, permettendoci di carpire
regioni in ombra perenne in una decina di crateri almeno alcuni dei misteri di questi corpi inesplo-
da impatto, come Oxo e Juling, che si trovano rati, dall’altra ha posto nuovi interrogativi, che sti-
a medie latitudini; i crateri in ombra permanente molano la comunità scientifica internazionale a
nelle regioni polari contengono però presumibil- continuare a studiare questo mondo fino a poco
mente depositi di tempo fa pressoché sconosciuto.
ghiaccio molto più Dopo la fine della missione Dawn l’interesse
La presenza estesi. verso i corpi minori del Sistema Solare è rima-
Oltre al ghiac- sto elevato. La missione giapponese Hayabusa 2
di carbonati
cio, una delle sco- sta infatti esplorando il piccolo asteroide Ryugu.
e sali sottolinea perte più interes- Allo stesso tempo la missione OSIRIS-REx del-
l’importante santi effettuate dal- la NASA ha effettuato una mappatura globale
ruolo dell’acqua la missione Dawn dell’asteroide Bennu. Altre due nuove missio-
è stata quella dei ni del programma Discovery della NASA rivol-
in un passato composti organici te all’esplorazione di asteroidi, Lucy e Psyche,
non troppo alifatici in una spe- sono state selezionate e sono in fase di imple-
remoto cifica regione nei mentazione. Sebbene al momento
pressi del cratere non siano previste nuove missioni
del pianeta da impatto Ernu- spaziali, è possibile che si torni a
nano. tet, del diametro di visitare Cerere con una missione
circa 50 km. Tale dedicata, finalizzata a rispondere
scoperta ha sensibilmente aumentato l’interesse alle domande lasciate aperte.
verso Cerere. Composti organici sono stati iden-
tificati anche in altri corpi del Sistema Solare, per
esempio in alcuni asteroidi della fascia princi-
pale come Themis e Cibele, e in alcuni satelliti
ghiacciati di Giove e Saturno (composti organici Riferimenti bibliografici
rivestono presumibilmente anche la superficie
[1] C.J. Cunningham, Discovery of the First Asteroid, Ceres,
delle lune di Urano e Nettuno). L’origine di que-
Springer, Cham 2016.
sti composti su Cerere è tuttora dibattuta, anche [2] C.T. Russell, C.A. Raymond, “The Dawn mission to mi-
se è favorita l’ipotesi endogena [5]. nor planets 4 Vesta and 1 Ceres”, Space Science Reviews,
Cerere si è rivelato un mondo unico ed estre- 163, 1-4, 2011.
mamente diverso da tutti i corpi presenti nella [3] A.S. Rivkin et al., “The surface composition of Ceres”,
stessa regione. I composti ammoniati sono ca- Space Science Reviews, 163, 1-4, 2011, pp. 95-116.
[4] M.C. De Sanctis et al., “Ammoniated phyllosilicates
ratteristici del Sistema Solare esterno, pertanto la with a likely outer Solar System origin on (1) Ceres”, Na-
loro grande abbondanza su Cerere è misteriosa ture, 528, 7581, 2015, pp. 241-244.
e lungi dall’essere compresa. La loro presenza, [5] T.B. McCord, F. Zambon (a cura di), “The composition
unitamente a quella di minerali idrati, ghiaccio of Ceres”, Icarus, 318, 2019, pp. 1-150.

Sapere, dicembre 2019 DOI: 10.12919/sapere.2019.06.1


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ENERGIA E AMBIENTE

Efficienza e sobrietà
per giungere alla sostenibilità
Cambiare il modello di sviluppo: le energie rinnovabili
come motore della transizione per un’economia sostenibile.

Vincenzo Balzani,
professore emerito
Università di Bologna,
Siamo in un periodo difficile della a non curarsi degli altri, causa la
storia. Dopo aver goduto per più di coordinatore
perdita dell’idea di bene comune,
un secolo dell’energia dei combu- del gruppo Energia allarga sempre più la forbice della
stibili fossili, abbondante e a bas- per l'Italia disuguaglianza.
so prezzo, abbiamo capito che il La nostra è la prima generazione
suo uso causa la degradazione del che si rende conto della situazione
pianeta e che quindi dobbiamo smettere di sfrut- di grave crisi in cui ci troviamo ed è anche la prima
tarla. Dopo esserci tanto esaltati per la “crescita”, – qualcuno dice che potrebbe essere l’ultima – che
ci stiamo accorgendo che il nostro modello di svi- può e deve cercare rimedi.
luppo, il consumismo, su un’astronave che viaggia Se vogliamo continuare a vivere sulla Terra, dob-
nell’Universo senza poter mai “atterrare” è ecolo- biamo scegliere la strada della sostenibilità ecologica
gicamente insostenibile. Lo è anche dal punto di e sociale. La sostenibilità ecologica richiede anzitutto
vista sociale: promuove la competizione, induce una transizione energetica: l’abbandono dei com-

Conversione dell’energia primaria in energia di uso finale. Le energie rinnovabili hanno sempre maggiore efficienza dei combustibili.

Sapere, dicembre 2019


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bustibili fossili e lo sviluppo


delle energie rinnovabili [1].
Questa transizione com-
porta grandi cambiamenti
nel modo di produrre, tra-
sportare e utilizzare l’ener-
gia. Le forme di energia
che usiamo ogni giorno,
energie di uso finale, sono
calore, elettricità ed ener-
gia meccanica (trasporti).
Attualmente come energia
primaria usiamo principal-
mente i combustibili fossili
(80%), con i quali gene-
riamo calore – assieme a
CO2 e inquinamento – che
si può usare direttamente,
ad esempio per il riscalda-
mento degli edifici, oppure
si può convertire, con bassa Il disastro della Deepwater Horizon visto dal satellite NASA, che cattura la “marea nera” qui illumi-
nata dai raggi solari (NASA/GSFC, MODIS Rapid Response).
efficienza, in energia mec-
canica o elettrica.
Le energie primarie rinnovabili derivate dal oggetto di incidenti, da quello catastrofico della
Sole, dal vento e dall’acqua, con le quali dob- petroliera Deepwater Horizon (costato alla British
biamo sostituire i combustibili fossili, non solo Petroleum 61,6 miliardi di dollari), a quello molto
non producono CO2 e inquinamento, ma han- più piccolo, ma pure significativo, del 6 agosto
no un’importante caratteristica: generano ener- 2018 in autostrada a Bologna.
gia elettrica e non calore. L’energia elettrica è la L’energia primaria per produrre elettricità con
forma di energia più pregiata perché può essere fotovoltaico, eolico e idroelettrico non va trasporta-
usata come tale, oppure può essere convertita con ta né raffinata, dobbiamo solo raccoglierla. La sua
alta efficienza in calo- conversione in elettricità non presenta pericoli (a
re e in energia mecca- parte il caso dell’idroelettrico). L’elettricità generata
Se vogliamo nica e, se necessario, può essere trasmessa e distribuita tramite fili senza
continuare anche in combustibili. eccessivi problemi. Le energie rinnovabili, però, ri-
a vivere L’economia basata sul- spetto ai combustibili fossili hanno lo svantaggio di
sulla Terra, le fonti rinnovabili ha essere intermittenti, difetto che si ripercuote sull’e-
dobbiamo quindi un’efficienza nergia di uso finale che esse generano, l’elettricità.
scegliere energetica intrinseca- Per ovviare a questo inconveniente bisogna ricor-
mente molto maggiore rere a sistemi di accumulo per l’energia elettrica.
la strada della dell’economia basata La transizione energetica è comunque già
sostenibilità sui combustibili fossili. avviata e, volendo, sarebbe possibile portarla a
ecologica Le energie rinno- termine, sia tecnicamente che economicamente,
e sociale. vabili hanno anche al- entro il 2050: fermerebbe il cambiamento clima-
tri vantaggi rispetto a tico, eviterebbe la morte prematura di molte per-
quelle fossili. I combustibili fossili sono allo sta- sone, aumenterebbe il numero di posti di lavoro,
to grezzo, sotto la crosta terrestre e solo in certe e porterebbe benefìci economici. Inoltre, produr-
regioni del mondo. Quindi vanno estratti scavan- rebbe vantaggi dal punto di vista sociale perché
do miniere o trivellando pozzi; devono poi esse- le nazioni più povere sono quelle più colpite dai
re raffinati e infine trasportati nei luoghi d’uso. cambiamenti climatici e anche le più ricche di
Tutte queste operazioni sono pericolose e spesso energie rinnovabili.

Sapere, dicembre 2019


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silicio, sodio), altri sono


presenti in quantità minori
e altri ancora sono scar-
si. Spesso, proprio questi
ultimi sono i più utili per
la transizione energetica.
Ad esempio, il litio (Li),
1000 volte meno abbon-
dante del sodio (Na) che
gli sta vicino nel sistema
periodico, è di gran lunga
l’elemento più importan-
te per costruire batterie
con cui accumulare ener-
gia elettrica. Non a caso
il premio Nobel 2019 per
la Chimica è stato attribui-
L’eolico è una delle fonti rinnovabili che dovremmo incrementare per sostituire l’uso dei combusti- to a John B. Goodenough,
bili fossili (© Aldo Montemarano – Wikimedia). M. Stanley Whittingham
e Akira Yoshino per «aver
La realizzazione della transizione energetica, creato un mondo ricaricabile grazie allo svilup-
però, è fortemente ostacolata dalla lobby interna- po di accumulatori agli ioni di litio».
zionale dei combustibili fossili, da speculazioni Il progresso della
finanziarie e da controversie economiche e poli- scienza e della tecno- La transizione
tiche, come ha dimostrato l’esito poco soddisfa- logia potrà forse per- energetica
cente della conferenza sui cambiamenti climatici mettere di sostituire un è già avviata
delle Nazioni Unite COP24 tenutasi a Katowice elemento raro con uno e, volendo,
(Polonia) all’inizio del dicembre 2018. È neces- più abbondante, che
sarebbe
sario, quindi, che tutte le persone a cui sta a cuo- tuttavia sarà meno “effi-
re la custodia della casa comune manifestino un ciente”. Si potrà anche, possibile
forte impegno sociale e politico per far sì che la entro certi limiti, ripro- portarla
transizione acceleri, prima che la situazione sia gettare processi, prodot- a termine
ulteriormente compromessa [2]. ti e apparecchiature al entro il 2050.
fine di utilizzare minori
quantità di materiali e rendere più efficiente il ri-
I limiti delle risorse materiali ciclo. È chiaro però che in futuro, con l’aumento
Le energie rinnovabili sono molto abbondanti, ma della popolazione e, in molti Paesi, del consumo
la possibilità di convertirle in energie di uso finale è di energia pro capite, non potremo disporre di tutta
limitata dalla disponibilità delle risorse materiali ne- l’energia che vorremmo avere per poi, come spesso
cessarie per costruire le infrastrutture di conversione succede, sprecarla.
(pannelli fotovoltaici, pale eoliche, dighe, collettori
di calore), di conservazione (batterie e altri sistemi
Agire sulle cose: efficienza
di accumulo) e di interconversione (celle elettroli-
tiche, celle a combustibile, inverter, catalizzatori). Se vogliamo giungere alla sostenibilità è quindi
La fonte di tali materiali, infatti, non può che necessario portare a termine la conversione energe-
essere la Terra, un pianeta che ha risorse “finite”, tica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili
consistenti in un centinaio di elementi chimici per combattere il cambiamento climatico, ma an-
(dei quali solo circa 90 sono utilizzabili) e dai che prepararci a una minore disponibilità di ener-
loro composti (come abbiamo visto nello scorso gia, perché la conversione delle abbondanti energie
numero di Sapere). Alcuni elementi sono mol- rinnovabili in energie di uso finale è condizionata
to abbondanti (idrogeno, carbonio, ossigeno, dalle limitate risorse dei materiali necessari.

Sapere, dicembre 2019


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In realtà, nonostante i
progressi nell’efficien-
za, il consumo energe-
tico non diminuisce e
sia in Europa che negli
Stati Uniti si consuma
ogni anno sempre più
energia, sia pure in un
modo sempre più effi-
ciente. Fra gli esempi
molto studiati c’è la
sostituzione delle lam-
pade a filamento con
lampade LED, sei volte
più efficienti, che ha
portato però a un au-
mento del consumo di
elettricità per illumina-
La tavola periodica “quantitativa”. Molti elementi importanti per la transizione energetica sono relativa- zione.
mente scarsi. Il perché l’aumento
di efficienza non por-
Per diminuire il consumo di energia si punta ta a una diminuzione nel consumo di energia è
molto sull’aumento dell’efficienza energetica, de- stato individuato nel cosiddetto “effetto rimbalzo”,
finita come rapporto, o altra relazione quantitati- secondo cui un aumento di efficienza energetica
va, tra i risultati ottenuti in termini di prestazioni, incoraggia un maggior uso di servizi forniti dall’e-
servizi, beni o energia, e la quantità di energia nergia [4]. Un caso tipico è quello dell’automobi-
usata per ottenerli. Si può aumentare l’efficienza lista che, dopo aver finalmente deciso di compra-
energetica, cioè si può “fare con meno”, con una re un’auto più efficiente, è talmente compiaciuto
più attenta progettazione e un miglior uso di tec- dal minor consumo chilometrico della nuova auto
nologie e di processi su cui si basano le industrie, che finisce con l’usarla molto più frequentemente
i trasporti, il riscaldamento/raffreddamento di edi- dell’auto precedente; oppure, quello dei negozian-
fici, l’illuminazione, ecc. ti che, avendo adottato lampade più efficienti, ten-
Aumentare l’efficienza energetica è l’obietti- gono illuminate le vetrine anche durante la notte;
vo principale delle politiche dei Paesi sviluppati. o, ancora, la famiglia che, con il denaro risparmia-
Secondo il World Energy Outlook del 2017 redatto to nel riscaldamento grazie al “cappotto” costruito
dall’International Energy Agency, l’efficienza sarà il attorno alla casa, a fine anno va a fare una breve
fattore più importante per contenere l’uso dei com- vacanza in aereo.
bustibili fossili da oggi al 2040. L’aumento dell’effi- Il concetto di efficienza viene criticato non
cienza energetica è una condizione essenziale an- solo perché ignora l’effetto rimbalzo, ma anche
che nella roadmap della International Renewable per motivi più generali [5]. Ad esempio, l’approc-
Energy Agency (Irena) che si propone di ridurre cio dell’Unione europea al problema del rispar-
drasticamente le emissioni di CO2 entro il 2050. Da mio energetico non consiste nel misurare una re-
parte sua, l’Unione europea si è prefissata di otte- ale diminuzione dei consumi rispetto al passato,
nere un aumento del 20% nell’efficienza energetica ma nel valutare quello che sarà l’aumento di con-
adottando un sistema di certificazione per gli edifici, sumo energetico in futuro (ad esempio, nel 2030)
le automobili, gli elettrodomestici, le lampade, ecc. se non si fanno interventi per contenerlo. In altre
A prima vista sembra che l’efficienza energetica parole, si prevede che il consumo aumenterà e
produca vantaggi molto consistenti. Ad esempio, l’efficienza viene misurata su quanto si disco-
nell’Unione europea dal 1998 al 2012 i frigoriferi e steranno dalle attuali previsioni i consumi che si
i congelatori sono diventati più efficienti del 75%, verificheranno nel 2030. L’efficienza, cioè, viene
le lavatrici del 63% e le lavastoviglie del 50% [3]. misurata come energia che non è stato necessario

Sapere, dicembre 2019


20

del problema e, in ultima analisi, è addi-


rittura controproducente.

Energia e benessere
Un’idea molto diffusa è che il benesse-
re dei cittadini di una nazione aumenti
all’aumentare della disponibilità – cioè
del consumo – di energia. Una approfon-
dita analisi del problema dimostra che in
realtà, mentre il prodotto interno lordo
(PIL) aumenta all’aumentare del consumo
energetico, il benessere, misurato attra-
verso l’indice di sviluppo umano (Human
Development Index, HDI), che tiene
conto di fattori quali l’alfabetizzazione,
l’aspettativa di vita e la mortalità infanti-
le, aumenta all’aumentare del consumo
di energia solo finché la disponibilità di
energia è molto bassa.
Quando il consumo di energia di una
nazione supera la soglia dei 100-150 GJ
per abitante all’anno, l’indice HDI rag-
Variazione dell’indice di sviluppo umano (HDI) all’aumentare del consumo di
giunge un limite di saturazione. Ad esem-
energia pro capite all’anno. pio, il consumo di energia pro capite in
Europa, in media di circa 150 GJ annui, è
usare. Ma già prevedere un aumento dei consumi la metà di quello negli Stati Uniti, pur avendosi nei
significa accettare che i consumi aumenteranno, si- due casi un valore praticamente uguale di HDI.
gnifica ammettere che l’attuale livello di vita non è Può anche accadere, come nel caso del Qatar,
negoziabile. Questo è il vero punto critico quando si che un consumo
discute di sostenibilità. di energia di circa Per risparmiare
Per meglio chiarire il concetto, consideriamo un 700 GJ pro capite
realmente
esempio fra i molti che si potrebbero fare. L’Unione annuo corrispon-
europea ha calcolato che le etichette energetiche da a un indice HDI energia
per gli asciugabiancheria saranno in grado di far- minore, pari a circa non basta
ci risparmiare fino a 3,3 TWh di elettricità entro il 0,8. Da queste ana- “fare con meno”,
2020 rispetto a quella che avremmo consumato lisi si ha una prima bisogna
senza l’introduzione delle etichette. Per la soste- indicazione: nei “fare meno”.
nibilità, però, l’introduzione di asciugabiancheria Paesi in cui si usa
meno energivori non è un progresso. Infatti, anzi- molta energia (oltre 100 GJ pro capite all’anno),
ché rallegrarci per quanta energia ci permetteran- dovrebbe essere possibile ridurre il consumo sen-
no di non usare i nuovi tipi di asciugabiancheria, za compromettere il livello di vita.
dovremmo chiederci quanta energia risparmierem- Nel maggio 2017 in Svizzera, su sollecitazione
mo, questa volta realmente, asciugando i panni su degli scienziati, è stato approvato un referendum
uno stendino da bucato (almeno nelle abitazioni per ridurre di tre volte (da 6000 W a 2000 W, cioè
dove è possibile). Più aumenterà l’efficienza degli da circa 180 GJ a 60 GJ) il consumo energetico pro
asciugabiancheria, maggiore sarà il numero di per- capite entro il 2050. 2000 W corrisponde al consu-
sone che li compreranno e, soprattutto, sarà sem- mo di energia di un cittadino medio europeo negli
pre meno facile tornare allo stendino. Ecco allora anni ’60 del secolo scorso. Chi ha la mia età ricor-
uno dei tanti casi in cui l’aumento di efficienza, il derà che in quegli anni il livello di vita era del tutto
“fare con meno”, non è una soluzione, bensì parte soddisfacente.

Sapere, dicembre 2019


21

Dal consumismo
alla sobrietà
I concetti discussi in que-
sto articolo riguardano in
modo specifico l’energia.
Questi concetti, però,
possono essere applicati
a qualsiasi risorsa, poiché
tutte le risorse sono, più
o meno, limitate. Quindi,
quando si producono cose
inutili – SUV con cilindra-
ta 4000 cm3 e 650 CV di
potenza – o si mettono
in atto attività dannose
come la ricerca di altri
giacimenti di combustibili
fossili, non si dovrebbero
“There is no planet B”, abbiamo un unico pianeta, e passare dal consumismo alla sobrietà è l’unico sviluppare innovazioni per
modo per preservarlo (© Andol - Wikimedia). produrre in modo più effi-
ciente. In questi casi, in-
fatti, anche le innovazioni
Agire sulle persone: sufficienza sono controproducenti riguardo il raggiungimento
Ridurre il consumo di energia quindi si può, senza della sostenibilità, sia ecologica che sociale.
intaccare sostanzialmente il benessere. Ma, come “Fare meno” e rinunciare ad acquistare e usare
abbiamo detto, è illusorio pensare di raggiungere cose inutili e dannose richiede, naturalmente, un
questo risultato agendo solo sulle cose, cioè au- salto culturale: quello dal consumismo alla sobrietà.
mentando l’efficienza energetica delle apparec- La sobrietà è infatti la qualità essenziale di ogni re-
chiature che usiamo, o inventando nuove appa- lazione: con le risorse, con i rifiuti, con gli altri e
recchiature per fare gli stessi servizi. con se stessi. La sobrietà libera l’uomo dalla frene-
Se si vuole realmente consumare meno energia sia dell’accumulo, lo rende capace di una fruizio-
per contribuire alla sostenibilità ecologica biso- ne condivisa e orienta la vita in una prospettiva di
gna incominciare agen- cura per il presente e di custodia per il futuro. Senza
do sulle persone anzi- adottare stili di vita ispirati alla sobrietà si finirà col
“Fare meno” ché sulle cose. Bisogna precipitare nel baratro del collasso ambientale, eco-
richiede partire dal concetto di nomico e sociale perché, come dice anche papa
un salto sufficienza e convince- Francesco nell’enciclica Laudato si’, «lo stile di vita
culturale: re, sollecitare «gentil- attuale, essendo insostenibile, può sfociare solo in
mente» (come sugge- catastrofi». E, come ci ricorda il movimento Friday
quello dal
risce il premio Nobel for Future, non abbiamo un pianeta di riserva.
consumismo Richard H. Thaler) e,
alla sobrietà. se necessario, obbliga- Riferimenti bibliografici
re le persone con leggi e sanzioni a ridurre l’uso [1] V. Balzani, N. Armaroli, Energia per l’Astronave Terra,
dei servizi energetici. Per risparmiare realmente Zanichelli, Bologna 2017.
energia non basta “fare con meno”, bisogna “fare [2] Papa Francesco, Laudato si’. Enciclica sulla cura della
meno”: meno viaggi, meno luce, meno riscalda- casa comune, San Paolo edizioni, Roma 2015.
mento, meno prodotti inutili, minor velocità… Se [3] Si veda il sito http://www.eueduk.com/bedazzled-energy-
efficiency/
poi tutto quello che si usa dopo aver adottato la
[4] M. Morosini, “Società a 2000 watt: più benessere con
strategia della sufficienza è più efficiente, si avrà meno energia”, QualEnergia.it, 8 agosto 2017.
un risparmio ancora maggiore: è il “fare meno [5] E. Shove, “What is wrong with energy efficiency?”,
(sufficienza) con meno (efficienza)”. Building Research & Information, 46, 7, 2018, pp. 779-789.

Sapere, dicembre 2019 DOI: 10.12919/sapere.2019.06.2


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SCIENZA E ARTE

Franco Grignani,
maestro della comunicazione visiva
Le forme ambigue di Grignani svelano che la mente è capace
di gestire algoritmi basati sulla logica quantistica; l’ambiguità non è
un’incrinatura della ragione, ma un valore esistenziale
in cui l’arte e la scienza possono amalgamarsi in sinergia.

Giuseppe Caglioti,
professore emerito
Franco Grignani, architetto e pit- comunicazione visiva nutriva un
Politecnico di Milano
tore, grafico e fotografo, nasce a forte interesse per la psicologia
Pieve di Porto Morone nel 1908. della forma e la dinamica del-
A vent’anni dalla sua scomparsa, la percezione cognitiva. I suoi
con i suoi contributi sperimenta- quadri, tutti dipinti a mano con
li nel campo del costruttivismo dinamico, mantie- stupefacente precisione, si impongono all’atten-
ne vivo un muto dialogo con chiunque soffermi zione. I moduli strutturali delle sue composizioni
lo sguardo sulle sue opere. Questo maestro della astratte si insinuano nella mente, chiamata a in-
teriorizzarli e a correlarli. Avvinghiati gli uni agli
altri, questi moduli si auto-organizzano dinami-
camente, dando origine a campi di deformazio-
ni e tensioni snervanti. Dopo un intenso lavorio
nascosto, le sinapsi quiescenti di chi, incuriosi-
to, osserva le sue opere, si attivano bruscamente.
Tutt’a un tratto l’immagine, inizialmente in letar-
go sulla superficie piana dell’acrilico o della tela,
si dischiude alla dimensione temporale, sguscia
nello spazio ed entra in presa diretta nella sfera
psichica di chi la osserva: è il momento della “ca-
tastrofe percettiva”. Un sobbalzo segna l’innesco
di una risonanza tra l’osservatore e una varietà di
percetti mutuamente incompatibili che conflui-
scono e si avvicendano in un’unica realtà carica
di ambiguità.

Il primo incontro
Era l’8 gennaio 1975 quando incontrai l’artista,
all’inaugurazione della sua mostra “Una metodo-
logia della visione” a Milano [1]. Mi colpì la vio-
lenza dei suoi messaggi visivi. Oggi, nell’ammi-
rare nuovamente il dipinto Trauma spaziale, non
posso fare a meno di pensare all’immane trauma
Franco Grignani, Autoritratto (cortesia di Daniela Grignani). spazio-temporale che 1,3 miliardi di anni fa scos-

Sapere, dicembre 2019


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A sinistra, Franco Grignani, Trauma spaziale, 1965 (cortesia di Daniela Grignani). A destra, due buchi neri coalescono sprigionando le
onde gravitazionali registrate il 14 settembre 2015 (immagine a cura di Luigi Cocchiarella tratta dal video-notizia dell’evento).

se l’intero Universo: due buchi neri giganteschi si suoi acrilici ambigui e le misurazioni alla base
avvicinano spiralizzando fino a coalescere e col- degli sviluppi concreti delle nuove tecnologie, le
lassare, sprigionando le onde gravitazionali regi- certezze scientifiche si struggevano come neve
strate il 14 settembre 2015 e previste un secolo al sole. La realtà si con-fondeva con l’illusione!
prima da Einstein. Quel giorno segnò una svolta. Seguirono notti
Sconcertante fu per me ravvisare un’analogia da incubo. Sentivo impellente l’esigenza di avven-
formale fra la percezione dinamica di alcune sue turarmi in campi di ricerca insidiosi: la potenza
strutture modulari risonanti e il processo di mi- del linguaggio visivo, l’efficacia del connubio del-
sura spettroscopica di strutture quantistiche ap- la percezione con la comprensione ai fini dell’ac-
partenenti al nanoscopico mondo degli atomi. quisizione e del trasferimento della conoscenza,
Nel raffronto fra le illusioni ottiche stimolate dai le relazioni che intercorrono tra scienza e arte
nonché, soprattutto, l’ambiguità ossia la confluen-
za e/o coesistenza di aspetti incompatibili in una
stessa realtà. Argomenti, questi, che ancora oggi,
secondo molti colleghi, esulano dai temi canonici
della fisica; e a quel tempo sapevo che, per sod-
disfare la curiosità, pur essendo inamovibile dal-
la sede e dal ruolo di professore ordinario avrei
corso un grave rischio, quello di perdere la mia
credibilità… C’era soltanto un modo per venirne
fuori: studiare il problema con rigore scientifico
e con l’aiuto di colui che, inconsapevolmente, lo
aveva sollevato.
Grignani, con opere stimolate dai nostri innu-
merevoli incontri nell’arco di quasi un quarto di
secolo, è riuscito a simulare alcune strutture e feno-
meni atomici che, come scriveva Werner Heisen-
berg negli anni ’20, non si prestano a essere com-
presi facilmente utilizzando il linguaggio ordinario
i cui concetti derivano dall’esperienza della vita di
Franco Grignani, Psicoplastica iperbolica, collezione privata. ogni giorno.

Sapere, dicembre 2019


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Primo esempio, l’atomo di idrogeno


L’atomo di idrogeno è costituito da un protone,
carico positivamente, che attrae un elettrone, carico
negativamente. A quest’ultimo madre Natura confe-
risce un insieme di possibili e ben determinati valo-
ri dell’energia; questi valori, a differenza di quanto
accade a un satellite artificiale attratto dalla Terra,
non sono vicini l’uno all’altro quanto si vuole: essi
crescono a salti a partire dal livello fondamentale, 1,
cui corrisponde il valore più basso dell’energia pari a
–13,5 eV, ove il segno meno è dovuto al fatto che per
ottenere il divorzio della coppia elettrone & protone
occorre spendere energia.
Nel mondo quantistico natura facit saltus. In
ognuno degli stati accessibili all’elettrone, quest’ul-
timo va pensato non in termini di una carica elet-
trica puntiforme orbitante attorno al protone, bensì
in termini di una carica elettrica distribuita in una
Franco Grignani, Una rappresentazione dello stato stazionario (2px
sorta di nuvola all’interno della quale è elevata la + i2py)/√2 dell’atomo di idrogeno, collezione privata (foto di Ro-
probabilità che l’elettrone sia presente. dolfo Slavich).
Nello stato fondamentale, la nuvola è una sfera
dal contorno sfumato. Nel (primo) livello energetico stante di Planck, h = 6,6 × 10 –34 J s. In questo stato
eccitato, 2, quattro sono gli stati che possono ac- l’elettrone tende a diseccitarsi, ossia a spogliarsi sia
cogliere l’elettrone. In questa sede ci focalizziamo della sua energia sia del suo momento angolare.
soltanto su uno di tali stati, quello suggestivamente L’energia, si sa, si conserva e il momento angolare
rappresentato da Grignani in una sua opera. Si tratta non è da meno: l’energia la si ritrova in un quanto
di uno stato caratterizzato dal fatto che la nuvola di luce, ossia in un fotone di energia hv cui è asso-
elettronica ha una simmetria assiale e ruota con ve- ciata una radiazione elettromagnetica ultravioletta
locità angolare costante attorno all’asse di simme- di frequenza v; il momento angolare lo si ritrova
tria: l’elettrone è dotato di un momento angolare nello spin del fotone cui è associata la polarizzazio-
il cui valore coincide con quello della famosa co- ne circolare della radiazione stessa.

Secondo esempio, la Condensazione grafica


Anche la Condensazione grafica fu elaborata da
Grignani con l’intento di esplorare le possibilità
della geometria e della grafica di fornire una rap-
presentazione visiva delle strutture quantistiche e
del loro comportamento dinamico.
Nel disegno due moduli strutturali, man mano
che lo sguardo volge verso il basso, si vanno avvi-
cinando, fino a sovrapporsi parzialmente. Questa
immagine evoca due atomi di idrogeno che si av-
vicinano l’uno all’altro fino a legarsi nella mole-
cola di idrogeno. Le nuvole di probabilità di pre-
senza, in nero, simulano gli elettroni e i quadratini
L’atomo di idrogeno. Sono schematicamente rappresentati i livelli bianchi simulano i protoni.
energetici dell’elettrone più vicini al livello energetico minimo, il Tuttavia, se con occhio innocente si guarda il dise-
livello fondamentale, 1. Si vedono i due stati coinvolti nella tran-
sizione 2 → 1 dell’elettrone. Quest’ultimo, nel diseccitarsi, emette
gno superficialmente, evitando di “perturbarlo”, esso
una luce ultravioletta polarizzata circolarmente cui è associato un appare schiacciato sul piano del foglio. Consideriamo
quanto di energia hv, ossia un fotone. una coppia di moduli strutturali, caratterizzata dal fat-

Sapere, dicembre 2019


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to che essa presenta un centro di sim- La figura bidimensionale interioriz-


metria: se si ribalta un elemento della zata nella mente sguscia nello spazio
coppia rispetto a tale centro, la struttura tridimensionale e, da immutabile qual
resta identica a sé stessa; per definizio- era, entra nella dimensione tempo
ne la simmetria è un non mutamento mentre la regione di confine tra i due
quale esito del mutamento [2]. moduli strutturali si insedia sul modu-
A questo punto spostiamo lo lo cubico di destra. Oppure s’insedia
sguardo sulla coppia di moduli par- sul modulo cubico di sinistra.
zialmente sovrapposti in basso, con il Implicita in questa terza rispo-
parallelogramma romboidale al cen- sta alla domanda è la possibilità di
tro. Questo parallelogramma-con- distinguere la destra dalla sinistra:
fine tra i due moduli non tarderà a questa distinzione implica la rimo-
diventare un pomo della discordia e zione del punto centrale della figura
al tempo stesso un seme della con- dal suo ruolo di centro di simmetria.
cordia. Sorge infatti una domanda: a Tuttavia, se è vero che la simmetria
quale dei due moduli appartiene il è l’essenza di una struttura, la scom-
parallelogramma-confine? parsa di un elemento di simmetria
Una prima risposta è che la regio- implica una radicale trasformazione
ne di confine appartiene per il 50% strutturale. Infatti, contestualmente
al modulo di sinistra e per il 50% al alla scomparsa del centro di simme-
modulo di destra: è pacificamente tria, la percezione della nostra cop-
condivisa in una configurazione cen- pia di moduli parzialmente sovrap-
tro-simmetrica. posti non rimane congelata in una
Dopo una pausa di riflessione immutabile configurazione statica:
viene però in mente una seconda prima o poi si profila una sequenza
alternativa egualmente ragionevole: periodica di inversioni prospettiche,
la regione di confine non appartiene Franco Grignani, Condensazione destra → sinistra → destra… [3].
né al modulo di sinistra né al modu- grafica, collezione privata (foto di Si dà il caso che la percezione di-
lo di destra, ma la struttura è conflit- Rodolfo Slavich). namica di questa sequenza evochi,
tualmente disunita in una configu- nelle linee essenziali, il processo ge-
razione centro-antisimmetrica carica di tensione. nuinamente quantistico di misurazione dello spettro
Queste due risposte si riferiscono a una descri- di trasferimento di carica di una molecola biatomica
zione finora distaccata ed equanime. Prospettano omonucleare quale ad esempio, appunto, la mole-
alternative accettabili se le si pensa separatamente cola di idrogeno. Si tratta di un processo che consi-
l’una dall’altra; sono viceversa incompatibili e con- ste nell’attivare un andirivieni di uno dei due elettro-
traddittorie nel momento in cui la mente le accetta ni di valenza della molecola dall’immediato intorno
pensandole entrambe valide: «per la contradizion d’un protone all’immediato intorno dell’altro proto-
che nol consente» l’oggetto del contendere – il ne. Per attivare questa oscillazione, l’elettrone as-
confine – non può appartenere a entrambi i moduli sorbe un fotone della radiazione elettromagnetica,
strutturali e al contempo non appartenere né all’uno e l’attivazione è possibile soltanto se la frequenza
né all’altro. Il nascosto lavorio mentale di auto-or- della radiazione, col beneplacito della costante di
ganizzazione degli stimoli visivi sfocia in uno
stato critico, in cui confluiscono e coesistono
in un’unica realtà due aspetti incompatibili. È
questo uno stato mentale instabile, apparen-
temente irragionevole, carico di un’ambiguità
che va ad ogni costo rimossa.
E allora, tutt’a un tratto basta un impulso Un particolare della Condensazione grafica. A sinistra, una descrizione
di energia mentale che si scarica sull’imma- impartecipe dell’immagine centro-simmetrica, schiacciata sul piano del
foglio; a destra, l’immagine interiorizzata quale apparirà a partire dall’i-
gine interiorizzata, basta una fluttuazione… e stante in cui, prima o poi, con la scomparsa del centro di simmetria si
è catastrofe! sarà verificata la catastrofe percettiva.

Sapere, dicembre 2019


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Esistono decine di modi


di percepire dinamicamen-
te questa costruzione mo-
dulare, nella quale ciascun
cubo – ciascun “qubit psi-
coplastico” – potrebbe rap-
presentare un qubit. Ma in
tutti i casi, la percezione
Franco Grignani, Un registro di sei “qubit” correlati graficamente, collezione privata (foto di
di un modulo condiziona
Rodolfo Slavich). Questa immagine modulare è stata realizzata da Franco Grignani utilizzando i la percezione di altri mo-
moduli che compongono l’acrilico Psicoplastica nel campo (1969), a destra. duli (ed è condizionata da
essi), in maniera accentuata
Planck, è sintonizzata sulla differenza tra l’energia se tali moduli sono contigui. Può essere divertente
associata allo stato eccitato e l’energia associata allo percepire dinamicamente questi qubit psicoplastici
stato fondamentale della molecola. correlandoli in modo da indurli mentalmente ad ar-
peggiare, ad esempio volteggiando da sinistra verso
destra per poi rimbalzare in senso opposto.
Terzo esempio, l’entanglement percettivo In conclusione, colui che osserva le costruzioni
Richard Feynman, eminente fisico del secolo scor- modulari di Grignani non sempre è consapevole di
so, durante una sua conferenza organizzata nel accettare una sfida: gestire il dinamismo dell’ambi-
1981 dal MIT (Massachusetts Institute of Technolo- guità che in esse si annida. S’innesca allora un pro-
gy) e dall’IBM, esortava i partecipanti a intrapren- cesso cognitivo che, nel caso semplice di due soli
dere lo studio e lo sviluppo della computazione moduli, evoca nelle linee essenziali il processo di mi-
quantistica. Quest’ultima è basata non sul classi- sura di un sistema quantistico a due livelli di energia.
co bit (Binary digIT), 0 o 1, Nord o Sud, bensì sul Alcune forme ambigue di Franco Grignani ap-
qubit (QUantum BIT). L’elemento quantistico di paiono ingannevoli, ma ingannevoli non sono. Il
informazione può essere anch’esso reperito negli loro fascino visivo trae origine dal fatto che esse
stati Nord e Sud, ma può assumere un numero infi- ci svelano che la mente, nel percepirle, accoglie
nito di altri stati intermedi, tanti quanti sono i punti e gestisce algoritmi basati sulla logica quantistica
sulla superficie di una sfera. Nel computer quanti- dell’ambiguità, una logica che elude l’assunto ari-
stico i qubit possono interagire e, contrariamente stotelico del “terzo escluso”. In definitiva l’ambigui-
a quanto accade nel computer classico in cui i bit tà, nonostante i suoi connotati negativi, non è un’in-
sono indipendenti, lo stato di ciascun qubit può crinatura della ragione ma è un valore culturale ed
dipendere dallo stato di altri qubit: i qubit sono en- esistenziale al punto d’incontro tra scienza e arte.
tangled, intrecciati, sicché in un istante generico Nel rievocare con animo grato questo eclettico
lo stato complessivo del computer può assumere ricercatore propongo un pensiero di Ludwig Witt-
un numero di configurazioni che esplode espo- genstein: «Oggigiorno la gente è convinta che gli
nenzialmente all’aumentare del numero dei qubit. uomini di scienza siano lì per istruirla, e i poeti e
Dal 1981 molta acqua è passata sotto i ponti e i musicisti, ecc., per rallegrarla. Che questi ultimi
in questo settore lo stato dell’arte progredisce ra- abbiano qualcosa da insegnare, non viene loro
pidamente. Negli Stati Uniti, è stato realizzato un neanche in mente».
computer quantistico con una cinquantina di qubit
il cui funzionamento è basato sull’entanglement (ol-
tre che sul principio di sovrapposizione degli stati Riferimenti bibliografici
quantistici e sul tunneling). È difficile immaginare [1] F. Grignani, Mostra antologica, Una metodologia della
quanto elevato è il numero di stati in cui può trovarsi visione, Rotonda di via Besana, Comune di Milano, Ripar-
un registro così numeroso di qubit interagenti. Tutta- tizione Cultura, Cordani, Milano 1975.
[2] G. Caglioti, Simmetrie infrante nella scienza e nell’arte,
via, proprio negli anni ’80, Grignani costruì un’im- CLUP, Milano 1983.
magine che si presta a simulare qualitativamente e [3] G. Benedek, G. Caglioti,  Graphics and Quantum Me-
a rendere percepibili alcune caratteristiche di tali in- chanics, in  L. Cocchiarella (a cura di), ICGG 2018 – Pro-
terazioni. Ognuno dei sei moduli cubici entangled ceedings of the 18th International Conference on Geometry
che compongono questa immagine simula un qubit. and Graphics, Springer, Milano 2018, pp. 161-172.

DOI: 10.12919/sapere.2019.06.3 Sapere, dicembre 2019


Ferite
Fotografia di Katia Netti
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INGEGNERIA CIVILE

La danza dei giganti


Grattacieli e ponti sospesi come aerei o macchine da Formula 1:
ecco come si muovono le strutture.

Giuseppe Romanello,
ingegnere edile
Siamo abituati a considerare gli accadde invece? Il 7 novembre
edifici, e le costruzioni civili in ge- e aerospaziale del 1940, dopo un’impressionan-
nere, come elementi fissi e statici, te “danza” di quasi settanta mi-
concettualmente differenti rispet- nuti, il ponte di Tacoma Narrows
to a macchine e velivoli caratterizzati dal fatto crollò rovinosamente.
che svolgono la loro funzione muovendosi. Chi L’incidente mise in evidenza l’importanza de-
si occupa di ingegneria oggi sa che questa consi- gli effetti dinamici indotti dal vento; su YouTube
derazione non è sempre esatta. Oltre certi limiti, è possibile vedere lo spettacolare filmato dell’ac-
infatti, le strutture, anche se stabilmente ancorate caduto girato con una cinepresa. Nonostante fos-
al suolo, assumono un comportamento dinamico se stato progettato per resistere a un’azione late-
che le accomuna alle macchine. Nell’ultimo se- rale del vento pari a 127 km/h, il ponte oscilla
colo abbiamo assistito alla costruzione di ponti vistosamente fino ad arrivare al collasso anche
sospesi sempre più lunghi e grattacieli sempre se soggetto a un vento con una velocità di soli
più alti, in una continua sfida tra natura e inge- 67 km/h. Ma come è stato possibile? Per capirlo,
gneria che ha costretto l’uomo a trovare soluzio- dobbiamo spiegare alcuni rudimenti di dinamica
ni tecnologiche in grado di “ingannare” le forze delle strutture.
della natura.
Quando si esplora un nuovo campo, come
fecero gli ingegneri a cavallo tra Ottocento e
Novecento con la costruzione dei ponti sospesi,
è molto probabile che gli strumenti progettuali
impiegati in precedenza non siano più adatti.
Questa inadeguatezza quasi sempre si palesa
con grandi insuccessi che evidenziano la ne-
cessità di introdurre altri concetti e filosofie pro-
gettuali, o di prendere in considerazione nuovi
aspetti prima ritenuti trascurabili o addirittura
non applicabili.
Un esempio paradigmatico è certamente
quello del ponte di Tacoma Narrows. Prima di
ciò che accadde a questo ponte, l’effetto del
vento nella progettazione dei ponti sospesi era
Il ponte di Tacoma Narrows mentre oscilla prima del crollo: è
considerato pericoloso solo per il rischio di de- particolarmente evidente la notevole deformazione torsionale
formazione laterale del piano stradale. Che cosa raggiunta.

Sapere, dicembre 2019


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ristiche proprie del sistema.


Esse definiscono la sua “oscil-
lazione naturale non smorza-
ta”, che identifica il compor-
tamento oscillatorio dell’al-
talena. Il sistema può inoltre
essere influenzato da fattori o
forzanti esterne, quale può per
esempio essere qualcuno che
spinge l’altalena.
I concetti di periodo, fre-
quenza e smorzamento, insie-
me ai parametri del sistema,
servono a descrivere un moto
oscillatorio, sia che si tratti di
un’altalena, che di un aeropla-
no, un ponte o un grattacielo.

La risonanza
Uno dei fenomeni che può
Il crollo del ponte di Tacoma Narrows, il 7 novembre del 1940. verificarsi in un moto perio-
dico è la “risonanza”. Essa si
Strutture in movimento presenta quando la frequenza con la quale una
Immaginate di osservare un’altalena che dondola. forzante esterna agisce sul sistema eguaglia la fre-
Il suo movimento è “periodico”, cioè si ripete quenza naturale del sistema stesso.
nel tempo. L’altalena ritorna approssimativamente nel Vediamo cosa significa. Chi spinge l’altalena
punto di partenza in un tempo T, che viene definito intuitivamente applica questo principio facendo in
“periodo”. Lo stesso concetto può essere espresso modo che la forzante (cioè la forza applicata dalla
contando quante volte in un prefissato intervallo di spinta) sia impressa con una frequenza vicina alla
tempo l’altalena ritorna nella posizione iniziale; in frequenza naturale del sistema, che come abbiamo
questo caso parleremo di “frequenza”. L’attrito pre- detto dipende dai suoi parametri (massa e lunghez-
sente nei punti di attacco alla sommità delle corde za delle corde dell’altalena). In questo modo, con
dell’altalena e l’effetto della resistenza dell’aria fan- una piccolissima forza applicata, il sistema mantie-
no sì che pian piano l’ampiezza delle oscillazioni si ne – o addirittura aumenta – la sua energia cinetica.
riduca sempre più fino a far fermare del tutto l’al- Applicando la spinta al momento giusto, infatti, l’al-
talena: si dice che il talena continua a dondolare preservando – o addi-
moto oscillatorio è rittura amplificando – l’ampiezza delle oscillazioni.
Nell’ultimo “smorzato”. In una Ma cosa succede se la forzante non viene appli-
situazione ideale, in cata con la stessa frequenza di quella naturale del si-
secolo stema? Se chi spinge l’altalena interviene in maniera
assenza cioè di forze
abbiamo dissipative, l’altalena non “accordata”, ad esempio spingendo quando l’al-
assistito continuerebbe a don- talena non ha ancora terminato la sua ascesa, allora
il moto subirà una brusca riduzione dell’ampiezza
alla costruzione dolare all’infinito.
La massa e la delle sue oscillazioni, e tenderà a fermarsi.
di ponti sospesi lunghezza delle funi Tornando al ponte di Tacoma Narrows, è ades-
sempre più della nostra altalena so possibile capire quello che è successo. L’in-
lunghi e sono quelli che scien- gegnere italiano Giulio Krall fu il primo a intuire
tificamente vengono l’origine del problema attribuendo la causa del
grattacieli chiamati “parametri”. crollo a un fenomeno fluidodinamico noto come
sempre più alti. Sono cioè le caratte- “vortici di von Karman”.

Sapere, dicembre 2019


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I vortici di von Karman sono dei particolari come? Un’adeguata conoscenza di aerodina-
vortici che si staccano da un corpo tozzo in- mica e di dinamica delle strutture avrebbe
vestito da una corrente fluida. Essi si susseguo- permesso di prevedere il problema già in fase
no in maniera alternata causando una distribu- di progetto e prevenirlo. Per esempio si sareb-
zione di pressione nelle superfici opposte del be potuto intervenire sulla forma della sezione
corpo (la superficie rispettivamente inferiore dell’impalcato, conferendole un aspetto meno
e superiore nel caso dell’impalcato del ponte) tozzo (impedendo così la formazione dei vor-
che varia di segno causando delle oscillazioni tici almeno per le velocità di vento attese) e/o
periodiche. Tale fenomeno si verifica comune- dando all’intero impalcato caratteristiche geo-
mente in natura ed è osservabile per esempio metriche e di rigidezza tali da rendere la sua
nella corrente di un fiume che attraversa un pi- frequenza naturale di oscillazione lontana da
lone di un ponte o nelle immagini satellitari di un quella di distacco dei vortici.
ammasso nuvoloso che attraversa la vetta di
un vulcano.
La formazione dei vortici di von Karman av-
viene con una “frequenza di distacco” che si può
determinare matematicamente conoscendo i pa-
rametri del sistema. Nel caso del ponte di Tacoma
Narrows la frequenza
di distacco dei vorti-
La risonanza ci coincideva con la
si presenta frequenza naturale
quando dell’impalcato con
conseguente innesco
la frequenza
di un fenomeno di ri-
con la quale sonanza: man mano
una forzante che i vortici si stacca-
vano, una quantità di
esterna agisce
energia sempre mag-
sul sistema giore veniva trasferita
eguaglia all’impalcato, che ha Immagine satellitare dell’isola Alexander Selkirk nel sud del Paci-
la frequenza continuato a oscilla- fico. L’isola affiora improvvisamente dalla superficie dell’oceano
re fino a collassare. raggiungendo un’altezza massima di 1,6 km. Le nuvole spinte dal
naturale del Ma si poteva evi-
vento evidenziano la formazione dei vortici di von Karman che si
generano quando la corrente investe tale ostacolo (© USGS EROS
sistema stesso. tare tutto questo? E Data Center Satellite Systems Branch).

Sapere, dicembre 2019


31

Un caso simile a quello del


ponte di Tacoma Narrows si
è verificato il 20 maggio del
2010 nel Volgograde Bridge in
Russia. Le immagini dei video
girati (si veda il QR code a p. 33)
mostrano chiaramente la so-
miglianza dei due eventi. In
questo caso però il ponte non
raggiunse il collasso; dopo
aver verificato l’integrità della
struttura, le autorità lo riapri-
rono al traffico. Al fine di evi-
tare il ripetersi del fenomeno
si pensò di intervenire instal-
lando nelle tre campate prin-
cipali dei dispositivi chiamati
Tuned Mass Damper.

Un meccanismo di smorzamento
Cos’è un Tuned Mass Damper
(TMD)? Letteralmente signi-
fica “smorzatore a massa
accordata” ed è fondamen-
talmente costituito da una
massa collegata alla struttura
principale tramite una molla
e uno smorzatore. La struttura
principale è dotata di caratte-
ristiche proprie di elasticità e
smorzamento; dimensionan-
do appositamente i parametri,
il dispositivo oscilla in manie-
ra “accordata” con la struttu-
ra muovendosi in direzione
opposta, così da contrastar- Il più grande Tuned Mass Damper del mondo, installato sul grattacielo Taipei 101 (© Ar-
ne le oscillazioni. In pratica, mand du Plessis e Someformofhuman – Wikimedia).
quando la struttura principa-
le oscilla muovendosi verso l’alto, la massa del Risultati migliori possono essere ottenuti con
TMD si muove verso il basso, e viceversa. i sistemi di tipo attivo, nei quali tramite l’impiego
La massa del dispositivo TMD è generalmente di appositi sistemi di controllo è possibile variare
molto piccola rispetto alla massa della struttura, i parametri del dispositivo (ad esempio il coeffi-
nell’ordine dell’1-5%, e gli altri parametri (costan- ciente di smorzamento) durante il suo funziona-
te elastica della molla e coefficiente di smorza- mento, settandoli ai valori ottimali per le frequen-
mento) devono essere scelti in modo da rendere ze di oscillazione correnti.
il meccanismo il più efficace possibile. È eviden- Nonostante il Tuned Mass Damper oggi trovi
te che si otterrà un funzionamento ottimale solo un larghissimo impiego nelle strutture civili quali
per frequenze di oscillazioni che coincidono con grattacieli e ponti sospesi, fu brevettato nel 1909
quelle di progetto. In questo caso il dispositivo è dal fisico tedesco Hermann Frahm per un altro
di tipo passivo. scopo, cioè risolvere il problema dei movimenti

Sapere, dicembre 2019


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nell’antenna. Il TMD princi-


pale è costituito da un’enor-
me sfera di acciaio del peso
di 660 tonnellate, collegata
alla struttura tramite grosse
funi di acciaio che fungono
da molle, e da otto disposi-
tivi di smorzamento viscoso
che entrano in contatto con
la sfera tra i lati e il fondo.
Nella parte bassa della sfera
è presente un ulteriore anello,
collegato alla struttura tramite
altri otto smorzatori idraulici,
che ha la funzione di “fine
corsa” nel caso di oscilla-
Fernando Alonso sulla Renault R26 al gran premio del Canada del 2006: si vede come zioni molto elevate. L’intero
la vettura in curva sale sui cordoli ai margini della carreggiata sfruttando la maggiore dispositivo occupa comples-
stabilità data dal TMD (© TMWolf – Wikimedia).
sivamente cinque piani alti
dell’edificio e ha la capacità
oscillatori indotti dalle eliche e dai motori negli di oscillare fino a oltre un metro e mezzo per
scafi delle navi. Egli aveva comunque già intuìto lato. Nel caso di forti venti è in grado di ridur-
l’impiego della sua invenzione per risolvere pro- re l’accelerazione orizzontale dell’ultimo piano
blemi legati a oscillazioni in strutture civili e nei del 36% circa.
settori automobilistico, ferroviario e aereo. Il dispositivo Tuned Mass Damper installato in
La prima struttura a implementare un TMD cima al Taipei 101 è del tipo a pendolo. Nel mo-
a più gradi di libertà per ridurre le oscillazioni mento in cui la struttura oscilla in una direzione, la
indotte dal vento è stata la Sydney Tower, cono- grande massa sferica si oppone a tale oscillazione
sciuta anche come Center Point Tower, che si tro- con una forza di verso opposto a quella sollecitan-
va a Sidney, in Australia, ed è stata costruita tra il te. Il dispositivo è già entrato in funzione più volte
1975 e il 1981. Con un’altezza di 309 metri era dando prova della sua efficacia, ad esempio duran-
tra i grattacieli più alti all’epoca e le oscillazioni te il tifone Soulik nel 2013 e durante il terremoto
indotte dal vento rappresentavano un limite pro- di magnitudo 6.5 della scala Richter del 20 aprile
gettuale notevole. 2015 (ci sono i video su YouTube che lo mostrano).
L’esempio più sorprendente è comunque Esempi di smorzamento delle oscillazioni
rappresentato dal grattacielo Taipei 101, nell’o- tramite dispositivi Tuned Mass Damper sono
monima città di Taiwan. Sito in una zona geo- presenti anche nel campo delle vetture da com-
grafica spesso colpita da violentissimi tifoni e petizione. La prima casa automobilistica a farne
terremoti, è alto ben 508 metri; la sua realizza- uso in una vettura di Formula 1 fu la Renault,
zione ha rap- che installandolo nella sua monoposto durante
presentato una il gran premio di Monza del 2005 raggiunse ot-
Nel caso del ponte notevole sfida timi risultati. In questo modo la vettura presen-
di Tacoma Narrows ingegneristica. tava un assetto più stabile soprattutto nei con-
Per le sue rile- fronti del beccheggio che interviene quando, in
la frequenza
vanti dimen- curva, passava sui cordoli ai margini della car-
di distacco sioni è stato reggiata. Una maggiore stabilità nei confronti
dei vortici necessario in- del movimento di beccheggio si traduce inoltre
stallare tre di- in un carico aerodinamico più uniforme, con
coincideva con la
spositivi TMD, notevoli vantaggi nella guidabilità della vettura.
frequenza naturale uno principale Negli anni successivi il sistema venne adot-
dell’impalcato. e due ausiliari tato anche da altre case automobilistiche, fin-

Sapere, dicembre 2019


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ché la Federazione Internazionale dell’Automo-


bile (FIA) ne proibì l’utilizzo nel 2006 in forza
di un articolo del regolamento che vietava l’im-
piego di dispositivi non rigidamente connessi
al telaio, in grado di modificare l’aerodinamica
del veicolo. Originariamente tale articolo era
stato introdotto per evitare l’impiego di alettoni
mobili che modificassero l’aerodinamicità della
vettura muovendosi.

Ingannare il vento
Una strategia alternativa all’introduzione di dispo-
sitivi di smorzamento per il controllo delle oscil-
lazioni di strutture soggette ai carichi da vento è
quella di “ingannare” il vento stesso, facendo in
modo che la sua interazione con la struttura non
inneschi condizioni di risonanza. Non potendo
ovviamente intervenire sulle caratteristiche del
vento, la chiave sta nel controllo della forma
delle superfici esposte alla corrente e nella mo-
dulazione di rigidezza e capacità smorzante del-
la struttura stessa. Direzione, velocità e densità
dell’aria sono infatti tutti parametri nel dominio
di sola madre natura.
Un esempio che vale la pena di citare è quel-
lo dell’opera di ingegneria civile più ambiziosa
finora realizzata, il grattacielo Burj Khalifa di Du-
bai, negli Emirati Arabi. Con un’altezza di 828
metri, è il grattacielo più alto oggi costruito. A
quote così elevate il vento, non incontrando osta-
coli come invece avviene in prossimità del suo- Il Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto al mondo, costruito in
lo, è privo di turbolenze ed è pertanto in grado modo da “ingannare” il vento (© Donaldytong – Wikimedia).

di generare facilmente i vortici di von Karman. I


progettisti si posero il problema fin dalle prime cise turbolenze viene distrutta tale coerenza e si
fasi della sua ideazione e decisero di affrontarlo dissipa notevolmente l’energia sollecitante: poiché
conferendo al grattacielo una forma tale da “con- la frequenza dei vortici è legata alla larghezza della
fondere” il vento. sezione dell’edificio, variando quest’ultima con la
Affinché i vortici sua elevazione, si rende la frequenza dei vortici una
Una strategia di von Karman as- funzione dell’altezza, e si elimina così la possibilità
sumano un effetto di innesco di fenomeni di risonanza.
alternativa sollecitante criti- Questa tecnica viene frequentemente adotta-
per il controllo co per l’edificio ta anche in strutture molto più comuni, quali le
delle oscillazioni devono formarsi ciminiere o le antenne delle autovetture, dove si
in maniera coe- realizzano degli inserti elicoidali lungo la loro su-
di strutture soggette rente lungo tutta perficie cilindrica.
ai carichi da vento la sua altezza e Insomma, negli ultimi decenni
è quella con una frequen- abbiamo trovato modi sempre nuo-
za ben precisa. vi per superare i limiti imposti dalla
di “ingannare” Favorendo la ge- natura, vedremo fin dove riuscire-
il vento stesso. nerazione di pre- mo a spingerci.

Sapere, dicembre 2019 DOI: 10.12919/sapere.2019.06.4


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ECOLOGIA

La depurazione delle acque


tra passato, presente e futuro
Come funziona il processo di depurazione e quali sono
le nuove sfide da affrontare.

Mauro Icardi,
chimico industriale
La depurazione delle acque di Nell’antichità le fognature più
scarico, dette acque reflue, è un moderne ed efficienti sono state
aspetto fondamentale nel tratta- quelle realizzate dai Romani: l’a-
mento e nella gestione delle risorse idriche, ma pice in questo campo rimane la Cloaca maxima
molto spesso poco conosciuto nei suoi aspetti es- iniziata nel VI secolo a.C. Dopo la caduta dell’Im-
senziali da chi non sia addetto al settore. Questo pero romano, però, non vengono più costruite fo-
articolo vuole spiegarne la storia, i princìpi basila- gnature, e quelle esistenti vengono gradualmente
ri, le prospettive e le tecnologie che dovranno es- abbandonate.
sere applicate in futuro al “lavaggio” delle acque Per rivedere la realizzazione di sistemi fognari
sporche. efficienti occorre fare un salto temporale al XIX se-
colo, quando l’esigenza di costruirle riparte dalla
crescita urbanistica di città quali Parigi e Londra.
Le origini Nella capitale inglese in forte crescita demogra-
Per parlare di depurazione, ma prima ancora di fica, proprio la mancanza di un adeguato sistema di
fognature, occorre partire da un periodo antico eliminazione delle acque di rifiuto fu la causa prin-
della storia umana: la creazione delle prime cit- cipale del verificarsi del fenomeno del great stink,
tà. Le testimonianze più datate sono i ritrovamenti ovvero della “grande puzza” di Londra. Nel 1858,
archeologici di Mohenjo-daro, città del 2500 a.C. durante un’estate insolitamente calda, la portata del
circa, che presenta una vasta rete di canali in mat- Tamigi si ridusse notevolmente. L’acqua del fiume
toni che convogliavano le acque reflue provenien- nel quale confluivano senza alcun trattamento gli
ti dalle abitazioni. scarichi di liquami e rifiuti della metropoli inglese
venne massicciamente inquinata da reflui
contenenti escrementi umani e animali,
scarti di macellazione, cadaveri di anima-
li. La gente fuggiva dalle rive del fiume, e
l’odore proveniente da lì era talmente nau-
seante da costringere a interrompere persino
le sedute del Parlamento. Alla Camera dei
Comuni, per poter proseguire i lavori par-
lamentari, si dovettero impregnare le tende
con una soluzione di cloruro di calcio.
La situazione venne risolta da un prov-
videnziale acquazzone che fece cessare
il fenomeno, in modo analogo a quanto
narrato ne I promessi sposi relativamen-
Uscita della Cloaca maxima, ponte Palatino, Roma (© Chris 73 - Wikimedia). te alla fine dell’epidemia di peste. Nella

Sapere, dicembre 2019


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cesso di depurazione detto a fanghi attivi, pre-


sentandolo alla Società di chimica industriale
britannica. Il processo consiste nel riprodurre il
meccanismo autodepurativo dei corsi d’acqua
ad opera di microrganismi aerobici. L’acqua da
depurare è miscelata e mantenuta in sospensione
in una vasca aerata.
L’aerazione dei liquami venne utilizzata ini-
zialmente per ridurre l’odore che si sviluppava
dai reflui fognari, ma ci si accorse che l’aerazione
prolungata del refluo produceva un fango. Aeran-
do un liquame contenente sostanze biodegradabi-
li si forma infatti una specie di fanghiglia costituita
da colonie di microrganismi, che sono gli artefici
della purificazione del refluo. In seguito ci si rese
conto che il fango formatosi doveva essere ricirco-
lato all’interno della stessa vasca. Furono proprio
Ardern e Lockett a prevedere nello schema di pro-
cesso il ricircolo del fango formato durante il pe-
riodo di aerazione. In questo modo si mantiene la
concentrazione ottimale di biomassa nella vasca
di trattamento, migliorando la qualità delle acque
scaricate alla fine del processo depurativo.

Un ritratto caricaturale di Sir Joseph William Bazalgette (1819-


1891), progettista del moderno sistema fognario di Londra. Trattamenti preliminari
Prima di arrivare a questa fase, cioè l’ossidazio-
capitale britannica erano già scoppiate due epi- ne biologica, l’acqua proveniente dalla fognatura
demie di colera: una nel 1831 e l’altra nel biennio deve subire alcuni trattamenti preliminari. Il primo
1848-1849. I morti in totale superarono le 20 000 è quello detto di grigliatura: consiste nel rimuove-
persone. La Camera dei Comuni nominò un co- re materiali grossolani, quali stracci, legno o altro.
mitato che ebbe l’incarico di evitare il ripetersi Questo materiale viene trattenuto dalle griglie. Il
di queste situazioni di crisi igienico-sanitarie. La tipo più semplice di griglia consiste in una serie di
città di Londra si dotò quindi di un efficiente si- barre metalliche parallele. Lo spazio tra una barra
stema fognario, grazie a Joseph Bazalgette, forse e l’altra è di dimensioni inferiori a ciò che deve es-
il più famoso ingegnere civile dell’età vittoriana. sere trattenuto. Il materiale depositato sulle griglie
Fu lui a far costruire una serie di collettori fognari
paralleli al corso del Tamigi. Il liquame cittadino
sarebbe stato scaricato molto più a valle di Lon-
dra; la diluizione e l’attività di degradazione dei
batteri avrebbero provveduto alla depurazione
del refluo. Ma con l’ulteriore sviluppo urbanisti-
co non fu più possibile affidarsi alla sola opera di
autodepurazione dei corsi d’acqua. E questa si-
tuazione con il tempo divenne comune per ogni
grande metropoli.

Nascita del processo depurativo a “fanghi attivi”


Furono due ingegneri inglesi, Edward Ardern e
William T. Lockett, a inventare nel 1914 il pro- Trattamento di grigliatura (© SuSanA Secretariat – Flickr).

Sapere, dicembre 2019


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La rimozione di sostanze oleo-


se serve per evitare il formarsi di una
patina superficiale impermeabile, che
impedirebbe l’ossigenazione del fango
attivo. La rimozione del materiale sili-
ceo, invece, serve a evitare fenomeni
di abrasione nelle macchine operatri-
ci, in modo particolare negli organi di
movimento delle pompe.

Ossidazione biologica
L’ossidazione biologica dei reflui fo-
gnari consiste in un insieme di reazio-
ni biochimiche di trasformazione di
sostanze organiche disciolte e sospese
non sedimentabili; come risultati fina-
li si ottengono prodotti semplici come
acqua e anidride carbonica. I microrga-
nismi che ossidano le sostanze conte-
nute nel liquame si aggregano in forma
di fiocchi di fango attivo. L’azione del
metabolismo della biomassa contenuta
Griglia ad arco usata per la rimozione del materiale grossolano. nel fango ha come principale effetto il
consumo di inquinante solubile per ot-
viene poi raccolto da una lama raschiatrice dentata tenere energia necessaria per le proprie funzioni
che, a intervalli prestabiliti, ripulisce automatica- vitali. In questo modo si produce nuova biomassa,
mente la griglia. che degrada carbonio organico e utilizza i nutrien-
Occorre ricordare che alcuni dei materiali ti presenti nel liquame.
che gettiamo sbadatamente nel water, come per Dapprima i fiocchi di fango attivo catturano la
esempio il cotone, gli assorbenti e tutti quei ri- sostanza organica contenuta nel refluo (biofloc-
fiuti che tendono ad assorbire acqua, all’interno culazione), che viene poi idrolizzata e ossidata.
delle condutture aumentano di volume, provo- La bioflocculazione è dunque la formazione di
cando ostruzioni. Si rendono quindi necessarie fiocchi gelatinosi di pochi millimetri cubi di ma-
manutenzioni straordinarie, che a loro volta im- teriale organico presente in sospensione. Queste
plicano un aumento dei costi di trattamento. reazioni biologiche necessitano di ossigeno, che
La seconda operazione preliminare è quella viene fornito in genere insufflando aria compres-
della dissabbiatura. Molto frequentemente que- sa mediante appositi diffusori posti al fondo della
sta operazione viene condotta in contemporanea vasca; l’aria insufflata provvede anche alla mi-
con quella di disoleatura, utilizzando una vasca scelazione delle vasche.
rettangolare di calma a pareti inclinate. L’acqua L’acqua depurata viene poi separata dalla bio-
reflua viene mantenuta in leggera agitazione massa in un sedimentatore; parte della biomassa
insufflando aria attraverso diffusori porosi, che addensata, come abbiamo già visto, viene ricir-
sono posizionati da un lato della vasca. Un setto colata alle vasche biologiche per garantirne una
di calma serve a formare una zona a bassa turbo- sufficiente concentrazione nel processo. Un’altra
lenza nella quale le sostanze galleggianti, quali parte è estratta come fango di supero e avviata alla
oli e grassi, residui di detersivi e saponi, pos- linea del trattamento fanghi.
sono essere separate portandosi alla superficie. Va detto però che, nella gestione di una se-
Regolando la velocità del liquame nella zona di zione di ossidazione biologica, i parametri di
turbolenza si favorisce invece la sedimentazione controllo per ottenere il miglior rendimento de-
delle sabbie. purativo devono essere determinati tramite mo-

Sapere, dicembre 2019


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Rimozione di azoto e fosforo


L’azoto si trova nei liquami prevalen-
temente sotto forma di ammoniaca,
inizialmente combinato nelle mole-
cole di varie sostanze organiche com-
plesse. La trasformazione avviene tra-
mite ossidazione per via biologica e
degradazione di queste sostanze, con
conseguente solubilizzazione in am-
moniaca. L’azoto ammoniacale viene
successivamente ossidato, sempre per
via biologica.
Nel processo di trasformazione
aerobico dell’azoto si assiste alla con-
versione dalla forma ridotta di azoto
ammoniacale alla forma ossidata di
azoto nitrico. Quest’ultimo può esse-
re presente nell’effluente finale in una
concentrazione limitata e quindi dovrà
subire un’ulteriore trasformazione.
A tale scopo, viene prevista una
fase di denitrificazione, nella quale
Schema generalizzato di un impianto di depurazione; qui si vedono le varie fasi, come
numerosi ceppi batterici specializ-
la grigliatura, la dissabbiatura e disoleatura, il passaggio nella vasca di sedimentazione,
in quella a fanghi attivi e in quella di aerazione, il trattamento dei fanghi, ecc. zati fissano l’ossigeno presente nella
molecola dei nitrati utilizzandolo per
nitoraggi frequenti, specialmente per impianti di fabbisogni inerenti la metabolizzazione delle so-
elevata potenzialità. Tali controlli sono sia di tipo stanze organiche. Questi batteri, infatti, sono ae-
analitico, sia di verifica di parametri quali porta- robi facoltativi: se nell’ambiente circostante vi è
ta di liquame affluente, temperatura e ossigeno presenza di ossigeno disciolto lo utilizzano diret-
disciolto. Se consideriamo la vasca di ossidazio- tamente, mentre se non lo trovano usano l’ossige-
ne come un reattore biologico, non ci dobbiamo no presente nei nitrati.
dimenticare delle variabili legate alle fluttuazioni Il controllo del fosforo scaricato dagli impianti di
di portata idraulica, così come alle variabilità sta- trattamento comunali e industriali dell’acqua reflua
gionali (per esempio la variazione della tempera- è un fattore chiave nella prevenzione dell’eutrofiz-
tura del liquame che viene inviato al trattamento). zazione delle acque super-
Al fine di verificare che la gestione dell’impian- ficiali. Il fosforo è presente Si stanno
to di depurazione sia condotta in maniera corretta,
nelle acque reflue in due diffondendo
forme principali: gli ortofo-
è molto utile l’osservazione microscopica del fango nuovi
sfati, disponibili per il me-
di depurazione. In questo modo si desumono im-
tabolismo biologico senza inquinanti,
portanti informazioni sull’equilibrio tra decompo-
ulteriori scissioni, e i poli- difficili
fosfati, molecole con due o da eliminare
sitori (batteri, funghi), che ricavano l’energia per il
loro sviluppo dalla sostanza organica disciolta nel più atomi di fosforo, atomi
con il
liquame, e consumatori (flagellati, protozoi ciliati, di ossigeno e qualche volta
rizopodi e piccoli metazoi) che predano i batteri idrogeno combinati in una
trattamento
dispersi e altri organismi. biologico.
molecola complessa.
Gli impianti di depurazione devono garantire, La rimozione dei fosfati è attualmente realiz-
inoltre, l’abbattimento di nutrienti quali azoto e zata per lo più tramite precipitazione chimica con
fosforo, che possono generare nell’acqua depura- l’aggiunta di un coagulante, questo perché il solo
ta un aumento incontrollato di batteri o alghe mi- trattamento biologico non sarebbe sufficiente per
croscopiche, un fenomeno detto eutrofizzazione. rispettare il valore limite per questo parametro. I

Sapere, dicembre 2019


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prodotti chimici possono essere ag-


giunti direttamente nella vasca di
aerazione, oppure in una sezione
apposita a monte della fase di se-
dimentazione finale. Vengono co-
munemente usati prodotti chimici
a base di ferro e alluminio. Questi,
idrolizzandosi, danno luogo a idrati
fioccosi insolubili che sedimentano
facilmente. I meccanismi di preci-
pitazione del fosforo nelle acque
reflue coinvolgono, quindi, a loro
volta diversi processi (precipitazio-
ne, adsorbimento, flocculazione,
assimilazione biologica).
La colonizzazione del fiocco di fango attivo con protozoi del genere Vorticella è indice
del buon funzionamento del processo depurativo (© Frank Fox- Wikimedia).
Problemi emergenti
e prospettive future
Come abbiamo visto, la depurazione delle acque viduati gli effetti sulla salute e vanno definiti i
ha rappresentato una delle più importanti conqui- valori limite delle varie sostanze, così come per
ste dell’umanità, e un’evoluzione importante per la gli inquinanti tradizionali. La questione riguar-
riduzione di epidemie come quelle di colera. Tutta- da anche l’industria chimica, che dovrà produrre
via, oggi si stanno diffondendo nell’ambiente nuovi molecole che possano essere degradate e meta-
tipi di inquinanti, la cui caratteristica principale è bolizzate: qualcosa di simile a quanto avvenuto
che spesso sono difficili da eliminare con il solo con la linearizzazione delle molecole dei ten-
trattamento biologico. Gli inquinanti emergenti sioattivi negli anni ’70 per aumentarne la biode-
esulano sia da quelli cosiddetti “convenzionali” gradabilità. Affrontare questo impegno avrebbe
(ammoniaca, nitrati, nitriti, azoto totale, fosforo), il duplice effetto di diminuire una tendenza alla
sia da quelli “non convenzionali” (tensioattivi, cronicizzazione di effetti tossici ancora non del
metalli, composti tutto provati, ma che potrebbero essere respon-
organici volatili). Si sabili di gravi patologie, quali tumori, problemi
I depuratori tratta di composti ormonali e diabete.
del futuro che provengono da I depuratori del futuro dovranno essere pro-
dovranno essere farmaci, prodotti per fondamente ripensati. Non sarà più sufficiente
l’igiene personale, il solo trattamento di tipo biologico, ma si do-
profondamente
consumo di droghe, vranno implementare trattamenti terziari di tipo
ripensati. antibiotici a uso avanzato, in particolare tecniche di adsorbimen-
umano e animale. to su carbone attivo, oppure ossidazione avan-
Tra questi possiamo citarne alcuni, come zata con ozono.
l’ibuprofene, la carbamazepina e la benzoilec- Anche dal punto di vista delle analisi di con-
goina, ma l’elenco è piuttosto ampio. Vanno trollo si dovrà cambiare l’approccio consueto.
ricordati anche i PFAS (sostanze perfluoroalchi- Queste tipologie di inquinanti sono normalmente
liche), soprattutto per la recente situazione che rilevate in concentrazioni molto basse, saranno
si è venuta a creare in alcune zone del Veneto, quindi richieste sensibilità analitiche più elevate,
dove sono stati rilevati persino nel sangue delle e metodiche nuove da aggiungere a quelle già in
persone residenti. vigore. Bisognerà attrezzare non soltanto i labora-
Un problema di questo tipo deve essere af- tori di ricerca, ma anche quelli dei gestori di im-
frontato in maniera multidisciplinare, vista la pianto. In numerosi Paesi, tra cui anche l’Italia, il
complessità che presenta, coinvolgendo enti di lavoro è già iniziato: occorre pertanto continuare
ricerca, enti di controllo e gestori. Vanno indi- su questa strada con decisione.

DOI: 10.12919/sapere.2019.06.5 Sapere, dicembre 2019


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Geologia sui colli Euganei


di Axel Bullo e Alice Laggia
SCIENZA A SCUOLA
Nell’apprendimento delle
scienze, la più grande sod-
disfazione è forse quella di
sperimentare e osservare
nella realtà che ci circonda
ciò che viene prima studia-
to e teorizzato sui libri. Es-
sendo la geologia parte del
nostro programma e tro-
vandoci in una regione ric-
ca di siti geologici, non è
servito andare molto lonta-
no per applicare sul campo
le nostre conoscenze. Ad
appena un’ora di autobus
dalla nostra scuola si tro-
vano infatti i colli Euganei,
un’area della pianura pado-
vana caratterizzata dall’af-
fioramento di un centinaio
di rilievi che non superano l’altezza di 600 metri. Equipaggiati di pedule, cartine, martelli e oc-
Il luogo è stato tutelato e valorizzato nel tempo chiali da geologi, siamo partiti dagli edifici merlati
da due testi legislativi: il più vecchio, del 1971, dell’antica villa Draghi, alla periferia di Montegrot-
rappresenta una delle prime leggi di salvaguardia to Terme. Nella prima parte del nostro percorso,
paesaggistica varate dal Parlamento italiano per snodatosi sulle pendici del monte Alto, abbiamo
fermare le attività di estrazione di materiale da appreso che la particolare morfologia del territorio
costruzione; in passato, infatti, gli Euganei erano è data dall’azione di antichi processi magmatici. Al
deturpati dalla presenza di più di 65 cave. Nel di là di ogni apparenza, i colli Euganei non sono
1989 si è poi aggiunta per l’intera area la certi- antichi vulcani spenti bensì “bolle” magmatiche
ficazione di “Parco Regionale dei colli Euganei”. che si sono introdotte sotto uno strato di roccia
Oltre ad avere una funzione di tutela ambientale, sedimentaria, strutture che i geologi definiscono
il Parco offre molte attività turistiche, escursioni- “laccoliti”. L’originalità di questa zona è data dalla
stiche ma anche didattiche. presenza di due delle tre tipologie di litotipi pre-
Così le nostre classi, la 4BE e la 4EE del liceo senti sulla crosta terrestre: le rocce sedimentarie e
classico europeo “Marco Foscarini”, guidate dai quelle magmatiche. Il terzo litotipo, quello delle
naturalisti delle associazioni “Terra di Mezzo” rocce metamorfiche, sui colli non è rintracciabile.
e “A Perdifiato”, hanno partecipato al progetto Le rocce sedimentarie qui sono le più antiche
“Geologia sotto la lente: laboratorio ed osserva- e sono rappresentate da antichi depositi di mare
zione in campo”. Si è trattato di un’escursione tra profondo che hanno dato luogo a rocce di com-
declivi verdeggianti dove, usufruendo di alcune posizione calcarea o parzialmente argillosa, forma-
cave dismesse, si esaminavano la storia geologica tesi attraverso la compressione di diversi strati di
e la ricchezza petrografica dei colli. sedimenti. Le rocce magmatiche si sono originate

Sapere, dicembre 2019


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in seguito, con il raffreddamento del magma av-


venuto sia a contatto con aria e acqua sia, caso
più frequente per i colli, senza rompere la crosta
terrestre.

SCIENZA A SCUOLA
In generale, le rocce magmatiche si dividono
in acide e basiche, a seconda del loro contenuto
di silice (SiO2). Le rocce acide, con un contenu-
to di silice intorno al 70%, derivano da un mag-
ma più viscoso e, di conseguenza, formano ri-
lievi “più alti e pronunciati”. Al contrario, quelle
basiche hanno meno silice, circa il 60%, e dal loro
magma più fluido si originano sporgenze dalla for-
ma arrotondata. I colli Euganei si sono sollevati in
due momenti, entrambi storicamente collocabili
nell’Era cenozoica: un primo evento magmatico
di carattere basico, risalente a 43 milioni di anni si sono rivelati custodi di molti minerali, tra cui pi-
fa, e un secondo evento più acido, che ha avuto rosseni, di colore nero, e calcite, uno dei minerali
luogo circa 35 milioni di anni fa dando origine più diffusi, contenuto comunemente all’interno di
alle famose Trachiti euganee. rocce sedimentarie ma reperibile anche in quelle
Il miglior accesso per l’osservazione è stato magmatiche effusive. Non in tutti i campioni è sta-
quello delle cave dismesse in cui i diversi filoni to possibile distinguere i minerali a occhio nudo,
rocciosi si rendono visibili. Martello e scalpello a causa delle loro dimensioni microscopiche: in
alla mano, quindi, abbiamo raccolto e analizzato alcuni casi per i cristalli era stato impossibile ac-
un gran numero di campioni. Dapprima abbia- crescersi per ragioni di spazio, in altri non c’erano
mo studiato le rocce sedimentarie. Sui colli se ne state le giuste condizioni di temperatura e pressio-
trovano di quattro tipi, che dalla più antica alla ne. Per le rocce magmatiche ci siamo concentrati
più recente sono: il rosso ammonitico (160 milio- anche sul “chimismo”: a un colore chiaro corri-
ni di anni), caratterizzato da fossili di ammoniti; spondeva un contenuto di silice piuttosto alto e il
il biancone (150 m.a.), un calcare bianco com- campione era dunque classificabile come acido;
posto da gusci di microrganismi; la scaglia rossa al contrario, a un colore più scuro corrispondeva
(100 m.a.), di colore rosso con una caratteristica una composizione basica. Fatto curioso, abbiamo
tessitura a scaglie, e infine la marna euganea (40 notato che la lucentezza non è propria solamente
m.a.), roccia argillosa di colore bianco-verde. dei minerali: per quanto non sia intuitivo pensare
Anche le rocce magmatiche sono di diversi tipi, a una roccia come qualcosa di lucente o traspa-
dalle note trachiti ai filoni di basalto (basici). rente, alcune di quelle magmatiche sono vetrose,
Le indicazioni delle guide ci hanno aiutato a ci- a causa di un raffreddamento rapido. È il caso del-
mentarci nella classificazione dei diversi campio- la perlite, una particolare roccia che, se scaldata,
ni. Ne abbiamo colto le forme, i colori, la lucen- aumenta molto le sue dimensioni e può quindi es-
tezza. Abbiamo appreso alcuni espedienti sfruttati sere usata in agricoltura e come isolante.
dai geologi per riconoscere il tipo di roccia os- Grazie a questa esperienza abbiamo scoperto
servata, dall’uso di acido cloridrico che reagisce l’importanza della geologia, abbiamo imparato a
con il calcare contenuto nelle rocce sedimentarie, conoscere il nostro territorio con uno sguardo di-
al metodo meno convenzionale dell’inumidire la verso, abbiamo faticato, sperimentato e osservato,
roccia alitandoci sopra affinché, nel caso sia sedi- ma ci siamo soprattutto divertiti imparando.
mentaria, si possa avvertire un odore di fango.
Contrariamente a quanto si possa pensare, non
è servito scavare molto: tutti i campioni erano in-
fatti facilmente reperibili in superficie. Quelli che Alex e Alice sono studenti presso il Liceo classico “Marco
prima avremmo considerato semplici e noiosi sassi Foscarini” di Venezia.

Sapere, dicembre 2019


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Marie Curie:
una donna contro (quasi) tutti
di Vincenzo Palermo
STORIE DI SCIENZA
Un noto proverbio dice: «Le donne devono fare re questo fenomeno per risolvere il mistero. Piazza
qualunque cosa due volte meglio degli uomini la polvere di minerale tra due piastre metalliche, e
per essere giudicate brave la metà. Per fortuna, misura la corrente causata dalle molecole d’aria,
non è difficile». Essere una donna e lavorare è ionizzate dall’uranio. Per misurare queste correnti
una sfida ancora oggi, era quasi impossibile in debolissime collabora con uno scienziato francese,
passato. Raccontiamo allora l’incredibile storia di che ha un nuovo tipo di elettrometro: Pierre Curie.
Marie Curie, una donna che, contro tutto e contro Lo strumento di Pierre riesce a misurare correnti
(quasi) tutti, ci riuscì, con risultati spettacolari. piccolissime usando cristalli piezoelettrici, che tra-
Maria Skłodowska nasce nel 1867 e ha la col- sformano una pressione meccanica in un voltaggio
pa di amare la scienza in un Paese oppresso e e viceversa, gli stessi che usiamo negli accendigas.
arretrato. La Polonia è sotto il dominio russo, ai La misura funziona, ma è un lavoro massacrante,
polacchi è persino proibito parlare la propria lin- richiede lunghissime ore passate a leggere numeri
gua. Alle donne – inutile dirlo – è vietato ricevere traballanti su una scala graduata, al buio, tentando
un’istruzione superiore. Maria riesce a studiare in di bilanciare la corrente dell’uranio.
un’università clandestina, ma fare della scienza Il primo risultato della collaborazione non è
un lavoro è impossibile per una donna in Polo- però scientifico: nasce un grande amore, che du-
nia: bisogna andare via, lontano; magari a Parigi rerà sino alla morte di Pierre. Pierre e Maria si spo-
che è un grande centro scientifico dell’epoca. I sano; Maria Skłodowska diventa Marie Curie. Nel
soldi però non sono sufficienti e Maria accetta 1897 nasce la loro prima figlia, Irene, ma questo
di lavorare quasi quattro anni come governan- non ferma la febbrile attività di Marie.
te. Finalmente, nel 1891 Maria arriva a Parigi e Misura in vari minerali l’emissione di radiazio-
comincia a studiare chimica, fisica e matematica ni che lei chiama con un nuovo termine, “radio-
all’università. attività”. Due minerali di uranio, la pechblenda e
La situazione delle donne in Francia è poco la torbernite, emettono radiazioni fortissime, più
migliore che in Russia; sono considerate irrazio- dell’uranio puro! Marie intuisce che, nascosto tra
nali, ignoranti, buone solo come madri di fami- i vari componenti del minerale, ci deve essere un
glia o prostitute. Stranamente, però, la discrimi- elemento nuovo. A quell’epoca la tavola periodica,
nazione si applica principalmente alle donne inventata da Mendeleev nel 1869, come abbiamo
francesi, sulle forestiere c’è meno controllo. Così, raccontato nel numero scorso di Sapere, è ancora
quando Maria si iscrive alla Sorbona ci sono ben piena di caselle vuote. L’idea di scoprire un nuovo
200 donne (per lo più straniere) su 12 000 studen- elemento è così eccitante che anche Pierre si uni-
ti. Quasi il 2%! sce alla caccia. Riescono ad avere risultati definiti-
Si laurea in fisica nel 1893, prima davanti agli vi solo nel luglio 1898. Marie battezza l’elemento
uomini, e comincia a fare ricerca sulle proprietà “polonio”, in onore della sua terra oppressa. È il
magnetiche dell’acciaio. primo elemento scoperto tramite radioattività. Il
Dopo poco, sceglie un settore nuovo: nel 26 dicembre individuano un altro elemento, molto
1896 uno scienziato francese, Antoine Henri più potente del primo, così radioattivo che al buio
Becquerel, ha scoperto una strana radiazione, brilla di luce bluastra, dovuta alla ionizzazione
emessa da minerali di uranio. La fonte di questi dell’aria. Lo chiamano “radio”. Scoprono poi che
raggi è sconosciuta, proveniente da qualcosa di le misteriose radiazioni possono uccidere le cellu-
ignoto nascosto nel minerale. I raggi ionizzano le dei tumori, con enormi potenzialità nel campo
l’aria attorno al minerale, e Maria decide di usa- della medicina.

Sapere, dicembre 2019


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Nel 1903 il comitato del Nobel valuta di pre-


miare Pierre Curie e... Henri Becquerel, per la sco-
perta della radioattività! Marie non è considerata,
essendo donna. Per fortuna, Pierre viene a sapere
del grave errore, e scrive al comitato una lettera in-
dignata. Così, Marie Curie è la prima donna nella

STORIE DI SCIENZA
storia a vincere il premio Nobel per la Fisica.
Nel 1904 partorisce la sua seconda figlia. Nel
1906 Pierre è investito da una carrozza e muore
sul colpo. Marie, disperata, accetta comunque di
prendere il suo posto all’Università di Parigi.
Purificare il radio richiede un lavoro enorme,
calderoni bollenti pieni di minerali e acidi. Nel
1910 Marie finalmente riesce a ottenere del radio
metallico puro, provando senza ombra di dubbio Pierre e Marie Curie nel loro laboratorio, con lo strumento usato
che si tratta di un elemento. La scoperta le fa gua- per misurare la radioattività. Fonte: Wikipedia/Kuebi.
dagnare il secondo premio Nobel, stavolta per la
Chimica. È una rivincita contro coloro che la ac- La vita di Marie Curie fu così intensa da sem-
cusavano di aver “approfittato” del marito Pierre brare incredibile. Le difficoltà che dovette affron-
senza meritare il successo. tare furono enormi, come lo furono i risultati che
La gioia del secondo premio Nobel è offuscata riuscì a ottenere. Madre, scienziata, eroe di guerra,
però da uno scandalo; Marie ha una storia d’amore fu tra l’altro:
con Paul Langevin, che era stato studente di Pierre.
• Prima donna a tenere lezioni presso la Sorbona.
Langevin è cinque anni più giovane di lei ed è sposa-
• Prima donna a vincere il premio Nobel per la
to. Lo scandalo è enorme, e la stampa la fa a pezzi.
Fisica.
La rivincita arriva con lo scoppio della Prima
• Primo scienziato a ricevere due premi Nobel.
guerra mondiale, quando Marie dimostra di non
• Uno dei due soli scienziati (insieme a Linus Pau-
essere solo una grande scienziata, ma anche una
ling) ad aver vinto il premio Nobel in discipline
donna generosa e intraprendente. Usa una buona
diverse (Fisica e Chimica)
parte dei soldi del premio Nobel per supportare
• Prima donna ad essere sepolta nel Pantheon di
lo sforzo bellico e decide di portare sul campo
Parigi per meriti propri.
di battaglia in aiuto ai feriti una tecnica nuova, la
diagnostica a raggi X.
Spero che la vita di Marie possa essere d’ispira-
Gli ostacoli sono enormi. Marie combatte la buro-
zione a tutte le donne che, ancora oggi, nel 2019,
crazia, raccoglie fondi, risolve i problemi tecnici, di-
sentono di avere una gran passione per la scienza,
venta esperta di raggi X e di anatomia, agendo da sola
ma sanno di dover affrontare grandi ostacoli per
in un mondo, quello militare, riservato agli uomini.
seguire questa passione.
Impara persino a guidare, cosa inusuale per una don-
«Bisogna perseverare, ma soprat-
na dell’epoca. Riesce a organizzare più di 500 unità
tutto credere in se stessi. Bisogna cre-
radiologiche fisse, e circa 300 ambulanze mobili do-
dere di avere il talento per raggiungere
tate di raggi X, che i soldati chiamano petite Curie.
un dato scopo, e che si può raggiunge-
Le petite Curie aiutano a curare, solo negli ultimi due
re quello scopo, costi quel che costi».
anni di guerra, più di un milione di soldati.
Dopo la guerra continua a lavorare. Muore nel
1934, di anemia maligna dovuta a tutte le radia-
Vincenzo lavora al Consiglio Nazionale delle Ricerche,
zioni assorbite. Non fa in tempo a vedere, l’anno
dove monta assieme atomi e molecole per creare nuovi
dopo, anche sua figlia Irene vincere il premio No- materiali. Ha pubblicato La versione di Albert (2015), un
bel per la Chimica insieme al marito, per la produ- libro sulla vita e le idee di Albert Einstein, e Newton, la
zione di elementi radioattivi artificiali. mela e Dio (2016) sulla vita di Isaac Newton.

Sapere, dicembre 2019


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Buzzati Traverso e la volontà


di modernizzazione della ricerca
STORIE DI... SAPERE
di Domenico Ribatti

Adriano Buzzati Traverso, fratel-


lo minore dello scrittore Dino
Buzzati, è stato una delle per-
sonalità di maggiore rilievo nel
panorama scientifico interna-
zionale del Novecento. Nato
a Milano nel 1913, formatosi
negli Stati Uniti come genetista
delle popolazioni e biofisico, fu
promotore a partire dagli anni
’40 di un progetto di moderniz-
zazione della ricerca scientifica
nel nostro Paese, e in particolare
della biologia.
Buzzati contribuì a intro-
durre in Italia la sintesi evolu-
zionistica e ad avviare nell’Isti-
tuto Italiano di Idrobiologia di
Pallanza i primi studi sperimentali sui processi nale, garantendo ai giovani scienziati retribuzioni
evolutivi in popolazioni naturali della Drosophi- adeguate e contenendo la tanto paventata emorra-
la. Nel 1947 assunse la direzione del Centro di gia di cervelli.
studio per la biofisica del Consiglio Nazionale Tra il 1967 e il 1968 uno scontro frontale tra la
delle Ricerche (CNR) e l’anno successivo diven- direzione e il CNR, che riuscì alla fine a imporre il
ne professore di genetica a Pavia, dove collaborò proprio controllo sulla struttura, rese sempre più in-
con Luigi Luca Cavalli Sforza allo studio delle certo il futuro del laboratorio. Il resto lo fece la con-
mutazioni indotte in popolazioni di Drosophila testazione studentesca: all’inizio del 1969, quando
e di microrganismi per valutare i vantaggi se- stava per essere ratificato un accordo internazio-
lettivi dei mutanti. Negli anni ’50 fu professore nale con l’Università di Berkeley per l’istituzione a
di biologia all’Università della California e alla Napoli della prima scuola di dottorato in biologia
Scripps Institution of Oceanography. molecolare in Italia, un gruppo di borsisti occupò il
Al rientro in Italia, la vita di Buzzati fu segna- laboratorio, accusando Buzzati di conservatorismo
ta dalla fondazione a Napoli nel 1962 del Labo- e di alimentare la divisione di classe tra ricercatori e
ratorio internazionale di genetica e biofisica del tecnici; ai loro occhi, infatti, la biologia rappresen-
CNR, che raggiunse nell’arco di pochi anni una tava la scienza borghese per eccellenza, al servizio
fama di livello internazionale e sviluppò un pro- del dominio capitalista e imperialista americano.
gramma di ricerca interdisciplinare tra genetica, Così Buzzati si dimise dalla direzione e dal ruolo
biochimica e biofisica. Il laboratorio puntava sul di professore ordinario di genetica presso l’Univer-
rifiuto dell’organizzazione gerarchica accademi- sità di Pavia, e accettò un prestigioso incarico (Assi-
ca e sulla cooperazione scientifica internazio- stant director-general for science) presso l’UNESCO

Sapere, dicembre 2019


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a Parigi, dove si occupò del problema


demografico e della questione nucleare.
Rimase in carica lì fino al 1973, quan-
do iniziò una collaborazione come con-
sigliere scientifico del programma delle

STORIE DI... SAPERE


Nazioni Unite per l’ambiente.
Nel 1976 lasciò tutti gli incarichi e,
in seguito all’aggravarsi di un tumore,
morì a Milano il 22 aprile 1983, pochi
giorni dopo aver compiuto settant’anni.
Nel corso della sua vita accademica,
Buzzati si dedicò alla riflessione episte-
mologica e metodologica sulle questioni
sollevate dalla biologia molecolare e si
interrogò molto anche sulle dinamiche
della ricerca scientifica e della formazio-
ne universitaria. Nel 1956 cominciò a
contribuire a Il Giorno, il nuovo giornale
fondato da Enrico Mattei che aveva l’am-
bizione di essere una voce laica nel pa-
norama culturale italiano. Sulle pagine
di questa testata Buzzati denunciò che i
fondi stanziati dal Governo per la ricerca
scientifica e tecnologica erano così esi-
gui da rendere «praticamente impossibi-
le» per i giovani del Paese intraprendere
la professione del ricercatore, «a meno
di non avere beni di fortuna o di non es- Il primo numero di Sapere diretto da Adriano Buzzati Traverso.
sere una sorta di santo, disposto a una
vita di stenti per moltissimi anni».
Le critiche al sistema universitario italiano delle edizioni Dedalo, il nuovo proprietario della
vennero poi raccolte nel saggio  Il fossile denu- testata, ad affidare la direzione della rivista a Buz-
trito. L’Università Italiana (1969): pochi fondi, as- zati. Buzzati avrebbe diretto Sapere fino alla fine
senza di un sistema di selezione meritocratica, del 1969. Nel suo primo editoriale, pubblicato nel
assenza di competizione, mancanza di dinami- gennaio 1968, Buzzati scriveva di volersi impe-
smo. Buzzati collaborò anche a Il Corriere della gnare a colmare «il profondo divario tuttora pre-
sera  e  L’Espresso,  battendosi contro lo sviluppo valente fra la cultura ufficiale della classe dirigente
dell’energia nucleare e in favore dell’ecologia e e la cultura scientifica e tecnica moderna; divario
del controllo delle nascite, argomento quest’ul- che è al tempo stesso causa ed effetto della nostra
timo su cui si era espresso con toni duramente arretratezza nel campo della ricerca scientifica e
critici contro la Chiesa. delle sue applicazioni».
Nell’ambito di quest’attività pubblicistica, L’obiettivo è ancora oggi estremamente attuale
Buzzati si occupò della rivista Sapere nella fase ed è l’eredità lasciata da Buzzati alla rivista che
di transizione tra la proprietà della Hoepli e quel- avete fra le mani.
la della Dedalo, gli anni in cui la testata era sta-
ta venduta a Edizioni di Comunità e il direttore
Domenico è professore ordinario di Anatomia Umana
Romolo Saccomani era affiancato da un comitato presso il Dipartimento di Scienze mediche di Base, Neu-
scientifico di cui faceva parte Buzzati. Nell’apri- roscienze e Organi di Senso dell’Università degli Studi di
le del 1967 fu proprio Raimondo Coga, direttore Bari. Collabora con diverse riviste internazionali.

Sapere, dicembre 2019


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FISICA? UN GIOCO
Il moto naturale
Federico Benuzzi

Secondo Aristotele (384-322 a.C.), che non era certo rebbe cioè una decelerazione. Calo tanto più importante
uno sciocco, corpi liberi di muoversi cercano il loro quanto più è ripida la salita.
luogo naturale, si muovono per giungervi e una vol- Avremmo quindi grandi accelerazioni per discese mol-
ta lì vi rimangono, in quiete. E così ecco perché la to pendenti, ma che diminuirebbero al calare dell’angolo
fiamma sale e la pietra cade. Moti differenti da questi sino a diventare decelerazioni quando il piano diventa
sono possibili solo se c’è una causa, una spinta ester- una salita. L’accelerazione passerebbe cioè a decelera-
na. Riassumendo: ogni zione o, se preferite,
moto diverso dal moto passerebbe da un va-
verso il proprio luogo lore positivo (aumento
naturale è causato da di velocità) a un valore
un impedimento o da negativo (diminuzio-
una spinta. La sedia su ne della velocità). Ma
cui sedete, quindi, è lì se qualcosa passa con
perché il pavimento le continuità dal positivo
impedisce di giungere al negativo deve ne-
nel suo luogo naturale, cessariamente passa-
il centro della Terra, e re per “zero” (almeno
per spostarla è neces- un numero dispari di
sario spingerla. volte). Quando? Sem-
Ragionamento in- plice, secondo Galilei:
teressante, quello del quando il piano non è
filosofo greco, ma con né acclive né declive.
alcune lacune! La più importante? Se si lanciasse la Su di un piano orizzontale l’accelerazione è nulla, o, se
sedia lungo il pavimento, questa “scienza” nulla di- preferite, la velocità del corpo non varia.
rebbe sul moto transitorio tra il momento in cui si E allora perché la sedia lanciata si ferma? Perché non
cessa di spingerla (ma essa ancora si muove) e quello è libera di muoversi, in quanto l’attrito tende a opporsi
in cui si ferma. Per capire dove sta la falla di que- al suo scivolamento, sino a fermarla.
sto ragionamento seguiamo un esperimento mentale Da tutte queste riflessioni prese forma il “primo princi-
svolto da Galileo Galilei (1564-1642). pio della dinamica”, enunciato nella forma completa da
Immaginate una pallina che si muova da sinistra Isaac Newton (1643-1727): un corpo libero di muoversi
verso destra, su un piano. Se questo fosse in discesa e soggetto a una somma di forze pari a zero permane nel
(declive), la velocità della pallina tenderebbe ad au- suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme. Il moto
mentare. Potremmo quindi dire, in termini moderni, naturale dei corpi è quindi, secondo il fisico inglese, il
che essa sarebbe soggetta a un’accelerazione positiva. moto a velocità costante. Ma ecco la domanda veramente
Accelerazione tanto più importante quanto più l’ango- interessante: perché? Lo vedremo nel prossimo articolo!
lo del piano rispetto all’orizzonte è grande! Per aiutarvi
a capire la situazione, anziché alla pallina, pensate a
Federico è fisico, insegnante e giocoliere professionista; per
quando siete su di una bicicletta e il gioco è fatto! Dedalo ha pubblicato La legge del perdente (2018). Per avere
Se la stessa pallina incontrasse invece un piano in sa- informazioni sulle sue attività, divulgative e non: www.fede-
lita (acclive), si troverebbe a calare la sua velocità, subi- ricobenuzzi.com

Sapere, dicembre 2019


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TERRA, TERRA!
La terra del fuoco eterno
Alina Polonia

L’Azerbaijan è un Paese geologicamente af-


fascinante conosciuto anche come “Terra del
Fuoco”. Diversamente dall’omonimo sudame-
ricano, che deve il suo nome ai fuochi degli
indigeni che i primi esploratori vedevano dal
mare, qui, sulle sponde del mar Caspio, il fuo-
co è il simbolo del Paese per motivi geologici
e fa intimamente parte della sua storia.
Lo skyline della capitale Baku è domina-
to da tre grattacieli a forma di fiamma, una
rappresentazione simbolica moderna dei fe-
nomeni naturali, conosciuti fin da tempi an-
tichissimi, legati agli incendi spontanei del
suolo, dal quale si sprigionano fiamme che
possono durare migliaia di anni. Una delle lo-
calità dove questi fenomeni sono ancora attivi
è Yanar Dağ, la “montagna in fiamme”. Già
Marco Polo descrisse questi misteriosi fenomeni natu- fluidi e gas. La loro attività eruttiva è legata ai fluidi pre-
rali quando attraversò il territorio nel XIII secolo. Que- senti in profondità che possono trovarsi in condizioni di
sti fuochi hanno avuto un ruolo chiave nello sviluppo sovrappressione, favorendo la risalita di materiale fan-
dell’antica religione zoroastriana, che fiorì in Azerbai- goso, come lo sbuffo di una pentola a pressione.
jan nel I millennio a.C., secondo la quale il fuoco è L’Azerbaijan, quindi, è un Paese unico dal punto
un legame tra l’uomo e il mondo soprannaturale, è un di vista geologico e potenzialmente ricchissimo gra-
mezzo per ottenere intuizioni e saggezza spirituali. zie all’esportazione di gas e petrolio. Ma purtroppo in
Le fiamme cosiddette eterne si manifestano in queste situazioni si possono produrre squilibri e fragi-
condizioni particolari e richiedono la presenza di ab- lità economica. La valuta straniera con cui il petrolio
bondanti quantità di gas e idrocarburi nel sottosuolo, viene scambiato ha rafforzato la moneta locale facen-
proprio come in Azerbaijan, dove giacimenti di idro- do aumentare il costo dei prodotti destinati all’espor-
carburi estesi e superficiali creano fuoriuscite sponta- tazione e provocando il collasso dell’economia non
nee di greggio attraverso il suolo o nei fiumi. Alcuni direttamente legata agli idrocarburi. È per questo che
flussi sono così saturi di gas che tendono facilmente accanto allo sfarzo del centro di Baku, dove brillano
a infiammarsi per cause naturali o antropiche, gene- le Flame towers, si susseguono ghetti di abitazioni
rando fiamme anche molto durature. Gli ingredienti cadenti e malsane, circondate da alte barriere di ce-
che portano alla formazione del petrolio (abbondanti mento che tentano invano di nasconderne povertà e
sedimenti ricchi di materia organica e processi tettoni- vergogna. Per fortuna, lo spettacolo dei fuochi eterni è
ci attivi) sono gli stessi che producono un tipo di vul- ancora per tutti, almeno per il momento.
canesimo davvero particolare, che causa eruzioni di
fango e non di lava. In Azerbaijan, infatti, si possono
visitare i vulcani di fango più spettacolari del mondo, Alina si occupa di geologia presso l’Istituto di Scienze Marine
che danno luogo a eruzioni a volte esplosive di argilla, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Sapere, dicembre 2019


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PROTEINE OPERAIE
La molecola R848
Massimo Trotta

Breve storia triste: due centometristi sulla li-


nea del via. Uno è legato con un elastico ai
blocchi di partenza. Il secondo è libero. Sparo
del giudice, corsa e vince il secondo. È chiara-
mente ingiusto e frustra qualunque ambizione.
Un’astrusa premessa per la prima rubrica a
luci rosse della rivista.
Le cellule germinali danno origine agli sper-
matociti primari, poi a quelli secondari e infine
agli spermatidi, cellule sferiche che contengo-
no esclusivamente il cromosoma X o il cromo-
soma Y. Gli spermatidi si trasformano durante
la spermiogenesi in spermatozoi che portano il
cromosoma X e quelli che portano il cromoso-
ma Y. Uno di questi si unirà a un ovulo e darà
vita a un essere umano. È stato ampiamente di-
mostrato che la motilità dei due tipi di sperma-
tozoi è pressoché identica e la scelta del sesso
del nascituro – per lo meno nei mammiferi – è lascia- rallentati, ma le loro funzionalità e lo stato non sono
ta ai “capricci del caso”. A volte vince X, a volte Y. compromessi e tornano alle condizioni originali per
La motilità è uguale, esiste però una differenza so- semplice allontanamento della molecola R848.
stanziale, oltre al tipo di cromosoma, fra i due sper- Qui arriva la parte scabrosa, quella a luci rosse.
matozoi. Quelli Y contengono poco meno di 700 Nell’interesse assoluto della ricerca e del sapere scien-
geni, quelli X oltre 3000. Recentemente un gruppo di tifico, i colleghi hanno messo a punto un metodo per
ricerca giapponese, in uno studio pubblicato sulla ri- discriminare i due tipi di spermatozoi e favorire l’uno
vista PLOS Biology, ha puntato l’attenzione sugli sper- rispetto all’altro, trovando un modo per determinare a
matozoi di topo e in particolare su due dei 3000 geni, priori il sesso dell’embrione. Forse nel mondo dell’in-
Trl7 e Trl8, responsabili per la sintesi delle proteine dustria animale esistono ragioni tecnologiche per ricor-
omonime TRL7 e TRL8, assenti nel tipo Y. Tali protei- rere a questi “trucchetti” per la selezione del sesso, però
ne sono dei recettori, si legano cioè a molecole ester- all’orizzonte si intravedono opportunità eticamente di-
ne. Fra queste, alcune sono comuni per entrambi i re- scutibili. Oggi può consentirci di selezionare in vitro
cettori: il resiquimod (R848) si lega a TRL7 e a TRL8; popolazioni di topi maschi eliminando i topi femmine,
altre sono specifiche, come l’imiquimod (R837) che ma domani potrà consentirci di decidere il sesso dei fu-
si lega esclusivamente al TRL7. turi bambini a tavolino. Con buona pace dei replicanti
Attraverso esperimenti in vitro, i ricercatori giap- del film Blade Runner di Ridley Scott e degli insonni del
ponesi hanno dimostrato che il trattamento di sperma romanzo Mendicanti di Spagna di Nancy Kress.
di topo con piccole quantità di entrambe le molecole
rallenta significativamente gli spermatozoi con il cro-
mosoma X, lasciando inalterata la velocità di quelli Massimo è ricercatore presso l’Istituto per i Processi Chimico-fisici
con il cromosoma Y. Non solo questi non vengono del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari.

Sapere, dicembre 2019


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HOMO MATHEMATICUS
La tragedia del bene comune
Roberto Natalini

«Se oltre alla normale quota condominiale vorrete presentata alle 21,30 in punto per ascoltare la proposta
versare in modo volontario una cifra mensile a vostra di contratto.
scelta, comunque minore di 500 €, la nostra società vi «Capisco» dice l’Homo Mathematicus terminando
assegnerà dei buoni per fare la spesa al supermercato i suoi calcoli, «supponiamo anche che un inquilino
in generi alimentari, per un valore corrispondente al non paghi, e gli altri 29 versino tutti 500 €, verserem-
triplo della cifra totale versata. Tali forniture saranno mo alla fine un totale di 14 500 €, che moltiplicati per
a disposizione per tutti e 30 i condomini del palazzo 3 e divisi per i 30 condomini farebbe sempre un buo-
in misura uguale per tutti». no spesa equivalente a 1450 € a testa. Certo che ci
A questo punto l’Homo Mathematicus interrom- converrebbe sicuramente pagare. Anzi, aspetti, anche
pe l’agente che rappresenta la società di multiser- se pagassimo solo in 11 condomini, verseremmo solo
vizi DILEMMAS per fare la domanda che già dall’i- 5500 € in totale, che moltiplicato per 3 e diviso per 30
nizio della riunione darebbe ancora 550 €
gli ronza in testa: a testa».
«Ma quindi se uno I condomini co-
non paga riceve lo minciano a guardarsi
stesso i buoni?». tra di loro sgomen-
«Beh, sì», rispon- ti. Il signore anziano
de l’agente, diventa- dell’ultimo piano, che
to improvvisamente fino a quel momento
cauto, «purtroppo è stato zitto, intervie-
per come è configu- ne alzando la voce:
rato l’accordo con «Ma come sarebbe
il supermercato di a dire? Io dovrei pa-
fronte al palazzo, gare e gli altri con-
l’unico modo di domini potrebbero
avere questo tipo di ingozzarsi a loro pia-
sconto eccezionale cimento senza par-
è legato alla sottoscrizione di un fondo collettivo. tecipare alla spesa? Ma dove siamo finiti? Questa
Ma comunque ognuno di voi ha interesse a paga- è una truffa e io non ho nessuna voglia di pagare».
re, altrimenti dopo poco il servizio si interrompe- Altre voci si sovrappongono, tutti protestano e pia-
rebbe. E pensate al vantaggio che ne avreste, tri- no piano il numero di coloro che pen-
plicando il valore dei vostri soldi. In fondo, anche sano sia meglio non pagare aumenta.
se qualcuno ogni tanto non paga, vi converrebbe L’Homo Mathematicus prende nota e
lo stesso, no?». spera che a tirarsi indietro siano meno di
L’Homo Mathematicus ha preso nel frattempo carta 20 condomini…
e penna e sta facendo alcuni calcoli su un fogliettino
di carta a righe che ha trovato sul tavolo nella stanza
delle riunioni condominiali. L’amministratore del pa-
lazzo aveva proposto da tempo questo incontro con Roberto è un matematico ed è direttore dell’Istituto per le Ap-
la DILEMMAS e stasera la totalità dei condomini si è plicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Sapere, dicembre 2019


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COSCIENZIAT@
Lo scienziato delle merci
Marco Cervino e Cristina Mangia

«Non date retta a chi vi dice che le cose importanti


sono i soldi, che viviamo in una società virtuale e
teletronica. Non potreste avere né soldi, né televisori,
né internet, né cd, ma soprattutto non potreste avere
pane, hamburger, pullover e automobili, se non esi-
stessero le uniche cose che contano: le materie prime,
i minerali, il petrolio, la lana, i concimi, il frumen-
to, le galline e le mucche… Sono le cose materiali,
gli oggetti, le merci, le uniche cose che contano».
Questa è per noi una sintesi del pensiero di Giorgio
Nebbia, scienziato, giornalista, divulgatore, pioniere
nell’ambientalismo, mancato lo scorso luglio.
Ha studiato e raccontato le merci, i cicli produttivi
inserendoli nei contesti storico-naturale, storico-eco-
nomico, storico-tecnico, storico-politico. Lo ha fatto
dal punto di vista del chimico, dell’economista e del mianto, concludendo così: «Si parla tanto di bioetica,
merceologo e attraverso le storie delle persone, dei ma non sarà male cominciare ad elaborare un’etica
movimenti e delle comunità coinvolte nelle trasforma- delle merci e dell’impresa».
zioni dell’ambiente. Era convinto che l’ambientalismo Attivista scientifico e politico, è stato nei principali
fosse anche una storia di contestazioni e di conflitti movimenti ambientalisti al fianco delle popolazioni
tra i vari interessi in gioco e tra i diversi soggetti: gli che protestavano contro fabbriche inquinanti, contro
“inquinatori”, gli “inquinati”, i “contestatori”, il “go- le centrali nucleari, contro la speculazione edilizia.
verno” e gli “scienziati”, questi ultimi divisi tra quelli E anche se la politica e l’accademia attuali nel loro
che stanno dalla parte degli inquinatori e quelli che mainstream non hanno sviluppato le sue idee, ci sono
offrono le proprie conoscenze per spiegare i pericoli a esperienze da lui co-fondate che permangono, come
cui la popolazione degli inquinati è esposta. quelle con la Fondazione Micheletti tra cui il progetto
Colpisce la sua capacità di rivolgersi a tanti, oltre “Industria e ambiente” per una mappa dell’industria-
i confini dell’accademia, attraverso la semplicità dei lizzazione diffusa e del suo impatto ambientale. Ci
racconti in cui critica il sistema imperialistico di una sono inoltre esperienze ispirate al suo pensiero, come
parte del mondo sul resto, per il controllo delle mate- ad esempio il Centro di Documentazione sui Conflitti
rie prime e la conquista delle merci. Nel suo articolo Ambientali e il suo “Atlante italiano”, o le ricerche sul-
Guerre per l’acqua contenuto nel libro Ambientiamo- la giustizia ambientale. Noi stessi nell’af-
ci invitava a distribuire nelle scuole carte geografiche frontare il tema dei rifiuti sulla rivista Ri-
in cui al posto dei confini politici e delle strade (o flessioni sistemiche non abbiamo potuto
sopra) fossero tracciati i confini dei bacini idrogra- prescindere dalle sue analisi e dalle sue
fici per focalizzare l’attenzione sul ciclo dell’ac- visioni.
qua, emergenza globale per la pace. In La trappola
dell’amianto, scritto contenuto nella stessa raccolta, Marco e Cristina svolgono ricerche su ambiente e salute presso
poneva la questione di chi aveva tratto profitto e di l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio
chi avrebbe pagato i costi dei danni provocati dall’a- Nazionale delle Ricerche.

Sapere, dicembre 2019


LA FORMULA
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Provare per credere


Tommaso Castellani

Questa formula, nota come “teo- scosta. Cambiare scelta in effetti non
rema di Bayes”, dal nome del re- significa scegliere una porta a caso,
verendo inglese Thomas Bayes ma quella tra le due che il condutto-
che la formulò verso la metà del re non ha aperto.
Settecento, spiega come calcolare la probabilità di un Ragioniamo: la probabilità di aver indovinato la
certo evento A sapendo che si è già verificato un certo nostra scelta iniziale è 1/3. La probabilità di non aver
evento B; questa probabilità si dice condizionata e si indovinato all’inizio, cioè che l’automobile si trovi
indica P(A|B). Ad esempio, se vi chiedono di indovi- dietro una delle altre due porte, è invece 2/3. E quindi
nare il seme di una carta coperta, la probabilità che 2/3 è proprio la probabilità di indovinare se cambiate
ci riusciate è 1/4 (nelle carte francesi i semi sono 4: la vostra scelta iniziale, come si può mostrare usando
cuori, quadri, fiori e picche). la formula qui sopra.
Ma se avete sbirciato e siete Per convincervi, immagi-
riusciti a vedere che il seme è nate di avere 100 porte anzi-
rosso, la probabilità che indo- ché 3: se sceglieste una por-
viniate diventa 1/2. ta e il conduttore ne aprisse
Legato a questa formula è altre 98 con dietro le capre
il celebre “problema di Mon- lasciandone chiusa una sola,
ty Hall”: ci sono tre porte, stavolta difficilmente preferi-
dietro una sola delle quali c’è reste mantenere la scelta ini-
un’automobile. Potete sceglie- ziale! La probabilità di aver
re una porta e vincere quello indovinato all’inizio sareb-
che troverete al suo interno. be 1/100, cambiando scelta
Dopo che avete fatto la vostra avreste la probabilità restan-
scelta, il conduttore – che sa te, cioè ben 99/100.
dietro quale porta si trova l’au- Se non siete ancora con-
tomobile – apre una delle due vinti, non fatevene un cruc-
porte che non avete scelto e cio. Questo problema è fa-
vi mostra che dietro c’è una capra. A questo punto vi moso proprio perché il fatto che convenga cambiare
chiede se volete cambiare la scelta della porta o man- la scelta è del tutto contrario all’intuizione. Sembra
tenere quella che avete già fatto. Cosa vi conviene fare? che Paul Erdős, uno dei più grandi matematici della
Naturalmente si dà per scontato che preferiate vincere storia, non si convinse finché non gli mostrarono un
un’automobile piuttosto che una capra; comunque in programma al computer in cui si simulavano numero-
caso contrario potete sempre rivendervi l’automobile e se ripetizioni del gioco. Fate così: giocate molte volte
comprarvene un intero gregge! con i vostri amici, tentando le due strategie, e osserva-
La risposta intuitiva alla domanda è che mantenere te qual è più vincente. Provare per credere.
o cambiare la scelta non fa alcuna differenza. Non
avendo alcuna informazione aggiuntiva, in effetti, una
porta o l’altra dovrebbero avere entrambe probabilità Tommaso, di formazione fisico, è insegnante, scrittore e di-
1/2 di nascondere l’automobile al loro interno. Ma in vulgatore scientifico. Per Dedalo ha pubblicato: Equilibrio
realtà un’informazione aggiuntiva c’è, anche se na- (2013) e Il professor Z e l’infinito (2017).

Sapere, dicembre 2019


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SPAZIO ALLA SCUOLA


Per sempre coinvolti
Stefano Sandrelli

Aurora è una semplice impiega- do le passioni personali, lavorando


ta di una grande ditta. Grazie a sui modi di essere e di fare, sulla
un workshop di tre giorni, ha capacità di ciascuno di trasfor-
imparato a conoscere meglio i mare in azione la molteplicità
colleghi e a comprendere la vision degli stimoli ricevuti. Il termine
e la mission dell’azienda. Alberto competenza, di cui esistono più de-
segue molti temi socio-politici sui finizioni di quante siano le specie di
social, gli piace riflettere sulle sfi- ditteri, si riferisce a questo genere
de di oggi. Sente di avere delle idee di capacità. Insomma: scuola come
e ha capito che si può fare politica coinvolgimento totale.
senza sporcarsi le mani. Dario, invece, è sempre stato Una simile didattica, in effetti, potrebbe essere
un risparmiatore. Da quando la banca ha azzerato la davvero la chiave di un cambiamento profondo. Se la
rendita del suo conto corrente, il suo consulente gli volessimo realizzare servirebbero un piano di edilizia
propone alcuni investimenti controllati. scolastica, docenti dedicati al 100% alla progettazio-
Sono tre esempi di coinvolgimento, che oggi sembra ne, alla programmazione, al coinvolgimento (riecco-
non solo il santo graal della comunicazione, ma addirit- lo!) dei colleghi. Ci vorrebbero libertà di pensiero e
tura la chiave di volta di quest’epoca. Con effetti surreali spirito critico, e dovremmo liberare energia, lentezza
o paradossali: pensionati che, a loro insaputa, si trasfor- ed entusiasmo: lentezza perché per capire e rielabora-
mano in audaci speculatori, sottoscrivendo prodotti fi- re serve tempo, entusiasmo perché sarebbe una rivolu-
nanziari più stocastici del meteo. Cittadini che si urlano zione, energia per sostenere il processo.
addosso certezze su tecnicismi o ricerche scientifiche, Ma oggi non c’è traccia di questo possibile entu-
sulle quali persino gli esperti sono dubbiosi. siasmante cambiamento. In compenso è aumentata la
Il paradosso, però, è solo apparente. Il coinvolgi- burocrazia, che toglie fiato e pensiero. Perché? For-
mento in sé suona benissimo: sa di partecipazione, se una risposta è che la scuola è stata riformata solo
condivisione, democrazia. Ma se Aurora, Alberto e quando il mercato ne ha denunciato il distacco dal
Dario vogliono essere cittadini consapevoli hanno mondo del lavoro. È stato il mercato, non la pedago-
bisogno di elementi su cui riflettere in modo critico. gia, a chiedere che ciascuno mettesse in gioco tutto se
Ovvero educazione: studio, fatica e tempo. Ma sono stesso. Non per cambiare il mondo, ma per adattarvisi:
spinti a farlo? La risposta la sappiamo tutti: lo studio vivi per lavorare e consumare e metti nel lavoro tutta
non porta reddito, la cultura non si mangia. Quest’e- la tua vita. Senza troppo pensiero critico, grazie.
poca propone urla semplificate, immagini, slogan. In La retorica del coinvolgimento ha stravolto il si-
altri termini: propaganda. Alle persone piace sentirsi gnificato della didattica per competenze. Si è passati
coinvolte, quindi proviamo a far pensare loro di es- dalla “libera partecipazione” alla “propaganda della
serlo. Tutto qui. E la propaganda non è “meglio di partecipazione”, che altro non è se non una moderna
niente”, perché è parziale e orientata per definizione. versione della schiavitù. Quasi volontaria, come nel
E a scuola? Dato che serve studio per essere cittadi- caso del risparmiatore costretto a investire.
ni critici, la scuola dovrebbe essere l’ultimo baluardo a
disposizione del futuro. Ma anche lì regna una grande Stefano è astrofisico, scrittore e responsabile della didattica e
ambiguità. Pensiamo all’idea di mettere ciascuno stu- divulgazione presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica – Osser-
dente al centro del proprio apprendimento, utilizzan- vatorio Astronomico di Brera.

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INNOVAZIONE 4.0
Ambizioni cinesi
Paolo Berra

Si è discusso più volte di come la battaglia per il con-


trollo dell’economia globale passerà inevitabilmen-
te anche dal controllo delle tecnologie innovative.
Significativo è il piano strategico “Made in China
2025”, riguardante i dieci principali settori tecnolo-
gici che il colosso asiatico si propone di dominare. Si
passa dall’Information Technology (IT) alla robotica,
dall’aerospazio alle energie rinnovabili, dall’ingegne-
ria dei nuovi materiali al biomedicale.
Questo processo ha lo scopo di traghettare la Cina
verso una nuova leadership mondiale, facendola passa-
re da un gigante economico manifatturiero a basso co-
sto – che negli ultimi anni ha fatto comodo un po’ a tutti
– a una grande potenza di innovazione. Sarà questa la
priorità del governo centrale cinese nel prossimo futuro. risvolti economici relativamente esigui – secondo un
Ciò è ovviamente percepito dall’Occidente con estre- recente studio il progetto LHC ha generato un utile
mo sospetto, tanto da innescare vere e proprie guerre di circa 3 miliardi di euro a fronte di un investimen-
economiche. Si passa dai dazi commerciali tra Stati to trentennale di 13 miliardi – quanto per il fatto che
Uniti (e alleati) e Cina, fino alla minaccia di una pos- la fisica delle particelle ha caratteristiche globali e le
sibile – seppur improbabile – scissione commerciale, il sue collaborazioni internazionali hanno sempre avuto
decoupling, tra i due blocchi economici contrapposti. una valenza di carattere profondamente geopolitico.
In questo contesto è interessante analizzare una Dominare un settore all’avanguardia ha da sempre ali-
nuova competizione che da qualche anno sta inte- mentato vantaggi competitivi, sia politici (come nella
ressando un settore scientifico “di nicchia” come la corsa allo spazio durante la Guerra fredda), sia econo-
fisica delle particelle e in particolare la costruzione mici (si pensi alla nascita della Silicon Valley).
del prossimo super collisore di particelle, in grado La guerra economica e tecnologica in atto, di cui
di raccogliere l’eredità del Large Hadron Collider la costruzione del prossimo super collisore è solo un
(LHC) del CERN di Ginevra. Diversi sono i progetti esempio, andrà a ridisegnare i rapporti di forza tra le
in competizione, dal Future Circular Collider (FCC) nazioni. La partita è ancora impari, in quanto il capita-
del CERN, fino alla proposta cinese chiamata Circular le e l’innovazione continuano a svilupparsi meglio in
Electron Positron Collider (CEPC), un anello di 100 contesti democratici, e la Cina nel breve periodo non
km di lunghezza. Il super collisore CEPC sarebbe l’in- riuscirà presumibilmente a dominare. Ciò nonostan-
carnazione perfetta del «sogno cinese» del presidente te, l’Occidente dovrà essere pronto a convivere con il
Xi Jinping e «un’opportunità unica per la Cina di gui- colosso asiatico, sperando in una sua evoluzione più
dare un intero ramo della scienza». aperta e democratica. In questa fase di transizione,
Il timore della comunità scientifica democratica, però, un’economia totalmente globalizzata potrebbe
e non solo, non ha tardato a manifestarsi. È signifi- non essere più la ricetta perfetta.
cativo ricordare come gli scienziati cinesi siano stati
fortemente perseguitati durante la Rivoluzione cultu- Paolo, ingegnere nucleare e imprenditore, si occupa di innova-
rale. La posta in gioco qui è enorme, non tanto per i zione e angel investing.

Sapere, dicembre 2019


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lavoro di 33 000 tecnici e ricercatori, che con un


impegno fenomenale avevano centrato l’ambizio-
so obiettivo posto da Kennedy nel 1962: portare
un uomo sulla Luna e farlo tornare a casa sano e
salvo. Tra di loro c’erano anche, in posizione di
vertice, due italo-americani, entrambi figli di emi-
grati provenienti dalla Basilicata. Uno dei due,
Rocco Petrone, era il direttore di lancio e divenne
poi il responsabile dell’intero programma Apollo;
l’altro, Joseph Tufaro, era uno dei progettisti del
LEM, e fu lui, nel momento più critico della suc-
cessiva missione Apollo 13, a realizzare l’improv-
visato filtro dell’aria che permise ai tre astronauti
di sopravvivere (come ricorderà bene chi ha visto
il film di Ron Howard).
Tra tutti i libri apparsi in libreria in occasione del
cinquantenario dello sbarco sulla Luna, quello di Bia-
nucci è il più ricco di informazioni e uno dei più bel-
li: certamente l’unico in grado di soddisfare qualun-
que curiosità del lettore. Un esempio: sapete quanto
materiale lunare è stato riportato indietro nel corso
delle missioni Apollo? 381,7 chilogrammi di pietre e
frammenti di roccia. In cambio, gli astronauti hanno
lasciato sul suolo lunare 180 tonnellate di manufatti:
alcuni di scarto, altri – gli strumenti di ricerca (sismo-
metri, magnetometri, rivelatori di particelle, riflettori
laser, ecc.) – preziosissimi. Grazie a questa “transa-
Camminare sulla Luna zione” abbiamo imparato tantissimo sulla geologia e
sulla storia del nostro satellite, come spiega meticolo-
Come ci siamo arrivati e come ci torneremo samente Bianucci in uno dei capitoli del libro.
di Piero Bianucci E veniamo all’attualità. La domanda che tutti si
Giunti, 2019 pongono è: torneremo sulla Luna? La risposta è sì,
pp. 368, € 18,00 e con molta probabilità sarà un “taikonauta” cine-
se il tredicesimo moonwalker. La Cina è la prota-
Poco prima che il LEM, il modulo lunare della mis- gonista del recente revival lunare: ha appena in-
sione Apollo 11, toccasse il suolo del nostro satel- viato una sonda sulla faccia nascosta della Luna e
lite, il 20 luglio 1969, una spia gialla cominciò a ha un intenso programma spaziale. Da parte loro,
LIBRI

lampeggiare sotto gli occhi di Neil Armstrong e USA, Europa, Russia, Giappone e Canada hanno
Buzz Aldrin. Il computer di bordo era andato in tilt lanciato il progetto Gateway, che prevede la rea-
e l’allunaggio era a rischio. Consultatosi con Hou- lizzazione di una stazione orbitante attorno alla
ston, Armstrong decise di proseguire, ignorando Luna, con la possibilità di effettuare discese sulla
l’allarme e prendendo i comandi manuali. Dodici superficie del satellite e di impiantarvi una base.
minuti dopo, il LEM posò dolcemente le sue zam- È evidente, però, che la nuova frontiera è un’al-
pe nella polvere del Mare della Tranquillità. tra, ben più difficile da raggiungere: Marte. Il primo
L’episodio, raccontato assieme a tanti altri da viaggio interplanetario, scrive Bianucci, «sarà un’al-
Piero Bianucci, è significativo: la conquista della tra prova di forza e di audacia», perché «richiederà
Luna è stata la più grande impresa scientifico-tec- lo sviluppo di nuovi sistemi di propulsione, di difesa
nologica del XX secolo, e il ruolo che in essa svol- dalle radiazioni cosmiche, di produzione alimenta-
se la componente umana fu determinante. Die- re in ambienti artificiali». Appuntamento, forse, tra
tro Armstrong, Aldrin e Collins (il terzo membro una ventina d’anni.
dell’equipaggio, rimasto in orbita lunare) c’era il Vincenzo C. Barone

Sapere, dicembre 2019


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Il computer è donna riuscirono a cablare i pannelli di controllo di que-


sto enorme elaboratore, si specializzarono nella
Eroine geniali e visionarie creazione delle schede perforate e riuscirono a
che hanno fatto la storia dell’informatica ottenere il calcolo automatico delle traiettorie dei
di Carla Petrocelli missili, un passo rivoluzionario per l’epoca. Re-
stiamo però allibiti dalla disinvoltura con la quale
Edizioni Dedalo, 2019
furono messe “dietro le quinte” senza giustifica-
pp. 136, € 16,00 zione: nessuna citazione alla conferenza stampa
che cambiò le sorti della ricerca tecnologica, il 14
I computer hanno padri e madri: ai primi è stato rico- febbraio 1946, dove il merito fu attribuito a «uo-
nosciuto il giusto prestigio, mentre le seconde sono mini ben addestrati». «Ci sentimmo come se aves-
state dimenticate. Il modo migliore per far riaffiorare simo avuto un ruolo in un film straordinario […]
la verità storica e recuperare per poi finire cancellate dal
il ritardo accumulato da anni copione. […] Essere ignora-
di silenzio è la pubblicazione te fu doloroso. Ne restam-
di testi come quello di Carla mo sconvolte» dichiara Jean
Petrocelli, docente di Sto- Jennings che insieme a Betty
ria della rivoluzione digitale Snyder aveva passato le notti
presso l’Università di Bari. a preparare la macchina.
Il saggio fa riaffiorare tante Un altro aspetto interes-
storie di donne scienziate che sante, sottolineato nel li-
bro, è come il lavoro stesso
hanno contribuito significati-
di programmazione sia sta-
vamente allo sviluppo dell’in-
to prima considerato pura-
formatica, con grandi idee e
mente ripetitivo e quindi
importanti scoperte. affidato alle donne (viste
Il primo programma è nato come segretarie) e in segui-
dalla mente di una donna, to rivalutato come un “lavo-
Ada Lovelace, capace di pre- ro da uomini” perché si era
vedere le potenzialità di una rivelato molto più comples-
macchina che «potrebbe agire so e creativo del previsto.
su altre cose oltre al numero Prima di morire nel 2011,
[…] potrebbe comporre pez- Jean Jennings dichiara: «Se
zi elaborati e scientifici di gli amministratori di ENIAC
qualsiasi grado di comples- avessero capito l’importan-
sità o di portata», come si legge nelle sue lettere. za e la complessità della programmazione per il
Se Ada Lovelace segna un indiscutibile punto di funzionamento del computer elettronico, avreb-
partenza, quasi tutte le protagoniste seguenti sono
una vera sorpresa, anche se velata di amarezza.
Scopriamo infatti che il COBOL, il primo linguag-
gio di programmazione aziendale standardizzato e
funzionante su piattaforme multiple, è stato inven-
tato da Grace Hopper, autrice anche nel 1946 del
primo manuale di programmazione della storia. Ma
così importante alle donne».

LIBRI
bero sicuramente esitato a conferire un ruolo

I media e la pubblicità sono stati decisivi nel


far apparire la professione informatica come un
ambito unicamente maschile: è proprio negli anni
’70, quelli del femminismo, che si infligge il colpo
definitivo, con una “brusca frenata” al processo
che aveva visto le donne protagoniste.
veniamo a sapere che la Hopper non figurò fra gli
La storia però smentisce i pregiudizi e gli ste-
autori del manuale, venne esclusa dalla lista degli
reotipi di genere e troverete in questo libro tanti
oratori del primo grande Congresso postbellico e
altri racconti di donne impegnate a svolgere il loro
soffrì di depressione e alcolismo a causa della dura
lavoro quotidiano con passione e determinazione.
realtà lavorativa ostile alle donne. Nonostante tutto.
Ci appassioniamo all’avventura delle “donne
dell’ENIAC” che, partendo dal nulla, nel 1945 Francesca E. Magni

Sapere, dicembre 2019


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di più e non smettere mai di fare domande, appas-


sionandosi in maniera indelebile alla grande storia
del nostro Universo.
Con l’aiuto delle superbe illustrazioni di Ales-
sandro Baronciani, Sandrelli riesce a tracciare in
modo originale e dettagliato, e allo stesso tempo
mai borioso, gli identikit della Luna, di Marte e di al-
tri corpi del Sistema Solare (come i satelliti di Giove
e Saturno), spiegando somiglianze e differenze tra
l’una e gli altri, rivelandone informazioni e curiosi-
tà, e svelando i retroscena delle scoperte effettuate,
senza tralasciare gli aspetti irrisolti o problematici.
Il racconto dell’esplorazione spaziale, dal sogno
della Luna alle prossime missioni programmate, è
portato avanti con uno stile intrigante e divertente,
capace di catapultare il lettore – grande o picco-
lo – nelle vicende di Armstrong e compagni, gra-
zie anche a una drammatizzazione dei dialoghi
realmente avvenuti. Ci si potrà così immedesimare
nei personaggi per comprendere immediatamente i
loro dubbi e sentirsi protagonisti in prima persona
della grande avventura dell’Apollo 11, e non solo.
Cosa ci aspetta su Marte, «fratello inquietante»
della nostra Terra? E quali misteri nascondono le
lune «infuocate e ghiacciate» di Giove e Saturno?
Nonostante i tanti dati interessanti forniti da San-
drelli, forse le domande aperte sono più delle ri-
sposte, specie nell’ultima parte del libro, dedicata
all’esplorazione oggi in atto e agli obiettivi futuri. In
Di Luna in Luna fondo, come spiega nella conclusione: «Abbiamo
Storia di un’esplorazione appena iniziato». E aggiunge, stimolando il lettore
che è appena iniziata a perseguire questa impresa: «Voi seguite le esplo-
razioni, magari proseguitele, mettetevi in gioco… Il
di Stefano Sandrelli
primo che scopre vita extraterrestre nell’Universo,
con un’intervista a Samantha Cristoforetti per cortesia, venga a raccontarmelo».
Feltrinelli Kids, 2019 Anche Samantha Cristoforetti, nell’approfondita
LIBRI

pp. 160, € 13,00 intervista che arricchisce Di Luna in Luna, rilancia


l’invito: «Chi sta leggendo questo libro è fortunato:
«Quello che conta è non smettere mai di farsi avrà modo di vedere che cosa succederà. Anzi, pro-
domande». Secondo Albert Einstein la curiosità babilmente qualcuna o qualcuno di loro potrà essere
è uno dei fondamenti dell’esistenza. Ed è proprio protagonista delle prossime scoperte, sia in campo
l’innata e insaziabile curiosità a rendere i bambini astrofisico che astronautico». D’altronde, la straordi-
i lettori più esigenti, avidi di risposte, desiderosi naria storia raccontata in questo appassionante “sag-
di conoscenza, in altre parole perfetti scienziati gio narrato” ci insegna proprio che con determina-
in fieri. Lo splendido libro per ragazzi di Stefano zione, capacità e desiderio di conoscenza si possono
Sandrelli – astrofisico responsabile della didattica raggiungere traguardi impensabili. Come va a finire
e della divulgazione per l’INAF – non solo sod- questa storia? Lo ribadisce a mo’ di slogan la Cristofo-
disferà l’iniziale curiosità del giovane lettore, ma, retti: «Il futuro è appena iniziato».
cosa più importante, susciterà la voglia di saperne Micaela Ranieri

Sapere, dicembre 2019


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IL CLASSICO

I limiti alla crescita un quadro definito di come è organizzata e fun-


ziona questa fitta rete di interazioni non è mai
di D.H. Meadows, D.L. Meadows, banale. Ce lo dimostra proprio questo volume
J. Randers, W.W. Behrens III edito da Luciano Celi (Lu::Ce edizioni) in lin-
Lu::Ce edizioni, 2018 gua italiana, che riporta in una nuova edizione
pp. 186, € 12,00 le conclusioni dello studio del gruppo di Dina-
mica dei Sistemi del MIT condotto nel 1972.
Negli ultimi mesi, stiamo assistendo a una mobi- Questo gruppo di studiosi, per la prima volta e
litazione globale: l’obiettivo è denunciare la ne- con successo, dipanò la struttura della «rete so-
cessità di un cambiamento sociale ed economi- cio-economico-ambientale» che caratterizza la
co allo scopo di salvare l’ecosistema dall’intenso società moderna, facendone emergere i punti
sfruttamento a cui l’uomo lo sta sottoponendo nevralgici su cui avremmo potuto agire per at-
sin dal secolo scorso. Il fenomeno Greta Thun- tuare esattamente quel cambiamento che oggi
berg ne è l’evidenza: «Dobbiamo fare qualcosa invochiamo, il cambiamento verso una realtà
e farlo subito, il modo in cui viviamo non è più più sostenibile.
sostenibile». Come si evince dal titolo stesso, la questio-
Nonostante l’urgenza, non è però sempre ne si basa sull’analisi di due concetti: “crescita”
facile identificare quali siano le conseguenze e “limite”. Il lettore viene guidato con sapienza
di quel “qualcosa da fare subito” e valutare se alla comprensione della nozione di “crescita”,
tali scelte siano davvero efficaci nel promuo- riferita ai settori socio-economici come oggi li
vere il cambiamento desiderato. Viviamo in un conosciamo: crescita della popolazione, crescita
complesso sistema di relazioni fra ambiente, economica, industriale e dei servizi. Su questa
società, economia, risorse: ecco perché avere idea di “crescita” l’umanità ha finora valutato il
proprio grado di sviluppo e di progresso, trascu-
rando però un fatto importante: su un pianeta di
dimensioni finite, in cui l’ecosistema è l’unica
fonte di sussistenza per l’essere umano, questo
tipo di crescita non può essere infinita ma deve
avere un “limite”. Un limite senza il quale si ma-
nifestano danni ambientali irreversibili e una ini-
qua distribuzione di capitali, ricchezze e risorse
del pianeta.
Questa importante conclusione era già emer-
sa 47 anni fa, ma solo adesso ci ritroviamo a
valutarne il contenuto che, a distanza di anni,

LIBRI
possiamo vedere concretizzarsi sotto i nostri oc-
chi: emergenza climatica, disgelo artico, sicci-
tà, esaurimento delle risorse fossili, necessità di
pensare a fonti energetiche alternative, perdita
della biodiversità, sovrasfruttamento delle risor-
se naturali e quant’altro. L’umanità deve attivar-
si per effettuare, senza indugi, un cambiamento
che la riporti sulla retta via.
Fra le righe de I limiti alla crescita possiamo
trovare l’ispirazione per poter trasformare il “dob-
biamo fare qualcosa subito” in “questa è la cosa
giusta da fare subito”.
Ilaria Perissi

Sapere, dicembre 2019


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Parla il gatto di Schrödinger


di Marco Fulvio Barozzi

Sono un gatto, ma non ho mai provato a fare le fusa, Nessuno può dire, prima di aprire il coperchio,
a saltare per cacciare un passero. Come gatto sono se sono vivo o morto: sono parte di un sistema in
IL RACCONTO
piuttosto strano, e non posso neanche lamentarmi una sovrapposizione di stati, ugualmente proba-
di una sorte che mi consente di vivere senza lettie- bili. Ma un animale non può essere contempora-
ra, senza pappa e acqua. Sono il protagonista di un neamente vivo e morto. È per questo paradosso
esperimento mentale, ideato da Erwin e costretto a che sono diventato celebre.
vivere in una scatola per un tempo indefinito, sen- Erwin è un fisico quantistico, uno dei più bravi.
za sapere se, quando qualcuno aprirà il coperchio, Ora, questi umani si occupano di ciò che accade
sarò ancora vivo oppure no. In ogni caso ci sarò, ai costituenti più piccoli della materia, che posso-
perché ciò che è pensato è per sempre: sono come no essere considerati contemporaneamente delle
il coniglio di Alice, sono il gatto di Schrödinger. particelle e delle onde. Mentre, nella meccanica
Il mio orizzonte è limitato: una scatola d’accia- classica, quella di Galileo e di Newton, tutte le
io, una parete dove è incastrato un piccolo, com- grandezze possono assumere un insieme di valori
plicato, dispositivo che un martelletto collega a una continuo, nella meccanica quantistica è possibile
fialetta, dove è contenuto del veleno. Un coperchio che alcune grandezze possiedano solo un insieme
come soffitto, saldamente serrato. Null’altro. Erwin discreto di valori multipli di un valore fondamen-
non ha neanche pensato a un foro per l’aria, confi- tale, che non si può dividere a sua volta e viene
dando che non ne ho bisogno, in quanto immorta- detto “quanto”. Ad esempio, se devo salire una
le, finché “morte” non sopravvenga. scala, non posso fare i salti che voglio, ma devo
L’idea di Erwin, che condivide con Albert lo rispettare l’altezza dei singoli gradini. Posso anche
scetticismo per la casualità che rimprovera alla saltare due o tre gradini, ma mai mezzo gradino
meccanica quantistica, è poi diventata famosa: o un gradino e mezzo. L’altezza del gradino è il
quanto dell’altezza della scala. Allo stesso modo,
Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme l’energia posseduta da un elettrone in un atomo
alla seguente macchina infernale […]: in un contatore può essere solo un multiplo intero di una determi-
Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza nata quantità.
radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse Nel mondo dei quanti spesso non valgono le
uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo regole della fisica classica. Nelle nostre case, se
ugualmente probabile, nessuno; se l’evento si verifi-
ci sono due porte per andare in un’altra stanza,
ca, il contatore lo segnala e aziona un relè di un mar-
telletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo
un oggetto passa da una porta o dall’altra, ma non
avere lasciato indisturbato questo intero sistema per da tutte e due (il suono, che è un’onda, può far-
un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frat- lo, ma una pallina da tennis no). Nel mondo dei
tempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la quanti non succede così. Qui, dove le particelle
prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. sono anche onde, se voi umani sparate delle par-
La funzione ψ dell’intero sistema porta ad affermare ticelle verso uno schermo con due fenditure, non
che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono degli saprete mai dove una singola particella è passa-
stati puri, ma miscelati con uguale peso. ta, ma esse alla fine disegnano su uno schermo
bersaglio la stessa figura di interferenza che lasce-
La mia vita dipende dall’eventuale decadimen- rebbe un’onda. Anche se certi fenomeni possono
to di un atomo radioattivo. Se l’evento si verifi- essere previsti con buona precisione, molte pic-
ca, io muoio. Se l’atomo non decade, sono vivo. cole cose avvengono per caso, e questa cosa di

Sapere, dicembre 2019


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non poter prevedere l’esito di certe misure


a molti fisici non va giù. Albert, l’amico
di Erwin, ha detto che Dio non gioca a
dadi con l’Universo. Io, da bravo gatto di
Schrödinger, so che, nel nostro mondo,
l’incertezza sulla probabilità che si veri-
fichi un evento è dovuta al fatto che non
conosciamo il valore di tutte le variabili
del sistema: è una probabilità soggettiva,
“epistemica”, legata a una nostra mancan-

IL RACCONTO
za di conoscenza.
Nel mondo dei quanti, invece, la descri-
zione completa dello stato di un qualun-
que sistema di particelle è data dall’equa-
zione di Schrödinger, perché l’ha inventata
proprio Erwin. Essa descrive la funzione
d’onda ψ (psi), un ventaglio di possibili-
tà di cammini nel tempo di un vettore, in
uno spazio complesso e astratto, fatto di
infinite dimensioni, che alcuni chiamano
“spazio delle possibilità”. Il quadrato del
suo modulo rappresenta l’ampiezza di
probabilità associata al sistema. ψ ci dà il
massimo dell’informazione possibile sul si-
stema, che, per quanto accurata, è soltanto
probabilistica, perché rispecchia un com-
portamento intrinsecamente casuale della
natura. Si tratta di una probabilità “non
epistemica”, non dovuta a una nostra man-
canza di conoscenza, ma connaturata alla realtà sistema. Secondo i fisici, se un sistema quantistico
quantistica, che è casuale: se ripeto tre volte la stes- si trova in una sovrapposizione A + B, una sua
sa misura, ottengo, correttamente, tre valori diversi, misura “costringe” il sistema a passare definitiva-
anche se tutti entro il campo di probabilità descritto mente nello stato A oppure B. Da quel momento,
dalla funzione d’onda. la sovrapposizione sparisce e si parla di “collasso
Questa idea a Erwin non piace. Il comporta- della funzione d’onda”.
mento casuale potrebbe – pensano lui e Albert – Quindi, io sarò vivo e morto finché l’apertura
dipendere dalla nostra ignoranza di variabili na- del coperchio non mi farà passare a vivo o morto.
scoste, che non immaginiamo. La nostra incertezza Nella meccanica quantistica, la misura può deter-
sarebbe epistemica, come nel mondo macroscopi- minare l’esito dell’esperimento, perché il mondo
co. Questo è uno dei motivi per cui vuole prendere macroscopico irrompe in quello microscopico. Io
in giro le conseguenze del supporre una casualità non vedo l’ora che qualcuno si decida ad aprire la
intrinseca e chiede: prima di aprire il coperchio in scatola. Tanto mica muoio anche se muoio, per-
che stato si trova il gatto? Io, il gatto di Schrödinger, ché sono un gatto mentale, il gatto di Schrödinger.
mi trovo all’interno di un sistema (atomo radioatti- Ve l’avevo detto che sono il gatto di Schrödinger?
vo + gatto) che, a livello macroscopico dipende da
un evento microscopico aleatorio.
Adesso sono qui dentro, in attesa che qualcuno [Ringrazio l’amico Giorgio Chinnici per la sua se-
vera review, preziosa come la lettura del suo Guar-
apra il coperchio e controlli che fine ho fatto. In da caso. I meccanismi segreti del mondo quantistico
pratica, qualcuno deve effettuare una misura del (Hoepli, 2017)].

Sapere, dicembre 2019 illustrazione di Mariantonietta Clemente


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In questo titolo sono contenute


quarantasette lettere
Ennio Peres
NUMERI IN GIOCO
Anni fa, quando si paventava che la “fine del mon- Come se non bastasse, il professor Donald Bentley
do” sarebbe avvenuta il 21/12/2012, a livello nume- ha elaborato una capziosa dimostrazione matematica
rologico quel catastrofico evento venne strettamente dalla quale risulta che ogni numero intero è uguale
connesso al numero 47. Infatti, se si sommano tutti a 47. Non conosco con precisione le sue argomen-
i valori contenuti in quella data (considerando lo tazioni, ma ritengo che non debbano essere molto
zero come un simbolo separatore), si ottiene: 21 + diverse dalle seguenti.
12 + 2 + 12 = 47. Bisogna riconoscere che, a parte Scegliamo un qualsiasi numero intero A, tale che:
questa discutibile curiosità, il 47 è un numero molto A ≠ 47, e dimostriamo che in realtà: A = 47.
interessante, ed è l’unico che può vantare un pro- A tale scopo, indichiamo con M la media arit-
prio fan club: The 47 society (http://www.47.net). Si metica tra A e 47, cioè: (A + 47)/2 = M.
tratta di una singolare associazione fondata presso il Da tale relazione, otteniamo: A + 47 = 2M.
Pomona College, in California, da alcuni buontem- Siccome: A – 47 ≠ 0, possiamo moltiplicare en-
poni che si divertono a trovare testimonianze (an- trambi i membri per (A – 47):
che le più strampalate) a favore della tesi che 47 sia (A + 47)(A – 47) = 2M (A – 47).
il numero della “quintessenza”. Probabilmente, lo Svolgendo i calcoli otteniamo:
spunto iniziale è scaturito dal fatto che, per arrivare A2 – 472 = 2AM – 2 × 47M.
al Pomona College, percorrendo la San Bernardino Aggiungiamo M2 a entrambi i membri:
Highway, bisogna imboccare l’uscita 47... A2 – 472 + M2 = M2 + 2AM – 2 × 47M.
Per dovere di cronaca, riporto comunque al- Spostiamo –472 al secondo membro:
cune delle più intriganti curiosità da loro trovate. A2 + M2 = 472 + M2 + 2AM – 2 × 47M.
• 47 + 2 è uguale all’inverso di 47 × 2; infatti: Spostiamo 2AM al primo membro:
47 + 2 = 49 e 47 × 2 = 94. A2 + M2 – 2AM = 472 + M2 – 2 × 47M.
• Il numero 47 è “cosciente di se stesso”, in Applichiamo a entrambi i membri la regola del
quanto: 4 + 7 = 11; 7 + 11 = 18; 11 + 18 = 29; quadrato di un binomio: (A – M)2 = (47 – M)2.
18 + 29 = 47 (in generale, i numeri che godono Estraiamo la radice quadrata da entrambi i membri:
di tale proprietà vengono chiamati “numeri di A – M = 47 – M.
Keith”). Eliminiamo il termine –M e otteniamo: A = 47
• La coppia di cifre “47” si riscontra 47 volte nei (come volevasi… dissimulare!).
primi mille numeri primi. Anche se sembra ineccepibile, questa dimo-
• La somma delle cifre del numero che si ottiene strazione contiene un subdolo errore. Cercate di
elevando 666 a 47 è uguale a 666. individuarlo.
• L’arpa moderna contiene 47 corde.
• La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati
due, necessariamente, deve essere negativo).
M) e (47 – M) non possono essere entrambi positivi (uno dei
Uniti contiene 47 frasi e viene celebrata il 4/7 Infatti, siccome M è il valore medio tra A e 47, i valori (A –
(4 luglio). ±(A – M) = ±(47 – M).
• Secondo il Nuovo Testamento, Gesù Cristo ha timo passaggio si ha:
compiuto 47 miracoli.
di segno opposto (e non uno solo). Di conseguenza, all’ul-
Il risultato di una radice quadrata è costituito da due valori
• Esistono 47 copie originali della Bibbia di Soluzione
Gutenberg.
• I 47 Ronin costituiscono un leggendario gruppo Laureato in Matematica, Ennio dalla fine degli anni ’70
di samurai giapponesi che vendicarono la morte svolge la professione di “giocologo”, con l’intento di dif-
del loro signore, costretto al suicidio rituale, in fondere, tramite ogni possibile mezzo, il piacere creativo di
seguito a un duello. giocare con la mente.

Sapere, dicembre 2019


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Combattere per gli oceani


sul tavolo da gioco

SCIENZA DA TAVOLO
Marco Signore

Per quanto si cerchi di negarlo (e i “negazionisti”


includono nomi eccellenti che però mancano di
conoscenze di clima ed ecosistemi), la catastro-
fe ambientale innescata dall’uomo peggiora a
un ritmo impressionante; è perciò fondamentale
sensibilizzare le nuove generazioni e spingerle a
cercare di disfare quel che abbiamo fatto finora:
grazie alla Sheperd Kit, adesso possiamo farlo an-
che tramite un gioco da tavolo.
Ocean Crisis è un titolo finanziato lo scorso
settembre sulla piattaforma di raccolta fondi Kick-
starter, ed è un gioco cooperativo per 2-5 persone.
È chiaramente mirato ai più giovani, ma non per
questo è meno interessante per giocatori più navi- gioco indenni è un’impresa titanica, come nella
gati. La versione italiana di Ocean Crisis è attesa a realtà. I giocatori dovranno cooperare al massimo
Lucca Games 2019, ma mentre aspettiamo di pro- se vorranno riuscire nel loro intento; altrimenti, l’i-
varlo live, possiamo dare un’occhiata alle mecca- sola di immondizia si amplierà e diventerà sempre
niche di gioco grazie ai numerosi video e al rego- più difficile sperare di salvare il nostro mondo.
lamento fornito durante la campagna di crowdfun- Per chi non trovasse abbastanza grande questa
ding. In Ocean Crisis si deve porre rimedio a una sfida, c’è anche un’espansione del gioco dal signi-
delle isole di rifiuti negli oceani mondiali, nella ficativo titolo di Catastrophe. Catastrophe contiene
fattispecie la grande isola di plastica del Pacifico; due missioni e due scenari aggiuntivi, tra cui quello
allo stesso tempo si cerca di ideare e implementa- delle “reti fantasma”, un disastro che purtroppo è
re tecnologie green che possano non solo aiutare ancora poco pubblicizzato e troppo sottovalutato.
a svolgere questo difficilissimo compito, ma anche Le meccaniche di Ocean Crisis sono un misto di
assicurare che in futuro i danni all’ambiente pos- puzzle game, piazzamento lavoratori e un pizzico
sano essere solo uno spiacevole ricordo. di casualità, e i componenti sembrano ben realizza-
Ciascun giocatore, in ognuno dei sei turni di ti: la confezione contiene dei simpatici meeple, cioè
gioco, dovrà “piazzare” i suoi lavoratori sceglien- pedine in legno, a forma di animali marini. Quel che
do l’azione che devono compiere: ripulire i rifiuti però è più attraente in questo titolo, che si mantiene
oppure svolgere attività ambientali; nel frattempo semplice dato il target, è il tema. Non è da esclude-
i fiumi porteranno immondizia e inquinanti verso re che Ocean Crisis possa essere usato in contesti
il mare, e il giocatore dovrà stare attento a non educativi e scolastici per sensibilizzare il pubblico
restarne sommerso. nei confronti dei pericolosi cambiamenti che stiamo
Giusto per complicare la faccenda, e simulare vivendo. Di certo, anche attraverso il gioco passa
ancora meglio la situazione in cui ci troviamo oggi la via per cercare di rimediare i mali che abbiamo
nel mondo, il gioco prevede di poter aggiungere inflitto al nostro pianeta, a tutt’oggi l’unico pianeta –
alla situazione base – ripulire l’isola di immondi- fa sempre bene ricordarlo – su cui possiamo vivere.
zia del Pacifico – scenari e missioni, che variano
dal proteggere i nidi di tartarughe al salvare gli Marco, laureato in Scienze Naturali, ha un PhD all’Uni-
squali, e che aggiungono, se completate, risorse versità di Bristol in paleobiologia e lavora presso la Sta-
e condizioni di vittoria. Arrivare al sesto turno di zione Zoologica di Napoli “Anton Dohrn”.

Sapere, dicembre 2019


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GRAPHIC NOVEL

Sapere, dicembre 2019


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GRAPHIC NOVEL

Sapere, dicembre 2019 testi e disegni di Claudio Scaramuzzi


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Non ci sono più le mezze stagioni


LA MAPPA

Il mese di ottobre del 2019 è stato particolarmente caldo. La mappa riporta la temperatura media dell’a-
ria a livello del suolo registrata fra il 1° e il 31 ottobre. In confronto alla media dei dati storici raccolti
fra il 1981 e il 2010 in Europa, solo la Scandinavia, la Gran Bretagna e l’Irlanda hanno mostrato delle
temperature inferiori, anche di un paio di gradi. Sulle sponde russe del mare di Kara, invece,
le temperature hanno superato addirittura di 8 gradi il valore medio.
La rivista BioScience ha pubblicato l’appello di 11 000 scienziati per dichiarare il pianeta
in emergenza climatica. Oltre 250 ricercatori sono italiani. Qualcosa si muove?

Fonte: ERA5 - Copernicus Climate Change Service / ECMWF Sapere, dicembre 2019
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB di Bari.

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