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Boccioni 2
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Secondo Boccioni l’incomprensione del pubblico al Futurismo non era una
prerogativa della società del tempo: la vera arte, per Umberto, aveva sempre
sovvertito il gusto dominante e ciò che ormai si ammirava nelle opere antiche non
era che il frutto di un’abitudine visiva indotta da imitatori e divulgatori.
Eppure, il Futurismo è geniale: Marinetti era più avanti di molti altri
contemporanei vedendo nell’arte futurista una creatura ben riuscita dimostrando al
mondo che l’arte italiana poteva allontanarsi dal glorioso passato e creare un’arte
nuova, in piena velocità.
Boccioni con la sua rissa in galleria esalta il dinamismo. Una folla di persone che
si accalca di fronte alla caffè di Gaspare Campari nella Galleria Vittorio Emanuele II
a Milano, per seguire un tafferuglio fra due donne. Sotto la luce dei nuovi lampioni
elettrici Boccioni mostra l’energia di Milano alle soglie della Grande Guerra.
Anche una semplice rissa “fa sentire vivi” sembra urlare Boccioni, d’altronde ne
faranno parecchie i futuristi.
Questo movimento rivoluzionario ha insegnato che può essere bello anche l’atto
più insignificante.55 “Si goda l’effimero” disse Marinetti, cercando di non banalizzare
mai nulla, anche una scarica di adrenalina. Godere dell’effimero: trovo questa
affermazione estremamente geniale dove ogni fugace momento deve essere vissuto
in piena consapevolezza e godendolo appieno, anche il più insignificante e
inaspettato.
Un insegnamento non da poco, che se ascoltato può cambiare il nostro modo di
vedere il mondo, facendoci sentire vivi.
55Giordano Bruno Guerri, Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario,
Oscar Mondadori, 2010, p. 82.
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