Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L'ISOLA N° 1
L'ISOLA N° 1
Quindicinale di cultura,
politica, informazione
della diaspora siciliana
GRAZIE !
Anno IX - n° 1
1 / 15 giugno 2007
Ed. Responsabile:
Francesco Paolo Catania
I n una Palermo dominata dal voto di scambio, avvilita dal bisogno, tenuta
nella generale ignoranza ed indifferenza rispetto al proprio passato, al
proprio ruolo naturale di capitale ed alla vera natura dei propri problemi, in
questa Palermo L'Altra Sicilia - Antudo ha avuto il coraggio di issare una
Bvd. De Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles bandiera, quella siciliana, ed in questo nome ha chiesto il voto dei palermitani
Tel & Fax: 0032 2 2174831 - 0032 475810756 liberi e coscienti della questione siciliana e della impossibilità di una sua
soluzione dentro i partiti italiani.
“Tali furono, o Siciliani,
le gesta
dei vostri padri
A questo appello, anche grazie al contributo di tutti, residenti a Palermo e no,
nel secolo decimoterzo! hanno risposto ben 1116 Palermitani, un numero eccezionale se si considera che
Ripigliarono così la lista era quasi tutta costituita da Siciliani emigrati che non hanno potuto dare
la indipendenza un contributo costante con la loro presenza attiva in città.
di nazione,
la dignità di uomini, Avremmo potuto proporre loro di votare per un nostro candidato dentro una lista
e ne dettero qualunque ma nessuno conoscerebbe, all'infuori di quelli che l'avrebbero votata,
esempio alla Scozia, L'Altra Sicilia e la portata rivoluzionaria del suo progetto.
alla Fiandra, alla Svizzera,
che scuotevano, Per questo abbiamo rinunciato ad una facile conquista del "posto" in favore di
a un dipresso
una lotta epica da cui usciamo tutti a testa alta, consapevoli di avere scritto una
a que
quell tempo,
la dominazione straniera”.
pagina importante, la prima, in questa lotta per la liberazione della Sicilia.
Michele Amari (1842)
A tutti diciamo che la fiducia accordataci non è sprecata perché noi torneremo,
non solo alle prossime elezioni ma già da domani, ad essere gli unici interlocutori
In questo numero: attendibili che difendono il Popolo Siciliano ed i suoi interessi.
Grazie! 1 ANimus TUus Dominus
La parola segreta del 1
Vespro Siciliano
Pupi, pupari e utili 3 La parola segreta del Vespro siciliano
idioti
A Cefalù
festeggiamenti per
celebrare un falso mito
4
U na delle pagine più nobili della storia medievale è certamente quella che riguarda l’insurrezione
popolare del 30 marzo 1282, detta del "Vespro siciliano", ed alla quale parteciparono pure le
donne, come ricorda anche Dante nel canto VIII del Paradiso, quando bolla come "Mala segnoria"
la dominazione angioina in Sicilia, che fu distrutta dallo sdegno popolare, al grido di "Mora, mora!", grido
15 Maggio 2007 5 che fu lanciato da una donna di Palermo, oltraggiata da un soldataccio francese, con la scusa di ricercarle
armi nascoste sotto le vesti; e non per nulla lo storico siciliano Michele Amari nel 1842 additò questa
61° ANNIVERSARIO pagina di storia isolana, quale esempio trascinante di libertà, a tutti i popoli d’Europa, scrivendo
DELLO *STATUTO testualmente: "Tali furono, o Siciliani, le gesta dei vostri padri nel secolo decimoterzo! Ripigliarono così la
SICILIANO” indipendenza di nazione, la dignità di uomini; e ne dettero esempio alla Scozia, alla Fiandra, alla Svizzera,
7 che scuotevano, a un dipresso a quel tempo, la dominazione straniera". Per effettuare questa gloriosa e
MADE IN ITALY
globale rivoluzione del Vespro, ci volle, naturalmente, tutto un lavorio segreto; per cui si fa il nome del
grande cospiratore Giovanni da Procida, che non era soltanto un uomo d’azione, ma anche una persona
Pi na Sicilia siciliana (1) 8 colta, perché si era laureato in medicina nella famosa "Scuola Salernitana"; e a lui si dovette la trama della
(Segue a pagina 6)
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 2
“N
on è necessario spendere molte parole per dire, invece, che la
stragrande maggioranza dei Siciliani è gente profondamente onesta
e laboriosa, dal cuore grande e generoso, amante della famiglia e
della propria martoriata Terra, proclive all’ospitalità e soprattutto anelante ad
una vita più giusta, più umana e più corretta. L’unico grande ed imperdonabile
torto dei Siciliani è quello di sapere silenziosamente sopportare e patire le
provocanti angherie ed i numerosi sorprusi ingiustamente inflitti da governi
perversi e spietati. Ma ogni cosa ha sempre un limite invalicabile e va ricordato
che il Popolo Siciliano è il Popolo del glorioso Vespro.”
Il Siculissimo
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 3
Vieni in Sicilia...
te ne innamorerai !...
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 4
L
a storiografia risorgimentale, espressione della proclamati dal nizzardo erano solo pretesti per colpire il potere
minoranza ideologica che unificò l’Italia, ha creato il mito della chiesa, scardinare le monarchie cattoliche per asservirle
di Garibaldi che, finalmente purgato dalle sue falsità ad uno stato laico e mettere cosi' le mani sui nuovi mercati,
storiche, puo' riproporsi oggi in chiave critica. sulle loro immense ricchezze, sulle loro ricche
Pur se ancora parlare male di Garibaldi appare industrie, sui loro demani pubblici, sui beni
sempre politicamente scorretto, alla luce delle ecclesiastici, sulle riserve auree del Regno
vicende del Paese e specialmente del delle Due Sicilie, sulle banche .
sottosviluppo economico e della subalternità
culturale del mezzogiorno, i tanti nodi non Ma Cefalù è Paese eccellente e culturalmente
sciolti dell’unificazione e la discussione sulla indipendente e di certo non celebrerà soltanto
figura di Garibaldi, che di.quella unificazione fu l'arrivo dell'eroe dei due mondi ma anche e
strumento principale, non appare blasfema. soprattutto l'arrivo della sua banda di
mercenari che sotto la protezione delle navi
Certo da molte parti ci vengono lezioni di storia, britanniche riuscirono a conquistare la Sicilia,
come da Cefalù, paese che ha dato il via ad eccezione di Milazzo, non con il valor
ufficiale ai festeggiamenti per celebrare la militare, ma con gli inganni e la corruzione dei
nascita di quell' “eroe" osannato in Italia dai generali borbonici, le esecuzioni di massa,
pennivendoli di regime mentre all'estero viene come a Bronte, la brutale ferocia assassina, le
ritenuto ladro e non eroe, privo poi dell'orecchio esposizioni di cadaveri e le fosse comuni. e a
sinistro, menomazione spacciata per una ferita depredarla con gli espropri delle riserve auree
di guerra mentre invece si trattò della pena siciliane, i saccheggi, le devastazioni, gli stupri,
comminatagli per abigeato e traffico di schiavi, le persecuzioni, che avverranno
massone e arrogante anticlericale, mercenario, trafficante di contestualmente alla "spedizione" delle giacchette rosse,
schiavi, "l'eroe dei due mondi" praticava questi e altri crimini in prodromi dell'arrivo della mafia.
giro per l'Europa e l'America del Sud, al soldo
dell'autoproclamata "Republica do Rio Grande do Sul", una E di certo Cefalù e la signora pronipote non parleranno della
repubblica delle banane, diventata un centro di corruzione e conquista sabauda della Sicilia che la sprofondo' nella miseria,
violenza. aggravata dall'introduzione della lunghissima coscrizione
obbligatoria per sottrarsi alla quale i braccianti, ribattezzati con
Ricordare poi che la spedizione dei Mille venne finanziata con i spregio "briganti", si davano alla macchia consegnando alle
soldi della massoneria inglese che servirono a corrompere violenze e alla morte per mano italiana i propri famigliari.
generali, funzionari e ministri borbonici, molti dei quali
"confratelli di loggia" e deprecare i fatti di Bronte, l'eccidio del Né si parlerà del plebiscito-farsa, cui vennero chiamati a
garibaldino Bixio, compiuto su inermi contandini perchè votare, con la minaccia delle armi, più elettori dei cittadini dello
avevano osato usurpare le terre concesse dai Borboni agli stesso Stato Piemontese, ma nel rispetto della verità storica
inglesi, diventa vieppiu' necessario per riaffermare la verità scritta da penne non siciliane, si continuerà a propinare alla
della storia. gente la leggenda di un mercenario e le gesta di un casato di
avventurieri e poveri uomini .
Adesso è chiaro che il socialismo, l'uguaglianza e la libertà L'ALTRA SICILIA - Antudo
«...in Sicilia la nota quel momento gridavano in segno di augurio, "resti, boni
espressione "luna di miele" festi" (cocci rotti, buon augurio) ma appena varcavano la soglia
Lo sapevate che... deriva dall'antichissimo uso di casa venivano subito imboccati con un cucchiaio di miele: il
di consumare il miele nelle marito per primo, che ne leccava la metà e poi la moglie, che
feste nuziali. In "I sapori di Sicilia" di Giuseppe Coria si legge ingoiava la rimanente parte." Lo stesso uso di consumare miele
che "in un documento del 1623 è descritto un antico costume di nel giorno delle nozze si ritrova a Piana degli Albanesi, a
Catania e del catanese: all'ingresso in Chiesa dei novelli sposi, Licata, a Marineo e a Prizzi anche se con modalità diverse: a
veniva loro data una cucchiaiata di miele mentre all'uscita Piana, per esempio, la suocera imbocca la nuora davanti l'uscio,
veniva loro gettato del grano e dell'orzo. Nella Contea di mentre negli altri due paesi lo stesso rito viene agito dalle
Modica, prima che gli sposi entrassero nella loro nuova casa, al amiche della sposa. Le origini di queste tradizioni popolari
ritorno della cerimonia nuziale, veniva buttato davanti l'uscio risalgono al tempo dei romani quando il miele si offriva agli
un recipiente di terracotta (quartara) piena di vino, e tutti in sposi novelli per circa un mese continuato. »
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 5
15 Maggio 2007
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 6
vastissima e segreta congiura, baronale e popolare allo stesso tempo, che portò alla generale insurrezione del
Vespro, cui partecipò tutta l’isola, tranne il piccolo castello ennese di Sperlinga – perché lì i Francesi dominatori si
erano comportati umanamente – sicché si disse che "Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit", come ancora si
legge scolpito nella porta interna del castello.
Per riconoscersi tra di loro i congiurati siciliani avevano una loro parola d’ordine che suonava "ANTUDO"; e che fu
scritta, a Vespro avvenuto, anche sulla bandiera giallo-rossa degli insorti, formata diagonalmente con la bandiera
gialla di Palermo e con quella rossa di Corleone, che fu inaugurata il 3 aprile 1282, con atto pubblico rogato dal Santi Correnti
notaio Benedetto da Palermo.
L’esistenza storica di questa parola è quindi fuori discussione; ed essa è stata adoperata per indicare lo spirito di
libertà dei Siciliani, anche nel 1943, quando, durante l’invasione angloamericana dell’isola, come testimoniano Santi Correnti,
autorevolmente tanto l’on. Prof. Andrea Finocchiaro Aprile, capo e fondatore del MIS (Movimento per nato a Riposto nel 1924,
l’Indipendenza della Sicilia), nel suo pubblico discorso tenuto a Partinico (Palermo) il 20 agosto del 1944; quanto lo è uno dei più conosciuti
studioso siciliano Francesco Paternò Castello, Duca di Càrcaci (a pag. 37 del suo libro IL MIS, edito a Palermo nel storici siciliani, autore
1977), per cui "gli indipendentisti siciliani si presentavano agli avamposti angloamericani che occupavano la Sicilia di oltre cento opere
nel 1943, sventolando la bandiera siciliana recante scritto il fatidico motto del Vespro "ANTUDO". sulla storia della Sicilia.
Dal 1970 al 1996
Ma che significa ANTUDO? In effetti, si tratta di un "acronimo", cioè di una parola formata dalle iniziali di altre è stato professore di
parole (come quando, per esempio, noi diciamo FIAT, in realtà noi pronunziamo le iniziali delle quattro parole
Storia moderna nella
"Fabbrica Italiana Automobili Torino"); e questo acronimo deriva dalle iniziali di tre parole latine, ed indica tutto
l’ardore combattivo e lo sdegno antifrancese dei Siciliani del tempo, e significa "Il coraggio è il tuo signore", e quindi Facoltà di Magistero
"Ribellati ai Francesi!", perché ANTUDO deriva dalle lettere iniziali delle tre parole latine "Animus Tuus Dominus", da dell'Università di
cui risulta formata la parola d’ordine segreta del Vespro siciliano. Catania.
Il suo nome è legato,
Del resto la storia è piena di acronimi. A cominciare dall’acronimo "SPQR" di Roma, che significava "Senatus da oltre quarant'anni,
Populusque Romanus" ed indicava il governo di Roma; e passando all’"INRI" dei cristiani ("Iesus Nazarenus Rex a libri, grazie ai quali
Iudeorum"), per arrivare al "FERT" dei Savoia ("Fortitudo Eius Rhodum Tenuit" di Amedeo V il Grande del 1310; o, ha sempre offerto ai
secondo altri, "Foemina Est Ruina Tua" di Amedeo VI il Conte Verde, per una sua focosa passione per una lettori "un quadro della
gentildonna del 1364); o al motto austriaco "AEIOU", che secondo alcuni significherebbe "Austriae Est Imperare Orbi
Sicilia tra i più completi
Universo", cioè che "All’Austria tocca di regnare su tutto il mondo", e secondo altri, invece, "Austria Erit in Orbe
Ultima", cioè che "l’Austria diventerà l’ultima nazione del mondo"; il motto siciliano "ANTUDO non sfigura
e interessanti scritti
storicamente rispetto agli altri acronimi, e dimostra luminosamente l’indomito coraggio e la fierezza costituzionale del finora", che egli ha
popolo siciliano, affermati decisamente col Vespro del 30 marzo 1282, che liberò l’Isola da una insopportabile voluto scrivere e
oppressione, restituendole l’agognata e meritata libertà. pubblicare per “la
valorizzazione morale”
Santi Correnti della terra natia.
L’ISOLA
Quindicinale di cultura, politica, informazione
della diaspora siciliana
0032 (0) 475 810756
www.laltrasicilia.org fpcatania@yahoo.it
Editore: L’ALTRA SICILIA –Antudo
Bvd.de Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles
L’ISOLALIBRI
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 7
MADE IN ITALY
L
e icone rappresentano l'identità di un popolo. Per quanto Dall'altro lato la storia degli etruschi viene sempre
possa sembrare irrazionale, l'icona è un oggetto capace rappresentata avvolta da una qualche nebbia che impedisce di
di racchiudere in sé l'intera vicenda di una civiltà. E tanta vederci chiaro e lascia intatte le ipotesi creazioniste che
più energia sprigiona l'icona quanto più essa è vicina all'evento postulano una lamarckiana autogenerazione sull'italico suolo.
che rappresenta, sia storicamente che stilisticamente.
Attribuendo la statua agli etruschi, si vuole creare un nesso tra
Tutti certamente ricordano il trambusto che ci fu intorno alla le due civiltà (etrusca e latina) e assegnare un'origine
datazione della Sacra Sindone qualche anno fa, quando atei e autoctona a tutto quello che c'è di buono nel bel paese (al
“laici” di ogni sorta poterono gridare di gioia quando si scoprì contrario, ad esempio, di quanto si fa con la mafia,
essere di più recente fattura rispetto ai circa duemila anni sino fantasiosamente siciliana e di origine araba).
quel momento attribuiti alla reliquia.
Certo qualche dubbio sorge spontaneo, visto che nella realtà
Una delle icone più forti dell'italianità e della continuità (almeno dei fatti è sin troppo ovvio che gli etruschi,o meglio la loro
ideale) esistente tra la Roma antica e quella moderna nel civiltà, si estinse a causa dell'espansione romana. Se gli
segno dell'unità politica della penisola italiana è rappresentata etruschi davvero hanno forgiato quella statua, sarebbe come
dalla Lupa Capitolina, la famosa statua bronzea se i siculi avessero scolpito la Nike di Samotracia o gli indiani
rappresentante la leggenda della nascita di Roma e conservata d'America prodotto i film di John Wayne.
ai musei capitolini.
Ed infatti recenti studi hanno confermato ciò che molti
Il più forte connotato dell'icona in esame è anche in questo sospettavano, e cioè che la lupa etrusca fosse di origine
caso il periodo in cui essa fu creata: l'opera viene infatti datata medioevale, anche perchè la tecnica con la quale è stata fusa
al V secolo avanti cristo e, per motivi stilistici, considerata di (a cera persa con un solo getto, per i tecnici) è tipicamente
fattura etrusca. Il significato di tale attribuzione risiede nel medioevale.
bisogno di assicurare origini totalmente italiche al grande faro
di civiltà che la nazione a forma di stivale rappresenta. E sì, questa nazione che ha usurpato il nome di Italia per quasi
150 anni sembra proprio avere una faccia di bronzo: dalla
Gli studi sul passato dei popoli che abitano la moderna Italia si commedia dei mille sino alla recente farsa delle liberalizzazioni
dirigono sempre verso le stesse direzioni, con una ripetitività di vero c'è solo il dolore di chi continua a vedere i propri
noiosa ed a tratti ossessiva. E' così ad esempio che gli studi congiunti morire per niente. Nel frattempo la decenza dovrebbe
sul passato dei siciliani sono tutti protesi a scoprire da dove imporre almeno che la statua venga rimossa dalla sua attuale
proveniva questo o quel popolo, anche a costo di scadere collocazione in mezzo ad opere del periodo classico, se non
nell'idiozia, come nel caso della guida della Sicilia della altro per evitare che un falso ideologico così clamoroso, una
Mondadori dove si sostiene che “la storia della Sicilia ha un volta scoperto, possa continuare ad essere perpetrato a danno
aspetto principale (...): è una storia non siciliana, non generata di ignari turisti.
internamente dall'isola ma sempre imposta dall'esterno. Anche
i Sicani, gli Elimi e i Siculi (...) provenivano da fuori (...).” L’Abate Vella
ACCATTA
SICILIANU !
www.laltrasicilia.org
L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 8
Sicilianu ogni jornu ca semu na cumunità pulìtica. 7 (Setti) Un sviluppu econòmicu a livedhu di
‘U discursu fussi longu, ma, almenu, âm’a ricurdari ca: l’Europa
1. vulemu ca ‘a Rigiuni si chiamassi Statu o Statu
rigiunali di Sicilia;
2. vulemu ‘u nostru Stemma, chidhu cu l’àcula riali
chi fu dû Regnu di Sicilia, ‘a nostra Bannera, ‘u nostru
N uàutri dicemu basta cu l’arritratizza di la Sicilia!
Semu stanchi d’èssiri sempri l’ùrtimi o quasi
l’ùrtimi.
Innu; Nun putemu cca falla longa, ma dicemu p’accurzari ca
3. vulemu ‘i nostri festi nazionali: lu 15 maju, Festa vulemu c’u rèdditu mediu dû sicilianu av’a èssiri comu a
di l’Autonomìa, lu 31 marzu, Festa di lu Vespru, lu 2 chidhu talianu e ca na chissa ‘un av’a èssiri grazi ê
nuvèmmiru, la Festa di li Murticedhi; trasferimenti dû Continenti ma cu na Sicilia chi pruduci e
4. Vulemu lu Sicilianu comu lingua ufficiali, e chi è ricca pî fatti so.
putìssimu cuntinuari... Grazi pi l’attenzioni - (1. - Continua)
www.laltrasicilia.org