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L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 1

« Chiù dugnu… chiù sugnu! »

Quindicinale di cultura,
politica, informazione
della diaspora siciliana
GRAZIE !
Anno IX - n° 1
1 / 15 giugno 2007
Ed. Responsabile:
Francesco Paolo Catania
I n una Palermo dominata dal voto di scambio, avvilita dal bisogno, tenuta
nella generale ignoranza ed indifferenza rispetto al proprio passato, al
proprio ruolo naturale di capitale ed alla vera natura dei propri problemi, in
questa Palermo L'Altra Sicilia - Antudo ha avuto il coraggio di issare una
Bvd. De Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles bandiera, quella siciliana, ed in questo nome ha chiesto il voto dei palermitani
Tel & Fax: 0032 2 2174831 - 0032 475810756 liberi e coscienti della questione siciliana e della impossibilità di una sua
soluzione dentro i partiti italiani.
“Tali furono, o Siciliani,
le gesta
dei vostri padri
A questo appello, anche grazie al contributo di tutti, residenti a Palermo e no,
nel secolo decimoterzo! hanno risposto ben 1116 Palermitani, un numero eccezionale se si considera che
Ripigliarono così la lista era quasi tutta costituita da Siciliani emigrati che non hanno potuto dare
la indipendenza un contributo costante con la loro presenza attiva in città.
di nazione,
la dignità di uomini, Avremmo potuto proporre loro di votare per un nostro candidato dentro una lista
e ne dettero qualunque ma nessuno conoscerebbe, all'infuori di quelli che l'avrebbero votata,
esempio alla Scozia, L'Altra Sicilia e la portata rivoluzionaria del suo progetto.
alla Fiandra, alla Svizzera,
che scuotevano, Per questo abbiamo rinunciato ad una facile conquista del "posto" in favore di
a un dipresso
una lotta epica da cui usciamo tutti a testa alta, consapevoli di avere scritto una
a que
quell tempo,
la dominazione straniera”.
pagina importante, la prima, in questa lotta per la liberazione della Sicilia.
Michele Amari (1842)
A tutti diciamo che la fiducia accordataci non è sprecata perché noi torneremo,
non solo alle prossime elezioni ma già da domani, ad essere gli unici interlocutori
In questo numero: attendibili che difendono il Popolo Siciliano ed i suoi interessi.
Grazie! 1 ANimus TUus Dominus
La parola segreta del 1
Vespro Siciliano
Pupi, pupari e utili 3 La parola segreta del Vespro siciliano
idioti
A Cefalù
festeggiamenti per
celebrare un falso mito
4
U na delle pagine più nobili della storia medievale è certamente quella che riguarda l’insurrezione
popolare del 30 marzo 1282, detta del "Vespro siciliano", ed alla quale parteciparono pure le
donne, come ricorda anche Dante nel canto VIII del Paradiso, quando bolla come "Mala segnoria"
la dominazione angioina in Sicilia, che fu distrutta dallo sdegno popolare, al grido di "Mora, mora!", grido
15 Maggio 2007 5 che fu lanciato da una donna di Palermo, oltraggiata da un soldataccio francese, con la scusa di ricercarle
armi nascoste sotto le vesti; e non per nulla lo storico siciliano Michele Amari nel 1842 additò questa
61° ANNIVERSARIO pagina di storia isolana, quale esempio trascinante di libertà, a tutti i popoli d’Europa, scrivendo
DELLO *STATUTO testualmente: "Tali furono, o Siciliani, le gesta dei vostri padri nel secolo decimoterzo! Ripigliarono così la
SICILIANO” indipendenza di nazione, la dignità di uomini; e ne dettero esempio alla Scozia, alla Fiandra, alla Svizzera,
7 che scuotevano, a un dipresso a quel tempo, la dominazione straniera". Per effettuare questa gloriosa e
MADE IN ITALY
globale rivoluzione del Vespro, ci volle, naturalmente, tutto un lavorio segreto; per cui si fa il nome del
grande cospiratore Giovanni da Procida, che non era soltanto un uomo d’azione, ma anche una persona
Pi na Sicilia siciliana (1) 8 colta, perché si era laureato in medicina nella famosa "Scuola Salernitana"; e a lui si dovette la trama della
(Segue a pagina 6)

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L’Angolo della Poesia PARRA SICILIANU,


A vuci da me terra NUN T’AFFRUNTARI !
Tu ca si luntanu
e nun canusci la me terra
e 'ntra lu so distinu COMUNICATO STAMPA
vidi sulu mafia e guerra.
Sulla vittoria dei nazionalisti scozzesi
Tu l'ha vistu mai all'arba u suli
quannu u mari l'arruspigghia
e cu so caluri asciuga lu suduri
di la me genti ca travagghia.
L 'Altra Sicilia esprime la propria soddisfazione per il
risultato elettorale dei Nazionalisti Scozzesi che hanno
raggiunto per la prima volta la maggioranza relativa in
Scozia superando i laburisti.
Tu l'ha vistu mai La costanza di un movimento nato ormai circa 80 anni fa è stata
u lustru di lampari premiata dall'elettorato scozzese come sarà premiata in Sicilia
la perseveranza dei Sicilianisti.
dintra li nostri cori
Il successo dei "nazionalisti" dimostra che la strada può essere
quannu puru u duluri anche lunga ma non impossibile e che siamo sull'onda giusta del
stancu di tuppuliari vento della storia.
addiventa amuri. Ricordiamo che in Scozia hanno una loro nazionale di calcio ed
una banca centrale che "batte moneta"; sogni - per ora - per la
Si, tu mi po diri nostra Sicilia.
picchi mi scrivi E' singolare che questo accostamento con la Scozia ci sia stato
sulu cosi duci proposto stamattina anche da gente del popolo (molto più
senza mai numinari informata di cose politiche di quanto generalmente non si
tutti li cristi misi 'ncruci creda) durante un nostro giro con il candidato sindaco,
candidati ed attivisti de L'Altra Sicilia - Antudo nel quartiere
e ti rispunnu Oreto-Stazione, nel corso del quale abbiamo raccolto simpatie e
tu l'ha 'ntisu mai consensi al di là delle nostre stesse aspettative.
a vuci da me terra
è na puisia L’ALTRA SICILIA - Antudo
l'autri cosi nun fannu parti (7 maggio 2007)
ne di la genti
ne di la terra mia.

Miche langelo Balistreri


Michelangelo
« ...soltanto un popolo
consapevole delle radici della
Michelangelo Balistreri ha pubblicato il suo primo libro in lingua
siciliana nel 1990 dal titolo "Un sonnu pittatu du mari", nel 1993
propria identità puo’ costruire
pubblica il suo secondo libro dal titolo "U me paisi". Ha
partecipato a numerosi consorsi conseguendo validi con fiducia il suo futuro. »
riconoscimenti.

“N
on è necessario spendere molte parole per dire, invece, che la
stragrande maggioranza dei Siciliani è gente profondamente onesta
e laboriosa, dal cuore grande e generoso, amante della famiglia e
della propria martoriata Terra, proclive all’ospitalità e soprattutto anelante ad
una vita più giusta, più umana e più corretta. L’unico grande ed imperdonabile
torto dei Siciliani è quello di sapere silenziosamente sopportare e patire le
provocanti angherie ed i numerosi sorprusi ingiustamente inflitti da governi
perversi e spietati. Ma ogni cosa ha sempre un limite invalicabile e va ricordato
che il Popolo Siciliano è il Popolo del glorioso Vespro.”
Il Siculissimo

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Pupi, pupari e utili idioti


S
iamo in tanti a celebrare la vittoria della e degli utili idioti.
democrazia quando alla fine di una Calandrino e compagni ci insegnano che gli
campagna elettorale faticante e esseri umani si dividono in furbi e idioti cosi'
dispendiosa i risultati dei voti consegnano come, le elezioni siciliane ci confermano
alla cronaca gli eletti ma siamo anche in questa suddivisione degli individui.
tanti a chiederci quale democraticità ci
possa essere quando leggiamo chi sono I PUPI di Palermo sono quei candidati
poi questi eletti che rappresenteranno i patrocinati da personaggi eccellenti,
cittadini nel consesso civile, figli e fratelli appunto i PUPARI, a loro volta marionette
di qualcuno, come pure nipoti ed amiche, di Pupari più grossi che pero' non risiedono
pupilli e apparentati, protetti e miracolati. a Palermo o a Trapani ma a Milano, Torino,
Roma. Fanno muovere le marionette di Palermo
Ci viene allora un pensiero in mente, CITTA’ DI PALERMO convinti di essere loro l'anima del movimento,
specialmente nel caso della nostra Sicilia, quello dimenticando pero' che il pezzo da
dell'esistenza di tre categorie di protagonisti che, come rappresentare è già scritto dalle segreterie dei partiti
categorie della mente, esprimono la perenne italiani.
suddivisione dell'essere umano nelle tre specie
boccacciane di Calandrino, Bruno e Buffalmacco o se Non ci resta che ricordare gli UTILI IDIOTI, i
preferite, sempre per parlare della nostra terra prosopopeici elettori investiti di un attimo di gloria che si
impareggiabile, le tre categorie dei PUPI, dei PUPARI e fanno e continuano a farsi abbindolare dai loro pupari,
degli UTILI IDIOTI. convinti di votare il loro pupo che spesso è fratello,
nipote, amico e parente di qualcuno, guarda caso, lui
Nel caso del Boccaccio, queste elezioni diventano stesso puparo.
l'elogio della beffa, la beffa gratuita, quella subita da chi
ha votato - pochi, in vero - secondo coscienza; la beffa L'ALTRA SICILIA-Antudo
finalizzata, quella compiuta nel caso dei pupi, dei pupari (21 maggio 2007)

Vieni in Sicilia...

te ne innamorerai !...
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A Cefalù festeggiamenti per celebrare un falso mito

L
a storiografia risorgimentale, espressione della proclamati dal nizzardo erano solo pretesti per colpire il potere
minoranza ideologica che unificò l’Italia, ha creato il mito della chiesa, scardinare le monarchie cattoliche per asservirle
di Garibaldi che, finalmente purgato dalle sue falsità ad uno stato laico e mettere cosi' le mani sui nuovi mercati,
storiche, puo' riproporsi oggi in chiave critica. sulle loro immense ricchezze, sulle loro ricche
Pur se ancora parlare male di Garibaldi appare industrie, sui loro demani pubblici, sui beni
sempre politicamente scorretto, alla luce delle ecclesiastici, sulle riserve auree del Regno
vicende del Paese e specialmente del delle Due Sicilie, sulle banche .
sottosviluppo economico e della subalternità
culturale del mezzogiorno, i tanti nodi non Ma Cefalù è Paese eccellente e culturalmente
sciolti dell’unificazione e la discussione sulla indipendente e di certo non celebrerà soltanto
figura di Garibaldi, che di.quella unificazione fu l'arrivo dell'eroe dei due mondi ma anche e
strumento principale, non appare blasfema. soprattutto l'arrivo della sua banda di
mercenari che sotto la protezione delle navi
Certo da molte parti ci vengono lezioni di storia, britanniche riuscirono a conquistare la Sicilia,
come da Cefalù, paese che ha dato il via ad eccezione di Milazzo, non con il valor
ufficiale ai festeggiamenti per celebrare la militare, ma con gli inganni e la corruzione dei
nascita di quell' “eroe" osannato in Italia dai generali borbonici, le esecuzioni di massa,
pennivendoli di regime mentre all'estero viene come a Bronte, la brutale ferocia assassina, le
ritenuto ladro e non eroe, privo poi dell'orecchio esposizioni di cadaveri e le fosse comuni. e a
sinistro, menomazione spacciata per una ferita depredarla con gli espropri delle riserve auree
di guerra mentre invece si trattò della pena siciliane, i saccheggi, le devastazioni, gli stupri,
comminatagli per abigeato e traffico di schiavi, le persecuzioni, che avverranno
massone e arrogante anticlericale, mercenario, trafficante di contestualmente alla "spedizione" delle giacchette rosse,
schiavi, "l'eroe dei due mondi" praticava questi e altri crimini in prodromi dell'arrivo della mafia.
giro per l'Europa e l'America del Sud, al soldo
dell'autoproclamata "Republica do Rio Grande do Sul", una E di certo Cefalù e la signora pronipote non parleranno della
repubblica delle banane, diventata un centro di corruzione e conquista sabauda della Sicilia che la sprofondo' nella miseria,
violenza. aggravata dall'introduzione della lunghissima coscrizione
obbligatoria per sottrarsi alla quale i braccianti, ribattezzati con
Ricordare poi che la spedizione dei Mille venne finanziata con i spregio "briganti", si davano alla macchia consegnando alle
soldi della massoneria inglese che servirono a corrompere violenze e alla morte per mano italiana i propri famigliari.
generali, funzionari e ministri borbonici, molti dei quali
"confratelli di loggia" e deprecare i fatti di Bronte, l'eccidio del Né si parlerà del plebiscito-farsa, cui vennero chiamati a
garibaldino Bixio, compiuto su inermi contandini perchè votare, con la minaccia delle armi, più elettori dei cittadini dello
avevano osato usurpare le terre concesse dai Borboni agli stesso Stato Piemontese, ma nel rispetto della verità storica
inglesi, diventa vieppiu' necessario per riaffermare la verità scritta da penne non siciliane, si continuerà a propinare alla
della storia. gente la leggenda di un mercenario e le gesta di un casato di
avventurieri e poveri uomini .
Adesso è chiaro che il socialismo, l'uguaglianza e la libertà L'ALTRA SICILIA - Antudo

"Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili.


Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via
dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà
cagionato solo squallore e suscitato solo odio."
(Giuseppe Garibaldi, in una lettera del 1868 ad Adelaide Cairoli.)

«...in Sicilia la nota quel momento gridavano in segno di augurio, "resti, boni
espressione "luna di miele" festi" (cocci rotti, buon augurio) ma appena varcavano la soglia
Lo sapevate che... deriva dall'antichissimo uso di casa venivano subito imboccati con un cucchiaio di miele: il
di consumare il miele nelle marito per primo, che ne leccava la metà e poi la moglie, che
feste nuziali. In "I sapori di Sicilia" di Giuseppe Coria si legge ingoiava la rimanente parte." Lo stesso uso di consumare miele
che "in un documento del 1623 è descritto un antico costume di nel giorno delle nozze si ritrova a Piana degli Albanesi, a
Catania e del catanese: all'ingresso in Chiesa dei novelli sposi, Licata, a Marineo e a Prizzi anche se con modalità diverse: a
veniva loro data una cucchiaiata di miele mentre all'uscita Piana, per esempio, la suocera imbocca la nuora davanti l'uscio,
veniva loro gettato del grano e dell'orzo. Nella Contea di mentre negli altri due paesi lo stesso rito viene agito dalle
Modica, prima che gli sposi entrassero nella loro nuova casa, al amiche della sposa. Le origini di queste tradizioni popolari
ritorno della cerimonia nuziale, veniva buttato davanti l'uscio risalgono al tempo dei romani quando il miele si offriva agli
un recipiente di terracotta (quartara) piena di vino, e tutti in sposi novelli per circa un mese continuato. » 

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15 Maggio 2007

61° ANNIVERSARIO DELLO STATUTO:


OCCORRE UN NUOVO LINGUAGGIO
RAGUSA, 15 Maggio 2007 - Nel giorno in cui ricorre il 61° Anniversario dello Statuto Siciliano e alla luce dei
risultati elettor ali occorre mettersi in discussione ed aprire una nuova fase dell'Autonomia e della lotta per la
elettorali
Sua attuazione.

La vittoria del Centro-Destra in Sicilia e la


modestissima affermazione elettorale de "L'Altra
Sicilia" a Palermo (unico e vero movimento
autonomista siciliano) devono farci riflettere su come si rende
Bisogna spiegare agli produttori agricoli perchè le Istituzioni
regionali hanno sottaciuto agli accordi per l'ingresso di
tonnellate di prodotti agricoli dall'Europa e dall'Africa,
danneggiando e non tutelando le nostre produzioni ed il lavoro
necessaria una verifica delle politiche sin qui seguite e di faticoso e sotto-pagato di tanti operai.
quelle da intraprendere per non vanificare il sogno di
tanti siciliani "di qua ed aldilà del faro". Occorre Occorre spiegare a milioni di siciliani perchè
sedersi realmente attorno ad un Tavolo per accise ed imposte vanno a Roma invece che
rimetterci in discussione, comprendere cosa restare in Sicilia per essere reinvestite nella
si è sbagliato e cosa si deve fare per crescita strutturale, come per legge
migliorare ed entrare prepotentemente dovrebbe accadere da Statuto.
nella scena politica siciliana.
Occorre spiegare di chi è la colpa
Occorre comprendere che un nuovo dell'immobilismo che sta distruggendo
linguaggio si rende necessario, occorre l'economia delle famiglie siciliane ed
parlare ai tanti giovani, il vero futuro della indicare chi trae vantaggi da tale
Sicilia, che hanno abbandonato ogni disfacimento politico e sociale.
speranza di riscatto.
All'indomani di ogni tornata elettorale chi
Occorre dialogare con gli operai e gli distrugge la nostra terra festeggia (e continua
agricoltori, con i docenti ed i professionisti per a farlo da troppo tempo) ed i cittadini onesti
spiegare loro le nostre ragioni ed i loro diritti. Anche prendono atto, e non possono fare altrimenti, che tutto
noi, spesso, non riusciamo a rendere chiari i vantaggi che lo è e resterà immutato, che per trovare lavoro occorre la
Statuto Siciliano può determinare ai fini fiscali, ai fini della "raccomandazione" o è meglio fuggire altrove, che per vivere
ricerca e della consequenziale crescita di tutto il Popolo. sereni bisogna convivere con la mafia o far finta che non
esiste, che per vedere riconosciuti dei diritti occorre fare il
Occorre un linguaggio schietto e diretto alle nuove generazioni "regalino" all'impiegato di turno o è meglio lasciar perdere, che
con il supporto degli anziani, i veri detentori della nostra Storia, per ottenere un prestito da una Banca devi garantire almeno
che devono fungere da collante per una crescita sana di ogni per il doppio di quanto richiesto, che per sperare
siciliano. Il riconoscimento del valore storico del nostro nell'ottenimento di un lavoro occorre aspettare le prossime
passato non può rappresentare l'unica arma delle nostre votazioni, che per fare un controllo medico devi aspettare
rivendicazioni, bisogna spiegare perchè in Regioni Italiane a anche un anno o che i medici preposti ti consiglino di far
Statuto Autonomo si hanno dei vantaggi fiscali non irrilevanti "visita" al loro studio (o magari dar loro il voto visto che è
(vedi il prezzo stesso dei carburanti) mentre in Sicilia paghiamo oramai moda vedere i medici candidati).
anche più che in Lombardia, pur continuando a subire
l'inquinamento di cielo, mare e terra. Questa è la Sicilia che hanno voluto i nostri politici e questa è
la Sicilia che vogliamo e dobbiamo combattere. Mezza Sicilia
Bisogna spiegare ai siciliani perchè chi vive in Sardegna ha la pensa come noi ed a questa Sicilia vogliamo rivolgerci,
sconti incredibili sui biglietti aerei e navali da e per il pacatamente e pronti al dialogo, non per continuare a sognare
Continente, mentre in Sicilia siamo costretti a pagare gli stessi ma finalmente per vincere!
voli Low-Cost più che nel resto d'Italia. Unione Siciliana

LA COLPA E’... DEI COMPLICI


La colpa è dei Siciliani. Il Nord non avrebbe mai potuto saccheggiare la Sicilia nel modo
in cui l’ha saccheggiata, se non avesse trovato qui, nell’Isola, dei complici. Dei complici
che hanno sempre tradito gli interessi della Sicilia. Dei complici. Ieri, Oggi. Sempre.
Giuseppe Garretto - (Realtà Siciliana - 1960)

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La parola segreta del Vespro siciliano


(Segue dalla pagina 1)

vastissima e segreta congiura, baronale e popolare allo stesso tempo, che portò alla generale insurrezione del
Vespro, cui partecipò tutta l’isola, tranne il piccolo castello ennese di Sperlinga – perché lì i Francesi dominatori si
erano comportati umanamente – sicché si disse che "Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit", come ancora si
legge scolpito nella porta interna del castello.

Per riconoscersi tra di loro i congiurati siciliani avevano una loro parola d’ordine che suonava "ANTUDO"; e che fu
scritta, a Vespro avvenuto, anche sulla bandiera giallo-rossa degli insorti, formata diagonalmente con la bandiera
gialla di Palermo e con quella rossa di Corleone, che fu inaugurata il 3 aprile 1282, con atto pubblico rogato dal Santi Correnti
notaio Benedetto da Palermo.

L’esistenza storica di questa parola è quindi fuori discussione; ed essa è stata adoperata per indicare lo spirito di
libertà dei Siciliani, anche nel 1943, quando, durante l’invasione angloamericana dell’isola, come testimoniano Santi Correnti,
autorevolmente tanto l’on. Prof. Andrea Finocchiaro Aprile, capo e fondatore del MIS (Movimento per nato a Riposto nel 1924,
l’Indipendenza della Sicilia), nel suo pubblico discorso tenuto a Partinico (Palermo) il 20 agosto del 1944; quanto lo è uno dei più conosciuti
studioso siciliano Francesco Paternò Castello, Duca di Càrcaci (a pag. 37 del suo libro IL MIS, edito a Palermo nel storici siciliani, autore
1977), per cui "gli indipendentisti siciliani si presentavano agli avamposti angloamericani che occupavano la Sicilia di oltre cento opere
nel 1943, sventolando la bandiera siciliana recante scritto il fatidico motto del Vespro "ANTUDO". sulla storia della Sicilia.
Dal 1970 al 1996
Ma che significa ANTUDO? In effetti, si tratta di un "acronimo", cioè di una parola formata dalle iniziali di altre è stato professore di
parole (come quando, per esempio, noi diciamo FIAT, in realtà noi pronunziamo le iniziali delle quattro parole
Storia moderna nella
"Fabbrica Italiana Automobili Torino"); e questo acronimo deriva dalle iniziali di tre parole latine, ed indica tutto
l’ardore combattivo e lo sdegno antifrancese dei Siciliani del tempo, e significa "Il coraggio è il tuo signore", e quindi Facoltà di Magistero
"Ribellati ai Francesi!", perché ANTUDO deriva dalle lettere iniziali delle tre parole latine "Animus Tuus Dominus", da dell'Università di
cui risulta formata la parola d’ordine segreta del Vespro siciliano. Catania.
Il suo nome è legato,
Del resto la storia è piena di acronimi. A cominciare dall’acronimo "SPQR" di Roma, che significava "Senatus da oltre quarant'anni,
Populusque Romanus" ed indicava il governo di Roma; e passando all’"INRI" dei cristiani ("Iesus Nazarenus Rex a libri, grazie ai quali
Iudeorum"), per arrivare al "FERT" dei Savoia ("Fortitudo Eius Rhodum Tenuit" di Amedeo V il Grande del 1310; o, ha sempre offerto ai
secondo altri, "Foemina Est Ruina Tua" di Amedeo VI il Conte Verde, per una sua focosa passione per una lettori "un quadro della
gentildonna del 1364); o al motto austriaco "AEIOU", che secondo alcuni significherebbe "Austriae Est Imperare Orbi
Sicilia tra i più completi
Universo", cioè che "All’Austria tocca di regnare su tutto il mondo", e secondo altri, invece, "Austria Erit in Orbe
Ultima", cioè che "l’Austria diventerà l’ultima nazione del mondo"; il motto siciliano "ANTUDO non sfigura
e interessanti scritti
storicamente rispetto agli altri acronimi, e dimostra luminosamente l’indomito coraggio e la fierezza costituzionale del finora", che egli ha
popolo siciliano, affermati decisamente col Vespro del 30 marzo 1282, che liberò l’Isola da una insopportabile voluto scrivere e
oppressione, restituendole l’agognata e meritata libertà. pubblicare per “la
valorizzazione morale”
Santi Correnti della terra natia.

L’ISOLA
Quindicinale di cultura, politica, informazione
della diaspora siciliana
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Editore: L’ALTRA SICILIA –Antudo
Bvd.de Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles

L’ISOLALIBRI

Luciano Salera—Garibaldi, Fauché e i Predatori del Regno del Sud


2006, 8°, pp. 546, ill. - Euro 30,00
a vera storia dei piroscafi Piemonte e Lombardo nella spedizione dei Mille. Dalla ricostruzione
L dettagliata delle circostanze che portarono all'acquisizione dei vapori "Lombardo" e
"Piemonte" attraverso Giambattista Fauché, procuratore ed amministratore della società marittima
Rubattino, in questa sua opera di esordio, l'Autore ricostruisce i misteri della spedizione dei Mille.
Rapporti e relazioni poco note di parte borbonica in possesso dell'Ufficio Storico dell'Esercito,
memorialistica ormai rara, sono le parti di scarsa diffusione cui si rivolge questo lavoro scritto,
senza fame mistero, con l'intento polemico se non di abbattere almeno dissacrare tutti quei falsi
miti, quelle interessate agiografie, quelle autocelebrazioni storiografiche - quelle bugie, insomma -
che hanno alimentato la spedizione di Garibaldi, contribuendo in un secolo e mezzo a costruire
l'intoccabilità del Risorgimento con le innumerevoli menzogne sulla fine del Regno delle Due
Sicilie. 

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MADE IN ITALY
L
e icone rappresentano l'identità di un popolo. Per quanto Dall'altro lato la storia degli etruschi viene sempre
possa sembrare irrazionale, l'icona è un oggetto capace rappresentata avvolta da una qualche nebbia che impedisce di
di racchiudere in sé l'intera vicenda di una civiltà. E tanta vederci chiaro e lascia intatte le ipotesi creazioniste che
più energia sprigiona l'icona quanto più essa è vicina all'evento postulano una lamarckiana autogenerazione sull'italico suolo.
che rappresenta, sia storicamente che stilisticamente.
Attribuendo la statua agli etruschi, si vuole creare un nesso tra
Tutti certamente ricordano il trambusto che ci fu intorno alla le due civiltà (etrusca e latina) e assegnare un'origine
datazione della Sacra Sindone qualche anno fa, quando atei e autoctona a tutto quello che c'è di buono nel bel paese (al
“laici” di ogni sorta poterono gridare di gioia quando si scoprì contrario, ad esempio, di quanto si fa con la mafia,
essere di più recente fattura rispetto ai circa duemila anni sino fantasiosamente siciliana e di origine araba).
quel momento attribuiti alla reliquia.
Certo qualche dubbio sorge spontaneo, visto che nella realtà
Una delle icone più forti dell'italianità e della continuità (almeno dei fatti è sin troppo ovvio che gli etruschi,o meglio la loro
ideale) esistente tra la Roma antica e quella moderna nel civiltà, si estinse a causa dell'espansione romana. Se gli
segno dell'unità politica della penisola italiana è rappresentata etruschi davvero hanno forgiato quella statua, sarebbe come
dalla Lupa Capitolina, la famosa statua bronzea se i siculi avessero scolpito la Nike di Samotracia o gli indiani
rappresentante la leggenda della nascita di Roma e conservata d'America prodotto i film di John Wayne.
ai musei capitolini.
Ed infatti recenti studi hanno confermato ciò che molti
Il più forte connotato dell'icona in esame è anche in questo sospettavano, e cioè che la lupa etrusca fosse di origine
caso il periodo in cui essa fu creata: l'opera viene infatti datata medioevale, anche perchè la tecnica con la quale è stata fusa
al V secolo avanti cristo e, per motivi stilistici, considerata di (a cera persa con un solo getto, per i tecnici) è tipicamente
fattura etrusca. Il significato di tale attribuzione risiede nel medioevale.
bisogno di assicurare origini totalmente italiche al grande faro
di civiltà che la nazione a forma di stivale rappresenta. E sì, questa nazione che ha usurpato il nome di Italia per quasi
150 anni sembra proprio avere una faccia di bronzo: dalla
Gli studi sul passato dei popoli che abitano la moderna Italia si commedia dei mille sino alla recente farsa delle liberalizzazioni
dirigono sempre verso le stesse direzioni, con una ripetitività di vero c'è solo il dolore di chi continua a vedere i propri
noiosa ed a tratti ossessiva. E' così ad esempio che gli studi congiunti morire per niente. Nel frattempo la decenza dovrebbe
sul passato dei siciliani sono tutti protesi a scoprire da dove imporre almeno che la statua venga rimossa dalla sua attuale
proveniva questo o quel popolo, anche a costo di scadere collocazione in mezzo ad opere del periodo classico, se non
nell'idiozia, come nel caso della guida della Sicilia della altro per evitare che un falso ideologico così clamoroso, una
Mondadori dove si sostiene che “la storia della Sicilia ha un volta scoperto, possa continuare ad essere perpetrato a danno
aspetto principale (...): è una storia non siciliana, non generata di ignari turisti.
internamente dall'isola ma sempre imposta dall'esterno. Anche
i Sicani, gli Elimi e i Siculi (...) provenivano da fuori (...).” L’Abate Vella

Le autorità siciliane spendono


miliardi per fare conoscere
i nostri prodotti all’estero
dimenticando che le comunità
siciliane all’estero conoscono i
prodotti tipici siciliani, li cercano,
li trovano, li mangiano, li amano.

Questi prodotti rappresentano uno


dei ricordi più potenti, insieme al
paesaggio di Sicilia, che le nostre
comunità si sono lasciate dietro le
spalle con nostalgia.

ACCATTA

SICILIANU !

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L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 1 – 1 / 15 giugno 2007 Page 8

Pi na Sicilia siciliana (1)


Li Vinti punti di la Carta di li Rivinnicazioni di lu Pòpulu Sicilianu

1 (Unu) N’Autonomìa Pattizia e Cunfidirali 4 (Quattru) Di sustegnu di lu Stivali a centru di


l’integrazioni euromiditerrania
L ’Autonomìa chi avi la Sicilia ‘un è na cuncissioni dû
Statu Talianu. È na cunquista, accanzata cû sangu
di li Siciliani di na vota e pi chistu nun si po tuccari senza O ggi la Sicilia è ‘u funnu di l’Italia. Nuàutri pinzamu
ca ‘un c’è spiranza pâ Sicilia sidhu ‘un’a mittemu ô
la vuluntà di tutti li Siciliani stissi. centru dû Miditirraniu in tutti ‘i senzi: cu l’autostrati dû
‘U Statutu è un pattu ntra la Sicilia e l’Italia comu si fussi mari, cu la sedi di organismi europei pi la cullaburazioni
un trattatu ntra du’ Pòpuli. chî Paesi chi s’affàccianu ntô stissu nostru mari, cu la
‘U Statutu c’avemu difinisci la Sicilia comu “Rigiuni”, ma, criazioni di na cumpagnìa aeria e di un aeroportu
sidhu si va â sustanza, stabilisci ca la Sicilia è un Statu veramenti ntirnaziunali e così via. Si l’Italia voli
attaccatu a l’Italia cu na Cunfidirazioni. c’arristamu italiani n’av’a ajutari e ‘un n’avi a scippari
Ora nuàutri âm’a canciari ‘u Statutu sulu pi diri chiù chistu chi pi nuàutri è un rolu naturali.
chiaramenti ssi princìpi, cioè l’âm’a mèttiri ‘n-pratica.
5 (Cincu) Li nzignamenti Siciliani a la Scola
2 (Dui) Appricazioni cumpreta di l’Autonomìa

L a Sicilia di oggi è pòvira picchì lu Statutu arristò lìttira


morta.
S
1.
enza scola ‘un c’è identità. Â Scola nostra s’ànnu a
nzignari, almenu:
la Storia Siciliana, cu particulari attenzioni a
Avemu st’Autonomìa: facèmula fruttari! chidha dû Regnu di Sicilia e di la civiltati Siciliota;
Liggèmuni ‘u Statutu artìculu p’artìculu e videmu zoccu si 2. la Cultura Siciliana: littiratura, arti, musica, tiatru, e
po fari pi fari chiù granni e chiù bedha sta Nostra Terra. tanti àutri ricchizzi c’avemu e chi ni vonnu fari scurdari;
Ma poi, chì signìfica st’autonomìa? 3. la Lingua, chidha nostra: Un Pòpulu è persu –
Signìfica, nnâ sustanza, tri cosi: comu dicìa ‘u maistru Buttitta – persu pi sempri sulu
1. Autonomìa ligislativa: nna quasi tutti ‘i campi la quannu ci lèvanu ‘a lingua;
Sicilia po fari zoccu voli, pi sissant’anni ‘un a’ fattu nenti, 4. lu Dirittu Sicilianu e, in particulari, ‘u Statutu: ‘i
arrivò ‘u mumentu d’accuminciari a travagghiari; citatini Siciliani ànn’a èssiri nzignati ê valuri di
2. Dèlega di l’amministrazioni (tutta l’Autonomìa di quannu sunnu picciridhi.
l’amministrazioni) di lu Statu Talianu ‘n-Sicilia: ‘n-pratica,
tranni l’esèrcitu e la magistratura, dhi pochi cosi c’un 6 (Sei) Na tilivisioni siciliana
fùssiru autònomi, lo Statu ci l’aviss’ a dari macari ê
Siciliani p’amministralli sicunnu li liggi naziunali, dannu
però disposizioni su comu s’avìssiru a cumpurtari;
3. Autonomìa fiscali e finanziaria: tranni pochi tassi e
A l’època d’oggi ‘a genti penza sempri chiù spissu
comu senti diri a la TV. Nun putemu fari un discursu
d’emancipazioni dâ Sicilia e poi ogni jornu ‘a tilivisioni
pochi cuntributi la Sicilia si putissi mmintari un sistema taliana ni fa ‘u lavaggiu di cirivedhu chî fissarìi c’âm’a
tributariu pi fatti so e chista fussi la nostra chiù granni taliari.
possibilità di dari un travaghiu a li nostri fighii e na Pi chistu, lassannu stari la Tilivisioni taliana, âm’a criari
spiranza pû nostru futuru. na nostra TV, macari usannu li tecchinologìi di oggi (lu
digitali tirrestri suprattuttu).
3 (Tri) Li sìmbuli di l’identitati Stamu accuminciannu cu la radiu e poi semu sicuri ca câ
tilivisioni sarrà chiù fàcili parrari a li genti, fari sèntiri ‘u

S i semu un Statu, si semu na Nazioni – macari si


junciuti nna na Nazioni e un Statu chiù granni,
l’Italia – avemu bisognu di sìmbuli chi dìcinu ô Pòpulu
sicilianu comu lingua viva e addifènniri la nostra
identitati.

Sicilianu ogni jornu ca semu na cumunità pulìtica. 7 (Setti) Un sviluppu econòmicu a livedhu di
‘U discursu fussi longu, ma, almenu, âm’a ricurdari ca: l’Europa
1. vulemu ca ‘a Rigiuni si chiamassi Statu o Statu
rigiunali di Sicilia;
2. vulemu ‘u nostru Stemma, chidhu cu l’àcula riali
chi fu dû Regnu di Sicilia, ‘a nostra Bannera, ‘u nostru
N uàutri dicemu basta cu l’arritratizza di la Sicilia!
Semu stanchi d’èssiri sempri l’ùrtimi o quasi
l’ùrtimi.
Innu; Nun putemu cca falla longa, ma dicemu p’accurzari ca
3. vulemu ‘i nostri festi nazionali: lu 15 maju, Festa vulemu c’u rèdditu mediu dû sicilianu av’a èssiri comu a
di l’Autonomìa, lu 31 marzu, Festa di lu Vespru, lu 2 chidhu talianu e ca na chissa ‘un av’a èssiri grazi ê
nuvèmmiru, la Festa di li Murticedhi; trasferimenti dû Continenti ma cu na Sicilia chi pruduci e
4. Vulemu lu Sicilianu comu lingua ufficiali, e chi è ricca pî fatti so.
putìssimu cuntinuari... Grazi pi l’attenzioni - (1. - Continua)

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