L’Espressionismo è un movimento artistico sviluppatosi in Europa tra il 1905 ed
il 1925. Gli artisti appartenenti a questa corrente vogliono portare la loro
interiorità direttamente sulla tela, senza alcun filtro.
I temi sono solitamente di critica sociale: le contraddizioni politiche e della guerra, la perdita di ideali e la lotta di classe, l’industrializzazione che investì troppo rapidamente l’Europa. Per quanto riguarda lo stile, vengono banditi la prospettiva ed il chiaroscuro; i colori sono violenti, spregiudicati ed istintivi, le forme sommarie, i modellati angolosi, la linea di contorno molto marcata; l’artista è libero di dipingere in base al sentire interiore, abbandonando gli inutili formalismi dell’arte precedente. Molti di questi aspetti vennero ripresi dai Fauves (Francia, 1905-1908), che tuttavia difettano dei temi di angoscia esistenziale e critica nei confronti della società.
Tra i precursori possiamo trovare Van Gogh (Olanda), considerato il primo espressionista, il quale sottolinea le sue emozioni con colori forti e pennellate violente; Ensor (tra Belgio e Francia), che rappresenta simbolicamente l’ipocrisia del potere attraverso la caricatura e la pittura grottesca, rifiutando le norme accademiche e utilizzando espressivamente il colore; Munch (Norvegia), che oltre alla critica sociale esprime la sua angoscia esistenziale attraverso simbolismo, forme e colori antinaturalistici, toni scuri o violenti, pennellate frammentate.
L’Espressionismo tedesco si manifestò nel gruppo Die Brucke (Dresda, 1905- 1911). Essi non solo rispecchiano sia i temi che i caratteri stilistici del movimento, ma li rielaborano in un contesto più ampio che comprende anche riferimenti al gotico e al barocco, riutilizzando le tecniche ed i materiali della tradizione popolare tedesca. Ad esempio Kirchner, uno dei principali esponenti, riesce a fondere nella sua arte le incisioni tedesche del ‘500, l’arte primitiva, le stampe giapponesi, l’espressionismo coloristico di Gauguin e quello psicologico di Munch. Le sue opere hanno forme spigolose, quasi geometriche; i colori sono acidi e il simbolismo si riferisce soprattutto alla degenerazione morale ed all’inaridirsi dei sentimenti umani.
In Austria gli esponenti principali sono Kokoschka e Schiele; il primo oltre ad usare il colore in modo espressionistico e rendere i corpi così spigolosi che sembrano quasi sbozzati dalla roccia, progetta anche la composizione in modo geometrico (esagoni, rombi, cerchi); l’artista proietta al di fuori di sé le sue passioni e le angosce. Similmente Schiele proietta autobiograficamente le sue esperienze interiori ed i turbamenti più profondi sui personaggi, ponendoli in posizioni anticonvenzionali; anche i suoi paesaggi riflettono il disorientamento dell’artista, apprezzabile tramite l’incertezza dei contorni e l’instabilità degli edifici.