Sei sulla pagina 1di 1

Gli indiani Il popolo extraeuropeo dalla storia musicale più varia ed estesa.

Il sistema musicale, risalente al II


sec. a.C. si basa su un gran numero di scale. Comune a tutte le scale è l’ottava, divisa, come nel sistema
occidentale, in toni e semitoni. Ma l’organizzazione di tale scala è molto complessa in quanto ogni intervallo
è diviso in 2, 3 o 4 srutis o elementi (in tutto 22). Questo sistema consente un gran numero di scale modali.
Il modo è detto ragas (colore, stato d’animo) e ve ne sono diverse migliaia. Gli strumenti più usati: cimbali e
tamburi (tra cui il tabla, tamburo doppio in ottone e legno), flauti e il vina, strumento a corde pizzicate con
un plettro. Lo strumento ad arco più importante è il sarangi a 4 corde, tozzo e quadrato. TESI III: La musica
dei greci e dei romani L’eredità della musica greca L’elemento di continuità tra musica ellenica e musica
colta europea è il sistema teorico greco, precursore del sistema diatonico. Altro aspetto comune tra il canto
greco e il primo canto cristiano è l’aspetto puramente monodico. I trattati Sviluppavano con approccio
matematico soprattutto il problema della suddivisione dell’ottava e la teoria degli intervalli. La tradizione
vuole che i primi trattati furono scritti (non pervenuti) da Pitagora di Samo (sec. VI a.C.). A lui si fa risalire
l’adozione del monocordo per definire i rapporti tra intervalli grazie alla lunghezza di una corda.
Storicamente la trattatistica greca ebbe origine nel III sec. a.C. con Aristosseno di Taranto, discepolo di
Aristotele, che scrisse gli Elementa Harmonica e gli Elementa Rhytmica. La nostra conoscenza della teoria
musica greca si basa, oltre che su Aristosseno, anche sui suoi seguaci, gli “armonisti”: Euclide (III sec. a.C.),
Plutarco (I-II sec. d.C), Tolomeo (II sec. d.C.), Quintiliano (II sec. d.C.), Alipio (IV sec. d.C.), la cui Introduzione
alla musica contiene le tavole per trascrivere le musiche greche a noi pervenute.

Potrebbero piacerti anche