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Le musiche Una ventina di brani sparsi scritti su pietra o papiro.

Frammenti di tragedie, 2 inni delfici in


onore di Apollo, l’epitaffio di Sicilo, 3 inni di Mesomede di Creta (II sec. d.C.). Lo scarso numero di
frammenti musicali rispetto a quelli letterari indica che la musica era tradizione orale. La musica si svolgeva
sulla base di nuclei melodici detti nomoi (norma, legge) La notazione L’esistenza di una notazione, presente
dal IV sec. a.C. non contraddice la condizione di documento orale di un brano. Essa era usata dal musicista
per uso privato, non come mezzo di comunicazione. Vi erano 2 tipi di notazione, una vocale (lettere
dell’alfabeto) e una strumentale (segni forse fenici) Il canto e gli strumenti Il canto poteva essere corale
all’unisono (corodia) o solistico (monodia). Forme della lirica corale furono il peana in onore di Apollo, il
ditirambo in onore di Dionisio, l’imeneo (canto di nozze), il trenos (canto funebre), il partenio (cori di
fanciulle), e inni in onore di dei e uomini illustri. La monodia fu adottata nella poesia dorica e ionica. Gli
strumenti: Lira o cetra, strumento sacro ad Apollo, di varie dimensioni (la magadis era la più grande) prima
di 4, poi di 7 corde. Aulo, strumento a fiato ad ancia doppia simile ad un oboe, importato dalla Frigia, era
sacro a Dionisio

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