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Il numero 8 di Arté contiene una articolata testimo-


nianza delle diverse terapie espressive (drammaterapia,
danzamovimentoterapia, arteterapia, musicoterapia).
Il primo articolo, Susana Pendizk, descrive un’interes-
sante ed esaustivo modello metodologico in Dramma-
terapia (il modello delle 6 chiavi). Nel contributo suc-
cessivo Vincenzo Puxeddu ci offre una riflessione sulla
ditoria
Chiara Salza, di seguito, riferisce di un progetto di arte-
terapia dove emerge la dimensione umana e relazionale.
L’approccio musicoterapico è affrontato in due contributi.
Alicia Isabella Gibelli presenta un’esperienza corale in-
cludente pazienti psichiatrici e ricca di qualità integra-
tive. Maria Santonocito descrive l’evolversi di un grup-
po di musicoterapia condotto all’interno di un centro
danzamovimentoterapia (DMT), partendo dalla pro- diurno psichiatrico.
pria personale esperienza formativa ed esistenziale.
Anche lo scritto di Marialena Tamino è dedicato alla
DMT; l’autrice affronta il tema della seduzione, impli- Gerardo Manarolo
citamente presente nelle terapie espressive.
Ulteriore esperienza di DMT è quella descritta da Ele-
na Cerruto, relativa ad un percorso decennale condot-
to presso un Centro Semiresidenziale rivolto ad utenza
psichiatrica.
Michele Daghero tratta il contesto proprio dell’artete-
rapia presentando un intervento clinico, rivolto a sog-
getti disabili, ma altresì ricco di ricadute formative per
gli operatori coinvolti.

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mariosomm somm 04 Il modello delle 6 chiavi come strumento d’intervento in dramma terapia
SUSANA PENDIZK
17 Uomini e DanzaMovimentoTerapia
VINCENZO PUXEDDU
24 Arteterapia per il ritardo mentale e formazione
alla facilitazione delle attività artistico-espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
MICHELE DAGHERO
34 La seduzione della danzamovimentoterapia
MARIALENA TAMINO
37 Le signore Rosetta ed Emilia: un incontro sorprendente
CHIARA SALZA
42 Il coro come esperienza di socializzazione
ALICIA ISABELLA GIBELLI
45 Il suono dentro: un percorso di musicoterapia di gruppo in un Centro diurno psichiatrico
MARIA SANTONOCITO
50 CRA e Danzamovimentoterapia: 10 anni di follia
ELENA CERRUTO

60 Recensioni ar-té
61 Notiziario ar-té

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Il modello delle 6 chiavi


come strumento d’intervento in dramma terapia*
4 SUSANA PENDIZK PHD, RDT, Theatre Studies Department, Hebrew University of Jerusalem, Israele

Tra tutte le isole di una certa gradevolezza, con cui gli attori trascendono verso il regno del- tare storie o tecniche gestuali possono essere La figura 1 offre una panoramica del modello:
l’Isola-che-non-c’è è la più accogliente e la l’immaginario. Non tanto per il gusto di aggiun- considerate valide forme della realtà dram- ogni chiave affronta un particolare aspetto della
più compatta; non è grande e disordinata, gere un nome in più, ma forse per invocarne matica. Di fatto, la realtà drammatica può realtà drammatica.
sapete, con noiose distanze tra un’avventura uno che possa aiutare di più a chiarire il concet- prendere la forma di qualsiasi attività lungo il for
ma

{
e l’altra, ma è tutta ben concentrata to, potremmo dire che la realtà drammatica po- paradigma EPR (personificazione-proiezione-
1
in poco spazio. Quando di giorno si gioca trebbe essere chiamata l’Isola-che-non-c’è perché ruolo) come definito da Jennings (1998, 2004). passaggi
all’Isola-che-non-c’è, con le sedie e la tovaglia, è precisamente in quell’isola che l’immaginazione La personificazione include attività corporee
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essa non fa per nulla paura, ma nei due minuti

{
diventa manifesta nel qui e ora. E davvero come e sensoriali; la proiezione comprende tutte le

fuori dalla rd
meta-realtà qualità
prima di andare a dormire diventa quasi reale. la leggendaria Isola di Barrie, la realtà dramma- tecniche proiettive, dai “mondi in miniatura”
Ecco perché ci sono le lampade per la notte. tica è un luogo di trasformazione, cambiamento a pittura, marionette, immaginazione attiva
5 3
J.M. Barrie, Peter Pan e crescita personale. etc. Il ruolo si riferisce prima di tutto alla rap- ruoli e
risposte
presentazione e al lavoro scenico. Concettual- personaggi
4
Il modello delle 6 chiavi ■ mente, i confini della realtà drammatica pos- trama,

{
temi
Introduzione ■ Nello stesso modo in cui il transfert costituisce un sono essere delineati in accordo con la Figura 1
o
La realtà drammatica è riconosciuta come uno indice di progresso e uno strumento principale di nozione di Shechner (1988) delle sette attività te nut
strumento terapeutico fondamentale dalla mag- con
trattamento nella psicoterapia dinamica (Jones, performative (teatro, musica, danza, gioco li-
gior parte dei drammaterapisti (tra gli altri: Blat- 1963; Yalom, 1975), la realtà drammatica può es- bero, giochi di regole, rito, e sport) che hanno Le prime due chiavi sono vitali per lo sviluppo del
ner&Blatner,1988; Duggan&Grainger, 1997; sere vista come la bussola che guida la pratica la capacità di manifestare un mondo dentro processo drammaterapeutico dal momento che
Jenkyns, 1996; Jennings, 1998; Johnson, 1991, della drammaterapia: è un fattore terapeutico un mondo. In sintesi: per essere definita come hanno a che fare con la stessa esistenza e le funzio-
2000; Jones, 1996; Lahad, 2000; Moreno, 1987; primario, necessario per lavorare in modo effica- realtà drammatica, un’esperienza immagina- ni di base della realtà drammatica - senza la quale
Pendzik, 2006, 2008). La possibilità di creare uno ce con la drammaterapia (Pendzik, 2006). ria richiede che alcuni suoi aspetti siano in- nessuna drammaterapia può avere luogo. Queste
spazio dove l’immaginario diventa tangibile è al Tenendo presente che tutto il lavoro drammate- carnati nel mondo reale (Pendzik, 2006). chiavi riguardano innanzitutto la forma. Tendono
cuore di qualsiasi approccio drammaterapeutico. rapeutico richiede un viaggio nella realtà dram- Il modello delle sei chiavi esamina sei parametri a essere in relazione con le domande sul “come”:
Tutti i metodi e le tecniche impiegate dai dram- matica, sembra del tutto naturale che i sistemi di fondamentali della realtà drammatica, intorno vie di accesso, modi di migliorare la realtà dram-
materapisti - inclusi gioco, lavoro sul personaggio, valutazione e i metodi di intervento valutino i ai quali il processo della drammaterapia tende a matica, questioni di stile. La seconda coppia di
improvvisazione, storie, metafore, marionette, progressi terapeutici, considerino i cambiamenti gravitare. Complessivamente, questi parametri chiavi è connessa ai contenuti della realtà dram-
maschere - mirano a “scaricare” il regno dell’im- e definiscano gli obiettivi in termini di realtà comprendono una mappa della realtà dramma- matica: esamina “chi” e “cosa” la occupa. La
maginario e a dargli una forma materiale nella drammatica. Su questa idea è costruito il mo- tica e dei suoi dintorni, offrendo un quadro del- quinta e la sesta chiave contemplano eventi che
realtà drammatica. La realtà drammatica è un dello delle 6 chiavi. lo stato dei fatti (valutazione iniziale), indicando accadono al di fuori della realtà drammatica: esa-
luogo a metà strada tra il regno soggettivo del- In questo contesto, la realtà drammatica è a le direzioni di intervento (trattamento) e valu- minano le reazioni delle persone all’esperienza, e
l’immaginazione e il mondo concreto della realtà. grandi linee definita come la manifestazione del- tando il progresso (valutazione finale). In un ar- cosa non è stato detto o rimane “tra le righe”.
Il concetto è stato battezzato con una varietà di l’immaginazione nel qui e ora. Questa operazio- ticolo precedente (Pendzik, 2003), ho introdotto Il modello può essere usato per ricapitolare una
nomi; tuttavia tutti hanno indicato un’idea simi- ne può essere fatta in varie forme - di cui la mes- il modello come metodo di valutazione iniziale. singola sessione o per creare un profilo di un in-
le, che concorda con la visione di Winnicotst sa in scena teatrale è solo un modo. La parola In questo scritto rivedo brevemente questa in- dividuo o un gruppo. Il drammaterapista rico-
(1971) di spazio potenziale come luogo naturale “drammatica” non deve essere fuorviante: la sto formazione e la sviluppo per presentare il suo struisce il processo scrivendo le sue impressioni
della terapia, e con la definizione di Stanislavski usando nel suo senso etimologico (dal greco: utilizzo come strumento di intervento e per of- su ogni chiave, basate sull’osservazione soggetti-
(1936) di come se come meccanismo consapevole azione, fare). Di conseguenza, metodi per inven- frire spunti di lavoro in ogni chiave. va. Questa semplice procedura di solito illumina
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Il modello delle 6 chiavi


come strumento d’intervento in dramma terapia
6 SUSANA PENDIZK
una o due chiavi “critiche” - quelle in cui l’inter- Idee di intervento nella prima chiave: menti diventa futile, e il significato dei contenu- drammatica: una qualità abbastanza buona
vento sarebbe più importante. Le chiavi sono facilitare la transizione/creazione di confini ti esplorati in esso è perso. Se non è sentito co- precede considerazioni di stile. Comunque, in-
pensate come un tutto interconnesso e dinami- a) Stabilire rituali di ingresso/uscita dalla realtà me un’esperienza attendibile, gli individui po- dipendentemente da quanto abbastanza buona
co, così che un intervento fatto su una chiave ha drammatica. trebbero percepire che il loro stare nella realtà possa essere la realtà drammatica, un intervento
puntualmente un impatto sulle altre. b) Fornire chiare strutture per il processo di en- drammatica è inadeguato o irrilevante (“solo in questa chiave può essere richiesto nell’aspetto
roling (assumere un ruolo) e de-roling (ab- per finta”, “roba da bambini”). Questo non so- stilistico. Di conseguenza, ci sono due tipi di in-
Prima chiave - passaggi ■ bandonare un ruolo) (per es. cantare una lo aumenta la loro resistenza a partecipare, ma tervento in questa chiave: uno che è legato al
Ci sono tanti modi per andare nell’Isola-che- canzone per entrare, “scuoterla via” quando anche indebolisce la loro abilità a creare un miglioramento e all’accrescimento della qualità
non-c’è, tanti quanto le persone o i gruppi. L’i- si torna indietro). mondo drammatico dove i contenuti possono della realtà drammatica; l’altro legato alla varia-
sola può essere raggiunta con cavalli volanti, c) Creare spazi separati per interazioni fuori e essere esplorati in sicurezza ed elaborati. Per zione e allo sviluppo dello stile.
chiudendo gli occhi, o con un po’ di semplice dentro la realtà drammatica, qualcosa di si- dirla con la terminologia di Winnicott (1971), la Questa chiave è critica quando la realtà dram-
magia. Alcune persone (in particolare i bambi- mile alle linee della “stuoia blu” di Cattanach qualità richiede la creazione di un livello “ab- matica sembra caotica, superficiale o stereotipa-
ni) riescono a tuffarsi subito dentro la realtà (1992), uno spazio portatile sicuro che defini- bastanza buono” di realtà drammatica (vedi ta, è noiosa, iterativa, o è scollegata dalle emo-
drammatica, mentre altri hanno bisogno di ri- sce i confini dell’area di gioco. schema sotto). In questo senso, la qualità si rife- zioni. Nello stile, la criticità si presenta come
scaldamento e di una guida. d) Creare livelli di passaggio: stabilire uno “stop risce alla capacità di un individuo o gruppo di motivi ripetuti, forme ricorrenti, o uso inefficace
I modi particolari con cui gli individui entrano di transizione” tra la realtà drammatica e il stabilire un come se che sia abbastanza credibile di generi (come quando la realtà drammatica
ed escono dalla realtà drammatica è importante mondo quotidiano. Per esempio, allestire una per poterci lavorare. inevitabilmente finisce per essere un melodram-
in drammaterapia. Le osservazioni in questa “spazio di editing” dove i clienti possono sta- Il secondo aspetto della qualità è associato allo ma, una caricatura, una tragedia, etc).
chiave includono: la relazione tra le due realtà, re sulla soglia della realtà drammatica per fa- stile o modo che la realtà drammatica assume:
l’abilità o la difficoltà che una persona o un re commenti come osservatori, come creatori esamina gli attributi e le caratteristiche specifi- Alcuni indicatori di una qualità abbastanza buona
gruppo sperimenta quando è invitato ad andare (autori e registi) che discutono quello che vo- che del mondo drammatico creato. Questo può di realtà drammatica
oltre la realtà quotidiana - e ritornarci - e i modi gliono vedere. Uno stop di transizione po- includere particolari caratteristiche, come il rit-
per facilitare il passaggio. I disturbi in questa trebbe semplicemente essere marcato piaz- mo lento, euforico, pieno di colpi di scena; o i 1. Una buona distanza estetica: le persone sono coinvolte emoti-
vamente ma capaci di osservare e riconoscere il “come se”.
chiave potrebbero rivelarsi come blocchi dello zando sedie sulla soglia dell’area nella quale generi: video-clip, animazione, commedia, tea-
sviluppo, scarse funzioni dell’io, questioni inter- ha luogo la realtà drammatica. tro dell’assurdo, fiaba, e così via. 2. Un giusto livello di concentrazione e coinvolgimento.
personali, problemi transizionali, traumi o resi- e) Prendere consapevolezza dei modi dell’EPR Forse questi due aspetti della chiave qualità pos- 3. Il flusso è dinamico e costante; la permanenza nella realtà
stenze alla terapia. Questa chiave è di solito per- (personificazione-proiezione- ruolo) che pos- sono essere chiariti se li confrontiamo con l’atto drammatica è stabile.
cepita come critica quando: sono facilitare il progredire del passaggio. di guidare l’auto: un aspetto del guidare concer- 4. La realtà drammatica è appropriatamente condivisa con gli
altri - non messa in scena esclusivamente in solitudine.
1. Le persone richiedono molta assistenza nella f) Trovare quale forma artistica (disegno, scrit- ne l’essere un buon guidatore; l’altro è che ogni
messa in atto della transizione (in ambedue le tura, story-telling, etc.) è adatta a facilitare la persona ha un suo modo di guidare, che costi- 5. Le offerte del drammaterapista o degli altri membri sono
prese in considerazione (non viste sempre come intromis-
direzioni); transizione per questa particolare perso- tuisce il suo stile di guida. Lo stile di guida di un sioni).
2. Il passaggio non è propriamente compiuto (le na/gruppo. individuo può avere un impatto sul suo essere
6. Una certa quantità di piacere estetico (anche se i contenuti
persone si muovono costantemente dentro e un guidatore abbastanza buono (per esempio, se sono difficili, la persona sembra trarre piacere dal creare su
fuori la realtà drammatica); Seconda chiave - qualità ■ il suo stile è troppo azzardato); tuttavia lo stile è di essi).
3. I confini tra le realtà non sono chiaramente Questa chiave implica due aspetti: innanzitutto, anche indipendente dal requisito di essere un 7. L’azione segue alcune forme di coerenza interna - non è del
differenziati (le persone mostrano confusione per essere efficace, un viaggio nella realtà dram- buon guidatore. Così i due aspetti sono connes- tutto caotica, insulsa o instabile.
tra l’immaginario e la realtà). matica deve essere vissuto come vivo e reale: altri- si, ma autonomi. Lo stesso si applica alla realtà 8. L’azione non è percepita come noiosa o emotivamente mi-
nacciosa né per il terapista né per il cliente.
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Il modello delle 6 chiavi


come strumento d’intervento in dramma terapia
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Idee di intervento nella seconda chiave: riguardano le funzioni della realtà drammatica: naggi: creare per loro una storia personale, al futuro - un tempo nel quale il personaggio
migliorare o variare la qualità attore, direttore, pubblico, etc. I personaggi si ri- costruire la loro casa, un profilo di cosa a loro dovrebbe interpretare un diverso ruolo.
a) Usare strumenti teatrali per influire sulla qua- feriscono a ruoli incarnati: Peter Pan, Wendy o piace/non piace, un quadro della loro prima g) Focalizzarsi su personaggi repressi facendo in
lità: soliloquio, azione non verbale, espressio- Capitan Uncino - anche se non necessariamente infanzia, scrivere un’analisi del personaggio, modo che la loro prospettiva sia ascoltata.
ne gestuale, esagerazione o amplificazione, ri- personaggi inventati. Un personaggio di solito ha intervistare i personaggi, etc. h) Come nella chiave precedente, cambiare i
petere la frase con diverse intonazioni, etc. diversi ruoli. Per esempio, Peter Pan è l’eterno b) Creare il personaggio a partire da un ruolo ruoli di pubblico, attore, e regista tra terapi-
b) Usare strumenti cinematografici per influire bambino, la guida per i bambini dell’Isola, il ne- attraverso la sua personalizzazione - come nel sta e cliente per sviluppare il suo senso di es-
sulla qualità: zoom, grandangolo, rallentato- mico numero uno di Capitan Uncino; Wendy è metodo degli eight step di Landy (1993, 2000). sere autore della propria vita, acquisire nuo-
re, veloce, flashback, framing, immagine fissa. la sorella più grande, una madre per i Bambini c) Trasformare sentimenti opposti o ambivalen- ve prospettive sulle situazioni, etc.
c) Modificare la distanza estetica: trasformare un Perduti, una cantastorie, e così via. Così può ac- ti in personaggi antagonisti.
racconto personale in una storia inventata; cadere che la realtà drammatica creata da un d) Espandere il repertorio di ruoli introducendo- Quarta chiave - Trama. Conflitti,
cambiare ruoli; cambiare il modo EPR (per bambino includa un leone, un topo, un poliziotto ne di nuovi e necessari - come nella nozione temi e altro ancora ■
esempio, da dimensio- chiamato Sam, Tom e di Landy (2000) di ruolo/controruolo/guida. Mentre la chiave precedente è legata a una spe-
ni reali a miniatura) o sua madre; tuttavia tutti e) Espandere il repertorio di ruoli invertendo i cifica categoria di contenuti (ruoli/personaggi),
A VOLTE LA PROFUSIONE DI PERSONAGGI
la forma d’arte impie- NON IMPLICA UNA RICCHEZZA NEL REPERTORIO questi personaggi gioca- ruoli (per esempio, facendo interpretare alla questa include contenuti in un senso più ampio:
gata (dallo story-tel- DI RUOLI. IN QUESTO CASO, È RICHIESTO no sostanzialmente solo persona il ruolo del suo antagonista, come trama, temi, conflitti, complessi, simboli, temi,
ling alla scultura). UN INTERVENTO PER AIUTARE I PERSONAGGI due ruoli: la vittima e nello psicodramma). etc. I contenuti della realtà drammatica possono
d) Elaborare i contenuti A INTERPRETARE ANCHE ALTRI RUOLI l’aggressore. A volte la f) Muovere dal ruolo di un personaggio predo- essere visti come le immagini di un caleidosco-
come un genere. (Per profusione di personaggi minante ad uno complementare o ad un sot- pio: prendono una diversa forma a seconda del-
esempio: “Se questa esperienza fosse un film, non implica una ricchezza nel repertorio di ruoli. toruolo che questo personaggio potrebbe as- la cornice filosofica dalla quale uno li guarda.
che genere di film sarebbe?). Tradurre i conte- In questo caso, è richiesto un intervento per aiu- sumere, per esempio portandolo dal passato Di conseguenza, questa chiave si interseca con il
nuti in un altro genere (“Proviamo a presentare tare i personaggi a interpretare anche altri ruoli.
questo sogno come un’antica parabola cinese”). Esiste una vasta letteratura sul concetto di ruolo
e) Cambiare la posizione del drammaterapista e in drammaterapia (Blatner, 1988; Duggan &
del cliente in relazione alla realtà drammatica Grainger, 1997; Emunah, 1994; Jennings, 1998;
(da attore a regista o a spettatore). Questo può Jones, 1996, per menzionarne solo alcuni). In
essere ottenuto cambiando le tecniche: per particolare Landy (1993, 1996, 1997, 2000) ha
esempio, dalle developmental transformations sviluppato il concetto in profondità e offre diver-
di Johnson (1991, 2000), al playback theatre o si metodi di intervento in questa chiave. Di più,
risonanze drammatiche, dove il cliente gioca il diverse tecniche sul lavoro sul personaggio che
ruolo del pubblico (Pendzik, 2008). arrivano dal teatro costituiscono una ricca fonte
di idee di intervento.
Terza chiave - ruoli e personaggi ■
Il modello delle sei chiavi distingue tra ruoli e Idee di intervento per la terza chiave:
personaggi. I ruoli si riferiscono a un livello più sviluppare un sistema di ruoli e personaggi
archetipico - come la Madre, il Bambino, l’Ag- flessibile
gressore, la Vittima, etc. Include anche ruoli che a) Usare tecniche teatrali per sviluppare i perso-
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Il modello delle 6 chiavi


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particolare approccio psicoterapeutico abbrac- in lavori di fantasia (per es. un film, una fia- menti, etc. La risposta non deve essere necessa- matica. Qui la principale strategia di intervento
ciato dal drammaterapista. ba, etc.) riamente elaborata e verbale: un bambino può è portare i contenuti dentro la realtà drammati-
Il mio personale orientamento è influenzato dai c) Usare strumenti letterari per elaborare espe- solo dire, “È stato divertente...!” o la vitalità del ca, così che possano essere elaborati.
metodi narrativi e letterari, tanto quanto dagli rienze personali: descrizione, metafora, ri- suo sorriso può dire questo per lui. Detta o non
approcci femministi, esistenziali e junghiani; ma, etc. detta, una risposta di solito c’è; e come Johnson Idee di intervento nella quinta chiave:
quindi le mie idee di intervento in questa parola d) Usare tecniche narrative per far avanzare la (1981) fa notare, l’atteggiamento delle persone portare il censore alla ribalta/incoraggiare
chiave derivano da questi contesti teorici: cerco storia. (Per esempio “Un eroe può solo fallire verso la propria performance nella realtà dram- la critica utile
modi di raccontare esperienze, portare avanti la due volte; la terza volta dovrebbe farcela”). matica può riflettere la loro visione di se stessi e a) Assicurarsi di avere tempo a sufficienza per ela-
trama, decostruire e cambiare la narrativa uffi- e) Aiutare a stabilire un contesto nel quale posso- della propria posizione nel mondo reale. Così, borare l’esperienza. Recuperare il problema,
ciale, incoraggiare discorsi alternativi, trovare no essere espressi alternative soppresse, discor- questa è la chiave dove i giudizi di valore vengono invitare ad affrontarlo ancora una volta nella
metafore curative, connettere esperienze perso- si (per es., una Radio Pirata che trasmette idee creati e perpetuati. Inoltre, qui è dove la capacità realtà drammatica. (Questo diventa un tema
nali ai miti universali e alle storie, etc. (Camp- non convenzionali o rivoluzionarie). terapeutica della dram- che può essere esplorato
bell, 1972; Cox & Theilgaard, 1987; Gersie, f) Lavorare con il genere: elaborare un’espe- materapia è valutata - attraverso una delle idee
1997; Wehr, 1988; White & Epston, 1990). rienza come un genere; usare gli attributi di affermata o scartata. TALVOLTA, LE PERSONE SEMBRANO IMPEGNATE presentate nella quarta
La maggior parte delle persone (di sicuro gli genere come significati per far avanzare la Questa chiave è critica NELLA REALTÀ DRAMMATICA, MA QUANDO NE SONO chiave: “L’ultima volta
FUORI COMMENTANO SU DI ESSA CON SARCASMO,
adulti) di solito viene in terapia con in mente storia (per es., “Il tuo Eroe non può morire quando il viaggio nella O NEGANO IL LORO COINVOLGIMENTO EMOTIVO sei sembrato molto col-
problemi, temi e conflitti specifici. Così c’è sem- qui, perché la trama si bloccherebbe troppo realtà drammatica è pito da quello che abbia-
pre una certa criticità in questa parola chiave. presto; o se lo fa, qualcosa deve succedere do- minimizzato o rifiutato mo fatto, e invece oggi ti
Un invito a portare questi contenuti nella realtà po la morte...”). Cambiare i generi. dal cliente al suo ritorno. Talvolta, le persone sembra inutile. È una sequenza che conosci
drammatica è sempre un buon punto d’inizio g) Viaggiare su metafore appropriate - trovare sembrano impegnate nella realtà drammatica, già? Come la chiameresti?”
come intervento. Sebbene le chiavi siano nel modi concreti per esprimerle e permettere lo- ma quando ne sono fuori commentano su di es- b) Allestire un gioco che porta il severo Critico a
complesso interconnesse, sembra esserci un ro di schiudersi e trasformarsi. sa con sarcasmo, o negano il loro coinvolgimen- partecipare nella realtà drammatica. Per
particolare legame tra la seconda chiave (quali- h) Usare storie universali per legare esperienze to emotivo. In generale, una criticità in questa esempio, invitare il cliente a valutare cosa è
tà) e la quarta: un giusto cambiamento nella o problemi personali con simboli collettivi chiave non può essere riconosciuta al primo in- stato fatto nella realtà drammatica: “In una
qualità della realtà drammatica tende a portare (Vedi Gersie & King, 1990; Gersie, 1991, contro, ma diventa chiara nelle sessioni successi- scala da 1 a 10 (1 = insignificante, 10 = molto
avanti la trama, liberare problemi bloccati, ri- 1997; Lahad, 2000). ve. Occasionalmente la risposta delle persone significativo) come classificheresti quello che
velare conflitti nascosti, e così via. Comunque, durante la sessione è positiva; tuttavia in un tem- abbiamo fatto in questa seduta?”
un intervento diretto in questa chiave è richie- Quinta chiave: risposta alla realtà po successivo riferiscono che il loro lavoro nella c) Portare l’atteggiamento ipercritico nella real-
sto quando c’è un tema opprimente, o un con- drammatica ■ realtà drammatica era “inutile”. Questo potreb- tà drammatica, trasformandolo in un perso-
flitto imminente. Al ritorno dall’Isola-che-non-c’è, la prima cosa be indicare che le persone trovano difficoltà nel naggio, e sviluppandolo come nella terza
che dice il piccolo Michele è: “Voglio vedere pa- tradurre esiti positivi conseguiti nella realtà chiave, usando il lavoro sul personaggio. “Im-
Idee di intervento nella quarta chiave: pà”; poi aggiunge con evidente disappunto, drammatica in risultati nella vita reale. In molti magina che questi commenti sarcastici siano
guarire la storia “Non è così grande come il pirata che ho ucciso” casi, questo è connesso alla presenza di una figu- detti da un personaggio, come apparirebbe?
a) Aiutare i clienti a “mettere in storia” la loro (Peter Pan, p. 169). ra interna critica che è tacitamente “seduta nel Che tipo di voce avrebbe?”
esperienza: dividere la storia in scene princi- Il ritorno dalla realtà drammatica - proprio come pubblico”, e che invalida il processo terapeutico. d) Creare un’immagine visiva del censore; fare
pali; trovarle un titolo, etc. quando si torna a casa da un viaggio - suscita di Sia la quinta che la sesta chiave si riferiscono ai tre cambiamenti desiderati su di lui.
b) Tradurre le esperienze personali o i problemi frequente commenti, reazioni, pensieri, senti- fatti che avvengono al di fuori della realtà dram- e) Trovare chi potrebbe essere l’antagonista del
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Il modello delle 6 chiavi


come strumento d’intervento in dramma terapia
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censore e svilupparlo come un personaggio evento nazionale, una tensione sociale, o anche Idee di intervento nella sesta chiave: timentale o sessuale nella sua vita. Era sola e
(come la nozione di controruolo in Landy). influenze climatiche. liberare il sottotesto dalla meta-realtà piena di risentimento, e soffriva di un basso li-
f) Trovare un appropriato lavoro immaginativo Una criticità in questa chiave può essere perce- Ci sono due modalità principali di intervento in vello di autostima. Si vestiva in modo molto for-
che risuoni con il critico interno del cliente, e pita nella forma di intuizioni o vaghi sentimenti, questa chiave, che concordano con i due livelli male e rigido, e sembrava incapace di rilassarsi
lavorarci. che hanno quasi una qualità immateriale. di realtà: nei suoi abiti.
Quando questi sono riconosciuti in uno dei ca- 1) Trovare strade per permettere ai contenuti di Nella nostra prima seduta, mi parlò della sua
Sesta chiave: il sottotesto e nali di comunicazione, la loro influenza nasco- emergere nella realtà drammatica: rabbia per la famiglia, e dei suoi sentimenti di
la meta realtà ■ sta viene dissipata e apre la strada a un lavoro a) Usare gli approcci di distanza estetica (per es. isolamento e inadeguatezza. Si lamentò che nes-
Questa chiave è molto sfuggente, come i suoi terapeutico significativo. È solo quando la con- usare opere letterarie o teatrali che risuonano suno aveva mai mostrato alcun rispetto per lei o
contenuti sono in linea di massima non elabora- sapevolezza è negata in entrambi i livelli che con il tema, creare storie di fantasia); l’avesse amata. Mentre parlava, cominciava a
ti, elusivi, e spesso inesprimibili. Il sottotesto è questi contenuti possono depositarsi come sotto- b) Usare tecniche che attivano la funzione della piangere, e continuava a parlare mentre sin-
ciò che giace sotto al testo, che non può esser testo. Per esempio un bambino può non parlare parte destra del cervello (muoversi o disegna- ghiozzava disperatamente per il resto dell’incon-
detto o fatto, che è velato e solo indirettamente direttamente dell’esperienza di abuso al suo te- re con gli occhi chiusi, guidati dalle immagi- tro. Alla fine, disse che si sentiva “molto meglio”;
espresso. Secondo Cuddon (1991), si riferisce ad rapista; tuttavia, se il problema emerge nella ni, etc.); parlammo delle persone con cui aveva una buo-
aspetti di un testo che sembrano marginali, ac- realtà drammatica, può essere considerato dal c) Introdurre il problema attraverso un inter- na connessione emotiva, e le chiesi di portare per
cennati o ambigui. Nel- drammaterapista come vento del terapeuta nella realtà drammatica: la prossima volta una lista di queste persone.
la drammaterapia, il te- un testo che richiede in- prendere un ruolo che dia voce ad esso in Nella sessione successiva, non portò la lista; inve-
sto può essere raccolto LA META-REALTÀ È IL LUOGO CHE NUTRE terventi nella quarta scena. ce, voleva parlare di qualcosa che era successo al
TUTTI I CONTENUTI CHE NON POSSONO ESSERE
da due fonti: l’incontro CONVOGLIATI ATTRAVERSO I CANALI APERTI chiave (tema). D’altro 2) Riproporre i contenuti al di fuori della realtà lavoro con i suoi colleghi. Iniziò la solita scena:
terapeutico (realtà quo- canto se il bambino non drammatica non appena richiamò la situazione, cominciò a
tidiana) e il come se (real- porta il problema né a) Parlare del problema con il cliente, come si fa piangere mentre parlava, e versò lacrime in mo-
tà drammatica). Questi operano come due ca- nella normale interazione con il terapista né nel- nella psicoterapia verbale; do inconsolabile per l’intera seduta. A questo
nali paralleli del qui e ora in costante e aperta la realtà drammatica, è probabile che questo b) Riproporre il problema in supervisione: la punto realizzai che era quasi impossibile per me
interazione. Esiste un flusso di contenuti dall’u- contenuto crei un sottotesto. Un terapista sensi- meta-realtà di solito cambia forma quando interporre qualsiasi cosa: mi sentii limitata nella
no all’altro, così che di solito i testi che non pos- bile avrebbe presto la sensazione che “qualcosa viene elaborata. Questo non è solo dovuto a mia capacità di intervento: qualsiasi consiglio
sono essere articolati nella realtà ordinaria tro- legato all’abuso è presente”, anche se non può possibili processi controtransferali, ma anche provassi a dare urtava contro un muro di rabbia
vano espressione in quella drammatica. spiegare il perché. al fatto che la consapevolezza e la lucidità da e lacrime. Mi sentii inutile come drammaterapi-
Comunque, in certe situazioni, il flusso è bloc- È importante notare che questa chiave non è parte del terapista contribuiscono a portare sta, in quanto Marta non permetteva incursioni
cato, generando così un meta-livello di sottote- sempre in opera nella drammaterapia. Avere alla luce temi sottointesi. nella realtà drammatica. Mi chiesi se questo sche-
sto. La meta-realtà è il luogo che nutre tutti i due livelli di uscita permette di trovare per molti ma fosse legato alla sua precedente esperienza in
contenuti che non possono essere convogliati at- contenuti la loro via nella realtà drammatica - Caso-esempio ■ terapia e mi domandai se (come il suo precedente
traverso i canali aperti. Questo è il livello al qua- che è il luogo più flessibile e tollerabile per espri- Marta (nome fittizio) mi è stata inviata dal suo terapista) fossi anch’io incapace di aiutarla.
le operano transfert e contro-transfert. Inoltre, mere l’inesprimibile. Tuttavia, quando il sottote- precedente psicoanalista, dopo più di due anni La terza volta, Marta iniziò subito a lamentarsi
questa chiave non riguarda solo i processi di sto è intrappolato nella meta-realtà, tutte le altre di inutile cura. Donna single sulla quarantina, del gruppo di persone della Chiesa di cui faceva
transfert: altri fattori intangibili possono essere chiavi non funzionano nel modo giusto. Allora Marta era una cattolica devota che viveva con parte. Non appena mi accorsi che lo schema si
al lavoro in un incontro terapeutico, toccando le diventa una priorità per il drammaterapista in- la sua famiglia di origine, lavorava come segre- ripeteva, la interruppi e tirai fuori le mie rifles-
persone in modo sottile e impreciso - come un tervenire direttamente in questa chiave. taria, e non aveva mai avuto una relazione sen- sioni sulla seduta precedente. (Sesta chiave: ri-
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Il modello delle 6 chiavi


come strumento d’intervento in dramma terapia
14 SUSANA PENDIZK
lanciare-raccogliere i contenuti al di fuori della (seconda chiave: alternare lo stile: dal personale al parlare gentilmente di lei”. E Marta aggiunse “Il Conclusione ■
realtà drammatica). Le dissi che avevo sentito fantastico, dall’attore all’autore). Per tutte le altra suo Angelo Custode”. Il caso di Marta esemplifica il modo in cui i
che la mia capacità di usare le mie competenze sessioni lavorammo sulla storia - per mezzo di nar- Trovare l’Angelo Custode (terza chiave: introdur- processi di drammaterapia sono inestricabil-
come drammaterapista con lei era limitata. Le razione, dramma, scrittura creativa, etc. In ogni re personaggi necessari) fu una importante svolta mente legati alla realtà drammatica, eviden-
parlai di come lavora un drammaterapista, e le esempio, il mio criterio guida per scegliere la for- terapeutica. Tra le altre cose, l’esplorazione di ziando la necessità di osservare tutti gli aspetti
chiesi se volesse provare. Marta mi guardò ab- ma era usarne una che aiutasse a sostenere un li- questo personaggio richiese di trovare un giusto che la riguardano per essere sincronizzati col rit-
bastanza sorpresa, ma fu d’accordo. vello abbastanza buono di realtà drammatica. equipaggiamento per lui, e la creazione di una mo della terapia.
L’ingresso nella realtà drammatica fu fatto attra- Quando questo fu gradualmente ottenuto, il fo- sceneggiatura. Personificare l’Angelo Custode fu Il progresso terapeutico di Marta fu riflesso dalle
verso un lavoro proiettivo: usando il concetto di cus dei miei interventi si spostò alla quarta chia- un’esperienza emotiva forte per Marta, poiché trasformazioni nella sua gestione della realtà
Moreno (1987) di atomo sociale, le chiesi di dise- ve: portare avanti la trama. La donna nella sto- l’Angelo espresse molto dolore, ma anche tene- drammatica: il suo ingresso in essa segnò un cam-
gnare le sue relazioni sociali significative su un ria aveva tentato di liberarsi dal Vecchio rezza e compassione verso la donna della storia. biamento da un comportamento disperato e au-
foglio (prima chiave: trovare la forma EPR che fa- Brontolone più volte. Ogni volta che provava, Poi le scrisse una lettera, todistruttivo, verso un’a-
ciliti il passaggio). Poiché Marta aveva numerose c’era un senso catartico di entusiasmo e speran- dalla quale Marta creò pertura e un contatto
NEL CASO DI MARTA, È CHIARO CHE LA SUA
lamentele per le persone che la facevano soffrire, za; comunque, ogni volta falliva ancora. Per una serie di asserzioni ESPOSIZIONE ALLE POSSIBILITÀ OFFERTE DALLA interpersonale. Quando
la invitai a sezionare la sua parte piena di risenti- esempio, a un certo punto Marta decise di fare su se stessa, che portò REALTÀ DRAMMATICA HA COSTITUITO UNA la sua capacità di abita-
mento e a descriverla come se fosse un personag- qualcosa di buono per se stessa, come “compra- con sé nella borsetta. FORZA TERAPEUTICA DI PRIMARIA IMPORTANZA re il come se iniziò ad
gio (terza chiave: tradurre i sentimenti in perso- re nuovi vestiti”. (Questa scena era stata esplora- Insieme al progresso espandersi, lei cominciò
naggi). Durante le poche sessioni successive ta in modo drammatico: seconda chiave: cambiare sul piano della realtà drammatica, c’erano al- a sperimentare il suo potenziale creativo come
esplorammo questo personaggio: lo intervistam- i modi di EPR - dalla proiezione alla personificazio- cuni cambiamenti evidenti nella vita di Mar- una vera forza. Il cambiamento nella qualità/stile
mo, lo chiamammo “il vecchio brontolone”, e ne). All’inizio era molto felice per il suo nuovo ta: acquistò nuovi vestiti, partecipò a una serie della realtà drammatica (dalla storia personale a
scrivemmo il copione del personaggio: “la tua vi- look, ma dopo poco “realizzò che si sentiva orri- di laboratori, cominciò a uscire con un uomo, quella di fantasia) le ha fornito la distanza esteti-
ta è piatta, non varrai mai niente...” bile e grassa e nessuno l’amava”. Dopo un paio e a parlare di vivere da sola. Il processo tera- ca necessaria per esplorare nuove possibilità e
Sebbene l’impegno di Marta nel partecipare nella di inutili tentativi, dissi a Marta che una fiaba peutico andò avanti per altri pochi mesi, nei rompere con un vecchio e inutile schema. La
realtà drammatica avesse segnato una soglia nel poteva girare in tondo solo per un paio di volte, quali fummo capaci di occuparci di problemi mia scelta del genere della fiaba fu un intervento
processo terapeutico, la perché è la natura delle legati al corpo, agli schemi di comunicazione, terapeutico finalizzato a infondere speranza e un
qualità della realtà dram- storie come questa tro- e alla storia familiare, a un livello di profondi- fascino magico nel racconto di Marta - che ten-
IN OGNI ESEMPIO, IL MIO CRITERIO GUIDA
matica che lei creava era PER SCEGLIERE LA FORMA ERA USARNE UNA vare infine una svolta tà che differiva in modo significativo dalla ste- deva a presentare la vita come un fallimento pre-
fragile: ne usciva troppo CHE AIUTASSE A SOSTENERE UN LIVELLO (quarta chiave: usare gli rile discussione sui sentimenti un cui Marta determinato e inesorabile. Inoltre, il caso di Mar-
facilmente, segnalando ABBASTANZA BUONO DI REALTÀ DRAMMATICA attributi del genere per era impegnata quando era venuta la prima ta illustra come gli interventi nelle chiavi della
una criticità nella secon- portare avanti la trama). volta. Nel caso di Marta, è chiaro che la sua forma (prima e seconda) possano influenzare i
da chiave. Per migliorare la qualità, suggerii di Parlammo della differenza tra storie e vita, ci ac- esposizione alle possibilità offerte dalla realtà contenuti che il cliente porta nel setting terapeuti-
creare insieme una storia su una donna che viveva cordammo per lavorare sul “migliorare la sto- drammatica ha costituito una forza terapeuti- co, supportando cosi l’idea che le scelte estetiche
sotto il controllo di un “Vecchio Brontolone”. Co- ria”. Presi la guida della narrazione dicendo che ca di primaria importanza. L’uso del Modello possano avere implicazioni terapeutiche.
minciai il racconto raccogliendo il materiale che “sebbene la donna si sentisse persa perché non delle sei chiavi ha supportato la mia compren- I processi di dramma terapia sono stratificati e
avevamo esplorato finora, alla maniera di una fia- aveva trovato nessuno che le dicesse qualcosa di sione di come il suo processo si sviluppava, ed complessi: richiedono che il terapista sia subito
ba. Continuammo la storia a turno passandoci “il buono, c’era di fatto un essere nell’immenso uni- è stato una guida che mi ha accompagnato at- attivo e in allerta nei diversi piani di realtà; in
bastone parlante” (metodo dei nativi americani) verso, che l’amava teneramente e che poteva traverso questo lavoro. più, richiedono interventi a livello di forma,
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Il modello delle 6 chiavi Uomini e


come strumento d’intervento in dramma terapia DanzaMovimentoTerapia
16 SUSANA PENDIZK Presidente APID, Direttore della Scuola di Formazione in Danza Movimento Terapia Integrata® VINCENZO PUXEDDU 17
contenuto e fatti che accadono al di fuori della psicoterapia, e di conseguenza diverse prospet- Danza e DanzaMovimentoTerapia (DMT) ■ e ai pregiudizi che la cultura occidentale porta con
realtà drammatica. Il modello delle 6 chiavi è tive e vari modi di fare drammaterapia posso- Parlare del mio essere uomo nella DMT è qual- sé: il balletto classico è infatti l’immagine che più
uno strumento pratico che funziona come una no essere incorporati. cosa di profondamente radicato nel mio incon- frequentemente le persone associano alla parola
mappa di lavoro, che permette al terapista di tro con la danza. Avevo forse 7-8 anni quando Danza e la danzatrice classica con la sua grazia, la
fare un’indagine sui processi di drammaterapia Ringraziamenti ■ accompagnavo mia sorella, più grande di due an- sua leggerezza, la sua femminilità ne è la protago-
e strutturare il lavoro terapeutico. Presentando Vorrei ringraziare la drammaterapista Galila ni, alle lezioni di danza classica... ma “la danza nista. Solo in un secondo tempo altre forme e altri
un quadro generale della situazione, il modello Oren, M.A. per le sue preziose annotazioni al classica, si sa... è per le bambine!” stili di danza si fanno spazio nella nostra mente, co-
segnala per ogni chiave dove gli interventi tera- manoscritto. ■ Ho iniziato lo studio della danza a 19 anni, la mia me ad esempio le danze tradizionali ove spesso gli
peutici possono essere più efficaci. Dal mo- fidanzata mi aveva convinto ad iscrivermi ad un uomini hanno un ruolo di protagonisti. Tutto que-
mento che ogni chiave tocca un differente corso di Danza Contem- sto incide nel nostro im-
aspetto della drammaterapia, il modello si in- * Traduzione di Cristina Morosi con la colla- poranea per principianti LA PRATICA DELLA DANZA SI CONFRONTA maginario e nella perce-
terseca con altri approcci di drammaterapia e borazione di Salvo Pitruzzella e da allora non ho mai IMMEDIATAMENTE CON DEGLI ELEMENTI zione di questa disciplina
smesso di ballare... ricor- LEGATI ALL’IDENTITÀ DI GENERE E AI PREGIUDIZI in generale.
do ancora il profondo CHE LA CULTURA OCCIDENTALE PORTA CON SÉ George Balanchine, ri-
BI Barrie J.M., (1995) {1911). Peter Pan, Surrey, U.K.: Penguin Popular Classics. Johnson D.R., (2000), Developmental transformations: Towards the body
as presence. In Lewis P. and Johnson D.R. (Eds.), Current approaches in drama
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BLIO theory, and practice, New York: Springer.
Blatner A. & Blatner A., (1988), Foundations of psychodrama: History, therapy (pp.87-110), Springfield, IL: Charles C. Thomas. sta intima corrispondenza tra me e il linguaggio diceva “the ballet is woman!” a cui rispondeva
GRA Campbell J., (1972), The hero with a thousand faces, Princeton: Princeton U.P. Jones E., (1963), Treatment of the neuroses: Psychotherapy from rest del movimento, questo piacere che nasce dal Maurice Bejart “the dance is man”: nell’ambito
FIA Cattanach A., (1992), Playtherapy and dramatic play with young children cure to psychoanalysis, New York: Shocken Books.
Jones P., (1996), Drama as therapy: Theatre as living, London: Routledge. muoversi, che diviene possibilità di stare bene della danza teatrale certamente abbiamo assisti-
who have been abused. In S. Jennings (Ed.), Dramatherapy: Theory and practice
2 (pp.137-149), London: Routledge. Lahad M., (2000), Creative supervision, London: Jessica Kingsley. con se stessi, di canalizzare l’energia, di ritrovarsi. to nel corso del novecento attraverso lo sviluppo
Cox M. & Theilgaard A., (1987), Mutative metaphors in psychotherapy, Landy R., (1993), Persona and performance: The meaning of role in Iniziare lo studio della danza professionale a 19 an- della danza moderna e contemporanea ad una
London: Tavistock. drama, therapy, and everyday life, New York: The Guilford Press.
ni, vuol dire “essere in ritardo”, vuol dire lasciare il grande valorizzazione dei danzatori sia uomini
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theory, London: Penguin. being. In R. Landy Essays in dramatherapy: The double life (pp.111-136), London: lavoro, mettere in standby gli studi, stare nella sala che donne, andando progressivamente verso un
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in theatre and therapy, London: Jessica Kingsley. Landy R., (1997), The case of Sam: Application of the taxonomy of roles to
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London: Jessica Kingsley. Lewis P. and Johnson D.R. (Eds.), Current approaches in drama therapy (pp.50-69). siva, il danzatore deve anche fare i conti con le pro- Nell’Accademia Nazionale di Danza a Roma
Springfield, IL: Charles C. Thomas, Moreno J.L., (1987). In J. Fox (Ed.), The prie istanze più profonde, trovare uno spazio e un dove ho studiato e ove insegno attualmente, gli
Gersie A., (1991), Storymaking in bereavement: Dragons fight in the essential Moreno: Writings on psychodrama, group method, and
meadow, London: Jessica Kingsley. spontaneity by J.L. Moreno, New York: springer. tempo speciale per accoglierle... La DMT è stato uomini sono una minoranza, talvolta sono due
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Jenkyns M., (1996), The play's the thing: Exploring text in drama and Pendzik S., (2006), On dramatic reality and its therapeutic function vare il corpo e il movimento come risorsa per ac- classi sono solo femminili e solo nei corsi supe-
therapy, London: Routledge. in drama therapy, Arts in Psychotherapy, 33, 271-280. cogliere la propria interiorità, per attivare un dialo- riori vi sono alcune classi riservate ai ragazzi.
Jennings S., (1998), Introduction to dramatherapy: Theatre and healing, Pendzik S., (2008), Dramatic resonances: A technique of intervention in
London: Jessica Kingsley. drama therapy, supervision, and training, Arts in Psychotherapy, 35, 217-223. go dapprima timido e squisitamente non verbale e Se al danzatore in questi contesti viene accordata
Jennings S., (2004), Creative storytelling with children at risk, Oxon, poi poco per volta più riflessivo e cosciente. una speciale attenzione ed accoglienza, proprio
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New York: Norton.
Courtney (Eds.), Drama in therapy, (Vol. II, pp.13-33), New York: Drama Book
Specialists. Winnicott D.W., (1971), Playing and reality, London: Tavistock. La pratica della danza si confronta immediata- attuale la pratica della danza viene vista più come
Johnson D.R., (1991), Theory and technique of transformation in drama Yalom I., (1975), The theory and practice of group psychotherapy, mente con gli elementi legati all’identità di genere una professione femminile che non maschile.
therapy, Arts in Psychotherapy, 18, 285-300. New York: Basic Books.
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Uomini e
DanzaMovimentoTerapia
18 VINCENZO PUXEDDU
Il grande danzatore russo Rudolf Nouréev rac- sione, di confine più definito, in cui anche il mio tà del corpo e del movimento di significare, di tà dell’individuo o delle sue competenze tecni-
conta in un’intervista, le parole che il padre gli maschile poteva trovare spazio, non in lotta ma comunicare una serie di informazioni, di dare che, bensì della sua possibilità di lasciarsi andare
ha rivolto come risposta alla sua richiesta di in dialogo, con una dimensione più ampia dove forma alle diverse istanze della persona. Mi pa- al flusso del movimento, senza censura, consen-
danzare: “Non è un lavoro per un uomo. Non è elementi più femminili avevano diritto di esiste- re importante sottolineare che il movimento e la tendosi di dare forma coreografica ai propri im-
un lavoro!” re a fianco a quelli maschili. danza hanno anche una componente ricettiva o pulsi e alle proprie istanze.
Certamente oggi c’è più rispetto e più sensibili- Penso che la possibilità di esprimersi attraverso “impressiva” che riguarda, con modalità diver- Penso che queste polarità nell’esperienza del mo-
tà, tuttavia i numeri parlano da soli! l’esperienza del movimento nel setting acco- se, al tempo stesso “il danzatore” e chi lo osser- vimento rappresentino una grande risorsa al ser-
Nel contesto della formazione, la presenza di in- gliente, sicuro e definito della DMT (caratteriz- va. Per comprendere in profondità la ricchezza vizio della scoperta di quella globalità di elemen-
segnanti e coreografi uomini rappresenta certa- zato dalla regola del “non giudizio” e del “se- di questa esperienza, è importante considerare ti maschili e femminili che coesistono all’interno
mente un sostegno importante per chi adole- greto”, aperto alle libere associazioni, ai vissuti che si tratta di due pola- di un’identità di genere
scente si avvia verso questa professione. emotivi vari e contrastanti), sia la base per inte- rità del movimento che definita, come già Freud
...FREUD AMMETTEVA: “NÉ DAL PUNTO DI VISTA
grare elementi personali, parti di sè, nei quali si sviluppano in un con- BIOLOGICO NÉ DA UN PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO, (1985) ammetteva: “né
Essere un danzamovimentoterapeuta trova spazio anche la propria identità di genere. tinuum e che, nella pra- I CARATTERI DI UNO DEI SESSI IN UN INDIVIDUO dal punto di vista biolo-
(dmt) uomo ■ Le dinamiche specifiche dei gruppi nel setting tica della DMT, queste ESCLUDONO QUELLI DELL’ALTRO” gico né da un punto di
Quando ho iniziato il mio training di DMT stu- della DMT Integrata e lo speciale dispositivo diverse componenti si vista psicologico, i carat-
diavo alla Sorbona nella facoltà di Danza, ero l’u- che integra una pratica corporea a dei momenti trovano sempre presenti, anche se in proporzio- teri di uno dei sessi in un individuo escludono
nico uomo del corso, ma di elaborazione attra- ni diverse. Queste diverse modalità di approccio quelli dell’altro”, elementi questi sviluppati da
ricordo, questo non co- NEL CONTESTO DELLA FORMAZIONE, verso la parola e il dise- del movimento possono consentire esperienze Jung (1951) attraverso il concetto di Animus e
stituiva un problema per LA PRESENZA DI INSEGNANTI E COREOGRAFI gno, rappresentano un emotive molto differenti, che possono essere as- Anima: “ciascun uomo porta di sé un’immagine
UOMINI RAPPRESENTA CERTAMENTE
me... come nella danza il UN SOSTEGNO IMPORTANTE PER CHI ADOLESCENTE elemento essenziale nel- sociate a modalità di movimento riconducibili femminile definita. Lo stesso vale per la donna: an-
confronto con le mie col- SI AVVIA VERSO QUESTA PROFESSIONE lo sviluppo delle capaci- maggiormente alla polarità maschile o femmi- ch’essa possiede la sua immagine innata dell’uomo.”
leghe danzatrici e future tà emozionali indivi- nile e ciò va a influenzare le modalità di approc- Come dmt, la dimensione dell’identità di genere
danza terapeute ha rappresentato l’opportunità duali e quindi dell’accesso a una dimensione di cio e di confronto con questo materiale. si inserisce come elemento più specifico all’inter-
per poter percepire similitudini e differenze e coscienza più allargata. Modalità impressive: il soggetto incontra, co- no di quella dimensione di coscienza che carat-
quindi rinforzare gradualmente la dimensione Un altro aspetto in gioco in questo processo di me nell’esperienza delle danze tradizionali, o terizza lo sviluppo del proprio testimone inter-
dell’identità... è vero che l’analisi Laban ci consen- sviluppo e definizione dell’identità personale è dei rituali terapeutici danzati, una danza, un ge- no, il carattere e la qualità della propria presenza
te di cogliere molte sfumature nel proprio profilo rappresentato dalla dimensione espressiva e im- sto, una forma di movimento: questo movimen- nella relazione terapeutica.
di movimento, vi sono modalità più indulgenti o pressivo-recettiva del movimento nella pratica to “si imprime” nel corpo in un processo che
più lottanti, diversi attributi, ma questi non posso- della DMT nei gruppi, come pure nel lavoro in- lungi dall’essere passivo va ad arricchire l’espe- Il dmt, come chi a lui si rivolge, ha una sua sto-
no essere visti rigidamente come patrimonio di dividuale. rienza del soggetto. A partire da questo enuncia- ria, un suo mondo simbolico, una sua dimensio-
un’identità di genere! Sono tuttavia la base per un “La danza e la coreografia sono in relazione con to che gli viene dall’ “altro” può sviluppare una ne emotiva e una sua interpretazione del mon-
confronto ampio con le proprie modalità espressi- tutte le emozioni fondamentali. Le modalità espres- propria enunciazione personale. do e degli eventi che non è neutrale, né
ve, la loro valenza emotiva e la possibilità di con- sive sono al tempo stesso personali e universali” Modalità espressive: l’accento è posto sulla onnipotente. Anzi è proprio in quanto ha un suo
fronto con elementi di polarità e di contrasto. Chodorow (1991). In DMT, il corpo, la danza e componente espressiva del soggetto cioè sulla vissuto emotivo e simbolico che il dmt può com-
Credo che il cogliere in me delle polarità, ele- il movimento in generale sono considerati un possibilità che il suo mondo interno possa mani- prendere ed entrare in relazione con il mondo
menti vari e contrastanti, mi abbia aiutato a far linguaggio. Ma, spesso, l’attenzione si focalizza festarsi attraverso un vocabolario gestuale origi- dell’altro. Comprendere l’altro nella sua alterità
emergere un sentimento di globalità, di connes- sulla componente espressiva, cioè sulla possibili- nale che non è il risultato di uno sforzo di volon- implica lo sforzo di comprendere se stessi. Os-
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Uomini e
DanzaMovimentoTerapia
20 VINCENZO PUXEDDU
servare l’altro che si muove rimanda alla intro- menti di specificità della pratica della DMT da ne da parte dei maschietti ma rappresenti un po’ gazzo che per la prima volta nel gruppo ha par-
spezione di ciò che si prova nel muoversi nello parte di questi professionisti operanti sul territo- per tutti l’opportunità di poter essere in una rela- lato espressamente della problematica della tossi-
stesso contesto e con gli stessi gesti. “L’osservare ri- rio italiano. zione di vicinanza e di scambio sul piano corpo- codipendenza e ciò ha consentito una riflessione
manda al comprendere e il comprendere ad un’au- reo, emotivo ed affettivo con una figura che nella più profonda sul lavoro di movimento. Nella com-
tocomprensione che passa per l’introspezione.” Co- Gli uomini come utenti ■ sua identità di genere richiama la figura paterna pilazione dei questionari di valutazione del per-
me testimone partecipe dell’esperienza dell’altro, Nella mia pratica professionale opero prevalen- spesso non così presente nella dimensione del corso, quelli compilati con maggior completezza
il dmt nell’esperienza dell’osservazione conosce temente nella conduzione di gruppi in ambito gioco del bambino. erano di soggetti maschi. Dalle loro osservazioni
prima di tutto se stesso, le proprie risonanze per- clinico, anche se talvolta, quando la pratica in In particolare ricordo come nel lavoro con i sull’esperienza svolta emergeva uno sviluppo della
sonali e soggettive nella presenza e nel movimen- gruppo non si rivela possibile o efficace, utilizzo bambini di 4 e 5 anni ci fosse il bisogno di speri- percezione corporea, un’ampliamento del voca-
to dell’altro, che evoca in lui immagini, sensazio- un setting individuale, ad esempio nel lavoro mentare, attraverso giochi basati sulla dramma- bolario di movimento ma anche una maggiore
ni, emozioni, le quali sono sostenute dai propri con i bambini autistici. tizzazione di fiabe, l’interazione corporea, ad es. capacità di percepire ed esprimere le proprie
processi proiettivi. In questo ambito ho spesso osservato come la nella fiaba di cappuccetto rosso, il gioco di essere emozioni, e di accogliere la parte di sé più creativa
Nell’incontro con l’altro attraverso l’esperienza dicitura DanzaMovimentoTerapia sia un osta- inseguiti e di acchiappare il lupo (il conduttore). ma talvolta più fragile e sensibile.
dell’empatia kinestesica, il dmt ha l’opportunità colo nel consentire a molti uomini di avvicinarsi Nel lavoro con i bambini autistici la dimensione
di poter incontrare parti dell’altro, e quindi an- a questa pratica, in relazione ai pregiudizi e ai del lavoro ritmico e delle polarità consente di Vorrei infine citare un’esperienza di DMT svol-
che elementi connessi all’identità di genere, di luoghi comuni, di cui abbiamo già accennato, poter sperimentare contrasti sensoriali e di inte- ta in un servizio psichiatrico per pazienti acuti
cogliere le proprie risonanze personali, metten- che vedono la danza associata a prerogative grare in termini corporei modalità lottanti e in- dell’ospedale di Cagliari, in questo caso l’intro-
do a fuoco similitudini e differenze. femminili, a particolari abilità o predisposizioni dulgenti, favorendo tuttavia il processo di identi- duzione del laboratorio di DMT, fortemente
fisiche. Al tempo stesso sono stato molto colpito ficazione con una figura maschile di riferimento. voluto dal personale medico, aveva dapprima
I professionisti dmt in Italia ■ nell’osservare che ogni qual volta le persone ac- In particolare il lavoro incontrato le resistenze
Nelle formazioni per DanzaMovimentoTera- cettano di sperimentare questa pratica, il pre- ritmico nel trattamento IN PARTICOLARE RICORDO COME NEL LAVORO del personale infermie-
peuti la proporzione tra maschi e femmine è si- giudizio lascia spazio ad una partecipazione pie- dell’autismo infantile CON I BAMBINI DI 4 E 5 ANNI CI FOSSE ristico, in particolare
IL BISOGNO DI SPERIMENTARE ATTRAVERSO
mile a quella tra danzatori e danzatrici che vede na da parte degli uomini, senza riserve e spesso consente di sperimenta- degli infermieri uomini,
GIOCHI BASATI SULLA DRAMMATIZZAZIONE
queste ultime in grande maggioranza. Nel regi- molto generosa. re la dinamica “fusio- DI FIABE, L’INTERAZIONE CORPOREA... che con ironia diceva-
stro professionale dei dmt italiani ad esempio su Nel corso della mia pratica professionale ho ne/separazione”, attra- no: “ecco quelli che fan-
circa 300 dmt registrati ed iscritti all’Apid (Asso- spesso avuto degli uomini come clienti, mi viene verso le componenti “materne”, regressive no ballare i pazienti... non so se io oggi potrò par-
ciazione Professionale in mente ad esempio il (fusione) e quelle “paterne” (separazione) asso- tecipare all’attività perché ho dimenticato il tutù e
Italiana Danza Movi- NELLE FORMAZIONI PER lavoro svolto presso le ciate alla regola e alla struttura. le scarpette da ballo!”. Con queste premesse non
mento Terapia) solo 19 DANZAMOVIMENTOTERAPEUTI LA PROPORZIONE scuole elementari in Nel lavoro con i tossicodipendenti, svolto presso avevamo l’aspettativa di vedere partecipare
TRA MASCHI E FEMMINE È SIMILE A QUELLA TRA
sono maschi. Di loro 10 DANZATORI E DANZATRICI CHE VEDE QUESTE programmi di educazio- un centro pubblico specializzato nella riabilita- molti pazienti maschi, viceversa la loro parteci-
hanno seguito un trai- ULTIME IN GRANDE MAGGIORANZA ne alla consapevolezza zione, gli utenti maschi rappresentavano il 50% pazione al gruppo è stata significativa, sia dal
ning il cui responsabile emotiva o di integrazio- dei partecipanti. L’equipe di cura era costituita punto di vista numerico che della qualità della
era un uomo. In Italia su 10 scuole di formazio- ne degli alunni disabili. In quei contesti ma- da un dmt e da due assistenti, un uomo ed una partecipazione. In questo caso, un lavoro di for-
ne accreditate 3 hanno infatti come responsabi- schietti e femminucce si trovavano coinvolti pie- donna. La partecipazione dei maschi è stata la mazione delle diverse figure professionali ope-
le didattico un uomo. namente, con grande entusiasmo. Credo che la più assidua. Tra i risultati più positivi raggiunti, ranti nel reparto e la partecipazione al laborato-
È attualmente in corso una ricerca, attraverso presenza di un conduttore maschio possa facili- abbiamo osservato la dimissione dal servizio da rio anche delle figure mediche, tra cui diversi
interviste, mirata a focalizzare meglio gli ele- tare il processo di identificazione e di emulazio- parte di 2 soggetti maschi. È stato proprio un ra- uomini, ha forse contribuito a sostenere questa
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Uomini e
DanzaMovimentoTerapia
22 VINCENZO PUXEDDU
partecipazione in maniera indiretta. Quel che è di accedere ad un vocabolario di movimento L’esperienza empatica implica la possibilità di della propria complessità identitaria e delle
certo è che non abbiamo raccolto il rifiuto all’at- più articolato anche grazie all’utilizzazione di riconoscere nella propria esperienza ciò che l’al- proprie istanze. Così da favorire l’integrazione
tività motivato da elementi legati alla femminili- tecniche di rispecchiamento, ripetizione e am- tro sente, di valutare la situazione e di poter agi- attraverso il processo creativo di parti meno co-
tà o mascolinità dell’attività, ma viceversa più di plificazione. re di conseguenza; si tratta di mettere insieme nosciute o ri-conosciute, sia nel senso di una
un partecipante ha espresso con molta chiarez- gli elementi comuni e di tollerare le differenze. maggiore sensibilità e ricettività (capacità di in-
za il suo piacere e il suo bisogno di partecipare In conclusione credo che l’identità di genere e Questo processo è attivo anche quando i parti- troversione) che di una capacità di scelta, di
al laboratorio. Il setting di DMT sembrava rap- nello specifico l’essere uomini, sia un elemento colari contenuti emotivi riguardano la dimen- azione e di determinazione (capacità di estro-
presentare uno spazio e un tempo in cui trovare essenziale nella dimensione più generale e com- sione relativa al maschile e al femminile e alla versione). ■
o ritrovare, anche in regime di ricovero ospeda- plessa della propria identità, il dmt nel suo pro- nostra relazione all’identità di genere.
liero, delle proprie parti cesso formativo e di cre- La presenza di un conduttore maschio, consen-
sane e dove potere in- ... LA RELAZIONE TERAPEUTICA RAPPRESENTA scita continua, come te negli utenti maschi e femmine l’attivazione di
contrare se stessi e gli al- UNA PARTICOLARE OPPORTUNITÀ, NELLA QUALE ogni persona, è chiama- processi di transfert connessi alla figura maschi-
tri in una relazione più L’ATTIVAZIONE DEL PROCESSO EMPATICO CONSENTE to a ridefinire la propria le sia in termini di figura paterna, che di ruoli o
[...] UNA CONDIVISIONE DEGLI AFFETTI MA ANCHE
spontanea ed autentica, UNA SEPARAZIONE, UNA DIFFERENZIAZIONE, identità nell’incontro e figure significative per il soggetto. Il dmt nel mo-
al di fuori di pregiudizi UN’ATTENZIONE, ED INFINE UNA CAPACITÀ DI scambio con l’altro; la mento in cui è cosciente di questi processi può
e luoghi comuni. MANTENERE UN PENSIERO TEORICO-OPERATIVO relazione terapeutica favorire un loro orientamento in relazione alle
La presenza di parteci- rappresenta una parti- necessità della persona.
panti uomini ha favorito la proposta di attività colare opportunità, nella quale l’attivazione del Per quel che riguarda gli utenti maschi la figura
caratterizzate da modalità più fighting che da processo empatico consente, come sottolinea S. di un conduttore uomo sembra facilitare il pro-
un lato consentivano agli uomini presenti di Bolognini (2002), una condivisione degli affetti cesso di identificazione con una figura maschi-
confrontarsi con elementi di forza, peso e dire- ma anche una separazione, una differenziazio- le, “sufficientemente buona”, specie nel corso
zionalità a loro più familiari, ma anche ha of- ne, un’attenzione, ed infine una capacità di dell’infanzia e l’adolescenza, e più in generale
ferto all’insieme dei partecipanti la possibilità mantenere un pensiero teorico-operativo. sembra consentire per gli uomini l’accoglienza

Bolognini S., L’empatia psicoanalitica, Boringhieri, Torino, 2002. BI


Chodorow J., Dance therapy and depth psychology: The moving imagination, Routledge, London, 1991. BLIO
Freud S., Trois essais sur la théorie de la sexualité, Gallimard, Paris, 1985. GRA
Jung C.G., Opere, Vol. XVII, par. 338, Boringhieri, Torino, 1991. FIA
Pastori J. P., L’homme et la danse, Office du Livre S.A, Fribourg, Switzerland, 1980.
Puxeddu V., L’Arte di accompagnare: L’osservazione in DanzaMovimentoTerapia Integrata, AR-TÉ, 2, pp. 42-47, ed. Cosmopolis, Torino, 2007.
Puxeddu V., La DMT Integrata nell’approccio del bambino autistico, Psicomotricità, 11, pp. 42-48, 2001.
Puxeddu V., Baraldi A., Camerada V., Lilliu F., Pili P., Turri P., Zedda M.V., Psichiatria e DanzaMovimentoTerapia Integrata®: Un’esperienza presso il Servizio
di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Mirrionis di Cagliari. In Adorisio A. & Garcia M.E. (Eds.), DanzaMovimentoTerapia - Modelli e pratiche nell’esperienza Italiana,
pp. 195-216, Edizioni MAGI, Roma, 2004.
Schott-Billmann F., Primitive expression: An anthropological dance therapy method, The Arts in Psychotherapy, 19, 105-109, 1992.
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Arteterapia per il ritardo mentale e formazione


alla facilitazione delle attività artistico-espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
24 MICHELE DAGHERO Arteterapeuta, Formatore. Apiart, Associazione professionale italiana arteterapeuti

In una recente esperienza l’attività arteterapeutica in settori quali l’insegnamento e la formazione alla relazione. Gerry Prouty (Prouty, 1991) che (1994) e, in modo complementare, dall’Icf
che ho svolto per un gruppo di partecipanti con (Rogers, 1970). ha collaborato con Rogers al progetto Wisconsin (2003) per la valutazione della salute, del funzio-
ritardo mentale medio grave di un Centro d’in- Le “relazioni di aiuto” con il ritardo mentale ispi- (Rogers, 1970), ha elaborato in questo ambito namento e della disabilità, documenti elaborati
contro ha affiancato contestualmente la formazio- rate all’approccio centrato sulla persona hanno una interazione comunicativa basata sullo svilup- entrambi dall’Oms.
ne alla facilitazione delle attività artistico-espressi- come riferimento gli assunti specificati da C. Ro- po del contatto psicologico e della relazione attra- Il corso di formazione si è svolto con una meto-
ve per le assistenti del Centro. gers (Rogers, 1970) come efficaci in una relazio- verso una comunicazione empatica verbale e non dologia attiva e partecipativa proponendo alter-
Il gruppo dei partecipanti era composto da ot- ne per il superamento del disagio psichico e la fa- verbale-prossemica-posturale. nativamente alle assistenti aspetti teorici ed
to utenti di età compresa tra diciannove e tren- cilitazione dello sviluppo personale: contatto Le possibilità di espressione e di comunicazione aspetti esperienziali.
tasei anni, due con diagnosi di autismo. L’atti- psicologico, empatia, considerazione positiva e con attività artistiche espressive non verbali come Gli aspetti teorici sono stati forniti ad ogni in-
vità arteterapeutica e il corso di formazione positiva incondizionata, congruenza, percezio- il disegno, la pittura, la scrittura o il modellaggio contro attraverso:
per le assistenti (cinque) ne anche in misura mi- plastico nelle “relazioni di aiuto” con un approc- a) Parti tematiche di testi
si sono tenuti entrambi L’ATTIVITÀ ARTETERAPEUTICA E IL CORSO DI nima di essi da parte cio centrato sulla persona per utenti con una co- b) Articoli del docente
con un approccio cen- FORMAZIONE PER LE ASSISTENTI (CINQUE) dell’utente/cliente. L’at- municazione verbale carente o interrotta è stata c) Esposizioni didattiche
trato sulla persona. SI SONO TENUTI ENTRAMBI CON UN APPROCCIO tivazione di queste qua- sviluppata progressivamente da Axline V. (1947), La parte esperienziale per le assistenti è stata
L’attività arteterapeuti- CENTRATO SULLA PERSONA lità nella relazione da Rogers N. (1993), Daghero M. (2005, 2009). svolta con:
ca ha riguardato preva- parte degli operatori a) La proposta di alcune tecniche artistico/espres-
lentemente il disegno, la pittura, il modellaggio che sono impegnati in attività con soggetti con Le/gli assistenti come facilitatori nelle sive come l’acquarello, i colori a tempera, i
della creta; sono stati effettuati anche alcuni la- ritardo mentale rappresenta a mio parere una relazioni di aiuto ■ pennarelli e l’utilizzo dei disegni pronti, il dise-
vori con il legno e la carta. ulteriore verifica dei presupposti dell’approccio Il corso per la facilitazione delle attività artisti- gno libero, il modellaggio con la creta, l’utiliz-
Il percorso realizzato complessivamente dagli che considera la fiducia dell’operatore nelle pos- co-espressive cui hanno partecipato le assistenti zo dell’engobbio nella decorazione ceramica.
utenti partecipanti costituisce parte di un’altra sibilità di crescita dell’utente/cliente - per l’effet- del Centro d’incontro è stato impostato in modo b) La facilitazione del lavoro espressivo e artisti-
pubblicazione mentre la descrizione dell’attivi- to ipotizzato della tendenza attualizzante - un che le diverse componenti specificate dalla ri- co degli utenti partecipanti, in presenza del-
tà svolta con uno di loro, Emilio, è stata pre- elemento centrale sia per riconoscere e sostener- cerca sul processo terapeutico con un approccio l’arteterapeuta con le modalità descritte più
sentata in un articolo nel 2009 (Daghero, ne la motivazione, sia nel rendere disponibili e centrato sulla persona, considerato nella sua avanti.
2009). Espongo ora la metodologia formativa facilitare l’accesso alle opportunità espressive e specificità di “relazione di aiuto”, potessero esse- c) La compilazione di schede di autoapprendi-
adottata e numerosi resoconti esperienziali di apprendimento necessarie alla crescita perso- re riconosciute ed elaborate personalmente da mento, attraverso la descrizione di capacità e
delle assistenti. nale del soggetto. ciascuna assistente, secondo la propria modalità limiti, percepiti nel momento presente, degli
e sensibilità. Gli obiettivi delle “relazioni di aiu- utenti in modo indipendente da valutazioni
Riferimenti storici e teorici ■ La facilitazione della comunicazione to” si concretizzano nel promuovere la crescita diagnostiche pregresse.
Sviluppato inizialmente per i clienti consultoria- espressiva e artistica nelle relazioni personale e migliori relazioni del soggetto con il
li che esplicitano la loro richiesta di un aiuto di aiuto con il ritardo mentale e il proprio ambiente di vita, obiettivi che, salva- Una “relazione di aiuto” centrata sulla persona
professionale (Rogers, 1970; Rogers, Kinget, disagio psichico ■ guardando le specifiche aree di intervento pro- e sviluppata tramite le attività artistico-espressi-
1970), l’approccio centrato sulla persona ha poi Le esperienze terapeutiche dell’approccio centra- fessionale, possono essere condivisi dalle/dagli ve comprende:
trovato numerose altre applicazioni con utenti/ to sulla persona con utenti con ritardo mentale e assistenti impegnati in diverse attività di assisten-
clienti che presentano maggiori difficoltà rela- psicotici cronici hanno evidenziato le difficoltà di za e riabilitazione. A) Il contatto
zionali e di contatto (psicotici, disagio psichico, contatto con questi utenti e l’assenza - spesso - di La cornice teorica di riferimento diagnostico è Nel laboratorio/atelier per le attività artistico-
ritardo mentale (Prouty, 1991; Rogers, 1970) e richiesta di aiuto da parte loro come motivazione stata fornita con la descrizione dell’ ICD-10 espressive l’utente può stabilire un contatto psi-
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Arteterapia per il ritardo mentale e formazione


alla facilitazione delle attività artistico espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
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cologico e fenomenologico (io-tu), premessa per C)La considerazione positiva e positiva in- circostanze della vita personale dell’assistente, za “facilitante” degli operatori, rendono possibile
lo svolgersi della relazione, attraverso l’assistente condizionata che possono influenzare il suo stato emotivo intraprendere un percorso nel quale la soggettività
che agevola: È l’atteggiamento di apprezzamento incondiziona- quando nella relazione con l’utente l’assistente di ciascuno - con i diversi gradi di capacità nell’u-
1) La realizzazione delle opere e dei lavori to dell’assistente verso la persona dell’utente, così avverte in sè una incongruenza che non riesce a so dei materiali e delle tecniche espressive - si può
espressivi e artistici che pongono l’utente a come essa si manifesta nel momento presente. I la- modificare - introducendo cambiamenti che riman- manifestare attraverso le opere, semplici o com-
contatto con molteplici aspetti della propria vori realizzati, le prove, gli abbozzi, i cambiamenti gono nel processo della relazione di aiuto - è bene plesse, che vengono realizzate. Esse sono l’espres-
esperienza: ideativa, sensoriale, emozionale, in corso d’opera, sono accettati e riconosciuti: co- che si spieghi (trasparenza) con l’utente/cliente sione di aspetti significativi del sè del soggetto che
cenestetica. stituiscono espressioni e sperimentazioni di sè che chiarendo in modo opportuno la situazione. Per si attualizza nel momento presente. Pensieri, emo-
2) La sua presenza in atelier che facilita l’utente l’utente effettua e il loro riconoscimento e apprez- questo è necessario che l’assistente sia aperto all’e- zioni e sensazioni, attraverso la manifestazione di
nel prendere contatto con l’ambiente fisico, zamento da parte dell’assistente contribuiscono a sperienza che si svolge in lui momento per mo- un’intenzionalità manifesta e con i materiali utiliz-
la situazione, i materiali presenti. far acquisire fiducia e ad aumentare la compren- mento, nel suo processo di consapevolezza durante zati per la produzione delle opere, conducono a
3) La relazione con altri eventuali partecipanti. sione di sè dall’utente/cliente. la relazione di aiuto. un processo formativo di integrazione e di concre-
Il mantenimento di questo atteggiamento - con- ta rappresentazione.
B) L’empatia dizione perché si manifesti significativamente E) La soddisfazione dell’utente/cliente Alcuni dei molti lavori realizzati individualmen-
La comprensione empatica dell’utente, da par- l’empatia - è l’aspetto più impegnativo e talora Come “effetto” della relazione di aiuto questo te dagli utenti:
te dell’assistente, può manifestarsi in atelier in discusso; come realizzarlo riguarda la congruen- aspetto è generalmente indicativo della percezio-
modo partecipativo facilitando la scelta dei sog- za, la dimensione descritta nel punto successivo. ne che il soggetto ha degli atteggiamenti specifi-
getti e dei temi da rappresentare nelle opere, cati sopra, rivolti verso di lei/lui dall’assistente.
con la loro eventuale delucidazione/chiarifica- D)La congruenza, l’autenticità, la trasparenza Numerosi elementi possono contribuirvi: l’esser-
zione verbale, attraverso la collaborazione nella Questa dimensione riguarda l’assistente che, si sentito compreso e accettato, l’aver realizzato
realizzazione delle opere stesse e l’utilizzo dei perché la relazione di aiuto sia efficace, necessita un qualche lavoro, semplice o complesso, l’aver
diversi materiali, attraverso proposte per i lavo- di essere congruente e autentico nei suoi atteg- potuto comunicare aspetti significativi di sè. Nel
ri da eseguire. giamenti verso l’utente: è la sua capacità di ascol- contempo le/gli assistenti possono percepire la
La relazione e l’interazione assistente/utente tare ed elaborare, durante la relazione, il proprio soddisfazione provata dall’utente/cliente attra-
possono svilupparsi in modo molto significativo stato interno. La disponibilità verso l’altro, l’ap- verso una sua maggiore attenzione e coinvolgi-
attraverso la collaborazione che si stabilisce per prezzamento, la comprensione devono essere mento nell’attività, con il raggiungimento in al-
realizzare un lavoro al quale alternativamente - sinceri e non di facciata con sentimenti sotto- cuni momenti di uno stato di maggiore
o talora contemporaneamente - entrambi con- stanti incongrui (Rogers, 1970; Rogers, 1973; distensione, con l’espressione di sentimenti posi-
tribuiscono. Rogers, 1970). Le nozioni di congruenza, auten- tivi (Daghero, 2009).
Lo sviluppo della relazione e, implicitamente, ticità e trasparenza nell’approccio rogersiano in-
della comprensione empatica attraverso modalità cludono le questioni relative al transfert e al con- L’atelier di arteterapia e il laboratorio per le atti-
collaborative cliente-arteterapeuta per la realiz- trotransfert della psicoanalisi (Rogers, 1970). vità artistico espressive con un approccio centrato I resoconti esperienziali
zazione di lavori artistico espressivi in arteterapia Gli atteggiamenti di considerazione positiva e sulla persona consentono ai partecipanti di sce- delle assistenti ■
è anche stato descritto da E. Kramer (1971), da positiva incondizionata non possono essere rea- gliere tra le diverse attività presenti, in genere di- Al termine di ogni incontro con gli utenti le assi-
M. Peciccia che con G. Benedetti ha sviluppato listicamente sempre provati, sia per i comporta- segno, pittura, modellaggio e di svolgerle con un stenti hanno ricevuto una scheda con una o due
il disegno speculare progressivo per la terapia ana- menti del soggetto che talvolta suscitano nell’o- buon grado di autonomia. La sistemazione del- domande relative all’esperienza effettuata da
litica della psicosi (2006), da C. Malchiodi (2009). peratore delusione, rabbia, noia, sia per le l’ambiente fisico, i materiali disponibili, la presen- ciascuna di loro durante l’attività in atelier. Ho
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Arteterapia per il ritardo mentale e formazione


alla facilitazione delle attività artistico espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
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suddiviso le loro risposte scritte secondo i diversi nuovo lavoro, devo dire che per me è stato molto ti partecipanti proponendo le attività disponi- I resoconti esperienziali:
aspetti considerati. bello e costruttivo...”. bili e, quando possibile e se condiviso, di colla- “Lavoro a quattro mani con A. (tempera su foglio
“Nulla è insignificante, il modo di creare, di borare con loro. grande). Ha cominciato A. delineando un’area
- Contatto e comprensione empatica verso cia- dipingere, colorare o incollare; tutto diventa ar- Nelle immagini alcune “relazione empatiche e rossa centrale. Ho disegnato un cerchio interno e
scun utente, nella sua unicità e nel suo modo te o espressione. Oggi ero felice di vedere tutto collaborative”. lui ha risposto con linee aperte. Altri cerchi altre
di essere attuale questo, di poter partecipare a questo corso con linee. Colori puri i suoi, io ho cominciato a far en-
Il primo contatto avviene attraverso la percezio- questi ragazzi”. trare un colore nell’altro, poi a sfumare. Mi sem-
ne visiva, con l’interazione verbale e non verba- brava divertito a ogni cerchio e a ogni sfumatura.
le. Per gli utenti il significato soggettivo che essi “...Certo che l’autismo esiste, ma penso che il suo Il dialogo è diventato più armonico e allegro. Gio-
attribuiscono alla propria presenza in atelier si mondo sia differente e non capisco perché cam- co finale: riempire tutti gli spazi bianchi. Alla fi-
manifesta generalmente con una comunicazio- biarlo quando lui a modo suo dimostra tenerezza e ne: molto soddisfatti entrambi”.
ne implicita, anche di attesa e di aspettativa di cuore, i suoi occhi così profondi, e a volte persi in
chissà che cosa, mi affascinano e mi donano sere- “Quest’oggi con G. abbiamo imparato a fare le
partecipazione alle attività. cornici, è stato difficoltoso ma con tante soddisfa-
Assume particolare importanza che le/gli assi- nità. Oltre il suo mondo c’è il mio e con amore
questi due mondi trovano in alcuni momenti zioni”.
stenti riescano a “entrare in contatto” con cia-
grande complicità e forza”. “Ho lavorato con B.: interessante la facilità con
scun utente al momento del loro arrivo in ate-
cui mi ha seguita in forme e colori. Un’ora dopo
lier. Con l’inizio dell’attività la premessa di un
- La comprensione empatica ripeteva da solo l’elemento modulare del disegno e
“buon contatto” consente poi una comunicazio-
attraverso il lavoro collaborativo la tecnica di pittura”.
ne reciproca più articolata.
Ecco alcune “esperienze di contatto”: Nelle “relazioni di aiuto”, con un approccio “F: guidata nella “padronanza” di tempere e pen-
“Ricerca di empatia. Occhi, suoni, contatti. Testa centrato sulla persona, il consulente manifesta nello”.
ovattata, mente immobile”. la propria comprensione empatica partecipan-
“Quest’oggi ho notato che... dipingendo con L. si
do all’esperienza immediata del cliente; una de-
“...un buon feeling è importante per realizzare era creata una bella armonia... nel suo movimen-
scrizione dettagliata di come questo avviene at-
qualcosa”. to con il pennello c’era morbidezza e delicatezza a
traverso la comunicazione verbale è effettuata
differenza di quando disegna con le matite dove si
“Con L. il contatto delle mani con la pallina fatta da M. Kinget in “Psicoterapia e relazioni uma-
vede la sua rigidità”.
insieme. Da F. l’apertura...”. ne”, scritto con C. Rogers (Rogers, 1970). In
assenza di comunicazione verbale o quando “Blu, rosso, giallo. Ha cercato con impegno di riem-
“G. ha collaborato con un pò più di interesse del pire gli spazi del disegno, rimanendo nei margini”.
essa è carente il prodotto arteterapeutico è una
solito”.
modalità comunicativa del soggetto che espri- “...C. ha collaborato con un pò più di interesse del
“G. e i colori: secondo me sta prendendo confiden- me attraverso di esso intenzionalità e mondo solito. L’aspetto più significativo è stato l’impegno
za. Ha bisogno di rassicurazioni e piccoli stimoli. personale. Il lavoro collaborativo utente/consu- e la soddisfazione per essere riuscito a disegnare
Non lascia intervenire”. lente nella realizzazione dell’opera può essere l’albero di Natale e colorarlo con i pennarelli”.
una importante modalità di relazione empati-
Esempi di considerazione positiva e positiva in- ca e di partecipazione all’esperienza dell’utente - Congruenza e apprendimento
condizionata provata dalle assistenti: stesso. Ho proposto alle assistenti, dopo alcuni Questi aspetti sono inerenti la consapevolezza
“Quest’oggi sono stata vicino ad A. a fare un incontri introduttivi, di interagire con gli uten- delle assistenti verso se stesse durante la rela-
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Arteterapia per il ritardo mentale e formazione


alla facilitazione delle attività artistico espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
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zione con l’utente. Al termine di alcune sessio- ne avevo mai capito granchè. Eppure la scorsa “La voglia di mettersi in gioco, di tentare, di pro- va non ho partecipato al laboratorio con impegno”.
ni ho proposto due domande: “Quali signifi- volta, non so nemmeno io il motivo, sono una vare senza essere giudicati. Essere se stessi. “Momento significativo con E, nel suo microco-
cati (emozionali e/o cognitivi) ha avuto per me, persona che non si emoziona quasi mai... forse “Da tutti i ragazzi ho imparato la semplicità della smo, (forse)”.
oggi, l’esperienza del laboratorio?” e, conside- è tutta questa novità, questo poter sfogarsi in vita”. “B. è stato molto restio nel partecipare all’attività
rando l’importanza di essere disponibili e un modo diverso che mi ha scombussolato (nel
di oggi. Ha utilizzato i colori a tempera. Sono ri-
“E. ha cercato con impegno di riempire gli spazi del di-
aperti nella relazione con gli utenti per co- senso buono)”.
segno, rimanendo nei margini. Blu, rosso, giallo. Co- masta soddisfatta perché anche se ho faticato per
glierne aspetti nuovi, non percepiti in prece- “Pazienza”. munica... meno, sguardi e farlo lavorare ho visto
denza, e le diverse modalità del loro modo di
“Oggi ho riflettuto”. cenni del capo”. poi in lui la soddisfazio-
essere nel momento presente: “Che cosa ho ap- SONO RIMASTA SODDISFATTA PERCHÈ ANCHE
“Emozionante ogni volta”. “E: molto più disinvolto”. SE HO FATICATO PER FARLO LAVORARE HO VISTO ne di aver lavorato con
preso da uno o più partecipanti durante questo
POI IN LUI LA SODDISFAZIONE DI AVER LAVORATO un risultato apprezzabi-
laboratorio?”. “Quest’oggi... è stato stimolante e creativo”. “A.: la sua creatività”. CON UN RISULTATO APPREZZABILE le. Il mio parere riguar-
“Rendermi utile nei confronti degli altri ha un si- “Ho appreso ancora una do al risultato è stato po-
Le risposte alla prima domanda sono state: gnificato che mi emoziona molto”. volta che posso contare su chi mi sta intorno”. sitivo perché ho visto oltre all’impegno anche un
“...cercare di lavorare con calma, senza fretta”.
“La nuova tecnica di pittura mi ha molto colpito”. “La leggerezza e la spontaneità”. lavoro molto espressivo”.
“Non so che dire. Ho preparato i volantini per
“Vedere i ragazzi contenti e creativi mi porta tanta “Ho appreso che tutti seguiti con attenzione e de- “Mi sembra che G. si sia aperto un pò allo scam-
Natale... noioso. Mi sarebbe piaciuto fare cose più
gioia”. vozione sono in grado di fare cose meravigliose!!”. bio. Il suo comportamento è progettuale, ma ha
creative”.
“Conoscenza, lavorando - verso fine giornata e per “L’attenzione e l’interesse a portare a termine le accettato scambi di opinioni e suggerimenti. Ha
“Il significato... per me oggi è stato di rilassamento”. gradito (con mediazioni) di provare sul suo la-
breve tempo - con E. Penso che il nostro denomina- consegne”.
“Condivisione e emozione, felicità, amicizia”. tore comune sia la musica - piace a entrambi”. voro un pezzo di C. e si è reso disponibile a mo-
“La forza di volontà e l’impegno nonostante le difiche, chiedendo aiuto e colloquiando. Com-
“Un significato per la mattina è stato di reciproca “Un nuovo utente... interessato a fare il nuovo la- difficoltà”.
comprensione con le persone”. portamento molto diverso rispetto all’incontro
voro che non conosceva”.
“Ho appreso molta gratitudine”. precedente, in cui si era chiuso completamente
“Emozionante”. in se stesso e nel suo lavoro. Ho notato anche
Le risposte alla seconda domanda: Ho anche proposto l’osservazione di aspetti si-
“Gratificante”. che si è relazionato di più con gli altri compo-
“Da un partecipante nuovo arrivato ho appreso gnificativi dell’attività svolta dai partecipanti. nenti del gruppo”.
“Oggi ho lavorato per lo più da sola. Ma imparo la volontà e l’impegno verso la novità ... per lui
sempre dai ragazzi sorrisi e semplicità”. del laboratorio”. Queste le loro risposte: In un periodo successivo ho chiesto alle assi-
“Oggi per me l’esperienza è stata di aver ricordato “Il clima sereno”. “Oggi, un aspetto significativo di un nuovo parteci- stenti, considerando le modalità espressive e
il periodo della scuola elementare. Un periodo pante è stato il comportamento e il rapporto di relazio- comunicative di ciascuno partecipante, di ef-
“La forza di volontà e l’impegno nonostante le ne nei confronti degli altri... Ho rilevato molto interes-
molto semplice e sereno”. fettuare una propria riflessione personale, sen-
difficoltà”. se per ciò che faceva e nello stesso tempo si dedicava za immediate implicazioni operative:
“L’altro giorno mentre dipingevo, sono andata
“La nuova scoperta di E”. agli altri. La sua soddisfazione era evidente...”. “Osservando G. mi rendo conto che ha bisogno
in crisi. Mentre pennellavo, mentre guardavo il di continue conferme di valutazione, ha paura
pennello andar su e giù o da destra verso sini- “Non penso di aver appreso molto oggi, però mi “...stamattina A. al termine dell’attività si è visto
di sbagliare come infatti ho notato... prima di-
stra che prendeva “potenza” dentro di me si ac- piacerebbe provare a lavorare con A.”. dallo sguardo e di come osservava il disegno che...
segna su un foglio quello che vuole creare con
cendeva qualcosa. Sono sempre stata molto per- “Da A. la precisione e da F. il modo allegro di usa- era molto soddisfatto...”.
l’argilla. Alla fine è molto soddisfatto di tutto
plessa riguardo ad un corso di arteterapia, non re i colori”. “Visto che c’è stata una mattina un pò impegnati- quello che realizza”.
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Arteterapia per il ritardo mentale e formazione


alla facilitazione delle attività artistico espressive per le assistenti di un Centro d’incontro
32 MICHELE DAGHERO
“Le forme (in argilla) che ha realizzato... sono sta- “...Valuterei anche un percorso figurativo più lare in modo corretto. Secondo me si esprime in patica. Nel contempo la metodologia esperien-
te molto significative e molto rifinite”. libero e di copia dal vero, incentivando l’uso modo naturale e questo lo trovo molto bello”. ziale nella formazione rende possibile evidenzia-
“L’energia di H. è molto positiva e contagiosa. del colore ad acqua per il quale ha manifestato “B. ...lo si potrebbe stimolare per farlo interessare re la complessità delle emozioni e dei sentimenti
L’attenzione che lui mette nell’eseguire i lavori in- curiosità. Il “viaggio” deve essere seguito da un con la curiosità... forse lui lavorerebbe molto di degli operatori, la loro accettazione e le possibili-
dica molto interesse. Nel colorare i suoi disegni ha facilitatore che lo incoraggi e si confronti con più. Però capisco anche che questo suo processo va tà di cambiamento che si manifestano. ■
molta fantasia. L’affettività corrisposta con L. fa lui passo dopo passo perché il suo approccio è... rispettato... si vedono dei progressi negli ultimi
tenerezza, ma nello stesso tempo è come un’esplo- timoroso”. tempi. Ha messo più impegno nella pittura e nel
sione della natura”. “A volte diventa difficile capire C. che si ostina a lavoro di collaborazione”.
“Si, a volte C. ha difficoltà a farsi capire, o maga- disegnare sempre nello stesso modo rifiutando le
ri siamo noi a non capirlo? Ma la sua comunica- nuove proposte”. Conclusioni ■
zione non verbale basta per capire qualsiasi parola “Sono favorevole nel dire che G. partecipa con Penso che le esperienze riportate dalle assistenti
non detta. I suoi mal di interesse alle attività. I mettano in evidenza l’importanza delle attività
testa improvvisi... sono suoi disegni sono molto artistico-espressive e di arteterapia per le relazio-
SI, A VOLTE C. HA DIFFICOLTÀ A FARSI CAPIRE, ni di aiuto con soggetti con ritardo mentale, an-
una dimostrazione di O MAGARI SIAMO NOI A NON CAPIRLO? precisi e scrupolosi. La
quanto abbia bisogno MA LA SUA COMUNICAZIONE NON VERBALE sua passione per il re- che grave. Vengono evidenziate diverse compo-
d’amore e di attenzioni... BASTA PER CAPIRE QUALSIASI PAROLA NON DETTA stauro è molto evidente. nenti nella prospettiva di un approccio centrato
basta veramente poco per- Lui è molto soddisfatto sulla persona: la possibilità di “entrare in contat-
ché passino... secondo me potrebbe fare di più, ha le dei lavori che esegue e se lo si loda è molto com- to e in relazione”, di riconoscere le difficoltà e le
potenzialità”. piaciuto”. capacità attuali di ciascuno e, attraverso la facili-
tazione per la realizzazione dei lavori, la manife-
“Vedo i progressi che ha fatto H. e mi fa pensare “...È una persona piacevole (F.) ed è molto sensi- stazione di una significativa partecipazione em-
che si possano trovare altre strade e proposte che bile e attenta a quello che succede intorno a lei”.
partano dai suoi passi di evoluzione. Alcune “Questa mattina ho lavorato con C. ma io non
volte fa ha disegnato un’automobile copiandone ero molto in forma ed ho accusato malessere e fru-
la forma da una rivista. La forma era perfetta-
mente riconoscibile e esprimeva anche dinamici-
strazione, mi è spiaciuto molto”. Axline V.M., Play therapy, Boston: Houghton Mifflin, 1947. Malchiodi C.A., Arteterapia. L’arte che cura, Ed. Giunti, Milano, 2009. BI
“Sì... F., è molto costante nella esecuzione delle at-
Daghero M., Arteterapia con un approccio rogersiano, Artiterapie n. 10-11,
Roma, 2005.
Malinconico A., Peciccia M., Al di là della parola. Vie nuove per la terapia
analitica delle psicosi, Ed. Ma.Gi., Roma, 2006.
BLIO
tà. L’ha poi colorata rispettandone i contorni.
tività proposte. ...Lei fa con precisione quello che Daghero M., Counseling espressivo e arteterapia nelle cure palliative, Prouty G., Pre-therapy: A theoretical evolution in the person-
GRA
Tende in genere, se lasciato solo, a non cambiare
le viene richiesto ma non è in grado di proporre
Nuove Artiterapie n. 5, Roma, 2009. centered-experiential psychotherapy of schizophrenia and retardation, FIA
University of Illinois at Chicago, 1991.
colore e a coprire tutto dello stesso. Oggi gli ho Daghero M., Arteterapia con la disabilità psicofisica grave. Un approccio
nuove attività”. centrato sulla persona, Ar-tè. Quaderni italiani delle artiterapie n. 6, Rogers C., La terapia centrata sul cliente, Martinelli, 1970.
proposto un disegno astratto con molti colori... e Ed. Cosmopolis, Torino, 2009. Rogers C., Libertà nell’apprendimento, Giunti Barbera, 1973.
ha lavorato... con piacere, mi pare. Era fiero del “Sono d’accordo che E. è molto più tranquillo e Gardner H., Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Rogers C., Kinget M., Psicoterapia e relazioni umane, Ed. Boringhieri,
Ed. Feltrinelli, Milano, 1987.
lavoro fatto”. soddisfatto ora. Più rilassato e sereno dei primi Torino, 1970.
Goleman D., Intelligenza emotiva, Ed. Rizzoli, Milano, 1966.
tempi... Penso anche che lui si trovi molto a suo Rogers N., The Creative Connection, Behavior Books, Inc. 1993.
“Penso veramente che non è giusto nei confronti Goleman D., Ray M., Kaufman P., Lo spirito creativo, BUR, Milano, 2001.
agio con tutti noi. L’esperienza mi suscita molta Greespan S.I., L’intelligenza del cuore, Ed. Mondadori, Milano, 1998.
degli altri, a volte B. mi sembra pigro, non ha vo-
soddisfazione perché si vedono i miglioramenti...”. ICD-10, Criteri diagnostici per la ricerca, OMS, Ed. Masson, Milano, 1994.
glia di fare le attività proposte, ma a volte penso
ICF, Classificazione internazionale della salute, del funzionamento e
anche che... mancano delle attività che potrebbero “Conoscendo C. da qualche tempo, posso dire che della disabilità, OMS, Ed. Erickson, Trento, 2003.
stimolarlo di più”. lui non si rende conto della sua difficoltà di par- Kramer E., Arte come terapia nell’infanzia, Ed. La nuova Italia, Firenze, 1971.
arté_08_int 2014-01-24 14:20 Pagina 34

La seduzione
della danzamovimentoterapia
34 MARIALENA TAMINO Psicologa, Psicoanalista, Docente c/o Scuola di Formazione per Danzamovimentoterapisti, Sarabanda, Milano

L’aura era soave e il ciel qual è, valenze del nostro comportamento in rapporto Il concetto afroditico di bellezza come percezio- ginazione, le consente di entrare nel mondo at-
se nulla nube il vela alle finalità che ci poniamo. ne sensoriale o aisthesis, da cui deriva la parola traverso le emozioni del paziente. Si prende cu-
Petrarca In una seduta, il setting crea proprio quella di- estetica, ci riporta a un modo primario di cono- ra della sua anima. Ogni gesto che il paziente fa
mensione particolare, sorprendente che caratte- scenza. Quel restare senza fiato ha origine nel rappresenta in una forma definita le emozioni
Il verso del celebre poeta ci porta in un’atmosfe- rizza un modo di interagire diverso dall’abitudi- torace. Nel chakra del cuore. Ci toglie il fiato che lo attraversano.
ra incantata, seducente. Evoca serenità, purez- nario, in cui ci si può sentire liberi di mettersi in per un attimo, crea una sospensione. Un effetto
za, bellezza. gioco, di sperimentare comportamenti fuori da- estetico, parola di origine greca che indica pro- Anche la voce del terapeuta, il suono, la musica
Quando iniziamo un incontro di danzaterapia è gli schemi. prio questo effetto di trattenere il respiro. usa il fenomeno acustico per raggiungere il de-
proprio questa atmosfera “altra” che intendia- Lo scenario, che comprende noi stessi, se chiaro stinatario. Il potere di penetrazione del suono
mo creare. Un clima accogliente, una sollecitu- e rassicurante è un buon contenitore,un’area Se questo chakra non viene alla vita, porta la sua energia trasformatrice nel cuore del
dine verso ogni partecipante, una cura ai parti- potenziale, una rete di protezione che garantisce se il cuore non si apre noi rimaniamo soggetto. Alla musica e alla parola è attribuita
colari che permette di creare uno spazio interno il processo di cambiamento, dove l’utente può sordi e ciechi, repressivi nonostante le migliori origine divina.
molto speciale, di fiducia. Si tratta di seduzione? abbandonare per un poco la sua corazza di per- intenzioni, semplicemente perché l’organo
Il termine “seduzione” sonalità, rimettere in che percepisce la bellezza, che resta senza fiato Il canto delle Sirene ha un potere di incanto, di
ricrea davanti agli oc- SEDURRE IN ALTRA ETIMOLOGIA SIGNIFICA gioco l’equilibrio fra le nella risposta estetica, non è stato risvegliato. seduzione che tocca le corde dell’animo in modo
chi uno scenario non SVIARE, DISTOGLIERE DALLA VIA DELL’ABITUDINE, parti di sé, sperimenta- J. Hillman (2005) sottile e penetrante. Le Sirene cantano, nel mito,
certo di terapia, evoca CREARE UNA SORTA DI DISORIENTAMENTO, re e creare. una musica dolce che ci porta in un mondo ras-
DI MAGÌA CHE PUÒ ESSERE LA PREMESSA
rapporti potere, di ma- DI UN CAMBIAMENTO Elemento di garanzia Mi posso chiedere come risuona in me l’emo- sicurante. Un passaggio che quasi a nostra insa-
nipolazione che non della elaborazione della zione, nel mio petto, nella mia gola? Come si puta ci conduce a un cambiamento di visuale.
appartengono a un contesto professionale di dimensione affettiva del rapporto terapeutico, il muove attraverso il mio corpo? Quale è la sua Come una iniziazione, ci svia dalle certezze, dai
formazione o di cura dell’Altro. setting permette di creare un’illusione, fa accet- danza? pregiudizi abitudinari e apre lo spazio per un
Seduzione nella sua accezione comune di con- tare la dipendenza che l’apprendimento esige. Sempre secondo Hillman (2005), la terapia che apprendimento.
durre a sé, arte quasi diabolica di persuadere Dopo questa prima fase in cui si crea una rela- permette la danza è una liberazione dell’imma- Questo effetto di spaesamento non si determina
per ingannare, non riguarda una interazione zione che permette di sostenere un cambiamen-
dialogica improntata ad una attenzione rispet- to a volte anche doloroso, si entra in una dimen-
tosa di quanto accade nell’esperienza di in- sione in cui vengono modificati i rapporti fino
contro. ad arrivare alla fase necessaria del distacco.
Sedurre in altra etimologia significa sviare, disto- Nella pratica della danzaterapia, proprio l’effetto
gliere dalla via dell’abitudine, creare una sorta di dell’arte, della bellezza, crea quell’incanto, quel
disorientamento, di magìa che può essere la pre- sentimento piacevole di armonia e di distacco
messa di un cambiamento. dalle quotidiane preoccupazioni che è premessa
La modalità seduttiva rientra pertanto in una di un cambiamento.
relazione educativa, di apprendimento e di pra- Pensiamo al senso di armonia, di benessere che
tica terapeutica. si crea di fronte a uno spettacolo della natura. È
Mi pare importante avviare una riflessione sulle un incanto. Ci sentiamo rapiti.
nostre modalità di accogliere e modulare gli af- Afrodite era per i greci la dea della bellezza, ren-
fetti in un rapporto terapeutico, considerando le deva manifesto il pensiero divino.
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La seduzione Le signore Rosetta ed Emilia:


della danzamovimentoterapia un incontro sorprendente
36 MARIALENA TAMINO Arteterapista c/o Centro Artiterapie Lecco CHIARA SALZA 37
solo nell’utente, ma anche in noi terapeuti che mettiamo in atto un itinerario che si rivolge agli Quando mi accingo a stendere una relazione, a Al termine di uno degli incontri, la signora Emi-
siamo chiamati ad esserne consapevoli . utenti con cura, con amore. Capaci di provare conclusione di un percorso di arteterapia, mi lia e la signora Rosetta mi raccontano le loro
In particolare, diversi significati sono connessi all’i- lo stupore in noi, di “esserci” nella relazione co- trovo spesso nella difficoltà di essere fedele testi- storie. Storie che riporto perché sia possibile de-
dea di “seduzione” come riporta R. Massa (1995): me scrive Heiddeger. Il prendersi cura di noi e mone degli avvenimenti, emozioni e vissuti lineare meglio la personalità delle due signore.
- seducere come “condurre in disparte”, por- degli altri istituisce il “con-esserci”con gli altri e emersi. Ripercorro, passo dopo passo, il proget-
tare altrove, porre di fronte al nuovo, all’im- le cose del mondo. to ed esplicito quanto realizzato, ma i soggetti Rosetta inizia la sua testimonianza affermando
previsto, nascondere e svelare, ma anche Non è da dimenticare, inoltre, una modalità più principali, e nel caso qui esposto gli ospiti di una che avrebbe voluto laurearsi, ma questo non è
spaesare. Una dinamica del perdersi e del ri- quieta di incontro: il rispetto per gli uomini e le casa albergo per anziani, restano in secondo stato possibile. Infatti all’età di 15 anni, dopo aver
trovarsi, ricollegandosi alla forza di Eros; cose. Modalità capace di attenuare e appianare piano, non prendono parte alla stesura, proprio conseguito la licenza di terza media, frequenta un
- seducere come “separare”, differenziare, iso- ogni effetto distorcente di seduzione. loro che sono stati i pro- corso di specializzazione
lare in un processo di individuazione che può Interesse, umiltà, amicizia e rispetto costituisco- tagonisti dell’intervento QUANDO MI ACCINGO A STENDERE della durata di tre anni.
anche essere doloroso; no, secondo me, le condizioni per aprire un stesso, come persone UNA RELAZIONE, A CONCLUSIONE DI UN PERCORSO È una ragazza brillante
DI ARTETERAPIA, MI TROVO SPESSO NELLA
- seducere significa anche “ammaliare”. È il contatto con le persone. estromesse dalla valuta- DIFFICOLTÀ DI ESSERE FEDELE TESTIMONE e intelligente, ma soprat-
campo della magìa pedagogica e dell’illusio- La comprensione come contemplazione si colle- zione dei risultati otte- DEGLI AVVENIMENTI, EMOZIONI E VISSUTI EMERSI tutto un’adolescente che
ne formativa. Fare sognare, indurre sorpresa, ga allo stupore e all’espressività artistica. ■ nuti. Spesso gli articoli assorbe come una spu-
alimentare il desiderio e l’entusiasmo; pubblicati su riviste specializzate riservano agli gna il mondo che si sta aprendo davanti ai suoi
- seducere come “ridurre al proprio volere” in L’arte è una rivelazione dell’essere. utenti, a cui è rivolto un progetto, piccoli spazi, occhi. Durante l’esame finale, nel tema di italia-
un gioco di potere. Qui entra in gioco la no- Anche la più sovversiva è portatrice di forma dove al massimo sono riportate le loro osserva- no parla di Garibaldi. Il tema è splendido, la vo-
stra capacità di riconoscere tali dinamiche e e significato... con racconti, immagini, ritmi, zioni e commenti “tra virgolette” rispetto all’in- tazione alta: 9, ma a causa della superficialità di
decostruirle. Mettiamo in gioco noi stessi e ci si rivolge a ogni essere umano tera esperienza vissuta. un professore scenderà di molto perché quest’ul-
permettiamo attraverso questa esperienza e con discrezione invita ciascuno ad aprirsi Ho deciso così di coinvolgere, nella stesura di timo non crede che alcuni riferimenti storici sia-
condivisa di trovare una nuova via, feconda. alla bellezza del mondo. questo articolo, due signore che hanno aderito no corretti. In realtà, nei giorni seguenti l’esame,
Nella pratica della Danzamovimentoterapia T. Todorov (2010) al percorso: “Arte e Anziani” presso la Casa Al- Rosetta, grazie all’aiuto di un parente Monsi-
bergo di Lomazzo (Co). Le signore Rosetta ed gnore, riuscirà a dimostrare la sua ragione: ogni
Emilia, in più occasioni hanno lasciato stupefat- riferimento storico è attendibile, ma i verbali del-
te me, arteterapista e conduttrice del percorso, e le prove sono ormai stati archiviati e così a Ro-
il personale dell’RSA per le loro capacità di co- setta non resta che chiudere il suo esame con
BI Heidegger M., Essere e tempo, Longanesi, Milano, 1976.
gliere il significato della proposta arteterapeuti- una votazione più bassa, pur sapendo di valere
BLIO Massa R., Rivista semestrale Adultità, ed. Guerini, Milano, 1995.
Hillman J., Politica della bellezza, ed. Moretti e Vitali, Bergamo, 2005.

GRA Mottana P., Formazione e affetti, Armando ed., Roma, 1993. ca, per aver esplicitato chiaramente, con parole di più. Comunque il suo talento colpisce il presi-
FIA Saraval A., La seduzione, Saggi psicoanalitici, ed. Cortina, Milano, 1989. proprie, ciò che hanno compreso del concetto di dente di commissione che le offre di lavorare co-
Todorov T., La bellezza salverà il mondo, ed. Garzanti, Milano, 2010.
processo artistico. me segretaria nello studio di un noto avvocato.
Ho conosciuto le signore, come detto prima, du- Lo zio non acconsente, come non acconsente che
rante la conduzione di un progetto di arteterapia prosegua gli studi laureandosi e così Rosetta deve
dal titolo: “Arte e Anziani”. Dopo le prime sedu- lasciar perdere il suo sogno di proseguire gli studi.
te tutti i partecipanti hanno iniziato a prendere Questo però non la distoglie dalla sua fame di co-
confidenza con me e con la proposta, a rilassarsi noscenza. Ogni volta che lo zio organizza incon-
e di conseguenza hanno iniziato a parlare di sé. tri con intellettuali e uomini di cultura, lei si siede
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Le signore Rosetta ed Emilia:


un incontro sorprendente
38 CHIARA SALZA
in un angolo della sala e dalla sua postazione 2. strumenti: la materia che rende visibile il siamo messi al lavoro e nel silenzio della creazio- to, mentre eravamo in giardino a chiacchierare
ascolta e assorbe. Arrivando così ad avere una pensiero ne abbiamo riscoperto rumori che non cono- serenamente, pochi secondi prima che morisse.
cultura da autodidatta enorme. La malinconia di 3. realizzazione: la fase pratica scevamo più, ma che comunque ci appartene- Era rimasta lì sospesa e non aveva più potuto
poter esprimere questo ricco mondo interno resta 4. verifica: si ripercorrere il progetto per osser- vano. I suoni e rumori trovare forma.
latente fino al nostro incontro. varne le diverse fasi prodotti dalle nostre NELLO SPAZIO DI QUESTO SALONE (CHE CHIARA Nello spazio di questo
5. festa: tutti insieme si esulta per l’obiettivo rag- azioni, dai nostri respiri, CHIAMAVA SETTING) SIAMO DIVENUTI SUONI salone (che Chiara chia-
ASCOLTATI E NELL’ESSERE ASCOLTATI CI SIAMO
La signora Emilia, invece, inizia il suo racconto giunto dai nostri movimenti, RITROVATI, RISCOPERTI: AH POTESSE ANCHE IL mava setting) siamo di-
con un filo di voce molto emozionato. È giunta dal nostro corpo... Tra MONDO FUORI DI QUA TORNARE A RISUONARE... venuti suoni ascoltati e
presso la Casa Albergo di Lomazzo nell’ottobre Il cardine del lavoro è stata la fase iniziale, du- la “prepotenza” dei no- nell’essere ascoltati ci
2009 a seguito di un ictus, subito dopo essere rante la quale tutti erano liberi di dire qualsiasi stri pensieri e la possibilità di vederli realizzati siamo ritrovati, riscoperti: ah potesse anche il
stata dimessa dall’ospedale. Oggi ha un’emipa- cosa volessero: un pensiero, un’emozione, una concretamente, si è aperto uno spazio che ri- mondo fuori di qua tornare a risuonare...
resi e si serve di una carrozzina per gli sposta- semplice parola, una barzelletta, un proverbio, schiava di divenire un baratro. Il corpo, veicolo È stato come tornare alle origini e ascoltare il
menti. Grande lettrice, trascorre molto del suo una parolaccia, etc., non c’era nessun tipo di li- tra sogno e realizzazione, rischiava, con i suoi li- respiro dell’uomo; bello da sentirsi, ma anche
tempo immersa nella lettura di romanzi e bio- mite o di censura. Questo è avvenuto in un clima miti, di accentuare il senso d’impotenza e fru- triste da rilevare. Una malinconia dettata so-
grafie storiche. Un tempo, dedicato a se stessa, sereno perché sapevamo che nessuno averebbe strazione se non fosse intervenuta la resilienza prattutto dalla consapevolezza che quell’entu-
che non aveva mai po- giudicato, tanto meno la (vocabolo suggerito dall’arteterapista), che si è siasmo che stavamo vivendo, attraverso l’atelier
tuto concedersi, ma che IN SEGUITO I NOSTRI PENSIERI conduttrice Chiara e manifestata attraverso l’ironia e l’esperienza lu- di arteterapia, era lo stesso entusiasmo primor-
HANNO TROVATO MODO DI DIVENIRE VISIBILI
ora la vita “forzatamen- che il gruppo avrebbe dica, ma soprattutto attraverso l’ascolto silenzio- diale del bambino messo difronte alla creazione
ATTRAVERSO LA MATERIA, CHE NOI STESSI
te” le regala. Maggiore DICHIARAVAMO ESSERE QUELLA IDONEA AD accolto e accettato ogni so di ognuno di noi per scoprire le risorse anco- e al suo plasmare. Siamo tornati un po’ bambini
di sei fratelli, ha sempre ESPRIMERE QUEL PRECISO CONCETTO O EMOZIONE espressione. Le frasi ra presenti su cui fare leva. nell’esperienza del gesto, dell’atto creativo, ma
lavorato in campagna esplicitate sono state Questo “silenzio”, personalmente in me Roset- mentre il fanciullo è lanciato verso il futuro, noi
fino a 21 anni. Vita dura quella di contadina, raccolte e trascritte su di un cartellone in modo ta, ha permesso di riconciliarmi con “una paro- troppo spesso ci confrontiamo con il nostro
che non lascia molto spazio alla possibilità di tale che fossero espressioni , non solo udibili, ma la sospesa”, l’ultima, pronunciata da mio mari- “non futuro”, o meglio con l’idea che non ci si
coltivare interessi o inclinazioni personali. A 22 anche visibili a tutti i partecipanti. Osservare la
anni si reca a Milano e qui lavora come guarda- grande quantità e differenza di parole e frasi ri-
robiera presso una famiglia borghese per diversi portate ha permesso di notare che la nostra esi-
anni. Oggi dice: “quello che allora risparmiavo stenza era riconoscibile proprio per la presenza e
per un domani dedicato alle mie passioni, oggi lo la contrapposizione dell’altro. L’individuazione
devo spendere per le cure”! della propria alterità, esclusività e unicità ha per-
Queste sono, per così dire, le loro sintetiche pre- messo ad ognuno di ritrovarsi e riscoprirsi.
sentazioni che precedono la stesura di questo ar- In seguito i nostri pensieri hanno trovato modo
ticolo. Da qui in poi la relazione è stata scritta di divenire visibili attraverso la materia, che noi
utilizzando le loro parole. stessi dichiaravamo essere quella idonea ad
esprimere quel preciso concetto o emozione.
...Il percorso di arteterapia si è caratterizzato Abbiamo recuperato il materiale necessario al-
per le fasi tipiche di un progetto: la realizzazione di un’opera, che fosse l’espres-
1. obiettivo: contenuti da esprimere sione visibile e fruibile del nostro pensiero. Ci
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Le signore Rosetta ed Emilia:


un incontro sorprendente
40 CHIARA SALZA
possa immaginare, proiettare ancora in un futuro. dentro ciò che avevamo vissuto. L’esperienza mente non posso più raggiungere e ciò che anco- ta voci. Ho voluto che Rosetta ed Emilia scrivesse-
E sebbene ci siano stati momenti a volte disorien- doveva rientrare, essere “rimangiata” (rin- ra è nelle mie possibilità di realizzazione. ro una parte di questo articolo perché, conoscen-
tanti, ripercorrere con l’arteterapista, passo dopo troiettata). Nella fase di verifica del secondo Le nostre personalità, con le loro ombre e luci, dole, ho capito quanto fosse importante per loro
passo, il senso di quello che stavamo facendo ci ha progetto, abbiamo deciso di festeggiare tutti in- differenze e unicità hanno potuto iniziare un essere voci fuori dal coro, sia immagine dell’anzia-
permesso di affermare alla verifica della prima sieme mangiando una torta cucinata in modo percorso di cambiamento proprio perché si sono no che non si abbandona al suo destino, sia pre-
opera artistica realizzata: “lanciamoci nel prossi- che riproducesse fedelmente l’opera artistica scontrate con altre individualità, in particolare senze vive e brillanti in continua sfida col futuro. Il
mo progetto artistico!” riappropriandoci così del realizzata (vedi fotografia). Infatti nella fase pro- con quella della conduttrice, che ha fatto da me- progetto “arte e Anziani” è stato un percorso dal-
nostro futuro. gettuale la frase che si era scelto di rendere visi- diatrice tra le nostre differenti soggettività, senza l’alto contenuto affettivo, cognitivo e riabilitativo,
Abbiamo compreso che non era un lavoro “da bile era stata: “noi siamo gruppo”. Quando si è influenzare, interferire, ma permettendo anche a che si è sviluppato in un contesto-setting aperto,
bambini”, come qualcuno erroneamente aveva trattato di decidere quale forma dare al concetto quelle più nascoste di essere messe in luce. rassicurante ed accogliente, permettendo a tutti di
pensato, ma un essere “come bambini”, che tutti siamo stati d’accordo sul fatto che ognuno Non ci resta che concludere con le parole di confrontarsi, attraverso l’esperienza estetica, con i
sperimentano il concetto di tempo e di spazio. di noi era l’ingrediente di una torta, che, se ben Metastasio: “Ovunque il guardo io giro, immenso propri vissuti emotivi e storici e si è concluso con
Tempo che diviene, spazio che accoglie. Tempo amalgamato con gli altri ingredienti, dà origine Dio ti vedo. Nell’opre tuo ti ammiro e ti ritrovo in una mostra itinerante sul territorio comasco. ■
che scandisce un ritmo di vita, spazio che agevo- ad un dolce molto saporito. me”. Noi scopriamo ciò che Dio ha messo in noi e Signore Emilia e Rosetta,
la l’incontro con l’altro. Ci siamo immersi in Vogliamo parlare anche della fatica, quella fisica, nel mondo, e di ciò ci meravigliamo. Ecco lo stupo- Arteterapista Chiara
una dimensione tipicamente infantile: la curiosi- necessaria alla realizzazione dell’opera. La fatica re di cui parlavamo prima, simile a quello del
tà, il desiderio di esperienze nuove, il piacere, la è lo specchio delle nostre capacità, ci mette alla bambino. Io ti cerco, ti trovo, ti amo, ti prego nel
Il sorriso
possibilità di gioire di sé. prova e ci restituisce un’immagine diversa di noi, Padre Nostro e con l’azione ti amo.”
Dopo aver dedicato tempo all’atto creativo, al ci obbliga al confronto con noi stessi, con i nostri Al di là delle opere concretamente realizzate e
tirar fuori, a rendere visibile, ci siamo accorte limiti, ma anche con le nostre possibilità residue fruibili da tutti, resta l’esperienza vissuta da tutto il
che sarebbe stato bello riuscire a rimandare e ad avere il senso dell’equilibrio tra ciò che real- gruppo, di cui Rosetta ed Emilia sono state le por-

Signora Emilia Signora Rosetta Laboratorio

La torta
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Il coro
come esperienza di socializzazione*
42 ALICIA ISABELLA GIBELLI Musicista, musicoterapista, Cagliari

Le riflessioni che seguono riguardano la crea- la trasmissione dei propri modelli di comporta- della capacità di stringere e intrattenere relazio- Nel coro, sin dall’inizio, le persone vanno incon-
zione e l’attività del coro Kirkende di Cagliari. Il mento sociale, dei valori, delle credenze predo- ni con gli altri e di coinvolgersi in complesse in- tro ad una sorta di identificazione, dipendente
coro nasce nel 2007 a seguito di una generica ri- minanti nella propria cultura di riferimento. Al- terazioni interpersonali; il saper integrare il pro- dal tipo della propria voce, che li definirà di volta
chiesta fattami dal CSM di Cagliari-Ovest, fa- l’interno di questi processi due concetti, prio comportamento con quello degli altri; il in volta come soprano, contralto, tenore o basso
cente capo al DSM della ASL n. 8 di Cagliari, intimamente intrecciati tra loro, diventano chia- saper far fronte e risol- e determinerà, al meno
di attivare un intervento musicoterapico che po- ve: individuazione e Sé. vere conf litti in modo IL CORO RAPPRESENTA UN CONTENITORE in parte, il ruolo che
tesse coinvolgere il maggior numero di utenti Intendo per individuazione quel processo attra- accettabile, mettendo in SPAZIO-TEMPORALE DEFINITO, CHE PREVEDE svolgeranno e la collo-
L’INCONTRO TRA INDIVIDUI CHE PARTECIPANO
possibile e con finalità di socializzazione. verso il quale diveniamo consapevoli di avere atto abilità di contratta- AD UNA ESPERIENZA COLLETTIVA, COMUNE, cazione che avranno al-
Come venivano intesi termini quali socializza- una propria identità personale e sociale, che si zione e negoziazione; IN QUESTO CASO MUSICALE l’interno del coro stesso.
zione e musicoterapico e come poteva essere da- sviluppa, partendo dalle proprie caratteristiche l’essere in grado di assu- Attraverso la prepara-
ta risposta a questa richiesta? biologiche di base, attraverso le innumerevoli mere, riconoscere e rispettare ruoli diversi; il ri- zione tecnica e la creazione di un proprio reper-
Il termine socializzazione rappresenta un con- interazioni interpersonali in cui siamo coinvolti conoscere e rispettare le regole proprie di ogni torio si affronta il processo di sviluppo e afferma-
cetto molto ampio e complesso, così ricco di sin dalla nascita e che necessita della formazio- ambiente e situazione e saper contraddirle in zione progressiva della propria voce individuale,
sfaccettature e così intrecciato con ogni aspetto ne di un senso di essere distinto e separato dagli modo socialmente adeguato; lo sviluppo della e della propria voce capace di incontrare e fon-
dello sviluppo umano, che consente innumere- altri, di avere un proprio corpo coeso, di avere capacità di condividere con gli altri oggetti, spa- dersi con quella degli altri e si vive l’esperienza
voli possibilità di analisi in funzione del punto di emozioni e sentimenti propri che possono essere zi, esperienze; l’essere in grado di produrre e della costruzione corale di ogni singolo brano
osservazione che viene scelto. È un termine, tut- espressi e condivisi, di essere agente delle pro- comprendere segnali sociali e diventare consape- che prevede lo sviluppo progressivo di un insie-
tavia, che oggi viene tal- prie azioni, di avere del- voli delle conseguenze che questi stessi segnali me fatto prima di singole sezioni, fino ad arriva-
mente usato, al di fuori SOCIALIZZAZIONE ED INDIVIDUAZIONE SI le proprie intenzioni producono; lo sviluppo della capacità di comu- re all’incontro-dialogo del coro intero e che vede
della comunità scientifi- PRESENTANO COME DUE PROCESSI INSCINDIBILI che possono concretiz- nicare con gli altri in modo efficace; l’esprimere il suo culmine nel cogliere ed esprimere il senso e
ca, che spesso ha finito L’UNO DALL’ALTRO E INTERDIPENDENTI zarsi in progetti e piani e regolare in modo socialmente adeguato le pro- gli affetti che animano il brano stesso.
DALLO SVILUPPO DEL SENSO E DELLA
per essere svuotato di si- CONSAPEVOLEZZA DI SÉ di azione e che possono prie emozioni; il saper comprendere e capire gli L’attività corale, inoltre, può far vivere ai parte-
gnificato. Non di rado, essere condivise con gli altri, essendo capaci, inoltre, di empatia. cipanti l’esperienza collettiva di: faticare; ridere;
per socializzazione viene inteso far star bene in- altri, di agire all’interno e di partecipare a siste- A partire da queste assunzioni teoriche, proposi provare la frustrazione del pezzo non riuscito,
sieme delle persone, senza contemplare la possi- mi di comunicazione, di essere “uno” lungo la la creazione di un coro che fosse costituito sia da dell’errore; provare il piacere dell’obiettivo rag-
bilità che questo star bene insieme rappresenti il traiettoria esperienziale e temporale. persone con disturbo psichico sia da persone giunto; provare il piacere fisico-psichico che
punto di arrivo di un processo di cambiamento Socializzazione ed individuazione si presentano estranee alla patologia. spesso produce il cantare, sia attraverso la per-
nel tempo, capace di essere esplicitato anche al come due processi inscindibili l’uno dall’altro e Il coro rappresenta un contenitore spazio-tem- cezione uditiva che attraverso la percezione fisi-
di fuori del contesto di incontro. Ne consegue interdipendenti dallo sviluppo del senso e della porale definito, che prevede l’incontro tra indivi- co-corporea della vibrazione e della risonanza
che il termine musicoterapico nasconda, spesso, consapevolezza di Sé. E il Sé, percepito, rappre- dui che partecipano ad una esperienza collettiva, della propria voce e di quella degli altri; condivi-
una richiesta di animazione musicale. sentato, narrato diviene uno dei più importanti comune, in questo caso musicale, consistente dere le proprie sensazioni e emozioni. Ma il co-
Personalmente intendo per socializzazione la concetti sociali. nell’acquisire una preparazione vocale-musicale ro può essere anche un luogo attraversato da
molteplicità di processi che avvengono all’inter- Quali sono le qualità, le abilità che una persona sufficiente ad affrontare un repertorio di brani tensioni e conflitti a cui bisogna imparare a far
no di un contesto relazionale e l’interazione tra deve sviluppare per divenire socialmente abile, corali e forse anche nell’impegnarsi in obiettivi fronte esercitando di continuo la propria capa-
le persone, aspetti che favoriscono l’inserimento socialmente competente? comuni come l’organizzazione e/o la partecipa- cità di comprensione, di tolleranza, di sopporta-
e l’adattamento di queste all’interno della pro- Da più parti le competenze sociali nella nostra zione a rassegne o concerti, incontrando altri co- zione verso gli altri. Inoltre, attraverso l’utilizzo
pria società o comunità in cui vivono, attraverso cultura vengono identificate con: lo sviluppo ri e cantando per altre persone. di tecniche che riportano alla sensorialità e la
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Il coro Il suono dentro: un persorso di musicoterapia


come esperienza di socializzazione di gruppo in un Centro diurno psichiatrico*
44 ALICIA ISABELLA GIBELLI Psicologo, psicoterapeuta, musicoterapista, Palermo MARIA SANTONOCITO 45
coinvolgono globalmente, può essere attivato un ma. Erano previste delle tecniche precise anche Spesso quando iniziamo un nuovo lavoro partia- strutturazione delle loro vite, io pensando che
processo in grado di migliorare le capacità per- se non solo riferite all’improvvisazione. La valu- mo dall’idea della progressiva strutturazione, da man mano l’esperienza poteva arricchirsi di
cettive anche cinestesiche e propriocettive. L’at- tazione era attuata seguendo degli indicatori un’idea che principia nel caos per organizzarsi qualcosa che non restasse sospeso nel tempo,
tività corale, se ben indirizzata, può restituire un oggettivi predefiniti e attraverso il confronto progressivamente e nel tempo. Invece io per rac- potendo iniziare a pensare di articolare mag-
senso di autoefficacia, così come può diventare con l’équipe di riferimento. contarvi questa esperienza vorrei partire da un giormente il nostro progetto terapeutico.
un luogo di allenamento per migliorare la pro- Nonostante questo la numerosità del gruppo pensiero opposto quello della frammentarietà, Le sedute di gruppo erano settimanali e la dura-
pria resistenza alla frustrazione. divenne un fattore determinante, che limitò la della sospensione, della discontinuità. Il nucleo ta è andata progressivamente a crescere dagli
Potevo chiamare la mia proposta intervento profondità dell’intervento stesso, non consen- centrale delle mie riflessioni nasce, infatti, dall’in- iniziali 30 minuti a 50 minuti. Si è trattato di un
musicoterapico? tendo al conduttore di tenere sotto controllo tersecarsi di un’esperienza lavorativa caratteriz- gruppo semiaperto formato da pazienti schizo-
Io possiedo una doppia competenza: musicale e tutte le variabili e di contenere ogni situazione zata dalla precarietà legata a fattori istituzionali, frenici di età compresa tra i 35 e i 55 anni circa,
musicoterapica. L’intervento veniva basato in possibile. A mio parere l’esperienza con il coro dalla frammentarietà connessa alla malattia per un totale massimo di sei pazienti. Al gruppo
gran parte sul modello Kirkende ha rappre- mentale dei pazienti, e dal sorprendente incrocio ha costantemente preso parte un infermiere, il
psicologico di Stern e L’ATTIVITÀ CORALE, SE BEN INDIRIZZATA, sentato innanzi tutto che ne viene fuori nell’esperienza musicoterapica. cui ruolo sonoramente attivo ha costituito altresì
PUÒ RESTITUIRE UN SENSO DI AUTOEFFICACIA,
veniva disegnato attor- una buona pratica, che L’esperienza in oggetto si è svolta presso il cen- un “trait d’union” rispetto alla musicoterapista
COSÌ COME PUÒ DIVENTARE
no a concetti quali sen- UN LUOGO DI ALLENAMENTO PER MIGLIORARE può essere collocata in tro diurno di Bagheria della asl 6 di Palermo, in estranea all’istituzione, costituendo quindi la
so e consapevolezza di LA PROPRIA RESISTENZA ALLA FRUSTRAZIONE uno spazio intermedio un rapporto in cui gli operatori della riabilita- memoria storica del lavoro e del percorso arti-
Sé. Da un punto di vi- tra il musicoterapico- zione psichiatrica sono “operatori-nomadi” cui colatosi nel corso degli anni.
sta musicoterapico l’intervento si proponeva di riabilitativo e quello educativo, il cui campo non è garantita la continuità -ancorchè tempo-
sviluppare delle relazioni attraverso l’esperien- d’azione non si esaurisce in se stesso, ma può ralmente discontinua - con strutture e pazienti. I pazienti ■
za musicale, capaci di avviare processi di cam- favorire processi di cambiamento anche dura- Ciononostante mi ritrovo per quattro anni nella G. è isolato e silenzioso, rigido rispetto alla ge-
biamento nei partecipanti, di promuovere il re- turi nel tempo. ■ medesima struttura; specularmente ai pazienti stione del tempo, nel gruppo di musicoterapia è
cupero di funzioni compromesse, nel nostro mi trovo in un percorso di progettazione, loro stato uno dei poli essenziali per il determinarsi
caso maggiormente riferite al funzionamento * Contributo presentato in occasione del VII della propria esistenza accompagnata da soffe- della “problematizzazione sonora” dell’incontro
sociale, e di prevenire complicanze del disturbo Congresso Nazionale Confiam “Le cure mu- renza ma anche da possibilità offerte dal lavoro relazionale. Suonava con intensità forti, produ-
psichico quali l’isolamento e l’auto ed etero stig- sicali”, 28/29/30 maggio 2010, Genova. che il centro diurno offre supportandoli nella ri- cendo ritmi sostenuti e incalzanti, senza pause,

BI Iacoboni M., I Neuroni Specchio: come capiamo ciò che fanno gli altri, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.

BLIO Raglio A., Quale ricerca in Musicoterapia?, in “Musica Et Terapia”, n. 20 luglio 2009, ed. Cosmopolis, Torino, 2009.
Lavelli M., Intersoggettività: origini e primi sviluppi, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2007.

GRA Schaffer H.R., Lo Sviluppo Sociale, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1998.
FIA Schaffer H.R., I concetti fondamentali della psicologia dello sviluppo, Raffaello Cortina Editori, Milano, 2008.
Stern D.N., Il mondo interpersonale del bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1987.
Stern D.N., Il momento presente in psicoterapia e nella vita quotidiana, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2005.
Videsott M. e Sartori E. (a cura di), La voce in Musicoterapia, ed. Cosmopolis, Torino, 2008.
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Il suono dentro: un persorso di musicoterapia


di un gruppo in un Centro diurno psichiatrico
46 MARIA SANTONOCITO
utilizzando più strumenti e proponendo soprat- lizzando le percussioni in legno ed in pelle e formarsi di un assetto esperienziale condiviso, in sazione, in cui si sottolineava come la presenza di
tutto improvvisazioni di natura ritmica; nel cor- soprattutto gli strumenti più regressivi quali i cui il rapporto dei pazienti si esplicava quale re- due tempi diversi nel gruppo sembrava esprime-
so del tempo si è andato costruendo un proprio sonagli ed il tubo della pioggia. lazione comunicativa ad una via, in cui cioè gli re voci diverse, modi diversi di stare nel gruppo e
micro setting strumentale. Emergeva come pre- C. con personalità bipolare aveva tentato mol- scambi e i contatti si indirizzavano prevalente- nel mondo, ciò non sembrava poter contribuire
senza sonoramente affermativa nel gruppo, gli te volte il suicidio. È entrato nel gruppo nel suo mente verso la musicoterapista. Riferendoci ai in modo fattivo all’apertura di uno spazio in cui si
altri membri si ponevano in modo gregario ri- terzo anno di esperienza ed ha immediata- criteri organizzativi del campo sonoro di Porena costituisse una trasformazione, sonora, uno spa-
spetto a lui. mente espresso un forte malessere. I suoi tenta- (1999), possiamo dire che il gruppo si organizza- zio in cui potessero coesistere tempi diversi che
L. riservato ma disponibile alla relazione. Inizial- tivi di razionalizzazione lo ponevano fuori dal- va attraverso un criterio di addizione, in cui non entrassero in evidente collisione. Il malessere
mente utilizzava esclusivamente il triangolo con l’esperienza musicoterapica. emergevano i singoli. “L’organizzazione per ad- di C. rispetto al suo bisogno di silenzio, di pause,
modalità incistata, portandolo alle orecchie, pro- Nell’improvvisazione utilizzava soltanto stru- dizione contempla i casi in cui i campi e le figure di rallentamenti era crescente e l’impossibilità di
ducendo sonorità alea- menti melodici, da cui si sovrappongono in maniera indipendente, sen- G. a rallentare, ad abbassare i toni delle sue im-
torie e ritmi incalzanti. IN LUI SI SONO OSSERVATI CAMBIAMENTI emergevano scale e za legami di identità, somiglianza, opposizione. provvisazioni sempre più forti era altrettanto cre-
In lui si sono osservati SOSTANZIALI NEL CORSO DEGLI ANNI, GIUNGENDO note congiunte, segno È un criterio che implica un basso livello di co- scente. Erano due solitudini che non si potevano
A UNA MODALITÀ SONORA COMUNICATIVA,
cambiamenti sostan- CARATTERIZZATA DA UN ATTEGGIAMENTO DI RICERCA di una forte coartazio- municazione, che si verifica soprattutto nei mo- incontrare. Nelle verbalizzazioni successive alle
ziali nel corso degli an- E SPERIMENTAZIONE TIMBRICA... ne emozionale, suo- menti esplorativi, di ricerca, quando si procede improvvisazioni è emerso in modo chiaro lo scon-
ni, giungendo a una nava con intensità de- per tentativi. Le condotte principali sono quelle tro tra due tempi diversi, dove la parola esplicita,
modalità sonora comunicativa, caratterizzata da bole, introducendo lunghe pause in cui cercava della ripetizione di sequenze già sperimentate semplice e diretta ha aperto una possibilità al co-
un atteggiamento di ricerca e sperimentazione di ascoltare strumenti la cui voce risultava fle- (la pratica del già conosciuto) e dell’improvvisa- stituirsi di uno spazio non saturo, in cui può na-
timbrica, spostandosi verso gli strumenti melodici bile all’interno del contesto improvvisativo. zione individuale (quando uno o più esecutori si scere qualcosa che ancora non è.
e alternando poi produzioni ritmiche e melodi- dedicano prevalentemente alla propria creazio- È stato come se per la prima volta ciascuno dei
che dotate di dinamicità. Metodologia ■ ne senza tener conto del resto)”. due pazienti fosse costretto a guardarsi attraverso
M. è un’ex studentessa di pianoforte del Conser- Il percorso del gruppo di musicoterapia può es- gli occhi di un altro, a decentrarsi per vedersi.
vatorio, esperienza questa strettamente connes- sere suddiviso in tre fasi che coincidono con tre 2) Il gruppo recettivo Stavamo finalmente destrutturando ciò che cia-
sa all’esordio della malattia. Per ogni anno che passaggi metodologici. Nel terzo anno del gruppo l’inserimento del pa- scuno aveva in sé già prestabilito, l’abbandono
ha preso parte al gruppo M. inizialmente ripro- ziente C. attiva un con- del cliché. L’idea di mo-
duceva al metallofono brani che mostrassero le 1) Il gruppo improvvisativo flitto “sonoro”che si ma- RIFERENDOCI AI CRITERI ORGANIZZATIVI dificare l’impostazione
sue competenze esecutive residue; l’atteggia- Nei primi due anni il gruppo è stato caratteriz- nifesta come scontro tra DEL CAMPO SONORO DI PORENA metodologica è stata ac-
POSSIAMO DIRE CHE IL GRUPPO SI ORGANIZZAVA
mento accogliente del gruppo le ha consentito zato da una conduzione semidirettiva, esclusiva- due dimensioni del tem- ATTRAVERSO UN CRITERIO DI ADDIZIONE, compagnata da una at-
di abbandonare queste esecuzioni per esprimer- mente basata sulla tecnica della libera improvvi- po, come due unicità e IN CUI EMERGEVANO I SINGOLI tenta riflessione, non vo-
si in modo più libero, a volte manifestando la sazione di gruppo ed i cui tratti specifici sono due vissuti di solitudine levo rischiare di esporre
difficoltà di farlo, altre volte riuscendo ad entra- stati: la possibilità individuale di contattare le che viaggiano parallele. Silenzi e pause, contrap- ad un eccessivo senso di destrutturazione pazien-
re in contatto con la musicoterapeuta, che l’ha proprie peculiarità sonoro/musicali, lavorando posti a suoni forti e ritmi incalzanti, utilizzo ti che con sofferenza, fatica e tempo, avevano
incoraggiata ad uscire da un cliché che la con- quindi su una dimensione intrapersonale ed in- esclusivo e coartato dello strumento, contrappo- raggiunto un certo livello di integrazione. Per cui
frontava con una frustrazione ed un fallimento, trapsichica in cui far emergere le peculiarità so- sto a creazione di un micro setting sonoro artico- si è proposto l’ascolto ed uno scambio verbale che
non consentendole di vivere la dimensione pre- nore di ciascuno. La possibilità di prendere con- lato e chiuso al proprio interno. Nonostante i potesse contenere le emozioni, dando a queste un
sente. M. si è affacciata alle proprie emozioni tatto con modalità di espressione sonora legata molti tentativi della musicoterapeuta di offrire senso che si potesse poi convogliare compiuta-
abbandonando gli strumenti melodici ed uti- a istanze personali soggettive ha determinato il uno spazio di riflessione a posteriori all’improvvi- mente nelle successive improvvisazioni.
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Il suono dentro: un persorso di musicoterapia


di un gruppo in un Centro diurno psichiatrico
48 MARIA SANTONOCITO
Si è deciso di introdurre una variazione tecni- stiche e su quelle di isolamento; lo sviluppo del sé Sonoramente le improvvisazioni sono state ca- Conclusioni ■
co/metodologica nel setting. Il setting era ora co- interpersonale e vicario legato all’identificazione, ratterizzate da utilizzi non convenzionali dello Nonostante la frammentarietà dell’intervento
sì articolato: ascolto di brani portati dapprima all’osservazione degli altri e al confronto recipro- strumentario, organizzazioni sonore per contra- nel suo snodarsi nel tempo, il gruppo in oggetto
dalla musicoterapista e poi dai pazienti; verbaliz- co. Per la prima volta, dopo molti anni, alcuni di sto e dialoghi sonori a due e tre membri del ha costruito una propria storia, che prescinde
zazione sull’ascolto da parte del paziente e poi questi pazienti hanno offerto, gli uni agli altri, gruppo. Abbandono di ritmiche prestabilite, dalle singole presenze dei pazienti poiché è la
del gruppo, focalizzazione del tema di fondo e frammenti del proprio senso di vuoto, di solitudi- sperimentazioni e cambi di ruolo nella condu- storia del gruppo. È proprio questo che consente
improvvisazione finale. L’idea che ha guidato que- ne, d’inadeguatezza, desiderando altresì qualco- zione sonora: cioè l’emergere di un campo sono- di affermare che, al di là della presenza addizio-
sta impostazione era di offrire ai pazienti una con- sa che fosse una possibilità, uno spazio per l’esi- ro gruppale. Ciò è riferibile al criterio della simi- nale degli individui, si è costituito un campo con-
divisione di vita ed emozioni, che confluissero nel- stenza. Il gruppo ha realizzato una svolta in cui litudine gestaltica in cui si coglie una sorta di diviso che si è evoluto nel suo divenire, giungen-
la possibilità di prendere una forma comune nel ciascuno ha abbandonato il cliché del brano su affinità diffusa. “La similitudine è il criterio di do ad essere gruppo come dimensione interna,
senso sonoro dell’im- cui identificarsi, fonder- organizzazione più utilizzato dai gruppi d’im- transpersonale, sovra individuale ed interiorizza-
provvisazione che poi ne PER LA PRIMA VOLTA DOPO MOLTI ANNI si in maniera identitaria provvisazione musicoterapica poiché rappresen- ta in maniera inconscia, che esiste nell’esperien-
ALCUNI DI QUESTI PAZIENTI HANNO OFFERTO
emergeva. Le scelte ef- GLI UNI AGLI ALTRI FRAMMENTI e identica per mostrare tativo della possibilità di stare insieme pur essen- za istituzionale. ■
fettuate dalla musicote- DEL PROPRIO SENSO DI VUOTO, DI SOLITUDINE, fragilità ed emozioni, do diversi. Attraverso di essa prende corpo
rapista si sono basate D’INADEGUATEZZA, DESIDERANDO ALTRESÌ ma in un luogo simboli- sonoro la matrice dinamica nei suoi aspetti evo-
sulla metodologia della QUALCOSA CHE FOSSE UNA POSSIBILITÀ, UNO camente e sonoramente lutivi e dialettici” (Masotti, 2002). Nelle esperien-
SPAZIO PER L’ESISTENZA
sequenza sonda utilizza- condiviso. In conclusio- ze improvvisative si percepiva la storia che ci
ta in musicoterapia recettiva (Manarolo, 2006), ne di questo percorso recettivo C. chiede al grup- aveva attraversati, le emozioni che avevamo con-
poiché introducono il gruppo all’ascolto e all’at- po di ascoltare insieme a lui “Cercami” di Rena- diviso. L’ascolto delle registrazioni ci ha restituito
tivazione di un’ampia riflessione rispetto ai vari to Zero, che ha molto emozionato tutti noi, sia una sonorità gruppale, la sensazione di avere co-
temi esistenziali. Successivamente sono stati i pa- per il testo, sia per la scelta fatta da quest’uomo struito nel tempo un campo condiviso e la possi- * Contributo presentato in occasione del VII
zienti a proporre brani musicali significativi per di mostrare un uomo che dal vivo canta la sua bilità di entrare ed uscire dal gruppo portandosi Congresso Nazionale Confiam “Le cure mu-
loro; ciò ha consentito una condivisione nel difficoltà esistenziale. dentro i suoi suoni. sicali”, 28/29/30 maggio 2010, Genova.
gruppo, un’esperienza nuova ed intensa, apren-
do agli altri squarci della propria vita emoziona- 3) Il gruppo del riascolto
le; nelle verbalizzazioni la direzione data dal Nell’ultimo anno di questo percorso si è deciso
conduttore è stata la ricerca di un’emozione di di lavorare ancora sull’improvvisazione di grup- Benenzon R.O., Manuale di musicoterapia, Borla, Roma, 1992. BI
fondo che accomunasse il sentire del gruppo e po, registrata e poi riascoltata. Il motivo di que- Di Maria F. Lo Verso G. (a cura di), La psicodinamica dei gruppi. Teorie e tecniche, Raffaello Cortina, Milano, 1995. BLIO
che ne guidasse la successiva improvvisazione. sta scelta è stato la percezione di una maturità Lecourt E., Analisi di gruppo e musicoterapia, il gruppo e il “sonoro”, Cittadella Editrice, Assisi, 1996. GRA
Ne sono scaturite improvvisazioni caratterizzate storica del gruppo, il passaggio, infatti, fonda- Manarolo G., Manuale di musicoterapia. Teoria, metodo e applicazioni della musicoterapia, edizioni Cosmopolis, Torino, 2006. FIA
Masotti A., Il cerchio sonoro ed i nodi musicali, tesi di diploma in musicoterapia, Assisi, 2002.
da un’organizzazione che lasciava emergere l’in- mentale sperimentato nella precedente fase era
Porena B., Ipotesi metaculturale: un’ipotesi per la composizione delle diversità ossia per la sopravvivenza, ed. EUE, 1999.
staurarsi di una matrice di base substrato acco- stato focalizzato sulla possibilità di mostrarsi per Santonocito M., Inzerillo F., Ricerca teorico-metodologica su uno strumento di analisi del setting gruppale musicoterapico, in “Quaderni di musica
munante, la cui presenza consente l’immediata ciò che si è ed il poter chiedere aiuto all’esterno. applicata” n. 22, PCC, Assisi, 2003.
possibilità di comprendersi. Erano attivi fattori Siamo dunque tornati a lavorare su una dimen-
terapeutici di gruppo quali: l’universalità legata sione che da intrasoggettiva era passata all’inter-
alla possibile condivisione della propria sofferen- soggettività, per transitare ora verso una dimen-
za con una ricaduta sulle problematiche narcisi- sione gruppale matura.
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CRA e Danzamovimentoterapia:
10 anni di follia
50 ELENA CERRUTO Supervisore presso il CRA di via Plebisciti, Milano.

Premessa ■ sentimenti legati alla morte risuonano col Movi- inteso come radicamento nelle carni e nella ter- to presso il CRT (Centro Residenziale di Terapie
L’articolo descrive una esperienza decennale mento Acqua. “Mi sono venuti pensieri tristi”, ra. Questo è un punto cardine a favore della psichiatriche e di risocializzazione, poi ridefinito
(2000-2010) tuttora in corso presso il CRA di “Stanotte c’è la fine del mondo”, “Voglio morire” DMT in ambito psichiatrico. La DMT riporta come CRA, Comunità Riabilitativa Alta Assi-
C.so Plebisciti. L’accento è posto sul cammino sono espressioni tipiche con cui alcuni utenti si alla Terra, riporta al corpo. “I soffi della Terra, stenza) come gruppo aperto a libera frequenza
di due pazienti che frequentarono per 2 anni presentano, le braccia rigidamente conserte che che sono collegati ai Fu straordinari hanno a che nel marzo del 2001 fino a luglio dello stesso an-
consecutivi anche gli incontri di danzamovi- si sciolgono nel corso dell’incontro. Con l’uten- vedere con il sostegno della vita” (Rochat de La no. L’anno seguente l’attività è stata rivolta ad un
mentoterapia (DMT) presso il Centro Saraban- za psichiatrica è fondamentale far vivere del- Vallée, 2008). nucleo di utenti del precedente anno con l’ag-
da in completa integrazione con utenti “nor- l’Acqua l’aspetto del radicamento (Rene come Dalle applicazioni dell’agopuntura in ambito psi- giunta dei “nuovi”. Con l’équipe di riferimento
malmente nevrotici”. Radice dell’esistenza) e del Fuoco l’espansione chiatrico è dimostrata l’importanza di pungere (psicologo, psichiatra, educatrice), si è deciso,
Quasi tutti gli utenti, che hanno partecipato al- (Cuore come apertura emozionale, mentale, punti di Terra in presenza di alcuni sintomi da ec- dietro mia proposta, di mantenere il gruppo
l’esperienza, sono classificati all’interno di un spirituale). Se il Legno è nutrito dall’Acqua può cesso di Fuoco (es: eloquio disorganizzato, deliri). chiuso per un anno per poter svolgere un vero e
quadro di psicosi grave, per la maggior parte si crescere come l’albero che arrivato all’espansio- proprio lavoro di danzamovimentoterapia. La
parla di schizofrenia. Alcuni seguono una psico- ne si apre al Cielo (Cielo risuona anche come Danzaterapia e follia: proposta è nata proprio dall’esperienza dei mesi
terapia, individuale o di gruppo, altri non ne so- apertura spirituale). Storia di un’interazione possibile ■ precedenti: i partecipanti, una decina, erano en-
no in grado. Sia il gruppo DMT presso il CRA Possiamo riscontrare nel movimento “sano” del “Vi è un sano modo di essere folli e dimentichi: tusiasti, attivi secondo le loro possibilità, fedelissi-
che quello presso Sarabanda, avevano frequen- Legno un aspetto del ruolo del danzamovimen- la follia “dei meno folli” che manifestano con la mi all’appuntamento settimanale. Dopo pochi
za settimanale. toterapeuta (dmt). Compie lo sforzo necessario loro “eccentricità” quanto siano lontani dalla mesi hanno iniziato a chiamare spontaneamente
per facilitare la spinta naturale verso l’esterno, follia reale dei mondani, la cui vita questo gruppo danzaterapia, mentre il termine
Il metodo: DanzaMovimentoTerapia tra magari bloccata da anni, utilizzando le risorse apparentemente ben ordinata, non è che “gruppo movimento”, scelto per non “spaven-
Oriente e Occidente (Cerruto, 2008) ■ creative tipiche della DMT equilibrate dalla illusione mantenuta accuratamente.” tarli” , iniziava pian piano a scomparire.
La Medicina Tradizionale Cinese individua al- funzione di controllo del Metallo: a seconda de- Larre, 1994 L’educatrice decise di continuare a frequentare
cune dinamiche fondamentali: movimento “del- gli stati patologici, in genere dovuti a stagnazio- lei stessa gli incontri, coinvolgendosi sempre di
l’andare in fuori” che corrisponde al Legno, in ne, l’intento terapeutico si muove sull’asse Me- Il CRA è un centro a porte aperte. Anche il can- più. Bisogna riconoscere il valore della sua pre-
questo caso portar fuori sentimenti, emozioni e tallo/Legno (interno/esterno) e Fuoco/Acqua cello del giardino che attornia la sede è aperto. senza, come facilitante il lavoro. In generale è
movimenti. Analogicamente è la proposta che (Cielo/Terra). Così anche le proposte di movi- Alcuni tra gli utenti del gruppo movimento- suo il compito di “portar giù” gli utenti che non
spinge gli utenti ad uscire dal luogo di “patolo- mento che esplorano la dimensione orizzontale danzaterapia attendono in giardino. sempre hanno la nozione del tempo o si addor-
gia”. Polare e opposto al movimento del Legno, o verticale dello spazio. Un giardino curato (“me ne occupo io!” Dirà fie- mentano, anche a causa delle elevate dosi di
troviamo il movimento del Metallo che porta ad Il perno centrale è il Movimento Terra, intesa ro Marco più tardi). In generale i volti sono cu- farmaci.
interiorizzare; la sua espressione è un rallenta- come riattivazione della circolazione attraverso pi, contrastano con i colori intensi dei fiori. La cura del setting è nella preparazione di un
mento che può generare tristezza, stato dell’ani- il movimento, accoglienza trasformativa che si Il CRA prevede che gli ospiti non rimangano a giardino terapeutico dove empaticamente si fa
mo che se si fissa diviene patologico, “La tristez- manifesta come presenza nel corpo e coordina- lungo nella struttura e stimola il reinserimento dell’ ascolto attivo una modalità per preparare,
za si oppone allo slancio gioioso verso la pienezza zione. Nello spazio si riscontra come compren- nell’ambito lavorativo. Alcune persone, in effet- nutrire, colmare e svuotare un terreno comun-
che è propria del fegato” (Larre, 1994). Caratteri- sione di percorsi diversificati e adattabilità ai ti, hanno iniziato ad avere una casa e ad occu- que fecondo. Considero che la conoscenza della
stica del Metallo è la discesa in profondità e la differenti livelli e spazi. Ha funzione centrante e parsene, frequentando nel contempo corsi pro- diagnosi occidentale possa essere interessante
cristallizzazione che analogicamente può mani- garantisce il costante nutrimento, la riattivazio- fessionali. Altri ospiti vengono mandati in come termine di confronto con gli altri operato-
festarsi come depressione. L’immobilizzarsi del- ne dinamica, il passaggio dalla forma di stagna- comunità terapeutiche. ri, per la valutazione dei risultati e per una cor-
la depressione, così come la paura eccessiva e i zione alla trasformazione. Il Radicamento è qui Il “gruppo movimento-danzaterapia” ha inizia- retta contestualizzazione della danzaterapia,
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CRA e Danzamovimentoterapia:
10 anni di follia
52 ELENA CERRUTO
che certo non è attività ricreativa, ma ritengo mandare quelli con maggiore difficoltà”. Propor- Cinese, mira ad un quadro di armonia e attiva forse andrà a vivere da solo. Cosa che puntual-
che, soprattutto inizialmente, essa non sia fon- re o prescrivere è sempre una tematica che si la sua considerazione positiva incondizionata mente avverrà e perdura ormai da 8 anni.
damentale per il dmt. “In tutti i casi in cui il discute insieme. La mia assistente ed io parteci- (Terra come accoglienza). La Danzaterapia favorisce “un processo creativo
cuore è occupato da conoscenze formalizzate si per- pammo da subito alle riunioni d’équipe e di su- Ogni tanto accade, prima dell’incontro, che gli di scambio comunicativo, orientato non al ripri-
de la vita” (Larre, 1994). Rigorosamente neces- pervisione interna in cui si analizzavano casi cli- ospiti portino fuori verbalmente il loro disagio, stino di funzioni perdute, ma alla produzione di
saria per la strategia terapeutica è invece una nici specifici. Alcune riunioni vennero indette talvolta essi precisano spontaneamente i termini nuove reti di significati” (Bellia, 1997).
diagnosi energetica basata sui 5 Movimenti del- appositamente per far conoscere anche al perso- clinici della loro patologia o espongono dettaglia- Ogni volta li invito al qui e ora, al che cosa senti
la Medicina Tradizionale Cinese. nale non direttamente coinvolto il tipo di attività tamente i sintomi ed i ed alla fisicità del che
Ciò che trovo molto interessante nelle riunioni o per valutare insieme chi tra educatori e psico- disagi delle loro “crisi” cosa senti. Il dmt in que-
IL DMT IN QUESTO CASO
d’équipe è sapere da dove vengono, come sono le logi fosse più indicato per seguire insieme agli o vogliano spiegarmi È TERRA ACCOGLIENTE E TRASFORMATIVA, sto caso è terra acco-
loro famiglie, come stanno quando tornano dopo utenti i gruppi esperienziali. chi sono loro veramente ASCOLTA SIA LE PARTI SANE CHE QUELLE MALATE gliente e trasformativa,
periodi di assenza dal CRA e soprattutto come È interessante a questo punto raccontare di An- e portano, come spesso E COME FA LA TERRA NON GIUDICA MA TRASFORMA ascolta sia le parti sane
stanno in seguito agli incontri di DMT e quali tonio. Egli dal suo arrivo al CRA non desidera- fanno i “normali”, la che quelle malate e co-
cambiamenti significativi lo psicologo, la psichia- va partecipare alle attività chiamate espressive. descrizione dettagliata del loro “io”, apprendo me fa la terra non giudica ma trasforma.
tra o gli educatori ritengono opportuno segnalare. Sorprendentemente iniziò e frequentò assidua- così che ho a che fare con artisti, professori, medi- Paolo dichiara che sembra come in quel film... e
Gli operatori tendono a rispecchiare questo mio mente il gruppo di DMT. Lo psicologo mi spiegò ci, camerieri, figli d’arte e di cultura; essi sono i inizia a raccontare... “ma tu parli sempre, smetti-
stesso interesse per la dimensione umana e rela- che Antonio inizialmente non partecipava alle at- primi a raccontarmi chi sono. Lo leggo come: in la!” Intima il gruppo all’unisono.
zionale e soprattutto sono interessati alla realtà di- tività espressive perché esse “gli indagano den- realtà “io non sono qui, c’è stato un errore...” ma Le parole parlate si fanno parole danzate:
namica e cangiante che tro”. Praticare la DMT soprattutto come la descrizione di un io cristalliz- “Buon giorno come stai” diventa danza di corpo e
sembra ogni volta ri- PRATICARE LA DMT EVIDENTEMENTE ERA VISSUTO evidentemente era vis- zato e vecchio, forse quello che non ha retto, non di voce che ricalibra nel qui e ora, cambiando
creare condizioni nuove COME UN “PORTAR FUORI” IN CUI APPREZZAVA LA suto come un “portar ha cambiato forma, cioè non ha saputo modifi- nella continuità forme diverse di un corpo-cuore
alla cui luce poter osser- DIMENSIONE NON INVASIVA. fuori” in cui apprezzava carsi nelle circostanze di un mutamento possibile. (Rochat de La Vallée, 2008) che muta. Il “buon-
vare senza giudizio an- la dimensione non inva- (Terra come trasformazione). giorno”, nella sua vibrazione sonora e nella in-
che minimi cambiamenti che nel contesto quoti- siva. Inutile dire quanto di sé portava fuori sia at- Altri pazienti arrivano all’ultimo minuto, si pre- tensità corporea, manifesta anche la disponibilità
diano potrebbero sfuggire. La comprensione si fa traverso il movimento sia attraverso l’espressione sentano come uomini d’affari con due cellulari e e l’accoglienza del terapeuta, ritualizza l’inizio
fluida quando si coglie il punto di vista dell’altro. verbale e del volto. Ipod che disattivano a malincuore. Contrastano dell’incontro.
“Vuotate il cuore ed equilibrate il proposito; vi ralle- In tutti questi anni non è mai successo che si nella loro evidente copertura, contrastano so- In realtà il buongiorno a tutti gli ospiti è iniziato
grerete dei comportamenti naturali” (Larre, 1994). manifestassero crisi durante gli incontri; l’atten- prattutto con la figura di Fernando, giovane au- con l’apertura del cancello esterno. Occhi che si
L’équipe si dimostrò sin dall’inizio sensibile al zione e la concentrazione di tutti sono stati nu- tistico che trovo ogni volta ad attendermi seduto raccolgono delicatamente come fiori pronti per
concetto di integrazione della danzaterapia: in- trimento per un giardino che portava fuori la davanti alla porta. È l’unica attività che segue, essere colti. Ma non sempre, spesso gli sguardi
tesa sia come integrazione dell’attività nel pro- “parte sana” di ognuno. Punto fondamentale preciserà poi lo psicologo. Non mi parla ma su- rimangono vuoti. La stagnazione prevale.
getto terapeutico per il paziente, sia come inte- assolutamente centrante è che l’attenzione sia bito entra. Tra i primi è sempre anche Marco, “Cambiamo le forme del nostro corpo” è frase pro-
grazione di persone con diverse manifestazioni volta sempre e comunque sulla danza, espressio- vuole raccontarmi della sua ultima crisi d’ansia. grammatica nella “sala danza”. Chi è giunto
patologiche. Inizialmente lo psicologo e l’educa- ne di energia vitale, presente in ognuno. Il dmt Gli chiedo dove la sente ora. Mi risponde che fin li è già in uno stato di disponibilità, ha già
trice prescrivevano la DMT ai pazienti appa- guarda e si rivolge alla parte sana, in essa si ri- ora non c’è e che è felice di stare qui mentre si to- passato la fase del “togliamo le scarpe” e se tut-
rentemente più disponibili a muoversi ma poi specchia attivandola. Non perde la fiducia nella glie in fretta le scarpe. Mesi dopo mi racconterà to va bene, abbandonato anche l’àncora della
compresero e apprezzarono il fatto che “è meglio risposta dell’utenza. Il dmt, così come il Medico di avere trovato un lavoro come giardiniere e che sedia. Lavoro costantemente con la fiducia nel-
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CRA e Danzamovimentoterapia:
10 anni di follia
54 ELENA CERRUTO
la possibilità di cambiamento. Si crea un filo di suo detersivo, ai suoi piatti di carta blu. Anch’io po divengono il centro da cui partire per l’incon- cipazione fu fondamentale e soprattutto sponta-
complicità che porta tutti ad aprirsi, raccolgo danzai con loro le cose che avevano un’anima, le tro con se stessi e con il mondo; ogni azione di- nea. Oltre a testimoniare il suo grande talento
come stimolo anche il più piccolo spiraglio di cose che non si possono muovere se noi non le venta “azione significante” in una dimensione poetico la sua danza contribuì alla realizzazione di
luce. La possibilità di cambiamento è da inten- aiutiamo, le cose usate e mai amate. Quel giorno spazio-temporale che contiene il dentro dell’emo- una performance che li vide tutti coinvolti. Spazio
dersi in senso esteriore ed interiore. È apertura prima di arrivare al centro mi ero arrabbiata zione e il fuori della comunicazione. di creatività, ma anche vuoto che porta a riflette-
all’altro, ai materiali, agli stimoli dati, ai movi- molto... Ovviamente mi capitò l’ultimo degli og- L’aria che respiriamo è la stessa per tutti. Acquistia- re su ciò che fanno, facciamo.
menti base della danza; è apertura alla “parte getti rimasti: uno splendido ammorbidente. mo leggerezza. Capacità di sorridere. Qualcuno Dopo due anni di lavoro a cadenza settimanale
sana” sempre e comunque presente. Danziamo sogni e immagini, diamo loro corpo dichiara di aver perso peso (“ora peso solo 90 kg!”). presso il CRA, percepii una sorta di vuoto inter-
Nei primi mesi prevale la dimensione imitativa e movimento, diamo corpo all’immaginario. Nel periodo della guerra in Iraq, si improvvisa- no vedendo i cancelli sempre aperti e mi nacque
per aprirsi sempre più alla creatività e alla ricer- Diamo unità ad un corpo frantumato ma anche rono danze di pace. Gesti di preghiera al Cielo, una domanda: “dove vanno?”
ca personale. Cambia- diamo un corpo a di- con l’elevarsi di braccia, torsi, sguardi: il cuore si Incontrai qualcuno di loro nel bar di fronte al
re forma è stato subito DANZIAMO NOI STESSI IN UN CONTESTO verse parti di noi in un apre al Cielo. Man mano che la qualità interna CRA: al mio saluto ricevetti risposte strascicate,
inteso in relazione al DI VALORIZZAZIONE DELLA PERSONA E DELLE SUE dialogo concreto e al movimento si fa più intensa riescono a saltare, erano ubriachi o forse peggio (visto che la miscela
“sentimento interno di POSSIBILITÀ DI CAMBIAMENTO MA SOPRATTUTTO creativo grazie all’uso a salire più velocemente da terra, ad elaborare psicofarmaci/alcolici è piuttosto pericolosa). Alla
sé”: se cambio forma DELLA SUA CREATIVITÀ SEMPRE PRESENTE di materiali o ritrovan- stimoli in gruppo. Con l’acquisita fiducia nella mia domanda “venite a danzare?” ricevevo risposte
posso cambiare. Cam- do nella musica parti di dimensione esplorativa osano fare proposte di proprio come nel video di Trudi Schoop(1): “No”,
biare le forme del corpo, consapevolezza delle un’orchestra che ricomincia ad accordarsi. (Ter- ampio respiro e progettualità: introducono mo- “Si, dopo”, “No vado in sala fumo”. Altre risposte
carni, della loro forma e possibilità, disegno del- ra come armonia e integrazione delle parti). vimenti personali, propongono di leggere le loro erano costituite da suoni incomprensibili, non de-
la forma del corpo nello spazio. Danziamo noi La musica per muoversi ha bisogno di noi, per poesie, di far video, addirittura uno spettacolo. cifrabili. A volte mi lasciavano come sospesa dopo
stessi. Danziamo noi stessi in un contesto di va- questo singole parti dialogano con singole parti. Entusiasmata mi coinvolgo e danzo con loro ot- essermi sentita dire con tono ufficiale: “No, ‘Signo-
lorizzazione della persona e delle sue possibilità La mano è violoncello che interiorizza, i piedi tenendo da parte del signore che raccontava ra’, oggi i miei numerosi impegni non mi consentono
di cambiamento ma soprattutto della sua creati- fanno percussione dei ricordi non detti, il grup- sempre i film un confortante commento: “Biso- di partecipare al ‘suo’ gruppo”. Tono e modo incon-
vità sempre presente. Danziamo il nostro corpo- po-corpo disegna melodie che a volte portano le gna proprio essere matti per fare quello che fai tu!” sueti: normalmente il tono della comunicazione
cuore, i nostri dolori, le nostre idee, le nostre persone ad entrare in contatto, anche se Fer- Le proposte venute da era molto amichevole,
poesie “...molto mi aiutò il Dr G. che con la sua nando si toglie subito quando chiedo di metterci loro vengono accolte e teso a sottolineare una
terapia della non violenza dava all’ammalato la addosso la musica toccandoci diverse parti del realizzate insieme. ...IL COMUNICARE E IL SENTIRE DEL CORPO relazione empatica e
sensazione di poter essere ancora vivo, o di poter corpo. Solo una volta toccò la mia mano e ri- Maurizio un giorno ar- DIVENGONO IL CENTRO DA CUI PARTIRE PER non discriminante: ci si
L’INCONTRO CON SE STESSI E CON IL MONDO...
almeno accedere a quella specie di autenticità del mase un attimo. Non ci fu concessa nessuna po- rivò con un biglietto dava del tu e tutti mi
vivere cui di fatto il malato solitamente aspira.” steriore evoluzione, Fernando fu trasferito altro- stropicciato su cui aveva chiamavano per nome.
(Merini, 2000). ve per motivi logistici. scritto una poesia, mi chiese se per caso fosse pos- Fu allora che decisi di proporre loro un “dove van-
Danziamo anche gli oggetti del quotidiano: un Incontrare l’altro oltre al lavoro di rispecchia- sibile danzarla. L’evento era interessante in quan- no” più interessante dal mio punto di vista: li invitai
giorno Maurizio mi accolse davanti alla sala; mento sottende la capacità di prendere iniziative to era parte della sua patologia la scarsa disponi- al centro Sarabanda; l’équipe approvava il proget-
aveva con sé due sacchetti del supermercato: personali. Dimensione che si attribuisce al Movi- bilità a condividere le sue creazioni e soprattutto to. Lo psicologo e l’educatrice furono entusiasti del-
“Ho fatto spese speciali... Pensando che mai avevo mento del Legno e si esprime con movimenti di- era refrattario a fare qualunque cosa su cui altri la proposta, soprattutto Marco e Maurizio trovaro-
comprato cose normali con la prospettiva che avrei namici che tendono ad andare verso l’alto e verso fondassero aspettative. Quando venni a cono- no una naturale continuità nel proseguire il lavoro
danzato con loro. E così sono speciali.” Fu così che l’esterno. Scegliere e non subire. Capacità di por- scenza della sua storia personale provai grande in un luogo lontano ma stimolante. Ero certa che
ognuno ebbe diritto alla sua scatola di pelati, al si e di proporsi. Il comunicare e il sentire del cor- solidarietà verso le sue motivazioni. La sua parte- un ambiente diverso, protetto, accogliente ma so-
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CRA e Danzamovimentoterapia:
10 anni di follia
56 ELENA CERRUTO
prattutto creato appositamente per la danza sareb- di Danza Terapeutica al Centro Sarabanda in- era... è contatto con la mamma. Un’utente an- NOTA
be stato per gli utenti più avanzati assolutamente sieme alle cosiddette persone “normalmente ne- ziana raccontò che al di là di qualche incontro
stimolante. Organizzai presso la Scuola alcuni “in- vrotiche”. Ero consapevole del rischio dell’acco- coi nipotini da tempo il suo corpo non era accol- 1) Komm tanz mit mir coreografia
contri aperti” all’interno di un setting protetto in cui stamento in quanto il disagio psichico è sempre to, riconosciuto e tanto meno desiderato. Fu in Trudi Schoop. Produzione: Claudia Wilke
le altre partecipanti erano allieve del corso di for- accompagnato da una distorta percezione del questo stesso gruppo che si manifestarono, mesi filmproduktion, 1991, Germania. Si ringrazia
mazione. La prima volta arrivarono quattro ospiti proprio corpo, sicuramente più evidente nei due dopo, i racconti degli abusi. Ed ognuno fu in per gentile concessione Cro.me. Milano.
del CRT, un po’ in ritardo, accompagnati dall’edu- ragazzi del CRT. Ero comunque fiduciosa nel grado di ascoltare, accogliere, sostenere. Il grup-
catrice. Alle pareti della sala erano appesi dei car- principio base della Danzaterapia: integrando le po perse il pudore per poter danzare il pudore. 2) “Mentre il nevrotico parla al massimo
toncini colorati su cui erano scritte le “parole ma- diverse parti dell’essere grazie alla Danza inte- Nel 2010 l’integrazione è continuata, prossima- di ‘un corpo a pezzi’, perché solitamente le
dri” trovate con la danzaterapia dai partecipanti griamo l’altro, anche quando tutto l’essere appa- mente inseriremo in un nuovo gruppo Leonar- parti del corpo continuano a mantenere
ai gruppi di DMT. Maurizio il poeta chiese cosa re frantumato dalla psicosi (Galimberti, 1979)(2). do. L’educatrice che ora lavora in un CSE (Cen- il loro significato di parti di una totalità;
fossero: li condussi per gradi a portar fuori la voce, Marco e Maurizio dall’ottobre del 2003 al giu- tro Socio Educativo) si è ricordata dell’esperienza lo psicotico, nella radicalità della sua
le sillabe, le parole per trovare con il corpo la pa- gno del 2004 frequentarono il gruppo settima- di Marco e Maurizio e presto accompagnerà qui dissociazione, giunge a quella vera e propria
rola-madre di ognuno. A fine incontro il contatto nale con regolarità, senza mai perdere un in- questo caso definito impossibile perché da un an- distruzione dell’immagine corporea, per cui
tra noi, con la sala, con i diversi stimoli fece nasce- contro e soprattutto totalmente accolti come no non manifesta nessuna ricettività al cambia- non gli è più possibile riconoscere la relazione
re una parola-madre comune per tutto il gruppo, parte del gruppo, a cui nemmeno all’inizio fu mento. Questa volta l’équipe ha ancora delle tra le parti e la totalità”, Galimberti U.,
che vibrò nel cerchio fi- detto che avrebbero la- perplessità iniziali ma secondo l’educatrice Leo- Psichiatria e fenomenologia, Feltrinelli, 1979.
nale, negli occhi e nelle A FINE INCONTRO IL CONTATTO TRA NOI, vorato con utenti spe- nardo ha bisogno di Spazio, di muovere il corpo
parole: gioia. La dan- CON LA SALA, CON I DIVERSI STIMOLI ciali. La principale no- per muovere l’essere.
FECE NASCERE UNA PAROLA-MADRE COMUNE PER
zammo a lungo. vità per i “ragazzi del La grande sala lo attende. Vuota. ■
TUTTO IL GRUPPO, CHE VIBRÒ NEL CERCHIO FINALE,
La seconda volta a Sa- NEGLI OCCHI E NELLE PAROLE: GIOIA CRA” fu il cerchio di
rabanda li vidi arrivare condivisione verbale al-
puntualissimi, conoscevano ormai la strada e la fine dell’incontro, la cui durata poteva essere
non era più necessaria la presenza di un accom- anche di mezz’ora, mentre al CRA al massimo si
pagnatore. Bastò il mio invito. dedicavano dieci minuti per una “raccolta di pa- Bellia V., Danzaterapia nei servizi psichiatrici, Quaderni di psichiatria, 2/97, 1997. BI
La terza volta fu in occasione di una conferenza role” finale. Usarono da subito “parole di veri- Cerruto E., Metodologia e pratica della Danza Terapeutica. Danzamovimentoterapia tra Oriente e Occidente, Franco Angeli Ed., Milano, 2008. BLIO
di una pittrice seguita da una performance. tà”, Marco e Maurizio sembravano dare stimoli Galimberti U., Psichiatria e fenomenologia, Feltrinelli, Milano, 1979. GRA
Non li invitai, mi limitai ad appendere un vo- che inducevano tutti a scendere nel profondo per Larre C., Rochat de la Vallée E., Huangdi Neijing LingShu, La psiche nella tradizione cinese, Jaca Book, Milano, 1994. FIA
Merini A., Diario di una diversa, Rizzoli, Milano, 2000.
lantino alla bacheca del CRT. danzare e poi verbalizzare con semplicità, auten-
Rochat de la Vallée E., Symphonie corporelle, E.E.A., Paris, 2008.
Arrivarono in due: Marco il giardiniere, e Mauri- ticità, senza intellettualismi ed in un certo senso
zio il poeta; non mi aspettavo che di loro iniziati- senza difese. Sin dal primo incontro Marco por-
va scegliessero di venire e partecipare attivamen- tò fuori una verità che toccò la densità di un cor-
te. Il dolce giardiniere chiese all’anziana pittrice: po trovato, perduto e ritrovato: “Quando danzo
“Quando dipingi porti fuori le tue emozioni? Co- mi manca la mamma!” All’interno del suo qua-
me fai?”, lei gli rispose con saggezza ed intensità. dro clinico l’espressione era rivelatrice ma gli
Pochi mesi dopo Marco e Maurizio iniziarono a utenti tutti ripresero le parole riportandole a loro
frequentare il gruppo esperienziale settimanale stessi e qualcuno aggiunse: contatto col corpo
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58 NUMERI ARRETRATI AR-TÉ


numero 00 - giugno 2006
■ Arti-terapie e musicoterapia tra impegno sociale e verifica scientifica
numero 04 - dicembre 2008
■ Il corpo abi(ta)to. L’esperienza di danzamovimentoterapeuta nella
in libreria 59

(R. Caterina) ■ Stati di grazia. Eventi trasformativi in Drammaterapia sezione femminile della casa Circondariale S. Anna di Modena (C. Lugli,
(S. Pitruzzella) ■ Il Grembo della Creazione. Creazione artistica e U.S. Benatti) ■ Il disegno speculare progressivo nella cura di un paziente
autocreazione della mente (R. Porasso) ■ Dieci anni di martedì mattina con sordità secondaria (P. Catanzaro) ■ Il ruolo dell’improvvisazione nel
con l’arteterapia. Il processo creativo come strumento per contrastare il progresso creativo: laboratorio interattivo di arte e danza movimento
burn out (Centro Diurno Riabilitativo Arcipelago - coop. S.A.B.A.) ■ Verso
la relazione terapeutica nella Danza Movimento Terapia (A. Lagomaggiore)
■ L’approccio storico-relazionale in musicoterapia: analisi di un frame (G.
terapia e orientamento psicodinamico (E. Colace, M. Menzani) ■
Artiterapia nelle cure palliative. Un approccio umanistico esistenziale
“centrato sulla persona” (M. Daghero) ■ Tra corpo e cultura: la
Manuale di Arteterapia
Artale, F. Albano, C. Grassilli) ■ Arte e Psichiatria. Conversazione con Gillo danzamovimentoterapia come mediazione simbolica. Per una pedagogia a cura di Caroline Case e Tessa Dalley
Dorfles (G. Bedoni, L. Perfetti) ■ e una didattica dell’attività motoria (A.G.A. Naccari) ■ Esserci, Esprimersi, pp. 196, euro 18.00, ed. Cosmopolis, Torino - www.edizionicosmopolis.it
Interagire tra adolescenti attraverso la musica e gli altri linguaggi (F.
numero 01 - aprile 2007 Prestia) ■ Musica del corpo, musica della mente: un violino nelle mani del
■ Riparazione del processo primario nella psicoterapia verbale e non Traduzione di un “classico” dell’arteterapia di matrice
malato di Alzheimer (S. Ragni) ■ Danzamovimentoterapia e minori
verbale delle psicosi (M. Peciccia, G. Benedetti) ■ Creatività e potere nello abusati: dal danno alla riparazione (M.R. Cirrincione) ■ anglosassone, il testo fornisce una descrizione puntua-
spirito siciliano: le storie di Giufà, il Saggio e lo Stolto (S. Pitruzzella) ■ La le ed organica di cosa sia questa pratica terapeutica:
bellezza che sana, riflessioni sul ruolo dell’estetica in musicoterapia (G. numero 05 - aprile 2009 nelle sue radici storiche, artistiche e psicoterapeutiche,
Antoniotti) ■ Un’esperienza di musicoterapia presso l’U.O. di Psichiatria di ■ Arti terapie integrate in oncologia (G. Nataloni) ■ ‘Objet Trouve’ and Mark e nel suo concreto operare in situazioni diverse; ma an-
Cremona: la musicoterapia nel trattamento dei disturbi d’ansia, making in Movement and Art. Una prospettiva Winnicottiana sugli atti di che nella centralità di una formazione professionale
somatoformi e nei quadri misti ansioso-depressivi (L. Gamba, A. Mainardi, scoperta nel movimento e nell’arte visuale (E. Goldhahn) ■ Danza e canto specifica e consapevole.
R. Poli, E. Agrimi) ■ L’arte di accompagnare: l’osservazione in Danza dei neuroni specchio (E. Cerruto, G. Ansaldi) ■ Specularità e identità in L’intento è quello di offrire indicazioni chiare ed una
Movimento Terapia Integrata (V. Puxeddu) ■ Variazioni del linguaggio musicoterapia (G. Manarolo) ■ DanzaMovimentoTerapia: Arte del
comprensione dettagliata di come l’arteterapia sia pra-
simbolico in un gruppo di musicoterapia (G. Del Puente, G. Manarolo, E. Movimento e poetica del... cambiamento (V. Puxeddu) ■ Il pas de deux in
ticata, in quali situazioni di disagio psicologico possa
Zanelli, G. Fornaro) ■ DanzaMovimento Terapia: riflessioni sulle coreografie del rapporto primario
e alcuni risvolti applicativi (E. Rovagnati) ■ Kind of blue (R. Porasso) ■ trovare migliore applicazione e su quale teoria si basi.
numero 02 - dicembre 2007 Setting musicoterapeutico: cornice e palcoscenico (G. Vizzano) ■ Le Autrici, entrambe con esperienza sia di pratica che
■ Dall’Agire al Pensare: esperienze creative e percorsi psicoterapeutici di insegnamento dell’arteterapia, tracciano un quadro
(R.M. Boccalon) ■ Corpo, Movimento, Linguaggio: specificità della Danza- numero 06 - dicembre 2009 dello sviluppo di questa professione sino al suo status
Movimento Terapia (F. Russillo) ■ Atelier ideale - Atelier reale. Arteterapia ■ Creatività, follia e oggetto artistico; consanguinei o parenti per caso? (M.
attuale, anche grazie a testimonianze dirette di artete-
in un servizio pubblico: contratto terapeutico, setting e prima accoglienza Levo Rosenberg) ■ Setting / Azione: Trattamenti di Pace (D. Bruna) ■ La rapeuti e di pazienti, analizzando aspetti quali l’in-
(M. Levo Rosenberg) ■ Riabilitazione in Danzamovimento Terapia (E. prospettiva delle artiterapie in ambito psicopedagogico (M.R. Cirrincione) fluenza del pensiero psicodinamico, il ruolo dell’imma-
Rovagnati) ■ La forma e lo sguardo: Polisemia dell’immagine in arte ■ Cantare in armonie (G. Guiot, C. Meini) ■ Arteterapia con la disabilità
gine nel processo, il setting di lavoro.
terapia. Carlo Zinelli e i mondi visionari (G. Bedoni) ■ psicofisica grave. Un approccio centrato sulla persona (M. Daghero) ■
Il testo è utile a chi è interessato a tutti gli aspetti del-
numero 03 - aprile 2008 numero 07 - aprile 2010 l’arteterapia e a coloro che intendano intraprendere un
■ Da Bowlby a Budda. Un’iniziale esplorazione del significato di ■ Curare a regola d’arte: processi biologici, processi creativi, processi percorso formativo per diventare terapeuti.
‘attaccamento’ e ‘non attaccamento’ e delle loro implicazioni per la terapeutici (R. Boccalon) ■ Betweenness: il teatro e l’arte della cura (S.
Drammaterapia (Gammage) ■ L’albero dei desideri: l’arte terapia con i Pitruzzella) ■ Musicoterapia in Rosa. Laboratorio di Musicoterapia
bambini ricoverati in Ematoncologia pediatrica ed i loro genitori (C. indirizzato ad un gruppo di donne (F. Prestia) ■ Tra Arte e Terapia. Caroline Case vive e lavora come arteterapeuta privata in
Favara Scacco, G. Baggione) ■ Applicazione della musicoterapia nei Riflessioni sull’utilizzo terapeutico dell’autoritratto fotografico (F. Piccini) Scozia.
disturbi d’ansia (R. Poli, L. Gamba, A. Mainardi, E. Agrimi) ■ Le ■ L’ospite inatteso. Incantesimi e trasformazioni nella relazione
Tessa Dalley lavora come arteterapeuta in un centro di
artiterapie e la scientificità. Esiste un ponte che le unisce? Ovvero terapeutica in un contesto di danzaterapia (M. Tamino) ■ Tra la Danza consulto e terapia per bambini e adulti a Londra e come
Arteterapia, teatro di esperienze e di mutamenti profondi (W. Cipriani, Terapeutica al CDD Archimede di Inzago. Il limite come risorsa e tutor al Goldsmiths’ College, Università di Londra.
A. Cossio) ■ Il piccolo seme... conversazioni al confine. Laboratorio di possibilità: il caso di Margherita (T. Cristiani) ■ La musicoterapia in una
Danza e Arte Terapia dedicato ai bambini in situazione di grave esperienza di formazione per operatori di una comunità alloggio (A.
disabilità psicofisica in una ludoteca comunale (E. Degli Esposti, A. Alchieri) ■ Il valore della musica: esperienze e riflessioni sull’applicazione
Monteleone, Francesca Stolfi) ■ Il suono dello stress: come percepire della musicoterapia nella demenza (S. Ragni) ■ Aiutare chi aiuta:
la sintomatologia del “Burn Out” ( B. Foti) ■ musicoterapia e prevenzione del burnout (R. Quinzi, G. D’Erba) ■
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60 RECENSIONI AR-TÉ a cura di Luca Zoccolan a cura di Luca Zoccolan RECENSIONI


NOTIZIARIO AR-TÉ 61
cui ci parla il musicologo Nattiez, ci ram- ■ IL CENTRO DI ARTITERAPIE DI LECCO (tel: 0341 350496 / sito: www.artiterapie.it)
L’OLTRE E L’ALTRO. ARTE COME TERAPIA
mentano quanto sia determinante nella mu-
Niccolò Cattich e Giuseppe Saglio sica il simbolismo che la inserisce in uno spa- Il Centro Artiterapie, del settore formazione della Cooperativa Sociale “La linea dell’arco” di Lecco, finalizza
le proprie attività alla diffusione delle Arti Terapie e all’accompagnamento del Professionista delle Arti Terapie
zio ermeneutico ricco di orizzonti di senso nel suo percorso professionale. A tale scopo il Centro Artiterapie promuove:
Priuli & Verlucca, 2010
che avvalorano e accentuano la soggettività ■ il Centro di Formazione nelle Artiterapie
di chi la fa e l’ascolta. ■ l’Area Professionisti
“L’oltre e l’altro”, pur essendo un libro indi-
Così diventa importante il pensiero del Dott. Il Centro di Formazione nelle Artiterapie (mail: info@artiterapie.it)
rizzato al vasto mondo delle terapie espressi- ■
Cattich che, alla luce delle conoscenze adle- Il Centro di Formazione nelle Artiterapie di Lecco è un punto di riferimento per coloro che a vario titolo sono in-
ve, si pone al lettore come un trattato in gra-
riane, riprende il concetto di Sé Creativo per teressati alle Arti Terapie. Noto a livello nazionale, è luogo di collegamento con le principali associazioni di cate-
do di spaziare nel mondo dell’arte offrendo
descrivere lo spazio creativo intersoggettivo goria nei settori specifici e di formazione e aggiornamento che vede attivi e coinvolti i maggiori professionisti dei
spunti di riflessione che toccano le più svaria- campi delle Arti Terapie. Nel 1994 ha dato avvio a percorsi formativi promuovendo quattro scuole. I settori spe-
che si viene a creare tra paziente e terapeuta
te sfere del sapere umano: storia dell’arte, let- cifici di cui si occupa sono la Musicoterapia, l’Arteterapia, la Drammaterapia e la Danzamovimentoterapia che
all’insegna di una totale epoché.
teratura, musicologia, neurologia, psicologia, nell’ambito formativo consistono in percorsi triennali e quadriennali ai quali si affiancano approfondimenti spe-
In queste parole troviamo tutto il senso e il ri- cifici e seminari tematici e contemplano la realizzazione di tirocini accompagnati da una attività di tutoring.
filosofia etc.
spetto di uno spazio arte-terapeutico: “atten-
I pregi di questo scritto sono la gradualità e la ■ L’Area Professionisti (mail: professionisti@artiterapie.it)
zione e rispetto, esperienza ma senza presun-
lentezza con cui si arriva a parlare e conoscere L’Area Professionisti ha come obiettivo principale lo sviluppo qualitativo della professionalità del Professioni-
zione né pregiudizio. Si attraversa insieme un sta, contribuendo in questo modo alla diffusione delle Arti Terapie e al riconoscimento della loro utilità. Ulte-
le terapie espressive come se un nuovo Virgilio ti
territorio inesplorato, laddove la guida cono- riore scopo dell’Area Professionisti è la costituzione di una rete di professionisti che possano avvalersi dell’ap-
conducesse tra i gironi o meglio tra gli stadi che
sce posti simili ma solo il viaggiatore può co- partenenza ad una struttura qualificata. Gli ambiti attraverso i quali realizza questo obiettivo sono:
hanno visto sorgere l’arteterapia nel mondo.
noscere i luoghi attraversati, per tracciare in- - lo sviluppo della qualità professionale attraverso proposte di specializzazione, aggiornamento e supervisione;
Il Dott. Cattich e il Dott. Saglio, esperti navi- - la comunicazione tra professionisti attraverso un Forum di discussione;
sieme una carta geografica del mondo interno
ganti nel campo della psicoanalisi e dell’arte in - la facilitazione ad essere individuati dai committenti tramite la visibilità del proprio profilo professionale sul sito.
del paziente, realizzazione ‘concreta’ del lavo-
generale, non si limitano solo a presentare i
ro creativo svolto insieme.”
modelli occidentali che vengono utilizzati nel-
Il saggio “L’oltre e l’altro” non esplica solo in ■ IL CENTRO DI ARTITERAPIE DI LECCO
le artiterapie di oggi ma si addentrano nel
modo esauriente i modelli più utilizzati dalle ELENCO SEMINARI 2011
simbolismo che caratterizza ogni cultura uma-
arti terapie nel mondo teorico-pratico ma ne
na che sappia esprimere e trasmettere la pro- Gennaio
offre una lettura diversificata in chiave adle- ■

pria storia attraverso l’arte. 16/2011: Alessandra Auditore, Francesca Pasini “Musica e Musicoterapia prima e dopo la nascita”
riana dove la psicologia individuale e quella
Il modo in cui viene presentata la metafora 23/2011: Ivan Sirtori “Comprendere l’esperienza (di sé) per stare in relazione”
dinamica si fondono per dare alla luce un 23/2011: Sergio Rovagnati “La ricostruzione del “legame”. Arte e Mito tra terapia, cura e socialità”
dei quattro elementi per la creazione e l’in-
nuovo modo di intendere l’arte come terapia.
novazione di un nuovo spazio terapeutico ■ Febbraio
evidenzia come, senza tralasciare i modelli 13/2011: Silvia Cornara “Psicologia e artiterapie”
arti terapeutici che si collocano in ambito cli- 13/2011: Vanda Ghedin “Dottoressa che occhi grandi che ha! È per capirti meglio bambina mia”: un modello
di formazione alla attitudine osservativa nelle artiterapie.
nico e socio assistenziale, si possa anche pren-
13/2011: Fernanda Lombardi “Libri d’arte o quaderni di arte-terapia? Una risorsa in atelier”
dere in considerazione una matrice orienta- 19-20/2011: Lucia Citterio “Atelier di ricerca danza e paesaggio”
le, dal momento che la musica e la scienza
■ Marzo
affondano in radici ben più lontane di quelle
6/2011: Glenda Pagnoncelli “La Drammaterpia e le applicazioni nella formazione”
proposte dal teorema empirico del positivi- 20/2011: Antonio Catalano “I love shopping. Laboratorio di spesa creativa a impatto (e costo) zero”
smo occidentale. Gli universali in musica, di 20/2011: Francesca Rossi “Lavoro di rete: esperienze di Musicoterapia nella scuola”
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62 NOTIZIARIO AR-TÉ NOTIZIARIO AR-TÉ 63


26/2011: Danilo Rigamonti “I disturbi di personalità” - “Musica, memoria e identità: musicoterapia per l’Alzheimer”, Dr.sa Silvia Ragni, 10 aprile 2011.
26-27/2011: Daniela Umiliata “Simboli miti e riti. Da Jung... a Neumann” - Workshop di 7 ore : “Touch the Future: Make Music with Babies”, prof.ssa Beth M. Bolton, 16 aprile 2011,
26/2011: Paola Coghi “Starci Dentro”: limiti e risorse dell’arteterapia nella scuola” Musica in Culla® con i bimbi da 0 a 2 anni. In collaborazione con l’Associazione SolMIReSo di Pinerolo ed
27/2011: Marco Belcastro “Identità vocale. L’orecchio: udire o ascoltare?” il Coordinamento Nazionale Musica in Culla®.

■ Aprile Per informazioni:


16/2011: Maggiani Annalisa “Dmt e Intercultura. Alle radici dell’appartenenza” tel e fax: 011 5682285 / e-mail: segreteria@centrobenenzon.it / sito www.centrobenenzon.it

■ Maggio
7/2011: Danilo Rigamonti “Psicogeriatria”
■ S. STEFANO RIABILITAZIONE
7/2011: Barbara Tocchetti “Verso la psicologia del Sé”
■ ALLA RICERCA DELL’IDENTITÀ SONORA. LA MUSICOTERAPIA
7/2011: Massimo Aliverti “Teoria e pratica della Psichiatria transculturale”
9/10 aprile 2011- Auditorium S. Stefano - Via Aprutina, 194 - Porto Potenza Picena (MC)
8/2011: Lorena Colonnello “L’Arteterapia come strumento di informazione e prevenzione in adolescenza”
8/2011: Maurizio Disoteo “Antropologia culturale e Artiterapie”
Il convegno è rivolto a tutte le professioni sanitarie e anche a tirocinanti, specializzandi, studenti, musicote-
8/2011: Marina Gesmundo “L’arte terapia nelle dipendenze e nella relazione d’aiuto”
rapisti, artiterapisti, danzamovimentoterapisti, docenti, insegnanti e a chiunque operi nel campo della relazio-
15/2011: Silvia Cornara “La nascita della musica: dall’esplorazione al dialogo sonoro”
ne, anche al di fuori dell’ambito medico/assistenziale. È stato richiesto l’accreditamento ECM.
28-29/2011: Anna Seymour “Esplorando l’espressività e il contenimento”
28/2011: Elena Rovagnati “Dmt e disabilità grave: quali danze possibili” Per informazioni:
29/2011: Marilde Trinchero “La solitudine delle madri” Segreteria CFP (Centro di Formazione Permanente S. Stefano) - Via Rossini, 134 - Porto Potenza Picena (MC)
tel.: 0733881085, 0733881748 / fax: 0733686881

■ DANZAMOVIMENTOTERAPIA INTEGRATA®
■ CORSO INTENSIVO DI PRIMAVERA ■ WORKSHOP SULLA CREATIVITÀ di Vera Roberta Riccobaldi
IL CORPO DIALOGA: PERCEZIONE, MATERIA, CREAZIONE, FORMA ■ CONTAMINAZIONI: CONTAMINARSI CON LA CREAZIONE ARTISTICA, DECONTAMINARSI

29 aprile/1 maggio 2011 c/o Hotel Villa Carlotta, lago Maggiore, Belgirate (VB) CON L’ANALISI TRANSAZIONALE
Dr. Johan Dhase (pedagogista e danzaterapeuta con formazione in espressione primitiva) 16 aprile 2011- Aula Monteverde - ProgettoArteRoma - Via Antonio Toscani, 33 - Roma
Dr. Vincenzo Puxeddu (medico fisiatra, danzamovimentoterapeuta DMT, presidente APID)
e con la partecipazione di: I partecipanti attraverso un percorso creativo in crescendo e con l’ausilio della musica, potranno sperimentarsi
Dr.ssa Laura Panza (psicologa, danzamovimentoterapeuta DMT - APID, Milano nell’uso di varie tecniche espressive (dal collage, al calligramma, alla pittura), trasformando l’esperienza di la-
Dr.ssa Milena Sarbonara (danzamovimentoterapeuta DMT - APID, Torino boratorio in un’esperienza liberatoria portatrice di benessere.
Verranno proposte attività di manipolazione e produzione creativa, di espressività emotiva con la scrittura
Il seminario è indirizzato a tutti coloro che desiderano fare esperienza o approfondire la conoscenza della Danza-
e di creazione collettiva al ritmo della musica attraverso l’utilizzo di tutti i canali sensoriali: visivo, uditivo,
MovimentoTerapia per esigenze professionali o personali. Lo stage è riconosciuto nell’ambito della Scuola di For-
cinestesico.
mazione in Danzamovimento Terapia Integrata® e accreditato nel programma della formazione permanente.
Per informazioni:
Per informazioni e iscrizioni:
ProgettoArteRoma - Agoragroup - Via Antonio Toscani, 33 - Roma - tel.: 06 53271886
Centro Studi Danza Animazione Arte Terapia
Vera Roberta Riccobaldi - cel.: 338 7933741 / e-mail: riccobaldiroberta@tiscali.it
tel.: 070 650349 / e-mail: csdanza@tin.it / sito www.danzamovimentoterapia.it

■ LA MENTE MUSICALE. NEUROSCIENZE, MUSICA E PROSPETTIVE MUSICOTERAPICHE


■ ISOINSIEME “CENTRO MUSICOTERAPIA BENENZON ITALIA”
■ GIORNATA DI STUDIO a cura di Apim / Casa della Musica / Casa Paganini con il Patrocinio della Confiam
Cooperativa Sociale Isoinsieme a r.l. - Via Piazzi, 41 - Torino
28 maggio 2011 - Casa Paganini - Piazza Santa Maria in Passione, 34 - Genova

■ FORMAZIONE E WORKSHOP Segreteria Scientifica:


- Seminario di Danzaterapia: “Ritmo e pulsazione”, Dr. Bellia Vincenzo, 13 marzo 2011. Gerardo Manarolo - cel.: 339 3678572
- Seminari di Clinica: “Musicoterapia e psicosi”, Dr. Bellia Vincenzo, 9 aprile 2011; e-mail: manarolo@libero.it
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64 NORME REDAZIONALI
1) I colleghi interessati a pubblicare articoli ori-
ginali sulla presente pubblicazione sono pregati
di inviarne una copia redatta secondo il pro-
gramma Word per Windows (tipo RTF) al se-
guente indirizzo email: manarolo@libero.it
2) L’accettazione dei lavori è subordinata alla
revisione critica del comitato di redazione.
3) La comunicazione di accettazione verrà in-
viata non appena il comitato di redazione avrà
espresso parere favorevole alla pubblicazione.
4) Il testo degli articoli dovrà essere redatto in
lingua italiana e accompagnato dal nome e co-
gnome dell’autore (o degli autori) completo di
qualifica professionale, ente di appartenenza,
recapito postale e telefonico.
5) Per la stesura della bibliografia ci si dovrà at-
tenere ai seguenti esempi:
a) LIBRO: Cordero G.F., Etologia della co-
municazione, Omega edizioni, Torino,
1986.
b) ARTICOLO DI RIVISTA: Cima E., Psi-
cosi secondarie e psicosi reattive nel ritar-
do mentale, Abilitazione e Riabilitazione,
II (1), 1993.
c) CAPITOLO DI UN LIBRO: Moretti
G., Cannao M., Stati psicotici nell’infan-
zia. In M. Groppo, E. Confalonieri (a cu-
ra di), L’Autismo in età scolare, Marietti
Scuola, Casale M. (Al), 1990.
d) ATTI DI CONVEGNI: Neumayr A.,
Musica ed humanitas. In A. Willeit (a cu-
ra di), Atti del Convegno: Puer, Musica et
Medicina, Merano, 1991.
6) Gli articoli pubblicati impegnano esclusi-
vamente la responsabilità degli Autori. La
proprietà letteraria spetta all’Editore, che
può autorizzare la riproduzione parziale
o totale dei lavori pubblicati.

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