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CORSO MONOGRAFICO
ROMANTICISMO O ROMANTICISMI
Permangono le principali forme classiche
- Sonata (strumento solista o due esecutori);
- Duo, trio, quartetto, quintetto, sestetto, ecc.;
- Sinfonia (orchestra);
- Concerto (uno o più solisti e orchestra).
Ronde du Sabbat
Allegro poco meno mosso, in la minore
Organico: ottavino, flauto, 2 oboi, 2 clarinetti, 4 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 2 cornette, 3 tromboni, 2
tube, timpani, archi
Prima parte. Sogni, passioni. L'autore suppone che un giovane musicista, affetto da quel male
morale che uno scrittore celebre chiama il vuoto delle passioni, scorga per la prima volta una
donna che riunisce tutti i fascini dell'essere ideale sognato dalla sua immaginazione, e se ne
innamori perdutamente. Per una insolita bizzarria, l'immagine amata non si presenta mai allo
spirito dell'artista se non legata a un pensiero musicale, nel quale egli ritrova un certo carattere
appassionato, ma nobile e timido come quello ch'egli attribuisce alla persona amata. Tale riflesso
melodico e il suo modello lo perseguitano senza posa come una doppia idea fissa. Donde
l'apparizione costante, in tutti i pezzi della sinfonia, della melodia che dà inizio al primo Allegro.
Il passaggio da tale stato di malinconica disposizione al sogno, interrotto da qualche accesso di
gioia senza motivo, a quello d'una passione delirante, con i suoi moti di furore, di gelosia, i ritorni
di tenerezza, le lacrime, le consolazioni della fede, è l'argomento del primo brano.
Seconda parte. Un ballo. L'artista è condotto attraverso le circostanze più diverse della vita, in
mezzo al tumulto d'una festa, nella pacifica contemplazione delle bellezze della natura; ma
ovunque, in città, nei campi, l'immagine cara viene a presentarglisi tubandone l'animo.
Terza parte. Scena nei campi. Una sera, trovandosi in campagna, egli ode da lontano due pastori
che si scambiano un ranz des vaches; questo duo pastorale, il luogo, il leggero brusio degli alberi
dolcemente agitati dal vento, alcuni motivi di speranza che egli ha concepito da poco, tutto
concorre a rendere al suo cuore una calma insolita e a dare alle sue idee un colore più lieto.
Riflette sulla sua solitudine; spera presto di non dover più esser solo... Ma se ella lo tradisse!...
Questa miscela di speranza e timore, queste idee di felicità turbate da alcuni neri presentimenti,
formano l'argomento dell'Adagio. Alla fine uno dei pastori riprende il ranz des vaches; l'altro non
gli replica più... Rumore lontano di tuono... solitudine... silenzio...
Quarta parte. Marcia al supplizio. Raggiunta la certezza che il suo amore sia
respinto, l'artista si avvelena con l'oppio. La dose del narcotico, troppo debole
per dargli la morte, lo piomba in un sonno accompagnato dalle visioni più orribili.
Sogna d'aver ucciso l'amata, d'esser condannato, condotto al supplizio, e d'assistere
alla sua stessa esecuzione. Il corteo s'avanza al suono di una marcia ora cupa e
selvaggia, ora brillante e solenne, in cui un sordo rumore di passi pesanti succede
d'improvviso alle esplosioni più violente. Alla fine della marcia, le prime quattro
misure dell'idée fixe tornano, come un ultimo pensiero d'amore interrotto dal colpo
fatale.
Quinta parte. Sogno di una notte del Sabba. Egli si vede al Sabba, in mezzo a
una schiera orribile d'ombre, di mostri d'ogni sorta riuniti per le sue esequie. Strani
rumori, gemiti, scoppi di risa, grida lontane cui paiono rispondere altre grida. La
melodia amata ricompare, ma ha perduto ogni carattere di nobiltà e di timidezza;
non è più che un ignobile motivo di danza, triviale e grottesco; è lei che giunge
al Sabba... Ruggito di gioia al suo arrivo... Ella si mesce all'orgia diabolica...
Rintocchi funebri, parodia grottesca del Dies irae. Ronda del Sabba. La ronda
del Sabba e il Dies irae insieme.
LA FORMA SONATA E LA SINFONIA CLASSICA
I movimenti della sinfonia classica sono generalmente quattro:
Il primo e l'ultimo movimento sono quasi sempre nella stessa tonalità (che è per
definizione quella dell'intera sinfonia), mentre per i movimenti centrali è presente
una variabilità notevole; se la tonalità d'impianto è minore, il movimento lento è
molto spesso nel relativo maggiore, mentre se la sinfonia è basata sul modo
maggiore esso è di solito nella tonalità della dominante o della sottodominante.
Le eccezioni a questo schema diventano sempre più frequenti a partire da
Beethoven, ma esso rimane comunque un riferimento importante fino alla metà del
XX secolo, come ci dimostrano Mahler, Prokofiev e Šostakovič.
IDÉE FIXE
L’idée fixe della Symphonie fantastique
https://www.youtube.com/watch?v=g6eeOIXIPjY
Il quinto movimento Sogno di una notte di sabba lo trasporta nel bel mezzo di un sabba
di streghe, in un corteo lugubre e solenne. In questo composito finale su un costante
metro di 6/8 si susseguono ininterrottamente quattro "quadri": nel primo, dopo
un'introduzione, una distorsione triviale dell'idée fixe rende i tratti grotteschi assunti
dalla fisionomia dell'amata nel visione del sabba; il secondo è fondato su una parodia del
Dies irae, l'inno gregoriano per la sequenza dei defunti; il terzo è la Ronde du Sabbat, un
vorticoso fugato; il quarto (Dies Irae et Ronde du Sabbat ensemble) inizia con una
visionaria sovrapposizione della sequenza gregoriana sul fugato per chiudersi con una
trionfante apoteosi.
L'intento programmatico non era l'unico aspetto innovativo della Symphonie fantastique.
La nuova sensibilità romantica per il timbro conduce il compositore francese a creare
soluzioni particolari che talvolta lo conducono a sonorità "deformate" come nel quinto
movimento, quando il clarinetto in mib intona il tema principale oppure quando viene
prescritto agli archi di "suonare col legno" dell'archetto.
Nelle prime battute (Larghetto) dell'ultimo movimento di Sogno di una notte di
Sabba, gli archi che si muovono velocemente nel pianissimo e l'imponente ingresso
degli ottoni ci introducono immediatamente in un clima misterioso e sinistro.
Con l'Allegro ricompare il tema principale, questa volta prima accennato dal clarinetto in do
e poi esposto in maniera parodistica dal clarinetto piccolo in mib.
Il tema che rappresenta la donna amata appare ora deformato in 6/8 con un andamento
saltellante, ornato da acciaccature e trilli. Come recita il programma è ora una danza triviale
e ignobile.
Poco dopo a battuta 102 sentiamo il rintocco delle campane a morto e, a battuta 127, la
melodia del Dies irae intonata dal suono potente degli oficleidi raddoppiati dai fagotti.
La celebre sequenza attribuita a Tommaso da Celano viene proposta più volte sempre con
tessiture e scansioni ritmiche diverse. Alla prima esposizione delle campane segue quella di
corni e tromboni in valori dimezzati e poi quella di flauti, oboi e clarinetti per tornare
nuovamente alle sonorità cavernose dell'oficleide.
A questa seconda sezione segue la Ronde du Sabbat, un vorticoso fugato e infine
nell'ultima parte ascoltiamo nuovamente la melodia del Dies irae sovrapposta al fugato per
concludere in maniera trionfale.
La Symphonie fantastique accese numerose discussioni tra coloro
che la disapprova-vano per l'articolazione in cinque movimenti e
per la presenza di un programma e chi invece, come Liszt e
Schumann, vedeva in quest'opera la manifestazione dello spirito
romantico. Ricordiamo che Liszt ne fece una trascrizione e
Schumann ne scrisse un'articolata recensione.
Anche HEGEL, nel trattare la musica, ha spesso indotto in errore, poiché ha scambiato
inavvertitamente il suo punto di vista, che è in prevalenza quello dello storico dell’arte, con il
punto di vista puramente estetico attribuendo alla musica determinazioni che quest’arte non ha
mai avuto .
Ciò che per HANSLICK era frutto di un errore o di una confusione, per Hegel costituiva il
cardine del proprio pensiero. L’intrecciarsi del piano estetico e filosofico con quello storico non è
casualità o una svista, ma rappresenta il fondamento della possibilità di un discorso sull’arte e
sulla musica. Ed è proprio questo che Hanslick rifiuta dell’hegelismo. A suo avviso, il “bello
musicale” è una categoria metastorica o astorica, non implicando di per sé una preferenza
per il classico più che per il romantico.
Così il rapporto dell’opera d’arte con il proprio tempo o con i paralleli prodotti dalle altre arti non
è negato da Hanslick, il quale considera legittimo che lo storico parli di Spontini come di un’
“espressione dell’impero francese” o di Rossini come della “restaurazione politica”.
In ogni caso il fatto che Hanslick abbia giustamente goduto di piena
considerazione nella cultura idealistica e presso tutta la cultura estetica contemporanea, che lo ha
voluto sottrarre alla limitante etichetta di “formalista”.
Il contenuto della musica consiste in forme sonore in movimento, senza nessun ricorso
ad alcun sentimento. Quindi, poiché la musica non ha modelli in natura e non esprime
alcun contenuto concettuale, si può parlare di essa soltanto con aridi termini tecnici, oppure
con immagini poetiche: infatti, ciò che per ogni altra arte non è che descrizione, per la
musica è già metafora. Alla rappresentazione di un determinato contenuto il compositore di
musica strumentale non pensa; se lo fa, si pone da un punto di vista sbagliato e la sua
composizione diventa la traduzione di un programma in suoni, i quali poi senza quel
pentagramma restano incomprensibili.
Niente è più erroneo dell'opinione secondo la quale la bella musica si distingue in base alla
presenza di un contenuto spirituale: come dallo stesso marmo uno scultore trae forme
incantevoli, un altro goffe e sgraziate, così la gamma delle note si plasma, sotto mani
diverse, nelle ouvertures di Beethoven o in quelle di Verdi.
Enrico Fubini, Il pensiero musicale del Romanticismo, Torino, EDT, 2005, pp. 157-ss.
Eduard Hanslick, Il bello musicale, a cura di L. Distaso, Palermo, Aesthetica, 2001, pp. 61-75.
Tesina di Maria Nicole Cariati (2014-2015)
In risposta al saggio polemico di Hanslick, dopo aver diretto a Weimar, nel 1855,
un’esecuzione della Sinfonia a programma Harold en Italie di Berlioz, Franz Liszt scrisse un
saggio, pubblicato nel vol. 43 della Neue Zeitschrift für Musik, tra il luglio e l’agosto dello
stesso anno. In esso faceva riferimento a Berlioz e al suo Aroldo in Italia, di cui propose
un’analisi “tematica”. Nello scritto, che contiene i riferimenti alla filosofia di Hegel, Liszt
ribadisce alcuni principi:
- innanzitutto la necessità del progresso continuo della musica
- l’inesorabile cecità dei contemporanei che lo accompagna,
- la valutazione della musica a programma come frutto sano, non privo di antecedenti storici
illustri, ma troppo spesso incompreso, di questo sviluppo.
Il vero oggetto della difesa di Liszt è dunque qualcosa di più ampio della musica di Berlioz: è
la legittimità della musica a programma.
Essa, afferma Liszt, non è la negazione dell’indipendenza della musica strumentale, poiché il
programma indica semplicemente «a scopo preparatorio i momenti spirituali che hanno
spinto il compositore alla creazione della sua opera». Il programma non intende ridurre la
musica, cui si unisce armonicamente, a rappresentazione di un pensiero. Essa è, e rimane,
musica “pura”, e quindi manifesta, nella maniera più trasparente, la sua essenza, che
consiste nell’essere incarnazione del sentimento, senza il tramite del pensiero. A questo
punto, per chiarire la natura del legame che unisce la musica al sentimento, Liszt ricorre
all’aiuto delle citazioni di Hegel.
Non si pensi comunque ad un saggio filosofico.
Il testo di Liszt è privo di rigore teoretico, è prolisso in più punti, e, in certi tratti, il tono
poetico maschera vuoti nell’argomentazione.
Tuttavia non mancano alcune intuizioni felici, che interpretano con acume le
parole di Hegel, anche se Liszt non si esime dall’inserirle disinvoltamente,
senza troppo rendere conto delle differenze, in un contesto che non è per nulla
hegeliano.
Alessandra Lazzerini Belli, Hegel e Liszt: un incontro sulla musica, “Diastema”, n° 8, ottobre 1994, pp. 17-24.
Ferenc Liszt, Berlioz e la sua sinfonia “Harold en Italie”, trad. ital. di Anna Giorgetti, in Un continuo progresso, a
cura di György Kroó, Milano, Ricordi-Unicopli, 1987, p. 359.
FRANZ LISZT
I POEMI SINFONICI
LA SONATA IN SI MINORE
POEMA SINFONICO
Composizione per orchestra che trae ispirazione da una fonte letteraria o extramusicale in
genere.
Coltivato nella seconda metà del sec. XIX sino ai primi del ‘900, costituisce la specifica versione
romantica e tardoromantica della musica a programma.
Antecedenti diretti del poema sinfonico, per quanto concerne lo schema programmatico, si
ravvisano nella Sinfonia Pastorale (1807-1808) di Beethoven e nella Symphonie fantastique di
Hector Berlioz, ma per quanto riguarda la struttura musicale, caratterizzata da una forte
concentrazione espressiva, sono individuabili piuttosto nelle ouvertures da concerto di più o
meno esplicita inspirazione letteraria, come l’Egmont o il Coriolano beethoveniani, Waverly di
Berlioz, A Midsummer Night’s Dream (1826) di Mendelssohn. A Liszt si deve, oltre che il nome,
la vera creazione del genere, da lui pienamente integrato nella poetica romantica.
Les Préludes (1848), il primo poema sinfonico di Liszt , ricevettero solo a composizione ultimata
il titolo tratto da Lamartine, mentre la matrice letteraria dell’ispirazione risulta chiara ed esplicita
nei successivi poemi (Ce qu’on entend sur la montagne, 1849; Tasso, 1849; Mazeppa, 1851;
Prometheus; le Sinfonie Faust e Dante, ecc.).
Nel tardo Ottocento il poema sinfonico divenne, per la sua struttura libera, uno dei generi
preferiti dai sinfonisti slavi alla ricerca di un’alternativa al formalismo accademico; fra gli autori
più noti si ricordano Smetana (La mia patria, 1872-79), Dvořák, Janáček (Taras Bulba, 1915-
18) e, fra i russi, Balakirev, Borodin, (Nelle steppe dell’Asia centrale, 1880),
Rimskij Korsakov, Čajkovskij.
«Che altro è la nostra vita, se non una serie di preludi a quell'inno sconosciuto, la cui
prima e solenne nota è intonata dalla morte? - L'amore è l'alba luminosa di tutta
l'esistenza: ma qual è il destino per cui le prime delizie e felicità non sono interrotte da
qualche tempesta, l'esplosione mortale che dissipa le belle illusioni, il fulmine fatale che
consuma il suo altare, e dov'è l'anima crudelmente ferita, che, emersa da una di queste
tempeste, non cerca di riposare il suo ricordo nella calma serenità della vita dei campi?
Tuttavia l'uomo difficilmente si dedica a lungo al godimento della quiete benefica che in
un primo momento ha condiviso nel seno della natura, e quando "la tromba suona
l'allarme", si precipita, verso qualsiasi posto pericoloso, qualunque sia la guerra che lo
chiama tra le sue fila, in modo da recuperare finalmente nel combattimento la piena
coscienza di sé e del possesso di tutta la sua energia». (Prefazione della seconda edizione
de Les Préludes)
Il tema dell'uomo in balia degli elementi della natura e delle alterne vicende delle sue
fortune, che si risolve in mistica contemplazione, fa da sfondo anche agli altri due Poemi
Sinfonici concepiti nella stessa tornata di anni (1848-54), Ce qu'on entend sur la
montagne e Tasso. Lamento e trionfo.
È il più noto dei poemi sinfonici lisztiani e fu composto come introduzione a un pezzo
corale inedito, Les quatre éléments su testo del poeta provenzale Joseph Autran, costituito
da quattro cosi: Les aquilons, Les flots, Les astres e La terre.
La sua struttura è tuttavia assai articolata e vi si ravvisano tredici diversi episodi che
muovono tutti da uno stesso nucleo tematico, costantemente variato.
L’azione musicale non è fondata sull’opposizione dei motivi musicali come in Die Ideale,
la Dante e la Faust-Symphonies, ma sulle trasformazioni di un solo tema, alla maniera del
Tasso.
Un simile processo ci dà anche delle buone ragioni per pensare che esista una correlazione
fra l’eroe romantico e, in ciascuno delle sue apparizioni, la natura del suo segno musicale,
il tema. Visto che il materiale tematico è strettamente correlato, le opposizioni si compiono
nella musica attraverso altri mezzi rispetto alle sole trasformazioni tematiche.
L’orchestra e i timbri diventano così dei fattori importanti per l’azione musico-mitica.
L’orchestrazione di Liszt anticipa quella di Stravinskij nel senso che rende giustizia al
timbro particolare di ogni gruppo strumentale, e ciò è di per sé una condizione necessaria
affinché il timbro serva da tratto distintivo e dunque da unità significante.
Ciò si verifica soprattutto in Liszt, più che in Wagner: anche quest’ultimo sfrutta il valore
del simbolo mitico degli strumenti solisti, ma che, più frequentemente rispetto a Liszt, dà
a ciascun gruppo strumentale l’occasione di fondersi in seno alla testura allargata
dell’orchestra sinfonica.
Il contenuto programmatico dei Préludes sembra avvicinarsi a Berlioz più che in altri
poemi sinfonici. I riferimenti a Berlioz riguardano essenzialmente l’uso di questo tema
come materiale per tutta l’opera, la successione delle azioni dell’eroe e l’alternanza di
lutto, tempesta e pastorale – anche se il gotico berlioziano si trasforma in Liszt in
tematica Sturm un Drang completamente idealizzata.
In generale, l’atteggiamento di Liszt verso la cultura romantica deve essere considerato
come universale: sceglie senza discriminazione alcuna i programmi dei suoi poemi
sinfonici dalla letteratura francese, inglese, germanica e italiana, e ne fa la base mitica
e l’ambito delle sue opere. Parallelamente, questi testi perdono il loro “colore locale”.
Solo la struttura permane. Ciò è essenziale dal punto di vista della comunicazione musico-
mitica. Liszt setaccia la loro struttura narrativa immanente. I testi poetici si riducono
allora a qualche movimento supportato da uno o due “attanti” che corrispondono ai
diversi temi musicali
[attante = nozione strutturale, usata in linguistica e in narratologia; l’attante è «colui che compie o che subisce l'atto
indipendentemente da ogni altra determinazione» (voce da Greimas-Courtés, Dizionario di semiotica, 1979)].
I motivi di passaggio della tempesta sono originati dai diversi elementi del tema del
preludio:
Mentre il tema pastorale (oboi e clarinetti) è una variazione del tema A’’ del
preludio, il secondo tema di pastorale è fondato sugli intervalli centrali di seconda
e quarta del motivo di preludio.
Organico: pianoforte
Gaetano Stella, La tradizione narrativa nella Sonata in Si Minore di Franz Liszt: analisi delle fonti e
degli approcci interpretativi, in Analitica. Online Journal of Musical Studies, 2001, vol. 2/1 , in
http://www.gatm.it/analiticaojs/index.php/analitica/article/download/153/128 (consultato il
09.05.2017).
PEZZI CARATTERISTICI
Possono essere alla dimensione formale della forma sonata classica tutte quelle opere inviluppate dalla
formula A-B-A, dalle più semplici alle più complesse. Su tutto, elevata a livello paradigmatico,
abbiamo sicuramente la sonata classica, della quale ci riferiamo al primo tempo, definita come
bitematica-tripartita, così come i primi movimenti di trii, quartetti, sinfonie, concerti per
strumento solista, ecc.
Oltre a questi dobbiamo citare:
Assai affini allo spirito e alla forma delle romanze senza parole corrisponde una folta
letteratura pianistica il cui sviluppo formale è di piccole dimensioni, citiamo ad es.
Barcarola, Notturno, Pagina d’album, Momento musicale, Berceuse, ecc.
• Lied, originariamente forma vocale antica popolare tedesca. La sua evoluzione e i
suoi perfezionamenti formali lo elevano a forma cameristica per canto e pianoforte
(periodo romantico) nella letteratura schubertiana e schumanniana; l’ ulteriore
sviluppo di questo genere prosegue con Brahms, Liszt, Wolf e Strauss
Robert Schumann
Carnaval: scènes mignonnes sur quatre notes
per pianoforte, op. 9
1) Préambule - Quasi maestoso (la bemolle maggiore
2) Pierrot - Moderato (mi bemolle maggiore)
3) Arlequin - Vivo (si bemolle maggiore)
4) Valse noble - Un poco maestoso (si bemolle maggiore)
5) Eusebius - Adagio (mi bemolle maggiore)
6) Florestan - Passionato (sol minore)
7) Coquette - Vivo (si bemolle maggiore)
8) Replique - L'istesso tempo (sol minore)
9) Sphinxes
10) Papillons - Prestissimo (si bemolle maggiore)
11) A.S.C.H.-S.C.H.A. (Lettres dansantes) - Presto (mi bemolle maggiore)
12) Chiarina - passionato (do minore)
13) Chopin - Agitato (la bemolle maggiore)
14) Estrella - Con affetto (fa minore)
15) Reconnaissance - Animato (la bemolle maggiore)
16) Pantalon et Colombine - Presto (fa minore)
17) Valse allemande - Molto vivace (la bemolle maggiore)
18) Intermezzo: Paganini - Presto (fa minore)
19) Aveu - passionato (fa minore)
20) Promenade - Con moto (re bemolle maggiore)
21) Pause - Vivo, precipitandosi (la bemolle maggiore)
22) Marche des «Davidsbündler» contre les Philistins - Non allegro (la bemolle maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1834 - Lipsia, 3 marzo 1835
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1837
Dedica: Karol Lipinski
A.Vaccarone, L. Putignano Poli, R. Iovino, Storia della musica. Stili e contesti dal Seicento all'Ottocento,
Milano, Zanichelli, 2013, Vol. II, pp. 695-696.