Sei sulla pagina 1di 2

CINEMA

È morto Carlo Rambaldi, papà di E.T.


L'artista e volte Oscar si è spento a Lamezia Terme
dove viveva da tempo: aveva 86 anni
morto l'artista e artigiano del cinema Carlo Rambaldi, il papà di È E.T. Il maglo degli
effetti speciali (per ben tre volte ha vinto l'Oscar) era nato a Vigarano Mainarda, in
provincia di Ferrara e il prossimo 15 settembre avrebbe compiuto 87 anni. L'artista - il
massimo esperto a livello internazionale di creature meccaniche - si è spento
all'ospedale di lamezia Terme dove viveva da circa un decennio con la famiglia dopo
essersi ritirato dalle scene.

ODIO PER I COMPUTER - Rambaldi era un artista vecchio stampo,un artigiano del set
che odiava, su tutti, il computer: «Si è persa la magia, come quando un prestigiatore
rivela i suoi trucchi ai presenti. Adesso tutti i ragazzi possono creare i propri effetti
speciali con il computer di casa» diceva a chi gli chiedeva del suo lavoro. «Il digitale
costa circa otto volte più della meccatronica. E.T. è costato un milione di dollari,
l'abbiamo realizzato in tre mesi. Nel film ci sono circa 120 inquadrature. Se noi
volessimo realizzare la stessa cosa con il computer ci vorrebbero almeno 200 persone
per un minimo di cinque mesi» ha detto.

OSCAR - Rambaldi ha vinto l'Oscar per i migliori effetti speciali per ben tre volte: il
primo con King Kong di John Guillermin del 1976, per il quale crea un gorilla robot
alto 12 metri. Nel 1979, insieme a Hans Ruedi Giger, contribuisce a dare vita alla
creatura aliena protagonista di «Alien» di Ridley Scott. Con Steven Spielberg iniziò a
collaborare nel 1977 per «Incontri ravvicinati del terzo tipo», ma è stato nel 1982 che è
arrivato il capolavoro che ha commosso il mondo intero con il protagonista di E.T.
l'extra-terrestre. Nel 1984 Rambaldi è stato chiamato da David Lynch per creare i
titanici vermi delle sabbie e gli inquietanti Navigatori della Gilda spaziale protagonisti
di «Dune».

PROFONDO ROSSO - Prima di essere conosciuto all'estero, la mano di Rambaldi si è


fatto le ossa nel cinema italiano di genere tra gli anni sessanta e settanta lavorando per
registi quali Mario Monicelli e Marco Ferreri, in «La grande abbuffata», Pier Paolo
Pasolini. Nel 1975 è stato l'artefice dei terrificanti effetti speciali di«Profondo Rosso» di
Dario Argento per cui immaginò le scenografie visionarie della città. Oltre al cinema, fu
attivo nella pittura. Si ritirò negli anni novanta. Da circa dieci anni viveva in Calabria
con la famiglia.

IL PROCESSO PINELLI - Nella sua lunga vita piena di successi due episodi che
entrano nella cronaca e che dicono molto della sua professionalità. Nel 1971, per
l'istruttoria delle circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente
chiese il suo aiuto per ricostruire le modalità di caduta del corpo. E Rambaldi fornì un
manichino ad hoc simil-Pinelli.

PUPI AVATI - «Sono molto dispiaciuto» commenta il regista Pupi Avati che aveva
lavorato con Rambaldi nel «La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone» del
1975. «Ho conosciuto Rambaldi molto prima del suo grande successo - spiega Avati -
prima che Dino De Laurentiis lo portasse in America. Ma giá allora era considerato una
specie di genio».

GENIO INTERNAZIONALE -«Con Carlo Rambaldi scompare uno dei geni


internazionali del cinema, un mago degli effetti speciali per tre volte premio Oscar, un
esempio indiscusso della creativitá italiana» ha detto Mario Caligiuri, assessore alla
cultura della Regione Calabria. Rambaldi era profondamente legato alla Calabria,
poichè la moglie Bruna ha origini crotonesi e la figlia Daniela vive anch'essa a Lamezia
Terme. «A conferma del legame con la nostra terra, il Comune di Altomonte, che più
volte ha ospitato sue personali di pittura, nel 2008 gli aveva conferito la cittadinanza
onoraria, consegnandogli le chiavi della cittá».

Carlotta De Leo

Potrebbero piacerti anche