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DISCOURS DU DÉPUTÉ JEAN PIERRE ANDRÉ AMAR

Séance du 9 de Brumaire [30 octobre 1793]


de la Convention nationale
A seguito dei disordini verificatisi due giorni prima al marché des Innocents, dove alcune donne
sedicenti giacobine passeggiavano con la divisa rivoluzionaria, pantaloni e berretto rosso,
obbligando, a quanto si legge nel rapporto, le altre donne ad adottare lo stesso abbigliamento.
Queste ultime rifiutavano di cedere alle violenze di «une centaine de femmes oisives et suspectes»,
dichiarando tuttavia la loro fedeltà alla Repubblica. L’immagine della buona cittadina è qui quella
di colei che sa stare al suo posto, obbedendo alle leggi fatte dal legislatore, ma non pretendendo di
appropriarsi di quella divisa «qu’elles honoraient, mais qu’elles croyaient devoir être réservé aux
hommes», ai quali lasciano così simbolicamente la titolarità dell’azione politica.
Gli scontri ripresero poi la sera dello stesso giorno.
La condanna di questo movimento di donne è dura da parte di Amar, secondo il quale « plusieurs
propos rapportés à votre Comité prouvent qu’on ne peut attribuer ce mouvement qu’à un complot
tramé par les ennemies de la chose publique ». L’eccessivo zelo nella partecipazione delle donne
alla causa rivoluzionaria è tacciato di attentato all’interesse generale, destabilizzazione dell’ordine
pubblico. Le militanti sono accusate di nascondere dietro un «patriotisme exagéré» un movimento
settario, addirittura «une espèce de contre-révolution». Se la causa della rivoluzione è la causa del
popolo, infatti, quest’ultimo è uno e indivisibile, non può accettare al suo interno dei gruppi che
portino avanti interessi particolari.
Questi episodi, dice Amar, hanno portato il Comité de Sûreté générale ad interrogarsi su delle
questioni più generali : «1° Les femmes peuvent-elles exercer les droits politiques, et prendre une
part active aux affaires du gouvernement ? 2° Peuvent-elles délibérer réunies en associations
politiques ou sociétés populaires ? Sur ces deux questions le Comité s’est décidé pour la négative».
Per quanto riguarda la prima questione, se le donne possano esercitare i diritti politici e prendere
parte attiva al governo, la risposta di Amar è che l’opinione generale rifiuta l’idea che le donne
siano adatte a governare. Governare infatti richiede «des connaissances étendues, une application et
un dévouement sans bornes, une impassibilité sévère et l’abnégation de soi-même», tutte cose che,
afferma senza motivare ulteriormente, non possono essere riconosciute alle donne. Le donne non
possono quindi godere di diritti politici perché, come è sotto gli occhi di tutti, non dispongono della
forza morale e fisica necessaria «de discuter et de faire prendre des résolutions relatives à l’intérêt
de l’Etat par des délibérations comparées, et de résister à l’oppression».
In secondo luogo, è sempre la natura che rende impossibile alle donne di riunirsi in associazioni
politiche. Il compito di quest’ultime è infatti quello di salvaguardare il benessere della cosa
pubblica attraverso discussioni pubbliche e approfondite, compito allo stesso tempo utile e difficile.
La natura chiama le donne a tutt’altro tipo di occupazioni, quelle circoscritte alla sfera privata; è
solo rivolgendo tutta la sua devozione a questo ambito che la donna può contribuire all’ordine
generale. « Chaque sexe est appelé à un genre d’occupation qui lui est propre ; son action est
circonscrite dans ce cercle qu’il ne peut franchir ; car la nature qui a posé les limites à l’homme
commande impérieusement, et ne reçoit aucune loi ». Si fa più evidente qui il richiamo alla natura e
alle sue leggi che vengono prima di qualsiasi legge umana.
Il carattere e il ruolo della donna « Quel est le caractère propre à la femme ? Les moeurs et la nature
même lui ont assigné ses fonctions: commencer l’éducation des hommes, préparer l’esprit et le
coeur des enfants aux vertus publiques, les diriger de bonne heure vers le bien, élever leur âme et
les instruire dans le culte politique de la liberté ; telles sont leurs fonctions après les soins du
ménage, la femme est naturellement destinée à faire aimer la vertu. Quand elles auront rempli tous
ces devoirs, elles auront bien mérité de la patrie. Sans doute il est nécessaire qu’elles s’instruisent
elles mêmes dans les principes de la liberté pour la faire chérir à leurs enfants ; elles peuvent
assister aux délibérations des Sections, aux discussions des sociétés populaires ; mais, faîtes pour
adoucir les moeurs de l’homme, doivent-elles prendre une part active à des discussions dont la
chaleur est incompatible avec la douceur et la modération qui font le charme de leur sexe ? ».
Questione dei costumi di un popolo: una buona Repubblica può darsi laddove ci sono dei buoni
costumi, e i buoni costumi richiedono che la donna non contraddica la sua timidezza e il suo pudore
naturale per prendere il posto dell’uomo nelle assemblee politiche.
Insomma, la donna può essere una buona cittadina solo adempiendo appieno al suo ruolo nella sfera
privata.
Inoltre la partecipazione delle donne alle assemblee pubbliche può essere fonte di disordine e
confusione in una situazione in cui i principi rivoluzionari non si sono ancora radicati nell’opinione
pubblica. La voce delle donne non farebbe che aggiungere brusio ad una situazione ancora non
pacificata, non aiuterebbe a chiarificare le idee ma solo a confonderle, dato che le donne sono meno
predisposte degli uomini a ragionamenti di questo tipo. Inoltre anche l’entusiasmo a cui sono
naturalmente portate le donne creerebbe scompiglio, sostituendo ad una necessaria riflessione sui
principi una esaltazione funesta agli affari pubblici.

Le décret proposé par Amar est adopté en ces termes :


La Convention nationale, après avoir entendu le rapport de son Comité de sûreté générale,
décrète :
- art 1er : Les clubs et les sociétés populaires de femmes, sous quelque dénomination que ce
soit, sont défendus.
- art 2e : Toutes les séances des sociétés populaires doivent être publiques.

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