de la Convention nationale A seguito dei disordini verificatisi due giorni prima al marché des Innocents, dove alcune donne sedicenti giacobine passeggiavano con la divisa rivoluzionaria, pantaloni e berretto rosso, obbligando, a quanto si legge nel rapporto, le altre donne ad adottare lo stesso abbigliamento. Queste ultime rifiutavano di cedere alle violenze di «une centaine de femmes oisives et suspectes», dichiarando tuttavia la loro fedeltà alla Repubblica. L’immagine della buona cittadina è qui quella di colei che sa stare al suo posto, obbedendo alle leggi fatte dal legislatore, ma non pretendendo di appropriarsi di quella divisa «qu’elles honoraient, mais qu’elles croyaient devoir être réservé aux hommes», ai quali lasciano così simbolicamente la titolarità dell’azione politica. Gli scontri ripresero poi la sera dello stesso giorno. La condanna di questo movimento di donne è dura da parte di Amar, secondo il quale « plusieurs propos rapportés à votre Comité prouvent qu’on ne peut attribuer ce mouvement qu’à un complot tramé par les ennemies de la chose publique ». L’eccessivo zelo nella partecipazione delle donne alla causa rivoluzionaria è tacciato di attentato all’interesse generale, destabilizzazione dell’ordine pubblico. Le militanti sono accusate di nascondere dietro un «patriotisme exagéré» un movimento settario, addirittura «une espèce de contre-révolution». Se la causa della rivoluzione è la causa del popolo, infatti, quest’ultimo è uno e indivisibile, non può accettare al suo interno dei gruppi che portino avanti interessi particolari. Questi episodi, dice Amar, hanno portato il Comité de Sûreté générale ad interrogarsi su delle questioni più generali : «1° Les femmes peuvent-elles exercer les droits politiques, et prendre une part active aux affaires du gouvernement ? 2° Peuvent-elles délibérer réunies en associations politiques ou sociétés populaires ? Sur ces deux questions le Comité s’est décidé pour la négative». Per quanto riguarda la prima questione, se le donne possano esercitare i diritti politici e prendere parte attiva al governo, la risposta di Amar è che l’opinione generale rifiuta l’idea che le donne siano adatte a governare. Governare infatti richiede «des connaissances étendues, une application et un dévouement sans bornes, une impassibilité sévère et l’abnégation de soi-même», tutte cose che, afferma senza motivare ulteriormente, non possono essere riconosciute alle donne. Le donne non possono quindi godere di diritti politici perché, come è sotto gli occhi di tutti, non dispongono della forza morale e fisica necessaria «de discuter et de faire prendre des résolutions relatives à l’intérêt de l’Etat par des délibérations comparées, et de résister à l’oppression». In secondo luogo, è sempre la natura che rende impossibile alle donne di riunirsi in associazioni politiche. Il compito di quest’ultime è infatti quello di salvaguardare il benessere della cosa pubblica attraverso discussioni pubbliche e approfondite, compito allo stesso tempo utile e difficile. La natura chiama le donne a tutt’altro tipo di occupazioni, quelle circoscritte alla sfera privata; è solo rivolgendo tutta la sua devozione a questo ambito che la donna può contribuire all’ordine generale. « Chaque sexe est appelé à un genre d’occupation qui lui est propre ; son action est circonscrite dans ce cercle qu’il ne peut franchir ; car la nature qui a posé les limites à l’homme commande impérieusement, et ne reçoit aucune loi ». Si fa più evidente qui il richiamo alla natura e alle sue leggi che vengono prima di qualsiasi legge umana. Il carattere e il ruolo della donna « Quel est le caractère propre à la femme ? Les moeurs et la nature même lui ont assigné ses fonctions: commencer l’éducation des hommes, préparer l’esprit et le coeur des enfants aux vertus publiques, les diriger de bonne heure vers le bien, élever leur âme et les instruire dans le culte politique de la liberté ; telles sont leurs fonctions après les soins du ménage, la femme est naturellement destinée à faire aimer la vertu. Quand elles auront rempli tous ces devoirs, elles auront bien mérité de la patrie. Sans doute il est nécessaire qu’elles s’instruisent elles mêmes dans les principes de la liberté pour la faire chérir à leurs enfants ; elles peuvent assister aux délibérations des Sections, aux discussions des sociétés populaires ; mais, faîtes pour adoucir les moeurs de l’homme, doivent-elles prendre une part active à des discussions dont la chaleur est incompatible avec la douceur et la modération qui font le charme de leur sexe ? ». Questione dei costumi di un popolo: una buona Repubblica può darsi laddove ci sono dei buoni costumi, e i buoni costumi richiedono che la donna non contraddica la sua timidezza e il suo pudore naturale per prendere il posto dell’uomo nelle assemblee politiche. Insomma, la donna può essere una buona cittadina solo adempiendo appieno al suo ruolo nella sfera privata. Inoltre la partecipazione delle donne alle assemblee pubbliche può essere fonte di disordine e confusione in una situazione in cui i principi rivoluzionari non si sono ancora radicati nell’opinione pubblica. La voce delle donne non farebbe che aggiungere brusio ad una situazione ancora non pacificata, non aiuterebbe a chiarificare le idee ma solo a confonderle, dato che le donne sono meno predisposte degli uomini a ragionamenti di questo tipo. Inoltre anche l’entusiasmo a cui sono naturalmente portate le donne creerebbe scompiglio, sostituendo ad una necessaria riflessione sui principi una esaltazione funesta agli affari pubblici.
Le décret proposé par Amar est adopté en ces termes :
La Convention nationale, après avoir entendu le rapport de son Comité de sûreté générale, décrète : - art 1er : Les clubs et les sociétés populaires de femmes, sous quelque dénomination que ce soit, sont défendus. - art 2e : Toutes les séances des sociétés populaires doivent être publiques.