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VALENTINO NIZZO
[…] I musei hanno un oggetto ed uno scopo ben definiti, né possono re-
stringersi ed allargarsi a capriccio. Anche nell’ordinarli debbono tenersi
criteri fissi. Il Museo di Villa Giulia deve comprendere i monumenti e gli
avanzi che permettano di ricostruire le varie civiltà che si sono succedu-
te nel territorio del Lazio e deve essere il centro principale per lo studio
della vita e della storia dei Latini, degli Etruschi, degli Umbri ecc. e per
l’esame di tutti gli elementi che diedero origine alla civiltà romana. […]1.
3 Come noto, il Museo di Villa Giulia aveva aperto ufficiosamente i suoi bat-
tenti al pubblico già dal marzo dell’anno precedente (al 18 marzo risale infatti la visita
riservata a un gruppo di “cultori stranieri” fra i quali spicca la figura dell’eccellente
divulgatore George Dennis, artefice di un accurato resoconto nel British and American
Achaeological Society Journal del 1888) con un allestimento provvisorio ospitato “nelle
ampie sale sulla fronte del primo piano” (Boselli 1889, p. 735; Barnabei - Delpino
1991, pp. 190-217, sulle “inaugurazioni” del museo cfr. in part. ivi alla n. 27 di p. 214).
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tenze territoriali che, in seguito alla legge n. 386 del 1907 con la quale
venivano istituite le Soprintendenze, le erano state sottratte a vantaggio
del Museo archeologico di Firenze e che avrebbe creato i presupposti,
esattamente un secolo fa, nel 1919, per l’acquisizione della celeberrima
Collezione Castellani, uno dei nuclei più importanti dell’attuale allesti-
mento4, oggetto nel 2013 di un furto clamoroso cui, dopo sei anni di inda-
gini, ha posto quasi integralmente rimedio il Comando Carabinieri per
la Tutela del Patrimonio Culturale5.
Per chiudere questa rapida e inevitabilmente incompleta rasse-
gna retrospettiva di ricorrenze, non resta che ricordare gli 80 anni
dall’istituzione, nel 1939, della Soprintendenza alle Antichità dell’E-
truria Meridionale con sede a Villa Giulia, atto che segnò da un lato
il suo definitivo distacco dal Museo delle Terme e, dall’altro, contribuì
non solo a rafforzare ma a rendere ormai quasi del tutto prevalente
la connotazione etrusca di un Museo che, da circa mezzo secolo, nella
coscienza di tutti, è divenuto il “Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia”; un passo che si è ulteriormente consolidato trenta anni fa con
l’avvio di un più ampio progetto, quello del “Polo museale etrusco di
Roma”, reso possibile grazie all’acquisizione nel dicembre del 1988 di
Villa Poniatowski e alla sua definitiva apertura al pubblico, dopo una
lunga fase di restauri affidati alle amorevoli cure di Francesco Scop-
pola, nel gennaio del 20126.
7 Delpino 1999, pp. 76-85, Santagati 2004, p. 35, Delpino 2015, pp. 18-19 con
ulteriori rif.
8 Sulla “Collezione Teresa Cristina” di Rio de Janeiro cfr. Cordischi 2012 e,
più diffusamente sulla figura dell’Imperatrice archeologa, Avella 2014, con ulteriori
riferimenti. I materiali degli scavi veienti del 1889, oltre che a Rio de Janeiro, andarono
dispersi in più Musei italiani (al Museo delle Terme di Diocleziano, al Museo Etrusco
di Villa Giulia, al Museo Pigorini, nei Musei Civici di Modena) e stranieri (Museo del
Louvre). L’assenza di una edizione fa ritenere ormai vana la possibilità di ricostruire
con esattezza la porzione brasiliana della collezione.
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9 Art. 2 dello Statuto del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia approvato
con D.M. 189 del 5 aprile 2018.
10 Garlandini 2007; documenti preparatori, testi definitivi e traduzioni ufficia-
li sono disponibili sul sito < http://www.icom-italia.org >, nel quale sono resi disponibili
anche gli esiti e gli approfondimenti frutto dei più recenti dibattiti sulla materia e le
attività compiute da ICOM a supporto o in collaborazione con il Ministero nelle fasi
preparatorie e attuative delle recenti riforme.
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gli esiti della riforma scolastica promossa nel 2003 dal Ministro Moratti e, dall’altro, le
prime avvisaglie della crisi economica globale. La rimodulazione del programma delle
scuole primarie, infatti, nel creare un continuum con la scuola secondaria di I grado
ha finito per eliminare dall’insegnamento delle medie la storia antica, circoscritta or-
mai alle sole elementari. Questo passaggio ha conseguenze significative non solo sugli
studenti ma anche sulle loro famiglie che, attraverso di essi, possono più o meno diret-
tamente tornare ad avvicinarsi allo studio e, conseguentemente, anche al Patrimonio
ad esso correlato. Con effetti a dir poco dirompenti per musei archeologici come Villa
Giulia, inseriti peraltro in un contesto non facile come quello romano, caratterizzato
da una offerta culturale a dir poco esuberante o tendente alla massificazione. Le sta-
tistiche disponibili (non anteriori al 1996), infatti mostrano come a partire dal 2004 la
flessione dei visitatori gratuiti e di quelli paganti sia stata estremamente significativa
(in media dal 15% al 30%), con risultati ben lontani da quelli raggiunti alla fine degli
anni ’90, comunque mai in grado di superare le 100.000 unità.
15 Art. 3, comma 3, lett. a) dello Statuto approvato con il citato D.M. 189 del 5
aprile 2018.
16 Ibidem, art. 3, comma 3, lett. g).
17 Ibidem, art. 3, comma 4, lett. m).
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18 Art. 35, comma 1 del D.P.C.M. 171/2014 e, con qualche modifica e integrazio-
ne, art. 1 del cosiddetto Decreto Musei, D.M. del 23 dicembre 2014.
19 Da ultimo: Nizzo 2017a, pp. 196-198, Id. 2018b, pp. 75-78, Id. 2019b con rife-
rimenti.
20 Circolare DG-Mu del 16 luglio 2018, nella quale erano previsti periodi limi-
tati e uniformi per la somministrazione (da concludere entro il mese di novembre) e la
raccolta di un numero contingentato di schede (ca. 500), equamente suddivise tra visi-
tatori italiani e stranieri. Sulle tecniche e le potenzialità del marketing museale e della
rilevazione del gradimento del pubblico cfr., da ultimo, Vanni 2018, con riferimenti.
21 “Conosceva già questo museo?”: italiani sì 125 (50,5%) / no 123 (49,5%); stra-
nieri sì 131 (53%) / no 118 (47%).
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25 Se non in alcune delle sezioni riservate alle collezioni storiche, come la Kir-
cheriana o la Castellani nelle quali, tuttavia, l’allestimento privilegia una imposta-
zione antiquaria di tipo crono-tipologico, poco adatta alle esigenze di un pubblico non
specialista o semplicemente interessato all’approfondimento delle dinamiche sociocul-
turali testimoniate dalla cultura materiale.
26 Micozzi 2017.
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rievocazioni storiche, museum theatre, corsi di formazione, didattica per bambini, mo-
stre ecc.
32 L’intero ciclo è oggi integralmente raccolto in un volume interattivo, con
rimandi ai video originali delle singole conferenze: Nizzo 2019a.
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e di nessi individuati nel corso della loro lettura con alcuni oggetti e
contesti delle nostre raccolte42.
Iniziative come quelle citate, pur essendo possibili a impatto zero,
hanno certamente contribuito ad aumentare la visibilità del museo
sui media tradizionali e su quelli digitali, favorendo sicuramente l’in-
cremento dei visitatori reali precedentemente citato e, al tempo stes-
so, consolidandone la reputazione anche sui canali di comunicazione
di seconda e terza generazione.
L’impatto del Museo sui social media, infatti, è cresciuto esponen-
zialmente negli ultimi due anni43 e si è distinto per iniziative di co-
municazione spesso originali o volutamente provocatorie, ma sempre
volte a stimolare la curiosità di un pubblico di follower estremamen-
te competente e appassionato, come dimostra la riuscita del piano
editoriale #ETRUscopri che ci sta impegnando ogni settimana dagli
inizi di novembre 2018 e che prevede l’interazione con il pubblico at-
traverso il lancio del dettaglio fotografico di una delle nostre opere
il lunedì, il suo disvelamento il mercoledì44 e un approfondito com-
mento video dell’opera il venerdì, spesso anticipato su Facebook con
un link di rimando al filmato integrale sul nostro canale YouTube @
Etruschannel45.
I risultati in termini di partecipazione e visualizzazioni sono a
dir poco sorprendenti e anche l’interazione che questo tipo di comu-
nicazione sta suscitando dimostra, ancora una volta, come sia possi-
bile perseguire il motto di Confucio anche nella dimensione virtuale,
trasmettendo al contempo contenuti complessi e insoliti per il livello
di attenzione solitamente correlato a questo genere di canali e al tipo
di fruitori che ne fanno uso. Un percorso che ha comportato anche il
42 Nizzo 2019b.
43 Da quando si sono avviate regolari misurazioni (12/9/2017) i profili Facebook
e Twitter del museo (@VillaGiuliaRM) sono passati, rispettivamente, da 8344 a 15.770
(con una crescita del 47%) e da 5913 a 7161 (+17%). Di nuova creazione risultano inve-
ce i canali Instagram (@museoetruscovillagiulia) e YouTube (@Etruschannel) arrivati,
rispettivamente, a 4528 e 581 followers. Data rilevazione: 30/4/2019.
44 Da ultimo accompagnato anche dal premio di un abbonamento trimestrale
destinato a chi per primo è stato in grado di scoprire il dettaglio misterioso, cosa as-
solutamente non facile ma che ha consentito di verificare lo straordinario livello e le
capacità dei nostri interlocutori.
45 Il solo canale YouTube è arrivato oggi a 34.129 visualizzazioni, con exploit
assai significativi come quelli rappresentati dalle conferenze del ciclo “Gli Etruschi
senza Mistero” (6021 spettatori) e dall’“Archeorecensione” del film “Il primo Re” arri-
vata in poche settimane a 6804 visualizzazioni, con un livello altissimo di gradimento
per video di questo tipo e durata (dati al 30 aprile 2019). Su Facebook, nel periodo da
novembre 2018 ad aprile 2019, i video caricati hanno totalizzato 101.646 visualizzazio-
ni di almeno 3 secondi per un totale di 63.000 minuti complessivi di visualizzazione,
standard elevatissimi per contenuti dal carattere esclusivamente culturale veicolati
per tramite di un account istituzionale.
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52 Come, ad esempio, l’avvio del restauro del Sarcofago degli Sposi la cui pro-
gettazione preliminare è stata già finanziata con l’Art bonus e attende di essere messa
in cantiere una volta che saranno disponibili gli spazi da dedicare a tale attività, senza
precludere al pubblico la fruizione di una delle opere più rappresentative del Museo.
53 Santagati 2004; Delpino 2005. A titolo meramente esemplificativo può
bastare menzionare la ricostruzione dettagliata delle vicende subite dal materiale
capenate scavato all’inizio del secolo scorso offerta di recente in Mura Sommella -
Benedettini 2018 o quella altrettanto non edificante relativa alla documentazione e
ai materiali degli scavi del santuario veiente di Portonaccio, prospettata in Colonna
2002. Una sommaria ma assai meritoria attività di riordino e schedatura dei depositi è
stata effettuata nel corso degli anni ’90 ma i continui e spesso scarsamente ponderati
spostamenti e trasferimenti di materiali, ulteriormente aggravati dalle diverse fasi
della recente riorganizzazione, hanno reso il riscontro estremamente delicato e com-
plesso vanificando, sostanzialmente, quanto di buono avrebbe potuto essere compiuto
in occasione degli ultimi passaggi di consegne. Problematiche cui si sta cercando di
porre rimedio anche attraverso la realizzazione di una mirata serie di convenzioni e
protocolli di studio e tirocinio con quei centri di ricerca italiani e stranieri che negli
anni si sono maggiormente occupati delle raccolte del Museo di Villa Giulia.
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REFERENZE BIBLIOGRAFICHE
Fig. 1 - Villa Giulia nei primi anni di vita (11 maggio 1892); (©MiBAC - Ar-
chivio storico ETRU).
Fig. 2 - Una immagine dell’incendio del Museu Nacional do Rio de Janeiro nel
settembre del 2018 (RaiNews.it).
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Grimaldi, Facol-
tà di Architet-
tura, ‘Sapienza’,
101
Roma).
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102 Valentino Nizzo
Fig. 12 - Ren-
dering del pro-
getto di recu-
pero delle Con-
cerie Riganti
e della sovra-
stante terraz-
za panoramica
(elaborazione
equipe Prof.
A. Grimaldi,
Facoltà di Ar-
chitettura, ‘Sa-
pienza’, Roma).
Fig. 13 - Il per-
sonale di ieri e
quello di oggi
del Museo Na-
zionale Etru-
sco di Villa
Giulia riunito
in occasione
di una recente
festa di pensio-
namento (©Mi-
BAC - Archivio
storico ETRU;
foto F. Fugalli).