Sei sulla pagina 1di 48

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 21.1.2003
COM(2003) 21 definivo

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE


AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese


INDICE

I. C'È QUALCUNO ATTENTO ALLE ESIGENZE DELLE PICCOLE


IMPRESE? ............................................................................................................. 3
1. Dare la massima priorità alle piccole imprese ........................................................... 3
2. Prestare attenzione alle esigenze delle piccole imprese ............................................. 3
3. Imparare l'uno dall'altro ............................................................................................ 4
4. Colmare le disparità di rendimento ........................................................................... 4
5. Concentrarsi sui settori chiave .................................................................................. 5
6. Condividere le responsabilità.................................................................................... 5
II. SITUAZIONE ATTUALE E AZIONI DA REALIZZARE IN FUTURO ........... 7
III. RISULTATI OTTENUTI..................................................................................... 13
Introduzione
1 Educazione e formazione all'imprenditorialità......................................................... 14
2 Avviamento meno costoso e più veloce .................................................................. 18
3 Migliore legislazione e regolamentazione ............................................................... 20
4 Fornire competenze ................................................................................................ 25
5 Migliorare l'accesso in linea.................................................................................... 28
6 Maggiori benefici dal mercato interno .................................................................... 30
7 Tassazione e questioni finanziarie........................................................................... 33
8 Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese ......................................... 39
9 Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole imprese più
brillanti................................................................................................................... 42
10 Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, a
livello dell'Unione e a livello nazionale................................................................... 46

2
I. C'È QUALCUNO ATTENTO ALLE ESIGENZE DELLE PICCOLE IMPRESE?

1. Dare la massima priorità alle piccole imprese

Sono passati due anni e mezzo da quando, nel giugno del 2000, la Carta europea per le
piccole imprese è stata firmata dai Capi di Stato e di governo a Santa Maria da Feira1 e i
progressi realizzati nel conformarsi alle sue raccomandazioni sono incoraggianti. Ma l'Unione
europea sta rispettando gli impegni assunti con la Carta?

Gli impegni della Carta incarnano il principio “Think Small First” ("Pensare anzitutto in
piccolo") e riconoscono che le piccole imprese costituiscono la spina dorsale dell'economia
europea e la chiave della nostra concorrenzialità. Ecco perché la Carta svolge un ruolo
centrale nel realizzare l'obiettivo fissato a Lisbona consistente nel fare dell'Europa l'economia
fondata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo. Far fede a questi impegni è
fondamentale.

La conferenza dei ministri responsabili per le PMI, organizzata dalla Presidenza spagnola a
Aranjuez nel febbraio del 2002, ha contribuito notevolmente a mantenere vivo questo slancio.
Il Consiglio europeo di Barcellona 2 ha chiesto agli Stati membri di accelerare l'attuazione
della Carta, incentivando quindi ulteriormente il processo.

La Carta sta ampliando la propria influenza. Dopo essere stata firmata dai paesi candidati
nell'aprile 2002 a Maribor3, essa è divenuta il fondamento della politica che sarà adottata in
futuro per le piccole imprese dall'Europa allargata. Spetta agli Stati membri dare l'esempio.

La maggior parte dei provvedimenti non produce risultati visibili a breve termine e non tutti i
progressi realizzati nei vari ambiti possono essere pienamente valutati su base annuale. Inoltre
non è necessario che gli Stati membri si sforzino di lanciare ogni anno un gran numero di
provvedimenti. È altrettanto importante consolidare e migliorare i provvedimenti già in atto. I
governi non possono fare tutto subito. Si possono realizzare progressi concreti grazie a sforzi
mirati. Costruire sulla base dei risultati ottenuti e concentrarsi su alcuni ambiti è più
produttivo che fare troppo poco su tutti i fronti.

Fissare volontariamente degli obiettivi quantitativi alla politica delle imprese può aiutare gli
Stati membri a concentrare l'attenzione sulle problematiche chiave e a misurare i progressi
realizzati. Gli obiettivi dichiarati dagli Stati membri nel 2002 costituiscono un passo
incoraggiante in questa direzione4.

2. Prestare attenzione alle esigenze delle piccole imprese

La relazione dell'anno scorso sull'attuazione della Carta5 ha messo in evidenza la necessità di


una migliore rappresentazione degli interessi delle piccole imprese. Essa ha inoltre segnalato

1
Allegato III delle conclusioni del Consiglio europeo di Santa Maria da Feira (19-20 giugno 2000). La
Carta invita la Commissione a presentare una relazione annuale di attuazione al Consiglio europeo di
primavera.
2
Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Barcellona (15-16 marzo 2002), punto 15.
3
I progressi realizzati dai paesi candidati vengono analizzati nella relazione sull'attuazione della Carta
europea per le piccole imprese nei paesi candidati all'ingresso nell'UE, SEC (2003)57.
4
“Obiettivi quantitativi della politica d'impresa - Progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona”,
SEC (2002) 1214 del 7.11.2002.
5
Rapporto della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Rapporto sull'attuazione della
Carta europea per le piccole imprese, COM (2002) 68 def. del 6.2.2002.

3
che se i governi non pensano anzitutto in piccolo è possibile che non siano mai in grado di
pensare alle piccole imprese.

C'è qualcuno che presta attenzione alle esigenze delle piccole imprese? La risposta è sì. In
Stati membri come la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e il Regno Unito sono stati presi
provvedimenti di notevole portata a cui potrebbero ispirarsi anche gli altri paesi. Tuttavia
esiste ancora una netta divisione fra quei pochi Stati membri che consultano sistematicamente
le piccole imprese in materia di legislazione e di politiche da adottare e quegli Stati che non lo
fanno. Sono ancora molti gli Stati membri che non offrono alle piccole imprese la possibilità
di esprimere i propri interessi. Lo scorso anno sono stati segnalati scarsi risultati in questo
settore. Com'è possibile che gli Stati membri pensino anzitutto in piccolo se non ascoltano le
piccole imprese?

In Europa le piccole imprese costituiscono la larga maggioranza delle imprese. Per poter
pensare in piccolo gli Stati membri e la Commissione devono in primo luogo consultare le
piccole imprese: in caso contrario la voce della maggior parte delle imprese europee rischia di
rimanere inascoltata. La Commissione si è impegnata a coinvolgere fin dall'inizio tutte le parti
interessate nell'elaborazione delle normative e nell'adozione delle politiche.

3. Imparare l'uno dall'altro

Gli Stati membri si interessano sempre di più alle soluzioni incontrate negli altri paesi
d'Europa. L'attuale rapporto indica che gli Stati membri hanno iniziato ad imparare l'uno
dall'altro e a scambiare le buone pratiche. Un numero crescente di Stati membri rivela
l'influenza delle idee di altri paesi nella maniera in cui elabora le misure di politica nazionale.
Si tratta di un vero e proprio passo avanti.

La Svezia, ad esempio, ha istituito un sistema di garanzia dei prestiti per le PMI modellato
sulle pratiche sviluppate nei Paesi Bassi e in Finlandia. Il Belgio si è ispirato alla Danimarca,
alla Francia, ai Paesi Bassi e all'Austria per la sua politica in materia di gruppi di imprese. La
Danimarca ha inaugurato un sito Web per la registrazione in linea delle imprese, che si ispira
ai risultati di un progetto nell'ambito della procedura Best.

Occorre incoraggiare ulteriormente tale tendenza emergente. La Commissione continua a


stimolare questo processo d'apprendimento dalle buone pratiche, che sta cominciando a
produrre risultati.

4. Colmare le disparità di rendimento

Lo scambio delle buone pratiche costituisce la maniera migliore per evitare che in Europa si
producano forti disparità di rendimento. Le piccole imprese dovrebbero trovare un contesto
favorevole in tutta l'Unione europea. Gli Stati membri hanno cominciato ad imparare l'uno
dall'altro, ma i risultati all'interno dell'UE restano disuguali. Significa forse che i migliori
stanno ulteriormente migliorando le loro prestazioni, mentre i peggiori non riescono a
compiere progressi?

In alcuni Stati membri, ad esempio, è possibile registrare in linea una impresa, mentre altri
continuano a dibattersi in procedure di avviamento lunghe e complesse. Alcuni Stati membri
offrono alle piccole imprese la possibilità di soddisfare determinati obblighi in linea, mentre
altri stanno cominciando solo adesso a rendere disponibili formulari in linea.

4
5. Concentrarsi sui settori chiave

L'istruzione e il miglioramento della regolamentazione sono chiaramente due settori che


hanno visto l'intensificarsi degli sforzi da parte dei governi. Il presente rapporto offre
numerosi esempi di progressi realizzati in questo campo.

La Carta sottolinea come le competenze imprenditoriali vadano coltivate sin dalla giovane età.
Un anno fa solo due Stati membri avevano segnalato iniziative per la promozione delle
competenze imprenditoriali nella scuola primaria. Oggi sono almeno cinque i paesi che hanno
preso provvedimenti di questo genere nelle scuole primarie e molte altre misure sono in
preparazione. Sono stati inoltre presi nuovi provvedimenti destinati alle scuole secondarie.
L'Europa è finalmente sul punto di diventare imprenditoriale.

Tanto i governi nazionali quanto la Commissione si sono impegnati a ridurre gli oneri a carico
delle imprese. Gli Stati membri hanno segnalato vari provvedimenti legislativi che vanno dal
consolidamento e dalla semplificazione delle normative allo sviluppo di sistemi di valutazione
dell'impatto normativo. Anche la Commissione si sta attivando in questo settore con un nuovo
piano d'azione volto a semplificare e migliorare la regolamentazione.

6. Condividere le responsabilità

Il Parlamento europeo ha dichiarato che “la responsabilità della messa in atto di quasi tutti i
punti d'azione contenuti nella Carta europea delle piccole imprese ricade sugli Stati
membri”6. Sono infatti prevalentemente gli Stati membri a determinare il contesto in cui
operano le piccole imprese. Per questo motivo il rapporto, pur sottolineando i risultati
raggiunti dalla Commissione7, trae le sue principali conclusioni a partire dai progressi
realizzati dagli Stati membri.

Le organizzazioni imprenditoriali sono sempre più coinvolte nel processo di attuazione della
Carta. Esse possono svolgere un importante ruolo mettendo in evidenza i veri problemi,
valutando l'impatto delle misure adottate e divulgando le buone pratiche. Per poter
coinvolgere altri paesi e altre parti interessati nel processo della Carta occorre sistematizzare
gli sforzi e costruire opportune sinergie. La Commissione si è impegnata ad affrontare questa
problematica.

L'impegno del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale per garantire la piena
attuazione della Carta ha contribuito considerevolmente a dare la priorità alle piccole imprese.

La Commissione ha preso in considerazione due risoluzioni in cui il Parlamento chiedeva al


Consiglio di dare valore giuridico alla Carta8. Numerosi settori contemplati dalla Carta sono
tuttavia di competenza degli Stati membri. La Carta stessa rientra nel metodo aperto di
coordinamento delle politiche degli Stati membri, che risponde a una richiesta del Consiglio
europeo di Lisbona.

6
Risoluzione del Parlamento europeo del 20 marzo 2002 sui risultati del Consiglio europeo di
Barcellona.
7
Una descrizione dettagliata delle misure adottate dalla Commissione è disponibile nella relazione
"Costruire un'Europa imprenditoriale: le attività dell'Unione a favore delle piccole e medie imprese
(PMI)", SEC(2003)58 del 21.1.2003 che costituisce un documento di supporto al presente rapporto.
8
Risoluzione del Parlamento europeo sulla comunicazione della Commissione "Far fede agli impegni
presi, accelerare il passo" del 13.6.2002 e risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione della
Commissione "Iniziativa per la crescita e l'occupazione" del 10.10.2002.

5
Il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale 9 hanno inoltre chiesto un nuovo
piano d'azione pluriennale per l'attuazione della Carta. La Commissione si è impegnata a
svolgere quello che è il suo ruolo più importante nel quadro della Carta: lavorare in stretta
collaborazione con gli Stati membri per aiutarli a migliorare il contesto in cui operano le
piccole imprese. A questo scopo la Commissione ha preso una serie di provvedimenti, fra cui
il programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità e i suoi strumenti
finanziari, che sono strettamente collegati agli obiettivi della Carta. La Commissione inoltre
utilizza i poteri che le sono stati conferiti dal trattato per migliorare la legislazione
dell'Unione.

Sulla base dei risultati di tali sforzi e del processo di attuazione della Carta, già ben avviato, il
Libro verde della Commissione sull'imprenditorialità lancia un più ampio dibattito, in cui si
discute su come "produrre" un maggior numero di imprenditori e come far crescere le imprese
europee. Il seguito dato al Libro verde dovrebbe contribuire agli obiettivi fissati dalla Carta
europea per le piccole imprese.

***

Il presente documento intende fornire una breve rassegna dei principali provvedimenti presi lo
scorso anno dagli Stati membri, dalla Norvegia e dalla Commissione al fine di attuare la
Carta. A tale proposito esso mira a identificare i punti forti e i punti deboli nell'Unione
europea, a mettere in evidenza le misure nazionali più promettenti e a formulare
raccomandazioni per le prossime azioni.

Il rapporto intende inoltre mantenere vivo lo slancio e incoraggiare lo scambio di esperienze e


di buone pratiche tra gli Stati membri.

9
Secondo parere del Comitato economico e sociale sulla Carta europea per le piccole imprese, 28
novembre 2001.

6
II. SITUAZIONE ATTUALE E AZIONI DA REALIZZARE IN FUTURO

I progressi realizzati dopo il rapporto dello scorso anno sono incoraggianti. Un successo è
rappresentato dal crescente interscambio di buone pratiche fra Stati membri. È tuttavia
necessario accelerare il ritmo delle riforme. In questo senso gli Stati membri sono invitati a
concentrarsi sul consolidamento e sul miglioramento dei provvedimenti già in atto più che ad
avviare una serie di nuove iniziative ogni anno. Nonostante sia difficile valutare su base
annuale i progressi realizzati in ciascun settore, vengono delineate qui di seguito le principali
tendenze che si sono manifestate. La presente rassegna e la descrizione dettagliata fornita
nella parte III rappresentano la situazione così come è percepita dalla Commissione in base
alle informazioni trasmesse dagli Stati membri.

1. Educazione e formazione all'imprenditorialità

Gli Stati membri sono sempre più consapevoli della necessità di promuovere
l'imprenditorialità nel settore scolastico ed hanno avviato una nutrita serie di iniziative a
riguardo. L'Irlanda, la Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia hanno sviluppato
nuove iniziative, fondate sulle raccomandazioni del rapporto dell'anno passato, volte a
coltivare le competenze imprenditoriali nelle scuole primarie. Paesi come il Belgio, la
Danimarca, la Grecia, l'Irlanda, il Lussemburgo, la Svezia e il Regno Unito hanno
rafforzato i propri sforzi a livello di scuola secondaria. Tuttavia è difficile valutare l'impatto
concreto di tali misure.

Gli Stati membri sono invitati a prendere ulteriori provvedimenti per promuovere lo
spirito imprenditoriale nelle scuole primarie e secondarie. Essi si potranno ispirare
alle misure evidenziate nel presente rapporto e a quelle analizzate nel progetto della
procedura Best sull'educazione e la formazione all'imprenditorialità. Dato il tempo
necessario perché si producano risultati visibili, occorre agire tempestivamente.

Sono stati effettuati passi in avanti nella formazione all'imprenditorialità, ma si tratta


comunque di un settore in cui tutti gli Stati membri dovrebbero realizzare ulteriori progressi.
Le iniziative pilota sono per la maggior parte limitate nel loro campo d'applicazione in quanto
si occupano di formazione in un ambito o in una regione ben specifici. Le iniziative destinate
agli imprenditori delle micro e delle piccole imprese, come quelle avviate in Grecia e
Portogallo, vanno considerate in modo particolarmente positivo.

Gli Stati membri sono incoraggiati a consolidare e ad ampliare ulteriormente le


strategie di formazione destinate ai dirigenti delle piccole imprese.

La Commissione si è impegnata a continuare a sostenere gli sforzi degli Stati membri per
promuovere l'imprenditorialità.

2. Avviamento meno costoso e più veloce

In seguito ai considerevoli progressi che sono stati realizzati lo scorso anno per ridurre i tempi
e i costi necessari alla creazione di un'impresa, molti Stati membri stanno ora procedendo
sulla base dei risultati ottenuti. La registrazione in linea è diventata una realtà in Danimarca,
Svezia, Norvegia e Austria. Anche la Spagna e la Francia stanno lavorando per
raggiungere questo obiettivo. Ma le disparità di rendimento si stanno facendo sempre più
ampie in tutta l'Unione. Mentre in alcuni Stati membri è possibile la registrazione in linea,
altri stanno ancora lavorando per semplificare le lunghe procedure di avviamento.

7
Gli Stati membri sono invitati a procedere verso la registrazione in linea ispirandosi
agli Stati membri citati sopra. In questo settore esistono ampie possibilità per lo
scambio delle buone pratiche.

Gli Stati membri che presentano costi di registrazione elevati sono invitati a ridurli in
tempi brevi.

Gli Stati membri devono semplificare e accelerare ulteriormente le procedure in


modo da ridurre al minimo i tempi medi necessari per avviare un'impresa.

3. Migliore legislazione e regolamentazione

Tutti i governi sono impegnati a migliorare e semplificare la regolamentazione: i risultati


ottenuti successivamente al rapporto dell'anno scorso sono incoraggianti. La consapevolezza
della necessità di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese si sta rafforzando.
Inoltre numerosi Stati membri stanno attualmente rivedendo le proprie leggi fallimentari.

Gli Stati membri sono invitati ad adottare disposizioni volte a facilitare la possibilità
di un nuovo avvio dopo un fallimento. Si incoraggiano gli Stati membri, soprattutto
quelli che attualmente stanno rivedendo le proprie leggi fallimentari, a scambiare
esperienze e buone pratiche nel quadro del progetto della procedura Best sul
fallimento e la ripresa di un'attività.

I provvedimenti adottati da alcuni Stati membri per introdurre sistemi di valutazione


dell'impatto normativo (VIN) sono accolti positivamente e giungono al momento opportuno.
Tuttavia mentre taluni Stati membri, come la Danimarca, la Svezia e il Regno Unito,
procedono a una revisione dei sistemi VIN di cui dispongono da alcuni anni, altri sembrano
ancora non fare ricorso a valutazioni dell'impatto normativo prima di varare un
provvedimento normativo.

Gli Stati membri sono esortati ad adottare in modo regolare sistemi di valutazione
dell'impatto normativo e a coinvolgere le piccole imprese nell'elaborazione dei
provvedimenti legislativi fin dalle fasi iniziali. Occorre istituire sistemi regolari per
consultare le piccole imprese prima dell'adozione dei pertinenti provvedimenti
normativi.

Vanno proseguiti gli sforzi per revocare i provvedimenti legislativi ridondanti e per
consolidare la legislazione.

La Commissione attribuisce una particolare importanza al miglioramento della qualità della


legislazione e alla valutazione del suo impatto potenziale sulle piccole imprese. Il piano
d'azione volto a semplificare e migliorare la regolamentazione costituisce un programma
ambizioso in questa direzione.

4. Fornire competenze

Le micro e le piccole imprese considerano sempre di più la mancanza di manodopera


specializzata come un grave ostacolo. Oltre il 20% delle microimprese e quasi il 30% delle
piccole imprese vedono in questa mancanza la limitazione più grave alle loro attività10.

10
Il numero di microimprese che considera la mancanza di manodopera specializzata come un grave
ostacolo è cresciuto del 150% dal 1999 al 2001. Fonte: Osservatorio europeo sulle PMI 2002/1
“Highlights from the 2001 Survey”.

8
Malgrado l'Europa non sia ancora riuscita a far fronte a tale problema, una serie di iniziative
dal rapporto dell'anno scorso indica che alcuni Stati membri, come la Germania, l'Irlanda e
l'Italia, sono sempre più consapevoli di questa insufficienza e della necessità di adottare
adeguate misure in proposito.

Tutti gli Stati membri sono invitati a consolidare gli sforzi per identificare e colmare
questa mancanza di competenze in maniera sistematica.

Le nuove iniziative volte a collegare università e imprese sono accolte con favore e
vanno proseguite.

La Commissione si è impegnata a sostenere gli sforzi degli Stati membri per colmare le
disparità di competenze che esistono in Europa grazie all'attuazione della strategia europea
per l'occupazione e al piano di azione per le competenze e la mobilità.

5. Migliorare l'accesso in linea

Sono stati realizzati progressi significativi in tema di amministrazione pubblica in linea


(eGovernment) e tutti gli Stati membri si sono impegnati a migliorare i propri risultati.
Tuttavia in questo settore i divari di rendimento sembrano ampliarsi. Mentre in alcuni Stati
membri è possibile effettuare diverse procedure in linea, in altri si stanno solo facendo i primi
passi per rendere disponibili in rete informazioni e formulari di base. Anche negli Stati
membri che hanno maggiore familiarità con Internet l'utilizzo di determinate possibilità
amministrative in linea è inferiore alle aspettative, il che potrebbe indicare la necessità di
pubblicizzare maggiormente tali possibilità e di rafforzare la fiducia delle imprese nel loro
impiego.

Gli Stati membri che compiono i primi passi verso l'amministrazione pubblica in
linea possono ispirarsi ai servizi offerti da numerosi Stati membri fra cui l'Irlanda e
la Svezia. Occorre prestare un'attenzione particolare all'ottimizzazione delle
informazioni fornite sui portali web, che offrono un punto di accesso unico a vari
servizi.

L'amministrazione pubblica in linea dovrebbe facilitare le attività delle piccole


imprese. La disponibilità in linea di informazioni e di moduli amministrativi
permette di semplificare ulteriormente le procedure. In questo settore si possono
realizzare ancora notevoli progressi.

La Commissione si è impegnata ad utilizzare maggiormente Internet come strumento per una


comunicazione efficace ed interattiva con le parti interessate. Nuovi sistemi di consultazione
in linea costituiscono un passo avanti in questa direzione.

6. Maggiori benefici dal mercato interno

Il mercato interno, che oggi ha più di 10 anni, ha aiutato le imprese dell'Unione ad operare in
un mercato europeo sempre più aperto e trasparente. Il mercato interno caratterizzato dalla
libera circolazione di beni, servizi e capitali è uno dei fondamenti dell'UE e fornisce il quadro
legislativo che consente di effettuare operazioni commerciali attraverso le frontiere nazionali
senza incontrare ostacoli. Tuttavia in alcuni settori, come quello dei servizi, non esiste ancora
un vero e proprio mercato interno. Occorre quindi continuare gli sforzi per garantire
un'attuazione concreta e tempestiva della legislazione relativa al mercato interno. Attualmente
i due terzi degli Stati membri - tutti, tranne la Danimarca, i Paesi Bassi, la Finlandia, la
Svezia e il Regno Unito - non soddisfano il criterio dell'1,5% di trasposizione e il processo di

9
attuazione ha subito un ulteriore rallentamento nel corso del 2002. Solo la Finlandia soddisfa
pienamente il nuovo obiettivo stabilito a Barcellona.

La metà degli Stati membri dovrà recepire più di 50 atti legislativi per poter
conformarsi all'obiettivo dell'1,5% entro la primavera del 2003. A tal fine occorrono
azioni drastiche, in particolare per gli Stati membri che sono più lontani da tale
obiettivo.

Si ricorda agli Stati membri il nuovo obiettivo stabilito al Consiglio europeo di


Barcellona che prevede la piena trasposizione entro la primavera del 2003 di tutte le
direttive il cui recepimento è in ritardo di almeno due anni.

Gli Stati membri sono invitati a eliminare le barriere al mercato interno e a garantire
che provvedimenti giuridici e amministrativi nazionali non comportino nuovi
ostacoli.
La Commissione, in qualità di custode del trattato, ha il compito di assicurare la libera
circolazione dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone nonché quello di provvedere a un
miglior controllo dell'attuazione del diritto comunitario.
7. Tassazione e questioni finanziarie

Le misure volte ad alleggerire gli oneri fiscali a carico delle piccole imprese, adottate in paesi
quali il Belgio, la Danimarca, l'Irlanda e il Regno Unito, sono accolte con favore e possono
costituire un esempio di buone pratiche.

Gli Stati membri sono invitati a considerare gli esempi di buone pratiche destinate ad
alleggerire gli oneri fiscali a carico delle piccole imprese allo scopo di incoraggiare
ulteriormente l'avviamento di imprese, aiutare le piccole imprese a crescere e
facilitare la successione delle imprese.

L'accesso ai finanziamenti continua a rappresentare un notevole ostacolo per le imprese


dell'UE. L'istituzione di microprestiti flessibili in Germania, Spagna e Svezia è
incoraggiante. Questa modalità di prestito serve in particolare a favorire l'avviamento di
nuove imprese e costituisce un'opportunità di crescita per le imprese più piccole.

Gli Stati membri sono invitati a sostenere maggiormente gli istituti finanziari al fine
di migliorare l'accesso ai finanziamenti da parte delle piccole imprese, in particolare
tramite microprestiti, in funzione del contesto nazionale.

Gli Stati membri sono esortati a realizzare le riforme fiscali e strutturali necessarie
per promuovere gli investimenti in fondi di capitali di ventura come raccomandato
nel quadro del piano d'azione sui servizi finanziari.

I business angels costituiscono sempre più un'importante fonte di finanziamento per le piccole
imprese.

Gli Stati membri sono incoraggiati a far conoscere ulteriormente i business angels, a
promuovere un quadro fiscale favorevole ad investimenti a rischio nelle piccole
imprese e a sostenere le reti locali e regionali di business angels.

Scarseggiano le informazioni sugli incentivi al rendimento personale nelle piccole imprese


(ad es. opzioni d'acquisto di azioni o premi concessi ai dipendenti), il che spinge a chiedersi se
in questo settore siano stati effettivamente realizzati progressi. Provvedimenti di questo tipo
potrebbero aiutare le piccole imprese ad ottenere personale qualificato.

10
Gli Stati membri sono invitati a considerare maggiormente la possibilità di introdurre
incentivi al personale.

La Commissione è impegnata in una serie di iniziative di natura finanziaria, che comprendono


studi, piani d'azione, strumenti finanziari e progetti per lo scambio delle buone pratiche. Lo
stesso impegno è dimostrato dagli Stati membri. Gli sforzi condotti in questo settore stanno
cominciando a produrre risultati.

8. Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese

I recenti sviluppi nella promozione di gruppi e reti tecnologiche comprendenti PMI sono
incoraggianti: sono state avviate varie promettenti iniziative soprattutto in Danimarca,
Germania, Grecia, Irlanda e Austria. Gli Stati membri si sono impegnati a promuovere la
diffusione della tecnologia e il suo utilizzo a scopi commerciali. Sono molte le possibilità di
scambio delle buone pratiche in aree quali la promozione del trasferimento di tecnologie dalle
università alle piccole imprese e il sostegno all'innovazione tanto nelle piccole imprese
fondate sulla tecnologia quanto nei settori più tradizionali.

Gli Stati membri sono invitati a contribuire attivamente al progetto nell'ambito della
procedura Best sul miglioramento del trasferimento di tecnologie fra le istituzioni.

Gli Stati membri sono incoraggiati a proseguire lo sviluppo di gruppi di imprese


basate sulla tecnologia e di reti di imprese a livello nazionale e regionale. Allo scopo
di garantire risultati concreti tali provvedimenti vanno presi in una prospettiva a
lungo termine.

9. Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole imprese


più brillanti

Nonostante un utilizzo sempre maggiore di Internet, le piccole imprese continuano a esitare a


operare in linea e a modificare i propri metodi di lavoro per beneficiare al massimo delle
nuove tecnologie. Misure specifiche destinate ad aiutare le micro e le piccole imprese a
informatizzarsi, come le iniziative adottate in paesi quali l'Irlanda, la Spagna, i Paesi Bassi
e il Regno Unito, sono accolte con favore. Le disparità di rendimento rischiano di continuare
ad aumentare all'interno dell'Unione e sono molte le possibilità di interscambio delle buone
pratiche.

Gli Stati membri sono esortati a continuare gli sforzi per aiutare le piccole imprese
ad operare in linea in modo efficace e a prendere esempio dalle buone pratiche
analizzate nell'ambito del progetto della procedura Best sulle politiche a sostegno
dell'e-business per le PMI.

È sempre più evidente la necessità di fornire servizi qualificati, di facile utilizzo e modellati
sulle esigenze delle imprese a livello regionale e locale. Alcuni Stati membri stanno
sviluppando servizi specifici per le imprese di determinate regioni.

Gli Stati membri sono invitati a ottimizzare ulteriormente i servizi di supporto, a


pubblicizzarli alle piccole imprese e a valutare sistematicamente la loro efficacia.
Vanno appoggiati gli sforzi effettuati per rendere i servizi di supporto sempre più
adatti ai clienti.

11
Benché un numero crescente di servizi di consulenza sia disponibile in linea, i servizi
di supporto destinati alle imprese di minori dimensioni devono nel contempo
continuare ad essere prestati attraverso canali più tradizionali come gli "sportelli".

La Commissione ritiene che lo sviluppo delle operazioni per via elettronica costituisca
un'importante priorità politica. La Commissione ha in particolare creato una rete europea di
sostegno all'e-business per le PMI allo scopo di intensificare le azioni di appoggio alle PMI in
questo campo.

10. Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, a
livello dell'Unione e a livello nazionale

Il presente rapporto ribadisce e evidenzia le conclusioni dell'anno passato secondo cui la


consultazione regolare delle piccole imprese in materia di legislazione e di elaborazione delle
politiche continua ad essere limitata in tutta l'Unione. Sono pochissimi gli Stati membri che
hanno segnalato sviluppi in questo campo. Ancora una volta i risultati sono diseguali. Mentre
ad esempio in Finlandia le organizzazioni di imprese partecipano a comitati responsabili
dell'elaborazione dei provvedimenti legislativi, in altri Stati membri le imprese non vengono
consultate sistematicamente prima dell'adozione delle normative. La Danimarca, la
Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia sono al primo posto per quanto riguarda
la consultazione sistematica delle piccole imprese. Anche la Germania, la Spagna, il
Lussemburgo e l'Austria consultano le organizzazioni di imprese, comprese le camere di
commercio, prima di adottare provvedimenti normativi.

Si raccomanda urgentemente agli Stati membri di dare alle piccole imprese la


possibilità di esprimere le proprie esigenze per quanto riguarda l'elaborazione delle
normative e delle politiche. Ciò va realizzato in maniera sistematica.

La Commissione si è impegnata a migliorare il dialogo con le piccole imprese. Misure quali la


designazione del rappresentante per le PMI (SME Envoy), sistemi di consultazione in linea e
un numero crescente di riunioni con le parti interessate indicano un'evoluzione in questa
direzione.

12
III. RISULTATI OTTENUTI

Introduzione

La parte III del presente rapporto intende fornire una breve rassegna delle principali iniziative
adottate l'anno passato dagli Stati membri, dalla Norvegia e dalla Commissione per attuare la
Carta. La Norvegia ha accettato l'invito della Commissione a prendere parte al processo di
attuazione della Carta. Gli altri membri dello Spazio economico europeo, Islanda e
Liechtenstein, non hanno espresso il desiderio di partecipare. In seguito all'adozione della
Carta da parte di tutti i paesi candidati all'adesione nell'aprile 2002, i progressi compiuti in tali
paesi vengono analizzati in una relazione a parte11.

Il presente rapporto riguarda principalmente il periodo compreso tra l'autunno 2001 e


l'autunno 2002, ma la durata di attuazione di alcune misure rende inevitabile una certa
sovrapposizione fra i rapporti annuali.

Per ragioni legate ai suoi obiettivi e alla lunghezza, la parte III non contiene un elenco
completo e dettagliato di provvedimenti. Le descrizioni dettagliate delle misure adottate a
livello nazionale sono disponibili nei rapporti nazionali pubblicati sul sito web della
Commissione12 e in una Directory of measures in rete13. La descrizione approfondita dei
provvedimenti adottati dalla Commissione figura nella relazione sulle attività dell'Unione a
favore delle piccole e medie imprese14, che costituisce un documento di supporto al presente
rapporto.

Tenuto conto dell'impegno assunto nella Carta di utilizzare "indicatori efficaci per valutare i
progressi compiuti", la parte III sottolinea gli obiettivi quantitativi pertinenti e
volontariamente dichiarati dagli Stati membri nel 2002 per la politica d'impresa15. Questi
derivano dall'accordo degli Stati membri sugli indicatori della politica d'impresa e sono
strettamente legati alle raccomandazioni della Carta.

L'analisi dei progressi realizzati negli Stati membri e in Norvegia si fonda su dettagliati
rapporti nazionali e sulle riunioni bilaterali della Commissione e dei governi nazionali che si
sono tenute nel periodo giugno-settembre 2002. Per la prima volta le organizzazioni nazionali
rappresentative delle imprese hanno partecipato attivamente a tutte le riunioni bilaterali
esprimendo le proprie opinioni. Una consultazione sui rapporti nazionali è stata aperta in
Internet a tutte le parti interessate ed annunciata a una riunione con le organizzazioni di
imprese europee tenutasi in settembre 16. Per quanto riguarda la Commissione, un gruppo

11
Relazione sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese nei paesi candidati all'ingresso
nell'UE, SEC(2003)57 del 21.1.2003.
12
I rapporti nazionali completi sono disponibili in
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/charter2003.htm
13
Per il Directory of measures in favour of entrepreneurship and Competitiveness si consulti
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter_directory/index.htm
14
“Costruire un'Europa imprenditoriale - Le attività dell'Unione a favore delle piccole e medie imprese
(PMI)”, SEC (2003)58 del 21.1.2003
15
“Obiettivi quantitativi della politica d'impresa - Progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona”,
SEC (2002) 1214 del 7.11.2002.
16
La consultazione è disponibile in http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/
charter/charter2003.htm. Sono state pubblicate in questo sito anche le osservazioni formulate dalle
seguenti organizzazioni di imprese: Fédération Française des Centres de Gestion et d’Economie de
l’Artisanat, Confcommercio, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e Media

13
interservizi, che riunisce tutti i dipartimenti in cui si realizzano attività per le piccole e medie
imprese, ha preparato l'analisi sui progressi realizzati dalla Commissione.

L'attuale rapporto presenta più in dettaglio i due settori “Educazione e formazione


all'imprenditorialità” e “migliore regolamentazione”, che hanno visto i maggiori sforzi da
parte degli Stati membri. La Commissione è stata particolarmente attiva nell'ultimo dei due
settori menzionati. La maggior parte degli Stati membri concentra i propri rapporti nazionali
su tali settori, che sono stati oggetto di ampie discussioni anche nel corso delle riunioni
bilaterali.

Sebbene il presente rapporto identifichi chiaramente le misure destinate espressamente alle


micro e alle piccole imprese, molte delle iniziative analizzate sono state elaborate per
appoggiare tanto le piccole quanto le medie imprese. La Commissione ritiene che, anche se
tali provvedimenti non sono esclusivamente rivolti alle imprese con meno di cinquanta
dipendenti, questo non ne diminuisca il valore o l'impatto per le piccole imprese. Tanto la
Commissione quanto gli Stati membri hanno quindi deciso di includere nel presente rapporto
tutte le iniziative con un impatto sulle piccole e medie imprese, sottolineando però le misure
che sembrano avere il maggiore impatto sulle piccole imprese.

Il rapporto mira infine ad incoraggiare lo scambio di esperienze e di buone pratiche in


Europa17.

1 Educazione e formazione all'imprenditorialità

“A livello europeo occorre coltivare spirito imprenditoriale e nuove competenze sin


dalla giovane età. Le conoscenze generali in campo aziendale ed imprenditoriale
devono essere insegnate a tutti i livelli scolastici. Specifici moduli imprenditoriali
dovrebbero costituire una componente fondamentale dei programmi educativi a
livello d'istruzione universitaria.

Intendiamo incoraggiare e promuovere gli sforzi imprenditoriali dei giovani e


sviluppare opportuni programmi di formazione per i manager delle piccole
imprese”.

Stati membri

Gli Stati membri stanno dando sempre più la priorità alla promozione dell'imprenditorialità
nel sistema scolastico. Dall'ultimo rapporto sono state presi nuovi provvedimenti di vario tipo,
mentre le iniziative precedenti hanno cominciato a produrre risultati. Diversi Stati membri
hanno ora sviluppato iniziative volte a coltivare lo spirito e le competenze imprenditoriali
nelle scuole primarie, conformandosi alla conclusione dell'ultimo rapporto sulla necessità di
ulteriori azioni al fine di coltivare tali competenze sin dalla giovane età.

In Irlanda l'iniziativa “Bí Gnóthach”, destinata ai ragazzi di 10-12 anni, inserisce nel piano di
studi lo sviluppo delle competenze e la prospettiva imprenditoriale, mentre il programma

Impresa (CNA), Chambre de Métiers APCM, European Association of Public Banks e Confédération
générale des petites et moyennes entreprises.
17
Un'iniziativa nazionale può essere considerata una vera "buona pratica" solo se è pienamente conforme
alla pertinente legislazione comunitaria, comprese le norme in materia di concorrenza e aiuti di stato.
L'identificazione di iniziative individuali nel presente rapporto non significa necessariamente che le
misure in questione siano compatibili con le pertinenti disposizioni del trattato.

14
“Junior Achievement”, che va dai 5 ai 18 anni, aiuta gli studenti a comprendere il mondo del
lavoro.

In Finlandia il tema “cittadinanza partecipativa e imprenditorialità” viene integrato nei piani


di studio dell'istruzione di base e un nuovo gruppo direttivo mira a sviluppare maggiormente
la presenza dell'imprenditorialità nell'istruzione.

La Svezia sta preparando i “Centri comunali di imprenditoria e tecnologia” (che saranno


operativi nel primo trimestre del 2003), destinati a incoraggiare futuri ingegneri e inventori
grazie ad attività creative di tipo tecnologico per giovani oltre i 10 anni (in particolare le
ragazze).

Lo “Schools Enterprise Programme” in Scozia 18 attualmente aiuta più di 400.000 alunni in


oltre 2.000 scuole primarie a sviluppare competenze inerenti all'ambiente di lavoro. Infine la
Norvegia ha elaborato del materiale didattico per stimolare la creatività nelle scuole primarie.

Le iniziative destinate alle scuole secondarie sono state intensificate in diversi Stati membri e
sono state segnalate numerose misure recenti o in programma.

In Irlanda il nuovo “Enterprise Encounter programme”, avviato nel dicembre 2001, fornisce
agli studenti la possibilità di contattare gli imprenditori. Il programma è collegato al “Leaving
certificate vocational programme” delle scuole secondarie, che prevede materie quali
"educazione all'imprenditorialità" e "preparazione al mondo del lavoro". Anche il “Transition
Year Programme” (un anno) e il “Leaving Certificate Applied” (due anni) mirano a insegnare
competenze imprenditoriali e ad aiutare gli studenti nella gestione di mini-imprese.

Il Belgio intende pubblicare un “romanzo” per insegnare ai ragazzi dai 12 ai 14 anni come
avviare un'impresa nel quadro del piano d'azione “Plan 4X4 pour entreprendre”.

Il Lussemburgo ha ideato l'iniziativa “la giornata delle ragazze” per attirare le studentesse
verso il mondo del lavoro, in particolare verso attività connesse alla tecnologia, attraverso
l'organizzazione di visite a imprese.

Il Galles (Regno Unito) ha sviluppato il progetto “Enterprise insight Cymru”, che porta
rappresentanti delle imprese nelle scuole ad insegnare agli studenti come funzionano le
imprese nel mondo reale.

La Danimarca inoltre avvierà campagne di sensibilizzazione destinate alle scuole secondarie


superiori dal 2002 al 2004 e la Grecia ha prodotto materiale per corsi di imprenditorialità e ha
varato il programma “Imprenditorialità per i giovani”. La Svezia, infine, ha avviato un
progetto per sviluppare lo spirito imprenditoriale nelle scuole secondarie superiori.
Programmi per aiutare gli studenti a creare mini-imprese sono attualmente in corso in
diversi paesi fra cui Belgio 19, Germania 20, Spagna21, Italia 22, Lussemburgo 23, Paesi Bassi24,
Austria25 e Norvegia 26.

18
Questa misura era già stata segnalata nel rapporto del Regno Unito relativo al 2001.
19
Belgio: “Progetti per le piccole imprese” nelle Fiandre. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla
Carta. Tutti i rapporti nazionali figurano in
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/charter2003.htm
20
Germania: nel 2002 200 mini-imprese sono state create da 2.500 studenti nell'ambito del progetto
Junior. Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.
21
Spagna: programma SEFED. Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.

15
Migliorare le conoscenze imprenditoriali dei docenti è una preoccupazione che sta alla
base di provvedimenti adottati in Danimarca, Francia, Finlandia, Regno Unito e Norvegia. La
Finlandia ha lanciato un progetto per aggiornare le competenze dei docenti e per promuovere
la cooperazione fra insegnanti e imprenditori.

Nelle università e negli istituti di istruzione superiore di paesi come Grecia, Spagna, Francia,
Irlanda, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia27 e Norvegia è disponibile una nutrita serie di
corsi a diversi livelli. Nel settembre 2002 in Francia si è tenuto un corso universitario estivo
europeo sullo spirito imprenditoriale.

Misure volte a promuovere relazioni più strette fra centri di ricerca e imprese sono
attualmente in corso di sviluppo, fra l'altro, in Danimarca e Germania. Per accrescere la
sensibilizzazione alla carriera di imprenditore e aiutare gli studenti a creare un'impresa, la
Grecia sta ampliando i suoi "centri imprenditoriali" e l'Austria ha sviluppato il programma
“UNIUN 2002-4”28.

Fra i provvedimenti destinati a tutti i livelli di istruzione figura il programma olandese


“Imprenditorialità e istruzione”, che mira a sviluppare metodi didattici dalle scuole primarie
all'università.

L'Austria ha varato due misure per incoraggiare le conoscenze imprenditoriali dalle scuole
primarie all'università: l'iniziativa di istruzione a obiettivo aperto (“Initiative
Bildungscluster”), che istituisce uffici regionali di cooperazione tra imprese e istituti
scolastici, e l'iniziativa "formazione all'imprenditorialità" (“Unternehmen-Bildung
Initiative”), che prevede presentazioni effettuate nelle scuole da dirigenti di imprese.

In diversi Stati membri sono stati lanciati o ulteriormente sviluppati concorsi per premiare
l'elaborazione dei migliori piani aziendali: tra questi si segnalano il concorso per piani
aziendali in Belgio (“Ondernemersplanwedstrijd”), “1,2,3 Go” in Belgio e Lussemburgo,
“Venture 2002” in Grecia, “Venture Cup” in Svezia e “Europrise” in Norvegia. La Francia ha
inoltre istituito il premio “jeunes créateurs de demain" per aiutare i ragazzi dai 15 ai 25 anni a
sviluppare idee di tipo imprenditoriale, mentre nel Regno Unito le “New Entrepreneur
Scholarships”29 hanno fornito un sostegno a 200 giovani imprenditori potenziali provenienti
da zone sfavorite dal settembre 2001 al marzo 2002.

Dal rapporto dell'anno scorso si è registrata una evoluzione positiva in materia di formazione
per imprenditori. Di seguito sono presentate misure di formazione destinate in maniera
specifica alle piccole imprese.

22
Italia: rete di imprese virtuali. Fonte: rapporto nazionale dell'Italia sulla Carta.
23
Lussemburgo: iniziativa “Esprit d’entreprise” per ragazzi dai 16 ai 25 anni. Fonte: rapporto nazionale
del Lussemburgo sulla Carta.
24
Programma imprenditoriale YE Paesi Bassi. Fonte: rapporto nazionale dei Paesi Bassi sulla Carta.
25
Austria: progetto "JUNIOR - Gli allievi creano le imprese". Fonte: rapporto nazionale dell'Austria sulla
Carta.
26
Norvegia: “Programma imprenditoriale”, 850 imprese create da 6 000 studenti nel 2002. Fonte:
rapporto nazionale della Norvegia sulla Carta.
27
In Svezia esiste uno specifico corso postuniversitario in imprenditorialità per le PMI. Fonte: rapporto
nazionale della Svezia sulla Carta.
28
L'Austria ha sviluppato questo programma a partire dal precedente programma UNIUN 1999-2001.
Fonte: rapporto nazionale dell'Austria sulla Carta.
29
Questa misura era già stata comunicata nel rapporto del Regno Unito per il 2001.

16
La Grecia ha avviato programmi di formazione patrocinati in collaborazione con il Fondo
sociale europeo (FSE): essi comprendono corsi di formazione destinati a 11 000 microimprese
e ai lavoratori autonomi, impartiti dai centri di formazione professionale (“KEK”).

Il Portogallo ha lanciato il programma “GERIR” 2002-2004 per la formazione in circa 300


micro e piccole imprese nei settori del commercio, industria, servizi e costruzioni.

Il Regno Unito ha creato lo “Small Firms Development Account” per finanziare la


formazione nelle piccole imprese.

I provvedimenti a sostegno della formazione su come creare un'impresa comprendono


l'iniziativa belga “Chèque formation à la création d’entreprise” in Vallonia, e il conto
istruzione (“Bildungskonto für Jungunternehmer”) in Austria Superiore. La Germania inoltre
ha lanciato una campagna per l'aggiornamento delle competenze e la Spagna ha elaborato il
programma “CRECE” 2001-2006, patrocinato in collaborazione con l'FSE, per la formazione
di più di 10 000 imprenditori di settori tradizionali. L'Irlanda ha varato li programma
“Excellerator” 2002 per la formazione dei dirigenti di imprese di esportazione con più di 15
dipendenti e la Finlandia ha sviluppato il programma “star bene al lavoro” per promuovere
l'apprendimento sul luogo di lavoro. Progetti per le donne imprenditrici sono stati sviluppati
in Germania 30, Grecia, Irlanda e Galles nel Regno Unito.

Per promuovere e appoggiare lo spirito imprenditoriale alcuni Stati membri hanno adottato
programmi di tipo generale.

È il caso del piano d'azione belga “Plan 4x4 pour entreprendre” in Vallonia, che sostiene
iniziative imprenditoriali e atteggiamenti positivi nei confronti dell'imprenditorialità.

In Francia il progetto di legge “Initiative Economique” inserisce la promozione


dell'imprenditorialità nel suo elenco di priorità. È in preparazione un piano di azione
sull'avviamento delle imprese per incoraggiare l'imprenditorialità nelle scuole secondarie.

Anche la Danimarca sta elaborando un piano d'azione sull'imprenditorialità incentrato sulla


cultura imprenditoriale e sui servizi di consulenza. In Spagna una legge del giugno 2002
introduce disposizioni sulla formazione degli imprenditori. In Svezia un nuovo programma
intende migliorare il contesto in cui operano le imprese e promuovere atteggiamenti positivi
nei riguardi dell'imprenditorialità. Per concludere, nel Regno Unito la recente “Review of
enterprise and the economy in schools and further education” evidenzia la necessità di
incoraggiare la cultura imprenditoriale nelle scuole e di orientare gli insegnanti sul significato
dell'imprenditorialità.

Commissione

Il progetto nell'ambito della procedura Best sull'educazione e la formazione


all'imprenditorialità, concluso nel novembre 2002, mirava a individuare e confrontare le
iniziative che promuovono l'insegnamento dell'imprenditorialità nei sistemi educativi europei,
dalla scuola primaria all'università. Il progetto ha concluso che lo spirito imprenditoriale è
ormai ampiamente riconosciuto come importante materia di insegnamento e che, malgrado le
numerose iniziative in corso, resta ancora molto da fare.

30
In Germania progetto per accrescere l'imprenditoria femminile, portandola dal 25% al 40% nel 2005.
Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.

17
Alla fine del 2001, sempre nel quadro della procedura Best, è stato varato un progetto sulla
promozione dell'imprenditorialità femminile. È stata creata una base dati contenente 132
misure adottate dalle amministrazioni pubbliche e che riguardano l'avviamento di imprese, le
informazioni, la consulenza, i finanziamenti, la formazione, il tutoraggio e le reti nei paesi
dell'UE e dell'EFTA/SEE. Tali misure verranno valutate per poter individuare le buone
pratiche31.

Nell'ambito dei programmi del Fondo sociale europeo (FSE) per il periodo 2000-2006,
numerosi Stati membri hanno intrapreso attività per le PMI volte a rafforzare la cultura
imprenditoriale, ad esempio creando reti di piccole e medie imprese.

La Comunicazione sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e il “programma di


lavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi d'istruzione e formazione in
Europa” (vedi punto 4) indicano l'imprenditorialità come una competenza di base. I
programmi Leonardo da Vinci e Socrates sovvenzionano diversi progetti connessi
all'imprenditorialità che vanno dalla promozione dello spirito imprenditoriale nelle scuole al
sostegno a corsi post-laurea in imprenditorialità. Nel 2002 la Commissione ha inoltre
pubblicato i risultati di un progetto su “Sviluppo e attuazione di curricula di formazione
all'imprenditorialità in Europa”32.

Nel giugno 2002 la Commissione ha organizzato una riunione di esperti concernente


l'impatto dell'immigrazione sull'imprenditorialità con lo scopo di identificare i principali
ostacoli che devono affrontare gli imprenditori appartenenti a minoranze etniche per avviare e
sviluppare un'impresa e di discutere delle possibili azioni di supporto.

Nel marzo 2002 la Commissione ha lanciato un progetto sullo sviluppo di capacità


gestionali. Il progetto, realizzato in stretta collaborazione con gli Stati membri e i Paesi
candidati, mira a inventariare i punti forti e i punti deboli delle iniziative volte a rafforzare le
capacità gestionali delle PMI, o a offrire formazione all'imprenditorialità. A tal fine un gruppo
di esperti è stato incaricato di presentare, entro il marzo 2003, una relazione orientata
all'elaborazione di politiche.

Infine, con il supporto dell'iniziativa della Commissione "Gate2Growth" (vedi punto 7), nel
2002 l'Associazione europea del capitale privato e del capitale di rischio (EVCA) ha
sviluppato il cosiddetto “Entrepreneurship Education Toolkit” sulle possibilità di
finanziamento dei progetti imprenditoriali con il capitale di rischio. Il kit è stato fornito a 150
istituti di istruzione superiore.

2 Avviamento meno costoso e più veloce

“I costi di avviamento di un'impresa dovranno essere allineati ai più bassi del


mondo. I paesi con i tempi più lunghi e le procedure più onerose per costituire nuove
società dovranno essere incoraggiati ad adeguarsi ai più veloci. Dovrà essere
potenziato l'accesso in linea per la registrazione”.

31
Verranno registrate anche le buone pratiche adottate da USA, Canada, Giappone, Australia e Nuova
Zelanda.
32
EUR 17047, Commissione europea, Innovation Papers N. 24, 2002.

18
Stati membri

Dall'ultimo rapporto sull'attuazione della Carta numerosi Stati membri hanno intensificato gli
sforzi per semplificare ulteriormente l'avviamento delle imprese. Quattro Stati membri si sono
prefissati obiettivi in questo campo. La Spagna e il Portogallo intendono ridurre i tempi di
avviamento del 50% entro il 2006 e il 2003 rispettivamente33. La Francia ambisce al
traguardo di 220.000 nuove imprese all'anno nel 2007, mentre la Svezia punta alla creazione
di 150.000 nuove imprese nel periodo 2003-2006. L'Irlanda intende inoltre avviare 520 nuove
imprese ad alto potenziale entro il 2006.

Nel 2003 sarà possibile avviare un'impresa in linea in Danimarca, Svezia e Norvegia. Questa
operazione è già possibile - con qualche limitazione - in Danimarca e Austria. Anche la
Spagna e la Francia stanno elaborando provvedimenti a questo riguardo.

In Danimarca è possibile registrare in linea una società a responsabilità limitata grazie al sito
“Webreg”34, che attualmente viene esteso a tutti i tipi di società. Tale sviluppo è stato ispirato
dal progetto nell'ambito della procedura Best sull'avviamento di nuove imprese.

In Svezia il sito “Kontakt-N”35 dovrebbe consentire la registrazione elettronica nel 2003.

In Norvegia la registrazione in linea di sette tipi diversi di società è prevista entro la


primavera del 200336.

La Spagna sta progettando di consentire la registrazione elettronica delle società a


responsabilità limitata con meno di cinque soci grazie al progetto “Nueva empresa”, che è
attualmente in corso di approvazione e dovrebbe cominciare la fase pilota nella prima metà
del 2003 37.

In Francia il progetto di legge sull'“Initiative Economique” intende consentire l'avviamento


di un'impresa in Internet (tramite un centro virtuale per l'espletamento delle necessarie
formalità) in un giorno, con un euro di capitale e con costi ridotti. È in corso di preparazione
un piano d'azione per promuovere l'avviamento di imprese.

A Vienna, in Austria, sono state effettuate circa 1 000 registrazioni in linea dal 2001 e
l'emendamento alla legge sul commercio del 2002 ha posto le basi per la registrazione
elettronica a livello nazionale.

Il Belgio sta preparando un piano d'azione per istituire sportelli unici, un modulo unico per
l'avviamento elettronico e una base dati centrale delle imprese. I risultati verranno valutati in
base agli indicatori definiti nel progetto della procedura Best sull'avviamento di nuove
imprese. Anche il Regno Unito sta preparando un piano d'azione per eliminare gli ostacoli
che scoraggiano dall'avviare un'impresa le persone appartenenti a gruppi scarsamente
rappresentati o provenienti da zone sfavorite. A livello regionale il programma “Potentia” nel
Galles condivide gli stessi obiettivi. Infine il Belgio (Vallonia), la Germania e l'Italia stanno
elaborando siti web che forniranno orientamenti su come avviare un'impresa. Tra gli altri

33
Spagna: riduzione del 50% entro il 2006; Portogallo: riduzione del 50% entro il 2003. Fonte:
comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
34
www.webreg.dk
35
www.kontakt-n.nu
36
www.brreg.no
37
Il progetto “Nueva empresa” è stato approvato dal Consiglio dei ministri e doveva passare in
Parlamento nell'ottobre del 2002. Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.

19
sviluppi si segnalano inoltre l'ampliamento delle attuali reti di sportelli unici in Grecia,
Spagna e Portogallo 38 e la semplificazione delle procedure notarili in Portogallo.

In cinque Stati membri (Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito) è attualmente
possibile registrare un'impresa individuale in un solo giorno, in nove Stati membri in due
giorni e in undici Stati membri in tre giorni. Esiste tuttavia un forte divario fra il tempo
minimo necessario e il tempo effettivamente speso per registrare un'impresa. In Spagna e
Italia, ad esempio, il tempo minimo di registrazione è di due giorni, ma in realtà occorrono in
media rispettivamente 24 e 35 giorni.

Il tempo di registrazione per una società a responsabilità limitata varia dai 2 ai 15 giorni. In 10
Stati membri è possibile registrare una società di questo tipo in otto giorni e in tutti gli Stati
membri ad eccezione di quattro (Belgio, Spagna, Lussemburgo e Portogallo) il tempo minimo
necessario non supera le due settimane. I costi minimi di registrazione vanno da zero in
Danimarca a più di 1 700 euro in Grecia. In sette Stati membri i costi non superano i 500
euro39. Per quanto riguarda la Norvegia il tempo di registrazione è di cinque giorni e i costi
minimi ammontano a circa 700 euro40.

Commissione

Dopo la conclusione del progetto della procedura Best sulla definizione di parametri di
riferimento per gli aspetti amministrativi inerenti alla creazione di nuove imprese nel
gennaio 200241, si è richiamata l'attenzione sulle conclusioni del progetto nel contesto di
specifici forum internazionali.

3 Migliore legislazione e regolamentazione

“Le leggi fallimentari nazionali dovrebbero essere valutate tenendo conto delle
buone prassi. L’esperienza acquisita con l’analisi comparativa dovrebbe consentirci
di migliorare le attuali prassi nell’ambito dell’UE.

I nuovi regolamenti, a livello nazionale e comunitario, dovranno essere esaminati


attentamente per determinarne le ripercussioni sulle piccole imprese e sui piccoli
imprenditori. Ove possibile le norme nazionali e comunitarie dovranno essere
semplificate. I governi dovranno adottare documenti amministrativi di facile uso.

Le piccole imprese potrebbero essere esentate da alcuni obblighi di legge. Al


riguardo la Commissione potrebbe semplificare la normativa sulla concorrenza per
ridurre gli oneri a carico delle piccole imprese”.

38
Si tratta delle reti “KYE” in Grecia, “Ventanillas unicas” in Spagna e “Centros de Formalidades de
Empresas” in Portogallo. Fonte: rapporti nazionali.
39
Fonte per le cifre indicate nei due paragrafi: "Benchmarking Enterprise Policy: results from the 2002
Scoreboard", SEC (2002) 1213 del 7.11.2002.
40
Fonte: rapporto nazionale della Norvegia sull'attuazione della Carta.
41
Ulteriori informazioni sulla definizione di parametri di riferimento per gli aspetti amministrativi inerenti
alla creazione di nuove imprese sono disponibili in
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/start-
ups/bench_admin_business_start-up_final_2002.pdf.

20
Stati membri

La vasta maggioranza degli Stati membri sta dando particolare priorità a questo settore. Tutti
gli Stati membri hanno segnalato una serie di misure a riguardo. Il 13% delle PMI continua
tuttavia a indicare negli oneri amministrativi uno dei principali ostacoli alla loro attività42.

Per quanto riguarda la legislazione fallimentare, l'ultimo rapporto sottolineava la necessità di


trovare altre soluzioni regolamentari per le imprese insolventi, ma economicamente valide e
per ridurre le penali per un "fallimento onesto". Da allora gli Stati membri hanno intensificato
i propri sforzi in questo campo.

Il Regno Unito ha presentato proposte per facilitare il recupero di imprese economicamente


sane e per incoraggiare la ripresa di nuove attività dopo il fallimento (Enterprise Bill del
marzo 2002). Il “Company rescue pilot project”, concluso nel settembre 2002, ha inoltre
stabilito i criteri per determinare se una piccola impresa va recuperata e ha offerto varie
soluzioni per la ripresa.

Nel 2002 il Belgio ha presentato un progetto di legge sul fallimento, che modifica le "norme
di scusabilità" consentendo in alcuni casi la cancellazione dei debiti. Nel 2003-2004 i Paesi
Bassi procederanno a una revisione della legislazione per facilitare il recupero e il riavvio
delle imprese. L'Austria ha abolito il fallimento come causa di esclusione delle imprese e ha
rivisto la sua normativa in materia d'insolvenza per evitare che si abusi del fallimento a
scapito dei creditori. La Finlandia sta elaborando una nuova legge sul fallimento, che fisserà i
diritti degli imprenditori falliti e consentirà aggiustamenti dei debiti.

Numerosi Stati membri fra cui Danimarca, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo e Portogallo
hanno intrapreso un processo di revisione delle leggi fallimentari. La Danimarca intende
soprattutto rivedere le disposizioni riguardanti la ristrutturazione dei debiti per facilitare un
secondo avvio, mentre la Spagna e il Portogallo si concentrano in particolare sulle modalità
per proteggere i dipendenti di società in stato di liquidazione e per facilitare il recupero di
imprese economicamente sane, come suggerito dal rapporto sulla Carta dello scorso anno. In
Francia, inoltre, la legge sulla “Initiative Economique” protegge in parte i beni di un
imprenditore fallito.

I sistemi di valutazione dell'impatto normativo (VIN) sono stati rafforzati in vari Stati
membri e attualmente vengono introdotti in altri. Alcuni Stati membri hanno inoltre adottato
piani d'azione volti a ridurre gli oneri amministrativi. L'Irlanda, la Svezia e il Regno Unito si
sono prefissati di applicare la valutazione dell'impatto normativo a tutte le loro proposte di
legge 43. La Danimarca, i Paesi Bassi, la Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia
stanno potenziando i loro sistemi di valutazione dell'impatto normativo attraverso unità
speciali di coordinamento VIN.

La Danimarca, dove l'unità per una migliore regolamentazione delle imprese coordina i VIN,
panel di imprese (business test panels) valutano l'onere amministrativo che comportano per le
imprese i pertinenti progetti di legge. Nell'agosto del 2002 la Danimarca ha presentato un
piano d'azione volto a ridurre gli oneri amministrativi. Nuovi gruppi di rappresentanti di
imprese informano inoltre il governo sull'impatto delle normative più complesse e sulle

42
“Highlights from the 2001 Survey”, Osservatorio europeo sulle PMI, Commissione europea, 2001/1.
43
Irlanda, dallo 0% nel 2001 al 100% per tutta la legislazione primaria entro il 2006; Svezia, 100%, non è
stata precisata una data; Regno Unito, 100% entro il 2005. Fonte: comunicazione “Un ambiente
migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

21
possibili alternative. Interviste annuali con 1 000 "imprese modello" hanno indicato che gli
oneri amministrativi pesano soprattutto sulle piccole imprese.

La Svezia, in seguito a una decisione del giugno 2002, sta sviluppando un metodo per
misurare gli oneri amministrativi della regolamentazione sulle piccole imprese. Le prime
valutazioni sono previste nel 2003. Nel 2001 80 VIN hanno portato al ritiro o alla sostanziale
revisione di 24 proposte. Tutti i progetti di legge comprendono un'analisi del rispetto della
logica dei costi per le piccole imprese, che deve essere approvata dall'unità SimpLex.

Il Regno Unito ha elaborato nuovi orientamenti per i sistemi VIN, destinati ai responsabili
politici, che rafforzano i test di impatto sulle piccole imprese e l'analisi delle alternative alla
regolamentazione. È stata creata una “Business Regulation Team”, comprendente personale in
trasferta dal settore privato, con lo scopo di identificare gli oneri regolamentari superflui a
carico delle imprese. La Scozia ha sviluppato un test per le microimprese in base al quale le
proposte di legge devono comprendere una valutazione dell'impatto potenziale sulle imprese
che impiegano fino a cinque dipendenti.

Nei Paesi Bassi il centro di sostegno congiunto per le proposte di legislazione ha contribuito
alla realizzazione di 48 VIN nel 2001. La Finlandia intende rafforzare maggiormente il
sistema VIN nelle sue prossime istruzioni per la redazioni di testi legislativi. Infine, la
Norvegia ha creato un "gruppo di progetto" incaricato di assistere i ministeri in merito al
sistema VIN e alla consultazione di panel d'imprese.

Il Belgio, l'Irlanda e l'Italia stanno attualmente introducendo sistemi di valutazione


dell'impatto normativo. Nel 2002 il Belgio ha reso obbligatoria nei progetti di legislazione
l'introduzione di una valutazione dell'impatto sulle imprese e un formulario VIN è ora in fase
di prova. L'Irlanda sta introducendo un nuovo sistema VIN e l'Italia, dove la nuova unità di
semplificazione ha utilizzato il sistema VIN in cinque testi legislativi pilota, ha adottato un
decreto per applicare gradualmente il sistema VIN a tutte le leggi.

La semplificazione della legislazione rientra fra le priorità di un numero sempre maggiore di


Stati membri. Il Belgio, la Danimarca e i Paesi Bassi si sono prefissati di ridurre gli oneri
amministrativi a carico delle imprese del 25 % 44.

La Germania ha creato un servizio per la riduzione della burocrazia (“Projektgruppe


Bürokratieabbau”), che ha il compito di analizzare i reclami delle parti interessate e di proporre
soluzioni per eliminare gli ostacoli legislativi. I lavori più recenti riguardano il miglioramento
della comunicazione fra amministrazioni pubbliche e imprese.

Nel febbraio del 2002 il Regno Unito ha introdotto un piano d'azione di vasta portata, il
“Regulatory Reform Action Plan”, contenente più di 260 proposte per modifiche della
regolamentazione.

La Norvegia ha lanciato un nuovo programma per ridurre gli oneri amministrativi attraverso
una legislazione più semplice, la valutazione dell'impatto normativo, una diminuzione delle
lungaggini burocratiche e una migliore regolamentazione.

Nel 2002 il Belgio ha istituito dei servizi per la semplificazione amministrativa e


regolamentare, tanto nelle regioni della Vallonia quanto in quelle fiamminghe, e ha pubblicato
uno studio secondo cui nel 2000 il 69% del totale degli oneri amministrativi è stato pagato

44
Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

22
dalle microimprese. La Grecia sta semplificando 700 procedure grazie al programma
“POLITIA” e la Spagna ha adottato un secondo piano d'azione per la semplificazione
amministrativa. La Francia ha snellito numerose procedure nell'ambito del suo programma per
la semplificazione amministrativa e i Paesi Bassi hanno varato diversi progetti per migliorare
la qualità della legislazione. Anche in Austria la legge sulla riforma amministrativa del 2001 e
l'emendamento alla legge sul commercio del 2002 hanno semplificato numerose procedure.

L'Irlanda e la Finlandia stanno inoltre semplificando il diritto delle società e i Paesi Bassi
stanno effettuando ricerche a questo proposito. Il Portogallo sta procedendo a una revisione
del codice per le licenze delle imprese allo scopo di ridurre della metà il tempo necessario ad
ottenere una licenza45. Numerosi paesi sono inoltre impegnati in un processo di
consolidamento della legislazione e di revoca delle leggi superate.

L'Irlanda è stata particolarmente attiva nel consolidamento della legislazione in materia di


concorrenza, di imposta sul reddito e di tassa sui consumi.

In seguito a una proposta delle parti interessate, la Norvegia sta cercando di consolidare 250
regolamenti sanitari passando ad un totale di 6 e ha revocato 420 leggi dal 2000.

Commissione

Nell'estate del 2002 la Commissione, basandosi sul seminario relativo al fallimento delle
imprese tenutosi a Noordwijk nel maggio 2001, ha completato uno studio sulle implicazioni
giuridiche e sociali dell'insolvenza. Nel quadro del processo Best, la Commissione ha istituito
un gruppo di lavoro composto da esperti degli Stati membri allo scopo di definire criteri
comparativi e linee guida per attuare modifiche in materia di “Ristrutturazione, fallimento e
un nuovo inizio”. Allo scopo di accrescere la sensibilizzazione sulla necessità di adottare
misure per evitare l'insolvenza, la Commissione ha inoltre pubblicato la guida “Aiutare le
imprese a superare le difficoltà finanziarie”.

Il pacchetto "Legiferare meglio", adottato dalla Commissione il 5 giugno 2002, mira a


riformare il modo in cui le istituzioni legiferano, singolarmente o congiuntamente, a livello
europeo nonché la forma in cui gli Stati membri procedono all'attuazione e all'applicazione di
tali leggi a livello nazionale.

Questo ambizioso pacchetto risponde a una richiesta del Consiglio europeo di Lisbona e ha lo
scopo di semplificare e migliorare il contesto normativo. Esso costituisce inoltre la reazione
alle critiche che regolarmente vengono espresse da alcuni governi nazionali e da alcune parti
interessate contro una legislazione comunitaria giudicata eccessivamente onerosa.

La Commissione ha quindi adottato un piano d'azione46 contenente, da un lato, una serie di


provvedimenti che essa si impegna ad attuare tempestivamente per migliorare la qualità delle
sue proposte legislative e, dall'altro, misure da discutere con il Parlamento europeo, il
Consiglio e gli Stati membri (corresponsabili della qualità legislativa).

La Commissione ha deciso di dare l'esempio sviluppando, grazie ad una serie di azioni, una
nuova cultura della "qualità legislativa" all'interno dei suoi servizi. Conformemente alle
conclusioni del Consiglio europeo di Siviglia, alcune delle iniziative proposte nel piano

45
Il Portogallo si è impegnato a ridurre da 150 a 75 i giorni necessari per ottenere una licenza industriale.
Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
46
“Piano d'azione ‘Semplificare e migliorare la regolamentazione’”, COM (2002) 278 def., 5.6.2002.

23
d'azione al Parlamento europeo e al Consiglio sono attualmente oggetto di discussione fra la
Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio e un accordo dovrà essere concluso il
prima possibile nel 2003. Tale accordo dovrà riguardare principalmente il ricorso a direttive
quadro, alla co-regolamentazione, all'auto-regolamentazione e a un programma ambizioso per
la semplificazione e la riduzione dell'acquis comunitario.

Nell'ambito del piano d'azione, la Commissione sta elaborando una nuova procedura di
valutazione dell'impatto che integrerà in un unico sistema tutti gli attuali meccanismi interni
di valutazione dell'impatto. Questa nuova procedura ha lo scopo di migliorare la qualità delle
proposte della Commissione. Essa tiene conto delle raccomandazioni del progetto pilota sulla
valutazione d'impatto economico47 in merito alle modalità per analizzare l'impatto sulle PMI e
per garantire una corretta analisi dell'impatto economico nel quadro di un sistema integrato.
Combinando elementi dalla valutazione dell'impatto sostenibile e dalla valutazione
dell'impatto normativo, la nuova procedura contribuirà a garantire un contesto normativo
efficace nell'ambito di un'attuazione più coerente della strategia europea per lo sviluppo
sostenibile.

Attualmente la Commissione sta procedendo a una modernizzazione del Business Test Panel,
di cui farà parte integrante la definizione interattiva delle politiche (Interactive Policy Making
- IPM) (vedi punto 5). Il Business Test Panel verrà ampliato per comprendere un massimo di
4.000 imprese appartenenti a vari settori e provenienti da tutti gli Stati membri. Le imprese
verranno consultate in linea tramite il panel a partire dalla primavera del 2003.

Il 17 luglio 2002 la Commissione ha adottato il nuovo regolamento di esenzione per


categorie per gli accordi verticali nel settore automobilistico48. Tale regolamento migliora la
concorrenzialità delle PMI sui mercati di distribuzione di nuovi autoveicoli. Le nuove norme
facilitano la vendita di marche diverse da parte dello stesso concessionario e aprono il
mercato ai servizi post-vendita, consentendo così a PMI qualificate di integrarsi nella rete di
servizi autorizzati di riparazione di un determinato fabbricante. Inoltre le officine di
riparazione indipendenti, per la maggior parte PMI, potranno avere accesso alle informazioni
e alla formazione necessarie per poter competere con le officine di riparazione autorizzate
nell'ambito della rete di un fabbricante.

47
La relazione finale relativa al progetto pilota sulla valutazione d'impatto economico (BIA) è disponibile
in tutte le lingue dell'UE in http://europa.eu.int/comm/enterprise/library/enterprise-papers/paper9.htm.
Nell'ambito del progetto pilota è stato realizzato un progetto Best BIA.
48
Regolamento (CE) n. 1400/2002 della Commissione, del 31 luglio 2002, relativo all'applicazione
dell'articolo 81, paragrafo 3, del trattato a categorie di accordi verticali e pratiche concordate nel settore
automobilistico, GU L 203 dell'1.8.2002, pag. 30.

24
4 Fornire competenze

“Ci sforzeremo di assicurare che gli istituti di formazione, cui si aggiungeranno i


programmi di formazione interna, forniscano un livello adeguato di competenze,
corrispondenti alle necessità delle piccole imprese, nonché formazione e consulenza
continua”.

Stati membri

Alcuni Stati membri hanno sviluppato programmi per la formazione nelle piccole e medie
imprese.

La Germania ha inaugurato il programma “Cultura dell'apprendimento per lo sviluppo delle


competenze” (“Lernkultur Kompetenzentwicklung”) che offre corsi di formazione e
apprendimento sul luogo di lavoro per le piccole imprese operanti nell'artigianato, nei servizi
e nell'industria.

L'Italia ha istituito tre fondi di formazione a supporto delle PMI: Fondo Artigiani, Fondo
della Cooperazione e Fondo delle PMI.

La Svezia ha lanciato la misura “Formazione sul luogo di lavoro” volto a migliorare le


competenze delle PMI. L'Austria aiuta le imprese con meno di 50 dipendenti a identificare
misure per lo sviluppo del personale grazie al servizio "mercato del lavoro"
(“Arbeitsmarktservice”). L'Irlanda del Nord (Regno Unito) ha sviluppato il programma
“Company Development programme” destinato alle PMI.

Alcuni Stati membri hanno inoltre varato provvedimenti volti a colmare la mancanza di
competenze nei settori tecnologico e ingegneristico. La Svezia, ad esempio, si è impegnata
ad aumentare il numero di studenti di ingegneria, il numero di laureati nella ricerca e il
numero di docenti di matematica, scienze e tecnologia.

L'Irlanda ha inaugurato il programma “STEPS” per sensibilizzare sui vantaggi di una carriera
nel settore scientifico, tecnologico o ingegneristico, ha creato il fondo per lo sviluppo delle
competenze relative alle tecnologie dell'informazione (post-laurea) e ha pubblicato uno studio
sul calo del numero di studenti in scienze fisiche.

L'Italia ha inoltre lanciato il programma “PIA Innovazione” per la formazione in ricerca &
sviluppo. Numerosi Stati membri, tra cui Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Finlandia, Svezia,
Regno Unito e Norvegia 49, hanno segnalato programmi volti a incoraggiare l'uso delle TIC da
parte di singoli e imprese. Infine, il progetto pilota di "teleformazione" nelle Fiandre (Belgio)
definisce metodi per formare i dirigenti delle PMI all'uso di strumenti delle TIC.

Fra le iniziative di carattere generale a sostegno della formazione si possono citare il


sistema di buoni “Opleidingscheques” nelle Fiandre (Belgio), che incoraggia le imprese ad
investire nella formazione, e il progetto pilota “BRAWO” nella comunità di lingua tedesca in
Belgio, che patrocina la formazione di imprenditori e lavoratori. L'Irlanda ha inoltre istituito il
programma “Skillnets” volto a rafforzare le competenze dei lavoratori. L'Italia ha lanciato il
programma “PIA Formazione” per sostenere la formazione nelle imprese e il Regno Unito ha
istituito la rete “Sector Skills Council” per valutare il bisogno di competenze.

49
Il programma della Norvegia riguarda i docenti: “TIC nella formazione dei docenti”. Fonte: rapporto
nazionale della Norvegia sulla Carta.

25
Altre iniziative generali prevedono la fusione fra i centri educativi per il mercato del lavoro e
le scuole professionali in Danimarca, l'inaugurazione di servizi di consulenza in materia di
formazione in Finlandia e la creazione di un comitato incaricato di analizzare i piani di studio
delle scuole dal punto di vista della formazione continua in Norvegia. Incentivi fiscali per
promuovere la formazione sono stati introdotti in vari paesi fra cui Italia, Paesi Bassi, Austria
e Svezia. L'Austria ha inoltre elaborato un sistema (“Begabtenförderung”) per sostenere i
tirocini, ha creato un premio per la formazione al tirocinio e un premio per le imprese che
offrono tirocini innovativi.

Commissione

Nel marzo del 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha stabilito l'obiettivo di fare dei
sistemi di istruzione e formazione dell'UE un punto di riferimento a livello mondiale entro il
2010.

Il 14 febbraio 2002 il Consiglio e la Commissione hanno adottato congiuntamente un


programma di lavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi di istruzione
e formazione in Europa 50. Esso si concentra sui seguenti tre obiettivi: migliorare la qualità e
l'efficacia dei sistemi di istruzione e formazione nell'UE, facilitare a tutti l'accesso a tali
sistemi e aprirli al mondo in generale. Anche lo sviluppo di competenze adeguate alla società
della conoscenza rientra fra i suoi principali obiettivi.

Nel febbraio del 2002 la Commissione ha adottato il suo piano d'azione per le competenze e
la mobilità51, volto a migliorare la mobilità occupazionale e geografica all'interno
dell'Unione. Il piano mira inoltre a combattere la carenza di competenze nell'industria, a
sviluppare partenariati fra istituti di istruzione e imprese e a incoraggiare le parti sociali a
introdurre strategie per lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. Al Consiglio europeo di
primavera saranno presentate valutazioni annuali sull'attuazione.

Cinque anni dopo essere stata lanciata dal vertice di Lussemburgo sull'occupazione, la
strategia europea per l'occupazione è stata riesaminata nel 200252. Dal 1997 si è registrata una
tendenza verso un'imposizione fiscale più favorevole all'occupazione, una maggiore enfasi
sulla formazione permanente e un adeguamento dell'istruzione e della formazione alle
esigenze del mercato del lavoro. Gli Stati membri hanno inoltre elaborato misure per la
semplificazione amministrativa e le piccole imprese nel quadro del pilastro
"imprenditorialità" degli orientamenti per l'occupazione. Inoltre il progetto di relazione
comune sull'occupazione 53 analizza l'attuazione degli orientamenti da parte degli Stati
membri.

Facendo seguito alla comunicazione sull'apprendimento permanente54, è stato lanciato il


‘Processo di Bruges’ volto a migliorare la cooperazione a livello di istruzione e formazione

50
Documento del Consiglio 6365/02, 20.2.2002. Il programma di lavoro è stato accolto positivamente dal
Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002.
http://europa.eu.int/comm/education/policy_en.html#programme.
51
Piano d'azione della Commissione per le competenze e la mobilità, COM (2002) 72 def., 13.2.2002,
http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/034_en.html.
52
Comunicazione della Commissione “Bilancio di cinque anni della strategia europea per l'occupazione”,
COM (2002) 416 def. del 17.7.2002.
53
Communication from the Commission to the Council, Draft Joint Employment Report 2002, COM
(2002) 621, 13.11.2002.
54
Comunicazione della Commissione "Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente",
COM (2001)678 def. del 21.11.2001.

26
professionale fra Stati membri dell'UE, lo Spazio economico europeo, i Paesi candidati e la
Commissione.

Il piano d'azione eEurope 200255 pone fortemente l'accento sulle misure volte a rafforzare
l'uso delle tecnologie della società dell'informazione (TSI) nell'istruzione, un approccio
ribadito dall'iniziativa eEurope 200556. Sono inoltre in fase di realizzazione progetti inerenti
alle TSI nei settori dell'apprendimento autonomo per il lavoro e della formazione sul luogo di
lavoro per le PMI. L'impiego delle TSI a sostegno dell'apprendimento virtuale costituirà un
tema importante nell'ambito del sesto programma quadro per la RST (vedi in appresso, punto
8).

Nell'ottobre del 2002, nel corso di una conferenza ad alto livello organizzata a Copenhagen in
collaborazione con la presidenza danese, la Commissione ha presentato la relazione definitiva
del gruppo di controllo delle capacità nel campo delle TIC (tecnologie dell'informazione
e della comunicazione) nell'ambito del progetto Best “e-Skills in Europe: Benchmarking
Member States Policy Initiatives”57. Un'iniziativa complementare sulle competenze legate alle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione e all'e-business per le industrie e le PMI è
stata varata nell'aprile del 2002 allo scopo di identificare le capacità nel settore delle TIC e
dell'e-business e i profili di posti di lavoro in vari settori dell'industria. Tale iniziativa
contribuirà a sviluppare e ad adattare i profili di competenze in materia di TIC per rispondere
alle specifiche esigenze delle PMI. Nel quadro del piano d'azione eLearning58 è stata rivolta
un'attenzione particolare alla mancanza di competenze in tema di TIC. In tale contesto, il 19
dicembre 2002, la Commissione ha adottato una proposta di programma per l'impiego delle
TIC al fine di migliorare l'accesso all'istruzione e alla formazione (programma eLearning59).
La Commissione ha inoltre presentato una serie di azioni volte a garantire l'offerta di
manodopera qualificata nella relazione "Accrescere il tasso di attività e prolungare la vita
attiva", che è stata avallata dal vertice di Barcellona60.

Nel marzo del 2002 le parti sociali europee hanno presentato un quadro d'azione per lo
sviluppo delle abilità e delle competenze, impegnandosi a controllarne l'attuazione e ad
effettuarne una valutazione nel 2006. Le parti sociali hanno inoltre adottato un programma di
lavoro pluriennale (2003-2005) riguardante, tra i vari temi, l'attuazione della SEO,
l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, la gestione delle conseguenze sociali del
cambiamento e le possibili azioni a sostegno del piano d'azione sulle competenze e la
mobilità.

La maggior parte degli Stati membri realizza attività nel quadro dei programmi del Fondo
sociale europeo (FSE) per il periodo 2000-2006, in cui le PMI sono i beneficiari esclusivi, o

55
“eEurope 2002, una società dell'informazione per tutti, piano d'azione”, 14.6.2000, disponibile in
http://europa.eu.int/eeurope.
56
Comunicazione della Commissione, “eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti”, COM
(2002) 263 def., 28.5.2002.
57
Maggiori informazioni sul gruppo di controllo delle capacità nel campo delle TIC figurano in
http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/policy/ict-skills/wshop/synthesis-report-v1.pdf
58
Comunicazione della Commissione “Piano d'azione eLearning - Pensare all'istruzione di domani” COM
(2001) 172 def., 28.3.2001.
59
Proposal for a Decision of the European Parliament and of the Council adopting a multi-annual
programme (2004-2006) for the effective integration of Information and Communication Technologies
(ICT) in education and training systems in Europe (eLearning Programme), COM (2002) 751 final,
19.12.2002
60
Relazione della Commissione “Relazione redatta su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma:
"Accrescere il tasso di attività e prolungare la vita attiva", COM (2002) 9, 24.01.2002.

27
accanto ad altri gruppi destinatari, di azioni condotte nel settore della formazione e dello
sviluppo delle risorse umane. In linea generale il sostegno concesso prende la forma di azioni
di formazione per i dipendenti delle PMI.

5 Migliorare l'accesso in linea

“Le autorità pubbliche andrebbero spinte ad aumentare la comunicazione


elettronica con il settore delle piccole imprese. In questo modo le società potrebbero
ricevere consulenza, porre domande, presentare le dichiarazioni dei redditi od
ottenere semplici informazioni in linea, vale a dire più velocemente e ad un minor
costo. La Commissione deve dare l'esempio in questo campo”.

Stati membri

L'accesso delle PMI a Internet sta notevolmente aumentando in alcuni Stati membri quali
Grecia, Spagna, Italia e Regno Unito. I progressi sono particolarmente degni di nota in
Grecia, dove l'accesso delle PMI a Internet è passato dal 24% nel 1999 al 78% nel 2001. Nel
2001 il 70% di tutte le microimprese europee e più dell'80% delle piccole imprese avevano
accesso a Internet61.

Tutti i governi si sono impegnati a migliorare l'accesso in linea e la Germania, il Portogallo e


il Regno Unito si sono prefissati di offrire in linea la totalità dei servizi amministrativi (100%)
entro il 2005, mentre la Spagna intende offrire il 40% entro il 200662. La maggior parte degli
Stati membri concentra i propri sforzi sul miglioramento e l'ottimizzazione dei servizi in linea
allo scopo di soddisfare meglio le esigenze delle imprese (come raccomandato dal rapporto
sulla Carta dell'anno scorso), cercando di facilitare il loro uso e ampliando la gamma di
servizi offerti. Diversi Stati membri stanno sviluppando sistemi grazie ai quali i formulari
possono essere compilati, firmati e elaborati in linea.

I seguenti paesi hanno segnalato l'esistenza di portali web che prestano consulenza agli
imprenditori e un'offerta crescente di servizi in linea: Belgio, Germania, Grecia, Irlanda, Paesi
Bassi, Austria 63, Portogallo, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Norvegia. Il Lussemburgo sta
elaborando il suo nuovo portale web “Guichet pour entreprises” che fornisce informazioni su
come avviare, sviluppare e ristrutturare un'impresa e ha lanciato un progetto per rendere
disponibili in linea tutti i moduli amministrativi.

In Irlanda il portale web BASIS (“Business Access to State Information and Services”) è
particolarmente facile da utilizzare64: esso fornisce un punto d'accesso unico a tutti i servizi
amministrativi inerenti alle imprese ed è organizzato secondo i momenti principali della vita
di un'impresa, come l'avviamento, l'assunzione del personale, il pagamento delle tasse,
l'accesso ai finanziamenti e l'innovazione.

La Danimarca sta sviluppando un portale web volto a permettere alle imprese di effettuare la
maggior parte delle procedure amministrative in linea usando una firma digitale gratuita. Il
portale, che diventerà operativo alla metà del 2003, intende consentire lo scambio automatico

61
Fonte: Osservatorio europeo delle PMI 2002/1 “Highlights from the 2001 Survey”.
62
Anche la Spagna ha fissato l'obiettivo di fornire in linea il 40% dei suoi servizi entro il 2006. Fonte:
comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
63
L'Austria dovrebbe essere in grado di consentire in linea la maggior parte delle procedure
amministrative nel 2003. Il numero di procedure in linea è passato da 3 nel 2001 a 7 nel 2002. Fonte:
rapporto nazionale dell'Austria sulla Carta.
64
Vedi www.basis.ie

28
di dati fra le amministrazioni in modo che le imprese trasmettano le stesse informazioni a un
solo servizio amministrativo.

Un altro ottimo esempio è rappresentato in Svezia dal portale web "Guida per gli
imprenditori" (“Företagarguiden”), inaugurato nell'ottobre del 2001, che risponde in 48 ore ai
quesiti trasmessi per posta elettronica65.

Le dichiarazioni e i pagamenti dell'IVA possono essere effettuati in linea in Belgio66,


Grecia 67, Irlanda68, Finlandia e Svezia. Servizi di questo tipo sono in fase di sviluppo nelle
Fiandre (Belgio) 69, in Danimarca e in Lussemburgo. In Austria oltre 7.000 rendiconti
finanziari sono stati trasmessi elettronicamente dal maggio del 2001.

Tra gli altri servizi innovativi in linea figurano un sito web irlandese che consente
l'elaborazione in linea delle richieste di brevetti e marchi depositati e lo sviluppo di un sistema
internet finlandese che permetterà alle microimprese con non più di cinque dipendenti di
versare i salari in linea a partire dall'autunno 2003. Le informazioni sugli appalti pubblici
vengono fornite in linea in vari Stati membri tra cui Germania, Grecia, Irlanda, Austria e
Finlandia. In Finlandia, dall'ottobre del 2001, 900 avvisi di concorsi pubblici sono stati
pubblicati sul sito “JULMA”. La Grecia sta ampliando il suo sistema integrato di informazioni
doganali (“ICIS”) per facilitare la presentazione delle dichiarazioni doganali.

Commissione

Il programma sulle tecnologie della società dell'informazione (TSI) 70 rientra nel quinto e
nel sesto programma quadro per la ricerca & sviluppo. Esso viene a completare l'iniziativa
"GoDigital" lanciata nell'aprile del 2001 71, che ha fra i suoi obiettivi la sensibilizzazione e la
diffusione fra le PMI delle buone pratiche in tema di commercio elettronico. A tale scopo la
Commissione sta realizzando circa 70 progetti di adozione delle TSI che coinvolgono
centinaia di PMI europee. Il programma TSI sta offrendo un contributo importante
all'iniziativa eEurope Go Digital dando ampio accesso alle esperienze ricavate dai progetti di
adozione. Il piano d'azione eEurope 2005 72 sottolinea la necessità di promuovere "un
ambiente dinamico di e-business". Le azioni per le PMI nell'ambito del sesto programma
quadro per la RST appoggiano tale processo (vedi punto 8).

Un portale giuridico sull'e-business, gestito da una rete di 16 eurosportelli (Euro Info Centres)
in 13 paesi europei, è stato istituito nell'ottobre del 2002. Il portale offre un servizio di
informazioni in linea e presenta una panoramica della legislazione applicabile al commercio
elettronico e delle iniziative di autoregolamentazione oltre a fornire consulenza giuridica in
vari settori. Questo portale aiuterà la Commissione a identificare i principali problemi

65
Vedi www.foretagarguiden.se
66
Progetti EDIFACT e INTERVAT in Belgio. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.
67
Sito web TAXIS in Grecia, è possibile anche la dichiarazione dei redditi. Fonte: rapporto nazionale
della Grecia sulla Carta.
68
Servizio ROS Revenue online, VAT and income tax in Irlanda. Fonte: rapporto nazionale dell'Irlanda
sulla carta.
69
In Belgio la base dati federale FISCONET è disponibile in linea dalla primavera del 2002. Fonte:
rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.
70
www.cordis.lu/ist
71
“Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali”, COM (2001) 136 def., 13.3.2001,
www.europa.eu.int/godigital. L'iniziativa GoDigital rientra nel piano d'azione eEurope 2002.
72
Comunicazione della Commissione, “eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti”, COM
(2002) 263 def., 28.5.2002.www.europa.eu.int/information_society/eeurope.

29
giuridici cui sono confrontate le imprese che svolgono attività in linea. Si prevede che esso
sarà esteso a tutti gli Stati membri e probabilmente anche ai paesi candidati.

Nel 2001, nel quadro del programma IDA (scambio di dati fra amministrazioni), è stata varata
un'iniziativa per la creazione del portale "public-services.eu". Questo portale, attualmente in
una fase pilota, fornirà un punto d'accesso unico per tutte le informazioni e i servizi pubblici
in linea al fine di assistere le imprese che svolgono attività transfrontaliere.

Nel novembre 2001 la Commissione e la presidenza belga hanno organizzato congiuntamente


una conferenza ministeriale ad alto livello sulle applicazioni relative all'amministrazione
pubblica in linea (eGovernment). In questa occasione è stato istituito un premio eEurope per
l'innovazione nel campo dell'eGovernment ed è stato pubblicato il primo studio di valutazione
comparativa dei servizi pubblici in linea. Una dichiarazione ministeriale presenta le
conclusioni di questa manifestazione 73.

6 Maggiori benefici dal mercato interno

“La Commissione e gli Stati membri devono quindi continuare sulla strada delle
riforme mirando al completamento di un vero mercato interno dell'Unione, di facile
approccio per le piccole imprese, in settori cruciali per il loro sviluppo tra cui il
commercio elettronico, le telecomunicazioni, i pubblici servizi, gli appalti pubblici e
i sistemi di pagamento transfrontalieri.

Allo stesso tempo le norme europee e nazionali in tema di concorrenza andrebbero


applicate in modo rigoroso per garantire che le piccole imprese abbiano tutte le
possibilità per entrare in nuovi mercati e competere in condizioni di equità”.

Stati membri

Nell'autunno del 2002 solo cinque Stati membri - Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e
Regno Unito - avevano trasposto il 98,5% di tutte le direttive sul mercato interno nella
legislazione nazionale, realizzando in questo modo l'obiettivo stabilito al Consiglio europeo di
Stoccolma consistente nel ridurre all'1,5% i casi di mancata attuazione. Nella primavera del
2002 figuravano in questa categoria anche il Belgio e la Spagna. Attualmente la Svezia
presenta il tasso più ridotto di mancata attuazione (0,4%), seguita dalla Finlandia (0,6%) e
dalla Danimarca (0,7%)74.

Nel corso del 2002 il ritardo è ulteriormente aumentato in quegli Stati membri più lontani
dalla realizzazione dell'obiettivo fissato: Francia, seguita da Grecia, Portogallo e Austria75. La
Finlandia è l'unico Stato membro che ha realizzato il nuovo obiettivo dello 0% (entro la
primavera del 2003) di casi di mancata attuazione delle direttive il cui recepimento conta due
anni di ritardo. Per raggiungere questo obiettivo gli altri Stati membri devono recepire un
numero di direttive che va da uno in Svezia a quattordici in Francia.

73
Dichiarazione ministeriale sull'eGovernment del 29 novembre 2001, maggiori informazioni in
http://europa.eu.int/information_society/eeurope/egovconf/index_en.htm.
74
Quadro di valutazione del mercato interno, n. 11 del novembre 2002 e n. 10 del 16 maggio 2002.
75
Francia: il tasso di mancata attuazione è attualmente pari al 3,8 %, rispetto al 3,1 % della primavera
2002; Grecia: 3,3 % rispetto al 2,7 %; Portogallo: 3,1 % rispetto al 2,1 %; Austria: 2,7 % rispetto al 2,1
%. Fonte: vedi la nota precedente.

30
La Danimarca attualmente sta conducendo un'analisi comparativa per esaminare le differenze
e i punti comuni nelle modalità seguite dai vari Stati membri per attuare e applicare le stesse
direttive CE.

In Austria il progetto pilota “Chance Binnenmarkt” 76 (opportunità del mercato unico) mira a
sensibilizzare le PMI sulle opportunità offerte dal mercato unico e fornisce servizi gratuiti di
consulenza.

Numerosi Paesi hanno fornito informazioni sul funzionamento del programma SOLVIT (vedi
in appresso) a livello nazionale, in particolare Germania, Portogallo, Finlandia, Svezia, Regno
Unito e Norvegia.

Solo alcuni Stati membri indicano progressi nella liberalizzazione dei mercati nazionali.
L'Irlanda e l'Austria hanno adottato delle leggi che consentono di aprire ulteriormente il
mercato del gas. La Finlandia ha proposto vari provvedimenti per sviluppare il mercato
dell'elettricità, che è ora interamente aperto alla concorrenza. La Grecia e il Portogallo stanno
procedendo ad una revisione della legislazione in materia di appalti pubblici e la
Danimarca ha lanciato un sito web per le imprese che si ritengono vittime di un trattamento
ingiusto nei concorsi pubblici.

Per quanto riguarda la legislazione in tema di concorrenza, la Danimarca ha modificato la


sua legge in materia allo scopo di aumentare l'importo delle multe per violazione, l'Irlanda ha
consolidato tutte le disposizioni statutarie relative a concorrenza e fusioni nella sua legge sulla
concorrenza del 2002 e l'Austria ha istituito un'Autorità federale per la concorrenza. La Svezia
ha proposto un nuovo regolamento con disposizioni che penalizzano gli operatori pubblici che
pregiudicano la concorrenza. Nel Regno Unito la nuova legge sulle imprese (Enterprise Bill)
offre alle piccole imprese una migliore protezione contro la concorrenza sleale77.

Commissione

L'attuale strategia per il mercato interno della Commissione prende la forma di un


programma quinquennale che è stato rivisto per l'ultima volta nell'aprile del 200278. Esso
concentra la propria attenzione sui settori che necessitano di azioni urgenti per rendere le
imprese dell'Unione più concorrenziali e in grado di sfruttare meglio le opportunità offerte dal
mercato unico.

Un sistema adeguato di protezione della proprietà intellettuale sosterrà gli sforzi innovatori
delle PMI. La Commissione ha presentato una proposta di regolamento per la creazione di un
brevetto comunitario79, un obiettivo prioritario della strategia per il mercato interno. Un
brevetto unitario permetterà alle imprese di allineare all'Unione le proprie attività di
produzione e distribuzione e di rispondere alla sfida di Stati Uniti e Giappone in tema di
innovazione e concorrenzialità. I brevetti comunitari dovrebbero presentare un costo
abbordabile e garantire la certezza del diritto. Il 20 febbraio 2002 la Commissione ha inoltre

76
Questa misura era già stata comunicata nel rapporto austriaco del 2001.
77
Nel Regno Unito le valutazioni dell'impatto normativo comprenderanno anche un'analisi degli effetti
della concorrenza. Fonte: rapporto nazionale del Regno Unito sulla Carta.
78
Comunicazione della Commissione relativa a “2002 Revisione della strategia per il mercato interno:
mantenere l'impegno preso”, COM (2002) 171, 11.4.2002.
79
Proposta della Commissione dell'1.8.2000 di regolamento del Consiglio relativo al brevetto
comunitario, COM (2000) 412 def., CNS 2000/0177, GU C 337 E/45, 28.11.2000, pag. E/278.

31
presentato una proposta di direttiva relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per
mezzo di elaboratori elettronici80, che armonizza e chiarisce le disposizioni in materia.

Nel luglio del 2002 la Commissione ha adottato il secondo rapporto biennale


sull'applicazione del principio di riconoscimento reciproco nel mercato interno81. Il
rapporto ha essenzialmente lo scopo di valutare i progressi realizzati dal 1999
nell'applicazione del riconoscimento reciproco82 nel mercato interno e di evidenziare i settori
in cui l'applicazione di tale principio continua a presentare difficoltà. La Commissione intende
adottare una comunicazione contenente linee guida per l'applicazione del riconoscimento
reciproco dei prodotti fra operatori economici e governi nazionali.

Nel campo della valutazione della conformità, a livello dell'Unione si continuano ad


applicare numerose prove e vari processi di certificazione malgrado gli sforzi realizzati per
promuovere il riconoscimento reciproco dei risultati delle prove, dei marchi e dei certificati.
Ciò ha comportato costi supplementari per l'industria, in particolare per le PMI, che sono
costrette a pagare per più di una procedura di valutazione della conformità. Allo scopo di
ottenere una panoramica generale della situazione, nell'autunno del 2002 è stato lanciato un
progetto nell'ambito della procedura Best che dovrà fornire un'analisi dei casi nei vari settori.
Si procederà a un confronto delle procedure di valutazione della conformità e del loro impatto
economico sui settori analizzati e verranno sviluppati indicatori per misurare gli effetti sulle
imprese manifatturiere, comprese le PMI.

Sebbene il mercato interno in genere funzioni bene, a volte le imprese incontrano difficoltà
derivanti da una possibile applicazione scorretta delle norme del mercato interno da parte
delle amministrazioni pubbliche in altri Stati membri. SOLVIT83 è la rete istituita dalla
Commissione allo scopo di risolvere i problemi derivanti da un'applicazione scorretta della
normativa - tali problemi possono presentarsi in vari aspetti dell'attività di un'impresa, ad
esempio l'accesso al mercato di beni e servizi, gli appalti pubblici, la tassazione o
l'avviamento di un'impresa. Il Consiglio "Mercato interno", nella sua risoluzione del 1° marzo
2002, ha confermato l'impegno assunto dagli Stati membri per garantire un'applicazione
efficace del sistema. La rete SOLVIT, lanciata il 22 luglio 2002, svolge un ruolo di
considerevole importanza nel rendere l'Unione più operativa e accessibile per le imprese, in
particolare per quelle di piccole dimensioni.
In data 11 dicembre 2002 la Commissione ha adottato una comunicazione sul miglioramento
del controllo dell'applicazione del diritto comunitario 84. Il 30 luglio 2002 la Commissione ha
adottato una relazione dal titolo “Lo stato del mercato interno dei servizi” 85. Tale relazione
fornisce una panoramica esaustiva delle barriere che continuano ad ostacolare i servizi e
conclude che dieci anni dopo il completamento del mercato interno esiste ancora un notevole

80
Proposta di direttiva relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori
elettronici, COM(2002) 92 def., 20.02.2002.
81
Relazione della Commissione, "Secondo rapporto biennale sull'applicazione del principio di
riconoscimento reciproco nel mercato interno", COM (2002) 419, 23.7.2002.
82
Il riconoscimento reciproco significa che un'impresa, grande o piccola, la quale può vendere legalmente
i suoi prodotti sul mercato nazionale sarà autorizzata a venderli dovunque all'interno dell'Unione
europea.
83
Comunicazione della Commissione "Soluzione efficace dei problemi nel mercato interno (“SOLVIT”)",
COM (2001) 702, 27.11.2001. Raccomandazione della Commissione, del 7 dicembre 2001, relativa ai
principi per l'utilizzo di “SOLVIT” – la rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno,
7.12.2001, GU L331, 15.12.2001, pag. 79.
84
COM (2002) 725, 13.12.2002.
85
Relazione “Lo stato del mercato interno dei servizi”, COM (2002) 441, elaborata nell'ambito della
strategia per il mercato interno dei servizi, COM (2000) 888.

32
divario fra la visione di un'economia integrata a livello dell'Unione e la realtà con cui si
devono confrontare le imprese europee.
Uno sviluppo significativo si è avuto con l'adozione del regolamento relativo ai pagamenti
transfrontalieri in euro per ottenere un'area unica per i pagamenti86. Il regolamento
contiene disposizioni per l'applicazione del principio di non discriminazione alle commissioni
bancarie relative a pagamenti nazionali e transfrontalieri in euro. La scadenza per
l'applicazione per le transazioni effettuate con carte di pagamento e per i prelievi dagli
sportelli ATM era il 1° luglio 2002 ed è il 1° luglio 2003 per i bonifici. Gli studi realizzati
dalla Commissione indicano il persistere di commissioni elevate e variabili applicate ai
pagamenti transfrontalieri, nonostante le ripetute esortazioni alle banche affinché eliminino
tali pratiche. In virtù del regolamento i costi bancari delle operazioni transfrontaliere non
dovrebbero differire da quelli delle transazioni nazionali e andrebbero quindi applicate
commissioni identiche indipendentemente dalle distanze87.

Nel dicembre del 2001 i servizi della Commissione hanno presentato un documento di
consultazione riguardante le cooperative nell'Europa delle imprese. Tale documento indica
la necessità di un quadro legislativo adatto alle caratteristiche specifiche delle cooperative e
identifica le politiche e le iniziative europee che hanno un impatto sulle cooperative. Il 3
giugno 2002 il Consiglio ha raggiunto un accordo sulla proposta della Commissione di uno
statuto della Società cooperativa europea88, che stabilisce analogie con lo statuto della
società europea, ma che è specificamente modellato sulle imprese di tipo cooperativo.
Attualmente la Commissione lavora a una proposta di statuto dell'associazione europea.

7 Tassazione e questioni finanziarie

“I sistemi fiscali andrebbero adattati in modo da premiare il successo, incoraggiare


le imprese in fase d'avviamento, favorire l'espansione delle piccole imprese e la
creazione di posti di lavoro nonché facilitare la creazione di piccole imprese e la
successione al loro interno. Gli Stati membri dovrebbero applicare le migliori prassi
in fatto di tassazione e incentivi alle prestazioni personali.

Gli imprenditori hanno bisogno di finanziamenti per trasformare le loro ambizioni in


realtà. Per migliorare l'accesso delle piccole imprese ai servizi finanziari è nostra
intenzione:

individuare e rimuovere le barriere alla creazione di un mercato dei capitali


paneuropeo e all'attuazione del piano d'azione per i servizi finanziari e del piano
d'azione per il capitale di rischio;

migliorare il rapporto tra sistema bancario e piccole imprese creando adeguate


condizioni di accesso al credito e al capitale di rischio;

migliorare l'accesso ai fondi strutturali e accogliere con favore le iniziative della


Banca europea per gli investimenti di aumentare i finanziamenti disponibili per le
imprese in fase di avviamento e quelle ad alta tecnologia, ivi inclusi gli strumenti di
capitale”.

86
Regolamento (CE) n.2560/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 dicembre 2001, relativo
ai pagamenti transfrontalieri in euro.
87
Comunicato stampa della Commissione europea IP/01/1084.
88
Proposta modificata COM(93) 252 def., 6.7.1993, GU C236 del 31.8.93.

33
Stati membri

Due Stati membri stanno notevolmente riducendo le imposte sulle società. Nel 2003
l'Irlanda ridurrà tutte le imposte sulle società al tasso unico del 12,5%, già applicabile alle
piccole imprese con un utile di esercizio inferiore a 254 000 euro. L'Irlanda ha inoltre
semplificato il sistema di dichiarazione dei redditi per le imprese con un fatturato inferiore a
320 000 euro. Il Regno Unito ha ridotto le imposte sulle società dal 23% al 19% per le
imprese con profitti compresi fra le 50.000 e le 300.000 sterline. L'imposta di avviamento del
19% è stata azzerata per le imprese i cui profitti non superano le 10.000 sterline.

Numerosi Stati membri hanno segnalato diverse misure fiscali per alleggerire gli oneri
tributari a carico delle piccole imprese. Il Belgio ha abbassato le imposte a carico delle PMI
in base al livello di fatturato, esonerando le imprese con un fatturato inferiore a 322 500 euro
dal pagamento di parte delle imposte89. La Danimarca ha innalzato il livello di fatturato che
prevede l'obbligo di pagamento dell'IVA da 20.000 a 50.000 corone danesi e consente alle
imprese con un fatturato inferiore a 15 milioni di corone di presentare dichiarazioni dell'IVA
su base trimestrale e non più mensile. Nel Regno Unito nuove norme consentono alle piccole
imprese di applicare un tasso fisso di IVA al proprio fatturato invece di calcolare l'IVA su
ogni vendita. Infine, in Norvegia le imprese il cui fatturato non supera 125.000 euro possono
presentare dichiarazioni IVA una volta all'anno invece che ogni due mesi. Tanto il Portogallo
quanto la Norvegia hanno introdotto incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo: il Portogallo si
rivolge alle PMI dell'industria, del commercio e dell'agricoltura, mentre la Norvegia fornisce
alle imprese con non più di 100 dipendenti un credito fiscale pari al 20% della spesa annua
per la ricerca e sviluppo, con un tetto massimo di circa 500.000 euro.

Sono in preparazione ulteriori misure. La Svezia sta sviluppando un sistema di tassazione


basato sul reddito medio invece che sul reddito reale. Tanto la Grecia 90 quanto l'Italia stanno
elaborando leggi per una semplificazione del sistema di tassazione. Infine, la Grecia sta
riducendo l'obbligo di dichiarazione dell'IVA da 6 a 4 volte all'anno, la Francia, la Grecia 91 e
l'Austria stanno abbassando le imposte sui trasferimenti di imprese e l'Irlanda sta riflettendo
sull'applicazione di misure analoghe.

Numerosi Stati membri hanno elaborato nuove misure per finanziare l'avviamento di
imprese.

L'Irlanda ha ampliato il suo mercato di capitali di ventura immettendo 95 milioni di euro in


dodici nuovi fondi di capitali di ventura destinati principalmente alle imprese in fase di
avviamento e a quelle in fase iniziale.

Il Lussemburgo ha istituito il fondo “prêt de démarrage” per finanziare fino a 250 000 euro o
il 40% dei costi di avviamento.

L'Austria ha inoltre creato un programma di promozione dell'avviamento (“Start up


Förderung”) per finanziare piccole imprese fondate sulla tecnologia con non più di 50
dipendenti e sta preparando un nuovo programma di capitale di ventura per le piccole imprese

89
Questa misura dovrebbe portare a una diminuzione delle imposte pari a 70 milioni di euro. Fonte:
rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.
90
Questa misura dovrebbe portare a una diminuzione delle imposte pari a 280 milioni di euro. Fonte:
rapporto nazionale della Grecia sulla Carta.
91
In Grecia questo riguarda il trasferimento a parenti delle imprese individuali. Fonte: rapporto nazionale
della Grecia sulla Carta.

34
dell'industria e del commercio. Il Portogallo ha istituito un nuovo fondo di capitale di rischio
che finanzia prioritariamente progetti di imprese in fase di costituzione e avviamento e piccole
imprese.

Alcuni Stati membri hanno sviluppato sistemi di microprestito.

La Germania ha lanciato, in cooperazione con il FEI, un programma di microprestito (“DtA-


Mikrodarlehensprogramm”) che fornisce alle imprese in fase di avviamento e alle
microimprese prestiti sino a 25 000 euro.

La Spagna ha istituito una linea di microcredito (“Línea de Microcréditos ICO”) per le


microimprese, destinata principalmente alle donne imprenditrici, agli anziani, ai disabili e agli
immigrati. Con più di 12 milioni di euro, concede prestiti fino a 25.000 euro da rimborsare in
2-3 anni. 480 progetti sono stati finanziati in cooperazione con il FEI. La Spagna ha inoltre
creato un programma di microcredito destinato alle donne imprenditrici (“Programa de
microcréditos para mujeres emprendedoras”) per avviare una società o finanziare il primo anno
di attività. Con più di 6 milioni di euro cofinanziati dall'FSE, concede prestiti fino a 12.000
euro da rimborsare in cinque anni.

La Svezia ha avviato un sistema di microprestito destinato principalmente alle donne


imprenditrici, che copre il 50% degli investimenti con un tetto massimo di 250 000 corone
svedesi.

La Spagna e la Finlandia sono particolarmente attive nei nuovi programmi di capitale di


ventura per investimenti in campo tecnologico. La Spagna ha adottato un nuovo sistema di
sostegno finanziario per investimenti fino a 500 000 euro in PMI fondate sulla tecnologia nei
primi due anni di attività e la sua linea ICO per il finanziamento dell'innovazione tecnologica
concede prestiti fino al 70% degli investimenti. La Finlandia ha avviato il programma
“LIKSA” che finanzia piani di attività destinate alla creazione di imprese basate sulla
tecnologia e l'iniziativa “INTRO” che pone in contatto le imprese in fase di avviamento con
gli investitori. La Francia intende aumentare gli investimenti nei capitali di rischio a un
miliardo di euro entro il 2010, mentre l'Irlanda si è impegnata a portare gli investimenti nei
capitali di ventura allo 0,8% del PIL entro il 2006 92.

Pochi Stati membri hanno segnalato sviluppi nei sistemi di mutua garanzia. La Grecia
intende istituire un fondo di garanzia per le piccole e le microimprese (“TEMPME”) con un
capitale di 100 milioni di euro che verrà a coprire il 50% delle garanzie di prestito richieste
dagli istituti finanziari. Il Portogallo ha creato tre società di mutua garanzia e ha rafforzato il
suo fondo di controgaranzia mutua, mentre la Svezia ha sviluppato un nuovo sistema di
garanzia di prestito destinato alle PMI che si ispira alle buone pratiche adottate da Paesi
Bassi e Finlandia.

Fra le misure di tipo generale figurano anche la creazione di un'agenzia per il finanziamento
delle PMI nelle Fiandre in Belgio, in cui è in preparazione un progetto per generare capitale di
rischio destinato alle imprese in fase di avviamento, e il lancio del fondo “Argentum”, da 335
milioni di euro, a sostegno dei fondi di capitali di ventura che investono in gruppi di imprese
in Norvegia. Migliorare il finanziamento delle imprese costituisce inoltre uno degli obiettivi
prioritari della nuova legge francese “Initiative economique”. Il fondo di sostegno alle

92
Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

35
imprese del Tirolo in Austria concede prestiti a basso tasso di interesse alle imprese con non
più di 20 dipendenti.

Le nuove misure di informazione sull'accesso ai finanziamenti comprendono una task


force tedesca composta da esperti finanziari provenienti dal governo federale e dalle banche
che forniscono consulenza alle PMI sulle modalità di accesso ai finanziamenti e, sempre in
Germania, il forum delle PMI sulle condizioni di finanziamento, nell'ambito dell'accordo
Basilea II. L'Austria organizzerà uno sportello unico per le imprese (“Wirtschaftsservice
GmbH”) che riunirà diversi servizi di consulenza sulle iniziative finanziarie.

In Vallonia (Belgio) la “fiera del capitale di rischio” ha riunito potenziali imprenditori e


investitori. Il Belgio, la Danimarca, l'Austria, il Portogallo, la Svezia, il Regno Unito e la
Norvegia hanno segnalato sviluppi nelle loro reti di business angels. In Danimarca sono in
programma altre tre reti e un sito web pone in contatto gli imprenditori con potenziali
business angels. Il Portogallo sostiene la sua nuova rete attraverso il programma per il
finanziamento dell'innovazione, mentre la Norvegia sta riflettendo sulla possibile concessione
di incentivi fiscali ai business angels.

Commissione

Nell'ottobre del 2001 la Commissione ha presentato la comunicazione “Verso un mercato


interno senza ostacoli fiscali - Strategia per l'introduzione di una base imponibile consolidata
per le attività di dimensione UE delle società”93 e uno studio dettagliato sulla fiscalità delle
imprese nel mercato interno94. Questi documenti affrontano gli attuali problemi relativi alla
fiscalità delle imprese dell'Unione e comprendono un'analisi della situazione specifica delle
PMI.

Due recenti direttive riguardanti l'IVA facilitano gli scambi transfrontalieri delle PMI e
alleggeriscono i loro obblighi in materia di IVA (ad esempio i requisiti di fatturazione) 95.
Attualmente la Commissione sta realizzando uno studio sugli obblighi in materia di IVA allo
scopo di proporre una semplificazione (registrazione, dichiarazioni, pagamento), in
particolare per le PMI.

Nel 2002 la Commissione ha effettuato uno studio sulle opzioni d'acquisto di azioni
concesse ai dipendenti nell'UE e negli Stati Uniti. Tale studio mostra che i sistemi in materia
di tassazione, diritto del lavoro, protezione dei dati e sicurezza variano notevolmente da uno
Stato membro all'altro. Le imprese che operano in diversi paesi hanno quindi bisogno di un
diverso piano di opzioni per ogni paese. Questo determina cospicui costi amministrativi e
impedisce alle piccole imprese di avere piani di opzioni sulle azioni.

Nel settembre 2002, nel corso di un seminario tenutosi a Vienna, la Commissione ha


presentato i risultati del progetto della procedura Best sul passaggio di proprietà delle

93
Comunicazione della Commissione "Verso un mercato interno senza ostacoli fiscali - Strategia per
l'introduzione di una base imponibile consolidata per le attività di dimensione UE delle società", COM
(2001) 582 def., 23.10.2001,
http://europa.eu.int/comm/taxation_customs/taxation/company_tax/policy_proposals.htm.
94
Documento di lavoro della Commissione, "Company Taxation in the Internal Market", SEC(2001)1681
del 23.10.2001.
95
Direttiva 2001/115/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, che modifica la direttiva 77/388/CEE al
fine di semplificare, modernizzare e armonizzare le modalità di fatturazione previste in materia di
imposta sul valore aggiunto; direttiva 2000/65/CE del Consiglio, del 17 ottobre 2000, che modifica la
direttiva 77/388/CEE quanto alla determinazione del debitore dell'imposta sul valore aggiunto.

36
aziende96. Sono state presentate le conclusioni del gruppo di esperti creato nel 2000 per
seguire l'attuazione della raccomandazione del 1994 in materia97, in particolare per valutare i
provvedimenti presi in seguito alla comunicazione del 199898, e sono state proposte ulteriori
azioni. I risultati del progetto indicano che meno della metà delle misure previste dalla
raccomandazione della Commissione sono state applicate. Sono stati inoltre illustrati esempi
di buone pratiche dei vari Stati membri99. Nell'ottobre del 2002 la Commissione ha varato un
nuovo progetto sul trasferimento delle imprese per attuare così le proposte del gruppo di
esperti e aiutare gli Stati membri a compiere ulteriori progressi.

Nell'ottobre del 2002 la Commissione ha adottato la quarta relazione sull'andamento del


piano d'azione sul capitale di rischio (PACR)100, che traduce la strategia comunitaria per il
capitale di rischio. Quattro anni dopo la sua adozione, malgrado il mercato del capitale di
rischio sia oggetto di un severo ridimensionamento, sono stati effettuati notevoli progressi
nell'attuazione del piano d'azione. Il capitale di rischio è una fonte essenziale di finanziamento
per le imprese nuove ed innovative e i successivi Consigli europei hanno chiesto la sua
attuazione entro il 2003. La modernizzazione del quadro regolamentare è proseguita in un
contesto finanziario caratterizzato dall'entrata in circolazione, con successo, delle monete e
delle banconote in euro. L'introduzione obbligatoria di standard internazionali di contabilità
entro il 2005 e la prossima legislazione sui fondi pensionistici supplementari costituiscono
altri sviluppi importanti. Ciò si ripercuoterà direttamente sull'offerta di finanziamenti alle PMI
dotate di alto potenziale di crescita.

Per quanto riguarda il finanziamento pubblico delle imprese, l'adozione da parte della
Commissione della comunicazione sugli aiuti di stato e il capitale di rischio101 ha potuto
chiarire le condizioni per la compatibilità del finanziamento pubblico di misure sul capitale di
rischio con le disposizioni del trattato in tema di aiuti di Stato. L'attuazione tempestiva del
piano d'azione sui servizi finanziari (PASF)102 contribuirà decisamente a promuovere un
mercato di capitale di rischio maggiormente integrato all'interno dell'UE. La Commissione
continua a esortare gli Stati membri ad attuare le riforme fiscali e strutturali necessarie per
favorire gli investimenti nei fondi di capitale di ventura.

I tre strumenti finanziari gestiti dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) nel quadro del
programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005)103 sono
diventati operativi nel primo trimestre del 2002. Si tratta dello sportello del meccanismo
europeo per le tecnologie (MET) per l'avviamento (ETF Start-up), del meccanismo di
garanzia per le PMI e dell'azione "capitale d'avviamento", che funzionano tutti grazie ad
intermediari finanziari. Tali strumenti si basano sugli strumenti finanziari dell'iniziativa per la

96
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/transfer_business/seminar.htm
97
GU L 385, 31.12.1994, pag. 14 e la comunicazione associata contenente le motivazioni della
raccomandazione, GU C 400, 31.12.1994, pag. 1.
98
Comunicazione della Commissione relativa alla trasmissione delle piccole e medie imprese (GU C 93,
28.3.1998).
99
I risultati del progetto Best sono disponibili in http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/
support_measures/transfer_business/best_project.htm
100
In base alla comunicazione della Commissione “Il capitale di rischio: una soluzione per la creazione di
posti di lavoro nell'Unione europea”, SEC (1998) 522.
101
Comunicazione della Commissione “Aiuti di Stato e capitale di rischio”, GU C 235, 21.8.2001, pag.3.
102
Comunicazione della Commissione “Messa in atto del quadro di azione per i servizi finanziari: piano
d'azione”, COM (1999) 232, 11.5.1999.
103
Decisione 2000/819/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2000, relativa ad un programma pluriennale a
favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI) (2001-
2005).

37
crescita e l'occupazione del 1998-2000. La relazione annuale su tali strumenti del 2001104
indica che sono soprattutto le piccole imprese con meno di 10 dipendenti ad aver beneficiato
del meccanismo di garanzia. L'adozione del quarto strumento finanziario, il programma ICE,
a sostegno della creazione di imprese comuni transnazionali fra le PMI, è stata tuttavia
piuttosto lenta.

Nel settembre del 2002 la Commissione ha pubblicato una relazione sull'andamento


dell'azione CREA per il capitale di avviamento. L'azione, finanziata dal terzo programma
pluriennale per le PMI (1997-2000)105, ha appoggiato fondi di capitale d'avviamento di
recente creazione con almeno 4 milioni di euro di capitale di investimento allo scopo di
superare le lacune finanziarie della fase iniziale. I 19 fondi attivi selezionati nel 1998-1999
hanno investito 92,7 milioni di euro in 140 imprese, creando 1.985 nuovi posti di lavoro. La
maggior parte di tali fondi investe a livello locale o regionale in nuove imprese appartenenti ai
settori delle tecnologie dell'informazione, delle comunicazioni, dell'elettronica e delle scienze
biologiche.

Nel gennaio del 2002, come richiesto dal Consiglio "Industria" del dicembre 2001, sono
iniziati i lavori per la preparazione di un possibile codice europeo di condotta per le banche
e le PMI. Il progetto coinvolge, oltre ad altri, le tre principali associazioni bancarie europee106
e le tre principali organizzazioni di PMI 107. I servizi della Commissione hanno esaminato vari
codici di condotta esistenti fuori e dentro l'Unione europea.

Nell'ambito dei lavori sulle buone pratiche in materia di microprestito, nel 2002 la
Commissione ha creato un gruppo di lavoro congiunto che riunisce esperti degli Stati membri,
dei paesi candidati, delle PMI, delle organizzazioni bancarie e delle organizzazioni di PMI.

Nel 2001-2002 la quarta tavola rotonda delle banche e delle PMI ha tenuto riunioni in
nove paesi candidati. La tavola rotonda, inaugurata nell'ottobre del 2000 e destinata a
concludersi nel 2003, riunisce esperti locali e dell'Unione in materia di finanziamento per
discutere un'ampia serie di temi legati all'accesso ai finanziamenti, per scambiare le buone
pratiche e per segnalare i problemi di accesso ai finanziamenti incontrati dalle PMI in ciascun
paese candidato. In questi paesi, in linea generale, si registra una mancanza di credito
disponibile per il settore privato, le banche possiedono un'esperienza limitata nel campo dei
prestiti alle PMI e i requisiti di garanzia per i prestiti sono spesso elevati.

Allo scopo di promuovere il finanziamento da parte dei business angels, la Commissione,


nell'ambito del processo Best, ha pubblicato una relazione sulla valutazione comparativa delle
politiche adottate dagli Stati membri in tema di business angels108. La relazione segnala che
l'offerta di finanziamento azionario per l'avviamento e le fasi iniziali dipende sempre di più
dai business angels. Ciò si spiega con i cambiamenti che hanno caratterizzato il settore
bancario rendendo i prestiti meno interessanti per le banche a causa dei margini ridotti e dei

104
Relazione della Commissione "Iniziativa per la crescita e l'occupazione - Provvedimenti relativi
all'assistenza finanziaria alle piccole e medie imprese (PMI) innovative e creatrici di occupazione",
COM (2002) 345 def. del 01.07.2002.
105
Decisione 97/15/CE del Consiglio, del 9 dicembre 1996, relativa ad un terzo programma pluriennale per
le piccole e medie imprese (PMI) nell'Unione europea (1997-2000).
106
Si tratta della Federazione bancaria dell'Unione europea, dell'Unione europea delle casse di risparmio e
dell'Associazione europea delle banche cooperative.
107
Si tratta dell'UNICE, dell'UEAPME e delle Eurochambres.
108
Benchmarking Business Angels, direzione generale "Imprese", 4.11.2002, disponibile in
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/financing/index.htm.

38
costi generali elevati. Inoltre, i fondi di capitale di ventura spesso non sono in grado di
conciliare un vasto numero di piccole operazioni con le severe esigenze di rapidità.

Per colmare le lacune esistenti nell'offerta di capitale di rischio e completare le attuali


iniziative (ad es. reti di business angels, forum di investimenti, concorsi relativi a piani
aziendali), la Commissione appoggia la base dati di opportunità di investimento
“www.Gate2Growth”. Questa base dati aiuta gli imprenditori innovativi ad avere accesso alle
reti di finanziatori, agli esperti di crescita di imprese e di incubatori di imprese e ai funzionari
responsabili dei brevetti. Su richiesta del Parlamento europeo, questo sito web di capitale di
rischio "a sportello unico" verrà ulteriormente sviluppato nel corso del 2003109.

La Commissione ha seguito con attenzione le possibili conseguenze per le PMI dei negoziati
del comitato di Basilea sulla nuova normativa sull'adeguatezza patrimoniale per le banche.
Le proposte del comitato riconoscono l'importanza delle PMI per l'economia e verranno
inserite nella direttiva sull'adeguatezza patrimoniale prevista per il 2004.

8 Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese

“È nostra intenzione potenziare i programmi esistenti che promuovono la diffusione


della tecnologia a favore delle piccole imprese nonché la loro capacità di
individuare, selezionare e adattare le varie tecnologie.

Intendiamo anche promuovere la cooperazione tecnologica e la ripartizione delle


tecnologie tra società di diverse dimensioni e soprattutto tra le piccole imprese
europee, elaborare programmi di ricerca più efficaci incentrati sull'applicazione
commerciale delle conoscenze e della tecnologia nonché sviluppare e adattare alle
piccole imprese i sistemi di certificazione della qualità. È importante assicurare che
un brevetto comunitario sia disponibile e facilmente accessibile alle piccole imprese.

Intendiamo inoltre promuovere la partecipazione delle piccole imprese ad una


cooperazione tra aziende a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale e tra
piccole imprese e istituti superiori di istruzione e ricerca.

Si dovrebbero perciò sostenere le azioni a livello sia nazionale che regionale intese a
creare raggruppamenti e reti di aziende, migliorare la cooperazione paneuropea tra
piccole imprese che fanno uso delle tecnologie dell'informazione, diffondere le
migliori prassi negli accordi di cooperazione e assecondare la cooperazione tra
piccole imprese per aumentare la loro capacità di accedere ai mercati paneuropei e
di estendere le loro attività nei mercati dei paesi terzi”.

Stati membri

L'ultimo rapporto sull'attuazione della Carta sottolineava la mancanza di iniziative in materia


di cooperazione fra imprese e di raggruppamenti di imprese. Da allora numerosi Stati membri
hanno lanciato nuovi provvedimenti o ampliato iniziative già in corso nel settore. Nove Stati
membri si sono inoltre prefissati di aumentare la quota del PIL destinata alla spesa per la
ricerca, con obiettivi che variano dall'1 % al 3,5 %110. La maggior parte degli Stati membri,

109
Parlamento europeo, risoluzione dell'11.4.2002, relazione A5-0020/2002, punto 17.
110
Gli Stati membri hanno fissato i seguenti obiettivi per le spese generali in materia di ricerca e sviluppo:
Austria (2,5 % nel 2005); Danimarca, Germania e Francia (3 % nel 2010); Irlanda (2 % nel 2006); Paesi
Bassi (fra gli Stati membri in testa nel 2010); Portogallo (1 % nel 2003) e Finlandia (3,5 % nel 2004).

39
fra cui Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Irlanda, Austria, Portogallo, Svezia e Regno Unito,
sostengono i raggruppamenti di imprese di tipo tecnologico e la cooperazione fra le PMI.

La Germania ha lanciato il programma “NEMO” (Netzwerkmanagement - Ost - NEMO) per


promuovere le reti regionali dotate di meccanismi di ricerca per le PMI nella Germania
dell'Est.

L'Austria ha creato il programma “protec 2002+” volto a migliorare le capacità innovative


delle PMI grazie alla promozione del trasferimento di tecnologia. Il programma sostiene sia i
progetti di singole PMI che intendono sviluppare nuovi prodotti sia le reti che uniscono
imprese e istituti di trasferimento di tecnologie.

In Belgio la regione fiamminga ha istituito la rete di cooperazione per l'innovazione “Vlaamse


Innovatiesamenwerkingsverbanden” che intende sostenere i progetti innovativi delle reti di
imprese. La Svezia ha inoltre avviato un programma a obiettivo aperto 2002-2004 per
promuovere sistemi regionali innovativi. L'appoggio offerto ai raggruppamenti di imprese in
Vallonia (Belgio) è stato modellato sui raggruppamenti di Danimarca, Francia, Paesi
Bassi e Austria. L'Irlanda ha avviato la rete “Shannon Development Network” e l'iniziativa
“e-cluster initiative” per assistere le imprese che intendono sviluppare progetto legati alle TI.
Incubatori tecnologici sono presenti attualmente in numerosi paesi fra cui Belgio,
Danimarca, Germania, Grecia, Francia111, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Finlandia,
Svezia, Regno Unito e Norvegia112. Il Regno Unito ha inoltre istituito il Business Incubation
Fund (fondo per incubatori di imprese).

Numerosi Stati membri hanno avviato nuovi programmi o ampliato provvedimenti recenti per
promuovere il trasferimento di tecnologie dalle università alle PMI e per incoraggiare la
cooperazione fra le piccole imprese.

La Danimarca ha lanciato un sistema di innovazione industriale per la cooperazione fra le


piccole imprese e le università, che prevede disposizioni che consentono agli "innovatori" di
sviluppare una nuova tecnologia o un progetto in una piccola impresa.

La Grecia ha creato il programma “PAVE-NE” volto a sviluppare metodi di trasferimento


della ricerca ai settori tradizionali.

L'Irlanda ha sviluppato il programma “Technology Transfer Initiative programme” volto a


facilitare il trasferimento e la commercializzazione delle tecnologie fra alcune università e le
PMI irlandesi.

Fra le nuove iniziative figurano inoltre in Germania il programma “Wissen schafft Märkte” (la
conoscenza genera mercati) per sensibilizzare le università in tema di brevetti e di
trasferimento dei risultati della ricerca. In Austria inoltre la nuova iniziativa “A plus B”
sostiene giovani laureati in materie scientifiche che intendono creare imprese tecnologiche,
mentre in Portogallo il nuovo programma “IDEIA” sostiene la realizzazione di progetti

Inoltre la Spagna ha stabilito di accrescere la spesa delle imprese in attività di ricerca e sviluppo
(BERD), portandola allo 0,84 % nel 2003. Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le
imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
111
La Francia intende creare 865 società tecnologiche all'anno nel quadro degli incubatori. Fonte:
comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
112
La Norvegia dispone di incubatori nelle zone rurali, i cosiddetti "giardini di imprese" per le piccole
imprese fondate sulla conoscenza legate ai parchi scientifici.

40
congiunti di ricerca applicata. Per concludere, il Regno Unito realizzerà 89 progetti per
rafforzare la collaborazione fra università e imprese.

Fra le nuove misure per promuovere l'assunzione da parte delle PMI di personale
qualificato in ambito tecnologico si segnalano il programma “IRON-P” in Grecia
(assunzione di scienziati nelle piccole imprese), il progetto Innovationsassistentin (assistenza
all'innovazione) nell'Austria Inferiore, il programma “QUADROS” in Portogallo (assunzione
nelle imprese di laureati in discipline scientifiche) e la strategia per la competenza delle PMI
in Norvegia (rivolta a PMI con non più di 100 dipendenti).

È stata lanciata una serie di misure di carattere più generale.

La Spagna ha realizzato l'iniziativa “NEOTEC” (“Initiativa NEOTEC para la creación y


consolidación de empresas de base tecnológica”) per sostenere la creazione di imprese
fondate sulla tecnologia.

La Svezia ha lanciato un programma per la crescita regionale attraverso sistemi dinamici di


innovazione, che mira a sviluppare l'innovazione a livello regionale, e “Technopoles” per
appoggiare le nuove imprese ad alta tecnologia.

Infine, l'Italia ha riorganizzato il suo "Fondo per l’innovazione tecnologica" per facilitare le
richieste delle PMI in questo campo e in Spagna il programma “PROFIT” ha finanziato oltre
2 700 progetti per favorire l'adozione della tecnologia da parte delle imprese nel 2001: il 40%
di tali progetti riguardava piccole imprese. I Paesi Bassi hanno istituito fondi per l'adozione
della tecnologia da parte delle PMI.

Alcuni Stati membri inoltre hanno avviato provvedimenti con obiettivi a carattere
regionale, ad esempio la Danimarca con l'iniziativa per migliorare la cooperazione fra le
imprese tradizionali e le università nelle regioni di Jutland e Fyn e la Svezia con l'iniziativa
“REG.IT” che aiuta le imprese situate in aree di sviluppo regionale ad adottare le tecnologie
TI. Allo scopo di incoraggiare l'adozione della tecnologia da parte delle imprese sono stati
concessi incentivi fiscali in Danimarca (nuove detrazioni di imposte sugli investimenti
effettuati dalle imprese per la ricerca), Italia e Austria (10% di sussidi per la ricerca alle PMI).

Commissione

Il sesto programma quadro di RST113 (6° PQ) attribuisce una notevole importanza alla
partecipazione delle PMI, comprese le microimprese e le imprese artigianali, in tutti i settori
della ricerca. Esso assegna alle piccole imprese il budget più elevato mai concesso (quasi 2,2
miliardi di euro) e diventa così uno dei maggiori strumenti di sostegno alle PMI nel campo
della ricerca e dell'innovazione. Almeno il 15% del budget assegnato alle aree prioritarie di
ricerca tematica del programma specifico del 6° PQ "Integrare e rafforzare lo Spazio europeo
della ricerca" 114 sarà destinato alle PMI. Il sesto programma quadro migliorerà le iniziative in
corso per semplificare le procedure amministrative e sostenere le PMI. In particolare, la rete
dei punti di contatto nazionali (PCN), che fornisce informazioni e assistenza alle PMI, verrà

113
Decisione n. 1513/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al
sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a
contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006), GU L
232, 29.8.2002, pag. 1.
114
Ulteriori informazioni sullo Spazio europeo della ricerca sono disponibili in
http://europa.eu.int/comm/research/era/index_en.html

41
ulteriormente potenziata allo scopo di garantire un'impostazione coerente e servizi di alto
livello. Vengono fatti sforzi per facilitare la partecipazione delle PMI ai nuovi strumenti del
sesto programma quadro, ossia alle reti di eccellenza e ai progetti integrati.

Nel gennaio del 2002 la Commissione ha istituito un servizio di assistenza gratuito sui diritti
di proprietà intellettuale (IPR Helpdesk) allo scopo di aiutare le PMI europee a partecipare ad
azioni di RST finanziate dalla Comunità115.

Una nuova generazione di azioni innovative per il 2000-2006, finanziate nel quadro del
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), svolge un ruolo particolarmente importante per
le piccole imprese e il loro coinvolgimento nell'economia fondata sulla conoscenza. Per
questo periodo sono stati scelti tre temi: un'economia regionale fondata sulla conoscenza e
sull'innovazione tecnologica; eEurope-regio: la società dell'informazione e lo sviluppo
regionale; l'identità regionale e lo sviluppo sostenibile. Nel corso del 2001 circa 80 regioni
hanno intrapreso l'attuazione dei propri programmi regionali di azioni innovative, in
particolare nel campo dell'innovazione tecnologica e della società dell'informazione, con un
cofinanziamento dell'UE per un importo di oltre 200 milioni di euro. Per il 2002 la
Commissione ha approvato circa 40 programmi regionali supplementari.

Un progetto nell'ambito della procedura Best sulle istituzioni di trasferimento della


tecnologia è stato varato nell'autunno del 2002 per contribuire a migliorare il trasferimento di
tecnologia dalla ricerca alle imprese. Il progetto riguarda varie attività nel campo delle
relazioni fra industria e scienza, in particolare i diritti di proprietà intellettuale, la mobilità dei
ricercatori e le attività derivate (spin-off).

La Commissione ha prorogato per altri due anni i 68 centri di collegamento per l'innovazione
(Innovation Relay Centres - IRC) che offrono servizi di trasferimento di tecnologia alle PMI
europee. Essi funzioneranno nell'ambito del sesto programma quadro 2002-2006116.

Nel quadro dell'azione “PAXIS”, nell'aprile del 2002 la Commissione ha organizzato a


Stoccolma il terzo forum europeo per le imprese innovatrici. Nel corso del forum sono state
discusse le ultime tendenze e le impostazioni di successo adottate da imprese innovatrici in
fase di avviamento oltre a tematiche quali il ruolo degli ambienti accademici come generatori
di attività imprenditoriali e delle città come incubatori di imprese. Infine, la Commissione ha
lanciato 16 progetti di strategie di innovazione nei nuovi paesi associati allo scopo di attuare
strategie regionali di innovazione. Per favorire lo scambio di buone pratiche in materia di
politica regionale di innovazione sono state istituite 14 reti tematiche a cui partecipano più di
250 parti interessate nell'innovazione a livello europeo117.

9 Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole imprese


più brillanti

“La Commissione e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le piccole imprese ad


usare le migliori prassi e ad adottare modelli commerciali di successo che le
facciano prosperare nell'ambito della nuova economia.

Provvederemo a coordinare le attività degli Stati membri e dell'UE volte a creare


sistemi, reti e servizi d'informazione e supporto alle imprese che siano di facile

115
Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito web www.ipr-helpdesk.org.
116
Ulteriori informazioni sulla rete IRC sono disponibili nel sito web irc.cordis.lu.
117
Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito web www.innovating-regions.org.

42
accesso e comprensione e rispondenti alle loro esigenze; assicureremo la possibilità
di avvalersi su scala europea della guida e del sostegno di consiglieri e "business
angels" anche attraverso siti web e sfrutteremo l'Osservatorio europeo per le PMI”.

Dall'ultimo rapporto numerosi Stati membri hanno lanciato piani di azione o strategie
generali sul commercio elettronico. Cinque Stati membri hanno stabilito obiettivi in questo
settore118. La Germania vuole che il 20% delle sue PMI adotti una strategia per il commercio
elettronico entro il 2005. La Francia e l'Irlanda vogliono che il 90% e il 95% rispettivamente
delle loro PMI abbia accesso a Internet entro il 2006. I Paesi Bassi desiderano che il 60%
delle loro PMI effettuino transazioni in linea entro il 2005 e la Spagna vuole che il 99% delle
sue imprese con più di 10 dipendenti abbia accesso a Internet entro il 2010.

I Paesi Bassi hanno sviluppato il piano d'azione “PMI nel delta digitale olandese” per
favorire il commercio elettronico nelle PMI.

La Spagna ha introdotto l'iniziativa “PRINCE XXI”119 per sostenere il ricorso al commercio


elettronico da parte delle piccole imprese industriali con meno di 25 dipendenti.

La Danimarca ha lanciato il suo piano d'azione 2002 per l'e-business volto a favorire la
sensibilizzazione e a migliorare le infrastrutture per il commercio elettronico, mentre la Stiria
in Austria ha avviato il programma “Aktionsprogramm E-Business neu” per potenziare le
attività in linea delle micro e piccole imprese. La Svezia ha prorogato il progetto “SVEA” fino
al 2006 per garantire che l'80% delle imprese con più di un dipendente utilizzi il commercio
elettronico entro tale data. Il Regno Unito ha istituito una rete di “ebusiness clubs” nelle
camere di commercio nazionali e prorogato il programma per aiutare le PMI a sviluppare siti
web.

Fra i programmi in corso in questo settore figurano in Belgio il piano d'azione eFl@nders
nella regione fiamminga e in Irlanda il programma delle camere di commercio “e-business
programme” che mira a incentivare la capacità delle PMI di svolgere operazioni in linea. Più
di 800 piccole imprese hanno creato siti web grazie all'iniziativa “Empower” in Irlanda
(conclusasi alla fine del 2001). In Vallonia (Belgio) le "colazioni eCapital" per le PMI
riuniscono imprenditori con esperti di commercio elettronico e istituti finanziari allo scopo di
accrescere la sensibilizzazione sulle TIC e favorire il loro impiego.

Alcuni Stati membri offrono un sostegno finanziario agli investimenti nel settore del
commercio elettronico. È il caso della procedura “UCIP” in Francia e dei nuovi fondi per il
finanziamento di iniziative congiunte delle PMI in materia di commercio elettronico in Italia.
Anche in Belgio la Vallonia120 concede sussidi per la creazione di piattaforme per il
commercio elettronico nelle PMI con meno di 100 dipendenti. I nuovi strumenti di analisi
comprendono in Danimarca il nuovo indice TIC che analizza come le imprese applicano le TI
nei processi imprenditoriali e in Francia il “tableau de bord” del commercio elettronico che
esamina le modalità di adozione delle TIC da parte delle imprese nazionali.

Alcuni Stati membri segnalano progressi significativi nei servizi di supporto alle imprese.

118
Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.
119
PRINCE XXI fa parte del programma INFO XXI 2001-3 segnalato nel rapporto sulla Carta del 2002.
Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.
120
Legge del luglio 2002 sull'uso del commercio elettronico. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla
Carta.

43
Tra i nuovi servizi destinati specificamente alle micro e piccole imprese si registrano in
Irlanda il programma “Community Enterprise Centre Scheme 2002” che crea strutture di
appoggio per la creazione e lo sviluppo di microimprese, e in Scozia (Regno Unito) i servizi
di supporto alle piccole imprese da realizzare nell'ambito del programma “Smart successful
Scotland”.

Tra i provvedimenti più recenti si segnalano il progetto di "buoni di consulenza" per le piccole
imprese delle Fiandre in Belgio, l'attuale creazione di centri per lo sviluppo imprenditoriale e
tecnologico in Grecia e il previsto ampliamento del “Guichet Unique Transfrontalier des
Entreprises” in Lussemburgo, Belgio e Francia, inteso ad aiutare gli imprenditori che
desiderano creare un'impresa. L'Italia ha inoltre avviato un programma per la creazione di 30
incubatori di imprese con un fondo di incentivi all'investimento121 e il Regno Unito ha
lanciato l'iniziativa “Opportunity Wales”, che offre servizi di supporto alle PMI situate nelle
zone dell'obiettivo 1 in Galles.

La Finlandia ha lanciato un “Progetto regionale di servizi alle imprese” 2002–2007 volto a


istituire una rete di 50 punti regionali di servizi alle imprese: questi forniranno servizi
standardizzati e ad hoc per le piccole imprese e le imprese in fase di avviamento a livello
regionale. La Finlandia ha inoltre sviluppato vari moduli di “Servizi specializzati di marca”
con il compito, tra l'altro, di aiutare le PMI a sviluppare attività imprenditoriali e di favorire la
concorrenzialità delle imprese artigianali.

I servizi di supporto vengono sempre più forniti in linea. La Germania, ad esempio, ha


creato un servizio in linea che offre agli imprenditori consulenze in materia di gestione di
crisi, procedure concorsuali e ripresa delle attività122. In Spagna il portale “PYME” fornisce
vari servizi in linea quali assistenza per l'elaborazione di un piano di attività e la ricerca di
opportunità imprenditoriali. Il Belgio ha intrapreso uno studio per analizzare la visibilità, la
coerenza e l'efficienza dei servizi di supporto alle imprese123. Di recente in Norvegia uno
studio ha mostrato che il 70% delle micro e piccole imprese non è a conoscenza di tali servizi,
che vengono utilizzati solo dal 3 % di tutte le imprese.

Commissione

Per le PMI che forniscono servizi in linea dovrebbero presentarsi nuove opportunità nel
mercato interno grazie alla direttiva sul commercio elettronico 124, il cui termine di
recepimento era il 17 gennaio 2002.

Come seguito al piano d'azione eEurope 2002 e, in particolare, alla comunicazione e al


piano d'azione della Commissione “Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali”125, i
servizi della Commissione hanno avviato azioni specifiche volte a rispondere alle esigenze
delle PMI in materia di adozione delle TIC e di e-business. Una sintesi dei risultati conseguiti

121
Nel quadro di questo provvedimento sono stati creati 18 incubatori con 665 imprese. Fonte: rapporto
nazionale dell'Italia sulla Carta.
122
http://www.aus-fehlern-lernen.info. Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.
123
Studio nel quadro dei provvedimenti di valutazione e monitoraggio di “4X4 pour entreprendre”. I
risultati sono previsti per la primavera del 2003. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.
124
Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000, relativa a taluni
aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel
mercato interno ("direttiva sul commercio elettronico"), GU L 178 del 17.7.2000, pag. 1.
125
"Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali", COM(2001) 136 del 13.3.2001.

44
dalle diverse azioni è disponibile nel rapporto sui progressi compiuti nella conversione ai
sistemi digitali 2001-2002126.

Il progetto nell'ambito della procedura Best sulle politiche nazionali e regionali a


sostegno dell'e-business per le PMI, concluso nel giugno del 2002, ha identificato 19 esempi
di buone pratiche nazionali e regionali per aiutare le piccole imprese a informatizzarsi. La
relazione finale 127 definisce 15 lezioni in materia di sviluppo delle politiche e identifica più di
150 iniziative a sostegno dell'e-business per le PMI. Fra le iniziative di e-business più
promettenti segnalate dal progetto figurano azioni di sensibilizzazione volte a incoraggiare le
reti di sostegno alle PMI e la promozione di piattaforme Internet per le PMI. La relazione
finale raccomanda quindi lo scambio delle buone pratiche in questo settore. A questo scopo la
Commissione ha istituito una rete europea di supporto alle PMI in materia di e-business, che
riunisce operatori europei, nazionali e regionali al fine di rafforzare le azioni a sostegno delle
PMI in questo settore128.

Il 13 maggio 2002 la Commissione ha pubblicato il rapporto sui progressi compiuti nella


conversione ai sistemi digitali, che analizza i risultati della campagna di sensibilizzazione
Go Digital129. Questa campagna, varata nell'aprile del 2001, intende incoraggiare le
organizzazioni con effetto moltiplicatore ad organizzare manifestazioni e seminari Go Digital
a livello europeo, nazionale e regionale. Tali seminari devono dimostrare i vantaggi potenziali
derivanti dall'adozione dell'e-business, promuovere un uso efficace delle operazioni in linea
da parte delle PMI e fornire loro assistenza pratica sulle modalità migliori per sfruttare
appieno l'economia digitale.

Facendo seguito al progetto della procedura Best sui servizi di supporto alle imprese130, la
Commissione ha presentato i risultati del lavoro sui servizi di supporto, con un'attenzione
particolare alle micro e piccole imprese e alle imprese individuali, nel corso di un seminario
europeo tenutosi a Vienna nell'aprile del 2002. Tale studio propone una metodologia per
possibili iniziative volte a creare servizi di prima classe a sostegno delle piccole imprese.

Provvedimenti e iniziative a sostegno delle imprese sono presentati nella base dati SMIE131
che contiene più di 2 500 provvedimenti e 100 buone pratiche provenienti da 25 paesi (UE,
SEE e sei paesi candidati). La base dati mira a facilitare l'analisi, la valutazione comparativa e
l'esame delle misure di sostegno.

Il progetto nell'ambito della procedura Best sugli incubatori di imprese132 ha concluso


che il 90% di tutte le imprese in fase di avviamento istituite all'interno di un incubatore di

126
Documento di lavoro dei servizi della Commissione, "Go Digital Progress Report 2001-2002", SEC
(2002) 566 del 13.5.2002.
127
Final benchmarking report of national and regional policies in support of e-business for SMEs:
http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/policy/benchmarking.htm
128
Si tratta di un'iniziativa eEurope 2005. Informazioni in materia sono disponibili in:
http://europa.eu.int/comm/enterprise/ ict/policy/e-bus-snfsme.htm
129
Ulteriori informazioni sono disponibili in
http://europa.eu.int/information_society/topics/ebusiness/godigital/background/ index_en.htm
130
Documento di lavoro dei servizi della Commissione “Creare servizi di prima classe a sostegno delle
imprese”, SEC (2001) 1937, 28.11.2001.
131
http://europa.eu.int/comm/enterprise/smie/index.htm
132
Benchmarking management of business incubators, relazione finale disponibile
in:<http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/incubators/index.htm.
Informazioni sulla base dati degli incubatori di imprese sono disponibili in:
http://europa.eu.int/comm/enterprise/bi.

45
imprese è ancora attivo tre anni dopo e che la spesa pubblica per la creazione di posti di
lavoro negli incubatori è molto ridotta se confrontata con altri provvedimenti pubblici. Uno
sforzo considerevole di sostegno agli incubatori di imprese nel corso dei prossimi otto anni
dovrebbe permettere a questi ultimi di contribuire all'obiettivo fissato a Lisbona di ottenere 15
milioni di nuovi posti di lavoro. Al termine del progetto nel gennaio 2002, i servizi della
Commissione ne hanno presentato le conclusioni133 e creato una base dati in linea sugli
incubatori di imprese a livello europeo.

10 Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, a
livello dell'Unione e a livello nazionale

“Intendiamo completare l'esame volto a stabilire come sono rappresentati gli


interessi delle piccole imprese a livello dell'UE e a livello nazionale, anche
attraverso il dialogo sociale”.

Stati membri

Pochissimi Stati membri hanno lanciato nuove iniziative in materia dopo l'ultimo rapporto.

La regione vallona in Belgio ha firmato una carta di partenariato con le associazioni


rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori sulla formazione, la semplificazione delle
procedure amministrative e lo sviluppo imprenditoriale.

La Grecia ha creato il consiglio nazionale sulla concorrenza, un organo consultivo in materia


di politica delle imprese e concorrenza nell'ambito del ministero dello Sviluppo, che
rappresenta la comunità imprenditoriale e altre parti interessate.

Nel Regno Unito lo “Small Business Council” (SBC), un organismo indipendente costituito
da 20 imprenditori che fungono da consulenti per il governo, è stato rafforzato nel 2002. Il
suo presidente ora partecipa ai comitati ministeriali che discutono di regolamentazione e ha
accesso al primo ministro. L'SBC consulta le piccole imprese e pubblica una relazione
annuale con raccomandazioni al governo.

Un gruppo di paesi, in particolare Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Norvegia,


consultano sistematicamente i rappresentanti delle piccole imprese nel quadro di regolari
valutazioni di impatto. I provvedimenti maggiormente usati comprendono consultazioni
informali da parte del ministero responsabile per l'elaborazione della legislazione, udienze
pubbliche, consultazioni scritte aperte e business test panels. In Finlandia i rappresentanti
delle imprese partecipano inoltre a gruppi di lavoro incaricati di elaborare i provvedimenti
legislativi e in Svezia le organizzazioni di imprese sono rappresentate in "gruppi di
riferimento" permanenti.

In Spagna i progetti di legge vengono distribuiti alle organizzazioni rappresentative delle parti
interessate per una consultazione. La Germania e il Lussemburgo, prima di adottare un
provvedimento legislativo, consultano obbligatoriamente le parti interessate, comprese le
piccole imprese. Prima dell'adozione di una normativa, l'Austria consulta regolarmente le
camere di commercio. Ogni anno la Danimarca intervista più di 1 000 "società modello" per
avere la loro opinione sugli oneri amministrativi. In Norvegia il forum per la semplificazione

133
Ad esempio, il forum ACE di Parigi nel marzo 2002 e la 16a conferenza annuale e internazionale
dell'American National Business Incubation Association (NBIA) a Toronto, Canada, dell'aprile 2002.

46
riunisce funzionari di governo e organizzazioni di imprese in un dibattito su come ridurre gli
oneri a carico delle imprese.

La Grecia sta istituendo un osservatorio delle PMI che raccoglierà dati a livello locale,
regionale e nazionale su micro, piccole e medie imprese. In Spagna l'osservatorio delle PMI,
che segue le politiche nazionali in materia di PMI e realizza studi, è oggetto di una
ristrutturazione.

Per quanto riguarda gli sviluppi delle iniziative citate nel rapporto dell'anno scorso, in Irlanda
la tavola rotonda per le PMI si è riunita regolarmente nel 2002 per discutere di temi che vanno
dal mercato interno all'allargamento dell'UE, mentre a Bruxelles l'ufficio di contatto
smallbusiness|europe del Regno Unito ha intensificato le sue attività. In Svezia il gruppo di
rappresentanti delle piccole imprese ha discusso delle politiche adottate dal punto di vista
delle piccole imprese e ha raccomandato modifiche della legislazione in tal senso.

Commissione

Nel quadro dell'iniziativa Commissione in linea (e-Commission)134, ma anche in relazione alle


iniziative della Commissione in tema di governance e di migliore regolamentazione,
l'iniziativa per una definizione interattiva delle politiche ( Interactive Policy Making -
IPM)135 ha introdotto due nuovi strumenti basati su internet: il "meccanismo di feedback" e le
"consultazioni in linea". L'iniziativa IPM mira a consentire una partecipazione attiva delle
parti interessate al processo di elaborazione delle politiche della Commissione. Il meccanismo
di feedback ha raccolto informazioni su oltre 17.000 casi, principalmente su piccole imprese,
su problemi di vario tipo, come la mancanza di informazioni, i costi elevati per conformarsi
alla legislazione, l'incoerenza delle normative, l'insufficienza degli strumenti di ricorso e i
possibili casi di violazione, che le piccole imprese si trovano regolarmente a dover affrontare.
Questo consente alla Commissione di elaborare politiche basate su fatti concreti. Grazie al
meccanismo di consultazione in linea, il pubblico in generale, gruppi specifici e piccole
imprese hanno la possibilità di contribuire con le proprie opinioni al processo di elaborazione
delle politiche.

Nel dicembre del 2001 la Commissione ha nominato Timo Summa, direttore responsabile
della promozione dell'imprenditorialità e delle PMI della direzione generale Imprese,
rappresentante per le PMI (SME Envoy). Il rappresentante per le PMI funge attivamente da
punto di contatto con il mondo delle PMI: in questo modo gli interessi e le esigenze di queste
imprese possono essere meglio e più chiaramente identificati, segnalati ai pertinenti servizi
della Commissione e presi in considerazione nei programmi, nelle politiche e nelle azioni
della Comunità 136.

La Commissione si riunisce regolarmente con le organizzazioni di imprese europee, in


particolare con le organizzazioni che rappresentano le PMI e possiedono un approccio
orizzontale. Tali riunioni hanno lo scopo di favorire uno scambio di informazioni nell'ambito
del quale la Commissione informa tali organizzazioni sulle problematiche all'ordine del
giorno. In questo modo si cerca di favorire la diffusione delle informazioni ai membri delle
organizzazioni e di effettuare consultazioni in merito alle iniziative in programma. A loro

134
Disponibile in http://europa.eu.int/comm/di/pubs/e-comm/sec_2001_0924_en.pdf
135
http://ipmmarkt.homestead.com/.
136
Vedi “The SME Envoy: an active interface between the Commission and the SME Community”, SEC
(2003) 60 del 21.1.2003.

47
volta i rappresentanti delle imprese informano la Commissione delle preoccupazioni e degli
interessi dei rispettivi membri.

Come descritto sopra (vedi punto 3), la Commissione procede attualmente ad una
modernizzazione del Business Test Panel, che verrà ampliato per includere fino a 4 000
imprese di vari settori e di tutti gli Stati membri. Le piccole imprese costituiranno un
elemento importante del panel.

La partecipazione delle PMI al processo europeo di normalizzazione è fondamentale ai fini


della loro concorrenzialità. Tuttavia molte decisioni relative alle norme vengono prese senza
tenere conto delle loro esigenze. È per questo che i servizi della Commissione hanno
incaricato un contraente di fornire informazioni alle PMI e alle imprese artigianali su norme,
certificazioni, qualità e norme e di organizzare la partecipazione delle PMI agli organismi di
normazione a livello nazionale, europeo e internazionale137.

Fra i numerosi esempi di consultazione delle piccole imprese da parte dei servizi della
Commissione figurano il comitato del programma Leonardo da Vinci e il processo di Bruges
(vedi punto 4), a cui partecipano attivamente le parti sociali, comprese le organizzazioni
europee delle PMI. Allo stesso modo, nell'ambito del sistema comunitario di assegnazione di
un marchio di qualità ecologica 138, sono stati realizzati notevoli sforzi per garantire la
partecipazione dei rappresentanti dei produttori ai gruppi di lavoro, attraverso le varie
confederazioni del settore, per fissare i criteri relativi a un gruppo di prodotti e i
rappresentanti delle PMI sono espressamente invitati attraverso l'UEAPME.

137
Questo si applica a un numero limitato di norme.
138
Il sistema di assegnazione di un marchio di qualità ecologica mira a promuovere i prodotti che, durante
il loro ciclo di vita, hanno un impatto ridotto sull'ambiente e a fornire ai consumatori migliori
informazioni sull'impatto ambientale dei prodotti.

48

Potrebbero piacerti anche