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TORTURATO per la sua FEDE

haralan popov

Il nome di Haralan Popov è oggi profondamente riverito dietro


!a cortina di ferro. Egli è diventato un simbolo del coraggio
cristiano per quelle migliaia di credenti la cui fede è messa a
dura prova nel mondo comunista.

Egli è una guida spirituale per la Bulgaria, paese chiamato


anche «La piccola Russia», dove è stato pastore della chiesa
evangelica più grande della nazione ed anche l'evangelista più
conosciuto. La sua prominenza come guida spirituale portò lui
in special modo a dure sofferenze durante i 13 anni di
prigionia, subendo torture e pressioni mentali continue.

Malgrado questo, continuò il suo lavoro per Dio in prigione.


Una volta uscito, divenne una guida della Chiesa clandestina.
Più tardi, per gli urgenti bisogni di questa, venne nel mondo
libero per svegliare i cristiani circa la sua esistenza e la
necessità di avere Bibbie. Egli è stato definito una «Voce della
Chiesa clandestina».

TORTURATO PER LA SUA FEDE è la storia avventurosa e


personale di Haralan Popov, qui raccontata in uno stile molto
leggibile ed avvincente.

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TORTURATO
PER LA SUA
FEDE

di
HARALAN POPOV Titolo originale: TORTURED FOR HIS FAITH

Traduzione dall’inglese di GIULIO MONTAGNA

Un epica del coraggio e dell'eroismo Printed in Italy, 1977 (30 - 12 - 77)


cristiani del nostro tempo

EDIZIONI CENTRO BIBLICO


Vìa Carriera Grande 37 - 80139 NAPOLI

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PREFAZIONE questo libro. Circolano oggi molte false voci secondo cui il
comunismo sta «ammorbidendosi» nei confronti della religione
e che le abitudini del passato, che pur erano cattive, non
Due cose mi hanno sostenuto durante i tredici anni e due mesi sussistono più. Sono stato colpito nel vedere come questo
trascorsi in carcere: la prima era che sapevo che la mia vita era inganno comunista sia largamente accettato. Ciò è
veramente nelle mani di Dio, non in quelle dei miei carcerieri, completamente errato, perché in pratica il cristianesimo oggi
e la seconda era la speranza di poter un giorno sopravvivere per viene attaccato più duramente che mai dietro la cortina di ferro,
raccontare ciò di cui ero stato testimone. Lo scopo di questo e molti continuano a morire in prigione.
libro non è quello di mostrare la depravazione umana, da me Invece di tentare di distruggere la chiesa dall'esterno, in Russia
sperimentata giorno e notte per più di tredici anni, ma di ed in altri paesi il comunismo cerca di sovvertirla e di
mostrare piuttosto l'amore traboccante di Dio. Se c'è qualcosa dominarla dall'interno. Invece di finire la chiesa con un sol
che deve esser messo in evidenza in questo libro, questo deve colpo brutale, il comunismo cerca ora di strangolarla a poco a
essere la verità schiacciante dell'amore di Dio nel mezzo della poco. L'attacco condotto oggi è più subdolo e più pericoloso.
bestialità umana. La religione nei paesi comunisti non è né libera né accessibile
Mai come prima, in prigione ho imparato la lezione dell'amore. come proclamano alcuni. E non è neppure distrutta. Essa vive e
Avevo predicato l'amore di Dio da molti pulpiti, ma nella nera cresce sotto la persecuzione come faceva la chiesa primitiva.
disperazione delle celle sotterranee e nei volti di innumerevoli Infatti una chiesa clandestina ha preso vita nel mondo
compagni di prigionia potei vederlo in una maniera nuova. comunista e le sue analogie con la chiesa primitiva sono
Privato di ogni bene materiale e di ogni distrazione, trovai in sorprendenti. Scrivo questo libro proprio per presentare la mia
Dio una realtà molto più grande di quella esperimentata testimonianza e là storia di questa chiesa, dedicandolo alle
precedentemente. Spesso la verità risplende più chiara quando migliaia di nostri fratelli morti in prigione, molti di essi accanto
le tenebre sono più fitte. a me, ed al corpo di Cristo che viene torturato oggi nel mondo
In questo libro non mi lascio andare ad attacchi di natura comunista.
politica, poiché io non considero il comunismo solo come una
forza politica, ma come «sintomo» di un male spirituale molto Haralan Popov
più profondo. È una «religione» dell'ateismo militante.
L'incapacità del comunismo di distruggere la fede in Dio
costituisce il suo tallone d'Achille. I comunisti temono con
tutte le loro forze la fede in Dio e mai sono state più vere le
parole di Paolo quando diceva: «11 combattimento nostro non
è contro sangue e carne».
Ma c è anche un'altra ragione che mi spinge a scrivere

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rassicurai ripetutamente che sarei ritornato subito, benché nel
mio intimo sapevo che questo era il colpo che mi aspettavo. Ma
nonostante tutte le mie assicurazioni, a Rode si spezzava il
cuore. Non riusciva a consolarsi. Penso che in qualche modo,
RAPITO DA CASA alla maniera dei fanciulli, aveva capito che probabilmente non
avrebbe più rivisto suo padre. Con gli occhi lucidi di lacrime
Alle quattro del mattino del 24 luglio 1948, il campanello di salutai Ruth e Rode con un bacio, sapendo che forse non le
casa cominciò a squillare con insistenza, ripetutamente. Mezzo avrei più riviste.
addormentato mi alzai e indossata la veste da camera, andai Durante tutto questo tempo il mio figlioletto Paolo dormiva e
alla porta, davanti alla quale trovai tre sconosciuti, due in abiti non ebbi la possibilità di salutarlo. Più tardi Ruth mi disse che
borghesi ed un terzo in uniforme. non appena fummo usciti ella si gettò in ginocchio pregando
«Siamo venuti per perquisire la casa» disse quello che fra le lacrime che io tornassi prima di sera. Due o tre ore dopo
sembrava il capo, era vestito in borghese, spingendomi da un venne a farle visita la moglie del pastore Manoloff, che le disse
lato e penetrando nella casa immersa nel sonno. Mia moglie che anche suo marito era stato condotto via.
Ruth, che aveva udito il rumore, era venuta anch'ella nella Mentre ci recavamo a piedi al commissariato di polizia verso le
stanza da soggiorno, e lì restammo a guardare sbalorditi, sette del mattino, avevo la testa alta, e potevo sentire su di me
mentre i tre uomini frugavano l'intera casa. Mentre frugavano gli occhi dei miei amici, dei miei vicini e dei membri della mia
pensavo: «Ecco, ci siamo. E venuto il momento». chiesa che guardavano questo corteo avanzare lungo la strada.
Frugarono dappertutto, fra i libri, nei letti, negli scaffali, nelle Sapevo che dal momento della mia conversione avevo servito
scansie, nei cassetti, per tre ore. Al sorgere del sole, verso le soltanto Iddio e che ero nelle sue mani. Invocai Iddio dal
sette, si rivolsero a me ordinandomi di seguirli. Dovevo andare profondo del cuore, chiedendogli la grazia di sopportare tutto
con loro, mi spiegarono, ma solo per un piccolo interrogatorio. ciò che mi aspettava.
Non potevo immaginare che questo «breve interrogatorio» Al commissariato di polizia mi perquisirono dalla testa ai piedi
sarebbe durato tredici interminabili anni di torture e di e quindi mi rinchiusero in una cella, nella quale trovai un altro
prigionia. Mentre mi spingevano mezzo abbigliato fuori prigioniero, un Armeno. La cella era sporca e cosparsa di carte
dell'uscio, la piccola Rode si svegliò e venne correndo nella e rifiuti. In un angolo c'era un vecchio vaso incrinato di
stanza da soggiorno. Con la rapida intuizione dei bambini, terracotta che ci serviva da «toletta». Traboccava già ed il lezzo
comprese che stavano portando via suo padre e scoppiò in che ne emanava era terribile. Dalle otto del mattino alle otto di
lacrime, cominciando a piangere con tutto il cuore, mentre i sera percorsi la cella avanti e indietro, profondamente
singhiozzi le scuotevano il corpo. preoccupato per Ruth, Rode e Paolo.
«Portano via papà, portano via papà» gridò ripetutamente.
La scena andava al di là delle mie forze e mentre abbracciavo
Rode mi vennero le lacrime agli occhi. La

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COMINCIANO LE NOTTI SENZA FINE
mattina e mi avevano condotto lì. Ero stato in una cella tutta la
Alle otto di quella sera, la porta della cella si apri ed un giornata e nessuno mi aveva detto perché. «No» ribatté. «Lo
giovane mi ordinò di andare con lui, mi condusse al secondo sapete perché siete qui!». «Ma non ne sono certo» risposi,
piano, in un ufficio magnificamente arredato e li mi presentò benché ne avessi un'idea precisa.
ad un altro giovane, che mi fu detto di chiamare «signor Dopo avermi ripetuta la domanda per un'ora, il «signor
ispettore». Stavo in piedi davanti al «signor ispettore» il quale ispettore» disse: «Adesso vado via. Restate qui fino a domani
mi lanciò la prima domanda. mattina. Ritornerò domani mattina per avere la risposta ed
«Conoscete la differenza fra la milizia e la polizia?». allora vedremo se sarete più spiritoso».
Pensai che si trattasse di una barzelletta e dissi: «No, non lo so. Mi lasciò alle cure del giovane di nome Jordan che mi aveva
Non mi sono mai interessato di tali questioni». La mia risposta condotto lì. Jordan trascorse tutta la notte seduto su una sedia
lo irritò. «Non scherzate con me, prigioniero Popov!» gridò. dietro di me mentre io ero diritto con la faccia rivolta contro il
«Mettetevi contro quel muro e non vi muovete!». muro. Non potevo immaginarmi che non mi aspettava soltanto
Questa potrebbe sembrare una punizione leggera, ma vi posso una notte con la faccia contro il muro, ma che più tardi mi
assicurare che è faticosissima e penosa per tutto il corpo, avrebbero costretto a starci per due settimane!
particolarmente per le reni. Le ultime ore della notte, fra le tre e le sette del mattino, furono
Il «signor ispettore» continuò a ripetermi la stessa domanda le più dure. Dopo esser stato in piedi con la faccia rivolta
dalle otto di sera alla mezzanotte mentre stavo in piedi contro il muro tutta la notte senza aver dormito un minuto,
irrigidito. Ogni cinque o dieci minuti veniva ripetuta la queste ore «sembravano durare un'eternità. Infine all'alba,
domanda: «Conoscete la differenza fra la milizia e la polizia?». Jordan mi ricondusse alla cella. L'Armeno voleva farmi
Cercai di far capire che non la conoscevo. Quando mi resi mangiare qualcosa ma io preferii stendermi sul tavolaccio per
conto ch'era inutile, smisi di rispondere. riposare. Ero tanto stanco da non voler fare altro che dormire,
«V'insegneremo noi la lezione!» urlò. «Tenete alzate le braccia ma sciami di cimici ed altri esseri del genere mi tennero
verso l'alto e non muovete un sol muscolo!». sveglio. Prima che potessi rendermene conto il mio corpo era
Finalmente, verso mezzanotte, il «signor ispettore» disse: «Vi ricoperto di quegli esseri e mi fu impossibile dormire. Fui
dirò io qual'è la differenza fra la milizia e la polizia. La polizia costretto ad alzarmi ed a camminare avanti e indietro nella
viene impiegata per difendere gli interessi dei ricchi capitalisti cella. Più tardi appresi da alcune voci che le celle erano
mentre la milizia protegge gli interessi degli onesti lavoratori». infestate volutamente di cimici, pidocchi e così via per rendere
Solo allora mi permise di abbassare le braccia. più dure le condizioni nelle quali si trovavano i carcerati. Non
Era una dura «lezione» di semantica comunista quella che riuscii mai a sapere se fosse vero, ma lo sospettavo. Ve n'erano
avevo appresa! eserciti.
Le braccia mi sembravano pesanti come tronchi d'albero. Era la domenica del 25 luglio ed era la prima volta in tanti anni
Allora mi fecero un'altra domanda: «Dite perché siete qui!». che non passavo la domenica in una chiesa. M'inginocchiai
Dissi che tre uomini erano venuti a casa mia quella nella cella ed il mio pensiero andò ai miei

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fratelli e sorelle in Cristo che in quel momento erano riuniti per
il culto. Pregai per mia moglie e per i miei figli che avevo si trovavano due poliziotti. Percorremmo la principale arteria di
lasciati senza danaro né cibo. Come avrei voluto stare con loro! Sofia, e qualche minuto dopo arrivammo ad un grande ufficio
Chiesi al Signore di prendersi cura di essi, qualunque cosa bianco, la sede centrale della «D.S.», la temuta polizia segreta.
tenesse in serbo il futuro. Sapevo ch'era cominciata la grande
persecuzione per la causa di Cristo. Durante tutta la storia del
cristianesimo questo era avvenuto sovente, ed io pregai dal
profondo del mio cuore che Iddio mi desse la forza di essere «BENVENUTO ALLA CASA BIANCA, PRIGIONIERO
all'altezza dei discepoli e dei martiri della chiesa primitiva. POPOV!»
Certamente non avrei potuto farlo da solo. Un grillo fece udire
il suo canto da qualche parte fra le assi marcite del tavolato La polizia segreta, la Dershavna Sigornost, o D.S. aveva la sua
della prigione e la mia anima oppressa si risollevò, mentre la sede centrale in un grande edificio bianco soprannominato
mia fede in Dio si rinnovellava. dalla gente «La Casa Bianca». Ma vi assicuro che essa era
Gli interrogatori notturni continuarono per una settimana, molto diversa dalla Casa Bianca americana! Molti dei migliori
sempre secondo la stessa procedura. Non appena faceva buio, uomini del nostro paese sono entrati nella «Casa Bianca» per
venivo condotto giù e costretto a stare in piedi alla distanza non uscirne più vivi. Si diceva persino che la «Casa Bianca»
esatta di venti centimetri dal muro, subendo l'interrogatorio avesse il suo cimitero sotterraneo per sbarazzarsi dei corpi
dalle sette di sera alle otto del mattino, senza che mi delle vittime. Per il popolo bulgaro la D.S. significava
permettessero di chiudere gli occhi. Se gli occhi si chiudevano sparizioni, sofferenza e morte. Sulla porta di una cella era
da soli, Jordan saltava in piedi gridando: «Alt! non è scritta una citazione della Divina Commedia di Dante:
permesso!». Durante il giorno dovevo lottare contro le cimici «Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate!». Era veramente
che sciamavano e così non avevo neppure allora la possibilità appropriato! Sono più le persone che vi sono morte che quelle
di riposarmi. Nessuno riceveva cibo in prigione, ma mia che ne sono uscite vive, e quelle che sopravvivono non vivono
moglie riuscì a scoprire dov'ero e me ne mandò da casa. ancora molto, per le torture alle quali sono state sottoposte. Si
Volevo disperatamente vedere la mia famiglia, per sapere come diceva che quelli che passavano davanti all'edificio della D.S.
stavano, ma non me lo permettevano. potevano udire le grida salire attraverso il selciato dal
Sabato sera nessuno venne per condurmi giù, ma verso complesso di celle sotterranee. Scoprii in seguito che era vero.
mezzanotte udii girare la chiave nella toppa ed un voce Timore ed incertezza mi invasero quando il «Corvo Nero» si
sconosciuta gridò: «Popov, uscite! Siete trasferito». fermò e fui condotto nell'edificio. Avevo trascorso una
Salutai l'Armeno. Eravamo divenuti amici fedeli e nell'anno settimana d'insonnia e d'interrogatori ed il corpo mi tremava.
che seguì scoprii che amicizie intime e vere nascevano fra i Mentre mi facevano attraversare la porta mi vennero alla mente
prigionieri che condividevano le stesse sofferenze. le parole del Salmo 73:28: «Io ho fatto del Signore, dell'Eterno,
Mi condussero fuori, dove aspettava un'auto della polizia, il mio rifugio...!».
comunemente chiamata «il corvo nero», nella quale Sapevo che qui, nella «Casa Bianca» non potevo sperare aiuto

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da nessun altro. Pregai in silenzio: «Signore, la mia vita è nelle UN ATEO FINO AL MIDOLLO INCONTRA CRISTO
tue mani». I miei timori cominciarono a scomparire. Provai un
gran senso di pace. La tensione era scomparsa dal mio corpo. Sono nato in Bulgaria, nella bella cittadina di Krasmo Gradiste,
Forse nella «Casa Bianca» della D.S. mi aspettava la morte, ma dove ho anche trascorso la mia giovinezza. Eravamo quattro
il mio cuore lodava ed adorava il Signore. figli, tre fratelli ed una sorella. Eravamo nati in una vecchia
Un uomo che affronta la morte, esamina se stesso per vedere in casa colonica di costruzione turca, consistente di una stanza e
quale rapporto si trova con Dio, e vede chiaramente come di una cucina. Il soffitto era tanto basso che mio padre doveva
stanno le cose. Mi ero rassegnato al pensiero che la mia vita curvare la testa per non dar di cozzo alle travi. Il pavimento era
sulla terra sarebbe ben presto finita e che fra non molto sarei di terra battuta che mia madre dipingeva con un miscuglio di
andato a stare col Signore. Per me era chiaro ch'ero stato concime, argilla ed acqua. Non aveva un buon odore, ma
portato là per morirvi. Nella settimana trascorsa avevo perduto costituiva un disinfettante ed il concime impediva al pavimento
tutto ciò che m'era caro su questa terra: mia moglie, la mia di screpolarsi.
famiglia, la mia chiesa, la mia casa. Ma mentre attraversavo le Dormivamo tutti in una stanza, sul pavimento ricoperto di
porte per entrare nella sede della D.S. sentivo Iddio accanto a tappeti fatti di canne intrecciate. Da un lato della cucina c'era il
me. focolare grande ed annerito sul quale stava uno spiegamento di
Guardandomi con aria canzonatoria, il piantone disse: pentole di terracotta incrinate e fuligginose. I fagioli che la
«Benvenuto alla Casa Bianca, prigioniero Popov». Ancora una mamma ci cuoceva in quei giorni erano buoni come la dieta
volta venni spogliato e perquisito, e quindi mi condussero al giornaliera di qualunque altro degli abitanti del villaggio. La
terzo piano. Salendo notai una rete metallica sulla tromba delle mamma soleva dire: «Se volete buoni fagioli, dovete cuocerli
scale, messa lì affinché nessun prigioniero potesse sfuggire alla in buon'acqua». Così noi figli venivamo mandati al fiume,
D.S. gettandosi dalle scale. Evidentemente erano tanti i distante parecchie centinaia di metri, a cercare l'acqua per i
prigionieri che avevano cercato di commettere suicidio ch'era fagioli che venivano poi cotti nella pentola di terracotta per
stato necessario installarvi questa rete metallica. dare loro un sapore particolare. Ho molti piacevoli ricordi degli
Al terzo piano venni condotto per un lungo e oscuro corridoio, anni della mia fanciullezza. I giorni trascorrevano rapidi, alcuni
su un lato del quale c'erano sudice finestre con sbarre mentre riempiti di risate ed altri di zuffe, scherzi infantili ed avventure.
sull'altro c'erano file di nere porte arrugginite di celle. Ciascuna Nella nostra casa vi furono giorni di povertà, duro lavoro e
porta era dotata di uno spioncino con uno sportellino dolore, ma nessuna di queste cose fece diminuire il nostro
scorrevole. Questi spioncini pemettevano alle guardie di amore reciproco, anzi ci fecero avvicinare maggiormente l'uno
sorvegliare i prigionieri. Gemiti appena percettibili all'altro. La nostra non era una grande fattoria e perciò noi figli
provenivano dagli occupanti di queste celle. Le guardie venivamo mandati a lavorare in quelle più grandi. Gli anni di
avevano scarpe di panno spesso, in maniera che i prigionieri guerra dal 1914 al 1918 furono particolarmente duri per noi. Il
non potessero udirle avvicinarsi. babbo era stato richiamato per il servizio militare e l'anno
Ma lasciate che vi dica come ero arrivato a questo punto della seguente ci portò praticamente la fame.
mia vita...

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Durante l'inverno 1917-18, all'età di dieci anni, venni mandato Una sera Christo m'invitò ad andare con lui alla chiesa battista
a lavorare dall'uomo più ricco del villaggio, «nonno» Kolyo. vicina, benché sapesse ch'ero un ateo convinto. Per l'amicizia
Non ricevevo paga, ma in cambio del cibo, guidavo i buoi che avevo per lui, mi fu impossibile rifiutare. Era la prima
mentre il «nonno» che aveva ottantasette anni, ma sembrava ed volta ch'entravo in una chiesa protestante. Prima non avevo
agiva come se fosse più giovane, arava i campi. Quindi conosciuto che la Chiesa Ortodossa e pensavo che tutte le
nell'estate accudii le pecore nella fattoria vicina dello zio. Finì chiese fossero simili, cosicché fui sorpreso nel constatare che
la guerra e mio padre tornò a casa, così potei riprendere ad l'interno della chiesa battista fosse tanto diverso da quello di
andare a scuola. Benché fossimo poverissimi, i miei genitori una chiesa ortodossa. In effetti, tutto era diverso! Il servizio
riuscirono a mandarmi ad una piccola scuola in un villaggio religioso era celebrato in bulgaro invece della vecchia lingua
vicino. Andavano molto fieri della mia capacità di leggere e slava usata abitualmente dai sacerdoti e che pochi
fecero tutto quello ch'era nelle loro possibilità perché comprendevano ancora.
continuassi la mia istruzione. Cominciai ad andare a scuola Invece del canto monotono della Messa ortodossa, udii begli
vestito di abiti tessuti a casa e rammendati e con scarpe simili a inni cantati su melodie di Bach, Mendelssohn, Beethoven ed
mocassini, fatte di pelle di porco non conciata e con le setole altri grandi compositori. Vi prendevano parte tutti i fedeli, nella
verso l'esterno. Era proprio uno spettacolo! Giunto alle classi Chiesa Ortodossa cantavano solo i preti ed il coro.
superiori, vergognoso per il fatto di non avere l'uniforme Vidi persino dei libri di canti! Christo aveva già imparato i
regolamentare e belle scarpe, evitavo la compagnia degli altri canti a memoria e cantava senza leggere mentre io seguivo le
ragazzi, tenendomi quasi sempre in disparte. parole nell'innario. Le belle parole scritte alla lode di Dio
Ebbi il mio primo paio di scarpe vere e proprie all'età di fecero su me una profonda impressione. Non mi ero mai
diciassette anni. Quando le misi, la mia autoconsiderazione aspettato di udire un pastore intelligente ed istruito predicare in
crebbe enormemente (forse troppo) e cominciai a cercarmi maniera tanto splendida della sua fede in Dio ed in una lingua
degli amici fra i compagni di classe. Crebbi da egoista e da che potevo capire. Nel nostro vicinato non c'era una sola
ateo. Veramente una cattiva associazione! Terminata la scuola, persona intelligente che osasse riconoscere di credere in Dio.
andai a Ruse, una grande città sul Danubio, per cercarvi lavoro. La religione era, secondo me, per i vecchi e per i deboli di
A Ruse conoscevo una sola persona, un ex vicino, di nome mente.
Christo che vi si era trasferito parecchi anni prima. Christo Dopo la riunione parlammo con due anziane signore note in
aveva un impiego all'acquedotto e viveva nei locali dello città per avere una buona istruzione. Parlarono con noi di Dio
stesso, in una stanzetta di circa sei metri quadrati. Benché essa cercando di provarci che esisteva, ma malgrado tutto quello che
fosse tanto piccola ed occupata quasi interamente dal letto, egli avevo udito e visto nella chiesa e tutto quello che avevano
acconsentì a dividerla con me e divenimmo amici intimi. Ciò detto quelle signore, il mio intelletto orgoglioso si rifiutava di
avveniva nel Novembre 1925. A quell'epoca in Bulgaria v'era credere ch'esisteva un Dio.
molta disoccupazione ed io non potevo trovare un lavoro Per la prima volta, cominciai a chiedermi se avessi ragione.
stabile. Trovai un lavoro occasionale, ma vivevo quasi sempre Quella notte nel mio io cominciò una battaglia spirituale che
sullo stipendio del mio amico Christo.

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durò per parecchi giorni. La questione era: esiste un Dio? Nella LA MANO DI DIO SU UN UOMO
Chiesa Greco-Ortodossa di quell'epoca ai preti non si
richiedeva istruzione e solo vecchi e donne frequentavano i Tutte le sere Petroff ed io leggevamo la Bibbia e parlavamo
servizi religiosi. Non si vedevano mai persone colte credere in insieme per ore della Parola di Dio. Col tempo altri si unirono a
Dio. Almeno era così che piaceva pensare a noi atei. Noi che noi fino a quando non ci fu un piccolo gruppo di credenti.
avevamo un'istruzione disprezzavamo quella gente semplice Gradualmente il nostro piccolo raduno prese la forma di una
che affermava di avere una religione e che credeva in Dio. Ed chiesa vera e propria, e sotto il profondo ministerio spirituale di
ora udivo persone istruite e colte affermare apertamente che Petroff fummo grandemente benedetti da Dio. Un giorno del
Dio esiste raicontando quel che Cristo significava per esse e febbraio 1929 Petroff mi disse: «Haralan, Iddio ha la mano su
quello che aveva fatto per esse! Questo mi impressionò più di di te. Ti vuole per la sua opera». Anch'io avevo sentito la sua
tutti i sermoni, e fino ad oggi credo fortemente nell'efficacia mano su di me che mi spingeva in quella direzione. Amavo
delle testimonianze viventi per condurre gli uomini a Cristo. profondamente il Cristo che avevo incontrato da poco e
Discussi del mio conflitto con Christo ed egli disse che mi pregavo ogni sera promettendo: «Signore, la mia vita intera è
avrebbe presentato a qualcuno che poteva aiutarmi. Poco dopo tua. Sono pronto a darti tutto quello che ho».
Christo invitò una persona a farci visita. Costui si chiamava Quella promessa fu messa a dura prova negli anni che
Petroff, ed egli ci lesse qualcosa nella sua Bibbia. Non era un seguirono, ma non la rimpiansi mai.
predicatore eloquente, ma ogni parola da lui pronunziata mi Servire Iddio è magnifico, ma soffrire per lui è un privilegio
provò che Dio esisteva. Egli testimoniò circa la maniera nella ancora maggiore.
quale conosceva la presenza personale di Dio. Mentre parlava Per prepararmi per il servizio del Signore frequentai istituti
di quello che Cristo significava per lui, la sua faccia biblici a Danzica ed in Inghilterra, dove feci la conoscenza di
risplendeva dell'amore di Dio. In quel momento fu ovvio per una studentessa svedese, di nome Ruth. Come la sua ominima
me ch'esisteva un Dio. della Bibbia, ella era profondamente consacrata al Signore.
Lo vedevo in quest'uomo santo. «Haralan, dovunque andrai tu, verrò anche io» disse. Così
La testimonianza di Petroff mi convinse dell'esistenza di Dio e tornai in Bulgaria non solo con una conoscenza della Parola di
cominciai con ardore ed intensità a cercare Iddio. Scoprii che Dio, ma anche con moglie.
non ero tanto io a cercare Iddio quanto Iddio a cercare me. Gli anni che seguirono non furono altro che un dono di Dio. Un
Passai per una magnifica esperienza di salvezza in Gesù Cristo grande periodo di raccolta spirituale venne sulla Bulgaria ed
che cambiò la mia vita, e Petroff divenne il mio padre entro pochi anni ero pastore della più grande chiesa del paese.
spirituale. Poco dopo andai ad abitare da Petroff per disporre Nello stesso tempo evangelizzavo tutta la Bulgaria. La mano di
maggiormente del suo insegnamento biblico e con il suo aiuto Dio era in maniera tanto abbondante su tutti noi e la Parola di
trovai un impiego nelle ferrovie statali. Il lavoro era duro, ma Dio si accresceva potentemente in Bulgaria. Per più di sedici
la gioia della salvezza appena trovata in Gesù Cristo mi anni fui pastore della mia chiesa, mentre facevo opera di
rendeva esultante di gioia e di pace. Ero molto felice in Cristo! evangelista nelle città di montagna e nei villaggi dove la Parola
di Dio non si era solidamente impiantata. Vennero gli anni

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della guerra e vi furono gravi difficoltà, ma si trattava solo di noi». In maniera febbrile, sentendo che il tempo sarebbe venuto
un breve periodo di prova in vista della grande tribolazione che a mancare, noi ci affaticavamo, ed Iddio onorò le nostre fatiche
incombeva su di noi. con una grande messe in tutta la Bulgaria. Presiedetti a molti
Nel 1944 una buia minaccia entrò nel nostro paese sulla scia battesimi collettivi nel Mar Nero per i molti giovani che
dell'esercito russo: la minaccia del comunismo. I comunisti avevano incontrato il Cristo. Indubbiamente il nostro lavoro
lentamente conquistarono il potere mentre il nostro paese febbrile compiuto per Cristo durante i tre anni «prima della
giaceva prostrato ai piedi dell'esercito rosso. tempesta» fece sì che fossimo scelti particolarmente per il
Al principio il partito comunista si mostrò ben disposto nei trattamento «speciale» che doveva seguire nelle carceri
confronti degli altri partiti e formò persino un governo di comuniste. L'intensità stessa della nostra opera durante la
coalizione. Entro tre anni gli altri partiti erano messi al bando, i calma prima della tempesta fece di noi degli uomini dal destino
loro capi imprigionati ed il partito comunista aveva il potere segnato. Non avevamo molto tempo. Sapevamo che non
assoluto. appena i comunisti avrebbero consolidato il loro potere sarebbe
toccata a noi.
LA BULGARIA DIVENTA UNA «PICCOLA RUSSIA»
SPIE PIUTTOSTO CHE MARTIRI CRISTIANI
Avevamo sentito parlare dei nostri fratelli in Russia e di quello
che avevano sofferto, ma non pensavamo affatto che la Il primo segno ch'era venuto il nostro turno fu dato da una
Bulgaria sarebbe divenuta tanto simile alla Russia da essere, e campagna di mormorii per diffamare i principali pastori del
lo è tuttora, chiamata la «Piccola Russia». Ci preparammo al paese. Malgrado questa campagna, il risveglio si diffondeva e
peggio, ma cosa strana, il colpo che aspettavamo non arrivava. si formavano nuove chiese cosicché il governo ideò un'azione
Anzi, un crepuscolo di libertà religiosa s'instaurò. Ma ciò non più subdola. A poco a poco i pastori delle chiese venivano
perché i comunisti fossero favorevoli alla libertà religiosa, ma sostituiti da persone che sarebbero state strumenti sottomessi
semplicemente perché erano troppo occupati a consolidare il nelle mani dei comunisti. Essi concentrarono tutti i loro sforzi
loro potere politico ed a prendere saldamente tutto nelle loro nel mettere sui pulpiti i loro pastori fantoccio.
mani prima di «occuparsi» di noi, come si esprimevano essi. I pastori veramente consacrati si trovarono allontanati dai loro
Così invece del colpo che ci aspettavamo, improvvisamente pulpiti e poterono ottenere solo lavori umili come quello di
ricevemmo un gran dono da Dio: tre anni, dal 1944 al 1947, spazzini. Quando in molti pulpiti furono stati messi pastori
durante i quali Iddio trattenne la loro mano e ci permise di fantoccio, venne scelto l'obiettivo successivo: i responsabili
lavorare. delle denominazioni battista, metodista, congregazionista e
E lavorammo! Giorno e notte, un mese dopo l'altro delle altre chiese evangeliche. Io ero fra essi.
evangelizzammo, diffondemmo l'Evangelo e consolidammo la Una perfida campagna di calunnie ebbe inizio. Venimmo
fede dei credenti prima che la buia notte del comunismo accusati di essere spie. Spie piuttosto che martiri cristiani.
cadesse su di noi. Come ci avevano messo in guardia, Venimmo definiti «strumenti dell'imperialismo». All'inizio,
sapevamo che presto i comunisti «si sarebbero occupati di udendo ciò né risi e chiesi a Ruth se le piaceva esser la moglie

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di uno «strumento dell'imperialismo». «È quel che sei!» rispose ma sarebbe restata una Chiesa vera e vivente, il corpo di Cristo,
Ruth ridendo. La verità non aveva alcun valore per quelli che la Chiesa clandestina.
avevano deciso di distruggere la chiesa cristiana. Vennero fatti Tutto questo era lì ad aspettarci.
pubblicamente i nomi di noi altri, i quindici dirigenti delle Furono questi gli avvenimenti che di un ateo militante avevano
chiese evangeliche di Bulgaria. fatto un pastore che affrontava la tortura per Cristo nella temuta
Era ovvio che non eravamo colpevoli delle accuse mosseci, ma «Casa Bianca».
una campagna di calunnie ebbe inizio per cercare di torcere
tutto quello che avevamo detto e fatto, al fine di diffamarci. I MURI DELLA CELLA PARLANO
Attraverso la stampa e gli altri mezzi di propaganda venivano
fatte circolare voci secondo cui avevamo tradito la nostra patria Mi condussero per il corridoio, fino alla cella numero 21. La
a favore degli Inglesi e degli Americani. Così ebbe inizio la grande chiave girò rumorosamente nella toppa, mi spinsero
campagna che doveva portarci alla prigione ed alla tortura. dentro ed ancora una volta fui isolato dal mondo esterno. Nella
Durante i tredici anni e due mesi successivi trascorsi in cella c'era un giovane di nome Tsonny. Era lì da tre mesi, mi
prigione, spesso mi chiesi perché Iddio avesse permesso che disse, e non gli era ancora stata detta la ragione per la quale si
avvenisse una cosa del genere. Il lungo periodo di autoesame trovava in prigione. In un angolo c'era il secchio che per i sei
mi aiutò a capire meglio l'insegnamento della Bibbia secondo mesi seguenti sarebbe stato la nostra «toletta». Questi secchi
cui per entrare nel regno di Dio si deve passare attraverso le erano una caratteristica tipica della vita di prigione. Solo
sofferenze. Paolo e Barnaba avevano detto ai discepoli raramente venivano vuotati e a volte traboccavano. Spesso ne
dell'Asia Minore «che dobbiamo entrare nel regno di Dio toglievano il coperchio e l'orribile lezzo era soffocante. Per
attraverso molte tribolazioni» (Atti 14:22). L'apostolo Pietro dormire non v'era che il nudo pavimento di cemento e le mura
dice la stessa cosa (I Pietro 1:6,7): «Nel che voi esultate, erano di pietra sudicia, cosparse di motti, preghiere, parole
sebbene ora, per un po' di tempo, se così bisogna, siate afflitti d'ordine e citazioni incise con qualche oggetto duro dai
da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più precedenti occupanti.
preziosa dell'oro che perisce, eppure è provato col fuoco-, Le mura erano quasi un diario o cronaca dei condannati. In
risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù alcuni punti sembravano dipinte di un rosso cupo, ma ad un più
Cristo». attento esame scoprii che il rosso non era pittura, ma il sangue
La prima reazione naturale dell'uomo davanti alla sofferenza è di innumerevoli cimici uccise da precedenti prigionieri mentre
quella di pensare che è difficile sopportarla. Cerchiamo di gli insetti si arrampicavano sul muro. Le «mura rosse» di altre
evitarla, ma in seguito comprendiamo che essa acquista grande celle simili sarebbero divenute spettacolo comune negli anni
valore ed è più preziosa dell'oro. La sofferenza era un fuoco successivi. Quella prima notte nella D.S. uccisi
per il quale dovevano passare le nostre chiese affinché paglia e cinquecentotrentanove cimici, molte delle quali avevano già
stoppie bruciassero, lasciando brillare più che mai l'oro puro. In succhiato il mio sangue.
questa operazione la «struttura» della chiesa sarebbe andata Per distogliere la mente dalla situazione nella quale eravamo,
distrutta e sovvertita, Tsonny ed io le contavamo. (Ma non ci riprovammo più!)

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Le mura ci potevano parlare di molte delle afflizioni c desideri Rimproverai me stesso e mi sentii meglio. Benché non sapessi
dei precedenti reclusi. Potevo quasi definirne la personalità, gli che cosa sarebbe accaduto di me, nel mio cuore avevo la pace,
incubi, le speranze, i sogni, riflessi in queste tristi incisioni. la serenità e la certezza. Come Paolo, avevo deciso d'imparare
Una di esse diceva: «Quando entrate qui credete in Dio e ad essere contento nello stato in cui mi trovavo.
pregate a Santa Teresa». Era stata probabilmente scritta da un Trascorsi esattamente cinque mesi nella cella 21, dal 1 agosto
cattolico. Su tutta la lunghezza del muro era scritta in russo al 31 dicembre. La cella 21, nella «Casa Bianca» della D.S.,
un'elegia di Puskin. Tre strofe che imparai a memoria. Al di divenne per me la «camera della sofferenza». Ogni volta che ci
sopra della porta qualcuno aveva inciso un antico proverbio penso oggi, brividi di freddo mi percorrono la spina dorsale. In
latino: «Dum spiro spero» (Finché c'è vita, c'è speranza). Mi II Corinzi 12:4 l'apostolo Paolo parla di «parole ineffabili che
sembrava di conoscere i precedenti ospiti di quella cella per le non è lecito all'uomo di proferire». Vorrei tuttavia parlare delle
incisioni da essi lasciate sulle mura. inenarrabili sofferenze che è difficile esprimere con lingua
Quali storie di eroismo umano, di disperazione e sogni infranti umana e mettere per iscritto.
vidi su quel muro e su innumerevoli altri nel corso dei tredici Spossato per esser stato in piedi ogni notte per una settimana,
anni. mi ero steso sul nudo pavimento. Improvvisamente un suono
Presi l'abitudine di incidere versetti biblici e parole di conforto come di scarica di fucile automatico si fece udire nel corridoio.
sulle mura di ogni cella da me occupata, colla speranza che «Che cos'è?» chiesi a Tsonny. Egli sorrise e mi spiegò che era
quelle parole recassero conforto ed aiuto al successivo stato fatto intenzionalmente dalle guardie per spaventare i
occupante. Le mura delle celle non furono soltanto la «carta» prigionieri ed impedir loro di dormire. Il suono era provocato
sulla quale incisi versetti biblici, ma divennero più tardi la colpendo con una sbarra di ferro le porte delle celle. Esso si
cassa di risonanza del «telegrafo della prigione» col quale ripetè ogni dieci minuti quella notte, e così ogni notte per
trasmisi la Parola di Dio a quelli ch'erano nelle celle adiacenti. cinque mesi. Era quasi impossibile dormire, com'era
Era meraviglioso e giusto che le mura costruite per esattamente nelle loro intenzioni.
imprigionare degli uomini divenissero «carta» per la parola di Il mattino del 2 agosto fui condotto dalla mia cella in un
Dio e «filo» per il telegrafo della prigione, per trasmettere la comodo ufficio al piano terra. Con mio grande stupore vi trovai
Buona Novella. Ma poiché questa era la prima volta che un giovane che conoscevo molto bene, Veltcho Tchankov. Il
attraversavo una prova del genere e poiché la prima settimana mio cuore sobbalzò di gioia quando vidi Veltcho! Lo
era stata tanto sconvolgente, provavo difficoltà a mantenere il conoscevo da quand'era ragazzo.
mio coraggio. Sapevo anche ch'era comunista, poiché quando i comunisti
Tutti i carcerati vi diranno che i primi mesi sono i più terribili. erano venuti in Bulgaria sulle orme dell'Armata Rossa nel
Pensai fra me che se l'uomo che aveva inciso sul muro le 1944, Veltcho si era immediatamente unito ad essi. Entro i tre
parole: «Finché c'è vita, c'è speranza» aveva potuto tener viva anni successivi, era divenuto capo della polizia segreta di
la speranza, certamente anch'io, ch'ero un credente, potevo Burgas. Malgrado le diversità dei nostri modi di vita, era
mettere interamente la mia vita nelle mani di Dio. sembrato esserci una specie di mutuo rispetto reciproco. Così
fui lieto di rivederlo e pensai che questo era il primo raggio di

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speranza dopo il mio arresto. Ma come era cambiato Veltcho! una brava persona, ma devi conformarti a noi ed alla nuova
Un mese dopo seppi che il mio «vecchio amico» Veltcho era società che stiamo edificando».
colui che aveva organizzato l'intera campagna contro i pastori Le parole «conformarti a noi» le udii per i tredici anni
evangelici! Capii che cambiamento può operare il potere successivi.
nell'uomo. Quindi un torrente di parole uscì dalle labbra di Veltcho:
Quando non sono al potere, i comunisti sono spesso amabili, «Ti ripeto, devi conformarti a noi e confessare i tuoi delitti!»
pronti a collaborare e gentili. Ma che arrivino al potere e gridò: «Se ti rifiuti di obbedirmi, fai il più grande errore della
vedrete come sono realmente. Che quelli che giocano col tua vita e vivrai abbastanza da rimpiangerlo. Imparerai che non
comunismo ricordino la lezione di Veltcho, la persona gentile scherziamo e che non ti lasceremo diventare un martire per la
che era arrivata al potere. religione. Ti piacerebbe, non è vero, Popov? Bene, non te ne
I partiti comunisti quando non sono al potere sembrano daremo l'occasione. Se facessimo di te un martire per la
volutamente ragionevoli e gentili, ma lasciateli arrivare al religione ciò non farebbe che rendere più forti i cristiani. Non
potere e si rivelerà la loro vera natura. Le prigioni erano piene lo lasceremo accadere. Ci ritieni degli stupidi? Ti calunnieremo
di persone che pensavano che il partito comunista era e ti diffameremo fino a quando perfino i cristiani
semplicemente un altro partito politico. Molti di quelli che pronunzieranno il tuo nome con disgusto».
dicevano che i comunisti erano soltanto un altro partito politico Fui scosso dalle parole di Veltcho. Il suo piano era d'una
e che li avevano tollerati furono messi a morte quando i intelligenza satanica ed egli parlava come un ispirato.
comunisti presero il potere. Che i paesi occidentali che «Il popolo bulgaro mi conosce» risposi. «Capirà qual'è la vera
tollerano i partiti comunisti stiano in guardia! Quei «piccoli» ragione».
partiti possono sembrare miti adesso, ma se giungono al potere, Mi rispose con una risata. Solo più tardi capii che avevo contro
vedrete la loro vera natura, proprio come l'abbiamo vista noi!. di me degli specialisti capaci di rendere bianco il nero e falso
«Veltcho, mi fa piacere rivederti» dissi. Mi guardò con quello ch'è vero.
espressione ostile e disse: «Noi ci conosciamo Popov, e ti I nazisti erano crudeli, ma i comunisti erano crudeli e d'una
avverto che se vuoi vedere di nuovo tua moglie devi fare astuzia satanica. Le minacce di Veltcho vennero poi attuate con
esattamente come dico». matematica precisione, punto per punto.
«Ma che cosa ho fatto, Veltcho?». Veltcho ordinò che mi riconducessero nella mia cella. Andai
«Non chiamarmi più Veltcho!» urlò. «Io sono il compagno via in preda alla più grande disperazione e parlai a Tsonny
Tchankov e tu sei il prigioniero Popov. Non dimenticarlo della conversazione che avevo avuta con Veltcho. Egli mi
mai!». consigliò di non confessare mai nulla di quel che non avessi
fatto. Il consiglio era buono, ma impossibile da seguire durante
«Devi criticare i tuoi crimini» continuò. «Se confessi, tutto sarà i mesi successivi.
più facile per te. Il governo del popolo è clemente e ti Restai seduto nella mia cella in uno stato di mezza
perdoneremo tutti i delitti. Sappiamo che sei prostrazione. Avevo pensato che i comunisti fossero
semplicemente uomini fuorviati, ma quest'incontro con Veltcho

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mi aveva profondamente scosso. Compresi di trovarmi di un'altra maniera di pensare, completamente diversa. I
fronte all'astuzia ed alla malvagità di Satana stesso. Per la comunisti sapevano che non avrebbero mai potuto far questo
prima volta mi colpì l'enormità di quanto mi stava di fronte e con me e non lo tentarono.
l'astuzia di questi uomini ispirati da Satana. Erano decisi a spezzare la mia volontà, bastonandomi,
logorandomi, torturandomi, insultandomi ed affamandomi fino
LA DIETA DELLA MORTE al punto in cui la mia volontà fosse completamente piegata e
cedesse. Sapevano che dopo che la mia volontà era stata
Incominciò con la fame. La sensazione della fame, come quella spezzata totalmente e che avevano ottenuto da me quello che
dell'amore si può descrivere difficilmente. La mia razione volevano, io avrei riacquistata la mia volontà e sarei ritornato
alimentare quotidiana consisteva di due fette di pane e di sei in me. Perciò la loro tattica non fu quella di sottopormi al
cucchiai di «minestra» la quale non era che acqua limacciosa e lavaggio del cervello, ma di logorarmi e spingermi al di là del
putrida. Quel regime era attentamente e scientificamente limite di sopportazione umana in modo che perdessi
studiato per poter appena permettere di vivere e nulla più. I temporaneamente la volontà. Il lavaggio del cervello richiede
prigionieri la chiamavano la «dieta della morte». Consisteva l'alternarsi di un buono e di un cattivo trattamento. Distruggere
principalmente d'acqua e bastava a mantenere deboli pulsazioni la volontà di qualcuno è più semplice, bastano battiture brutali
di vita. Allo stesso tempo era sufficiente a stimolare i succhi e inesorabili, fame e torture che giungono ad un vertice, in un
gastrici, facendo sentire la fame più acutamente che se non si crescendo di orrore nel quale la persona non ha più una volontà
fosse mangiato nulla. propria. Era questa la tattica ... ed essi vi si dettero con furia e
Una persona che non mangia nulla, gradualmente muore, ma le brutalità.
sue papille gustative sono insensibili e gli vengono La fame, l'insonnia e lo stare ritti con la faccia volta al muro
misericordiosamente risparmiati gli spasmi infernali della per settimane sono il principale mezzo impiegato per spezzare
fame. Ma ciò non mi veniva risparmiato. Le due fette di pane e la volontà dell'individuo. Questo trattamento può trasformare
le sei cucchiaiate di minestra venivano distribuite alle sei della una persona intelligente e razionale in un animale. La sola cosa
sera. In due minuti erano finite e non c'era più nulla da che resta dopo un tale trattamento è l'istinto animale di trovare
mangiare fino alle sei del giorno dopo. Lo scopo era quello di qualcosa da mangiare. Il mio sorvegliante soleva dire che
spezzarmi, e confesso che la fame è uno strumento orribile ed dovevo diventare più silenzioso dell'acqua e più basso
efficace. La fame dava al mio corpo la sensazione di essere dell'erba.
preda della febbre malarica. Ebbi queste sensazioni giorno e
notte per i cinque mesi che seguirono. LA CELLA DI PUNIZIONE
Si deve capire che i comunisti non stavano cercando di
sottopormi al lavaggio del cervello. Sapevano che non Il 5 agosto, con la «dieta della morte» venni posto in
avrebbero mai potuto riuscirvi. Il lavaggio del cervello consiste isolamento e sottoposto ad un interrogatorio senza interruzione
nel cambiare in maniera completa e definitiva la mente di una ventiquattr'ore su ventiquattro. Avevo tre inquisitori, ciascuno
persona facendo sì che la sua mente adotti con un turno di otto ore, e ciò permetteva loro di mantenere il

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ritmo della tortura fisica e psicologica per ventiquattr'ore al L'inquisitore che mi batteva era un uomo grande e torvo. Negli
giorno. Questa cella d'isolamento aveva una particolarità anni successivi ebbi occasione di riflettere su queste guardie e
insolita. Il muro era di un bianco brillante, dipinto con una sugli inquisitori. Cercai di pregare maggiormente per una
pittura a smalto bianca rilucen-tissima. Mi fu ordinato di stare guardia mentre questa mi stava battendo. Avevo compreso che
in piedi con la faccia volta verso l'abbacinante muro bianco, ad in un certo senso erano casi più tristi di quelli che essi
una distanza di venti centimetri da esso, tenendo gli occhi battevano.
aperti, spalancati. L'inquisitore cominciò a gridare: «Non devi Che tragedia la loro!
muoverti d'un pollice!». «Non devi spostare il peso del Un gradino dopo l'altro, man mano che banalizzavano i
corpo!». «Non devi muovere un sol muscolo!». «Non devi ... prigionieri e ci battevano, essi scendevano sempre più in basso
non devi ...!» continuava a declamare, mentr'ero in piedi nella scala dell'umanità fino al livello delle bestie. Il loro volto,
davanti al muro. Dopo qualche istante gli occhi cominciarono a dopo un certo tempo, sfidava ogni descrizione ed essi
bruciarmi come se dentro vi fossero ferri roventi. A soli venti divenivano simili ad animali.
centimetri di distanza, ero così vicino al muro smaltato d'un Noi prigionieri ci saremmo infine ripresi, ma le guardie
bianco abbacinante che i miei occhi non riuscivano più a subivano una deformazione permanente della loro umanità.
mettersi a fuoco. Propongo ai miei lettori di provare a farlo. Perciò durante le bastonature cercavo di tener presente questo e
Lottano per chiudersi o per mettere a fuoco e non vi riescono. pregavo per esse. Mi resi conto che questo praticamente
Il dolore è terribile e tuttavia bastava che battessi le palpebre alleviava il dolore dei colpi.
perché l'inquisitore mi colpisse al volto. «Parlami del tuo lavoro di spia» urlava l'inquisitore. «Sono un
Il dolore agli occhi diveniva insopportabile. «Parlami delle tue pastore, non ...» e prima che potessi completare la frase un
attività come spia» gridava l'inquisitore. altro colpo risonante mi giungeva al lato della testa. Durante
«Sono un pastore» rispondevo, «Ho lavorato per Cristo tutta la quel primo lungo giorno si delineò una maniera di procedere.
mia vita. Non ho mai fatto la spia». L'inquisitore mi assestava Venni costretto a stare in piedi assolutamente immobile, senza
un altro colpo al lato del capo. L'orecchio mi fischiava per la muovere muscolo, fissando, con gli occhi che mi bruciavano
botta ricevuta, mentr'egli gridava di nuovo: come palle di fuoco, il muro bianco scintillante a venti
«Dimmi come hai fatto la spia per gli Americani». centimetri da me. Dietro a me la voce dell'inquisitore urlava «
Rispondevo di nuovo: «Sono un pastore, un servitore di Dio. Parlaci delle tue attività di spia!».
Ho lavorato soltanto per Dio. Non so niente di queste vostre «Sono solo un pastore. Non ho mai fatto altro che predicare
accuse di spionaggio». l'Evangelo». Seguiva un colpo risonante al capo e quindi
Più tardi, a mano a mano che trascorrevano gli anni di brutalità, parecchi minuti di silenzio. Quindi di nuovo la domanda, di
mi abituai a queste bastonature ed esse mi colpivano solo nuovo la mia risposta e di nuovo la botta al capo. Col passare
fisicamente, ma allora, agli inizi della prigionia, esse mi delle ore le domande erano meno frequenti e mi domandavo
colpivano e disorientavano psicologicamente oltre che perché l'inquisitore aspettava tanto tempo fra una domanda e
fisicamente. l'altra. Dopo una o due ore cominciò ad apparirmi la verità: la
loro arma era il tempo. Il tempo era dalla loro parte ed essi

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contavano sul suo effetto logorante per sfinirmi. Un'ora dopo particolare per sorprendermi quando la testa mi ciondolava o si
l'altra, quel primo giorno, continuò il ritmo di domanda, chiudevano gli occhi. Si divertivano in maniera particolare a
risposta, col-p0i pausa, domanda, risposta, colpo. Persi ogni sorprendere il contrarsi di un muscolo o il socchiudersi di un
idea del tempo. C'era solo quel terribile bruciore agli occhi e occhio come pretesto per una botta. Per di più calzavano scarpe
chiuderli soltanto per un minuto divenne per me un'ossessione. di feltro, sicché mi era impossibile dire se stavano dietro a me
Il mio corpo divenne insensibile. Persi ogni idea del tempo e o dall'altra pane della stanza.
mi riportò alla realtà solo il suono diverso della voce del nuovo Il quarto giorno non provai più fame, ma subentrò una sete
inquisitore che mi indicava che erano trascorse otto ore e che profonda. Il sangue prese a stagnare nelle gambe che
era cominciato un nuovo turno. cominciarono a gonfiarsi. Avevo le labbra riarse, screpolate e
Adesso le pause tra le domande erano più lunghe, finanche di sanguinanti. Quindi cominciò un altro genere di punizione. Gli
un'ora. Non avevano fretta. Venne la notte e sembrò un'eternità inquisitori cominciarono a mangiare ed a bere rumorosamente
prima che fosse trascorsa. Il sonno mi pesava sulle palpebre, vicino a me per accrescere la mia sete. La tortura non era
ma un colpo mi attendeva se li avessi chiusi per un solo istante. soltanto fisica, ma anche in grande misura mentale.
Le gambe mi dolevano. L'intero corpo si ribellava, ma non Quella sete profonda e ardente non somigliava a nulla di
potevo muover muscolo. Tutto divenne confuso e il tempo quanto avessi esperimentato o sentito parlare prima. Era come
stesso sembrò cessare di esistere. una palla infuocata di lava che mi bruciava lo stomaco e che mi
Intontito, udii improvvisamente la voce penetrante del primo riardeva le labbra.
inquisitore che gridava: «Allora, Popov, sei ancora qui. Bene,
mi sono riposato. Cominceremo di nuovo». Allora mi colpì la Una grande febbre consumava e devastava il mio corpo.
realtà! Era trascorsa un'intera giornata ed il primo dei miei Cominciò la disidratazione e la sofferenza divenne quasi
inquisitori era di nuovo al lavoro. insopportabile. Ancor oggi, quando leggo qualcosa a proposito
La fame mi montava nello stomaco. Prima mi avevano fatto di qualcuno che muore di sete nel deserto, mi assalgono di
soffrir la fame, dandomi solo briciole di pane, ma adesso non nuovo gli spasimi consumanti della sete e dovunque mi trovo
avevo neppure quelle. Quando me le avevano date m'era devo andare a bere abbondantemente dell'acqua.
sembrato tanto poco. Adesso che non avevo nulla, perfino le Un altro aguzzino si divertiva a bere acqua a qualche passo da
briciole sembravano un banchetto! me, e ad una contrazione involontaria delle mie labbra
disseccate e screpolate mi colpiva senza preavviso.
IL QUARTO GIORNO DAVANTI AL MURO! La sete continuava a divampare in me come una febbre
divorante. Fino ad oggi non riesco a spiegarmi come potei
Le ore passavano, una dopo l'altra. I giorni venivano uno dopo restare in piedi per tutti quei giorni e quelle notti. Iddio doveva
l'altro e passavano. I peggiori momenti erano quelli fra la essere con me, poiché nessuno può avere da solo tale forza.
mezzanotte ed il mattino. Erano quattro giorni che non avevo Lentamente le domande cessarono. Cominciò un gioco d'attesa,
dormito, non avevo mangiato e che non mi ero mosso. con gli inquisitori che aspettavano il mio crollo. In preda alla
L'inquisitore mi sorvegliava in maniera febbre, cominciai ad avere allucinazioni.

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Sul muro bianco davanti a me apparvero piccole macchie. disperazione udii chiara e distinta, come qualunque altra udita
Vedevo volti di persone, di Ruth, di Paolo e di Rode, e delle in vita mia, una voce che mi diceva: «Non ti lascerò e non ti
guardie. Davanti a me vedevo turbinare disegni di vividi colori, abbandonerò...».
come in un caleidoscopio. Ero certo di star per impazzire. Era tanto chiara che osai lanciare uno sguardo all'aguzzino
sonnecchiante, certo che anch'egli l'avesse udita, ma egli
IL DECIMO GIORNO continuò a dormire.
La presenza di Dio riempì la cella di punizione e mi avvolse di
Ma ancora il crollo non veniva. Persi ogni nozione del tempo. un divino calore, infondendo forza nel guscio costituito dal mio
Un giorno si confondeva con un altro. Le mie gambe gonfie corpo.
divennero enormi, rigurgitanti di sangue per l'immobilità Essa ebbe un effetto fisico preciso e sorprendente su di me.
completa. Le labbra recavano grandi scepolature e Il mio aguzzino si svegliò con un sobbalzo. Avvicinandosi a
sanguinavano. Avevo la barba lunga, non mi era stato me, avvertì ch'era avvenuto qualcosa. Non sapeva che cosa, ma
permesso di lavarmi né di radermi dal giorno in cui era stato era tanto cosciente della differenza che si precipitò fuori,
arrestato. I miei occhi erano sfere di fuoco. Tuttavia, riuscivo a tornando con un altro agente. Non riuscivano a capire. Udivo il
resistere. La decima notte, poco dopo mezzanotte udii mormorio delle loro voci ansiose dietro di me che cercavano di
l'inquisitore russare mentre dormicchiava. Girai il collo capire che cosa fosse avvenuto. Sembravo tanto fresco e vivo,
indolenzito a destra e a sinistra. A destra, a circa due metri da come soffuso di una forza nuova. Non mi sono mai sentito più
me, c'era una finestra. Poiché fuori era buio, nella finestra potei vicino a Dio di quel momento. Era tanto vicino a me ed il mio
vedere, come in uno specchio, riflessa un'immagine. cuore bramava vederlo. Avevo sentito la presenza di Dio tanto
Indietreggiai inorridito. Era l'immagine di un mostro! Vidi vicina ed essa era meravigliosa, superiore a qualunque altra
un'orribile figura emaciata, con le gambe gonfie, gli occhi sensazione mai provata. Era come pregustare che cosa vuol
simili a buchi vuoti nel capo, una lunga barba coperta di sangue dire esser con Dio per l'eternità e non volevo tornare indietro.
disseccato che era colato da labbra screpolate, sanguinanti ed Pregai chiedendo di morire. Bramavo morire. Era una porta
orribilmente gonfie. gradita attraverso la quale avrei visto il Cristo che amavo e
Era una figura orribile e grottesca. Ne fui rivoltato. servivo da tanto tempo.
Improvvisamente capii. Quell'orribile e grottesca figura
sanguinante ero io! Quel mostro ero io! IL QUATTORDICESIMO GIORNO
Nella mente divenuta insensibile a poco a poco penetrò questo
fatto e le lacrime mi vennero agli occhi. Improvvisamente mi La presenza di Dio mi sostenne a lungo, ma il quattordicesimo
sentii schiacciare, tanto solo. Mi sentii come doveva essersi giorno l'inedia completa, la sete ed il fuoco che mi bruciava
sentito Cristo quando aveva gridato: «Dio mio, perché mi hai negli occhi divennero insopportabili. Era chiaro che stavo
abbandonato?». Non riuscii a versare lacrime, ma il corpo morendo. Mi sentivo distaccato da ogni cosa. Così è quando si
sussultava per le lacrime non versate. Quindi in quel momento muore, pensavo.
di totale e schiacciante

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Da un momento all'altro vedrò Cristo. La guardia capì che picchiavano forte, altrimenti avrei perso conoscenza. Alla fine
stava accadendo qualcosa e si precipitò fuori della stanza, Eleas caricò la pistola, ed afferratomi per il colletto,
tornando con un dottore, che lanciatomi uno sguardo disse trascinandomi quasi, mi portò nel corridoio. Perdevo
all'agente: «Quest'uomo sta morendo». La loro voce sembrava abbondante sangue dal naso e fuori era buio fitto. Mi spinse
venire da lontano. Evidentemente secondo le loro intenzioni, davanti a lui fino all'estremità del corridoio, dove brillava una
non dovevo ancora morire perché sentii che mi trasportavano fioca lampada, tenendo sempre la pistola contro la mia schiena.
via. Rinvenni probabilmente un'ora dopo nella mia cella. Quando fummo giunti alla lampada, mi gridò: «Fermati!
A giudicare dall'espressione d'orrore sul volto di Tsonny, Mettiti con la faccia contro il muro».
dovevo certamente sembrare spaventevole. Non potevo Mi misi nella posizione abituale e notai sull'intonaco del muro
muovermi. Le gambe gonfie somigliavano a zampe d'elefante. chiazze di sangue e i segni lasciati dall'urto delle pallottole.
Le labbra erano screpolate e sanguinanti. Gli occhi non erano Ovviamente questa remota e buia estremità di un corridoio
che profonde cavità nere nella testa e le pupille d'un rosso sotterraneo era il luogo dove molti altri avevano incontrato la
acceso. Per una settimana non riuscii a mettere a fuoco gli morte. Eleas spense la luce. Faceva freddo ed il buio era fitto.
occhi né ad usarli convenientemente. Si poteva sentire aleggiare la morte nell'aria malsana. Eleas mi
Mentre riprendevo lentamente coscienza, Tsonny mi disse la premette la pistola sulla nuca.
data. Non riuscivo a crederci. Ero rimasto senza cibo né acqua, «Popov, ne abbiamo abbastanza della tua ostinazione» mi
in piedi, per quattordici giorni! Non riesco a spiegarmi come disse. «Questa è la tua ultima notte. Devi morire perché ti
fosse possibile. Più tardi in quello stesso giorno mi portarono ostini a rifiutare di confessare che sei una spia. Ti dò un'ultima
cibo ed acqua e mi lasciarono riposare. Penosamente il mio possibilità. Mentre conto fino a cinque, pensaci e confessa che
compagno di cella mi aiutò a sollevare le gambe enormi e sei una spia. Se sarai ragionevole potrai vivere, altrimenti al
gonfie puntellandole contro il muro per farne scendere il cinque sparerò».
sangue. Poi caddi in un sonno profondo. Credevo che il peggio Ero certo che mi avrebbe sparato, poiché migliaia di altri erano
fosse passato, ma non era così. stati uccisi nella Casa Bianca della D.S. prima di me. Sapevo
La sera successiva, dopo mezzanotte, venni chiamato di nuovo che questa gente eseguiva le sue minacce.
per essere interrogato, questa volta da un agente di nome Eleas. Il pensiero della morte come accesso all'eternità mi attraversò
Nella stanza mi aspettavano altri quattro o cinque. Appena la mente come un lampo. Avrei visto Gesù! Ero riempito della
entrato fui accolto con scherni, beffe ed umiliazioni. Quindi certezza che questo tormento infernale sarebbe ben presto
cominciarono a bastonarmi. Vacillai attraverso la stanza e cessato. Era come se per me fosse già iniziata l'eternità e non
caddi, mi trassero sù e continuarono a picchiarmi. Ovviamente restava da adempiere che la formalità della morte.
avevano deciso di aggiungere alla tortura mentale anche la Mentalmente ero preparato ed ero già con Cristo. Aspettavo
tortura fisica. soltanto che partisse il colpo, e sarei stato portato in cielo sulle
In tutto questo frangente rimasi silenzioso. Malgrado d riposo ali degli angeli, da Gesù, dal mio Salvatore. Nel mio cuore
mi avesse ridato qualche forza, ero ancora molto debole, e la c'era in quel momento magnifico un tal destino di vedere Gesù.
minima spinta mi faceva cadere. Non mi Come era attraente per me ciò! Finita tutta questa tortura!

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Vederlo! Essere con lui! contro la testa perché potessi sentirla. Credeva che avrei avuto
A molti non piace pensare alla morte. Temono e tremano alla paura della morte, ma non poteva vedere che cosa accadeva
parola «morte» e vedono la morte come una minacciosa figura dentro di me! Non sapeva che aspettavo il momento di vedere
nera. Perché l'uomo teme la morte? Per prima cosa, perché non il mio Maestro che amavo più di ogni altra cosa, che avevo
crede in Dio. Per quelli che non hanno accettato Cristo come servito e che avevo predicato.
loro personale salvatore, la morte è la più terribile realtà. Mentre Eleas continuava scandendo lentamente un quattro,
L'uomo teme la morte perché non è certo della propria avvenne qualcosa di quasi incredibile. Lo Spirito Santo discese
salvezza. Il suo peccato lo rende consapevole del fatto che su di me in una misura maggiore di quanto fosse mai avvenuto
dopo la morte ci sono dei conti da rendere. prima. Mi accadde quel che era avvenuto a Gedeone e di cui si
Ma per chi crede in Gesù ed è certo della sua fede e della sua parla in Giudici 6:34: «Lo spirito dell'Eterno s'impossessò di
salvezza mediante il sangue purificatore di Cristo, non v'è Gedeone...». Divenni coraggioso come Gedeone e forte come
morte. Non crediamo nella morte, perché non c'è morte per Sansone. Non mi considero un uomo coraggioso, ma il Dio di
quelli che sono in Gesù Cristo. In Giovanni 11:26 troviamo che Gedeone è il mio Dio, e fu con me in quel buio corridoio. Dopo
Gesù disse a Marta, sorella di Lazzaro, che era morto: aver contato fino a quattro Eleas fece una pausa, ma che per me
«Chiunque vive e crede in me, non morrà mai». Dopo di che le era troppo lunga. Udii una voce venire dalle profondità del mio
rivolse una memorabile domanda: «Credi tu questo?». essere, coraggiosa, forte, imperiosa, che gridava: «Non
Se in questo mondo d'incertezza v'è una certezza, essa è aspettare! Non aspettare! Tira diritto al capo!». Preso dal
costituita dalla Parola di Dio. Il cielo e la terra passeranno, ma panico e dalla paura, Eleas fece un salto all'indietro. Non s'era
la Parola di Dio non passerà mai. Fino ad allora non m'ero mai aspettato questo, come neppure io.
immaginato a che cosa potesse somigliare la morte, ma per me Non riusciva a capire (e neppure io) da dove m'era venuta
essa non era uno spettro nero, anzi era un angelo venuto a quella forza. Ero tanto debole e sfinito da poter appena
liberarmi. La morte non mi appare come qualcosa di buio e camminare, ma Eleas fu ancor più sorpreso di me. Mi preparai
torvo, ma piena di luce e di gioia, perché in Apocalisse 14:13 è in attesa del proiettile, ma invece avvertii un colpo crepitante
detto: «... Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel dietro al capo. In quel momento fuggevole prima di perder
Signore». Ed il Salmo 116:15 ci dice: «Cosa di gran momento conoscenza, capii che Eleas aveva semplicemente voluto
è agli occhi dell'eterno la morte de' suoi figliuoli». Realmente, indurmi ad una confessione con uno stratagemma, e non
per quelli che sono salvati, la morte è non solo la porta uccidermi. Il dolore per la delusione, tanto reale da sembrare
d'accesso al cielo ma anche un arco trionfale attraverso il quale quasi fisico, m'invase il cuore, un dolore più grande di quello
entriamo nella gioia della vittoria e con canti di giubilo. che sembrava spaccarmi il capo.
Eleas cominciò a contare lentamente, facendo una La mia delusione era veramente profonda. Ero pronto ad
lunga pausa dopo ciascun numero, per darmi la possibilità di affrontare la morte, ma ero ancora in vita. Ero pronto ad andare
fare una confessione inconsiderata. «Uno ...» una lunga Pausa. con Cristo ed invece ero ancora con Eleas. Perché la morte non
«Due ...» un'altra lunga pausa. «Tre ...» continuò 1 contare mi aveva voluto? Prima di perder conoscenza, nel mio cuore
lentamente, continuando a premermi la pistola gridai: «Signore, sono stato fedele fino alla morte, ma la morte

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non è venuta». Fui riportato nella cella, nella quale mi punto vulnerabile, ed egli lo trovò rapidamente. Naturalmente
gettarono senza conoscenza. era la grande preoccupazione per mia moglie e per i miei
Quando rinvenni, Tsonny mi aveva appoggiato contro il muro e bambini. Ruth era sola con due bambini da nutrire e a cui
mi asciugava il sangue da dietro il capo. Esser vicino a Dio e accudire, ed io ero lì, senza poter far nulla per aiutarla.
risvegliarsi nella cella della D.S. fu per me una cocente Ma io cercai di amare e di comprendere piuttosto che odiarli,
delusione. Ma mormorai: «Signore, non la mia, ma la tua perfino quei delatori incontrati in prigione e che a volte furono
volontà sia fatta». Poi caddi in un lungo e profondo sonno. alla base di grandi punizioni per me. Anch'essi erano vittime
Più tardi la porta della cella si aprì per lasciare entrare un altro come me. Spesso i carcerati cercavano in maniera pietosa di
detenuto, che si sedette in un angolo, quasi vergognoso, senza parlar duramente delle loro mogli e figli per dar a intendere alla
proferire parola. Ma a poco a poco divenne più loquace. Disse polizia segreta ch'essi non si curavano delle loro famiglie,
di chiamarsi Nickolai Gantchef e di aver servito per molti anni perché queste fossero lasciate indisturbate ed in pace.
nella guardia di palazzo del nostro ex re Boris. Ora lo avevano Ho sentito molte volte uomini che maledicevano moglie e figli
arrestato accusandolo di essere un monarchico e di essere per mostrare che non se ne curavano per poi vederli voltarsi,
implicato in una congiura. nascondendo la faccia tra le mani e piangere scossi dai
Tsonny si mostrò sospettoso nei suoi riguardi, ma io, nella mia singhiozzi.
ingenuità ed ancora sofferente per le bastonature, credevo che Si trovavano delatori non solo in luoghi dove erano in corso
tutto quel che diceva fosse vero. Seppi poi che era stato posto campagne sistematiche (come quella contro di me), ma
nella nostra cella per spiarci. dovunque: nelle prigioni, nei campi, nelle case, luoghi di
Dopo un po' Tsonny fu tolto dalla nostra cella, e quando lo lavoro e perfino fra i fedeli delle chiese. Per migliorare la
rividi un anno dopo, in un'altra prigione, mi disse che Nickolai propria situazione in prigione e diminuire le proprie sofferenze,
era andato dai capi per dir loro che Tsonny si era mostrato molti detenuti si offrivano come informatori. I comunisti non
circospetto nei suoi riguardi e che lo sospettava; era necessario riescono a dormire tranquilli se non sanno tutto di tutti, come
perciò che lo allontanassero dalla cella per permettere a lui di per esempio che cosa si pensa a loro riguardo e chi lo pensa o
continuare il suo lavoro. che cosa si dice di loro. Di conseguenza in tutta la Bulgaria non
Nickolai ed io fummo lasciati soli in quella cella ed egli c'era quasi cella, gruppo di abitazioni, luogo di divertimenti o
raccolse su me molte informazioni che io stesso gli diedi nella chiesa dove non vi fosse un informatore che riportava quello
mia ingenuità. Più tardi compresi che molti detenuti erano che si diceva. Niente è cambiato oggi.
spinti a fare opera di delazione nei confronti dei loro compagni
di prigione per le minacce di rappresaglie contro le proprie
famiglie. Più tardi compresi che lo sguardo basso di Nickolai L'EVANGELO ANNUNZIATO ALLA POLIZIA SEGRETA
era dovuto alla vergogna. Ma la polizia segreta veniva subito a
conoscenza dei punti vulnerabili di un detenuto come i figli o Al principio del mese di settembre del 1948 venni affidato ad
la moglie, e se ne serviva senza misericordia. un avvocato, un certo Pietro Manoff che avrebbe dovuto
Il compito di Nickolai era quello di conoscere qual'era il mio condurre gli interrogatori fino a quando non avessi confessato.

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Ogni sera mi veniva ordinato di scrivere a proposito di me gradimento, ma era tanto attentamente intessuta da sembrare al
stesso, del mio lavoro, dei miei amici, degli amici dei miei suo posto e facente parte del tutto. Ciò li infuriava, ma dopo
amici, di tutto quello che volevano sapere su di me. tutto Cristo faceva parte della mia vita, dal momento in cui mi
Sembrava qualcosa d'innocuo e mi avrebbe data la possibilità ero convertito. Malgrado la odiassero, era la Parola di Dio, ed
di riposarmi, così cominciai a scrivere, col proposito essi, più di tutti, ne avevano bisogno.
d'immettere dovunque fosse possibile la mia testimonianza a
proposito di Cristo. Volevano che scrivessi a proposito di tutto Una delle occasioni più propizie fu quando mi ordinarono di
quello che era avvenuto nella mia vita. Era una cosa secondo i scrivere a proposito dei corsi biblici frequentati a Danzica, chi
miei gusti, poiché mi dava tante occasioni di dire ai miei erano gli insegnanti e gli amici che avevo avuti laggiù, e quali
inquisitori che cosa significasse Cristo per me! Sapevo che materie s'insegnavano. Era realmente l'occasione propizia!
avrebbero dovuto leggere tutto quello che scrivevo, perciò misi Ripetei le lezioni in tutti i particolari, proprio come ci erano
dappertutto la Parola di Dio e la mia testimonianza su di essa. state date dai nostri insegnanti. Penso che fossero i primi
Manoff era occupato tutto il giorno in tribunale come pubblico inquisitori comunisti a ricevere corsi biblici. Quindi mi
ministero e veniva al carcere la sera per assegnarmi il nuovo da chiesero di parlare del periodo trascorso alla scuola biblica di
fare e una nuova guardia. Per il sonno, non potei che fare Londra, ed io mi ci dedicai con gioia. Eccomi in una prigione
qualche breve pisolino durante tutto il mese. Mi lasciavano comunista, servendomi di carta ed inchiostro messimi a
tornare in cella ogni mattina, a mezzogiorno e di nuovo la sera, disposizione da loro, ad annunziare ai comunisti la Parola di
forse per quindici minuti alla volta. Vi ricevevo ogni giorno i Dio! Mi avevano detto: «Popov, vogliamo tutti i particolari!».
miei trecento grammi di pane e l'acqua che chiamavano Ed io glieli fornivo! Furono alcuni dei giorni più meravigliosi
«minestra». da me trascorsi in prigione! Il riparlare dei miei corsi biblici mi
Profittavo di questi brevi momenti per riposarmi e dormire un riportò di nuovo tutto alla memoria.
po'. Un giorno mi dissero: «Popov, adesso ne abbiamo abbastanza.
Ero estremamente debole per la mancanza di sonno e per la Non vogliamo più saperne della tua vita alla scuola biblica né
malnutrizione. del tuo Dio da favola!». Ma grazie a Dio, fino a quel momento,
Sarebbe interessante leggere quello che scrissi durante quelle volenti o nolenti, erano stati sotto la sua influenza. Mi
notti. In tutto dovetti aver scritto più di duemila Pagine, fino a ordinarono quindi di limitarmi alla situazione in Bulgaria.
quaranta per notte! Cercai sempre di trovar modo per rivenire alla Parola di Dio ed
Ogni sera mi veniva assegnato un argomento sul quale scrivere. a quello che il Signore significava per me. Veramente «allungai
Divenne un gioco per me trovare la maniera logica per a volte la minestra» ma di solito riuscii ad introdurre il
introdurvi una mia testimonianza a proposito di Cristo. Vi messaggio dell'Evangelo. Mi chiedo spesso quanti comunisti
divenni veramente abile! raggiunse il mio messaggio.
Qualunque argomento mi assegnavano, trovavo modo di Ma anch'essi erano abili. La quantità stessa delle notizie che
rifilarvi una testimonianza. Non credo che fosse di loro fornivo, permetteva loro di racimolare qua e là fatti isolati, per

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torcerli. A mia insaputa le persone da me citate nei miei scritti, Una notte venni condotto in una stanza al quarto piano e lì mi
venivano interrogate a fondo e tormentate. venne ordinato di sedermi e di scrivere. A quell'epoca ero
Una di queste persone era un fratello, di nome Marko Kostoff, ridotto ad uno scheletro affamato che si muoveva in una specie
che lavorava ai bacini di Burgas, un porto sul Mar Nero. Gli di torpore, in un mondo crepuscolare di semi-coscienza. La
chiesero se avevamo parlato insieme al porto, quando avevamo finestra dava in un cortile, dall'altro lato del quale c'era un'ala
parlato e di che cosa avevamo parlato. In Bulgaria di solito un occupata dalla polizia segreta. In quell'altra ala notai la finestra
pastore va a far visita ai membri della sua chiesa almeno una illuminata di una stanza, nella quale stavano torturando un
volta al mese. Durante queste visite parlavo di Dio, dei bisogni uomo. Due uomini lo tenevano fermo al suolo, mentre un terzo
della famiglia e così via. Se il marito lavorava nei campi, batteva con tutte le sue forze sulle piante nude dei piedi del
parlavo della semina e del raccolto. Se lavorava nelle ferrovie, poveretto con un manganello di gomma dura. Potevo udire
parlavo di quel che faceva. In questo modo, durante le visite distintamente i colpi attraverso le finestre chiuse, dall'altra
pastorali fattegli, parlavo con Marko del porto e del suo lavoro, parte del cortile. L'uomo urlava per lo spasimo ed il dolore. I
oltre, beninteso, di cose spirituali. colpi continuavano fino a quando l'uomo non perdeva
I miei inquisitori decisero di profittarne dal punto di vista conoscenza ed anche dopo.
politico. Durante il suo interrogatorio, Marko si ricordò che Certamente quell'uomo non ha mai più camminato senza aiuto,
avevamo parlato del suo lavoro al porto. Disse che una volta sui suoi piedi. Quello spettacolo s'impresse in me come un
avevamo parlato di un fusto di formaggio. Su una nave diretta fuoco. Allora e molte sere di seguito, chiusi gli occhi per non
in Russia stavano caricando dei fusti con l'etichetta vedere e mi coprii le orecchie per non udire. «Signore, aiutami
«Marmellata», quando improvvisamente uno di questi cadde a distogliere la mia mente e a non pensare» pregavo.
sul molo sfasciandosi e rivelando che il suo contenuto era Più tardi ripresi lentamente e penosamente a scrivere, ma il
formaggio. A quell'epoca in Bulgaria non si riusciva ad pensiero andava a quell'uomo. Ero spiacente per lui, e tuttavia
ottenere in nessun luogo formaggio perché le autorità stavano lo invidiavo. Avrei fatto volentieri a cambio con lui. La sua
mandando segretamente tutte le scorte in Russia facendolo prova durava solo poche ore, ma anche se la sua tortura fosse
passare per marmellata. Marko mi aveva parlato di questa durata due giorni, allora sarebbe finita per sempre. Sarebbe
strana «marmellata». Marko si era ricordato che avevamo morto e le sue sofferenze sarebbero finite. Desideravo con tutto
parlato di questo fatto. In questo modo le autorità il cuore che mi trattassero così, per porre fine alle mie
affermarono che avevo ottenuto informazioni circa attività che sofferenze. Capii perché avevano posto le reti metalliche sulla
si svolgevano nel porto e che le avevo trasmesse agli Inglesi ed tromba delle scale e le sbarre alle finestre dei piani superiori.
agli Americani. Allo stesso modo, altri membri della mia Non era per impedire la fuga, ma il suicidio. Se dovevate
chiesa che lavoravano nelle ferrovie o nelle fabbriche si morire, volevano che lo faceste come volevano loro, non per
ricordavano di avermi parlato del loro lavoro. vostra scelta. Ma il mio desiderio non fu esaudito. I pensieri di
Le autorità stavano imbastendo abilmente un'accusa contro di Dio non sono i nostri pensieri ed il Signore aveva altro in serbo
me, facendo bene attenzione perché non si desse l'impressione per me. Non capivo che cosa, ma lo accettai.
che venivo perseguitato per la mia fede in Dio.

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MITKO CONDOTTO A CRISTO dal profondo del cuore, che il pavimento della cella, nel punto
dove s'era inginocchiato, era bagnato di lacrime. Egli fece un
Nickolai andò via dalla cella alla fine di ottobre ed io fui incontro meraviglioso e reale con Cristo. Lo invasero la pace,
lasciato solo a riposare, mentre continuava la «dieta della la calma ed una profonda soddisfazione interiore che gli veniva
morte». Benché soffrissi ancora la fame, adesso almeno mi da Dio. Allora capii che anche se il solo frutto della mia
veniva permesso di dormire, di modo che ripresi qualche forza. prigionia fosse stata quell'anima condotta a Cristo, ciò sarebbe
Cessai di combattere contro le cimici e gli altri insetti che mi ben valso la pena.
prendevano d'assalto mentre dormivo. Un giorno la porta della cella si aprì ed entrò una guardia con
Avevo bisogno del sonno molto più di quanto mi occorresse il un documento fra le mani,nel quale si diceva che Mitko era
sangue che mi succhiavano. Passavo la maggior parte delle ore libero. Mitko non riusciva a crederci ma la guardia gli mostrò il
di veglia in preghiera. In tal modo non avvertivo tanto la fame foglio di scarcerazione. Più tardi la guardia ritornò a cercare
ed il mio spirito si elevava verso l'alto. Mitko. Nell'attesa di andar via, Mitko mi disse: «Pastore, in
Alcuni giorni dopo la porta della cella si aprì per lasciar entrare questa cella ho trovato Iddio per mezzo di voi. Lo seguirò tutti
un giovane di nome Mitko, sui ventitré anni. Il poveretto era i giorni della mia vita». La guardia ritornò e Mitko mi disse
tanto giovane e impaurito. Percorreva senza posa la cella addio abbracciandomi. Non l'ho mai più rivisto, ma sono certo
ripetendo: «Sono innocente. Sono innocente» senza rivolgersi a che Mitko è rimasto fedele a Cristo.
nessuno in particolare. Quante volte quelle mura maculate di Restai solo per dieci giorni. Nell'isolamento mi sentivo tanto
rosso cupo per il sangue degli insetti schiacciativi sopra devono vicino a Dio che trascorsi tutto quel tempo lodando ed
aver udite queste parole! Destava compassione. Ogni volta che adorando Iddio. Che comunione intima con Dio! Parlavo con
passava una guardia cominciava a gridare di nuovo: «Sono lui ed egli mi consolava. Fu per me un banchetto spirituale. In
innocente!». questo periodo ricevetti nuova forza, benché il mio corpo fosse
Elogiava Lenin ed il comunismo ad alta voce nella speranza ridotto a nulla. Lacrime di gioia rigavano il volto. Qui, nella
che le guardie lo udissero parlare da buon comunista e lo prigione della D.S., solo e privo di tutto, avevo ogni cosa,
lasciassero uscire di lì. Era uno sforzo pietoso e disperato. Cristo. Privato di tutto, senza alcuna distrazione mondana,
Spesso ho visto detenuti comportarsi così. Provavo trovai una profonda e bella comunione con Dio. La gioia e la
compassione per lui ed allora cominciai a parlargli di Cristo e pace m'inondavano l'anima. Il corpo mi doleva per l'inanizione,
della speranza che si può avere nella salvezza. Mi adoperai per ma mai il mio spirito era stato tanto vicino a Dio. Disteso in
giorni per superare la barriera di puro panico di Mitko e per preda alla fame, solo e troppo debole per muovermi, sentivo di
poter arrivare a lui. Un giorno lo sguardo selvaggio scomparve poter giungere a Dio e di poter esser preso nelle sue braccia.
dai suoi occhi e cominciò veramente ad ascoltarmi. Il mio In quella cella ero più libero di quanto fossi mai stato fuori.
cuore ne fu rallegrato. Stavo veramente arrivando a lui. Due Libero dal mondo e dalle sue pressioni e ricerche. Provai
giorni dopo Mitko mi diceva: «Pastore, pregate per me». un'intimità con Dio come mai prima nei giorni in cui ero
Mi inginocchiai insieme a Mitko e pregammo insieme. Egli affaccendato. La prigione eliminava le gravose preoccupazioni
pregò con tanto fervore ed intensità, veramente della vita e trovai così una profondità ed unità spirituale con

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Cristo. La prigione distrugge l'uomo dal di dentro oppure gli dà
una profonda forza spirituale. La prigione, nella quale si è Ora guardo a quel legno lassù,
isolati dalla vita, spesso mette in luce le risorse più profonde e Rozza Croce che sanguina ancor.
genuine dell'uomo. Quel ch'è strano, il trovarsi nelle peggiori Essa accolse il mio caro Gesù,
condizioni ha spesso fatto risaltare il meglio, l'aspetto di Per offrirgli la morte e il dolor.
maggiore abnegazione dell'uomo.
Negli anni che sarebbero seguiti, vidi prigionieri occuparsi gli Con le lacrime che mi rigavano il viso continuai a cantare:
uni degli altri come i fratelli più affezionati. Nella comune
sofferenza si forgiavano le amicizie. Ho spesso visto con i miei Si fa buio nel ciel, su quel colle fatal
occhi un detenuto affamato dare la sua unica razione Ogni cosa nell'ombra scompare;
giornaliera di briciole di pane ad un altro detenuto più debole Ma dirada quel vel un chiaror celestial;
di lui. È la Croce che brilla ed appare.
La presenza di Dio mi circondava e mi rinforzava,
riempiendomi. Non dimenticherò mai quei dieci giorni. Il Ora vedo la gloria nel ciel
decimo giorno, guardando di buon mattino dalla finestra della E il sentiero che mena lassù.
mia cella in direzione della fabbrica ch'era dall'altro lato della Quella Croce ha distrutto ogni vel
strada, con mia grande sorpresa vidi sul tetto di essa la forma Per la morte del caro Gesù.
distinta di una croce! Probabilmente era l'ombra formata dal
sole che illuminava due ciminiere in tal modo da avere l'aspetto Cantai questo cantico fino alla fine e sentii il cuore riempirmisi
di una croce. Ma per me fu come un segno datomi da Dio. di tenerezza. Le lacrime mi colavano sul volto. Non erano
Rimasi a lungo alla finestra della cella, a guardare la croce, lacrime amare, ma come diciamo noi cristiani di Bulgaria,
pensando a quella sulla quale era morto Gesù ed al suo amore lacrime dolci.
ed alla sua bontà. Improvvisamente una voce, vera come ogni Non appena ebbi terminato di cantare, la porta si aprì e venni
altra voce da me udita, disse: «Figlio mio, questa è la croce che condotto giù per esser nuovamente sottoposto alla tortura. I
devi portare. Preparati ad affrontare altre sofferenze». miei dieci giorni di tranquilla comunione con Dio erano
Benché sapessi che qualcosa di terribile stava per accadere, terminati. La mia più grande prova del fuoco era là, col mio
l'apparizione di quella croce mi infuse un senso di fiducia in «processo-spettacolo» imminente.
Dio, e guardando attraverso le sbarre della mia cella cominciai
a cantare: SI METTONO LE CARTE IN TAVOLA

Su quel colle fatal, io rimiro per fé Il mio «processo» era già fissato, le date stabilite, e tuttavia non
Quella Croce che parla d'amor. ero ancora stato piegato. Le guardie cominciavano ad esser
Su quel legno crudel, fu immolata per me prese dalla disperazione. Dovevano spezzare la mia volontà
Quell'offerta che lava il mio cuor. entro qualche giorno, altrimenti ... Erano le otto quando fui

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condotto giù per le scale con la rete metilica, nuovamente restare svegli. Malgrado tutti i tentativi per restare sveglio, urto
nell'ufficio del compagno Manoff, inquisitore capo. Benché si addormenta/ anche in piedi, e cade. Quando mi accadeva
avanzassi come sospinto dagli effetti della grande benedizione questo, la giovane guardia si avvicinava silenziosamente dietro
ricevuta, il corpo era debole. Le gambe cedevano quasi mentre di me e mi sferrava un colpo violento che mi faceva rintronare
camminavo. Gli effetti accumulatisi di quello che avevo le orecchie. Subito dopo il colpo al capo mi appioppava con
attraversato cominciavano a farsi sentire. Si era adempiuta in le sue pesanti scarpe dei calci agli stinchi con tutta la sua forza.
me la parola di Dio: il corpo era debole, ma lo spirito era forte. Una volta, dopo che fui caduto mi ordinò di tenere le braccia
Salutai educatamente Manoff, ma egli girò il capo senza alzate. Dopo dieci minuti esse ricaddero per la stanchezza. Con
rispondermi. Nella stanza c'era un'altra persona che non avevo la bestemmia mi urlò di rialzare le braccia, ma non avevo la
mai vista prima. Con un urlo belluino mi ordinò di mettermi forza per eseguire il suo ordine. Un'altra mazzata ed un altro
con la faccia rivolta al muro, cosicché mi posi di nuovo nella calcio. Quindi mi ordinò di appoggiarmi contro il muro
posizione consueta, e tutto ricominciò da capo. Manoff era tenendomi con due dita, cosa ancora peggiore. Questa gente
assistito da tre altri inquisitori. Ero certo ch'era venuto il conosceva tutte le più dolorose posizioni nelle quali si può
momento decisivo. Evidentemente erano stati rimproverati per mettere il corpo umano. Le ultime ore della notte furono
non esser riusciti a spezzarmi e questa volta non volevano penose al di là d'ogni possibile descrizione. Era solo la prima
mancare. Il più anziano era colui che mi aveva ordinato di notte, ma almeno ero riuscito a tenere.
mettermi con la faccia contro il muro. Si chiamava Dimitri Col nuovo giorno vennero nuove forze. E interessante notare
Avrahamoff. Gli altri due sembravano avere poco più di che durante il giorno uno non si sente stanco come durante la
vent'anni ciascuno, ma gli occhi di quello che sembrava il più notte. In quei momenti imparai molto sul corpo umano e sulla
giovane dei due erano riempiti di un odio bruciante. Il suo sua resistenza.
volto era letteralmente contorto per l'odio verso di me. Tanto Durante il secondo, il terzo ed il quarto giorno continuarono le
giovane e già ridotto ad un odio ed una frenesia animaleschi! torture, le bastonature ed i calci. Un lato della testa mi si era
Aveva veramente bisogno di Cristo, pensai. I tre si alternavano gonfiato e gli stinchi mi dolevano continuamente per i calci.
ogni otto ore, mentre io ero di nuovo con la faccia rivolta al Divenivo sempre più debole perché non ricevevo né cibo né
muro, senza dormire, con gli occhi aperti, proprio come acqua. La fame scomparve di nuovo e ad essa subentrò la sete
durante i quattordici giorni precedenti. Prima avevo avuto una che avevo già provata prima. Il sangue mi era sceso
certa riserva di energia, ma adesso non ne avevo alcuna. La nuovamente alle gambe che si erano gonfiate assumendo il
«dieta della fame» aveva fatto il suo effetto. doppio della loro misura normale. Mi si era aggrinzata la faccia
Dopo la mezzanotte della prima notte, prese servizio d giovane e la barba era divenuta lunga, le labbra erano screpolate e sulla
tanto pieno di odio. Egli sorvegliava ogni mio movimento, barba mi scorreva nuovamente il sangue. Stavo provando di
notando se spostavo i piedi per riposarmi un po', o se non ero nuovo quello che era accaduto già una volta, ma adesso era più
sull'attenti. Mi umiliava e mi derideva. Come ho già detto, le doloroso.
peggiori ore per un detenuto sono quelle dopo la mezzanotte, I giorni si confondevano l'uno nell'altro. Svenivo e crollai
perché allora il corpo esige di dormire e si deve lottare per spesso. Mi facevano rinvenire con un secchio d'acqua e mi

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rimettevano in piedi, facendomi piovere addosso colpi e il dolore, la camicia era completamente Coperta di sangue.
bestemmie. Non sentivo altro che fuoco, fuoco, fuoco Dimitri mi colpiva selvaggiamente. Il mio volto era una massa
divorante causato dalla sete e dal dolore. Quindi come in un di sangue che colava. Ma non sentivo il dolore! Sentii come
lampo mi giunse la Parola di Dio: «Ma tutto questo ve lo una forza levarsi in me e sollevai la faccia per presentare a
faranno a cagion del mio nome...» (Giovanni 15:21). Ed Dimitri un migliore bersaglio. Avanzai verso Dimitri ed egli
ancora: «Poiché a voi è stato dato, rispetto a Cristo, non cominciò ad indietreggiare. Lo seguii. Il mio volto era di nuovo
soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui» vicino a lui. «Colpiscimi! Allora capirai. Colpiscimi!
(Filippesi 1:29). Per amore di Cristo! Questo pensiero colpiscimi!» gridai. Pallido e tremante, Dimitri si rigirò
meraviglioso rinnovò le mie forze. Il mio spirito cominciò a lentamente, crollando pesantemente su una sedia.
parlare con Dio. Le ore più dure, quelle dopo mezzanotte, Lo avevo seguito attraverso la stanza chiedendo che mi
passavano ed io non sapevo neppure dove fosse finita la notte. colpisse, spinto da una forza che non era la mia. Adesso lo
Ben presto fu il mattino del settimo giorno. dominavo mentr'egli era accasciato sulla sedia.
L'inquisitore capo, Manoff, venne di nuovo e non si mostrò Improvvisamente la forza soprannaturale che avevo sentita mi
affatto contento nel vedermi tanto ristorato. Era il settimo lasciò. Mi sentii tanto debole da non poter stare in piedi.
giorno e si aspettava di vedermi crollare. Mancava poco al Crollai accasciandomi sul pavimento come uno straccio
processo ed incominciavano a disperarsi. Lanciò un ordine a bagnato. L'incredibile esperienza era finita. Restai li, nella
Dimitri che mi afferrò alle spalle cominciando a scuotermi stanza piena di silenzio, ai piedi degli sconcertati inquisitori.
furiosamente. Sentii di nuovo lo Spirito Santo di Dio che mi Finalmente mi sollevarono e mi spinsero contro il muro, al
riempiva. Dimitri mi rigirò e serrò il pugno. Allora mi accadde quale mi appoggiai debolmente. Rimasi lì in piedi tutta la notte.
qualcosa. Il giorno dopo era il 7 novembre, quello nel quale persi la mia
Non riesco ancora a spiegarla oggi. In quel momento ogni volontà. Ricordo che caddi come se qualcuno mi avesse colpito
muscolo del mio corpo divenne duro come pietra. La debolezza sul capo con una sbarra di ferro. Cominciai ad avere
di qualche istante prima era completamente scomparsa. In un allucinazioni. La stanza era piena di serpenti. Strisciavano sul
momento furono dimenticati gli effetti di sei giorni e sei notti pavimento, su per le mura ed i mobili, giungevano fino da me
di inedia passati in piedi, dei colpi e delle bestemmie, ed i tre strisciandomi sul corpo. I nodi del legno del muro divennero
mesi di torture e di fame. Il mio corpo indebolito e raggrinzato facce impazzite che ridevano istericamente. Ero sull'orlo della
si distese. Mi eressi m tutta la mia statura, ritto come una follia. I serpenti, i volti, tutto sembrava turbinare sempre più
statua, davanti a Dimitri. Quest'ultimo mi dominava dall'alto rapidamente, mentre mi sentivo sprofondare sempre più giù.
perché era un uomo grande e forte. I primi tre colpi mi Ero sceso fino all'orlo della pazzia. Attraverso mesi di inedia,
raggiunsero precisamente fra gli occhi. Il naso si gonfiò e bastonature e torture, avevo combattuto il buon combattimento.
incominciò a sgorgare il sangue, ma non avvertivo il dolore. I Avevo sopportato più di quanto possa sopportare un corpo
muscoli del corpo divenuto rigido erano duri e non barcollavo umano. Ero giunto alla fine di me stesso. «Dio mio!» gridai. La
né caddi per la debolezza. mia volontà era infine spezzata. Questa volta avevano vinto.
Seguirono altri colpi, ma, cosa incredibile, non avvertivo

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Sotto l'effetto di questo trattamento psicologico e della tortura Era una giornata di freddo intenso. Gli alberi ed i pali telefonici
una persona viene trasformata in una specie di disco delle strade di Sofia erano ricoperti di uno spesso strato di
fonografico, che dice e canta qualunque cosa si incida su di brina. Sembravano bellissimi. Percorremmo un certo numero di
esso. Ci dicevano le parole e noi le ripetevamo strade e quindi ci trovammo davanti all'ingresso posteriore
macchinalmente. Se mi avessero detto che avevo uccisa mia della prigione centrale di Sofia.
madre, avrei ripetuto meccanicamente: «Sì, ho ucciso mia La D.S. aveva finito il proprio lavoro. Avevo lasciato la «Casa
madre». Bianca».
Non ero più un essere umano, ma un registratore. Ero stato Mi avevano «preparato» per il processo.
calpestato, battuto, brutalizzato, affamato, fino a divenire un
automa umano. Ero pronto a confessare qualunque cosa. LA MUSICA DEGLI ZOCCOLI DI LEGNO
Avendomi ridotto allo stato di pasta. Dimitri prese ad
impastarmi come voleva, rivelandosi uno specialista in questo «Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso
campo. Non era questa la prima volta che riusciva a piegare un e vi perseguiteranno, dandovi in man delle sinagoghe e
detenuto alla sua volontà. mettendovi in prigione, traendovi dinanzi a re e governatori, a
«Sei una spia di prima categoria» mi diceva. «Sì» rispondevo. cagion del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di render
«Così mi piaci. Sei sulla buona strada. Siediti. Aspetteremo che testimonianza» (Luca 21:12,13). Con queste parole Gesù
venga Monoff, e poi potrai ritornare in cella per riposarti». Mi preparava i discepoli a quello che sarebbe seguito. Queste
misi a sedere, mentre il capo mi girava. Da quel momento parole si sono ripetutamente adempiute nel corso della storia
credetti ed ebbi la certezza di essere una spia. Così noi tutti, i del cristianesimo ed ancora oggi è così. Le comunità
quindici dirigenti di chiese, divenimmo «spie». evangeliche bulgare lo esperimentano in maniera particolare.
Al mattino giunse Manoff che all'udire la notizia fece un gran Nel mio caso la «prigione» era un edificio di cinque piani
sorriso. Mi condussero in cella, ricevetti del cibo e fui lasciato circondato da un gran cortile intorno al quale si levava un muro
solo a riposare. Restai a giacere a lungo mentre il corpo ed il di pietra alto quattro metri e mezzo e dello spessore di
sistema nervoso si acquietavano, quindi caddi in un sonno quarantacinque centimetri. Ad ognuno dei quattro angoli di
profondo. questa fortezza v'era un'alta torre nella quale v'era sempre di
I comunisti mi prepararono, perché le firmassi, un'elaborata servizio una sentinella. La prigione centrale è costruita come
serie di «confessioni». Le firmai. Se mi avessero ordinato di tutte le altre prigioni esistenti in Bulgaria, ma è più grande
firmare una dichiarazione secondo cui Iddio era morto, l'avrei delle altre. Costruita molti anni prima che i comunisti
fatto. La mia volontà era arrivata tanto lontano da non poter arrivassero al potere, essa aveva trecentocinquanta celle
andare oltre. Il 31 dicembre, alle quattro del pomeriggio, mi singole, ciascuna con un letto, un tavolo ed una sedia, essendo
dissero di mettere insieme le mie cose. Avevo un materasso ed il pavimento di cemento, i detenuti dovevano portare zoccoli di
una coperta che avevo ricevuto da casa dopo il crollo della mia legno. In questa prigione costruita per contenere da trecento a
volontà; li arrotolai con i miei abiti e le poche altre cose. Due quattrocento detenuti ve n'erano ora più di cinquemila. Un
guardie mi condussero fuori, in un'automobile che era in attesa. intero braccio della prigione era stato destinato ad ospitare i

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pastori ed i testimoni, in tutto centosettanta persone. Dopo il Le gambe, le braccia e l'intero corpo di mio marito erano gonfi;
processo alcuni furono liberati, altri trasferiti in un'altra avevano il doppio delle loro dimensioni normali. Gli chiesi se
prigione ed altri ancora inviati in campi di concentramento. era stato malato, dato ch'era tanto ingrossato, ma egli
La mia cella era all'estremità di un corridoio, vicino al guardandosi nervosamente d'attorno si pose un dito sulle
gabinetto, che non era altro che il luogo dove i detenuti labbra. Capii che non dovevo fargli domande. Poi mi disse ad
venivano a vuotare i loro secchi. Essa era piuttosto simile ad un alta voce: "Gli abiti mi vanno un po' stretti. Sarebbe bene se
magazzino frigorifero che ad un luogo nel quale doveva vivere potessi mandarmi dei pantaloni più grandi". I dieci minuti della
qualcuno. Posai il materasso e la coperta sul suolo di cemento visita furono presto terminati, troppo presto, e quindi
cosparso di rifiuti e mi distesi. La giornata era fredda e benché condussero nuovamente via Haralan».
indossassi tutti gli abiti che avevo e mi fossi avvolto nella Vedendo Ruth per la prima volta dopo il mio arresto, le chiesi:
coperta non riuscivo a dormire per il freddo. «vedi in che cosa ti sei messa sposandomi. Forse sarebbe stato
Era il 31 dicembre ed io percorrevo la cella avanti e indietro meglio per te se fossi rimasta in Svezia. Non ho fatto che
avvolto nella coperta ed ascoltando il suono secco degli zoccoli procurarti sofferenze».
sul suolo di cemento. Lo chiamavamo la «musica degli «No, il mio posto è con te» disse, mentre le spuntavano le
zoccoli». Esso era provocato dalle migliaia di prigionieri che lacrime.
percorrevano avanti e indietro le celle cercando di riscaldarsi Dopo la sua visita ricevetti del buon cibo per «ingrassarmi» e
un po'. Durante i miei tredici anni di prigionia ebbi un sol paio farmi tornare al peso di prima, ed assistenza medica per
di scarpe di cuoio, ma non riesco a calcolare il numero di riparare i danni fisici. Non dovevo mostrare alcun segno di
zoccoli consumati. Quella sera udivo per la prima volta la quel che avevo attraversato. Per sei mesi non mi avevano
«musica degli zoccoli». Avrei udito ancora molte altre volte permesso di lavarmi né la faccia, né il corpo, né di radermi. Si
questo suono strano. può immaginare quale fosse il mio aspetto!
Intirizzito fino all'osso in quella notte terribilmente fredda, io
ed altri cinquemila detenuti vedemmo cominciare il nuovo
anno. SPEZZATO, MA NON PIEGATO
A distanza di tempo Ruth raccontava a proposito della prima
visita fattami; che agli inizi di gennaio, una guardia carceraria Il palazzo di giustizia di Sofia è il più grande edificio di tutta la
era venuta da lei per dirle che poteva, insieme ai bambini, Bulgaria. Le sue dimensioni sono appropriate al grande uso che
venire a visitarmi in prigione. se ne fa. Il mio processo si tenne nell'aula più bella e più
«Non vedevo mio marito dal momento del suo arresto, il 24 importante del tribunale, l'aula numero 11.
luglio. Al carcere fummo accolti dal direttore che si mostrò Ai due lati della sala erano stati disposti microfoni e macchine
molto cordiale. Ci condussero quindi in una stanza d'attesa e da presa per permettere di filmare il procedimento. Gli ospiti
due guardie fecero entrare Haralan. Ci salutammo, mentre un speciali comprendevano giornalisti di paesi stranieri, fra questi
funzionario era seduto lì vicino per ascoltare la conversazione. quelli del London Telegraph e del New York Times e di altri
grandi giornali. Doveva essere un processo storico nel corso

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del quale si dovevano giudicare nella stessa occasione i Il pastore Michailoff si rivelò un «importante testimone»
quindici responsabili supremi delle chiese di Bulgaria, fra i contro tutti i pastori, particolarmente contro il pastore Ziapkoff.
quali ero io. Era presente anche il «decano rosso» di Da sola, la sua testimonianza sarebbe stata sufficiente a farci
Canterbury, il dottor Johnson, fatto venire di proposito in aereo condannare tutti a morte, ma poiché avevamo «confessato», la
in occasione del processo. pena capitale venne commutata in condanne al carcere, ma
Ai nostri parenti venne fornita una speciale tessera d'ingresso. tutto ciò era allo scopo di mostrare la «misericordia»
L'aula, che conteneva più di cinquecento persone, era gremita. comunista.
Uno dopo l'altro fummo fatti salire dalle celle del seminterrato,
con un poliziotto da ciascun lato. Andammo ai nostri posti, Il secondo a deporre fu il responsabile metodista, il pastore
senza alcuna possibilità di comunicare fra noi. Non potemmo Janko Ivanoff, che ripetette quello che aveva detto il pastore
non di meno evitare di guardarci reciprocamente vedendoci ben battista confermandone la testimonianza in ogni senso.
abbigliati, ciascuno nel suo abito completo ben stirato. Che
contrasto con i sudici stracci che avevamo portati per sei mesi! Il giorno dopo i giornali erano pieni delle terribili
Che cosa era avvenuto? Due settimane prima che cominciasse «confessioni» sulle attività di spionaggio svolte dai pastori che
l'udienza, ci dissero di scrivere alle nostre famiglie per chiedere avevano «venduto» la Bulgaria agli Inglesi ed agli Americani.
camice e abiti ben stirati. Permisero loro anche di mandare Secondo i giornali, il «popolo» chiedeva le più severe
tutto il cibo possibile. Inoltre durante le due settimane condanne. Era chiaro che tutto quel che dicevano i giornali
precedenti avevamo ricevuto dalla cucina della prigione cibo veniva dalla D.S..In seguito, sapemmo infatti che gli articoli
nutriente ed ingrassante. Tutto ciò per esser certi che non erano stati scritti con settimane di anticipo. Di buon mattino ci
restassero tracce delle sofferenze attraversate, poiché diedero copie dei giornali perché ci rendessimo conto che la
dovevamo comparire davanti alla stampa estera ed al corpo nostra situazione era disperata e che non ci restava altro da fare
diplomatico. Dovevamo sembrare ben nutriti, ben abbigliati e che confessare, pentirci ed invocare clemenza. Le nostre
ben trattati. Era questo l'inganno comunista all'opera! confessioni erano scritte in maniera da somigliare a sermoni e
Il consiglio giudicante era composto di tre magistrati, ma si ci dissero che dopo averle lette, dovevamo cominciare a
trattava di semplici fantocci. Le decisioni erano nelle mani di gemere ed a piangere presi da «pentimento».
quelli della D.S. che sedevano in prima fila fra il pubblico. Il
copione era stato preparato ben in anticipo. Le accuse vennero Solo mio fratello Ladin non era stato ancora spezzato. Si era
lette dal procuratore generale assistito dal sostituto Tsakoff. perfino rifiutato di portare la cravatta nell'aula, in segno di
Il primo a deporre fu il pastore battista, Nickola Michailoff. La resistenza. Quella sera la B.B.C, a Londra diceva che Ladin
sua audizione durò sei ore. Era quello più trasformato e più Popov era l'unico dei quindici pastori accusati di spionaggio,
pronto a dire quello che volevano i comunisti. In realtà il primo che aveva rifiutato di confessare. Lo proclamarono (quelli della
a deporre avrebbe dovuto essere il pastor Ziapkoff, capo di B.B.C.) l'eroe del processo e lo fu veramente. Ladin ha
tutte le comunità evangeliche di Bulgaria, ma evidentemente un'enorme forza fisica e potè resistere a gran parte delle torture.
quelli della D.S. non erano tanto certi che si sarebbe umiliato.

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Inoltre, poiché non era sposato, non doveva preoccuparsi di Né marxisti né leninisti riusciranno a creare il paradiso sulla
moglie e figli. Ciò gli fu di grande aiuto mentalmente. terra, basandolo sulla menzogna.
Il «processo» fu una tragica commedia, scritta, prodotta e I testimoni dell'accusa erano come i sacerdoti che fecero sì che
diretta dalla D.S. Noi pastori eravamo stati battuti e ridotti alla Gesù fosse condannato a morte. Le accuse mosse contro di noi
fame fino a divenire simili a registratori. Prima del processo non avevano alcun fondamento di fatto, ma tuttavia le vuote
eravamo stati privati dei due fattori più importanti nella vita di parole e le circostanze inventate di sana pianta vennero ripetute
un essere umano: la volontà e la ragione. In pratica non continuamente.
eravamo che registrazioni eseguite dalla D.S., registrazioni che Un ingegnere che lavorava in una fabbrica di marmellata
riproducevano la loro volontà, i loro desideri, pensieri e attestò di aver parlato col pastore Ivanoff sulla maniera nella
menzogne. Le registrazioni su nastro non fanno che riprodurre quale la marmellata veniva imballata sotto vuoto. Più tardi
ciò che è stato inciso su essi. quell'ingegnere trovò del danaro in un suo libro. L'accusatore
Secondo l'insegnamento comunista, il fine giustifica i mezzi. gli chiese:
Ciò consente ai comunisti di servirsi di menzogne, dell'inganno «Come pensate che esso sia arrivato là? Non credete che ve
voluto, dell'omicidio e di ogni possibile misura per raggiungere l'abbia messo il pastor Ivanoff come ricompensa
il loro obiettivo. dell'informazione ottenuta da voi?».
Nel nostro caso avevano obiettivi precisi. Dopo qualche confuso mormorio il testimone disse: «E chiaro
Per prima cosa, il processo contro i principali pastori della che deve esser stato lui a farlo!».
nazione era preparato per distruggere le chiese evangeliche. In Erano queste le testimonianze contro di noi! I testimoni non
secondo luogo, per eliminare d'un sol colpo i pastori fedeli, per dicevano la verità. Ma ciò non era loro imputabile; dicevano
poterli sostituire con pastori «fantoccio». Ma in realtà,erano quello ch'erano costretti a dire ed io non provavo risentimento
Cristo ed i suoi insegnamenti ad esser giudicati quando noi contro di loro.
pastori venivamo posti sul banco dei testimoni. Ancora una Le deposizioni continuarono per otto giorni; l'intero processo
volta il diavolo aveva dei falsi testimoni ed aveva trovato false ne durò dodici. Era preparato come uno spettacolo di
accuse per liberarsi di Cristo, la Luce del mondo. Era stato marionette. Si tiravano i fili e le marionette si muovevano.
processato davanti a Pilato, che prendeva ordini da Roma, Dopo l'audizione delle prove il pubblico accusatore pronunziò
beffeggiato, condannato a morte, crocifisso e posto in una un discorso che durò quattro ore, contenente più politica che
tomba sigillata. Stavamo seguendo le sue orme. accuse. Descrisse la situazione internazionale, dicendo che
Ma per quanto astuto, abile e malvagio, fosse il diavolo, non l'imperialismo internazionale cercava d'impedire ai lavoratori
ebbe successo. La ragione si trova nelle parole indirizzate da di lottare per i propri ideali. Disse che attraverso di noi pastori,
Paolo a Timoteo: «La Parola di Dio non è incatenata» (2 l'imperialismo cercava di demolire il comunismo.
Timoteo 2:9). Non si può distruggere la Parola di Dio. Prima o Quando ebbe finito, il sostituto pronunziò una filippica,
poi la verità trionferà. Proprio quando il diavolo pensava aver diffamando ciascuno di noi personalmente. Durante tutta
la vittoria, Cristo risuscitò dalla tomba. La menzogna resta l'udienza, tanto l'accusa quanto la difesa insistettero sulla
sempre tale. malvagità del misfatto chiedendo la pena di morte per quello

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ch'essi tacciavano di spionaggio in politica, in affari economici tutti conoscevano come un forte e solido servitore del Signore,
e questioni di difesa nazionale. Né l'accusa né la difesa pianse abbondantemente. Anch'egli era passato per sofferenze
poterono presentare un esempio di qualcosa che avessimo fatta inenarrabili. Tutti guardarono sorpresi il pastore Ziapkoff. Ma
per meritare tale dura condanna. I nostri avvocati che non era lui a parlare; era un nastro che ripeteva la canzone
guadagnavano ogni giorno molto danaro per «difenderci», composta dalla D.S.. Perfino il tono ed il suono della voce non
appoggiavano la propaganda della pubblica accusa e ci erano i suoi. Dopo il processo non vedemmo il pastore
condannavano. Ziapkoff per tre anni. La tortura l'aveva spinto sull'orlo della
Solo due difensori osarono dire la verità. Uno di essi non era follia ed occorsero tre anni perché guarisse. In tali circostanze
un comunista, e si trovava in quell'aula perché era uno degli la timidezza e la paura si erano impossessate delle chiese; il
avvocati migliori e meglio conosciuti di Sofia. Nella sua secondo piano della D.S. cominciava a funzionare.
dichiarazione di difesa disse: «Vostro onore, questi pastori Uno dopo l'altro, i laici più in vista nelle chiese vennero
sono stati processati come spie. Non è nostro dovere scoprire in convocati dalla D.S. per sentirsi dire bruscamente che
che cosa consista questa loro attività di spionaggio?». dovevano rinunziare all'amicizia ed alla comunione con i loro
Continuò: «Il pastore Mishkoff ha tracciato una cartina che ex pastori. Nei giornali cominciarono ad apparire annunzi a
indica una strada da Plodiv a Pesterà. Secondo l'accusa, questa nome di cristiani e membri in vista delle diverse comunità che
carta venne trasmessa agli Americani. Gli Americani sono esprimevano il loro disgusto per le attività svolte dai pastori e
dunque così stupidi da non poter entrare nella più vicina dicevano di rinunziare ad ogni rapporto con essi.
libreria per comprare una carta della Bulgaria che mostri non Come ai tempi di Elia, un rimanente rifiutò di piegare le
solo tutte le strade del paese ma anche le ferrovie? Queste carte ginocchia davanti a Baal, e perciò nelle chiese c'erano quelli
si vendono liberamente». ch'erano dalla nostra parte. Vi furono pastori che non scrissero
Il pubblico accusatore balzò in piedi come punto da una vespa. denunzie sui giornali, ma ad uno ad uno essi venivano posti al
«Avvocato Toumparoff!» urlò rabbiosamente. «Non avete bando e costretti ad abbandonare il ministerio. Alcuni vennero
alcun diritto di dir questo! Non sapete che oggi tutto è segreto finanche mandati in campi di concentramento. Altri divennero
in Bulgaria!». spazzini nelle città stesse dove avevano svolto il loro pastorato.
L'avvocato comprese immediatamente il tono grave Molti di questi pastori fedeli, messi al bando, cominciarono a
dell'accusatore e la minaccia sottintesa, cosicché cambiò tattica dar vita a riunioni clandestine nelle case, con loro grande
adottando la stessa acquiescenza degli altri avvocati di rischio.
ambedue le parti. Subito dopo, il comunismo s'introdusse nelle chiese per mezzo
Il pastore Vasil Ziapkoff, capo delle comunità evangeliche subì di «nuovi pastori» nominati dalla D.S. Alcuni fra i giovani ed i
il peggior trattamento. Malgrado la sua innocenza per le accuse membri di chiesa più attivi venivano convocati di notte dalla
mossegli, i suoi avvocati gli consigliarono di confessare, di D.S. e battuti selvaggiamente, ma in maniera da non lasciar
pentirsi e d'invocare misericordia, altrimenti sarebbe stato traccia. Al mattino venivano rilasciati, con l'obbligo di non
impossibile evitare la pena di morte. raccontare a nessuno quello che era successo, neppure alle
Al momento della sua deposizione, quest'uomo che proprie mogli.

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Un giovane cristiano venne convocato dalla D.S. ogni sera per Chiese Evangeliche Unite, fummo condannati a quindici anni
sei mesi, per le bastonature notturne. Con diversi mezzi di carcere. I pastori Jontso Drenoff, Zakari Raicheff e Ivan
cercarono di fargli promettere di raccontare tutto quello che Angeloff furono condannati a dieci anni di carcere.
avveniva nella chiesa, ma egli rifiutò. Sua moglie notò queste Il pastore Mitko Matteff fu condannato a sei anni ed otto mesi
assenze notturne e lo vedeva ritornare pallido e tremante per di carcere. Mio fratello Ladin, a cinque anni. Lui non si era mai
queste sedute di battiture notturne. Egli però non le disse mai piegato e perciò trovarono un'altra accusa inventata. Il pastore
nulla delle sue sofferenze. Angel Dinoff ed il pastore Alexander Georgieff vennero
Gli stessi metodi vennero impiegati per molti altri giovani sottoposti a libertà condizionata. Angel Dinoff venne
cristiani in tutto il paese. La D.S. era particolarmente alla immediatamente scelto dai comunisti come presidente delle
ricerca dei cristiani ferventi e dei membri attivi delle chiese. Comunità Evangeliche. Sembra che durante tutto il periodo del
Molti non riuscirono a tener duro e si piegarono al volere delle suo arresto, la D.S. lo avesse preparato a tale compito.
autorità, forse per poter restare nelle comunità. Il timore di I comunisti sapevano che un attacco dall'esterno contro le
esser denunciati determinava spesso la condotta individuale. In chiese avrebbe unito e rafforzato i credenti, com'era avvenuto
molti casi si sapeva chi era il delatore, ma nessuno osava dirlo durante tutta la storia del cristianesimo. Perciò decisero di
apertamente poiché la D.S. poteva raggiungere chiunque distruggerla o di controllarla dall'interno. Fu chiaro ch'era un
volesse. Ciò mi ricorda le parole della Bibbia che dicono che loro fedele fautore. Fino ad oggi la tattica impiegata dai
l'uomo sarà tradito da quelli di casa sua. comunisti è quella di chiudere alcune chiese e di insediare i
Molti cristiani di altri paesi non possono mai riuscire a propri uomini in quelle che restano aperte.
comprendere l'astuzia e la malvagità delle potenze delle
tenebre, poiché non sono mai stati soli in una cella nella LE TRAGICHE SOFFERENZE DELLE NOSTRE
completa impotenza e disperazione. Malgrado tutti i libri che FAMIGLIE
siano stati scritti a tale proposito, solo quelli che hanno provato
i mezzi e le maniere impiegati possono comprendere quello che Dopo il processo, fummo ricondotti in prigione, per scomparire
può ideare Satana per torturare l'uomo. dagli occhi del pubblico. Ma a soffrire ora, non eravamo più
Le nostre condanne vennero annunziate il giorno 8 marzo. Le soltanto noi, ma anche le nostre famiglie. La persecuzione
condanne più gravi vennero inflitte ai capi delle varie veniva non soltanto dai nemici della croce, ma anche dai
confessioni. Il pastore Vasil Ziapkoff, rappresentante delle «pastori» recentemente insediati, fra cui Angel Dinoff. Fu
Chiese Evangeliche Unite, il pastore Janko Ivanoff, vice annunziato che chiunque avesse cercato di assistere i pastori
rappresentante delle Chiese Evangeliche Unite, il pastore arrestati o le loro famiglie nell'indigenza sarebbe stato inviato
Georgi Cherneff, vice presidente delle Chiese Evangeliche in campo di concentramento.
Unite, vennero condannati ciascuno al carcere a vita ed alla Un pastore della Bulgaria settentrionale raccolse un po' di
confisca di tutti i loro beni da parte dello stato. Le loro famiglie danaro che mandò a Ruth ed alla moglie del pastore Cherneff.
lasciate con i soli abiti che portavano addosso. Lo accostarono per istrada ed afferratolo per il bavero gli
Gli altri pastori ed io, membri del Consiglio Supremo delle chiesero selvaggiamente chi lo avesse autorizzato a raccogliere

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danaro per le famiglie dei pastori arrestati. Alzando la mano Da principio Ruth ebbe un lavoro. Ironia della sorte, doveva
verso il cielo, l'anziano fratello rispose: «Iddio». pulire ogni due giorni la chiesa di Angel Dinoff. Inoltre
Un giorno Ruth era ridotta all'ultimo centesimo e Paolo e Rode riceveva anche un piccolo compenso mensile per suonare
piangevano per la fame. Inginocchiatasi, si mise a pregare: l'organo durante le riunioni. Ma non passò molto e le autorità
«Signore, non abbiamo cibo. Non abbiamo danaro. Haralan è avvertirono Dinoff che in tal modo aiutava le famiglie dei
in prigione. Signore, sono allo stremo. Aiutaci». pastori in prigione, cosicché egli fece chiaramente capire a mia
Nel corso di quello stesso giorno arrivò una lettera dell'anziano moglie che non si aveva più bisogno di lei.
fratello succitato, contenente un assegno postale per una Quindi una sorella della comunità, ammalatasi, chiese a mia
somma sufficiente a permetterle di superare la situazione. moglie di prendere il suo posto, fu così che mia moglie trovò
Più tardi a Ruth, Paolo e Rode venne ingiunto di andar via un lavoro come donna di pulizia serale. Occupò quel posto per
dalla casa nella quale vivevamo. Questa intensa sofferenza un anno prima che il suo datore di lavoro scoprisse che era la
delle famiglie dei detenuti era attentamente studiata per moglie di Haralan Popov. Fu licenziata immediatamente.
accrescere le pene di quelli ch'erano in carcere. Ruth lottava ogni giorno per dar da mangiare ai bambini. Era
Ruth si preoccupava di far conoscere la verità sul nostro una lotta solitaria e disperata per restare in vita. Più tardi seppi
processo alla sua famiglia in Svezia. A causa dell'inefficienza che perfino i nostri fratelli nel mondo libero non facevano nulla
del servizio postale, non ricevevamo loro lettere da qualche per aiutarci. E una vergogna che pesa sulla coscienza dei
tempo e non sapevamo se le sue lettere erano loro pervenute. cristiani del mondo libero il fatto che migliaia di famiglie
Quindi un giorno le giunse conforto in una maniera inaspettata: cristiane soffrano così ora, sole e senza soccorso, nei paesi
una semplice cartolina di un parente, nella quale si leggeva: comunisti.
«Abbiamo saputo, abbiamo letto, comprendiamo tutto». Ruth non riceveva in sostegno un solo centesimo. Ella ed i
bambini sopravvivevano con qualche carota passata loro di
La paura dei comunisti giungeva al punto che i nuovi «pastori» nascosto da un coraggioso cristiano che sfidava gli
chiedevano ai membri di chiesa di scoprire chi aveva osato ammonimenti dei nuovi «pastori». Era un'esistenza precaria e
aiutare Ruth ed i bambini. La famiglia del pastore Cherneff era pericolosa per lei ed i bambini. I comunisti fanno sì che le
stata costretta a traslocare a Svisto, una cittadina presso il famiglie dei detenuti cristiani soffrano almeno quanto i detenuti
Danubio. Un giorno la signora Cherneff si trovò a Sofia per stessi, al fine di accrescere le loro angosce ed il loro fardello.
una commissione e la sera si recò ad una riunione nella chiesa Non si può descrivere l'angoscia di un padre o di un marito
dove suo marito aveva servito venti anni. Benché piovesse a costretto a restare impotente dietro le sbarre di una prigione e
dirotto e tutti conoscessero bene la signora Cherneff, per la che sa che in quel momento sua moglie ed i suoi figli stanno
presenza dei delatori nessuno potè invitarla a trascorrere la quasi morendo di fame, scacciati da una città all'altra come
notte in casa sua. Perciò la signora Cherneff trascorse tutta la animali senza tana. È un fardello che pesa molto più della fame
notte per le strade. stessa.
Ho visto uomini forti che potevano sopportare quasi ogni
bastonatura perder la ragione sapendo che mogli e figli

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soffrivano, nell'incapacità di aiutarli. È questa la tragedia dei di un uomo oppure ne rafforzava la volontà. Fu triste veder
nostri fratelli che sono oggi in prigione nei paesi comunisti. crollare il pastore Matteff. Lo compiangevo e pregavo
ardentemente per lui. Le potenze sataniche avevano ben fatto il
loro lavoro.
HARALAN POPOV, SEI UN UOMO MORTO! Un giorno fui condotto in un piccolo ufficio dove era ad
attendermi uno degli uomini più crudeli della D.S., il
Dopo la condanna, venimmo rinviati alla prigione centrale e compagno Aneff. In piedi, accanto a lui, c'era una persona che
posti in piccole celle. Per un certo periodo il cibo e le non avevo mai visto prima. Magro di carnagione scura, aveva
condizioni migliorarono. Nella mia cella c'erano Cherneff, uno sguardo estremamente feroce e la fisionomia di un leone.
Angeloff e Matteff. Per un certo tempo ci fu anche mio fratello Quasi immediatamente costui mi si avventò contro,
Ladin, ma presto venne trasferito altrove. Era la prima volta cominciando a picchiarmi dappertutto. Sotto la pioggia di colpi
che stavamo tutti insieme dal momento dell'arresto e caddi a terra ed egli continuò a colpirmi con calci mentre
cominciammo a parlare di quello che era accaduto e di quello gridava terribili oscenità. «Popov, ti conosciamo!» urlò.
che avevamo attraversato. Stavamo lentamente uscendo dallo «Cerchi di fare un complotto con gli altri pastori. Ti
stato di semi automatismo e di registratori e cominciavamo a mostreremo chi trionferà!» Ordinò che mi conducessero nella
rientrare in noi. cella più umida e più buia della prigione, e mentre mi
«Ci siamo trovati di fronte non ad uomini, ma a Satana stesso» portavano via gridò: «Marcirai tutto solo laggiù. Non vedrai
dissi ai pastori ch'erano con me. «Benché abbia fatto bene il mai più la luce del giorno! Haralan Popov, sei un uomo
suo lavoro, quanto a me, sono più sicuro che mai che alla fine morto!».
Iddio trionferà. Fratelli, ricordatevi che Colui che è in voi è più Il pastore Matteff aveva ben fatto il suo lavoro di delatore.
grande di colui che è nel mondo. Hanno vinto questa battaglia, Due guardie mi condussero al piano interrato del carcere, che
ma con l'aiuto di Dio noi vinceremo la guerra». doveva essere ad almeno quindici metri sotto la superficie del
«Haralan, è vero. Se Iddio è con noi, chi sarà contro di noi?» suolo. Mi spinsero bruscamente mentre passavamo davanti alle
rispose il pastore Angeloff. celle e continuammo a scendere verso un corridoio
Immediatamente notammo che il pastor Matteff si comportava abbandonato, all'estremità del quale v'era una pesante porta
in modo strano, approvando la maniera nella quale i comunisti metallica arrugginita per l'umidità. Mentre mi spingevano
avevano trattata la questione e sollevando obiezioni alle nostre attraverso di essa, scorsi un'altra scala che scendeva giù quasi
proteste d'innocenza. Le conversazioni avute con Matteff erano con la pendenza di una scala a pioli. Discesi i ripidi gradini
caute e ben presto ci rendemmo conto che la D.S. lo aveva avanzando nella fredda e buia umidità. L'unica luce era quella
posto fra di noi per far da delatore. Il direttore del carcere lo delle lampade delle guardie. Mi sembrava di discendere nelle
convocò parecchie volte per interrogarlo. Il fatto tragico era profondità dell'inferno stesso. Aspettai in fondo alle scale,
che non solo era crollato fisicamente, come noi, ma che anche mentre le guardie scendevano cautamente i ripidi gradini.
il suo spirito era venuto meno ed era divenuto un facile Faceva un freddo inumano e l'oscurità d'oltretomba era più nera
strumento nelle mani loro. Il carcere spezzava l'essere interiore di qualunque altra vista prima.

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Le guardie mi presero ciascuna per un braccio e mi condussero Per la prima volta in più di un anno cominciai a temere di
per uno stretto passaggio che conduceva alla porta di una cella. perder la ragione. Ero lì da un giorno o da venti? da un'ora? da
Apertala, mi ci spinsero dentro bruscamente e la chiusero. Udii una settimana?
allontanarsi i loro passi, mentre risalivano le scale per ritornare Di tanto in tanto accadeva di udire una voce, si apriva una grata
al mondo ch'era di sopra. di ferro e mi facevano scivolare un piatto metallico sul
Regnavano un silenzio di morte ed un'oscurità totale. Non pavimento, con un po' d'acqua, qualche carota ed una patata
riuscivo a vedere la mano davanti alla faccia. Tastai tutto infestata da vermi.
intorno come un cieco e trovai il secchiello di stagno per Mi ero rassegnato a trascorrere là il resto della mia vita.
l'acqua; picchiai con esso le mura, ma non vi fu risposta da L'avevo accettato mentalmente. Un giorno, mentre pregavo, mi
alcun lato della cella. Ero solo nelle nere budella della terra. colpì il carattere disperato della mia situazione, con tutta la sua
Allora mi colpirono le parole di quel comunista infuriato: «Non forza. Affamato, bastonato, dimenticato laggiù, compresi che
vedrai mai più la luce del sole! ... Marcirai laggiù». non v'era più speranza di uscire. Era un poliziotto d'alto grado
Mi rassegnai ad essere dimenticato laggiù in quel profondo e che mi aveva detto che avrei marcito laggiù, e parlava
dimenticato crepaccio, molto al di sotto di qualsiasi braccio del seriamente. Mi vennero le lacrime agli occhi. Ero così da
carcere, lasciato lì a marcire. E non occorreva molto perché un settimane. «Signore!» gridai.
uomo vi marcisse. Tastai le mura: erano bagnate per l'umidità Allora accadde qualcosa che non mi è accaduto mai né prima
che scorreva lungo di esse. Nelle profondità di questa cella né dopo. Un chiarore luminoso cominciò a brillare ed una
dimenticata, sì incredibilmente buia, mi inginocchiai per sensazione di calore riempì la cella avvolgendomi il corpo
pregare: «Signore, so che non c'è cella abbastanza profonda né indebolito ed affamato. Sentii circondarmi da forti braccia che
sbarre di ferro abbastanza robuste per separarmi da te. Signore, mi cullavano,erano le braccia di Cristo stesso. Quella stessa
sii con me. Dammi la forza!». voce che avevo udita quand'ero davanti al muro da due
settimane parlò di nuovo. Pieno di amore e di compassione,
Il pavimento della cella era tanto bagnato per l'umidità Cristo mi disse: «Figliuolo mio, non ti abbandonerò mai. Le
sotterranea che non potevo stendermi. Giunsi a tastoni fino mie braccia ti circondano ed in esse troverai conforto e forza».
all'angolo e mi raggomitolai, mettendo le braccia intorno al Le lacrime mi scorrevano sulle guance mentre Cristo mi teneva
corpo per trovare un po' di calore; così m'addormentai. Non so in questo abbraccio. So che alcuni lettori troveranno questo
quando mi svegliai. In tale buio assoluto si perde ogni nozione immaginario, ma al momento in cui mi trovavo sull'orlo della
del tempo. Si ha l'impressione di esser sospesi in un altro follia e della disperazione, Cristo mi fece sapere che non mi
mondo. Cercai di calcolare mentalmente il tempo, ma ciò aveva dimenticato mentr'ero accoccolato nel buio di una cella
cominciò a giocarmi degli scherzi. Senza nessun riferimento dimenticata nelle viscere della terra. Tutte le sofferenze
abituale, come le stelle, la luce del giorno, l'ombra, qualche valevano quell'amorevole e bell'abbraccio e quel momento.
cosa, si perde ogni misura del tempo. Perfino i ciechi hanno Quale amore provo per lui!
orologi Braille o altri mezzi. Imprigionato in quel vuoto Se soltanto tutti gli uomini del mondo potessero conoscere
assoluto di spazio nero, io non avevo nulla. questo Cristo nella sua bellezza e nel suo amore!

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Ora ero con Cristo e contento di aspettare la morte per esser ed esse avevano saltato parecchi pasti. In tali circostanze non
con lui. Egli mi parlava e mi confortava e la sua presenza potevamo dormire, perciò passammo la notte camminando
riempiva la cella in maniera quasi fisica. Mi teneva la mano nella cella, uccidemmo cimici. Potemmo dormire un po'
nella sua mano forata. Egli conosceva la sofferenza e durante il giorno quando le cimici non si mostravano attive. La
partecipava alla sofferenza dei suoi figli. notte dormivamo a turni. Mentre il pastore Angeloff dormiva io
Quelli furono giorni davvero magnifici. Ero spiritualmente «montavo la guardia» uccidendo le cimici e tenendole lontane
legato a Cristo, mentre, a mano a mano che divenivo più da lui. Quando io dormivo era lui a farlo. La terza notte il
debole aspettavo la morte. numero delle cimici si era considerevolmente ridotto, ma le
mura della cella erano decorate di chiazze rosse che presto
Quindi molto tempo dopo udii rumor di passi e voci. La porta divennero nere.
della cella si spalancò ed il fascio di luce di una lampada A metà di giugno venimmo trasferiti in una grande cella
tascabile mi fu diretto sul volto. «Esci di lì, Popov! Tu vieni triangolare nella quale c'erano altri venti pastori, alcuni a
con noi» gridò una voce. Potevo appena muovermi dopo esser seguito d'un altro processo avvenuto dopo il nostro. Il nostro
stato tanto a lungo nella stessa posizione. Dovettero a metà processo era stato solo l'avvio della guerra per eliminare il
portarmi, a metà trascinarmi e spingermi su per le scale. sostegno delle chiese. Ora, per la prima volta ci veniva
Quando vidi la fioca luce delle celle del seminterrato, i miei concesso di fare una breve passeggiata all'esterno ogni giorno.
occhi abituati all'oscurità totale si ribellarono al chiarore. Era magnifico poter respirare di nuovo l'aria fresca e vedere il
Infine mi ritrovai nel gruppo di celle dov'ero stato prima. cielo azzurro ed il sole che brillava. Mi sembrava di essere un
Chiesi al prigioniero della cella nella quale era stato gettato altro, malgrado le mura della prigione che continuavano a
qual'era la data. Ero stato laggiù trentacinque giorni e non ne circondarmi. Un giorno notai un gracile filo d'erba che
sarei mai uscito se il funzionario che aveva ordinato che vi cresceva attraverso una fessura del cemento. Mentre il
fossi messo a marcire non fosse stato trasferito. Evidentemente sorvegliante guardava altrove, mi chinai rapidamente e lo
Iddio aveva ancora uno scopo per me in questa vita. raccolsi. Era verde e vivo, era il primo contatto col mondo
Più tardi nel corridoio incontrai un ometto piegato in due. Era il esterno dopo quasi un anno. Il tener fra le mani quel piccolo
pastore Ivan Angeloff che aveva subito il mio medesimo filo d'erba opera di Dio fece librare in alto il mio spirito.
trattamento. Il pastore Angeloff ed io venimmo portati Qualche giorno dopo il direttore del carcere si presentò nella
all'ottavo braccio della prigione e posti in una cella vuota. nostra cella. Sembrava di buon umore. Ci informò che ci
Trovammo delle assi con le quale facemmo dei letti cosicché sarebbe stato dato da fare del lavoro, ma dovevamo prima
almeno non dovemmo dormire sul suolo di cemento. La prima divenire membri della «Società Culturale» del carcere.
notte le immancabili cimici erano ad attenderci. Attaccando a La Società Culturale era un circolo fondato dalla polizia
sciami, cadevano dal soffitto come gocce di pioggia, segreta, la D.S. In ogni prigione la D.S. si accinse a indottrinare
avanzando su ogni cosa, specialmente su di noi. Evidentemente i detenuti. In pratica il compito della Società era quello di
eravamo i primi prigionieri dopo un certo tempo in questa cella lavarci il cervello e di fornire alla D.S. .informazioni su tutti i
prigionieri. L'unica cosa che li preoccupava era quella di

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conoscere l'atteggiamento dei detenuti verso il regime. Nel di «lavarmi» il cervello, mi venne affidato il lavoro tipografico
circolo questi venivano inoltre istruiti ed alla fine classificati in e compositore. Gli altri pastori lavoravano in una fabbrica di
«intrattabili» o «riformati». cartone.
Entro due mesi le autorità carcerarie avevano compreso che
CLASSIFICATO NON RIFORMATO non potevano «lavarmi» il cervello e cedettero. Non avevo
«superato il corso» e venni destinato ai lavori forzati.
La Società Culturale assumeva il carattere di una forte Il mio turno venne il 1 dicembre. Stavo lavorando nella
organizzazione con rapporti, canto corale, spettacoli teatrali e tipografia, quando mi dissero di preparare le mie cose e di
corsi (sul Marxismo, sul Leninismo, la coltura della vite e portarle nel parlatorio. Avevo un materasso, una coperta, due
sull'agricoltura). I corsi più importanti erano sul comunismo. coperte imbottite, un guanciale, una valigia contenente
Qualunque fosse il corso, gli insegnanti riuscivano però sempre biancheria intima ed una cesta di prodotti alimentari. Nei
ad introdurvi materia sufficiente a proposito delle due periodi in cui cercavano di lavarci il cervello eravamo ben
principali figure del comunismo, Marx e Lenin. Veniva trattati. Era l'unica cosa buona di quel periodo!
condannato il capitalismo: era intollerabile ed occorreva Nel parlatorio trovai altri trenta prigionieri in attesa di ordini.
eliminarlo. Il comunismo era tuttavia il sistema politico più Evidentemente eravamo stati considerati casi disperati. Sarebbe
grande ed umano che esistesse. Naturalmente tutto ciò era tanto cominciato il trattamento duro come prima del processo. La
pazzesco e falso che il conferenziere stesso non ci credeva. Le sera giunse un furgone coperto e ci fu ordinato di entrare
sue parole annoiate, svogliate e vuote lo facevano somigliare insieme ai bagagli. Non essendovi finestrini, non avevamo
ad un disco. Venivano continuamente ripetute le stesse parole, alcuna idea di dove ci portassero. Quando il furgone si fermò ci
le stesse frasi e gli stessi rapporti. Era stomachevole, ma trovammo alla stazione centrale di Sofia. Venimmo rinchiusi in
dovevamo sopportarlo. una stanzetta, nella quale noi trenta eravamo pigiati. Ci
All'inizio non ci rendevamo conto dello scopo della Società sedemmo a terra e cercammo di dormire.
Culturale, ma quando ne comprendemmo gli obiettivi, non Il mattino successivo venimmo fatti salire su un treno per
v'era più maniera di sfuggirvi. Sliven, nostra nuova destinazione. A Sliven ci son due prigioni,
Permettetemi di indicarvi nuovamente la differenza fra lo la «vecchia» che è in città, e la «nuova» nella quale ci
spezzare la volontà ed il lavaggio del cervello. Dopo sei mesi portarono, a circa un chilometro dalla stazione. La prigione era
di bastonature che mi avevano reso un incapace, fino a quando un edificio vasto a cinque piani che aveva per il passato servito
il corpo non era giunto ai limiti estremi ed era crollato da fabbrica di maccheroni. Era circondata da un muro alto circa
fisicamente, la mia volontà aveva ceduto. Ciò era temporaneo. quattro metri e mezzo, con una garitta ad ogni angolo. Era buio
Il lavaggio del cervello consiste nel convincere qualcuno in quando arrivammo. Venimmo portati all'ottavo braccio, che
maniera «permanente» della bontà del comunismo . Potevano come in tutte le carceri, è il peggiore.
spezzare la mia volontà, ma non potevano «lavarmi» il Poiché in origine l'edificio non era una prigione, le celle erano
cervello! Durante il periodo in cui cercarono di «convertirmi» e poco più grandi delle celle singole della prigione centrale di
Sofia.

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La nostra misurava quattro metri e mezzo per uno e ottanta, ma nelle altre prigioni. Ora ch'ero stato classificato «non
eravamo in quindici ed occorreva trovare il posto per riformato», tornai con gli altri detenuti alla «dieta della morte».
l'onnipresente secchio, cosicché era più stipata di qualunque Ricevemmo solo gli scarsi trecento grammi di pane, oltre alla
altro posto nel quale eravamo stati. minestra che aveva un sapore ancora peggiore di qualunque
Eravamo pigiati come sardine in una scatola. Per prima cosa, altra assaggiata mai. Era come mangiar nafta. La zuppa di
misurammo le mura, quindi segnammo uno spazio largo circa pesce era piena di occhi di pesce che galleggiavano, ma la
trenta centimetri assegnato a ciascuno per dormire. Fra i mangiavo con tutti gli occhi.
detenuti c'era un famoso poeta bulgaro, Trifon Konieff, ch'era
un uomo stupendo e giovane e simpatico a tutti noi. Trifon era SUONI NOTTURNI
così grosso che gli sarebbe stato impossibile dormire in uno
spazio largo trenta centimetri, cosicché ciascuno rinunziò a due Non v'è nulla di più terribile dell'insonnia in prigione.
centimetri e mezzo del suo perché egli potesse averne un poco Nell'immobilità della notte afosa, si potevano udire i suoni
di più. Lo misurammo attentamente. Ciò ci lasciava uno spazio della prigione.
di ventisette centimetri e mezzo. Non v'era spazio sul C'era la respirazione irregolare dei detenuti pigiati l'uno contro
pavimento per deporvi i bagagli e perciò sacchi e scatoli l'altro. Era facile dire chi avesse incubi causati dalla prigione,
vennero appesi a chiodi conficcati nel muro. Tutte le altre celle per la sua respirazione irregolare. Chi poteva dire quali erano i
erano identiche. loro sogni infranti?
La notte dormivamo tutti su uno stesso lato. Se qualcuno C'era lo scricchiolio misurato del pavimento del corridoio
voleva rigirarsi, dovevamo farlo tutti allo stesso momento, provocato dalle guardie che camminavano avanti e indietro con
all'unisono. Durante il giorno, sedevamo nel nostro piccolo le loro scarpe di feltro. Di tanto in tanto si apriva un lucchetto e
spazio. Quest'ozio forzato mi fornì la meravigliosa occasione di v'erano mormorii e rumor di passi. Qualcuno veniva condotto
parlare di Dio a quegli uomini. Quasi tutti si mostrarono via per essere interrogato e picchiato.
desiderosi di saperne di più. Mentre ero disteso sveglio, compresso nei miei ventisette
L'unica finestra della cella era nel soffitto, e benché fosse centimetri e mezzo, su un pavimento pieno di corpi
sempre aperta, l'aria era calda e soffocante. Era estate e la cella addormentati, il pensiero andava spesso a Ruth, a Paolo ed alla
era stipata di uomini sudati, con una temperatura di trentotto piccola Rode. Dov'erano? Che cosa ne era di loro? Il volto
gradi. Portavamo sole le mutande e malgrado ciò il sudore sparuto e sciupato di Ruth come mi era apparso il giorno in cui
continuava a colare. L'unico sollievo era dato dalla passeggiata ci eravamo visti, prima del processo, mi perseguitava. Avevano
di mezz'ora fatta nel cortile del carcere ogni giorno. fame persino in quel momento in cui ero lì disteso? Avevano
Era terribile dover ritornare nella cella umida e senz'aria dopo un tetto sul capo?
quella breve pausa trascorsa all'esterno, ma nessuno si L'aspetto peggiore era che non potevo far nulla per aiutarli. Ero
opponeva. Non ho mai saputo se la prigione di Sliven fosse un separato da loro da quasi due anni e sembrava un'eternità. Altri
carcere disciplinare, ma il trattamento era molto più duro che tredici anni di separazione si levavano davanti a noi.

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«Signore!» invocai nel silenzio della notte insonne. «Che cosa stupratori. Ogni classe era quindi suddivisa in tre categorie. I
ne sarà di loro? Guardali, proteggili, aiutali». peggiori criminali erano la Classe Uno, Categoria Uno. In
Quelle notti riempite d'insonnia erano le peggiori. Chiudevo quella venni posto io, Venivamo classificati ogni anno. Per
ripetutamente gli occhi per non vedere. Mi coprivo le orecchie esser meglio classificati occorreva mostrarsi favorevolmente
per non udire, ma non potevo spegnere la mente come si fa per inclini al regime. Durante tutto il periodo della condanna venni
una lampada. mantenuto in quella categoria. Evidentemente avevano
In una cella vicina, stipata come la nostra, qualcuno gemeva. abbandonato ogni speranza di riformarmi, ma sembrava strano
Quali erano i suoi incubi, le sue paure ed i suoi sogni infranti? tuttavia esser ufficialmente classificati come più pericolosi di
D'un caldo soffocante, resa maleodorante per il secchio ed i un pluriomicida.
corpi in sudore non lavati, il suo silenzio intercalato dai gemiti Ma potevo capire il loro punto di vista. La mia fede e la mia
e dalle grida di quelli che dormivano, l'aria era carica di testimonianza costituivano per essi un pericolo maggiore. I
disperazione. Si potevano sentire solo i suoni emessi da uomini comunisti non sono ignoranti e riconoscono che la fede in Dio
che avevano perduto tutto e la cui speranza era che la notte non è il loro peggiore nemico. Per tredici anni dovetti stare ad
finisse mai, poiché il sonno offriva l'unica fuga dalla realtà. ascoltare conferenze sul marxismo e sul comunismo. Non fui
A Sliven e negli anni a venire, il peggior momento sarebbe mai «promosso» e restai sempre nella stessa classe. Sono uscito
stato sempre la notte. Era il momento preferito per le di prigione analfabeta in questa materia. Sembra che non
bastonature e le torture. Le peggiori ore erano dalle undici di riuscissi a capire come si edifica una società comunista.
sera alle tre del, mattino. Tutto un piano di un'ala era lasciato Un gran numero di prigionieri cedettero, mostrandosi d'accordo
libero per gli interrogatori notturni e indubbiamente attrezzato su tutto. Non solo passarono in una classe superiore ma
con gli ultimi ritrovati per tale lavoro. vennero liberati dal carcere molto prima degli altri. Erano stati
Al di sopra delle urla dei torturati ci giungevano le grida e le «riformati» ed erano considerati «preparati».
bestemmie degli aguzzini. Spesso tentai di mettermi dell'ovatta Qualche tempo dopo venne ordinato ad un gran numero di
nelle orecchie per non udire l'orribile cacofonia delle urla prigionieri politici e religiosi di Sliven, fra i quali ero anche io,
lontane. Le notti erano i momenti in cui si aveva tempo di di preparare i loro bagagli. Eravamo in tutto duecentottanta
pensare, per ricordare quello che avrebbe potuto accadere. La persone. Venimmo portati alla stazione e lì fatti salire su tre
notte, molti perdevano la ragione. Potevo udire i vaneggiamenti carri merci, mentre i nostri bagagli venivano posti su un carro
al momento in cui la mente si spezzava al pari di una molla, scoperto.
rifiutando di funzionare ancora; poi venivano le guardie che li Fummo portati al più vicino nodo ferroviario. Ci chiedevamo
portavano via. Erano quelli i suoni di una prigione di notte. dove fossimo diretti. Sul carro scoperto che trasportava i nostri
Cercai di aiutare gli altri in maniera particolare a passare queste bagagli scorsi un frenatore che riconobbi come una vecchia
notti penose, e l'aiutarli fu di aiuto a me stesso. conoscenza. Nascostamente gli chiesi a gesti se sapeva dove ci
Presto fu il momento di esser classificati dalla D.S. La classe portavano. Rispose scrivendo col dito sulla brina che copriva il
numero uno consisteva di detenuti politici, pastori, preti e cosi vetro la lettera «k». Compresa allora che eravamo diretti a
via. La seconda classe era costituita da criminali, omicidi, Kolarovgrad. La prigione di Kolarovgrad era stata appena

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costruita ed alcune parti di essa non erano del tutto completate. Oh! La pace che perdiamo,
V'erano non solo celle singole, ma anche per due persone. Le Oh! gl'inutili dolor,
finestre erano più grandi del solito, e il suolo era coperto di un Perché tutto non portiamo
impiantito. Ci dissero che questo carcere era destinato ai In preghiera al Salvator.
prigionieri politici che costituivano problemi disciplinari e che
il trattamento sarebbe stato particolarmente severo, perciò ci Quando stanchi e travagliati
aspettavamo d'incontrarvi la brutalità. Ma i funzionari si Nella prova ci troviam,
mostrarono più umani di quelli di Sliven. Probabilmente non Il Signor non ci ha lasciati;
tenevano conto degli ordini ricevuti e governavano la prigione Tutto, tutto a lui portiam.
da soli.
Noi ci trovavamo nell'ala settentrionale. Le celle erano pulite e Ci abbandonano gli amici?
ben arieggiate. Tutto era completamente nuovo. Le sole cimici Ma Gesù ci accoglierà,
erano quelle che avevamo portate coi nostri bagagli (ed erano E con Lui sarem felici,
numerose!). La nostra cella era fatta per ospitare dodici persone Ei riposo ci darà
ma eravamo solo otto, cosicché per la prima volta dal momento
dell'incarcerazione avevamo sufficiente spazio. La razione Dopo un anno di orrori trascorso a Sofia ed a Sliven, il
alimentare consisteva ancora di una mezza pagnotta al giorno, soggiorno in quel luogo costituiva una magnifica testimonianza
ma la minestra era semplicemente deliziosa. Benché non della meravigliosa grazia del Signore. Era come una vita
potessimo affermare di esser sazi, non sentivamo gli spasmi nuova, benché sapessi che sarebbe stata di corta durata.
della fame sofferti a Sliven. A ottobre ci permisero di vedere i nostri cari per la prima ed
Alcuni dei miei compagni di prigionia erano ufficiali superiori. unica volta in quell'anno. Ruth venne con Paolo che aveva l'età
Uno di essi aveva frequentato una scuola americana a Sofia e in cui ai bambini mancano solo i denti anteriori. Notai
parlava benissimo l'inglese. Altri sapevano parlarlo un po', immediatamente che Ruth aveva perso peso. Mi disse che ora
cosicché tutti i prigionieri della nostra cella cominciarono ad lavorava come donna ad ore per il giornale «Trud» (Lavoro).
imparare l'inglese. Io fungevo da loro «cappellano del carcere». Con mia grande sorpresa mi permisero di tenere fra le braccia,
Insegnai loro un bellissimo inno che cantavamo tutti in inglese. attraverso la doppia grata di ferro che ci separava il piccolo
Eccone le parole: Paolo. La loro visita fu per me un tonico.

UN DONO DI DIO
Qual amico in Cristo abbiamo,
Qual rifugio nel dolor Poco dopo questa visita, ricevetti per posta tutta la mia
Nella prece a Lui portiamo biancheria intima e le camice. Nei fui molto scosso, perché
Tutto quel che turba il cuore! quando accadeva ciò, era segno che la moglie del detenuto era
morta. Quando ciò avveniva, i detenuti erano colpiti d'orrore.

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Non mi veniva permesso di scrivere né di ricevere più di una loro famiglie, mi era stato tolto dalle spalle. Grazie a Dio!
lettera ogni tre mesi, perciò non potei sapere che cosa fosse Tutto il carcere si rallegrò insieme a me! Persino i detenuti non
avvenuto a casa. Durante tre mesi, non seppi mai se Ruth fosse cristiani furono presi dalla mia gioia e dissero insieme a me:
morta. Il tormento era terribile. Se era morta, che cosa ne era di «Grazie a Dio». Essi presero parte alla mia felicità. Sapevo che
Rode e di Paolo? I miei compagni di prigionia cercarono di quasi certamente non avrei mai più rivisti i miei cari, ma
consolarmi e di convincermi che doveva esservi qualche altra almeno erano in salvo.
ragione, ma la mia disperazione non fece che accrescersi. Il Non mi riesce di descrivere che cosa ciò significasse per me.
pensiero che non vi fosse nessuno ad occuparsi dei miei Gli anni di carcere che restavano furono più facili a
bambini ancora così piccoli, mi faceva impazzire. sopportarsi. Non avevo più paura dei comunisti. Mi avevano,
Pregai chiedendo grazia e affidai tutto a Dio. Il mattino ma non potevano toccare la mia famiglia! Ruth, Paolo e Rode
successivo, mentre portavo il secchio alla toletta, mi si erano liberi. Senza questo grande peso schiacciante che mi
avvicinò un altro detenuto di nome Dragan. «Haralan, tua pesava sulle spalle, decisi di allargare il mio ministerio di
moglie ed i tuoi figli sono partiti per la Svezia» mi sussurrò. «cappellano del carcere». Che cosa potevano farmi? Mia
Dragan lavorava nell'ufficio della prigione e ciò gli permetteva moglie ed i bambini erano liberi. Potevano torturarmi, ma non
di conoscere quello che succedeva di fuori, ma nel dirmi quella potevano toccare il mio unico punto realmente vulnerabile
notizia aveva corso un gran rischio. Non volle dirmi null'altro costituito da mia moglie e dai bambini! Molte sofferenze e
al di fuori di quell'informazione e mi occorse del tempo per torture mi attendevano a causa della testimonianza per Cristo
sapere tutto. da me resa in carcere, ma non ero più prigioniero. Certo,
Sembra che il capo dell'ufficio cassa della prigione, che non era intorno a me c'erano mura e sbarre, ma nessuno poteva
comunista, conoscesse il pastore di Kolarov-grad. Il pastore gli togliermi la libertà interiore che provavo in me.
aveva detto che Ruth ed i bambini erano riusciti a giungere in Seppi poi che era stato l'intervento del governo svedese in
Svezia e gli aveva chiesto di farmi pervenire la notizia. Poiché favore di mia moglie a procurarle la libertà. Ella era cittadina
non gli era permesso di avere alcun contatto con i prigionieri, svedese sposata ad un Bulgaro. Solo questo salvò Ruth ed i
aveva passata l'informazione a Dragan, il cui lavoro gli bambini.
permetteva contatti occasionali con noi. Parecchi giorni dopo Questa notizia costituì una svolta decisiva per me. Era il più
che Dragan mi aveva comunicata la notizia, ricevetti dalla gran dono che potevo ricevere da Dio. L'ultimo ostacolo, il
Svezia una lettera della mia bambina dodicenne che diceva: timore di procurar sofferenze a Ruth ed ai bambini, era stato
«Con l'aiuto di Dio siamo arrivati in Svezia. Stiamo a tolto. Ora potevo insegnare, predicare, testimoniare e lavorare
Stoccolma». per Cristo in ogni prigione nella quale mi mettevano. Avevano
Non avevo mai conosciuta una gioia simile in tutta la mia vita! perso ogni potere su di me. Ora avevano un altro Haralan
Mia moglie ed i bambini erano liberi, sottratti ad altre Popov!
persecuzioni ed alla povertà. La lunga mano della D.S. non Poco tempo dopo questa meravigliosa notizia, insieme ad altri
poteva raggiungerli in Svezia. Il grave fardello che pesa su quattrocento detenuti ricevetti l'ordine di trasferimento a
molti detenuti uccidendoli, le preoccupazioni e le ansie per le Persin, una prigione su un'isola del Danubio, per esser adibito a

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lavori forzati. Venimmo stipati in carri merci chiusi, tanto Quando il sole fu calato riprese il viaggio.
affollati che fummo costretti a restare in piedi durante il Era buio, quando arrivammo alla stazione di Belene e
percorso. La sera il convoglio si mise in moto per Belene, la trovammo dappertutto soldati armati. Presi i bagagli, ci
stazione ferroviaria più vicina all'isola. L'ufficiale responsabile mettemmo in marcia attraverso i campi in direzione del fiume,
aveva tanta paura di una nostra fuga eventuale che insistette scortati dai soldati. Curvi sotto il peso dei bagagli, potevamo
perché si chiudessero persino le bocche d'aerazione durante la appena resistere, ma chiunque cadeva si rialzava ben presto per
notte. Quella notte percorremmo circa settanta chilometri e evitare di esser calpestato da quelli che marciavano dietro.
quindi venimmo smistati su un binario morto dove restammo Fradici di sudore, giungemmo infine all'edificio
fino al tardo pomeriggio. dell'amministrazione del carcere, circondato da filo spinato, ed
La giornata era caldissima; nei carri affollati la temperatura entrammo.
doveva aggirarsi sui quaranta gradi. Gli uomini cominciarono a
lasciarsi andare al panico e presero a picchiare contro le pareti PERSIN - UN'ISOLA DI ORRORE
del carro chiedendo aria ed acqua, ma nessuno ci aiutava.
Alcuni cominciarono a perder conoscenza per il calore e la «Io ... ero nell'isola chiamata Patmo a motivo della parola di
sete, ma eravamo tanto pigiati che chi sveniva non poteva Dio e della testimonianza di Gesù» (Apocalisse 1:9).
cadere. Non c'era spazio. Restava in piedi, benché senza Belene è un villaggio di ottomila abitanti sul Danubio il quale
conoscenza. Durante il pomeriggio la temperatura deve salire forma il confine settentrionale fra la Bulgaria e la Romania.
ben al di sopra dei quaranta gradi, tutto ciò in un carro merci L'edificio dell'amministrazione del carcere era posto a destra
chiuso e senz'aria. Finalmente a seguito delle nostre grida e delle rive del fiume. Gran parte del personale vi viveva.
dei colpi contro le pareti, l'ufficiale lasciò aprire appena un po' L'isola di Persin è a circa duecento metri dalla sponda. A forma
le porte per permettere di passare le bottiglie per l'acqua, di pera, essa è lunga circa nove chilometri ed è larga fra i tre ed
perché ce le riempissero. Durante la notte percorremmo altri i quattro. L'isola principale è fiancheggiata da due minori:
cinquanta chilometri. Il giorno successivo si ripetè la stessa Sturez, che misurava circa duecento metri di larghezza
storia. Restammo su un binario morto dalle sette del mattino massima ospitava un campo di concentramento per donne.
alle cinque del pomeriggio sotto quell'orribile calore, L'altra isola, Berzina, era la più piccola delle tre.
attanagliati dalla sete e dalla spossatezza, sempre in piedi. La parte occidentale di Persin e la linea costiera settentrionale e
Al termine del secondo giorno eravamo in sosta su un binario meridionale erano più alte di quella centrale, nella quale erano
morto a soli dieci chilometri da Belene. Sotto il calore la situati parecchi laghi. La parte più elevata dell'isola era quella
maggior parte dei prigionieri persero conoscenza. Allora orientale.
finalmente l'ufficiale permise che si aprissero le porte e quelli
ch'erano senza conoscenza vennero portati fuori e adagiati L'intera colonia era suddivisa in cinque baracche. La nostra era
sull'erba. Rinvennero dopo che fu loro praticata la respirazione a circa un chilometro e mezzo dall'edificio amministrativo. Le
artificiale. Questo incidente fece sì che l'ufficiale permettesse baracche erano basse capanne fatte di rami di salice intrecciati
di lasciar aperte le porte di qualche centimetro. e ricoperti di uno spesso strato di argilla. I tetti erano fatti di

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steli secchi di piante di girasole e di paglia. Ciascuna baracca lavoro forzato duro. Dei seimila detenuti colà, soltanto qualche
ospitava da cinquecento a settecento prigionieri, e tutte, ad centinaio sopravvissero. Il giorno successivo ci ripartirono in
eccezione di una, erano costruite direttamente sul suolo. L'altra battaglioni di lavoro coatto. Era l'epoca della mietitura e quelli
era su un ripiano alto poco più di un metro. che erano venuti prima di noi avevano già tagliato il foraggio.
A circa sette chilometri di distanza, su una collina all'estremità Il nostro compito era quello di raccoglierlo e trebbiarlo.
orientale dell'isola era la baracca numero uno. La terza si Ciascuno di noi doveva mietere quattrocento metri quadrati al
trovava fra le prime due ed era dotata di una stalla e di un'aia. giorno, benché pochi di noi avessimo trebbiato mai in vita
Mucche e pecore vi erano accudite da prigionieri che godevano nostra. Il primo giorno ero spossato. Lavorai quindici ore di
la fiducia delle autorità. seguito senza riuscire tuttavia a raggiungere la quota. Di ritorno
La baracca numero quattro era posta sull'isola di Sturez e al campo, alle nove, dovemmo restate sull'attenti mentre il
costituiva il campo per le donne. Si trovava su terreno elevato caposquadra ci ammoniva con una ramanzina per non aver
ed era ben costruita. Nell'estate del 1952 vi vivevano circa completato il lavoro. Il sermone durò due ore. Quella sera
centocinquanta donne che accudivano i maiali. La quinta andammo a dormire tardi, per esser svegliati di nuovo alle tre
baracca era nel villaggio di Belene ed era destinata ai criminali del mattino e cominciare un'altra giornata di lavoro.
comuni. Lavoravamo dalle tre del mattino alle nove di sera, diciotto ore
Era buio fitto quando arrivammo all'edificio al giorno. Avevo ogni muscolo del corpo che mi doleva.
dell'amministrazione e salimmo su grosse zattere che venivano Negli acquitrini durante l'estate si schiudevano le uova di
rimorchiate fino all'isola da un battello a motore. Nel corso sciami di zanzare, che scendevano su di noi come nuvole nere
dell'estate successiva venne costruito un ponte di barche che pungendoci come fossero vespe. I dirigenti del campo,
rese più spedito il trasporto fra la terra ferma e l'isola. scontenti perché non avevamo raggiunto la quota prevista
Il nostro spirito si sollevò quando giungemmo sull'isola. Per la ordinarono che fosse ridotta la razione di cibo. Così cominciò
prima volta, dietro di noi non c'erano guardie, non avevamo un circolo vizioso. Le razioni alimentari così ridotte ci
pistole puntate contro il capo. Aspirai profondamente l'aria indebolivano facendo diminuire la quantità del raccolto. Allora
della notte fresca e alzai gli occhi al cielo stellato. I miei per punizione ci riducevano ancora le razioni. Intorno a me
pensieri riandarono ai giorni della libertà. Sembrava un altro molti morivano per l'eccesso di lavoro e la denutrizione. Era
mondo. Giunto alla baracca mi stesi sul suolo e m'addormentai. una lotta disperata: lavorare o meno cibo. Meno cibo
Trascorremmo il primo giorno a Persin ad insediarci. significava ancora meno lavoro e quindi di conseguenza meno
Vedemmo che su tutta l'isola v'erano torri poste a poco più di cibo. Quindi la morte. Dividevamo il cibo coi morenti, ma
un chilometro l'una dall'altra e sulle quali erano di fazione delle molti morivano ugualmente. Le guardie si aggiravano fra noi
guardie. Una fascia costiera larga cinquanta metri era zona nei campi picchiando tutti quelli che non lavoravano
proibita e chiunque vi veniva trovato era passato per le armi abbastanza speditamente.
immediatamente. Una notte due prigionieri evasero ed attraverso il confine
Ben presto apprendemmo che Persin era un campo di giunsero nel mondo libero. Parecchi giorni dopo, altri due
fuggirono, ma vennero acciuffati presso il confine con la

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Grecia e riportati indietro. Il coraggio di questi quattro rese le sui loro cavalli ci spingevano di nuovo di corsa verso il campo.
condizioni più dure per gli altri prigionieri. Le guardie erano Si divertivano a battere i prigionieri mezzo morti e barcollanti.
crudeli e non dovevano rispondere di nulla alle autorità se E guai a chi cadeva! Le guardie gli si lanciavano addosso
qualcuno veniva ucciso. Per intimorire i prigionieri ed impedire frustandolo furiosamente fino a fargli pendere lembi di carne
loro di evadere, spesso ne uccidevano uno a casaccio. Non dal dorso, dal volto e dalle braccia.
sapevamo mai a chi sarebbe toccato dopo. Una guardia Ciò continuò fino al completamento del raccolto del girasole.
sceglieva a caso un prigioniero che lavorava nel mezzo di noi, Fu un raccolto a caro prezzo in termini di sofferenze umane!
gli si avvicinava, gli puntava il fucile al capo e premeva il Ciò mostra di nuovo l'infamia nella quale si tiene la vita umana
grilletto. Questo accadde varie volte vicino a me, ed una volta quando l'uomo viene considerato solo come «materia» senza
ad un mio caro amico. anima. Un giorno durante il lavoro fra i girasole, un giovane
Una volta una guardia si stava avvicinando a me col fucile coniglio si avvicinò saltellando. Eravamo affamati e ridotti allo
puntato contro il mio capo ed era sul punto di premere il stato di scheletri, l'unica nostra preoccupazione era quella di
grilletto, quando un'altra guardia lo chiamò, deviandone strappare un filo d'erba per mangiarlo. Ed ecco, là c'era un
l'attenzione. Se ne andò senza più ritornare. coniglio! I prigionieri lo attorniarono ed uno lo uccise e lo
Finita la trebbiatura con parecchie settimane di ritardo sulla nascose per portarlo al campo la sera. Mangiavamo la «dieta
data stabilita, ci misero ad arare il campo. Ogni prigioniero della morte» e per di più lavoravamo.
doveva arare una superficie di circa cinquecento metri quadrati La sera tre guardie a cavallo si avvicinarono alla zona dove
al giorno. Con un aratro avremmo potuto farcela, ma ci era lavoravamo ed ordinarono che colui che aveva ucciso il
impossibile raggiungere questa quota con una zappa. Il calore coniglio confessasse. Nessuno lo fece. Compreso che nessuno
del mese di luglio che volgeva al termine essiccava il suolo e le avrebbe confessato, ci ordinarono di tornare alla baracca di
pozze d'acqua, col risultato che l'acqua da bere divenne scarsa. corsa. Quando attraverso le frustate riuscimmo ad arrivare al
Il solleone picchiava su di noi senza pietà. campo, un delatore doveva aver già detto al caposquadra chi
Terminato il granturco, cominciammo il lavoro nei campi di aveva ucciso il coniglio, poiché lo sfortunato venne subito
girarole. Il campo nel quale lavoravamo era a circa cinque chiamato. Era un uomo di cinquantacinque anni e molto magro.
chilometri dalla baracca e noi percorrevamo ogni mattina ed Cominciarono a percuoterlo selvaggiamente con un pesante
ogni sera la distanza a piedi in mezzo alle guardie. Ma poiché randello di legno. Ho visto e sono stato vittima di terribili
tutto il programma di lavoro dell'isola era in ritardo per le bastonature, ma questo poveretto fu battuto in maniera orribile
cattive condizioni fisiche dei prigionieri, il direttore del carcere al punto che non potei continuare a guardare né a udire le sue
ne fu allarmato ed ordinò di accelerare il ritmo del lavoro. urla. Le sue grida sconvolgenti, erano penetranti, quasi
Invece di marciare fino ai campi ci venne ordinato di correre incredibili. Riempivano tutto lo spazio. Al loro confronto le
mentre le guardie a cavallo ci incalzavano facendoci schioccare grida di una donna nelle doglie del parto erano un suono
sul dorso le loro lunghe fruste di cuoio. Avanzavamo nei campi rallegrante.
barcollando, quasi troppo esausti per muoverci. La sera le Lo batterono fino a quando dalla testa non gli penzolò un
guardie occhio. Nella mia vita non ho mai visto un trattamento così

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inumano ed inutile. Le guardie continuarono a battere il Ruth fu molto astuta nel farmi pervenire quel messaggio. Fui
vecchio sul capo, sull'inguine, sulle braccia, sulle gambe e sul riconoscente a Dio per questa lettera più di quanto lo sarei stato
dorso fino a quando questi non perse conoscenza. Non per un pacco di cibo, malgrado soffrissi la fame. Troppo spesso
potevamo far altro che stare lì cercando di controllare i nostri le parole «la preghiera cambia le cose» vengono ripetute
sentimenti. Alcuni prigionieri piangevano di rabbia e meccanicamente, ma per me esse avevano un gran significato,
frustrazione. Tutto ciò perché un uomo affamato cercava di lì su quell'isola d'orrore. Ogni giorno vedevo come la mano del
procurarsi altro cibo. Signore mi proteggeva, cosicché quando ricevetti la lettera di
Ricordo di nuovo ai lettori che per l'uomo senza Dio non vi Ruth il mio spirito si risollevò. La preghiera veramente cambia
sono limiti alla sua depravazione né agli abissi nei quali le cose!
sprofonderà. Queste guardie scendevano la scala dell'umanità La scritta sul muro di quella chiesa era proprio il messaggio di
un gradino dopo l'altro fino a che non restavano loro più né cui avevo bisogno. Molti prigionieri vennero uccisi a Persin
umanità né bontà. Dovetti lottare per contenere la mia ira durante quell'estate. Due, per essersi avventurati in zona
davanti a questa brutale bastonatura. Dicevo fra me che si proibita. Un giorno, mentre tornavamo dai campi, un ragazzo a
dovevano commiserare le guardie, ma confesso che dovetti poco più di un metro da me ricevette un colpo di fucile in una
lottare per controllare i miei sentimenti. gamba per essersi fermato a staccare una spiga di granturco. Si
gettò in ginocchio, implorando la guardia di lasciarlo in vita,
MESSAGGIO SEGRETO IN UNA FOTO ma questi gli si avvicinò e prima che avessi potuto intercedere
gli aveva sparato al capo.
A metà settembre mi sentivo di non poter resistere. Ero In un'altra occasione un mio caro amico, pensando che nessuno
indebolito dopo l'estate calda e il duro lavoro. Da quattro mesi guardasse si chinò e raccolto un filo d'erba se lo ficco in bocca.
non ricevevo né una lettera né un pacco alimentare dai miei Uno sparo risuonò ed egli giacque ai miei piedi, con un gran
cari. Pensavo ch'era loro accaduto qualcosa. foro alla testa. Le uccisioni non avevano alcun senso.
Una sera mi dissero che mi era arrivata una lettera. Veniva Con l'approssimarsi dell'inverno venimmo posti a lavorare alla
dalla Svezia e proprio al momento giusto per darmi forza. costruzione di un argine che doveva circondare l'isola
V'erano parecchie fotografie di mia moglie e dei bambini oltre proteggendola dalle inondazioni. Doveva avere un'altezza di tre
ad una della facciata della chiesa di Londra nella quale io e metri ed essere largo alla base circa quindici metri. Il cantiere
Ruth c'eravamo sposati nel 1937. Mia moglie ed i bambini vi di lavoro era a circa sei chilometri dalla baracca e fummo di
erano andati ed avevano presa la foto. Sulla facciata della nuovo costretti a percorrere questa distanza di corsa, con le
chiesa si potevano leggere le parole: «La preghiera cambia le guardie a cavallo che ci inseguivano e ci sferzavano. Tutto
cose». Compresi che quella scritta era stata fotografata per questo dovevamo farlo nutriti con una dieta di fame.
assicurarmi che c'erano degli amici che pregavano per me. Era La terra per l'argine veniva trasportata dai pascoli vicini su
il messaggio che m'inviava Ruth. I censori che spogliavano rozze cariole. La quota minima di lavoro individuale era da due
tutta la corrispondenza proprio alla ricerca di parole del genere a tre metri cubi al giorno. Molti crollavano sotto lo sforzo e la
non le avevano notate sulla fotografia di quella chiesa! sera eravamo costretti a portarli sulle spalle o sulle carriole. A

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volte eravamo troppo deboli per trasportare quelli ch'erano Ciò rendeva ancor peggiore camminare nelle scarpe di gomma
caduti ed allora le guardie li lasciavano sul posto a morire. fatte a mano, ch'erano basse ed aperte. Rappezzammo e
Un detenuto che aveva accettato di credere in Cristo attraverso rammendammo i nostri abiti a brandelli per proteggerci contro
il mio ministerio in carcere, cadde ed io lottai con tutte le mie l'inverno imminente.
forze per riportarlo al campo sulle mie spalle. Ma era troppo. Le piogge continuarono fino a che il Danubio, che durante
Riuscii a portarlo per una certa distanza, ma poi non ce la feci l'estate si era prosciugato, non raggiunse il suo livello normale.
più ad avanzare. Nessun altro poteva aiutarmi, anch'essi erano I laghi e le pozze si riempirono di nuovo e la strada che portava
troppo vicini alla morte. Il mio amico e fratello in Cristo morì ai campi di lavoro divenne quasi impraticabile.
lì dov'era disteso. Se soltanto avessi potuto portarlo! Ancor Verso quell'epoca la burocrazia bulgara, adottando un'idea di
oggi penso a lui. qualcosa praticato dai Russi, decise di far costruire in tutto il
Il carcere creava grandi amicizie fra i prigionieri che paese barriere contro la neve. Ci ordinarono di fabbricare
condividevano gli stessi sentimenti e le stesse sofferenze. In queste barriere con rami intrecciati. Il loro scopo era di
molti si rivelava il loro aspetto migliore, soprattutto fra i impedire che la neve fosse trasportata via dal vento
cristiani. Regnavano un grande calore, sollecitudine e accumulandosi nei campi.
preoccupazione degli uni verso gli altri. Era cosa comune, per Le piogge torrenziali continuarono a cadere mentre lavoravamo
esempio, vedere un detenuto cui le guardie avevano fratturato penosamente e gli stracci di cui eravamo coperti furono presto
la mascella, attentamente nutrito da un altro detenuto che gli inzuppati d'acqua. Quasi l'intera isola era ora coperta d'acqua.
rompeva il pane in minuscoli pezzettini perché potesse meglio In un mese la profondità del fiume salì da novanta centimetri a
ingoiarlo. Il carcere faceva risaltare il meglio nella maggior due metri e settanta.
parte degli uomini e v'era un gran senso di fratellanza, ancora La baracca era ora in una enorme pozzanghera di fango
maggiore poi fra i prigionieri cristiani. profonda settantacinque centimetri. Vivemmo per settimane
La bassa natura dell'uomo senza Dio non è cambiata. Persone nell'acqua gelida del fiume.
del genere esistevano quando furono costruite le piramidi Un giorno, verso la fine di novembre, una leggera neve mista a
d'Egitto, durante la cattività d'Israele a Babilonia, durante pioggia cominciò a cadere e la sera il suolo che non era
l'Illuminismo, a Buchenwald, in Siberia ed a Persin. Durante ricoperto dall'acqua era coperto di neve. Il giorno seguente il
quella calda ed arida estate chiunque si chinasse per strappare manto di neve divenne ancor più spesso e gli abiti gelavano. La
un filo d'erba, una foglia di lattuga, qualunque cosa da temperatura era scesa a quasi quindici gradi sotto zero, ma
mangiare o masticare, veniva immediatamente ucciso senza dovevamo continuare a lavorare alla costruzione delle barriere
preavviso. Ma molti di noi corsero questo rischio pur di vivere. antineve.
L'estate era terminata senza che piovesse una sola volta. Poi Il Danubio continuava a gonfiarsi e fu necessario raccogliere i
continuò a piovere senza interruzione e l'isola divenne un mare porri piantati su molti acri. Bagnati per l'acqua nella quale
di fango vischioso. vivevamo, gli abiti resi duri dal gelo, tiravamo con le mani
nude i porri dalla neve o dall'acqua, a seconda delle condizioni
atmosferiche. La notte l'acqua gelava, ma si dovevano

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raccogliere i porri, cosicché rompevamo il ghiaccio con le mani IL GIORNO PRIMA DI NATALE
e continuavamo a lavorare. In quei mesi molti prigionieri
morirono di polmonite. Sull'altro lato dell'isola i torrenti di acqua del fiume in piena, il
«Io sono affondato in un profondo pantano, ove non v'è da cui livello diveniva minacciosamente sempre più alto, avevano
fermare il piede; son giunto in acque profonde e la corrente mi strappato dal suolo i pali di legno, perciò venimmo mandati a
sommerge» (Salmo 69:2). scavare nuove buche per piantare nuovamente i pali.
Il livello del Danubio continuò a salire durante tutto il mese di Lavoravamo nell'acqua ghiacciata che scorreva rapida, immersi
dicembre, minacciando d'inondare tutta l'isola con le sue fino alla cintura, per ricuperare i pali che galleggiavano e
parecchie migliaia di prigionieri. I funzionari erano molto caricarli su una zattera.
preoccupati per la sicurezza degli animali. Dopo aver caricato una zattera salii a bordo e cominciai a
Vennero prese precauzioni per l'evacuazione degli animali se spingerla a riva con la pertica. Ero nel mezzo del fiume in
l'acqua continuava a salire. Ma non si dovevano in nessun caso piena, quando improvvisamente la zattera si sfasciò sotto di me
evacuare i detenuti. Eravamo meno importanti degli animali! e mi ritrovai nell'acqua gelida. Ero a- circa settecentocinquanta
Sembra incredibile, ma assistemmo ai preparativi fatti per metri dalla riva, preso nel turbine ribollente del fiume in piena,
lasciarci lì ed evacuare gli animali e le guardie. Dopo tutto non con abiti e scarpe pesanti. Gelato com'ero non potevo
sarebbe stata colpa loro se era venuta l'inondazione, ed i muovermi. La corrente mi trascinava e colai parecchie volte,
detenuti erano qualcosa di cui la Bulgaria ne aveva fin troppi. ma riuscii in qualche modo a risalire a galla. Ero gelato fino
Sull' isoletta di Sturez si stava costruendo un pilone d'acciaio alle ossa per l'acqua gelida; le scarpe mi tiravano giù, la
per un progetto d'elettrificazione. Erano state scavate le corrente rapida mi trascinava.
fondamenta ed era stato versato il cemento. Ma occorreva Non v'era nessuna via di salvezza umana. La morte era certa.
evitare il pericolo ch'esse si riempissero d'acqua, perciò Avevo le braccia, le gambe e tutto il corpo resi insensibili
cinquanta prigionieri, fra i quali io, furono portati sull'isoletta dall'acqua gelida. La corrente rapida, le pesanti scarpe e gli
per versare cemento nelle fondamenta del pilone. Lavoravamo abiti mi fecero andar sotto ripetutamente. Continuavo tuttavia a
in tre turni, mentre le pompe aspiravano l'acqua dalle lottare per risalire alla superficie, ma per riandar di sotto
fondamenta. Poiché il lavoro era urgente, il capo delle guardie nuovamente. Avevo perso ogni forza. Cessai di lottare. La
mandò due agenti al vicino villaggio per procurarci del pane. morte mi circondava con le sue braccia.
Questo era un riconoscimento dello stato di semi-inedia nel Con il fiato che mi restava gridai: «Signore, aiutami!».
quale ci tenevano. Quando occorreva completare rapidamente Improvvisamente un'ondata di forza traversò il mio corpo
lavori di emergenza, ci venivano date razioni supplementari di assiderato ed esausto. Cominciai a nuotare verso la riva con
pane. Quella fu l'unica cosa buona di quella piena del fiume. possenti bracciate. In maniera incredibile riuscivo a trascinarmi
Essa creò tante situazioni di emergenza che ci diedero due fette malgrado le pesanti scarpe zuppe d'acqua, e tutto il resto. Era
di pane in più al giorno! Pregavamo perché ci fossero altre veramente la forza di Dio, poiché io non ne avevo più. Un buon
situazioni d'emergenza. nuotatore avrebbe avuto difficoltà nel farcela, tanto più io nelle
mie condizioni. Potevo vedere che avanzavo. «Grazie,

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Signore» dissi ripetutamente. Più tardi mi vennero alla mente le distesa, le due suore presso la sponda del fiume avanzavano
parole di quel bell'inno che dice: faticosamente affondando nel fango senza nessuno che potesse
aiutarle, mentre io, un pastore evangelico, avevo usato le
All'ombra di verdi pasture il Signor ultime energie che mi restavano per guadagnare a nuoto la riva,
Conduce i suoi cari figliuol giacendovi esausto. Le campane sembravano dire: «Iddio è
Ai freschi ruscelli che scorrono ognor nato in forma d'uomo. Iddio si rivela attraverso il suo
Conduce i suoi cari figliuol. figliuolo».
Non dimenticherò mai quel Natale. Io giacevo esausto e le due
Chi nel disagio, chi nel dolor suore affondavano sempre più nel fango. Ci fermammo ad
Chi nelle pene ma Cristo ognor ascoltare. Era buio e faceva un freddo gelido. Ero quasi un
Ei nella prova dà gioia al cuor blocco di ghiaccio. Lontano a distanza si potevano udir
Nell'alta notte; nel giorno ancor. squillare debolmente le campane che facevano risuonare il
messaggio della nascita del Salvatore.
Quelli che avevano visto tutto dalla riva mi avevano già Mentre ero lì disteso, le lacrime mi solcarono le guance. Erano
considerato morto ed erano tornati di nuovo al loro lavoro. lacrime di gioia perché non ero affogato e lacrime di dolore
Dopotutto, la vita valeva tanto poco, un prigioniero di più o perché né io né quelle suore eravamo lì per qualche delitto
uno di meno non aveva gran senso. Avevamo visto morirne commesso. Eravamo lì per amor suo, per amor di colui ch'era
tanti, la morte non era nulla d'insolito. nato in una stalla quella sera di tanto tempo fa'.
Continuavo ad avvicinarmi alla riva sempre lottando. Pensai ai martiri del passato: alle madri di cui Erode aveva
Finalmente potei toccarla e vidi due figure vestite di nero. ucciso i figli, ai santi lapidati a morte, alle migliaia arsi vivi
Erano due suore. A quell'epoca si era appena concluso un legati a dei pali, alle migliaia gettati alle fiere. La storia della
processo contro alcuni preti e suore cattolici, ed anch'essi erano chiesa è macchiata del sangue di migliaia di martiri cristiani
stati ritenuti colpevoli di spionaggio. Più di cinquanta fra preti che avevano ricevuto il Figliuolo di Dio per il quale ora
e suore erano stati condannati al carcere, e due vescovi e due suonavano quelle campane. Quei martiri non erano fanatici
preti erano stati condannati a morte. Le due suore davanti a me ciechi, ma uomini e donne con una fede che durava fino alla
si muovevano faticosamente nel fango della sponda del fiume morte. La fede che vince la morte non ha paura. Al posto di
mentre una sorvegliante ordinava loro di avanzare. Ad un tratto essa vi sono gioia e giubilo! Martiri! Mentre le campane
la sorvegliante sferrò brutalmente un calcio ad una delle suore, suonavano rivissi il passato. Guardai le suore. Anche sulle loro
facendola cadere allungata al suolo, dove sprofondò nel soffice guance scorrevano le lacrime. Piangemmo. Non pronunziammo
fango trasudante, dal quale si potè rialzare solo con grandi una sola parola, ma ci comprendemmo.
sforzi. Il villaggio di Belene era a circa due chilometri da Quando le campane si fermarono, la realtà del momento tornò
noi. Era Natale. Le campane della chiesa cominciarono a precipitosamente, ma la voce di Dio parlò al mio cuore:
squillare annunziando la lieta novella della fede cristiana. Nel «Hanno fatto ciò ai miei figli nel corso dei secoli, e questo
momento in cui le campane cominciarono a suonare a fanno a voi per amor mio».

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dedicato ad essere cappellano del carcere, cercando di aiutare
NATALI IN PRIGIONE gli altri ad affrontare le crisi spirituali della loro vita che quel
giorno divenivano particolarmente acute.
Quel Natale e dodici altri vennero e passarono in fredde, gelide Le principali baracche di Persin erano costruite direttamente
celle. Quand'ero solo nella cella di segregazione il giorno di sul suolo, ma le acque del fiume non le avevano ancora
Natale, passavo la giornata pensando a Ruth, a Paolo e a Rode, raggiunte poiché erano protette dal muro di sostegno che
chiedendomi che cosa facevano quel giorno, se stavano bene. avevamo costruito quell'estate a prezzo di tante vite umane.
Non mi concessi mai il lusso di pensare che li avrei rivisti. Avevamo anche costruito un argine lungo quindici metri, largo
Avevo da tempo abbandonato ogni speranza di esser di nuovo sei ed alto un metro, sul quale avevamo edificato due baracche.
con loro. Così, in quei tredici Natali, che fossi insieme ad altri Una notte fummo svegliati nelle baracche da rumori e grida. «Il
o solo in segregazione, non pensai mai di rivederli. Ciò bastava fiume ha aperto una breccia nel muro di sostegno! Si salvi chi
a far impazzire un uomo e a molti infatti questo era accaduto. può!».
In occasione di un Natale che trascorrevo in segregazione, mi Usciti di corsa dalle baracche nel cortile, trovammo che l'acqua
diedi a confezionare delle cartoline di Natale ritagliandole da ci arrivava già alla vita e saliva velocemente. Tre o quattromila
pezzi di carta. Sapevo bene che non avrei mai ricevuto una uomini si dibattevano nella gelida acqua salmastra per cercare
cartolina di Natale dal comandante del carcere! di arrivare alle due baracche costruite sull'argine e che
Ne feci una firmata «Ruth», un'altra firmata «Paolo» ed un'altra potevano contenere solo centoventi persone! Eravamo tanto
firmata «Rode». Rimasi sdraiato nella cella quel Natale, stretti da poter appena muoverci, ma stavamo rannicchiati
guardando le belle cartoline «mandatemi da casa». «Buon insieme, senza guardie, poiché queste ci avevano abbandonato
Natale, Haralan!» dissi a me stesso. Lo spioncino si aprì e la ed erano su un terreno più elevato, dall'altro lato. L'acqua
guardia gettò un'occhiata. Dovette pensare che ero divenuto continuava sempre a salire.
pazzo e che parlassi da solo. Non vi fu nessun tentativo di salvarci. Se l'acqua continuava a
Non appena lo spioncino si fu rinchiuso, le lacrime salire, almeno parecchie centinaia di uomini sarebbero periti,
m'inondarono le guance, colpito di nuovo dalla disperazione perché molti erano semplicemente troppo deboli per nuotare.
completa causata dalla mancanza dei miei cari. Subito mi Cominciai a pregare e chiesi agli altri cristiani di pregare con
ripresi. «Haralan, devi smetterla!» dissi rimproverandomi. me. Finalmente le acque in piena si fermarono e capimmo
Gli altri Natali li trascorsi cercando di risollevare gli altri ch'eravamo salvi. Ringraziai Iddio di ciò.
detenuti. Quello era per tutti il giorno peggiore dell'anno. Poiché non c'erano guardie, i delatori ed i membri della
Uomini che erano allegri e forti tutto l'anno, spesso il giorno di «Società Culturale» erano senza protezioni. I prigionieri non
Natale cadevano nella più profonda disperazione. cristiani che avevano tanto sofferto per causa loro profittarono
Dopo che tre o quattro Natali furono venuti e passati, cominciai dell'occasione per vendicarsi. La scena che seguì fu brutale. Per
a trascorrere Natale interamente come giorno tutta la notte, senza timore dell'intervento delle guardie, si
protrasse il «pestaggio» dei delatori, cosicché agli inizi del
giorno, molti erano sanguinanti e feriti. Cercai di fermare i

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prigionieri in collera, ma la loro furia nei confronti di quelli che Molti cominciarono a saltare in una lotta disperata contro il
li avevano traditi era incontrollabile. Mi spinsero da parte. freddo mortale. Vicino a me un uomo più anziano cominciò a
«Pastore, non vi immischiate in questo!» mi dissero. saltare. Lo ammonii a non servirsi di tutte le sue energie in
Finalmente, quando l'acqua si fu ritirata e non ci fu più questo modo. Egli continuò ed il giorno dopo cadde ai miei
pericolo, le guardie ed il direttore della prigione ritornarono. piedi. Cercai di aiutarlo, ma morì fra le mie braccia. Il suo
Quando quest'ultimo apprese quello ch'era accaduto, cominciò corpo gelato restò ai miei piedi per parecchi giorni prima che le
a bestemmiare e ad andare su tutte le furie, giurando di guardie venissero per portarlo via.
vendicarsi. Poiché nessuno volle confessare di aver preso parte Durante la confusione seguita all'inondazione, un giovane
al «pestaggio» dei delatori, il direttore del campo scelse a caso prigioniero riuscì a fuggire su una barca e raggiunse remando
quattordici uomini come vittime della sua vendetta. la terra ferma senza che nessuno lo vedesse. Percorse a piedi
Gli sfortunati vennero posti su un pontone spinto a forza di circa trentacinque chilometri fino alla città di Levski prima di
remi in mezzo al fiume e lasciato ancorato sul posto. Il freddo esser preso e riportato a Persin. Come punizione per la sua
era atroce ed essi non avevano che i leggeri abiti di prigione, evasione, quel giovane venne rinchiuso nella cucina di una
privi di cibo e solo acqua di fiume da bere. Una guardia venne delle capanne, ch'era tanto fredda che le pareti erano a metà
posta sulla riva per sorvegliarli. Rimasero là per due intere ricoperte di ghiaccio. Quando lo lasciarono uscire, parecchi
settimane con quel terribile freddo, a soffrire. Il secondo giorno giorni dopo, era tanto congelato da poter a malapena
si levò un forte vento gelido e la temperatura scese al di sotto camminare. Fu sul punto di morire assiderato e fu necessario
dei venti gradi. I quattordici uomini pestavano i piedi, amputargli i due piedi congelati.
saltellavano e saltavano quanto potevano per mantenere il Finalmente, dopo due settimane, i quattordici uomini sul
sangue in circolazione. Il quinto giorno il direttore del carcere pontone vennero riportati nelle baracche. Avevano i piedi
salì su un battello a motore incrociando intorno al pontone sul congelati e sulla loro pelle si vedevano chiazze nere. Ad uno di
quale si trovavano i quattordici uomini gelati e morenti, essi dovettero amputargli le dita dei piedi. A noi diedero il
beffandosi di essi nel peggior linguaggio immaginabile. permesso di tornare alle baracche dopo dieci giorni trascorsi
Ma anche noi altri dovemmo pagare il prezzo per quelli che sulla riva gelata del fiume.
avevano battuto i delatori. Venimmo condotti sulla riva del
fiume e costretti colle baionette spianate contro di noi a restare
in piedi per dieci giorni, esposti al freddo, ora sotto i venti LAVORO DI SCHIAVI A PERSIN
gradi, ed ai venti che soffiavano sul fiume, senza nulla da
mangiare né da bere ed alcuna possibilità di stenderci. Faceva L'inondazione provocò un'elevata mortalità di bestiame
tanto freddo che persino il Danubio gonfio e ribollente nell'isola. Ciò afflisse veramente il direttore del carcere e
cominciava a gelare. Era una scena terribile, da incubo. mostrò che l'unica maniera per evitare di mettere a repentaglio
Tutt' intorno a me gli uomini cercavano pietosamente di prigionieri ed animali consisteva nel rialzare il livello dell'isola.
riscaldarsi. Uno gridò: «Saltate! Vi riscalderà!». Ci ordinarono di trasportare la sabbia e le pietre su carriole fino
alla zona da rialzare. Gelati e mezzo affamati, ricevemmo

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l'ordine di scavare sei metri cubi di terra gelata al giorno e di * * *
portarla al nuovo posto, a cinquanta metri di distanza.
Dopo che avemmo finito quell'argine, mandarono un piccolo
gruppo di noi sull'isola di Barzin per segarvi degli alberi. «I Legami della morte mi avevano circondato, le angosce del
Barzin è lunga poco più di sei chilometri e larga cento o soggiorno dei morti m'avevano colto; io avevo incontrato
centocinquanta metri. Gli alberi erano incredibilmente grossi distretta e cordoglio. Ma io invocai il nome dell'Eterno: Deh, o
ed alti. Ogni mattina portavamo il pontone alla riva ed ogni Eterno, libera l'anima mia!» (Salmo 116:3,4).
sera lo riportavamo, insieme ai tronchi d'albero tagliati. Una
volta sbarcati i tronchi d'albero, dovevamo portarli a spalla per Il 5 marzo 1953 durante l'ispezione notammo che le guardie
quasi due chilometri fino al cantiere di costruzione. portavano una striscia nera sul risvolto della giacca. Il capo del
Occorrevano circa venti uomini indeboliti dalla fame per campo annunziò con voce tremante che il compagno Stalin era
portare quei tronchi lunghi da venti a trenta metri e di un morto. Tutte le guardie ed i membri della Società Culturale si
diametro che andava fino ai cinquanta centimetri. Molte volte aggiravano con espressione triste. Tuttavia per la maggior parte
caddi a terra sotto il loro peso terribile. I morenti dei prigionieri la morte di Stalin era motivo di giubilo.
bestemmiavano, altri pregavano. Pensavo fra me: Che sciocchi! Cercavamo di nascondere i nostri sentimenti, ma i delatori
Se vogliono il lavoro, i comunisti dovrebbero dar da mangiare sapevano da quale parte stava ognuno, e le guardie si misero
ai detenuti. Allora otterrebbero un maggior rendimento all'opera contro quelli che si erano scambiati una stretta di
individuale. Ma essi non sembravano mai pensarvi. mano e che al momento dell'annunzio non si erano mostrati
Vennero le grandi nevicate e Persin cadde nel grande silenzio sufficientemente tristi.
bianco e gelido dell'inverno. Non si vedevano che figure nere Un vecchio che era stato condannato alla reclusione a vita rise
piegate sotto il peso degli alberi abbattuti e che si muovevano a all'udire la notizia, e continuò a ridere pazzamente durante la
gran pena. Quelli che crollavano restavano dove cadevano. Il feroce bastonatura cui fu sottoposto.
loro corpo diveniva nero e duro come pietra. Quando si Dopo la morte di Stalin le guardie divennero ancora peggiori.
raccoglievano finalmente i corpi, le braccia e le gambe La ragione era la loro mancanza di sicurezza. Per loro Stalin
restavano nella posizione grottesca nella quale si trovavano era stato più di un condottiero, era un essere superiore ch'essi
quand'erano caduti. Noi che vivevamo li invidiavamo per la avevano adorato. Ora che il loro dio era morto, i loro
loro evasione. sentimenti d'ira e di paura dovevano esplodere in qualche
Finalmente venne la primavera ravvivando il nostro spirito. modo. Noi eravamo abbastanza a portata di mano, cosicché le
Nella foresta cominciavano ad apparire fra la neve ortiche ed vittime fummo noi. Noi prigionieri venivamo incolpati di tutto
altre erbe commestibili. Mangiavamo anche rane, serpenti, il male, come se avessimo causato noi la morte di Stalin.
tartarughe e arvicole (topi campagnoli). Non dimenticherò mai Devo dire che ho incontrato nel mondo libero l'idea che certe
il sapore delle arvicole. La loro carne ha uno strano sapore cose andavano male sotto Stalin, come aveva confessato
agrodolce ed è filamentosa e piena di tendini. Ma avevamo persino Krushchev, ma che dopo Stalin le cose sono migliorate.
tanta fame che le arvicole costituivano per noi un banchetto.

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Ciò è completamente falso. Per un certo tempo le punizioni e le giorno e di qualche cucchiaiata di minestra di fagioli dalla
torture ebbero una minore ampiezza, divenendo poi più astute, quale erano però stati tolti i fagioli. Restammo lì giorno e notte
subdole e pericolose. Ce ne rendemmo conto immediatamente. senza nulla da fare e con il cibo appena sufficiente per tenerci
Oggi milioni di persone nei paesi comunisti soffrono in vita. Presto fu chiaro che dovevamo morire di fame. Il nostro
duramente come soffrivamo noi, ma la tortura è più subdola. Si terribile nemico era il tempo.
tolgono per sempre i figli ai genitori cristiani. Non è una L'orologio si fermò.
tortura? Nel mondo comunista di oggi si torturano e si Sedevamo completamente immobili. Il silenzio profondo era
imprigionano i cristiani. I dirigenti ecclesiastici veramente rotto soltanto dal respiro affannoso di uomini condannati.
cristiani muoiono in prigione di «cause naturali». La sofferenza Venimmo lasciati completamente soli, senza cibo, con un po'
nel suo insieme, in molti paesi comunisti, oggi è peggiore che d'acqua. Passò una settimana, quindi due. Improvvisamente
sotto Stalin. udivamo un rumore e tutte le teste indebolite si voltavano.
L'uso della parola improvvisamente può sembrare monotono,
ma non può esser evitato. Per quanto goffo, esso descrive la
NELLA CAMERA DELLA MORTE situazione. Nel mondo umido e stagnante del nostro sepolcro,
di tanto in tanto le guardie improvvisamente invadevano la
Le torture inflitteci ondeggiavano come un pendolo, passando cella per ricordarci che contrariamente a quanto avviene per i
da una minore persecuzione per un po' di tempo, per ritornare morti normali, potevamo essere tormentati continuamente,
di nuovo al vecchio ritmo. fisicamente e mentalmente, in maniera subdola e in maniera
Vennero scelti cento prigionieri, fra i quali io, per formare una brutale, soli o tutti insieme, giorno e notte.
«brigata di punizione». Venimmo posti in baracche speciali. Le Forse le sofferenze fisiche, la mancanza di cibo, di acqua e di
punizioni divenivano ogni giorno più severe. Un giorno ci aria, annebbiarono la nostra coscienza in quelle lunghe
ordinarono di portar fuori tutto quello che ci apparteneva. settimane, ma mentre sedevamo letteralmente in attesa della
Frugarono tutto ed il cibo venne dato agli zingari che erano in morte sembrava che il mondo si fosse fermato.
un'altra baracca. Ci tolsero persino la nostra razione giornaliera Finalmente il giorno 8 maggio, noi della «brigata di punizione»
di pane. Quindi ci fecero marciare fino ad un deposito di merci, ricevemmo l'ordine di trasferimento alla baracca numero due,
ci ordinarono di toglierci i pantaloni ed i cappotti e ci diedero mentre i prigionieri del campo di concentramento presero il
in cambio abiti laceri e consumati. I pantaloni erano così stretti nostro posto nella baracca numero uno. Separati dal gruppo
che non riuscivamo ad abbottonarli e fummo costretti a tenerli principale dei detenuti, percorremmo i quasi sette chilometri
sù con una mano. Scopo di tutto questo era quello di fino alla baracca numero due, scortati da guardie a cavallo che
distruggere l'ultimo briciolo di autorispetto che ci restava, ma ci inseguivano come al solito maneggiando lunghi scudisci di
noi attraversammo fieramente il cortile a testa alta, ed i cuoio.
pantaloni tennero. Avvertii un oggetto scuro che percorreva rapido l'aria verso la
Il 20 aprile ci chiusero in una stanza, sottoponendoci ad una mia faccia e l'estremità tagliuzzata di un lungo scudiscio mi
dieta di fame di poco meno di trecento grammi di pane al lacerava il volto lasciandovi un rivolo di sangue. «Più veloci!

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più veloci!» gridavano le guardie sui loro cavalli. Mi ricordai 5 mila uomini erano stati radunati nel recinto di filo spinato. Ci
come in un lampo che Gesù era stato flagellato ed in un attimo chiamavano nemici perché non ci eravamo arresi e non
di lucidità, mentre ansimavo pregai: «Signore, aiutami a avevamo permesso agli ideali comunisti di trionfare nella
sopportar questo per amor del tuo nome!». Per due ore avanzai nostra mente e nel nostro cuore. Il comunismo richiede
correndo, barcollando e cadendo mentre l'estremità delle grandi conformità ed asservimento completi. Ci eravamo rifiutati di
fruste nere mordeva tagliando abiti e carne come un coltello nel conformarci e perciò eravamo i peggiori nemici. Secondo le
burro. Dopo due ore la «brigata di punizione» stravolta e parole scritte sul corpo di guardia, questi uomini un tempo
battuta, con me che chiudevo la marcia, raggiunse la baracca. erano stati qualcosa di cui andar fieri. In realtà quelle parole
Ci gettammo al suolo esausti e sanguinanti. sono una buona arma contro il comunismo. Ci doleva il fatto
La baracca numero due si trovava ben al di sopra del livello di che solo noi, «i nemici del comunismo», potessimo leggerle.
piena del Danubio ed era circondata dal filo spinato. Sui lati Parecchi giorni dopo scoprimmo che detenuti di altre brigate
orientale ed occidentale v'erano due alte torri presidiate giorno stavano scavando un profondo fossato nelle vicinanze della
e notte. Vicino all'ingresso vedemmo un cartello. Liberamente nostra baracca. Osservavamo con curiosità l'avanzare degli
tradotto esso diceva: «L'uomo è qualcosa di cui si deve esser scavi. Non avevamo alcuna idea dello scopo di quei lavori. Una
orgogliosi». Era una citazione di Massimo Gorki. Fui colpito volta completato il fossato un gruppo di operai cominciò a
dall'ironia di quelle parole, qui, in una prigione comunista, lavorare nella profonda cavità sotto la direzione di un ex
dove migliaia di uomini venivano trattati come animali. Ma imprenditore edile. Quindi venimmo a sapere attraverso le
esse contenevano una reale verità. La Parola di Dio insegna che informazioni che circolavano fra i detenuti che questa era una
l'uomo è la parte più elevata della creazione. Sulla faccia della speciale fossa di punizione preparata per alloggiare la brigata
terra non v'è nulla di più grande dell'uomo. E strano che degli penale, noi! Guardando quell'orribile fossa, chiesi a Dio la
uomini che rifiutano di riconoscere il Creatore e che forza particolare necessaria. Non immaginavo che avrei
considerano l'essere umano come qualcosa senza valore trascorso i nove mesi successivi nella fossa quasi senz'aria,
avessero scritto sul muro quelle parole. stipata di uomini affamati che cercavano disperatamente di
La porta si aprì lasciandoci entrare. Guardando indietro respirare. Nonostante tutto quello che avessi visto e provato
vedemmo un'altra citazione di Massimo Gorki: «Se il nemico della ferocia dell'uomo verso il suo prossimo, fui sorpreso
non si arrende, occorre annientarlo». Pensai alla davanti al suo genio creativo e satanico nel trovare nuovi
contraddizione nelle due frasi che rifletteva la confusione nella metodi per torturare il suo prossimo.
mente dell'autore. Questo può far capire l'abisso fra il Quand'oggi predico la salvezza, lo faccio con un fervore
comunismo della teoria e quello della pratica. La prima nuovo. Ho vissuto per tredici anni sperimentando ogni giorno
citazione mostrava la teoria comunista nel tentativo di creare fin dove possa scendere l'uomo senza Dio. L'uomo può elevarsi
un paradiso sulla terra. La seconda mostrava la dura realtà. Da alle supreme vette spirituali ma può anche toccare i peggiori
un canto l'uomo è qualcosa di cui esser orgogliosi, dall'altro un abissi. Nessun animale può trovarsi in questo ampio divario.
nemico da annientare! Questa è la differenza fra il comunismo Solo l'uomo.
nella teoria ed il comunismo nella realtà. In qualche minuto 4 o

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NOVE MESI NELLA FOSSA UN FAGIOLO NELLA MINESTRA

«Lo presero e lo gettarono nella cisterna. Or la cisterna era Una volta, per caso o per distrazione, nella «minestra» di uno
vuota, non c'era punt'acqua» (Gen. 37:24). di noi galleggiava un fagiolo. Che gioia per chi l'aveva trovato
nella sua scodella! Avreste pensato che si trattava di un grosso
La fossa era costituita da un gran buco nel terreno, profondo rosbeef. Ma solo chi è stato in una prigione del genere sa che
circa tre metri. I lati della fossa erano protetti da robusti tronchi cosa significa trovare un fagiolo galleggiante in una minestra
per evitare franamenti. Il soffitto era formato da spesse travi di che non è che acqua. Ci rallegrammo tutti con lui per quel
legno che andavano da un lato all'altro della fossa. Lo spazio fagiolo. Quelli che non hanno nulla si aggrappano ad un filo.
fra le travi era coperto di assi di legno i cui interstizi erano Era la primavera, ed il calore accumulatosi nella fossa senz'aria
coperti di argilla. Essa era a tenuta d'aria. Naturalmente non divenne quello di un forno soffocante, alimentato dall'aria
c'erano finestre né sfoghi d'aria. La «Porta» era una botola nel immobile e viziata, appesantita dal calore, dal sudore e l'odore
soffitto larga cinquanta centimetri. Era l'unica apertura per di cento corpi che facevano sforzi per respirare in una lotta
l'aria. La fossa era suddivisa in due parti da travi ritte e da mortale la prossima boccata d'aria.
sbarre di ferro, con un passaggio fra le due. Da un lato v'erano Dopo parecchi giorni alcuni dei detenuti più anziani persero
celle individuali che misuravano due metri e settanta per un conoscenza. Picchiammo sulla botola per attirare l'attenzione e
metro e ottanta. Dall'altro v'era uno stanzone di diciotto metri quando le guardie aprirono e si calarono nella massa di corpi
per tre metri e sessanta. che si contorcevano trovarono dieci detenuti senza conoscenza.
Dopo che fu completato ci dissero che saremmo stati puniti in Li portarono fuori per far loro riprendere conoscenza. Non
una maniera nuova (ma ne eravamo stati già informati appena furono rinvenuti li gettarono di nuovo nella fossa. Ero
attraverso le notizie circolanti fra i detenuti). Noi cento steso per terra, con la faccia nascosta nella sabbia cercando di
venimmo condotti fuori in fila indiana e lasciati cadere respirare l'aria ch'era tra le particelle di sabbia.
attraverso la botola sul suolo umido e sabbioso della fossa. Da Il giorno dopo dovemmo picchiare alla porta tre volte: alcuni di
un lato del passaggio c'era un barile d'acqua potabile, dall'altro noi erano svenuti per il calore o la mancanza di ossigeno. Era
il barile che doveva servire da toletta per cento uomini. Il chiaro che nelle condizioni attuali tutti sarebbero presto morti.
pavimento era costituito da uno strato di sabbia fredda e umida. Ma essi non volevano che sfuggissimo loro tanto facilmente
Nella fossa completamente buia, calda e senz'aria, ci mediante la morte. Volevano sempre che morissimo alla loro
togliemmo subito gli abiti ad eccezione delle mutande e ci maniera, non alla nostra. Così il giorno dopo ci fecero uscire
stendemmo sulla sabbia fresca ansimando per respirare. dalla fossa e ci fecero tornare alla baracca di punizione per
D attendemmo la morte. La sola indicazione del tempo era data parecchi giorni mentre gli operai praticavano fori di
dai pasti della mattina e della sera consistenti della nostra ventilazione nella prigione sotterranea. Sembravamo la
razione di acqua di minestra senza neppure un fagiolo in essa «Legione dei morti». La breve tregua fu presto terminata e
ed in quantità ancor minore di prima. fummo nuovamente calati nella fossa ad uno ad uno. C'era un
poco più d'aria ma tuttavia continuavamo a lottare per ogni

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boccata d'aria e la fossa fu di nuovo piena dei suoni emessi da pareti nel minor spazio possibile. Quando quelli che dormono
cento uomini che ansimavano cercando di respirare. avranno finito, si potranno mettere da un lato e quelli che
Restammo là giorno e notte per tutto il mese di maggio e quello stavano in piedi potranno dormire».
di giugno, in un'oscurità totale. Avevamo perso ogni peso e Il mio suggerimento venne accettato e così la metà si stese a
sembravamo pallidi scheletri. terra per dormire e l'altra metà si metteva pigiata contro le
Ma occorreva il nostro lavoro. Ai principi di luglio ogni barre mentre gli altri dormivano. In questo modo riuscivamo
mattina ci facevano uscire dalla fossa e venivamo messi al tutti a dormire un po' anche se a tratti.
lavoro riempiendo di terra un laghetto. Quando gli altri detenuti Col passar delle settimane cominciarono a chiamarci ad uno ad
ci videro emergere dalla fossa simili a talpe ammalate che uno davanti alla D.S. chiedendoci di diventare loro informatori.
escono dalla terra, uno sguardo d'orrore si dipinse sui loro Quando venne il mio turno venni condotto nell'ufficio del
volti. Anch'essi erano in cattive condizioni, ma evidentemente nostro ex capo baracca, Boris Miteff. Era presente un altro
il nostro aspetto doveva essere orribile. Eravamo tanto deboli giovane. «Compagno Popov, vorrei presentarti il compagno
da poter muovere soltanto qualche palata di terra alla volta Tritchkov» disse Miteff. Il campanello d'allarme suonò nel mio
nelle carriole, ma l'aria fresca ed il sole erano una fortuna. Nel cervello. Compresi che occorreva esser molto cauti.
mese di luglio le autorità cominciarono a far costruire a gran Tritchkov mi chiese come stesse la mia famiglia e quindi disse:
ritmo un argine tutt'intorno all'isola. I prigionieri che in una «Compagno Popov, abbiamo deciso di togliervi dalla fossa,
giornata non riuscivano a fare il lavoro di due venivano gettati poiché pensiamo che sarete più sensato e compiacente in
nella fossa insieme a noi, benché essa fosse stipata di corpi futuro». Non riuscivo a credere alle mie orecchie. La
emaciati. I nuovi arrivati venivano messi nello stanzone, speranza m'invase malgrado cercassi di respingerla, sapendo
mentre i «vecchi», noi cento, venivamo posti nelle celle che c'era una condizione. Niente più torture ... finita la fossa
individuali. Al mattino i nuovi prigionieri venivano fatti uscire col suo calore soffocante. Poi Tritchkov continuò: «Vorremmo
per andare al lavoro e la sera riportati nella prigione soltanto un piccolo favore da te. Quando torni nella baracca
sotterranea, ma noi venimmo lasciati lì, trascorrendo giorno e dovresti fornirci un rapporto scritto sulle condizioni dei
notte in un'oscurità totale, ad eccezione dei raggi di luce prigionieri e su quello di cui parlano».
occasionali, quando si apriva e chiudeva la botola. «Eccoci!» pensai.
Eravamo in diciassette in una cella individuale nella quale il Ciò equivaleva a divenire un delatore ed un collaboratore. Quel
calore era soffocante! Eravamo letteralmente ammucchiati favore apparentemente innocente doveva essere la ricompensa
l'uno sull'altro. Tuttavia fra noi che vivevamo come talpe per la mia resa spirituale. Al processo avevano
affamate nelle profondità della terra regnava un sorprendente momentaneamente spezzata la mia volontà dal punto di vista
spirito di amore fraterno. fisico, ma non erano mai riusciti a lavarmi il cervello né a
Essendo diciassette in una cella, era impossibile stendersi a riformarmi. Avevo tenuto fino a quel momento ed ero deciso a
terra. Era impossibile dormire. Allora dissi agli altri: «È non cedere ora. Sapevo tuttavia ch'era la scelta più decisiva di
impossibile dormire tutti insieme. Dobbiamo farlo a turni. La tutta la mia vita; accettare la proposta ed essere liberato dalla
metà dormirà per terra mentre gli altri si metteranno contro le

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fossa per poter uscire all'aria ed al sole o rifiutare di fare quel Giacevamo come morti, senza muoverci, cercando
piccolo «favore», rimanendo fedele a Dio e conservando la affannosamente di respirare. L'orribile lezzo dei secchi
fiducia dei miei compagni, per morire probabilmente nella traboccanti era soffocante. Buio quasi completo ventiquattr'ore
fossa. Non v'era altra scelta e nelle condizioni attuali la morte al giorno. Diciassette persone in una cella per una sola persona.
non era che questione di tempo. Nella fossa avevo cominciato a Nutriti solo con una «minestra» che era semplicemente acqua
perder conoscenza di tanto in tanto, segno evidente di d'un certo sapore. Sembrava una scena da Inferno dantesco. I
mancanza d'aria e di collasso del sistema respiratorio. suoni emessi dagli uomini che ansimavano cercando di
Chiusi gli occhi per un istante pregando in silenzio. I due respirare ancora riempivano la fossa. Quanto tempo ancora
uomini aspettavano la mia risposta. Improvvisamente mi poteva durare questo? Eravamo laggiù oramai da sei mesi! I
giunse la Parola di Dio: «... affinché la prova della vostra fede, fortunati erano quelli che perdevano conoscenza e quindi
molto più preziosa dell'oro che perisce, eppure è provato col scivolavano nella morte.
fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Alla fine di agosto fu nominato un altro direttore del carcere.
Gesù Cristo». (I Pietro 1:7). Un giorno mentre ci versavano la minestra qualcuno gridò:
Allora mi fu completamente chiaro che se avessi accettato sarei «C'è un fagiolo». Non potete immaginarvi che cosa significasse
divenuto un apostata ed avrei perso la fede e la speranza in quell'unico fagiolo. Finalmente avevamo uno o due fagioli
Dio. Diedi una risposta concisa: «No!». Fu tutto quel che dissi. nella «minestra».
L'espressione cordiale di Tritchkov scomparve Evidentemente valevamo più da vivi che da morti. Avevano
immediatamente. «Popov» mi disse lasciando cadere il titolo di bisogno del nostro lavoro e cominciarono a liberarci agli inizi
compagno. «Non rispondere troppo in fretta. È una questione di settembre, per effettuare lavori pesanti, pochi alla volta. Io
grave. Ti ammonisco a pensarci meglio. Vuoi vedere di nuovo venni liberato il 30 novembre. Ero stato nove mesi in quella
la tua famiglia, non è vero?». fossa buia e esalante vapore! Solo Iddio mi aveva tenuto in
«Voi lo sapete che sono un pastore. Credo in Dio e sono suo vita.
servitore. Faccio da pastore a questi uomini ed ora volete che vi La predizione di Tritchkov, come quelle precedenti, secondo
riferisca tutto quello che mi dicono. Non potrei mai farlo. Fate cui sarei marcito laggiù non si adempiè. La nostra vita ed il
quello che volete di questo mio corpo di argilla» continuai, nostro destino non dipendevano dalle ambizioni né dalle
«Non rinnegherò mai la mia fede». predizioni umane, ma da un volere ed una potenza più alti.
«Allora marcirai in quella fossa. Non ne uscirai mai!» ruggì Iddio aprì le porte della fossa. Ora eravamo tornati al ritmo
Tritchkov serrando i pugni. Avevo già udito quelle parole in regolare della prigione.
un'altra occasione ma Iddio ne aveva tenuto conto una volta e
poteva farlo di nuovo. Così tornai di nuovo nella fossa. LA MIA OPERA DI PASTORE IN PRIGIONE
Ad agosto fummo colpiti dalla dissenteria. Durò un mese
lasciandoci allo stato di scheletri ricoperti solo di pelle. Non Le condizioni della prigione miglioravano a poco a poco.
potrei mai descrivervi l'inferno della fossa. Avevamo un poco più di cibo, ma ancora insufficiente per
degli adulti. Le bastonature e le torture fìsiche divennero meno

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frequenti, ma aumentarono i tentativi di «lavaggio del Non sapeva che parlavo di raccolto spirituale!
cervello». Si insisteva piuttosto su una tortura psicologica più In prigione si è ridotti allo stremo. Nella vita normale un uomo
subdola. Durante tutti i miei anni di prigionia avevo profittato ha moglie e figli ed un'occupazione. Ciò, unitamente alle cose
di ogni possibile occasione per fare da pastore ai detenuti. materiali può offuscare il senso della necessità che si ha di Dio.
Poiché mi avevano allontanato dal mio pulpito avevo deciso Ma in prigione tutto ciò gli è tolto. Si ha il tempo di pensare. Il
che il mio pulpito sarebbe stato dovunque mi trovavo. loro valore diveniva chiaro e molti avvertivano sinceramente il
Mi accorsi che col miglioramento del cibo e la nuova forza che bisogno di Dio. Era un campo fertilissimo per un pastore di
mi dava potevo allargare il mio ministerio in prigione ed avevo prigione.
maggiori energie per testimoniare ed esercitare il mio Ma più di ogni altra cosa avevo bisogno di una Bibbia o di un
ministerio nei confronti di quegli uomini. Fino a quel momento Nuovo Testamento o di una copia di un Evangelo per poter
ero troppo indebolito dalla lotta per la sopravvivenza. Col svolgere il mio ministerio fra quegli uomini. La Parola di Dio
relativo miglioramento delle condizioni, il mio ministerio conteneva la risposta ai loro bisogni, ma non avevo Bibbia ed
cominciò su scala molto accresciuta. Sono certo che questo non era impossibile persino sperare di ottenerne una.
era secondo le intenzioni dei comunisti, ma fu il risultato di «Signore, questi uomini hanno bisogno della tua Parola. Sono
energie ritrovate. In breve tempo dirigevo una «chiesa». La mia anime eterne. Sto facendo del mio meglio ma essi hanno
«comunità» era composta di persone che avevano un profondo bisogno della tua Parola» pregavo. Misi ciò nelle mani del
bisogno spirituale e fisico. La «chiesa» era costituita da una Signore. Non ci sono sbarre di prigione che possono fermarlo.
cella, dal cortile di ginnastica della prigione o da qualunque L'impossibile è possibile a Dio! Così rimisi ciò nelle mani di
altro luogo dove potevamo riunirci. Dovevamo sempre Dio.
nascondere lo scopo della nostra riunione. Iddio benedisse « Tosto che ho trovate le tue parole, io le ho divorate; e le tue
abbondantemente questo ministerio e più volte qualche parole sono state la mia gioia, l'allegrezza del mio cuore»
detenuto mi diceva: «Pastore, ho ascoltato ed ho riflettuto a (Geremia 15:16).
quello che ci dite. Voglio anch'io servire Cristo». Erano quelli i Un giorno notai qualcosa nelle mani di Stoil, il detenuto che
momenti per i quali vivevo ed ebbi la gioia di condurre molti a aveva il letto vicino al mio. Non potevo distinguere che cosa
Cristo nelle varie prigioni, ma specialmente lì a Persin. fosse, ma mi sembrava un libriccino. Poi vidi che cosa stava
Quando qualcuno esprimeva il suo interesse per Cristo, facendo. Stava strappando una pagina dal libro per farne una
pregavamo insieme, dovunque ci trovavamo. Se era nei campi sigaretta. Con mio grande stupore vidi che era un Nuovo
dove stavamo lavorando, ci inginocchiavamo, fingendo di Testamento!
guardare attentamente qualcosa ch'era al suolo, mentre in realtà Non vedevo un testo delle Scritture da cinque anni!
pregavamo. Istintivamente lo strappai dalle mani di Stoil per guardarlo.
Un giorno mentre pregavo nei campi con un prigioniero, una Stoil stava per riprenderselo. Le lacrime mi scorrevano sulle
guardia si avvicinò in sella al suo cavallo. guance. Allora egli si fermò sorpreso evidentemente per il
«Che cosa fate lì?» gridò. valore ch'esso aveva ovviamente per me.
«Guardiamo il raccolto» risposi. «Stoil» gli chiesi. «Dove avete trovato questo libro?».

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«L'ho trovato in un recipiente per rifiuti quando siamo stati Naturalmente l'avevo letta durante tutta la mia vita cristiana e
trasferiti qui dalla prima baracca». ne conoscevo versetti e brani più lunghi, ma per le torture e le
«Stoil, per piacere, datemi questo libro». bastonature subite e per il lungo periodo di separazione dalla
«No» rispose egli con tono deciso. «Lo sto leggendo». E me lo Parola di Dio, ne avevo dimenticato alcune parti. E strano che
prese di mano. la tortura abbia per effetto di offuscare la memoria. Ebbi spesso
Ma io sapevo che voleva quella carta sottile solo come carta da a notare questo effetto.
sigarette! Non riuscivo a sopportare l'idea che la Parola di Dio Sapevo che non avrei potuto nascondere a lungo quel Nuovo
che non vedevo da cinque anni venisse usata come carta da Testamento. Ad un certo momento le guardie l'avrebbero
sigarette. certamente trovato e lo avrebbero distrutto. Ma per tutto il
tempo che sarei restato nell'isola avrei potuto nasconderlo nei
«Stoil, vi darò tutto il danaro che ho se mi date quel libro». A campi, fra la paglia ed il fieno. Lo nascondevo ogni giorno in
quell'epoca ci veniva permesso di avere un po' di danaro per un posto diverso in maniera che non scoprissero una certa
fare acquisti allo spaccio del carcere. abitudine. Dopo averlo nascosto fra il fieno o la paglia,
Alla mia proposta di dargli tutto il mio danaro, Stoil spalancò cominciai a scavare buche, mettendovi sopra un segno di
gli occhi. Poi si illuminò e rispose: «Pastore, poiché lo volete riconoscimento, e dissotterrandolo poi per leggerlo. Sapevo che
veramente tanto, potete averlo. Eccolo, prendetelo!». L'avevo! ad ogni modo dovevo nasconderlo nei campi perché spesso le
La Parola di Dio! Piansi dinanzi a quegli uomini che si celle venivano perquisite. Ma poiché le migliori possibilità di
girarono dall'altra parte per non farmi sentire nell'imbarazzo. leggerlo le avevo a tarda sera nella mia cella, decisi di correre
Ero fisicamente affamato da cinque anni, ma lo ero ancor più il rischio di portarlo con me nella baracca, pregando
spiritualmente, e posso dirvi che la fame spirituale è più continuamente perché quella sera non vi fosse un'ispezione di
dolorosa di quella fisica. Allora cominciai a seguire il consiglio sorpresa. Ciò mi diede maggiori possibilità di leggere ai
contenuto in Ezechiele 3:3 «... Nutriti il ventre e riempiti le detenuti.
viscere di questo rotolo che ti do'. E io lo mangiai».
Avevo dato la mia vita a Dio nel 1926. Da quel giorno fino a QUARANTASETTE CAPITOLI IMPARATI A MEMORIA
quello del mio arresto, la Parola di Dio era stata la mia
compagna inseparabile di tutti i giorni. Quindi Sapendo che non avrei potuto avere per molto tempo quel
improvvisamente ne ero stato separato per cinque anni. Diedi a Nuovo Testamento, decisi di impararne a memoria quanto più
Stoil tutto il mio danaro, ma gli avrei dato finanche un braccio possibile. Cominciai a «mangiare» la Parola di Dio,
o una gamba se me lo avesse chiesto! Questo era il valore che imparandone a memoria ogni giorno molti versetti. Dovunque
aveva allora, e che ha oggi per me la Parola di Dio. andassi avevo con me il Nuovo Testamento. Trovavo sempre
Che mancanza si prova ad esser senza Bibbia o un Nuovo l'occasione per studiarlo. Imparai a memoria la prima lettera di
Testamento. Durante tutto il tempo trascorso in prigione provai Pietro, quindi la lettera agli Efesini, I Giovanni, l'Evangelo di
un vuoto ed un dolore quasi fisico vedendomi negare la Parola Giovanni, i capitoli I, V ed VIII della lettera ai Romani, i
di Dio. capitoli XIII e XIV della prima lettera ai Corinzi, ed il capitolo

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V della seconda lettera ai Corinzi. In tutto quarantasette Tutta la mia vita è consacrata a condurre gli uomini a Dio e
capitoli. qualunque cosa mi facciate non posso smetterla di fare quello
Quando più tardi mi trasferirono in un'altra prigione, fu che Iddio mi ha dato da fare. Mi avete tolto dal mio pulpito e
impossibile nascondere ancora quel Nuovo Testamento, ma mi avete messo qui, e qui farò il mio lavoro».
allora ero già diventato un Nuovo Testamento «ambulante». Avevo appena finito di dir quello ch'egli tuonò: «Riportate
Adesso, con la Parola di Dio potevo ampliare grandemente il questo detenuto nella cella di rigore!».
mio ministerio nei confronti degli altri detenuti. Durante gli Continuai a profittare di ogni occasione per parlare di Gesù ai
anni successivi Iddio fece prosperare il mio ministerio in miei compagni di prigionia. I compleanni rappresentavano
prigione. Mi servivo di ogni occasione possibile per svolgere il occasioni magnifiche perché potevamo cantare insieme e col
mio ministerio a favore di quelli ch'erano intorno a me. pretesto di fare gli auguri, potevo predicare a quegli uomini la
Naturalmente doveva essere un ministerio «clandestino», Parola di Dio. Era una magnifica occasione per adorare Iddio
poiché era punibile con le bastonature e la fame. insieme, tanto che spesso ciascun detenuto aveva quattro o
Era un lavoro particolarmente pericoloso, poiché non sapevo cinque compleanni in un anno! Molti mostrarono un profondo
mai chi fossero gli informatori fra di noi. Mi chiedevo che cosa interesse e davano la loro vita a Cristo. Altri erano amareggiati
fare per la questione dei delatori. Se mi mostravo cauto, gli contro Iddio per il fatto di essere in prigione. Non potevo far
altri avrebbero avvertito questo mio timore e la mia influenza altro che annunziar loro la Parola di Dio lasciando allo Spirito
di cristiano ne sarebbe stata menomata. Allora mi dissi che Santo di completare l'opera.
anche gli informatori avevano bisogno della Parola di Dio.
Ebbene, che l'ascoltassero anch'essi. Che parlassero, se PREDICANDO COL TELEGRAFO DELLA PRIGIONE
volevano!
A partire da quel giorno non permisi mai a me stesso di pensare In carcere avevamo ideato un «telegrafo della prigione». Nella
al pericolo dei delatori. Naturalmente venni spesso chiamato maggior parte delle prigioni ne esisteva uno, poiché le
nell'ufficio del direttore. comunicazioni fra i prigionieri sono una cosa molto
«Popov» mi dicevano «sappiamo che hai tenuto una riunione importante. Era così che i detenuti si comunicavano le notizie
religiosa segreta nella tua cella! Lo sappiamo. Quando che venivano fatte circolare. Il telegrafo del carcere consisteva
imparerai?». in un rozzo alfabeto Morse. Un colpo sul muro rappresentava
Quindi mi conducevano in una speciale cella di rigore nella la lettera «A», due erano la lettera «B» e così via. Per dire
quale restavo a sola acqua per una settimana. Una volta, appena qualcosa in cui c'era la lettera «V» occorreva un buon
liberato dalla cella di rigore, il direttore del carcere mi ordinò «momento!» Ma funzionava.
di presentarmi al suo ufficio. Un giorno udii il richiamo familiare: «Prigioniero Popov, vieni
«Che cosa ti succede, Popov? Ti piace la cella di rigore? È la fuori!». Un delatore aveva denunziato di nuovo una riunione di
sedicesima volta che ci sei stato» mi disse. preghiera o una riunione di studio biblico. Era divenuto
«Non si può impedire ad un uccello di cantare né ad un pesce qualcosa di abituale. All'ufficio del direttore e di lì in cella di
di nuotare» risposi. «È naturale. Sono un pastore. rigore per una o due settimane.

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Le celle di rigore formavano una fila di piccole celle riprendeva il mattino seguente ponendo una domanda, per
d'isolamento. Questa volta mi condussero nella cella numero esempio:
27, nel mezzo del gruppo. «Ma pastore, come possono scomparire i miei peccati? Non
Appena solo, ebbi un'idea. Se si poteva usare il «telegrafo della capisco». Bene! Mitshev rifletteva.
prigione» per trasmettere notizie e voci, perché non si poteva Il quarto giorno, Mitshev annunziò: «Sono pronto a credere in
usarlo per diffondere l'Evangelo? Presi la tazzina di stagno che Gesù, pregate per me. Sono pronto a ricevere Cristo».
ci serviva per bere e cominciai a picchiare sul muro. Aspettai. Gli chiesi di mettersi in ginocchio ed anch'io mi sarei
Immancabilmente qualche secondo dopo giunse un suono di inginocchiato nella mia cella ed avremmo pregato insieme.
colpi dall'altro lato. Qualche minuto dopo Mitshev trasmetteva: «Ringrazio Iddio.
«Come ti chiami?» chiesi. Ho dato a lui la mia vita». Dopo la sua convocazione per tre
«M-I-T-S-H-E-V» fu la risposta. altri giorni edificai la sua fede prima che mi riconducessero
«Da quanto tempo sei qui?» trasmisi. nella mia cella abituale. Tutto questo fu fatto picchiando con
«Da tre settimane» rispose. un secchiello di stagno. Non era mai stata pronunziata una
Ben presto ideai una tecnica particolare per trasmettere i miei parola.
messaggi. Per evitare di essere scoperto dalle guardie che mi Non vidi mai Mitshev, ma sapevo che aveva trovato il Cristo.
avrebbero impedito di continuare, mi tenevo in piedi nella Dopo di ciò, trasmisi in quel modo l'Evangelo quasi fino al
cella, addossato al muro, come se mi riposassi, nel mentre giorno del mio rilascio e giunsi ad accogliere con gioia i
battevo i colpi con il secchiello che tenevo in mano dietro la soggiorni in quella cella di rigore per l'occasione ch'essi mi
schiena. In tal modo potevo tener d'occhio lo spioncino e fornivano di testimoniare a quelli ch'erano nelle celle vicine,
fermarmi immediatamente se udivo o vedevo aprirsi lo battendo sul muro il messaggio dell'Evangelo. Nei molti anni
sportellino sovrastante lo spioncino. Feci sapere a Mitshev che che sarebbero seguiti molto spesso testimoniai e predicai
avevo qualcosa di molto importante da dirgli. l'Evangelo mediante il «telegrafo della prigione» picchiando
Mi rispose ch'era pronto. con un secchiello di stagno sulle mura della cella. Usando la
Gli chiesi se era un credente in Cristo, nato di nuovo. «No» mi mia tecnica della schiena contro il muro e dell'occhio fisso
rispose. sullo spioncino, non fui «preso» neppure una volta.
«Hai sentito dire che Cristo è morto per i nostri peccati?». Molti che non avevo mai visti mi fecero sapere attraverso il
«Solo nella Chiesa Ortodossa quand'ero bambino» rispose «telegrafo della prigione» di aver acquistato nuova forza e
Mitshev. nuova fede in Dio. Gloria a Dio per questo!
«Ascolta, perché voglio dirti che cosa può fare per te Cristo»
trasmisi. Dopo il capodanno del 1954 vennero i mesi più freddi
Quindi, interrotto soltanto dal sonno, per i tre giorni successivi dell'inverno. La temperatura scese a quasi trenta gradi sotto
predicai a Mitshev sull'amore di Dio e sulla salvezza offerta da zero e la neve raggiunse l'altezza di un metro. Dovevamo
Cristo. Dopo che avevamo interrotto per una notte, Mitshev lavorare come d'abitudine. Spalavamo la neve tutto il giorno e

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quindi la tormenta copriva di nuovo le strade. Una notte il alla gamba diminuì a seguito dei bagni di sole presi. Riuscivo a
freddo fu tale che malgrado che ci fossimo avvolti in coperte e muovermi con le stampelle.
pelli, molti di noi ebbero le mani, i piedi, il naso e le orecchie Restai a riposo fino alla fine di agosto. Quindi mi portarono in
congelati. ospedale dove mi diedero una medicina speciale mandatami
Malgrado la corrente impetuosa, il Danubio gelò. Due ragazzi dalla Svezia attraverso mio fratello. Gradualmente il dolore
in giovane età cercarono di fuggire, malgrado il fatto che tutte diminuì e potei camminare di nuovo con un bastone. Sentivo il
le orme fossero visibili sulla neve. Furono presi, ammanettati e dolore solo quando ero poggiato sulla gamba ammalata.
messi nella cella di rigore. Le manette erano provviste Il 17 ottobre improvvisamente il dolore mi lasciò. Più tardi
internamente di denti aguzzi che al minimo movimento Ruth mi scrisse che quel giorno si era svegliata presto. Era la
tagliavano la carne. ricorrenza del nostro matrimonio e mentre pregava, il pensiero
Il freddo era ancora intenso e dopo dieci giorni le mani ed i naturalmente andò a me ed alla mia malattia. Per Ruth non è
piedi dei due ragazzi erano blu e correvano il rischio di facile piangere, ma quel giorno pianse, e la sua preghiera
congelamento. I ragazzi gridavano invocando aiuto; venne fervente fu esaudita, perché quello stesso giorno fui guarito. A
chiamato un dottore, ma ogni aiuto si rivelò inutile. Furono volte la risposta alla preghiera giunge prima di quanto osiamo
portati in ospedale, dove furono loro amputate tutte le dita. credere.
Incapaci di poter lavorare vennero trasferiti in un carcere sulla Alla fine di novembre fui dimesso dall'ospedale, ma non
terraferma. potevo lavorare ancora. Il 26 febbraio 1955, insieme ad altri
Insieme ai ragazzi era stato punito un veterinario. Non gli cinquanta detenuti anch'essi inabili al lavoro, venni fatto salire
avevano messo manette e perciò solo i piedi si congelarono. Il su un carro merci, su di un treno che ci avrebbe portati a
dottore dové amputargli tutto ad eccezione dei talloni. Venne differenti prigioni.
rilasciato dopo un paio di mesi ma potè camminare di nuovo La gioia di partire da Persin fu quasi altrettanto grande di
solo con l'ausilio di stampelle. Alla fine di marzo la neve si quella provata più tardi quando venni liberato. Che ricordi
sciolse e il ghiaccio sul Danubio cominciò a rompersi. La parte avevo lasciato su quell'isola, i momenti cattivi e quelli buoni.
inferiore dell'isola di Persin fu inondata e la baracca numero 2 Ero particolarmente esultante perché sapevo di lasciare dietro
fu toccata. L'acqua rimase a lungo sull'isola e fu necessario di me molti detenuti che avevano trovato Cristo attraverso il
interrompere ogni lavoro. Fu una magnifica occasione per mio ministerio.
riposarsi offerta ai prigionieri ed una meravigliosa possibilità di Insieme agli altri cinquanta invalidi veterani di Persin, percorsi
testimoniare per Cristo senza l'interruzione del lavoro. le strade laterali di Belene fino alla stazione, distante circa
Un giorno avvertii un improvviso dolore all'anca destra. Il cinque chilometri. Benché fossimo ammalati, il morale era alto.
dottore diagnosticò un attacco grave di sciatica. Disse che le Qualunque cosa era meglio di Persin, pensavamo.
giunture stesse erano colpite. Ogni giorno il dolore diventava La prigione di Varna, dove fui portato io, si trovava a parecchi
più insopportabile. Mi davano Novocaina ed Aspirina, ma nulla chilometri dalla città ed era circondata da vigne. Veniva spesso
sembrava giovare. Sembrava che un coltello mi attraversasse la chiamata «il monastero» per il caratteristico aspetto che le
carne e le ossa. A luglio cominciò il calore estivo e il dolore conferivano i mattoni rossi.

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A Varna c'era un gran cartello sul quale era scritto: «Le Ci davano giornali comunisti sui quali venivano indicate le
prigioni di oggi nella Repubblica Bulgara non servono a punire parti da leggere. Leggevo tutto, tranne quelle parti. Eravamo
ma a rieducare». Avevo già dimostrato di non essere un buon costretti a leggere editoriali, articoli sull'agricoltura e sulla
elemento per la rieducazione. costruzione di fabbriche, su tutto ciò che promuoveva il
Il soprintendente del carcere veniva chiamato Tchipaiev, dal comunismo e le sue mete.
nome del protagonista di un film russo. Ancora oggi non Una volta leggemmo che una delegazione di comunisti bulgari
conosco il suo vero nome. Alto e magro, con il volto gonfio, aveva compiuto un viaggio in Cina. Veniva detto che essi
era conosciuto e temuto perché torturava i prigionieri anziché lodavano grandemente la vittoriosa campagna dei comunisti in
«rieducarli». Lo vedemmo raramente non ubriaco. Seppi più Cina. Fra le altre cose l'articolo dava un resoconto sulla
tardi ch'era morto alcolizzato. coltivazione del riso laggiù. Sembra che i comunisti di laggiù
In questa prigione non v'erano celle. Fummo condotti in un avessero chicchi di riso tanto straordinari che si potevano
gran dormitorio precedentemente ammobiliato con dieci letti raccogliere cinquanta chilogrammi di riso in circa un metro
da ciascun lato ed un tavolo di legno al centro. I letti erano stati quadrato, cioè ve ne sarebbe stato uno strato alto circa quindici
sostituiti da tavolacci ed ora potevano ospitare venticinque centimetri! Lessi questa scoperta ai detenuti e tutti scoppiammo
prigionieri, ma noi eravamo fra i quaranta ed i cinquanta. Il a ridere tranne uno. Così sapemmo chi era l'informatore
tavolo venne portato via ed alcuni di noi dovettero preparare il interno.
loro letto per terra. Il cibo era migliore ed allo spaccio potevamo comprare alcune
Non dimenticherò mai la sensazione provata nel lavarmi la cose di cui avevamo bisogno. Mio fratello Ladin, che aveva
sporcizia di Persin! Era come un serpente che muta pelle. scontato cinque anni di carcere e che ora svolgeva opera di
Prendere una doccia, lavarsi le mani prima di mangiare, pastore clandestino, spesso portava pacchi di cibo.
dormire su un tavolaccio anziché sul pavimento di cemento, Non m'interessava sapere le ragioni per le quali i comunisti ci
tutto era così meraviglioso! E così momentaneo, come avrei davano più cibo. Ero solo contento per le forze che ne ricavavo
visto poi. per svolgere il mio lavoro per Dio nella prigione.
Non ci venne dato lavoro da fare ed ebbi perciò il tempo di Un altro sviluppo significativo fu costituito da una settimana di
leggere più del solito il Nuovo Testamento; ne imparai a riunioni in comune fra il Servizio Segreto e il Servizio
memoria lunghi brani, sapendo di non poterlo nascondere per Assistenza del carcere. I detenuti venivano chiamati per essere
sempre. Correvo una «corsa» disperata per imparare a memoria ascoltati, segno abituale che il rilascio era imminente. Un
il maggior numero possibile di capitoli prima dell'inevitabile primo gruppo, quelli arrestati in relazione allo scisma di Tito
scoperta e confisca. Una novità spiacevole era costituita a nei confronti della Russia, era stato rilasciato nel 1955. Nel
Varna dalle frequenti conferenze di propaganda. Quasi ogni maggio 1956 venne liberato un altro grande gruppo, fra cui
giorno, membri della «Società Culturale» ci tenevano per un quattrocento detenuti di Belene e ottanta di Varna.
paio d'ore conferenze sulla riabilitazione. V'erano argomenti Poi venne la rivoluzione ungherese ben presto trasformatasi in
eccitanti come «La storia del partito comunista dell'Unione un bagno di sangue. I comunisti temevano che potesse
Sovietica» e «La storia del partito comunista bulgaro». diffondersi in Bulgaria ed in altri paesi comunisti, perciò le

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scarcerazioni ebbero termine, mentre continuavano arresti e Alla prima occasione mi precipitai nella biblioteca e cercai di
processi e venivano riprese le antiche tattiche carcerarie. Il non sembrare troppo eccitato mentre portavo la Bibbia nella
pendolo ritornava all'indietro. Così la speranza, di breve durata, mia cella. La tenni per parecchie settimane. Tutti i miei
di ottenere migliori condizioni si spense nel sangue e nella compagni di cella cominciarono a leggerla, quindi i detenuti
morte della rivoluzione ungherese. Le celle si riempirono di della cella adiacente e ben presto tutti i detenuti dell'ala
nuovo. volevano leggerla. La passavo attraverso le sbarre da una cella
Alla fine di agosto i prigionieri politici vennero gradualmente all'altra. Questi domini «divoravano» la Scrittura. Mentr'erano
allontanati da Varna. Io ero nell'ultimo gruppo con altri liberi, molti di essi avevano rifiutato di leggerla. Adesso ne
ottantadue. Alla stazione venimmo posti su due carri merci. La leggevano con avidità le parole di benedizione. Facemmo
sera successiva scendemmo a Stara Zagora e fummo portati al circolare la Bibbia per settimane. Essa passò per innumerevoli
carcere su autocarri. mani.
Alla fine naturalmente la notizia giunse all'orecchio del
PERDO IL MIO NUOVO TESTAMENTO direttore del carcere che esplose di rabbia. Naturalmente il
«criminale religioso» a Stara Zagora ero io. Fui convocato.
A Stara Zagora venimmo posti in celle individuali, ma in «Dove hai ottenuto quella Bibbia, Popov? Come l'hai fatta
numero di sei per ognuna. Il soggiorno era spiacevole per le entrare nel carcere?» gridò.
frequenti ispezioni fatte nel corso della notte. Ciò ci «Ma non l'ho fatta entrare clandestinamente» risposi. «E stata
sorprendeva nel bel mezzo di riunioni di studio biblico a tarda sempre nella vostra biblioteca».
notte. Le guardie portavano scarpe di panno e non potevamo Restò di sasso. Non riusciva a credervi. Gli mostrai il timbro
udirle venire. della biblioteca della prigione all'interno della copertina.
Poco tempo dopo il nostro arrivo, la porta della cella si aprì e Pensavo che stesse per avere un attacco cardiaco! Mi ordinò di
noi fummo tutti condotti nelle latrine e rinchiusivi dentro. Di uscire. Mentre uscivo non potei evitare di lanciargli una
ritorno nella cella scoprimmo che i nostri bagagli erano stati frecciata: «Grazie per l'uso della Bibbia, compagno».
aperti ed il contenuto ammucchiato al centro della stanza.
Avevano lacerato perfino i materassi! Ogni scritto o stampato
era stato portato via, compreso il mio Nuovo Testamento! Fu STUDI BIBLICI NEL CORTILE DELLA PRIGIONE
una grave perdita. Ma ero felice di aver potuto imparare nel
frattempo quarantasette capitoli della Parola di Dio. Erano La ricerca di nuove occasioni per svolgere il ministerio fra i
riposti nel mio cuore, dal quale nessuno avrebbe potuto prigionieri in continuo movimento era per me costante
strapparli. Questi quarantasette capitoli erano la mia «Bibbia». incentivo. Nuovi detenuti arrivavano, i più anziani venivano
Un giorno un prete cattolico mi disse che nella biblioteca del trasferiti in altre prigioni o rilasciati. In tutto, ebbi l'occasione
carcere c'era una vecchia Bibbia. Evidentemente il personale in diversi periodi di svolgere il mio ministerio fra parecchie
della prigione non aveva alcuna idea ch'essa fosse lì. migliaia di uomini, in una maniera o in un'altra, direttamente o
Incredibile! una Bibbia in una biblioteca comunista! picchiando sulle mura del carcere.

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Citerò un solo esempio della maniera nella quale potei servirmi Poi il Signore mi mostrò la risposta! Parlavo un inglese
di quasi ogni pretesto per predicare l'Evangelo. abbastanza buono per aver trascorso un anno alla scuola biblica
Stara Zagora era piena di detenuti più giovani. Una nuova in Inghilterra. Così andai dal comandante del carcere per
ondata d'arresti aveva riempito la prigione fino all'impossibile. chiedergli il permesso di insegnare inglese agli altri.
Quando arrivai lì e vidi tutte le giovani facce nuove dissi: «Popov, che cosa vuoi fare? Ti conosco. Vuoi semplicemente
«Grazie Signore, per la nuova chiesa che mi hai mandata». fuorviare questi giovani con la tua sciocca religione. Quando
Naturalmente avrei preferito che non fossero stati arrestati, ma capirai che la tua attività di pastore è finita per sempre?! NO ed
poiché c'erano, ero contento di essere fra di loro. esci!» gridò.
Contrariamente a quanto avviene per la maggior parte dei Allora fui colpito da un'idea. Ogni giorno avevamo un
pastori, non cambiavo chiesa per decisione della comunità, ma intervallo di novanta minuti dedicato agli esercizi fisici. Perché
per ordine di un direttore di carcere. Durante tutti quei tredici non servirmi di quello?
anni, sembrava che una volta fatto del mio meglio in una Passai la parola a tutti i prigionieri che volevano imparare o
prigione, il direttore del carcere mi faceva il favore di migliorare il loro inglese di incontrarci nell'angolo del cortile
tasferirmi ad un'altra prigione dove trovavo una nuova per la ginnastica. Non potevo aspettare che fosse l'ora. Quando
«comunità». fu giunta mi trovai attorniato da circa trenta prigionieri, alcuni
Un'altra differenza era costituita dal fatto che la mia chiesa dei quali parlavano già un po' inglese. Li interessava molto
poteva andar via. Era un uditorio prigioniero. Vidi il lato l'idea di migliorare il loro inglese. Per parecchie settimane
umoristico della situazione e lo dissi ai detenuti. Risero con insegnai loro l'inglese che bastava perché mi capissero
me. «Va bene, pastore, purché non facciate la colletta!». chiaramente. Poi passai alla seconda fase del mio piano.
Ridere era cosa vitale per i detenuti ed io facevo del mio Cominciai a parlare completamente in inglese sulla Bibbia e
meglio per mantenere il senso dell'umore e delle proporzioni. Il sulla Parola di Dio. Le guardie non parlavano inglese e perciò
primo segno che qualcuno si avviava verso la follia si aveva dopo essersi avvicinate per ascoltare, se ne andavano via
quando smetteva di ridere. Quando ciò avveniva, tutti i scrollando le spalle. Se solo avessero saputo perché sorridevo!
detenuti, che si consideravano fratelli, trascorrevano gran parte Potei così insegnare e predicare liberamente l'Evangelo in
del tempo cercando di far ritornare quell'altro alla normalità. inglese a quei giovani. Il loro vivo desiderio di imparare
Senza il buon umore, in prigione saremmo tutti impazziti. meglio l'inglese li conduceva lì ogni giorno, fino a quando la
Così a Stara Zagora trovai una nuova «chiesa» di giovani Parola di Dio non cominciò a far presa. Più tardi seppi che il
arrestati di recente. comandante del carcere aveva chiesto alle guardie che cosa
Pregai tutta la notte: «Signore aiutami a parlare a questi facevo. «Popov sta insegnando l'inglese agli altri detenuti».
uomini. Mostrami la maniera». Poiché eravamo sotto Il comandante scrollò le spalle. «Se è così che vuol sprecare il
sorveglianza, dovevo trovare il modo per insegnare loro in tempo per la ginnastica, sono affari suoi».
segreto la Parola di Dio. Gli studi biblici nel cortile continuarono per parecchie
settimane. Gli uomini bevevano letteralmente la Parola di Dio.

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Non soltanto avevano imparato l'inglese ma anche molto sulla Anche quelli che non credevano furono profondamente
Parola di Dio ed essa cominciò a portare i suoi frutti. impressionati dal cambiamento nella vita di parecchi altri.
Un cambiamento significativo si produsse nella vita di parecchi Potevano discutere contro la Bibbia, ma non potevano
di essi. Parecchi smisero di fumare nonostante avessero giurato confutare l'esistenza di vite cambiate.
che non avrebbero mai potuto farlo. Alla fine ciò giunse all'orecchio del direttore del carcere che mi
Un detenuto che non riusciva ad aprire bocca senza convocò.
bestemmiare, mi chiese un giorno dopo la lezione: «Pastore «Popov, so che hai impasticciato qualcosa. Parecchi pregano
Popov, che cosa mi è successo? Non bestemmio più!». nelle celle ed altri vanno in giro tutto il giorno declamando
Parecchi vennero a dirmi che volevano diventare cristiani. Il sciocchezze su Dio. So che dietro tutto questo ci sei tu, in un
cambiamento nella loro vita fu notato dagli altri detenuti. modo o in un altro. Allora, che cosa succede?» mi chiese.
Cominciarono a sussurrare agli altri l'Evangelo e così esso si «Signore» risposi «sapete bene che sono un pastore. Se, come
trasmetteva da una cella all'altra. I detenuti restavano seduti dite voi altri comunisti, fossi una spia, avrei insegnato a questi
nella cella la sera a parlare della Bibbia e di Dio. uomini cose da spia, non è vero? Ma sono un pastore e solo un
Dio divenne l'argomento numero uno di discussione nelle celle pastore. Così parlo di Dio. Che cosa posso farci se anche agli
fino a notte inoltrata. Un caldo spirito di fratellanza e di amore altri detenuti piace parlare di Dio? Mi avete tolto dal pulpito.
si trasmetteva da una cella all'altra. Mi potete togliere la Bibbia, potete imprigionarmi come volete,
Quelli che avevano testimoniato il «corso» che impartivo ma non potete togliermi dal cuore il desiderio di servire il mio
cominciavano a dirigere a loro volta riunioni di studio nelle Signore.
loro celle la sera. «Non ho fatto nulla di sovversivo. Non ho parlato contro
Non esagero se dico che l'influenza di queste riunioni di studio nessuno né contro il comunismo. Ho parlato soltanto di Dio.
biblico si fece sentire in ogni braccio della prigione di Stara Finché avrò fiato continuerò a parlare di Lui. Mi fermerò solo
Zagora. Ne fui sorpreso io stesso. Laggiù imparai la lezione quando sarò morto».
seguente: la Parola di Dio cresce e si diffonde in maggior Allora egli chiamò la guardia. «Conducete via quest'uomo! »
misura nella privazione e nella sofferenza. Ciò provocò la gridò.
messe spirituale che potei raccogliere in maniera tanto Fui condotto nella cella di rigore e vi restai per un mese a sola
abbondante nelle prigioni comuniste. acqua. Ma ne valeva la pena. Trascorsi il mese, trasmettendo ai
Il mio cuore si rallegrava nel vedere l'influenza della Parola di due detenuti delle celle accanto alla mia.
Dio sui prigionieri. Non tutti naturalmente erano cambiati, ma Un giorno mi convocarono alla presenza di un funzionario
molte vite erano cambiate e la differenza a Stara Zagora era della polizia segreta, un certo Tanio. Era lo stesso giorno in cui
reale e visibile. Quando la sera si spegnevano le luci si poteva De Gaulle era salito al potere in Francia. Nell'ufficio di Tanio
quasi udire il brusio di quelli che parlavano della Parola di Dio era presente anche un uomo della D.S., giovane alto e magro.
e del significato di questo o quell'altro passo della Scrittura. Poco dopo Tanio mi lasciò solo con lui.
Il giovane funzionario della D.S. ed io discutemmo per circa
due ore. Da quel che diceva capii che non solo sapeva tutto di

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me ma anche di tutti i pastori e le comunità. Forse era stato un «Ed è poco?».
credente o aveva parenti credenti. Era al corrente della vita «È poco, dopo esser stato dentro per dieci anni». «Ti è stata
nelle nostre chiese ed era molto versato in storia di chiesa. abbreviata la pena?». «Fino ad ora, no».
Sarebbe stato lieto di aiutarmi, disse. Era questa la ragione per In pratica la mia pena era stata ridotta di un anno. Il principio
la quale era venuto. Ma poiché era stato mandato dalla polizia in vigore era che se si lavorava due giorni la condanna veniva
segreta, non mi aspettavo nulla di buono. ridotta di un giorno. Ma egli intendeva parlare di amnistia.
Cominciammo a parlare di religione, benché fosse circospetto Allora mi lanciò uno sguardo comprensivo. «Cercheremo di
quando si trattava di Dio. Fu cordiale e simpatico e fummo abbreviarti la pena».
completamente assorbiti dall'argomento. Dopo aver parlato dei Istantaneamente suonò il campanello d'allarme. Avevo da
pastori e delle comunità, egli diresse la conversazione verso la molto tempo imparato due cose: a stare in guardia quando la
politica. A quel tempo la questione d'attualità più importante D.S. offriva aiuto e a stare in guardia quando ti chiamavano
per i comunisti era se i Francesi avrebbero eletto o no a compagno.
presidente Charles De Gaulle. I giornali comunisti dicevano Tutto quello che avevo da fare, mi disse, era di divenire
che la sua elezione avrebbe costituito un grave errore. Io non membro della Società Culturale, tenere conferenze e fare
ne sapevo nulla, ma decisi che se i giornali comunisti erano quello che dicevano.
contro di essa, io ero in suo favore. Risposi che non avrei mai potuto farlo. «Ho già scontato dieci
Non so perché, ma il giovane mi chiese: «Popov, credi che De anni. Non intendo compromettere la mia posizione di cristiano.
Gaulle salirà al potere?». Comprometterla ora, che mi resta solo poco da scontare ... non
«Non solo lo penso, ma credo che è già salito» fu la mia lo farò mai!».
risposta.
Egli fu sul punto di picchiarmi. Era come se l'ascesa di De Cercò di persuadermi, ma replicai fermamente che non avrei
Gaulle al potere dipendesse dalla mia risposta! «È Dio che te cambiato la mia decisione. Alla fine, esasperato, espresse il suo
l'ha rivelato?» mi chiese. Gli risposi che ciò non aveva nulla a rincrescimento di non potermi aiutare.
che vedere con Dio. Tornato in cella raccontai la conversazione ai miei compagni.
«Sei allora veramente una spia, con collegamenti anche in Allora essi mi dissero che esattamente alle quattro (mentre
Francia?» chiese. parlavo col funzionario della D.S.) la radio bulgara aveva
«No» risposi, senza poter fare a meno di sorridere. «Ce l'hanno annunziato l'elezione di De Gaulle a capo del governo francese.
rivelato gli articoli del giornale che ci avete costretti a leggere» Gli effetti della rivoluzione ungherese cominciarono a scemare
dissi. e gradualmente le condizioni nella prigione cominciarono a
Mi chiese da quanto tempo ero in prigione. Gli risposi ch'ero in migliorare. Il pendolo ondeggiava nuovamente. Il numero dei
carcere da dieci anni e che mi restava solo poco da scontare. detenuti per ogni cella fu ridotto a cinque e nel 1958 scese a
quattro. Stare in quattro in una cella singola era un lusso per
«Quanto?». me!
«Quattro anni».

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A giugno del 1959 non risentivo più di alcun dolore per la una volta interrogati dalla polizia segreta. Quando dissi di
sciatica ed allora mi offrii come volontario per lavorare in una essere pastore evangelico, un membro della polizia segreta mi
cava, a qualche chilometro dalla prigione. Ciò mi avrebbe disse che i Russi avevano messo in orbita Yuri Gagarin fra la
permesso di conoscere un altro gruppo di prigionieri. Cercavo terra e gli altri pianeti e che lassù egli non aveva trovato Iddio
di circolare continuamente fra i detenuti lasciando dietro una da nessuna parte. Tutti gli altri prigionieri mi guardavano
testimonianza per Cristo. aspettando la mia risposta.
«Il genere di Dio che Gagarin cercava con i suoi occhi non
Andammo alla cava su autocarri, portando con noi gli esiste» dissi.
indumenti e tutto il necessario, poiché dovevamo lavorare e «Magnifico, Popov!» replicò egli. «Sono contento di vedere
dormire sul posto. La cava era interamente circondata di filo che non credi più in Dio. Forse dopotutto il carcere ti è stato
spinato, ma le baracche erano pulitissime, il cibo abbondante e utile».
ben preparato e nel cortile v'erano alberi da frutto. «Vi sbagliate. Credo fermamente che c'è un Dio. Non credo nel
Il lavoro era pesante. Alcuni praticavano fori nella roccia e genere di Dio che cercate, ma credo fermamente in un Dio che
ponevano la dinamite, altri rompevano i grossi massi e li è Spirito e Verità e che le navi spaziali non possono scoprire».
caricavano su vagoni che li portavano fino ad una macchina Quelle parole lo resero furioso. Mi ordinò di uscire. Mentre
che li riduceva in pietre delle misure volute. andavo via vidi gli altri prigionieri sorridere in silenzio.
Ero molto indebolito e perciò trovavo il lavoro nella cava Insieme con un gruppo di altri uomini, venni posto nella
molto faticoso. Per spezzare i grossi massi ci servivamo di baracca numero 2 sull'isola di Persin. Riconobbi a malapena
mazze del peso di circa dieci chili. Più che rompere le pietre, l'isola che era ricoperta di alberi piantati da poco. Sugli argini
era per me faticoso sollevare la grossa mazza. L'intero corpo erano state costruite buone strade e l'amministrazione occupava
mi doleva, ma ebbi magnifiche occasioni per predicare Cristo. un bell'edificio a quattro piani. Passammo davanti alla zona
Cominciai delle riunioni di studio biblico nelle baracche della della prima baracca. Invece delle nostre vecchie capanne
cava, proprio sotto il loro naso e nessuno ne seppe mai nulla. c'erano acquartieramenti di bell'aspetto per i detenuti, posti
Evidentemente neppure l'onnipotente informatore mi denunziò. sugli alti argini.
Ne potei concludere che anche a lui piacevano quegli studi. Ma scoprii ch'erano riservati per i criminali comuni. I detenuti
Il 1 marzo 1961, insieme ad altri numerosi prigionieri venni politici e religiosi non avevano altrettanta fortuna.
trasportato su un carro merci di nuovo alla triste prigione di Alla baracca numero 2 trovai i vecchi edifici, ma c'era gente
Persin. Vi arrivammo di sabato e dovemmo aspettare in una nuova. V'erano anche edifici moderni a tre piani dove vivevano
stanza d'attesa fredda e sporca fino al lunedì. Il cibo che ci era i soldati. Evidentemente pensavano di servirsi di Persin come
stato dato a Stara Zagora era stato consumato durante il prigione ancora a lungo. Il lavoro era vario e molto duro, ma
viaggio, cosicché restammo senza mangiare fino al lunedì. poiché avevano bisogno di noi perché lavorassimo, ci davano
Prima di essere assegnato al lavoro, venimmo ancora un buon pasto al giorno. A Persin incontrai di nuovo alcuni dei
miei vecchi amici, che mi dissero: «Pastore, siamo tanto
contenti di rivedervi.

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Ci dispiace che siate ancora in prigione, ma poiché ci siete, C'era stato un momento in cui ero stato battuto e tenuto senza
siamo contenti di riavervi con noi!». mangiare fino a perder conoscenza e divenire un registratore
Cominciai gli studi biblici. La Bibbia erano i quarantasei nelle mani della D.S., ma ciò non aveva fatto che accrescere la
capitoli che avevo imparati a memoria. Il lavoro era volontà di morire piuttosto che cedere volentieri o scendere a
estremamente duro, ma a tarda sera, benché esausto, dirigevo le compromessi.
riunioni. Parecchi nuovi detenuti si unirono al nostro circolo
che si ampliò. Una volta avemmo perfino una guardia I FRUTTI DELLA PRIGIONIA
comprensiva che ci fece da «palo» durante le riunioni. Se si
avvicinava un'altra guardia egli ci dava un segnale che mi Giunsi alla fine dei miei tredici anni di prigionia con la mia
permetteva di passare ad una conversazione «normale». fede intatta e più forte che mai, ed un saldo rispetto per me
Il mio obiettivo principale era quello di preparare altri stesso in quanto non avevo mai scelto la strada facile. Inoltre
prigionieri perché potessero a loro volta dirigere riunioni di avevo la grande gioia di sapere che in ogni prigione ed in ogni
studio biblico. cella nella quale ero stato avevo lasciato dietro di me uomini
Nel corso degli anni avevo lasciato gruppi di studio biblico in che conoscevano Cristo perché io ero stato là. Sapevo che dove
ogni prigione e parecchi a Stara Zagora. Ma ora ero in carcere ero stato si tenevano riunioni di studio biblico ed il frutto del
quasi da tredici anni ed avevo il cuore gonfio per il desiderio di mio ministerio continuava. Su innumerevoli mura di celle, i
esser di nuovo con la mia famiglia. Sentivo che il mio passi della Scrittura che avevo incisi sarebbero stati là per
ministerio nel carcere si avviava alla fine. La condanna che era recare speranza e conforto ai detenuti che erano venuti dopo di
di quindici anni si era ridotta a tredici anni e due mesi perché me.
avevo svolto lavoro coatto e quindi era quasi scontata. Vi darò Sapevo che uomini che non avevo mai visti servivano Cristo
un'idea di quanto siano lunghi tredici anni: quando fui arrestato perché avevo avuta l'occasione di «trasmettere» loro il
mia figlia Rode era una bambina di nove anni, ora era sposata messaggio picchiando sul muro. Non mi considero né un eroe
ed aveva una figlia. Suo marito, credente, era medico interno in né un martire, ma a mano a mano che si avvicinava il momento
Svezia. della mia liberazione e guardavo dietro di me, potevo dire con
Alla mia vita era stato tolto un gran pezzo. Avrei potuto esser tutta onestà e sincerità che per esser «pastore» di migliaia di
scarcerato molte volte se avessi accettato di divenire un pastore detenuti comunisti che avevano attraversato il mio cammino
fantoccio, ma non potevo farlo. Molte volte la D.S. mi aveva valeva bene la pena aver sopportato quei tredici anni di tortura,
offerto la possibilità di esser liberato se mi fossi «conformato» bastonature, fame, sofferenza e separazione dai miei cari.
ed avessi contribuito alla distruzione del cristianesimo in I prigionieri erano felici della mia liberazione proprio come
Bulgaria. Si diceva persino che sarei stato fatto capo di una me. La sera del 24 settembre aspettavo che durante l'appello
confessione religiosa con un bell'ufficio ed un buon stipendio. dicessero di preparare le mie cose, ma non accadde nulla, e la
Avrei dovuto far la spia nei riguardi dei fedeli e dei pastori ed porta della cella si richiuse dietro di me. Mezz'ora dopo, la
essi a loro volta avrebbero fatto la spia nei miei. chiave girava nella toppa ed entrò la guardia.

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«Haralan Popov, prepara le tue cose! Domani sei libero» disse. sofferenze. Ma mi ricordai anche degli uomini che avevano
Nella cella tutti saltarono in piedi esultanti. Non avevo molto trovato Iddio.
da preparare. Divisi fra i prigionieri più poveri i miei abiti di Mentre guardavo le mura della prigione che mi ero lasciate
detenuto. Avevo solo il necessario per abbigliarmi. Quella dietro pensavo: «Sì, ne valeva la pena per lasciare dietro di me
notte non dormii aspettando il nuovo giorno. uomini che conoscono e servono Cristo». Era proprio così.
Il mattino dopo quando si aprì la porta, salutai i miei compagni. Posso dire onestamente davanti a Dio che ne valeva la pena.
Ne avevo condotti parecchi a Cristo. Essi si riunirono intorno a Non potevo immaginare che terminavo un periodo di servizio
me e uno di essi mi disse: «Pastore, non vi dimenticheremo come pastore nelle carceri comuniste e che ben presto sarei
mai. Grazie per quello che avete fatto per noi in prigione. Per divenuto pastore di quelli ai quali erano state chiuse le chiese.
mezzo di voi abbiamo trovato Dio, qui». Presi saldamente in mano la valigia e cominciai a percorrere la
Riuscii a malapena a frenare-le lacrime. strada principale del villaggio. Arrivai alla stazione alle nove.
La guardia mi condusse alla porta della prigione. Poco dopo Il treno era già partito alle otto. Quello successivo partiva la
giunse un carro tirato da due cavalli che mi portò via. sera.
Arrivammo alla direzione del carcere alle otto. Seguì Non mi riusciva di stare a Belene, così vicino alla prigione,
un'accurata perquisizione dei miei abiti e della valigia, quindi tutto un giorno. Mi misi in cammino verso una stazione vicina.
mi rilasciarono dei documenti che mi sarebbero serviti da carta Vi arrivai stanco e impolverato poco prima di mezzogiorno,
d'identità nell'attesa di poterne ottenere una. Uscii nel cortile. dopo tre ore di cammino. C'era un treno che sarebbe partito
Non c'era nessuno in giro tranne il piantone. Mi avvicinai per trenta minuti dopo e che passava proprio per il mio villaggio
chiedergli che cosa dovessi fare ancora. «Posso andare via?» natale. Era un viaggio per il quale occorreva solo un giorno, ma
gli chiesi. se non fosse intervenuta la mano di Dio per più di tredici anni,
«Siete libero. Potete andare» mi disse ridendo. non avrei mai potuto vivere a lungo per poi poterlo fare.
Gli passai davanti come in un sogno, con la valigia in mano. Era stato per me nient'altro che un viaggio miracoloso come
Fuori non si vedeva anima viva. Dopo tredici anni, un lasso di quello dei figli d'Israele.
tempo nel quale la mia bambina era divenuta sposa e madre, Seduto sul treno che avanzava sbuffando attraverso le verdi e
non ero più dietro le sbarre di una prigione. Non ero realmente piatte pianure del nostro paese, guardavo fuori e pregavo:
libero poiché ero sempre un ex detenuto ed un pastore «Signore aiutami a servirti fedelmente nella libertà come l'ho
evangelico non riconosciuto in un paese comunista, ma almeno fatto in prigione. Non permettere che le circostanze meno
lasciavo dietro di me le mura della prigione. difficili diminuiscano la mia consacrazione».
Gettai loro uno sguardo dall'esterno e pensai alle notti solitarie Avrei preferito esser veramente fedele in prigione piuttosto che
di tortura, alle bastonature inflittemi, alla fame ed ai nove mesi permettere alla vita più agitata fuori del carcere di indebolire la
di isolamento nella fossa senz'aria. mia fede. Ma non era necessario che nutrissi questo timore. Le
Mi ricordai della folla di orrori e del torrente ininterrotto di cose andavano altrettanto male fuori.

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Arrivai alla stazione nella mia città natale di Krasno Gradiste po'! volevi incoraggiare Haralan ed ora eccoti invece depresso
verso le otto di sera e percorsi a piedi gli ottocento metri di ed è lui a dover farti coraggio! ». Non potei fare a meno di
strada polverosa del villaggio fino alla casetta dal tetto di ridere.
paglia, al limitare del villaggio, nella quale abitavano mio zio e Due giorni dopo vi furono dei colpi picchiati all'uscio ed ecco
mia zia. apparire mio fratello minore Ladini Egli mi afferrò e mi
Picchiai all'uscio, che si aprì. Dopo avermi lanciato uno abbracciò. Ladin è grande e forte, molto più forte di quanto
sguardo, mia zia gridò: «Haralan, sei proprio tu?». Non era sembra, mentre io ero ridotto ad uno stecco.
un'esclamazione di sorpresa, ma una domanda seria, poiché la «Ladin, non così forte, altrimenti completerai l'opera
prigione aveva provocato tali visibili mutamenti in me che cominciata in prigione!» dissi.
spesso vecchi amici non mi riconoscevano. «Haralan, che gioia rivederti!» disse, mentre lacrime di gioia
Ero entrato in carcere quand'ero un giovane pastore nel fiore gli spuntavano agli occhi. «Quante volte ho pensato che non ce
degli anni. Ne ero uscito rovinato nella salute, ricurvo e come l'avresti mai fatta». Aveva ragioni fondate per i suoi dubbi.
l'ombra dell'uomo che ero un tempo. Dopo aver scontato i suoi cinque anni di carcere, ogni volta
I miei anni di prigione avevano riempito il divario dalla relativa ch'era consentito mi portava cibo in prigione e mi vedeva in
giovinezza alla condizione di uomo fisicamente anziano. quelle occasioni. Ogni volta che le autorità permettevano che si
«Sei tu!» esclamò mia zia, mentre mio zio usciva portassero vettovaglie, Ladin era là. «Ladin, mi sei stato
precipitandosi dall'altra stanza per vedere a che cosa fosse sempre vicino. Subito dopo la fedeltà del Signore, sei stato tu
dovuta quell'eccitazione. ad aiutarmi a farcela».
«Haralan, non ci saremmo mai più aspettati di rivederti» mi Verso il crepuscolo, Ladin ed io uscimmo a fare una
disse lo zio abbracciandomi. Fece un passo indietro per passeggiata lungo la strada principale del villaggio
osservarmi. «Che cosa ti è successo?». fiancheggiata d'alberi. Ciò ci dava la possibilità di conversare.
Allora cominciai a capire che dovevo avere un aspetto orribile. Ci fermammo in un parco vuoto al centro del villaggio e ci
Mi ero abituato da molto al mio «nuovo aspetto» ma mio zio si sedemmo sull'unica panca nemmeno dipinta del villaggio.
ricordava ancora quello che avevo quattordici anni prima, Ladin mi disse che dopo i cinque anni di carcere ora era stato
l'ultima volta che mi aveva visto. Non riusciva a nascondere la allontanato dal pulpito per tutta la vita. Mi spiegò che ora
costernazione che gli appariva sul volto, malgrado i suoi svolgeva opera di pastore «clandestino» e che dal momento
tentativi. della scarcerazione era stato arrestato e bastonato molte volte
Povero zio! Cercava con tutte le forze di risollevarmi il morale, per la sua opera. Ero stato io stesso a condurre Ladin a Cristo,
ma quando gli lanciavo un'occhiata furtiva potevo sorprenderlo quand'egli era sul punto di commettere suicidio, molti anni
ad osservarmi con occhi tristi. So che la prima cosa che feci fu prima. Sentendolo ora parlare delle torture da lui subite e della
quella di dire: «Zio, non ti preoccupare per me! Il peggio è terribile prova attuale gli chiesi: «Durante tutto quegli anni di
passato. Iddio è stato con me e per molti aspetti è stato prigione, non hai mai provato risentimento verso di me per
qualcosa di cui valeva la pena». averti condotto al Signore, dal momento che ciò ti ha causato la
La zia lo guardò con occhi pieni di rimprovero. «Guarda un tortura?».

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«No, mai. Neppure per un momento!». Dal tono fermo della Non so ancora come l'ebbi. Avere oggi un «permesso di
sua voce capii che parlava seriamente. residenza» per abitare a Sofia ha lo stesso valore che aveva per
Da quello che Ladin mi disse mentre eravamo seduti, durante Paolo la cittadinanza romana. Sofia era il centro di tutto e
quei tredici anni l'intero paese era divenuto una vasta prigione. "molti Bulgari avrebbero pagato somme ingenti per ottenere un
Non avevo fatto altro che passare da una prigione più piccola permesso del genere ma non potevano averlo. Infatti in
ad una più grande. Bulgaria, Russia ed altri paesi comunisti, le autorità cercano di
«Haralan, le cose vanno molto male per tutti i credenti» mi controllare ogni movimento delle persone.
disse con calma Ladin. «C'è stato un gran cambiamento in Perfino per spostarsi da un luogo all'altro del paese occorre un
Bulgaria. Molte chiese di campagna sono state chiuse e le «passaporto interno». Non potete decidere da voi dove volete
chiese di città sono sotto il controllo dei comunisti che hanno i vivere. Dovete vivere dove dicono i comunisti e andar via
loro sui pulpiti e la polizia segreta presente ad ogni riunione. quando lo dicono loro.
Ma ci sono molti credenti che non hanno ancora piegato le Così neppure dopo un milione di anni avrei potuto cercare di
ginocchia davanti a Baal e non cederemo mai. Ci riuniamo nei ottenere un «permesso di residenza» per Sofia. Ma Iddio
fienili e nelle case, in qualunque altro luogo possibile». sistemò la cosa servendosi dei funzionari comunisti perché
«Proprio come ho fatto io in questi tredici anni, Ladin» risposi. fosse così. Aveva ancora un progetto per la mia vita.
«Probabilmente potrò mettere a frutto l'esperienza fatta». «Grazie, Signore» dissi. «Certamente hai del lavoro da farmi
Restammo seduti in silenzio sulla panchina del parco, ciascuno fare a Sofia» e partii a quella volta sperando di trovare un
immerso nei suoi pensieri, guardando gli scoiattoli che posticino per viverci.
giocavano mentre il vento della sera si faceva freddo. Ma io ero un ex detenuto ed un pastore evangelico «non
Scambiammo poche parole mentre rifacevamo il cammino riconosciuto». L'essere una sola delle due cose bastava a
verso la casa dello zio, sempre immersi profondamente nei mettere il «marchio di Caino» su una persona per tutta la sua
nostri pensieri. vita, io ero ambedue le cose. Non appena i funzionari del
Mentre continuavamo il cammino il vento della sera era Servizio Alloggi constatarono dai miei documenti chi fossi, mi
diventato del tutto freddo. A settentrione si preparava una mandarono via.
tempesta. Sembrava un lugubre presagio di cose future. Cercai dappertutto da solo ma non riuscivo a trovare un posto
in cui vivere, neppure una stanzetta, tanto meno un
* * * appartamento. Alcuni dei miei ex membri di chiesa rischiarono
Ma la mano di Dio era anche su noi. Egli era stato con me in noie invitandomi a stare da loro per qualche tempo. Non
condizioni che superano ogni immaginazione ed avrebbe volendo far loro correre rischi, continuai a cercare. Pregavo:
continuato a farlo. «Signore, perfino i passeri hanno un nido. So che hai un posto
Il primo «miracolo» dopo la mia scarcerazione fu il rilascio di per me da qualche parte».
un «permesso di residenza» per Sofia, la capitale ed ebbi Infatti lo aveva. Poco tempo dopo trovai una soffitta
l'autorizzazione della polizia per recarmivici al fine di ottenere abbandonata e mezza vuota destinata a conservare bauli e
la mia carta d'identità. valigie. Era piccola, polverosa e piena di ragnatele. Il tetto

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lasciava passare la pioggia. Non c'era né riscaldamento né in bulgaro per indicare la nonna. «Babba» Maria era
acqua ed era così piccola che c'era spazio solo per un lettino, un'energica vecchietta cristiana di settantadue anni, piena di
una piccola scrivania ed una sedia. I cristiani che la videro si vita e di rughe, che abitava ad uno dei piani inferiori. Ella
meravigliavano che potessi vivere in un cantuccio così piccolo, divenne per me come una madre.
ma io ne ero felice. Dissi ad uno dei miei ex membri di chiesa: Babba Maria era una straordinaria anziana signora ed una delle
«In prigione ho vissuto per anni in uno spazio ristretto come persone più indimenticabili che abbia mai conosciuto.
questo insieme a sette o otto altri detenuti». Un'indomita donna che si occupava di tutto e che credeva
Dall'espressione dubbiosa apparsa sul suo volto capii che gli veramente che il suo padre celeste possedeva il bestiame che si
riusciva difficile convincersene. Era così piccolo. trovava su migliaia di montagne. (1)
Per arrivare alla mia piccola mezza soffitta, salivo cinque piani, Aveva lavorato per il Signore sin dalla sua giovinezza ed aveva
quindi mi arrampicavo su una scala a pioli issandomi nella una fede in Dio indomita, contagiosa e traboccante che
soffitta attraverso un buco nel soffitto. Era difficile farvi risollevava tutti quelli che l'attorniavano. Che gigante spirituale
passare un letto anche piccolo! e che colonna era Babba Maria! Nulla sembrava abbatterla.
Quando pioveva, l'acqua gocciolava attraverso i buchi del tetto Quando le cose sembravano volgere al peggio, potevate esser
e poiché il lettino occupava la maggior parte della stanzetta, sicuri di vedere Babba Maria sorridere e dire: «Vediamo un
l'acqua gocciolava in gran parte sul letto. L'unica lastra di vetro po', chi siede sul trono? Dio o il diavolo?». Tutti quanti allora
della finestra era rotta e ciò rendeva la stanza molto fredda. Ma si sentivano risollevati. Era una donna che camminava vicina al
quando la ricoprivo di carta, non v'era più luce. Allora preferii Signore e che aveva una fede invincibile. Chiunque la conosce
aver freddo ed aver la luce piuttosto che restare nell'oscurità, e non può dimenticarla, specialmente i comunisti che una o due
lasciai il vetro rotto, trascorrendo le giornate d'inverno volte cercarono di porre termine alle sue riunioni di preghiera.
accoccolato nelle coperte. Ma poiché quella stanza era un dono «Ascoltate un po', giovanotto» disse severamente un giorno ad
di Dio, io lo ringraziai. un giovane poliziotto. «Iddio mi ha detto di pregare. A chi
La prima notte trascorsa in quella soffitta fredda vi fu un devo obbedire, a voi o a Dio?» Il giovane agente balbettò
temporale e la pioggia gocciolava su tutto il letto. Giacqui qualcosa e andò via. Nessuno le diede più fastidio.
rannicchiato nelle coperte datemi da credenti, pensando a Ruth, «Haralan, scendi da quella soffitta!» mi disse un giorno.
a Rode ed a Paolo ch'erano in Svezia e a quello che facevano «Cominciamo una riunione di preghiera e sarai tu a guidarla».
quella notte. Mi chiedevo se li avrei più rivisti. Alla fine caddi Nessuno osava dire di no a Babba Maria, così cominciai a
in un sonno tormentato ed agitato. tenere riunioni di preghiera e di studio biblico nel suo
appartamentino. Citavo passi della Scrittura tratti dai
LA SORPRENDENTE VECCHIA «BABBA» MARIA quarantasette capitoli che avevo imparati a memoria in prigione
ed amministravo loro la Parola di Dio.
L'unica consolazione nella mia «casa» sotto la soffitta era
costituita da «Babba» Maria. Babba è il vezzeggiativo usato 1. Allusione alle parole del Salmo 50:10 «Mio è il bestiame che
è per i monri a migliaia».

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Ciò rassomigliava sotto molti aspetti al ministerio segreto che « Haralan! » rispose.
avevo svolto in prigione. Quando ebbi finito, Babba Maria Poco dopo eravamo l'uno nelle braccia dell'altra. Undici lunghi
disse: «Sia ringraziato Iddio! Non abbiamo Bibbie, ma Iddio ci anni privi della speranza di vederla ed ora eccola li!
ha dato una Bibbia che vive sotto il tetto». «Haralan!» disse ansimando, poi trattenne le parole.
Da quella sera in poi ci riunivamo, pregavamo ed io citavo Evidentemente dovevo ancora costituire uno spettacolo.
passi delle Scritture. Era una comunione beata e dolce. Non v'è Tornammo da Babba Maria che ci preparò un tè mentre Ruth
nulla di più dolce della comunione dei veri credenti, proprio mi parlava di Paolo e di Rode e di suo marito. Avevo il cuore
quando si è circondati dalle difficoltà e dalle sofferenze. Ora tanto gonfio da non riuscire a contenere tutto quello che udivo,
capisco di cosa sentiva la mancanza Paolo quando scriveva ai dei buoni voti riportati da Paolo a scuola e di come Rode era
credenti dalla sua prigione di Roma. cresciuta ed aveva sposato un medico credente. Ruth mi mostrò
Poco dopo l'inizio delle riunioni ricevetti da Dio un gran dono. le ultime fotografie dei bambini ed io ridevo e piangevo quasi
Mi giunse la notizia che Ruth aveva potuto unirsi ad un gruppo simultaneamente.
di turisti svedesi che veniva in Bulgaria e che presto ci «Haralan, ora mi trovo con questo gruppo di turisti. Era l'unica
saremmo visti! Il mio cuore ebbe un sussulto di gioia! Avevo maniera per entrare nel paese e presto dovrò ripartire con loro,
visto Ruth l'ultima volta, quand'ero in carcere, undici anni ma non appena Paolo avrà terminato gli studi ed avrà
prima. Babba Maria era felice come me e disse: «Vedi un'occupazione e potrà badare a sé stesso tornerò qui per stare
Haralan! Ti avevo detto che tutto è possibile a Dio». con te» disse Ruth.
«Ruth, questa non è vita per te» replicai. «Non so che cosa il
Con l'avvicinarsi del giorno dell'arrivo di Ruth ero felice come futuro ha in serbo per me, ma non voglio vederti vivere in
un fanciullo. La notte non riuscivo a dormire e restavo disteso queste condizioni. È meglio che tu resti in Svezia. Il mio futuro
nel mio letto, mentre la pioggia gocciolava dal tetto, pensando è troppo incerto».
all'ultima volta che avevo visto Ruth, undici anni prima. In «Haralan, tu sei mio marito» rispose fra le lacrime. «Voglio
quegli undici anni non mi ero mai concesso il lusso di pensare restare con te dovunque tu sia. Non m'importa come sia o quali
che avrei potuto rivedere lei ed i bambini. Speranze del genere siano le condizioni».
avevano spinto alla follia uomini forti. Ma, come continuava a Il giorno della partenza di Ruth per la Svezia giunse troppo
dire Babba Maria, Iddio è sempre sul suo trono. presto ed io la condussi in quel triste viaggio di ritorno
Giunse infine il gran giorno. Cinque ore prima dell'ora d'arrivo all'aeroporto. Ci dicemmo addio fra le lacrime, non sapendo se
dell'aeroplano ero già all'aeroporto aspettando ansiosamente. ci saremmo visti di nuovo. Ella partì per la Svezia ed io tornai
L'aereo arrivò con un ritardo di un'ora e quattordici minuti. alla mia soffitta solo, profondamente triste e con il cuore che
Furono l'ora e quattordici minuti più lunghi della mia vita. Mi mi si spezzava.
sembrarono centoquattordici anni! Infine il volo giunse ed io «Signore, dammi la forza. Tutta la mia vita ho cercato di fare la
incontrai Ruth proprio fuori del salone d'ispezione doganale. tua volontà. Non sei venuto meno mentr'ero in prigione.
«Ruth!» gridai «Da questa parte!». Dammi forza ancora adesso».
Immerso nella mia profonda disperazione, mentre gridavo a

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Dio dal profondo del mio cuore, sentii la presenza di Dio sì da tener viva una testimonianza. Fra questi cristiani la battuta
riempire la stanza come l'avevo già sentito in prigione per corrente era che le spie della D.S. erano i membri di chiesa più
tredici anni. «Signore, la mia vita è qui con la mia gente» fedeli di tutti. Non mancavano mai ad una riunione!
pregai. Quindi caddi in un sonno profondo. La spia della D.S. in una chiesa cercava di tener celata la
propria identità, ma i veri credenti presto la scoprivano. I
LE SPIE DELLA CHIESA CHE SPIANO LE SPIE credenti si ponevano due domande: chi era presente a quasi
tutte le riunioni? chi sembrava ascoltare con ogni attenzione
Finita l'eccitazione causata dalla venuta di Ruth, mi immersi ogni parola vuota pronunziata dal pastore insediato dai
nuovamente con ardore nelle riunioni di preghiera segrete e di comunisti? Chiunque si conformava a questa descrizione quasi
studio biblico. A poco a poco il peso della tragedia che aveva generalmente si rivelava essere la spia della D.S.!
colpito le nostre chiese durante quei tredici anni cominciò a In una chiesa i credenti pensarono che anche la spia della D.S.
colpirmi con tutta la sua forza. Tutto quello che Ladin mi aveva aveva bisogno dell'Evangelo vero. Allora cominciarono a
detto era vero, e c'era anche di più. parlargli alla porta della chiesa dopo ogni riunione, discutendo
Il cuore mi si spezzava nel vedere quello che era accaduto. sulle qualità meravigliose del sermone, migliorandolo
Chiese che avevano avuto duecento o trecento membri ne considerevolmente nel ripeterlo. Per salvare la faccia, la spia
avevano ora quindici o sedici! Dove prima c'erano quattro, della D.S. doveva mostrarsi interessata. Riunione dopo
cinque o anche più riunioni settimanali, ora non ne restava che riunione gli parlarono di Dio fino a quando egli non ne aveva
una. I pastori che si rifiutavano di collaborare allo abbastanza di questi fanatici religiosi e chiedeva di esser
strangolamento della chiesa dall'interno venivano sostituiti da trasferito.
pastori disposti a collaborare. Ma naturalmente un altro «nuovo convertito» cominciava poco
Le scuole domenicali erano proibite e ad ogni riunione erano dopo a frequentare la chiesa ed i cristiani capivano ch'era il
presenti spie della D.S..Volevano sapere chi c'era, che cosa si nuovo agente. Allora cominciavano a «cucinare anche lui». Gli
diceva, chi pregava con troppo fervore, se c'erano tentativi di indomiti cristiani di quella particolare chiesa spinsero spia
far nuovi convertiti, e così via. dopo spia a chiedere il proprio trasferimento!
Non avrebbero avuto bisogno di preoccuparsi, perché i «nuovi Ma le tattiche di usura impiegate dai comunisti cominciavano
pastori» che avevano insediato erano più zelanti ad avere effetto. La tecnica impiegata era semplice. Non
nell'applicazione della legge sulle attività religiose. appena il pastore riusciva a ridurre il numero dei credenti di
Un apparato poliziesco di controllo totale aveva steso i suoi una chiesa, intervenivano le autorità che dichiaravano che non
tentacoli di piovra intorno alle chiese, stringendole in un v'era interesse sufficiente, ordinavano la chiusura della chiesa e
abbraccio mortale. destinavano l'edificio ad un «uso più vantaggioso».
Per esser certa di controllare tutto quello che si diceva o faceva Particolarmente colpite erano le chiese di campagna, nelle
nelle chiese, la D.S. aveva spie in ogni riunione per controllare piccole città e nei villaggi. L'uso di queste abili tattiche non
i «nuovi pastori» da essa stessa approvati. Le spie che spiavano consentiva mai di parlare di persecuzione dall'esterno. Le
le spie! Tuttavia in queste chiese restavano ancora veri cristiani

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autorità potevano sempre affermare che la chiesa veniva chiusa «Ufficialmente» ciò non accadde, ma migliaia di uomini
per mancanza d'interesse. portano oggi in silenzio questo loro fardello per Cristo.
In ciascuna città importante venivano lasciate aperte una o due
chiese, i cui pastori erano persone approvate dalla D.S..VÌ si NELLA CLANDESTINITÀ CON DIO
portavano gli stranieri e veniva loro mostrata la libertà di
religione all'opera. Ma tuttavia in ciascuna delle chiese ufficiali Davanti alle chiese chiuse o controllate dai comunisti, eravamo
v'era un «residuo fedele» deciso a mantener viva la propria costretti a seguire l'esempio della chiesa primitiva di Roma,
testimonianza ed a tenere aperte le porte della chiesa, perché le creando una chiesa clandestina o delle catacombe.
autorità non potessero dire che v'era mancanza d'interesse. Nelle maggiori città i cristiani cominciarono a formare gruppi
Quindi un nuovo colpo fu assestato ai credenti che restavano clandestini che si riunivano per adorare nelle case dei credenti
ancora nelle chiese. Ad uno ad uno i giovani cominciarono a attraverso la città, cambiando continuamente il luogo di
ricevere convocazioni per presentarsi alle sedi locali della D.S.. riunione per evitare di essere scoperti.
Là veniva loro chiesto perché non avessero mangiato la foglia e Riunioni del genere sono pericolose perché in tutti i paesi
non avessero abbandonata la chiesa. «Non è il vostro posto. comunisti è illegale tenere riunioni religiose al di fuori delle
Vogliamo che ne uscite e se non lo capite troveremo il mezzo mura di una chiesa riconosciuta. Le chiese clandestine avevano
per farci intendere meglio». un bisogno disperato di insegnamento biblico e di tutte le cure
La maggior parte dei giovani rifiutarono di cedere. Ad uno ad pastorali di una chiesa «normale». Allora consacrai il mio
uno venivano richiamati a presentarsi alla sede della D.S. la tempo alla chiesa clandestina dandomi ad un'intensa attività
sera e venivano bastonati, ma in maniera che non fossero consistente nel recarmi nelle case degli altri credenti attraverso
visibili i segni delle percosse. Le bastonature duravano fino alle la città di Sofia guidando riunioni clandestine, riunioni di
cinque o alle sei del mattino. Allora li rimandavano a casa preghiera e di studio biblico. Il mio programma era pieno di tali
dicendo loro: «Se dite qualcosa a qualcuno, sia pure a vostra riunioni.
moglie, ne andrà di mezzo la vostra vita. Tornate qui stasera Ben presto cominciò a precisarsi una linea per le mie riunioni
alle dieci!». clandestine. Si indiceva una riunione in casa di un credente per
Molti dei nostri migliori giovani credenti dovevano lasciare la mezzanotte. Le due ore preferite per le riunioni erano la
loro famiglia ogni sera dopo cena per presentarsi per le mezzanotte e le sei della sera. Per la riunione della mezzanotte
bastonature notturne. la gente cominciava ad affluire a gruppi di due o tre persone sin
Essi soffrivano in silenzio per Cristo senza parlare a nessuno. dalle otto, quattr'ore prima che essa iniziasse. Non arrivavano
Queste bastonature segrete notturne di chiunque sembrava mai in gruppi di più di tre o quattro persone, per evitare di
troppo zelante nella propria fede verso il Cristo costituivano destare l'attenzione. Qualche minuto dopo l'arrivo delle prime
una prova regolare del fuoco per molti dei nostri, proprio come due o tre persone, eccone arrivare altre due o tre e cosi di
lo sono ancor oggi in Russia, Bulgaria e molte altre nazioni seguito. In tal modo si poteva riunire un notevole gruppo senza
comuniste. attirare l'attenzione. Di solito ero io ad arrivare per ultimo,
poiché dovevo affrettarmi da una riunione all'altra e non potevo

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permettermi la lunga attesa prima dell'inizio della riunione. Per disperderci occorreva lo stesso tempo impiegato per
Verso mezzanotte, nell'arrivare alla casa del raduno trovavo radunarci. Dopo riunioni ben frequentate i cristiani
quasi sempre le strade deserte ed il vicinato immerso nel più continuavano ad andar via ancora alle sei o alle sette del
assoluto silenzio. Tutte le persiane erano chiuse e si sarebbe mattino mentre le strade si riempivano di gente che andava al
detto che non c'era nessuno in giro, ma entrando nella casa lavoro. Chiese clandestine del genere sorgevano dappertutto
trovavo spesso da venticinque a trenta persone pigiate che nel paese a mano a mano che la persecuzione spingeva i
attendevano l'inizio della riunione. credenti a tali profondi sentimenti di sincerità e di
La gente di solito fa rumore. Anche se non si parla né si dice consacrazione, pronti a rischiare la casa, il lavoro e perfino la
una parola v'è di solito del rumore causato dal fatto che ci sono libertà per riunirsi ad adorare insieme.
delle persone, un colpo di tosse, uno stropiccio di piedi o
qualche altra cosa. Ma avevo notato quand'ero in prigione ed
ora lo notavo di nuovo, che i cristiani riuniti per adorare L'EVANGELO DEI COMPLEANNI
clandestinamente spesso non fanno alcun rumore, anche se
formano gruppi di venticinque o più persone. E uno spettacolo Improvvisavamo continuamente e trovavamo nuovi mezzi per
strano. riuscire ad insegnare la Parola di Dio e per goder la comunione
Gli uomini erano di solito in piedi lungo il muro. Le donne fraterna. Ben presto scoprii che una delle migliori occasioni era
erano sedute su letti o su sedie di fortuna, mentre i più giovani la ricorrenza dei compleanni, perché era cosa abituale e priva
erano accovacciati al suolo. A volte ci azzardavamo a cantare di rischi riunirsi in occasione di un compleanno. Non c'era
un inno (cantavamo molto piano per non correre il rischio di pericolo di esser scoperti e non c'era bisogno di riunirsi in
essere uditi). Le lacrime scorrevano sui volti mentre eravamo segreto né di cantare a bassa voce. Dopo tutto si trattava solo
riuniti e cantavamo i begli inni della chiesa proprio come i della festa per un compleanno. I compleanni divennero presto
credenti della chiesa primitiva. una delle occasioni preferite dalle chiese clandestine per
«Cari fratelli e sorelle in Cristo, siamo riuniti qui per adorare il riunirsi e adorare insieme.
nostro Signore e per ascoltare la sua Parola» cominciavo. «Egli I compleanni fornivano un'occasione tanto propizia che molte
è con noi questa sera». Quindi continuavo. Riunirsi costituiva famiglie cristiane che avevano tre o quattro credenti nella
un pericolo, cosicché quando lo facevamo, l'adunanza durava famiglia cominciarono ad avere quindici o venti compleanni
tre o quattr'ore e terminava con la preghiera per ciascuno di noi all'anno. Io stesso ebbi tanti compleanni che se avessi avuto
e per tutti i nostri fratelli nel nostro paese ed in Russia che si tanti anni quanti furono i miei compleanni, avrei avuto l'età di
riunivano quella sera come noi. Matusalemme! Nelle chiese clandestine avevamo i cristiani più
Una volta terminata la riunione, dovevamo andar via alla stessa vecchi del mondo.
maniera nella quale eravamo venuti, a due o tre alla volta. Matrimoni e funerali ci fornivano anch'essi magnifiche
Anche allora, sarei stato il primo ad andar via a causa del mio occasioni per predicare apertamente l'Evangelo. Un giorno,
programma ben riempito. dopo che la cerimonia nunziale alla quale non avevo potuto
officiare, perché non ero pastore riconosciuto, fu svolta in dieci

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minuti, qualcuno disse: «Bene, pastore Popov, venite avanti per La sofferenza purificava la chiesa ed univa i credenti in un
augurare ogni felicità alla sposa ed allo sposo!» Mi avanzai magnifico spirito di amore fraterno come quello che aveva
nella stanza per augurare ogni felicità, per tre ore! Predicai, dovuto esistere nella chiesa primitiva. Le divergenze meschine
citai la Parola di Dio ed insegnai la Scrittura proprio come se venivano accantonate. I fratelli si amavano e prendevano cura
fossi risalito sul mio pulpito. gli uni degli altri portando i fardelli degli altri. Non v'erano
Che meravigliose occasioni erano questi matrimoni! credenti tiepidi o di nome soltanto. Non aveva alcun senso
Dopo un matrimonio avevo predicato molto più a lungo del essere un cristiano esitante se il prezzo da pagare per la fede
solito e tutti erano restati seduti ad ascoltare ogni parola. Alla era tanto alto. V'erano una grande ricchezza e profondità
fine un fratello mi si avvicinò: «Haralan, scommetto che preghi spirituali in Cristo che non avevo mai viste prima,
sempre perché qualcuno si decida presto a sposarsi affinché tu quand'eravamo liberi.
possa tenere una riunione». Accanto a lui stava sua figlia, una Era come se lo spirito della chiesa primitiva fosse sceso in tutta
ragazza di circa sedici anni. Mi rivolsi a lei: «Larissa, ora conto la sua bellezza, pienezza ed amore sui credenti della chiesa
sul tuo matrimonio per l'anno prossimo. Non venir meno». Ella primitiva. Ognuno, uomo, o donna o giovane era costretto a
arrossì mentre suo padre dette in una risata. calcolare il prezzo e a decidere se valeva la pena soffrire per
In innumerevoli maniere improvvisavamo e trovavamo il servire Cristo. E con rincrescimento per i comunisti, questa era
mezzo per riunirci, adorare e diffondere clandestinamente la miglior cosa che avrebbero potuto fare per la chiesa, poiché
l'Evangelo. Il Signore fu con me in maniera meravigliosa molte quelli che non erano sinceri cedevano mentre i veri cristiani
volte. Una volta mentre a mezzanotte ammaestravo un gruppo prendevano coscienza di quello che Cristo significava per loro
di credenti riuniti in una casa, udimmo un rumor di passi sul e divenivano ancor più consacrati di quanto fossero stati prima.
marciapiedi ed essi si fermarono proprio davanti alla porta. I credenti scoperti a riunirsi in segreto venivano mandati in
Uno dei presenti guardò attraverso le imposte e sussurrò: «È un esilio in luoghi remoti del paese. Ma appena giuntivi,
poliziotto!». Cominciammo tutti a pregare ferventemente nel cominciavano a diffondere la Parola di Dio, proprio come
cuor nostro. Poco dopo lo udimmo allontanarsi. avevano fatto dove vivevano prima, alla maniera dei discepoli
Naturalmente a volte la polizia segreta riusciva a scoprire il della chiesa primitiva che spinti dalla persecuzione diffusero la
luogo dove si teneva una riunione segreta ed il conduttore Parola fino all'estremità del mondo allora conosciuto.
veniva arrestato, i nomi dei presenti annotati e gli uomini Il ciclo della chiesa si è compiuto nella chiesa clandestina di
convocati al commissariato centrale di polizia per esservi oggi dei paesi comunisti.
interrogati ed a volte per le «sedute d'istruzione» notturne con
bastonature nel sotterraneo della D.S. .
Ma una cosa magnifica cominciò a verificarsi nella chiesa LO SPAZZINO DELLE BIBBIE
clandestina. A mano a mano che si accresceva il fuoco della
persecuzione esso bruciava la pula e la stoppia lasciando il Operando adesso nella chiesa clandestina, cominciai ad
grano dorato. avvertire la tragedia dei cristiani privi della Parola di Dio.

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Nessuno può accingersi a descrivere con le parole il vuoto che mi conoscono. Ma ora cerco qualche altro rifiuto solo per
si forma nel cuore di un cristiano al quale viene negata la nascondere il mio scopo vero che è quello di trovare le Bibbie.
Parola di Dio. Non potrebbe esservi nulla di più «innaturale». È Ora sono solo alla ricerca di Bibbie per rimetterle in
come un pesce senz'acqua o un uccello senz'aria. I cristiani circolazione. Penso che se le autorità non le vogliono in giro,
sono creature della Parola di Dio e per crescere spiritualmente devono essere qualcosa di buono».
hanno bisogno di quella Parola. Non potei fare a meno di ridere fra di me. Questo era il tipo di
Un giorno incontrai per strada un vecchio coperto di abiti umorismo corrente fra quelli che vivono sotto il comunismo.
sudici, che avvicinatosi a me mi disse: «Pastore, voi non mi «E per di più » continuò, posso guadagnarmi da vivere rubando
conoscete, ma io vi conosco ed ho qui qualcosa da mostrarvi». queste Bibbie a quelli che per primi le hanno rubate».
M'insospettii alquanto, pensando che fosse qualcuno della D.S., «Prendete, pastore,» sussurrò, porgendomi la Bibbia. «Questa è
ma poi mi dissi che nessuno degli orgogliosi uomini della per il vostro lavoro». Stavo per ringraziarlo, ma egli si volse
polizia segreta si sarebbe mostrato in abiti tanto sudici e che per andar via.
quindi c'era del vero. Aperta con un gesto la giacca egli mi «Dove andate?» gli chiesi. «Voglio ringraziarvi in qualche
mostrò un libro lacerato e parzialmente bruciato, in condizioni modo».
terribili. Era tanto sporco e macchiato che dapprima non riuscii «No, devo andare» rispose.
nemmeno a capire di che libro si trattasse. Allora aprì le pagine Sapevo dove si dirigeva in quel momento. Non lo rividi mai
e vidi ch'era una Bibbia, parzialmente bruciata e a cui più, ma di tanto in tanto nel corso di riunioni clandestine vidi
mancavano alcune parti, ma era una Bibbia! Bibbie parzialmente bruciate o parti di Bibbie sudice e capii
Presolo per un braccio lo trassi in disparte perché nessuno che il vecchio «cercatore di Bibbie» era ancora all'opera.
ascoltasse. «Dove l'avete avuta?» gli chiesi. Quella era giustizia! I comunisti rubavano le Bibbie alla gente
«Allo scarico dei rifiuti» mi rispose. ed egli le rubava ai comunisti e le rimetteva in circolazione!
«Allo scarico dei rifiuti?!» esclamai. Predicavo ed insegnavo la Parola di Dio nelle numerose
«Come ...?». Ma prima che potessi terminare di formulare la piccole chiese clandestine che si riunivano regolarmente nella
domanda, egli m'interruppe. «Frugo nei cumuli di rifiuti per città di Sofia e la Bibbia significava tanto per me, perché ne
cercare cose da rivendere. E così che vivo. Un giorno, frugando sapevo a memoria solo quarantasette capitoli e provavo la
sotto un cumulo di rifiuti, ho visto un vecchio libro mezzo mancanza del resto.
bruciacchiato. L'ho preso ed ho visto che si trattava di una
Bibbia bruciacchiata. Ho pensato subito che doveva essere una Dopo una riunione a tarda notte con un gruppo clandestino di
delle Bibbie che tolgono alla gente per distruggerle. Capii di credenti, una ragazza di circa sedici anni mi si avvicinò. La
aver scoperto il luogo dove gettavano le Bibbie e pensai che se riconobbi come una neo convertita che si era appena unita a
era lì che le bruciavano e le distruggevano, lì sarei andato a questa chiesa clandestina.
prenderle per rimetterle in circolazione». «Pastore Popov», disse guardando la Bibbia mezzo bruciata
Proseguì: «Da quel momento ho continuato ad andare là perché datami dal vecchio «cercatore», «potrei prendere in prestito la

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vostra Bibbia fino a domani mattina?». «Beh, certo» risposi. LA TIPOGRAFIA CLANDESTINA
Prese la Bibbia. Senza venir meno me la riportò l'indomani
mattina da Babba Maria. Dopo avermi ringraziato, prima di Un giorno udii parlare di una tipografia clandestina dove si
andar via mi chiese: «Pastore, posso averla di nuovo, dopo la producevano Bibbie, sita in una stanza sul retro di una casa di
riunione di questa sera?». credenti, nell'immediata periferia di Sofia. Vi andai. Passando
«Naturalmente» le dissi, incuriosito tuttavia circa il motivo per per una porticina posteriore tanto bassa che dovetti curvarmi,
il quale la voleva durante la notte. Il mattino successivo me la entrai in una stanza ben illuminata e le cui finestre erano
restituì prontamente, ringraziandomi. Poi mi disse: «Dove protette da spessi tendaggi. Nella stanza c'era un lungo tavolo
parlerete stasera?». intorno al quale erano sedute sette persone profondamente
Glielo dissi ed ella allora mi disse: «Se vengo là stasera, posso intente al lavoro. Erano per lo più giovani, ma all'estremità del
averla di nuovo e restituirvela domani mattina di buonora?». tavolo c'era un uomo anziano affaccendato a copiare. Nessuno
Morivo di curiosità e non potei più resistere. «Naturalmente sollevò lo sguardo quando venni introdotto nella stanza. Ero
potete, ma perché? Che cosa ne fate? La leggete tutta la entrato in una «fabbrica di Bibbie» clandestina.
notte?». Era uno spettacolo incredibile che mostrava la triste situazione
«No, pastore» replicò. «Se la portassi a casa solo per leggerla, dei cristiani senza Scritture nei paesi comunisti.
l'indomani mattina non ne resterebbe più nulla. La porto a casa Erano riusciti a procurarsi una Bibbia ih qualche modo e
per copiare a mano il maggior numero possibile di versetti, da l'avevano attentamente divisa in libri. Ad ogni «gruppo di
mezzanotte fino all'alba. Se la nottata è buona, posso copiare lavoro» seduto al tavolo era assegnato il compito di copiare un
parecchi capitoli!» disse tutta eccitata. certo libro più volte, parzialmente, a mano. Altri «gruppi di
«Se continuo così, un giorno avrò la mia Bibbia» disse lavoro» erano intenti a copiare altri libri come Giovanni, Luca
raggiante di orgoglio. «Che cosa meravigliosa!». e gli Atti. Quando un gruppo era stanco, era sostituito da un
Ne fui profondamente commosso. «Potete averla stasera e tutte altro in maniera che il lavoro non subisse interruzioni. Il lavoro
le sere ed anche durante il giorno, se volete, fino a quando non di copiatura si protraeva per dodici ore al giorno. Quando un
avrete terminato la vostra Bibbia». Quasi saltando di gioia, libro della Bibbia era terminato, veniva messo con gli altri libri
stringendomi le mani, esclamò: «Oh, grazie, pastore!». e cuciti insieme si aveva una Bibbia completa.
Dopo che fu andata via sentii spezzarmisi il cuore. Ecco una Una volta completata, la Bibbia scritta a mano veniva rilegata
ragazzina tanto esultante alla prospettiva di copiare per con pelle e spedita ad un gruppo di cristiani di una chiesa
innumerevoli notti la Scrittura, per poter avere un giorno la sua clandestina da qualche parte della Bulgaria. Questa «fabbrica
Bibbia! Quale bisogno disperato della Parola di Dio aveva il di Bibbie» produceva venticinque Bibbie scritte a mano per
mio popolo! Ciò avveniva dappertutto in Bulgaria. E che dire anno, sempre a prezzo di gravi rischi e di lunghe ore di lavoro.
di quelli che non avevano nemmeno una Bibbia mezzo bruciata Benché non le vidi mai, sentii parlare di altre «fabbriche di
da copiare? E la grande tragedia dei nostri tempi. Bibbie» del genere istallate dai nostri fratelli della Chiesa
clandestina nell'opera disperata di produzione di Bibbie per il
popolo affamato della Parola.

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Una sera, al termine di una riunione di studio biblico tenuta in Benché non potesse uscire dall'appartamento, i libri e le
casa di un credente, qualcuno mi porse un pezzo di cartone nel pubblicazioni da lui prodotte su quella vecchia macchina da
quale c'erano fogli dattiloscritti. «Guardate, pastore» mi disse. scrivere nel suo appartamentino di Sofia con si poco spazio
Lo esaminai: era un libro evangelico intitolato «La via del recavano innumerevoli benedizioni a centinaia e probabilmente
Calvario», di Roy Hession. Ma era un libro scritto a migliaia di persone in tutta la Bulgaria.
completamente a macchina, con i fogli cuciti insieme con ago e Tali sforzi eroici della Chiesa clandestina mi commuovevano
filo fra copertine di cartone. profondamente per il loro sacrificio al di là di ogni possibilità.
«Dove ve lo siete procurato?» chiesi. «È magnifico!». Ma anche tali sacrifici e sforzi eroici non potevano nemmeno
«C'è un invalido che parla inglese e che abita dall'altra parte cominciare a soddisfare il bisogno della nostra gente di Bibbie,
della città» mi spiegò. «Ha una vecchia macchina da scrivere innari, evangeli, e di pubblicazioni per i giovani. Tutti questi
malandata. Si procura questi libri d'insegnamento biblico e sforzi eroici producevano solo un rivolo al paragone di tutto
poiché è storpio, passa tutto il suo tempo a tradurre e a scrivere quello che occorreva.
a macchina copie su carta carbone. Non appena ha finito, Le «fabbriche di Bibbie» lavoravano giorno e notte, ma tutt'al
comincia a riscrivere a macchina l'intero libro. Ogni volta che più producevano venti o trenta bibbie all'anno.
lo riscrive a macchine ne fa quattro o cinque copie. I libri che Giovani cristiani come quella ragazza di cui ho parlato,
egli scrive a macchina circolano di mano in mano in tutta la prendevano in prestito ogni Bibbia disponibile copiandola
Bulgaria». disperatamente ogni notte, ma ciò non bastava. Una vecchia
Mi procurai il suo indirizzo e mi recai nel suo appartamentino. macchina da scrivere nelle mani di uno storpio non era che una
Non appena fui entrato la prima cosa che vidi furono alte pile goccia in un secchio al confronto dei bisogni.
di carta sovrapposte, dappertutto nel suo appartamento. Non Ogni giorno dei giovani cristiani mi chiedevano: «Pastore,
riuscivo a credervi. L'acquisto di una simile quantità di carta abbiamo bisogno di una Bibbia. Non ce n'è una da qualche
avrebbe attirato immediatamente l'attenzione della polizia parte per noi?».
segreta che avrebbe cominciato a indagare. Alla vista dello Il cuore mi si spezzava al vedere il bisogno delle chiese
stupore dipinto sul mio volto, egli diede in una risata e rispose clandestine. In tutta la Bulgaria, questa tragedia incombeva
alla mia domanda prima che gliela rivolgessi. sulla chiesa clandestina. Mi piangeva il cuore al vedere giovani
«Pastore, volere è potere. Ho cristiani in tutta Sofia che vanno cristiani mendicare l'uso di una Bibbia per qualche ora soltanto.
ciascuno a comprarmi un po' di carta da una parte e dall'altra. E che ne sarebbe stato della generazione successiva? Non
Poi la portano qui ed io me ne servo per scrivere a macchina potevamo certamente insegnare ad essa la Parola di Dio senza
questi libri che ho tradotti». la Scrittura. Vedevamo giovani portare in giro dei libri a colori
Così continuò, spiegandomi come lavorava mostrandomi uno sull'ateismo e noi non avevamo nulla da dare loro. Pregavo sul
dopo l'altro i libri in corso di traduzione. Quindi mi mostrò una mio letto in quella soffitta, profondamente afflitto. Occorreva
pila di libri completati, pronti ad essere spediti. L'appartamento fare qualcosa. Non avremmo mai potuto soddisfare i bisogni
era una vera libreria clandestina proprio nella capitale della esistenti fra noi copiando a mano le Bibbie. Era chiaro che
Bulgaria comunista! qualcuno doveva cercare aiuto dall'esterno.

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Divenne sempre più evidente che dovevamo ottenere l'aiuto dei esercitasse pressione sulle autorità bulgare, chiedendo che mi
nostri fratelli al di fuori della cortina di ferro. Qualcuno doveva fosse concesso di recarmi colà. Presentai la domanda per il
uscire nel mondo libero per risvegliare i nostri fratelli permesso di partenza che mi fu immediatamente negato. Ma i
rendendoli consapevoli dei nostri bisogni e riuscire ad cristiani continuavano a pregare.
introdurre in qualche modo le Bibbie. Qualcuno doveva levare Un giorno ricevetti una lettera dal Ministero degli Interni nella
la sua voce per la Chiesa clandestina che non aveva voce. quale mi si ordinava di presentarmi presso la sua sede. Mentre
Parecchi affermarono che dovevo essere io a farlo, facendo uscivo, Babba Maria mi fermò: «Fratello Haralan, è il tuo
notare che dopo tutto avevo la famiglia in Svezia e quindi la passaporto. Stai per avere il permesso di partenza! ».
migliore ragione apparente per chiedere il permesso di partire Arrivato al ministero, mi venne bruscamente ordinato di
dalla Bulgaria. Naturalmente anch'io ambivo di riunirmi alla recarmi nell'ufficio del primo segretario, il secondo funzionario
mia famiglia. in grado di quel ministero. Costui era un uomo grande e grosso
dai lineamenti duri, un individuo col quale non c'era da
scherzare. Mentre entravo e mi ponevo a sedere, egli restò
LA MIA MISSIONE URGENTE seduto fissandomi. Potei capire ch'era adirato. Le mani gli
tremavano quasi per l'ira malcelata. Improvvisamente gridò:
Mi faceva male al cuore il pensare di lasciare il mio paese ed i «Popov, vostra figlia ha scritto dalla Svezia al primo ministro
credenti, molti dei quali avevo personalmente condotti al russo chiedendogli la vostra partenza! ».
Signore e per i quali ero stato padre spirituale e pastore. Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
Mi ero mentalmente preparato a restare con la mia gente. Ma Il primo ministro russo!
molti credenti mi sollecitavano a partire, riconoscendo che solo Rode mirava realmente in alto! La lettera era stata trasmessa a
facendo conoscere i nostri bisogni potevamo ricevere l'aiuto Sofia ed era sulla scrivania davanti a me. Il primo segretario la
necessario. Apparentemente, essi sottolineavano, le autorità prese e l'agitò davanti a me.
avrebbero pensato che volevo semplicemente raggiungere la «Pensate che questo aiuterà il vostro caso?» gridò. «Se è così,
mia famiglia, cosa perfettamente naturale. Ma sotto questo vi siete sbagliati di grosso». Col volto rosso di collera, puntò il
pretesto, la mia missione vera e più importante era quella di dito verso di me e disse: «Popov, voi scriverete alla vostra
ottenere aiuto per la chiesa clandestina, una missione molto più famiglia, dicendo loro di non scrivere mai più una lettera in
importante dei desideri familiari. vostro favore. Non dovete mai più presentare domanda di
Invece di far venire Ruth in Bulgaria, come progettato, partenza!».
compresi che era assolutamente necessario che andassi io nel Con la voce che s'elevava sempre più per la collera, gridò:
mondo libero. Babba Maria ed altri cristiani in tutta la Bulgaria «Popov, vi avviso per l'ultima volta. Sono io che mi occupo di
cominciarono a pregare perché Iddio aprisse le porte e mi fosse queste questioni e non vi darò mai il passaporto! Per partire
permesso di intraprendere questa missione. In tutta la Bulgaria dovrete passare sul mio cadavere! Siete un ex detenuto ed un
si tennero riunioni di preghiera. Feci comunicare a Ruth la mia pastore non riconosciuto. Una sola di queste due cose basta ad
richiesta che ella scrivesse al governo svedese perché questo

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impedirvi per sempre di lasciare il paese, ma voi siete Questo era caratteristico della fede indomita delle donne
ambedue! Ora andate via e non rivenite mai più!». cristiane dietro la cortina di ferro! Ella continuò a pregare Iddio
Uscii fuori barcollando. Mi sentivo schiacciato. Ogni speranza perché facesse l'impossibile e mi aprisse le porte per partire.
sembrava svanita. Chi avrebbe parlato in favore della Chiesa Ed allora il miracolo per il quale pregava avvenne.
clandestina? Chi avrebbe raccontata la nostra epopea per Qualche tempo dopo, il partito comunista bulgaro tenne il suo
risvegliare i cristiani addormentati del mondo libero? congresso annuale. In maniera inattesa sorse una grave
Davanti a questi problemi la questione del non poter mai più controversia fra i «compagni» e cominciarono a cadere le teste.
rivedere la mia famiglia diveniva quasi insignificante: era Parecchi alti e medi funzionari comunisti vennero silurati, fra
puramente personale. Avevo un messaggio della Chiesa questi il Ministro degli Interni, ed insieme a lui lo stesso primo
clandestina per il mondo libero. Come avrei potuto trasmetterlo segretario, colui che mi aveva giurato che non mi avrebbe mai
se la strada era sbarrata dal primo segretario in persona? lasciato andare!
Mentre ritornavo alla mia soffitta, ero nella più profonda Qualche giorno soltanto dopo che aveva pronunziate quelle
disperazione. «Signore!» gridavo in cuor mio, «Che cosa minacce era stato deposto! Non poteva immaginare che era
avverrà ora dei tuoi giovani che chiedono le Scritture? Della stata la piccola vecchia Babba Maria che aveva pregato
nostra gente che non ha la Bibbia? Da dove verrà l'aiuto?». facendogli perdere la carica. Non appena seppi la notizia mi
Giunto a casa, trovai Babba Maria e due donne che aspettavano precipitai per comunicarla a Babba Maria. «Babba, lui non lo
il mio rientro con la buona notizia. La mia missione era di sa, ma probabilmente è il primo alto funzionario comunista che
vitale importanza per la Chiesa clandestina e tutti pregavano! perde la carica a seguito di preghiere!». Sorrise e disse: «Be,
Sapevano qual'era la posta in gioco! Raccontai a Babba Maria può anche darsi che non sia l'ultimo».
ed alle altre che cosa era accaduto e che il primo segretario in Egli era certo che non sarei mai partito, ma non aveva fatti i
persona aveva rifiutato in maniera definitiva, giurando che per conti con i piani di Dio. Nessuno può ostacolare il cammino di
partire avrei dovuto passare sul suo cadavere. Dio.
Babba Maria rise. «Non m'importa gran che di quello che ha Il 28 dicembre mi giunse una lettera nella quale era scritto:
detto. La cosa importante è che tu parta». Continuò: «Iddio mi «Siete pregato di presentarvi all'Ufficio Passaporti. Vi viene
ha detto che partirai e molto presto. Nessuno può ostacolare il concesso passaporto per la Svezia per raggiungere la vostra
cammino di Dio». famiglia». Come lodammo Iddio! Il miracolo era avvenuto.
Babba Maria sorrise. «Haralan, non mi piace dirti che te
Ciò mi lasciò senza parole. Da un canto ero profondamente l'avevo detto, ma te l'avevo detto! Iddio non viene mai meno.
depresso, ma dall'altro canto Babba Maria era una donna Ora va' a ritirare il passaporto!».
profondamente spirituale. Salii le scale che portavano alla
soffitta ancora in preda alla depressione, ma Babba Maria mi È qualcosa d'inaudito che un ex detenuto sia lasciato partire,
gridò dietro: «Ora prepara le tue cose, Haralan. Partirai per la tanto meno poi uno che era un pastore evangelico fuori legge.
Svezia!». La vecchia Babba non dubitava di Dio per un solo Era qualcosa senza precedenti, tanto nel nostro paese che in
istante. Russia. Ma Iddio aveva una missione urgente per me nel

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mondo libero, e quando Iddio ha parlato nessuno può Quando m'informai mi risposero che in quel momento stavano
interferire. Quando un alto funzionario comunista aveva distribuendo solo i passaporti per i paesi comunisti; che
giurato di persona che non sarei mai partito, Iddio lo aveva aspettassi. Venne mezzogiorno. Pensavo fra me: «E se quelli
deposto. della polizia segreta hanno cambiato idea?».
I cristiani di tutta la Bulgaria avevano digiunato e pregato per Alle dodici e trenta una voce d'uomo chiamò il mio nome. Mi
questo miracolo, ed esso era avvenuto. alzai per avanzarmi, mentre pregavo: «Signore, la tua volontà
Le parole della vecchia Babba Maria si erano adempiute. sia fatta!».
Mi recai al Ministero degli Interni e mostrai la lettera ad «Haralan Popov, da questa parte» chiamò di nuovo la voce.
un'impiegata, la quale mi disse di andare alla Banca di Bulgaria «Il vostro passaporto è pronto». Lo presi e mi affrettai
per pagarvi un piccolo diritto e di ritornare con la ricevuta per all'agenzia di viaggi per acquistare il biglietto per l'aereo che
ritirare il passaporto. Dieci minuti dopo ero alla Banca di partiva il giorno dopo. All'una precisa, l'ora di chiusura, tutto
Bulgaria. Tutto quello che dovevo fare venne prontamente era pronto; passaporto, visto e biglietto erano tutti in mio
sbrigato, non dovetti neppure aspettare in coda per ore. Iddio si possesso.
occupò di tutti i particolari. Iddio aveva fatto l'impossibile poiché aveva in serbo per me
Il giorno successivo, il sabato prima di Capodanno ricevetti il una missione urgente nel mondo libero. In tutto il paese le
passaporto. Quindi ebbi il visto del consolato svedese e riportai chiese clandestine seppero che il pastore Popov partiva. Le loro
il passaporto all'Ufficio Passaporti per ottenere il permesso preghiere erano state esaudite. La gioia fu grande.
definitivo per viaggiare all'estero. Dissi a quell'ufficio che c'era Alle otto di mattina del 31 dicembre 1962 ero già all'aeroporto
un volo in partenza per la Svezia lunedì 31 dicembre. Allora mi e l'aeroplano partì alle dieci.
dissero di tornare alle undici di mattina della domenica per Dopo la partenza da Sofia, l'aereo si diresse verso Praga, quindi
ritirare il passaporto. Poiché il 31 dicembre era fine d'anno e volammo sulla Germania Orientale, facendo scalo a Berlino
giorno festivo, per ricuperare quella giornata si lavorava anche Est per circa mezz'ora. Scesi dall'aereo, ma con tutte le guardie
di domenica. Anche in questo scorsi la mano di Dio che mi comuniste d'attorno, mi sentivo ancora circondato dalle mura
permetteva di partire immediatamente. Altrimenti avrei dovuto della prigione. Quando fui di nuovo sull'aereo chiesi alla
aspettare altri dieci giorni prima del volo successivo per la cameriera di bordo di annunziarmi quando avremmo sorvolato
Svezia e chi sa se qualcuno non vedesse in questo tempo i il confine fra la Germania Orientale e quella Occidentale.
documenti che mostravano che si permetteva ad Haralan Quando fummo sul confine innalzai a Dio una preghiera di
Popov, il pastore evangelico «non riformato» ed ex detenuto, di ringraziamento perché ero veramente fuori le mura della
partire liberamente dal paese! Era una violazione di tutte le prigione.
regole stabilite dai comunisti! Dieci minuti prima che scoccasse la mezzanotte che
Tornai all'Ufficio Passaporti alle nove della domenica mattina. annunziava l'anno nuovo, l'aeroplano atterrò all'aeroporto di
Alle undici cominciarono a distribuire i passaporti alle persone Arlanda, a Stoccolma. Non trovo le parole per descrivere
in attesa, ma il mio non era fra essi. l'incontro che seguì. C'erano ad aspettarmi Ruth, Rode, Paolo,
mio genero Giovanni ed il mio nipotino.

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Quattro giorni prima non sapevo se durante questa vita avrei IL MESSAGGIO DELLA CHIESA CLANDESTINA
rivisto la mia famiglia. Ogni vecchia regola comunista era stata
infranta ed un primo segretario che aveva giurato che per La mia missione fra voi nel mondo libero è quella di risvegliare
partire avrei dovuto passare sul suo cadavere aveva la coscienza dei credenti davanti alle sofferenze ed ai bisogni
improvvisamente perduto la carica. Ora ero là! Le lacrime di dei nostri fratelli che son dietro la cortina di ferro e che
gioia scorrevano abbondanti. Mentre abbracciavo Ruth mi soffrono per la fede come Pietro, Paolo ed i cristiani della
chiedevo se era vero o se era solo un sogno. Chiesa primitiva.
Era vero. Abbracciai Rode, la piccola bambina piangente che Che siamo in Bulgaria, in Russia o in America, facciamo tutti
avevo vista quindici anni prima gridare, mentre mi parte dello stesso corpo di Cristo. Siamo tutti fratelli e sorelle
conducevano via. Paolo, che aveva solo quattro anni quando in Cristo, figli dello stesso Dio. Tuttavia quella parte del corpo
ero stato arrestato, era ora quasi un uomo e tutti questi anni non di Cristo che si trova nel mondo comunista viene torturata,
aveva avuto padre. Lo strinsi, fra le lacrime. incarcerata e soffre come mai ha sofferto prima dai tempi dei
Mentre coprivamo in autobus il percorso dall'aeroporto fino a martiri della Chiesa primitiva. Non vi riesce di sentire il loro
casa, le campane delle chiese annunziavano la fine del vecchio dolore?
anno e l'ingresso del nuovo. L'udirle mi richiamò alla memoria Di recente, parecchi capi della Chiesa clandestina di Russia
le campane di quella vigilia di Natale a Persin, quando mezzo sarebbero morti in prigione, fra essi il reverendo Bondorenko,
annegato, disteso sul ghiaccio gelato, senza più forze, aspettavo un uomo spesso chiamato il Billy Graham russo a motivo della
la morte. Mi ricordavano i tredici Natali passati in carcere, nel sua opera per Cristo.
freddo e nella solitudine. Per me e per la mia famiglia era Questi coraggiosi capi cristiani non erano stati condannati a
veramente un anno nuovo ed una nuova vita. morte. Secondo la polizia segreta, sono morti di «cause
Ma quella nuova vita ha una missione: parlare per le chiese naturali» tutti a pochi giorni d'intervallo l'uno dall'altro. Io
clandestine che avevo lasciate dietro la cortina di ferro. Così stesso ho visto migliaia di queste «morti naturali» prodursi in
dopo un breve periodo di riposo per riprendere le forze e prigione a seguito di bastonature, torture e inedia.
trascorso con la famiglia, dissi a Ruth: «Cara, è venuto il Molte migliaia di credenti sono oggi imprigionati per la loro
momento di fare ciò per cui sono venuto qui. I cristiani contano fede in Russia, Bulgaria, Cina ed altri paesi comunisti. Dietro
su di me. Non devo tradirli». una ben congegnata facciata di libertà religiosa, la lista dei
Ruth capì. Ha sempre capito. martiri cristiani dei nostri giorni si fa dolorosamente sempre
Da allora sono stato sovente lontano da casa e dalla famiglia, in più lunga. Dietro la propaganda corrente secondo cui nei paesi
missione per l'altra mia famiglia, la fedele Chiesa clandestina comunisti si stampano bibbie, si trova la dura realtà che i
che lotta a mani vuote per servire Cristo nei paesi comunisti. comunisti ne controllano la distribuzione e che esse sono
adoperate principalmente a scopi propagandistici e pochissime
sono quelle che arrivano fra le mani del cittadino medio. Dietro
la ben congegnata immagine della tolleranza verso i credenti, si
tolgono per sempre i figli ai genitori cristiani collocandoli in

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collegi atei. Riuscite voi ad immaginare l'angoscia di quei si verifica oggi per molte famiglie cristiane.
genitori cui sono stati tolti i loro figli? Come possiamo dormir tranquilli sapendo quali sofferenze
Ma mentre dietro la cortina di ferro divampa questa lotta provano? Come possiamo legger la Bibbia e non sentirci
spirituale, mentre martiri; muoiono per la loro fede e veri stringere il cuore per quelli che non hanno Bibbie?
servitori di Dio vengono arrestati e vengono loro tolti i figli per Il messaggio che vi reco dalla Chiesa clandestina è questo:
sempre, nelle chiese del mondo libero si può andare avanti per «Non dimenticatevi di noi!». «Pregate per noi!».
anni senza udire una sola preghiera per i nostri fratelli che «Dateci le Bibbie, gli strumenti coi quali lavorare, e noi li
soffrono nei paesi comunisti! useremo per Cristo».
Ho parlato in tutto il mondo in favore della Chiesa clandestina Mi ricordo tanto bene delle buie celle di rigore di Persin. Sul
ed ho spesso chiesto: «Chi ha mai pregato qui per i cristiani grigio muro di cemento di una di esse era scalfita un'iscrizione
della Chiesa clandestina che soffrono?». Quasi sempre la lasciatavi da un ignoto cristiano che era là prima di me.
risposta è: nessuno! Quell'iscrizione diceva: «Si è perfino Iddio dimenticato di
È un'onta che pesa sulla coscienza di tutti i cristiani liberi. Noi me?».
dei paesi comunisti siamo vostri fratelli e vostre sorelle in Quel grido angoscioso inciso sul muro di una prigione è il
Cristo. Noi formiamo un solo corpo in Cristo. grido che viene oggi dai nostri fratelli della Chiesa clandestina
Chiediamo Bibbie e strumenti d'evangelizzazione di cui dei paesi comunisti.
abbiamo un bisogno disperato per tenere viva la Parola di Dio. Se si presta ascolto ad esso e se la mia gente riceve le Bibbie e
La tragica mancanza di Bibbie costituisce il più grande bisogno l'aiuto necessari, i miei anni di prigione non saranno stati vani.
di oggi nei paesi comunisti. Ruth condivide con me questa ferma convinzione.
La mia gente accetta la sofferenza. Capisce che questa è la sua
croce.
Ma non capisce perché i loro fratelli e le loro sorelle del mondo
libero sembrano averli dimenticati, persino nelle loro
preghiere.
Ora sono lontano da Ruth e dai miei figli parlando giorno e
notte in favore della Chiesa clandestina e chiedendo ai cristiani
del mondo libero di pregare per quei fratelli.
Il nostro dovere di cristiani davanti a Dio è quello di aiutare le ----
famiglie indigenti e sofferenti di quelli che sono in prigione per Per informazioni e corrispondenza scrivere a:
la propria fede. Dobbiamo aiutarle ed abbiamo i mezzi per Evangelism to Comunism Lands
farlo. Casella Postale 37
Non dimenticherò mai che la mia famiglia era quasi morta di 1837 Châteu d’Oex
inedia mentre ero in prigione. La stessa tragedia Svizzera

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INDICE
Un fagiolo nella minestra Pag. 108
Prefazione Pag. 5 La mia opera di pastore in prigione 112
Rapito da casa 7 Quarantasette capitoli imparati a memoria 116
Cominciano le notti senza fine 9 Predicando col telegrafo della prigione 118
"Benvenuto alla casa bianca, prigioniero Popov!" 12 Perdo il mio Nuovo Testamento 125
Un ateo fino al midollo incontra Cristo 14 Studi biblici nel cortile della prigione 126
La mano di Dio su un uomo 18 I frutti della prigionia. 136
La Bulgaria diventa una "Piccola Russia" 19 La sorprendente vecchia “Babba” Maria 143
Spie piuttosto che martiri cristiani 20 Le spie della Chiesa che spiano le spie 147
I muri della cella parlano 22 Nella clandestinità con Dio 150
La dieta della morte 27 L'Evangelo dei compleanni 152
La cella di punizione 28 Lo spazzino delle Bibbie 154
Il quarto giorno davanti al muro! 31 La tipografia clandestina 158
Il decimo giorno 33 La mia missione urgente 161
Il quattordicesimo giorno 34 Il messaggio della Chiesa clandestina 168
L'Evangelo annunziato alla polizia segreta 40
Mitko condotto a Cristo 45
Si mettono le carte in tavola 48
La musica degli zoccoli di legno 54
Spezzato, ma non piegato 56
Le tragiche sofferenze delle nostre famiglie 64
Haralan Popov, sei un uomo morto! 67
Classificato non riformato 73
Suoni notturni 76
Un dono di Dio 80
Persin - un'isola di orrore 84
Messaggio segreto in una foto 89
Il giorno prima di Natale 94
Natali in prigione 97
Lavori di schiavi a Persin 100 Finito di stampare nel Marzo 1978 St.I.LT.E. SpA. Napoli
Nella camera della morte 103
Nove mesi nella fossa 107

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