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1931 - The Grand Punk Railroad (Local Episode)

Prima Classe – Uomini In Nero

A dispetto dei bei ornamenti che decoravano l'interno, l'aria nella cabina della Prima
Classe non poteva essere più pesante.

"La morte non conosce l'uguaglianza."

A parlare con voce rauca al gruppo vestito di nero era un uomo che sembrava essere il
loro capo.

"È vero che ogni vita ha un valore. In altre parole, significa anche che ogni vita ha un
valore differente."

Anche se le parole dell'uomo si dissiparono nell'aria senza un obiettivo specifico, il solo suo
parlare rese l'atmosfera ancora più oscura.

Era come se il tempo avesse congelato questo posto. Solo lo scenario in rapido movimento
fuori dalla finestra ricordò loro che il mondo stesse ancora andando avanti.

Gli uomini in nero avevano tutti un luccichio di oscura passione nei loro occhi, e avevano
tutti il volto euforico per l'inizio di questa missione. L'unica Eccezione era una donna con
un coltello imponente.

La donna in abito nero non guardava nessuno negli occhi. Si limitava a fissare il riflesso
dei suoi occhi sul suo coltello, come se non valesse la pena di guardare nessuno di quelli
intorno a lei. Il desiderio di sangue era come emanato dalla punta della lama.

Tutti i suoi sensi, tranne la vista, erano concentrati sui vestiti neri intorno a lei. Era quasi
come se stesse facendo loro da guardia.

Gli uomini in nero lo sapevano bene, ma non mostravano malessere nel modo in cui
venivano trattati.

Gli uomini stavano aspettando che il loro capo continuasse. E come a rispondere alla loro
chiamata, il capo curvò le labbra in un sorriso.

"Non c'è bisogno di esitazione o pietà. Dopotutto, stiamo innalzando le loro vite senza
valore riversandogli sopra il valore più grande immaginabile. Non siete obbligati a mostrar
loro compassione. Poniamo fine a questo passato da plebei" disse con calma l'uomo. C'era
come un cenno di felicità nel suo tono di voce.

"Concedete loro la più degna delle morti."

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Seconda Classe – Uomini In Bianco


Ladd, eccitato, alzò la voce nella sgargiante cabina della Seconda Classe.

"Oh, oh. Non posso aspettare! Sta diventando emozionante… di cosa sto parlando? Sto
dicendo che sto morendo nell'attesa di iniziare. Ho ragione?"

Ladd è davvero andato fuori di testa.

Pensa davvero che questo ci porterà dei quattrini? Questi idioti che pensano davvero che
ciò andrà a buon fine, sono anche loro tutti matti. E visto che non ho nemmeno provato a
fermarli, credo che tutti i presenti siano idioti.

"Non sei emozionata, Lua?"

Ladd allungò la mano verso la donna davanti a lui—Lua--e toccò la sua guancia. Lua si
limitò ad un timido "No", e guardò Ladd.

"Ahahahahaha! Capisco, quindi non sei in trepidante attesa, vero, tesoro? Allora fammi
raccontare una storia divertente. Deruberemo tutti quelli sul treno, sgozziamo tutti quelli
di New York, quelli del resto del paese, e massacriamo tutti quelli nel resto del mondo!
Dopo di ciò, ci sposeremo nell'intimità di una chiesa nella foresta—solo noi due—e una
volta che ci saremo giurati amore eterno, ti ucciderò magnificamente. E visto che sarai
l'ultima persona sulla terra ad essere uccisa, farò in modo che sia altisonante, romantico e
raccapricciante—e io lo renderò divertente."

Ladd sorrise dolcemente alla sua fidanzata, parlando come un pazzo.

"Beh? Ora non sei emozionata?"

Le guance di Lua diventarono rosa. Lei annuì.

Dannazione, mi fa rabbrividire. Lua è la più pazza di tutti noi.

Certo, io e Ladd ci conosciamo da molto, ma come sono finito in un posto del genere? Tutti
gli altri qui presenti sono dei pazzi omicidi, proprio come Ladd.

Ladd sorrise come un bambino, ignorando la mia ansia.

"Bene, bene, bene… Sembra sia ora di dare una piccola lezione a quei ricconi della Prima
Classe e a quei poveracci della Terza Classe. Che ne pensate? Dopotutto, la morte ama
tutti allo stesso modo—non gliene frega un cazzo se sei ricco o povero. Non è un sollievo?!
Ahahahahahaha!"

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Terza Classe – Uomini Con Le Toppe


La Terza Classe era squallida, le cabine offrivano solo posti a sedere e la vista fuori dal
finestrino.

"Wow, guarda che panorama! Sembra che alla fin fine viaggiare in Terza Classe non sia
così male."

"Dici, Jacuzzi?" chiese un giovane in abiti poco costosi, che ovviamente sembrava un
delinquente. La sua domanda era diretta a un giovane tatuato che guardava fuori dalla
finestra.

"Ehi, lo stai facendo per davvero?"

"Uh? Cosa?"

"Che diamine significa 'Cosa'?! Stiamo per depredare questo treno—non c'è tempo per
guardare fuori dal finestrino come un turista! Lo farai davvero o cosa?"

"Jack! Non fare casino. Le pareti della Terza Classe non sono così spesse." Una donna con
gli occhiali e una benda sull'occhio lo rimproverò.

Nel frattempo, il giovane tatuato—Jacuzzi--iniziò a singhiozzare mentre le lacrime


sgorgavano dai suoi occhi.

"S-scusate. È stato così improvviso,, così io…"


"In primo luogo, non fare nulla se poi ne sarai dispiaciuto!"

"A-allora non mi scuserò. Facciamo del nostro meglio."

"Se ti devi scusare, fallo nel modo giusto!"

"C-c-che significa?"

"Chi se ne frega! Basta che smetti di piangere!"

Il delinquente alzò la voce mezzo esasperato.

"Cristo… cresci, Jacuzzi. Dovresti essere il nostro capo, sai? Comunque, che ci fai qui?
Potevi lasciare l'incarico a noi o a Donny."

"Uh, hai appena detto il mio nome?" Chiese il gigante dalla carnagione scura nell'angolo,
ma il delinquente lo ignorò e continuò.

"Comunque, tu sei il capo. Dovresti credere un po' di più in te stesso—anche per il nostro
bene, sai?"

"Semplicemente non voglio morire, e non voglio nemmeno che muoia uno di voi." disse
con calma il giovane tatuato, chiudendo i suoi occhi pieni di lacrime e sorridendo.

"Allora non penserò a cose così complicate fino a quando non sarò morto."

Epilogo I
31 Dicembre, 1931. Sera.

"Hah… avrebbero potuto avere almeno la decenza di ammucchiarli nello stesso posto." Un
uomo brontolò esasperato, guardando al cadavere che giaceva accanto alla linea
ferroviaria.

"Cerchiamo di essere un po' più sensibili."

Due uomini stavano in mezzo alla neve, mentre le raffiche scendevano su di loro. Erano gli
ispettori Bill Sullivan ed Edward Noah, entrambi membri dell'America's Bureau of
Investigation.

Erano incaricati di far luce su un misterioso incidente avvenuto quasi alla fine dell'anno.

Il far luce includeva anche un'indagine formale. I poliziotti sono stati sparpagliati a
intervalli lungo la linea ferroviaria, ognuno con il proprio compito.

Era chiaro che tutti quei cadaveri erano correlati allo stesso incidente. Questo perché si
presuppone fossero tutti passeggeri dello stesso treno.

"Non vedo alcun motivo per essere sensibili sull'accaduto."

"In ogni caso, ho una domanda" Edward chiese mentre Bill si grattò la testa. "Perché
siamo stati chiamati qui? Normalmente, questa non è nella nostra giurisdizione."

Edward faceva parte di una task force speciale del Bureau of Investigation. La squadra non
aveva ancora una sezione ufficiale, ma aveva il tacito consenso del Bureau. I membri di
questa task force erano persone che avrebbero preso parte a degli incarichi speciali in
mezzo al loro normale lavoro.

Bill ed Edward erano due persone del genere.

"Beh… a dispetto della segretezza, abbiamo trovato un di 'loro' sulla lista passeggeri a
Chicago."

"Intendi… immortali?"

Non ci poteva essere parola più inappropriata di 'immortali' di fronte a quei corpi
disseminati sui binari. Non sarebbe stato strano se gli altri ufficiali intorno a loro fossero
scoppiati a ridere, al pronunciare quella parola.

Infatti, sarebbe strano per chiunque non trovarlo divertente. Dopotutto, il famoso
ispettore stava parlando di immortalità con uno sguardo di massima serietà.

Ma i due uomini presenti sapevano la verità.

Oltre duecento anni fa, un gruppo di alchimisti partì verso questo continente. E nel mezzo
del loro viaggio attraverso l'Atlantico, evocarono un demone e ottennero dei corpi
immortali.

Nemmeno nelle favole c'erano delle cose così assurde, ma era la verità—non c'era alcun
dubbio. La prova più grande era il fatto che il loro capo è uno dei suddetti immortali.

In altre parole, questi uomini avevano il dovere di vigilare e tenere sotto controllo i vari
immortali sparsi per gli Stati Uniti. Ovviamente, cose come l'immortalità non potrebbero
mai essere riconosciute come ufficiali, né tanto meno l'avrebbero permesso.

"Ti ricordi le caratteristiche degli immortali?"

"Sì. Primo, sono senza età e guariscono da ogni ferita, con la testa che funziona da centro
della rigenerazione. Secondo, l'unica eccezione alla loro immortalità è se un immortale
viene ucciso da un suo confratello. L'immortale deve posizionare la sua mano destra sulla
testa dell'altro e pensare 'voglio mangiare' e la vittima sarà assorbita nella mano e uccisa.
Terzo, l'immortale che mangia un altro immortale otterrà il sapere della vittima come
proprio. Quarto, gli immortali non possono usare nomi falsi tra di loro o su atti pubblici."

"…Non dovevi per forza citarmi la definizione testuale. In ogni caso, non possono usare
uno pseudonimo su una lista passeggeri o simili… sai cosa significa, vero?"

Edward rispose alla domanda di Bill con un'altra domanda.

"E che mi dici dell'immortale? È coinvolto nell'incidente?"

"Donald ci sta lavorando giusto adesso. Vedi se è arrivato al sicuro. Siamo arrivati tardi
per trovarlo; potrebbe esserci sfuggito."

Un altro cadavere accrebbe la pila dietro di loro. Edward strinse i pugni.

'Cosa diamine è successo qui?'

L'espresso transcontinentale Chicago-New York, il Flying Pussyfoot.

Che razza di disastro si è abbattuto su questo treno?

Prologo I: I Ladri Mascherati

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Dicembre, 1931. California.

Il putiferio iniziò con la dichiarazione di un idiota con poco intelletto.

"Che ne dici di rapinare un treno? Ho sentito che rende bene!"

"È magnifico! Potremmo diventare ricchi!" Un'altra idiota concordò.

Isaac e Miria era circondati da un buio intenso, interrotto da un argomento che era solo in
qualche modo terrificante.

Erano in una non specificata miniera della California. La coppia, ben nota a certe persone
come "I Ladri Mascherati" fino a circa un anno fa, stava di fronte a un muro di pietra,
illuminato da una lanterna.

Il modo di agire della coppia consisteva nel commettere un furto vestiti in modo
stravagante, scappare per un po', per poi cambiarsi d'abito per completare la loro fuga.
Ovviamente, gli obiettivi dei loro colpi erano cose come orologi, cioccolato o porte di musei
—tutto troppo confuso e inspiegabile affinché i loro crimini apparissero sui giornali
nazionali.

Si erano lasciati le rapine alle spalle lo scorso novembre, dopo il loro ultimo colpo a New
York. In questi giorni, trascorrevano le loro giornate alla ricerca dell'oro, dicendo
"Ruberemo i tesori dalla terra stessa!".

Sfortunatamente, erano in ritardo di circa ottanta anni per la corsa all'oro. Tutto quello che
potevano fare era agitare i loro picconi in delle miniere abbandonate.

Era da poco più di un anno da quando avevano iniziato, quando Miria, in abiti da lavoro,
fece una domanda.

"Ehi, Isaac? Normalmente le persone setacciano i fiumi in cerca della polvere, giusto?
Quindi perché stiamo scavando un buco qui?"

La risposta di Isaac fu veloce e senza esitazioni.

"Ahaha! Semplicemente perché le persone non sanno che si può realmente trovare l'oro in
posti come questo. E, l'ultima volta che abbiamo provato a setacciare in cerca di polvere,
ci hanno cacciati dicendo che era loro territorio… e non sappiamo nemmeno chi fossero!"

"È stato umiliante!"

"Ma sai cosa ho trovato davanti a questa miniera abbandonata? Un centopiedi! E aveva
centinaia e centinaia di zampe!"

"Pauroso!" Miria rabbrividì inconsciamente alla descrizione dettagliata di Isaac.

"Ahahaha… Ascolta, Miria. Dicono che in oriente, i centopiedi sono gli dei delle miniere
d'oro. Ecco perché ne sono così sicuro! Non siamo distanti dal fare il colpaccio!"
"Non abbiamo ancora trovato niente, ma è meraviglioso!"

Un singolo applauso echeggiò nella miniera.

"Pensaci, se i centopiedi sono gli dei dell'oriente, mi chiedo come siano i loro crocifissi"

"Forse hanno un centopiedi attorcigliato a una croce?"

"Idolatria!"

Conversazioni di questo tipo erano del tutto normali per questi due, ma oggi una cosa era
diversa.

"Oh, l'avevo quasi dimenticato! Guarda qua, Isaac! Abbiamo ricevuto una lettera da parte
di Ennis e Firo!"

Miria sorrise davanti alla candela e tirò fuori una lettera.

Ennis e Firo erano persone con cui avevano fatto amicizia circa un anno fa a New York.

Firo era un dirigente di una piccola famiglia criminale, e Ennis era un omuncolo creato da
un alchimista, ma Isaac e Miria non erano molto svegli per capire le loro situazioni.

Per di più, Isaac e Miria avevano ottenuto l'immortalità lo scorso anno, quando rimasero
coinvolti in un incidente con l'elisir dell'immortalità. Ovviamente, non avevano notato il
cambiamento avvenuto ai loro corpi.

Erano inumani—erano mostruosi "immortali", i quali stavano tra la paura e l'ammirazione


nei cuori degli uomini.

Ma in ogni caso, niente di tutto ciò importava nei loro giorni felici.

Miria lesse a lume di candela la lettera di Ennis e Firo. La maggior parte della lettera era
dedicata a chieder loro di venire, qualche volta, a visitare New York.

Ma c'era una parte della lettera di Ennis che li lasciò turbati.

"Isaac e Miria, penso a voi come mio fratello e mia sorella. Sono triste quando penso ai
miei fratelli creati prima di me, i quali non ho mai potuto incontrare, ma pensare a voi mi
rallegra--"

Appena Miria lesse questo passaggio della lettera, si girò verso Isaac con le lacrime agli
occhi.

"Ehi, Isaac? Riguardo ai fratelli di Ennis… questa lettera dice che sono tutti morti?"

Isaac, preoccupato dall'espressione di Miria, fu veloce a negare la sua affermazione.

"No, no. Sono sicura che intenda altro. Uh, vediamo… 'creati prima di me'… 'mai potuto
incontrare'…? Beh, questo deve voler dire…"

Isaac si fermò un attimo, poi batté le mani.

"Ci sono! Deve voler dire che Ennis vuole un fratellino!"


Il viso di Miria si illuminò all'istante.

"Quindi è come una bambina felice che chiede a sua madre di viziarla?!"

"Sì! Esattamente così! Deve significare che Ennis è molto felice!"

"Molto felice!"

Dopo un primo momento di comprensione, comunque, i due incontrarono un altro


problema.

"Ma noi non siamo i genitori di Ennis, quindi non possiamo darle un fratellino."

"Sfortunatamente, no. Ma che ne dici se le compriamo qualcosa di caro e glielo portiamo a


New York?"

Finalmente Isaac e Miria iniziarono a pianificare un viaggio a New York.

Tuttavia, erano completamente al verde. Sono riusciti a sopravvivere per un anno


vendendo le strane rocce blu che avevano trovato al posto dell'oro, le quali avevano un
prezzo sorprendentemente alto. Ma al momento non potevano minimamente pensare di
fare un regalo.

All'improvviso, Isaac batté di nuovo le mani.

"Che ne dici di rapinare un treno? Ho sentito che rende bene!" Gridò, con la voce che si
diffuse per la caverna.

"È Meraviglioso! Potremmo diventare ricchi!"

"Fammi vedere se mi ricordo bene. Rapinare un treno consiste nel prendere un treno, fare
la rapina, e una volta a destinazione scappare su un altro treno, giusto?"

"Senza dubbio!"

"Bene. Come l'altra volta, li ruberemo ai cattivi--la mafia!"

"Wow! Siamo campioni di giustizia!"

"Dunque, quale famiglia dovremmo colpire per il nostro furto…?"

All'improvviso, la luce della lampada si spense senza preavviso. Isaac e Miria si ritrovarono
nel buio assoluto.

"Isaac, ho paura!"

"A-a-a-a-a-a-aspetta, Miria! Calmati! Non possiamo fare alcun movimento brusco per ora!
Dobbiamo resistere e aspettare finché non arriva una squadra di salvataggio!"

"Wow, Isaac! Sei così intelligente!"

La sera successiva, degli uomini in tenuta da lavoro oscillavano i loro picconi e piccozze
mentre parlavano vicino alla miniera designata ad Isaac e Miria.
"Pensandoci, vi ricordate quei due stramboidi che stavano scavando in quella miniera
abbandonata?"

"Oh! Intendi quei tipi che ogni tanto rinvengono dei lapislazzuli?"

"Stamattina li ho visti venir trasportati su delle barelle. Qualcosa tipo mancanza di


ossigeno. Ovviamente, sono tornati indietro come se non fosse successo niente."

"Uh. Quindi qualcuno li ha salvati in tempo, uh? Le persone non è facile che si salvino
così."

I minatori elogiarono la buona sorte dei due, senza minimamente considerare che
potessero essere immortali.

"Penso che l'uomo dicesse qualcosa come 'Stiamo scavano in cerca d'oro perché abbiamo
visto un centopiedi cono centinaia di zampe'."

"Che significa?"

"Chi lo sa? Parlavano di religioni dell'est o cose simili. Non so perché, ma quei due sanno
un sacco di cose sull'oriente."

Un minatore più anziano che stava lì accanto entrò nella discussione, attonito.

"Intendi quelli che vivono nella miniera? E quelle cose con centinaia di piedi?"

"Li conosci, vecchio?"

"Certo… Non sono centopiedi. Sono millepiedi."

Isaac e Miria erano già su un treno.

Si sarebbero diretti a Chicago, la città della mafia, fatto la rapina, per poi scappare in
treno.

Avevano già scelto la loro via di fuga.

Avrebbero preso il treno espresso transcontinentale diretto a New-York, il Flying Pussyfoot.

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Prologo II - Delinquenti

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29 Dicembre, 1931. Tarda Notte.

"No, ecco, uh. Uhm. Beh, io. Capisco, sapete? Vediamo, uh, di risolverla pacificamente.
Okay? Siamo tutti adulti, giusto? Uh. Quindi. Per favore, state calmi!"

Era nelle vicinanza di una fabbrica nella periferia di Chicago. Nemmeno le luci delle
lampade o le insegne al neon raggiungevano questo vicolo buio. Anche se questo luogo
era perfetto per il silenzio, una voce stridula ruppe la quiete.

Naturalmente, c'erano pochi suoni o posti meno adatti ad un uomo terrorizzato


all'improvviso da una pistola.

La luce della luna splendeva su di un ragazzo, circondato da un gruppo di uomini armati—


Probabilmente membri di una famiglia mafiosa della zona di Chicago, a giudicare dai loro
vestiti e dai loro atteggiamenti.

Una cosa strana, tuttavia, era il tatuaggio a forma di spada sulla faccia dell'uomo in
lacrime.

"Quindi per favore, per favore, per favore, abbassate le armi. Okay? Vi sto implorando! Ho
così tanta paura se penso che morirò! Per favore, sono davvero dispiaciuto, ma non ho un
soldo. Mi scuserò, ma per favore, abbassate le aaaaarmi!"

Nel frattempo, gli uomini armati, vestiti di scuro, si guardarono a vicenda confusi. Stavano
circondando l'uomo in lacrime nell'oscurità.

"Ehi, è davvero lui il tipo?"

"Quante persone conosci che hanno un tatuaggio a forma di spada sulla faccia?"

"Ma veramente, un idiota del genere?"

"Perché non lo chiediamo direttamente al ragazzo?"

L'uomo che sembrava il capo del gruppo afferrò il giovane per il colletto.

"Chiudi il becco, ragazzo. Ti farò una semplice domanda. Rispondi bene e potrai tornare
dalla tua mammina. Capito?"

"M-ma, io non ho una madre…"

Improvvisamente, il giovane si trovò a guardare da vicino il calcio di una pistola.

"Eeeek!"

"Chi ti ha chiesto niente? Uh? Ti ho chiesto: 'Hai afferrato quello che ho detto?' pezzo di
merda."

Il mafioso lo tenne stretto impedendogli di svenire, puntò la pistola al suo viso e parlò
lentamente.
"Ascolta, piagnone. Se non vuoi che ti piazziamo un buco in testa, dicci il tuo nome. Con
calma."

Il giovane tremò, ma annuì e si asciugò le lacrime, e lentamente disse il suo nome.

"Sniff… sniff… J-Jacuzzi… Jacuzzi Splot."

Alla menzione del nome i mafiosi si riguardarono a vicenda, e scoppiarono a ridere in


modo incontrollato.

"Pfffft. Sentito? Questa femminuccia merdosa ha detto che è il capo della gang che ha
dato a noi Russo così tanti problemi! Sai che ti dico, ragazzo? Oggi siamo venuti qui solo
per scoprire il vostro nascondiglio, e cosa vedo? Quella faccia sui manifesti, che va in giro
tutto solo senza nessuna guardia! Non è meraviglioso?"

L'uomo rise sospirando, poi gettò l'uomo chiamato Jacuzzi a terra.

"Non è divertente, pezzo di merda! Stai dicendo che tu sei il bastardo che ci ha messo i
bastoni tra le ruote nel nostro territorio? Beh?!"

Il capo prese Jacuzzi a calci più e più volte, le vene pulsavano nella sua fronte.

"Non abbiamo rovinato il vostro territorio… Sniff… Abbiamo solo…"

"Solo cosa?! Avete venduto alcol di contrabbando sul nostro territorio, vi siete messi in
mezzo alla Famiglia Russo con la vostra piccola gang, e avete perfino derubato i nostri
negozi! Che cazzo non avete fatto voi merde?!"

Jacuzzi continuò a incassare i calci, ma presto smise di piangere e gridò ad alta voce.

"A-avete ragione. Non siamo brave persone! M-ma, quando abbiamo i-iniziato per p-primi
a vendere liquori, siete stati voi ad uccidere otto dei nostri amici! Abbiamo deciso allora di
ribellarci alla Famiglia Russo!"

I mafiosi, irritati dalle esternazioni piene di lacrime e moccio del giovane, si preparano a
prenderlo di nuovo a pugni.

"Non pensare che ve la caverete facilmente, figlio di puttana. Faremo tutto il possibile per
eliminare la vostra piccola gang dalle strade-"

"Sniff… Sniff… P-prima di ciò! P-per favore, abbassate le armi…! P-per favore, Non voglio
uccidervi se possibile!" Jacuzzi interruppe il mafioso.

"Sei fuori di testa, mocciosetto?!"

"Nonononononono! Per favore! Non mi piace il sangue, e non sopporto il rumore delle ossa
che si rompono! Per favore!"

I mafiosi si resero conto che le loro conversazioni non combaciavano, e abbassarono i


pugni.

"Q-quindi, per favore,, Donny! Aspetta! Per favore, ti supplico! Sono sicuro che queste
persone stanno per abbassare le loro armi in qualsiasi momentoquindipervaoreaspetta!"

"'Donny'? Chi diamine è?"


Il capo guardò Jacuzzi e capì qualcosa.

Gli occhi di Jacuzzi non guardavano verso di lui, ma qualcosa dietro le sue spalle.

L'atmosfera si tese all'istante, e un singolo suono catturò la sua attenzione.

Snap.

Immediatamente Jacuzzi urlò e si mise a tremare, coprendosi le orecchie.

Il capo lasciò perdere Jacuzzi e iniziò a girarsi intorno, cercando di concentrare i suoi sensi
intorno a lui.

Proprio in quel momento, i suoi occhi scorsero i suoi subordinati, paralizzati sul posto.

Le sue orecchie sentirono, dopo il rumore sgradevole di prima, il suono di qualcosa di duro
venir frantumato.

Il suo naso captò un odore gelido intorno a lui.

La sua lingua percepì l'amarezza e l'acidità dei succhi gastrici che risalivano dalla gola.

E nel momento che si girò del tutto, il suo braccio provò la più grande agonia della sua
vita.

"Gah… AHHHHHHHHHHH!"

Girò lo sguardo verso la fonte del suo dolore improvviso. Una mano grande il doppio di
una normale stringeva la sua mano sulla pistola. Le sue dita erano intrecciate in modo
macabro, e liquidi scuri uscirono dalla carne seguendo l'intermittenza del suo battito
cardiaco. Provò disperatamente a riacquistare i sensi dalla sua confusione indotta dal
dolore, e prese atto dell'essere davanti a lui.

Era un uomo gigante la cui silhouette si stagliava contro la luna.

Era alto quasi 2 metri. Con la sua mano destra, l'oscurato gigante, ruppe facilmente la
mano del mafioso. Con la sua mano sinistra teneva per la gola un altro dei mafiosi. Il collo
dello sventurato mafioso è stato girato dalla presa del gigante, e la sua testa floscia
pendeva da un lato come un bambola.

Visto che la testa del gigante era davanti alla luna, era impossibile vedere la sua
espressione. C'era solo oscurità dove avrebbe dovuto essere la sua faccia.

"M-mostro!"

La paura del mafioso scalzò il dolore. Anche se aveva perso sensibilità alla mano, la
sollevò con tutte le sue forze. Il gigante non si oppose al suo gesto.

Liberato dalla morsa di ferro del gigante, il capo dei mafiosi provò a sparargli. Tuttavia, il
suo dito non era in condizione da poter premere il grilletto.

"C-cosa state facendo?! Sparate a quel bastardo!" Ordinò il mafioso, ma nessuno dei suoi
uomini sembrò incline a farlo. I loro occhi vagavano nel buio, concentrati su qualcos'altro
oltre al gigante.
Alla fine il capo notò le molte silhouette nell'oscurità del chiaro di luna. Come i mafiosi
circondavano Jacuzzi, realizzarono che erano, a loro volta, circondati da un gruppo di
giovani sui vent'anni, con occhi pieni di ostilità.

Non erano vestiti uniformemente, ma i mafiosi non ebbero problemi a scoprire le loro
identità. Questi giovani erano i membri dell'insignificante gang guidata dal piagnone qui
davanti—i membri della gang che dovevano eliminare.

I membri della gang li circondavano da entrambe le uscite del vicolo, da sotto i pali della
luce e dalle ombre dei muri. Erano sicuramente più di cinquanta, e ognuno di loro si
avvicinò lentamente verso i mafiosi.

"Chi diamine… Chi diamine siete, bastardi?!"

Il capo dei mafiosi si rivolse ai suoi uomini per tentare la fuga, ma restò presto
esterrefatto.

Intorno a lui c'erano i suoi compagni, tutti con la stessa espressione di shock sul viso.

Tuttavia, c'erano due cose che erano diverse da prima. Primo, adesso stavano puntando le
loro armi verso il gigante, le persone intorno a loro e a Jacuzzi.

La seconda era che i loro occhi avevano smesso di muoversi, e i loro volti erano privi di
vita.

Prima che il capo potesse batter ciglio, gli uomini caddero al suono uno per uno. I coltelli
che spuntavano dal retro delle loro teste luccicavano al riflesso della luna.

Il capo restò a bocca aperta di fronte ai cadaveri, e realizzò che un gruppo di uomini e una
donna si erano fatti strada fino a lui.

"Come ti senti?" Chiese la donna al centro del gruppo. Era giovane, probabilmente della
stessa età di Jacuzzi. Una benda copriva il suo occhio destro, e il suo viso era ricoperto da
grosse cicatrici. Gli occhiali facevano risaltare il suo aspetto eccentrico.

Anche se era pieno inverno indossava una camicia senza maniche. Anche le sue braccia
erano ricoperte da cicatrici.

Il capo—o meglio, l'ex capo, i cui uomini adesso erano poco più che ammassi di carne—
provò come se non avesse sentito una voce umana da decenni. La voce della donna lo
riportò alla realtà, e allo stesso tempo, fu di nuovo conscio dell'atroce dolore al braccio
destro. Il tiepido sangue usciva dalla sua mano al ritmo del suo cuore, e il suo cervello era
sopraffatto dalla sensazione di dolore.

"Chi diamine siete, bastardi?! Quando siete arrivati qui-"

Il mafioso fu interrotto quando un uomo accanto alla donna sfregiata lo colpì alla testa con
una barra di metallo.

"Guh- Ugh… Gaaaahhh…"

"Chi ti ha chiesto cosa stessi facendo? Quindi?! Cosa ti ho chiesto? Ho detto, 'Come ti
senti?'. 'Stronzi', giusto?" La donna replicò perfettamente alle parole che aveva detto poco
prima a Jacuzzi.
'Merda, quindi questi bastardi erano qui da prima. Era una trappola! Maledetta puttana!'
Pensò il mafioso, ma il sangue che gli sgorgava dalla bocca non gli permetteva di proferire
i suoi pensieri.

Quando si guardò di nuovo intorno, vide che un piccolo gruppo si era staccato dalla gang e
lo aveva circondato. La manifestazione del sangue portò alcuni a guardarlo apaticamente,
altri a divagare incoerentemente, e altri lo guardavano con pietà. Il mafioso, infine, giunse
a una conclusione:

Per lui era finita.

Il mafioso era stato degradato al gradino più basso della scala sociale. Improvvisamente si
ricordò le precedenti suppliche piene di lacrime di Jacuzzi e fece subito la sua mossa.

Estrasse la pistola che aveva nella sua mano massacrata e iniziò a supplicare Jacuzzi a
pieni polmoni.

"Guarda! Metto giù l'arma! La metto via, vedi?! Sono disarmato! Di' ai tuoi compari di
lasciarmi andare, okay?! Hai detto che non ti piace il sangue o il suono delle ossa che si
rompono, giusto? Quindi-"

Fu allora che vide che Jacuzzi era ancora in un silenzio di tomba.

Jacuzzi era a terra, con le mani sulle orecchie, il bianco degli occhi in mostra e schiuma
che fuoriusciva dalla bocca.

"Peccato. Sembra sia incosciente." Disse chiaramente la donna con la benda sull'occhio.

Era finita. Il mafioso poteva solo cercare di forzare una fuga. Con la mano sinistra afferrò
la pistola che aveva gettato in precedenza—ma i suoi sforzi furono inutili.

Lo stivale di cuoio del gigante fracassò la sua mano sinistra, con tutta la pistola.

"Merda! Merda! Fanculo a voi fottuti mocciosi! Voi merdacce pensate di potere uscire da
questa situazione?! Maledetti bastardi!"

Il mafioso era all'angolo. Tirò fuori a forza la mano sinistra e la pistola da sotto il piede del
gigante. La sua pelle era squarciata e la sua carne cadeva a pezzi, mandando segnali di
dolore lungo tutto il braccio.

Anche in mezzo alla sofferenza, comunque, l'uomo puntò la sua pistola verso quello che
sembrava l'anello debole dei suoi aggressori—la donna con la benda. Mise tutto sé stesso
nel suo indice sinistro, riponendo le sue speranze nella sfera che avrebbe sparato.

Ma il suo destino terminò prima che potesse sparare.

Vide la donna gettare qualcosa. Del fumo uscì da un piccolo oggetto sferico.

L'istante dopo, l'oggetto rimbalzò con forza per terra.

"Una bomba?!"

Nel frattempo che se ne accorse, era già troppo tardi. L'esplosione era leggermente più
debole di quella di un fuoco d'artificio, ma il suono costrinse il mafioso a chiudere gli occhi
di riflesso.

L'ultima cosa che vide oltre le sue braccia insanguinate furono dei riflessi argentati—coltelli
che riflettevano il bagliore della luna. I due uomini ai lati della donna li avevano diretti
verso di lui. Avrebbe potuto esserci una vista più bella quanto terrificante?

Questa era stata l'ultima e la più maestosa cosa che l'uomo avesse visto.

La donna guardò l'uomo crivellato dai coltelli e sospirò rumorosamente.

"Avrebbe dovuto chiedere a noi di risparmiarlo."

Poi si voltò verso Jacuzzi, il quale era stato risvegliato dal gigante, avendo perso interesse
nel mafioso.

"Aaaahh… Sniff… Sono morti…? Sono tutti morti… Sangue…! Le loro facce sono blu…! Ho
così tanta paura…"

Ignorando la paura di Jacuzzi alla vista dei cadaveri, la donna iniziò a consolare il capo
della gang con un tono di voce completamente diverso.

"ottimo lavoro, Jacuzzi. Il tuo piano è andato proprio come previsto."

"M-ma t-tu non dovevi davvero ucciderli tutti…"

"Questi tipi ti avevano quasi ucciso. Non avevamo molta scelta. E i nostri superstiti hanno
detto che questi bastardi sono coloro che hanno ucciso Kenny. D'altronde, non potevo
lasciarli scappare dopo averti picchiato."

"Si chiama vendetta… mi sento un po' meglio. Grazie, Nice."

Jacuzzi sorrise a Nice, ignorando finalmente l'orrenda vista dei cadaveri. Tuttavia, si voltò
presto verso i corpi e ricominciò a versare lacrime.

"Che c'è? Ti spaventano ancora?" Chiese Nice preoccupata. Jacuzzi si nascose dietro la sua
schiena, tremando di paura.

"N-no, ecco, pensavo, forse… forse questi cadaveri potrebbero rialzarsi di colpo e
inseguirmi! H-ho appena letto in un libro di c-cadaveri che tornano in vita e succhiano il
sangue…!"

"Dovresti essere in grado di distinguere cose del genere dalla realtà, Jacuzzi. Lo prometto,
non accadrà niente del genere."

"C-cadaveri… alzarsi…? Sangue? Non buono. Pauroso…" Gridò all'improvviso Donny da


dietro di loro.

"L-lo pensi anche tu, Donny? Sono così felice che sei dalla mia parte…"

"L-lascia fare a me." Donny si auto indicò. La sua pelle marroncina e la sua parlata
pasticciata rendevano chiaro che era immigrato da poco dal Messico. "I-io… assicuro. Sono
morti."

Donny calciò immediatamente la pila di cadaveri. Un rumore lacerante riempì la zona, e i


corpi rimbalzarono in aria come se fossero ancora vivi. I coltelli che avevano conficcati
furono simultaneamente fatti schizzare mentre il sangue sgorgava dalle ferite nuovamente
aperte.

"AAAAAAHHHHH! P-per favore, fermati! Dobbiamo portare rispetto ai morti!"

Jacuzzi fermò in fretta Donny. Comunque, Nice fece un passo verso i cadaveri. Prese un
lungo cilindro sottile e iniziò a giocherellare con una corda che pendeva da un'estremità
del tubo.

"Nice? Che stai facendo?"

Jacuzzi aveva un brutto presentimento. Nice sorrise e prese un accendino.

"N-Nice? Non dirmi…! Nice… Nice? NICE!"

Nice accese la corda prima che Jacuzzi potesse fermarla. Le scintille percorsero
velocemente la corda.

Nice guardò le scintille con lo sguardo euforico che normalmente si riserva ad un amante
perduto da tempo, poi posizionò con calma il cilindro in cima ai cadaveri.

Poi diede al resto della gang un sorriso sorprendentemente calmo mentre impartì il
comando.

"Scappiamo, o saremo coinvolti anche noi nell'esplosione!"

Una forte esplosione risuonò nel vicolo. Un'esplosione di rosso brillante illuminò la strada
al chiaro di luna.

Anche dopo che la luce iniziale era scomparsa, piccoli pezzi di luce continuarono a
risplendere in molti punti del vicolo. Pezzi delle 'cose' che erano state sparpagliate
dell'esplosione stavano ancora bruciando, illuminando fiaccamente i membri della gang di
Jacuzzi, i quali si erano chinati a terra in lontananza.

Nice si alzò lentamente per consolare Jacuzzi che piangeva.

"Su, su. Basta lacrime, okay? I cadaveri sono stati abbrustoliti, quindi non c'è niente di cui
preoccuparsi. Per il tuo bene mi sono assicurata che non possano tornare in vita."

Jacuzzi inghiottì i suoi singhiozzi e guardò Nice, con gli occhi ancora pieni di lacrime.

"N-non devi nasconderlo. V-volevi solo p-provare le tue b-bombe… Volevi v-vedere u-un
esplosione, vero, Nice?"

"Mi hai beccata." Nice sorrise imbarazzata, il suo sorriso raggiunse il suo solo occhio.

"N-N-N-Nice…! Sto per c-colpirti!"

"Hahah! Non faresti mai qualcosa di così malvagio, vero?"

"Uh…"

"Ho ragione!"

Jacuzzi ignorò l'entusiasmo di Nice e si girò verso l'unica persona che non si era chinata
per l'esplosione.
"A-allora puoi colpirla, Donny!"

"Giusto. Colpisci Nice. Se Jacuzzi è felice… io sono felice."

Il gigante alzò un pugno col sorriso.

"Ahaha! Scusa! Non lo farò di nuovo. Scusa, Jacuzzi. Mi lasci fuori questa volta?"

La donna con un solo occhio tenne le sue mani sopra la testa e corse in mezzo alle
fiamme.

Gli altri membri della gang ridacchiarono alla vista, che di norma accadeva ogni tre giorni
o giù di lì.

"O-okay, gente. P-per prima cosa, dobbiamo, uh. Dobbiamo a-andarcene da qui!"

Jacuzzi barcollò mentre i suoi amici confusi chiesero "Perché?".

Jacuzzi si fermò e richiamò i suoi amici.

"V-v-voi ragazzi vi ricordate perché h-ho detto che non avremmo usato armi oggi?"

"Pensavo che fossi semplicemente spaventato dal suono delle armi." "Non volevi sprecare
proiettili, vero?" "Hyaha!"

Mentre gli altri iniziarono a fare ipotesi, Jacuzzi scoppiò in lacrime.

"È perché i Russo o la polizia potrebbero catturarci se facciamo troppo rumore! E Nice ha
fatto comunque esplodere una bomba… C-comunque, dobbiamo andare via da qui!
Presto!"

Appena finito, Jacuzzi fuggì in un vicolo.

"Ohhhhhh…" Tutti annuirono, capendo la logica dietro la decisione di Jacuzzi.

"Quindi ecco perché!"

"Sei fantastico, Jacuzzi! Sei così intelligente!"

"Ecco perché sei il capo!"

Con un mare di lodi, i membri della gang seguirono il più piagnone dei capibanda di
Chicago.

La scena che si rivelò alla luce dei fatti sembrava quasi come un gruppo di demoni che
rincorrono un agnello spaventato.

<=>

"E-ehi, Nice? Riguardo quel treno di domani. John dice che possiamo portare solo cinque
persone o meno nella cabina più economica. Quindi saremo tu, io e Donny. Puoi scegliere
gli altri due."

"Cinque saranno sufficienti?"

"S-sicuro. Non faremo niente al treno—dobbiamo prendere solo i beni dalla stiva. Portare
l'intera gang ci renderebbe sospetti. No? E poi, Fang e John saranno anche loro a bordo."

"Va bene. Allora ci incontreremo alla Union Station alle 16:00 di domani."

Jacuzzi si staccò dal gruppo di Nice, che stava ultimando i preparativi. Si sentiva sia
eccitato che ansioso per il piano dell'indomani.

"Spero funzioni. Andrà tutto bene? È così eccitante pensare che domani salirò sul Flying
Pussyfoot. È anche da molto che non vedo Fang e John. Non vedo l'ora di vederli."

Jacuzzi guardò il cielo stellato mentre pensava al piano che avrebbero messo in atto la
sera dopo—la loro prima rapina su un treno.

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Prologo III - Terroristi

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19 Dicembre 1931. Pomeriggio.
Una fabbrica abbandonata su una pianura, qualche dozzina di
chilometri a sud di Chicago.

Un gruppo di più di cinquanta persona erano disposte in file ordinate nel grande padiglione
della fabbrica. Già dal modo in cui si presentavano suggeriva che non fossero normali
cittadini. I loro sguardi determinati li facevano sembrare più un incrocio tra soldati e
mafiosi. Gli uomini, allineati nella stanza dal pavimento grigio e le pareti d'ardesia, erano
stranamente in silenzio.

Alla fine un uomo ruppe il silenzio. Era l'uomo dagli occhi affilati in piedi davanti agli altri,
luci fioche illuminavano vagamente il suo volto.

Quest'uomo--Goose Perkins—iniziò con una frase tipica dell'epoca d'oro della mafia, o la
visione Hollywoodiana di quel periodo.

"Signori. Mi spiace informarvi che ci sono dei traditori in mezzo a noi."

Gli uomini rimasero in silenzio. Goose continuò incurante, alzando la voce.

"Il nostro Maestro, il grande Huey Laforet, è stato recentemente arrestato da quegli zotici
dei federali. Stanno cercando di processare il nostro grandioso Maestro, secondo le loro
leggi e tribunali incivili!"

La voce di Goose divenne sempre più forte, ma gli uomini davanti a lui non mostrarono
alcun cambiamento nelle loro espressioni.

"Ma questo ci interessa poco! Il piano di domani garantirà al Maestro Huey di camminare
libero! Il nostro problema principale è il traditore che ha messo il nostro maestro in questa
situazione umiliante!"

Ancora nessun cambiamento—sia negli occhi di Goose che in quelli dei cinquanta uomini di
fronte a lui.

"Ho cercato in prima persona di scovare questi traditori. Ma vorrei emulare il nostro
misericordioso Maestro Huey." Goose mise le mani dietro la schiena e si allontanò dagli
uomini. La sua voce si era notevolmente abbassata.

"Chiedo questo ai traditori. Se avete capito il vostro errore, vi chiedo di fare un passo
avanti. Sappiate che nessuna scusa o appello vi salverà, dovreste rinunciare a mostrare
una simile grazia."

Il silenzio fu spezzato quando un uomo all'inizio di una fila fece un passo avanti, con la
faccia che si tramutò in un sorriso.

Nel momento in cui completò il suo movimento, il resto degli uomini sorrisero a loro volta.
Tutti e cinquanta avanzarono all'unisono.

"Come si ci sente a essere traditi da tutti, Goose?"

Il giovane che avanzò per primo sorrise con condiscendenza ed estrasse una pistola.
"È stato sicuramente uno shock vedere come abbiamo ricorso a un banale bluff del genere,
ma scommetto che non ti saresti ma immaginato questo, dico bene?"

Goose, tuttavia, non fu preso alla sprovvista. Il luccichio oscuro nei suoi occhi rimase.

"Neider, sei uno stupido. Ti chiederò un'ultima cosa."

Il giovane—Neider--sorrise compiaciuto, prendendo la dichiarazione di Goose come una


resa.

"Che c'è, Goose? Te lo dico subito—non puoi uscirne vivo."

"prendiamo per vero che tu disprezzi sia me che il Maestro Huey. Come, allora, pensi di
portare avanti questa rivoluzione? Con quale filosofia?"

I traditori risero, deridendo Goose. Neider rispose, la sua voce era ormai priva di rispetto—
parlava ormai come un capo indulgente.

"Hah! Rivoluzione?! Non farmi ridere. È impossibile! Ascolta, Goose. Non posso più seguire
te o Huey. Stiamo tutti per unirci alla famiglia Russo di Chicago. Con i nostri numeri, ed
essendo tutti ottimi combattenti, sarà un gioco da ragazzi prenderne il comando!
Effettivamente, adesso che Scarface è andato, possiamo prenderci tutta Chicago! Di questi
tempi chi se ne frega della filosofia? Il potere è tutto, Goose! Non pensi che io sia il più
adatto a comandare? Sei solo un militare che ha mollato, e chi sa niente di Huey?"

Goose sospirò in silenzio e scosse la testa.

"Mi aspettavo un risposta simile da parte tua, Neider, ma la tua stupidità ha superato le
mie aspettative. Unirvi alla mafia? Usare la caduta di Capone come un'opportunità? È
l'esatto contrario. La mafia di Chicago ha perso le sue opportunità per il prossimo futuro.
Pensi che voi novellini possiate sopravvivere nei bassifondi senza la guida del Maestro
Huey o mia?"

"Grazie dei consigli. È tutto?"

"No, ho ancora molto da dire. Prima, sostenevi che stessi bluffando. Ma vedi, non sono un
bugiardo."

Goose alzò la sua mano in aria.

"?"

"Te l'ho detto. Ho guardato dentro ognuno dei traditori. Anche in quelli che non sono più
molto appassionati a te."

Nel momento in cui Goose abbassò la mano, la sala della fabbrica è stata sopraffatta da
un rumore terrificante.

Era il suono di dozzine di armi che sparavano insieme—dopo alcune altre scariche, la
fabbrica tornò nel silenzio.

"Cosa…?"

Quando Neider si guardò intorno, notò che il pavimento grigio si era tinto di un rosso
lucente. Gli uomini nelle prime file erano stati ridotti a dei colabrodo, riversi al suolo nel
loro stesso sangue.
I circa trenta uomini rimasti in piedi stavano tutti puntando le loro armi fumanti verso
Neider.

"B-bastardi!"

"Ricorda osa ti ho detto prima, Neider. Ho detto che c'erano dei traditori tra le nostre file--
ovviamente, stavo parlando di quelli che hanno tradito te." Disse Goose impassibile.
Neider, invece, trasudava proiettili, completamente in bambola.

"Questi trenta uomini mi hanno avvisato subito, una volta captato il tuo tentativo di
tradimento. Semplicemente non potevano stare dalla tua parte, purtroppo."

Neider sembrò finalmente capire la sua posizione. Scosse la mascella mentre frugò nella
tasca dalla quale tirò fuori una pistola nera.

Il momento successivo, tuttavia, il suo braccio destro fu sopraffatto dal dolore.

Tonfo.

La pistola che aveva estratto cadde a terra. Nell'istante in cui Neider capì che il suo braccio
destro era caduto insieme alla pistola, vide una donna davanti a lui.

"Ch-Chane…"

Chane indossava un uniforme militare. Conosciuta come 'fanatica', era l'assassina migliore
dell'organizzazione. Era anche una devota seguace di Huey Laforet. Si diceva che gli
assassini asiatici offuscassero i loro sensi con le droghe, ma i sensi di Chane erano
congelati dalla sua devozione. Non ci sarebbe da stupirsi se si fosse dimenticata di essere
una donna, o perfino un essere umano.

Cercando di ignorare il dolore al suo polso destro, Neider cercò disperatamente di superare
la paura per la donna davanti a lui.

"P-pensavo fossi morta! Non eri morta quando Huey è stato arrestato?!"

Chane rimase in silenzio. Goose parlò al posto suo.

"È riuscita a sopravvivere. E lo disprezza più di ogni altra cosa. Ecco probabilmente perché
sta dando la priorità alla distruzione di tutto ciò che possa intralciare il piano di domani."

Chane raccolse lentamente il coltello insanguinato, senza parlare o annuire. Il coltello che
aveva appena reciso la mano di Neider era grande e tagliente, fatto per l'utilizzo militare.

"Aspetta, Chane."

Chane sembrò confusa quando Goose la fermò. Un barlume di speranza tornò negli occhi
di Neider.

Infine Neider capì che, fin da principio, non avrebbe mai dovuto sperarci.

"Non gli possiamo concedere una morte tanto veloce."

<=>
"Tanto per dire, Goose. Il bastardo potrebbe davvero uscirne vivo." Disse uno degli
uomini. Al momento stavano viaggiando su un camion militare, con Goose alla guida.

Goose aveva legato Neider, saldato per bene tutte le porte della fabbrica, e lasciato
l'edificio. Avevano fermato l'emorragia che aveva al polso, ma avevano distrutto tutti i
veicoli nella fabbrica che non avrebbero usato loro stessi. In altre parole, se Neider fosse
sopravvissuto, sarebbe dovuto fuggire dall'edificio e e camminare per dozzine di chilometri
prima di imbattersi in una città.

"Non è una camminata così lunga fino alla città successiva, e lì ci sono anche robe da
mangiare e bere."

"Suppongo tu abbia ragione. Probabilmente ha già tagliato le corde con l'aiuto di pilastro e
ora starà cercando una via d'uscita."

"Allora…"

"Beh, Spike. Spero che le tue abilità non si siano intorpidite."

Goose fermò il camion a circa trecento metri dalla fabbrica, interrompendo il suo
subordinato.

"No, signore."

"Mira a quella scatola bianca all'entrata della fabbrica."

"Ohhh… Ricevuto."

Capendo finalmente la situazione, Spike aprì un pacchetto riposto nel retro del camion.

All'interno c'era un fucile da cecchino. Era costruito su misura, con la canna più lunga
rispetto ai modelli normali. Emozionato, Spike, lo configurò nel retro del camion, prese la
mira con calma, e--

"Ci siamo. Boom!"

Premette il grilletto.

Pochi secondi dopo, la scatola di legno accanto all'entrata prese fuoco. Goose confermò
che la scatola fosse in fiamme, e senza dire nulla, rimise in moto.

Circa un minuto dopo la fabbrica esplose dall'interno. Una potente esplosione scosse la
zona mentre il fumo nero si innalzò verso il cielo limpido. Da lontano sembrava quasi una
statuetta, ma il boato sonico che seguì testimoniò la potenza dell'esplosione.

"Non è una cosa bella morire con la speranza di poterne uscire vivi?"

"Sono sbalordito dalla tua misericordia, Goose." Scherzò Spike. Goose sorrise, e gli altri
terroristi nel retro del camion scoppiarono a ridere.

L'unica eccezione era Chane, seduta nel posto passeggero.


"Il fallimento non è un'opzione. Ci dirigeremo alla Chicago's Union Station non appena i
preparativi saranno ultimati."

Goose parlò ancora una volta del piano di domani ai trenta membri rimasti.

"Questo paese necessita riposo. Ecco perché l'esistenza di Master Huey è cruciale."
Dichiarò Goose con gli occhi che emanavano un bagliore feroce. "Ci assicureremo che i
passeggeri del transcontinentale diventino un degno fondamento per la nostra causa… La
tomba dei Lemuri."

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Prologo IV – Maniaco Omicida

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30 Dicembre. Pomeriggio.

Placido Russo, il Don della Famiglia Russo, stava seduto nel suo maniero e ribadì che
quello fosse il giorno peggiore della sua vita.

Tutto è cominciato quando tutte le loro astronomiche entrate del mese sono state rubate.

Gli autori erano due: un uomo e una donna, vestiti rispettivamente da Babe Ruth e Ty
Cobb. A quanto pare, gli uomini hanno sentito un rumore dietro di loro, e sono stati
attaccati con delle mazze da baseball appena si girarono. Erano riusciti a schivare le
mazze, ma furono subito sopraffatti da una polvere mista di pepe e calce, perdendo i soldi
nella confusione.

Roba da pazzi. All'inizio aveva torturato il corriere sospettando che stesse mentendo, ma
alla fine sembrava che stesse dicendo la verità.

Ciò era anche sopportabile. Ma poi iniziò a sentire delle voci sul fatto che uno dei suoi capi
e molti dei suoi subordinati sono stati trovati carbonizzati nella periferia della città. Doveva
ancora riceverne conferma, ma gli uomini mandati in ricognizione la scorsa notte in quella
zona dovevano ancora tornare—la storia della loro morte era probabilmente più che una
voce.

Non solo, non c'erano ancora contatti dagli ex terroristi che avevano accettato di unirsi a
loro oggi. Secondo una comunicazione, la fabbrica che stavano usando come sede adesso
era soltanto un cumulo di macerie e cadaveri.

Non poteva lasciarsi sfuggire la cosa di mano, quindi Placido mandò un gran numero di
uomini per disfarsi delle macerie e dei corpi.

"Merda! Quindi quel bastardo di Neider ha fallito. Sono stato un idiota a fidarmi di lui."

Le cose non stavano andando bene. Se Neider ha spifferato il loro piano di unirsi alla
Famiglia Russo, i terroristi potrebbero finire col dirigere le loro attenzioni su di lui. Placido
non aveva modo di sapere le loro intenzioni.

I delinquenti gli posero un altro problema. Uccidere il loro capo e i suoi compari avrebbe
dovuto essere un gioco da ragazzi, ma non si sarebbe mai aspettato che fossero così
potenti.

"Ma i primi della lista sono quella coppia. Pezzi di merda… Entro domani catturerò tutte le
coppie per la strada!"

"Non farlo, zio. Finiresti solo per sembrare un un vecchio incazzoso."

Una voce improvvisamente chiamò Placido. Era suo nipote, Ladd Russo.

I suoi capelli non erano né lunghi né corti, e indossava un abito scuro, come ogni membro
della mafia che si rispetti. Era piuttosto alto, ma non c'era niente di particolarmente
accattivante in Ladd. Era un bel, anche se un po' anonimo, giovane. Tuttavia, il suo tono
era allegro e nelle sue parole non c'era niente che assomigliasse al rispetto.
"Non ho tempo da perdere con te, Ladd. Sparisci dalla mia vista!"

"Ohhhhhh? Mi spezzi il cuore, zio! Cosa ti prende oggi? Soldi? Sono i soldi? Sono secondi
solo alla tua stessa vita, vero? Quindi hai perso la tua seconda cosa più importante, zio?
Quindi è questo quello che vuoi fare, giusto? Scovare i ladri come dei pidocchi—trovarli
anche se dovessi bruciare tutta la fottuta città, poi afferrarli per il collo e spremerli e
spremerli e spremerli fino a fargli venire la schiuma alla bocca, e spremerli ancora un po',
e andare avanti fino a che i bulbi oculari non fuoriescono!"

Il volto di Placido arrossì di rabbia mentre suo nipote divagava con condiscendenza.

"Non credere che io sia come te, pazzo omicida! Sai quanti soldi ho speso per ripulire i
tuoi casini?!"

'Pazzo omicida' era una descrizione adatta per Ladd.

La sua vera natura era ben lontana dal suo aspetto e dal suo tono—viveva per il solo
piacere personale.

Ladd Russo viveva per uccidere. Si distingueva dai normali sicari per via del suo piacere
nell'uccidere.

Placido teneva Ladd nella sua organizzazione solo perché era un'efficientissima pedina in
ogni scontro che la Famiglia Russo affrontava. In definitiva, anche se era lontano da un
incarico ufficiale, Ladd era l'assassino migliore della Famiglia Russo.

Placido era convinto che Ladd era semplicemente un pazzo omicida fuori di testa che
viveva secondo i suoi capricci.

Almeno, fino a oggi.

"Qual è il problema? Ho qualche buona notizia per te, zio."

"Che vuoi, Ladd? Falla finita e sparisci dalla mia vista."

Ladd scrollò drammaticamente le spalle e venne immediatamente al nocciolo della


questione.

"Sto dicendo questo perché stai dicendo di avere problemi con i soldi, zio. Il punto è che
sto pianificando un lavoretto per stanotte, quindi potresti darmi qualche quattrino de lo
faccio per bene?"

Per un momento la strana formulazione della domanda di Ladd confuse Placido. Ladd
sembrava aver previsto la reazione dello zio, e continuò a spiegare.

"Vedi, conosci l'espresso transcontinentale--il Flying Pussyfoot? Quello che partirà stasera
dalla Union Station? È una corsa non-stop fino a New York. Stavo pensando di prenderlo e
farlo schiantare dritto su Manhattan."

La mente di Placido si svuotò.

"Sto dicendo di spaventarli. Far schiantare il treno dovrebbe essere una buona minaccia,
vero? E se non ci consegnano i beni, lo faremo diventare un rapimento. Penso che,
probabilmente, la società ferroviaria ci pagherà nel momento in cui uccideremo metà dei
passeggeri. Uccideremo delle persone, e ricaveremo dei soldi! Non è una buona idea, zio?"

"Sparisci dalla mia vista."


Questo fu tutto quello che Placido riuscì a dire dopo che rimise in sesto il suo ingegno. Non
aveva più tempo da perdere con Ladd. Dov'erano le guardie? Dov'erano gli assistenti?

"Ehi! Qualcuno lo faccia sparire dalla mia vista."

Non appena Placido chiamò, la porta mezza aperta si aprì completamente e un gruppo di
uomini e una donna entrarono nella stanza.

Erano tutti sconosciuti per Placido. Misteriosamente, vestivano tutti di bianco—gli uomini
in abiti o maglioni bianchi, e la donna in un vestito bianco. Sembravano più pronti per un
ballo in maschera che per una festa nuziale.

Finalmente comparì dell'ansia sul volto di Placido, e nella sua testa scattarono dei
campanelli d'allarme. Si aggrappò disperatamente alla sua autorità per interrogare gli
intrusi.

"Chi siete?!"

La risposta venne da Ladd.

"Zio! Vedo che hai incontrato i miei cari compagni! Sai, abbiamo tutti gli stessi hobby. E
questa qui è Lua—la mia ragazza, amante e fidanzata. Di' ciao!"

"Uhm… Piacere di avervi incontrato…"

Lua, la donna dal viso pallido, salutò Placido quasi sussurrando.

"Sai come mai alcune persone sono un po' meno energiche? Credo si possa dire che è
questo che funzioni tra me e Lua. È una specie di incontro paradisiaco!"

"Sta' zitto!" urlò Placido con rabbia. Lua indietreggiò, e Ladd strinse le spalle con un
fascino ancora più drammatico.

"Hai iniziato a blaterare cose assurde fin da quando hai messo piede qui dentro!
Dannazione! Dove sono finite tutte le guardie?!"

Placido sbatté il pugno sul tavolo, poi si alzò e afferrò Ladd per il colletto.

"Ascolta, pazzo merdoso. Non me ne frega un cazzo se rapisci o uccidi qualcuno. Ma


cascasse il cielo, non te lo farò fare in nome della Famiglia Russo. Uccidi chi ti pare e fatti
ammazzare, per quello che mi frega! Basta che lo fai da pezzo di merda anonimo!" Lui lo
minacciò con gli occhi spalancati, ma Ladd non ne fu turbato.

"Lo so, lo so. È divertente uccidere le persone per il puro divertimento di ucciderle, sai?
Usare il nome della Famiglia fa perdere tutto il divertimento, zio."

"Cosa sai?! Se ti piace così tanto uccidere le persone, perché non diventi un mercenario in
Sud America o altro?!"

"Sei cattivo verso quei poveri mercenari, zio."

"Chiudi quella tua boccaccia di merda! Puoi uccidere tutti quelli che ti pare se sei su un
campo di battaglia! Non è questo che vuoi?! Soddisfare te stesso con la delusione di
uccidere persone potenti, per quel che mi riguarda!"
Improvvisamente Placido realizzò che la sua mano era diventata floscia. Ladd aveva una
presa di ferro sul suo avambraccio.

Sembrava come se qualcosa si fosse inceppato nei suoi muscoli. Mentre Placido sentì le
forze abbandonare la sua mano, mollò la presa al colletto di Ladd.

Ladd colse l'occasione per avvicinarsi a suo zio—erano faccia a faccia, abbastanza vicino
da sentire il respiro delle narici. Ladd aprì mostruosamente gli occhi e dichiarò
chiaramente:

"Zio? Non pensi che, forse, sei tu quello che non sa niente? Non sai niente su di me.
Campi di battaglia? Sai, perfino noi non abbiamo alcun diritto di parlare di quei tipi che
combattono là fuori. Vedi? Un campo di battaglia è dove si riunisco i guerrieri.
Combattenti. Sono persone disposte a morire pur di uccidere gli altri. Sono persone che
combattono fino alla morte per difendere le loro stesse vite. Onestamente? Non c'è
divertimento a uccidere persone del genere. Capisci cosa intendo, zio?"

Placido non poteva rispondere. Questo perché, nel mezzo del suo prolisso discorso, Ladd
aveva tirato fuori da qualche parte un fucile e lo stava puntando al suo mento.

"Non ci interessa uccidere persone più forti di noi. Ma questo non significa nemmeno che
assaliamo i deboli come donne e bambini."

Ladd disse la sua filosofia. Giocando con il mento di suo zio con la punta della canna del
fucile.

"Capisci quali sono le persone che mi piace uccidere? Sono coloro che non se l'aspettano.
Afferrato? Sono quelli che pensano di essere completamente al sicuro, senza nemmeno
considerare che potrebbero essere i prossimi. Per esempio--"

Lo sguardo di Ladd cambiò. La luminosità dei suoi occhi era svanita, lasciandosi dietro
affabilità e pietà verso lo zio al quale voleva garantire una morte equa.

"F-fermati… Aspetta. Ladd! Fermo! No!"

"Giusto. Per esempio…"

Gli occhi di Ladd, finalmente, si soffermarono sulle profondità degli occhi di Placido, tinti di
scuro dal terrore. Ladd prese nota di questo bagliore, fece un sorriso, e mise pressione sul
grilletto.

"Proprio come te, zio."

"NO! PER FAVORE!"

Ci fu un click.

Niente di più.

Il silenzio nella stanza fu presto interrotto dalla calma risata di Ladd.

"Ahaha! Hahahahaha! Non è possibile che ti uccida, zio! L'arma non è nemmeno carica!
Perfino un pazzo omicida come me nutre rispetto per l'uomo che si è preso cura di me in
questi anni, sai?"
Non c'era la minima tensione nell'espressione di Ladd. Placido aveva già perso coscienza—
collassò sul pavimento respirando affannosamente.

"Adesso me ne vado. Credo che non ci rivedremo più, abbi cura di te, zio!"

Ladd si voltò come se il suo lavoro qui fosse finito.

"D'altronde, credo di non poter tornare, anche se lo volessi."

"?"

"Sai che è finita, zio. Hai cercato di opporti alla proposta di riorganizzazione di Luciano,
giusto? Vedi, penso che tu sia nella loro lista nera."

Lucky Luciano era uno dei più famosi mafiosi dell'epoca, rivaleggiando addirittura con
Capone. Stava spingendo per modernizzare le operazioni mafiose, facendo attivamente
pulizia delle Famiglie attaccate agli ideali conservatori. In altre parole, quelli che erano a
favore dei vecchi valori come 'giustizia' e 'tradizione' venivano spazzati via.

"Cosa…?"

"Sai come Lucky Luciano si è preso cura di centinaia di boss mafiosi solo perché la
pensano come i vecchi, vero? Lui è molto più spaventoso di un piccolo psicopatico come
me. Non vorrei mai averlo contro. Non pensi, zio?"

Mentre la voce di Ladd si allontanava, Placido tremò di paura e trattenne disperatamente


la nausea.

"N-non può essere…"

"Cerca di non finire come Salvatore Maranzano, zio!" Avvertì Ladd, menzionando il nome
di un mafioso che era stato ucciso in casa propria qualche mese prima. Era stato gentile o
crudele?

"D'altra parte, qui le guardie sono ben qualificate, quindi penso non ti debba preoccupare
troppo. Ma vedi? Penso che anche i poliziotti e gli esattori ti abbiano messo nella loro
piccola lista, grazie a quello che è successo. Chi lo sa? Forse ti stanno usando come capro
espiatorio per liberare Chicago dalla mafia."

'Non può essere. Deve essere uno scherzo di cattivo gusto' Pensò Placido, poi capì—non
aveva detto niente a Ladd riguardo al recente incidente. Non solo, non c'era modo che
Ladd potesse sapere della sua opposizione ai piani di ristrutturazione di Luciano.

C'erano anche altre cose che lo tormentavano. La Famiglia Russo aveva coperto molte
volte le uccisioni di Ladd, ma sempre nel limite del possibile. Ladd aveva ucciso solo
persone le quali uccisioni potessero essere insabbiate.

Non solo, la situazione era capitata nel momento in cui la Famiglia Russo aveva perso i
suoi poteri per coprirlo. In altre parole, Ladd poteva deliberatamente godere delle sue
uccisioni. Non era sopraffatto da costrizioni. Pianificò i suoi delitti con razionalità.

Anche se non c'era qualcosa che potesse sembrare un piano strutturato nella proposta di
dirottamento di Ladd, Placido se ne fece una ragione con la conclusione a cui arrivò:

Ladd non era incapace di pianificare le cose—semplicemente aveva scelto di non farlo.
Dava retta ai suoi capricci quando entrava in azione, ma gli occasionali momenti di lucidità
lo portavano al successo.
Ladd non prestava attenzione alle informazione intorno a lui, e questo era il risultato
finale. La Famiglia Russo non poteva più garantirgli una cappa di protezione sotto la quale
poteva uccidere le persone. Ladd non era più utile per Placido.

"Peccato, zio. Nei bei vecchi tempi, avresti sicuramente reagito." Disse Ladd,
allontanandosi da Placido. "Non hai nemmeno provato a combattere quanto ti ho puntato il
fucile addosso. Non è una caduta di stile per un don della mafia come te?"

Gli occhi di Ladd erano completamente diversi da quelli di quando era entrato. Placido lo
fermò.

"A-aspetta. Cosa hai fatto alle mie guardie?"

"Loro? Non preoccuparti. Non li ho uccise, se è questo che ti stai chiedendo. Sono davvero
fantastici! Quei tipi ti difenderebbero fino alla morte. Ricordi? Di come non provi piacere
nell'uccidere persone del genere? Li ho solo mandati al tappeto per un po'. Ovviamente,
con tutta probabilità, si sono rotti qualche osso prima di svenire." Ladd sorrise e aggiunse:

"Non è un colpo di fortuna che il grazioso nipote sia ancora a scuola?"

La faccia di Placido divenne di nuovo rossa per l'indignazione.

"Fuori dalle palle! Perché sei venuto da me, se poi te ne dovevi andare?!"

"Oh, giusto! Me ne ero quasi scordato!"

Il volto di Ladd tradì finalmente uno sguardo ansioso. Poi fece una domanda a Placido, i
quali pugni tremavano per la rabbia.

"Zio? Riguardo a quel tuo vestito bianco? Pensi di poterlo dare a me? Come regalo di
nozze per me e Lua, sai? Però non posso dire di sapere quando ci sposeremo."

La domanda di Ladd era talmente fuori luogo che Placido si dimenticò momentaneamente
della rabbia.

"Allora perché siete tutti vestiti di bianco, come se steste andando a una strana festa?"

La semplice risposta di Ladd alla semplice domanda di Placido fu sufficiente a far venire i
brividi lungo la schiena a quest'ultimo.

"Se stiamo andando a distruggere dozzine di vite nello spazio angusto di un treno, tutto
questo bianco renderò il sangue meraviglioso, non pensi, zio?"

<=>

"Vedi? Calza a pennello."

Ladd si vestì per l'imminente festa all'interno del bus a due piani in suo possesso.

Lua lo guardò e gli fece una domanda.


"Perché non l'hai ucciso?"

"Che succede, tesoro?"

"Normalmente avresti ucciso qualcuno come lui."

Sembrava che Lua stesse parlando di Placido.

"Penso tu abbia ragione." Rispose Ladd mormorando tra sé.

"Allora perché?"

"È meglio andare a una festa a stomaco vuoto, non pensi?" Rispose Ladd senza esitazione.

Lua guardò il socievole ma tuttavia pazzo omicida e chiuse gli occhi.

"Sei malato, Ladd." Mormorò sospirando.

"E tu sei innamorata con questo pazzoide, vero?"

Lua si limitò ad annuire.

Ladd non si accertò nemmeno che Lua stesse annuendo, mentre annunciò l'inizio della loro
festa alle dozzine di persone vestite di bianco sul bus.

"È ora! Tratteremo quei poveri passeggeri come se fossero il nostro bestiame e un mucchio
di vermi schifosi! Li ridurremo a pezzetti con amore e rabbia e passione e devozione!
Ahahaha! Hahahaha!"

Il bus percorse la sua strada fino all'ultima, e anche prima, tappa... la Chicago's Union
Station.

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Prologo V – Prima Di Salire A Bordo

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Ladd e la sua banda, vestiti tutti di bianco, scesero le scale che un giorno saranno
immortalate nella scena della carrozza ne Gli Intoccabili.

Un uomo e una donna guardavano questo strano gruppo da dietro un pilastro all'interno
della stazione.

"Guarda, Miria! Sembra che queste persone vestite di bianco stiano salendo sul nostro
stesso treno!"

"Bianco puro!"

"Forse ci sarà un matrimonio a bordo del treno!"

"Un matrimonio felice!"

<=>

"Siamo la Chicago Paysage Symphony Orchestra. I nostri strumenti sono molto delicati,
quindi vi chiederei di trattarli con la massima cura."

Un uomo in smoking nero, accompagnato da altri uomini in nero e una donna in un abito
nero, spiegò la sua situazione a un dipendente della stazione.

"Se possibile vorremmo che qualcuno dei nostri stia nella stiva merci insieme agli
strumenti."

"Signore, mi dispiace, ma questo va oltre le mie competenze…"

L'uomo in nero mostrò un'autorizzazione scritta al dipendente frustrato.

"Abbiamo già ricevuto il permesso dalla compagnia… ma se necessario, siamo disposti a


sottoporci a una minuziosa perquisizione una volta arrivati a New York."

"S-suppongo vada bene, se avete ricevuto il permesso…"

Dopo una breve conversazione, l'orchestra iniziò a stivare gli strumenti uno alla volta. Le
custodie più grandi furono aperte e controllate, mostrando timpani, ottoni e così via.

Se non si fosse stati così vicini all'orario di partenza—o se l'incaricato a questo lavoro
fosse stato un po' più astuto, gli impiegati avrebbero condotto una ricerca più approfondita
e scoperto qualcosa.

L'imbottitura delle custodie era stata riempita di munizioni. Nascosti in compartimenti


segreti sotto agli strumenti vi era ogni sorta di arma. E ancora più evidente, il permesso
presentato dall'uomo era palesemente falso.

Ma anche se il dipendente avesse notato una di queste cose, non avrebbe importato. Gli
uomini in nero avevano pensato attentamente a molteplici di emergenza nel caso le cose
fossero andate male.

E così, con il pretesto dell'orchestra, i Lemuri fecero salire clandestinamente le armi sul
treno.
<=>

"Guarda lì, Miria! Un'orchestra! Mozart e Paul Dukas!"

"E Beethoven!"

Isaac e Miria alzarono un polverone d'entusiasmo vedendo l'orchestra che caricava gli
strumenti.

In contrasto con il loro ottimismo c'era un giovane preoccupato, anch'egli che guardava
l'orchestra in nero.

"C-cosa dobbiamo fare?! Penso che metteranno delle persone a guardia nella stiva!" Urlò
Jacuzzi, sembrando che stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro. Il piano
sembrava già un fallimento.

"Andrà tutto bene, Jacuzzi. Penso che le merci che vogliamo rubare siano in un altro
scompartimento."

"M-ma…"

"Non preoccuparti. Io. Prenderò cura di loro." Donny si vantò, mettendo il suo pugno sul
petto. Jacuzzi, tuttavia, gridò a gran voce.

"Oh, nononononono! Se gli fai qualcosa, potrebbero morire, Donny!"

"Lasciali. A me. Andrà bene. Probabilmente."

"'Probabilmente' non basta!"

Mentre Jacuzzi si agitava inutilmente, improvvisamente qualcosa urtò leggermente la sua


schiena.

Gridò piano e si girò, e vide un bambino sui dieci anni indietreggiare per l'impatto.

Il bambino si raddrizzò velocemente e guardò verso il volto tatuato di Jacuzzi.

"M-mi dispiace, signore! Non stavo guardando dove andavo, e…" Il bambino si scusò,
chinando il capo.

"V-va tutto bene. Sto bene. D-dovrei essere io a scusarmi per stare qui in mezzo. T-tu stai
bene?" Jacuzzi sorrise gentilmente. Il bambino sorrise.

"Sto bene. Grazie!"

Chinò il capo una seconda volta, poi corse verso la zona di imbarco della Seconda Classe.

"Che bambino adorabile! Lo avete visto, ragazzi? Mi ha ricordato di Jacuzzi da piccolo."

"M-mi stai mettendo in imbarazzo, Nice."

"Sei comunque ancora carino."


"Ahaha… grazie, credo." Jacuzzi abbassò il capo timidamente.

"Wow. Sei cresciuto, Jacuzzi. 'Carino' non è. Maleducato?" Osservò Donny. Jacuzzi ritornò
in lacrime mentre saliva in Terza Classe con i suoi amici.

<=>

Nel frattempo, Ladd e i suoi amici salirono in Seconda Classe con i loro bagagli a mano.

"Seconda Classe, uh? Né la miglio o la peggiore. Mi piace come non sia questo o quello! È
come un pipistrello grigio che non riesce a trovare un posto per sé!"

Naturalmente, le vetture della Seconda Classe di un treno di lusso come il Flying Pussyfoot
erano piuttosto decadenti in sé e per sé. Nella maggior parte dei treni sarebbero state
facilmente le vetture di Prima Classe.

"Mi chiedo che razza di luridi ricchi bastardi stiano occupando la Prima Classe. Oh! Credo
che quell'orchestra prenderà qualcuna delle camere. Il loro nero non è un contrasto
meraviglioso al nostro bianco? Qualcuno ha visto chi altri stava salendo a bordo?"

"Ho visto una donna e sua figlia salire proprio un momento fa." Disse uno dei suoi amici.

"Uhm? Una donna e una bambina? Questo non vuol dire necessariamente che siano madre
e figlia, giusto?"

"Nah, sono quasi sicuro che lo fossero."

"Oh?" La curiosità di Ladd fu indispettita. Si fermò e aspettò che il suo amico gli dicesse i
particolari.

"Li ho visti sul giornale. Penso che siano la moglie del Senatore Beriam e sua figlia."

Il Senatore Beriam era un uomo potente che combatteva attivamente contro l'aumento
della criminalità del post Depressione. Aveva fatto sentire spesso la sua voce nei giornali e
alla radio.

Ladd sembrò molto soddisfatto dalla risposta. E girò le labbra in un sorriso.

"Oh, la famiglia di un Senatore? Sono sicuro che si godano la vita. Si siederanno nei loro
posti in Prima Classe, senza nemmeno pensare che potrebbe succedergli qualcosa."

Sorrise come un cane impazzito davanti a un banchetto di carne, e alzò gli angoli della
bocca.

"Sembra che abbiamo le nostre prime vittime, ragazzi."

All'improvviso, la porta di comunicazione davanti a loro si aprì. Ladd e i suoi amici, che
erano ancora nel mezzo della vettura, guardarono verso la porta.

Davanti a loro c'era un uomo interamente vestito di grigio.


Aveva un cappotto grigio sopra i suoi abiti grigi. Perfino la sua testa era coperta da una
stoffa grigia, e una sciarpa spessa copriva la parte inferiore della faccia. L'ombra della
stoffa rendeva difficile vedere i suoi occhi, ma la zona intorno agli occhi era l'unica parte di
pelle esposta al sole.

Chiuse con calma la porta dietro di lui con un guanto, e oltrepassò Ladd e gli altri, che lo
guardavano in modo strano.

Una volta scomparso dietro la porta successiva, uno degli amici di Ladd fece un sospiro di
sollievo.

"Che diamine era quello?"

"Sembrava una specie di mago dopo uno show."

Gli uomini in bianco iniziarono a mormorare tra di loro su quello strano tipo, mettendo da
parte le loro uniformi insolite.

Solo Ladd era pieno di eccitazione e ansia per il viaggio che stava per iniziare.

"Questo è interessante. Questo è molto interessante, non è vero?! Un'orchestra, La


famiglia di un Senatore, e perfino un mago! È perfetto. Perfetto! La varietà rende le cose
molto più eccitanti. È come prendere un'insalata! Non c'è nessun male ad avere ogni
condimento possibile sul tavolo, no?"

Ladd, tuttavia, doveva ancora realizzare qualcosa—il fatto che non aveva ancora visto la
piena varietà degli individui sul treno, e il fatto che alcuni dei cosiddetti 'condimenti'
fossero veleni letali.

<=>

Camuffati da orchestra, i Lemuri si divisero in tre gruppi da dieci, ognuno in una Classe.
Pianificavano di tenersi in costante contatto tramite le radio e i telegrafi nascosti nei loro
bagagli a mano. I dispositivi erano fatti su misura, modificati partendo dai modelli più
piccoli in circolazione a quei tempi.

Il loro obiettivo era recuperare l'uomo che aveva modificato questi apparecchi—il loro
grande capo, Huey Laforet.

Non avrebbero esitato a dare le loro vite—o le vite degli altri—per la riuscita del loro
intento.

"Goose. Abbiamo confermato che la moglie del Senatore Beriam e sua figlia sono salite sul
treno."

"Capisco."

Dopo aver ricevuto il rapporto, Goose e Chane si diressero verso la cabina di Prima Classe.

Goose aveva preso in considerazione tutte le possibilità, e si assicurò di annotare i giunti e


le ruote del treno.

Mentre attraversava il giunto tra la stiva merci e la cabina passeggeri, notò una giovane
donna sull'altro lato del treno. Nella parte superiore indossava qualcosa da lavoro così
come dei pantaloni da donna.

'Un abbigliamento pratico. È simile a come si veste normalmente Chane.' La prima


impressione non incuriosì Goose.

All'improvviso, i loro occhi si incrociarono.

La donna se ne andò velocemente dal giunto come se niente fosse successo, e scomparve
dietro l'ombra del treno.

"Quella donna…"

Lo sguardo di Goose diceva abbastanza—lei non era una che viveva di lavoro onesto. Forse
era una borseggiatrice, o perfino un'assassina. Non poteva esserne certo, dal momento
che la vide per un solo istante, ma Goose era abbastanza sicuro che avesse una qualche
esperienza criminale.

Chane, accanto a lui, doveva essere della stessa idea. Guardò nella direzione in cui la
donna era scomparsa.

Goose ispezionò con cura il giunto per assicurarsi che non fosse stato sabotato. Ritenne
che non fosse stato manomesso.

"Posso solo sperare che fosse la mia immaginazione."

Anche Goose se ne andò come se niente fosse successo.

Chane continuò a ispezionare la zona con cautela, quando qualcuno le si avvicinò


improvvisamente da dietro.

"Il treno partirà a breve, Signorina… Mi scusi, ha perso qualcosa?"

Chane si girò e vide un'uniforme personalizzata da capotreno del Flying Pussyfoot. Visto
che il treno era una macchina speciale per società ferroviaria, l'uniforme del capotreno era
di un bianco appariscente. L'uomo che indossava quest'uniforme stava guardando Chane
con un'espressione preoccupata.

Chane scosse la testa in silenzio e scomparve velocemente nella cabina.

"È una bambola! Adesso sono davvero motivato per questo lavoro!"

Una volta che Chane salì sul treno, il giovane capotreno alzò le braccia e si stiracchiò.

"Penso sia ora di partire. Il treno è pronto per andare!"

L'ottimista giovane capotreno, sbagliando in pieno la previsione, si diresse verso il retro


del treno.

Non aveva idea di cosa il destino aveva in serbo per questo treno.

Il suono del fischio del treno risuonò per la stazione.


Local Episode – L'uomo Che Non Piange

Si può dire che lo sviluppo dell'America come nazione sia andato di pari passo con lo
sviluppo delle tecnologie di trasporto e comunicazione.

I pionieri—o per qualcuno, invasori—che hanno aperto la strada per l'espansione dell'ovest
degli Stati Uniti furono quelli che trassero più benefici dallo sviluppo delle rotaie e dal
completamente di ferrovie transcontinentali.

Le rotaie continuarono a evolversi anche molto tempo dopo gli anni dei pionieri. La sua
crescita non conosceva ostacoli, rendendo praticamente obsoleta la Grande Depressione al
suo massimo, negli anni '30.

I disoccupati crebbero fino a oltre otto milioni nel 1931, e una marcia della fame si era
fatta strada verso la Casa Bianca, i suoi viveri erano tutti trasportati dai treni. L'era d'oro
dei treni sarebbe continuata fino all'improvviso boom delle auto e degli aerei dei decenni
successivi.

Tutti i percorsi erano connessi dalle rotaie. Le innumerevoli ed eterne travi d'acciaio
poggiate dalle speranze dei pionieri continuavano a portare sulle proprie spalle il Sogno
Americano.

Almeno, questo era quello che i 'ricchi' credevano.

Il Flying Pussyfoot era peculiare, un treno costruito da una fortunata società sull'orlo del
fallimento.

Il suo design si basava sui treni usati dai reali britannici. L'interno dei treni di Prima Classe
era decorato con marmo e simili, e anche la Seconda Classe era meritevole.

La maggior parte dei treni aveva Prima, Seconda e Terza Classe su tutte le carrozze, con
ogni carrozza strutturata in modo tale che la Terza Classe fosse nelle zone mal imbottite e
direttamente sopra le ruote.

Il Fying Pussyfoot, tuttavia, divideva le carrozze per Classi. In testa c'era la locomotiva,
seguita da tre carrozze di Prima Classe, un vagone ristorante, tre carrozze di Seconda
Classe, una carrozza di Terza Classe, tre stive merci, una stiva merci extra e alla fine la
cambusa.

Con l'unica eccezione del vagone ristorante, il corridoio era sempre sul lato sinistro delle
carrozze. I Passeggeri avrebbero dovuto prendere nota del numero sulla porta della
propria cabina ed entrare nella camera designata. Invece di avere dei vagoni specializzati,
come la maggior parte dei treni, il Flying Pussyfoot aveva tre vagoni pieni di merci. Come
per le altre vetture, i corridoi erano sempre sulla sinistra.

La forma sopra la funzionalità, era un treno per la quintessenza del nouveau riche—la
carrozza di Terza Classe, presente solo per formalità, era quasi triste da vedere.

Su entrambi i lati delle carrozze c'erano degli ornamenti che sembravano delle statue
schiacciate, che aggravavano l'ombra dozzinale di regalità incarnata dal Flying Pussyfoot.

La cosa più strana di questo treno era il fatto che lavorava separatamente dalle normali
operazioni delle compagni ferroviarie. Veniva messo in moto in 'affitto', come un treno dei
moderni reali.

E nel 30 dicembre 1931, si alzerà il sipario sulla tragedia che prenderà atto su questo
treno.

<=>

Erano passate diverse ore dalla partenza. Il cielo aveva iniziato a farsi buio.

"Che ne pensi, giovanotto? Già abituato a questo lavoro?" chiese il capotreno di mezza
età, con la schiena rivolta alla finestra.

"Oh… Sì. Qualcosa del genere." Il giovane conducente alzò la testa, rispondo in modo
vago.

Erano a circa metà strada di questo lungo viaggio, ma questa era la prima volta che
l'uomo più anziano gli rivolgesse la parola. Il giovane conducente fissò con calma il suo
collaboratore, sorpreso dalla domanda improvvisa.

'Ora che ci penso, non ho mai dato uno sguardo approfondito al suo volto.'

Il giovane conducente fu stupito dal suo stesso disinteresse. La faccia riflessa nei suoi
occhi, tuttavia, aveva un sorriso quasi meccanico. Era come se il collega stesse forzando
un sorriso, le rughe nel suo viso divennero sempre più profonde.

"Capisco… Buono a sapersi. Vedi, qualche volta, quando guardo il mondo esterno da qui,
diventando sempre più distante, mi ritrovo a percepire la solitudine… e la paura."

"Haha! Credo di capire cosa intendi."

"Tutti i tipi di paura si nascondono all'interno dell'ansia. Ancora di più quando sei in un
tunnel nero come la pece."

"Già! Esattamente così! Tutti gli altri continuano a raccontarmi storie di fantasmi; Qualche
volta mi spavento quando la notte sono solo!" Il giovane conducente fu d'accordo,
cinguettando le sue opinioni. "Non è molto bello, sai?Tormentare un novellino con storie
spaventose su uomini dalla mano a uncino fatto di api, o voci su campanelli provenienti da
cabine deserte…"

Per essere uno che non sembrava appassionato di storie spaventose, gli occhi del giovane
conducente brillavano d'eccitazione. Si poteva facilmente dire che, in qualche occasione, si
fosse veramente terrorizzato.

"E quell'altra storia—quella sul Rail Tracer."

"?"

L'anziano capotreno aveva lavorato sulle rotaie per molti anni, ma questa era la prima
volta che sentiva una cosa del genere.

"Oh, non hai mai sentito del Rail Tracer?"

Il capotreno non era interessato, ma era quasi il tempo designato. Non c'erano problemi
nell'ascoltare il suo collega. Sorrise pietosamente e furbescamente, decidendo di stare al
gioco del giovane conducente.

"È una storia molto semplice. Dicono che ci sia un mostro che rincorre i treni nel cuore
della notte."

"Un mostro?"

"Già. Diventa un tutt'uno con le ombre, cambiando sempre forma mentre si avvicina
lentamente al treno. Qualche volta sembra un lupo, o la nebbia, o perfino la forma di un
treno come quello su cui sei. Altre volte è un gigante senza occhi, o migliaia di occhi
raggruppati… Comunque, prende ogni forma mentre insegue il treno.”

"E cosa succede se vieni catturato?"

"Per prima cosa, nessuno si accorge del suo arrivo. Ma le persone si accorgono che sta
succedendo qualcosa di strano."

"In che senso?"

"Le persone iniziano a scomparire—una alla volta, iniziando dal fondo del treno. E alla fine,
scompaiono tutti, ed è come se il treno non fosse mai esistito fin da principio."

Allora l'anziano capotreno sollevò una domanda ragionevole.

"E allora come si è diffusa la storia?"

Anche se fu messo di fronte a una domanda normalmente proibita in questo tipi di


legende metropolitane, il giovane conducente non fu preso alla sprovvista.

"Ovviamente, perché alcuni treni sono riusciti a sopravvivere."

"Come?"

"Haha! Non avere fretta. C'è dell'altro." Sorrise compiaciuto, e raggiunse il nocciolo della
questione. "Vedi, dicono che dire il suo nome lo evochi-- il Rail Tracer, intendo."
L'anziano capotreno fu un po' deluso..

'Quindi è solo una leggenda metropolitana. Sono quasi sicuro di sapere cosa stia per dire
adesso.'

Il giovane continuò, proprio come il capotreno si aspettava.

"Ma vedi, c'è un modo per impedirgli di venire!"

"Aspetta, è il momento."

Era l'ora del loro resoconto, quindi il capotreno attivò l'interruttore di comunicazione e
accese la lampada che segnalava che andava tutto bene.

Una luce brillante trapelò nella cabina dei conducenti da entrambi i lati delle pareti
esterne. Le lampade attaccate all'ultimo vagone erano usate per segnalare il passaggio del
treno alle persone ai lati dei binari.

Il Flying Pussyfoot, tuttavia, aveva anche una lampada più grande sotto alle altre
lampade.

Le normative di questo treno imponevano che il vagone dei conducenti dovesse mantenere
contatti regolari con la locomotiva. Questo per assicurarsi che gli addetti della locomotiva
si sarebbero accorti velocemente se i vagoni di coda si fossero staccati.

Era un inutile sistema datato, ma era parte del pacchetto che ostentava il Flying
Pussyfoot. I conducenti non si lamentavano del sistema, accendendo fedelmente le
lampade agli orari stabiliti.

Ma per l'anziano capotreno, questo segnale aveva un secondo significato.

Il giovane conducente aspettò che il suo collega spegnesse la lampada e continuò a


raccontare la sua storia.

"Dov'ero rimasto …Oh, giusto! Quindi c'è un modo per fermarlo-"

"Aspetta. Perché non lasci la sorpresa per dopo? Conosco una storia piuttosto simile,
quindi ascolta me per primo."

Il giovane conducente annuì con piacere. "Scambio di tattiche di sopravvivenza, uh?


Sembra interessante."

L'anziano capotreno guardo il suo allegro collega con un misto di pietà e condiscendenza,
e iniziò la sua storia—la storia sulla sua stessa identità.

"È un racconto piuttosto semplice e banale. È una storia sui Lemuri—Fantasmi che
temevano la morte così tanto da diventare dei fantasmi viventi.”

"…? Oh."

"Vedi, i fantasmi hanno un grande capo. Il capo ha cercato di riportarli alla vita
tinteggiando tutto quello di cui avevano paura del loro stesso colore. Ma i dannati federali
hanno paura di questa resurrezione! E quegli sciocchi impudenti stanno cercando di
seppellire il capo dei fantasmi!"

Il giovane conducente non riusciva a capire quello di cui il suo collega stesse parlando, ma
poteva dire che la voce dell'uomo si stava riempiendo di rabbia. Il giovane sentì un brivido
lungo la schiena.
"Uhm, signore?"

"Ecco perché gli altri fantasmi hanno elaborato un piano. Prenderanno oltre cento persone
in ostaggio, inclusa la famiglia di un Senatore, e chiederanno il rilascio del loro capo. I
federali non accetterebbero mai le nostre condizioni se si sapesse degli ostaggi. Ecco
perché le negoziazioni avranno luogo in segreto. Non gli daremo il tempo di prendere una
decisione razionale. Hanno tempo fino a quando il treno raggiunge New York!"

"Un Senatore… intendi il Senatore Beriam? Stai parlando di questo treno? Che sta
succedendo, signore? Si spieghi!"

Il giovane conducente sembrò finalmente capire la sua delicata situazione, e si allontanò di


un passo dal suo collega.

"'Spiegare'? È esattamente quello che sto facendo. A essere sinceri, Non avrei mai pensato
che essere un capotreno potesse essere così comodo. Ma in ogni caso, questo treno è
adesso la sede mobile dei Lemuri! E con gli ostaggi come scudi umani, scompariremo da
qualche parte lungo i binari. Dopotutto, nemmeno la polizia può monitorare ogni tratto
della ferrovia."

"P-per quanto riguarda il capo?" Chiese razionalmente il giovane conducente, facendo un


altro passo indietro. Ma finì con le spalle al muro—il compartimento dei conducenti non era
poi molto largo.

"Il nostro capo, Master Huey, sarà interrogato domani presso il Dipartimento di Giustizia di
New York. Ecco perché abbiamo scelto questo treno come sacrificio!"

Il treno sarebbe arrivato a New York l'indomani pomeriggio. Se i negoziati avessero avuto
successo, avrebbero probabilmente portato il loro capo sul treno e scappati con gli ostaggi
al seguito.

Adesso il giovane conducente sapeva cosa stava pianificando il suo collega. Guardò l'uomo
negli occhi e fece una domanda ovvia.

"Allora… perché mi stai dicendo tutto questo…?"

La risposta era abbastanza semplice da indovinare.

"Master Huey è un uomo misericordioso. Sto semplicemente seguendo il suo esempio. Sei
un uomo fortunato, visto che stai per morire sapendo perché ti stia uccidendo."

Quindi il capotreno estrasse una pistola.

"Ora, come uscire da questa sciagura… Il punto è che non c'è via d'uscita. Non c'è modo di
essere risparmiati!"

Puntando la pistola al volto del giovane, il capotreno finì la storia e premette il grilletto.

Uno sparo.

I binari trasportarono il suono tagliente mentre riecheggiava nella cabina.

Trasportò il suono nella buia notte senza fine.

E il mostro fu risvegliato.

Il suo nome--

'Rail Tracer'.
<=>

Un Po' Di Tempo Prima.

Il sole tramontò sulla corsa del treno poco movimentato, mentre tutti i passeggeri si
apprestavano a cenare nel vagone ristorante.

Anche il vagone ristorante era basato sul design di quello dei treni dei reali. Le tinte unite
della struttura in legno e gli stravaganti ornamenti in oro si univano per creare
un'atmosfera elegante.

A ogni passeggero, non importa di quale classe, era autorizzato ad usare il vagone
ristorante. Perfino quelli in Terza Classe potevano mangiare come dei re, questa era una
delle ragioni per cui il treno fosse così famoso.

Circa metà del vagone era occupata dai tavoli, e l'altra metà metteva esibiva una cucina e
fila di sgabelli accanto a un bancone. Molti cuochi indaffarati si davano da fare nell'angusta
cucina, usando quel piccolo spazio che avevano per creare con la massima efficienza i loro
odori e sapori d'ambrosia. Sui tavoli c'era di tutto, dalla cucina francese ai cibi cinesi, e
perfino la jambalaya—tutti i tipi di cibo avevano il loro marchio di fabbrica conosciuto dai
commensali.

Tuttavia, c'era un certo gruppo di uomini che non era affatto concentrato sul loro cibo
come il resto dei clienti.

"Te l'ho detto, non possiamo discuterne adesso, Jacuzzi. Gli altri passeggeri potrebbero
sentirci."

"Capito, Jacuzzi? Dovresti."

Jacuzzi era seduto al bancone, rimproverato da due uomini. Gli altri due uomini erano
entrambi dall'altra parte del bancone—uno di loro era vestito da cuoco, e l'altro da barista.

Il cuoco era dell'Asia orientale, e il barista irlandese. Erano entrambi amici di Jacuzzi, e
infiltrati che hanno reso il piano possibile.

"No, ecco, uhm… Lo so, lo so. Fang, John, avete entrambi ragione. Ma se non posso
nemmeno parlare con voi a cena, mi chiedo quando potremmo…"

L'uomo asiatico era Fang, e l'irlandese era John. Un duo di immigrati cinese-americano e
irlandese era piuttosto inusuale per il periodo, ma entrambi erano stati cacciati dalle loro
rispettive comunità dopo aver causato dei casini.

Jacuzzi accettava persone come loro nella sua gang senza pregiudizi, fino a diventare il
pilastro centrale della gang di delinquenti. Non aveva particolarmente mai voluto essere il
capo, ma gli altri membri della gang, come Fang e John, non obiettarono mai la sua
leadership. Naturalmente, questo non significava che davano il loro incondizionato rispetto
a Jacuzzi.

"Non possiamo farci niente, sai? Abbiamo ancora clienti da servire. E ci sono quelle
persone lì che continuano a ordinare solo cibo cinese. Il capo cuoco mi ucciderebbe se
stacco adesso." Sospirò Fang.

John sospirò a sua volta. "E io sono l'unico barista. Non posso andarmene finché c'è gente
al bancone. Mi dispiace, Jacuzzi."

"Ohh… la compagnia ferroviaria ignora il divieto?"


"Normalmente, lo fa. Ma oggi siamo completamente senza alcol. Oggi il vagone ristorante
è molto severo sulle regole."

"Questo non significa che non hai motivo di esserci?"

John scosse la testa. "Quei due lì non hanno fatto altro che ordinare tè verde al miele per
tutto il tempo. E stanno chiedendo solo cose senza alcol… penso che faresti meglio a
rinunciarci."

"Già, quei tipi là. Quelli che sono seduti qui fin dalla partenza ordinando cibo cinese."

Fang indicò verso la fine del bancone.

Jacuzzi si girò, e vide una strana coppia.

L'uomo era, in poche parole, un pistolero uscito direttamente dal selvaggio west.
Indossava un cappotto lacero e un gilè, e c'erano diverse fondine ai suoi fianchi e al petto.
Ovviamente non aveva una singola arma con sé. Il lazo che portava alle spalle rendeva
difficile se stesse cercando di sembrare un pistolero o un cowboy. Allo stesso modo, per
qualche inspiegabile ragione, aveva anche tre distintivi da sceriffo attaccati al bavero.

La dona era vestita abbinata al compagno—sembrava una ballerina di un bar del secolo
passato. Aveva dei lunghi capelli lisci, e aveva un vestito rosso spagnoleggiante.
Indossava anche un cappello rosso a testa larga.

Il loro aspetto era adatto alla location, ma allo stesso tempo anacronistico. La coppia
creava un mondo a parte nei loro posti alla fine del bancone.

"Potresti provare a chiedergli di andarsene, Jacuzzi."

"M-ma ho paura… e se fossero cattive persone?"

"Affermò il tizio con il tatuaggio sul volto." Disse in modo diretto John.

"M-ma…"

Jacuzzi fece una faccia che sembrava stesse per mettersi a piangere, quando Nice si unì
alla conversazione.

"Andrà tutto bene, Jacuzzi. Perché non ti alzi e vai a parlargli? Scommetto che sarà molto
interessante."

"N-Nice… lo pensi davvero?"

"Dal modo in cui sono vestiti, penso che potrebbero essere perfino delle stelle del
cinema!"

Jacuzzi guardò la coppia ancora una volta.

"Forse hai ragione."

"Vedi? Non sarebbe figo essere amici di alcune stelle?"

Jacuzzi cedette alle sue parole e si incamminò lentamente verso la coppia.

"Forse sei stata un po' troppo dura con lui, Nice." Sussurrò John, guardando Jacuzzi
allontanarsi.

Il tono di Nice quando parlò con John fu completamente diverso da quello usato con
Jacuzzi in precedenza.

"Non penso, John. Voglio solo vedere Jacuzzi essere un po' più estroverso."

"Formale come sempre… non sei cambiata per niente, Nice."

"Suppongo non si addica al mio aspetto, vero?" Nice chinò timidamente il capo,
tambureggiando sulla sua benda decorata con fili d'oro.

"B-beh, non necessariamente."

"A essere sinceri, non si addice molto al tuo aspetto. Ma è anche una virtù, sai? Infatti
sono un po' preoccupato sul fatto che non parli a Jacuzzi come con gli altri."

"Jacuzzi insiste sul rivolgermi a lui in modo informale. È così testardo a volte." Nice
sorrise, e si girò a guardare Jacuzzi, che era appena giunto dalla coppia all'angolo.

John e Fang seguirono l'esempio, ribadendo lentamente quello che Nice aveva appena
detto.

"Testardo, eh…"

All'improvviso, notarono che Jacuzzi stava guardando verso di loro in lacrime, cercando di
dire qualcosa.

"Forse in realtà voleva dire che lo vizia troppo."

Jacuzzi si sedette accanto alla coppia, balbettando goffamente un saluto.

"Uh, uhm… uh… avete già mangiato- Cioè, voglio dire... Buonasera…? B-beh…
Midispiaceperfavorescusatemi-"

Jacuzzi si era perso in un giro di parole. L'uomo finalmente sembrò notarlo, mettendo giù
le posate e guardandolo direttamente.

Guardò il volto di Jacuzzi mentre masticava. Parlò non appena inghiottì.

"Che dobbiamo fare, Miria? Quest'estraneo qui ha improvvisamente iniziato a chiederci


scusa!"

"Allora immagino che abbiamo vinto!" Gridò la voce allegra di una donna dietro di lui.

"Una vittoria, eh? Grande! Non capisco bene cosa sia accaduto, ma è stata una magnifica
battaglia. Grazie!"

Senza preavviso l'uomo strinse la mano di Jacuzzi con fermezza.

'Questa persona è davvero strana.' Pensò Jacuzzi. Guadò in lacrime verso Nice e John in
cerca di aiuto,ma Nice gli fece un cenno con nonchalance. John e Fang erano stati
richiamati a lavorare da una voce arrabbiata proveniente dalla cucina che gridava: "Voi
due, smettetela di poltrire!".

"Uh… uhm…"

"Comunque, hai un fantastico tatuaggio! Non ho mai visto nessuno che ne avesse uno
sulla faccia!"

"Shock culturale!"
"Sei per caso una stella del cinema?"

"Sei fantastico!"

Era l'esatto opposto di quanto Jacuzzi si aspettasse. L'ansia cominciò velocemente a


erodere i suoi sensi.

"N-no, n-non s-sono una s-stella del cinema o qualcosa del genere. Contrabbando solo
liqu-ecco, voglio dire! No! No, stavosoloscherzando… Sono solo un delinquente, uhm…
Sono una persona del tutto normale! Mi dispiace! Mi dispiace!"

Lacrime spuntarono sul viso di Jacuzzi mentre si scusava senza alcun motivo.

"Ehi, Miria. Si sta scusando di nuovo."

"Due vittorie di fila!"

"Capisco… quindi ci hai fatto vincere due volte! Sei davvero una brava persona!"

"Sniff… uh?"

"Sei un bravo ragazzo!"

"Su, su, smettila di piangere. Vedere un brav'uomo piangere fa venire anche a noi di
piangere."

"Finiremo per piangere insieme a te!"

Jacuzzi alzò lo sguardo. La coppia davanti a lui lo guardavano di riflesso, con gli occhi
umidi. Prese il fazzoletto che gli porsero e realizzò che le cose stavano andando in modo
un po' strano.

"Forza, forza. Asciugati le lacrime e unisciti al nostro banchetto."

"Tutto quello che puoi mangiare!"

"No, non lo è!" Gridò Fang dalla cucina. Jacuzzi era un po' perplesso, quando il cibo entrò
improvvisamente nella sua bocca.

"Mph…!"

Jacuzzi si ritrovò a deglutire il boccone senza nemmeno rendersene conto.

Il gusto del pollo al vapore si diffuse in tutta la sua bocca. Adesso che ci pensava, era la
prima volta che Jacuzzi assaggiava la cucina di Fang.

"È delizioso…"

Nel frattempo che Jacuzzi riprese i sensi, le sue lacrime si erano già fermate.

"—Questo è quando ci misi dentro il mio intestino e dissi: 'dannazione'!"

"Wow! Sei meraviglioso, Isaac!"

"Ahahahaha!"

"Wow! È passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ho visto Jacuzzi ridere così di
gusto!"

I posti al bancone del vagone ristorante si erano trasformati in una piccolo sala da festa.

Nice si era unita alla discussione, ravvivando la conversazione.

Stava calando la notte, ma il vagone ristorante rimaneva zeppo come sempre. Ma


l'orchestra in nero e gli uomini in bianco dovevano ancora mettere piede nel vagone.

"Pensaci, Isaac. Da un po' stai ordinando solo carne." Notò Jacuzzi, con una voce
sorprendentemente calma.

Questa era la prima volta che Nice vedeva Jacuzzi parlare con disinvoltura a degli
sconosciuti. Deve voler dire che Jacuzzi si era già affezionato a questa strana coppia. La
sua mancanza di paura era data dalla sua fiducia in loro.

'Non posso credere che siano riusciti a spingere Jacuzzi ad affezionarsi a loro così
facilmente. Chi sono queste persone?'

Nice era un po' gelosa, ma soprattutto, si era davvero affezionata alla coppia.

"Oh? Non preoccuparti, Jacuzzi. Questo è manzo."

"Manzo americano!"

"Che vuoi dire?"

"Le mucche mangiano le piante, giusto? Quindi se mangi il manzo, significa che stai
mangiando sia la carne sia le verdure!"

"Wow! Sei così intelligente, Isaac!"

"Davvero…?" Jacuzzi inclinò la testa. Isaac e Miria ignorarono la sua confusione e si


rituffarono nel loro piccolo mondo.

"Giusto, giusto! Ecco perché mangiare qualcosa che è stato mangiato da qualcun altro
significa che hai mangiato quello che è stato ingerito in precedenza. Non si applica solo al
cibo—vale anche per le cose che appartengono alle persone! Per esempio, se stai per
prendere una borsa che per caso è piena di soldi, sia la borsa che i soldi sono tuoi!"

"Haha! Siamo ricchi!"

"Sì! In oriente hanno un detto--uhm… 'chi trova'…"

"'Tiene'!"

"'Chi trova tiene', uh… Capisco."

"Buon per te, Jacuzzi! Oggi hai imparato qualcosa di nuovo."

Jacuzzi ricordò divertito questo simil-sapere orientale e prese un boccone.

Improvvisamente qualcosa si schiantò sulla sua schiena.

"Guh?!"

Jacuzzi fu costretto a deglutire un pezzo di carne senza nemmeno masticarlo. Si sbrigò a


prendere dei grossi sorsi d'acqua.
Una voce familiare lo chiamò da dietro.

"Oh! Non di nuovo… Mi dispiace, Signore!"

Jacuzzi si girò nel bel mezzo di un attacco di tosse. Vide il ragazzino che lo aveva urtato
sulla piattaforma prima di salire a bordo. Una cosa era diversa, tuttavia—il ragazzino era
in compagnia di una ragazza più o meno della stessa età.

"N-no, va tutto bene. Sto bene. Tu stai bene?"

Il ragazzino annuì e sorrise come in precedenza, ma la ragazza si nascose dietro di lui e


guardò nervosamente il tatuaggio di Jacuzzi e la benda di Nice.

"Ahaha, sono contento che tu stia bene. È tua sorella…?"

la sua gola era ancora dolorante, ma Jacuzzi si sforzò di sorridere. Il ragazzino sembrò
notarlo e si scusò di nuovo, poi rispose.

"No, non è mia sorella. Siamo nella stessa cabina, quindi siamo diventati amici!"

La ragazza annuì in silenzio. I suoi occhi erano ancora appiccicati al tatuaggio di Jacuzzi.
Sembrava che il suo aspetto fosse piuttosto spaventoso alla vista di una bambina.

All'improvviso una donna si fece avanti da dietro di lei.

"Sono davvero spiacente. A volte mia figlia può essere davvero una peste. Spero
accettiate le mie scuse."

Poteva avere circa trent'anni. La donna aveva degli abiti costosi ma piacevoli. Non c'era un
accenno di accondiscendenza o esitazione nel suo tono di voce—scivolò con serenità nei
loro pensieri.

"Su, Mary. È maleducato guardare le persone in quel modo." Rimproverò alla figlia.

"H-heh… è davvero schietto da parte vostra, signora." Jacuzzi non poté né arrabbiarsi né
piangere al tono pacato della donna. Fece un sorriso di scuse.

"Sono davvero mortificata. Avrei dovuto stare più attenta…"

"N-no, niente affatto! Dovrei essere io a scusarmi!"

"Perché?" Chiesero insieme John e Fang a Jacuzzi, ma Jacuzzi li ignorò e tornò in modalità
piagnone.

"Miria! Si stanno scusando a vicenda. Che dobbiamo fare?"

"Dobbiamo fare da giudici!"

"Capisco! Quindi noi siamo quelli che hanno il potere su questa battaglia!"

"È una grande responsabilità!"

Mentre Isaac e Miria giunsero alle loro conclusioni, Nice decise di intervenire per dare una
mano a Jacuzzi, cambiando argomento.

"Siete in una vacanza di famiglia?"

"Sì. Io e mia figlia stiamo andando a trovare mio marito. Siamo venuti a cenare con il
ragazzo della nostra cabina, ma sembra che al momento non ci sia spazio per noi." Replicò
la donna per niente intimidita o diffidente dell'aspetto di Nice.

"Quindi questo ragazzino è da solo?" Chiese Nice con curiosità.

"Già. Lui è- Oh cielo! Dove sono le mie buone maniere? Non gliel'ho nemmeno chiesto."

"Mi chiamo Czeslaw Meyer-" Disse timidamente il ragazzo. Era un nome difficile da
pronunciare—il ragazzino chiuse velocemente la bocca, poi continuò dopo un breve
silenzio. "Potete chiamarmi Czes. Sto andando a New York per vedere la mia famiglia."

La donna e sua figlia si presentarono a ruota.

"Il mio nome è Natalie Beriam. E questa è mia figlia… Presentati, Mary."

La ragazza si fece avanti timidamente alla richiesta della madre. "Mi chiamo Mary Beriam."

Di tanto in tanto continuava a lanciare sguardi verso Jacuzzi e Nice, ancora un po'
intimidita. Tuttavia, non sembrava per niente incuriosita dal pistolero fuori moda al
bancone.

Jacuzzi, Isaac, e gli altri si presentarono a loro volta. La festa nel vagone ristorante era
diventata un po' più grande.

"Anche prima Czes aveva urtato Jacuzzi." Disse Nice, scompigliando i capelli di Czes. Il suo
occhio era pieno di felicità.

"Sono davvero spiacente."

"No, va tutto bene. Non è colpa tua o altro."

Mentre parlò con Czes, Jacuzzi si trovò più a suo agio. Certo, era una cosa stupida non
sentirsi a proprio agio a meno che non stesse parlando con un bambino.

All'improvviso, Isaac e Miria parlarono ad alta voce.

"Giusto! Dopotutto, il Rail Tracer ti avrebbe divorato se fossi stato un bambino cattivo!"

"Proprio così!"

"Questo è quello che mi diceva sempre mio padre per spaventarmi quando ero più
piccolo!"

"Pauroso!"

"Uh? Co-cos'è un R-Rail Tracer?" Jacuzzi capì istintivamente che doveva essere qualcosa di
terrificante, mentre i suoi occhi ricominciarono a lacrimare.

"Non lo sai, Jacuzzi? Il Rail Tracer è…"


"…Ed ecco perché se racconti la storia a bordo del treno… finisci per evocare il mostro... Il
Rail Tracer!"

"Eeek!" Strillò Miria con un tono per niente convinto.

"--!!!!!!!"

Jacuzzi era l'unico che si stava perdendo in un urlo silenzioso. Tutti gli altri sembravano
aver preso la storia come una semplice leggenda metropolitana.

"È t-terribile! Stiamo per scomparire! Co-cosa dobbiamo fare?!" Jacuzzi si preoccupò,
prendendo la storia troppo seriamente.

"Non preoccuparti, Jacuzzi. In realtà c'è un modo per fermare la venuta del Rail Tracer!"
Disse Isaac, cercando di calmare Jacuzzi.

"Solo un modo!"

Il viso di Jacuzzi si illuminò. "D-davvero? A-allora dimmelo! Per favore, sbrigati!"

"Va bene! Ascolta. L'unico modo per sopravvivere è… è quello di… uh… ecco…"

Le brillanti speranze di Jacuzzi iniziarono a essere offuscate dal dubbio.

"L'unico modo per sopravvivere… era… Qual era, Miria?"


"Non l'ho mai sentito prima."

Nice e gli altri si chiesero il perché Miria avesse convenuto entusiasticamente con Isaac
nonostante la sua ignoranza.

Ovviamente Jacuzzi non aveva la pace mentale da arrivare a pensare questo.

"O-oh no! Ciò è male! È terribile! Presto! Devi ricordartelo, o noi


moriremotuttiscompariremo!" Gridò Jacuzzi, battendo i denti.

"Ho già sentito questa storia." Disse John con calma.

"D-davvero? C-come lo fermiamo?!"

"Beh, anch'io ho finito col dimenticarmene."

"Acc! Come hai potuto, John?!"

"Calmati, Jacuzzi. Ho sentito la storia dal giovane conducente. Perché non vai a
chiederglielo?"

Jacuzzi si alzò dalla sedia e decollò non appena John finì. Quando giunse in mezzo alla
cabina si guardò indietro, si sforzò di sorridere, e gridò verso Isaac e gli altri.

"N-non preoccuparti, Isaac! Torno subito dopo aver chiesto al conducente! L-lasciate fare a
me!"

L'intento di Jacuzzi poteva anche essere nobile, ma i suoi occhi in lacrime non avrebbero
ingannato nessuno. Ovviamente degli unici presenti che avevano creduto alla storia del
Rail Tracer: Isaac, Miria, e Mary.

Jacuzzi si fece strada tra i tavoli e corse verso il fondo della carrozza.

"Mi dispiace per quanto accaduto. Jacuzzi non è una cattiva persona… È solo un po'
spaventato." Disse Nice alzandosi dal posto e rincorrendo Jacuzzi.

"Lo so. Posso dire che Jacuzzi è una persona molto gentile." Replicò sorridente la signora
Beriam. Capì che Jacuzzi era davvero spaventato dal Rail Tracer, ma non dava la colpa a
Isaac per il malinteso.

Anche Isaac e gli altri lo capirono.

"Ehi, Miria. Jacuzzi è davvero un bravo ragazzo, vero?"

"È davvero una bella persona!"

"La prossima volta dobbiamo farlo vincere, sicuro!"

"Certo!"

"Quindi la prossima volta mi scuserò con lui come se non ci fosse un domani! …Due volte!"

"Poi mi scuserò anch'io!"

Isaac rise.

"Capisco! Quindi Jacuzzi vincerà tre volte!"

"È il campione!"
<=>

"Wow. Jacuzzi fretta?"

Jacuzzi si imbatté in Donny e gli altri al di fuori del vagone ristorante, proprio mentre
stavano per entrare. Dietro la gigantesca figura di Donny c'erano i due membri che Nice
aveva portato per la missione.

"È terribile! Il treno sta per sparire! Quindi vado dal conducente!"

"Uh?"

Jacuzzi nemmeno spiegò la situazione mentre scomparve, puntando

"Ottimo tempismo! Donny e Jack, seguitemi. Nick, tu prenditi cura del vagone ristorante!"

Donny e l'uomo chiamato Jack seguirono Nice, nonostante la loro confusione.

Nel frattempo, l'uomo di nome Nick era completamente spaesato.

"Quindi… cosa vuole che faccia nel vagone ristorante?"

Nice in realtà intendeva: "Tieni d'occhio la situazione nella carrozza", ma Nick era un
esperto rapinatore—come risultato, venne a una conclusione del tutto diversa.

"Quindi, quello che voleva dire è che devo tenere il vagone calmo mentre loro svolgono il
lavoro… Suona bene. Nessuno può scoprirci e fermare il treno in corsa."

Mentre Nick stava pensieroso fuori dal vagone ristorante, un uomo vestito di bianco lo
passò e entrò dalla porta. Più tempo sarebbe rimasto lì, più persone avrebbero potuto
esserci nel vagone. Si preoccupò semplicemente del numero di persone da sorvegliare,
prese il suo coltello preferito, e fece un passo prudente verso il vagone ristorante.

<=>

"Perfetto! Perfetto! Comincerà presto! Il nostro piccolo show sta per iniziare! E le loro vite
finiranno presto!"

Ladd si rotolava nella cabina di Seconda Classe, abbracciando un cuscino.

"Oh! Quindi è già l'ora?! Sono così eccitato che non lo sopporto! Sono così felice che
stanotte non penso riuscirò a dormire!"

Lua lo guardò freddamente e gli altri uomini risero mentre Ladd si rotolava nella piccola
cabina.

"Se sei così emozionato, perché non ci andavi tu stesso?" Chiese Lua borbottando.

"Ma non poooosso! Ho perso al sorteggio! Dannazione! Vicky, fortunato bastardo! Sono
talmente geloso che penso morirò!"

Il primo passo della gang di Ladd era quello di sopraffare i passeggeri del vagone
ristorante. Avevano sorteggiato un bel po' per decidere chi sarebbe stato il fortunato
vincitore, e come risultato, l'uomo di nome Vicky era uscito a fare la prima mossa.

"Oh, non c'è alcun Dio in questo mondo crudele! Vicky deve averli già uccisi tutti!" Ladd si
lamentava, facendo la verticale nonostante il suo abbigliamento.
"Se sei così preoccupato, perché non vai a dare un'occhiata…?" Mormorò di nuovo Lua.

"Giusto!"

Ladd tornò a poggiare sui suoi piedi, si girò, e iniziò a schiaffeggiare il viso di Lua.

"Hai ragione, Lua! Posso andare a vedere come vanno le cose! Sono un tale idiota. Non
c'era motivo di rimanere seduto ad aspettare! Pensavo di dover star zitto e calmo visto
che ho perso il sorteggio! Bene! Tornerò, tesoro!" Disse Ladd, e corse nel corridoio.

Poi urtò qualcuno.

"Ehi, guarda dove vai, tu…"

Ladd si fermò a metà del rimprovero.

"M-m-mi dispiace veramente, signore! Sono davvero spiacente! Ma il treno è in grossi


guai! Q-quindi devo raggiungere velocemente il compartimento del conducente…! Io…
sono davvero mortificato…!"

Il giovane corse dritto verso il fondo del treno.

"Quel ragazzo di prima…"

Non c'erano dubbi sul tatuaggio sul volto. Era lo stupido sul manifesto che aveva ricevuto
qualche giorno fa da suo zio.

"Uhm? Mi chiedo cosa stia succedendo! Ehi, Lua!"

Ladd sporse la testa dentro alla cabina e fece una semplice richiesta alla sua fidanzata.

"Prendi qualcuno e vai a controllare il compartimento del conducente, ti va? E se ti imbatti


in un ragazzo con un tatuaggio sulla faccia, assicurati di catturarlo, chiaro?"

Lua annuì in silenzio e si diresse verso il fondo del treno con uno degli amici di Ladd.

"Uhm…? Le cose si fanno interessanti. Spero vadano ancora meglio… aspetta! Posso
renderle io più interessanti!"

Ladd sorrise e andò verso il vagone ristorante, armato delle solo sue mani. Una donna con
gli occhiali e una benda e un gigante di due metri gli passarono accanto—correvano
velocemente, con l'ansia dipinta sul volto, e superarono Lua in un istante.

"La suspense mi sta uccidendo! Mi chiedo quali siano i guai di cui parlava il ragazzo
tatuato. Non va bene, mi sto emozionando... Devo sbrigarmi, o lo perderò…!"

Ladd canticchiò un motivetto familiare mentre si avvicinava lentamente al vagone


ristorante, il quale era ormai sicuramente in preda al caos.

<=>

"I preparativi sono completi, Goose. Al momento i Beriam sono nel vagone ristorante."

Goose era nella cabina di Prima Classe, ascoltando i rapporti del suo subordinato. Al
momento avevano tre membri appostati in Seconda Classe, Terza Classe e nella stiva
merci. Tutti gli altri erano riuniti qui.

"Tutto è pronto. Bene. Iniziate la missione in squadre da tre. Io aspetterò qui, in modo da
avere un contatto regolare. Chiunque non comunicherà il regolare resoconto verrà dato
per morto." Ordinò meccanicamente Goose. Sembrava come se la sua faccia stesse
usando il minimo indispensabile dei muscoli di cui aveva bisogno per parlare.

"È ora. Il 'conducente' deve già aver iniziato il suo compito. Il treno continuerà ad andare
avanti, qualunque cosa accada nelle cabine di fondo. Spike, manda un messaggio alla
Seconda e alla Terza Classe. La nostra prima priorità è quella di ottenere il controllo di
tutti i passeggeri e di tutte le vetture. Termineremo la missione prendendo il controllo
della locomotiva. Dobbiamo finire tutto prima dello scambio dei treni."

Le locomotive a vapore era proibite per legge nelle vicinanze della stazione della
Pennsylvania. Ecco perché il Flying Pussyfoot doveva essere cambiato con uno a motore
elettrico fuori dalla stazione. Il punto di scambio era quello in cui si sarebbero ripresi Huey
Laforet, e dove metà degli ostaggi avrebbe perso la vita. Dovevano mantenere l'altra metà
in vita per assicurarsi una fuga sicura.

"Uomini, iniziamo adesso l'operazione per salvare il Maestro Huey Laforet."

L'orchestra in nero batté a comando i tacchi sul pavimento. Il suono dei passi divenne un
contorto lavoro d'arte, echeggiando con forza nella cabina di Prima Classe.

"Questo è un rituale—un rituale per riportare il Maestro Huey tra noi. Non dimenticate che
questo treno è l'altare, e i suoi passeggeri il sacrificio."

Goose rimase inespressivo fino alla fine, annunciando l'avanzata dei Lemuri.

"Il finimondo dipende da noi. Concetti come Giustizia e Male non sono più rilevanti. Noi
abbiamo il potere. Una volta salvato il Maestro Huey, questo potere diventerà infine
giustizia—quello per cui stiamo combattendo. Adesso andiamo! Dobbiamo divorare i
passeggeri, questo treno e l'intera nazione!"

Gli uomini in nero divennero un'ombra collettiva, spargendosi per tutte le vetture del
treno.

Le ombre si muovevano, armate di mitra. Tre di loro si diressero verso una certa vettura.

Una luce particolarmente brillante trapelò da una vettura riempita dalle chiacchiere dei
passeggeri. Le ombre correvano, con l'intenzione di immergere la luminosità nel sangue. Il
loro obiettivo: il vagone ristorante, dov'era la signora Beriam. La porta era adesso davanti
a loro.

<=>

Vicky era emozionato.

Avrebbe riempito il vagone ristorante di urla.

Non si sarebbe mai aspettato che l'onore di iniziare il tumulto spettasse a lui.

Vestito di bianco, Vicky con calma e in modo riconoscente accettò il colpo di fortuna che gli
era capitato.

Forse avrebbe solo ucciso qualcuno per premiarsi e mostrare quello che stava per
succedere. La coppia in costume western, o forse il bambino vicino a loro? O la bellissima
donna seduta accanto a loro—poi si ricordò che Ladd ebbe un po' di tenerezza per la
madre con la figlia. O forse a Ladd non sarebbe importato molto se avesse fatto fuori la
donna? Sarebbe veloce e subdolo--Vicky era sicuro che a Ladd non importasse.

Si guardò intorno, perso nelle sue folli fantasie. Diverse persone—sicuramente curiose sul
suo abito bianco—lo guardarono, ma sembrava come se fosse stato trattato alla stregua di
una persona normale rispetto a gente come Isaac e Miria. Tornarono ai loro pasti come se
niente fosse accaduto.

Parlando di gente strana, Vicky si ricordò del mago che avevano visto prima—la sua
assenza probabilmente voleva dire che si trovava in una delle cabine di Terza Classe.

Tuttavia, ci fu una persona che attirò l'attenzione di Vicky. Era una donna in tuta militare
seduta vicino alla finestra.

'Non è una principiante.'

Non c'era niente che riconducesse alla debolezza nella sua espressione. Quando la guardò
per un attimo, lo sguardo di diffidenza nei suoi occhi si intensificò visibilmente. Infatti, la
donna stava guardando molto attentamente tutti quelli nel vagone, non solo lui. Nel
momento in cui i loro occhi si incrociarono, Vicky sentì come se il suo sguardo fosse
penetrato dentro di lui.

'Chi è questa ragazza? Presta molta attenzione a qualcosa…'

Anche se all'inizio Vicky era preoccupato, si assicurò che la diffidenza della donna non
avesse nulla a che fare con lui.

Certo, sarebbe presto rimasta intrappolata nel caos, le piacesse o meno.

Perdendo interesse, Vicky si diresse verso il centro del vagone ristorante.

'Diamo inizio alle danze.'

Estrasse in silenzio una pistola dal taschino della giacca.

<=>

"Bene. Iniziamo."

Gli uomini in nero aprirono la porta, pistole alla mano.

<=>

"Facciamolo!"

Nick prese un coltello dal taschino e aprì la porta della carrozza.

<=>

Tre voci risuonarono nel vagone ristorante. Non c'era possibilità di malintesi.

"Tutti voi, subito a terra!" Urlarono gli uomini in nero che fecero irruzione dalla porta
anteriore. Erano tutti armati con dei mitra.

"Mani in alto, subito!" Gridò l'uomo in bianco, in mezzo al vagone ristorante. Nella sua
mano destra c'era una pistola color bronzo.

"Fermi tutti!" Gridò l'uomo vestito di stracci, il quale era entrato dalla porta posteriore.
Teneva in mano solo un misero coltello da frutta.

"Co-cosa dovremmo fare…?" Chiese uno dei passeggeri, coperto dai sudori freddi.

A sorpresa, i primi a reagire furono Isaac e Miria.


Presero il bambino vicino a loro e si misero a terra, poi si chinarono con le mani in alto e si
congelarono.

<=>

Mentre Ladd camminava per i corridoi, sentì degli spari provenire dal vagone ristorante.

"Hanno iniziato senza di me! Ahaha! Sento gli spari, grandioso! Non vedo l'ora!"

Ladd era così entusiasta che cominciò a saltellare verso il suo obiettivo. All'improvviso si
fermò.

Sentì una breve serie di colpi singoli seguiti da una scarica di spari.

"Uhm? Mitragliatrici?"

L'espressione di Ladd si indurì per un attimo, ma sorrise di nuovo e ricominciò a saltellare.


Sembrava essere ancora più eccitato di prima, i suoi movimenti filtravano con anticipo.

"Sembra perfino meglio!"

Quando arrivò alla carrozza prima del vagone ristorante, un giovane vestito con abiti
rattoppati lo travolse. Si guardò indietro diverse volte, prima di lasciarsi Ladd alle spalle
senza nemmeno guardarlo.

"Che diamine è successo qui?! Nice! Non hai detto che le cose sarebbero andate a finire
così!" Gridò l'uomo, scomparendo nel corridoio.

"Pericolo? Pericolo… Pericolo! Cosa sta accadendo nel vagone ristorante? Sto per uccidere
delle persone? Le persone stanno morendo?! Quale?! Ehi, mi sto emozionando! Sìsìsìsìsì!"

Ladd era così estasiato che si ritrovò a correre senza nemmeno pensare.

Più vicino arrivava al vagone, più diventavano forti i suoni dei singhiozzi e delle urla. Al di
là della porta lo attendeva il paradiso o l'inferno?

Aprì rumorosamente la porta scorrevole. Ovviamente la maggior parte delle persone


concentrò la proprio attenzione su di lui. Alcuni lo guardavano con disperazione, altri con
speranza, e altri ancora con gli occhi pieni di sconforto.

Nel mezzo della carrozza c'era Vicky, sdraiato a faccia in giù sul pavimento. Il suo abito
bianco era tinto di rosso dal suo stesso sangue.

Dall'altra parte del vagone c'erano tre persone col mitra. I loro abiti suggerivano a Ladd
che fossero membri dell'orchestra.

Sembrava che fosse stato colpito da Vicky—era accovacciato a terra, tenendosi la spalla.
Gli altri due stavano agitando le loro armi, spaventando i passeggeri in preda alle urla in
modo tale da non farli scappare.

I tre focalizzarono la loro attenzione sull'uomo in bianco che era appena entrato.

Sembrava che la porta lo avesse condotto all'inferno.

Ma per qualche motivo, sorrise.

"Sembra che non abbia scelta."

Ladd si fece strada a grandi passi.


"Ci metterò un secondo a trasformarlo nel paradiso…" Borbottò mentre alzò le mani in
alto. "Aspettate un minuto! Come potete ben vedere, sono completamente disarmato! Non
sono un nemico!"

Ovviamente gli uomini in nero non abbassarono la guardia. Giudicando dall'aspetto, il


nuovo arrivato era un amico del cadavere in mezzo al vagone.

Ecco perché Ladd aveva una possibilità.

Uno degli uomini in nero si avvicinò a lui, puntando un'arma verso di lui.

"Chi sei… chi siete voi?"

"Non nego di essere un tipo sospetto, ma non siamo vostri nemici."

Un altro degli uomini in nero si avvicinò a Ladd. Probabilmente stava pensando di


immobilizzarlo mentre l'altro lo teneva sotto tiro.

L'unico dall'altro lato del vagone era l'uomo ferito. Si teneva la spalla mentre scrutava
attentamente i passeggeri, con l'arma in mano.

Nel momento in cui i due tizi in nero furono allineati di fronte a lui, Ladd alzò la voce per
lamentarsi.

"Quante volte devo dirvelo? Non sono vostro nemico!"

Nel frattempo che finì la frase, il mitra dell'uomo in nero era stata presa a calci, la canna
puntava verso il soffitto.

"Cos-"

Il calcio di Ladd aveva preso del tutto di sorpresa il primo uomo, senza dargli nemmeno il
tempo di premere il grilletto. Quindi Ladd afferrò con facilità la canna dell'arma, e la
spinse dietro alle spalle dell'uomo in nero di fronte a lui—proprio verso il secondo uomo,
che stava dietro al suo ansioso alleato.

Ovviamente l'uomo in nero oppose resistenza—ma l'arma era spinta contro di lui
nonostante i suoi sforzi. La sottile canna premeva pesantemente sulla sua spalla.

Con la mano libera, Ladd lo afferrò per il torace, usando la spalla dell'uomo come fulcro
per spingerlo verso di sé in un istante.

"Ma che?!"

Il dito dell'uomo in nero fu allontanato dal grilletto. Lo spazio fu presto riempito dall'indice
di Ladd, il quale stava tenendo il torace fino a un momento fa.

Ci fu un rumore assordante mentre l'arma sputava piombo.

I proiettili colpirono il secondo uomo in nero. Gola, polmoni, cuore e l'intera parte
superiore del suo corpo fu tinto di nero dalla fontana di sangue, mentre collassò a terra.
Allo stesso tempo, il volume delle urla dei presenti si alzò esponenzialmente.

"Bastardo!"

L'uomo ferito alzò l'arma, ma il suo alleato si trovava tra lui e Ladd. Non solo, Ladd stava
tenendo il suo compagno per la gola. I piedi dell'uomo si alzarono da terra poco alla volta.
La sua faccia iniziò a diventare rossa, il collo veniva pressato da una forza che a rigor di
logica non poteva appartenere a uno con la costituzione di Ladd.
L'uomo in nero scalciò e cercò di liberarsi, ma non conosceva nessuna tecnica per liberarsi
da un confronto ravvicinato. Cercò, con la mano libera, di pugnalare Ladd negli occhi, ma
Ladd se ne accorse velocemente e lo neutralizzò con i denti.

Ladd sputò pezzi di carne e sangue, e parlò all'uomo ferito nell'angolo.

"Cosa farai adesso? Scappi? Farti sparare con il tuo compagno qui presente? Suicidarti? O
vuoi chiacchierare un po'? Che ne dici del tè? O sulla cena? Di come va l'economia?
Suppongo non vada bene, uh? Allora cosa? Riforme? Vuoi candidarti alle elezioni? Che ne
dici di una guerra? Uccidere ed essere uccisi? Hai paura? Sei nervoso? Oppure sei
arrabbiato?" Chiese Ladd insensatamente, e ridacchiò. All'improvviso si fermò, poi puntò
l'arma da dietro all'uomo che usava come scudo umano:

"Almeno cerca di rispondere a una!"

Invece di rispondere, l'uomo ferito si allontanò da Ladd e dal suo compagno, lasciando il
vagone ristorante. Ladd non gli diede la caccia; invece gettò il suo scudo umano a terra.

"Beh, sta diventando divertente!"

L'uomo in nero rimasto solo tossì, poi guardò Ladd.

"Sei stato uno sciocco a lasciar andare via il mio amico. Non so chi siate voi bastardi, ma
non riuscirete a farla franca con noi come avversari!"

"Sai? I mafiosi che ho ucciso dicevano tutti la stessa cosa. Ovviamente non mi importa
niente."

Ladd gettò il mitra a terra senza pensarci. I passeggeri seduti vicino gridarono lievemente.

"Non fare l'arrogante!" L'uomo in nero si alzò, prendendo un coltello nascosto nello stivale
e fece partire un fendente orizzontale. Si aspettava di uccidere il tipo in bianco con questo
attacco, ma le cose non erano così semplici.

"Cosa…?"

La testa di Ladd non era più dove l'aveva vista prima di attaccare.

Nel frattempo che notò che i capelli di Ladd erano appena sotto al suo campo visivo, era
già troppo tardi. Un violento impatto lo colpì nello stomaco,

"Non vinci nemmeno il premio di consolazione!"

Il sordo dolore attraversò il suo stomaco mentre la nausea assalì i suoi sensi.

Ladd ridacchiò, dopo aver messo a segno un montante. Al contrario, l'uomo in nero
sudava proiettili e lamenti.

"B-bastardo… quella era una… mossa del… pugilato…"

Nel momento che stava per cadere a terra, tuttavia, un pugno leggermente chiuso lo
spinse di nuovo in alto.

"Gah!"

"Uhm? Non preoccuparti. Non sono abbastanza forte quanto Pete Herman!"

Proprio mentre l'uomo stava per cadere all'indietro, Ladd lo afferrò per il colletto
costringendolo a rialzarsi.
"Non sono Jack Johnson, e non ho i pugni o le abilità di Jack Dempsey!"

Un gancio destro. Il suono innaturale della rottura delle ossa risuonò attraverso il vagone
ristorante.

"Forse 'Jack' è un buon nome per i pugili, non pensi?! Beh?!"

Diversi pugni si fecero strada in un'unica direzione.

"Ho appena menzionato Herman e Dempsey, ma conosci almeno una di queste persone di
cui parlo?! Chiunque si definisca americano dovrebbe saperlo, non ho ragione?!"

Smack.

"Ti sfido a dirmi che non li conosci! Ti uccido!"

Smack.

"Non!"Smack."La!"Smack."Passerai!"Smack."Liscia!"Smack."Così!"Smack."Facilmente
!"Smack."E!"Smack."Anche!"Smack."Se!"Smack."Ci!"Smack."Riuscissi!"Smack."Ti!"Sm
ack."Ucciderei!"Smack."Lo!"Smack."Stesso!"

Ladd finì la sua raffica di pugni con un montante, facendo cadere il suo avversario
all'indietro. Anche se l'uomo in nero sarebbe caduto già molto prima, Ladd continuò di
proposito a colpirlo per farlo stare in piedi.

La testa dell'uomo si inclinò all'indietro e colpì il muro. Proprio accanto a lui c'era la porta.
I continui colpi lo avevano portato fino alla fine della carrozza.

"Caspita! Finalmente ha mollato quel coltello. Non è stato carino da parte tua, puntarmi
un'arma in quel modo! Ero così spaventato che ho finito per pestarti a sangue!"

L'uomo in nero aveva fatto cadere il coltello dopo il primo pugno di Ladd, ma Ladd esagerò
i suoi gesti e si finse innocente.

"Ugh…"

"Oh? Sei ancora cosciente? Credo di dover davvero fare più pratica. Che colpo! E adesso?
Ehi! Prenditi le responsabilità!"

Ladd afferrò il collo dell'uomo e lo spinse al muro.

"Sapevo che non mi avreste sparato a vista. Volevi vedere cosa noi, quelli in bianco,
sapessimo fare, vero? È questo il motivo per cui hai cercato di catturarmi, giusto?"

Poi abbracciò l'uomo in nero con tutte le sue forze.

"Grazie! Ti amo, amico! Hai fatto esattamente quello che mi aspettavo da voi!"

Strofinò le sue guance sulla faccia dell'uomo e lo ringraziò, con gli occhi pieni di lacrime.

"Voi siete davvero grandiosi, lo sapevate?! Ecco perché ve l'ho detto, non sono vostro
nemico! Fintanto che c'è l'amore, non mi importa di alleati, nemici o roba del genere!
Capisci? Siamo dalla stessa parte! Vi amo davvero! Andate avanti e morite!"

Poi sbatté l'uomo al muro.

L'uomo in nero, copiosamente sanguinante dalla bocca e dal naso e con gli occhi girati
all'indietro, era ancora cosciente.
"Tu… stupido… bastardo… ci… stai… ancorasguh…"

Un pugno lo colpì in bocca. Poteva sentire qualcosa rompersi sotto la sua pelle—
probabilmente i suoi denti.

"Continui a guaire questo 'noi'. Smettila di dire cazzate, merdaccia! Sto per ucciderti!"

"Voi barbari… pensate…. Di poter fermare… il Maestro Huey…"

Un pugno colpì il suo occhio destro, poi il sinistro. I suoi occhi, che erano già girati prima
dei pugni, non avrebbero più visto la luce del giorno. Certo, non avrebbe nemmeno avuto
la possibilità di controllare lo stato dei propri occhi se non ne fosse uscito vivo.

All'improvviso Ladd si calmò in viso, poi sussurrò qualcosa nell'orecchio dell'uomo.

"Non so chi siate voi o questo tizio di nome Huey, e non me ne frega un cazzo di saperlo."

E mentre l'uomo perdeva conoscenza, Ladd accentuò le sue parole con un pugno allo
stomaco.

"Ma c'è una cosa che so. Primo, l'orchestra in nero è nostra nemica. Secondo, hanno un
mucchio di piccole armi spaventose."

I pugni di Ladd martellavano a ritmo. La forza dei suoi pugni cresceva insieme al suo tono
di voce. L'obiettivo dei suoi pugni si alzò lentamente, dallo stomaco al petto, e dal petto
alla faccia.

"E infine! Scommetto che state pensando, 'Finché siamo armati fino ai denti, nessuno può
batterci! Siamo inarrestabili e imbattibili!' Pensate di essere salvi!"

La coscienza e la vita dell'uomo scomparvero mentre la voce del tizio vestito di bianco
risuonava nel vagone ristorante.

I pugni di Ladd, cosciente della morte o meno della vittima, non si sarebbero fermati.

"Beh?! Non è divertente?! Uccidere le persone! Strappare via le loro interiora! E


SCHIACCIARLI TUTTI FINO A QUANDO NON SI SPIACCICANO E SCOPPIANO COME DELLE
DANNATE SALSICCIE!"

I pugni di Ladd erano quello che emetteva il suono dello spiaccichio. I suoi pugni, sempre
più forti, fracassarono il volto dell'uomo in nero.

La faccia di Ladd mentre si bagnava nel sangue sembrava quella di un uomo che aveva
appena realizzato un compito enorme. Per una persona normale, tuttavia, era solo la folle
risata di un pazzo omicida. Ed entrambe erano vere.

Ladd si voltò con un sorriso rinfrescante. L'intera carrozza era concentrata su di lui. Era
sicuro che ormai fossero scappati tutti, ma un'occhiata veloce all'altra entrata gli fece
capire perché rimasero.

I suoi amici—gli uomini in bianco—erano alla porta, armati mentre osservavano i


passeggeri.

"Ladd? Che sta succedendo qui?"

"Si corsi qui perché abbiamo sentito dei mitra. Cos'è stato tutto quel fracasso?"

Non c'era un minimo di serietà nelle voci degli uomini. Ladd salutò i suoi amici e si diresse
a grandi passi verso il centro della vettura. Mentre passò accanto al bancone, notò una
donna accovacciata a terra che stringeva a sé due bambini.

"Lei è la signora Beriam?" Chiese Ladd.

La donna guardò Ladd con aria di sfida, e annuì lentamente.

Il volto di Ladd si trasformò in un atroce sorriso.

"Buono a sapersi, ma il punto è che parte dei nostri programmi si sono incasinati. Per
prima cosa ci occuperemo dell'orchestra. Poi sarà il vostro turno. Ci becchiamo."

Ladd si riunì ai suoi amici, senza dimenticare di prendere le armi perse da Vicky dai tipi in
nero.

"Andiamo."

"E loro?" Chiese uno dei suoi amico, indicando i passeggeri.

"Lasciali stare. Abbiamo cose più importanti da discutere. Per prima cosa riuniamoci in
cabina."

"Se a te va bene così, Ladd. Ma che mi dici delle tue mani? Starai bene?"

Del sangue colava a terra dalla mano di Ladd. I passeggeri pensavano che provenisse
dall'uomo in nero, ma la pelle delle nocche di Ladd era a pezzi. Era naturale, considerando
la mole di pugni sferrati senza nemmeno la protezione di dei nastri. Era quasi un miracolo
che ne fosse uscito con delle ferite minime.

"Uhm? Non c'è problema. Qualche osso slogato, ma niente di rotto. Per ora sto ancora
bene. Sento di poterne stendere almeno cinque di loro con le mie sole mani."

"Assicurati di fasciarle, okay?"

Ladd e i suoi amici lasciarono con calma il vagone ristorante, come se niente fosse
successo, non si asciugarono nemmeno il sangue che continuava a scendere dalle mani ci
Ladd.

Scese il silenzio nella carrozza. Si fermò perfino il suono dei pianti e delle urla, il silenzio fu
rotto solo dalle voci di due tipi ignari.

"Quanto tempo pensi che dobbiamo stare così, Miria? Tutti quegli spari che ho sentito
sopra di noi mi hanno spaventato!"

"È uno spettacolo dell'orrore!"

"Sai, mi sto stancando di star fermo così."

"Francamente, è davvero faticoso!"

<=>

All'inizio, gli altri passeggeri erano in silenzio. Quando iniziarono a capire la situazione,
tuttavia, cominciarono a mormorare tra loro, Nessuno aveva ancora lasciato la vettura,
visto che non avevano idea se i neri o i bianchi stessero osservando da dietro le porte.

La loro ansia crebbe, e i passeggeri iniziarono a rivolgere la loro paura al cuoco e al


barista, i quali erano impiegati ferroviari.

"Che sta succedendo?" "È un qualche scherzo di cattivo gusto?" "Dov'è il capotreno?!"
"Lasciateci fuori!" "Fermate il treno!"

Fang e John, incapaci di contrastare i passeggeri, si rinchiusero in cucina. Loro sapevano


che, in quanto immigrati, avrebbero fatto più danno che altro cercando di difendersi o
rispondere.

Ma ci fu una persona che continuò ostinatamente a fare domande assurde.

"Chi è il responsabile di questo vagone ristorante?! Come osano quella scimmia gialla e
quello sporco irlandese rintanarsi nella cucina?!"

Uno degli uomini, che aveva apparentemente di che lamentarsi, cominciò a dirigere i suoi
attacchi verbali verso John e Fang. Era un uomo baffuto e paffuto il quale definirlo
'imponente' o 'grassoccio' era fin troppo lusinghiero.

"Ho pagato fior di quattrini per prendere questo treno! Che significa tutto ciò?! Chiedo un
rimborso!" Gridò l'uomo allo sventurato giovane cuoco. Sbatté il pugno sul bancone.

All'improvviso, qualcosa fu messo sul suo pugno. Era un rotolo di contanti di esattamente
cento banconote.

"Cosa…?"

"È abbastanza per voi, voi… persona cattiva?!"

"Siete tremendo!"

L'uomo baffuto si guardò intorno. Il cowboy e la ballerina lo fissavano attraverso un buco.

"Ch-chi siete voi fenomeni da baraccone?"

"Se vuoi un rimborso, ti darò un rimborso! Ma non si consideri più un cliente! Giusto,
Miria?"

"Adesso stai viaggiando senza nemmeno pagare!"

Isaac e Miria si lamentarono a pieni polmoni con l'uomo baffuto. John e Fang, leggermente
sorpresi dal loro sfogo, affacciarono dalla cucina.

"Gentaglia, chi pensate io sia-"

L'uomo baffuto si continuava a lamentare mentre stava allungando la mano per prendere i
soldi.

"Calma! Sei tu quello che sta parlando di 'scimmie' e di 'sporco' in un vagone ristorante,
dove ognuno sta cercando di godersi il proprio pasto! Scommetto che stavi cercando di
scroccare un pasto a discapito di queste persone!"

"Il peggiore!"

"Sei accecato dai soldi!"

"E se sei cieco, fatti vedere da un dottore!"

La coppia insistette con ostinazione nel competere con l'uomo baffuto, tirandogli un'altra
mazzetta di soldi in faccia.

"Sparisci! Se non lo fai, le mie centinaia… no, il mio miliardo di armi spareranno tutte
insieme!"
"Ti trasformeremo in un alveare!"

All'improvviso venne fuori una voce da un angolo della cucina, che era un punto cieco per
tutti i passeggeri. Era una voce profonda e potente, che ricordava quella di un orso
gigantesco.

"John! Fang! Lo avete sentito? Quel porco non è più un passeggero o un cliente! Portatelo
fuori di qui!"

La presunzione dell'uomo evaporò non appena sentì la bestiale voce proveniente dalla
cucina.

"Va bene, capo."

"Che fastidio…"

Nonostante le sue lamentele, John aiutò Fang a sollevare l'uomo baffuto per le braccia, e
scomparvero velocemente attraverso la porte posteriore della vettura.

Poi, la voce bestiale cambiò in quella di un vero gentiluomo e fece un annuncio al vagone
ristorante.

"Chiedo umilmente scusa per il terribile inconveniente accaduto! La direzione, non solo vi
rimborserà i vostri biglietti, ma vi pagherà il doppio. Capisco che non sia una scusa
sufficiente, ma…"

La voce rivelò poi il punto più importante.

"Fintanto che non abbiamo contatti con il compartimento del conducente, vi consiglio di
prendervi carico della vostra incolumità fino all'arrivo del treno a New York. È tutto!"

La dichiarazione finale del capo cuoco era stranamente irresponsabile, ma nessuno fu


tanto coraggioso da lamentarsi. Il vagone ristorante tornò in silenzio.

"Voi sporchi immigrati! Lasciatemi andare! Insozzerete i miei vestiti!" Gridò l'uomo baffuto
mentre veniva trascinato nel corridoio.

Prima di lasciare l'uomo, tuttavia, John si abbassò e lo fissò. A un certo punto prese un
rompighiaccio, puntandolo adesso verso di lui.

Quel solo sguardo fu sufficiente a mettere a tacere l'uomo. John una volta viveva nella
squallida società di Chicago—non si faceva intimidire facilmente.

"ascolta, maiale coi baffi. Metà di questi treni sono fatti da noi irlandesi, lavorando come
schiavi—eravamo praticamente schiavi. Lo sapevi?"

"E l'altra metà è stata fatta da noi cinesi."

"In altre parole, metà di tutto quello che corre su questi binari appartiene a noi irlandesi."

"Aggiungi i cinesi, e ciò li rende tutti nostri."

La logica di John era perfino meno solida di quella dell'uomo baffuto. Dopotutto, non era
stato lui a posizionare questi binari, e furono i suoi connazionali a cacciarlo via, lasciandolo
unire alla gang di Jacuzzi.

"Quindi ascolta, porco. Finché sei qui, la tua vita è nelle nostre mani."
I due schiaffeggiarono l'uomo baffuto e fecero per tornare alla sala da pranzo. L'uomo,
innervosendosi, cercò pateticamente di supplicare John.

"A-a-a-aspetta! Fermo! I tipi in bianco verranno da questa parte! Per favore! Fatemi
tornare dentro!"

"Non penso te la passerai male là fuori. Dopotutto, nessuno di loro è una sporca scimmia.
Ma cerca di rientrare e morirai."

La porta si chiuse senza pietà.

Quando John e Fang tornarono, il vagone ristorante aveva riacquistato una parvenza di
tranquillità. I tre cadaveri non c'erano più, probabilmente spostati dagli altri cuochi. Si
stavano tutti dando da fare per rimuovere le macchie di sangue dal pavimento e dalle
pareti.

Quando tornarono al bancone, gli occhi di John si incrociarono con quelli di Isaac e Miria.

"Grazie." Disse tranquillamente, me i due sembravano non averlo sentito.

"Oh! Bentornati! Comunque, immagino che il capo cuoco sia molto molto forte!"

"Una leggenda tra le leggende!"

Isaac e Miria cominciarono a gonfiare la loro immagine del capo cuoco.

Il capo cuoco del Flying Pussyfoot dava la precedenza su tutto alla sua cucina, e rifiutava
di lasciare la sua postazione fintanto stesse ancora cucinando. C'era una voce che una
volta rimase ai fornelli a preparare i suoi piatti nonostante ci fosse stata un'esplosione di
gas proprio accanto a lui. La sparatoria di prima, ovviamente, non era abbastanza per
distrarlo dal suo stufato.

"Comunque, quell'uomo di prima era davvero orribile! Come ha potuto incolpare delle
persone in quel modo?!"

"È stato orrendo!"

"Questo posto non è per niente sporco, e non vedo scimmie da nessuna parte! Come ha
potuto essere così irrispettoso?"

"Non dovrebbe insultare la nostra intelligenza in tal modo!"

John ebbe un pensiero—che in realtà questi due non li stessero difendendo, ma


semplicemente non hanno capito lo slang dell'uomo baffuto?

John iniziò a sudare e decise di dimenticare di aver preso in considerazione questa


possibilità.

<=>

"Chi sono quei tipi in bianco?" Goose fece una smorfia.

Aveva in precedenza sentito che un gruppo di uomini in bianco era nelle cabine di Seconda
Classe, ma non avrebbe mai pensato che i suoi uomini, armati di mitra, avrebbero perso.
Tutto quello che sapeva sugli uomini in bianco era che non dovevano essere sottovalutati.

"Fate venire chiunque non sia occupato."


Su ordine di Goose, diversi uomini lasciarono la cabina, e uno accese il telegrafo per
contattare quelli nelle cabine posteriori.

"Dannazione. Prima Neider, e ora questo—potrebbe essere un test?"

"Non credo che questa operazione sarà molto facile, Goose." Disse Spike.

Goose lanciò uno sguardo all'angolo della cabina, dove Chane stava seduta in silenzio con
le braccia incrociate, e disse: "Hai ragione. Non possiamo raggiungere il Maestro Huey con
mezzi normali, dopotutto."

Goose voltò le spalle a Chane e sorrise.

<=>

"Quindi Ladd, chi sono quei tipi dell'orchestra?" Chiese a Ladd uno degli uomini in bianco.

"Una festa. Questo è tutto quello che so, ed è ciò che conta. Ho ragione?" Rispose Ladd,
con la faccia traboccante di eccitazione. I suoi amici furono confusi da questa
dichiarazione.

"Comunque, uccidete chiunque abbia a che fare con l'orchestra."

Mormorii eccitati si diffusero tra i suoi amici. Adesso che Vicky era morto, erano rimasti
solo dieci di loro. La cabina di Seconda Classe, che di per sé era molto larga, era piena
fino all'orlo.

In termini numerici, erano chiaramente in svantaggio. Ma la differenza non gli importava


molto.

"Bene! Possiamo prenderne duo o tre a testa! E saranno tutti bastardi che pensano
seriamente di prendere il sopravvento!"

L'eccitazione fece presto spazio alle grida, caricando la cabina di energia irrequieta.

"Ma non è nemmeno uno scherzo. Oltre a quelli nel vagone ristorante, gli unici nella
Seconda Classe siamo noi e quei tipi in nero."

Dentro alla cabina accanto a quella di Ladd c'erano tre cadaveri. Gli amici di Ladd si erano
presi cura di loro mentre Ladd era nel vagone ristorante.

I tre uomini in nero erano Lemuri che erano venuti a prendere possesso della Seconda
Classe. Erano stati uccisi tutti in modo diverso, l'unico punto in comune delle loro morti fu
che nessuno di loro venne ucciso istantaneamente.

"Comunque, è pericoloso stare tutti qui riuniti. Dividiamoci. Vado a dire a Lua dell'intero
piano."

Ladd sbatté la porta, armato solo di un fucile.

"Incontriamoci di nuovo quando se ne sente il bisogno! Tornate indietro quando credete di


aver fatto il pieno!"

Non ci furono dissensi. Gli uomini in bianco si sparsero per tutto il treno, con l'intenzione
di distruggere le ombre nere e corrodere il treno.

<=>

Né Goose né Ladd avevano ancora realizzato che un mostro superiore a loro fosse a bordo
del treno.

E colui che lo sapeva era l'uomo più codardo sul treno.

"Cosa… è…?"

La faccia di Jacuzzi era bianca come un lenzuolo. Rimase impalato, incapace di muoversi.

Aveva corso fino al compartimento del conducente, adesso ansimava. E lì, fu accolto da
uno spettacolo orribile.

"No! No! Non può essere! Sono… morti? Uh? Per favore, svegliatevi! Per piacere, fate che
sia solo un pessimo scherzo! Per favore, Signor Conducente! Devi svegliarti!"

L'ultima carrozza era stata tinta di rossa dal sangue.

Davanti a Jacuzzi c'era il corpo maciullato di un conducente.

E c'era un secondo cadavere accanto al primo.

Uno dei conducenti era stato semplicemente ucciso.

L'altro era stato malamente mutilato. Il suo collo era girato con un angolo innaturale, e la
sua faccia e il suo braccio destro erano completamente spariti.

Forse erano stati schiacciati o morsi—in ogni caso, il disastro lasciato alle spalle di Jacuzzi
non era sicuramente opera di un'arma da taglio. Se fosse stata una lama, non poteva che
essere una sega dentata.

La luce incandescente versava un bagliore di mistero sulla scena grottesca. Jacuzzi guardò
una pozza di sangue nell'angolo della cabina.

"È qui. Sono arrivato tardi. Ci sta già prendendo…!" Mormorò Jacuzzi tra sé. Non c'erano
lacrime nelle sue parole—era la disperazione o la sconfitta che lo stava divorando?

Il luminoso sangue nauseante brillava alla luce, sembrando quasi vino.

Poi Jacuzzi borbottò il nome del mostro--

"'Rail Tracer'…"

<=>

Tornando al vagone ristorante, la signora Beriam stava parlando con sua figlia.

"Ascoltami bene, Mary. Devi nasconderti da qualche parte con Czeslaw. Devi stare
nascosta fino a domani mattina, e tuo padre ci salverà. Andrà tutto bene."

Il vagone ristorante era sorprendentemente calmo. Tutti i passeggeri sono rimasti al loro
posto, la gamma di espressioni sul loro volta variava dalla disperazione alla speranza. A
parte i lamenti occasionali, il vagone era praticamente in silenzio.

Ovviamente a nessuno andava di ordinare da mangiare.

"Allora, Czes. Devi prenderti cura di Mary."

"Sì, signora!"
Il ragazzino annuì con decisione, e lasciò il vagone dando la mano a Mary. Aprì la porta e
guardò con attenzione intorno.

"Lei non si nasconde?" Chiese John da dietro al bancone.

"No, è meglio così. Non so perché, ma sembra che entrambe le parti mi stiano cercando…
E se mi nascondessi, causerebbe problemi a tutti gli altri a bordo." La signora Beriam
sorrise dolcemente.

"Capisco. Quindi suppongo che sia meglio per lei restare qui. E dubito che perfino persone
del genere possano uccidere due bambini."

'Ovviamente non posso parlare per il pugile vestito di bianco.' Pensò John, ma non diede
fiato alle sue opinioni. Era sicuro che anche la signora Beriam lo sapesse, ed era un motivo
in più per far nascondere i bambini.

All'improvviso Isaac e Miria alzarono la voce.

"Bene, ci siamo!"

"Stiamo andando!"

Scesero simultaneamente dai loro sgabelli.

"Dove state andando?" Chiese Fang. Isaac rispose senza perdere tempo.

"Ovvio, stiamo andando a cercare Jacuzzi!"

"E Nice!"

"Qui fuori è pericoloso!" Fang provò a fermarli, ma furono imperterriti.

"Proprio per questo stiamo andando a cercarli!"

"Stiamo andando a salvarli!"

"Non so cosa stia succedendo con i tipo in nero, quelli in bianco e il tizio con il coltello, ma
li difenderò con le mie armi e scapperò!"

"Meraviglioso!"

Isaac picchiettò la sua fondina vuota e fischiettò in modo drammatico.

"C-capisco…"

Anche John fece marcia indietro. Non solo, il fatto che conoscesse l'uomo col coltello rese
un po' imbarazzante cercare di fermarli.

'Comunque, che diamine stava pensando Nick?'

Mentre John inclinò la testa, Isaac e Miria passarono per la porta posteriore.

Contemporaneamente, la porta anteriore si aprì. I passeggeri gridarono all'unisono e


caddero a terra.

Da dietro la porta si fecero avanti gli uomini in nero, armati di mitra.


"Buonasera. Lei è la signora Beriam, ho indovinato?" Chiese il loro capo alla signora
Beriam. Gli altri uomini in nero tenevano d'occhio gli altri passeggeri, brandendo le loro
armi.

"Mi chiamo Goose. Spero lei capisca che abbiamo degli affari che richiedono la
cooperazione di suo marito. Prego, venga da questa parte."

La signora Beriam guardò duramente l'uomo chiamato Goose.

"promettimi che non farete del male agli altri passeggeri."

"Haha! Temo non sia nella posizione per negoziare. Ovviamente, suppongo sia vero che il
destino dei passeggeri dipende solamente dalla decisione di suo marito e dal governo."

Goose iniziò a trascinare la signora Beriam tenendola sotto tiro, poi si accorse che
mancava qualcuno.

"Dove potrebbe essere sua figlia?" Chiese accigliandosi un po'. La signora Beriam guardò
in già e si morse il labbro. Le sue mani erano strettamente chiuse a pugno.

"Dov'è?"

la signora Beriam alzò la testa. I suoi occhi erano in lacrime, e le labbra e i palmi stavano
sanguinando.

"Gli uomini vestiti di bianco… hanno preso mia figlia…!"

'Oh,quindi è questo che stava pianificando.' Pensò John, e si meravigliò delle doti di
recitazione della signora Beriam. Si era completamente trasformata dall'immagine di
dignità che aveva prima.

"Gli uomini in bianco, dice? Chi sono?" Il modo in cui Goose disse 'gli uomini in bianco' era
piuttosto dispregiativo, ma nascose presto il suo malcontento.

"Non ne sono sicura. Anche loro mi stavano cercando, ma per prima hanno portato via mia
figlia… oh… oh, Mary…"

"Avete la mia compassione." Disse Goose, per nulla scosso dalla recitazione straordinaria
della signora Beriam mentre fece un cenno ai suoi subordinati. "Ma temo che debba venire
con noi."

La signora Beriam lasciò il vagone ristorante, tenuta sotto tiro dagli uomini di Goose.

"Bene. Formate delle squadre da due e sorvegliate a turno questa carrozza." Ordinò
Goose.

Fece per andarsene, ma all'improvviso notò il suono del vento che soffiava attraverso la
vettura. Seguì il suono fino ad una finestra aperta accanto ad un tavolo. Non era niente di
strano, ma qualcosa tormentava l'intuito di Goose. E puntò l'arma all'uomo seduto accanto
alla finestra.

"Tu. Chi ha aperto la finestra?"

"Aah!" Sorpreso dalla minaccia improvvisa, l'uomo fece un rumore simile a quello di
Jacuzzi e urlò. "N-n-no! Non sono stato io! È stata la donna in tuta militare!"

"Una donna in tuta militare?"

"S-s-sì! Improvvisamente, quando è iniziata la sparatoria, ha aperto la finestra e si è


arrampicata fuori! Davvero! Vi sto dicendo la verità, per favore non sparatemi!"

Goose non chiese più niente all'uomo e guardò fuori dalla finestra. Poco sopra di lui poteva
vedere parte degli ornamenti della parete esterna, a portata di mano dalla finestra. C'era
una serie di superfici irregolari sulla parete, e sarebbe stato possibile arrampicarsi sul tetto
con un po' di sforzo.

'Una donna in tuta militare.'

Goose l'aveva già vista, vicino alla stiva merci. Chi diamine era?

Goose l'aggiunse alla lista degli elementi pericolosi, e lasciò il vagone ristorante senza fare
casino.

<=>

Nello stesso momento, un casinò clandestino a New York.

"Dai, Firo! Non puoi rendere queste roulette un po' più semplici?"

"Scusa, ma non dovresti dire questo nel territorio di un'altra famiglia, Berga."

Due uomini stavano parlando nel lussuoso e vivace casinò. Uno di loro era un gigante
robusto, l'altro era un giovanotto.

Il gigante di nome Berga era uno dei boss di una piccola famiglia mafiosa di New York, i
Gandor. Lui e i suoi due fratello erano i capi, e tutti insieme erano i boss
dell'organizzazione.

Il giovane chiamato Firo era l'esecutivo più giovane della Famiglia Martigio,
un'organizzazione camorristica. Era anche amico di Isaac e Miria.

In più, visto che Firo era il manager di questo casinò clandestino, era normalmente
impensabile per Berga, il boss di un'altra organizzazione, essere qui. Ma Firo e i fratelli
Gandor erano cresciuti nello stesso appartamento, come una famiglia. Certo, gli affari
erano sempre affari e la lealtà individuale doveva essere rispettata.

"Inoltre, hai anche tempo da perdere qui? Ho sentito che eravate quasi in guerra aperta
con gli Onorata." Firo menzionò il nome di una famiglia che si recentemente iniziata ad
espandere a New York.

"Come se non lo sapessi già. Sono qui perché qualcuno potrebbe essere attaccato sul
nostro territorio. E so per certo che gli Onorata non toccherebbero mai la Famiglia
Martigio."

"Non coinvolgerci, Berga. Vai a casa." Disse Firo, e alzò la mano destra dando un segnale.

Il momento successivo, un gruppo di uomini circondò un uomo in una sorprendente


striscia di vittorie nel tavolo da poker all'angolo. Uno degli uomini sollevò il braccio
dell'uomo solitario.

Diverse carte svolazzarono a terra dalla sua manica.

L'uomo fu presto trascinato in una piccola stanza, sul suo volto c'era la disperazione.

"Devo tornare a casa presto. Devo prendere qualcuno alla Pennsylvania Station domani,
quindi voglio davvero riposarmi un po', sai? Vai a casa prima che gli Onorata ti trovino qui,
Berga."
Berga inclinò la testa.

"Cosa, pure tu?"

"Uh?"

"Anche noi andremo alla Pennsylvania Station domani. Pensavo spettasse a noi di andarlo
a prendere."

"Di chi stai parlando?"

"Di chi stai parlando tu? Hai detto che ci andrai domani!" Berga iniziò ad arrabbiarsi.

"Calmati, Berga. Domani andrò a prendere Isaac e Miria. Li hai visti alla festa della mia
promozione, l'anno scorso, ricordi?" Disse Firo.

"Uh? Oh. Ohhhhh! Cosa, quegli idioti?"

"Parla per te… comunque, non fare una faccia tanto spaventosa. Tu chi andrai a prendere?
Dammi un nome."

Berga sorrise.

"Claire."

Gli occhi di Firo si spalancarono.

"Claire? Claire sta arrivando?"

"Il solo e unico!"

"Capisco… Ciò è un bene. Così Claire vi aiuterà un po'… Quindi suppongo vi lascerete gli
Onorata alle spalle." Rifletté Firo, portato a predire la sconfitta degli Onorata al solo
sentire di quel nome.

"Ovviamente non possiamo dire di essere sicuri di vincere."

"Che vuoi dire che non sei sicuro? Nei paraggi, chi non conosce il nome 'Vino'? Se perdete
con quel killer freelance dalla vostra parte, non meritate di definirvi competenti." Sospirò
Firo. Non era di buon senso riferirsi per nome ad alta voce ad un assassino in attività.

"Se c'è una cosa su cui puntare di Claire, è l'abilità. Nemmeno un genio potrebbe apparire
dal nulla e uccidere chiunque in qualsiasi momento!"

"Calmati, omaccione. D'altronde, Claire è il top quando si fa riferimento alle abilità di


combattimento e atletiche. Dovresti chiederti come fanno delle braccia tanto sottili ad
essere così forti."

Sembrava che, tra questi due, il nome 'Claire' equivalesse a un qualcosa tipo 'potere
assoluto'.

"Ehi, non mi dirai che Claire sta arrivando sul Flying Pussyfoot?" Chiese improvvisamente
Firo.

"Già! Proprio quello! Quindi sono sullo stesso treno?"

Firo si zittii all'improvviso. Si fermò per un momento, poi alzò la testa.

"In realtà, anche Maiza dice che verrà, domani." Disse esitante, menzionando il suo
superiore.

"Uh? Maiza in persona andrà a prendere quei due idioti?"

"No, non loro. In realtà, su quel treno, c'è un altro suo conoscente che lo sta venendo a
trovare…"

Firo esitò, poi mormorò con voce tranquilla.

"Un suo vecchio amico. Uno degli alchimisti divenuto immortale duecento anni fa."

<=>

Ladd si diresse verso il compartimento del conducente per cercare Lua. Doveva
oltrepassare la Terza Classe e la stiva merci se voleva arrivarci, ed era certo che gli uomini
in nero avessero già presidiato la Terza Classe.

Si divertiva fantasticando sull'uccidere i tipi in nero, quando notò che qualcuno si aggirava
sul giunto.

Ladd puntò il suo fucile verso quella figura e parlò all'uomo.

"Ehilà! Non muoverti, amico. Hai paura? Che stai facendo, trafficando qui intorno?"

Poi realizzò che la figura non era quella di un uomo in nero, ma il 'mago' grigio a cui era
passato accanto quando salì sul treno.

Il mago si voltò per guardare Ladd, e parlò senza un minimo di paura dell'arma che aveva
puntata contro.

"Non sei alleato con gli uomini in nero, vero?"

Era sicuramente la voce di un uomo.

"No." Rispose Ladd, senza abbassare il fucile. Quest'uomo era un nemico o un alleato?

"Ero semplicemente sul tetto a prendere un po' d'aria fresca. Ma adesso sembra che la
mia cabina sia presidiata."

Dalla sua voce Ladd ipotizzò che l'uomo potesse avere tra i quaranta e i cinquant'anni.
Non era giovane, ma non sembrava nemmeno molto vecchio.

I giunti di questo treno non avevano pareti o tetti, solo delle ringhiere per prevenire le
cadute. C'erano delle scalette d'acciaio sul muro accanto alle porte, quindi chiunque
sarebbe potuto salire sul tetto se lo avesse voluto.

Il mago guardò il cielo stellato con un'espressione malinconica. Vedendo la sua faccia,
Ladd abbassò il fucile.

"Ehi. Signor mago. Le cabine di Seconda Classe sono tutte libere. Usa quella che più ti
piace."

Quindi il mago sorrise da dietro al panno che aveva davanti alla bocca.

"Grazie, buonuomo. 'Mago', dici? Meraviglioso. Certo, suppongo non vada troppo lontano
dalla mia vera professione." Disse mentre passò accanto a Ladd con in mano una grande
borsa nera.

"Uhm? Cosa c'è nella borsa?"


"Vuoi dare un'occhiata? Non credo ti interesserà più di tanto." Il mago si voltò e aprì la
valigia.

Dentro c'erano bottiglie di ogni tipo di medicina, strani apparecchi, e libri scritti in una
lingue che Ladd non aveva mai visto prima.

"Hai ragione. Vai dritto… Oh, giusto! Se uno dei tipi vestiti come me cerca di fermarti, digli
che Ladd ti ha dato il permesso. Ti faranno passare."
Il mago annuì, chiuse la borsa, ed entrò in una delle cabine di Seconda Classe.

"Tch." Ladd lo guardò scomparire. "Agh, dannazione! Cos'era quello sguardo?! È come se
non gli importasse di morire! È come se fosse già morto! Non posso trattare con gente del
genere." Si lamentò, poi si ricordò di Lua e iniziò a dirigersi verso il compartimento del
conducente.

"Certo, se fosse stata una donna, sarebbe stata esattamente il mio tipo."

Ricordò gli occhi di Lua—opachi come quelli di un pesce morto—e guardò il cielo dal
giunto.

"Il tetto, eh? Si sta facendo divertente."

<=>

Una cabina di Prima Classe.

Quando Goose e gli altri ritornarono alla loro cabina con la signora Beriam al seguito,
trovarono Spike davanti al telegrafo, sembrava un po' a disagio. Goose soffocò l'impulso di
chiederglielo immediatamente, preoccupato se la signora Beriam si potesse accorgere che
stavano avendo dei problemi. Solo dopo che fu scortata in un'altra cabina di Prima Classe
che parlò con Spike.

"Che sta succedendo?"

"Beh, il telegrafo è a posto, ma abbiamo perso il contatto con i ragazzi nella stiva merci."

Erano stati designati tre uomini per sorvegliare il resto dell'equipaggiamento nella stiva
merci.

Goose inviò un ordina alla stiva merci, ma non importa quanto avesse aspettato, non ci fu
risposta.

"Forse li hanno presi gli uomini in bianco." Suggerì Spike, grattandosi la testa.

"Non abbiamo tempo per le supposizioni, Spike. Ciò di cui abbiamo bisogno è avere un
chiaro quadro della situazione."

Goose fece un nuovo gruppo da tre per andare ad investigare alla stiva merci, e li mandò
via.

Tutto a un tratto realizzò che Chane non era più nell'angolo della cabina.

"Spike. Dov'è andata Chane?"

"Oh, sembra sia andata alla caccia dei tipi in bianco. Le ho visto prendere qualche arma
mentre usciva."

La fanatica Chane poteva anche essere un membro dei Lemuri, ma si limitava a seguire gli
ordini di Huey--nient'altro. Dava la sua silente cooperazione alla missione solo per la
libertà di Huey. Forse considerava perfino Goose e gli altri come delle mere pedine per
raggiungere il suo obiettivo.

Goose si guardò intorno, assicurandosi che Chane non fosse a portata d'orecchio, e rivelò
la verità a Spike.
"Dobbiamo fargli fare più lavoro possibile. Dopotutto, non arriverà a vedere domani
pomeriggio."

<=>

Una coppia passò attraverso alla vettura di Seconda Classe. Le luci erano accese, ma
erano un po' confortati dall'opprimente oscurità del mondo esterno.

"È così buio qui. Mi sto innervosendo." Osservò Isaac debolmente.

"È freddo! E spaventoso!" Miria concordò silenziosamente ma in modo energico.

"Cosa? Va tutto bene! Io non ho freddo o paura! Quindi non preoccuparti e seguimi,
Miria!" Si vantò Isaac facendo dietrofront.

"Wow! Sei così affidabile, Isaac!"

Nessuno reagì alla loro conversazione. Il solo silenzio avvolgeva il corridoio.

"È così tranquillo. È come se non ci fosse nessuno nei paraggi. Mi chiedo dove siano andati
tutti quei tipi in bianco della Seconda Classe!"

"C'è solo una via percorribile nel treno!"

"Forse il Rail Tracer è già arrivato da loro."

"Eek!"

"Faremmo meglio a sbrigarci… Posso anche essere armato, ma nemmeno un pugile


professionista potrebbe battere il Rail Tracer!"

"È un mostro imbattibile! Come Frankenstein e il Conte Dracula!"

"Miria, Frankenstein è il nome dello scienziato, non del mostro."

"Davvero? Allora qual è il nome del mostro?"

"Uh… mi pare fosse… Mary Shelley? Penso che il suo nome intero fosse Mary
Wollstonecraft Godwin Shelley."

"Sei così intelligente, Isaac! Ma 'Mary' non è un nome da donna?"

"È pieno di uomini con nomi femminili! Inoltre, non si può sapere che nome dovrebbe
avere un mostro!" Dichiarò trionfante Isaac.

Alla sua dichiarazione ci fu una risposta di spari in lontananza.

"Venivano dalla Terza Classe?"

"No, devono venire da più lontano! Penso possa essere la stiva merci!"

<=>

Improvvisamente si sentì una voce provenire dalla radio nella cabina di Goose.

Interferenza…[-to! Qui è-] interferenza…[la stiva merci-] interferenza…[Qui è la stiva


merci! Qualcuno risponda, per favore!]

C'era talmente tanta tensione che Spike si precipitò a girare le manopole. Normalmente
parlavano via telegrafo, quindi il fatto che hanno ricevuto una trasmissione radio poteva
significare solo una terribile emergenza.

"Qui è Spike. Qual è la situazione?"

[Aiuto! Aiuto! Mandate immediatamente dei rinforzi! Gli altri due sono morti! Beh, sono
scomparsi quindi non posso dirlo per certo, ma sono andati! Sono semplicemente
scomparsi!]

"Cosa?! Con chi vi state scontrando?! I tipi in bianco?!"

[Tipi in bianco? N-no! Non è quello! Quella cosa non può essere umana! N-non l'ho vista
bene, ma… quella cosa è un mostro! Non potete sconfiggere… quella… cosa…]

"Ehi! Che sta succedendo?! Rispondimi!"

La voce alla radio divenne sempre più distante. Sembrava che il loro compagno stesse
fronteggiando il suo nemico con le spalle alla radio.

[No… stai indietro… no, no, no, no, no… NOOOOOOOOOO!]

Il suono degli spari si trasmise attraverso la radio. I suoni uscivano dal ripetitore come
un'accozzaglia di rumori, lacerando l'atmosfera della cabina di Prima Classe.

Spike, inconsciamente, si coprì le orecchie con le mani, ma in quel momento gli spari
erano già terminati.

Poi sentirono il suono di qualcosa che viene gettato a terra, seguito da un gemito
silenzioso. Il gemito svanì in pochi secondi.

Il silenzio di entrambe le parti pesava come un macigno sugli uomini in nero.

Il silenzio era occasionalmente rotto dal suono di qualcosa che sembravano essere passi in
una pozzanghera.

Spike e gli altri erano certi che non ci fossero pozze d'acqua—era il sangue che era
fuoriuscito dal loro compagno con cui avevano appena parlato.

Qualcosa stava camminando sopra quella pozzanghera—la cosa che aveva appena ucciso
uno di loro. L'essere dall'altra parte della radio, che rese nota la sua potente presenza
tramite dei soli suoni, divenne una concreta paura nelle menti dei terroristi.

"Qualcuno vada a richiamare gli uomini che sono appena andati nella stiva merci." Disse
Goose in tono serio, compensando la quiete.

C'era qualcun altro, oltre agli uomini in bianco, che li stava ostacolando. Goose diede un
pugno al muro con uno sguardo torvo.

Tuttavia, c'era qualcosa che tormentava Goose—qualcosa sulla possibile identità sul
'mostro' dall'altra parte della radio. Ovviamente non aveva modo per esserne certo.

'Quella donna in tuta militare scomparsa dal vagone ristorante…'

<=>

Mary Beriam era all'interno di un ripostiglio delle scope di un bagno della Seconda Classe,
muta come un topo.

"Vado a controllare le altre vetture, quindi nasconditi qui fino al mio ritorno, Mary. Devi
rimanere qui, okay? Non preoccuparti, tornerò." Disse Czes mentre se ne andò. Mary sentì
come se il suo cuore potesse scoppiare dalla paura.

Dopo un po' sentì improvvisamente una voce provenire dal corridoio—una voce allegra e
radiosa che non era in sintonia con la situazione attuale. Era Isaac. Essendosi accertata
dell'identità della voce, Mary si domandò per un attimo se avesse dovuto lasciare il
ripostiglio.

Improvvisamente sentì degli spari in lontananza. Mary trasalì, coprendosi le orecchie e


accovacciandosi. Era troppo spaventata per muoversi. Era così impaurita che non poteva
nemmeno gridare in cerca d'aiuto.

La voce di Isaac svanì ben presto.

<=>

"Che diamine è successo qui?"

"Whoa. Jacuzzi. Che sta… succedendo?"

Il vano del conducente era stato trasformato in un vero e proprio macello. Un paio di voci
familiari parlarono allo stordito Jacuzzi.

Jacuzzi si sollevò appena riconobbe i suoi amici.

"State tutti bene… sono così contento che siate salvi… ero così spaventato… sniff… Che
sollievo…"

"Me e Donny, comunque."

"Uh? E per quanto riguarda Nick Jack?"

Nice chinò la testa preoccupata.

"Sono stati presi. Ricordi l'orchestra in nero? Probabilmente anche loro sono rapinatori di
treni."

"Co-cosa?"

"Jack è stato catturato… Gli uomini in bianco sono stati catturati… anche Nick è stato
catturato."

"Uh… uh?"

Nice chiarì la situazione: Primo, Jack è andato nella stiva merci, dicendo che avrebbe
legato le sentinelle.

L'orchestra stava usando il primo dei tre vagoni merci, ciò significava che il bottino che
stava cercando la gang di Jacuzzi poteva essere in entrambe le altre vetture.

Nice e Donny hanno aspettato Jack nel secondo vagone, ma Jack non è tornato.

Se ne andarono per vedere cosa fosse successo, quando improvvisamente videro Jack,
legato, scappare dalla stiva merci. Gli uomini in nero apparvero da dietro di lui, armati di
mitra.

"Jack e l'uomo stavano venendo verso di noi, quindi ci siamo nascosti nell'angolo. Hanno
gettato Jack nella seconda stiva merci."
"Due tipi. Con i mitra. Usciti in corridoio. Arrivati un uomo e una donna in bianco… e sono
stati catturati. Nick venne alla fine, ed è stato catturato. È tutto."

"N-non terminare così! Quindi cos'è successo?! Jack e Nick stanno bene?"

"Calmati. Uno dei tre uomini, al momento, sta tenendo d'occhio gli ostaggi. Questo
significa che sono ancora vivi, quindi dovrebbero essere ancora al sicuro."

All'inizio, Nice e Donny, si preoccuparono che anche Jacuzzi fosse stato catturato. Si
appostarono per un po' per vedere cosa potessero fare, quindi determinarono che gli
uomini in nero non avevano intenzione di smuoversi dalla loro posizione. Decisero dunque
di andare a controllare la cabina del conducente.

"Ed è così che ti abbiamo trovato in questo casino. Cos'è successo qui, Jacuzzi? Non
preoccuparti. Sappiamo che non sei stato tu."

"Gr-grazie, Nice… M-ma, ciò è terribile! Il Rail Tracer! Il Rail Tracer è qui! Dobbiamo
andarcene di qui o prenderà anche noi! Presto! Dobbiamo salvare Nick e Jack e scappare-"

Improvvisamente sentirono degli spari di mitra in lontananza.

"Spari…?"

L'occhio solitario di Nice si spalancò sotto i suoi occhiali.

"C-che sta succedendo? Cos'erano quegli spari di poco fa? Dove stavano sparando?! Chi è
morto? Uh?!"

Cosa potevano significare quei suoni? Tutte le possibilità si manifestarono nella fantasia di
Jacuzzi, portandolo a trarre ogni tipo di conclusione.

"Sniff… aaah… Niiice… Donny…"

Il suo cervello gli suggeriva di scappare—di lasciare questo treno il più presto possibile. Ma
il suo cuore stava andando ad una conclusione diversa.

Jacuzzi riusciva a raffigurare i volti di John e Fang. Ricordò Isaac, Miria, Czes, la famiglia
Beriam, e le facce delle persone che aveva visto di sfuggita nel vagone ristorante.
Sovrapponendo queste immagini vide i cadaveri dei conducenti che giacevano al suono
davanti a lui.

Prima che se ne rendesse conto, Jacuzzi ingoiò tutti i suoi pensieri di fuga e arrivò a una
decisione diversa.

"Faremo tutto il possibile per buttare fuori da questo treno gli uomini in nero e il Rail
Tracer… Sniff… Uh? C-che sto dicendo? No, no, dovremmo scappare via, ma… ma…"

Erano un gruppo di delinquenti incalliti. Contrabbandavano alcolici e uccidevano persone—


ciò non era giustificato dal fatto che quelli che avevano ucciso fossero mafiosi. Erano dei
criminali incorreggibili, e tutto questo era colpa sua.

Ma Jacuzzi aveva sempre agito secondo quello che gli sembrava meglio. Credeva che il
proibizionismo sugli alcolici fosse sbagliato, e non gli piaceva il fatto che la mafia abusasse
di questo sistema per fare fortuna e commettere omicidi a destra e a manca. Ecco perché
decise di fare personalmente degli alcolici deliziosi e convenienti da vendere alla gente.

Prima di accorgersene, fu circondato da un gruppo di delinquenti che lo acclamavano come


loro capo.

Quando i suoi amici sono stati uccisi, ha combattuto ferocemente contro la Famiglia Russo.
E l'altra notte, anche se non aveva l'intenzione di farlo, ha finito per vendicare la morte dei
suoi amici.

Jacuzzi era a bordo di questo treno per rubare un determinato carico dal Flying Pussyfoot.
Questo carico, che anche Nice voleva, era di facile vendita finché l'interno non fosse stato
scartato. Non solo, era pericolo far arrivare il carico a New York.

Se avesse raggiunto la sua destinazione, il carico avrebbe probabilmente causato la morte


di molte persone. Jacuzzi non poteva stare a guardare mentre accadeva. Sapeva che era
un ipocrita senza speranza, ma era preoccupato che se avesse permesso che accadesse,
questo lo avrebbe reso una persona inutile.

E adesso pianificava di trascinare i suoi amici in un ancora più grande atto d'ipocrisia.

Voleva salvare i passeggeri. Era un folle pensiero bambinesco per il capo di un gruppo, che
avrebbe dovuto mettere l'attenzione per i propri subordinati sopra ad ogni cosa.

Ma sapeva benissimo che Nice e Donny avrebbero concordato con un sorriso. L'idea di
aver abusato della loro fiducia gli fece venire la nausea, ma Jacuzzi non esitò.

Era già un criminale che aveva infranto la legge e ucciso persone. Che altro avrebbe avuto
da perdere con qualche altro atto d'ipocrisia?

Si stava giustificando. Jacuzzi sapeva meglio di chiunque altro che nessuno avrebbe
accettato tali pretese inconsistenti, quindi questo era il motivo per cui si stava
giustificando da solo. Sapeva che era un pensiero egoistico, ma non gli importava.

Alla fine, era ancora un criminale.

Dopo un momento di silenzio, rese nota la sua decisione. Di quanto coraggio aveva
bisogno per esprimere a parole qualcosa che un cosiddetto 'Guerriero della giustizia'
avrebbe detto senza batter ciglio? Lacrime scendevano sul suo viso, ma non c'era un
minimo di paura negli occhi di Jacuzzi.

"Li sconfiggeremo noi stessi. Sia gli uomini in nero sia Rail Tracer."

La riluttanza scomparve dall'espressione di Jacuzzi. I suoi occhi taglienti divennero un


perfetto accostamento al suo tatuaggio.

Attese il consenso di Nice e Donny poi lasciò la cabina ricoperta di sangue.

La sua demoniaca faccia tatuata era coperta da lacrime calde.

<=>

Mary era ancora immobile nel ripostiglio delle scope.

Era passato un po' di tempo, ma non c'era ancora segno del ritorno di Czes.

Forse era già stato catturato.

La sua paura aumentava nell'oscurità mentre delle lacrime scendevano sulle sue guance.

Presto sentì il suono di dei passi provenienti dal corridoio. Poteva essere Czes, o Isaac?

Mary provò a poggiare l'orecchio al muro per sentire meglio, ma nel farlo fece cadere
accidentalmente una scopa.

Il lieve ma distintivo suono risuonò attraverso il ripostiglio.

Il suono fu così chiaro che Mary pensò che le sarebbe scoppiato il cuore.

'Per favore, fa' che quella persona non abbia sentito il rumore…'

Il suo desiderio, però, rimase inascoltato. I passi si fermarono.

Sentì subito la porta del bagno che si apriva. Quella persona, presumibilmente, non
sapeva esattamente da dove provenisse il suono. Questo escludeva la possibilità che fosse
Czes.

Paura sgorgò nel suo cuore. Lacrime traboccavano dai suoi occhi, e Mary non voleva poter
far altro che scappare via gridando.

Seppellì tali pensieri e cercò disperatamente di stare calma. Ricordò il volto di sua madre e
aspettò che passasse il tempo.

Ma il tempo, alla fine, le riservò un destino crudele.

I passi di fronte al bagno si avvicinarono lentamente nella sua direzione, e si fermarono


proprio davanti al ripostiglio.

La porta non aveva alcun tipo di lucchetto. Una semplice pressione alla maniglia avrebbe
privato Mary del suo scudo.

Ma la porta si doveva ancora aprire.

'Sto bene. Sto bene. Inoltre, potrebbe essere il signor Isaac. Potrebbe essere il signor
Jacuzzi. O potrebbe essere la mamma… forse è la mamma. Deve esserlo. Mamma è
venuta a prendermi. Per favore, mamma… mamma…'

Nella mente di Mary, la persona dall'altra parte della porta poteva essere solo sua madre.
La disperazione fece strada alla speranza, e non poteva immaginare nessun'altra
situazione.

La porta si aprì lentamente.

Mary voleva piangere per sua madre ed uscire dal ripostiglio, ma non poté farlo.

La mano che apparve tra la porta e il telaio apparteneva ad un uomo. Seguendo la grande
mano Mary poteva vedere una manica bianco neve.

Le fantasie costruite da Mary iniziarono a collassare. Il suono della distruzione le diede


modo di urlare.

Ma la sua bocca fu quindi coperta dalla mano di un uomo in bianco.

"Trovata~!"

L'uomo dagli occhi abbassati sorrise in modo maniacale mentre apriva al porta.

"Non gridare, ahaha! Mi sento un po' male per Ladd, ma penso che prenderò la ragazza!"

Mary resistette con tutte le sue forze, ma l'uomo in bianco era più forte di molti altri
adulti. Mary cercò comunque disperatamente di liberarsi.
"Smettila di dibatterti! Ahaha! Ti lancerò fuori dalla finestra prima che Ladd mi raggiunga!"

Cercò di trascinarla fuori dal ripostiglio.

"Io non sono come Ladd! Mi piace abbattere una dopo l'altra le persone più deboli di me!
Hehehehe…Hee-!"

La risata dell'uomo si fermò di colpo. Si congelò per un momento, e Mary sentì la presa su
di lei che si allentava. Colse l'occasione per spingerlo in avanti—l'uomo cadde a terra
senza opporre resistenza.

Una pozzanghera rossa di diffuse nel corridoio mentre l'uomo giaceva a terra di fronte a
Mary. Alzò lentamente lo sguardo, ignara di quanto accaduto.

C'era una donna lì in piedi.

"Eek!" Gridò appena Mary.

La donna indossava un abito nero. Aveva un coltello con del sangue che colava dalla lama.

Ma non era di questo che Mary aveva paura. Aveva scorto un inspiegabile luccichio
terrificante negli occhi della donna.

Mary finì per guardare nei profondi e puri occhi di Chane, la donna in abito nero.

Sfortunatamente, Mary si ritrovò a pronunciare un completamente diverso. Nel suo stato


attuale, riusciva a vedere l'aspetto di Chane solo come quello di un certo mostro.

"Il… Il Rail Tracer…"

<=>

"Okay. Per prima cosa, ci occuperemo delle guardie. Le attirerò fuori, così voi due gli
salterete addosso non appena escono dalla porta.”

"Bene. Lascia. A noi."

Erano nel corridoio fuori dalla stiva merci dove Jack e Nick erano detenuti. Jacuzzi bussò
alla porta.

Se Nice e Donny avevano visto bene, ci dovrebbe essere solo una guardia nella stiva.
Jacuzzi fece due passi indietro dalla porta e aspettò, appoggiato alla finestra.

Ma non importa quanto aspettò, non ci fu risposta. Forse richiedevano qualche tipo di
password? Jacuzzi si riavvicinò alla porta e bussò di nuovo. Ancora nessuna risposta.

Quindi Jacuzzi fece un respiro profondo e afferrò la maniglia. La porta cigolante si aprì
piuttosto facilmente.

La stiva era poco illuminata. C'erano due figure nell'angolo. Una di loro era accovacciata
come se stesse soffrendo, e l'altra stava guardando in direzione della porta, legato con
delle corde.

"Uh? Jacuzzi, sei tu?"

"Nick? Sono così felice che tu sia salvo-"

Ben presto la gioia di Jacuzzi si trasformò in preoccupazione. Notò che Jack, accovacciato
accanto a Nick, aveva il volto insanguinato.
"Jack!"

"Non preoccuparti. Non morirà." Nick chinò la testa con rabbia.

"Come potrei non preoccuparmi?! Cosa vi è successo?"

"È quello che vorrei sapere. Lasciando stare i tipi in nero, cosa gli prende a quel folle
vestito di bianco?"

Nick spiegò cosa gli era accaduto dopo essere stato catturato dagli uomini in nero.

Quando è stato trascinato nella stiva merci, notò che diverse persone erano state portate
lì prima di lui.

"Jack!"

"Whoa, hanno preso anche te, Nick?"

Una delle tre persone imprigionate era il suo amico Jack. Gli altri due erano un uomo e
una donna, entrambi vestiti di bianco.

Le persone in bianco non avrebbero parlato, non importa quanto tentarono di rivolgersi a
loro. Nick li lasciò perdere e cercò di parlare con Jack, ma rinunciò quando vide che la
guardia, armata di mitra, li teneva sotto stretta sorveglianza.

Dopo un po', la guardia aprì la porta ed uscì. Probabilmente era andato a farsi dare il
cambio da un suo compagno.

Passò un po' di tempo, ma non arrivava nessuno. Nel frattempo, Nick e Jack provarono a
slegarsi a vicenda, quando la porta si spalancò improvvisamente.

Sollevando gli occhi confusi, videro un uomo vestito di bianco. O per meglio dire, aveva un
abito bianco con macchie rosse su tutto il vestito.

"Grazie! Fanculo! La star è qui!" Gridò l'uomo spudoratamente. Assunse una strana posa
mentre camminava nella stanza e fece una piroetta.

"Uhm? Cos'è? Cos'è? Non ci sono guardie, nulla di nulla! Che noia! Comunque, sono così
contento che tu stia bene, Luaaaaa!"

"Non era per niente preoccupato per me?" Il tipo legato vestito di bianco parlò per la
prima volta. Nel frattempo, la donna mormorò "Grazie" in modo quasi inaudibile.

Nick e Jack sorrisero a vicenda, sollevati da questo colpo di fortuna. Tuttavia, l'uomo
vestito di bianco slegò solo l'uomo e la donna e fece per andarsene.

"E-ehi! Compare, non sleghi anche noi?"

L'uomo si voltò verso Nick e Jack con uno sguardo confuso.

"Uhm? Perché dovrei farlo? Che me ne viene se vi slego? Farete qualcosa per me? Se
fosse stati una donna, avrei chiesto un bacio! Ma siete due ragazzi! Perché non vi limitate
a morire e basta? Se moriste, forse, verreste rimpiazzati dalla nascita di un paio di donne!
Quindi limitatevi a morire, intesi? Perché è questo il vostro destino. E se si tenta di
ostacolare il destino, si muore!"

L'uomo si voltò sul posto e li stuzzicò senza pietà. Jack, rosso dalla rabbia, fu provocato al
punto di alzare la voce.

"Chiudi il becco, figlio di puttana! Slegaci subito!"

L'uomo emozionato non provò nemmeno a replicare, mentre camminò vertiginosamente


verso l'uscita con i suoi amici.

"Fermo lì, pezzo di merda! Non ho finito di parlare con te!"

"Smettila, Jack, proviamo a slegarci da soli."

Fu in quel preciso momento—il momento in cui Nick disse il nome di Jack—che un volto si
infilò attraverso la porta della stiva merci. Era lo strano tizio che era uscito un attimo fa.

"Uhm? Come? Ho appena sentito il nome ‘Jack’?"

Tagliò corto e slegò velocemente Jack.

"Che stai facendo?" Chiese Nick, ma l'uomo guardava solo Jack.

"Quindi ti chiami Jack, uh? Interessante! È finalmente arrivato il momento di vedere se


tutti quelli di nome Jack sono dei bravi pugili o meno! Iniziamo!"

Nel momento in cui annunciò l'inizio dell'incontro, spinse il suo pugno nel volto di Jack.

"In seguito è andata davvero male. Ha continuato a colpire Jack per tutto il tempo… poi
abbiamo sentito degli spari dalla cabina di fronte a questa, e finalmente si è fermato."

Dopo aver sentito gli spari, l'uomo con l'abito bianco macchiato fece un sorriso e corse in
direzione del suono degli spari.

"Jack sarebbe potuto morire se non si fosse fermato." Mormorò Nick. Jacuzzi controllò di
nuovo il viso di Jack.

Respirava con difficoltà, e la sua faccia era talmente gonfia che non si poteva capire
nemmeno di che colore fossero i suoi occhi.

Jacuzzi strinse gli occhi e serrò i pugni. Nick si scostò un po' da lui e sussurrò a Nice e
Donny, "Ehi. Non ditemi che Jacuzzi sta facendo sul serio?"

Nice annuì. "Già. Non lo vedevo così da quando la famiglia Russo ha ucciso otto dei
nostri." Sussurrò.

"Quello è stato un bel casino."

"Ha conciato per le feste diciotto dei Russo in un solo giorno. Ed ha pianto per tutto il
tempo."

Questo è quello che rese nota la faccia di Jacuzzi, portando a distribuire dei volantini da
ricercato tra la Famiglia Russo. È tornato il solito codardo di sempre dopo i funerali dei
suoi amici uccisi.

Non sono stati in grado di trovare delle tombe appropriate per loro, quindi hanno scavato
un appezzamento di terra vuoto di un cimitero. Era un finale migliore, almeno, che doverli
seppellire sotto le assi del pavimento come nelle baraccopoli. Alcuni giorni dopo,
trascinarono un prete di loro conoscenza per tenere un funerale per i loro amici. È stato
solo in seguito che Jacuzzi sembrò finalmente ritrovare la sua paura, scusandosi con i suoi
amici con la testa china.

"Non sembra arrabbiato come prima, è successo qualcosa?"

"Beh… ti spiego dopo."

Jacuzzi era già fuori, quindi non c'era tempo per le chiacchiere. Nick sorreggeva Jack con
la spalle, fregandosene che i suoi vestiti si stessero macchiando di sangue.

"Whoa. Porterò. Io Jack."

Donny tenne Jack al posto suo, e i delinquenti lasciarono la stiva merci.

Poi Jacuzzi notò che la larghezza della stiva era troppo stretta per corrispondere alla
lunghezza della vetture. Notò anche che il colore del muro di fondo era leggermente
diverso da quello del pavimento e del tetto.

Adesso era certo che il loro obiettivo si trovasse tra queste mura.

"Che c'è, Jacuzzi?"

"N-non è niente, Nice. Andiamo."

Jacuzzi non rese nota la sua scoperta--dopotutto, avevano ancora tempo, e al momento
dovevano occuparsi di un'altra faccenda.

Ma sapeva anche che, a seconda delle circostanze, sarebbe potuto indietro per questo
carico segreto—un gran quantitativo di un nuovo modello di esplosivo, e delle bombe che
erano stati perfezionate da loro.

<=>

"Che mi dici di questo? Che ne pensi? Non è stupendo? Emozionante, non è vero? Oh, che
diamine? Dannazione! Sarei dovuto entrare normalmente invece di camminare per il
tetto!"

Ladd stava danzando nel corridoio davanti alla porta del primo delle tre stive merci.

"Che è successo…?"

Gli occhi di Lua si offuscarono ancora di più. Stava guardando dritto nella stiva merci,
dietro alla porta aperta.

Improvvisamente udirono un grido dall'estremità del corridoio.

"Lì! Li vedo!"

Nice e Jacuzzi tentarono di fermare Nick dal gridare, ma era troppo tardi. Nice e Jacuzzi si
prepararono, ma i tipi in bianco stavano guardando verso di loro, niente di più.

"E quelli in nero?"

Jacuzzi e gli altri camminarono con cautela verso gli uomini in bianco. Pianificava di
chieder loro il perché avessero fatto del male a Jack, e a seconda della risposta, avrebbe
fatto ricorso alla violenza.

Ma le parole di Ladd scombussolarono i loro piani.

"Ehilà! Quindi il piccolo Jack stava con voi? Quel perdente che ha cercato di combattere
una mitragliatrice con una tovaglietta è ancora vivo Jacuzzi Splot?" Chiese non appena
vide Jacuzzi.

"?!" Jacuzzi era scioccato. Come faceva a sapere il suo nome?

"Uhm? Dove ho lasciato le mie buone maniere? Mi chiamo Ladd Russo. E ciò dovrebbe farti
capire il perché io conosco il tuo nome. E se questo non ti suggerisce qualcosa, sei un
completo idiota, ma credo che anche questo sia parecchio divertente, a suo modo!"

"Russo…!"

Jacuzzi e gli altri divennero tesi. Non sapevano in che modo quest'uomo fosse collegato al
don, Placido, ma non c'era dubbio sulla sua affiliazione al loro nemico.

"Oh, quindi mi hai riconosciuto? Che peccato. Speravo in qualche emozione. Ah, ecco.
Comunque, perché siete su questo treno? Cosa vi fa pensare di essere abbastanza
qualificati per questo posto? Stiamo per prendere il controllo, sai? Stiamo per uccidere
circa metà dei passeggeri—o forse tutti! Se non vuoi farti uccidere da noi, salta già e
muori! Non ci ostacolare!" Sostenne Ladd, gesticolando come se stesse cacciando via un
cane.

Splash.

Jacuzzi venne interrotto prima ancora di poter parlare da un rumore improvviso.

"…?"

Il suono si sentì appena Ladd gesticolò a Jacuzzi di andare via.

Le onde che si diffondevano sotto i piedi di Ladd spiegarono tutto sul suono.

Una pozza di liquido rosso usciva dalla stiva merci. Era identica alla scena all'interno del
vano conducente.

"Siete curiosi su questa stanza? Perché non date un'occhiata? Se avete stomaco per farlo,
comunque." Ladd ridacchiò, cercando di provocare Jacuzzi. Ma la gang di Jacuzzi restò
composta.

"Cauti, eh? Dicono che essere cauti e codardi siano due cose diverse, ma essere cauti non
fa di te anche un codardo? Quale dei due sei?" Ladd rise. Jacuzzi guardò indietro
freddamente.

"Adesso non abbiamo tempo per affrontarvi. Ma forò in modo che più tardi la pagherete."

"Piuttosto audace, non è vero, Piccolo Piagnucolone? Sei completamente diverso da prima.
Il conducente ha fatto il prepotente con te prima che arrivassi qui?"

"I conducenti sono entrambi morti. Non siete stai voi, vero?" Chiese Jacuzzi.

Ladd e gli altri reagirono visibilmente.

"Sono morti? entrambi?"

"Già."

"Entrambi? Non c'era nessun altro?"

"?"
Jacuzzi aggrottò la fronte. Perché Ladd era così meticoloso a riguardo?

"Andiamo… dirigiamoci al compartimento del conducente." Disse Ladd ai suoi due amici, e
si incamminarono in direzione di Jacuzzi.

Jacuzzi e gli altri si irrigidirono. Nick prese il suo coltello, e Nice tirò fuori una piccola
bomba e uno zippo. Ma Ladd si mise le mani in tasca e gli passò accanto con disinteresse.

"Siete fortunati. Adesso non ho tempo per voi."

L'eccitazione di Ladd era svanita. La sua voce sembrava quasi ansiosa.

Nel momento in cui la gang di Ladd li passò completamente, Nick parlò.

"Ehi, Jacuzzi. Possiamo lasciarli andar via così facilmente?"

"Sì. Va bene. Abbiamo altro di cui occuparci prima."

Jacuzzi aveva difficoltà a credere che Ladd avrebbe davvero mantenuto la sua promessa di
uccidere tutti i passeggeri, e decise di dare priorità allo sconfiggere l'orchestra in nero e il
Rail Tracer.

Anche la sanguinosa stiva merci di fronte a loro riguardava Jacuzzi.

Proprio mentre fece un passo davanti alla porta, tuttavia, Ladd gridò dall'altro capo della
vettura, nel momento in cui stava per uscire nel giunto.

"Giusto per farvelo sapere, non siamo noi i responsabili di quel casino!"

Jacuzzi si voltò senza dire una parola e camminò sul tappeto macchiato di sangue. Si girò
a guardare lo spettacolo.

Inizialmente, Nick pensò che una botte di vino fosse stata riversata nella stiva merci.

Jacuzzi e gli altri, nel frattempo, avevano visto una scena molto simile nel vano del
conducente. Non ebbero particolari problemi a riconoscere la scena.

La stanza era inondata di sangue. La luce incandescente che rifletteva le pozze di sangue
emanava un bagliore misterioso, facendo quasi sembrare caldo il sangue sul pavimento.
Ma il calore si trasformò in paura quando videro l'oggetto in mezzo alla stanza.

La cosa che giaceva in mezzo alla stanza stava indossando uno smoking nero.

Era facile dire che non fosse più una persona ma un oggetto—qualcosa oltre alla grande
quantità di sangue fu abbastanza da farglielo capire.

Il cadavere vestito di nero era privo della parte inferiore del corpo.

Il taglio non poteva essere in alcun modo definito netto. Infatti, sembrava più che l'uomo
fosse stato strappato in due. Nick rimase in silenzio per un attimo, poi corse verso la
finestra del corridoio.

Sentirono la finestra aprirsi e il suono del vomito intenso. Jacuzzi e Donny guardarono il
cadavere, e l'occhio solitario di Nice valutava con attenzione l'ambiente circostante. I
bagagli dell'orchestra erano accatastati in grandi mucchi su entrambi i lati della stanza, e
molte valigie erano aperte. Su una delle scatole c'era una strana macchina, ma era
impossibile dire per cosa fosse stata usata.
Nel momento in cui Nice alzò lo sguardo, però, il suo occhio si pietrificò.

"Jacuzzi…"

Jacuzzi, in seguito alla sollecitazione di Nice, si guardò intorno. L'occhio di Nice guardava
fisso il soffitto.

Jacuzzi alzò lo sguardo a sua volta, e trasalì.

Sul soffitto c'era una macchia di sangue quasi nulla in confronto alla catastrofe per terra.
Il problema, tuttavia, era il fatto che un tale quantitativo di sangue fosse arrivato al
soffitto.

Era impossibile per un cadavere espellere quel sangue da terra.

Lacrime scendevano sul volto di Jacuzzi, ma non aveva più paura del Rail Tracer. Anzi, si
sentì ancora di più nel baratro alla vista di quello che questo mostro fosse capace di fare.

Il soffitto insanguinato non era l'unica curiosità della stanza.

C'era una grande porta scorrevole dall'altra parte del vano, usata per issare il carico
direttamente dalla piattaforma. Al momento era semi-aperta.

Il paesaggio al di là della porta era immerso nell'oscurità, come se ci fosse un grosso buco
nel muro.

Il treno stava passando attraverso una foresta, e la fioca luce della luna dava un bagliore
misterioso agli alberi a cui passavano accanto, dandogli l'aspetto di delle mani che
gesticolavano attraverso il buco.

Ancora più strano, trovarono delle impronte sul pavimento.

Non tutto il suolo era coperto di sangue. C'erano parti del pavimento che avevano
mantenuto il loro colore originale, sopra la quale c'erano delle impronte rosse.

All'inizio Jacuzzi pensò che Ladd e gli altri avrebbero potuto girare per la stanza, ma scartò
subito l'idea.

Le impronte portavano chiaramente in una direzione.

Dopo aver vagato per la stanza, il proprietario delle impronte ha lasciato la stanza senza
troppa cura, attraverso al porta che conduceva all'oscuro mondo esterno.

Finalmente Nick si riprese, dopo aver svuotato il contenuto del suo stomaco.

Nel momento in cui stava per tornare dai suoi amici, tuttavia, notò qualcosa con al cosa
dell'occhio. Aveva individuato qualcosa di rosso dietro alla porta che dava sul giunto della
parte anteriore della vettura.

"Ehi, ragazzi? Venite qui un secondo."

Jacuzzi e gli altri potevano intuire dalla voce ansiosa e dalla faccia pallida di Nick che
qualcosa non andava per il verso giusto.

Uscirono con cautela nel corridoio trovarono Nick in preda ai sudori freddi.

"Penso ci sia qualcosa qui sopra, vicino al giunto più avanti."


Jacuzzi e gli altri furono improvvisamente presi da una strana sensazione. Si sentirono
come osservati da qualcosa dal giunto che Nick aveva indicato.

"Guardiamo fuori al tre… Uno, due, tre!"

Tutti tranne Jack, il quale era sulle spalle di Donny, guardarono il giunto.

E lo intravidero—la vista di una creatura rossa che si muoveva dal giunto al fianco del
treno.

La cosa si era spostata dal loro campo visivo. Era troppo veloce per la gang di Jacuzzi
poterne capire la forma, ma adesso erano sicuri che 'qualcosa' di rosso girovagava per il
treno.

Jacuzzi e gli altri uscirono con cautela nel giunto, ma non potevano più vedere nulla.

Non lo vedevano più, anche nella vettura prima di quella di Terza Classe.

"Forse è salito sul tetto."

Si guardarono l'un l'altro e annuirono, quindi salirono sul tetto della carrozza.

"Non puoi salire con Jack, passa per il corridoio, Donny. Fai attenzione ai tipi in nero,
capito?"

"Capito. Lascia. A me."

Donny annuì, poi si incamminò nel corridoio.

"Aspettaci nel giunto successivo, okay, Donny?" Disse Jacuzzi dal tetto, mentre iniziava ad
andare contro il potente vento.

<=>

Cosa potevano essere quegli spari?

Isaac e Miria si incamminarono prudentemente nel corridoio.

C'era solo una carrozza di Terza Classe sul treno. E un'enorme figura si stagliava di fronte
alla coppia, che avevano aperto la porta per entrare nella vettura.

Era un gigante dalla pelle marrone, con un giovane insanguinato sulla sua spalla.

Donny si avviò per il corridoio della Terza Classe. Le cose erano andate bene finora, ma
non poteva abbassare la guardia.

Nel momento in cui arrivò alla porta del giunto, però, la porta si aprì.

Davanti a lui apparì un uomo vestito da pistolero e una donna vestita come una ballerina.

L'abito della donna era di un rosso brillante, quasi come se fosse stato intinto nel sangue.

Un imbarazzante silenzio avvolse l'uomo e la coppia quando si trovarono faccia a faccia.

"…Ci scusi."
Isaac chiuse lentamente la porta.

"Co-co-co-cosa era quello?! P-potrebbe essere lui il Rail Tracer?!"

"Eeeek! Stiamo per sparire!"

"Whoa. Un abito r-rosso. Quella donna… Rail Tracer?"

Tre persone, divise da una sola porta, iniziarono a sudare freddo. Il silenzio li avvolse nel
momento in cui sentirono le voci dell'altro. Solo il suono del treno in corsa e il fischio del
vento si facevano strada attraverso la porta tintinnante.

Infine Isaac fece un respiro profondo e parlò timidamente.

"Uhm… Ciao?"

"Per piacere, rispondici!"

"Uh."

Sentirono una voce molto profonda rispondere alla chiamata di Miria. Doveva provenire
dal gigante che avevano appena incontrato.

"Uhm… Il Rail-! Io, uh, intendo, sei, per caso, il Rail Tracer?"

"Un mostro! …Voglio dire, sei un mostro?"

"Gah… Non sei tu… il Rail Tracer?"

Silenzio.

"Ehi, Miria, sei il Rail Tracer?"

"No! Probabilmente no!"

"Allora va bene! Ti credo, Miria! Ehi dall'altra parte, gliel'ho chiesto, e non credo lo sia!"

"Yay! Isaac crede in me!"

"Oh. Contento."

Sentirono un sospiro di sollievo dall'altro lato della porta.

"Uhm, quindi, non sei il Rail Tracer?"

"Non lo sei?"

"Uh. No."

"Allora che mi dici dell'uomo sulla tua spalla?"

"Stai per mangiarlo?"

"No. Questo tipo… Mio amico. Ferito. Lo trasporto… per aiutarlo."


Infine, Isaac e Miria aprirono la porta, il tono della loro voce fece inversione a U.

"Quindi, dopotutto, non eri un mostro! Stavo quasi per farti delle offerte! Mi dispiace!"

"Non eri un mostro!"

"Sei un bravo ragazzo che si prende cura del suo amico!"

"Uh… Voi… Chi?"

Donny sembrò finalmente aver abbassato la guardia, parlando in modo imbarazzato con
Isaac e Miria.

"Io e Miria? Uhm. Potremmo sembrare come Miria e un normale pistolero, ma in realtà,
siamo Isaac e Miria!"

"Magnifico, Isaac!"

"Uhm…?" Donny era confuso. "Co-cosa… state facendo?"

"Stiamo cercando i nostri amici."

"Vedi, dobbiamo trovare i nostri amici prima che vengano divorati dal Rail Tracer!"

Donny era ora convinto che questi due non fossero suoi nemici. Si rese conto anche che la
storia del Rail Tracer fosse più conosciuta di quanto credesse all'inizio.

Certo, non aveva modo di sapere che quella coppia fosse la causa dell'intero disastro del
Rail Tracer. Non solo, non aveva idea che l'amico che stavano cercando fosse il suo capo.

"Capito. Voi. Brave persone."

Un ombra fu gettata sul volto di Isaac.

"Una brava persona, uh? Temo ci sia un enorme equivoco. Ma spero che un giorno saremo
in grado di ottenere quel titolo in modo opportuno."

"Ecco perché stiamo cercando di fare buone azioni! Anche se il resto del mondo non ci
riconosce, continueremo a fare buone azioni finché non saremo soddisfatti! In precedenza
abbiamo fatto delle brutte cose, ma vogliamo rimetterci in pari!"

"Uhm?"

Donny si trovò inspiegabilmente imbarazzato dal sorriso di Miria, il quale contrastava di


netto con l'espressione di Isaac. Non capiva di cosa stessero parlando, ma Donny era certo
che fossero brave persone.

"Spero… troviate. Amico. Presto."

"Grazie! Spero che il tuo amico sulla spalla si riprenda in fretta!"

"Una ciotola di zuppa di pollo dovrebbe funzionare!"

Dopo di ciò, i due partirono per le vetture di fondo.

"Uh. Vestiti bianchi. Pericolosi! Statene lontani." Gli gridò Donny. La coppia fece un cenno
e lo ringraziarono.

Donny ricambiò e li salutò, poi uscì sul giunto e aspettò con calma Jacuzzi e gli altri.
<=>

Nel frattempo, in una cabina ad appena una porta di distanza dal corridoio dove Donny ha
incontrato Isaac e Miria--

"Ehi. Senti qualcosa?" Chiese un uomo in bianco—uno degli amici di Ladd.

Il gioco al massacro era già terminato in questa cabina di Terza Classe.

Nella stanza c'erano cinque persone, tre di loro a terra. Una persona era inginocchiata di
fronte a quelli a terra, e l'ultimo uomo stava in piedi accanto alla porta.

L'uomo inginocchiato guardò in basso verso le tre figure e iniziò a ridere in modo isterico.

Quelli che si muovevano ancora erano vestiti di bianco.

Quelli che giacevano al suolo, di nero.

"Ehi, mi stai ascoltando?"

"Hyaahahahahaha! Ahahahahaha! Hahahaha!"

"Ehi, tu e il capo potete anche goderci nell'uccidere persone, ma io ci sto dentro per i
soldi. Ho bisogno della mia paga, quindi, per favore, cerca di stare attento…"

"Gyahahahahaha!"

I due avevano eliminato gli uomini in nero, e adesso si stavano prendendo una pausa nelle
cabina. Forse si stavano ancora riprendendo dall'eccitazione dell'uccidere.

L'uomo accanto alla porta, stufo delle risate infinite del suo compagno, poggiò l'orecchio
alla porta.

"Hyahahahaha! Ahahahaha!"

Riusciva a sentire vagamente la voce allegra di una donna e di un paio di uomini.

"Eeeeeheheheheheheh! Waaaaahahahaha!"

"Ehi, chiudi quel forno!" Gridò senza nemmeno guardarlo.

"Hahahahaha! Ahahaha! Aha-!"

La risata si fermò improvvisamente.

'Finalmente.'

L'uomo in bianco non diede molto peso al silenzio mentre cercava di concentrarsi al meglio
sulle voci provenienti dall'esterno.

Le voci divennero più distanti. Si stavano probabilmente dirigendo verso i vagoni di fondo.

"Ehi. Andiamo."

Mise la mano sulla maniglia, ma non sentì alcuna risposta.

"Ehi…?!"

Si girò, e ammutolì.
Il suo compagno non era più lì.

La cabina di terza Classe non era affatto piccola, ma era completamente vuota. Non c'era
alcun posto per nascondersi.

"Ehi! Dove diamine sei finito?"

Si girò in cerca del suo alleato, ma non ricevette risposta.

Una cosa, tuttavia, lo tormentava—la finestra spalancata. Era certo che, fino a un
momento prima, la finestra fosse stata chiusa.

La finestra inutilmente grande era aperta abbastanza da permettere l'entrata e l'uscita di


un uomo adulto con facilità.

"Uh… è caduto dal treno?"

L'uomo in bianco camminò in modo incerto verso la finestra.

Ma nel momento in cui alzò una gamba per scavalcare uno dei cadaveri, 'quella cosa'
apparve dalla finestra.

Una figura rosso scura si lanciò attraverso il buio ed entrò nella cabina.

Passò un po' di tempo.

Non rimase nessuno nella cabina.

Uomini in bianco e uomini in nero erano stati ugualmente eliminati del tutto.

<=>

"Mi dispiace, siamo in ritardo, Donny. Attraversare il tetto è stato più difficile di quanto
pensassi. L'abbiamo fatto quasi a carponi."

Jacuzzi e gli altri scesero nel giunto.

"Jacuzzi. Tutto bene?" Chiese Donny.

"Sì. Il tetto era a posto. Né Rail Tracer, né niente. È stato un po' spaventoso, dal momento
che dovevamo vedere grazie alla luce della luna, ma non abbiamo visto nessuna ombra
rossa."

-----

"Oh no!"

"Eeek! Cosa c'è, Isaac!?"

Miria si aggrappò nervosamente a Isaac, spaventata dalla sua improvvisa uscita.

"È terribile! Ci siamo scordati una cosa della massima importanza!"

"Co-cosa può essere?"

Isaac parlò con la massima serietà.


"Abbiamo dimenticato di comprare un regalo per Ennis…"

Silenzio. Miria abbassò la testa per abbastanza tempo da prendere fiato, poi alzò lo
sguardo.

"C-che dovremmo fare? Non possiamo andare a trovare Ennis a mani vuote! No! Non è
giusto! Non possiamo!"

Non appena le lacrime sgorgarono dagli occhi di Miria, Isaac cercò istantaneamente di
tirarla su di morale.

"Non piangere, Miria. Ho un piano."

"Che piano, Isaac?"

"Possiamo comprarle un regalo a New York! Dopotutto, dicono che tutti amano i regali di
New York."

Il volto di Miria si rallegrò.

"È perfetto! Sei così intelligente, Isaac!"

"Ovvio, ovvio! Ahahaha!"

Mentre la coppia rideva, raggiunsero l'entrata della seconda stiva merci.

All'inizio furono in preda al panico quando si imbatterono nei cadaveri e nel sangue della
prima stiva merci, ma quando realizzarono che non era Jacuzzi, ritrovarono
improvvisamente la loro calma.

Isaac si fece una croce sul petto e cantò un inno con le mani sopra il cuore.

Miria, a sua volta, pianse i morti attraverso una cerimonia di diversa denominazione.

Rimasero calmi e raccolti anche in presenza di un cadavere violentemente mutilato, come


se fossero abituati a questa vista. Ma desideravano veramente che i morti riposassero in
pace.

Isaac e Miria lasciarono quindi la stanza come se niente fosse accaduto.

E si erano persi in questa discussione irrilevante mentre si dirigevano alla carrozza


successiva.

Erano all'entrata della seconda stiva merci. Isaac aprì lentamente la porta, e vide che il
corridoio era vuoto.

Fece un sospiro di sollievo e si preparò per andare avanti, quando uno sparo risuonò nel
vagone.

"!"

La coppia si rannicchiò per il terrore e chiuse di fretta la porta del giunto.

"Co-co-cosa è stato?"

"Ho paura!"

Quando guardarono nel vagone successivo attraverso il finestrino della porta, videro delle
persone uscire dalla porta della stiva merci. Erano in tre—tutti vestiti di bianco, ma uno di
loro aveva l'abito coperto da macchioline rosse. Nella sua mano c'era un fucile fumante.

Isaac, in ansia, cercò di vedere cosa stesse succedendo, poi notò che il trio stava
camminando proprio verso di loro.

"Si mette male, Miria! Dobbiamo nasconderci!"

"Come i servizi segreti!"

Si precipitarono nella prima stiva merci, si chinarono accanto alla porta, e fermarono i loro
respiri.

Certo, anche se i loro respiri si erano calmati, continuarono a chiacchierare.

"Ascolta, Miria… Penso che quei tipi debbano essere le 'persone pericolose' di cui ci parlava
prima l'omone."

"Eeek!"

"Va tutto bene, Miria. Non hanno possibilità contro il mio miliardo di armi!"

"Davvero?"

"Certo! Ti ho mai abbandonata, Miria?"

"No! Mai! Sono ancora viva, dopotutto!"

"Vedi? Quindi lascia fare tutto a me!"

"Va bene!"

Isaac e Miria smisero finalmente di chiacchierare e concentrarono la loro attenzione alla


situazione esterna.

Ben presto sentirono una porta aprirsi. Era probabilmente la porta della seconda stiva
merci. Era a meno di due metri dalla porta dietro la quale si erano nascosti. Il suono dei
passi, accompagnato dalle voci, si avvicinava.

"Perché hai dovuto ucciderlo, Ladd? Era davvero un buon affare."

"Vero, era una buona offerta. Ma avete visto il suo sguardo? Agendo come se non ci fosse
modo che venisse ucciso da me! Pensava seriamente che non l'avrei ucciso! Mi stava
guardando dall'alto in basso! Ladd Russo! Beh, ad essere onesti, l'ho fatto fuori
semplicemente perché era fastidioso e irritante."

"Ma però-"

"Hai visto quello sguardo fastidioso sul suo volto? Perfino quando gli ho fatto saltare la
faccia ha agito come se niente fosse! …Dannazione, quant'è fastidioso…"

I suoni si fermarono davanti alla porta, ma la stessa non si aprì.

Isaac e Miria sentirono in seguito le voci che si allontanavano—andando verso l'alto.

"???"

Dopo un breve lasso di tempo, Isaac guardò fuori attraverso il finestrino della porta, ma
sul giunto non c'era nessuno.
"Qui non c'è nessuno…"

"Una scomparsa da una stanza chiusa!"

Aprirono la porta e videro che non c'era davvero nessuno. Solo la fredda aria invernale
teneva loro compagnia.

L'aria gli rinfrescò le teste, e Isaac ricordò che uno dei nomi che aveva appena sentito gli
fosse familiare.

"Mi stava guardando dall'alto in basso! Ladd Russo!"

"Ladd Russo!"

"Ladd Russo!"

"Russo?"

Era sicuro che avessero già sentito questo nome.

Isaac e Miria erano ladri. Solo quella mattina avevano rubato un grande quantitativo di
soldi da un trasportatore della mafia.

"Miria… riguardo ai soldi che abbiamo rubato oggi. Mi ricordi a quale Famiglia li abbiamo
rubati?"

"Era la Famiglia Russo!"

Il brutto presentimento di Isaac divenne realtà.

E il suo cervello giunse a una conclusione del tutto inaspettata.

"Capisco… Allora, per quanto sorprendente possa essere, deduco che quei tipi in bianco
devono star cercando noi!"

"Eek! Inseguitori?" Miria tremava in modo drammatico. Isaac la abbracciò forte e annuì.

"Non preoccuparti, Miria. Ne usciremo sani e salvi. Sfuggiremo alle grinfie dei tipi vestiti di
bianco e del Rail Tracer!"

"Quindi faremmo meglio a sbrigarci a trovare Jacuzzi e il conducente!"

"Sì, sì! Lo faremo presto! Dopotutto, davanti a noi non ci dovrebbe essere nessuno-"

Isaac ebbe un'idea.

Il sentiero davanti a loro dovrebbe essere, per logica, privo di persone.

Quindi chi si è beccato lo sparo di Ladd di poco fa?

"AAAAAHHHHH! Jacuzzi! Svegliati! Le tue ferite non sono così gravi! Devi vivere!"

"Le tue ferite sono a posto!"

Il duo iniziò a dire delle informazioni senza conferma mentre correvano per il corridoio e
arrivarono all'entrata della stiva merci.

Tuttavia, una sorpresa li aspettava.


"Uh? Non c'è nessuno."

"È vuoto!"

Non c'era nessuno nella stiva merci—niente persone, niente feriti, nemmeno cadaveri.

"È strano. Potrei giurare di averli sentito parlare di aver sparato e ucciso qualcuno qui."

"Hanno detto di aver ricevuto un'offerta da qualcuno, ma hanno rifiutato e ucciso la


persona!"

Isaac e Miria espressero i loro dubbi ad alta voce mentre controllavano minuziosamente la
stanza, ma non riuscirono a trovare nemmeno una goccia di sangue.

La loro ansia aumentava mentre continuavano la loro ricerca.

C'era qualcosa su questo treno, ma non era vestita né di nero né di bianco.

Mentre la loro immaginazione diventava lentamente realtà, aumentarono il ritmo della loro
ricerca di Jacuzzi.

<=>

Nel frattempo, Jacuzzi stava andando nella direzione opposta in cui erano diretti Isaac e
Miria. Si stava dirigendo verso il muso del treno, ed era ormai quasi di nuovo al vagone
ristorante.

Si fermarono poco prima di uscire dalla vettura di Seconda Classe. Nice uscì nel giunto per
controllare la situazione.

Lungo la strada avevano scoperto il cadavere di uno dei tipi vestiti di bianco, ma non si
soffermarono molto a lungo.

Il cadavere era stato tagliato con un oggetto appuntito, quindi stabilirono che si trattasse
del lavoro di uno dei neri.

Arrivati a questo punto, sia i neri che la banda di Ladd, erano delle minacce significative,
ma il più terrificante era il Rail Tracer—il mostro che si nascondeva da qualche parte sul
treno.

"Situazione del vagone ristorante?"

"Non buona. Ci sono due tipi di guardia, e hanno entrambi dei mitra. Sembrano molto
seri." Nice fece il punto della situazione. Jacuzzi era in difficoltà.

"Sono ancora tutti nel vagone?"

"Beh…"

Nice esitò un momento, poi parlò a malincuore.

"Non so dirti delle persone ai tavoli, ma al bancone non c'è più nessuno."

"Co-cosa? Che intendi?"

Nice disse loro che Isaac, Miria, Czes, e la famiglia Beriam erano tutti scomparsi dai loro
posti. Forse si erano spostati in un punto che non era visibile dal loro punto di vista, ma
ciò che era certo era che loro non fossero più al bancone.
"Forse sono stati portati da qualche parte…"

"Persone che conosci? Può essere si siano seduti sotto ai tavoli o qualcosa del genere?"
Chiese Nick a Jacuzzi.

"Ammetto che la mia vista non sia un gran che, ma lasciando da parte i Beriam, non avrei
mai potuto non scorgere Isaac e Miria." Sostenne Nice, il suo tono di voce era formale in
presenza di Nick. Si tirò su gli occhiali. "Non avrei mai potuto non vedere il costume di
Isaac o il vestito rosso brillante di Miria."

Nick sembrava confuso. Donny annuì.

"Whoa. Strano."

All'improvviso, Jacuzzi e gli altri sentirono un gemito. Divennero tesi per un attimo, ma poi
capirono che proveniva dalle vicinanze della spalla di Donny.

"Jack!"

Sembrava che il sangue sulla sua faccia si fosse asciugato. Aprì lentamente la bocca per
parlare, macchie di sangue cadevano dal suo viso.

"Donny… idiota… noi… abbiamo incontrato… quei due…"

Sembrava che la sua coscienza e la sua vista si fossero leggermente ripresi, visto che Jack
si ricordava il piccolo fraintendimento tra Donny e Isaac.

"Cosa vuoi dire? Li avete incontrati, Donny?"

"Uh."

Donny si concentrò e rovistò nella sua memoria, infine richiamò un vivido ricordo del loro
precedente incontro.

"Uh. Sì, sì! Due brave persone. Eravate sul tetto. Incontrato pistolero. Donna in abito
rosso. Pensava fossi il Rail Tracer."

"…! Dovevano essere Isaac e Miria! D-da che parte sono andati?"

"Uh. Trovare amici. Salvare dal Rail Tracer… A trovare il conducente."

Jacuzzi poteva percepire il suo volto impallidire.

'Stanno andando in giro per questo treno spaventoso… per salvarmi?'

Era incredibile. Si vantava che avrebbe salvato tutti, combattendo l'orchestra e i mostri,
ma alla fine, Jacuzzi, finì per mettere in pericolo i suoi nuovi amici.

E il fatto che si stessero dirigendo verso il compartimento del conducente proprio mentre
si stava arrampicando sul tetto significava che sarebbero finiti dritti da Ladd e la sua
banda.

"Uh. Non preoccuparti, Jacuzzi. Li ho avvertiti. Riguardo ai tipi in bianco. Calmati. Credo."

"Non possiamo solo credere che stiano bene! Che faccio…? Dobbiamo tornare indietro a
salvarli!"

Jacuzzi decise di attraversare questo treno insidioso ancora una volta, e diede ordini alla
sa squadra.
"Nice, tu e Nick salite sul tetto e andate a vedere come vanno le cose dall'altro lato del
vagone ristorante. Non fate il passo più lungo della gamba, okay? Donny, tu sei con me—
ma dobbiamo prima fare qualcosa per Jack…"

"N-non preoccupatevi per me… lasciatemi in una delle cabine… Per me è meglio così."

Addolorò Jacuzzi, ma non aveva altra scelta che fare quanto suggerito da Jack.

Va bene. Allora io vado, Nice. Tornerò, quindi non strafate, okay?"

Jacuzzi baciò delicatamente Nice sulle labbra e corse verso le vetture di fondo con Donny
al seguito.

Nick decise di prendere un po' in giro Nice.

"Whoa, si sta facendo caldo qui, eh?"

"È stato il nostro primo bacio…"

"Cos-?!"

Nice fece finta di non notare la confusione di Nick e uscì nel giunto, arrampicandosi sul
tetto.

Nick la seguì. "È stata la prima volta che ti baciava?! Siete una coppia da dieci anni, e non
vi siete nemmeno baciati?! Jacuzzi è incomprensibile, ma tu sei quasi al suo stesso livello,
capo!"

Nonostante avesse chiamato Nice 'capo', Nick parlava con Jacuzzi da pari. Nice lo ignorò e
salì sul tetto.

La pressione del vento rendeva difficile respirare. Il treno aveva superato la foresta di
prima, adesso era in una vuota pianura al chiaro di luna. Il terreno rifletteva debolmente
la luce della luna, emanando una strana atmosfera.

Non c'erano ostacoli sul loro cammino, ma non potettero inciampare e fare rumori quando
incrociarono un dosso, in modo da non allarmare quelli all'interno della vettura.

Nice e Nick decisero di strisciare lungo il tetto del vagone ristorante.

<=>

Una ragazza con le mani legate dietro alla schiena veniva spinta nella prima cabina della
Prima Classe, dove era tenuta la signora Beriam.

"Mary!" Urlò la signora Beriam. Goose sorrise mentre veniva ringraziato.

"Non si preoccupi, signora. Siamo riusciti a salvare sua figlia dai quei disgustosi tipi vestiti
di bianco."

La signora Beriam lo fissò con uno sguardo abbastanza affilato da uccidere. Sembrò non
aver effetto su Goose, il quale iniziò a rivelarle i suoi imminenti piani.

"Se vedremo un bagliore sopra al ponte che dovremmo oltrepassare domani, i passeggeri
vivranno. Per il momento."

"…?"
"Parlo dei negoziati. È impossibile portarli avanti da qui sopra al treno, quindi, i miei
subordinati, stanno al momento negoziando con suo marito." Goose mise le mani dietro la
schiena e guardò i Beriam come se volesse criticarli.

"Se suo marito si rifiuta di accettare le nostre condizioni, abbiamo deciso che lo
costringeremo a capire la nostra determinazione gettando il cadavere di vostra figlia sui
binari."

"Vi prego, no!"

"La preghiamo di non pensarci nemmeno di chiederci di uccidere lei al posto di sua figlia.
Le stiamo dicendo questo adesso in modo da non doverglielo fare accettare in un secondo
momento. E sua figlia verrà uccisa anche nel caso scorgessimo dei poliziotti lungo i binari.
Per sua informazione, le spareremo, quindi si prepari…"

Dopo aver finito di dire la sua parte, Goose lasciò la cabina. La signora Beriam non tentò
di rispondere mentre lui se ne andava—sapeva già dal suo atteggiamento che ogni
resistenza sarebbe stata inutile, e sapeva che una sua mossa sbagliata avrebbe messo in
pericolo gli altri passeggeri.

Vedendo questo, Chane distolse lo sguardo in silenzio.

Guardò nel vuoto con occhi pieni di preoccupazione—o disprezzo.


<=>

Jacuzzi e Donny poggiarono Jack un una vicina cabina della Seconda Classe e se ne
andarono, diretti verso le vetture di fondo.

Rimasto solo, Jack guardò il soffitto e sospirò, il suo volto era ancora dolorante. Aveva
detto ai suoi amici di stare bene, ma in realtà, sentiva come se la sua faccia stesse per
rompersi da un momento all'altro. La sua palpebra era talmente gonfia che gli causava
dolore al bulbo oculare.

'Morirò così?'

Non gli passò tutta la vita davanti agli occhi, ma la sua mente iniziò a rivivere alcuni
ricordi.

Ricordò la sua infanzia, quando seppellì i corpi dei suoi genitori—morti per malnutrizione—
sotto le assi del pavimento. Le persone nelle baraccopoli, che non si potevano permettere
delle tombe adeguate, avevano sempre fatto così. Le fondamenta sotto i vecchi
appartamenti nei distretti degli immigrati erano probabilmente riempite con centinaia di
migliaia di cadaveri.

Lui e il suo compagno delinquente Nick, che viveva nelle vicinanza, andavano spesso in
giro a dare fastidio.

'Sembra stupido da dire, ma a quei tempi eravamo parecchio sgradevoli. Non sarebbe
stato strano voler picchiare dei bambini del genere. Mi chiedo cosa farei se potessi tornare
indietro nel tempo e vedere il vecchio me stesso. Lo picchierei a morte? O lo abbraccerei e
piangerei come un idiota?

'È già passato un anno da quando abbiamo incontrato Jacuzzi a Chicago. Pensavo fosse
solo uno stupido piagnucolone. Ha detto qualcosa sul produrre liquori e riunire amici,
quindi pensai di poter diventare il capo e farli aderire al mio gruppo mafioso. Ero un
idiota.'

Jack non si era ancora accorto che un'ombra grigia si stava agitando al secondo piano del
letto a castello nell'angolo della cabina.

'Ha detto questo e quello, ma alla fine era il più intelligente di tutti noi, e non ha mai
chiuso un occhio su noi schifosi bastardi. Un ragazzo d'oro, quel Jacuzzi.

'Piange sempre, ma alla fine si preoccupava sempre prima degli altri che di sé stesso.
Avrà una vita difficile, a giudicare dai fatti. Lo garantisco. E gli idioti come noi che
rimangono al fianco di quel ragazzo, probabilmente, avranno una vita del genere.

'Sto davvero per morire qui? Accidenti a quei John e Fang. Dovevano semplicemente
supporta questa stupida missione. Avrei capito fosse stato oro, o contanti, ma perché si
sono interessati a qualcosa di talmente folle? …Suppongo che Nice, quella patita di
bombe, sia quella che lo vuole di più. E Jacuzzi ruba quelle nuove bombe in modo che non
facciano del male a dei totali estranei di New York. Tch. Tutti quelli di questa piccola
dannata banda sono degli inguaribili. E questo vale anche per me. Merda!'

All'improvviso, le memorie che stava ricordando vennero interrotte.

La visuale di Jack era stata dimezzata dagli occhi gonfi. E la sua ristretta visione del
soffitto fu improvvisamente coperta da un enorme massa grigia.

La massa aveva la forma di una persona vestita in modo inconsueto coperta interamente
di grigio, con l'eccezione di una piccola parte della faccia.

Abbastanza stranamente, Jack non era per niente spaventato. Ha fatto del suo meglio per
muovere la sua mascella dolorante per palare con l'uomo.

"Ohh… Il mietitore, eh? Sei il tristo mietitore? Aspetto solo un po', okay? Sto ancora bene.
Posso continuare. Posso ancora farcela… Devo solo riposare un po', poi andrò ad aiutare
Jacuzzi. Quei due sono una squadra di idioti piagnucoloni, quindi non possono fare niente
senza di me. Non portarmi via, sentito?"

Jack sorrise.

L'uomo dalla faccia pallida coperta di sangue—quasi come quella di un cadavere—aveva


sorriso.

Vedendolo, sorrise anche l'uomo che aveva chiamato mietitore.

"Capisco. Quindi desideri vivere, giovanotto?"

L'uomo vestito di grigio aprì la borsa accanto a lui.

"Non c'è nulla di strano in un uomo nel fiore degli anni che vuole vivere. A essere onesti,
sono un po' geloso."

C'era qualcuno che li guardava in silenzio.

'Quella cosa' li guardava da fuori la finestra. La sua figura, illuminata dal chiaro di luna,
era rossa—un funesta figura coperta di cremisi.

La creatura sembrava quasi del vino rosso, contenuto in una bottiglia a forma di essere
umano.

<=>

Nice e Nick attraversano con cautela il tetto del vagone ristorante per proseguire il loro
tragitto verso la vettura successiva.

Anche se potevano facilmente coprire la distanza tra le carrozze con un salto, decisero di
scendere nel giunto e risalire nella vettura successiva per paura di fare rumore.

Il fumo proveniente dalla locomotiva iniziava a bloccare la luce della luna, e ben presto si
ritrovarono avvolti nel buio.

Nice mise una mano sul tetto e si ritrovò le dita coperte di fuliggine. Ma continuò
comunque ad andare aventi nel buio.

Era passato un po' di tempo. Potevano adesso vedere una debole luce. Veniva dal giunto
successivo, probabilmente dal finestrino della porta della vettura.

Tuttavia, Nice si bloccò all'improvviso.

'No. Non è vero.'


Fu sopraffatta da un senso di paura. La sua mente continuava a gridare: 'C'è qualcosa che
non va! Qui c'è qualcosa di pericoloso!'.

Si tirò su gli occhiali e si concentrò sull'occhio sinistro in modo da trovare la fonte della
sua ansia.

"Capo…"

Nick, con la sua buona vista, fu il primo ad individuare la fonte di quest'aria di pericolo.

Il vento soffiava lateralmente, soffiando momentaneamente di lato il fumo sopra la


carrozza.

Potevano finalmente vedere.

Dall'altra parte della debole luce, all'altra estremità della vettura, c'era una donna.

Una macchina di morte in abito nero, teneva un coltello e sembrava come se avrebbe
risucchiato tutta l'oscurità dentro sé stessa.

La figura di Chane, in mezzo al fumo, si mescolava perfettamente con l'oscurità—le dava


quasi un senso di bellezza eterea.

"Si mette male…"

Sudore freddo scendeva sul volto di Nice, ma le goccioline furono spazzate via all'istante
dal vento.

Teoricamente avrebbe potuto prendere una bomba dalla tasca, ma sarebbe stata
presumibilmente uccisa dal coltello di Chane prima ancora che potesse accendere la
miccia. Nice poteva dire, dalla figura silenziosa di Chane, che non era alle prime armi per
quanto riguarda il combattimento.

Se Nice non l'avesse precedentemente vista con l'orchestra, avrebbe avuto poche difficoltà
a scambiare Chane per il Rail Tracer. Trasudava potenza al solo stare in piedi sul tetto.

Nice voleva quasi riporre le sue speranze nella remota possibilità che Chane venisse
colpita da qualcosa mentre stava lì in piedi, cadendo giù dal treno.

Ma sfortunatamente, c'erano solo pianure tutto intorno a loro. Lungo la strada non c'era
un singolo albero o una galleria.

'Quanto vorrei che mostrasse qualche debolezza…' Pensò Nice. Poi guardò Chane e capì
che stava guardando dietro di lei.

'Dietro di me… sta guardando Nick?

'No… Guarda più lontano.'

Facendo attenzione a non alzare la parte superiore del corpo, Nice guardò indietro con
esitazione.

L'attimo successivo il suo occhio si spalancò per lo shock.

Il vestito bianco rifletteva la luce della luna, facendo spiccare il suo possessore.

E la mano che usciva dalla manica del vestito bianco reggeva un fucile.
Ladd Russo, l'uomo vestito di bianco, iniziò a gridare abbastanza forte in modo da coprire
il treno stesso.

"Salve! Non hai freddo, a stare qui fuori con un abito del genere?!"

Ladd stava cercando di provocare la donna vestita di nero in lontananza, senza dare
nemmeno uno sguardo a Nice e Nick.

"Il fatto che tu sia vestita come una dell'orchestra significa che stai per suonarmi una
canzone, vero?! Una canzoncina piacevole, rinfrescante e triste proprio tutta per me?
Grazie! Grazie mille!"

Anche se per lui avrebbe avuto senso attaccare nel mezzo del suo enfatico discorso, il
fucile di Ladd, perfino mentre Ladd ballava in allegria, non si è spostato dal suo obiettivo
sul petto di Chane.
"Proprio quando pensavo che il pensavo che il primo movimento si fosse concluso e le cose
si fossero fatte noiose, sei venuta fin sul tetto per me! Come dovrei esprime questa
felicità? Sei giunta fin qui per suonarmi una canzone di lacrimose e divertenti urla! È
amore? È questo amore?! Purtroppo per te, sono già impegnato, ma accetterò il tuo
amore, signorina! E questo significa che dovrò ucciderti!"

Ladd si fermò di colpo, e fece pressione sul dito sul grilletto.

"Ti amo! Adesso muori!"

Con un contorto sussurro d'amore, premette lentamente il grilletto.

Ci fu uno sparo.

Fu seguito da un rumore metallico.

Ladd, coperto dal fumo dell'arma, si trovò a far uscire un indignato "Uh?".

L'immagine del momento si impresse nell'occhio di Nice. Il secondo prima dello sparo,
Chane girò su sé stessa per evitare il colpo. Il proiettile aveva colpito il suo coltello per
pura coincidenza. Tutto questo era credibile, ma ciò che scioccò Nice fu il seguito.

Chane non lasciò cadere il coltello né barcollò.

La forza dell'impatto del proiettile contro il coltello doveva essere enorme. L'angolo e la
velocità del proiettile erano fattori variabili, ma Chane tenne la presa sul coltello come se
non fosse successo nulla.

"Seriamente? Siamo seri?! Hai intercettato il mio colpo? Hai intercettato il mio colpo,
cara?!"

Ladd sembrava avere l'impressione che Chane avesse consapevolmente deviato il suo
colpo. Iniziò a divagare, i suoi occhi brillavano come quelli di un bambino che andava a
vedere un film sonoro per la prima volta.

"Che diamine è questo, dolcezza?! Com'è successo?! Nemmeno Tarzan può farlo! Pensavo
fossi una semplice ragazza, non mi dirai che in realtà sei Braccio di Ferro sotto l'effetto
degli spinaci?!"

Ladd iniziò a battere i piedi per terra, confrontando in modo lusinghiero Chane ad un
personaggio dei fumetti.

Chane, che finora non aveva mostrato alcuna emozione, si contraeva sempre
delicatamente.

Contemporaneamente Ladd alzò un piede.

L'attimo dopo, Chane lanciò un coltello dalla sua mano. Un bagliore di luce si fece strada
verso la gola di Ladd.

"HAAAAH!" Gridò Ladd, mentre riportò giù il piede con tutte le sue forze.

Il luccichio argentato scomparve nell'arco del suo calcio come se fosse stato assorbito nel
suo piede.

L'espressione gelida di Chane finalmente cambiò. La sua fronte si corrugò leggermente, e


sembrò come se avesse increspato le labbra. Certo, era impossibile dirlo con certezza, dal
momento che erano illuminati dal solo chiaro di luna.
Ladd, eccitato, prese il coltello da sotto il piede.

"AHAHAHAHAHAHA! HAHAHAHAHA! Adesso siamo pari, puttanella! Che ne pensi? Ho


calpestato il tuo coltello, proprio così! Arrabbiata? Vorresti morire? Anche se ti ucciderei in
ogni caso, anche se non volessi!"

"Stava programmando di farlo… che mostro."

Nick poteva sentire il sudore freddo corrergli lungo la schiena. Anche lui combatteva con
un coltello, ma ad essere onesti, non era stato in grado di analizzare bene il modo in cui
Chane ha lanciato il coltello. E quel folle di nome Ladd lo aveva atterrato con un solo
calcio.

A differenza di Chane, che aveva deviato il proiettile per caso, l'azione di Ladd era del
tutto intenzionale.

Ladd oscillò il coltello in estasi, ma Chane riacquistò la calma ed estese il braccio


lateralmente.

"Hahahahah…hah?"

Le risate di Ladd si affievolirono. Chane affondò di nuovo, questa volta con un paio di
coltelli ancora più grandi.

"Devi starmi prendendo per il culo! Vero, dolcezza?! Dimmi che è uno scherzo!"

Ladd si girò di colpo, portando il fucile al suo fianco, e corse via più veloce che poté.

Correva a ritmo sui tetti e saltava i giunti senza un momento di esitazione. Sembrava
davvero divertirsi nella sua corsa verso i vagoni di fondo.

Chane gli dava la caccia, avanzando sui tetti.

Sembrava che i suoi nuovi coltelli non fossero da lancio, visto che non li ha scagliati su
Ladd. Correva in avanti, le pesanti lame appesantivano le sue braccia.

Chane passò proprio accanto a Nice e Nick, distesi di stomaco sul tetto, e andò dritta
verso Ladd. Alla fine, le loro figure erano completamente celate dal fumo e dall'oscurità
della notte.

Nice e Nick, però, non si muovevano. Erano rimasti paralizzati da qualcosa come una
sensazione di morte imminente quando Chane gli passò vicino. Nice serrò il pugno,
realizzando che le sue mani sudate avevano reso le sue bombe inutilizzabili.

'Che razza di persone sono quei due?

'E se quei due sono umani, cosa diamine potrebbe essere il Rail Tracer be?'

Nice strinse il pugno e ricordò una certa faccia tatuata.

Poi alzò lo sguardo, preparandosi all'azione.

Poi si trovò davanti la canna di un lungo fucile di precisione, e il volto di un uomo


dall'aspetto malvagio.

"Sembra che voi due siate qui da un po'." Un uomo in nero che aveva solo la parte
superiore del corpo sul tetto—Spike—ridacchiò dal giunto. "Perché non venite giù con le
mani in alto? Scommetto che avete fatto un viaggio abbastanza faticoso."
<=>

"Che diamine può essere successo qui, Miria?"

"È un mistero!"

"Pensi sia opera di un mostro?"

"È proprio come in uno spettacolo dell'orrore!"

Isaac scrutò con calma il vano del conducente, avendo scoperto due cadaveri insanguinati.

Miria stava rispondendo alle domande di Isaac come suo solito, ma stava schiena a
schiena con lui, senza nemmeno guardare in direzione dei cadaveri.

"Mi chiedo dove possa essere andato Jacuzzi."

"Che facciamo? E se fosse già stato mangiato?"

Insolitamente per lei, la voce di Miria si fece seria. Isaac, determinato a rialzarle il
mortale, rispose con la voce più allegra di cui fosse capace.

"Non pensarla così, Miria! Non preoccuparti! Il fatto che il suo corpo non sia qui significa
che deve essere stato ingoiato sano! È ancora vivo nello stomaco del mostro!"

"M-m-ma non sappiamo nemmeno dove sia il mostro!"

"Non preoccuparti! Il Rail Tracer va sempre in giro per tutto il treno! Ciò significa, finché
stiamo sul treno, prima o poi ci imbatteremo in lui!"

"Già… Spero che Jacuzzi stia bene fino ad allora."

"Non preoccuparti, Miria. Jacuzzi è un bravo ragazzo! Non c'è modo che qualcuno più
buono di noi muoia prima di noi!"

"Hai ragione. …Jacuzzi!" Gridò Miria all'improvviso.

Isaac scosse la testa e parlò in modo freddo. "Non tornerà solo perché gridi il suo nome,
Miria."

"No, no, Isaac! Guarda! È Jacuzzi! Jacuzzi sta venendo da questa parte!"

Quando Isaac si voltò, vide il gigante in cui si erano imbattuti prima, accompagnato dal
giovane tatuato.

"S-sono così felice… che siate entrambi salvi…"

Jacuzzi aveva perso il suo sorriso dopo aver visto i cadaveri qui presenti, ma abbastanza
ironicamente, ritrovò il sorriso proprio nello stesso posto.

Andava talmente di fretta per arrivare qui che gli mancava il fiato, e lacrime scendevano
sul suo viso.

"Jacuzzi! Sono così contento che tu stia bene!"

"Sei riuscito ad uscire dal suo stomaco!"


Le parole di Miria confusero Jacuzzi, ma fece uscire un sospiro di sollievo.

"Oh, giusto! Jacuzzi? Ci dispiace."

"Scusa!"

"Siamo davvero dispiaciuti!"

Le scuse improvvise di Isaac e Miria confusero Jacuzzi ancora di più.

"Uh? Uh, no! Sono io ad essere dispiaciuto. Ho finito col farvi preoccupare." Jacuzzi chinò
la testa.

Isaac e Miria si guardarono l'un l'altro.

"Ehi Miria. Qual è il punteggio?"

"3 a 3! Siamo pari!"

"Bene, allora dovremo scusarci ancora una volta."

"Ma, ma, Jacuzzi è una braca persona, quindi potrebbe scusarsi di nuovo con noi!"

"Vero. Allora ci scuseremo con lui molto di più!"

Nel momento in cui finirono questa conversazione, Isaac e Miria iniziarono a fare delle
scuse immotivate a Jacuzzi come se non ci fosse domani.

"Cidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidi
spiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiacecidispiace…"

"Scusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusa!"

"Uh? Uh, uhm. Uh. M-mi dispiace tanto! Non ho capito, ma sono davvero spiacente! Io, io
mi scuserò, quindi perfavoresmetteteladiscusarviconme! Mi dispiace! Mi dispiace!"

La confusione di Jacuzzi raggiunse il suo limite quando iniziò a chinare la testa in segno di
scusa più e più volte.

"Uh… Cosa. Fate ragazzi?"

Lo scambio di scuse continuò nel misterioso vano conducente finché, finalmente, Donny
riuscì a riportarli alla realtà.

"U-usciamo di qui e andiamo in una delle stive merci. Vi spiegherò tutto dopo." Disse
Jacuzzi, e tutti lasciarono la cabina.

Uno strano rumore iniziò a risuonare nella cabina dei cadaveri.

La porta nella parte posteriore della cabina—la porta che dava sull'esterno—iniziò ad
aprirsi a ritmo dell'ondulazione del treno.

E quando il rumore si fermò e la porta si aprì completamente--

'Quella cosa' emerse dall'oscurità—una figura cremisi di sangue.

<=>
"Un mostro rosso? Non farmi ridere." Disse stupito Goose nella cabina di Prima Classe.

"Te lo sto dicendo, è vero! C'è davvero un mostro sul treno!" Gridò Nick, cercando di
avventarsi su Goose. Certo, il fatto che le sue mani e i suoi piedi fossero legati e che lui
giacesse a terra gli complicava un po' le cose.

"Uhm. Fatemi fare un'altra domanda."

Goose si voltò verso Nice, la quale era legata come Nick, e le chiese il loro legame con gli
uomini in bianco.

"Avete detto che non avete nulla a che fare con i tipi vestiti di bianco. Allora qual è il
vostro scopo su questo treno?"

"Stiamo andando a trovare degli amici a New York."

"State ancora cercando di convincermi di questo? Se quanto dite corrisponde a verità,


perché il tuo compagno qui presente ha minacciato il vagone ristorante?"

"Hai minacciato il vagone ristorante?"

Nice era confusa, ma poteva vedere che Nick era impallidito di colpo.

"È davvero lui il nostro uomo?"

"Sì, Goose. L'ho visto solo da lontano, ma non posso confondere i suoi vestiti o la sua
voce." Rispose un uomo nell'angolo della cabina. La sua spalla era ferita—doveva essere il
sopravvissuto dei tre che avevano precedentemente attaccato il vagone ristorante.

"Ti va di spiegare, dunque?"

Nice sapeva che il subordinato di Goose stava dicendo la verità e capì il perché Nick
avesse fatto una cosa del genere nel momento in cui lo guardò in faccia.

Si rese conto che era in parte da biasimare per la situazione, dal momento che era stata
lei a dare il vago ordine di prendersi cura del vagone ristorante. Cercò quindi
disperatamente di trovare un modo per ingannare Goose.

"Questo ragazzo è avvezzo alla marijuana. Doveva essere sotto l'effetto delle allucinazioni
mentre lo ha fatto."

"Allora suppongo che possiamo ritenere che anche il mostro rosso fosse un'allucinazione.
Quindi non c'è più bisogno di questo rifiuto della società, giusto?"

Goose stava sorridendo, ma i suoi occhi facevano percepire che non si fidava di nessuno.

Nice poteva intuire dalla sua bugia che quest'uomo non era facile da ingannare.
Determinando che ulteriori invenzioni avrebbero peggiorato la loro situazione, decise di
dirgli la verità.

"Uhm… Quindi non siete altro che dei miseri rapinatori di treni. Non so quanti vostri amici
ci siano a bordo, ma sappiate che chiunque opporrà resistenza verrà ucciso senza pietà."

Goose lasciò la stanza con uno sguardo di completo disinteresse.

Nice, però, non aveva detto a Goose tutta la verità. Trascurò di proposito di menzionare
Jacuzzi e il contenuto del carico a cui miravano. Goose sembrò pensare che puntassero
semplicemente all'intero carico del lussuoso treno, e non insistette più di tanto.

In realtà, la gang di Jacuzzi puntava solo un certo tipo di merce—le cose nascoste negli
scompartimenti segreti della stiva merci. Se Goose lo avesse scoperto, avrebbe cercato
sicuramente di usarlo per i propri fini. Nice non aveva modo di sapere gli obiettivi degli
uomini in nero, ma se prendessero possesso del carico, diventerebbero quasi inarrestabili.
Doveva evitarlo a tutti i costi.

Nice tirò un sospiro di sollievo e sussurrò a Nick.

"Mi dispiace, Nick. Dovevo dare degli ordini più chiari..."

"Non preoccuparti, capo." Nick forzò un sorriso, cercando di rallegrare la sua amica.
"Inoltre, nessuno sarebbe talmente stupido da pensare che non fossi uno di noi,
considerando il tuo aspetto."

"Non è una grossa consolazione, vero?"

Nice ricordò il suo aspetto, e iniziò a pensare un modo per uscire da questa situazione,
nonostante il suo odio crescente per sé stessa.

All'improvviso, la porta si aprì di nuovo. Goose entrò con un'espressione preoccupata.

"Prima, voi due mi avete detto che avete visto un cadavere nella stiva merci mentre
tornavate dal compartimento del conducente, corretto?"

Nice e Nick annuirono.

"Che mi dite dello scomparto del conducente? Avete visto qualcosa di strano lì?"

Qualcosa preoccupava Goose. Si suppone che uno dei loro associati fosse nello scomparto
del conducente, e doveva uccidere il suo compagno conducente. Allora perché questa
donna non ha parlato di quando è andata nel vano del conducente?

Questo ricordò a Nice che non aveva ancora detto a Goose di quello che vide lì.

"Sì, è l' che abbiamo iniziato a credere nell'esistenza del Rail Tracer."

"Dimmi la verità. E sbrigati."

"Abbiamo trovato due cadaveri in un mare di sangue. Erano entrambi conducenti—a uno
avevano sparato, e l'altro sembrava come se fosse stato mangiato per metà. Questo è
tutto quello che abbiamo visto."

La nuova informazione che aveva ricevuto portò Goose a chiedersi qualcos'altro.

Lo scomparto del conducente aveva in programma di mandare un segnale di 'via libera'


alla locomotiva non molto tempo fa, ma il treno era ancora in corsa. Come poteva essere,
quando dovevano ancora prendere possesso della locomotiva?

Goose uscì la testa fuori dal finestrino e guardò verso la locomotiva.

Nella parte frontale del treno c'era la locomotiva, che emanava una luce fioca, e il fumo
proveniente da davanti non mostrava segni di affievolimento.

"Che sta succedendo qui?"

Goose uscì di fretta dalla cabina e mandò cinque uomini a controllare il compartimento del
conducente.

Se la donna stava dicendo la verità, chi ha ucciso il loro compagno nel vano del
conducente?

Poi ricordò il bagno di sangue nella stiva merci che aveva sentito via radio.

Gli tornò alla mente la descrizione della scena di Nick.

"Uno dei tuoi uomini era nella stiva merci con la parte inferiore del corpo completamente
mancante! È un mostro! Il mostro rosso--il Rail Tracer è su questo treno!"

Goose cercò di ignorare il pensiero più che poté, ma il suo cuore fece lentamente strada
alla paura per il Rail Tracer.

Il terrore, lentamente ma inesorabilmente, lo divorò, muovendosi come il treno stesso.

<=>

"Capisco…! Questo treno adesso è come il 'Romanzo dei tre regni'!"

"Il più grande triangolo d'amore dell'oriente!"

Jacuzzi e gli altri stava analizzando la situazione nella stiva merci in fondo al treno. Isaac
fece improvvisamente questa dichiarazione mentre tutti stavano chiarendo le loro
posizioni.

"Il Romanzo…?" Jacuzzi inclinò la testa, confuso dal nome totalmente sconosciuto.

"Sì! Vedi, il Romanzo dei tre regni è un famoso archivio storico! Il racconto di tre grandi
samurai che divisero il regno e combatterono tra di loro! Uh, vediamo. I loro nomi erano
'Cao Cao', 'Liu Bei', e 'Yuan Shao'…"

"Sono spesso paragonati al serpente, la lumaca e il rospo!"

Isaac e Miria fecero salire la suspense mentre continuavano a declamare dubbie


informazioni sull'oriente.

"Questo treno è come un grosso piatto dove gli uomini in nero, gli uomini in bianco e il
Rail Tracer si scannano a vicenda, vero? Jacuzzi! Devi turbare l'equilibrio! Capovolgere la
situazione, piatto e tutto il resto!"

"Prenderai possesso dell'intero treno! Sarai un lord! Un re! Un imperatore! Un tiranno!"

"U-uh?"

L'improvvisa svolta degli eventi rivolse gli occhi di Jacuzzi al piatto. Era, certo,
intenzionato a sconfiggere gli uomini in nero e il Rail Tracer, ma non aveva mai
immaginato che tale gesto potesse essere interpretato come una conquista del treno.

"M-ma… non penserete davvero che io possa farlo?"

"Certamente! Perfino nel Romanzo dei tre regni, un grande uomo, alla fine, riunì l'oriente!"

"Il campione!"

"Jacuzzi! Ecco perché devi diventare Yoshitsune!"

"Di Minamoto!"
"Yo-Yoshitsune?"

"Esatto! È un grande uomo che attraversò dal Giappone alla Cina, sconfisse i tre regni, e
fondò un paese di nome 'Genghis Khan'!"

"È meraviglioso!"

Il resoconto di Isaac della storia asiatica era fortemente anacronistico e inaccurato, ma la


sua voce energica divenne un barlume di speranza per Jacuzzi.

"Pensate davvero che io possa essere così grandioso?" Chiese con calma.

Isaac guardò in silenzio Jacuzzi negli occhi e annuì.

"Certo! Tu sei il campione in carica, colui che ci ha sconfitti innumerevoli volte!"

"Isaac è una persona meravigliosa, sai? E visto che hai battuto Isaac, sei una persona
davvero meravigliosa, Jacuzzi!"

Nonostante l'illimitata energia diretta verso di lui, Jacuzzi scosse la testa.

'Mi chiedo perché! Mi sento di poter dire a questi due tutto quello che non posso dire alle
altre persone.'

Jacuzzi annuì e iniziò a rivelarsi a Isaac e Miria—a confessare che tipo di persona fosse
realmente.

"Voglio davvero salvare i passeggeri e sbarazzarmi dei tipi in nero. Ma non sono davvero
una brava persona. Ho infranto la legge e contrabbandato liquori, e ieri ho finito con
l'uccidere cinque persone."

Donny, che era stato zitto tutto il tempo, parlò infine per interrompere Jacuzzi.

"Uh. No, no. Noi li abbiamo uccisi. Jacuzzi non ha ucciso. E. Loro hanno ucciso amici."

"Qual è la differenza? Se io non avessi contrabbandato liquori, i nostri amici e quei mafiosi
sarebbero tutti vivi."

Sentendolo, Isaac afferrò Jacuzzi per il colletto e lo portò davanti al suo viso, con gli occhi
spalancati.

Inizialmente Jacuzzi sussultò, pensando che Isaac lo stesse per colpire per essere un
idiota, ma c'era un sorriso fiducioso sul volto di Isaac.

"Non preoccuparti di cose del genere! Se tutti dicono che sei un bravo ragazzo, questo
significa che stai diventando un bravo ragazzo! In altre parole, l'unica cosa che decide se
sei un bravo ragazzo o un cattivo ragazzo è la sensazione del momento! Questo è quello
che decide tutto!"

"La sensazione del momento!"

La mente di Jacuzzi si meravigliò del livello raggiunto dall'illogica linea di pensiero di Isaac
e Miria, ma il suo cuore era già stato travolto dalla loro allegria.

"Ecco perché! Devi essere fiducioso, perché noi pensiamo che tu sia un ragazzo fantastico!
Non preoccuparti se qualcuno dice il contrario! Devi semplicemente lasciarli perdere!"

"Punta in alto con la testa all'insù e credi in te stesso! Ma vedi? Se vuoi iniziare a
cavalcare quest'onda, devi assicurarti che almeno una persona intorno a te pensi che tu
sia una brava persona! Ecco perché significa che sei un bravo ragazzo, Jacuzzi! Faremo
queste onde per te!"

Guardando quella coppia di ottimisti, Jacuzzi realizzò che le sue dita, mani, braccia e il
corpo stavano tremando. Poteva essere paura? O qualcosa di meno sinistro?

"Grazie." Disse Jacuzzi. Forse avrebbe potuto dir loro di più, ma questo era tutto quello
che poteva fare al momento.

Di norma, Jacuzzi avrebbe detto qualcosa tipo 'scusa', ma sentì come se avrebbe offeso
sia sé stesso che la coppia se avesse detto una cosa del genere.

"Ma se voi pensate che io sia una brava persona, voi cosa siete?"

Isaac e Miria furono presi leggermente alla sprovvista dalla domanda.

"Non ne siamo del tutto convinti. Ma sai cosa ci ha detto l'uomo che ci ha parlato del
Romanzo dei tre regni?"

"Ha detto, 'Voi due diventerete il southeaster'!"

"Il southeaster…? Ma non è nemmeno una persona."

"Vero? Ma penso che sia un vento che riunisce un sacco di cose, come felicità o
disperazione, e le soffia verso qualcuno tutto d'un colpo!"

"Questo è il motivo per cui stiamo inviando un intero carico di felicità insieme a questo
treno!"

Isaac annuì.

"È un'idea fantastica, Miria! Allora andiamo a soffiare lontano il Rail Tracer e la Famiglia
Russo?"

"Più veloci di questo treno, ora e per sempre!"

Isaac e Miria si alzarono e iniziarono ad andarsene con un sorriso.

"A-aspettate! Dove state andando?" Jacuzzi si affrettò nel tentativo di fermarli. Isaac e
Miria risposero con degli sguardi fiduciosi.

"Dove se non a cercare il Rail Tracer?"

"Stiamo andando a chiedergli di tornare a casa! Altrimenti, combatteremo! E se non


dovesse funzionare, scapperemo e ci nasconderemo! Dopotutto, dovrà andare a casa
quando si alzerà il sole mentre è ancora alla nostra ricerca!"

"Whoa. Mostro forte. Vi ucciderà. No."

Perfino Donny sembrava preoccupato per il loro modo di agire, ma il duo era imperterrito.

"Se il Rail Tracer ci trova, lo scacceremo con le mi centinaia di armi!"

"Sei così figo, Isaac!"

Isaac batté sulle fondine che aveva su tutto il corpo. Non c'era una singola arma da fuoco
in suo possesso.
"Ma non hai nemmeno un'arma, figuriamoci un centinaio." Fece notare Jacuzzi, con gli
occhi spalancati.

"Uhm." Isaac annuì. "Hai ragione. Ad essere sincero, non mi sarei mai aspettato che le
cose si mettessero in questo modo." Riconobbe.

Ma continuò ad avanzare verso la porta. Isaac guardò in alto, la sua faccia era
terribilmente seria.

"Andrà tutto bene. Una volta, un famoso vecchio pistolero, mi disse questo."

Guardò dritto negli occhi Jacuzzi e annuì.

"Sai dove tiene le armi un vero uomo? Nel suo cuore."

"Meraviglioso, Isaac!"

"Penso che nessun famoso pistolero abbia detto qualcosa del genere!"

"Davvero? Allora diventerò io quel famoso pistolero!"

"Meraviglioso, Isaac! Proprio come Billy the Kid!"

Il duo aprì con calma la porta della stiva merci, ignorando del tutto l'attonito Jacuzzi.

"Non preoccupatevi di noi! Se succede qualcosa, scapperemo immediatamente! Jacuzzi, tu


devi salvare la signora Beriam mentre noi distraiamo il Rail Tracer!"

"Ce la caveremo! Scappare e nascondersi sono le nostre specialità, sai?"

I sorrisi fiduciosi di Isaac e Miria fecero sentire Jacuzzi come se tutto sarebbe davvero
andato bene. Capì anche che niente poteva fermarli dall'andare.

Quindi decise di salutarli con un sorriso.

"Vi prego, promettetemi che non morirete."

"Va bene. Te lo promettiamo! E se non mantenessimo la nostra promessa, ci taglieremo le


dita o lacereremo le nostre pance!"

"Anche voi devote tornare vivi. Okay, Jacuzzi? Donny?"

Con ciò, Isaac e Miria uscirono si diressero verso lo scomparto del conducente in cerca del
Rail Tracer.

Jacuzzi li guardò andarsene mentre decise di finire quanto prefissato di fare.

"Hai mai visto qualcuno così testardo, Donny? Non so chi siano, sono più furfanti rispetto a
persone come noi." Disse con calma a Donny, guardando verso l'alto.

"Uh?"

"Già. Questo treno è pieno di tipi loschi e pesci piccoli. Questo include anche noi."

Jacuzzi si fermò e guardò ancora una volta in direzione di Isaac e Miria.

"Quei due sono dei cattivi ragazzi molto peggio di me, ma so che sono dozzine di volte
migliori di qualcuno come me."
"Uh. Jacuzzi. Solo?"

Jacuzzi non rispose. Continuò a camminare.

"Andiamo. Dobbiamo fare la nostra parte. Diventeremo i più grandi cattivi di tutto il treno.
Giusto, Donny?"

Vedendoli annuire fiducioso, Donny realizzò che non aveva mai visto Jacuzzi in questo
modo.

"Jacuzzi sembra. Ti diverta."


<=>

Mary seppellì nelle braccia di sua madre, tremando come se avesse finito le lacrime.

Quanto tempo era passato da quando è stata catturata? La donna terrificante aveva
lasciato la cabina un po' di tempo fa, ma una guardia armata li stava ancora sorvegliando.

Si chiese cosa fosse accaduto a Czes. Era al sicuro? Forse era tornato al ripostiglio delle
scope non trovandola più, e si stava preoccupando per lei. Forse era già stato catturato e
ucciso.

Terrorizzata dalla proprio immaginazione, Mary si appoggiò su sua madre.

I suoi occhi erano di nuovo pieni di lacrime.

<=>

Il quintetto di Lemuri oltrepassato il vagone ristorante e le vetture di Seconda Classe, e


stavano attraversano la vettura di Terza Classe. Si stavano dirigendo verso il
compartimento del conducente.

"Attenzione. Sembra che anche Chane e uno dei tipi in bianco si stessero dirigendo verso il
fondo." Disse il leader del gruppo, mentre udirono il suono di una finestra che si rompeva.

"Ma che?!"

"Proviene dalla cabina!"

Sembrava venire da una delle cabine della Terza Classe.

"Dov'è la squadra della Terza Classe?"

"Abbiamo perso i contatti con loro, proprio come con la Seconda Classe."

Gli uomini in nero fecero un respiro profondo. Due di loro avrebbero perquisito la vettura,
e gli altri tre si sarebbero diretti a controllare lo scomparto del conducente.

Una volta che il gruppo dei tre se ne andò, i due rimasti si avvicinarono silenziosamente
alla porta della cabina.

Del tempo passò in silenzio, e quando uno dei due diede il segnale, calciarono
simultaneamente la porta.

"Qui non c'è niente."

La cabina era vuota. Lo spazio era occupato solo dal vento che soffiava attraverso la
finestra rotta.

Uno degli uomini si avvicinò con cautela alla finestra, eliminò alcuni dei detriti dal telaio
con il calcio delle pistola, e sporse la testa fuori dal finestrino per avere una buona visuale.

Guardò per un po' verso il basso, poi si guardò intorno frettolosamente.

"Che succede?"

"Vieni qui un attimo. …Guarda qua."

il secondo uomo seguì il suo amico alla finestra e guardò fuori.


"Ugh…"

Ciò che videro alla luce della lampada e dalla fioca luce lunare era un corpo umano
contorto in modo grottesco.

Il corpo sembrava come se fosse stato attaccato agli ornamenti di metallo alla base della
carrozza. Era impossibile da vedere per intero dalla loro postazione alla finestra.

Ma gli uomini in nero erano abbastanza sicuri che il corpo fosse un cadavere.

Mancava il suo braccio destro ed entrambe le gambe. Forse erano state strappate, o
perfino mangiate. Il braccio destro mancava del tutto, dalla spalla in giù, e il taglio era
molto disordinato.

È stato probabilmente fissato al treno in un punto che non potevano vedere dalla loro
angolazione—presumibilmente per i vestiti o per il braccio sinistro.

Gli uomini in nero erano abbastanza abituati alla vista di cadaveri, ma non fu questo in sé
che li scioccò.

Lo shock derivava dal fatto che il cadavere fosse quello di un bambino.

Nessuno poteva aspettarsi di vedere una cosa del genere—non erano in un paese
devastato dalla guerra, ma su un treno negli Stati Uniti.

Chane e Goose, probabilmente, non avrebbero battuto ciglio a quella vista, e forse Ladd
avrebbe finito per mettersi a ridere. E se Jacuzzi avesse potuto vedere ciò, si sarebbe
messo a urlare come un pazzo.

Il cadavere del bambino aveva un nome piuttosto difficile da pronunciare--Czeslaw Meyer.

<=>

"Spero che Czes stia bene." Disse Mary a sé stessa, le sue lacrime erano finalmente
scomparse.

"Certo che lo è. Sono sicura che Czes, il signor Isaac, la signorina Miria, il signor Jacuzzi e
la signorina Nice stanno tutti bene. Quindi non preoccuparti. La mamma si assicurerà che
non avrai incubi, quindi vai a dormire, Mary." La signora Beriam la rassicurò.

La signora Beriam accarezzò gentilmente i capelli di sua figlia.

Tap Tap Tap Tap

"!"

Il rumore proveniva dalla finestra.

Era il suono di qualcosa che colpiva il vetro.

La guardia aprì la finestra, arma in mano.

"…?"

Esaminò l'esterno, ma non c'era nulla.


Poi si sporse dalla finestra e si sedette sul telaio per ottenere una migliore visuale del
tetto, quando la sua visione del cielo notturno venne improvvisamente coperta
dall'oscurità.

"GAAAH!"

Un paio di robusti scarponi da lavoro atterrarono dritti sulla sua testa.

Il possessore degli scarponi si teneva sul telaio della finestra e calpestò la faccia
dell'uomo.

"A-aspetta! AHH! AAAAAAHHH!"

Il corpo dell'uomo fu trascinato fuori dalla finestra, e cadde finalmente giù dal treno.
Rotolò sulla ghiaia accanto ai binari e fu presto inghiottito dalla notte.

La famiglia Beriam, sconvolta dall'improvviso sviluppo, guardò la persona che è entrata


dalla finestra.

Era una giovane donna in tuta militare.

La signora Beriam ricordò vagamente di averla vista seduta accanto al finestrino in fondo
al vagone ristorante. Mentre cercava di ricordarsi altro di lei, la giovane donna parlò.

"State bene?" Chiese stoicamente. Era forse poco più che ventenne. Il suo abbigliamento
già trasandato era coperto di macchie nere, facendola sembrare ancora più sporca di
quanto fosse nel vagone ristorante.

"Se non siete ferite, andiamo via di qui."


New York, Mattina. Da Qualche Parte a Little Italy.

"Oh no… Mi sono svegliato troppo presto."

Quando Firo guardò l'orologio, erano ancora le 5:00. Fuori era buio pesto. Forse le cose
sarebbero state diverse in estete, ma in questo periodo dell'anno, poteva ancora vedere il
cielo stellato.

"Oh beh."

Ancora assonnato si strofinò gli occhi e si diresse verso il bagno.

"Che succede, Firo? Ti sei alzato presto." Disse una giovane donna alle sue spalle. Era
Ennis, la coinquilina di Firo.

"Scusa, Ennis. Ti ho svegliata?"

"No, ero già sveglia."

"Meno male. Ecco, penso di essere semplicemente emozionato per oggi."

"Anch'io non vedo l'ora di rivedere Isaac e Miria!" Disse gioiosamente Ennis. Firo sorrise.

"Anch'io. E sai cosa, Claire arriva con lo stesso treno di domani."

"L'amico d'infanzia di cui mi hai parlato la scorsa notte? Che tipo di persona è Claire?"
Ennis chiese curiosa.

Firo pensò un momento e scelse alcuni aggettivi.

"Uh… penso, saggio, lo scoprirai domani. Comunque, Claire è davvero veloce. E anche
forte. Ti dimostrerà che non si può giudicare un libro dalla copertina."

"Un atleta?"

"Un atleta…? Beh, Claire è stato spesso nel circo, sai? Credo che una parola migliore
sarebbe… un acrobata."

Firo ricordò il suo vecchio amico e sorrise.

"Forse il treno sta venendo deliziato da un piccolo show acrobatico proprio adesso."

<=>

La donna in tuta militare si arrampicò sul tetto come un'acrobata.

"Vi calerò una corda, stringetevela attorno e reggetevi forte."

La signora Beriam fece come le è stato detto e legò la fune prima intorno a sua figlia. Nel
frattempo che si iniziò a chiedere dove la donna abbia potuto trovare la corda, Mary era
già stata issata sul tetto.

La signora Beriam si tirò un po' su la gonna e la legò stretta, poi legò intorno a sé la corda
che le era stata calata.

"Ugh…"

Il treno imboccò una curva. Urtò leggermente il treno. Ma non lei non rallentò, scalando il
fianco del treno con tutte le sue forze.
Dopo un breve periodo di tempo, la famiglia Beriam fu nuovamente riunita. Fuori era buoi
come la pece e il fumo non aiutava la visibilità, ma madre e figlia si strinsero forte.

"È ancora presto per festeggiare." Disse la dona. Cominciò a guidare madre e figlia lungo il
tetto. "State attente. È meglio fare uno scatto che provare a camminare con cautela"

"Sì!"

Corsero fino alla fine della vettura, e saltarono sulla successiva. Mary perse quasi
l'equilibrio, ma la donna in tuta militare l'afferrò per un braccio e l'aiutò a rimettersi in
piedi.

Forse era una cosa buona che la loro visibilità fosse così scarsa. Avrebbero potuto essere
troppo spaventate per stare perfino in piedi se avessero potuto vedere quanto erano in
alto e quanto andava veloce il treno.

Dopo un po', tuttavia, sentirono il suono di spari mischiati al ronzio del treno.

"Dirigiamoci al vagone ristorante! Una volta arrivati lì, scendere, dovrebbe essere sicuro!"
Disse dolcemente la donna in tuta militare. Poi si fermò.

Mary e la signora Beriam si voltarono. I pantaloni della donna erano leggermente strappati
all'altezza della coscia, una macchia rossa si stava espandendo intorno al foro. La signora
Beriam cercò inconsciamente di tornare da lei, ma la donna sembrò accorgersene.

"Va tutto bene! Andate avanti senza di me!"

I loro occhi si incrociarono. Questo era più che sufficiente per la donna in tuta militare per
trasmettere il suo messaggio.

La signora Beriam annuì in segno di riconoscimento, afferrò la mano di sua figlia, e corse.
Inizialmente, Mary, cercò di tornare dalla donna, ma cedette presso alla forte presa della
madre e la seguì.

La donna le guardò allontanarsi. Era ferma, girando solo i talloni. Anche lei voleva fuggire,
ma la sua ferita era più profonda di quanto si aspettasse. Sapeva che un tentativo di fuga,
adesso, l'avrebbe resa una facile preda, e decise di fare da scudo contro il cecchino per i
Beriam.

Un uomo dall'aspetto malvagio era parzialmente salito sul tetto della vettura. Davanti a lui
c'era un fucile di precisione.

"Salve. Ti sei preoccupato di spianarmi la strada? Non posso colpire le gambe del bambino
dei stai qui in mezzo." Spike sorrise amaramente.

"Qualcuno salga sul tetto e porti giù quella donna. Spike, non perderla di vista."

"Sissignore. Comunque, sembra che il campeggio in mezzo al freddo nel giunto non sia
stato inutile, dopotutto. Ho alzato lo sguardo proprio mentre stavano saltando, e la
biancheria intima di quella signora erano proprio sopra di me-"

Ormai, probabilmente, era troppo tardi per catturare i Beriam sul tetto. Spike ci scherzò
su, nonostante lo sguardo agitato sul volto di Goose.

"Attento a quel che dici."

"Whoops. Scusami. Ma sai, penso che la vita abbia davvero le sua parte di sorprese."
Goose ignorò Spike e gli fece un'altra domanda.

"Quindi quel teppista in bianco è davvero alla pari con Chane?"

"Probabilmente."

"Capisco…"

Goose fece una piccola pausa, poi parlò.

"Dobbiamo elaborare un piano di fuga per il nostro piano. Ma c'è una parte del piano che
dobbiamo prima portare a termine."

Abbassò al voce e diede un ordine a Spike.

"Fai fuori Chane appena ne hai la possibilità."

<=>

'Aiutami. Aiutami!

Come hanno fatto le cose a finire così?

Pensavo che sarebbe andato tutto bene visto che c'erano cinque di noi… Non pensavo che
ci sarebbe stato davvero un mostro!

Ci siamo divisi in due squadre nella carrozza di Terza Classe. Io ero nella squadra diretta
allo scompartimento del conducente. Avevo già allora un brutto presentimento.

Quando ho visto il cadavere del nostro compagno nella stiva merci, ero così spaventato
che ho pensato che sarei impazzito.

E subito dopo di ciò… quel mostro in bianco, che era in quella stanza… ha tagliato la gola
dell'altro uomo!

Il mio compagno è stato catturato. Probabilmente è già morto.

Sono scappato via da solo. Quindi? Questo piano non mi è mai piaciuto fin da principio.

Il Maestro Huey non prende mai ostaggi, e non avrebbe mai ucciso un bambino solo per
usarlo come avvertimento. Penso che anche Chane lo sappia, ma lei va avanti solo perché
vuole salvare il Maestro Huey.

E io so la verità—c'è una grandissima differenza tra Chane e Goose. Chane adora tutto
quello che riguarda il Maestro Huey, ma tutto quello che vuole Goose è la cosiddetta
“benedizione” di Master Huey. Certo, immagino che questo valga anche per gli altri. Me
incluso.

Neider e gli uomini che sono stati uccisi ieri ci hanno traditi solo perché non conoscevano
l'abilità fisica del Maestro Huey. Penso di capire perché hanno fatto ciò che hanno fatto.

Ma io mi arrendo. Lasciando da parte il Maestro Huey, non posso andare lontano quanto
Goose.

Come può pensare di sbarazzarsi di Chane solo perché lo intralcia? È la più fedele di tutti
noi.

Dannazione, dannazione, dannazione! Farò una corsa. Aprirò la porta dello scomparto del
conducente, e poi salterò giù non appena vedo un grande fiume o qualcosa del genere.
Se rimango qui, verrò ucciso.

Oh! Questa è l'ultima vettura per le merci. Dopo questa c'è quella del conducente.'

Ma nel momento in cui l'uomo in nero attraversò la porta, realizzò che la porta era già
mezza aperta.

Nel frattempo che si rese conto della grande mano marrone che usciva dalla porta, era già
troppo tardi. La sua faccia era già coperta da essa.

'No! No! Non voglio ancora morire!'

Fu trascinato nella stiva merci. Era finita. Sarebbe stato ucciso dal gigante davanti a lui.
Era probabilmente quel mostro--il Rail Tracer.

'Non voglio morire! Non voglio morire! Ti prego, ti prego, non uccidermi!'

"Non preoccuparti. Non ti uccideremo." Disse il giovane accanto al gigante. Il tatuaggio


sulla sua faccia lo faceva sembrare un demone, ma l'uomo in nero lo riusciva a vedere
solo come un angelico salvatore.

"Ma ci sono delle cose che voglio sapere. Potresti rispondere a qualche mia domanda?"

<=>

La donna in tuta militare giaceva sul pavimento della cabina di Prima Classe che i Lemuri
stavano usando come quartier generale, accompagnata da Nice e Nick. Intorno a loro
c'erano cinque o sei persone vestite di nero, e in mezzo a loro c'era Goose.

"Sono felicissimo di rivederti, signorina." Disse Goose, con gli occhi pieni di rabbia
nonostante le sue parole gentili. "Abbiamo sentito che c'è un killer freelance di nome 'Vino'
famoso per le sue uccisioni eccessivamente caotiche. Me lo hanno fatto intuire le
descrizioni di questi cadaveri, ma a pensarci… Quel leggendario assassino potrebbe essere
una donna."

Goose sospirò e alzò il mento della donna. Ma il suo viso coperto di fuliggine rimase
impassibile. Mantenne il silenzio.

"Incredibile. I nostri piani stanno cadendo a pezzi a causa tua e dei tipi in bianco. Di
quante morti sei responsabile? Perché entrare in azione quando non hai niente da
guadagnarci, Vino? O forse dovrei chiamarti… Rail Tracer?"

La menzione improvvisa del nome del mostro riportò Nice e Nick alla realtà. Ma la donna
non fece altro che ridacchiare in silenzio. La sua voce crebbe sempre di più, scaturendo
infine una fragorosa risata.

"Cosa c'è di così divertente?"

"Ahahahaha! Come fa a non essere divertente? Hahahaha! Haha! Ahaha…! Pensavo fosse
strano che non capissi di cosa parlavate tutto il tempo. Vi sbagliate. Non avete capito
completamente niente. State facendo un errore madornale!"

"Cosa?" Goose alzò un sopracciglio.

"Ehi. Scommetto che mi avete scambiata per lui, vero? Il Mostro Rosso! Mi dispiace per
voi, ma non sono io! Scommetto che in questo momento se ne sta andando in giro a
divorare tutti quelli vestiti di bianco e di nero! No, di questo passo, immagino che verremo
tutti uccisi! Proprio come quel povero bambino che è stato assassinato!"
Goose era sul punto di parlare, ma fu interrotto dalla porta che si aprì all'improvviso.

"Goose! Abbiamo un problema."

"Che succede?"

"E-ecco… i nostri uomini nel vagone ristorante sono scomparsi!"

"Cosa? Tch. Spiegati meglio." Goose lasciò la stanza con i suoi subordinati.

Nella cabina rimasero i tre ostaggi legati. Forse i Lemure erano a corto di personale, o
forse se l'erano semplicemente scordato, ma avevano lasciato i loro prigionieri incustoditi.

Nel momento in cui ne fu certa, le corde intorno ai polsi della donna in tuta militare
caddero a terra.

"Uh?"

Nice e Nick guardavano con timore mentre la donna usava le proprie unghie per tagliare le
corde alle sue caviglie.

La vista di Nick era abbastanza buona da vedere che le unghia della donna erano scolpite
stranamente. Erano lunghe e affilate come lame, e alcune erano seghettate.

Era quasi come se stesse aspettando di scappare da una situazione simile.

"Lasciate che vi sleghi. Dovete andar via di qui." Disse mentre liberava Nice e Nick.

"Gr-grazie!" Disse Nice, poi si ricordò qualcosa mentre si alzava.

"Uhm… hai detto che hai visto un bambino… essere ucciso…"

La donna si fermò in disagio, poi disse a Nice la verità.

"Quel bambino che era al bancone con voi e i vostri amici—era lui."

Nice si aspettava questa risposta, ma fu lo stesso terribilmente scioccata.

Era addolorata all'idea di dover riportare la notizia a Jacuzzi.

Certo, questo solo se fossero riusciti ad uscire vivi da questo treno.

<=>

Diversi minuti fa, un incidente aveva avuto luogo nel vagone ristorante.

"Cambio del turno."

Una coppia di uomini in nero si avvicinarono ai loro compagni che stavano di guardia.

"Grazie."

Gli uomini che erano stati in servizio finora consegnarono le loro armi ai loro compagni e si
diressero verso la vettura di Prima Classe.

Uscirono dal vagone ristorante verso il giunto, e stavano per aprire la porta che dava sulla
carrozza di Prima Classe quando, all'improvviso, sentirono quello che supposero fossero le
urla dei passeggeri nel vagone ristorante.
"Cosa?!"

I due uomini capirono all'istante che era successo qualcosa nel vagone ristorante, visto
che erano spente tutte le luci.

Si voltarono in tutta fretta e spalancarono la porta del vagone. La luce della luna
illuminava fiocamente l'interno, ma era difficile vedere al buio. Tutto quello che riuscivano
a vedere era che due finestre—una vicina alla parte anteriore e l'altra vicina alla parte
posteriore—erano spalancate.

"Che sta accadendo qui?!"

Ma non ricevettero alcuna risposta dai loro alleati che avrebbero dovuto essere lì.

Mentre gli uomini in nero avevano la guardia alta e il sudore freddo gli scendeva lungo le
schiene, le luci incandescenti del vagone ristorante tornarono alla vita.

Le lampadine erano a posto. Doveva essere stato un temporaneo blackout.

Non era un problema, ma i due uomini in nero erano preoccupati per qualcos'altro.

I loro due sostituti erano scomparsi nel nulla.

Potevano sentire il loro sudore copioso. Il vento che soffiava dalle finestre aperte raffreddò
all'istante i loro corpi ricoperti di sudore.

"Che diamine?! Che cazzo sta succedendo qui, dannazione?!"

Afferrò il colletto del passeggero seduto accanto alle porte.

La risposta fu semplice e dritta al punto. I tremori dell'uomo rendevano chiaro che non
stesse dicendo la verità.

"U-u-u-u-un m-m-mostro r-rossa! Un mostro r-rosso! È volato dentro attraverso la f-


finestra! Ha trascinato via gli uomini!"

"Un mostro?! Che aspetto aveva?!"

"E-era troppo buio! Non lo so! Tutto quello che ho potuto vedere è che era tutto rosso!"
L'uomo sembrava essere troppo scioccato per parlare correttamente.

L'uomo in nero, a malincuore, uscì nel giunto e riferì al suo compagno in attesa.

"Ehi. Vado a riferirlo a Goose. Hai una pistola, giusto? Sorveglia il vagone ristorante, per il
momento."

"Con solo una pistola?"

"Non preoccuparti. Non possono fare niente." Si girò e guardò attraverso la finestra. I
passeggeri non sembravano essere armati.

"Non dovrebbero esserci prob-"

Nel momento in cui si voltò verso il suo amico, tuttavia, l'uomo si trovò di fronte un
grande problema.

Lì non c'era nessuno.

La sua mente non riusciva a capire. Cos'era successo? Sapeva solo che, nell'attimo in cui
si voltò, aveva visto qualcosa con la coda dell'occhio.

Era un'ombra rossa, illuminata dal cielo, che diventava sempre più luminosa.

Un battito. Finalmente capì.

Capì che i passeggeri erano la sua ultima preoccupazione—una semplice pistola sarebbe
stata inutile contro il mostro rosso.

Prima che se ne rese conto, stava correndo nella vettura di Prima Classe in fuga.

Era fuggito.

<=>

Il vagone ristorante era avvolto da un silenzio imbarazzante.

Gli uomini in nero non ritornarono dopo il fiasco precedente. Adesso era possibile
abbandonare il vagone con facilità.

Ma come sarebbero scappati da questo posto? Nessuno sapeva cosa fosse successo in
seguito agli uomini in bianco, e non avevano idea di dove avrebbe colpito la prossima volta
il mostro rosso. Allora, forse, era meglio rimanere dove c'erano molte persone.

Non solo, nessuno di quelli che aveva lasciato il vagone finora—lo strano pistolero e la
ballerina, e il bambino—era ritornato. Il pensiero paralizzò gli altri passeggeri, incollandoli
al proprio posto.

Erano passati diversi minuti quando il silenzio fu spezzato dal suono della porta che si
apriva.

Veniva dalla parte opposta alle vetture di Prima Classe. Erano di nuovo i cinque uomini in
nero o qualcun altro?

La risposta era quest'ultima. Capirono anche che era il peggior risultato possibile di questa
categoria.

"Bene! Nessuno si muova!"

"Muovetevi e vi spariamo!"

Gridarono i due uomini armati di fucile non appena arrivarono alla porta.

Nessuno dei passeggeri li riconobbe, ma già a un primo sguardo potevano dire che fossero
pericolosi. Questo perché, prima delle armi, avevano visto i vestiti bianchi che
indossavano.

"Chi avrebbe detto che i tipi in nero avrebbero fatto solo una comparsata? Buon per noi,
uh?"

"Meno male che ci siamo tenuti alla larga dal vagone ristorante per tutto il tempo."

"Tutti voi! Consegnateci i vostri beni!"

"Pensi che dovremmo prendere ostaggi?"

"Certo, perché no? Il dirottamento è fallito, non avevamo speranza fin da principio. Voglio
solo prendere i soldi e andarmene."
"Giusto. E anche Ladd è scomparso da qualche parte."

I due uomini in nero chiacchieravano ad alta voce mentre si facevano avanti.

Wham.

Qualcosa simile al suono di un'ascia che taglia un albero risuonò per il vagone ristorante.

"Ugh…"

"…! …?"

Gli uomini in bianco caddero a terra con gli occhi all'indietro.

I passeggeri guardarono dietro agli uomini in bianco. Lì c'era un gigante la cui testa
sembrava raggiungere il soffitto. Il suo pugno chiuso si era fermato dove fino a un
momento prima c'erano le teste dei due uomini.

Era un mostro, o un salvatore?

I passeggeri guardarono il gigante con ansia.

Ma il primo a parlare non fu il gigante, ma il giovane che apparve da dietro di lui. Il


tatuaggio sul suo viso rendeva chiaro che non fosse un uomo che avesse vissuto in modo
onesto. Stava sorridendo come un bambino mentre puntava il suo mitra.

Alcuni passeggeri si resero conto che era lo stesso uomo che stava piangendo al bancone
prima che avesse luogo l'incidente.

John e Fang, con gli occhi spalancati, guardarono la situazione.

Le successive parole di Jacuzzi riportarono di nuovo i passeggeri in uno stato di


disperazione.

"Questa vettura è adesso sotto il nostro controllo! Siete pregati di fare come diciamo se
non volete morire!"

<=>

Nel frattempo, Spike era in attesa sul tetto. Si abbassò, e stava guardando attraverso il
mirino di un fucile da cecchino stranamente lungo. Il suo obiettivo erano un paio di figure
in cima ai vagoni adibiti a stive merci. Era piuttosto distante da qui.

Ma adesso non era più un problema. Il cielo aveva iniziato a schiarirsi, e non potrebbe
essere più semplice distinguere le due figure.

Una di loro indossava un vestito bianco. L'altra era coperta interamente di rosso.

Spike, all'inizio, pensò che Chane potesse stare ancora combattendo con l'uomo in bianco,
ma deve essersi trovata un avversario diverso nelle ore precedenti.

'Non posso credere che possa reggere così a lungo.' Spike si meravigliò della sorprendente
resistenza di Chane, ma l'ombra rossa che stava fronteggiando era a pieno titolo
incredibile.

Per qualche ragione, nessuna delle due figure si muoveva. Sembrava come se si stessero
guardando a vicenda. In ogni caso, il fatto che Chane era ancora immobile significava che
questa era una possibilità che capita una sola volta nella vita.
"Quindi è quello l'infame mostro? Da qui non sembra molto diverso da una persona
normale."

Dal movimento del treno Spike determinò che l'angolo della curva non era cambiato.
Calcolò la traiettoria del proiettile, e premette velocemente il grilletto.

"Ci siamo. Bang!"

Ci fu un colpo di pistola. Una delle figure cadde.

Era quella in abito nero--Chane. Nonostante fosse su un treno in corsa, il proiettile di


Spike andò a bersaglio.

"Peccato per te, cara. Ma ci sei di intralcio quando cerchiamo di prendere con la forza la
benedizione dal Maestro Huey."

Spike fischiettò, poi mirò all'ombra rossa.

"Sbrigati a finirla, Signor Mostro!"

Spike stava guardando il mostro da lontano, ma non era particolarmente spaventato. Alla
luce del sole risultava ovvio che non fosse una bestia o un drago di qualche tipo. Spike era
scettico al massimo—era certo che il mostro rosso fosse un essere umano.

E non c'era niente di cui aver paura quando si fronteggia una persona.

Avrebbe colpito il torace della persona prima che fosse arrivato qui, e una volta che
l'obiettivo avesse smesso di muoversi, avrebbe concluso con un colpo alla testa. Era
semplice.

Credeva questo, fintanto che non avrebbe rovinato il suo tempismo, le sue abilità gli
garantivano vittoria certa.

Ma la figura rossa non si muoveva. Sembrava come se i suoi occhi stessero fissando dritti
su Spike.

"Ehi, ehi. Che diamine? Sbrigati ad uccidere Chane…"

le sue parole smisero di uscire come il suo cuore iniziò a battere ferocemente.

La figura rossa si stava muovendo. Correva sul tetto a un ritmo incredibile, dritto verso
Spike.

"Che cazzo?! È pazzesco! È troppo veloce!"

Anche se le parole di Spike erano dettate dal panico, i suoi occhi e il suo dito sul grilletto
erano estremamente calmi. La figura rossa correva dritta, senza spostarsi di lato.
Sembrava quasi un proiettile rosso che sorvolava i tetti.

Spike prese la mira e premette il grilletto.

"Muori."

Ma nel momento in cui premette il grilletto, la figura rossa svoltò per la prima volta ed
evitò il proiettile.

"Cosa?! Che diamine è?!"

Puntò di nuovo e fece fuoco.


Ma la figura rossa evitò di nuovo la traiettoria del proiettile non appena Spike premette il
grilletto.

Sparò due, tre volte. I fatti si ripeterono.

"Quel bastardo riesce a vedere il mio dito?!" Si chiese Spike scioccato, e sparò di nuovo.
Ma non ci fu altro che un semplice click.

Aveva finito le munizioni. Spike iniziò finalmente a chiedersi se stesse fronteggiando


davvero un essere umano, e cominciò a sperimentare la vera paura.

"Dannazione! Che mi dici di questo?!"

Spinse via il suo fucile e prese la sua arma di scorta.

Era un'arma grande e robusta, completamente diversa da un fucile da cecchino—la


mitragliatrice Lewis, creata dagli americani e usata dagli inglesi.

"Un mostro rosso come te dovrebbe limitarsi a diventare carne rossa!" Gridò Spike, non
appena l'arma vomitò proiettili alla velocità di cinquecento colpi al minuto.

Perfino il mostro rosso fu costretto a fermarsi. Sembrava fosse rotolato sul tetto, poi
cadde oltre il bordo. Era probabilmente vicino al centro del vagone ristorante, due vetture
più in là da dov'era Spike.

Spike provò a fischiare, ma non ci riuscì a causa dei suoi denti tremanti.

Il mostro poteva cercare di risalire sul tetto. Rimase vigile mentre prese con cura la mira
in prossimità del punto in cui il mostro era caduto.

Ma non vide segni del mostro che tornava.


Fece un sospiro di sollievo, e sentì il cuore lentamente tornare al suo ritmo regolare.
Guardò di nuovo in cima al tetto della stiva merci, e vide Chane ancora seduta nel punto
in cui aveva sparato prima. Sembrava come se non fosse riuscita a morire.

"Che cagna fastidiosa. A volte i cani addestrati meglio sono i peggiori."

Spike cercò di puntare il suo mirino nel tentativo di piazzare il colpo mortale, ma
ovviamente, non esisteva niente di simile su una Lewis.

"Dannazione. Non è proprio giornata." Disse, mentre riprese possesso del suo fucile.
"Giusto, devo ricaricare."

Non riusciva a trovare il caricatore. L'aveva probabilmente lasciato nel giunto.

Spike scese e trovò quanto cercava.

"Merda, seriamente…"

Ma nel momento in cui allungò la mano per prendere la scatola sul giunto, un braccio
rosso scuro sbucò fuori da sotto al treno e afferrò la sua mano destra.

"!"

Una potente forza trascinò giù Spike. Non riusciva nemmeno a gridare mentre veniva
tirato sotto al giunto.

Nel momento prima di colpire per terra, Spike arrivò a una conclusione.

'Non c'è da stupirsi che non ci siamo imbattuti in lui sul treno--'

Spike poteva vedere uno spazio sorprendentemente largo sotto alle vetture, pieno di ogni
tipo di macchinario. Poteva vedere la figura rossa tenersi aggrappata abilmente agli
ornamenti di metallo.

'Questo bastardo… non stava viaggiando sul o attraverso il treno… lui passava da sotto!'

Ben pesto la sua testa subì un colpo, seguito dall'eterna oscurità.

<=>

I Lemuri, che all'inizio erano quasi trenta, si erano ora ridotti ai sei riuniti nella cabina di
Goose. Non c'era contatto con i cinque uomini che erano andati allo scomparto del
conducente. Erano stati probabilmente uccisi dal Rail Tracer o dagli uomini in bianco—o
forse li aveva uccisi Chane in rappresaglia.

Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che avevano sentito gli spari di Spike. Goose
andò a controllare di persona, ma Spike era introvabile.

Goose era adesso certo di due cose: Che Spike era già morto, e che la sua unica
possibilità di vincere a questo gioco non era di prendere il controllo del treno, ma di
uscirne vivo.

Ritrovandosi a pensare così, Goose ricordò perché non era un soldato. Nessun vero soldato
avrebbe, dopotutto, comparato una situazione del genere a un gioco.
Forse le cose erano andate così perché non era un soldato—perché aveva ancora una
parvenza di ingenuità in lui.

Non aveva modo di sapere quanti uomini in bianco fossero ancora vivi. Tutto quello che
poteva vedere era che le probabilità erano contro di loro.

"Non abbiamo scelta. Interromperemo questa missione e ci ritireremo. Distaccheremo le


stive merci e ci allontaneremo."

Pensando a quello che stava per dire in seguito, Goose si trovò profondamente convinto
di essere un terrorista, non un soldato. E non aveva alcun rimorso riguardo all'ordine che
stava per impartire.

"Non possiamo che le nostre facce siano a loro note. Andremo avanti con il piano originale
di eliminare tutti i passeggeri.”

All'improvviso, la porta si aprì leggermente.

E quando tutti focalizzarono la loro attenzione sulla porte, entrò qualcosa rotolando.

Era un piccolo cilindro che rotolava abbastanza innocentemente, salvo per il borbottio e la
piccola quantità di fumo che emetteva.

Goose riconobbe la vera natura dell'oggetto e ne prese velocemente possesso.

Fracassò la finestra con il calcio della pistola, senza nemmeno preoccuparsi di perdere
tempo per aprirla, e gettò l'oggetto fuori dalla finestra con tutta la forza.

Alcuni secondi dopo, il treno è stato scosso da un forte impatto.

La bomba non era potente quanto la dinamite, ma era abbastanza potente da menomare
tutti gli uomini che erano nella cabina.

"Sono nei saloni! Distruggete i nemici!" Ordinò Goose, mentre gli uomini correvano fuori
dalla cabina.

Nel corridoio rotolava già un'altra bomba, sibilando mentre la miccia bruciava.

"Chiudi la porta!"

Chiusero in tuta fretta la porta e si accovacciarono.

Giusto in tempo. La porta fu spazzata via dal telaio.

Goose si morse il labbro, guardando le macerie con uno sguardo di assoluto disprezzo.

"Avevo dimenticato che quegli ostaggi fossero piuttosto difficili da affrontare con mezzi
normali."

Poi Goose rise in modo autocritico, e mise la mano sul davanzale della finestra. La finestra
era stata completamente distrutta dalla forza dell'esplosione.

"Mi prenderò cura di loro. Voialtri potete andare a preparare il nostro equipaggiamento
nella stanza in fondo."

<=>
Il suono dell'esplosione si protrasse fino al vagone ristorante.

"Uh?"

Jacuzzi si fermò di colpo e si voltò in direzione del suono. Poi si rivolse a Fang e John i
quali erano accanto a lui.

"Scusate, potreste prendervi cura di tutto il resto?"

"Ehi, dove stai andando?"

"Quel rumore di poco fa… Pensi fosse Nice?"

Il suono dell'esplosione portò in automatico Fang a supporre che fosse stata la donna
occhialuta con un occhio solo. Quindi era ovvio cosa avrebbe fatto Jacuzzi in seguito.

"Già. Sono abbastanza sicuro sia stata lei. Vado ad aiutarla."

"Sei pazzo? Donny è già andato alla stiva merci. Se vuoi, potremmo…"

"Non potete farlo. Voi due dovete prendervi cura del vagone ristorante. Procederemo
secondo il piano di cui vi ho parlato prima. E penso, a essere sincero, che qui saresti un
leader migliore rispetto a me, John."

"Ricevuto. Ci ostacoli in momenti come questo."

"Sei tremendo, John…"

La risposta di Jacuzzi era così stranamente calma che John era confuso.

"Pensaci, non piangi più. Non hai paura?"

"Ce l'ho." Rispose all'istante Jacuzzi. "Sono davvero, davvero spaventato. Sento che le mie
gambe inizieranno a tremare da un momento all'altro. In questo momento ci sono
probabilmente un sacco di uomini in nero nella Prima Classe, e sono probabilmente tutti
armati."

"Allora non andare. Finirai per piangere e scappare per metterti in salvo." John cercò di
fermare Jacuzzi, ma Jacuzzi si limitò a sorridere imbarazzato.

"Ho promesso di uscirne vivo. E se Nice muore, non potrò tornare da lei. Quindi la
raggiungerò fintanto che è ancora viva."

Jacuzzi mise un mitra sulla spalla e si incamminò verso la porta che dava sul giunto.

"Inoltre, ho deciso che non piangerò. Sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa, non
importa quanto sia doloroso."

Sentendolo, John e Fang rinunciarono a cercare di fermare Jacuzzi. Mentre lo guardavano


allontanarsi, Fang ci scherzò su.

"Non è per niente preoccupato per Nick…?"

"Forse perché Nick non offre molto in termini di presenza."

<=>

"Stai bene, capo?" Gridò l'uomo senza presenza.


Nice annuì allegramente. "Nessun problema, Nick. Mi sto divertendo un sacco! Non capita
tutti i giorni di poter usare così tante bombe in una volta sola!" Il suo occhio solitario era
già perso nel suo mondo euforico.

"Che vuoi dire con 'nessun problema'?" Chiese nervosamente Nick mentre stava seduto
per terra.

Sapeva che era un po' pazza per gli esplosivi, ma Nick non si sarebbe mai aspettato che
sarebbe arrivata a questo livello.

Era solo a causa della presenza calmante di Jacuzzi che Nick non aveva mai conosciuto
questo lato di Nice. Questo andava oltre il livello di semplice interesse—era
completamente presa dalle bombe. Era stupito dal fatto che lei regolava la quantità di
esplosivo che usava solo pochi istanti prima della detonazione in modo tale da non
danneggiare la struttura del treno od ostacolarne il movimento. Doveva riconoscerglielo--
Nice si regolava solo con una stima visiva.

Anche se la scorsa notte aveva spazzato via i cadaveri dei mafiosi, Nice non aveva avuto
l'opportunità di far saltare persone in vita… a eccezione di sé stessa.

"Andiamo, capo. Dobbiamo incontrarci con gli altri!"

"Oh, che peccato. Ma suppongo tu abbia ragione."

Nice tirò fuori un'altra bomba che aveva nascosto sotto i vestiti, rimosse un po' della
polvere da sparo all'interno, e diede fuoco alla miccia.

Nel momento in cui la miccia iniziò a sfrigolare e fare fumo, Nice aprì la porta e la scagliò
nel corridoio.

Ci fu un'esplosione. L'impatto scosse i loro corpi.

E al momento giusto, Nick mise al mano sul davanzale della finestra. Si sarebbe
arrampicato sul tetto per primo o poi avrebbe tirato su Nice, come aveva fatto
velocemente la donna in tuta militare attraverso la finestra dopo averli slegati.

Nick alzò lo sguardo per aggrapparsi all'ornamentazione.

"Guh!"

Però, fu presto spinto all'interno della cabina da un paio di stivali provenienti da fuori la
finestra.

"Cos…"

Nick era stato preso a calci da qualcuno sul tetto. Era un miracolo che non fosse caduto
dal treno.

"T-tu sei…!"

Di fronte a loro apparve un uomo dagli occhi scuri e taglienti.

Essendo balzato con facilità nella cabina, Goose, con una pistola in entrambe le mani, mirò
a Nice e Nick.

"Scaccomatto, teppistelli." Si avvicinò lentamente a loro. "E pensare che avevi della
dinamite nascosta sotto i vestiti… Suppongo sia stato un errore trattarti da gentiluomo."

Le labbra di Goose formavano un sorriso, ma i suoi occhi guardavano Nice con uno
sguardo che poteva uccidere.

"Se mi consegnassi il resto dei tuoi esplosivi…"

Nice ricambiò lo sguardo in silenzio, ma il braccio che impugnava l'arma puntata su Nick si
tese. Cambiò il suo atteggiamento di colpo.

"Aspetta…! Te li consegno."

Nice chinò la testa con rabbia e tirò fuori tutte le bombe che le erano rimaste, posandole
per terra.

Disposte davanti a lei c'erano circa una dozzina di esplosivi.

"Suppongo sia una buona cosa il non averti sparato in modo incauto. Con tutte queste
bombe, avrei potuto finire per innescarne una accidentalmente."

Goose colpì Nice con la mano armata.

"Ugh!"

"Bastardo!" Ruggì Nick, e tirò fuori il suo coltello.

Bang!

Al suono dello sparo, sangue schizzò dal braccio alzato di Nick.

"Argh… Agh!"

"Zitto, pezzo di merda."

Goose, senza pietà, portò la pistola alla testa di Nick.

Proprio mentre si preparava a premere il grilletto, però, la porta si aprì con uno schianto.
La testa di Goose, insieme alla sua pistola, si voltarono.

Alla porta c'era un uomo con un mitra. Il tatuaggio sul suo volto lo faceva sembrare
particolarmente malvagio.

Quando realizzò che il dito dell'uomo era sul grilletto, Goose corse lateralmente e
premette il grilletto delle sue armi.

I due proiettili sfiorarono il braccio e il fianco del giovane tatuato. Ma allo stesso tempo, il
suo mitra iniziò a sputare una tempesta di proiettili.

"HAAAAAAA!"

Goose gridò mentre iniziò a correre ancora più in là. Mentre il rombo dei proiettili si
avvicinava sempre di più ai suoi piedi, scivolò dietro al lussurioso letto, un arredamento
presente solo in Prima Classe.

Nick colse l'opportunità per far alzare Nice e scappare nel corridoio, dietro a Jacuzzi.

Jacuzzi continuò a sparare sul letto mentre indietreggiava. Poi uscì dalla cabina e chiuse la
porta ancora più forte di quanto l'avesse aperta.

Goose strisciò fuori da dietro al letto e sorrise in modo maniacale. Era quasi come se
stesse godendo della serie di ostacoli sul suo cammino. Ma il luccichio d'odio nei suoi occhi
divenne più luminoso che mai.
"Interessante. Quindi è una prova… Una prova per diventare proprio come Huey! Quindi
questo è un motivo in più per me per sopravvivere! Non posso scappare adesso! Divorerò
tutti quelli sul mio cammino, proprio come Chane!"

<=>

Una volta che Jacuzzi e gli altri se ne andarono, gli uomini di Goose arrivarono nel
corridoio. Inizialmente pensarono che la sparatoria fosse opera di Goose, ma ricordarono
che Goose non aveva un mitra.

All'improvviso, Goose si avvicinò a loro. I suoi occhi erano iniettati di sangue--disumano,


in un modo diverso da Chane.

"Avete preparato l'equipaggiamento?"

"S-sissignore!" Risposero gli uomini in modo rigido, innervositi dall'espressione di Goose.


Goose gli passò davanti con il suo equipaggiamento.

E con il pesante oggetto sulla sua schiena, diede la caccia alla gang di Jacuzzi con uno
sguardo a metà strada tra la rabbia e il divertimento.

<=>

Nel frattempo, Jacuzzi diede gli ordini a Nice e Nick mentre erano sul giunto tra la Prima
Classe e il vagone ristorante.

Di fianco a loro potevano vedere una grande massa d'acqua in mezzo alle sbarre d'acciaio
del ponte. Il treno stava attraversando un grosso fiume. Era quasi l'alba, e la superficie
dell'acqua era illuminata dal cielo luminoso. Diverse piccole barche galleggiavano sul
fiume.

Questa vista ricordò a Nice che questo era il punto del rendez-vous di cui aveva discusso
con il resto della banda.

Comunque, si era dimenticata da tempo del fatto che erano inizialmente saliti sul treno
per rubarne il carico.

Già—il piano prevedeva di gettare il carico nel fiume. Jacuzzi non abbandonò mai questo
obiettivo, ma allo stesso tempo era anche andato a salvare Nice e Nick. Era follemente
incauto rispetto al suo solito atteggiamento. Anche se Nice fu un po' presa alla sprovvista,
le azioni di Jacuzzi le garantirono che era davvero adatto a essere il loro capo.

La maggior parte delle organizzazioni non avrebbero eletto qualcuno come lui, ma in
qualche modo, le azioni di Jacuzzi si adattavano perfettamente al tipo di persone che
aveva nella sua gang.

L'imperfetto e incerto senza speranze capo dei delinquenti tremava mentre impartiva i suoi
ordini.

"Donny sta scaricando le merci nella stiva! Gli ho detto di lasciare una scatola, quindi
dovrai prendere quella, Nice!" Disse. Poi Jacuzzi afferrò la scala che dava sul tetto. "Lo
distrarrò. Voi due prendete dritto per il vagone ristorante! Potete congedare tutti quelli
sotto il comando di Fang!"

Jacuzzi annuì con uno sguardo determinato. Non c'era tempo per fargli domande—tutto
quello che potevano fare era credergli sulla fiducia.

Nice si alzò gli occhiali e aprì la benda che copriva la sua orbita destra.
Tirò fuori in modo esperto l'oggetto dalla sua cavità oculare e lo mise nella mano di
Jacuzzi.

Era una sfera nera delle dimensioni di un occhio. Attorno a essa era avvolta una lunga
miccia.

"È l'ultima bomba che ho. Non è molto potente, ma prendila per ogni eventualità!"

Jacuzzi annuì con fermezza.

"Grazie, Nice. La penserò come se fossi tu e la farò esplodere con amore!"

"È abbastanza inquietante, sai?" Nice sorrise. Jacuzzi iniziò ad arrampicarsi.

"Capo! Sono qui!" Gridò Nick, stando a guardare attraverso la finestra sulla porta che dava
sulla Prima Classe. Nice annuì e aprì la porta del vagone ristorante, e i due iniziarono a
correre.

<=>

Quando Goose aprì la porta, il giovane tatuato aveva appena finito di arrampicarsi sul
tetto.

"Mi occuperò io di lui! Voi passate per la vettura!"

Anche se la sua espressione era il minimo della sua mostruosità, Goose aveva ancora un
filo di sanità mentale. Seguì Jacuzzi per la scala non appena urlò i suoi ordini.

Jacuzzi stava nel mezzo del tetto e aspettava la salita di Goose e i suoi uomini.

Non sapeva quanti ne sarebbero arrivati, ma la larghezza ridotta della scala li avrebbe
obbligati a salire uno alla volta.

Jacuzzi sperò perfino quasi che non si sarebbero arrampicati sul tetto. Perfino adesso, era
doloroso uccidere le persone. Aveva visto molti cadaveri, e ha visto i suoi amici uccidere i
mafiosi che hanno provato ad attaccarli. In definitiva, tutto questo era colpa sua. La
conversazione con Isaac aveva diminuito in qualche modo la sua colpa, ma il pensiero
dell'omicidio gli faceva ancora male.

Ma doveva farlo.

Deglutì a aspettò, cercando di mantenere l'equilibrio nonostante il movimento del treno.

Infine, qualcosa emerse dal bordo del tetto.

Ma appena Jacuzzi mise il dito sul grilletto, notò qualcosa di strano. L'oggetto era troppo
sottile e lungo per essere una testa—era quasi come una specie di ugello--

E proprio mentre lo pensò, l'ugello puntò verso di lui. Era inclinato verso l'alto con un
angolo ristretto, in equilibrio sul bordo del tetto, ma era inequivocabilmente puntato verso
Jacuzzi.

Ebbe un brutto presentimento a riguardo.

L'inquietante pensiero divenne subito realtà come una potente fiammata uscì dall'ugello.

"Uh?!"
Jacuzzi è stato preso completamente di sorpresa non appena le fiamme incandescenti
illuminarono il suo viso.

Per via dell'angolazione dell'ugello, la fiammata passò sopra alla testa di Jacuzzi—ma
l'ondata di calore che l'aggredì era quasi sufficiente per bruciargli la faccia.

"Wh-whoa!"

Jacuzzi cadde sul suo didietro e si affrettò a arretrare.

Sicuramente lo fuoco l'ha spaventato, ma quello che lo sorprese ancora di più era la sua
portata. L'ugello era posizionato alla fine della vettura, ma la terrificante vampata di
fiamma aveva raggiunto l'altra estremità della carrozza. E questo tenendo in
considerazione l'angolo di partenza. Se l'ugello fosse stato posizionato parallelo al suolo, la
fiammata avrebbe coperto una lunghezza ben maggiore della vettura.

Jacuzzi doveva mettersi a distanza dall'ugello. Balzò subito in piedi e corse via, cercando
disperatamente di andare fuori portata.

Quando si guardò indietro, Jacuzzi vide il proprietario dell'ugello che si arrampicava.


L'uomo regolò di nuovo l'ugello, senza nemmeno preoccuparsi di dare la caccia a Jacuzzi.

Nel momento in cui Jacuzzi saltò il giunto successivo, fu assalito fa una nuova fiammata.

Jacuzzi effettuò un atterraggio instabile mentre il fuoco gli passò accanto. Era un po'
distante da esso, ma l'ondata di calore che accompagnava le fiamme era incredibile.
Jacuzzi si preoccupò se i suoi vestiti avessero preso fuoco, ma sentiva come se sarebbe
bruciata prima la sua faccia.

Era stato in grado di evitare un colpo diretto per il fatto che il treno stava percorrendo un
tratto in curva, ma una rapida aggiustata all'ugello avrebbe decretato la sua fine.

E proprio come previsto, l'angolazione del fuoco iniziò a spostarsi. Jacuzzi corse più veloce
che poteva per evitarlo.

Poteva sentire l'estremità delle fiamme lambire la sua schiena. Si sentiva come se fosse
stato messo in un inceneritore. Anche se non era preso dal fuoco, il solo calore era
abbastanza da uccidere un uomo.

Quando raggiunse una distanza in cui il calore non si sentiva in modo così intenso, Jacuzzi
guardò indietro.

"Per favore, vai a segno…"

Poi puntò il suo mitra verso l'uomo con il lanciafiamme e premette il grilletto. Era una
distanza proibitiva per un novellino inesperto come lui, ma Jacuzzi non aveva altra scelta
che opporsi.

Click click click click click click

"Uh?"

Ma la situazione era già ben oltre il senza speranza.

Novellino o meno, nessuno poteva risolvere il problema di un mitra che aveva finito le
munizioni.
Il giovane puntò un mitra in direzione di Goose, ma lo gettò subito via. Sembrava fosse a
corto di proiettili.

"Una fine sciocca per un teppista problematico. Ti polverizzerò le ossa." Goose sorrise
maliziosamente, facendosi lentamente strada verso il fondo del treno.

Aveva un lanciafiamme tedesco del 1918. Era un cimelio acquistato in modo illegale, ed
era stato parzialmente modificato per soddisfare gli standard moderni. Goose non si
sarebbe mai immaginato di ritrovarsi a usarlo in un posto del genere. Il lanciafiamme,
inizialmente, era l'arma del Maestro Huey, ma avevano avuto il permesso di portarselo per
ogni evenienza.

'Dannazione. Avrei dovuto portarmi una tuta protettiva. Di questo passo finirò per
arrostirmi da solo.'

La testa di Goose aveva iniziato a sgombrarsi mente dava la caccia al giovane lungo il
tetto.

'Dove cazzo sono gli altri? Tch. Credo di potermi occupare di lui da solo.'

<=>

Gli uomini Goose correvano attraverso il vagone ristorante facendosi strada verso la porta
che dava sul giunto successivo. Alla loro vista i passeggeri tremarono come conigli
impauriti. Gli uomini in nero, però, non li guardarono nemmeno mentre si dirigevano verso
la porta.

Clunk.

La porta scorrevole si scosse, ma non voleva muoversi. Nel frattempo che fecero diversi
tentativi, tutti gli uomini in nero si riunirono all'estremità della vettura.

"Ehi, sbrigati ad aprirla."

"Aspetta un secondo. La porta è rotta…"

Click.

Il suono paralizzò all'istante gli uomini in nero. Gli ricordò il suono di un'arma che veniva
caricata.

Click.

La seconda volta, sembrava un mitra che veniva puntato.

click rumore click click click clack click

rumore click click click


clack click rumore click click

rumore click

clack clack click rumore

rumore click click clack clack click rumore

Un suono dava seguito a un altro, e in mezzo alla terrificante ondata di click gli uomini
iniziarono a capire cosa stesse succedendo.

Se avessero iniziato a fare fuoco con i loro mitra quando sentirono il primo click, ne
sarebbero usciti vincitori.

Ma stavano lavorando sotto l'ipotesi che i passeggeri non avrebbero opposto resistenza, e
avevano quindi abbassato la guardia. Un altro motivo del loro fallimento era la loro poca
esperienza rispetto a tipi come Goose o Spike.

A questo punto era inutile cercare di resistere. Gli uomini in nero non potettero fare altro
che alzare lentamente le teste.

"Apprezzeremo molto se poteste far cadere le vostre armi prima di girarvi." John li
ammonì severamente.

"Qui siamo tutti dilettanti, vedi? Tutto quello che gli abbiamo insegnato è come premere il
grilletto. Giratevi con le armi e qualcuno è destinato a sparare. Ve lo garantisco."

Gli uomini in nero misero le loro armi a terra in segno di resa. Erano uomini inesperti, e in
termini di fedeltà non ne avevano nemmeno la metà di quella fanatica di Chane.

Quando finalmente si voltarono, si ritrovarono a osservare il vagone ristorante, per niente


diverso da come era prima.

L'unica distinzione cruciale, tuttavia, era il fatto che i passeggeri stavano tutti puntando le
loro armi verso di loro, con gli occhi pieni di terrore.

John e Fang parlarono, la loro voce era molto scherzosa.

"Come si ci sente a vedersi ribaltato il dirottamento? E per giunta dagli ostaggi con le
vostre stesse armi."

"Non avreste dovuto prendervi la responsabilità di sorvegliare gli ostaggi fino alla fine?
Haha!"

quando prima Jacuzzi catturò uno degli uomini in nero, riuscì a strappargli delle
informazioni. Scoprì che i Lemuri pianificavano di far diventare il treno una fortezza in
movimento.

In altre parole, gli uomini in nero dovevano essersi portati dietro un gran numero di armi.
L'ipotesi di Jacuzzi si rivelò corretta; la stiva merci era riempita con un vero e proprio
tesoro di armi extra e munizioni.

Dopo aver preso il controllo del vagone ristorante, aveva chiesto il supporto di John e
Fang. Comunque, solo loro due erano in possesso di armi cariche.

In ogni caso, la scommessa di Jacuzzi è stata vincente.

John legò gli uomini in nero con stracci di tovaglie mentre gli venne una leggera
preoccupazione.

'Dicono che passare del tempo con gli ostaggi crei una sorta di legame tra l'ostaggio e il
rapitore, ma quel Jacuzzi… ha finito perfino per prendere il controllo di quel legame.'

Una volta finiti di legare gli uomini, si girò verso Fang.

"Mi ripeti come si chiama in oriente?"

"Oh, intendi la cosa che detto il pistolero al bancone? Sai, non ne ho mai sentito parlare
prima."

Si fermarono un attimo a ricordare quanto detto da Isaac.

"Vediamo… era 'Chi trova'…"

"'Tiene'."

<=>

Jacuzzi è stato infine messo alle strette.

Adesso era sopra all'ultimo giunto. Avrebbe dovuto scendere o avrebbe dovuto saltare
sull'ultima carrozza?

Ma era chiaro che Goose l'avrebbe seguito se avesse scelto di scendere. Jacuzzi poteva
cercare di aspettare l'arrivo di Goose sulla penultima carrozza, e poi tornare nella vettura,
ma tale piano non aveva senso visto il lanciafiamme, il quale aveva una portata maggiore
della lunghezza della carrozza. Goose poteva ridurlo in cenere senza nemmeno dover
scavalcare.

'Non posso permetterglielo. Nice e gli altri sono ancora nella stiva merci…'

Se morire bruciato era tutto ciò che gli rimaneva, avrebbe fatto ogni cosa in suo potere
per proteggere gli altri.

Jacuzzi fece un respiro profondo e si girò a fronteggiare Goose.

"Allora quel folle finalmente si arrende." Goose sorrise, i suoi occhi erano ancora iniettati
di sangue, e lentamente accorciò la distanza che c'era tra lui e Jacuzzi.

Per prima cosa avrebbe abbrustolito questo teppista. Poi avrebbe bruciato la donna con la
benda. Avrebbe dato fuoco a tutti—la donna in tuta militare, gli uomini in bianco, perfino
gli ostaggi.

Ma la quantità di combustibile lo preoccupava. Anche se il lanciafiamme era stato


modificato per contenere una quantità maggiore di combustibile, ogni fiammata a piena
potenza non sarebbe durata più di dieci secondi. Anche se aveva preparato del
combustibile extra, era meglio essere sicuri che rammaricati.

Goose strinse leggermente la valvola. Questo avrebbe dimezzato la sua portata, ma gli
avrebbe fatto risparmiare combustibile sulla lunga durata.
L'uomo si avvicinava lentamente. Scavalcò la prima stiva merci.

Jacuzzi sarebbe stato ben presto a portata di fiamma. Adesso era una scommessa da tutto
o niente. Jacuzzi prese la bomba che gli aveva dato Nice.

'Dovrebbe esserci del combustibile d'accensione in quella strana cosa che porta sulle
spalle. Se solo potessi accenderla…'

Poi Jacuzzi realizzò al follia del suo modo di pensare.

'Non ho niente con cui accenderla!'

Era la fine. A che serve una bomba quando non si ha del fuoco con cui innescarla?

Tecnicamente, c'era del fuoco—il suo nemico gli dava fuoco a palate. Di questo passo
Jacuzzi sarebbe sia potuto morire bruciato, o la bomba avrebbe potuto spazzargli via il
braccio. Alla fine, naturalmente, entrambe le cose potrebbero succedere.

A questo punto, considerò perfino di saltare giù dal treno. Con un po' di fortuna sarebbe
potuto sopravvivere alla caduta.

Ma questo avrebbe assicurato la morte di Nice e gli altri passeggeri.

Jacuzzi pensò anche a correre a capofitto verso il suo avversario.

'Oh, vorrei solamente che arrivi qualcuno e combatta contro di lui—Non mi importa se
siano gli uomini in bianco, o perfino il Rail Tracer. E spero che si buttino giù a vicenda a
che ci sono…'

Ma Jacuzzi rinunciò fermamente alla voglia di fare affidamento sugli altri, e decise
finalmente di fronteggiare il suo nemico.

Quello fu il momento preciso in cui arrivarono i suoi salvatori.

Qualcuno che non aveva nemmeno richiesto comparve all'improvviso per salvarlo.

"AAAAAAHHHHHHHHHHHHH!"

Un urlo terrificante. Veniva da qualche parte sotto al treno—in prossimità di dov'era


Goose.

"Ma che?!"

Abbastanza stupidamente, Goose finì per avvicinarsi in direzione del suono per vedere di
cosa si trattasse.

Forse era l'arroganza di credere che avesse l'arma definitiva, o forse si era convinto della
sua vittoria. O forse era semplicemente il tipo d'uomo che non poteva riposare finché non
risolveva ogni mistero sul suo cammino.

Sarebbe potuto essere in grado di evitare la catastrofe che lo colpì se solo non si fosse
avvicinato alla fonte del suono.
Nel momento esatto in cui Goose guardò attentamente verso il basso, ugello pronto
all'uso--

Arrivano da sotto.

"AAAAAAAaaaaaaaAAAAaaaaaaaHHHHHHHHhhhhhHHHHHH!"

Nel momento in cui Goose guardò giù, l'urlo divenne sempre più vicino e forte.

E all'improvviso, una grande massa apparve da dietro a Goose.

La massa era attaccata a una corda spessa che sporgeva da un lato del treno, e volava in
aria come un pendolo. Sembrava quasi un gigantesco yo-yo.

Jacuzzi, che stava guardando da una certa distanza, realizzò che la massa alla fine della
corda era...

Era un pistolero con qualcosa in braccio e una donna in abito rosso che si teneva alle sue
gambe.

"I-Isaac?!"

Gli occhi di Jacuzzi si spalancarono all'intrusione improvvisa.

"Che ci fanno laggiù?!"

Una folata di vento andò a incontrare Jacuzzi.

Era il southeaster, qui per portarlo alla vittoria.

"AAAAAAAHHHHHHHhhhhhhh!"

L'urlo scomparve verso l'altro lato del treno in un batter d'occhio. Il gigantesco yo-yo
umano aveva attraversato la parte superiore del treno con un arco molto simile al
movimento del sole invernale.

Goose era giusto in mezzo al cerchio tracciato dall'arco. Appena Isaac e Miria caddero
dall'altro lato del treno, la corda si legò intorno alla gamba di Goose.

"Cosa?!"

Un potente impattò colpì il tendine d'Achille Goose. Roteò e cadde sul tetto, fatto
inciampare dalla corda di un gigantesco yo-yo.

Atterrò esattamente sulla sua schiena. La bombola sulla sua schiena premette
dolorosamente sul suo torso.

Goose fu improvvisamente colpito dalla paura che l'impatto avesse rotto la bombola. Ma
non sentì perdite d'aria, né alcun odore di gas. Sembrava andare tutto bene.

"Che cazzo è stato?!"

Goose si rialzò lentamente e iniziò nuovamente a dirigersi verso il giovane tatuato. La


massa alla fine della corda lo aveva infastidito, ma prima doveva dar fuoco a quest'uomo
sul tetto. Era difficile correre con un peso di sessanta libbre sulla schiena, ma riuscì a
saltare il giunto successivo prendendo la rincorsa.

Goose arrivò finalmente all'ultima carrozza, dove il giovane tatuato aspettava.

"Pronto a morire, ragazzo tatuato? Perché non mi dici almeno il tuo nome prima che ti
riduca in cenere?"

"No."

La conversazione iniziò quando Goose aveva raggiunto la parte centrale del tetto.

"Oh? E perché?"

"Perché sto per buttarti giù dal treno, e sopravvivessi… Cercheresti di rintracciarmi. Quindi
non ti dirò il mio nome. Non voglio che tu scopra il mio indirizzo e cose del genere."

Jacuzzi cercò di sembrare più freddo possibile, ma vedendo gli occhi iniettati di sangue di
Goose la sua risposta sembrò leggermente fuori luogo.

Goose era quasi sul punto di mettersi a ridere per la sciatta spiegazione di Jacuzzi. Non si
sarebbe mai aspettato qualcosa di talmente sciocco in un momento simile.

Quest'uomo è davvero la stessa persona che prima gli stava puntava addosso il suo mitra?

"Che sfortuna, allora. Sei pronto a morire?"

"Non voglio morire, se ne posso fare a meno."

"Cercherò di ricordarlo quando di ridurrò in carbone." Disse Goose, ispezionando


attentamente il volto di Jacuzzi.

'Che aspetto disgustoso. È come se fosse sul punto di piangere da un momento all'altro,
ma c'è una parvenza di determinazione nei suoi occhi. Ma una volta che lo avrò
abbrustolito, sarà tutto finito.'

Goose sorrise e premette il grilletto dell'ugello con tutta la sua forza.

'Finirà per arrostirsi se cerca di avvicinarsi. Provaci, ragazzo.'

Tuttavia--

"Cosa?!"

Le fiamme uscirono dall'ugello, ma il fuoco non era lontanamente potente quanto prima.
Arrivava a circa un metro.

"Non può essere!"

Aveva stretto troppo la valvola? Goose si precipitò su ciò che aveva alle spalle, ma la
valvola era piegato in modo anomalo e non si muoveva. La forza del precedente impatto
aveva lasciato un impedimento duraturo.

"Dannazione!"

Si voltò e puntò l'ugello in avanti, ma Jacuzzi aveva già ridotto la distanza tra loro,
saltando in avanti e schivando l'ugello.

Jacuzzi non aveva né grande forza fisica né abilità straordinarie. Il suo modo d'agire una
volta saltato verso Goose era estremamente semplice; stando appena sotto il mento
dell'altro uomo, Jacuzzi saltò con tutte le sue forze.

Appena Jacuzzi si diede la spinta, la sua fronte frantumò senza pietà il naso di Goose.
Quando Goose si riprese dallo shock—sia fisico che mentale--Jacuzzi si preparò a un'altra
testata. Gli incisivi di Goose si ruppero e sanguinarono sulla faccia di Jacuzzi. Ma Jacuzzi
non si sarebbe fermato. Si reggeva all'ugello del lanciafiamme mentre continuava a
sbattere la sua fronte sul volto del suo avversario—due, tre volte. Bam. Crack. Crunch.
Gruck.

La sensazione dell'impatto sulla sua fronte si indeboliva ogni volta. All'inizio Jacuzzi pensò
che si fosse rotto il cranio, ma sembrava che fosse il naso di Goose a essersi rotto.

'Bene!'

Fiducioso di quello che stava facendo, Jacuzzi si chinò ancora una volta per prepararsi a un
altro colpo. Ma fu interrotto da una serie di chiari rumori.

Bang Bang Bang

"Uh?"

Sentì un intenso dolore al fianco e alla gamba. Si sentiva come se gli fosse stato
conficcato un ombrello nello stomaco.

Jacuzzi guardò in basso e vide la mano sinistra di Goose, chiusa a pungo. Uno strano
dispositivo era fissato sul dorso della sua mano.

"È un meccanismo per sparare dalla mano. Ovviamente è tutto merito di quel bastardo di
Huey." Qualcosa simile a una piccola pistola era fissata alla fine del dispositivo sul pugno
di Goose, e del fumo bianco usciva dalla canna. "Non è conveniente? Spara un colpo ogni
volta che do un pugno a qualcuno."

Goose, sanguinate copiosamente dalla bocca e dal naso, sorrise e spiegò il meccanismo
dell'arma. Normalmente era in grado di sparare solo una volta, ma la progettazione
personalizzata di Huey rese possibile avere fino a tre colpi.

Uno di questi aveva sfiorato il fianco di Jacuzzi, e gli altri due si erano conficcati nella sua
coscia.

"Hmph! Sembra che la situazione sia capgghh!"

Jacuzzi diede un'altra testata sul naso di Goose.

"P-piccolo bastardo!"

Goose infilò le dita della mano sinistra nella ferita di Jacuzzi. Nonostante l'atroce dolore,
tuttavia, Jacuzzi non si fermò.

"Arrenditi, accidenti! Urla! Soffri e piangi!"

Ma Jacuzzi non poteva fare una cosa del genere.

Era già preparato a questo tipo di dolore, dal momento in cui decise di sconfiggere queste
persone. Ecco perché non avrebbe più pianto. Mai.
<=>

Qualche Tempo Prima.

"Riguardo a Jacuzzi, sai?" Nice sussurrò a Nick mentre camminava per i corridoi della stiva
merci. "Di solito è un gran piagnone, ma una volta che prende una decisione su qualcosa,
non piangerà mai."

"Uh. Davvero?" Chiese dubbioso Nick. Nice sorrise.

"Già. Farsi fare quel tatuaggio deve essere stato terribilmente doloroso, ma non ha pianto
nemmeno una volta."

"E allora a cosa sono dovuti i piagnistei di tutte le altre volte?"

"Anch'io gliel'ho chiesto. E mi ha detto: 'Perché per le persone è normale piangere'."

Nice ricordò la faccia da quattordicenne di Jacuzzi, un pizzico di infantilismo persisteva


ancora in lui. Non era passato molto tempo da quando si era fatto il tatuaggio, e stava
sorridendo.

"Ma le volte in cui vorrei piangere più intensamente sono probabilmente le volte in cui
devo dare il meglio. Ecco perché piango ogni volta che ne sento il bisogno. Non mi
tratterrò dal piangere, e piangerò tutte le lacrime che avrei versato quando mi sento di
piangere di più. Così, quando dovrò prendere una posizione, le mie lacrime si saranno già
prosciugate."

Era una decisione infantile per un quattordicenne, ma Jacuzzi tenne questo voto per
cinque anni. Nice lo amava per questo.

Improvvisamente sentirono tre spari in successione.

"Capo! Quello era…!"

Il rumore proveniva dall'ultima carrozza del treno. Nice stava già correndo prima che se ne
rendesse conto, con le numerose bombe dell'ultima scatola del loro bottino intorno alla
vita.

<=>

"Muori!"

Goose diede un calcio a Jacuzzi, facendogli perdere la postura. Jacuzzi perse l'equilibrio e
e cadde sul didietro.

"La tua fortuna è finalmente finita. Qualcosa da dire?" Chiese Goose, sputando un misto di
saliva e sangue. Riaggiustò l'ugello del lanciafiamme e lo spinse verso Jacuzzi.

Il dolore e la rabbia impedivano a Goose di pensare chiaramente. Se fosse stato nel giusto
stato mentale, avrebbe bruciato le gambe di Jacuzzi per impedirgli di muoversi
definitivamente. Proprio come dimostrato dall'incidente con Neider, Goose non era il tipo
d'uomo che avrebbe concesso al proprio nemico una morte veloce, perfino quando
pensava chiaramente. Aveva un complesso di inferiorità per il suo fallimento nel diventare
un soldato—questa sua tendenza era probabilmente ciò che lo distingueva dai veri
professionisti.

Per un momento Jacuzzi si preparò alla morte. Poi si ricordò della bomba di Nice, riposta
nella sua tasca.
Da questa distanza potrebbe essere possibile coinvolgere Goose nell'esplosione. In seguito
esploderebbe anche la bombola alle sue spalle, intrappolando Goose nelle fiamme letali.

Certo, questo avrebbe benissimo potuto uccidere Jacuzzi.

Gli era rimasta solo una possibilità. Anche se fosse scappato buttandosi giù dal treno,
sarebbe morto o per la forza dell'impatto o dissanguato. E se sarebbe morto comunque,
doveva fare tutto quanto in suo potere per portare Goose con sé.

Jacuzzi si preparò e cercò nella tasca.

Goose notò il movimento di Jacuzzi, e si aspettandosi che estraesse un'arma, mise


pressione sul grilletto.

All'improvviso si fermò.

Jacuzzi guardò Goose in uno stato di confusione. Gli occhi di Goose erano puntati a
qualcosa dietro a Jacuzzi, sul bordo dell'ultima carrozza.

Jacuzzi non sapeva cosa stesse succedendo, ma questa era una grande occasione. Ignorò
il dolore e provò ad alzarsi, ma anche lui si congelò.

"???"

Qualcosa si stava muovendo sotto i piedi di Jacuzzi.

Una massa rossa stava emergendo da dietro i suoi piedi. Era una massa grossa e bagnata
che sembrava quasi carne macinata. Si stava muovendo dai piedi di Jacuzzi verso Goose.

Jacuzzi fece un passo indietro terrorizzato. Ma Goose stava ancora guardando da qualche
parte dietro di lui. E un'altra massa rossa passò alla sinistra di Jacuzzi.

Finalmente Jacuzzi si girò, e restò ammutolito dalla vista.

C'erano dozzine di masse rosse simili, e il loro modo di scivolare e rotolare in avanti
sembrava quasi un esercito marciante di formiche rosse. Quando un pezzo ne colpiva un
altro, quelle due diventavano una massa più grande e continuava ad andare avanti.

Jacuzzi finalmente capì. Si stava finalmente mostrando, e anche nel peggior momento
possibile.

Chiamò lentamente il nome del mostro.

"…Rail Tracer…"

"Che cazzo è questo?! Una sorta di mostro?!"

Goose aveva un'idea su cosa potesse essere questa massa. Era il mostro rosso di cui
parlavano gli ostaggi—la creatura che aveva ucciso molti dei suoi uomini.

"Muori! Muori, dannazione! Muorimuorimuorimuori! Brucia!"

Goose si dimenticò di Jacuzzi per un momento mentre dava fuoco ai pezzi di carne che si
avvicinavano ai suoi piedi. La potente ondata di calore costrinse Jacuzzi a spostarsi
velocemente all'indietro.

La massa rossa prese fuoco, ma abbastanza stranamente, non fece fumo. Le superfici
bruciate si screpolarono, e la massa sottostante riacquistò il suo colore carnoso.

La massa di carne continuava ad avanzare imperterrita. Goose urlò delle oscenità mentre
iniziò a oscillare l'ugello del lanciafiamme.

Il combustibile che l'ugello sparse ovunque bruciava proprio davanti a Jacuzzi. Il tetto
delle carrozze sembrava fatto di metallo, quindi il treno non avrebbe preso fuoco.

La scoperta riportò Jacuzzi alla realtà.

"Una fonte di fuoco!"

"Dannazione! Stai lontano da me! BRUCIA!"

Goose agitava follemente il lanciafiamme. Sarebbe stato da molto tempo a corto di


combustibile se non fosse stato costretto a regolare la valvola.

"Brucia, brucia, brucia, brucia…?!"

Clang.

Sembrava che qualcosa volò sopra la sua testa e atterrò sul tetto. Si girò senza pensare e
vide una sfera di metallo della grandezza di un occhio rotolare sul tetto.

Le scintille sulla miccia furono rapidamente assorbite dalla sfera.

Ci fu un improvviso rimbombo esplosivo e un impatto.

"GAAAAAAAAAHHHHH!"

La forza dell'esplosione scaraventò Goose verso la fine della carrozza. Non era
un'esplosione molto potente, ma il peso del lanciafiamme gli rendeva difficile fermarsi, in
aggiunta al fatto che si trovavano su un treno in movimento.

E in mezzo alla traiettoria di Goose c'era il giovane tatuato.


"Folle! Non puoi fare nulla disarmato!"

Avendo perso la presa sull'ugello, Goose prese un coltello dalla tasca, nonostante la forza
dietro al suo spostamento, e lo alzò per colpire Jacuzzi.

Jacuzzi ricordò le parole del più grande pistolero al mondo—l'uomo che gli aveva dato il
suo coraggio—e gridò con tutta la sua forza.

"Ho un pistola nel mio cuore!"

Il coltello di Goose affondò nel suo braccio. Jacuzzi non oppose resistenza, ma invece
cadde a terra.

"Cosa?!"

Come Goose perse l'equilibrio e cadde in avanti, Jacuzzi diede in calcio nello stomaco di
Goose e lo fece innalzare, sollevando le sessanta libbre extra del lanciafiamme con la sola
forza di volontà.

La sua gamba fu sopraffatta dal dolore e il sangue schizzò dalla sua coscia ferita, ma
Jacuzzi non abbassò il piede. Quest'istante sembrò durare in eterno.

E presto, Goose fece un mezzo giro in aria mentre veniva gettato dietro a Jacuzzi.

Il più grande colpo di sfortuna di Goose fu il fatto che lì era dove il tetto finiva.

Mentre il suo corpo provava la sensazione di cadere attraverso l'aria, un potente impatto
colpì la sua schiena.

Il suo corpo fu ben presto inghiottito da una luce rossa.

Jacuzzi era disteso sul tetto del treno mentre un'ondata di calore gli passò sopra la testa.
Quando alzò la testa, poteva vedere le fiamme affacciarsi dal paesaggio poco illuminato.

Era finita? I rumori dell'esplosione e anche il treno sembravano molto vuoti. Ma una voce
molto chiara si fece strada.

"Jacuzzi! Jacuzzi!"

La voce di Nice lo costrinse ad alzarsi. Il suo fianco e la sua coscia iniziarono nuovamente
a far male.

"Oh, Nice… Sono così felice che tu stia bene."

"Sto bene! Per prima cosa dobbiamo fermare l'emorragia!"

"Uh, quella roba intorno alla tua vita… Oh, quindi sono le bombe. Non è fantastico, Nice?
Abbiamo trovato un meraviglioso tesoro, vero?" Jacuzzi si sforzò di sorridere. Nice lo
abbracciò forte.

Ma lui la scansò gentilmente.


"Jacuzzi?"

"Sai, Nice?" Jacuzzi sorrise un po' tristemente mentre parlava con lei. "Sai, penso, forse
ho pianto un po' troppo."

"?"

"Quindi diciamo che le lacrime in più che ho versato, le ho versate per te."

Nice realizzò che Jacuzzi stava guardando qualcos'altro, verso la parte anteriore del treno.

Al momento il treno si stava dirigendo verso il sole nascente.

E quel 'qualcosa' era in mezzo alla luce del sole. La luminosità impediva a Nice dal vedere
bene, ma c'era una cosa che poteva dire per certa.

La figura era completamente coperta di rosso.

Dava le spalle al sole, e nella sua testa c'era un paio d'occhi, proprio come ogni altro
umano. Gli occhi del mostro erano come pure gemme scure che sopraffacevano perfino le
ombre, ma ricordavano anche un buco che conduce a una specie di purgatorio.

Un anticolore tra i confini della vita e la morte—un luccichio che sembrava come se
avrebbe attirato dentro di sé tutto ciò che in quegli occhi si rifletteva.

Vedendolo, Jacuzzi non era certo che la figura rossa fosse il Rail Tracer. La massa rossa di
prima deve essersi coagulata in forma umana, pensò.

Mentre guardava la figura, Jacuzzi sussurrò con calma a Nice.

"Non importa quello che succede nella vita, non importa quanto possano essere dolorose
le cose, non piangere mai, Nice, perché io ho già pianto al posto tuo. Non posso vederti
piangere."

Poi corse in avanti prima che Nice lo potesse fermare. Si rese subito conto che aveva
preso due delle nuove granate che aveva con sé.

"Jacuzzi!"

Ma era già troppo tardi. Nel frattempo che fece per inseguirlo, Jacuzzi si era già scontrato
con la figura rossa.

Lui e la figura rotolarono poi sul fianco del treno.

Nice chiamò disperatamente Jacuzzi a pieni polmoni.

E non appena finì di gridare, un bagliore rosso esplose in prossimità del fondo del treno.

Una terrificante esplosione scosse le carrozze. L'urto—incredibilmente potente per un


semplice paio di granate—è stato sufficiente a far volar via gli occhiali di Nice. Appena
caddero sul tetto, Nice cadde sulle ginocchia.

Il rumore dell'esplosione poteva essere sentito per tutto il treno, ma presto tornò il
silenzio come se non fosse successo nulla.

<=>

Nice ricordò il suo passato.


Era stata orribilmente sfigurata dai suoi stessi esplosivi. Aveva perso il suo occhio estro, e
il suo corpo era ricoperto da cicatrici. Il suo occhio sinistro era stato gravemente
danneggiato dalle schegge, lasciandola con pochi gradi di vista.

Riusciva a malapena a distinguere i volti delle persone. Temendo di non riuscire a


riconoscere più nessuno, Nice si chiuse in camera e passava le giornate piangendo.

Ma un giorno, Jacuzzi si intrufolò in casa sua per parlarle, con un tatuaggio sulla faccia che
perfino l'occhio solitario di Nice riusciva a vedere.

"Guarda, Nice! Adesso sarai in grado di distinguere il mio volto fra quello di tutti gli altri!
Quindi, fintanto che saremo insieme, andrà tutto bene!" Lui sorrise.

Sentendo la sua voce, Nice iniziò a piangere per la gioia, questa volta. Jacuzzi si
preoccupò che l'avesse fatta piangere, e scoppiò in lacrime anche lui.

Il ricordo portò Nice alle lacrime.

La sua vista era annebbiata visto che le erano caduti gli occhiali, e adesso le lacrime
stavano oscurando ancora di più la sua vista. Adesso non poteva riconoscere nessuno.
Delle persone rimaste nella sua vita, forse avrebbe potuto riconoscere Donny grazie alla
sua mole. Nice sentiva che doveva mantenere la mente occupata con dei pensieri banali
del genere, o avrebbe finito per piangere ancora più forte. Ricordò cosa le disse Jacuzzi
prima di andarsene e fece del suo meglio per fermare le sue lacrime, ma era inutile.

Ma non pianse ad alta voce. Ha chiuso disperatamente i singhiozzi in gola, sentendo come
se stesse per morire soffocata.

Improvvisamente apparve qualcuno davanti a lei.

Era Nick? Uno degli uomini in bianco? O forse un sopravvissuto degli uomini in nero? Nice
guardò all'insù, rassegnata al suo destino.

Metà del volto della figura era coperta da una sagoma scura.

"Sei tremenda, Nice. Ti ho detto di non piangere." Il tatuaggio sul suo volto si contorse.
"Se piangi, Nice, viene da piangere anche a me. Quindi, per favore, Nice. Non piangere."

Nice rinunciò a trattenere i singhiozzi mentre lo abbracciava fortemente, gridando il suo


nome.

Presto, Nick e gli altri arrivarono sul tetto. Allora Nice aveva smesso di piangere, e Jacuzzi
stava sorridendo gioiosamente.

"Di', Jacuzzi. Come hai fatto a battere il mostro rosso? Non sei caduto dal treno? Come fai
a essere ancora vivo?"

"Uh… Vi spigherò dopo. Non l'ho capito neanche io, capisci? È solo… che il mostro rosso
era--"

Jacuzzi finalmente scorse Nick e Donny, e li salutò con un sorriso.

"Ragazzi! S-sono così felice che siate qui." La sua voce era tremante. "Scusate, ma… D-
Donny, puoi portarmi nella cabina numero 3 della Seconda Classe? H-ho sentito che lì c'è
un dottore." Jacuzzi riferì all'improvviso, ma la sua faccia si contorse presto in una
smorfia. "Il fianco, il braccio e la gamba mi fanno davvero male… Stanno anche
sanguinando, e penso che finirò col piangere… uh…"

Jacuzzi poi vide il suo sangue, gridò, e svenne.

Era tornato ad essere sé stesso. Nice e gli altri lo portarono rapidamente via, sapendo che
l'incidente sul treno fosse finalmente finito.

Il sole del mattino si alzò lentamente nel cielo e illuminava i binari infiniti, come a
benedire il loro viaggio verso New York.

-----

Terminal
31 Dicembre, 14:00. Pennsylvania Station, New York.

I tre boss della Famiglia Gandor erano seduti uno accanto all'altro nella sala d'attesa.

Il Flying Pussyfoot aveva in programma di arrivare due ora fa. Berga Gandor, il secondo
dei fratelli, parlò.

"È tardi."

"Calmati, Berga. È normale per un transcontinentale essere in ritardo di un paio d'ore."

"…"

Luck, il più giovane, calmò suo fratello, mentre Keith, il più grande, mantenne il silenzio.

Proprio accanto a loro c'era un altro gruppo che aspettava i loro amici Isaac e Miria, e un
amico alchimista. Nello specifico, questo gruppo consisteva in Firo Prochainezo, un
esecutivo della Famiglia Martigio, la sua coinquilina Ennis, e Maiza Avaro, il ragioniere della
Famiglia Martigio. Maiza era anche un alchimista immortale di più di duecento anni.

Firo guardò i Gandor e parò in modo pacato, assicurandosi che nessuno stesse ascoltando.

"Al momento non combattendo con gli Onorata? Va bene che siate tutti seduti qui?"

"Possiamo uscire allo scoperto perché noi siamo noi, Firo."

"Giusto."

Firo capì immediatamente. L'anno scorso un incidente li aveva trasformati, così come
Isaac e Miria, in immortali proprio come Maiza. Ovviamente nemmeno il Bureau of
Investigation lo sapeva ancora.

"Dunque, chi è questo tuo amico alchimista, Maiza?" Chiese Luck.

"Come potrei dire? È un po' solitario, ma cerca sempre di prendersi le sue responsabilità."
Rispose un uomo con gli occhiali dall'aspetto gentile.

"Il tipo che non durerebbe a lungo se fosse una persone normale?" Chiese Luck. Berga
continuò dove si interruppe suo fratello, descrivendo colui che stavano aspettando loro.

"Anche Claire è più o meno così, ma in modo completamente opposto. È più una persona
testarda, sai? Però immagino che l'essere allegro lo aiuti."

Ennis decise di unirsi alla conversazione, chiedendo informazioni sullo sconosciuto.

"Da quello che dice, suppongo che la signorina Claire deve essere una persona
determinata e socievole."

Firo e Luck si guardarono a vicenda.

"Firo? Sembra che ti sia dimenticato di dire qualcosa di importante alla signorina."

"Adesso che me lo dici, l'ho fatto, vero? Beh, ho descritto un po' la personalità di Claire,
ma…"
"?"

Ennis ascoltava confusa, proprio mentre l'arrivo del Flying Pussyfoot veniva annunciato in
tutta la stazione.

"Andiamo, Ennis. Penso che per te sia meglio incontrare Claire di persona."

Si diressero verso i binari per vedere i loro vecchi amici, avvicinandosi al treno che doveva
ancora scrollarsi di dosso l'aria di entusiasmo che aveva accompagnato il lungo viaggio.

"Uh? C'è qualcosa che non va."

Il treno davanti a loro non era il Flying Pussyfoot. Era un treno normalissimo,
completamente diverso dal celebre treno di lusso.

"Sembra si siano imbattuti in qualche problema durante il viaggio, quindi hanno sostituito
tutte le carrozze." Disse Maiza. Tutti aspettavano l'apertura delle porte.

"Pensaci, hai sentito che hanno arrestato quel tipo--Huey Laforet, Maiza?" Chiese Firo.
Maiza annuì con una lieve ombra sugli occhi. Keith guardò Maiza in silenzio.

"Suppongo sia meglio dirti tutto." Maiza sorrise rassegnato. "L'autoproclamato


rivoluzionario recentemente arrestato, Huey Laforet--"

Gli occhi di tutti erano su Maiza.

"È uno di noi immortali."

Le porte infine si aprirono, e i passeggeri uscirono dalle porte. Per qualche ragione,
avevano tutti un'espressione di grande sollievo o estrema fatica.

Una volta che il flusso dei passeggeri iniziò a diminuire, una donna in tuta militare uscì dal
treno. L'aria intorno a lei portò Ennis a chiedersi se fosse lei la 'Claire' di qui gli altri
avevano tanto parlato.

Ma la donna proprio accanto a Keith e gli altri. La sua gamba sinistra sembrava ferita,
visto che era avvolta in delle bende e zoppicava leggermente.

Dopo la donna uscì un uomo vestito come un mago. Niente sul suo aspetto diceva il
contrario. I Gandor guardarono questo strano uomo, convinti che fosse lui l'alchimista che
stesse aspettando Maiza, ma perfino Firo e gli altri mormorarono: "Che strano
abbigliamento.".

Una donna che sembrava essere l'assistente del mago uscì poco dopo di lui, portando il
suo bagaglio. I piagnistei del giovane che uscì dopo iniziarono a risuonare in tutta la
stazione.
<=>

Anche se stava piangendo per il dolore alla gamba, la mente di Jacuzzi si stava
scervellando sui punti rimasti in sospeso.

Dov'era finito Ladd Russo?

Perché Isaac e Miria si erano trasformati in un pendolo volante?

Cos'è successo a Czes? Aveva chiesto a Nice, ma si limitò a distogliere lo sguardo e dire
che non lo sapeva.

E parlando di Nice, perché il treno ha continuato la corsa, nonostante tutte le esplosioni


avvenute?

E soprattutto, cos'era il mostro rosso--no, la persona vestita di rosso?

Cos'era successo sul treno nei posti dove lui non c'era? Anche sapendo che limitandosi a
pensarci non avrebbe prodotto risposte, Jacuzzi non poteva farne a meno. Voleva andare a
vedere Isaac e Miria, ma la gamba non gli permetteva di andarli a cercare.

Decise di andare a chiedere ai locali broker di informazioni, Jacuzzi aveva sentito che New
York era sede di una compagnia che aveva ogni informazione immaginabile.

'Va tutto bene, ma la mia gamba fa davvero male! Prima di tutto farò meglio a
sistemarla…'

Jacuzzi decise di mettere le sue domande da parte per il momento e iniziò di nuovo a
singhiozzare.

<=>

"Oh! Ouch! Ouch! Fai piano, Nice! Mi sta uccidendo!" Gridò un uomo pesantemente
fasciato. Metà della sua faccia era coperta da un grande tatuaggio. Con lui uscì una donna
con gli occhiali e una benda sull'occhio, un uomo con il viso completamente bendato, un
uomo di poco conto, e un gigante dalla pelle marrone di circa due metri.

"Pensi siano del circo?"

Firo e gli altri guardavano lo strano gruppo allontanarsi mentre continuavano ad aspettare
i loro amici.

Il fiume di passeggeri si trasformò presto in un ruscello, e i binari erano avvolti da un'aria


solitaria.

Ma loro continuarono ad aspettare, credendo che i loro amici sarebbero presto scesi.

E mentre gli impiegati della stazione iniziarono a chiudere le porte di ogni carrozza,
uscirono gli ultimi passeggeri.

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