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1931 - The Grand Punk Railroad (Express Episode)

Ricordo – Il Ragazzo

Era divertente.

Era così divertente, correre per il treno con Mary.

Non ricordo perché mi stavo divertendo, forse ridevo perché sia Mary che sua madre
stavano ridendo.

Erano tutti così gentili. Il signor Isaac e la signorina Miria, il signor Jacuzzi e i suoi amici, e
la signora Beriam - tutti nel vagone ristorante erano gentili.

Ma allora il pensiero non mi aveva nemmeno sfiorato, e non aveva nemmeno provato a
pensarci. Ma adesso penso di aver capito. E anche se non potessi capire, penso mi
piacerebbe provarci. Penso che il treno fosse pieno di tutte le cose che ho perso.

Forse, per me, quel treno era un punto di svolta. Se non lo avessi preso, e non avessi mai
incontrato il signor Isaac e la signorina Miria… Non voglio nemmeno pensare cosa sarebbe
potuto succedere.

Un mostro? Intendi il Rail Tracer? …Già, io ho incontrato quel mostro rosso. Ha cambiato il
mio destino, proprio come hanno fatto il signor Isaac e la signorina Miria. Ma ho paura…
Ho paura al solo pensarci! Sento come se stessi per impazzire al solo ricordarlo…

Era come una massa coagulata di potere e pericolo. Era una cosa talmente terrificante da
surclassare qualsiasi forza, influenza, Dio, il Diavolo, destino o perfino il karma…

Ho detto qualcosa di strano per un bambino? È solo la vostra immaginazione. Avete avuto
le allucinazioni, vero? Ahaha!

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Ricordo – La Donna In Tuta Militare

Perfino adesso il pensiero mi spaventa.

Mi ritrovo a pensare che, forse, tutto quello che è accaduto sul Flying Pussyfoot era
un'allucinazione. Questo per quanto è stato incredibile l'incidente.

In precedenza sono stata in pericolo molte volte, ma ne sono sempre uscita senza troppi
problemi. Perché riuscivo a credere che cose del genere fossero reali.

Ma, forse, la ragione per cui l'incidente mi sembra ancora così irreale è che ne sono stata
coinvolta involontariamente, invece di avere la possibilità di averci a che fare in modo
conscio.
Ma ancora adesso, è stato un incidente bizzarro.

Quando mi sono aggrappata alla parte inferiore delle vetture, il terreno mi passava sotto
così veloce da poter istintivamente dire che la morte stava seguendo i miei passi. Potevo
sentire la stessa morte alle calcagna quando venni in contatto con la mafia di Chicago e i
loro mitra. Penso di poter evitare del tutto sia la morte che il terrore visto che so come
sono fatti.

Ma il mostro rosso… Era completamente su un altro livello.

Il treno stesso era pieno di situazioni strane di tutti i tipi. Era quasi come se fosse stato
tagliato fuori dal resto del mondo. E perfino così, il mostro era una cosa dell'altro mondo.
Come una specie di demone che guarda il nostro mondo dall'esterno.

Quel mostro era puro terrore. Era la stessa morte. Il tipo di paura inevitabile che provi
negli incubi da cui non puoi svegliarti.

Ma alla fine, il mostro non mi ha uccisa.

Ancora non capisco. Era buono o cattivo? E soprattutto, il mostro era davvero il…

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Ricordo – Il Mago Grigio

Un treno? Di che stai parlando…? Oh, già. Intendi quel treno espresso molto caro? Per me
i treni non sono altro che un mezzo di trasporto. Niente di più, niente di meno.

Un incidente? Ripensandoci, è stata una serata piuttosto rumorosa. Ma tutto qui. Non ho
notato niente di particolare, non ho molto altro da dire.

Le mie scuse. Sono piuttosto a disagio riguardo gli avvenimenti attuali, e non sono molto
curioso. Ecco perché mi vesto così. Già… non ho bisogno di dirvi che questo è un aspetto
molto vistoso. Ecco perché né le persone né il mondo mi si avvicina. Mette il mio cuore a
suo agio, anche se suppongo sia anche vero che a volte possa essere solo.

Le cose non erano diverse sul treno. Solo in pochi sono stati abbastanza bizzarri da
avvicinarmi - uno di loro pensava perfino che io fossi il tristo mietitore.

Quel treno trasportava sia gente che desiderava uccidere che persone che desideravano
vivere. Ovviamente la maggior parte delle persone non rientrava direttamente in una delle
due categorie.

È il mio lavoro salvare le persone che vogliono vivere, non importa quanto possano essere
malvagie. Come detto prima, sono completamente all'oscuro di come vadano le cose nel
mondo. Forse ho già perso ogni senso di moralità strada facendo.

Il mostro rosso…? Sfortunatamente, non ho incontrato quella creatura, o qualsiasi cosa


potesse essere. Ma da quello che ho sentito, sembra quasi come se fosse un eroe che ha
salvato il treno e i passeggeri dai terroristi.

Forse questo Rail Tracer, allora, era il vero tristo mietitore sul treno. Avrei voluto
incontrarlo.

Ma il fatto che non ho potuto incontrare il mietitore deve significare che non è ancora
giunta la mia ora. Quindi non ho altra scelta che continuare a vivere, forse contro la mia
volontà…

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Ricordo – Riguardo Al Giovane Conducente

Sì, il conducente è morto. Entrambi. Uhm? Vuoi sapere del giovane conducente?
Vediamo…

"Cosa mi piace di essere un conducente? Sono le persone che incontro. Alcuni passeggeri
li vedo una volta e poi basta, e altre persone sono abituali che incontro ogni settimana. Il
Flying Pussyfoot trasporta tutti - sia ricchi che poveri. E perfino mettendo da parte il tuo
status finanziario, su questo treno salgono persone con ogni tipo di passato. E io lavoro
per rendere questo treno il genere che porta lo stesso sorriso sul volto di tutti. Adoro
guardare le persone. Considerando quello che ho fatto prima di ottenere questo lavoro,
devo solo vedere le persone sorridere e divertirsi."

Questo è ciò che era solito dire. Con una faccia seria.

Penso fosse molto emozionato quando il treno era partito. Vuoi sapere perché?

Oh, è perché, prima di partire, ha visto una ragazza davvero bella dalla stiva merci.

"Credo che, in una parola, lei è… 'bella'? Indossava quest'abito nero. Devo ammetterlo,
c'era qualcosa di misterioso in lei. Ma il punto è, non ho mai incontrato nessuno con una
tale ombra sul viso. Sembra quasi che non avesse mai sorriso in vita sua. Quindi come
conducente, mi piacerebbe vederla sorridere almeno una volta prima di arrivare a New
York. Personalmente penso che sarebbe meravigliosa sorridendo. Ecco perché oggi mi
impegnerò il doppio!"

Penso che questo sia il succo di quello che ha detto.

Ma sai, il giovane conducente è stato coinvolto nell'incidente ed è morto.

Alla fine la donna in abito nero ha sorriso? Questo è quello che voglio sapere.

Uhm? Chi, io? Il mio nome è… giusto. Puoi chiamarmi "Rail Tracer".

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Terminal - Conseguenze
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Gennaio 1932. Da Qualche Parte A New York.

La stanza era illuminata appena a lume di candela.

"Grazie per esser venuto fin qui alla nostra compagnia di informazioni." Disse un uomo
sorridente vestito come un banchiere.

A primo sguardo era di aspetto modesto, ma c'era qualcosa di molto inquietante nel suo
tono di voce e nel suo sorriso.

Erano in un piccolo edificio - poco appariscente perfino per gli standard di Manhattan.
Ufficialmente erano un giornale. Pubblicavano un giornale, ma erano meno di una frazione
di punto percentuale del New York Times.

Ma la compagnia non si preoccupava del dover pagare le bollette.

Il loro lavoro editoriale era solo un lavoro alternativo - una copertura per il loro vero
lavoro di mediatore di informazioni.

Logicamente, sarebbe impossibile per un mediatore di informazioni avere il controllo


dell'intera zona. Dopotutto era più normale pensare a quelli dei romanzi o dei film, che
avrebbero fatto affari consegnando discretamente dei fogli di carta ai loro clienti. Non
sarebbe stato strano per un mediatore esposto al mondo essere eliminato rapidamente.

Tuttavia questo edificio si pubblicizzava non solo come giornale, ma anche come
mediatore. Sfidava apertamente il cliché della sede stilizzata.

La compagnia doveva aver avuto le sue ragioni per essere durata così a lungo, ma il
cliente di oggi non era curioso a riguardo. Era venuto solo per parlare delle informazioni
che stava cercando.

L'uomo che lo aveva salutato annuì, e condusse il cliente in una stanza privata nel
seminterrato.

"Ha detto che desidera parlare dell''incidente' accaduto qualche giorno fa, giusto? Signore,
posso chiederle quanto ne sa allo stato attuale?" Chiese l'uomo con voce eccessivamente
educata.

"L'espresso transcontinentale, il Flying Pussyfoot. Tutto è iniziato nel vagone ristorante.


Tre team di ladri sono saliti simultaneamente a bordo del treno diretto a New York. Uno di
questi era un gruppo di terroristi vestiti di nero, chiamati i Lemuri. Il loro obiettivo era
prendere i passeggeri in ostaggio per chiedere il rilascio del loro capo, Huey Laforet."
Disse l'uomo con un gesto, spiegando senza sforzo gli eventi accaduti sul treno al cliente.

"Gli uomini in bianco erano un gruppo di rifiuti della mafia. Il loro capo: Ladd Russo. Un
killer professionista e parente di Placido Russo, il don della Famiglia Russo, una delle mafie
di Chicago. Il loro obiettivo erano i soldi, e uccidere i passeggeri per piacere." Continuò
allegramente, forse come uno show per il suo cliente.

"E per ultimo, anche se erano ufficialmente dei passeggeri, abbiamo confermato
l'esistenza di un gruppo di giovani che aveva programmato una rapina al treno. Giusto per
aggiungere, sembra che non abbiano nemmeno toccato il resto del carico. In ogni caso,
c'è stata una battaglia a tre fra le fazioni. E alla fine, i giovani ne sono usciti vincitori.
Riesce a seguirmi fin qui?" Chiese l'uomo. Il cliente annuì.

"Sono molto felice che sia veloce a capire. Ovviamente suppongo che tutto questo non
sarebbe una grossa sorpresa per chiunque rimasto coinvolto nell'incidente. Quindi mi lasci
chiedere, signore. Quali informazioni sta cercando?" Chiese educatamente l'uomo.

Il cliente disse lentamente quanto volesse sapere. L'uomo annuì soddisfatto, come se si
aspettasse questa domanda sin da principio.

"Oh, capisco. Esattamente. Vuole sapere cosa è successo dall''altro lato' dell'incidente,
corretto?"

Si alzò dalla sedia e si avvicinò lentamente al cliente.

"Certo, suppongo che uno spettatore innocente voglia solo dimenticare tutto quanto… ma
capisco che qualcuno profondamente coinvolto come lei non sarà mai soddisfatto finché
non gli sarà rivelata tutta la verità."

L'uomo annuì con forza, ma c'era un accenno di tristezza nei suoi occhi.

"Com'è terribilmente sfortunato il nostro Presidente. Lui sarebbe il più emozionato a


spiegare questa informazione a lei personalmente, ma temo che al momento sia occupato.
Ahaha! Suppongo che nulla vada veramente come pianificato. Ringrazierò Dio per questa
realtà, nella quale io ho il privilegio di divulgare questa informazione." L'uomo sorrise, un
sopracciglio si inarcò.

"Mi permetta quindi di iniziare - la storia di ciò che successe quella notte dall'altro lato del
treno." L'uomo si fece serio all'improvviso mentre iniziava il suo lavoro.

"Signore, le è fatto divieto di annotare qualsiasi informazione le divulgherò. Non una


parola. Può solo imprimerla nella memoria. Va bene se lo annota a memoria una volta che
ho finito di raccontare--dopotutto, da quel momento l'informazione sarà già stata
contaminata dalla sua soggettività e non più del tutto accurata. Per piacere… pensi ad
esso come una specie di rituale. Dopotutto, perfino in superficie, solo il venditore originale
e il mediatore hanno il permesso di sapere l'informazione originale." Disse l'uomo tutto
d'un fiato, poi socchiuse gli occhi.

"Per dispensare le formalità, le consiglio di non approfondire la fonte di questa


informazione. La sua vita non ne gioverà."

Dopo che il cliente aveva deglutito e annuito, l'uomo sorrise e tornò al suo posto.

"Quelli saliti a bordo erano teppisti--'cattivi' nel vero senso della parola. Ovviamente molti
dei passeggeri erano estranei, ma la proporzione dell'incidente è stata incredibile.
Tuttavia, quei tre gruppi di cui le ho parlato prima non erano gli unici buoni a nulla a bordo
del Flying Pussyfoot. Alcuni di loro sono positivamente inumani - nemmeno qualificati per
essere 'teppisti'. Uno era un killer freelance di nome 'Vino'. Claire Stanfield, un mostro che
è praticamente una leggenda metropolitana moderna. E un altro…"

L'uomo si fermò.

"Signore, mi chiedo, lei è a consapevole dell'esistenza di essere conosciuti come


'immortali'?" Chiese come se stesse mettendo alla prova il suo cliente. Sorrise
allegramente e continuò, senza nemmeno aspettare una risposta.
"Un gruppo di alchimisti ha surclassato l'umanità raggiungendo il segreto per scampare
alla morte… Anche se suppongo sia un modo piuttosto fuorviante per dirlo. Stando ad
alcuni dei resoconti più accurati, in realtà c'è un modo in cui possono morire--in altre
parole, essere uccisi. Un immortale mette la sua mano destra sulla testa di un altro e
desidera fortemente, 'voglio mangiare'. Tutto qui. Questo semplice rituale permette di
rubare tutto dalla vittima. La loro vita, la loro carne, le loro esperienze, conoscenze, e a
volte perfino le loro emozioni. Possono raccogliere - divorare--tutto tramite la loro mano
destra. Che ci crediate o no, dipende da voi, signore, ma io sto dicendo la verità ."

Una volta confermato che il cliente non stesse cercando di discutere la sua affermazione,
l'uomo fece un sorriso.

"E uno di loro, colui che viaggiava a bordo del treno si chiamava…"
Prologo VI - L'Alchimista

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È quasi spaventoso quanto le cose vadano sempre bene.

Dopo duecento anni di basso profilo, ho trovato finalmente una chance per divorarli. E allo
stesso tempo, sono riuscito a fare un accordo che mi frutterà abbastanza da poter vivere
senza preoccupazioni per un bel po'.

Non ci potevo credere quando ricevetti la lettera di Maiza. Pensare che Szilard fosse stato
divorato… ho risposto immediatamente, dicendogli che sarei andato a fargli visita
quest'inverno. Avevo comunque intenzione di andare a New York, quindi avrei preso due
piccioni con una fava.

I prodotti… o meglio, i sottoprodotti della mia ricerca - gli esplosivi - avevano trovato un
acquirente in una certa organizzazione di New York.

Inizialmente avevo considerato di fare un accordo con i militari, ma non voglio rendere
noto il mio nome. L'esercito americano non è più quello di una volta. Non posso fare affari
con loro sotto falsa identità.

Ciò mi ha dato un brutto colpo, dato che le regole mi impedivano di usare uno
pseudonimo.

Alla fine ho ceduto e ho deciso di venderli a un'organizzazione estera, e segretamente ho


iniziato le negoziazioni.

Questo quando ho ricevuto improvvisamente due lettere. Erano entrambe da dei miei
vecchi amici, ed entrambi erano di New York.

In un primo momento sono rimasto sorpreso, chiedendomi come avessero trovato il mio
indirizzo, ma stando alle lettere mi hanno trovato entrambi chiedendo informazioni a un
mediatore di New York.

Dannazione. Se una compagnia di informazioni di un'altra città è riuscita a trovarmi, allora


non posso sapere quando arriverà qualcuno a divorarmi.

Pensai di fare i bagagli e andarmene immediatamente, ma rilessi le lettere mi convinsi a


restare.

Una lettera era da parte di Maiza, uno dei miei amici alchimisti. Dice di essere il contabile
di un'organizzazione di New York, ma non ha fornito particolari. In poche parole la sua
lettera diceva: "Szilard non c'è più, dormi sonni tranquilli".

Szilard. Questo è il nome del maledetto vecchiaccio che duecento anni fa, quando
diventammo immortali, ci tradì divorando i nostri amici. Come risultato noi alchimisti ci
siamo divisi, e molti di noi stanno sulla difensiva per la paura. Me incluso.

Szilard non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto.

Dopotutto, se non fosse stato così impaziente duecento anni fa…


Li avrei divorati tutti io.

Allora non la pensavo affatto così. Ma i giorni dolorosi che ho subito in seguito iniziarono a
cambiare il mio pensiero.

Vivevo con un altro alchimista che era scappato con me. Non posso esprimere a parole
come era la vita con lui. Il problema non era la povertà. Dopotutto, gli immortali come noi
non devono preoccuparsi di morire di fame.

Il problema era l'amico con cui vivevo.

All'inizio era gentile, ma col tempo ha iniziato a mostrare la sua vera e sinistra natura.

Ci eravamo appena abituati a nasconderci da Szilard. Quel bastardo ha iniziato ad abusare


di me ogni volta che gli andava. Ogni volta che era arrabbiato, ogni volta che era felice,
ogni volta che era triste. Le sua azioni iniziarono a far parte della nostra routine
quotidiana, quasi come respirare o dei pasti regolari.

Col tempo le sue azioni divennero sempre peggio. Era come se stesse giocando con il mio
corpo indistruttibile. Ha abusato di me all'infinito, a volte come un esperimento.

Malgrado possiamo ancora sentire dolore nonostante la nostra immortalità.

Nonostante lo sapesse benissimo.

Tirò in ballo ogni scusa per giustificarsi. E ogni volta credevo alle sue parole. Forse,
inconsciamente, sapevo che se mi fossi rifiutato avrei sentito ancora più dolore di quando
ero d'accordo. Dopotutto, anche se avessi voluto scappare, a quei tempi non avevo la
conoscenza o il coraggio di cui avrei avuto bisogno per vivere da solo.

E durante questi giorni contorti, ricevemmo delle notizie inaspettate: un alchimista con cui
era in contatto il bastardo era stato divorato da Szilard.

Dopo di ciò i suoi abusi andarono solo a peggiorare. All'inizio usava strumenti scientifici,
ma poi ha iniziato semplicemente a percuotermi. E si era fatto più violento di quando
usavamo gli strumenti.

Gli chiesi perché stesse facendo tutto questo. Lui si spaventò - più di quello che avrebbe
dovuto - e iniziò a sputare ancora più scuse di quanto avesse fatto prima. Mi ricordo che
anche i suoi tentativi di adulazione erano disgustosi. Notò il modo in cui lo guardavo, fece
una smorfia, e mi picchiò di nuovo.

E una notte, cercò di divorarmi.

Forse fu una fortuna che fossi momentaneamente sveglio. Forse sapevo che una cosa del
genere poteva accadere nel prossimo futuro. Ho spinto disperatamente indietro la sua
mano destra e ho combattuto più forte che potevo.

Forse è stato merito del mettere tutti i miei sospetti e l'odio nella lotta. Sono riuscito a
mala pena a toccare la sua fronte con la mia mano destra. Prima che me ne rendessi
conto, la sua interezza era stata attirata dentro di me. Il suo corpo, i suoi ricordi, e perfino
le sue emozioni.

Allora iniziò davvero l'inferno. Tutto quello che vidi nel suo sapere erano sentimenti
contorti nei miei confronti e la paura di essere divorato da me. Alla fine, per lui non ero
nient'altro che uno strumento con cui compiacersi. Non c'era nemmeno un pizzico di
fiducia nella sua mente.

Tutto ciò che non avrei mai voluto vedere - le cose più nauseanti - entrarono nella mia
mente. Adesso non ho altra scelta che vivere con la sua conoscenza e i suoi ricordi
maledetti come se fossero miei.

L'ho vissuto con dolore, con i ricordi di essere tradito e i ricordi di colui che ha tradito me.
Sono maturato solo nella mente, come da regole dell'immortalità.

E ho finalmente capito quanto vili, perfidi e meschini siano gli uomini.

A un certo punto ho perfino iniziato a rispettare il vecchio Szilard per il vivere secondo il
suo piacere e nient'altro, ma quel dannato vecchiaccio, probabilmente, mi avrebbe visto
solo come una preda.

Va tutto bene. Dopotutto, ho deciso che tutti quelli che non sono me saranno la mia preda.
Se non posso credere in nessuno, allora vivrò la mia vita manipolandoli. E alla fine ho
deciso che avrei reso come me tutta l'umanità, e poi divorarla.

Per fare questo, devo prima divorare tutti gli altri che erano sulla nave con me.

Mi aspettavo che uno di questi giorni qualcuno avrebbe ucciso Szilard in rappresaglia, ma
sapevo che avrei probabilmente potuto andare in giro a fare la stessa cosa senza essere
catturato. Ho fiducia in me stesso.

Dopotutto, sono tutti gentili con me, e dubito che possano vedermi in modo diverso dalla
persona che ero prima. E a differenza di Szilard, non sapranno cosa sto pensando fino a
dopo che li avrò divorati. Non riusciranno ad avvertire gli altri alchimisti sul mio conto.

Ho paura che gli altri mi possano attaccarmi, ma ho fiducia nel colpire per primo.

Ho risposto a Maiza. Ovviamente tutto quello che gli ho scritto è che anch'io voglio
rivederlo.

Ho scelto la data in cui ci incontreremo, grazie all'altra lettera che ho ricevuto.

Era anch'essa di un vecchio amico di New York. Ho pensato che forse lavorava con Maiza,
ma sembra che abbia scritto per tutt'altro motivo. Mi ha detto che vuole comprare gli
esplosivi che ho creato con il mio lavoro.

Penso che questo mio amico stia prendendo riparo sotto la Famiglia Onorata. Eccellente.
Metterò le mani su un sacco di soldi, e potrò divorarlo insieme a Maiza. E una volta
divorato Maiza, riceverò pure il sapere di Szilard.

Mentre fantasticavo sulle mie ambizioni che diventavano realtà, realizzai che stavo
sorridendo.

Il treno che trasporterà gli esplosivi è stato deciso.

Il Flying Pussyfoot. Un treno speciale che è gestito da una compagnia invece che dalla
società ferroviaria, il quale viene spesso usato per il contrabbando di liquori.

Ho racimolato tutti i soldi che ho potuto trovare e sono riuscito a stivare l'enorme quantità
di esplosivi sul treno.
E finalmente, era il giorno in cui dovevo partire. Ho provato a passare accanto al
conducente, il quale stava controllando la lista passeggeri al binario, ma mi ha fermato
velocemente.

"Sali da solo? Potresti dirmi il tuo nome?"

Una delle armi a doppio taglio del mio aspetto è il fatto che le persone cercano di
prendersi cura di me. Quindi ho deciso di usare il mio aspetto per avvantaggiarmi il più
possibile.

Anche l'uomo che ho urtato prima non sospettava niente. Un gioco da ragazzi.

Peccato che non posso usare un nome falso per cose del genere. Ho fatto una faccia e una
voce più bambinesche possibile e ho detto al conducente il mio vero nome.

"Il mio nome è Czeslaw Meyer. Prego, mi chiami Czes!"


Prologo VII – La Donna In Tuta Militare

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Quel giorno Rachel si mise la sua tuta militare e si preparò per un lungo viaggio.

Il suo obiettivo di oggi era il treno di lusso espresso, il Flying Pussyfoot. Era un viaggio
diretto a New York, quindi fintanto che riusciva a salire a bordo, sarebbe stata al sicuro da
un controllo biglietti di routine. Tutto quello che doveva fare era tenersi lontana dalla vista
dei conducenti.

In altre parole, era una clandestina seriale. Era salita a bordo senza biglietto oltre un
migliaio di volte, sempre in modo perfetto.

Non si sentiva per niente in colpa. Era sia parte del suo lavoro che una vendetta
personale.

Era un'agente che lavorava per una compagnia di informazioni. Viveva raccogliendo ogni
tipo di informazione per tutta l'America e le vendeva ai mediatori.

Il mediatore di New York valutava le 'informazioni dettagliate' sopra ogni cosa. Preferiva
anche ascoltare le informazioni di persona invece che al telefono. Apparentemente era
perché è più facile capire se una persona sta mentendo guardandola negli occhi. Era un
uomo strano, ma a Rachel non dispiaceva. Non le importava affatto dell'uomo pretenzioso
che gestiva la scrivania, ma aveva una relazione amichevole con gli altri della compagnia.
Certo, il fatto che il presidente gestiva i suoi affari in un'organizzazione a discapito della
sua professione forse aveva qualcosa a che fare con la sua eccentricità. Rachel non ci
aveva mai dato tanto peso, mantenendo un buon rapporto con gli altri.

Il presidente le faceva spesso ogni tipo di domanda. Alcune di queste domande sulla città
erano completamente improvvise, ma lui le spiegava che chiedeva per analizzare il tipo di
informazione che era difficile identificare al primo sguardo. Rachel passò un brutto
momento cercando di capire cosa intendesse, ma era felice fintanto che continuava a
comprare le sue informazioni.

Rachel era sempre in movimento, da una città all'altra. La maggior parte dei mediatori non
lo farebbero mai. Dopotutto, in pochi avrebbero avuto bisogno di informazioni di altre
città.

Non solo, i costi di trasporto erano impressionanti. Se non avesse trovato informazioni utili
a quel prezzo, non avrebbe avuto affari da gestire, lasciando i profitti per sé.

Ma Rachel non aveva questi problemi. Dopotutto, era sempre salita in modo clandestino
sui treni che doveva prendere.

"Questa è vendetta." Disse una volta al presidente.

In precedenza il padre di Rachel lavorava come meccanico per una certa compagnia
ferroviaria.

Non era un caso insolito. Un giorno ci fu un incidente causato da un componente difettoso.


La compagnia diede la colpa interamente al padre di Rachel, anche se in realtà era colpa
della direzione, la quale aveva ignorato le ripetute richieste dei lavoratori di cambiare le
parti vecchie.
Com'era ironico che suo padre, l'uomo che sosteneva che era pericoloso continuare a
usare il componente difettoso, fosse ritenuto colpevole? Non c'erano prove a supporto del
suo appello, e i suoi colleghi meccanici erano terrorizzati in silenzio.

Era una storia comune a ogni epoca. Rachel crebbe guardando suo padre sopportare una
difficoltà dopo l'altra.

Il suo odio per la compagnia ferroviaria col tempo si allargò alle ferrovie stesse.

Ma sapeva bene anche che suo padre amava le ferrovie più di chiunque altro. Mentre
lottava tra la vendetta contro la compagnia ferroviaria e l'amore di suo padre, infine
Rachel giunse alla conclusione di diventare una clandestina. Questo non avrebbe
danneggiato i treni o i passeggeri, ma in qualche modo sarebbe di sicuro un inconveniente
per la compagnia ferroviaria. Certo, il danno che causava era minimo e lo faceva solo per
auto-soddisfazione. Ma tenendo conto dei pericoli giuridici delle sue azioni, l'auto-
soddisfazione di Rachel era anche autolesionismo.

Eppure continuava a viaggiare come clandestina per reprimere la sua rabbia. Forse
cercava di trovare la propria ragione di vita nelle sue azioni.

Sentendolo, il presidente le disse: "Interessante. Se mai riuscirai a trovare il tuo scopo, ti


suggerisco di comprare i biglietti. Acquista i biglietti che avresti dovuto comprare se non
fossi stata una clandestina. Pensalo come pagare tuo padre, invece di pagare la
compagnia ferroviaria." Ridacchiò.

Avrebbe comprato i biglietti per suo padre. Sarebbe mai venuto un giorno del genere? La
domanda la tormentava ogni volta che il treno si scuoteva.

Ogni tipo di informazione faceva strada con lei da Chicago. I problemi riguardanti la
Famiglia Russo, e la storia dell'esplosione della fabbrica - informazioni del genere giravano
nella malavita come tempeste turbolenti.

Aveva detto di ciò al presidente tramite telefono. Lui le aveva detto che voleva sentire
tutto ciò di persona.

E così, il Flying Pussyfoot sarebbe partito oggi per New York. Era il progetto prediletto di
qualche riccone - il tipo di treno che Rachel odiava di più.

Non era che non si poteva permettere il biglietto, ma Rachel si diresse alla stazione con la
sua testarda determinazione fuori luogo di salire a bordo senza di esso.

Guardò cautamente intorno alla zona delle stive merci del Flying Pussyfoot. Questo perché
la stiva era il suo covo abituale quando viaggiava.

Lì sentì delle brutte notizie.

Un orchestra avrebbe posizionato degli uomini a guardia delle stive merci. Rachel controllò
i giunti mentre si chiedeva come avrebbe contrastato questo problema - se si fosse
trovata in pericolo, la struttura di questo treno le avrebbe permesso sia di arrampicarsi sul
tetto che di strisciare lungo la parte inferiore del treno. La parte inferiore del Flying
Pussyfoot era un po' più ampia rispetto a quella dei treni normali. Rachel sospirò, sollevata
dalla prospettiva di avere un nascondiglio sicuro - il genere di cosa in cui nessuna persona
normale avrebbe trovato sollievo.
Fu allora che si trovò davanti un uomo strano e una donna, entrambi vestiti di nero. Erano
vestiti come membri di un'orchestra, ma i loro occhi taglienti le suggerivano che c'era un
motivo più sinistro nelle loro azioni. Decise di allontanarsi, ma poteva sentire gli occhi
della donna su di sé per qualche tempo.

'Farò meglio a stare lontana da quei tipi.' Pensò, aspettando l'ora della partenza. Una volta
sicura che i conducenti fossero saliti a bordo, si avvicinò al treno da un punto cieco degli
impiegati della stazione. Poi saltò sapientemente su di esso e si nascose sotto al giunto.

La campanella della partenza finalmente suonò.


Prologo VIII – Il Rail Tracer

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Mentre la notte si inscuriva, i due conducenti si perdevano in chiacchiere nella cabina.

"Oh, non hai sentito del Rail Tracer?"

Questa storia era la prediletta del giovane conducente. Non era molto bravo a raccontare
storie di paura, ma questa leggenda era del tipo che poteva lasciare un'impressione
duratura di terrore all'ascoltatore, non importava la bravura del narratore.

L'ultima volta aveva raccontato questa storia a John, il barista. La sua reazione era stata
"Non molto interessante". Cosa ne avrebbe pensato il suo collega della leggenda del Rail
Tracer?

"È una storia molto semplice. Dicono che ci sia un mostro che insegue i treni nel cuore
della notte."

"Un mostro?"

"Già. Diventa un tutt'uno con le ombre, cambiando forma mentre si avvicina lentamente al
treno. A volte sembra un lupo, o la nebbia, o perfino la forma di un treno come quello su
cui sei. Altre volte è un gigante senza occhi, o migliaia di occhi raggruppati… Comunque,
prende ogni forma mentre insegue il treno."

"E cosa succede se vieni catturato?"

"Per prima cosa, nessuno si accorge del suo arrivo. Ma le persone si accorgono che sta
succedendo qualcosa di strano."

"In che senso?"

"Le persone iniziano a scomparire - una alla volta, iniziando dal fondo del treno. E alla
fine, scompaiono tutti, ed è come se il treno non fosse mai esistito fin da principio."

Allora l'anziano capotreno sollevò una domanda ragionevole.

"E allora come si è diffusa la storia?"

Il giovane conducente si aspettava una domanda del genere. "Ovviamente, perché alcuni
treni sono riusciti a sopravvivere." Disse senza battere ciglio.

"Come?"

"Haha! Non avere fretta. C'è dell'altro." Sorrise compiaciuto, e raggiunse il nocciolo della
questione. "Vedi, dicono che dire il suo nome lo evochi-- il Rail Tracer, intendo."

L'espressione dell'anziano capotreno si trasformò quasi all'istante in incredulità.

'Uh. Forse ero un po' troppo allegro.' Pensò il giovane conducente, ma non si poteva
fermare adesso.

"Ma vedi, c'è un modo per impedirgli di venire!"


"Aspetta, è il momento."

L'anziano capotreno accese le lampade per fare segnale alla sala macchine.

'Stavo arrivando alla parte migliore…'

Il giovane conducente aspettò con ansia che il suo collega finisse, emozionato di
continuare la sua storia.

Il Flying Pussyfoot era un investimento piuttosto cospicuo per la società che lo aveva
realizzato. Il giovane conducente avrebbe voluto che avessero risparmiato qualche soldo
per installare un dispositivo di comunicazione tra il compartimento del conducente e la
sala macchine, ma lo sbocciare della luce su entrambi i lati della vettura gli fece cambiare
idea. Il treno era stato costruito per enfatizzare la forma sopra la funzionalità - anche un
pratico dispositivo come questi segnali servivano allo scopo di evidenziare le decorazioni
su entrambi i lati del treno. Era il genere di idea che poteva avere solo a una società
arricchitasi di recente. E cosa poteva fare il giovane conducente quando era un dipendente
della suddetta società? Ridacchiava amaramente e sospirava.

L'anziano capotreno finì il suo lavoro. Il giovane conducente sorrise e decise di continuare
la storia.

"Dov'ero rimasto …Oh, giusto! Quindi c'è un modo per fermarlo-"

"Aspetta. Perché non lasci la sorpresa per dopo? Conosco una storia piuttosto simile,
quindi ascolta me per primo."

Sembrava interessante. Era stato suscitato il suo interesse - il giovane aveva un debole
per le storie del genere.

"Scambio di tattiche di sopravvivenza, uh? Sembra interessante."

L'anziano capotreno lo guardava con una strana espressione - un misto di condiscendenza


e pietà. Lo sguardo infastidì un po' il giovane, ma era più curioso di ascoltare la storia del
suo collega che altro.

"È un racconto piuttosto semplice e banale. È una storia sui Lemuri - Fantasmi che
temevano la morte così tanto da diventare dei fantasmi viventi."

"…? Oh."

"Vedi, i fantasmi hanno un grande capo. Il capo ha cercato di riportarli alla vita
tinteggiando tutto quello di cui avevano paura del loro stesso colore. Ma i dannati federali
hanno paura di questa resurrezione! E quegli sciocchi impudenti stanno cercando di
seppellire il capo dei fantasmi!"

Il giovane conducente non riusciva a capire quello di cui il suo collega stesse parlando, ma
poteva dire che la voce dell'uomo si stava riempiendo di rabbia. Il giovane sentì un brivido
lungo la schiena.

"Uhm, signore?"

"Ecco perché gli altri fantasmi hanno elaborato un piano. Prenderanno oltre cento persone
in ostaggio, inclusa la famiglia di un Senatore, e chiederanno il rilascio del loro capo. I
federali non accetterebbero mai le nostre condizioni se si sapesse degli ostaggi. Ecco
perché le negoziazioni avranno luogo in segreto. Non gli daremo il tempo di prendere una
decisione razionale. Hanno tempo fino a quando il treno raggiunge New York!"
"Un Senatore… intendi il Senatore Beriam? Stai parlando di questo treno? Che sta
succedendo, signore? Si spieghi!"

Mentre le sue paure diventavano realtà, il giovane conducente si allontanò dal suo collega.

"'Spiegare'? È esattamente quello che sto facendo. A essere sinceri, Non avrei mai pensato
che essere un capotreno potesse essere così comodo. Ma in ogni caso, questo treno è
adesso la sede mobile dei Lemuri! E con gli ostaggi come scudi umani, scompariremo da
qualche parte lungo i binari. Dopotutto, nemmeno la polizia può monitorare ogni tratto
della ferrovia."

"P-per quanto riguarda il capo?" Chiese razionalmente il giovane conducente, facendo un


altro passo indietro. Ma finì con le spalle al muro - il compartimento dei conducenti non
era poi molto largo.

"Il nostro capo, Maestro Huey, sarà interrogato domani presso il Dipartimento di Giustizia
di New York. Ecco perché abbiamo scelto questo treno come sacrificio!"

il giovane conducente decise di continuare il suo interrogatorio. Aveva già sentito il nome
'Lemuri'--era il nome del gruppo terrorista il cui capo era stato recentemente arrestato.

"Allora… perché mi stai dicendo tutto questo…?" Chiese.

All'inizio il giovane conducente pianificava di fare una chiacchierata e raccontarsi delle


storielle leggere, ma adesso sembrava esser messo di fronte a una paura maggiore di
quella delle leggende metropolitane.

Il capotreno di mezza età, un subordinato di Goose, guardò il suo collega e continuò.

"Maestro Huey è un uomo misericordioso. Sto semplicemente seguendo il suo esempio.


Sei un uomo fortunato, visto che stai per morire sapendo perché ti stia uccidendo."

Poi estrasse una pistola per finire la storia.

"Ora, come uscire da questa sciagura… Il punto è che non c'è via d'uscita. Non c'è modo di
essere risparmiati!"

Puntando la pistola al volto del giovane, il capotreno finì la storia e premette il grilletto.

Ma il colpo esplose.

"Cosa…?"

L'anziano capotreno sentì come se la sua mano fosse stata paralizzata dal dolore. Il dito
che avrebbe dovuto premere il grilletto strinse il nulla. La pistola volò in aria e cadde
direttamente nella mano del giovane conducente.

Il giovane conducente aveva calciato la pistola con un semplice movimento della gamba
nel momento esatto in cui il suo collega stava per premere il grilletto. Essendo che la parte
superiore del corpo del giovane conducente non si era mossa, l'anziano capotreno non
ebbe nessun avvertimento del colpo che stava arrivando.

Il giovane conducente, pistola alla mano, puntò la canna alla fronte del suo collega - il
terrorista.
"C'è un modo per sfuggire… Devi semplicemente ucciderlo prima che ti uccida."

Di fronte a lui c'era un uomo che si comportava come una persona del tutto diversa.

L'anziano capotreno rabbrividì. Non era la pistola a spaventarlo - erano gli occhi del
giovane diretti sul suo viso. Non erano più gli occhi del giovane spensierato che raccontava
storie. Erano la distruzione incarnata, scuri e profondi ma luminosi.

Era come odio, dolore e pietà tutti mescolati insieme, diretti verso di lui. Gli occhi del
giovane conducente erano come una fiamma nera splendente, la luce era interamente
diretta nei suoi occhi. Che razza di vita lo ha portato ad avere un tale aspetto?

Nel mezzo del suo terrore, l'anziano capotreno realizzò che gli occhi del suo collega erano
piuttosto simili a quelli di un loro alleato, Chane la fanatica.

Ma a questo punto non importava. Capì che, volente o nolente, sarebbe morto qui e ora.

"A-aspetta! Claire!"

"No."

Il giovane conducente - Claire Stanfield - mise lentamente pressione sul grilletto. Era
come se stesse cercando di godersi il tempo che si prendeva a portare la morte all'anziano
capotreno.

Certo, l'anziano capotreno aveva tutto il tempo per cercare di scappare o resistere. Ma lo
sguardo negli occhi di Claire lo fermò. Sentiva come se i suoi deboli tentativi di resistenza
lo avrebbero portato a un destino peggiore della morte.

All'improvviso, il dito di Claire si fermò.

"Oh, giusto! Riguardo alla storia di prima. L'unico modo per fermare il Rail Tracer è credere
alla storia quando qualcuno te la racconta. E se è già qui, tutto quello che puoi fare è
girare i tacchi e scappare finché non sorge il sole. Ovviamente è troppo tardi per te."

Il tono di voce del giovane era cambiato radicalmente dal normale. La sua voce era fredda
e ostile.

"Il tuo Rail Tracer comparirà. Questo sparo lo risveglierà. La tua morte lo evocherà."

Claire riprese a premere lentamente il grilletto. Finalmente l'anziano capotreno aprì la


bocca per gridare. Alzò le mani cercando di resistere.

Ma era già troppo tardi.

"Muori, sacrificio."

Uno sparo.

Le rotaie trasportarono il suono tagliente mentre echeggiava nella cabina.

Trasportò il suono nella infinita notte buia.


Una fontana di sangue rosa schizzò sulle pareti dell'angusta cabina.

In quel preciso momento, la porta della cabina si aprì.

"Ma che…?"

La voce spronò Claire a girarsi. Davanti a lui c'era un conducente, con gli occhi spalancati
quanto dei piatti da portata.

Il conducente indossava l'uniforme personalizzata del Flying Pussyfoot.

"Chi sei?" Chiese Claire, con il volto inespressivo. Da programma ci dovevano essere solo
due conducenti oggi, ed erano lui e l'uomo che aveva appena ucciso. Ora che ci pensava,
non ricordava nemmeno il nome dell'anziano capotreno.

Mentre Claire iniziava a chiederselo, l'uomo in bianco iniziò ad agitare le braccia davanti al
suo volto.

"Su, potresti mettere via quella cosa spaventosa? Non sono tuo nemico." Sorrise.

Claire puntò con calma la pistola verso l'uomo sospettosamente allegro.

"Dovrei fidarmi di un tipo che entra qui ed ha ancora il sorriso sul volto? Chi sei? Che ci fai
qui? Rispondimi." Chiese, preparandosi a premere il grilletto.

"Uhm? Quindi mi hai già scoperto, uh…"

Il falso conducente cambiò improvvisamente tono di voce e mise su un sorriso contorto.

Per qualche ragione, tuttavia, Claire fece cadere la sua pistola.

Il falso conducente fu preso alla sprovvista. Sembrava che non avesse ancora incontrato
gli occhi di Claire - i suoi occhi erano il più rilassati possibile.

"Che stai facendo?"

"Non penso tu sia il tipo da versare il sacco solo perché ha una pistola puntata in faccia.
Penso che dovrò usare un po' più di forza." Rispose Claire. Non era solo rilassato -
sembrava che stesse facendo una conversazione di tutti i giorni.

Il falso conducente scoppiò a ridere.

"Cosa?! Tortura? Di che secolo sei?"

Claire ignorò l'uomo sorridente e aprì la porta che portava fuori. La fredda aria invernale li
raffreddò entrambi fino alle ossa.

"E-ehi, cosa stai facendo? Ma, in ogni caso, grazie per aver gettato l'arma." Il falso
conducente rise, allungando il braccio sulla sua giacca. "Non credere che ti lascerò andare
facilmente solo perché sei disarmato… uh?"

Claire era scomparso.

Forse il falso conducente lo stava guardando, ma sembrava quasi come se si fosse diretto
verso la porta aperta e gettato giù dal treno.
Il falso conducente estrasse la pistola e si avvicinò lentamente alla porta.

Si sporse leggermente e puntò la sua pistola a sinistra e a destra, ma intorno a lui non
c'era nient'altro che le pareti del compartimento e il buio paesaggio che si allontanava
sempre di più dal treno.

Claire era ancora nella cabina? Il falso conducente si guardò rapidamente intorno. In quel
momento, fu afferrato per i pantaloni e trascinato da una potente forza.

"!"

Si ritrovò a cadere in avanti, ma la forza non gli permetteva nemmeno di respirare. Il


corpo del falso conducente fu trascinato fuori.

"A, AAAAAAHHHHHH!"

In qualche modo riuscì a girare la testa mentre cadeva, e si trovò davanti uno spettacolo
incredibile.

Un braccio che indossava l'uniforme da conducente lo stava tirando da sotto la porta


aperta.

'Il conducente?! Impossibile! Come ha fatto ad andare giù-?!'

Il falso conducente fu trascinato con un colpo secco prima di poter finire il suo pensiero.
Sentì una brezza passargli accanto, poi si sentì cadere da una piccola altezza.

Nel momento in cui realizzò che stava cadendo, il suo corpo si fermò a mezz'aria.

Quando aprì gli occhi, il falso conducente realizzò che Claire lo stava tenendo fermo da
dietro.

"?!"

Si sentì confuso. Non poteva nemmeno immaginare cosa gli fosse appena accaduto.

Claire si reggeva alle parti metalliche sotto alla carrozza con le gambe, e reggeva il falso
conducente con la parte superiore del corpo.

Mantenendo la sua posizione impossibile, Claire spinse lentamente il falso conducente


verso i binari.

Sussurrò all'orecchio del falso conducente, la sua voce si mischiò con il suono del treno in
movimento e l'ululato del vento.

"Te lo chiederò ancora una volta… Chi sei?"

La psiche del falso conducente era riuscita a ricordare abbastanza per rispondere. Ma
invece iniziò a lottare, cercando disperatamente di puntare la pistola che aveva nella mano
destra verso l'uomo dietro di lui.

"Peccato."

Il corpo del falso conducente oscillò in avanti mentre la sua mano destra veniva spinta al
suolo.

"GAAAAAAAHHHHHHH!"
Un inimmaginabile dolore assalì i suoi sensi. Provò ad alzare il braccio, ma Claire lo teneva
fermamente giù.

"Chi sei?" Chiese di nuovo Claire, ma il falso conducente poteva solo gridare.

Claire spinse di nuovo il braccio dell'uomo contro i binari.

Nel frattempo che il braccio destro del falso conducente era stato maciullato dalla spalla in
giù, Claire ebbe tutte le informazioni che voleva.

Il nome del falso conducente era Dune, un membro della Famiglia Russo. Nello specifico,
era un diretto subordinato di Ladd Russo, e parte di un gruppo che nella giornata odierna
si era scisso dalla Famiglia Russo.

La banda di Ladd pianificava di prendere il controllo del Flying Pussyfoot, uccidere metà
dei passeggeri, e come se non fosse abbastanza, volevano far schiantare il treno in
stazione.

Per un momento Claire si chiese se la banda di Ladd fosse pazza, ma sembrava che quello
che per quest'uomo di nome Ladd passava per sanità mentale, per la maggior parte delle
persone equivaleva alla pazzia.

Primo, la sua gang avrebbe gettato i cadaveri dei passeggeri sui binari. Il loro amico che
non era salito a bordo del treno avrebbe trasmesso le loro richieste alla compagnia
ferroviaria, estorcendo quanto più denaro possibile prima del loro arrivo a New York.

In seguito, avrebbero fermato il treno in un luogo predefinito, si sarebbero incontrati con


altri del gruppo, che sarebbero arrivati in macchina, per scappare insieme. Ladd avrebbe
probabilmente ucciso qualunque passeggero l'avesse visto in faccia.

Dune confessò che si era travestito da conducente per prendere il controllo del
compartimento.

"Perché tanta fatica? Se volevate prendere il controllo del treno, potevate semplicemente
sparare a entrambi. Perché hai dovuto indossare la divisa?"

Dune iniziò a ridacchiare, quasi come se le intense raffiche di dolore avessero distrutto il
suo sistema nervoso.

Ma la cosa più disgustosa di tutte fu nelle parole che disse.

"Hah! Hah… haha… Perché mi andava così! A Ladd piace molto fare certi giochetti. Mettersi
l'uniforme rende tutto più divertente, e quando inizierò a camminare per il treno vestito
così, i passeggeri mi guarderanno con speranza, come se fossi un eroe qui per salvarli,
giusto? Ho sentito che ti sballi un casino quando uccidi persone del genere. Mi piace, sai?
Hehehe… heeheehehe…"

La risposta dell'uomo spinse Claire a rompere improvvisamente il suo momentaneo


silenzio. Il luccichio di ferocia nei suoi occhi si diluì e tornò lentamente normale. Ma c'era
qualcosa rassomigliante a un pizzico di paura nei suoi occhi. Claire continuò cupamente a
interrogare l'uomo.

"Quindi l'hai presa solo perché ti annoiavi?! Questa è un'uniforme personalizzata del Flying
Pussyfoot! Non puoi averla raccolta per terra!"
"Heeheeheehee… L'ho presa stamattina alla stazione! Da quel conducente che ti ha dato il
cambio a Chicago! Un vecchio dai corti capelli bianchi!"

La faccia del suo collega conducente balenò davanti agli occhi di Claire. Era Tony, un arzillo
italo-americano che aveva insegnato a Claire tutto quello che c'era da sapere sul lavoro da
conducente.

"Cosa gli hai fatto?"

"Hahaha! Scommetto che adesso i ratti delle fogne di Chicago stanno festeggiando!"

Dune realizzò troppo tardi che non avrebbe dovuto parlare con tanta noncuranza. Il dolore
travolgente aveva sconvolto la sua psiche così tanto che aveva dimenticato per un
momento che era a un passo dal perdere la vita o peggio.

"A-aspetta! Stavo scherzando! Aspetta!"

Era troppo tardi. La mano destra di Claire era sul retro della testa di Dune. I suoi occhi
erano pieni di ancora più follia - non era più il giovane conducente amichevole di prima.

Il corpo di Dune fu spinto al suolo dall'incredibile forza di Claire.

"A-aspetta! Anche tu hai appena ucciso un conducente! Chi diamine sei?!"

Claire non si calmò al lamento di Dune. Continuò a spingerlo verso il suolo. L'immagine
residua della ghiaia sul terreno faceva quasi sembrare che si muovessero su un fiume.
Tuttavia, la mano destra di Dune aveva già dimostrato che, a questa velocità, la ghiaia
funziona come una potente grattugia.

Poco prima che il naso di Dune colpisse il suolo, Claire fece un lungo monologo a Dune.

"Chi sono? Sono Claire Stanfield. Penso che voi sicari della mafia mi conosciate meglio
come Vino."

'Vino! Ho sentito di questo tipo! É un assassino freelance che viaggia per tutto il paese. Lo
chiamano Vino perché uccide in modo talmente caotico che le pozzanghere di sangue
sembrano vino. Ha fatto il conducente per tutto il tempo?! Niente da stupirsi che fosse
ovunque! …Ma non mi importa… lasciami andare! Ti prego! No, no, no, no, no, no…!'

"Ma adesso le cose sono diverse."

'Ma chi se ne frega? Lasciami stare, ti prego, larrrggggrrhhghghrrl…'

La faccia di Dune colpì il terreno. Perse la vista, la coscienza e la vita in rapida


successione.

Claire trascinò il corpo nel compartimento del conducente e lo lasciò in mezzo alla stanza.
La fontana di sangue tinse i suoi vestiti di rosso.

Il collo del cadavere era girato in modo macabro. Il suo braccio destro e la sua faccia
erano stati completamente raschiati. Il suo profilo era così disordinato e grottesco che
chiunque avesse posato gli occhi su di esso avrebbe probabilmente supposto che la sua
faccia e il suo braccio destro fossero stati staccati a morsi da un'abominevole bestia
selvaggia.

Invece di pulire il sangue che colava sul suo volto, Claire disegnò col sangue delle linee
sotto gli occhi.

Forse era un rituale che segnava l'inizio del suo lavoro.

Claire continuò con calma il suo monologo - la fine che Dune non avrebbe mai avuto modo
di sentire.

"Io sono un mostro. Il mostro che sta per divorarvi tutti."

Alzò lo sguardo in aria e sorrise.

"Sono diventato il vostro Rail Tracer."


Express Episode – L'Uomo Che Non Morirà

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Il vagone ristorante era pieno di chiacchiere di circostanza.

Czes correva tra i tavoli, inseguendo una ragazza di età simile alla sua.

Erano stati assegnati alla stessa cabina di Prima Classe. Abbastanza innocentemente, la
ragazza chiese a Czes: "Vuoi esplorare il treno insieme a me?". lui non era molto
interessato in cose del genere, ma decise che era meglio continuare a fingere per
mantenere la sua facciata da adorabile giovanotto.

Non era per niente difficile per Czes presentarsi come un bambino. Dopotutto, lo aveva
fatto per oltre duecento anni.

Correva per il vagone ristorante, inseguendo la ragazza di cui non sapeva nemmeno il
nome.

'Pensandoci, qualcosa del genere è accaduto durante l'attraversata dall'Europa al Nuovo


Mondo. Ero l'unico bambino lì. Ricordo di aver detto: "Esploriamo la nave!", ma non riesco
a ricordare chi era colui che venne con me. Ma adesso questo non importa. Una volta
divorati tutti, avrò la risposta dritta in testa.'

Czes si concentrò così tanto a pensare che finì per urtare con la spalla la schiena di un
uomo seduto al bancone.

"Guh?!"

L'uomo era intento nel mangiare un boccone particolarmente grande di cibo. Fece un gran
trambusto mentre provava ad ingoiarlo con grossi sorsi d'acqua.

Czes si rese conto che aveva urtato lo stesso uomo di prima - quello con il tatuaggio in
faccia. Maledì la sfortuna di essersi scontrato di nuovo con lui. E anche se non era molto
dispiaciuto, decise di scusarsi.

"Oh! Non di nuovo… Mi dispiace, Signore!"

L'uomo aveva le lacrime agli occhi, ma riuscì a sforzarsi di sorridere.

"N-no, non ti preoccupare. Sto bene. Tu stai bene?"

Czes annuì, proprio come prima.

'Per un uomo con un tatuaggio sul viso, è piuttosto sempliciotto. Persone che si affidano al
loro aspetto come lui non faranno mai niente nella vita, ci scommetto.' Pensò, ma fece in
modo che il disprezzo non si notasse nella sua espressione.

Presto la madre della ragazza si unì a loro mentre iniziavano a chiacchierare.

Improvvisamente, la donna con gli occhiali e la benda sull'occhio, guardò Czes.

"Quindi questo ragazzo è per conto suo?"

"Sì. Lui è- Oh cielo! Dove sono le mie buone maniere? Non gliel'ho nemmeno chiesto."

'Me n'ero dimenticato di proposito.'

Czes decise di presentarsi con un nome falso. Non aveva altra scelta che dare il suo vero
nome quando doveva prenotare il biglietto e mettere il suo nome sulla lista passeggeri,
ma era possibile usare uno pseudonimo tra persone normali. Voleva, per quanto possibile,
non rendere noto il suo nome.

Così, decise di usare il nome 'Thomas'. Era lo stesso nome del famoso inventore morto
quell'anno. Lo scelse in modo da non dimenticarselo durante la corsa fino a New York.

Ma le cose non andarono come previsto.

"Mi chiamo Czeslaw Meyer-"

Era un nome difficile da pronunciare, ma Czes disse il nome e si fermò. Per un lungo ed
estenuante istante, innumerevoli pensieri passarono per la sua testa.

'Che è successo?! Stavo cercando di dire "Thomas", ma è come se il mio corpo non me lo
avesse…'

Non era nuovo a questa situazione. Quando 'lui' era ancora vivo, uno chiese a Czes il suo
nome al mercato. Czes cercò di usare un nome falso, ma la sua bocca disse
automaticamente il nome vero. Allora, ovviamente, sapeva che era perché 'lui' era a breve
distanza.

Era una delle restrizioni che il demone gli aveva imposto - un costo incredibilmente basso
per l'immortalità.

"Gli immortali non possono parlare tra di loro usando nomi falsi."

La restrizione gli suggerì una cosa importante.

'C'è un immortale da qualche parte intorno a me.'


Czes si scusò della sua improvvisa balbuzie, ma non era abituato al panico. Se l'altro
immortale non ha ancora notato la sua presenza, non c'era bisogno di uscire dal
personaggio per rendersi più evidente.

Si calmò e iniziò a dare scuse credibili. La restrizione degli immortali si applica solo al
nome, quindi non aveva problemi nel mentire su tutto il resto.

"Potete chiamarmi Czes. Sto andando a New York per vedere la mia famiglia."

La donna e la ragazza seguirono a ruota e si presentarono.

Ma Czes si limitò a imparare i loro nomi a memoria mentre iniziava a concentrarsi


osservando gli altri clienti del vagone ristorante.

Se l'immortale era da ritenere a portata d'orecchio, si trovava presumibilmente nel vagone


ristorante. Ma Czes non vide nessun volto familiare. Nessuno sembrava indossare un
travestimento, e il pistolero e la donna con la benda seduti con lui sembra più stessero
indossando dei costumi, non dei travestimenti.

'Chi è? Forse sono nella cucina dove non posso vederli. Altrimenti…'

Se possibile, voleva scartare la seconda possibilità.

'Altrimenti, allora… ci sono immortali oltre a quelli della nave…?'

Era un pensiero spaventoso. Se c'erano davvero altri immortali, allora voleva dire che Czes
non aveva modo di sapere quanti ce ne fossero.

Un giorno un estraneo potrebbe avvicinarsi a lui sorridendo e mettere la sua mano sulla
sua testa.

Quel semplice gesto finirebbe con la sua vita divorata.

Già solo questo era qualcosa che Czes non avrebbe mai permesso. Non gli importava
davvero di morire. Dopotutto, aveva vissuto per molto tempo. Tuttavia, aveva paura che
un'altra persona scoprisse il contorto orrore avvenuto tra Czes e 'lui'. Il ragazzo
considerava ciò la più grande umiliazione e terrore che gli potesse capitare.

Ecco perché aveva scelto di vivere così. Anche se doveva rendere gli altri sue prede e
divorarli tutti, doveva assicurarsi di essere l'ultimo immortale rimasto al mondo.

Se l'altro immortale lì presente era davvero un estraneo, Czes avrebbe voluto capire come
è diventato immortale e quanti altri ce ne fossero. E la soluzione più semplice è quella di
trovarli e divorarli tutti.

E per farlo, avrebbe prima dovuto trovare l'altro immortale. Poteva tranquillamente ferire
lievemente qualcuno, o semplicemente mettere la sua mano destra sulle loro teste - ma in
questo modo, l'altro immortale avrebbe capito immediatamente.

'Devo uccidere immediatamente l'altro immortale. Non importa come.'

All'improvviso, il pistolero guardò Czes e alzò la voce.

"Giusto! Dopotutto, il Rail Tracer ti ingoierebbe all'istante se tu fossi un cattivo ragazzo!"

"Proprio così!"

Erano il pistolero e la donna in abito rosso - la coppia dai costumi insoliti. Czes ricordò
vagamente che i loro nomi erano qualcosa come Isaac e Miria.
La voce di Isaac lo riportò alla realtà. Decise di ascoltarlo per il momento, in modo da
alleggerire momentaneamente l'ansia.

"…Ecco cosa era solito dirmi mio padre per spaventarmi quand'ero giovane!"

"Spaventoso!"

"Uh? Co-cos'è un R-Rail Tracer?" Chiese nervosamente l'uomo tatuato. I suoi piedi
iniziarono a tremare.

"Non lo sai, Jacuzzi? Il Rail Tracer è…"

"…Ed ecco perché se racconti questa storia sul treno… finisci per evocare il mostro… Il Rail
Tracer!"

"Eeek!"

'”Rail Tracer”? Sembra piuttosto stupido. Ma d'altronde, non credo vada troppo lontano
dalla mia immortalità o dai demoni. Forse esiste davvero, dopotutto.'

Czes continuò a diffidare di quelli che aveva intorno, anche mentre ascoltava la storia di
Isaac.

'Così il mostro mangia i bambini cattivi, uh. Se esiste davvero, penso inseguirebbe me per
primo. Dopotutto, per gli standard del mondo, sono solo malvagio. Perfino adesso sto per
vendere un grosso quantitativo di esplosivi alla mafia come se niente fosse.'

Se gli esplosivi sarebbero stati usati nelle dispute della mafia, senza dubbio avrebbero
causato danni a degli innocenti.

La parola 'danno' era troppo astratta. Era ovvio che l'usare esplosivi per le strade avrebbe
ucciso persone in massa. Czes aveva accettato l'accordo, anche sapendo tutto questo.

Non era tutto. Finora aveva usato il suo aspetto per ingannare e adescare ogni tipo di
persona. Qualche volta lo aveva fatto per il suo bene. Altre volte per pura misantropia.

'E allora? Non che me ne importi.'

La cosa più importante per Czes non era il benessere degli altri o la propria condotta
morale, ma il trovare un modo di divorare gli altri immortali.

Non gli importava se questo comportava la morte di tutti tranne che di sé stesso. Czes
preferiva la solitudine eterna all'avere un'altra persona che assorbiva le sue memorie
maledette.

Il ragazzo pensò a tutto questo e sorrise amaramente.

<=>

Anche se era salita senza biglietto, Rachel era sorprendentemente seduta a discapito del
suo status.

Era su un seggiolino in un tavolo del vagone ristorante. Ordinò senza esitazione.

Aveva i soldi, e non aveva niente contro il cuoco del treno. Quindi non si faceva scrupoli a
pagare il cibo. Il suo ragionamento era maggiormente giustificato dal fatto che le funzioni
del vagone ristorante erano gestite da una società completamente separata dalla
compagnia ferroviaria.
Ovviamente non era salita salita a bordo senza prendere accorgimenti. Aveva preso posto
solo dopo che il conducente aveva finito il primo giro di controllo dei biglietti, quindi, per
un po' di tempo, non doveva preoccuparsi di essere beccata.

Non solo, il vagone ristorante era comune a tutte le vetture. I suoi clienti erano vestiti in
svariati modi, il che permetteva alla tuta militare di Rachel di mimetizzarsi alla perfezione.

In più, Rachel aveva la regola personale di sedersi sempre accanto al finestrino. Visto che
era auto-imposta, non c'era punizione nel non mantenerla. Ma infrangendo questa regola
e facendosi catturare, avrebbe avuto ripercussioni maggiori di una semplice ramanzina.

'A parte questo, non riesco a credere che anche quel maledetto bastardo sia a bordo.'

Rachel stava guardando un uomo baffuto attualmente impegnato in una cena


particolarmente lussuosa. Era troppo sgradevole per essere definito 'imponente'--'grasso'
era quello che lo descriveva appieno. L'uomo stava ridendo da un po' in modo ripugnante,
sputi volavano dalla sua bocca mentre divagava in auto-elogi.

"Bwahaha! Sapete, il sottoscritto ha praticamente inventato la capacità di guidare il treno


con così tanta dignità."

Ma non era questo quello che dava fastidio a Rachel. Quello che le dava ai nervi era che
quell'uomo le era familiare.

Non c'era dubbio. Quell'uomo era un dirigente della compagnia ferroviaria per cui lavorava
suo padre. Era anche l'uomo che aveva calunniato spudoratamente suo padre per pararsi
il culo. A quanto pare, era riuscito a mantenere la sua posizione per tutto questo tempo.
La vista dell'uomo gettò un'ombra scura sui pensieri di Rachel.

Considerò di dare all'uomo una bella lezione, ma sapeva che farlo era inutile. Non solo,
non poteva causare casini in modo avventato finché era una clandestina.

Mentre continuava ad ascoltare, con le mani serrate a pugno, l'uomo baffuto continuava a
ridere.

"Certo, suppongo di dovere tutto questo lusso al fatto che che ho lavorato duramente per
la compagnia e per i clienti per tutti questi anni. Bwahahahaha!"

'"Bwahahahaha'? Che tu possa bruciare all'inferno. Maledetto. Spero tu marcisca e affoghi


e sia mangiato vivo fino alle ossa dai pidocchi. Non sei nemmeno degno di essere cibo per
i pesci. Spero che tiri le cuoia e sparisca per sempre.'

Rachel calmò la sua rabbia mentre lanciava maledizioni a mezza bocca, e finalmente
decise di smettere di guardare verso l'uomo.

Il suo cibo era stato consegnato dal bancone. Rachel iniziò a mangiarlo quasi
malvolentieri, quando un giovane corse accanto a lei in lacrime.

C'era un tatuaggio a forma di spada sul suo viso, facendolo sembrare, a un primo
sguardo, una specie di pirata venuto dai Caraibi. Ma il suo viso era contorto in modo goffo,
le lacrime gli scendevano sulle guance come cascate.

Mentre l'uomo le passava accanto, Rachel poteva sentirlo borbottare: "Devo trovare il
conducente…!".

'Dannazione. Sta andando a chiamare il conducente?'

Rachel diventò un po' ansiosa, ma decise di rimanere al suo posto e continuare il suo
pasto mentre dava un'occhiata alla situazione.
Ben presto, la porta da cui era corso fuori l'uomo tatuato si aprì di nuovo. Entrò un uomo
vestito di bianco. Il fatto che tutto quello che indossava - dalla cravatta alle scarpe – fosse
bianco, lo faceva sembrare quasi come un provinciale che va ad assistere a un matrimonio
in città.

In netto contrasto con il giovane tatuato, l'uomo in bianco camminava tra i tavoli
fiducioso.

Per un secondo, Rachel incontrò i suoi occhi.

Distolse lo sguardo immediatamente, ma il suo cuore cominciò a sentire una qualche


paura sconosciuta. Poteva istintivamente dire che quest'uomo stava facendo scattare i
campanelli d'allarme nella sua testa, diverso dal tipo di pericolo percepito dai due membri
dell'orchestra visti prima di salire a bordo.

Concentrò l'attenzione sull'uomo, ma allo stesso tempo teneva d'occhio i dintorni.

Stava avendo un brutto presentimento. Qualcosa stava andando storto. Non era la sua
esperienza di clandestina a dirglielo. L'esperienza maturata come mediatore di
informazioni facendo ogni tipo di lavoro nella malavita stava cercando di dirle qualcosa.

Giusto per precauzione, Rachel iniziò con calma ad aprire il finestrino.

Il momento giunse presto.

Tre voci risuonarono nel vagone ristorante. Non c'era possibilità di malintesi.

"Tutti voi, subito a terra!" Urlarono gli uomini in nero che fecero irruzione dalla porta
anteriore. Erano tutti armati con dei mitra.

"Mani in alto, subito!" Gridò l'uomo in bianco, in mezzo al vagone ristorante. Nella sua
mano destra c'era una pistola color bronzo.

"Fermi tutti!" Gridò l'uomo vestito di stracci, il quale era entrato dalla porta posteriore.
Teneva in mano solo un misero coltello da frutta.

“Co-cosa dovremmo fare…?" Chiese uno dei passeggeri, coperto dai sudori freddi.

Gli uomini si guardarono l'un l'altro, con degli sguardi d'incredulità sul volto.

L'uomo armato di coltello fece la prima mossa.

"Uh." Mormorò con calma, facendo un passo indietro. "Scusate per il disturbo."

Chiese tranquillamente la porta e scappò via.


Un singolo coltello non era lontanamente sufficientemente a mantenere un equilibrio di
potere, ma alla fine il tentativo di dirottamento a tre fu alterato.

Era il segnale dell'inizio di una tragedia.

L'uomo in bianco estrasse subito la pistola e sparò tre colpi consecutivi. I passeggeri si
fecero a riccio e si coprirono la testa mentre gridavano.

Uno dei proiettili dell'uomo in bianco fece un colpo diretto su uno degli uomini in nero. Il
proiettile colpì la sua spalla, facendolo volteggiare mentre cadeva a terra.

E in reazione, i mitra degli uomini in nero iniziarono sputare piombo.

I loro colpi centrarono l'obiettivo, e il petto dell'uomo in bianco si tinse immediatamente di


un profondo scarlatto.

Mentre il coro di urla continuava, Rachel aprì la finestra e si alzò lentamente in piedi.

L'uomo in bianco cadde all'indietro, sparando più volte al soffitto. Non aveva un obiettivo
preciso - il suo braccio e il suo dito erano stati stimolati dall'impatto del colpo.

Ci fu una seconda raffica di mitra.

Questa volta, colpirono lo stomaco dell'uomo in bianco. Il suo corpo si contorse ad angolo
retto.

Ben presto la vita svanì dai suoi occhi mentre cadeva a terra.

A quel punto Rachel stava già scappando dalla vettura. Scese in modo esperto lungo
l'ornamentazione delle pareti e si nascose tra le ruote del vagone ristorante.

L'attenzione dei passeggeri e degli uomini in nero era concentrata interamente sulla
sparatoria. Solo l'uomo seduto accanto a lei constatò la sua scomparsa.

<=>

In seguito, entrò un inutilmente emozionato amico del primo uomo in bianco, rovesciando
subito la situazione.

E in mezzo alla confusione, un passeggero iniziò freddamente a valutare la situazione.

'Potrei usare questi tipi…'

Appallottolato sotto al bancone, Czes iniziò a pianificare un modo per utilizzare l'uomo in
bianco che era entrato nella carrozza.

"Allora, Czes. Devi prenderti cura di Mary."

"Sì, signora!"

Czes annuì con forza e lasciò il vagone ristorante, tenendo Mary per mano. Aprì la porta e
si fece strada con attenzione. Sembrava che, almeno, gli uomini in bianco non erano nei
corridoi.

Passò attraverso il tranquillo corridoio, Mary al seguito, mentre si si dirigeva verso le


carrozze più indietro. Era un'opportunità d'oro per Czes.

Dopo la sparatoria, la signora Beriam aveva gli detto: "Dei andarti a nascondere da
qualche parte con Mary". Avrebbe preferito avviarsi immediatamente verso gli uomini in
bianco, ma gli altri passeggeri si sarebbero ovviamente opposti alla sua uscita in solitaria.

Ma la preoccupazione della signora Beriam per la sicurezza di sua figlia gli garantì una
perfetta scusa per andarsene. Sarebbe un folle se non approfittasse di questa situazione.

Certo, la presenza di Mary era un fastidio. Czes avrebbe potuto consegnarla agli uomini in
bianco, o perfino ucciderla sul posto.

Ma non si sentiva di prendere una delle due decisioni. Non che avesse simpatie per lei.
Provava semplicemente repulsione all'idea di fare a una ragazza della sua età quello che
era stato fatto a lui dall'uomo di cui si fidava. Ingannarla e tradirla lo avrebbe reso uguale
a 'lui'.

Czes non si faceva scrupoli ad uccidere un bambino. Se necessario, non avrebbe esitato ad
usare fegati di bambini per la sua ricerca. Ma il tradimento era tutta un'altra storia. Il
disgusto per sé stesso ribolliva in lui al pensiero di fare a qualcuno quello che l'odioso
tutore aveva fatto a lui.

Non gli importava di ingannare gli adulti. Ma questo non significava che Czes avesse un
debole per i bambini. Duecento anni gli avevano mostrato il tipo di crudeltà e malizia di cui
sono capaci i bambini. Ma la sua avversione per il distruggerli derivava probabilmente dal
fatto che si rifletteva in loro.

Gli occhi della ragazza che Czes stava conducendo per mano erano pieni di paura. Ma non
aveva il minimo dubbio su di lui. Czes avrebbe invece trovato più semplice se lo avesse
fatto, essendo così in grado di sbarazzarsi immediatamente di lei.

'Dannazione! Per quanto tempo mi tormenteranno questi sciocchi ricordi?'

Nonostante la sua rabbia, però, non lasciò la mano di Mary.

Proprio mentre stavano per lasciare la carrozza di Seconda Classe ed andare nella
seguente, Czes notò il ripostiglio delle scope nel bagno.

Aprì con cautela la porta e vide una disposizione di scope e secchi. Impostando le scope
contro il muro, l'armadietto avrebbe potuto probabilmente contenere un bambino.

"Qui. Dovrebbe andare bene per te."

"Ma… e tu, Czes?" Mary lo guardò preoccupata.

"Andrò a controllare le altre carrozze, quindi nasconditi qui finché non ritorno, Mary. Devi
rimanere qui, okay? Non preoccuparti, tornerò."

La bambina annuì, tremando.

Czes era davvero intenzionato a tornare da lei dopo i suoi negoziati con gli uomini in
bianco. A seconda di come fossero andate le cose, l'esito della trattativa poteva finire per
mettere la vita di Mary in pericolo. Ma Czes voleva evitare di tradirla a tutti i costi.

'Accidenti! Perché sto esitando? Gli umani dovrebbero essere tutti come il bestiame, che
esiste solo per essere divorato. Calma. Sono influenzato dalle mie emozioni. Dopotutto, è
possibile sentirsi in colpa per aver macellato e mangiato una pecora, giusto? Proprio così.'

Il pensiero che la trattativa con gli uomini in bianco poteva già costituire un tradimento
non attraversò Czes. Aveva promesso di proteggere Mary, ma non gli importava degli altri.

'Giusto. Se voglio ricordare a me stesso che sono speciale - se voglio abbandonare queste
memorie maledette - e se voglio sopravvivere, questo treno deve diventare un sacrificio.'

Il bambino sorrise come meglio poteva e chiuse la porta davanti al volto preoccupato di
Mary.

I suoi muscoli facciali non si mossero dalla loro posizione di sorriso forzato, anche se Czes
era abituato a sorridere come un bambino innocente.

<=>

"Ehi, adesso ci possiamo far dare il cambio?" Chiese uno degli uomini in nero ai suoi due
compagni nella stiva merci.

"Non abbandonare la tua postazione così."

"Chi se ne frega? Non puoi tagliare la corda in questo modo. Inoltre, per prima cosa, non
dovevamo fare da balia agli ostaggi."

"Che cosa dovremmo fare allora? Non possiamo ignorare gli intrusi."

Gli uomini erano originariamente incaricati di sorvegliare le armi dei Lemuri. Le cose erano
diventate improvvisamente complicate mentre ammazzavano il tempo.

Avevano sentito qualcuno correre lì fuori, quindi avevano afferrato le loro armi e si erano
preparati ad uscire.

Ma il malvivente aveva aperto la porta prima ancora che loro la potessero perfino
raggiungere.

Gli uomini tenevano l'insignificante intruso sotto tiro, quando un uomo e una donna vestiti
di bianco erano apparsi all'improvviso. Gli uomini in nero erano finiti per catturare quei
due, quando un altro pesce piccolo si era fatto vivo. Confusi, gli uomini in nero avevano
deciso di legarli tutti e gettarli nella stiva merci attigua.

"Fa parte dei nostri ordini. Dobbiamo catturare chiunque ci veda. Quindi torna al tuo
posto."

"Su, facciamoci dare il cambio!"

"Bene. Per prima cosa, vediamo quello che stanno facendo."

Uno degli uomini in nero fu trascinato nel corridoio da un altro.

"Avviserò Goose di questi tipi con il telegrafo." Disse l'uomo rimasto mentre i suoi
compagni se ne andavano.

Ma non sentì nessuna risposta.

"Ehi, potreste almeno rispondere…"

Stava per affacciarsi dalla porta della stiva quando notò qualcosa di strano.

Due persone erano andate nella stiva merci accanto, ma c'era solo un uomo nella stanza.

"Uh? Dov'è John?"

Chiese l'uomo in nero con gli occhiali, ma non ci fu ancora risposta.

"Ehi! Che diamine è successo?!"


L'uomo in nero nel corridoio stava tremando. La sua voce uscì in un sussurro sforzato,
appena udibile.

"Lui… lui se n'è andato…"

"Cos-?"

L'uomo stava ancora tremando, con la schiena contro la finestra.

"Se n'è andato. Mi sono girato, ed è sco-"

"Ehi! Dietro di te!" Gridò improvvisamente l'uomo con gli occhiali.

Delle finestre allineate lungo la parete del corridoio della stiva merci, una di loro era
aperta. Era quella dietro al suo compagno.

Un'ombra rossa passò dietro di essa. Non poteva essere un riflesso - dopotutto, la finestra
era spalancata.

La 'cosa' rossa era sicuramente fuori dal treno.

E allungò una mano verso la schiena del suo compagno.

"Uh…?"

L'uomo alla finestra non ebbe tempo di guardare indietro o di gridare.

Il suo corpo levitò in aria. Fu poi risucchiato fuori nell'oscurità, come l'acqua che scende in
uno scarico.

"Cosa?"

L'uomo in nero con gli occhiali era confuso.

'Non sono passati nemmeno trenta secondi da quando quei due se ne sono andati. Come
hanno fatto a scomparire così velocemente?! E uno di loro è stato afferrato proprio di
fronte a me. Che cazzo?! Che sta succedendo? Sono davvero così stupido?'

Rimase inchiodato al suolo. La cosa rossa apparve di nuovo di sfuggita.

La figura rossa brillante nel buio come la pece era al tempo stesso terrificante e bellissima.

L'ombra rossa scomparve lentamente al di fuori del muro, e presto al di fuori della finestra
non ci fu altro che oscurità pura.

L'uomo in nero con gli occhiali fu finalmente in grado di gridare.

<=>

A Claire non piaceva il suo nome.

Non aveva alcuna intenzione di cambiarlo, ma provava un vago senso di repulsione per
essere stato chiamato con un nome femminile.

A quanto pare era stato chiamato come suo nonno--'Claire' era un nome maschile fino alla
prima metà del diciannovesimo secolo. Ma di questi tempi, era il tipo di nome con cui
veniva scambiato per una ragazza ovunque andasse.

Eppure, non ce l'aveva con i suoi genitori. Dopotutto, è inutile avere rancore verso i morti.
Se fossero stati ancora vivi, avrebbe fatto un reclamo affettivo ogni tanto. Ma nel
momento in cui fu abbastanza grande da capire tutto, loro erano già scomparsi.

Claire era stato quindi allevato dai suoi vicini di casa, i Gandor.

Il signor Gandor era il don di una piccola famiglia mafiosa, abbastanza fragile da essere
spazzata via da un soffio di vento. Tra le famiglie di New York, i Gandor erano
essenzialmente i cani degli operai.

Quando il signor Gandor morì, Claire si unì al circo. Aveva sempre pensato che talenti
come toccare il sedere con la testa e fare la verticale su una mano erano facili per tutti,
ma a quanto pare era qualcosa di molto speciale. Le persone del circo parlavano sempre di
come fosse nato con una buona muscolatura e struttura, ma a Claire non poteva
importare meno.

L'unica cosa che non gli piacque mai era il fatto che, non importa quanti sforzi mettesse
nell'imparare nuovi trucchi e tecniche, gli altri se ne uscivano con una sola parola:
'talento'. Suonava come un insulto che invalidava tutto il suo duro lavoro, ma alla fine
Claire lo accettò. Forse, per le persone normali, lo 'sforzo' non era abbastanza per
ottenere queste abilità. Quindi decise di provare a fare cose oltre ai suoi talenti innati.

Come risultato, il duro lavoro di Claire non aveva mai ottenuto riconoscimenti. Anche se
era vero che che si era sforzato il doppio di chiunque altro, a questo punto le sue abilità
non erano più raggiungibili attraverso del semplice sforzo umano.

Claire voleva guadagnare soldi al circo per mandarli a casa ai suoi fratelli, che erano
praticamente come il suo sangue. Ma il mondo non era così semplice.

Non è che Claire non guadagnasse molto - era il fatto che, nel frattempo che aveva
raccolto una somma decente, i fratelli Gandor avevano già allargato di molto il loro
territorio.

Dal punto di vista delle altre organizzazioni, i loro guadagni erano ancora pietosi - ma i
Gandor stavano guadagnando più soldi di Claire.

Il circo si sciolse, e Claire si ritrovò a vagare per il mondo. Dopo una gran quantità di
dolore, divenne finalmente un assassino freelance. Non era un lavoro facile, ma era in
grado di farsi strada.

C'era una certa ragione per cui Claire era diventato conducente dopo aver lasciato il circo.
Era un lavoro che gli permetteva di spostarsi più rapidamente del circo, e attraverso più
grandi città. Era perfetto per il suo lavoro da killer.

Claire era ben consapevole che le sue uccisioni fossero caotiche. Era una sua abitudine--
Claire non era sollevato finché il corpo della sua vittima non era stato mutilato fino a un
certo punto. Non è che avesse paura - era solo preoccupato che, forse, il cuore della
vittima stesse ancora battendo. Era un'azione che aveva le sue radici nella filosofia del
'Onora a pieno il contratto assicurandosi dell'uccisione'.

La sua abitudine, che normalmente dovrebbe essere visto come un difetto della sua
tecnica, risultò in realtà il motivo per cui il suo nome divenne famoso. I metodi di Claire
nel creare pozzanghere di sangue assurdamente grottesche creava paura nei cuori dei suoi
nemici.

Anche se aveva sempre usato pseudonimi quando lavorava, ad un certo punto ottenne il
soprannome di 'Vino'. Ben presto quel nome iniziò a circolare per le città. Le voci del
mostro che era apparso in tutti gli Stati Uniti, con calma ma inesorabilmente, scolpirono il
suo nome nel mondo criminale.

'Cosa si aspettano? Vado dovunque perché sono un conducente di un transcontinentale.


Inoltre, se chiamano mostro un ragazzo pelle e ossa come me, come chiamerebbero
Berga? Il tristo mietitore?'

Claire pensò alla sua 'famiglia', che avrebbe visto l'indomani, e si rilassò.

Anche dopo essere diventato una specie di celebrità malfamata, i Gandor non fecero
entrare Claire nella loro organizzazione. Questo non significava, però, che avessero preso
le distanze da lui. Non avevano nemmeno cercato di convincerlo a essere un assassino
freelance.

Non era un atteggiamento moralmente giusto da prendere, ma Claire era felice del modo
in cui lo trattavano e accettava lavori dai suoi fratelli per un prezzo scontato. Non aveva
remore a lavorare gratuitamente per loro, ma i Gandor non lo avrebbero permesso.

E ora, Claire era sulla strada per mantenere dei buoni rapporti con loro. La Famiglia
Gandor era al momento in conflitto con la Famiglia Onorata, una delle grandi di New York.

Dopo questo, probabilmente, non sarebbe potuto tornare a fare il conducente per un po'.
Claire aveva già avvisato la sede centrale che, una volta arrivato a New York, si sarebbe
preso una pausa.

Adesso il problema era fare arrivare in salvo questo treno a New York.

Non doveva fermare il treno.

Claire doveva evitare di danneggiare i Gandor con il suo ritardo, a qualunque costo.

Se gli uomini in nero o quelli in bianco avessero preso il controllo del treno, le possibilità
che il treno arrivasse senza problemi sarebbero diminuite drasticamente. E anche se lo
avessero fatto a New York, era ovvio che ci sarebbe stato uno scontro con la polizia. E se
lo scontro avesse portato a una sparatoria, non c'era dubbio che qualcuno dei passeggeri
sarebbe morto.

Non poteva consegnare il treno a persone come loro. Non gli avrebbe permesso di
uccidere i passeggeri o di prendere ostaggi.

Claire realizzò che, a un certo punto, aveva messo da parte i pensieri riguardanti i Gandor
e adesso era preoccupato esclusivamente dell'incolumità dei passeggeri.

'Eh.' Pensò tra sé e sé, riguardando nei suoi pensieri.'Penso di essermi davvero
innamorato di fare il conducente.'

Sorrise imbarazzato al chiaro di luna.

Tutto questo mentre si reggeva con una mano alla parete della stiva merci, stringendo al
suo fianco il cadavere di uno degli uomini in nero con il collo rotto.

<=>

Rachel si muoveva lungo il fondo della vettura, arrampicandosi tra le parti metalliche come
una scimmia. Si fece strada verso il fondo del treno a una velocità impressionante.

Era diretta alla stiva merci. Non sapeva cosa stava succedendo sul treno, ma sapeva per
certo che gli uomini che avevano fatto irruzione nel vagone ristorante con i mitra facevano
parte dell'orchestra.

Allora cosa sorvegliavano i membri dell'orchestra nella stiva merci? Se gli uomini in nero
erano travestiti da orchestra per qualche motivo sconosciuto, allora gli uomini nella stiva
merci erano probabilmente con loro. Rachel entrò in azione, intenzionata a scoprire di più
sulla situazione del treno il prima possibile. Avrebbe potuto rimanere ferma e tranquilla,
ma si gettò nel pericolo a prescindere.

Forse derivava dal suo lavoro di mediatore di informazioni. Era solo un'agente, ma questa
era la scusa che usava per saziare la sua curiosità.

Appena raggiunse il centro della stiva merci, Rachel si tirò su tra le ruote e osservò le
porte ai lati della carrozza. Probabilmente non c'era niente di sbagliato dentro, ma voleva
esserne sicura.

Le sue aspettative furono tradite dalla vista che l'accolse.

La porta laterale era aperta.

Normalmente questa porta era aperta solo quando il treno era fermo. Era usata per far
entrare i carichi più grandi.

'Se quella porta è aperta, allora non c'è modo che sia solo un piccolo problema…'

Un attimo dopo, i pensieri di Rachel si congelarono. Si accorse che c'era una figura rossa
che si agitava accanto alla porta.

Inizialmente non l'aveva notata per il buio, e si stava concentrando sulla porta aperta. Ma
una volta vista la creatura accanto alla porta, capì tutto.

La porta non era aperta - era in fase d'apertura. E la figura rossa la stava aprendo in quel
preciso momento.

Sembrava che la figura non l'avesse ancora notata. Si aggrappò a un punto sporgente
della parere del treno con una stabilità sorprendente.

Ben presto, la porta si aprì un'altra volta mentre la figura entrava di nuovo nella stiva
merci.

Rachel restò ammutolita per un momento, me le urla unite al suono del treno in
movimento la riportarono alla realtà.

"No… stai indietro… no, no, no, no, no… NOOOOOOOOOO!"

Un'agghiacciante grido terrorizzato. Fu presto seguito dai rumori feroci di spari.


L'atmosfera pesante costrinse Rachel a provare a nascondersi di nuovo sotto la vettura.

Sfortunatamente, era troppo tardi.

L'ombra rossa era improvvisamente scesa proprio accanto a lei. Sembrava cose se fosse
praticamente caduta dalla porta laterale, invece che discesa.

Le cose peggiorarono solo.

Gli occhi di Rachel incontrarono quelli del mostro rosso.


Claire fu un po' preso alla sprovvista.

Si era già preso cura di due degli uomini in nero a guardia della stiva merci.

Ma il terzo uomo finì per scorgerlo mentre trascinava fuori il secondo. Ovviamente, l'uomo
contattò immediatamente i suoi compagni.

Quando si rese conto che la chiave della stiva merci era rotta, Claire decise di entrare a
forza e finire il lavoro.

L'uomo gridò, ma era ormai troppo tardi. Sembra che fosse riuscito a premere il grilletto
del suo mitra solo dopo che Claire aveva spinto il suo braccio verso l'alto.

La canna era puntata al soffitto. Ovviamente, Claire era disarmato. Torse il braccio
dell'uomo in nero, e il mitra cadde a terra sorprendentemente presto.

Tutto quello che doveva fare adesso era trascinare fuori l'uomo in nero e macinarlo contro
le rotaie come fatto in precedenza. Claire afferrò saldamente l'uomo da dietro e saltò fuori
dalla porta con lo stesso atteggiamento di un uomo che stava scendendo una rampa di
scale.

Si sarebbe mantenuto sollevato da terra aggrappandosi con i piedi all'ornamento di


metallo del treno. Se una persona normale dovesse tentare una cosa del genere, o le sue
gambe non reggerebbero rompendosi o verrebbe inghiottito dalle ruote e fatto a pezzi.

Ma Claire non aveva tali preoccupazioni. Tutto era andato bene, almeno fino a quando
aveva preso confidenza con questa serie di azioni.

Sorprendentemente, però, il suo sguardo sicuro di sé si trasformò in uno confuso.

'Chi è quella?'

La testa di una donna faceva capolino tra le parti di metallo del treno acconto a lui. Non
l'aveva mai vista prima. Era un'alleata degli uomini in nero o di quelli in bianco?

Claire fu richiamato dai suoi pensieri dalla sensazione che il corpo dell'uomo in nero fosse
diventato più pesante. Poi tornò di nuovo leggero.

Quando Claire guardò in basso, vide che l'uomo in nero era adesso privo delle gambe. Si
era probabilmente dibattuto e i suoi piedi inghiottiti dalle ruote.

La forza con cui le sue gambe venivano strappate doveva essere enorme, ma Claire
reggeva l'uomo con facilità, facendo risultare questa lacerazione disordinata. L'uomo
sembrava aver perso conoscenza prima ancora che potesse gridare. Lo shock del dolore
doveva averlo già ucciso.

Anche se fosse stato ancora vivo, ovviamente, questa grande perdita di sangue era già
una condanna a morte.

'Vabbè.'

Claire spinse il suo corpo verso l'alto mettendo forza nelle gambe e nello stomaco. Usò lo
slancio per lanciare con forza la parte superiore del corpo dell'uomo in nero nella stiva.

Il lancio fu troppo forte - il corpo dell'uomo in nero colpì il soffitto prima di cadere a terra.

Claire, tuttavia, non ci diede molto peso mentre guardava di nuovo verso la donna.

Da quello che poteva vedere del suo abbigliamento, la donna non era affiliata né agli
uomini in nero né agli uomini in bianco. Claire era sicuro di non aver visto una donna
vestita così mentre controllava la lista passeggeri, il che lasciava una sola possibilità.

Le sue abitudini da conducente portarono involontariamente Claire a fare una domanda


ovvia alla donna.

La sete di sangue nei suoi occhi si spense per un attimo, divenne momentaneamente il
conducente di prima del casotto.

Ma Rachel non aveva tempo per questo cambiamento.

'Cos'era?! Che sta succedendo?!'

Rachel era sopraffatta dalla confusione. L'ombra rossa strappò le gambe dell'uomo in nero
con una forza e un'agilità sovrumana. Spingendolo senza pietà contro le ruote del treno,
niente di meno. La carrozza si scosse orribilmente quando le gambe dell'uomo in nero
vennero strappate, ma l'ombra rossa non batté ciglio all'impatto - anche essendo appeso
al treno solo per le gambe.

Gettò poi il cadavere nella stiva merci con una forza sovrumana e rivolse il suo sguardo
verso Rachel.

Rachel guardò la creatura negli occhi, troppo spaventata per muoversi. Da fuori sembrava
calma, ma sentiva come se il suo cuore stesse per scoppiare per la paura. Gli occhi della
figura rossa non potevano essere umani. Guardarli le fece venire mal di stomaco, come se
stesse guardando in basso - e risucchiata dentro--a un pozzo senza fondo.

La sete di sangue iniziò lentamente a scomparire dagli occhi del mostro, ma ben presto
portò alle labbra le parole che, in un certo senso, erano la più grande paura di Rachel.

"Biglietto, prego."

"AAAAHHHHH!"

Rachel si arrampicò come un animale spaventato. Le sue membra si muovevano


all'impazzata, come se fossero forme di vita separate, trasportandola rapidamente verso la
parte anteriore del treno.

'Cosa?! Quello era il conducente?! Non può essere! Cosa dovrebbe essere?! Ma è l'unica
possibilità! Perché? Perché quella cosa parlava come un conducente?! Mi ucciderà. Se
quella cosa scopre che sono una clandestina, mi ucciderà!'

Rachel, che aveva raccolto furtivamente informazioni perfino nei covi della mafia, si ritrovò
sopraffatta da una paura sconosciuta. E quella paura costrinse le sue membra ad andare il
più lontano possibile da quel mostro.

In quel momento, Rachel considerò perfino di saltare giù dal treno.

Mentre gli occhi di Claire tornavano alla loro normale tonalità, iniziò a sentirsi indignato
come conducente.

'Dannazione. Quindi è una clandestina, eh? Che fare con lei… Dovrei buttarla giù dal
treno? O dovrei impedirle di muoversi del tutto, mettendole un cartello con su scritto
"Sono una clandestina" attorno al collo, e appenderla in stazione?'

Considerò per un attimo di inseguirla, ma la sua razionalità da assassino lo fermò.

'Ops. Adesso dovrei essere un mostro, non il conducente.'

Claire ripensò al suo piano e rimise il volto mostruoso di un assassino.

Rientrò con facilità nella stiva merci e cominciò a camminare in giro, osservando
attentamente la stanza.

Poi scorse un dispositivo poggiato a un grosso scatolo.

Sembrava una specie di radio, ma sembrava molto più piccola di quelle normalmente
usate a quei tempi. Claire era ormai abbastanza certo che gli uomini in nero non erano un
semplice gruppo di buoni a nulla.

Ma questo non gli importava. Non importava chi fossero i suoi nemici, non importava
quanti ce ne fossero, e non importava che tipo di trappole avrebbero usato contro di lui,
Claire aveva sia l'abilità che la fiducia per distruggerli.

Aveva preso possesso di diversi fasci di corde che giacevano nella stiva. Appartenevano
probabilmente agli uomini in nero, e forse sarebbero state utili in seguito. Claire avvolse la
corda più lunga attorno ai fianchi e si mise in tasca la corda più piccola

Iniziò poi il suo attacco, andando in cerca della sua prossima vittima.

La massa vivente di violenza si avviò per difendere il benessere del treno.

<=>

Dopo la loro iniziale discussione con la gang di Jacuzzi, Ladd e Lua, che costituivano il
nucleo della banda degli uomini in bianco, misero piede nel compartimento del conducente
con il loro amico.

Ovviamente Ladd fu l'unico a entrare effettivamente nella stanza.

"Interessante. È incredibile. Davvero! Perché questo posto è ricoperto di sangue? Non è


strano? O forse dovrei dire meraviglioso! Come diamine si fa a fare un casino del genere
uccidendo le persone?"

Lua e l'altro uomo in bianco rimasero fermi alla porta. Metà del pavimento era coperto da
un mare rosso, e girando per la stanza c'era un cadavere a cui mancavano il braccio
destro e la faccia. Disteso in un angolo del compartimento c'era un conducente di mezza
età con la parte posteriore della testa spappolata. Probabilmente gli avevano sparato.

"Hmmmmmm?! Questo tizio senza faccia potrebbe essere il nostro compare Dune? È un
lavoro abbastanza ben fatto! È questo quello che chiamano messaggero disperso? Chi
cazzo ti ha fatto questo, amico? Non possiamo nemmeno vendicarci finché non scopriamo
chi è stato. Oh, che tragedia! Non possiamo fare nemmeno qualcosa di così semplice come
vendicare un amico!"

A differenza del suo amico, che si girò con un volto cinereo, Ladd fece uscire le sue
emozioni nella loro interezza.

Si mise allegramente a saltare per la stanza, cercando di immaginare che tipo di mostro
potesse aver fatto questo a Dune. Ogni volta che calciava per terra il sangue schizzava sui
suoi vestiti, tingendoli con una tonalità ancora più intensa di rosso.

Alla fine, Ladd


HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
rise, poi se ne andò tranquillo e uscì dalla cabina del conducente.

E mentre passava accanto a Lua, le diede un consiglio serio.

"Attenta, tesoro. Non so cosa sia, ma c'è qualcosa di pericoloso su questo treno. Nessuno
senza un paio di rotelle fuori posto può uccidere qualcuno in quel modo. Ma non è un
qualche barbablù necrofilo, e non è un folle omicida come me. Immagino debba definirlo
un mostro che ama l'eccesso."

Poi si fermò e guardò direttamente Lua.

"Andrò in cerca di quel bastardo e degli uomini in nero, quindi nasconditi da qualche parte,
va bene?"

Ladd sorrise in modo diverso dal suo solito - c'era un accenno di calore nella sua
espressione. Mentre guardava Lua annuire in silenzio, però, la sua espressione iniziò a
cambiare.

"Perché sono io l'unico che ha il permesso di ucciderti."

Lua arrossì e abbassò lo sguardo.

'Sono entrambi matti.' Pensò l'uomo in bianco che li guardava di fianco. 'Ladd. Quella
battuta è riservata ai cattivi dei western quando minacciano il protagonista. Perché
diamine l'hai detta alla tua fidanzata?'

L'amico era ben consapevole del fatto che Ladd stesse dicendo la verità - che un giorno
avrebbe ucciso Lua.

Sapeva anche che era esattamente quello che lei voleva.

<=>

'È incredibile. Cos'è successo qui?'

Quando entrò nella stiva merci e vide il cadavere senza gambe, Czes si ritrovò a inspirare
in modo marcato.

Non poteva essere lavoro degli uomini in nero, visto che anche il cadavere era vestito di
nero. I suoi pensieri, naturalmente, si spostarono sugli uomini in bianco.

'Forse quel pazzo che si è presentato nel vagone ristorante.'

Considerò il fatto che potesse essere il lavoro di un immortale, ma l'immortalità non


concedeva forza sovrumana. Se un immortale incontrasse un vampiro uscito da un
romanzo, il suo unico vantaggio era la sua relativa mancanza di punti deboli. Tutto quello
che era garantito agli alchimisti era l'immunità dalla morte, niente di più.

'Allora chi può aver fatto qualcosa del genere?'

Le parole chiave che Czes aveva sentito prima riemersero nella sua mente.

'Il Rail Tracer…'

"Non può essere." Disse, negando inconsciamente del tutto la possibilità. Forse aveva
sentito un'aria di pericolo da qualche parte e adesso stava cercando di sopprimerla.

'Altrimenti, l'unica cosa a cui riesco a pensare è un colpo diretto dai miei esplosivi.'
Czes pensò immediatamente al carico che aveva nascosto nella vettura dietro a questa.
Stava per essere venduto alla Famiglia Onorata, con metà di esso sotto forma di polvere in
uno speciale contenitore, e l'altra metà trasformato in dinamite e granate di ceramica. Era
un artigianato che aveva fatto come hobby, ma Czes aveva sentito in precedenza che le
granate di ceramica erano effettivamente usate in Giappone.

La Famiglia Onorata al momento era coinvolta in una faida, e necessitava quindi


urgentemente di esplosivi potenti e semplici.

I nuovi esplosivi creati da lui come sottoprodotti erano più potenti e stabili di qualsiasi
altro precedente. Ma alla fine non erano altro che dei sottoprodotti. Era sul punto si
smaltirli come noccioline quando arrivò l'offerta della Famiglia Onorata.

Un colpo di questo nuovo prodotto strapperebbe facilmente la carne dal torace. Non
sarebbe stato strano rimanere coinvolti nell'esplosione. Certo, questa possibilità era
esclusa dal fatto che, oltre alle gambe mancanti, il cadavere era intatto.

'Che siano stati davvero gli uomini in bianco?'

L'avrebbe scoperto più avanti. Czes perse interesse nel cadavere e iniziò a camminare
verso la cabina del conducente. Aveva più volte sfiorato un incontro con gli uomini in
bianco mentre veniva qui, ma li aveva evitati tuffandosi in cabine e servizi igienici. Doveva
negoziare con il loro capo pazzoide e nessun altro, o probabilmente, la conversazione non
sarebbe durata a lungo.

'Quell'uomo non è il tipo che rimane seduto in un posto. Sono sicuro che alla fine mi
imbatterò in lui se continuo a dirigermi verso la cabina del conducente.' Pensò tra sé, e si
dirisse verso il fondo del treno.

E presto, si imbatté in Ladd nella seconda stiva merci, proprio come previsto.

"Uhm?"

Ladd e gli altri avevano deciso di tornare verso la parte anteriore del treno quando
incontrarono una piccola figura nella seconda stiva merci.

Aveva già visto il ragazzo nel vagone ristorante.

"Vuoi qualcosa, ragazzino?" Esclamò disinteressato, ma la sua mente si stava già


riempendo di sete di sangue.

'Cacchio vuoi, mocciosetto? Mi hai visto massacrare quei tipi in nero nel vagone ristorante.
Non mi scocciare. Levati quello sguardo compiaciuto dalla faccia. Pensi di essere al sicuro
solo perché sei un bambino? Ti ucciderò!'

Mentre i fuochi neri della rabbia lambivano Ladd dall'interno, il ragazzo sorrise
vivacemente e parlò.

"Era così forte, signore! Ero molto sorpreso!"

Livello sete di sangue: [-]

"Oh? La pensi così, ragazzino?"

"Già! Se fosse stato sul ring, scommetto che avrebbe già vinto la cintura di campione!"

Livello sete di sangue: [-]


"Hmm… Non mi interessano i leccaculo. Quindi che vuoi da me?"

"Vorrei chiederle di fare qualcosa."

Livello sete di sangue: [+]

"Non posso davvero dirlo qui, parliamone nella stiva." Il ragazzo entrò e fece un cenno a
Ladd.

Livello sete di sangue: [+]

"Ehiehiehi, dannato moccioso. Non fare lo smielato con me."

"Signore? Per favore, non mi guardi in modo così arrabbiato."

C'erano casse di tutte le dimensioni accatastate per la stanza. Czes ne prese una e si
sedette.

"Zitto. Faresti meglio a ricordare che ti sto permettendo di vivere nonostante mi hai
chiamato - e ho solo venticinque anni - 'signore'. E ti rendi conto che se mi dà fastidio o
meno, questa tua richiesta potrebbe ucciderti, ragazzino?"

La bocca di Ladd sorrideva, ma i suoi occhi erano pieni di sete di sangue.

Il ragazzo, tuttavia, non era affatto scoraggiato. Mise su uno sguardo innocente mentre
avanzava la sua richiesta.

"Potrebbe uccidere tutte le persone nel vagone ristorante per me, sir?"

L'indicatore mentale della sete di sangue di Ladd si scosse violentemente. Czes notò la sua
espressione stupita e continuò.

Ma la sua voce e il suo atteggiamento erano cambiati del tutto.

"Certo, sono disposto a ricompensarla di conseguenza. Accettando la mia richiesta, potrà


uccidere tutte le persone che vorrà, e io avrò garantita la mia sicurezza. Anche se devo
chiederle di astenersi dall'essere indiscreto sulla mia definizione di sicurezza."

Ladd aggrottò la fronte alle sue parole, ma gli occhi dei suoi compagni si spalancarono.

'Un bambino del genere ha appena detto tutto ciò?'

Ladd fu il primo a capire la vera natura di Czes.

"Tu… tu non sei un bambino, vero?"

"Sono contento che tu sia veloce a capire le cose."


Czes sorrise amichevolmente, annuì, e iniziò i veri negoziati.

"Se ucciderete tutti i passeggeri per me, vi pagherò duecentomila dollari."

Avrebbe fatto un profitto di cinquecentomila dollari dalla sua trattativa con la Famiglia
Onorata. Non solo duecentomila dollari erano abbordabili, erano praticamente nulla in
confronto al valore di scoprire l'identità dell'altro immortale. Czes poteva prendersi il suo
tempo e divorare chiunque dei passeggeri iniziasse a rigenerarsi.

Il suo profitto era enorme, considerando che che il contrabbandiere più infimo guadagnava
circa duecento dollari a settimana. Certo, questo era quanto un contrabbandiere di Capone
guadagnava in un giorno.

"Non la penso così."

Ladd non era un pollo. Non appena lo attraversò l'idea che aveva di fronte un adulto nel
corpo di un bambino, iniziò a negoziare una ricompensa migliore.

"Quante persone pensi che dovrei uccidere solo attraversando il vagone ristorante? Certo,
potremmo ucciderli facilmente, e pianificavamo di ucciderne comunque la metà, ma non
c'è modo che io mi esibisca per i tuoi spiccioli. Inoltre, abbiamo il nostro piano in corso. In
questo momento uno dei nostri compagni sta parlando con la compagnia ferroviaria. Sta
probabilmente chiedendo dieci milioni, almeno. Gli ho detto di fare quel che vuole, quindi
forse sta perfino chiedendo un miliardo!"

"Pensi che un tale piano sconsiderato funzionerà?"

"Sia che paghino o no, non importa. È tutta una questione di atteggiamento. Inoltre, come
faccio a sapere che tu pagherai?"

Il volto infantile di Czes divenne un sorriso amaro.

"Ora che me lo dici, hai ragione. Adesso, da quello che posso vedere, tu sei un pazzo
omicida che ciò nonostante riesce a mischiarsi nella società. E cosa abbastanza
interessante, hai perfino dei seguaci. Sembra che tu sia il tipo che non pensa troppo alle
cose o che le pianifica in anticipo. Suppongo che finora hai seguito l'onda e preso decisioni
razionali man mano in base alle situazioni."

"Smettila di raccontare come se sapessi tutto della mia vita."

Tuttavia, a differenza dell'affievolimento del tono di voce di Ladd, le parole di Czes


divennero più forti.

"Forse potrei essere d'aiuto. Al momento sono in trattativa con la Famiglia Onorata di New
York. Se vuoi, potrei mettere una buona parola per te."

L'uomo in bianco dietro Ladd parlò a voce alta.

"Onorata? Sono uno dei pezzi grossi di York. Non c'è modo che intervengano e
nascondano un assassinio di massa."

"Allora la soluzione è semplice. Tutto quello che dobbiamo fare è sbarazzarci di quello che
è da nascondere."

"Cosa?"

"Ho stivato un grande quantitativo di esplosivi su questo treno. Sto pensando di usarli per
negoziare con gli Onorata, ma ne farò scoppiare un po' una volta che vi sarete presi cura
della gentaglia nel vagone ristorante. Ne ho caricato un po' in più nel caso servisse, quindi
non dovrebbero esserci problemi."

"Che vorrebbe dire?"

"Causeremo un'esplosione e fermeremo il treno. Qui attueremo la nostra fuga. Certo,


dovrete aiutarmi a trasportare il resto degli esplosivi. In ogni caso, le cose saranno facili.
Riesco a vedere i titoli di domani: 'Misterioso gruppo vestito di nero causa un'esplosione
sul treno'." Czes ridacchiò. Pazzia si insinuò lentamente nei suoi occhi. Non se ne rese
conto, anche se lo avesse fatto, lo avrebbe negato, ma i suoi occhi erano diventati simili a
quelli dell'uomo che aveva divorato.

Gli occhi contorti e corrotti del suo torturatore.

"Ma…"

"Non c'è bisogno di preoccuparsi. Gli impiegati della Union Station hanno visto l''orchestra'
caricare una gran quantità di carico sul treno. E i loro bagagli sono riempiti fino all'orlo di
armi. Questa sarà la conclusione: chiunque vi abbia visto in faccia morirà, e non sarete
trovati insieme agli altri passeggeri sulla lista in quanto siete tutti quanti saltati in aria
nell'esplosione."

Poi Czes batté le mani in allegria.

"O, possiamo lasciare indietro uno dei tuoi uomini per recitare la parte del sopravvissuto.
Potrebbe fare falsa testimonianza per coprirvi."

Czes si calmò, in attesa della risposta di Ladd. Dopo un breve momento di silenzio,
quest'ultimo rispose.

"Non capisco."

"Uhm?"

Se hai tutti quegli esplosivi a disposizione, perché non lo fai da solo? Tutto quello che devi
fare è dare fuoco."

"Non mi converrebbe molto. C'è un certo cadavere che devo recuperare in seguito, e
preferirei non dover raccogliere i pezzi, se capisci cosa intendo."

Normalmente gli immortali si rigeneravano con la testa come centro. Se l'esplosione


avesse fatto schizzare la testa fuori dal treno, in seguito sarebbe divenuto difficile per
Czes. E se i cadaveri distrutti si fossero mischiati, l'immortale avrebbe potuto riprendere
conoscenza prima che lo trovasse. La sua priorità era trovare l'immortale prima d'ogni
cosa.

Czes finalmente cambiò di nuovo il suo tono di voce e il suo atteggiamento a quelli di un
bambino e fece la sua richiesta.

"Lo farà per me, vero, signore?"

Livello sete di sangue: [MAX]

Gli occhi di Ladd riacquistarono immediatamente il loro fuoco mentre puntava


allegramente la sua arma alla fronte del bambino.
"Hai detto che mi lascio trasportare e che prendo decisioni razionali sul posto. Ti sbagli,
piccolo moccioso schifoso. Non ho mai provato a vivere programmando le mie azioni."

Un lampo di luce uscì dalla canna dell'arma mentre la testa del ragazzo schizzava via dal
collo.

"Certo, uccido le persone calcolando le loro azioni."

<=>

"Perché hai dovuto ucciderlo, Ladd? Era un affare piuttosto vantaggioso."

"Vero, era un'offerta molto bella. Ma hai visto lo sguardo nei suoi occhi? Si comportava
come se non fosse possibile che venisse ucciso da me. Pensava seriamente che non lo
avrei ucciso! Mi guardava dall'alto in basso! Ladd Russo! Beh, ad essere onesti, l'ho fatto
fuori solo perché era fastidioso e irritante."

"Ma-"

"Hai visto quello sguardo fastidioso sul suo viso? Anche giusto prima che spappolassi la
sua faccia si comportava come se niente stesse andando storto! …Accidenti, quant'è
fastidioso…"

Nel frattempo che Czes aprì gli occhi, Ladd e i suoi amici non erano più in vista.

'Che delinquente inutile. Per quanto tempo sono rimasto fuori gioco? In media non
dovrebbero essere più di venti secondi.'

Czes era abbastanza abituato ad aver distrutta la testa. Dopotutto, aveva ripreso
conoscenza al momento della rigenerazione.

'Hmph. “Lui” mi spappolava sempre la testa. Gettata al suolo e sulle pareti con mazze e
coltelli. Pensandoci, è la prima volta che mi sparano. Ma forse è un bene che sia stato
veloce e indolore.'

Assicurandosi che la sua testa fosse guarita del tutto, fece per uscire dalla stiva merci.

In quel momento--

"AAAAAHHHHH! Jacuzzi! Svegliati! Le tue ferite non sono così gravi! Devi vivere!"

"Le tue ferite sono a posto!"

Czes riconobbe le voci della coppia strampalata--Isaac e Miria - lamentarsi nel corridoio.
Non voleva rischiare di incontrarli, e decise di nascondersi dietro al carico.

"Uh? Non c'è nessuno."

"È vuoto!"

Isaac e Miria iniziarono a perlustrare la stiva merci. Czes camminava con calma intorno ai
bagagli, ascoltando attentamente i loro movimenti.

"È strano. Potrei giurare di averli sentiti parlare di aver sparato e ucciso qualcuno qui."

"Hanno detto di aver ricevuto un'offerta da qualcuno, ma hanno rifiutato e ucciso la


persona!"
'Come lo sanno?' Si chiese Czes, ma non lasciò che la sua curiosità lo distraesse dallo
scappare nel corridoio mentre i due rimestavano nella parte posteriore della stiva merci.

'Vabbè. Per ora, vedrò a cosa porterà tutto questo. Forse gli uomini in nero avranno la
possibilità di massacrare le persone nel vagone ristorante.'

<=>

Czes non si rese conto che c'era un'altra figura che si nascondeva nell'ombra della stiva
merci.

Si dà il caso che l'ombra fosse coperta di rosso scuro come il vino.

'Chi avrebbe immaginato che il piccolo Czes fosse un bambino cattivo del genere? No,
tanto per cominciare penso non sia un bambino, eh?'

Visto che Claire aveva controllato la lista passeggeri, era in grado di dare un nome alla
maggior parte delle facce a bordo. Certo, gli uomini in nero e quelli in bianco sembravano
aver entrambi optato per degli pseudonimi.

Ogni vettura del Flying Pussyfoot era dotata di un portello sul pavimento per controlli
d'emergenza. Quando vide gli uomini in bianco entrare, Claire si intrufolò da sotto la
carrozza e aprì il portello all'angolo della stiva merci. Non avrebbe mai immaginato il tipo
di conversazione che avrebbe finito per origliare. Quando sentì le voci di Isaac e Miria,
Claire tornò sul fondo del treno e chiuse con calma il portello.

'E adesso? Il piccolo Czes è morto, quindi non devo preoccuparmi di lui. Immagino debba
andare a controllare la Seconda Classe e tutti gli uomini in bianco.'

Claire si era già preso cura di due uomini in bianco nella Terza Classe lungo il tragitto. Non
fece altro che gettare i loro cadaveri fuori dal treno insieme a quelli degli uomini in nero
della stessa stanza.

C'era un motivo specifico per cui era tornato nelle carrozze posteriori. Uno dei compiti del
conducente era mandare segnali regolari alla locomotiva, per paura che i macchinisti
potessero fermare il treno temendo un incidente. Se Claire avesse trascurato questo
dovere e permesso al treno di fermarsi, gli uomini in nero o quelli in bianco avrebbero
potuto essere provocati a uccidere i passeggeri. Anche eliminando la possibilità di vittime
tra i passeggeri, sarebbe stato scomodo per Claire se il treno si fosse fermato.

Cera una possibilità che gli uomini in nero avessero già preso il controllo della locomotiva.
Ma Claire era abbastanza sicuro che essi pianificavano un viaggio il più liscio possibile, a
giudicare dalla presenza del falso conducente. Forse non erano ancora consci che il loro
compagno travestito fosse già stato ucciso.

Così, Claire aveva deciso di mantenere i segnali regolari durante la durata del viaggio.
Questo significava che doveva tornare alla cabina a intervalli regolari.

Questo accadde quando notò Czes e gli uomini in bianco, li seguì, e arrivò a questo punto.

'Wow, c'è mancato poco. Devo mandare il segnale prima.'

Claire fece una brusca virata nella parte inferiore della vettura, ricordando le sue priorità.

'Sembra che abbia ancora tempo. Vedrò di riuscire a far fuori qualche tizio in nero in più
per la strada.'
<=>

"Non è grandioso, camminare sul tetto in questo modo? Stupendo, persino?" Chiese Ladd.

"Ho freddo…" Sussurrò Lua, battendo i denti.

Avendo sentito parlare dei tetti dal mago grigio, Ladd decise di arrampicarsi
immediatamente. Con sua grande sorpresa, il tetto offriva una vista del cielo stellato
notturno - e un meraviglioso e senza macchia uomo in nero dall'altra parte del treno. Due
piccioni con una fava.

Nella sua gioia, Ladd aveva chiamato i suoi compagni - ma non sembravano condividere il
suo entusiasmo.

"Non posso credere che tu stia abbaiando in questo modo sopra un treno in corsa."

Ladd saltellava intorno come se ci fosse un terreno solido, ma i suoi due compagni
riuscivano a malapena a restare in piedi.

"Davvero? Voi due non avete alcun senso dell'equilibrio. Ecco perché dovete fare una dieta
bilanciata. O qualcosa del genere." Disse con aria di sufficienza mentre andava avanti.

Presto notarono una figura sconosciuta diverse carrozze più avanti. La figura stava
strisciando sul tetto.

Gli occhi di Ladd luccicarono come quelli di un bambino che aveva appena trovato un
nuovo giocattolo. Era determinato a scoprire chi fosse quella figura.

"Ehi, io vado a controllare per un po' la Prima Classe. Voi due, come vi chiamate, tornate
alla nostra cabina e riposatevi."

Ladd corse per il tetto, senza nemmeno dare ai suoi compagni la possibilità di rispondere.
Anche se dovevano riconoscergli di essere in grado di correre così velocemente senza fare
baccano.

I suoi due compagni si guardarono l'un l'altro e scesero al giunto più vicino alla loro
cabina.

Non erano minimamente preoccupati per la sicurezza di Ladd, essendo del tutto incapaci
di immaginarlo venire sconfitto da un misero uomo in nero.

<=>

Chane era in piedi sul tetto della vettura di Prima Classe, il gelido vento invernale le
assaliva la schiena.

Dopo aver dato la caccia a uno degli uomini in bianco, aveva deciso di andare di guardia
sui tetti.

Loro avevano degli uomini di guardia nel vagone ristorante, dove non c'erano
compartimenti. Questo significava che gli uomini in bianco - essendo in inferiorità
numerica - avrebbero probabilmente attaccato dai tetti.

Chane programmava di annientarli tutti da sola.

Non avrebbe chiesto aiuto a Goose. Sapeva già che lui - e gli altri - erano traditori, proprio
come Neider.

Goose aveva un solo obiettivo, ed era ottenere le abilità di Huey. L'unica cosa che lo
distingueva da Neider era il fatto che era dalla parte della della rivoluzione di Huey.

Ma per Goose, il Maestro non era il centro della rivoluzione. Se la rivoluzione fosse andare
a buon fine, egli sarebbe solo un fastidio per lui. L'unica ragione per cui restava attaccato
alla sua finta fedeltà era per la benedizione che Huey aveva promesso loro. La benedizione
delle sue abilità.

Una volta che i loro corpi fossero diventati come quello di Huey, Goose e gli altri lo
avrebbero probabilmente escluso dal gruppo. Già--Goose era convinto di star ingannando
e manipolando il Maestro. Ed erano sciocchi a farlo.

Dopotutto, nessuno di loro si rese conto che Huey era l'ingannatore, non Goose.

Huey disse la verità solo a Chane. Egli sapeva bene che lei gli sarebbe rimasta fedele fino
alla fine.

Lei sapeva che Huey Laforet aveva un corpo immortale.

Lei sapeva che aveva raccolto questi rivoluzionari con l'esca dell'immortalità.

Lei sapeva che nemmeno Huey poteva concedere tali abilità agli altri.

Lei sapeva che, in realtà, Huey non aveva interesse in un mondo rovesciato dalla
rivoluzione.

Lei sapeva che l'obiettivo di Huey era scoprire i limiti dell'immortalità nella società.

Lei sapeva che tutto quello che Huey voleva era vedere se un immortale poteva
sconfiggere una nazione intera.

Lei sapeva - Huey le aveva detto che l'amava.

Lei sapeva - che non l'amava in quanto donna.

Lei sapeva - Huey era suo padre.

Che l'immortalità non era trasmessa alla progenie di un immortale.

Che un giorno, il suo corpo sarebbe diventato più vecchio di quello di suo padre.

E Chane sapeva che, un giorno, sarebbe inevitabilmente morta prima di Huey.

Se il salvataggio avesse avuto successo, Goose probabilmente avrebbe cercato di forzare il


segreto dell'immortalità da lui. Ma sarebbe stato ancora più pericoloso lasciarlo nelle mani
del governo. Chane aveva sentito che c'era un altro immortale che lavorava come ufficiale
nel Bureau of Investigation. Suo padre rischiava di essere mangiato.

Solo una persona sapeva del suo passato.

C'era solo una persona che poteva chiamare famiglia.

C'era solo una persona che l'amava.

C'era solo una persona che amava.

Huey Laforet.
Non poteva perderlo. Non poteva lasciarlo cadere nella mani di qualcuno.

Chane progettava di salvare Huey. Sapeva che egli non amava prendere ostaggi, ma
questo non importava. Stava semplicemente usando la scusa di garantire la sua sicurezza
al fine di realizzare il suo egocentrico desiderio di salvarlo.

Non avrebbe permesso a niente di ostacolarla - anche a costo di dover fronteggiare un


mostro mitologico.

Individuò due persone strisciare dall'altro lato del vagone ristorante. Non erano vestiti di
bianco, ma Chane non gli avrebbe permesso di ostacolarla. Forse erano dei passeggeri in
fuga, il che scosse la sua determinazione a uccidere. Mentre esitava tra le due scelte
opposte, ripensò solo al viso e alle parole di Huey.

Fu improvvisamente colta da una sensazione sgradevole. Era come se un creatura


terrificante la stesse spiando, inviandole brividi lungo la schiena.

La fonte del suo disagio si rese presto nota, emergendo da dietro le persone striscianti.

Era un uomo con un vestito bianco macchiato di sangue.

Chane poteva dire all'istante che quello era l'uomo che aveva ucciso due degli uomini di
Goose nel vagone ristorante.

<=>

"È una signorina piuttosto interessante."

Ladd si trovava nella parte posteriore del tetto del vagone ristorante, guardando la donna
che stava con fermezza un carrozza avanti a lui.

Pensare che un paio di figure striscianti lo avrebbero condotto a una tale gemma - Ladd
ringraziò la sua intuizione. Era stata una buona cosa aver seguito gli aspiranti fuggiaschi.

La forza del suo sguardo, che penetrava il fumo, era sufficiente a mandare un piacevole
brivido lungo la sua schiena. Allo stesso tempo, Ladd sapeva che uccidere questa donna
sarebbe stato più che utile. In questo momento non voleva altro che riempire i suoi occhi
di desiderio e terrore.

Ladd, il leader degli uomini in bianco, era un cosiddetto uomo qualunque. Anche se suo zio
Placido era piuttosto conosciuto nella malavita, Ladd e la sua famiglia vivevano in modo
piuttosto normale. Non ci fu alcun innesco a farlo passare al lato oscuro. Era stato
cresciuto in una famiglia normalissima di Chicago.

Le sue tendenze omicide non derivano da un particolare incidente. Pensieri sulla differenza
tra vita e morte - la differenza tra umani che moriranno e che non moriranno -
comparvero un giorno qualunque, come se stesse scegliendo cosa mangiare per cena.

Parte della sua mente si corrose mentre era lentamente alle prese con questi pensieri, e
arrivò a una conclusione. Nel frattempo che questo processo finì, la sua mente era
irreparabile. Le sue contorte filosofie maturarono con fermezza, senza sapere il significato
di sconfitta o compromesso.

Non c'era nessun evento traumatico, nessuno dolore, o passato contorto nella sua vita. In
essa non c'era niente di pertinente con il diventare un pazzo assassino. Se c'era un suo
aspetto straordinario, era che Ladd era riuscito a integrare rapidamente nel suo essere
l'atto di uccidere.

Aveva le sue convinzioni, ma erano poco più che una scusa per il suo senso estetico. E
mentre il treno si immergeva nel caos, Ladd vagava con la sola sete di sangue come
guida.

E aveva finalmente trovato il giocattolo più interessante di tutti.

Una folata di vento soffiò via il fumo ed espose l'intera figura della donna.

Ladd, inconsciamente, lo prese come segnale per rendere nota la sua presenza.

"Ehi, laggiù! Non senti freddo, stando qui fuori vestita a quel modo?!"
<=>

Claire era perplesso.

Era riuscito a tornare con successo alla cabina del conducente per mandare il segnale alla
locomotiva. In un primo momento, la presenza dello strano pistolero, lo aveva fermato
dall'entrare, ma il giovane tatuato e il gigante lo trascinarono via, dando a Claire una
possibilità di mandare il segnale prima che fosse troppo tardi. Così era riuscito a
guadagnare del tempo.

La sua indecisione venne dopo.

Si era fatto strada fino alla Seconda Classe strisciando sul fondo del treno. Non vide nulla
fuori posto quando guardò attraverso le finestre mentre si reggeva agli ornamenti
sporgenti sul fianco del treno. Il problema era che c'erano un paio di passeggeri della
Terza Classe in una delle cabine che sarebbero dovute appartenere agli uomini in bianco.

Uno di loro era un uomo coperto interamente con vestiti grigi. Era probabilmente il dottore
di nome Fred. L'altro uomo, però, era impossibile da riconoscere per via del suo volto
insanguinato. Claire lo riconobbe come passeggero della Terza Classe in quanto era
ovviamente vestito come un delinquente. Claire non andava per stereotipi - gli unici
passeggeri di oggi vestiti in quel modo erano nella Terza Classe.

Sembrava che il dottore vestito come un mago - Fred - stesse curando l'uomo
insanguinato.

Di per sé non era insolito, ma perché erano nella Seconda Classe? E non di meno in una
delle cabine degli uomini in bianco?

Claire aveva solo domande.

In quel momento, la porta della cabina si aprì , e un uomo e una donna, entrambi vestiti
di bianco, entrarono. Claire li aveva già visti - erano due delle tre persone che erano nella
stiva merci dove avevano sparato a Czes.

"Oh…" sospirò Lua quando aprì la porta, così silenziosamente che nessuno poté sentirla.

"Chi cazzo siete, bastardi?!" Ruggì l'uomo in bianco. Perché il mago che avevano
incontrato prima era qui, a curare il teppista che Ladd aveva sconfitto in precedenza?

"Quindi questa è la vostra stanza?" Disse con calma il mago grigio. "Il tuo amico Ladd è
stato così gentile da farmi usare questa cabina. Grazie."

Tornò quindi a curare l'uomo insanguinato.

I compagni di Ladd si guardarono l'un l'altro, sorpresi che il loro capo avesse fatto una
cosa del genere. Il mago grigio chinò leggermente la testa verso di loro, con le mani
ancora a lavoro sul paziente.

"Sono davvero spiacente di chiedervelo, ma vorrei il vostro aiuto per mettere questo mio
paziente sul letto."

'Che sta succedendo qui? A questo punto non riesco a capire se questo "Fred" sia un
amico o un nemico.'
Mentre Claire esaminava le possibilità da fuori la finestra, si rese improvvisamente conto
che la donna vestita di bianco lo stava guardando.

Claire la guardò di risposta. I loro occhi si incrociarono. Claire era sicuro che lei si sarebbe
messa a gridare, ma la donna si limitò a guardarlo in silenzio, senza nemmeno batter
ciglio.

'Che strana donna. Vabbè, risparmierò questa cabina per dopo.' Pensò Claire,
allontanandosi lentamente dalla finestra.

All'improvviso, sentì il rumore di qualcuno che caricava sul tetto del treno - e un rumore
simile seguì a ruota.

Claire si trattenne dal scendere e si spinse sul tetto. Guardò in direzione dei passi che si
dileguavano e vide due persone dirette verso il fondo del treno. Sotto la fioca luce della
luna poteva distinguere la scena di una donna in abito nero che inseguiva un uomo vestito
di bianco.

Claire si abbassò di nuovo sul fondo della vettura. Al contrario dei movimenti scimmieschi
della donna clandestina, Claire era meccanico e stabile, ma a una velocità maggiore.
Sembrava quasi un gigantesco ragno rosso.

Claire risalì al giunto della Terza Classe. Voleva vedere dove fossero adesso la donna in
abito nero e l'uomo in bianco, ma non poteva nemmeno essere certo che fossero ancora
sul tetto.

Per prima cosa, Claire sbirciò dalla finestra della porta, controllando i corridoi prima di
salire sul tetto. Ma qualcosa lo fermò, facendogli inarcare un sopracciglio.

C'era una piccola figura che camminava tranquillamente per il corridoio di Terza Classe.
L'altezza della figura rivelò subito la sua identità, ma questo sollevò un'altra domanda.

'Il piccolo Czes? Non è morto un minuto fa?'

<=>

Czes entrò in una della cabine di Terza Classe e si sedette su una delle sedie non
imbottite. Solo Prima e Seconda Classe avevano i letti - i passeggeri della Terza Classe
dovevano arrangiarsi con le sedie se volevano dormire.

Tutte le altre cabine di Terza Classe che aveva superato dalla stiva merci a qui erano tutte
occupate da passeggeri legati. Aveva guardato attraverso ogni porta, e finalmente aveva
trovata una cabina vuota.

A parte questo, c'era una cospicua assenza di uomini in nero nelle stanze. Czes si
aspettava che qualcuno di loro fosse rimasto di guardia per sorvegliare i passeggeri, ma
pensò che, ormai, gli uomini in bianco si fossero occupati di loro.

'Mi riposerò in questa cabina per un po' e vedrò come vanno le cose. Sarà più facile fare la
mia mossa dopo che una delle due fazioni spazzerà via l'altra.'

Czes chiuse gli occhi per prendere una pausa, assicurandosi di rimanere cosciente e
sveglio.

Fu allora che sentì la porta aprirsi.


"?!"

Czes si alzò immediatamente e focalizzò la sua attenzione sulla porta. Si aprì poco alla
volta, rivelando che colui che bloccava la luce del corridoio era un misterioso uomo in
rosso, la cui faccia era coperta di sangue.

Il rosso brillante spaventò Czes per un momento, ma vide che una parte dei vestiti
dell'uomo non era rossa. Si rese conto che, innanzitutto, i vestiti dell'uomo non erano
rossi, ma erano ricoperti di sangue.

Piccole chiazze dell'abito erano pulite e rimaste bianche. Czes lo scambiò per uno degli
uomini in bianco.

"Chi è lei, signore? È uno degli amici di Ladd?" Chiese in tono fanciullesco, ma l'uomo non
rispose.

"Che cosa…? Chi è lei, signore?"

Un seme di paura mise radici in Czes.

L'uomo in rosso chiuse la porta sbattendola, senza ascoltare ciò che egli aveva da dire.
Adesso erano solo loro due nella cabina, e il seme di paura nel bambino continuò solo a
crescere.

Forse quest'uomo era l'immortale. Czes non ricordava di averlo visto nel vagone
ristorante, ma il modo in cui si muoveva era abbastanza a tormentarlo con l'incertezza.

"Prego, signore. Mi chiamo Thomas. Forse stava cercando qualcun altro?"

Non sentì alcuna resistenza ad appellarsi con un nome falso. In altre parole, quest'uomo
misterioso non era l'immortale. Czes fece un sospiro di sollievo - non c'era nulla da temere
avendo di fronte un semplice essere umano.

Ma le prime parole uscite dalla bocca dell'uomo lo immersero di nuovo nella confusione.

"Sei stato davvero un bambino cattivo, Czes. O dovrei dire, Czeslaw Meyer."

"C-come fai a conoscere il mio nome?"

L'uomo in rosso non rispose. Czes scavò disperatamente nei suoi ricordi, cercando di
vedere se aveva già incontrato prima quest'uomo. La sua voce suonava vagamente
familiare, ma Czes non riusciva a ricordare. Suppose che doveva essere solo una
somiglianza.

Alla fine, non è stato in grado di ricordare che l'uomo era il conducente che esaminava la
lista passeggeri quando era salito a bordo.

'Chi è questo? Cosa c'è di sbagliato nei suoi occhi? C'è qualcosa di peggio in loro… anche
più di quel folle di Ladd. È come se non fosse umano. No… non può essere. Ma se i
demoni sono reali, allora questo tipo potrebbe essere…'

Gli tornarono improvvisamente in mente le storie che aveva sentito nel vagone ristorante,
mentre, senza rendersene conto, disse un nome.

"Il… Rail Tracer…?"

Il mostro sembrò piacevolmente sorpreso dalle parole di Czes.

"Quindi lo sai, eh?"


Czes ricordò quello che aveva detto Isaac. Il Rail Tracer avrebbe mangiato i bambini
cattivi.

Mentre il suo battito cardiaco diventava quasi udibile, il mostro fece un passo verso di lui.

"Io sono il Rail Tracer." Disse Claire sicuro di sé, nonostante il fatto che quella serie di
parole sembrava più uno scherzo di pessimo gusto.

Ma Czes lo guardò negli occhi, cambiando la sua percezione della dichiarazione. Gli occhi
dell'uomo erano abbastanza scuri da inghiottire l'ambiente circostante, completamente
differenti dal suo tono di voce.

"So che non sei un bambino. E so anche cosa stai facendo. Quindi mi limiterò a fare un
favore al mondo sbarazzandomi di te."

Visto che il suo obiettivo non era un bambino, Claire non aveva alcuna intenzione di
mostrargli pietà. Czes era sia un nemico del treno che un alleato della Famiglia Onorata.
Questi due fattori erano sufficienti per giustificare la sua uccisione.

"A… AAAAAAAAHHHH!"

Il bambino aveva tirato su la manica prima che l'uomo avesse rivelato di essere un
mostro. Attorno al suo braccio c'era una fascia di cuoio, e ad essa era attaccato un oggetto
lungo e sottile coperto da un panno.

Czes estrasse maldestramente l'oggetto e lo tirò violentemente fuori da ciò che lo


ricopriva, rivelando una lama affilata. Era un bisturi - del tipo usato nelle operazioni
chirurgiche - ma circa del doppio di lunghezza dei suoi simili.

Czes si abbassò e si lanciò rapidamente contro l'uomo.

Si protese verso l'alto mentre si avvicinava al mostro, arrivando fino a tagliargli la gola.
Uno splendido luccichio argenteo tracciò un arco a mezz'aria mentre raggiungeva la gola
del mostro.

Thump.

Il mostro non aveva fatto un singolo passo. Aveva afferrato il braccio di Czes come se
fosse appena stato morso da una zanzara. L'attacco di Czes era finito prima ancora che
potesse cercare di resistere.

Il mostro prese la lama con la mano destra. Quasi in simultanea, la sua mano sinistra
afferrò il collo del bambino strappandogli parte della carne con un singolo movimento

"Uhh…" Czes gemette. Sangue scendeva lungo la mano destra del mostro cadendo a terra,
goccia a goccia. Il mostrò afferrò il coltello di Czes e calciò lontano la sua piccola figura.

Quest'ultimo barcollò all'indietro e arrivò all'angolo della stanza, crollando sotto la finestra.
La sua carotide era stata recisa. Per logica, non c'era modo che potesse essere
sopravvissuto.

'È finita.' Pensò Claire, guardando ancora una volta il bambino accasciato facendo per
lasciare la cabina. Ma fu fermato da una strana sensazione strisciante sopra la sua mano
destra. Il sangue sulla sua mano stava tremando - non la sua mano, ma solo il sangue.

'Che cos'è?'
Il sangue di Czes, che ricopriva la mano di Claire, cadde per terra in un istante. Le sue
mani erano adesso del tutto pulite.

Il sangue per terra si dimenò come se avesse avuto volontà propria, e ritornò al suo
legittimo proprietario - il corpo di Czes.

Le gocce di sangue che erano schizzate si riunirono e strisciarono nella sua carne.

"E questo per cosa è stato?" Piagnucolò Czes appena la sua ferita guarì. "Tutto qui? Mi hai
spaventato tipo per un secondo. Pensavo che stessi davvero per essere ingoiato intero."

Ridacchiò come se fosse tutto a posto.

"Sorpreso? Sono davvero immortale."

L'uomo in rosso restò di ghiaccio. Czes non era più così terrorizzato da lui. Inizialmente
aveva pensato che quell'uomo potesse essere un mostro, ma i suoi metodi lo resero
abbastanza certo che fosse umano. Il che significava che non c'era niente di cui
preoccuparsi.

'Giusto. Userò questo qui. Scommetto che non avrà problemi a spazzar via le persone nel
vagone ristorante se lo adesco con la promessa dell'immortalità.'

Czes sorrise e decise di fare un'offerta all'uomo in rosso.

"Ehi, signore, c'è qualcosa che vorrei chiederle…"

"Rifiuto."

'Eh?'

I suoi pensieri si congelarono. Non aveva nemmeno avuto la possibilità di fare la sua
offerta.

"Vuoi che io uccida i passeggeri del vagone ristorante, vero? Temo di non poterlo fare."

Per la terza volta, il suo cuore si riempì di paura.

'Come faceva a saperlo?'

Era come se il sorriso smarrito da Czes si fosse trasferito sull'uomo in rosso, il quale piegò
le sue labbra in un ghigno.

"Un immortale, eh? Interessante."

La mano di Claire sfrecciò in un momento, e ci fu il rumore come di qualcosa che viene


accoltellato.

Era il suono del bisturi che veniva conficcato nella fronte di Czes.

Questi sentì un dolore atroce provenire dalla sua testa, ma riuscì a restare cosciente. I
suoi occhi si erano offuscati e il dolore straziante gli attraversava la testa. Ma riuscì
disperatamente a estrarre il bisturi con le proprie mani tremanti.
Il dolore si fermò. I suoi sensi iniziarono a tornare alla normalità.

"È stato piuttosto doloroso, ma non è abbastanza per uccidermi. Anche se suppongo che
niente lo sia."

Per lui non c'era più bisogno di recitare la parte del bambino. Czes assunse un tono più
maturo mentre iniziava a riflettere su come contrastare questo mostro.

Riuscì a recuperare la sua arma, ma quest'uomo in rosso sarebbe stato estremamente


difficile da battere.

Non solo, non avrebbe immaginato neanche per sogno che la reazione del mostro a questa
dimostrazione di immortalità sarebbe stato un mero "Interessante".

Il mostro rosso fece diversi passi verso di lui, scrocchiandosi il collo durante il cammino.

"Quindi che dovrei fare con te? Se sei davvero un immortale, significa che posso scuoiarti
vivo, cavarti gli occhi, schiacciarti il cuore con le mani mentre guardi, e staresti comunque
bene?" Chiese Claire in modo chiaro. La risposta di Czes fu altrettanto franca.

"Quello che vuoi. Sono più che abituato a quel livello di dolore."

"Oh?"

Czes ricordò gli innumerevoli esempi di dolore che ‘lui’ gli aveva inflitto in passato. Cose
del calibro degli esempi del mostro, erano tutte cose che aveva vissuto fino alla nausea.

Il bambino guardò Claire, con voce piena di forza. "Sei mai stato trafitto negli occhi con
delle tenaglie roventi? Hai mai fatto un bel bagno nell'acido? Sei mai stato gettato vivo in
una fornace? Ho provato questo tipo di dolore ogni giorno per mano di qualcuno di cui mi
fidavo. Cosa ne vorresti sapere? Non mi piegherò al tuo barbarico livello di violenza. Non
hai quel che serve per raggiungere il dolore a cui sono preparato!"

Claire, che aveva ascoltato in silenzio per tutto il tempo, fece un altro passo in avanti.

"È tutto? È davvero tutto?"

"Co…Cosa?"

"No, no. Questo non è sufficiente, Czes. Questa è praticamente roba da bambini. Solo un
bambino malato giocherebbe in quel modo. Anche se non posso dire di capire il perché
qualcuno si dovrebbe divertire a fare cose del genere…"

Fece un altro passo in avanti, schiaffeggiando ripetutamente la faccia di Czes.

"Ti hanno mai strappato accuratamente la carne dal braccio? Ti hanno mai frantumato le
ossa del braccio? Conosci i metodi di esecuzione cinesi? E la tortura giapponese? Hai idea
del tipo di cose che facevano certi aristocratici europei malati per mantenere le persone in
vita?"

Claire smise di colpire Czes. C'era un bagliore mostruoso nei suoi occhi, facendolo apparire
come se potesse strappargli via perfino l'anima.

"È un rischi professionale, se così si può chiamare. Conosco ogni modo per infliggere
dolore - perfino i metodi che impediscono la morte."

Czes incontrò gli occhi di Claire ed emise un urlo silenzioso. Poi roteò disperatamente il
bisturi che aveva in mano.
Crunch.

Il momento successivo, il bisturi era tenuto strettamente nella morsa dei denti di Claire.
Aveva usato solo la bocca per bloccare l'attacco di Czes e mordere le sue dita magre.

"Ah… Ahhhhhh…"

Sangue sgorgava dalla mano destra di Czes mentre gridava. Claire sputò i grumi di carne
e il bisturi per terra e gli afferrò la testa con le mani.

"Ascolta, Czeslaw Meyer." Sussurrò dolcemente. "È vero che puoi essere preparato a un
certo livello di dolore. Ma cos'era quello sguardo nei tuoi occhi? Lo sguardo di quando sei
faccia a faccia con il Rail Tracer?"

Gli occhi di Claire erano fissi su quelli di Czes. Il viso di Czes era congelato, come se il suo
sistema nervoso fosse stato debilitato. Lo sguardo di Claire era così potente che il bambino
non poteva nemmeno sbattere le palpebre o girarsi.

'Il mio corpo sta tremando dai piedi in su. Che cos'è…? Ho… paura? Paura di questo
mostro? Il Rail Tracer… non dovrebbe essere niente di più di qualcosa uscito da un brutto
film!'

"Ciò di cui hai paura è l'ignoto. Forse, da qualche parte nel mondo, c'è un tipo di dolore
che non hai mai sperimentato. Ed ecco perché temi l'ignoto ancora di più delle altre
persone. Ho ragione? Visto che sei così avvezzo al dolore, tu ne hai molta più paura."

Il viso di Czes si rifletteva negli occhi di Claire. Nell'immagine riflessa c'erano degli occhi
pieni di paura - non c'è differenza tra adulti o bambini. A volte, quando fingeva di essere
un bambino e un adulto in modo distinto, Czes si chiedeva - qual era davvero dei due? In
questo senso, forse la persona spaventata riflessa negli occhi di Claire era vera identità di
Czeslaw Meyer.

Czes, senza rendersene conto, iniziò a versare lacrime, paralizzato dalla paura

"Ti concederò un tipo di dolore che non hai mai provato." Disse gentilmente Claire,
asciugandogli le lacrime. "Fino a quando non dimenticherai come si torna in vita."

<=>

Rachel era al di sotto della vettura, tratteneva il respiro per paura di essere scoperta.

Trovò un piccolo spazio, sufficiente per sdraiarsi, e fece una breve pausa. Si guardò
intorno, allungando il collo, ma il mostro rosso non era in vista.

Anche se aveva un po' di tempo per riposare, la sua paura per il mostro rosso persisteva.
Cercò disperatamente di calmare il suo cuore, battendo il suo petto come un tamburo, e
lentamente riacquistò la ragione.

Con il passare del tempo, riuscì finalmente a calmarsi.

'Giusto. Farò finta di aver avuto le traveggole.'

Rachel sapeva bene che il mostro che aveva visto era reale, ma si convinse a pensarla
così. A questo punto, per lei, la cosa più importante da fare era controllare cose fosse
accaduto nel vagone ristorante dopo che se n'era andata.
Nel momento in cui decise di tornare nel vagone ristorante per valutare la situazione, sentì
una finestra rompersi, mescolato al suono assordante del treno in corsa.

Fu subito dopo che prese un respiro che qualcosa si aggrappò a una barra di metallo
proprio accanto a lei.

Ciò che l'accolse era una figura familiare.

Una figura rossa si teneva in equilibrio parallela al suolo, tenendosi solo con le sue gambe.
Teneva qualcosa nelle sue braccia.

Il mostro poi abbassò la mano destra verso ghiaia sotto di loro.

Rachel aveva la nausea, ma non poteva guardare altrove. Sentiva come se il mostro rosso
avrebbe posato i suoi occhi su di lei nel momento in cui avesse distolto lo sguardo. Un
altro motivo della sua nausea era il fatto che l'attuale vittima del mostro rosso era un
ragazzino. Il ragazzo le era anche familiare - l'aveva visto tra le persone briose riunite
intorno al pistolero.

Il braccio destro e le gambe del ragazzo non c'erano più. Doveva già essere morto da un
pezzo, ma perché il mostro si spingeva così oltre?

Mentre Rachel tremava nella sua morbosa curiosità, un ornamento di metallo della sua
manica urtò le parti in metallo sotto al treno e iniziò a fare uno strano rumore.

I leggero tintinnio avrebbero dovuto essere completamente coperto dal rumore del treno
in movimento - nemmeno Rachel poteva sentirlo.

Eppure il mostro rosso era in grado di cogliere questo leggero rumore.

Il suo collo si girò verso di lei. La luce che si rifletteva a terra rendeva difficile vedere il suo
volto, ma il mostrò guardò Rachel e mormorò -

"Tu sei quella clandestina…"

"AAAAAAAHHHHH!"

Rachel urlò come se la sua vita fosse al termine, e fuggì verso la parte anteriore del treno.
I suoi movimenti erano insicuri e sembrava come se la sua schiena potesse toccare terra,
ma era veloce. Scomparve nell'oscurità con dei movimenti simili a quelli di un bradipo che
si muove centinaia di volte più veloce del normale.

Claire era nel bel mezzo dell'infliggere dolore a Czes quando il ragazzo cercò di gettarsi
dalla finestra, incapace di resistere oltre.

Claire riuscì a stento ad afferrarlo mentre si arrampicava, e cadde lungo il lato del treno.
Riuscì a non finire a terra aggrappandosi in un istante ai tubi tra le ruote.

Fu allora che Claire si chiese: 'Se gli strappassi dei pezzi da sopra il treno, seguirebbero il
suo corpo?'. Iniziò poi a spingere gli arti di Czes vero il terreno.
A Claire rimaneva solo il braccio sinistro del bambino quando il suo udito acuto sentì un
certo rumore.

Girò il busto e il collo, e notò la clandestina che aveva visto prima.

Quando le parlò, gridò così forte da sovrastare il treno, e scappò così velocemente che
impressionò Claire.

Claire si fermò improvvisamente. Tenendo sempre il corpo di Czes nel suo braccio destro,
con la mano sinistra tirò fuori una piccola corda dal taschino. L'aveva in precedenza
raccolta nella stiva merci - era stata probabilmente usata dall'orchestra per legare la loro
roba.

Claire usò questa corda per legare sapientemente Czes nello spazio tra le ruote, e se lo
lasciò alle spalle mentre strisciava sul fondo del treno.

'Non va bene. Adesso dovrei starmi concentrando sugli uomini in nero e quelli in bianco.
Farei meglio a ringraziare quella clandestina per avermi riportato alla realtà. Credo che la
risparmierò e mi limiterò a consegnarla alla polizia.'

Quando se ne andò, lasciò Czes - cosciente o meno - con delle parole finali.

"Tornerò più tardi da te. E la prossima volta, mi assicurerò di portarti alla pazzia…"

Mentre egli penzolava da sotto al treno, con la sua coscienza in debole crescita, poteva
sentire vagamente delle voci da sopra di lui.

"Qual è il problema?"

"Vieni qui un secondo. …Guarda qua."

Fu nel momento immediatamente successivo all'allontanamento di Claire che due uomini


in nero sporsero la loro testa dalla cabina di Terza Classe.

<=>

Il quintetto di uomini in nero si divise in due gruppi davanti alla carrozza di Terza Classe.
Tre di loro erano arrivati nella stiva merci.

Di fronte a loro c'era la vista di un busto mozzato che galleggiava nel proprio sangue.

"È pazzesco…"

Erano terrorizzati dalla vista del corpo mutilato del loro compagno, ma riuscirono a
calmarsi. Usarono, quindi, la radio ancora funzionante accanto al cadavere per contattare
velocemente Goose.

"…Questa è la nostra situazione… La radio funziona. Sì. Sì. Giusto. C'è solo un corpo. A
breve ci dirigeremo verso la cabina del conducente- Signore? Sì. Sì. Ricevuto."

L'uomo che aveva contattato Goose spense la radio e si girò per guardare i suoi compagni.
Poi si guardò intorno con cautela e, con calma, trasmise loro un certo ordine.

"Il Codice Beta è in vigore. Ma solo nel caso in cui troviamo un punto cieco nella sua
battaglia contro l'uomo in bianco."
Gli altri due uomini in nero erano visibilmente tesi.

"Stiamo davvero per farlo…? Stiamo per… Chane…"

"Non parlare dei contenuti della nostra missione." Ordinò il capo, prendendo di nuovo
accuratamente nota dell'ambiente circostante.

Ma nel momento in cui si assicurò che non ci fosse nessuno nella stiva, una voce eccitata
scese dal soffitto.

"Quindi riguardo al vostro piano… Potreste forse darmi un piccolo aiutino?"

Un'ombra bianca discese dal soffitto in un batter d'occhio e tagliò la gola dell'uomo
accanto al capo. L'ombra bianca - Ladd - aveva nella sua mano destra il coltello da lancio
che aveva preso da Chane.

"È eccitante! Potete crederci? Devo ammetterlo, è dannatamente difficile aggrapparsi al


soffitto, sai, compare?"

Attaccò il capo del trio prima ancora che avesse il tempo di alzare l'arma. Arrivò in un
istante alle spalle dell'uomo e gli mise il coltello alla gola.

"Sì, sì, sì! Adesso fai cadere la pistola, ti va? E anche tu, ragazzo sveglio. Non colpirai
nessuno tranne il tuo buffo amico qui presente."

Il capo digrignò i denti e lasciò cadere la pistola. Il suo gracile compagno, nel frattempo,
fece cadere la propria arma e girò i tacchi.

"Oh, cielo. È scappato. Piuttosto crudele da parte sua, eh?" Disse Ladd tra sé e sé,
guardando l'uomo in nero fuggire. "Però non puoi chiamarlo davvero codardo. È una
reazione piuttosto normale vedendomi, se lo dico io. Inoltre, mi sono appena nascosto sul
soffitto."

Ladd rise di cuore e iniziò a guidare l'uomo in nero, con il coltello ancora alla gola. Chiuse
la porta della stiva merci, e portò l'uomo in nero all'angolo della cabina.

"È davvero strano! Non sono mai dovuto scappare prima! Quella signorina di prima è stata
una cattura emozionante! Un applauso a tutti! Sai cosa? Mi unirò! E dopo, la ucciderò!"

Il coltello scivolò sulla gola dell'uomo in nero insieme alla risata di Ladd. Un brivido corse
lungo la sua schiena mentre aspettava che egli continuasse a parlare.

Ladd abbassò improvvisamente il tono della voce mentre conficcava la punta del coltello
nella gola dell'uomo in nero.

"Siete solo dei novellini con dei bei giocattoli, vero? All'inizio pensavo foste soldati, sai?
Pensavo seriamente di stare per combattere contro dei soldati e mi sono emozionato! Ma
poi ho aperto il coperchio ed è stata una delusione totale. Tranne per la ragazza, voglio
dire. Haha!"

Ladd sorrise e spinse la lama di un solo millimetro nella gola dell'uomo in nero.

"Quindi la signorina si chiama Chane, e quel 'Uomo in bianco' di cui stavate parlando sarei
io, giusto? Perché non mi spieghi un po'? Perché volete uccidere uno dei vostri?"

La punta del coltello sprofondava lentamente nella gola dell'uomo in nero.

<=>
Rachel stava tremando mentre si reggeva sotto la carrozza di Prima Classe,
completamente da sola.

Come avevano fatto le cose a prendere questa piega? Perché? Che diamine era quel
mostro? Veramente un mostro era il conducente di questo treno?

Il mostro sembrava umano, ma la sua vera natura poteva essere qualunque cosa.
Inizialmente aveva pensato che il mostro stesse uccidendo solo gli uomini in nero, ma
vederlo mutilare un bambino così piccolo la convinse del contrario. Il mostro era privo di
umanità.

Da quanto stava tremando, persa nella stessa catena di pensieri? Non aveva battuto ciglio
alla sparatoria nel vagone ristorante, ma adesso era sopraffatta dalla paura, sia nel corpo
che nella mente.

Si era gettata nel pericolo in quanto agente di una compagnia di informazioni. Aveva
affrontato la morte diverse volte. Ma nemmeno la più pericolosa delle sue esperienze
passate poteva sperare di reggere il confronto con lo stato in cui si trovava adesso.

Cose come la mafia e le loro tempeste di proiettili erano paure tangibili. Erano pericoli
perfettamente comprensibili al quale Rachel poteva prepararsi prima di buttarsi nella
mischia. Certo, la sua determinazione era stata quasi scossa diverse volte in passato, ma
le cose non erano mai state così difficili da gestire per la sua psiche.

Il mostro rosso era tutt'altra storia. La sua stessa esistenza era impossibile da
comprendere - come doveva contrastarlo? Esattamente, per cosa doveva prepararsi?

L'unica cosa che sapeva era che, in quanto clandestina, non poteva permettersi di farsi
catturare. Anche se sarebbe stato vero anche se avesse comprato il biglietto.

Proprio davanti a Rachel c'era la locomotiva. Per lei sarebbe molto più pericoloso
nascondersi là, dove le parti in movimento come la caldaia erano tutte potenziali trappole
letali. Avendo perso un percorso, andò giù nelle parti di metallo nei pressi del giunto.
Certo, visto che c'era poco spazio sotto alle vetture, era costretta a schiacciarsi, parallela
al suolo.

Nella notte nera come la pece, la sua unica fonte di luce era quella della luna che si
rifletteva sulla ghiaia che tappezzava le rotaie. Ovviamente, non era molto di aiuto.

Rachel determinò che stare lì non l'avrebbe portata a nessuna soluzione. Per prima cosa
decise di dare uno sguardo alla Prima Classe - avrebbe preferito affrontare gli uomini in
nero, armati di mitra, che il mostro rosso. Piuttosto di stare ferma ad aspettare, optò per
cercare attivamente una via di fuga. Non aveva alcuna intenzione di farsi coinvolgere nei
casini. Tutto quello che voleva era scappare.

Si affacciò cautamente tra le vetture e guardò dal lato delle carrozze di Prima Classe.
Come le altre, erano ornate con decorazioni poteva usare per arrampicarsi sui lati. Ne
afferrò una e si spinse vicino alla vettura, come se stesse scalando una parete rocciosa a
picco. Chiunque con meno esperienza avrebbe probabilmente perso la presa, cadendo dal
treno, e perdendo la vita.

Rachel aveva provato ogni tipo di queste simulazioni sui treni fermi fin dall'infanzia.
Rispetto a delle vetture più piane, scalare una carrozza coperta di ornamenti sgargianti
era un gioco da ragazzi.

Forse sarebbe riuscita a rimanere nascosta se si fosse arrampicata sulla cima della
locomotiva. Il fumo ne avrebbe impedito la vista, e nessuno sarebbe andato a controllare
in un posto del genere.
Ma Rachel scartò subito l'idea. Così vicina, il fumo l'avrebbe facilmente soffocata. E non
c'era modo di sapere quanto caldo ci fosse in prossimità della ciminiera.

Per adesso, decise di arrampicarsi sul tetto della vettura di Prima Classe e si avvicinò con
calma alla finestra. Aveva intenzione di iniziare a valutare la situazione all'interno della
vettura.

Dopo un breve sguardo, si pentì delle sue azioni.

'Non avrei dovuto guardare.'

C'era la madre di un bambino, con braccia e gambe legate strettamente. A tenerla


d'occhio accanto a lei c'era un uomo in nero con un mitra.

'No, no, no, no! Non posso farmi coinvolgere! Se entro lì, mi farò uccidere! Potrei correre
il rischio se fosse per delle informazioni, ma non posso espormi al pericolo quando non ne
ho nessun ritorno!'

Rachel si rimproverò disperatamente nella sua testa mentre si arrampicava sul tetto.

Ma ben presto cominciò di nuovo a pensare a suo padre. Il padre che era stato cacciato
dai suoi datori di lavoro - il padre che era morto dopo una vita di stenti. La compagnia
ferroviaria aveva abbandonato suo padre per la propria sicurezza.

'Accidenti! Cosa vado pensando?! Non ha niente a che fare con questo! Qui c'è in gioco la
mia vita! Dimentica i significati profondi - mettere la mia vita in prima linea per dello
spicciolo sentimentalismo è esattamente ciò che va contro la mia vita!'

Rachel urlò mentalmente a se stessa, cercando di convincersi del contrario. Ma era troppo
tardi. L'immagine di suo padre era stata impressa a fuoco nella sua mente.

'Che sto facendo? No! Sono solo una clandestina! A cosa serve? Quindi, per favore, me!
Fermati…'

Prima che se ne rendesse conto, il suo corpo era in equilibrio proprio sopra la finestra.
Tutto quello che doveva fare adesso era abbassare leggermente le gambe...

'No, no, no! Ferma! Ferma! Non lo fare!'

La punta del suo piede bussò alla finestra.

'L'ho fatto.'

La finestra si aprì, e l'uomo in nero sporse la parte superiore del corpo fuori dalla finestra.

Rachel lo vide dall'alto e temprò la sua determinazione.

'Sono arrivata fin qui… Non posso tirarmi indietro adesso.'

Tolse le mani dal muro e lasciò che la gravità la tirasse giù. Le suole dei suoi piedi
rilevarono qualcosa di soffice sotto di loro mentre si fermava momentaneamente a
mezz'aria. Allo stesso tempo, afferrò il telaio della finestra come se stesse facendo delle
trazioni alla sbarra, e mise tutto il suo peso sul busto dell'uomo in nero.

L'uomo perse l'equilibrio e cominciò a cadere all'indietro inciampando. Rachel mosse


istantaneamente le gambe in avanti ed entrò nella cabina, muovendosi come se stesse
camminando sullo stomaco dell'uomo in nero. Come l'uomo cadde giù dal treno e rotolò
lontano dalla vista, Rachel mise piede sul pavimento della cabina.
'Non voglio diventare un'assassina, quindi faresti meglio a restare in vita.'
<=>

La prima cosa che fece Claire una volta arrivato al vagone ristorante fu chiarire la
situazione all'interno.

La carrozza era sorvegliata da due uomini, entrambi armati di mitra.

"Sembra che non abbia molta scelta." Mormorò Claire, chiudendo un occhio. Strisciò nel
ventre della vettura e raggiunse una scatola nel mezzo della carrozza, ornata con un
marchio giallo.

C'erano diverse leve all'interno della scatola. Claire ne cercava una in particolare.

"Se avevano soldi da buttare per cose del genere, potevano almeno avere la decenza di
mettere una radio tra la cabina del conducente e la locomotiva. E chi ha messo
l'interruttore per il generatore nella parte inferiore di un treno? Stiamo parlando di uno
stramaledetto difetto di progettazione."

La scatola era una componente fondamentale della rete che generava elettricità per le luci
sul treno attraverso le ruote. Era un aspetto caratteristico del Flying Pussyfoot.

In passato, l'elettricità per le luci in ogni carrozza era era fornita da una turbina dietro alla
valvola di sicurezza della caldaia della locomotiva. Dopo un po', l'energia generata dalla
turbina raggiungeva le vetture posteriori, e le luci erano messe su una rete apposita.

Su questo treno, le ruote erano usate per generare elettricità, e ogni vettura aveva una
rete chiusa. Come risultato di questa applicazione tecnologica, il Flying Pussyfoot era in
grado di generare molta più energia degli altri treni, consentendo così all'interno di ogni
vettura di poter essere illuminata a giorno.

Il pannello di controllo di queste reti era sotto alle vetture, e Claire stava cercando
l'interruttore principale per questa specifica carrozza.

"Non l'hanno nemmeno preso in considerazione? Chiunque può andare sotto alla carrozza
e spegnere le luci. Proprio così."

Tirò la leva e si allontanò subito.

"Sembra sia ora per una piccola avventura." Borbottò, e iniziò a mettere su uno spettacolo
dal lato del treno in corsa.

Scoppiarono delle urla dal vagone ristorante completamente al buio. Al contempo, Claire
aprì la finestra in fondo al vagone dall'esterno.

"Chi va là?!"

Uno degli uomini in nero si avvicinò alla finestra, reggendo una pistola. Claire lasciò la
finestra e aspettò che l'uomo in nero portasse la canna della pistola fuori dalla finestra.

E proprio come si aspettava, la canna apparì dall'interno. L'uomo in nero - scioccamente -


doveva esser stato disorientato dall'improvvisa confusione.

Claire afferrò la canna e la tirò verso di sé.

"Whoa…"

Come l'uomo in nero barcollò, Claire lo afferrò per il braccio e distrusse il suo equilibrio,
tirandolo giù con una forza allarmante.
L'uomo in nero, avendo perso l'equilibrio, fu scaraventato fuori dal treno. Claire non
poteva essere certo che fosse morto, ma non aveva tempo per uccidere a dovere l'uomo
prima di farlo cadere.

Poi, iniziò a correre lungo l'ornamentazione sul fianco del treno.

Anche se c'erano poche sporgenze prominenti lungo il fianco delle vetture, Claire si diresse
verso la parte anteriore del treno con il busto rivolto verso il basso. Ogni volta che
scendeva troppo vicino al suolo, afferrava il telaio di una finestra con la mano sinistra e si
rimetteva dritto.

Corse, corse, corse. Per realizzare con forza le sue fantasie, Claire rese i suoi incubi reali.
E l'obiettivo di questo specifico incubo era la solitaria vestita di nero.

Claire correva lungo il fianco della vettura senza emettere un suono. Da lontano,
sembrava quasi che stesse camminando sull'aria accanto al treno.

I passeggeri del vagone ristorante lo videro - l'ombra rossa - mentre correva sotto al
chiaro di luna, causando una vera e propria esplosione di urla e grida all'interno del
vagone.

Nel frattempo che l'uomo in nero aprì la finestra accanto a lui, tra i tavoli, era già troppo
tardi.

Claire era già arrivato lì, afferrando l'uomo in nero per il braccio prima ancora che potesse
perfino puntare l'arma.

Lo tirò vicino a sé e gli sussurrò nell'orecchio. "Potrei avere un applauso? Questo è il mio
primo tentativo e ci sono riuscito…. Sai qualcosa su tutto l'impegno che metto nel mio
lavoro?"

Il momento successivo, Claire lanciò il tremante uomo in nero senza esitazione.

Poi ritornò nel sotto della vettura e fece ritornare la corrente. Ma quando tornò alla
finestra, era già arrivato un altro uomo in nero.

"Non smettono proprio di arrivare…"

Claire, sconvolto dalla tenacia degli uomini in nero, si occupò di uno di loro sul giunto.
L'altro uomo in nero, avendo notato la sua presenza, era scappato nella vettura di Prima
Classe.

'Immagino non sia un grosso problema. Non faranno del male ai passeggeri fintanto si
preoccupano di me.'

Annuì e si diresse alle carrozze posteriori. Era quasi ora di mandare di nuovo il segnale alla
locomotiva.

<=>

'Dove è andato quell'uomo?'

Chane era sopra al compartimento del conducente, completamente focalizzata sul suo
obiettivo.

Aveva perso di vista Ladd da qualche parte intorno alle stive merci, quindi stava
guardando intorno dai tetti.

'Quell'uomo è troppo pericoloso. Devo occuparmi di lui una volta per tutte. Se lo lasciassi
scappare adesso… diventerebbe il mio più grande ostacolo. E potrebbe diventarlo anche
per mio padre.'

Non aveva prove per le sue predizioni, ma Chane se ne convinse mentre continuava a
cercare l'uomo dal vestito bianco sporco di sangue. Aveva determinato che cercarlo alla
cieca non avrebbe funzionato molto, quindi era salita sul tetto per guardare tutto il treno.

Ma l'obiettivo si manifestò da solo come se stesse salutando un amico per strada.

"Ehilà!"

Il frivolo sorriso senza senso di Ladd rese Chane ancora più sicura - doveva disfarsi di
quest'uomo, dato che non poteva farlo nessun altro.

Anche se non aveva la minima idea dell'identità dell'uomo che aveva di fronte, sentì
qualcosa di simile a un'illusione di vittimizzazione che non era necessariamente
un'illusione.

"Tutto bene, gattina? Non eri sola senza di me?" l'uomo rise in modo ripugnante. Chane
prese il coltello in silenzio.

Il suo avversario non aveva più il fucile. Non appena lo notò, Chane si chinò e si preparò a
caricare.

"Aww, questo è terribilmente freddo da parte tua, Chane!"

"?!"

La donna si congelò.

'Come sa il mio nome?'

Ladd annuì soddisfatto alla sua confusione.

"Lascia che ti dica una cosa, Chane! So tutto di te! Ho sentito tutto dai tuoi compagnetti
che ti odiano, e che tu odi di rimando! E sei la cocca di un certo tizio di nome Huey
Laforet, e tu lo tratti come una sorta di dio!" Ladd divagò. Chane, non più disposta ad
ascoltare, si preparò di nuovo ad attaccare.

"Quindi ho sentito che il vostro Maestro Huey è in realtà un immortale! Sbaglio?"

Ella si bloccò di nuovo. Ladd sembrava godere della situazione. Tutte le carte erano in
mano sua - tutto quello che doveva fare era lanciarne una per infliggerle un duro colpo
prima che lei potesse attaccare.

Chane si convinse di non dover più ascoltare il suo avversario. Si preparò per la terza volta
e iniziò a correre verso di lui. Non importava cosa sapesse - doveva ucciderlo, adesso. Si
rannicchiò in modo impossibile e si diresse verso le gambe di Ladd.

Ma per qualche strana ragione, anche lui iniziò a caricare con una postura che le teneva
testa. Non solo, la sua bocca emetteva distrazioni come se non ci fosse un domani.

"Ma sai? Sono piuttosto deluso!"

Il comportamento sorprendente di Ladd fece esitare Chane, diminuendo la velocità con cui
puntava in avanti con il suo coltello.

"Sai~?"
Improvvisamente la voce di Ladd iniziò a diventare più lontana. Dal punto di vista di
Chane, sembrava come se il corpo dell'uomo fosse stato di colpo lanciato all'indietro.

Allo stesso tempo, un potente impatto colpì la sua mascella.

Ladd si era fermato poco prima di raggiungere la portata d'attacco di Chane e l'aveva
colpita in un istante con un calcio rovesciato. Aveva fatto un salto all'indietro dalla sua
posizione abbassata e usato lo slancio per colpire la sua mascella con la punta del piede.

Chane, nonostante avesse lo sguardo verso il basso, volò all'indietro e rotolò verso il retro
della vettura. La sua ultima fu intenzionale, al fine di rimettersi in piedi.

"Sai? All'inizio pensavo fossi così pazza perché controllata dai marziani o qualcosa del
genere! Ma sei così fottutamente pazza solo perché sei innamorata?! Cos'hai, dodici anni?!
O hai semplicemente appena raggiunto la pubertà? Non pensi che questo tizio di nome
Huey ti stia solo prendendo in giro? Eh?"

Le provocazioni di Ladd avevano finalmente ferito Chane, facendo traboccare il vaso. Non
aveva mai considerato Huey come un amante. Anche se forse sarebbe stata meglio
dell'alternativa, Chane era la figlia di Huey. Non si sarebbe permessa di considerarlo tale,
e lei lo amava come suo padre, niente di più. Ma da un punto di vista esterno, erano un
uomo e una donna di età simile. Chiunque avesse una figlia avrebbe capito con uno
sguardo che Huey e Chane erano padre e figlia, ma sfortunatamente, l'uomo in nero che
aveva detto tutto a Ladd non aveva una spasimante.

Chane guardò ferocemente Ladd, si abbassò ancora di più, e lo caricò come un proiettile.

"Ahahaha! Sei pazza? Ti stai arrabbiando? Uhm?"

L'espressione di Chane suggerì a Ladd che le cose potessero non essere facili come
previsto, ma non aveva intenzione di scoprire la verità dei fatti. Infatti, la furia cieca della
donna gli rendeva solamente più semplice predire i suoi movimenti.

Egli fece una fragorosa risata, questa volta senza fare nemmeno un passo. Ma Chane non
era scoraggiata. Fece per lacerare la gola di Ladd nel modo che si era delineata in mente
prima. Come arrivò a un pollice da lui, si sollevò con tutte le sue forze.

Il coltello di Chane tagliò l'aria come un aereo che decolla improvvisamente.

Ladd, avendo già visto l'imminente attacco, lo schivò a una velocità disumana. Allo stesso
tempo, piegò le ginocchia e si abbassò. Pianificava di darle un pugno nel torace scoperto.

Si rese poi conto che il corpo di Chane si stava piegando in modo incredibile, e
rapidamente schivò di lato.

La gamba della donna si alzò in aria con una forza letale. Stava cercando di calciare Ladd
con una capriola, proprio come aveva fatto lui in precedenza.

"Troppo facile."

Ladd lesse all'istante i suoi movimenti e le diede un calcio sul fianco mentre era ancora a
mezz'aria.

Chane rotolò all'indietro, cadendo finalmente dal lato del treno.

"Ohh? Finito così presto? Davvero? Non è noioso? Non lasciarmi qui in sospeso, bambola!"

Improvvisamente, ci fu un forte clang, mischiato a quello che sembrava il suono del


metallo fatto a pezzi.
"Uhm?"

Ladd guardò giù e si trovò di fronte a una cosa incredibile.

Chane era appesa sul fianco del treno, i coltelli nelle sue mani erano conficcati sul lato
della vettura. Ne sollevò uno e lo conficcò di nuovo, alternando i lati. Si arrampicò sul
fianco del treno come una donna impazzita.

Clang. Clang. Clang. Clangcrk. Krack.

La velocità dei coltelli aumentò sempre più man mano che Chane iniziava a salire, come se
stesse camminando su per il muro.

"Wow!"

Si spinse di nuovo su come un proiettile, passando di fianco a Ladd senza nemmeno dargli
il tempo di reagire. Nel momento in cui fece un sospiro di sollievo, si aprì una piccola ferita
sull'orecchio destro dell'uomo e iniziò a sanguinare.

"Scusa, dolcezza. Forse, dopotutto, sei davvero una marziana. Scommetto che in realtà
hai otto gambe o qualcosa del genere, ho ragione?!"

Ladd, cominciando a sudare freddo per la prima volta, strinse i pugni e iniziò a muoversi
con eleganza. Anche Chane aggiustò la presa sui suoi coltelli e iniziò a prendere la
distanza da lui.

Improvvisamente. Accadde qualcosa di impensabile.

Chane e Ladd stavano al momento combattendo in cima all'ultima vettura - la vettura che
ospitava il conducente e la straripante stiva merci. La cabina del conducente avrebbe
dovuto essere occupata da un paio di cadaveri, nient'altro.

E in un atto di sfida contro logica, la lampada sul fianco della cabina del conducente
divampò diverse volte.

La luce era usata per segnalare che, sul treno, tutto procedeva senza intoppi, ma chi ci
poteva esserci dietro?

La lampada si spense nuovamente, lasciando Chane e Ladd a fronteggiarsi in silenzio.

Sembrava che la lampada non avesse segnalato nulla. Dimenticandosi dello strano
avvenimento, Ladd iniziò a provocare la donna ad attaccare di nuovo alla cieca.

"Dunque Chane… sai che i tuoi compari in nero ti stanno dando la caccia, vero? Da quello
che ho sentito, ti uccideranno nel mezzo di questo casino!"

Quest'ultima non batté ciglio. Lo sapeva già - infatti, anche Chane pianificava di disfarsi di
Goose e gli altri, alla fine di tutto.

"Così ho sentito che eri contraria a questo piano fin dall'inizio! Hai detto che non volevi
prendere ostaggi o uccidere dei marmocchi? Che cazzo hai di sbagliato? E ho sentito che
questo tuo Huey la pensa allo stesso modo. Deve essere completamente scemo! Ho quasi
capito perché i tuoi compagni lo stanno tradendo!"

Ella ascoltò con calma quanto Ladd stava dicendo. Sembrava aver imparato la lezione da
prima - stava cercando disperatamente di trattenere le proprie emozioni e tenerle
nascoste.

"Stai progettando qualche sorta di rivoluzione? Di ribaltare questo paese? Ma ti comporti


come un eroe dalla faccia di merda, non facendo nulla di subdolo o uccidendo i passanti…
O questo Huey Laforet è così forte da potersi permettere di preoccuparsi delle altre
persone nel mezzo di una dannata guerra?! Questo, lo capirei, ma questo è il tipo di
stronzo che odio di più! Gli unici bastardi che lo fanno sono le persone che pensano di
essere perfettamente al sicuro! Merda! Non lo lascerò andare così!" Urlò Ladd.

Poi sorrise e abbassò la voce.

"Sai qual è la prima cosa che farò una volta giù da questo treno?"

Contorse le labbra in un sorriso mostruoso e guardò la sua avversaria in modo disgustoso.

"Ucciderò Huey Laforet."

Questa semplice minaccia fu abbastanza per paralizzare momentaneamente i pensieri di


Chane.

"Ho pensato che fosse strano. Sai, ho sempre pensato che i terroristi gettassero le loro
vite come dei legnetti, ma i tuoi compagni hanno tutti lo stesso sguardo, come se non
dovessero morire mai. E ora ho capito! Sono tutti in quel modo perché, dopo questo
lavoro, potrebbero diventare immortali."

Continuò a muoversi, alzando il tono della voce.

"Ad essere sincero, non mi va molto di ucciderti. Non capisco cosa pensi, ma stai
mettendo a rischio la tua vita. Quindi mi è venuta un'idea! Forse sarà ancora più
divertente se uccido il tipo che veneri! Forse sarà divertente guardarti mentre tu mi guardi
uccidere Huey Laforet!" Ladd si fermò di colpo e urlò verso Chane. La sua voce era piena
di travolgente godimento, come se giocare con le emozioni della sua avversaria, come
fossero creta nelle sue mani, fosse pura estasi.

"Lo ucciderò. Non importa se è immortale o che altro. Se ancora non muore, segherò la
sua testa dal collo e metterò le due parti ai due poli. E tu vedrai tutto. Farò vedere a quel
pezzo di merda arrogante quanto pericolosa, dura e nauseante sia la vita! E non mi
fermerò nemmeno se mi implori. Quindi che farai adesso, Chane?! Ahahahaha!"

In termini di originalità c'era ben poco nella minaccia di Ladd, ma sapeva bene che degli
avvertimenti classici come questi erano i migliori per provocare qualcuno come Chane.

Le minacce la colpirono sia fisicamente che mentalmente. Se la provocazione precedente


era come accendere il motore, questa era come premere l'interruttore d'accensione.
Chane mise tutta la sua forza sulla punta dei suoi coltelli facendo per caricare Ladd.

Ma i suoi coltelli non si mossero.

Le punte dei coltelli che aveva in mano erano tenute ferme dalle dita di qualcuno. Chane
non se ne era resa conto fino a questo momento.

Non si era resa conto che davanti a lei c'era un uomo vestito di rosso. Ma questo non
poteva essere possibile - dopotutto, lì non c'era nessuno nel momento in cui era stata
accecata dalla rabbia.

Era come se si fosse materializzato dal nulla.


Il mostro era finalmente apparso di fronte a loro.

Era il demone rosso - il Rail Tracer.

Tenendo i coltelli di Chane con pollici e indici, l'ombra rossa parlò con tutta calma.

"Non trafiggere il vano del conducente. Mi hai quasi reciso un orecchio."

In un primo momento, Ladd e Chane non capirono quello di cui stava parlando, ma un
attimo di riflessione chiarì il tutto - l'uomo era probabilmente nella carrozza quando Chane
si stava arrampicando sul fianco del treno con i suoi coltelli.

"Se hai capito, il minimo che puoi fare è scusarti."

Chane annuì senza pensare. Lasciò cadere le mani, la rabbia verso Ladd fu quasi
dimenticata, mentre chinava leggermente il capo. Se gli uomini in nero avessero potuto
vederla, avrebbero faticato a credere ai loro occhi. Perfino Ladd aveva problemi a crederci.

"Che ne dici di un 'mi dispiace'?"

Chane indicò la propria gola e scosse la testa. Sembrava fosse fisicamente incapace a
parlare, per qualsiasi motivo.

"Scusa. Non avevo capito." L'ombra rossa si scusò, camminò lungo il tetto, e girò i tacchi
al giunto. "A qualsiasi costo, continuate."

Il mostro rosso si era immischiato a forza nel combattimento tra Ladd e Chane.

"E ucciderò chi di voi sopravvive."

<=>

Lua voleva essere uccisa. Così tanto che ne aveva perfino dimenticato il motivo. Il suicidio,
per lei, era una scelta sciocca, quindi aveva cercato qualcuno che l'avrebbe uccisa. Aveva
cercato qualcuno che avrebbe gioito nell'ucciderla. Voleva almeno rendere qualcuno felice
con la sua morte.

Fu allora che incontrò Ladd. Forse lui avrebbe gioito più di chiunque altro al mondo
nell'ucciderla.

"Ucciderò chiunque voglia vivere più di te. Poi, infine, ti ucciderò amorevolmente, per il
resto delle nostre vite. Quindi fino ad allora, seguimi e non pensare nemmeno di morire,
va bene, tesoro?"

Quella era la sua dichiarazione. Lua sapeva bene che non cercava scuse per allungarle la
vita - intendeva davvero quello che aveva detto.

E lei aveva fede nel fatto che Ladd avrebbe reso realtà la sua dichiarazione. Vero, non
aveva mai fallito nell'uccidere qualcuno, ma soprattutto Lua non riusciva a immaginare
Ladd venire ucciso da qualcun altro.

Almeno, non finché vide l'ombra rossa.

Nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli dell'ombra rossa, che stava guardando
all'interno attraverso la finestra non troppo tempo fa, il suo cuore fu violentemente scosso.
Non era paura o amore - era disagio. Ladd stava per morire. Il mostro dagli occhi
terrificanti lo avrebbe ucciso. Ladd non poteva sconfiggerlo.
Lo sapeva in quanto aveva visto la fonte del terrificante luccichio negli occhi del mostro.

Era sete di sangue - sete di sangue sotto forma fisica. Lua la riconobbe all'istante, perché
aveva visto la stessa espressione negli occhi di Ladd ogni volta che uccideva qualcuno.
L'unica differenza era il fato che la volontà dietro agli occhi del mostro era
incomparabilmente più potente rispetto a quella di Ladd.

Lua poteva dire a un primo sguardo che il mostro era un essere proveniente da tutt'altro
mondo. La forza di volontà nei suoi occhi non poteva più essere definita umana. E a
peggiorare le cose, il mostro rosso se ne era andato senza uccidere gli ospiti di questa
cabina. Anche se ella non capiva perché, sapeva che il mostro era pieno di sete di sangue
e potere per controllarla.

Ladd non poteva essere battuto dagli essere umani, ma le cose erano diverse se doveva
battersi con un mostro. Lui sarebbe morto. Ladd sarebbe morto.

"Va tutto bene, signorina?"

Una voce profonda la riportò alla realtà. Erano nella cabina di Seconda Classe di Ladd.

Il mago grigio aveva appena finito di medicare l'uomo ferito.

"I tuoi occhi sono diversi adesso. Sono pieni di vita."

"Mi scusi…?" Chiese Lua in un fragile sussurro. Guardando negli occhi il mago grigio, si
rese conto di una cosa.

'È proprio come me. Desidera morire.'

Sembrava che il mago avesse capito cosa gli stessero dicendo gli occhi di Lua. Egli
continuò a parlare con calma.

"Sono stato mandato come dottore a Verdun durante la Grande Guerra. Quindi ho visto
molte persone morire - sia nemici che alleati. Un giorno, mi svegliai, e scoprii che, fin dove
riuscissi a vedere, ero l'unico che respirava ancora."

Ricordò stoicamente il suo passato, senza perdersi in un tragico abisso di emozioni.

"Pensai: 'Ah, quindi questo deve essere il mio castigo'. Forse non mi sarei trovato di fronte
a una scena del genere se fossi stato in grado di curare più persone. Curiosamente, in
seguito, non importa in quale campo di battaglia sia andato dopo, non sono mai morto -
sono sopravvissuto fino alla fine della Grande Guerra. Non ho nemmeno mai cercato di
difendermi o di scappare. Non importa quanto fossi ferito gravemente, ne sono sempre
uscito vivo."

A Lua, il ricordo del mago, sembrava una favola surreale. Il panno sopra la sua faccia si
allentò leggermente, e il vento che soffiava all'interno espose la carne carbonizzata sotto
al grigio. Non c'era dubbio che il resto del suo corpo fosse più o meno nello stesso stato.

"Se questa è stata una punizione divina, allora suppongo che scappare suicidandomi mi
farebbe avere qualcosa di perfino peggiore nell'aldilà. Ecco perché curo le persone per un
senso di dovere. Finché posso salvare anche una sola persona in più che desidera vivere -
finché Dio non mi permetterà infine di morire."

Guardò dritto verso Lua.

"Sembra tu abbia trovato uno scopo. I tuoi occhi sono diversi adesso, così pieni di vita.
Anche se non posso dire per certo se sia paura, rabbia o tristezza."

Sentendo le parole del mago, ella si alzò lentamente.

"Ehi, Lua. Dove stai andando'?"

"Solo per un po'… Torno subito…"

Come Lua uscì dalla porta, il mago grigio disse delle ultime parole per lei con voce smorta.

"Una volta terminato quello che hai da fare, forse potrai considerare di riunirti a noi morti
ancora una volta… No, lascia stare. Sono solo un po' triste di vedere che qualcuno come
me possa scomparire davanti ai miei occhi."

Con le parole del dottore che le lasciarono un vago effetto in mente, Lua si avviò a cercare
Ladd. Le parole del dottore non erano per niente incoraggianti--infatti, sembrava che la
stessero mettendo sempre di più a disagio. Tutto questo quando l'uomo non aveva fatto
nient'altro che parlare del suo passato. Perché le sue parole la perseguitavano così tanto?
Era come se fosse il mietitore in persona.

L'intuizione di Lua che Ladd fosse l'uomo più forte del mondo non era sbagliato. Tuttavia,
questo era stato per lei solo un motivo in più per fidarsi di nuovo di essa. Ladd non doveva
combattere. Non doveva incrociarlo. Non doveva incontrare il mostro rosso, il quale gli
avrebbe portato solo sfortuna.

Lua attraversò il treno con calma, il luccichio negli occhi dell'uomo rosso persisteva ancora
nei suoi pensieri.

<=>

L'improvvisa intromissione di una terza parte immobilizzò Ladd e Chane. Era difficile
distinguere l'espressione del nuovo arrivato sotto l'ancora debole luce dell'alba, ma una
cosa era chiara. Indossava vestiti ricoperti di rosso. L'abbigliamento di Ladd era solo
'macchiato di rosso' rispetto al 'zuppo' del nuovo arrivato.

Ladd fu il primo a rompere il lungo silenzio.

"Chi cazzo sei?"

Stranamente per lui, il suo tono di voce era pieno di sorprendente cautela. Il suo corpo si
stava lentamente girando verso l'uomo rosso.

"Non fate caso a me."

Rispose semplicemente l'uomo rosso. Ma c'era una cosa di quest'uomo di cui Ladd era
certo.

'Non c'è dubbio. Questo è il bastardo che ha ucciso Dune.'

La certezza di Ladd derivava dall'abbigliamento del nuovo arrivato. Anche se era


completamente tinto di rosso, il modello era inequivocabilmente quello di un conducente
del Flying Pussyfoot. Il fatto che fosse bagnato di sangue dalla testa ai piedi significava
che aveva ucciso qualcuno in modo disordinato. Questi fattori fecero valere i suoi sospetti
riguardo all'identità dell'assassino del suo amico.

Non aveva idea dell'identità di questo conducente, ma era ovvio che l'uomo in rosso non
vivesse nella legalità.

E dalla bocca di questo presunto buono a nulla vennero delle parole altrettanto bizzarre.
"Potete considerarmi come uno spiffero d'aria."

"Davvero?"

Ladd decise di contrastare l'orgoglio del nuovo arrivato con la fiducia che aveva in sé
stesso. Ma la sua sete per il sangue dell'uomo che aveva ucciso il suo amico aveva già
raggiunto il suo apice.

Naturalmente, stava per prendersi la sua vendetta. Tirò fuori un coltello da lancio
insanguinato dalla tasca e lo lanciò verso l'uomo rosso senza un secondo di esitazione. Il
coltello sporco di sangue proseguì dritto verso la gola dell'uomo rosso.

"Se sei aria, allora non disturbarti a parlare!"

"Questo non è molto carino da parte tua."

L'uomo rosso - Claire - sorrise, afferrando facilmente il coltello in aria.

Ci fu un momento di silenzio.

"Aspetta, amico. Non hai appena fatto qualcosa di fottutamente pazzo?"

"Non posso dire di averlo fatto. Vedi? L'ho perfino afferrato dal manico in modo da non
farmi male. Perfettamente sano di mente." Claire ridacchiò, provocando l'altro.

Il livello di sete di sangue di Ladd passò il tetto e raggiunse livelli stratosferici - non
importava cosa avesse fatto il suo avversario.

'Gli occhi di questo bastardo mi stanno facendo incazzare. Sono quasi spaventosi da
guardare - tutti tranne me se la sarebbero già fatta nei pantaloni. Ma non mi importa
niente di tutto ciò! Questo nuovo arrivato mi sta facendo infuriare! Era come se non gliene
fregasse nulla quando ha bloccato il coltello della bambolina o quando ha afferrato il
coltello che gli ho lanciato. Non c'è niente al mondo che odi di più di merde del genere. È
come uno di quei aspiranti pacifisti che parlano di cose di guerra che hanno sentito dai
giornali o dalle radio. Come un don mafioso che manda i suoi tirapiedi a fare il lavoro
sporco e si prende tutto il bottino per sé. Proprio come quel bastardo che fingeva di
essere un marmocchio… no, questo figlio di puttana è anche peggio!'

Ladd spalancò gli occhi mentre iniziava a caricare verso Claire.

Abbassò il busto, corse dritto in faccia a Claire e cercò di piazzare un colpo diretto.

Ma nel momento in cui Ladd si aspettava di sentire l'impatto del primo colpo, Claire eluse
l'attacco piegandosi in un modo normalmente impensabile.

"Che cazzo?"

La figura di Claire iniziò ad allontanarsi improvvisamente da lui. Aveva aperto le braccia e


si era chinato all'indietro - no, era caduto. Il tetto del treno scomparve da sotto i suoi
piedi.

Ladd, inizialmente, aveva pensato che il suo avversario si fosse gettato sui binari. Non
avendo niente a sostenerlo, Claire, ovviamente, scomparve oltre il bordo del tetto.

Ma quel pensiero durò un attimo, fino a che la parte superiore del corpo si sollevò dal
fianco del treno.

Claire si era aggrappato al tetto del treno con le gambe mentre stava a testa in giù contro
la parete. Era tornato su sollevandosi, grazie a un ornamento sul muro.
Come un clown a molla, Claire tornò in piedi. Usò lo stesso slancio per piazzare una
testata sulla fronte di Ladd.

Quest'ultimo barcollò all'indietro senza volerlo, e contrattaccò velocemente.

Ma, improvvisamente, vide un bagliore di metallo con la coda dell'occhio e si inginocchiò.


Nello stesso istante, un coltello passò sopra la sua testa, portando con sé alcune ciocche di
capelli.

"Questo per cos'era, merdaccia?!"

Ladd fece alcuni passi indietro, guardando il suo aggressore - Chane. Aveva
completamente ignorato l'ombra rossa e si era concentrata unicamente sul prendersi la
vita di Ladd.

Ma la sua concentrazione fu rotta fin troppo facilmente dalla voce rilassata ma potente di
Claire.

"Il tuo nome è Chane, giusto? Le cose che ha appena detto questo tizio sono vere?"
Chiese con calma, senza mostrare alcuna emozione particolare. "Quindi, quello che sto
cercando di chiedere è, eri contraria all'intero piano fin dall'inizio? E riguardo a quella
storia che non vuoi davvero uccidere le persone, e che quel Huey non vuole neanche. Era
tutto vero?"

Chane esitò alle domande improvvise dell'ombra rossa, insicura sul dover rispondere o
meno. Anche se poteva facilmente ignorarlo, sentì come se stesse negando sia se stessa
che Huey a fare una cosa del genere. Chane annuì chiaramente.

"Capisco. Buono a sapersi. Quindi che ne dici se ti aiuto un pochino?"

"Eh?" Chiese Ladd distrattamente alla proposta improvvisa. Chane sbatté le palpebre.

"Aspetta, bastardo in rosso! Che cazzo hai che non va?! Non eri tu ad andare in giro ad
abbattere i miei compagni e gli uomini in nero?!"

"Qualche problema, amico?"

Piuttosto comprensibilmente, Ladd si lamentò. "Che cazzo?! Allora perché sei diventato
pappa e ciccia con la principessina?! Dopo aver fatto fuori i miei amici, per giunta!"

"Uhm? Ma da quello che ho capito, la signorina sembra una gentildonna." Rispose


semplicemente Claire.

Perfino Ladd non aveva parole per controbattere.

"Poco fa ti ho sentito gridare. Lei sta facendo ciò perché non ha altra scelta, o non può
salvare qualcuno a lei caro. Posso simpatizzare per lei abbastanza facilmente, al contrario
di un certo pazzo con una dozzina di viti allentate."

L'indignazione di Ladd finalmente ribollì.

"Chiudi il becco, fenomeno da baraccone. Hai detto che in realtà simpatizzi per questa
ragazza?! A cosa stai giocando? Il tuo cervello si è spento?! Hah! Pensavo fossi un
bastardo piuttosto rude, ma sei solo una delusione! Sei solo un disgustoso ipocrita!
Scommetto che sei uno di quelli che lascerebbe vivere un bambino sul campo di battaglia
anche se lui ha cercato di ucciderti con una pistola! È questo quello che stai dicendo, figlio
di puttana?!"

Le parole e il tono di voce di Ladd arrivarono al culmine. Ma Claire non batté ciglio.
"E se lo lasciassi vivere?"

"Cosa?"

"Certo, probabilmente farei un eccezione per un ragazzino davvero impertinente, ma…"


Claire parlò realisticamente, nonostante stesse dicendo cose che non potevano essere più
lontane dalla normalità. "Posso permettermi di simpatizzare perché ho fiducia nelle mie
abilità. Se questa signorina qui presente – Chane – dovesse muovere il suo coltello contro
di me, potrei afferrarlo senza sforzo. E se quei ragazzini mi sparassero con i loro mitra
mentre simpatizzo per loro, li schiverei tutti. Anche se credo potrebbero arrabbiarsi e dirmi
di smettere di aver pietà di loro, ma questo non è un mio problema." Disse con orgoglio
Claire, con le braccia aperte di fronte a Ladd. "Non credo nel 'uccidere o essere uccisi'.
Non ne ho bisogno - dopotutto, non sarò mai ucciso! Ricorda…" Fece una pausa
drammatica, poi sollevò gli angoli della sua bocca e continuò. "Cose come la simpatia e la
compassione sono privilegi che solo i forti sono autorizzati a possedere. E io… sono forte."

Quest'uomo fece infuriare Ladd al punto che questi stesso non era consapevole che fosse
capace di tale sete di sangue. Il suo buon umore era già precipitato al minimo. Ladd fece
risuonare ogni goccia di indignazione nella sua voce mentre sibilava all'ombra rossa.

"Quindi cosa sei…? Mi stai dicendo che sei uno di quei bastardi che pensano che non
moriranno mai?"

La risposta di Claire era del tutto in linea con il surrealismo della situazione.

"Certo. Dopotutto, il mondo è mio."

Ladd e Chane ammutolirono alle parole di Claire, ma egli continuò comunque.

"Questo mondo è mio. Penso che potrebbe perfino essere un mio lungo sogno. Non
pensate? Forse siete solo frutto della mia immaginazione, visto che non posso provare per
certo che esistiate. In altre parole, il mondo gira intorno a me. Qualunque cosa penso di
fare, sarò in grado di farla. E una volta diventato abbastanza vecchio da morire, troverò
qualche pozione dell'immortalità. O forse mi sveglierò da questo sogno e ne farò un altro.
In altre parole, non morirò mai."

"Che cazzo? Cosa ti rende così sicuro, genio?"

"Non sono un tipo molto creativo. Onestamente non riesco a immaginare cosa accadrà una
volta morto, capisci? Non riesco proprio a capire questa cosa chiamata 'oblio'. Le persone
dicono che dopo la morte ci sia l'oscurità eterna, ma l'oblio significa che non puoi
nemmeno percepire il buio, giusto? Non posso nemmeno immaginarlo. Non posso
immaginare un mondo senza di me. In altre parole, non esistono cose come l'oblio totale.
Ma tutti gli altri scompaiono del tutto una volta morti. In altre parole, sono l'unico di
questo mondo che non scomparirà mai, il che significa che il mondo è tutto mio. Tutti gli
altri sono solo parte di questo mio sogno."

A questo punto, Ladd, non si sentiva nemmeno di reagire. Il suo avversario non ci stava
con la testa - ne era sicuro.

"Per dirla semplice, posso fare qualsiasi cosa io creda di poter fare, e quindi non c'è niente
di impossibile, per me."

La semplice dichiarazione di Claire iniziò a riportare le emozioni di Ladd a pieno regime.


Questi sghignazzò.

"Adesso ho capito. É per questo che stai aiutando la ragazza? Qualcuno come te si sta
mettendo in mezzo. Che ne dici, bambola?" Chiese a Chane, ma lei si limitò a guardare
Claire in silenzio.

Claire sospirò con calma.

"C'è un'altra ragione per cui mi sto schierando con la signorina. Dopotutto, non ho motivo
di ucciderla fintanto accetta di non ferire i passeggeri, ma tu… voi in bianco siete diversi.
Vendicherò la morte di Tony."

"'Tony'…?"

Ladd si perse un attimo, ma si ritrovò velocemente. 'Tony' era il nome del conducente che
Dune aveva fatto fuori per rubargli la divisa. Ladd ricordava di aver visto il nome nella
targhetta dell'uniforme.

"Ehi, tipo tosto. Non ritorni a quello che hai detto poco fa? Se questo Tony è solo un tuo
sogno, allora che ti importa di cosa gli è successo?!"

"Non vedo nulla di grave nell'essere grato a un amico, anche se è un frutto della mia
immaginazione. E io ho intenzione di distruggere i piccoli incubi che fanno a pezzi i miei
sogni."

"Pensi che criticando ogni maledetta parola che dico ti aiuti a vincere? Perché non vai a
farti fottere?! Hai ucciso il mio amico Dune solo perché ti sei sentito ferito quando un
fantasma nella tua testa è stato picchiato?!"

Ladd, avendo perso ogni parvenza di certezza in sé stesso, caricò come un folle verso il
mostro rosso, saltando e attaccando a una velocità che un dilettante non avrebbe scorto.

"Calma, siete voi quelli che avete ucciso Tony per primi." Sottolineò Claire, eludendo ogni
attacco in modi normalmente impensabili.

"Che cazzo?!"

Lo shock si diffuse sul volto di Ladd. Claire si era lanciato verso di lui per contrastare i suoi
colpi veloci come proiettili. Claire si lanciò dal tetto del treno, volò per aria, afferrò le
braccia di Ladd, e si mise in equilibrio a testa in giù sopra di lui.

Quest'ultimo lottò per rimanere in equilibrio, e Claire usò questa opportunità per atterrare
dietro alla sua schiena.

"Maledizione!"

Ladd cercò di dare un pugno in faccia a Claire nel momento in cui si girò, ma con un solo
rumore esplosivo, parte dell'orecchio destro di Ladd venne spazzato via

"?!"

Ladd non riusciva nemmeno a gridare per il dolore. Claire entrò nel suo campo visivo, con
in mano una pistola. La canna era puntata alla sua fronte.

"Che ne dici?" Claire non aspettò nemmeno la sua risposta. "Ora, non sono così sicuro nel
corpo a corpo da dire che sono il migliore nel combattimento a mani nude. Dopotutto, i
coltelli sono meglio dei pugni, e le armi sono meglio dei coltelli. Anche se penso possa
dipendere pure dalla situazione."

Usando spesso le pistole come parte del suo lavoro, si considerava almeno al di sopra
della media nell'abilità con esse. In altre parole, per tutto questo tempo non aveva
ritenuto necessario usare la pistola, anche se ne era munito.
"Sorpreso? Ora, potrei finirti qui subito, ma dove sarebbe il divertimento? Sono
abbastanza sicuro da poterti sistemare con le mie sole mani." Per qualche ragione, Claire
rimise la pistola nella tasca. "Ho sparato al tuo orecchio di proposito. Umiliato?"

Ladd non aveva idea di cosa sapesse fare l'altro, ma di sicuro si sentiva umiliato.

"Voglio che tu soffra e muoia come un cane. Questa è la mia vendetta per Tony - no,
questa è la mia vendetta per me stesso, e per il mio mondo che ha perso Tony."

Non ci poteva essere maggiore umiliazione. Il desiderio di Ladd di uccidere quest'uomo


non derivava dai suoi impulsi o dai suoi calcoli - voleva solo uccidere quest'uomo. Non gli
importava di trarne piacere o profitto, finché poteva mandare questo tiranno deviato
nell'oblio.

Il pensiero divenne una risata.

"Haha… Heeheehaha…! Quindi dimmi, Signor Possente-Sovrano-Del-Mondo. Come pensi di


uccidermi? Ti mostrerò che in realtà il mondo non va nel modo in cui pensi tu! Ti prenderò
a pugni in quella tua maledetta arrogante boccaccia e ti farò vedere cosa sia davvero
l'oblio!"

Claire si fermò un attimo a pensare, poi guardò verso il giunto. Sorrise, poi gli rispose.

"Ora, prima che mi mandi nell'oblio, c'è una cosa che vorrei chiederti. La bambola vestita
di bianco... è la tua donna?"

La domanda improvvisa fece abbassare la guardia a Ladd, ma fece una smorfia e rispose.

"È la mia fidanzata, bastardo. Adesso aspetta un cazzo di momento! Cosa vuoi dalla mia
ragazza?!"

"Nah, mi chiedevo come una cosa inutile come te potesse trovare una ragazza."

"Cos'è, un terrorista non può innamorarsi come una persona normale?"

Anche se la relazione tra Ladd e Lua era ben lontana da quello che normalmente si
definisce 'normale', egli non esitò a chiamarla così. E anche nel mezzo di una
conversazione del genere, la sua sete di sangue cresceva sempre di più. Sembrava come
se, a un certo punto, potesse perfino superare Claire. Eppure, Claire non batté ciglio
mentre rispondeva alla domanda di Ladd.

"Ci sono. Adesso so per certo cosa ti accadrà."

Il sorriso compiaciuto sul volto di Claire era pieno di una brutalità che chiunque lo
conoscesse come conducente non sarebbe stato assolutamente in grado di riconoscerlo.
Sulle sue labbra c'era pura malvagità.

"Ti butterai giù da questo treno." Disse, guardando leggermente di lato. Ladd, senza
rendersene conto, seguì il suo sguardo.

Quando i suoi occhi arrivarono a destinazione, Ladd vide il busto di una donna sul tetto del
giunto. La sua espressione cambiò del tutto appena vide la donna in bianco - la donna che
Ladd conosceva bene e amava sopra ogni cosa - la donna che voleva uccidere più di ogni
altra cosa.
<=>

Tornando alla cabina di Seconda Classe, il mago grigio continuava a curare Jack.

L'uomo in bianco che lo assisteva passo per passo gli faceva delle domande.

"Ehi, cosa sono quei libri nella tua borsa? Non posso nemmeno leggerne la copertina -
qualche libro di magia?"

Sembrava che l'uomo in bianco considerasse ancora il dottore un mago.

"È un testo medico. Certo, suppongo non sia troppo lontano da un libro di magie. Ed è
naturale che non riesci a leggerlo - è scritto in tedesco."

Anche se sembrava che il dottore stesse facendo luce sulla sua intelligenza, l'uomo in
bianco continuò a fargli domande.

"Ho capito che ti vesti così per coprire le tue cicatrici. Ma perché il grigio? I dottori non
dovrebbero vestire di bianco?"

"Il bianco tende a riflettere troppo la luce, quindi non è una buona scelta per le operazioni
chirurgiche. Ma suppongo sia principalmente perché personalmente preferisco il grigio. È il
miglior colore per mescolarsi nel mondo - piuttosto, è il colore migliore per nascondersi dal
mondo."

"Pensandoci, credo che Lua abbia detto qualcosa del genere, un po' di tempo fa. La
ragazza che se ne è appena andata, intendo."

Lentamente e con calma, il mago grigio iniziò a dire all'uomo in bianco cosa ne pensasse
di lei.

"Io e quella ragazza abbiamo qualcosa in comune - desideriamo entrambi morire. Ma c'è
una differenza fondamentale tra noi due. Ho visto spesso uomini con occhi come i suoi, sul
campo di battaglia - gli occhi di coloro che che desiderano morire, ma che hanno qualcuno
di cui gli importa molto. Quegli occhi appartengono a persone che possono aiutare gli altri.
Rispetto a me, un uomo che cura le persone per puro senso del dovere… lei è una molto
più preziosa per il mondo."

L'uomo in bianco non capiva cosa stesse cercando di dire il mago, ma rispose comunque.

"Ehi, se un dottore come te dice che tu sei inutile, noi cosa siamo? Anche se credo
davvero che siamo un branco di inutili idioti." Mormorò.

'Dannazione. Per cominciare, perché mi sono unito a questo stupido dirottamento? Se


Ladd ama davvero Lua, non avrebbe dovuto trascinarla.' Pensò, un po' troppo tardi.

<=>

Lua aveva finalmente trovato Ladd quando salì sul tetto dal giunto. Ma egli stava già
fronteggiando il mostro rosso.

'Finalmente l'ho trovato. Devo sbrigarmi. Devo dirglielo. Prima che il mostro rosso lo
uccida. Per andarcene da questo treno - almeno un passo più in là da quel mostro.
Dobbiamo scappare - no, devo almeno assicurarmi che Ladd se ne vada.'

Ladd era essenziale per lei. Non era solo perché le aveva promesso di ucciderla - anche
tralasciando questo fatto, Lua non poteva immaginare un mondo senza di lui. La vita e la
morte erano una cosa sola, e uccidendola Ladd avrebbe trovato la gioia nella sua vita. Per
Lua, che aveva nutrito queste fantasie per tutto questo tempo, la morte di Ladd avrebbe
significato la distruzione del suo mondo. Era una credente fanatica e martire del suo
stesso mondo, in un modo diverso da quello di Claire - dopotutto, il suo mondo era parte
di quello di Ladd.

"LUA! Ti avevo detto di stare nella cabina, stupida!"

Sudori freddi scesero sul viso di Ladd.

'Merda! Fanculo! Perché cazzo quel mosto deve essere il più vicino a lei?! Maledizione!'

Claire lesse all'istante l'espressione dell'altro. Prese dalla tasca qualcosa su cui aveva
riflettuto per un po', e iniziò a osservare il treno con uno sguardo divertito. L'oggetto che
aveva preso, a un primo sguardo, sembrava una semplice corda, ma entrambi i capi erano
legati a cappio- era come un lazzo doppio.

"Ora, come ti avevo detto, ti getterai da questo treno."

"Lua! Vai via da qui!"

"…! …!"

Lua gli stava gridando disperatamente qualcosa, ma Ladd non poteva sentirla in modo
chiaro. Con un tch, egli caricò verso il mostro rosso.

Anche se lo stava caricando come un toro infuriato, l'ombra rossa non fece una piega,
figuriamoci schivare. Era concentrato sullo srotolare la lunga corda che aveva in mano.
Questa era l'opportunità perfetta - a Ladd non importava se il mondo girava davvero
intorno a lui, perché stava per uccidere Claire e far crollare il mondo con lui.

Solo un altro passo e sarebbe stato a una distanza tale da colpirlo. Fu solo allora che la
voce di Lua si rese udibile.

"No, Ladd! Non puoi combatterlo! Per favore! Devi scappare prima che ti ucci-..."

'Troppo tardi, Lua. Dimenticati di me e scappa da qui, scema.'

L'intuito di Lua - o piuttosto, la premonizione - era spesso accurato. La sua grande


lungimiranza aveva salvato Ladd molte volte in passato, quindi egli si fidava del suo intuito
più del proprio.

Ma questo adesso non importava. Era evidente a tutti che il mostro rosso era fatto di puro
pericolo. Ladd sapeva che sarebbe potuto morire affrontandolo.

'Chi cazzo se ne frega?! Ucciderò questo bastardo. Lo ucciderò, sia che mi uccida anche lui
o no!'

Nel momento in cui il pugno di Ladd lo raggiunse, l'ombra sorrise e lanciò la corda. Un
capo volò verso il collo di Lua, e l'altro volò di lato al treno… e si impigliò presto in una
parte del paesaggio che scorreva veloce intorno a loro. Era un pilastro adunco al fianco
delle rotaie, usato per raccogliere le lettere. Claire si stava guardando intorno per cogliere
questo momento.

La corda si attorcigliava e si contorceva tra i due cappi come un serpente. Appena ogni
capo fu tirato via dall'altro, la fune iniziò a tendersi.

"Pazzo bastardo!"
Ladd lasciò scivolare il pugno accanto al mostro rosso all'ultimo momento.

Se avesse colpito il mostro, sarebbe stato troppo tardi.

Adesso doveva correre per lei, o sarebbe stato troppo tardi.

Doveva afferrare Lua adesso, o sarebbe stato troppo tardi.

Ladd afferrò con la mano destra il capo della fune, e con la mano sinistra teneva
fermamente Lua.

Il momento seguente, la corda finì, facendoli volare in aria. La mano destra di Ladd fu
assalita da una forza e da un attrito incredibile, ma non poteva lasciarla adesso. Il secondo
in cui avrebbe ceduto al dolore sarebbe stato il secondo in cui Lua sarebbe stata
strangolata come un uccellino indifeso, se il collo non si fosse dislocato prima. La pelle
della sua mano si stava staccando rapidamente, ma egli non lasciò la presa.

Nell'impeto del suo movimento, Ladd vide volar via il suo anulare. Perfino mentre stavano
cadendo, lui cercò disperatamente di levare la corda dal collo di Lua, ma era inutile. Il
nodo era troppo difficile.

'Dannazione. Avrò bisogno di alcuni anelli di fidanzamento.' Pensò Ladd, mentre la sua
mano destra, scintillante del proprio sangue, iniziava a scivolare. La corda si tese
istantaneamente minacciando di stringersi intorno al collo di Lua.

Ladd emise un urlo silenzioso. In quel momento esatto, il cappio intorno al suo collo si
slegò.

'Uh?'

Il nodo intorno al suo collo era stato legato in modo tale che una forte tirata l'avrebbe
sciolto all'istante. Era uno nodo semplice usato nei trucchi di magia che perfino un
bambino poteva fare. In quell'istante, si rese conto di essere caduto in una trappola.

"BASTARDOOOOOO!"

Ladd spalancò gli occhi abbastanza da far fuoriuscire i bulbi oculari, ma ormai era tardi.
Visto che aveva afferrato la corda, Ladd e Lua si erano entrambi gettati dal treno.

Volarono in aria abbracciati, cadendo lentamente al suolo quando la corda si slegò. Anche
se erano in caduta libera, l'impatto della caduta non li avrebbe lasciati illesi.

Lua lottò per andare sotto a Ladd, per cercare di proteggerlo dall'imminente impatto.

'Smettila di comportarti come qualcun altro, Lua. Non guardarmi con occhi così pieni di
vita. Mi fai venire voglia di ucciderti adesso, accidenti.' Pensò Ladd, la sua coscienza
divenne sempre più fioca col passare del tempo.

Il momento prima di cadere completamente nell'oscurità, Ladd scorse qualcosa avvicinarsi


a loro sulla spalla di Lua.

Era uno degli innumerevoli pilastri ai lati delle rotaie, diverso da quello a cui era stata
legata la corda. Era evidente che, di questo passo, la spalla di Lua sarebbe andata a
colpire direttamente il pilastro.

'Quindi hai detto che questa è una parte del tuo mondo che gira intorno a te, maledetto
conducente? Allora ti farò vedere… ti farò vedere che il mondo non va nel modo in cui
pensi tu!'
Ladd aprì subito gli occhi quasi chiusi. Tutte le forze che aveva lasciato per gridare, le mise
nel suo pugno. Con passione e in silenzio, senza nemmeno mettersi in una posizione
adeguata, colpì con un pugno di sinistro- verso il pilastro che si avvicinava alla spalla di
Lua.

Non gli importava che gli mancava il suo anulare. Questo pugno fu teso al pilastro.

E ci fu un potente impatto.
<=>

Guardando tutto ciò, l'ombra rossa strizzò gli occhi e parlò a Chane, la quale era in piedi
accanto a lui.

"Non posso parlare per il tipo, ma la ragazza sembra stare bene. Sembra sia riuscita a
salvarla. Pensavo fosse solo un altro pesce piccolo, ma era qualcosa di diverso, non
pensi?"

Chane non poteva rispondere. Non capiva l'uomo accanto a lei. Era troppo misterioso per
andargli contro, ma non sembrava per niente una qualche specie di alleato. Chane fece un
respiro. Il suo cuore le disse più e più volte che combattere contro quest'uomo avrebbe
causato la sua morte.

"Dunque…"

L'uomo la guardò.

"Avevo detto che avrei ucciso chi di voi sarebbe sopravvissuto, ma non posso sapere se il
tipo è morto o vivo. Cosa pensi dovrei fare?"

Claire la guardò dritto negli occhi, come se tutta la conoscenza del mondo gli
appartenesse. La terribile luce nei suoi occhi che si tracciava in tutti i dintorni fece sentire
Chane come se ne sarebbe stata risucchiata.

"Oh, giusto per farti sapere, non pensare troppo male di me riguardo a questo. Se non
fosse andato a salvarla, la corda si sarebbe slegata, proprio così. No, seriamente."

Claire cominciò a chiedersi cosa avrebbe fatto dopo, buttando fuori un argomento di
conversazione del tutto irrilevante.

Adesso che il capo degli assassini di Tony - l'uomo in bianco - era andato, era ora di
prendersi cura degli uomini in nero. Per prima cosa, avrebbe dovuto fare qualcosa
riguardo alla giovane ragazza qui presente.

"Quindi quel Huey di cui stava parlando prima… è qualcuno di speciale per te?"

Era una domanda inaspettata, ma Chane annuì.

"È il tuo ragazzo?"

Scosse la testa.

"Un familiare?"

Annuì.

"È tuo padre, vero?"

Annuì.

"Quindi questo Huey è il tuo capo?"

Annuì.

"Allora cosa vuoi fare adesso? Vuoi terminare le cose con me, o…"

Claire stava per dire 'scappare', ma improvvisamente disse qualcos'altro.


"O vuoi che uccida il tipo che vuole uccidere la tua famiglia - quel tizio in bianco di prima?"

Gli occhi della donna si spalancarono.

"Visto che ho detto al tipo che farò squadra con te, mi sentirei confuso sull'ucciderti o
ignorarti. Sono un assassino freelance. Puoi assoldarmi per un lavoro , o puoi combattere
contro di me. In più, se non mi uccidi adesso, potrei finire per avere una richiesta di dover
picchiare Huey. Non si sa mai!"

La determinazione di Chane vacillò. Non capiva per nulla quest'uomo. Poteva credergli?
Tutto ciò di cui era sicura era che lui era più forte di chiunque altro.

Quanto sapeva? Per quanto tempo aveva ascoltato gli sproloqui dell'uomo in bianco?

Ma la seconda domanda di Claire scosse ancora di più la sua volontà.

"Oh, dimenticavo… è vero che Huey è un immortale?"

"!"

'Quindi anche lui ricerca l'immortalità, in fin dei conti.'

Perché ho esitato? Mi sono preparata molto tempo fa. Sono l'unica che ha protetto mio
padre per tutto questo tempo, e continuerà ad essere così.

Non devo fidarmi degli altri. Sono, alla fine, nient'altro che estranei.

Devo uccidere i miei nemici. Devo uccidere solo i miei nemici. Mio padre ha bisogno solo
di me, nessun altro. Non permetterò a nessuno di toccarlo. Non importa quanto forti e
pericolosi siano.

Dopotutto, alla fine, sono la sua sola famiglia…'

Gli occhi di Chane iniziarono a emanare un freddo bagliore.

Claire doveva aver notato che qualcosa non andava. Inclinò la testa.

"Cos'è quella faccia spaventosa? Non dirmi… pensi che minaccerò Huey per ottenere il
segreto dell'immortalità?"

Aveva colpito nel segno. Lo sguardo gelido negli occhi di Chane tentennò. Anche se
cercava di reprimere le sue emozioni vacillanti, finì per annuire onestamente in risposta.

Claire sorrise ed, emozionato, fece un'altra domanda.

"Lui è tutta la tua famiglia, giusto?"

Era la stessa domanda di prima, ma Chane decise di rispondere onestamente. Stabilì che,
per il momento, sarebbe stato meglio cercare di far abbassare la guardia a quest'uomo.

"Ho capito. Quindi tu pensi che, in quanto familiare, sei l'unica di cui ti puoi fidare per
proteggere Huey… ed è per questo che non ti fidi di me, giusto?"

Non era esattamente per quello che non si fidava degli altri, ma Claire non si stava
nemmeno sbagliando. Annuì di nuovo.

"Ma alla fine, tu vuoi proteggere Huey, a qualunque costo?"

Chane non aveva bisogno di pensare per rispondere. Ma le parole successive di Claire la
resero assente.

"Allora ho appena avuto un'idea. Ti sposerò, così diverrò il genero di Huey. Così, in quanto
membro della famiglia, non sarò in grado di risolvere tutti i tuoi problemi?"

Per un momento, la donna non riuscì a comprendere quello che Claire stava dicendo. Più ci
pensava e più la sua mente si riempiva di domande e shock.

Egli non aspettò nemmeno la sua risposta e continuò.

"Quindi abbiamo tre possibilità. Puoi batterti qui e adesso con me, o puoi ingaggiarmi ed
essere tuo alleato ma sempre con sospetto, o puoi sposarmi e proteggere Huey insieme.
Tutto chiaro?"

'Senza parole. Che cosa pensa quest'uomo?'

Non riusciva a dargli un senso. Le sue abilità e la sua personalità erano del tutto diverse
da tutti gli essere umani che Chane aveva incontrato - o forse non era proprio umano.

"Voglio dire, potrei probabilmente restringere le scelte a combattermi o sposarmi, ma


sembra più una minaccia. Nulla che un uomo onesto dovrebbe dire a una signorina. Se lo
facessi, Keith mi butterebbe fuori dalla famiglia una volta per tutte."

Chane barcollò, ma era disorientata. Si limitò ad ascoltare senza capire quanto Claire
aveva da dire.

"Oh, o forse non sei interessata in un matrimonio senza amore? Questo non è un
problema - io ti amo. E se non sei ancora entusiasta di ciò, non mi importa di diventare il
figlio adottivo di Huey. Quindi suppongo che saremo fratelli. Non so quanti anni hai, quindi
mi chiedo chi possa essere il fratello maggiore?"

Proprio mentre pensava che questo non era il problema maggiore, Chane esitò su come
rispondere a quest'uomo. Adesso, la sua prima priorità era salvare Huey. E quest'uomo
era in parte fra i piedi. Ma lei probabilmente - no, sicuramente - non sarebbe stato in
grado di batterlo.

Poco prima che il cervello della donna fondesse, Claire avvicinò il proprio volto al suo.

"Se vuoi puoi prendere la dichiarazione come uno scherzo. Ma ti dirò questo. Le mie
intenzioni nei tuoi confronti sono serissime."

La guardò dritto negli occhi. Era come se al posto dei suoi occhi ci fossero dei buchi neri, e
un demone stava in agguato lì dentro, attirando l'anima di Chane.

Una strana sensazione corse lungo la schiena di quest'ultima, ma non poteva fare altro
che continuare ad ascoltare.

"Diversamente dai tuoi amici laggiù, non ti tradirò mai."

Con molta, molta calma, continuò.

"Non ho bisogno di tradire nessuno. Il forte non va mai contro i proprio amici, perché non
c'è motivo di tradire gli altri. E io sono forte. Capisci?"

Perfino in mezzo ai lamenti del vento e alle ruote del treno, le parole di Claire
echeggiarono molto chiaramente in Chane.

"Non farò mai ciò che temi prendendo i segreti dell'immortalità di Huey. Se me li offrisse,
certo. Ma non li prenderò mai con la forza."
E si ripeté di nuovo.

"L'immortalità non mi interessa, perché io non morirò mai. Perché credo in me stesso.
Quindi ti chiedo di credere anche tu in me."

I suoi occhi erano ancora oscuri e feroci come prima, ma le sue labbra sembravano
assumere un vago sorriso.

"Io sono un uomo che non morirà mai."


Dopo aver ascoltato Claire per un po', Chane sembrava essere giunta a una conclusione.

Ma proprio quando fece per muoversi, un dolore acuto la fermò. Uno scuro foro di
proiettile apparve nella sua spalla facendola inciampare.

"Uhm?

Nello stesso momento, Claire sentì il rumore di uno sparo.

'Un cecchino, eh? Interessante.'

Controllò per assicurarsi che la ferita di Chane non fosse grave, e si girò nella direzione
dalla quale proveniva il proiettile.

Era una distanza abbastanza vicina che Claire poteva 'vedere' chiaramente. Una volta
assicuratosi di questo, egli decise come prima cosa di prendersi cura del cecchino.

"C'è un fiume poco più avanti. Se non vuoi essere presa dalla polizia, dovresti saltare giù
dal treno. Puoi incidere la tua risposta sul tetto. Dopotutto, se rimani qui, gli uomini in
nero ti uccideranno, giusto? Non c'è motivo di fare la cocciuta."

Poi, Claire si interessò delle abilità del cecchino in lontananza. Nel suo cuore, credeva di
poter vedere. Il suo orgoglio in quanto centro del mondo concentrò i suoi sensi negli occhi.
Poi Claire vide Spike lavorare con la pistola. Un conducente aveva bisogno di una buona
vista, naturalmente. E, ufficiale o meno come lavoro, sparare dei colpi precisi richiedeva
una vista perfetta. Claire aveva dovuto lavorare meticolosamente per raggiungere questo
livello di abilità, ma anche allora le persone concludevano con la parola 'talento'.

"Tu e io abbiamo occhi simili. Non sai dove rilasciare le tue emozioni, quindi le accumuli
tutte dentro di te."

Rise imbarazzato.

"L'unica cosa a questo mondo su cui non posso fare niente è questo idiota chiamato 'me'."

Ecco perché Claire aveva rivoltato tutta la sete di sangue trasportata dalle tragedie e dalle
ipocrisie verso sé stesso. Aveva chiuso la sete di sangue emanata dai suoi occhi dentro di
sé, durante il corso della sua vita.

"Sei riuscita a tagliarmi l'orecchio. Anche se è stata solo una coincidenza, hai lasciato
prova della tua esistenza a me, il centro del mondo. Quindi voglio che ti unisca alla parte
del sognatore… alla parte del dominatore del mondo. Ti accoglierò a braccia aperte."

Toccò la ferita infertagli attraverso il muro, e si preparò a correre a piena velocità verso la
parte anteriore del treno.

"Puoi lanciare il coltello verso di me se vuoi, ma non mi colpirai."

Così, l'uomo iniziò a sfrecciare per il tetto, scomparendo presto oltre il bordo del treno.

Chane guardò l'avanzare della piccola figura, che schivava i colpi di Spike. Pensò per un
po', poi annuì con determinazione.

Tirò fuori un coltellino che aveva nascosto nella gamba e iniziò a incidere delle parole sul
tetto del treno - la sua risposta al mostro rosso.
Una volta che il treno raggiunse il fiume, Chane si gettò tranquillamente in acqua.

<=>

Jacuzzi e i suoi amici erano saliti a bordo del treno con l'intento di rubare il carico di
esplosivi che Czes aveva caricato sul treno.

Tra loro, Donny il gigante messicano, dopo aver confermato che il treno aveva raggiunto il
fiume, iniziò a gettare in acqua le casse piene di esplosivi. Il fiume era profondo, ma le
casse erano chiuse ermeticamente e ammortizzate. Non avrebbero nemmeno cercato di
rubare questo carico se fossero detonati facilmente per errore. La banda trasse le sue
conclusioni e gettò gli esplosivi nel fiume.

Donny aveva quasi finito col carico quando vide qualcosa di strano. Per un momento pensò
di aver visto una donna in abito nero saltare dal tetto, proprio sopra la stiva merci.

"Uh… ragazza? No. Probabilmente sbaglio."

Non si soffermò troppo sulla questione, continuando a concentrare i suoi sforzi sul gettare
le casse.

<=>

Con l'aiuto di Rachel, i ladri del treno Nice e Nick erano riusciti a scappare dalle grinfie
degli uomini in nero. Gli impiegati della locomotiva capirono che qualcosa non andava solo
quando Nice iniziò a scatenare degli esplosivi di avvertimento nella Prima Classe.

"Ehi… Cos'è stata quell'esplosione di poco fa?!"

"Il treno sta tremando…!"

I macchinisti addetti alla locomotiva erano due anziani fratelli. Le loro orecchie erano
troppo deboli per sentire gli spari di prima, ma le esplosioni di Nice erano abbastanza forti
da raggiungerli.

Un'altra serie di esplosioni.

"Vai a controllare!"

"Io? Stai scherzando?!"

Il più giovane dei fratelli stava per uscire, quando sentirono qualcosa fuori dalla porta.

"Ehi, vecchi. Sono io."

Era la voce del giovane conducente. Claire aveva un volto completamente diverso da
quello di quando fronteggiava Ladd - i suoi occhi e il suo tono di voce erano gentili e
amichevoli.

"Cosa? Sei tu, Claire? Sei venuto fino al tender?"

"Che ci fai qui? E cos'erano tutte quelle esplosioni di prima? Dobbiamo fermare il treno?"

Le esplosioni continuavano in sottofondo.

"No, ragazzi. È l'opposto. Non potete fermare il treno."

"Cosa? Cos'è questa storia?"


Dopo aver fatto cadere Spike, Claire era andato a controllare la sala macchine a causa di
una fastidiosa preoccupazione, solo per trovare i macchinisti in questo stato. Ringraziò sé
stesso per questo colpo di fortuna.

Il volume del suono degli esplosivi avrebbe probabilmente coperto ogni segnale che aveva
mandato dalla cabina del conducente. I macchinisti avrebbero probabilmente finito per
fermare il treno. Quindi Claire decise, con la porta come muro tra loro, di mettere su un
teatrino.

"Ci sono dei ladri di treni che ci stanno inseguendo! Ci sparano da cavallo!"

"Cosa?!"

"Dove?"

"Stanno cercando di nascondersi! Non riusciamo a vederli bene da qui, ma probabilmente


non saranno in grado di oltrepassare il fiume più avanti. Non preoccupatevi, mantenete il
treno almeno finché non passiamo il ponte."

Questo non giustificava le esplosioni, ma Claire decise di assicurarsi almeno che tutto
procedesse senza intoppi. Non poteva permettere che il treno si fermasse qui.

"Va bene, ragazzo mio! Accelereremo più che possiamo! Lascia fare a noi!"

"E tu, Claire? Cosa hai intenzione di fare?"

"I passeggeri stanno bene, quindi li porterò al sicuro da qualche parte."

"Fai attenzione, sentito?"

"Grazie, signore."

Claire lasciò la locomotiva senza mostrare una volta il suo viso ai macchinisti. A dire il
vero, voleva dir loro 'Grazie di tutto', ma a questo punto non era un'opzione. Diede un
addio silenzioso ai due uomini che avrebbe potuto non rivedere mai più.

'Potrò essere il centro del mondo, ma perfino per me ci sono persone che non riesco a
guardare in faccia. Accidenti. Se arrivo tardi a New York, non sarò mai in grado di
guardare i Gandor.'

Così il treno continuò a muoversi.

<=>

Isaac e Miria sembravano essersi persi. Si ritrovarono a vagare per la Terza Classe.

"Uhm… Non ci sono uomini in bianco in giro, e neanche il Rail Tracer."

"È una sparizione! Proprio come in un romanzo giallo!"

La coppia percorreva il corridoio mentre Jacuzzi stava interrogando un uomo in nero e


Ladd ne stava torturando un altro, quindi non si erano imbattuti in nessun uomo in nero.

"Ehi, Isaac? Non dovremmo controllare le stive merci?"

"Non c'è da preoccuparsi, Miria. Il Rail Tracer inizia il suo banchetto dal fondo del treno. In
altre parole, non sarà più indietro della stiva merci, che è dove abbiamo trovato i
cadaveri!"

"Ma, ma, perché abbiamo controllato la cabina del conducente?"

"Hahaha! Perché i criminali tornano sempre sulla scena del crimine, Miria!"

"Wow! Sei così intelligente, Isaac! Proprio come Sherlock Holmes!"

Entrarono nella carrozza di Terza Classe, disponendo un non sequitur dopo l'altro.

Controllarono con cura ogni cabina, slegando le persone nelle stanze per strada.

"Grazie! Sapete cosa sta accadendo?"

Le persone che salvavano facevano tutti la stessa domanda, quindi Isaac dava loro sempre
la stessa risposta.

"C'è un mostro che va in giro a mangiare le persone nel mezzo di una sparatoria."

I passeggeri avevano tutti degli sguardi confusi, ma nessuno cercò di lasciare la propria
cabina.

Isaac ebbe la sensazione di sapere il perché i passeggeri fossero restii ad andarsene. Essi
gli dissero che, per un po', avevano sentito le terribili urla di un bambino di una cabina
vicina. Poi avevano sentito qualcosa come una finestra rompersi, a quel punto le urla
erano finite. Dopo di ciò, i passeggeri non potevano uscire alla cieca dalle loro stanze, sia
se il nemico fosse stato un mostro, gli uomini in nero o una banda di rapinatori.

"E se si trattasse di Mary e Czes?" Chiese Miria nervosamente.

Mentre continuavano a girare la Terza Classe, Isaac e Miria notarono che la porta accanto
a loro era spalancata.

Poteva esserci il mostro dentro? Trattennero il respiro, ingoiarono, e avanzarono in modo


drammatico in punta di piedi verso la porta.

Diedero un'occhiata dentro alla cabina e videro un paio di uomini in nero, i quali
guardavano fuori dalla finestra sussurrando qualcosa tra loro. Anche Isaac e Miria
iniziarono a bisbigliare tra loro.

"Aha! Quei due devono essere i mascalzoni che hanno fatto del male al bambino
innocente!"

"Mascalzoni e furfanti!"

"In quanto pistolero, non posso lasciarli andare impuniti! Giusto, Miria?"

"Sei un fuorilegge meraviglioso, Isaac!"

Durante un certo incidente di circa un anno prima, la coppia aveva messo al tappeto un
trio di uomini armati di mitra. Le mentalità semplici di Isaac e Miria gli aveva permesso di
aggirare abbastanza facilmente la paura per le armi da fuoco.

Certo, il loro metodo di vittoria dello scorso anno era di passare sopra ai loro nemici con
una macchina.

"Li sfiderò a duello!"


"No, Isaac! Verrai ucciso!"

Questa volta, perfino Miria cercò di fermarlo. Sfortunatamente, la determinazione di Isaac


era troppo risoluta.

"Miria, ci sono delle cose nella vita che un uomo deve fare, pur sapendo che morirà.
Questa è la strada del Samurai!"

"I-Isaac! Allora li sfiderò anch'io!"

"Come si fa ad arrivare lì?"

"Dovresti camminare sull'esterno del treno…"

I due uomini in nero guardavano il cadavere di Czes mentre riflettevano sul come e sul
perché. Improvvisamente, qualcosa li colpì sulla nuca.

"Che cazz- guh… koff… ugh… koff… argh…"

Finirono per inalare la polvere bianca che si era diffusa intorno a loro. Era una formula
speciale che Isaac e Miria usavano sempre durante le loro rapine, fatta con una
combinazione di calce e pepe nero. Visto che questo doveva essere un duello, avevano
messo il composto in dei sacchetti lanciati ai loro avversari.

Gli uomini in nero accusarono un colpo diretto e inalarono una gran quantità di polvere.
Erano accecati, non riuscivano nemmeno a respirare. Non avevano tempo per pensare a
sparare - adesso avevano bisogno delle mani per coprirsi la faccia. Anche se il cervello gli
diceva il contrario, gli uomini non potevano sopportare il dolore e lasciarono cadere le
armi.

L'aria che soffiava dalla finestra spazzò via la calce, dando finalmente sollievo agli uomini.
A salutare il ritorno della loro vista c'erano due fuorilegge, con in mano i loro mitra.

"Vi sfidiamo ufficialmente a duello!"

"Iniziamo non appena la moneta tocca terra!"

I fuorilegge, armati di mitra, sfidarono gli uomini disarmati.

"Aspetta, Miria! Non abbiamo neanche una moneta con noi!"

"Oh no! Hai ragione, Isaac! Uhm, per caso avete una moneta?" Chiese Miria agli uomini in
nero, ma Isaac si affrettò a fermarla.

"No, Miria! Non possiamo chiedere di usare la loro moneta! Dopotutto, se vinciamo il
duello, significa che scapperemo con dei soldi presi in prestito! Nessun pistolero onesto
dovrebbe fare una cosa del genere!"

"Hai ragione, Isaac! Allora immagino che dovremmo usare qualcos'altro come segnale."

"Ci sono! Che ne dici del suono del fuoco della mitragliatrice?"

"Meraviglioso!"

Gli uomini in nero si resero conto che la coppia era davvero tanto stupida quanto
sembrava e iniziarono a implorare per le loro vite con le lacrime agli occhi.
Dopo aver legato gli uomini in nero e averli lasciati nella cabina accanto, Isaac e Miria
ritornarono nell'altra cabina.

"Quindi, dov'è quel bambino?"

"Stavano sussurrando di fronte alla finestra prima…"

"Capito! Quindi lo hanno tenuto capovolto-"

"È terribile!"

La coppia si precipitò alla finestra, e fu presto senza parole. Appeso fuori c'era il loro
amico - o meglio, il ragazzo incontrato non molto tempo prima e considerato amico
unilateralmente. Il piccolo cadavere legato alle ruote era quello di Czeslaw Meyer, il suo
braccio destro e le sue gambe non c'erano.

<=>

'Accidenti. Immagino che non si possa mai sapere quando qualcosa ti tornerà utile. Non
posso credere che i miei piani d'emergenza per essere arrestata dalla polizia o essere
presa dalla mafia potessero essermi utili su un treno, di tutti i posti possibili.'

Rachel guardò le punte grezze delle sue unghie, felice per la fortuna che l'aveva tenuta in
vita. Scese nel giunto tra la Seconda e la Terza Classe e alzò lo sguardo al cielo tra le
ruote.

Dopo essere stata catturata dagli uomini in nero, Rachel si era liberata mentre le guardie
non la sorvegliavano, e attraverso la finestra era scappata nel sotto del treno. Aveva
liberato anche la donna con benda e occhiali e il suo amico. Stavano ancora bene?
Sfortunatamente, al momento, non poteva dar retta alle sue preoccupazioni.

"Ugh…"

Il dolore attraversò la sua gamba dalla ferita che le era stata inflitta salvando la signora
Beriam e Mary. Il proiettile aveva sfiorato la coscia, ostacolando il libero movimento.
Aveva fermato l'emorragia ed effettuato delle cure di base, ma il dolore insopportabile
continuava a eroderla.

Finché non riusciva a farsi curare da un dottore, per Rachel era meglio stare ferma. Prese
un respiro profondo, poi aprì la porta del giunto entrando nella vettura di Terza Classe.
Doveva trovare una camera sicura dove poter riposare.

Fu con sgradita sorpresa che una voce la chiamò improvvisamente da dietro.

"N-non muoverti, malvivente!"

Rachel si girò e si trovò di fronte un volto familiare

Era l'uomo baffuto con la faccia da suino del vagone ristorante - un uomo che, per lei, era
praticamente un nemico mortale.

Abbastanza fastidiosamente, il maiale baffuto aveva un fucile in mano.

"Co-cosa…? Una donna?"

C'era uno sguardo di disprezzo negli occhi dell'uomo, ma non puntò il fucile verso Rachel.
Anche se questa non aveva modo di saperlo, il fucile apparteneva originariamente agli
uomini in bianco - nello specifico, allo psicopatico ucciso da Chane. L'uomo baffuto si era
procurato l'arma dal cadavere dell'uomo in bianco che si trovava di fronte al ripostiglio
delle scope. Chane non era tipo da andare in giro a disarmare i cadaveri, e aveva lasciato
che l'arma finisse nelle mani del maiale baffuto.

"Hmph! Devi essere una degli uomini in bianco, dico bene?! So tutto! Chiunque riesca a
camminare per questo treno con la faccia seria è uno di quelle canaglie!" L'uomo si
avvicinò lentamente a Rachel, le sue parole non erano del tutto precise.

Dopo esser stato cacciato dal vagone ristorante, l'uomo aveva vagato con una paura
disperata. La sua sanità mentale aveva quasi raggiunto il punto di rottura quando gli
capitò di mettere le mani sul fucile. Anche se la sua vera personalità aveva contribuito al
problema, l'uomo iniziò a essere consumato da un'idea contorta - divenne ossessionato
dall'idea di uccidere quel 'qualcuno' che cercava di ucciderlo. Si era nascosto in questa
carrozza per un po', in cerca di qualcuno che perfino lui poteva uccidere con facilità.
Ignorò il terrificante uomo in bianco e il gigante marrone, e la donna in bianco era
scappata prima che potesse perfino parlarle.

L'uomo aveva finalmente trovato il sacrificio per la sua pace dei sensi. Anche se sapeva
che Rachel non apparteneva agli uomini in bianco, a questo punto non poteva abbassare
l'arma così facilmente.

"Lo so. Non mi sono mai sbagliato. Il mio successo, finora, è stato costruito sulla mia
certezza. Pensi che lascerò distruggere tutto ciò a un pezzo di merda come te?!"

Rachel guardò tristemente in aria.

'Perché adesso? Ho finalmente un buon motivo per pestarlo a sangue, ma ha un'arma e


tutto quello che ho io è un gamba ferita.'

Anche se il buon senso le imponeva di dover fare il contrario in una situazione del genere,
non riuscì a fare altro che irritare ulteriormente l'uomo.

"Non ti sei 'mai sbagliato'? Quindi mi stai dicendo che l'incidente di allora non è stato un
tuo errore?"

"…?"

"Mi stai dicendo che l'incidente ferroviario di dieci anni fa faceva parte di qualche tuo
piano? Hai ignorato tutti i consigli dei macchinisti, ma quando accadde l'incidente, hai dato
la colpa a loro! Stai dicendo che hai fatto bene? Pensi davvero ciò?!"

Il colore della pazzia negli occhi dell'uomo iniziò ad assottigliarsi, ma a crescere di più fu il
colore della sete di sangue.

"Come fai a saperlo, pezzo di merda? Chi cazzo sei?"

Normalmente, l'uomo poteva respingere le parole di Rachel come gli ultimi sforzi disperati
di un perdente. Dopotutto, una bocca che dice la verità non era abbastanza per farlo
sapere al mondo intero. Ma in questo punto della storia, dove nessuno ci stava con la
testa, le rivelazioni di Rachel non avrebbero potuto risuonare più pericolose.

"Chi avrebbe mai detto che qualcuno portasse finalmente a galla i nostri - i miei - sporchi
segreti? Non so chi tu sia, ma tu sei veramente con quelli in bianco, non è vero? Sì, penso
che questo funzionerà."

La canna del fucile si mosse verso la fronte di Rachel.


Ma anche in questa situazione disperata, un sorriso amaro si insinuò sul volto di
quest'ultima.

"Suppongo questa sia la mia punizione… la punizione per aver sporcato l'orgoglio del treno
facendo la clandestina."

"Clandestina? Hmph. Un crimine insignificante adatto a un delinquente insignificante."

"Allora non mi importa se sarà il treno a finirmi. Se significa che sarò uccisa da colui che
ha puntato tutto su questo treno, in qualità di rappresentante di esso…"

"Supplichi per la tua vita? Beh, suppongo di essere un uomo che si è dedicato alle
ferrovie, quindi visto che mi hai dato questo diritto…"

L'uomo baffuto prese la mira e agganciò lentamente il grilletto col dito.

Ma Rachel lo ignorò e gridò a pieni polmoni.

"Allora - allora uccidimi, okay?! Uccidimi prima che lo faccia questo bastardo! Uccidimi,
mostro rosso – no - CONDUCENTE!"

Il maiale confuso esitò per un momento.

Poi, le sue spalle iniziarono a scricchiolare con un gemito terrificante. Allo stesso tempo,
un intenso dolore - del tipo che non aveva mai provato prima - scosse i suoi sensi. Non
aveva bisogno di girarsi per vedere cosa fosse successo. Qualcuno gli aveva tirato su le
spalle da dietro. Gridò dolorante mentre guardava dolorosamente le proprie spalle, e vide
una serie di dita, conficcate più profondamente di quanto logicamente avrebbero dovuto
poter fare.

Lo shock del dolore costrinse l'uomo a lasciar cadere la sua arma. Non sarebbe stato
strano se avesse premuto per sbaglio il grilletto, ma fortunatamente il fucile rotolò sul
pavimento senza scattare.

"Gaaaah… Guh… AAAAAAAAHHHHH!"

Sembrava che fosse stato assalito con abbastanza dolore da provocargli la nausea.
Lacrime colarono dai suoi occhi, e qualcosa che sembrava sospettosamente succo gastrico
iniziò a spuntare nella sua bocca e nel naso.

Le sue spalle si sollevarono con un rumore basso e profondo. Erano state forzatamente
dislocate.

"!!!!!!"

Senza nemmeno riuscire a gridare, l'uomo baffuto perse conoscenza immediatamente. Era
come una macchina a cui era saltato un fusibile. Rachel poteva praticamente sentire i
circuiti andare in corto.

Come l'uomo baffuto cadde faccia a terra, arrivò un uomo da dietro a lui.

Il conducente, coperto di sangue, stava tranquillamente guardando l'uomo baffuto.

'Sono i bastardi come lui che rendono le cose difficili ai conducenti di basso livello come
noi.'

Dopo aver ingannato i macchinisti, Claire stava tornando al fondo del treno. Guardò nel
vagone ristorante attraverso la finestra e vide i passeggeri che legavano gli uomini in nero
superstiti. Visto che c'erano diversi uomini in bianco legati nei corridoi, la situazione si
stava probabilmente dirigendo a una conclusione.

'Comunque, tutti i normali passeggeri stanno bene?'

Claire si stava dirigendo alla cabina del conducente per confermarlo, quando si imbatté nel
sospetto uomo baffuto con un fucile, che fronteggiava la clandestina di prima.

All'inizio stava guardando dal giunto, ma il cinguettio del maiale baffuto lo infastidì così
tanto che decise di salvare la clandestina, per il momento.

Sembrava avercela fatta proprio un attimo prima che il maiale baffuto premesse il
grilletto. Claire apprezzò il suo tempismo e si chiese cosa fare con il maiale.

'Forse dovrei solo farlo scendere. Se è fortunato, potrebbe sopravvivere.'

Con terrificanti pensieri in mente, Claire avanzò per sollevare il maiale, quando una voce
tremante ma potente lo fermò.

"N-no!"

L'urlo assordante proveniva dalla clandestina, la quale reggeva il fucile del maiale.

"Stai lontano da lui! Non ucciderlo, okay?"

Claire scrollò le spalle perplesso. "Che c'è di sbagliato? Inoltre, questo bastardo non ha
appena provato ad ucciderti?"

'Questa ragazza è come me? Pensa che non morirà mai? Allora capirei il motivo per cui ha
provato a salvare il suo nemico.' Pensò Claire, ma il volto di Rachel, coperto di sudore
freddo, gli suggerì altro.

"Sei una ragazza divertente. Prima mi dici di ucciderti, poi mi dici di non uccidere qualcun
altro?"

"Non solo lui. Per favore, non uccidere più nessuno su questo treno! Se vuoi uccidere
qualcuno, prendi la mia vita e smettila!" Urlò con aria di sfida.

"Perché? Perché vuoi arrivare a tanto?" Chiese Claire con uno sguardo più o meno serio.
Guardò negli occhi di Rachel con i propri occhi sovrumani. La donna era spaventata, ma gli
rispose senza paura.

"Mio padre era un macchinista. Sia io che mio padre amiamo i treni. Li amiamo
moltissimo! Forse più di quanto amiamo le persone!"

'Che suo padre sia il macchinista di cui il maiale stava parlando prima?' Pensò Claire, ma
continuò ad ascoltarla in silenzio.

"Quindi, quindi, per favore! Smettila! Smettila di sporcare l'orgoglio del treno - e l'orgoglio
della gente che ha costruito questo treno! Smettila di macchiare questo treno - queste
rotaie - le persone - con il sangue!"

Rachel stava piangendo. Claire la guardò con calma, poi con calma parlò.

"'Smettila di sporcare il loro orgoglio', eh? Davvero un grande richiesta, da una


clandestina."

"Hai ragione. È per questo che siamo entrambi colpevoli della stessa cosa."
Claire scoppiò in un enorme sorriso. Con uno sguardo molto divertito, si allontanò dalla
clandestina.

"Stai dicendo che uccidere e fare la clandestina sono lo stesso crimine? Sei una donna
piuttosto divertente."

Rachel si rese finalmente conto che l'uomo che le stava di fronte, che aveva sempre
creduto un mostro, era umano - poco diverso da lei. Avrebbe dovuto capirlo prima,
quando scoprì che potevano tenere una conversazione vera e propria, ma in quel
momento non era in grado di capirlo. Si calmò abbastanza per capirlo solo adesso, quando
vide l'uomo sorridere.

"Accidenti. Devi solo continuare a ricordarmi - sono un conducente, eh." Disse Claire tra
sé e sé. Poi mise la mano in tasca e tirò fuori un piccolo pezzo di carta mezzo
insanguinato. "È un biglietto. Prendilo. Il tuo nome non è sulla lista passeggeri, digli solo
che il conducente deve aver fatto un errore. Nessuno ti prenderà in giro per questo.
Inoltre, fai silenzio sul fatto che io sia il conducente, capito? Ci vediamo."

Gettò il pezzo di carta a terra e se ne andò verso un angolo della vettura.

"Anche tu sei una signorina piuttosto impressionante. Se non avessi incontrato la ragazza
col coltello di poco fa, mi sarei potuto innamorare di te. Anche se penso che un giorno ci
rivedremo." Disse allontanandosi da Rachel.

"A-aspetta!"

"Te l'ho detto, non preoccuparti. Non penso di dover più uccidere nessuno. Ho ucciso solo
quelli in nero e quelli in bianco, comunque. Sarei dovuto regredire per uccidere i
passeggeri."

"Stai mentendo! Quel ragazzo di poco fa…"

Rachel si rese conto in quel momento che questa era proprio la carrozza dove il ragazzo
era stato legato.

Fu proprio quando lei si interruppe che Claire parlò, come se avesse appena ricordato.

"Oh, giusto, giusto. Mi ero completamente dimenticato di lui. Beh, è un po' complicato da
spiegare. Non me la sento di parlarne, quindi dovresti chiedere direttamente a quel
bambino."

"Di che stai parlando?! Quel ragazzo è già..."

Claire la ignorò e aprì una porta vicina. Era la porta della cabina dove in precedenza aveva
torturato Czes. E dentro, trovò-

"Waaaah! Isaac! Stai bene?!"

Trovò una donna in abito rosso, appoggiata alla finestra con il busto.

<=>

Vicino alle ruote, Czes era stordito mentre il freddo vento pungeva il suo corpo.

Come avevano fatto le cose ad andare così?

Il dolore che il mostro rosso gli aveva inferto era su una scala che non aveva mai provato
prima. In diversi casi aveva provato terrore piuttosto che agonia. Il suo occhio era stato
cesellato con lo scalpello. La sua arteria era stata squarciata, e il mostro ci aveva soffiato
aria più forte che poteva. Il mostrò aveva ripetuto la cosa con le vene. Era solo l'inizio.
Czes aveva semplicemente dimenticato il resto. Ricordò solo che soffrì terribilmente,
incapace di ricordare il contenuto dell'esperienza. Non li stava sopprimendo di propria
volontà - la memoria era stata completamente oscurata.

'Forse sono veramente impazzito. Allora significa che le cose sono andate come voleva il
mostro. È la mia punizione? È la mia punizione per aver cercato di uccidere le persone nel
vagone ristorante? O è per tutte le cattive azioni che ho fatto in passato? Non importa più.
Voglio solamente stare in pace.

'Ma immagino che non sia possibile. Oh, ci sono. Questa deve essere la mia punizione per
aver vissuto più del dovuto. Per essermi opposto alle leggi della natura e aver raggiunto
l'immortalità. L'ho perseguita solo affinché potessi essere felice, ma a pensare che
sarebbe finita così… Per prima cosa ho provato disperazione, poi solitudine, poi paura.
Questa deve essere un castigo… la mia punizione per aver mangiato uno dei nostri amici.'

Le cose iniziavano a farsi di nuovo rumorose sopra di lui. Chi diamine era questa volta? Il
mostro rosso era tornato? Stava per gustare gustare di nuovo quella agonia?

'No, no…
nonononoperfavoretuttotrannequellononfarlonononoqualcunomiaiutiperfavorequalcunomiai
uti…'

Il dolore non arrivò. Czes si sentì un po' più calmo, quindi tornò in silenzio. ‘Non mi
importa che genere di bastardi ci siano lassù. Non mi importa chi sia, fintanto che non mi
fanno male.

'Non me la sento di aprire gli occhi. Non sarebbe meraviglioso, se mi svegliassi e tutto
fosse solo un sogno? Giusto. Questo deve essere un sogno. Aprirò gli occhi e saremo
ancora sulla nave.

'Tutto quello che ‘lui’ mi ha fatto è stato un sogno, e Szilard che divorava i nostri amici era
solo un altro incubo…'

Qualcosa che sembrava goccioline d'acqua schizzò sulla sua guancia.

'Già, deve essere un sogno. Posso sentire l'acqua del mare sul mio volto. Adesso,
svegliamoci. Sono ancora un bambino. Se non mi sveglio presto tutti mi prenderanno in
giro…'

Ma quando aprì gli occhi, Czes si ritrovò nella realtà. Ma non aveva avuto nemmeno il
tempo per disperarsi, che sentì una voce proveniente dall'alto.

"Oh! Miria! Ha aperto gli occhi! Czes è vivo! È ancora tra noi!"

Si ritrovò di fronte lo strano pistolero del vagone ristorante. Si era praticamente


arrampicato fuori dalla finestra e lo stava guardando a testa in giù. Sangue colava dalla
sua mano, probabilmente un graffio con la finestra. Alcune delle gocce dovevano essere
finite sulla faccia di Czes.

'Che sta facendo?'


"Resisti, compagno! Ti salverò!"

'Cosa? Sta parlando di… me?

'Perché? Perché dovreste fare una cosa del genere? Perché volete fare così tanto per
qualcuno appena incontrato? Proprio non capisco. Vi spingereste così oltre per qualcuno
che non è un amico, un familiare, un amore - nient'altro che un estraneo…

'Aspetta. Il suo sangue sulla mia faccia si sta… muovendo?

'Che sta succedendo? No, non si sta muovendo per il vento o per il movimento del treno.
Il sangue si sta muovendo come se ogni goccia avesse una coscienza propria. No, no, non
può essere! Come può essere? No, no, è impossibile! Questi due imbecilli? Non ci credo!
Perché qui? Perché adesso?!'

'Il sangue mi sta ignorando. Sta tornando indietro nelle sue mani. Quel taglio sulla sua
mano sta guarendo! Adesso lo so per certo - quest'uomo non è qui per salvarmi.

'Quest'uomo - questo immortale -

'È qui per mangiarmi.'

Isaac si sporse ulteriormente dalla finestra, uscendo finalmente del tutto dalla cabina.
Miria gli teneva le gambe con tutte le sue forze, ma non era abbastanza forte da reggerlo.
Isaac si aggrappava agli ornamenti sui muri, riducendo poco a poco il carico di Miria. Poi
riuscì finalmente ad afferrare i tubi di metallo fra le ruote.

Facendo attenzione a non calpestare Czes o impigliarsi nelle ruote, Isaac si infilò sotto la
vettura con cautela.

"Cos'è? Il suo braccio è legato! Resisti, Czes. Sto venendo a tirarti fuori di lì."

'Che idiota. Avrebbe dovuto mangiarmi prima di avermi slegato. Ecco… slegare queste
corde sarà la tua fine. Allungherò la mia mano destra verso di lui…'

Arrivò poi a una conclusione e si ritrovò a cadere in un abisso di disperazione. Il suo


braccio destro era stato strappato via dal mostro rosso, e non era più su di lui.

"Bene! Sto per afferrare le corde!"

Isaac si reggeva con i piedi e con il braccio sinistro, poi resse il corpo di Czes con il proprio
torace. Dopodiché, allungò la mano destra per afferrarlo.

"NON MI TOCCARE!"

Czes usò la mano sinistra per schiaffeggiare via il braccio destro allungato di Isaac. La
forza del suo movimento portò il bambino a scivolare via dalla presa di Isaac e cadere
sotto al treno.
'Ti sta bene. Adesso non riuscirai più a mangiarmi.' Czes sorrise, ma i suoi occhi
diventarono presto enormi.

La scena si svolse davanti a lui come a rallentatore.

Quando Isaac si rese conto che Czes era scivolato via dalla sua presa, non ebbe tempo per
pensare. Se fosse stato in uno stato mentale di calma, avrebbe quanto meno esitato a
lanciarsi in questa situazione.

Ma il cervello di Isaac non era messo così bene da dare priorità alla propria incolumità, in
quella situazione.

In un battito di ciglia, si gettò in aria per salvare Czes senza pensarci due volte.

'Impossibile! Tiene davvero così tanto al mio sapere?'

La mano di Isaac raggiunse lentamente Czes, cadendo a terra.

'Adesso è finita. Sta per mangiarmi. Adesso qualcun altro sta per intravedere quella
memoria maledetta! No, per favore, qualcuno mi salvi! Per piacere! Nonononoperfavore'

Strillò come un bambino e chiuse strettamente gli occhi.

Ma non importava quanto tempo aspettasse, la mano destra di Isaac non toccò mai la sua
testa.

Quando si rese conto che l'impatto col terreno non era stato così duro come pensava, Czes
aprì gli occhi con esitazione.

"Eeeeek! Isaac!"

In prossimità della finestra si poteva sentire Miria urlare. Di fronte a lui, Czes, poteva
vedere qualcosa che sembrava un muro.

Si rese conto che il muro era, difatti, il vestiario di Isaac, e finalmente notò che era tenuto
in braccio da lui.

Isaac era appeso al treno con la mano sinistra, e il suo corpo veniva trascinato dal treno.

"Gugugugugugugugugu…"

Con uno strano vocalizzo, cercò disperatamente di resistere alle vibrazioni che
provenivano dai suoi piedi. Gli speroni ai tacchi degli stivali da cowboy rimbalzavano sul
terreno con urla e strilli. Impossibilitati a girare a dovere sulla ghiaia, gli speroni divennero
poco più che delle sporgenze che peggiorarono ulteriormente il tremore.

Anche se gli speroni erano lì per rallentare la corsa di un cavallo, il terreno sotto di essi
passava come delle onde impetuose, senza mostrare segni di rallentamento.

Ma fortunatamente, gli arti di Isaac non toccarono il terreno. Forse avrebbe potuto
arrampicarsi di nuovo sul treno se avesse potuto usare entrambe le mani, ma si rifiutò di
lasciare Czes.

La sua mano sinistra aveva raggiunto il limite. Le sue dita iniziarono a scivolare via.

"Isaac!"
Miria afferrò la sua mano. Anche lei si era arrampicata fuori dalla finestra verso le ruote, in
modo ancora più abile di Isaac.

Ma a Miria mancava la forza per sorreggerli. Scivolò via non appena afferrò la mano di
Isaac.

Ma pur di non perdere la presa, lo abbracciò fortemente come per proteggere Czes tra di
loro. Isaac approfittò del momento per lasciarlo e, come un cowboy, lanciò la corda che
era sulla sua schiena più forte che poté.

Ma alla fine, non riuscì a giocare al cowboy - la corda raggiunse solo l'aria.

Caddero a terra e rimbalzarono di nuovo, scossi da un forte impatto. Tuttavia, Miria non
lasciò Isaac, che tenne forte Miria e la corda. Per quanto riguarda Czes, protetto dalla
coppia, venne scosso sorprendentemente poco dall'impatto.

Nel momento in cui pensarono che tutto fosse finito, qualcosa afferrò l'estremità della
corda - o per essere precisi, qualcuno aveva preso la corda.

All'altro capo della corda c'era una mano che spuntava da sotto al treno.

Successe tutto insieme.

Dopo essere scesa sotto al treno, Rachel trovò Isaac e gli altri appesi al treno con una
mano sola. Allungò la mano per afferrare la sua, ma Isaac e gli altri caddero fuori dal
treno. In quell'istante, qualcosa volò verso di lei proveniente dalla direzione di Isaac.
Rachel l'afferrò senza nemmeno pensarci.

Era l'altra estremità della corda che Isaac continuava a reggere. Il capo di Isaac era fissato
alla sua cintura.

Non un secondo dopo, un enorme peso gravò sul braccio di Rachel. Isaac e gli altri
avevano colpito il suolo, e adesso venivano trascinati lungo la ghiaia.

"Ugh!"

Anche se c'era un bambino tra i tre, Rachel stava reggendo tre persone con un solo
braccio. Cercò disperatamente di tirarli su, senza alcun risultato.

Considerò che lasciarli andare gli avrebbe forse causato meno danni, ma con la sfortuna
dalla loro la corda si sarebbe potuta facilmente impigliare nelle ruote del treno, riducendo i
tre in carne tritata, e nel peggiore dei casi, avrebbero potuto mandare l'intero treno fuori
dai binari. Non poteva permettersi di lasciarli andare adesso.

Sfortunatamente, la sua ferita alla gamba mandò un altro segnale di dolore, facendole
perdere la presa sulla corda.

"AAAAHHH!"

Rachel gridò senza volerlo.

Improvvisamente, un'ombra rossa le passò sopra la testa. Claire corse con facilità lungo
l'ornamentazione sul fianco della vettura, proprio come aveva fatto nel vagone ristorante -
no, più veloce.
Si allungò per prendere l'estremità della corda prima che Rachel potesse emettere alcun
suono.

Purtroppo, non riuscì a raggiungerla. Nel momento in cui ella pensò che fosse finita, però,
Claire si lanciò rapidamente dalla parete. Saltò del tutto giù dal treno, e riuscì ad afferrare
la corda.

Prima che Rachel riuscisse ad elaborare la scena, Claire roteò a mezz'aria.

Le sue gambe si allontanarono dal treno, mentre un pilastro della ferrovia si avvicinava a
loro.

Nel momento in cui la donna pensò che avrebbe colpito il pilastro, i piedi di Claire
atterrarono su un lato del pilastro.

Con un attimo di preavviso, il corpo di Claire iniziò a barcollare per la gravità. Velocemente
calciò il pilastro e volò di nuovo in aria.

La figura rossa faceva un grande contrasto con il cielo in schiarimento, sembrando quasi
una bella opera d'arte.

Poi Claire trovò una base stabile sul fianco del treno, un po' più indietro di dove era
partito. Sembrava come se non avesse fatto sforzi - infatti non ne aveva fatti. Dal suo
punto di vista, non aveva fatto altro che compiere quello che credeva di riuscire a fare.
Non aveva sentito neanche un minimo di paura alla prospettiva di cadere e morire.

Non sarebbe arrivato a questo punto se fosse stato solo per Czes, ma lo strano pistolero e
la donna erano passeggeri. C'era una possibilità che fossero complici del bambino, ma
Claire ci avrebbe pensato dopo. Era saltato in aria semplicemente per garantire la
sicurezza dei passeggeri.

Con la corda in mano, corse di nuovo sul muro diretto alla porta laterale della stiva merci.

Per qualche ragione, era aperta. Una gigantesca figura marrone stava sulla soglia.

<=>

Donny era annoiato.

Avevano passato il fiume, e lui aveva buttato fuori tutto il carico che stavano cercando.
Aveva lasciato una piccola cesta di granate, come gli aveva detto Jacuzzi, ma Nice era
appena venuta a prendersele e se ne era andata. Lei e Nick erano andati a cercare
Jacuzzi, così Donny era stato lasciato solo nella stiva.

Stava guardando fuori dalla porta aperta, in preda alla noia.

"Ehi, ragazzone! Dammi una mano!"

Qualcuno gli parlò all'improvviso. La voce proveniva da fuori.

Una figura rossa era aggrappata al fianco del treno, proprio accanto alla porta.

"Whoa. R-Rail Tracer?"

Claire non si sarebbe mai aspettato che il gigante sapesse il suo nome, ma mise
rapidamente da parte la sorpresa e tornò all'argomento principale.

Claire aveva appena pensato che ci sarebbe voluto del tempo per riportare da solo il trio
sul treno quando vide il gigante. Colse con entusiasmo questo colpo di fortuna e gli parlò.
"Lascia stare, voglio solo che tu tiri questa corda più forte che puoi! Conto su di te!"

Donny era completamente confuso, ma improvvisamente si rese conto di sentire delle urla
provenire da più indietro, all'altro capo della corda.

Quando guardò fuori, vide qualcuno venire trascinato lungo il fianco del treno.

"Whoa. No buono."

Prese la corda senza pensarci. Un potente impatto scosse il suo corpo mentre veniva
trascinato verso la porta. Riuscì ad afferrarla, quando notò l'identità delle persone all'altra
estremità della corda.

Il costume da pistolero e il vestito rosso appartenevano senza dubbio a Isaac e Miria.

"Whoa. No buono. Forza! GAAHH!"

Donny tirò velocemente la corda con tutte le sue forze. Come risultato…

"AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!"

Isaac e gli altri si librarono in aria, passarono sopra al tetto, e caddero dall'altro lato della
vettura.

Non avevano idea che la corda tirata avrebbe dato la vittoria a Jacuzzi nel suo scontro sul
tetto.
<=>

"Guarda, abbiamo passato il fiume. Spero che abbiamo seminato quei ladri di treni…"

"Bene, stiamo perdendo velocità! Non possiamo sovraccaricare il treno, dopotutto!"

I macchinisti alzarono la voce, e il treno iniziò a rallentare.

Così, alcuni pezzi di carne iniziarono a raggiungere il treno- i pezzi di carne rossa che
costituivano il braccio destro e le gambe di Czes.

<=>

Isaac e Miria riuscirono a malapena ad arrampicarsi sul tetto della stiva merci, collassando
sulla schiena.

"Grazie al cielo, siamo vivi!"

"Ce l'abbiamo fatta!"

Volevano rimanere sdraiati lì per sempre a riposare, ma non potevano permetterselo.


Disteso tra loro due c'era un ragazzo dagli arti mancanti, di sicuro terribilmente dolorante.

"Sei ancora tra noi, Czes?"

"Per favore, svegliati!"

La coppia iniziò a scuotere con forza il bambino ferito. Per via della perdita di sangue, Czes
poteva sentire lo scuotimento prosciugare le sue abilità di rimanere cosciente. Isaac e
Miria tentarono la rianimazione cardio-polmonare e il massaggio cardiaco, ma non
potevano aiutarlo.

Improvvisamente, sentirono un'esplosione da una carrozza più indietro.

"Cos'è stato? Un nemico?!"

"Guarda, Isaac! C'è qualcuno laggiù!"

Due figure sul tetto dell'ultima vettura si aggrovigliarono in una sola. Una di loro cadde
presto dal tetto, e si sentì una nuova esplosione. Un inferno scoppiò dietro al treno.

Normalmente, a questo punto, Isaac e Miria avrebbero perso la testa, ma adesso non era
il momento. Erano preoccupati per le condizioni di Czes, ma avevano appena notato una
massa di carne rossa avvicinarsi a loro lungo il tetto.

"Eeek! Qualcosa sta venendo da questa parte! È tutta rossa!"

"D-deve essere il Rail Tracer! Deve essere la sua vera forma!"

Mentre erano in preda al panico, i pezzi di carne strisciarono lungo il tetto, superarono il
giunto, e lentamente ma inesorabilmente si avvicinarono a loro. Le masse, rassomiglianti
piuttosto a della gelatina rossa, avanzarono come uno sciame di insetti.

"Guarda, Miria! Vengono per Czes!"

Provarono a trasportare quest'ultimo e correre via, ma i pezzi di carne erano attratti dalla
loro fonte.
"È terribile! È tornato per finire il povero Czes!"

"No se posso evitarlo!"

Isaac si gettò sopra di lui per difenderlo dalla massa di carne. Miria si unì a lui per
fortificare le loro difese.

La massa di carne non si fermò nemmeno per un momento, infiltrandosi tra di loro. Isaac,
Miria, e Czes, coperti dalla massa di carne, erano una vista bizzarra sotto al sole nascente.

Dopo un lungo periodo di silenzio, il suono di una terrificante esplosione li fece tornare in
sé. Ironia della sorte, erano stati gli esplosivi di Czes a riportarli alla realtà.

"Uh…? Le robe rosse sono scomparse."

"È scomparso… e Czes?"

Isaac e Miria lo guardarono con esitazione. Era ancora lì.

Completo di tutti gli arti.

Czes era ancora poco cosciente. Il suo cuore stava provando un tipo di emozione che
pensava di aver perso da molto tempo.

Adesso sapeva che Isaac e Miria non erano per niente a conoscenza dell'immortalità.
Vedendo che erano entrambi senza ferite anche dopo aver colpito il suolo, suppose che
anche Miria fosse un'immortale. Dovevano averla ottenuta per caso.

In questo momento, erano entrambi senza difese. Sarebbe stato facile mettere la mano
destra sulle loro teste. Ma Czes non riusciva a farlo. Isaac e Miria avevano le lacrime agli
occhi, ed erano veramente felici per lui. Czes riusciva soltanto ad esitare all'idea di
mangiarli.

A questo punto, non stava cercando di voltare pagina. Pensò semplicemente che, se li
avesse mangiati e ne avrebbe analizzato i pensieri, e confrontati e condivisi con il suo
cuore, allora non sarebbe davvero in grado di perdonarsi. Avrebbe dovuto trascorrere
l'eternità con quel doloroso fardello sulle spalle.

Suppose che quel fardello sarebbe sarebbe stato molto più straziante di ogni dolore che il
mostro rosso poteva infliggergli.

Isaac e Miria, in lacrime, espressero tutta la loro gioia per l'incolumità di Czes.

"Grazie al cielo! Che sollievo!"

"Sono così felice! Ma mi chiedo come abbiano fatto il tuo braccio e le tue gambe a tornare"

"È semplice, Miria."

"Davvero, Isaac?"

Isaac, tornato al suo solito modo di fare, disse a Miria la risposta di cui si era auto-
convinto.
"Vedi, il Rail Tracer mangia solo i bambini cattivi. Sono sicuro che dopo aver mangiato
Czes, si è reso conto che Czes è un bravo bambino ed è tornato per restituirgli il tutto!"

"Capisco! Ha senso!"

"No."

A confutare la tesi della coppia non fu altri che Czes. Ma non stava parlando di come era
stato risanato.

"Non sono un bravo bambino… Ho mentito a tutti."

"Che intendi?"

"Ho detto che stavo andando a trovare la mia famiglia a New York, ma la verità è che… sto
solo andando a trovare un conoscente."

Fece una pausa, poi ripartì.

"Non ho mai avuto una famiglia, e…"

Stava per concludere con "E non l'avrò mai", ma la coppia li interruppe all'improvviso.

"Capisco!"

"Tu sei un bravo ragazzo, dopo tutto, Czes!"

"Cosa…?"

Isaac e Miria continuarono, ignorando la confusione del bambino.

"Ci hai mentito per non farci preoccupare per te… ma per tutto questo tempo sei stato tu
quello che ha sofferto di più!"

"Sei un ragazzo così forte e dolce, Czes!"

Isaac non gli diede nemmeno il tempo di rispondere. Si batté sul petto.

"Bene! Lascia tutto a tuo Zio Isaac!"

"Non è magnifico, Czes? Isaac sta per rendere tutto migliore!" Miria annuì con forza,
accarezzando il viso del bambino. "Quindi adesso puoi sorridere!"

<=>

Claire stava tranquillamente sul tetto del treno. Guardò l'uomo e la donna davanti a lui,
con il sole alle spalle.

Il giovane uomo con la faccia tatuata aveva in mano quelli che dovevano essere i nuovi
esplosivi che Czes aveva menzionato.

Claire si rese conto che il gigante nella stiva merci doveva aver gettato il carico nascosto
nel fiume. Considerò di catturarlo, quando ricordò improvvisamente quanto detto in
precedenza da Czes.

"Al momento sono in fase di trattativa con la Famiglia Onorata…"

In altre parole, il contenuto del carico era destinato ad entrare in possesso degli Onorata.
Per i Gandor, sarebbe stato vantaggioso se il carico fosse stato fuori gioco.
Così, Claire decise di chiudere un occhio su Donny e la gang. Certo, parte della
motivazione era che non poteva permettere che il treno viaggiasse con un carico così
pericoloso a bordo.

E adesso, il capo di questa gang di ladri era i piedi davanti ai suoi occhi. Il giovane tatuato
caricò verso di lui, con gli occhi pieni di pura determinazione.

Claire sapeva esattamente quello che il suo avversario pianificava di fare.

Era lì per uccidere il mostro - il Rail Tracer - e salvare il treno. Era facile da capire.

Il giovane guardò Claire negli occhi. Non c'era un pizzico di paura nei suoi occhi, anche se
stava affrontando un mostro come lui.

'Oh. Quegli occhi… Sono gentili, ma sono gli occhi di un guerriero. Ha un tatuaggio come
un demone, ma i suoi occhi sono i più gentili e forti di chiunque altro su questo treno
infernale.'

Claire si ritrovò catturato da un'improvvisa ammirazione per gli occhi del giovane. Se i suoi
occhi erano come specchi, che intrappolano la luce all'interno, gli occhi del giovane erano
come un mare piatto.

Improvvisamente, il sole del mattino iniziò a sollevarsi alle spalle di Claire. La luce del sole
brillò negli occhi del giovane, e Claire si sentì come se stesse venendo risucchiato in essi.

'Odio ammetterlo, ma gli occhi di questo ragazzo sono più forti dei miei. Come un qualche
eroe delle favole. Come un cavaliere che ha ucciso un drago. Sento come che i miei occhi
esploderanno se non distolgo lo sguardo.'

Così, Claire decise di lasciarsi cadere all'attacco del giovane. Lui era il Rail Tracer, che
scompare al sorgere del sole. Era parte del suo compito da narratore che ha portato gli
altri in questa storia.

Il giovane lo affrontò a testa alta, e i due rotolarono giù dal lato del treno.

Come caddero, il giovane tatuato tirò le linguette delle granate che aveva in mano. Poi
Claire gli parlò per la prima volta.

"Un doppio suicidio? Non posso dire di essere d'accordo."

"Eh?!"

Claire si fermò di fianco al treno, reggendo il giovane sorpreso. Non ricordava nemmeno
quante volte, stanotte, si fosse appeso tra le ruote del treno, ma si stava stancando di
farlo. Doveva uscirsene con qualcosa di nuovo al più presto.

"Sbarazzati di quelle, o farai del male alla signorina lassù." Disse al giovane.

Quest'ultimo si tirò indietro e si affrettò a gettare le granate sui binari. Le granate in


ceramica resistente agli urti rotolarono sulla ghiaia.

Ci fu un'esplosione, seguita da un'onda d'urto.

Claire, continuando a reggere il giovane, non ebbe problemi a sopportare l'impatto. Una
volta placato il tutto, si arrampicò sul fianco del treno, sempre reggendo il giovane, ed
entrò nella cabina del conducente attraverso la porta laterale.

Uscì dal vano insanguinato e lasciò il giovane tatuato nel corridoio. Poi Claire continuò da
dove aveva lasciato.

"Solo un idiota cerca di morire con il suo nemico senza nemmeno provare a combattere.
Sai, quando hai fatto del tuo meglio e sembra che niente funzioni."

Claire reclamò, e controllò per vedere se il giovane fosse ferito. Gli avevano sparato a una
gamba, ma visto che era ancora in piedi probabilmente non era niente di troppo serio. Con
questo irresponsabile giudizio, gli diede un consiglio sorprendente.

"Nella cabina numero 3 della Seconda Classe c'è un tipo con abiti grigi da mago. È un
dottore, digli di darti un'occhiata."

"M-ma…"

"Puoi smettere di preoccuparti. Quello strano tizio in bianco e la signorina spaventosa


vestita di nero sono scomparsi. Hai appena fatto fuori l'ultimo di loro, quindi rilassati."

Claire stava armeggiando con l'oggetto nella sua mano destra. Era una delle granate fatte
coi nuovi esplosivi. Aveva rapidamente strappato una delle granate che il giovane aveva
gettato - una di quelle che aveva ancora la linguetta inserita.

"Adesso vai. Non dimenticarti della signorina al piano di sopra."

Il tatuaggio del giovane si contorse per la confusione, ma chinò la testa e si diresse di


nuovo verso il giunto. Sembrava come se stesse per arrampicarsi di nuovo sul tetto.

Quando il giovane se ne andò, Claire disse una cosa.

"Non dovresti fare aspettare una donna. Non c'è niente di più difficile di cercarne una che
è andata via da qualche parte."

Metà di quelle parole era diretta a sé stesso.

Claire guardò il giovane allontanarsi, poi svitò il tappo della granata e tirò fuori la miccia.

"Giudicando dall'esplosione di poco fa, credo che così basti."

Claire sparse alcuni degli esplosivi sui cadaveri senza volto. Non c'era bisogno di farli a
pezzi- tutto quello che doveva fare era assicurarsi che questo cadavere fosse fatto passare
per quello di Claire Stanfield. Per essere sinceri era un po' a disagio, lasciare questa
decisione critica al fatto che al cadavere mancasse il volto. Adesso, tutto quello che Claire
doveva fare era sperare che la squadra investigativa fosse abbastanza credulona.

Claire Stanfield sarebbe morto oggi. Questo gli avrebbe reso il lavoro più facile. Con dei
piani in mente, Claire prese la pistola dell'anziano conducente.

"Inoltre, questa volta non sto sporcando il treno. Chiamiamolo… una cerimonia di addio, o
qualcosa del genere."

Si scusò con qualcuno che non era lì, poi sparò un proiettile sugli esplosivi sparpagliati per
terra.

<=>

"Czes!"
Quando Isaac, Miria e Czes ritornarono nel vagone ristorante, trovarono i Beriam ad
aspettarli.

"State bene! Grazie per esservi presi cura di lui, Signor Isaac, Signorina Miria."

"Sono così contenta che tu stia bene, Czes!"

Quando Mary lo abbracciò innocentemente, Czes si sentì confuso.

Perché i bambini aprono così velocemente il loro cuore agli altri? Certo, questo non vale
per tutti i bambini, ma la differenza era troppo grande.

'Capisco… Forse anche Isaac e Miria sono come dei bambini.'

Guardando il sorriso di Mary, Czes fece un sospiro di sollievo senza pensarci.

'Sono così felice di non aver ucciso queste persone. Sono così felice di non aver tradito
Mary.'

A questo punto, non aveva idea del perché fosse così felice per queste cose.

La sua espressione non era del tutto ritornata sul suo volto, ma riuscì a dire: "Mi dispiace."

<=>

C'era una solitaria creatura disumana conosciuta come Rail Tracer, la quale era sul tetto
deserto.

Era tornata sul tetto per mutilare con un'esplosione i due cadaveri in uniforme da
conducente.

La risposta incisa era stata lasciata in prossimità di dove Chane era accovacciata.

Era stata incisa direttamente sul tetto della carrozza con un coltello.

[Ti aspetterò a Manhattan. Ti aspetterò per sempre. Per piacere, vieni a trovarmi. Anch'io
proverò a cercarti.]

Il mostro rosso sospirò.

"Manhattan, eh? È un posto terribilmente grande. E considerando il mio programma… E


non le ho nemmeno detto il mio nome, figuriamoci chiederle il suo… Penso che il tipo in
bianco la chiamasse 'Chane', ma mi chiedo se sia il suo vero nome. Accidenti, questo
richiederà un sacco di lavoro."

Claire rise imbarazzato, guardando il fumo che si alzava dalla cabina del conducente.

"E come faccio a dedurre se vuole ingaggiarmi, sposarmi o uccidermi?"

Fissò intensamente l'incisione, poi scrollò le spalle.

'A parte questo, sono davvero sorpreso da quanto sia educata questa lettera. Forse in
realtà è una persona abbastanza tranquilla. O forse si è innamorata di me a prima vista?
Questo è un problema. Significa che è la mia prima lettera d'amore? Se lo è, dovrei
staccare il tetto per poterla conservare.'

Nutrendo grosse aspettative su una donna che aveva appena incontrato, Claire scese al
giunto.

"Prima devo dedicarmi al mio incarico con i Gandor, ma ti troverò."

Questa volta, non stava pensando tra sé e sé - le sue parole erano dirette a Chane, in
qualche luogo lontano.

"Lo prometto."

Il mostro scomparì.

Il Rail Tracer non c'era più.

Alla fine, tutti credettero alla sua esistenza, e proprio come diceva la leggenda, scomparì
al sorgere del sole.

Senza nessuno a guardare, era come se si fosse dissolto nella luce del sole del mattino.
Epilogo II

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Epilogo – La Donna In Tuta Militare

In seguito, il Flying Pussyfoot entrò al sicuro nella zona vietata alle locomotive.

La vettura di testa sarebbe stata cambiata con un motore elettrico senza fumo in modo
che il treno si potesse dirigere alla stazione di Pennsylvania, ma…

Ad aspettare il treno al punto di scambio c'era vero e proprio esercito di poliziotti.

Il treno venne preso velocemente in custodia dalla polizia. Tristemente, la loro presa di
posizione fu molto più efficace e controllata sia degli uomini in nero che di quelli in bianco.

I sopravvissuti delle due fazioni furono arrestati, e i passeggeri tutti rilasciati dopo due ore
di investigazione. Poi, a ognuno di loro venne data un'ingente somma di denaro dal
garante del treno - la Nebula Corporation- a condizione che non parlassero mai di questo
incidente. Per qualche ragione, sembrò che il governo e questa società volessero
mantenere quest'incidente sotto chiave.

Il biglietto di Rachel era mezzo coperto di sangue, ma i poliziotti e gli addetti della
stazione lo accettarono come suo. Purtroppo, questo fu possibile solo per via della sua
ferita alla gamba.

La sua gamba ricevette qualche cura di base, così Rachel si sedette su una sedia senza
nulla da fare. Improvvisamente, un uomo dall'aspetto dignitoso le si avvicinò.

"Mi hanno detto che mia moglie e mia figlia ti devono molto. Ti ringrazio."

In un primo momento Rachel restò confusa, ma sembrava che quest'uomo fosse il marito
della signora Beriam, il Senatore Beriam. Mentre ascoltava, punendosi per essere stata
così incompetente, le porse una busta di carta.

Dentro c'era una mazzetta di banconote da cento dollari.

"Prendili."

"Ma…!"

Il Senatore Beriam si girò e se ne andò senza nemmeno chiedere a Rachel il suo nome.

Anche se il denaro fu apprezzato, era stato un modo per darglielo troppo maleducato.
Rachel si sentì come se lui la stesse considerando come se avesse aiutato la sua famiglia
per soldi, alzò il braccio in aria per lanciarglieli indietro.

Improvvisamente, qualcuno afferrò dolcemente il suo braccio. Era la signora Beriam.

"Per favore, mi faccia scusare a nome di mio marito. Ma gradirei che prendesse i soldi."

"Non si deve scusare."

"No, mi permetta di farlo. Vede, mio marito non riesce ad esprimersi in altri modi. Le
persone a volte finiscono per prenderlo nel modo sbagliato, ma…"

Adesso Rachel non poteva gettare i soldi. Voleva chiedere alla signora Beriam perché
diamine avesse finito per sposare suo marito, ma lo tenne per sé.

"Avrei dovuto dirlo prima, ma… Ha la nostra più profonda gratitudine. Non potremo mai
ripagarla per tutto quello che ha fatto per noi."

Mary fece capolino da dietro sua madre per ringraziare Rachel. La bambina solitamente
timida la guardò con un bagliore negli occhi.

"Grazie, Rachel! Voglio crescere e diventare una grande persona, proprio come te!"

Rachel venne presa alla sprovvista dalla dichiarazione sorprendentemente matura di Mary.
Le tornò in mente il fatto che fosse una clandestina, e si sentì quasi come se stesse
ingannando la bambina.

Infine, prese i soldi. Quando arrivò alla stazione di Pennsylvania, si diresse direttamente
alla biglietteria e comprò quanti più biglietti possibili con circa metà dei soldi che aveva
ricevuto. Poi lasciò la stazione con la moltitudine di biglietti.

Sapeva già cosa fare con il resto dei soldi. Per prima cosa, andò da un dottore del posto
per curarsi la gamba. Il dolore rimase, ma ci fu un piacevole scatto nel suo passo, come se
fosse libera da qualcosa che l'aveva tormentata per molto tempo.

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Epilogo – I Ladri Mascherati

New York. Stazione Di Pennsylvania.

Le porte del treno si aprirono, liberando finalmente i passeggeri dal loro viaggio da incubo.

Visto che non potevano far andare il treno - il luogo dell'incidente - fino a New York, i
passeggeri furono trasferiti su un altro treno per il tratto fino alla stazione di Pennsylvania.

Diverse figure stavano aspettando sulla vivace banchina della stazione.

Firo ed Ennis, che aspettavano i loro amici Isaac e Miria.

Maiza, che aspettava il suo vecchio amico Czes.

I fratelli Gandor, in attesa del loro fratello e sicario, Claire Stanfield.

Coloro che stavano aspettando non riuscirono a scendere dal treno. Il flusso di persone
che usciva dal treno si era quasi fermato.

Subito dopo, una donna in tuta militare con una gamba ferita, uscì.

Dietro di lei c'era un uomo coperto interamente di grigio, e un uomo che sembrava essere
il suo assistente. Dopo di loro vennero delle persone come un uomo con un tatuaggio sul
volto, una donna con gli occhiali e una benda sull'occhio, e un gigante.

Anche se momentaneamente distratti dallo strano corteo di persone, Firo e gli altri
aspettarono pazientemente.

Finalmente, gli ultimi passeggeri uscirono dal treno.

Erano un pistolero uscito direttamente dal selvaggio west e una ballerina, i vestiti di
entrambi erano logori.

"Ennis, Firo, e Maiza! Quanto tempo, belli miei!"

"Avete un aspetto magnifico!"


Anche se il tono energico di Isaac e Miria gli portò sollievo, non poterono fare a meno di
notare qualcosa.

"Perché questi stracci?"

"Haha! Sono un pistolero, uscito direttamente dal west! Chiamatemi il Belle Starr dell'est."

"Western, di questi tempi?"

"Belle non era una donna?"

Ignorando le battute di Firo e Berga, anche Miria tirò fuori un fuorilegge casuale.

"Allora, chiamatemi l'Edgar Watson del nord!"

"Aspetta, quello è il tipo che ha sparato ed ucciso Myra Maybelle Shirley - Belle Starr."

"Cosa?! Significa che ucciderò Isaac? Nooooooo!"

"Non preoccuparti, Miria! Per te, sarei felice di dare la mia vita!"

Firo ed Ennis sorrisero, contenti di vedere che i loro amici non fossero cambiati di una
virgola.

"Hahaha! Voi due siete stupidi come al solito!" Disse Berga. Isaac e Miria alzarono le
braccia in aria come dei giocattoli a molla che si lamentano.

"Cosaaa?! Puoi prenderti gioco di me, farabutto, ma non ti permetterò mai di insultare
Miria!"

"Puoi prenderti gioco di me, ma non ti permetterò mai di insultare Isaac!"

"In altre parole, stai per accaparrarti una doppia porzione di rabbia, signore!"

"E dal momento che siamo in due, sono quattro porzioni in tutto!"

"E per maggioranza, vinciamo!"

"Uno a quattro!"

"A-aspettate un attimo…"

Berga fu costretto a iniziare a contare a mano gli sfoghi inesorabili e dalla logica difettosa
della coppia.

"Smettila, Berga. Ci stai mettendo in imbarazzo." Disse Luck.

Improvvisamente, Isaac parlò facendo una rivelazione.

"Oh, giusto! Mi ero quasi scordato! Ti abbiamo comprato un regalo, Ennis!"

"È la nostra arma speciale!"

"Oh? Vi sono così riconoscente! Grazie!" Ennis sorrise. Isaac e Miria si voltarono e
tornarono sul treno. Mentre tutti guardavano perplessi, Isaac uscì, regalo al seguito.

Al suo fianco destro c'era un certo ragazzo, che si era cambiato i vestiti.

Firo e gli altri guardarono, con gli occhi spalancati, mentre Isaac e Miria glielo
presentarono molto felici. Sembravano non aver dimenticato il contenuto della lettera che
avevano ricevuto da Ennis quando erano in California.

"Ennis, questo ragazzo è Czes."

"Dovresti prenderlo come fratellino, Ennis, così entrambi avreste qualcuno!"

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Epilogo - L'Alchimista

'Maiza è proprio qui davanti a me. Maiza, l'uomo che ha invocato il demone e trovato i
segreti dell'immortalità. Sono venuto in questa città per mangiare quest'uomo. Che
sciocco. Probabilmente non sospetta minimamente quanto sono cambiato. Questa sarà la
tua rovina. Finalmente si sta avvicinando. È il momento. Tutto quello che devo fare è
chiamarlo idiota e allungare la mia mano destra verso di lui.'

"Maiza…"

'Eh? Che succede? No, no, perché sto dicendo il suo nome?

'No, Maiza. Non accarezzarmi la testa così. Adesso ho più di duecento anni, accidenti.
Maiza, non dovresti essere destrorso? Perché mi accarezzi con la sinistra? Non ho bisogno
della tua compassione. Accidenti! Dai, Czes! Chiamalo idiota! Devo allungare la mano e
divorarlo!'

"Mi sei mancato."

'No! Dovrei chiamarlo idiota! Accidenti! Devo controllarmi! Devo ricordarmi che ho
imbrogliato gli adulti diverse volte in passato, e che anche loro mi hanno ingannato! Non
posso fidarmi di nessuno! Maiza sta ovviamente cercando di mangiarmi. Comincerà a
tormentarmi, proprio come faceva"lui"! Dannazione! Dannazione! È tutta colpa loro! Il
mostro rosso e lo strambo pistolero mi stanno facendo comportare così! No! Sono sempre
stato solo. Sono sempre stato solo. No, volevo stare solo. Dai, Czes! Chiamalo idiota! -
volevo vedere qualcuno, chiunque, da allora - No! Devo allungare la mano...

'Volevo solo vedere qualcuno, chiunque, che sa com'ero in passato. Volevo perdermi nel
sogno del passato- di quando ero ancora solo un ragazzo ingenuo su quella nave.'

"Maiza… Mi sei mancato, Maiza!"

'Entro domani, so che mi sarò svegliato da questo sogno e sarò tornato all'egoista e
malvagio me. Ma non penserò più di mangiare Maiza. So che se lo facessi, avrei solo
incubi per il resto dell'eternità. Voglio solo rimanere in questo sogno ancora un po'. Ho
voglia di piangere tra le braccia di qualcuno che conosce il vecchio me.

Per favore, se solo per un po'…'

Sulla banchina della stazione, l'immortale nel corpo di un bambino pianse tra le braccia del
suo vecchio amico.

Ancora e ancora…
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Epilogo - Rail Tracer

"Mi scusi, per caso lei è il signor Gandor?"

"Esatto."

L'impiegato della stazione consegnò una busta a Luck. Keith lesse il contenuto e lasciò la
stazione con i suoi fratelli minori. Berga si scusò con Firo.

"Scusa, Firo. Sembra che Claire stia aspettando fuori. Torneremo."

L'uomo era in piedi all'angolo del vicolo.

"Come va, Claire? Voi conducenti non dovreste lavorare all'interno?"

Claire ignorò la domanda di Berga e andò dritto al punto.

"Andiamo. Chi avete bisogno che uccida? Ieri notte è stata una passeggiata nel parco.
Voglio dell'esercizio vero e proprio, così non vado fuori forma."

Claire, dopo essersi cambiato l'uniforme da conducente, iniziò ad avanzare. I fratelli,


anche se presi alla sprovvista, lo seguirono.

"Sbrighiamoci e facciamola finita. Dopo di questo devo andare a cercare qualcuno, sapete?
E se siete fortunati, voi ragazzi potreste essere invitati al mio matrimonio da qui a poco."

I fratelli si guardarono l'un l'altro.

"Non dirmi che ti sei di nuovo dichiarato a una perfetta sconosciuta."

"Più o meno."

Che vuol dire, 'più o meno'?! Con questa quante volte sono?"

Berga era stupito, ma Claire continuò come se niente fosse.

"Su. Non mi stavo comportando in modo inaffidabile. Era del tutto serio, così non
dovrebbero esserci problemi. E inoltre, finora sono stato respinto perché stavo ovviamente
per incontrare qualcuno di meglio. Dopotutto, questo mondo..."

"'Gira intorno a me', giusto?" Luck finì la sua frase, avendola già sentita centinaia di volte.

"Giusto. Comunque, dovrei ricevere una risposta positiva, questa volta. E se non andasse
bene, c'è quest'altra ragazza- se la prima mi rifiutasse, vedrò quanto avrà da dire
quest'altra signorina."

"Ancora un maestro della fedeltà, a quanto vedo." Disse Luck con tono secco.

"Su, non dire così. Non ho mai tradito una donna, se è questo che intendi. E questo
perché non sono mai uscito con una donna, prima d'ora. Chiedo a una ragazza di uscire,
se dice di no, vada da qualcun altro. E se dice sì, passerò il resto dell'eternità amandola.
Non vedo problemi nel fare così."

In qualche maniera contorta, Claire aveva ragione. Luck sospirò mezzo rassegnato.

"Se solo Firo fosse un po' più come te…"

Claire sembrò nostalgico all'improvvisa affermazione del suo vecchio amico.

"Firo, eh? Mi manca. In cosa avrebbe bisogno di assomigliarmi?"

"Nello scorso anno, ha vissuto con una ragazza che gli piace. Non penso le abbia chiesto di
uscire in modo opportuno, figuriamoci baciarla."

"Accidenti… è davvero umano?" Disse sorpreso Claire. Tuttavia, non rallentò il passo.

"Comunque, Claire, non posso dire che sia una buona cosa fidarsi di una donna che
accetta la tua proposta improvvisa." Consigliò Luck.

"Claire è morto. Legalmente, almeno."

Anche se Claire pensò di essere stato freddo nello schivare il colpo, Luck lo riportò con i
piedi per terra.

"Se sei legalmente morto, come faresti a sposarti?"

Claire si fermò e girò i tacchi.

"Aspetta. Questo non va bene. Per quanto credi che possa comprare un nome?"

"Di che stai parlando? Come vorresti che ti chiamassimo?"

Claire iniziò di nuovo a camminare e rispose chiaramente.

"Potete chiamarmi 'Vino', o se vi piace, il Rail Tracer."

"Abbastanza stupido, se vuoi la mia opinione." Disse Berga.

In un vicolo di New York scoppiò una battaglia uno contro uno tra Berga e Claire. Keith li
guardò, riflettendo in silenzio sul conflitto che si sarebbe senz'altro intensificato.

Egli stava in silenzio, sapendo che ci sarebbe voluto un po' prima che le cose fossero
tornate tranquille.

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Epilogo - Il Maniaco Omicida

Un ufficiale del distretto fece rapporto all'Ispettore Edward Noah.

"Così ho sentito che hai trovato dei superstiti."

"Sì, un uomo e una donna. Crediamo facciano parte della banda di rapinatori di treni."

"Come stanno?"
"La donna è ferita al collo, ma non è in pericolo di vita. L'uomo è in condizioni critiche, e
l'Ispettore Sullivan lo sta interrogando in ospedale mentre parliamo."

I poliziotti erano in piedi attorno a qualcosa, accanto al luogo in cui erano stati trovati i
sopravvissuti.

"Perché questo pilastro è di nuovo rotto?"

"Che i sopravvissuti ci siano sbattuti di sopra?"

"O magari gli ha dato un pugno…?"

"Impossibile!"

"Ma… anche voi avete visto il suo braccio!"

"Ed è per questo che non posso negarlo in modo definitivo. Che cos'è, un mostro?"

"Probabilmente dovranno amputare quel braccio."

Gli uomini ricordarono il braccio sinistro mutilato del superstite, e alcuni di loro si
trovarono di nuovo ad avere la nausea.

Il braccio sinistro dell'uomo in bianco era stato scuoiato all'osso fino al gomito. La carne
era stata letteralmente strappata dal suo corpo. Di per sé questo era incredibile, ma ben
presto accadde qualcosa di ancora più sconvolgente.

Quello stesso uomo stava adesso collaborando alle indagini come se niente fosse.

Bill Sullivan stava interrogando Ladd in un ospedale non molto lontano.

"Quindi, stai ammettendo le tue colpe?"

"Chi lo sa? Oh, per precisare, ho ucciso solo per autodifesa. Riconosco il tentativo di
dirottamento, ma ricordatevi quell'altra parte, intesi?"

"Uh, beh… Questo è meglio farlo sapere al tuo avvocato."

Bill si alzò per andarsene, quando Ladd fece improvvisamente una domanda.

"Hai mai sentito parlare di Huey Laforet?"

"Uhm, certo. È una celebrità, in un certo senso."

"Sai in che prigione lo stanno mandando?"

"Non è ancora stato deciso, ma se dovessi fare una scommessa, dico che probabilmente lo
spediranno ad Alcatraz."

"Davvero? Grazie."

"Certo… Prenditi cura di te. Ti presenteremo un tecnico di protesi prima del processo.

Così, Bill Sullivan lasciò la stanza.


'Alcatraz, eh? Non male, niente male davvero. Mi chiedo cosa debba fare per andare lì.
Heh.'

Immaginando il piacere che avrebbe provato nell'uccidere un immortale, Ladd si


addormentò con uno sguardo estasiato.

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Epilogo – I Terroristi Armati

Il nuovo assistente di Fred, il mago grigio, stava tranquillamente parlando tra sé.

"Accidenti. Quindi Ladd e Lua… non sono tornati. Anche se conoscendoli, dubito che siano
morti."

Era uno degli uomini in bianco, ma aveva chiesto a Fred di farlo passare per il suo
assistente quando la polizia era salita a bordo del treno, riuscendo a eludere la cattura. I
delinquenti intorno a lui lo guardarono, ma non potevano consegnarlo alla polizia, essendo
loro stessi dei criminali.

In seguito, cercò di contattare i loro amici incaricati di negoziare con la compagnia


ferroviaria. La compagnia aveva rifiutato la loro offerta sotto ogni punto di vista.
Sembrava che gli uomini in nero avessero minacciato il governo, che in qualche modo
aveva finito per fare pressione sulla compagnia ferroviaria. Non si aspettava che il piano
funzionasse davvero, ma era irritante sapere che dietro al fallimento c'erano gli uomini in
nero. Certo, era ancora vivo, e un uomo libero di camminare - più di quanto si potesse
dire per il resto della sua banda.

Non aveva dove andare, così finì alla clinica di Fred, a fare dei lavoretti per lui.

Sentendo borbottare l'ex uomo in bianco, Fred sorrise.

"Se sono ancora vivi, li vedrai di nuovo. Finché sei vivo, è… Pensaci, anche 'lui' cercava
qualcuno."

"Chi?"

"Un paziente che ho curato. Ho perso il treno perché ero impegnato a curarlo… mi è
costato un bel po' di fortuna. Il trattamento ha richiesto un bel po', e perfino la polizia è
stata coinvolta."

"La polizia?"

"Sì. Ero in macchina per andare a Chicago, quando ho visto una terribile esplosione in
lontananza…"

<=>

Goose era ancora vivo.


Era in qualche modo riuscito a venir fuori da quell'inferno ancora vivo.

'Mi rifiuto di morire così! Devo sopravvivere, e scoprire i segreti di Huey…'

Si trascinò lungo i binari, aggrappato alla vita dal filo della sua ossessione.

'I miei uomini devono essere qui da qualche parte. Dieci di loro erano incaricati a
negoziare con il governo da qualche altra parte. Ho visto il razzo di segnalazione spegnersi
quando ci siamo avvicinati al fiume. Il governo deve aver accettato il nostro accordo.
Merda! Devo resistere solo un altro po'! No, non è ancora finita. Con dieci uomini, posso
ancora ricostruire…'

Improvvisamente, un'ombra si lanciò sopra di lui.

"Ti stavo cercando, Goose."

'Finalmente, deve essere uno dei miei uomini…'

Alzò lo sguardo. Uno sputo gli volò in faccia.

"Cosa…?!"

Goose era sbalordito. Di fronte a lui c'era un uomo dal volto gravemente ustionato. Poteva
vedere cicatrici da ustioni su collo e mani, e all'uomo mancava anche un braccio. Era
anche un uomo che Goose conosceva molto bene.

"Neider…!"

Era l'uomo che aveva cercato di tradirlo prima dell'operazione, solo per essere stato incline
al contrario. Avrebbe dovuto essere stato coinvolto nell'esplosione e restare ucciso.

"Heh. Sono riuscito a sopravvivere usando un cadavere come scudo, ma sarei morto per
davvero se non fosse passato di lì un dottore… Anche se a questo punto, tutto quello che
posso fare è stare in piedi."

C'erano delle manette ai suoi polsi. Quando Goose si guardò intorno, notò finalmente che
c'erano diversi poliziotti lì vicino. Stavano cercando alla cieca tra i cespugli, come se non
avessero ancora notato la sua presenza.

"Stanno ispezionando la scena del crimine. Ho fatto un piccolo patto con loro, capisci? Io
dirò loro del nostro piano e di dove si sono tenuti i nostri negoziati, e loro mi lasceranno in
libertà vigilata. Certo, le persone non lo sapranno. Penso che insabbieranno del tutto
l'intero incidente."

"Bastardo…"

"Giusto! Hanno appena arrestato quei negoziatori che stavi aspettando. Peccato."

L'uomo ustionato si inginocchiò e si appoggiò al volto disperato di Goose.

"Dovevi uccidermi alla svelta quando ne hai avuto l'occasione. Ed è per questo che non sei
tagliato per fare il soldato." Disse Neider, con tutto il suo odio e la sua compassione nella
voce. "Povero bastardo abbandonato."

Neider lo guardò con freddezza. La testa di Goose scese in silenzio.


"Non andartene in giro da solo, Neider! Lo prenderemo come un tentativo di fuga! Uhm…?
Un superstite?!"

Come l'ufficiale si affrettò, Neider emise un sospiro.

"Penso sia morto poco fa."

Goose giaceva con il volto all'ingiù, pezzi di carne e un gran quantitativo di sangue
uscivano dalla sua bocca.

Neider voltò le spalle all'immobile uomo in nero, allontanandosi disinteressato.

"Ah, dannazione. Sono stanco di tutto questo. Come dovrei fare a seguire qualcuno che
sta praticamente chiedendo di essere ucciso? Non sono tagliato per questo. Forse me ne
torno in campagna ad aiutare il mio vecchio nei campi di grano…"

Il giovane terrorista non ricordava nemmeno più il volto di Goose.

Questo è, alla fine, tutto quello che Goose era riuscito a diventare.

Il pietoso cadavere, esposto all'agghiacciante brezza invernale, si raffreddò rapidamente.

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Epilogo - Delinquenti

L'indagine, per adesso, si era conclusa, lasciando temporaneamente il Flying Pussyfoot a


deposito.

A questo punto, quando perfino la polizia se ne andò, diverse figure rimasero


silenziosamente nelle carrozze.

"Questo non va bene."

"Non va bene per niente…"

il barista John e l'aiutante cuoco Fang erano responsabili di aver portato Jacuzzi e i suoi
amici sul treno. Se le cose fossero andate come da copione, sarebbero arrivati sani e salvi
a New York. Ma adesso si ritrovarono di fronte a una brutta situazione.

"Pensi che ci cacceranno?"

"Forse…"

Avevano praticamente rivelato le loro identità quando Jacuzzi si era ripreso il vagone
ristorante dagli uomini in nero. Il loro esperto trattamento delle armi da fuoco e la loro
alleanza con il giovane che aveva dichiarato il possesso del treno era cosa nota a tutti i
passeggeri nel vagone.

Erano riusciti ad evitare l'arresto perché nessuno aveva scoperto il furto, ma alla fine
avrebbero dovuto affrontare l'ira del capo cuoco. Almeno, questo era quello che
pensavano.

"E se ci licenzia?"
"Forse potremmo trovare lavoro nella casa delle api dove fa la cameriera mia sorella
maggiore."

"Cos'è questa storia delle api? E non avevi detto che hai fatto dei casini e sei stato
cacciato da Chinatown?"

"Anche mia sorella è stata cacciata, perché siamo della stessa famiglia. Così gli italiani
l'hanno accolta. Ho sentito che sta lavorando in uno speakeasy in un negozio di miele che
gestiscono." Disse Fang come se niente fosse. John guardò in aria.

"Uno speakeasy, eh. Forse saranno disposti a prendere anche un barista."

Con la fiacca domanda di John, su di loro cadde un silenzio inquieto.

Un potente aroma permeava la zona del bancone, abbastanza da far sobbalzare per
l'eccitamento gli stomaci vuoti dei due. Tutto quello che sentivano dalla cucina era il suono
del capo cuoco che mescolava una pentola di zuppa. Nella quiete, il suono del mestolo che
sbatteva contro la pentola serviva solo ad intensificare sia la loro fame che la loro paura.

Improvvisamente, il suono si fermò, poi si sentì la voce potente e ruggente del capo
cuoco.

"Voi due, a partire da domani, non dovrete più tornare qui."

John e Fang sospirano in un mezzo sollievo.

"Siamo licenziati?"

Si aspettavano qualcosa del genere, e tutta la preparazione psicologica aiutò i due a


sopportare l'impatto del licenziamento. Ma…

"L'intero vagone ristorante sta affondando."

"Cosa?"

"Signore?"

John e Fang furono presi alla sprovvista. Lo chef, però, imperterrito gli spiegò i fatti.

"Mi è stato detto che la società a cui paghiamo l'affitto farà finta che questo treno non sia
mai esistito. State perdendo il lavoro in modo che possano fingere che tutto questo casino
non sia mai accaduto. Lo stesso vale per me."

John e Fang si guardarono l'un l'altro sorpresi. Se perfino il loro capo stava venendo
licenziato, perché loro due erano stati scelti specificamente?

"Quindi, ecco il punto. Avete mai sentito dei Genoard? Una famiglia ricca sfondata del New
Jersey. Ho sentito che stanno cercando un cuoco e un barista. Andrò a chiedere alla sede
per un posto di lavoro, così voi due potrete andare a lavorare dal signor Genoard, per il
momento. Visto che sono abbastanza ricchi da assumere un barista, non penso che avrete
da lamentarvi."

Gli occhi di John e Fang divennero enormi. Il capo cuoco ignorò il loro shock e continuò.

"Non me ne frega niente con chi siete coinvolti, e a me sicuramente non importa nulla se
sono criminali. Ma garantirò personalmente per le vostre abilità da cuoco e da barista. Voi
due siete gli unici che mi sono venuti in mente quando mi hanno chiesto un cuoco e un
barista. Penso che il vostro datore di lavoro, al momento, sia a New York, quindi andateci
a fare un salto domani. Tutto chiaro?"

John e Fang furono costretti ad annuire dal tono di voce pesante dello chef. Ma in fondo, i
due erano molto felici di vedere di essere presi così in considerazione.

"Lo stufato è pronto. Finitelo prima di andare." Disse lo chef dalla cucina.

"Grazie per il cibo!" Dissero simultaneamente John e Fang. Tuttavia, i loro sorrisi furono
presto congelati dalle successive parole dello chef.

"Sono contento di sentirlo. Per un secondo ho pensato di dover buttare tutte le cento
porzioni di stufato. Visto che avete così generosamente accettato, mi aspetto che lo finiate
tutto. Se vedo una singola goccia rimasta nei piatti, farò il mio prossimo brodo con le
vostre mani."

<=>

"Ed ecco come siamo riusciti a portarti un regalo di pronta guarigione. Aprilo!"

"Lo prometto, è buono! Se non lo mangi, ti malediremo dalla tomba!"

John e Fang fecero dei sorrisi ovviamente falsi, stando dietro a una gigantesca pentola che
poteva facilmente pesare centinaia di chili.

"A-aiuto."

Dall'altro lato della gigantesca pentola di stufato c'era Jacuzzi, il quale. disteso su un letto,
sembrava come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro.

Si trovavano attualmente alla clinica medica di Fred. Jacuzzi sarebbe stato ricoverato per
ancora qualche giorno, ma avrebbe dovuto essere dimesso presto.

Nel letto accanto a quello di Jacuzzi c'era Jack, e ancora più in là Donny, che dormiva sul
pavimento russando rumorosamente. Era stato lui a portare la pentola fino a lì dopo aver
sentito la grave condizione di John e Fang, e, lungo la strada, si era mangiato circa una
ventina di porzioni.

Ma non sembrava che sarebbero stati a corto di stufato a breve termine. Forse c'era in
realtà più di un centinaio di porzioni.

Le uniche altre persone nella stanza erano Nice e Nick. In altre parole, i membri della
gang che erano stati sul treno erano tutti riuniti qui. Mentre discutevano cosa fare con lo
stufato in eccesso, iniziarono improvvisamente a sentire delle voci fuori dalla stanza.

"Cos'è? Ha un buon profumino."

"Ehi! Non arraffatevi il cibo! Datecene un po'!"

Gli amici di Jacuzzi, uno alla volta, iniziarono a sbucare dalla porta.

"Ragazzi!"

Jacuzzi si illuminò all'istante. Diversi membri della banda facevano parte della squadra
che, con le loro barche, aveva recuperato il carico che avevano gettato nel fiume.

"Ehi, Jacuzzi! Sai quelle bombe che avete preso? Abbiamo fatto degli accordi di sottobanco
con un minatore che conosco e un regista di Hollywood! E indovina? Abbiamo fatto una
fortuna! Centomila dollari! Ci credi?!"

"Abbiamo anche sventrato le granate di ceramica e vendute per duecento dollari l'una."

Invece di preoccuparsi delle sue ferite, gli amici di Jacuzzi si concentrarono sulle loro
finanze. E Jacuzzi li amava per questo.

"Sono così contento di sentirlo!"

"Ma Jacuzzi? Non puoi più tornare a Chicago." Disse in modo diretto uno dei suoi amici,
tracannando il suo stufato.

"Eh?"

"Ho sentito che la mafia ha trovato casa tua. Ti faranno fuori non appena ti ci avvicinerai."

"C-cosa?!"

Il suo volto divenne di un rosso brillante.

"Già che ci siamo, perché non ci trasferiamo a New York? Ho sentito che gli altri ci
seguiranno presto."

"Ah, l-lo fai sembrare così facile…"

Gli amici di Jacuzzi ignorarono i suoi occhi pieni di lacrime e passarono ad un argomento
più piacevole.

"Oh giusto, Jacuzzi! Mi credi se ti dico che una bellissima ragazza è venuta giù dal cielo?"

"Stava cercando di suicidarsi?"

"Non essere stupido! Stavamo raccogliendo il carico che avete gettato! Quando l'abbiamo
vista venire fuori dall'acqua, aggrappata a una delle casse! Questa meravigliosa ragazza
che si è fatta male alle spalle! Le abbiamo detto che saremo andati a New York, così ha
detto che si sarebbe unita a noi! È il tipo di ragazza molto tranquilla e intelligente. Il
dottore ha curato anche lei."

"Uh, davvero? Forse era una dei passeggeri del treno."

Pensò Jacuzzi per un momento, poi allargò la bocca in un sorriso.

"Mi piacerebbe salutarla, se è tutto a posto."

"Certo. Entra, Chane!"

Quando la bellissima donna in abito nero entrò nella stanza, Jacuzzi accolse la sua nuova
amica con un sorriso mentre Nice e Nick fecero cadere i loro piatti di stufato.
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Epilogo - Flying Pussyfoot

Alcuni Giorni Dopo, Da Qualche Parte A New York.

"E cosa ci hai guadagnato comprando tutti quei biglietti con la metà dei tuoi soldi?"

Fu da qualche parte a Chinatown che questa domanda venne posta a Rachel, mischiata al
suono dei telefoni che squillavano.

La sua risposta fu abbastanza forte da superare il rumoroso sottofondo.

"Non sono molto sicura. Ero semplicemente… stanca."

Stranamente per Rachel, stava usando un tono di voce piuttosto formale. Al momento
stava parlando con il suo acquirente, il Presidente dell'agenzia di informazioni.

Anche se la faccia del Presidente era oscurata dalle cataste di carte, Rachel non riusciva a
liberarsi dalla sensazione di disagio che egli stesse sorridendo.

"Bene, suppongo che stia a te se fare uso o meno di questa esperienza."

"Ad essere sincera, mi pento solo di non aver picchiato quel porco con le mie mani." Disse
amaramente lei.

"Ho un po' di informazioni sul seguito di quell'incidente. Ti interessa ascoltare? Offre la


casa." Disse il mediatore senza volto.

"Mi rifiuto di accettarlo! Farò causa a tutti loro, mi avete sentito?! Riceverò un risarcimento
per i miei biglietti, porterò la giustizia a quella maledetta scimmia e a quello sporco
irlandese!"

Il paffuto uomo con i baffi sbuffò, le sue narici si allargarono. Una volta ripreso conoscenza
dopo che Claire gli aveva dislocato le spalle, si era rintanato in un bagno, tremando di
paura. Una volta che tutto si era placato, fu infine ritrovato dalla polizia. Le sue urla di
dolore mentre gli venivano rimesse a posto le spalle fecero scoppiare a ridere i passeggeri
del vagone ristorante.

Per quest'uomo, un dirigente di una grande compagnia ferroviaria, questa umiliazione era
intollerabile. Stava per citare in giudizio la Nebula, la società proprietaria del Flying
Pussyfoot, quando venne interrotto.

A guardare dall'alto l'uomo baffuto nella sala di ricevimento della Nebula c'era un dirigente
di mezza età con un sorriso inespressivo sul volto.

"Questa è una vera disgrazia, Signor Turner. Come può vedere, abbiamo già fornito un
ampio risarcimento per questo incidente. E sono sicuro che il danno che esso potrebbe
causare all'immagine delle ferrovie danneggerà anche lei."

"Non mi importa! Non è una questione di soldi - è questione di orgoglio!"


Improvvisamente, squillò il telefono.

"Mi dispiace interromperla, Signor Turner, ma credo che questa telefonata sia per lei."

Il maiale baffuto afferrò il ricevitore dal dirigente inespressivo.

"Sono io! Cosa vu…"

La faccia di Turner cambiò del tutto quando la sua carnagione impallidì e sudori freddi
iniziarono a correre lungo il suo volto mentre continuava la conversazione. Posò presto il
ricevitore e guardò impotente il dirigente.

"Vi abbassereste a tal punto per l'intervento di un politico…"

"Anche il Senatore Beriam vuole mantenere segreto l'incidente, capite. Di questi tempi è
impossibile cancellare del tutto le tracce di un avvenimento, ma è possibile nasconderlo.
Non ci sono state vittime tra i passeggeri, quindi non vogliamo peggiorare la situazione."

"Sì, ma…"

"Signor Turner. Capisco che, in passato, ha incolpato un macchinista di un incidente. È


perfettamente possibile, per noi, avere la collaborazione di quel macchinista per
testimoniare a suo nome. Sono sicuro che troveranno il coraggio di dire la verità, una
volta che gli avremmo presentato le giuste condizioni."

Turner, l'uomo baffuto, impallidì e uscì dalla stanza.

Come egli uscì dalla porta, il dirigente gli girò delle parole di commiato.

"Ha mai sentito di una cosa chiamata karma, Signor Turner? Lei è diventato una spina nel
fianco del senatore. Se non sta attento, la sua compagnia potrebbe finire per
abbandonarla…"

"Questo è quanto mi è stato detto che è successo. Ti senti meglio, Rachel?"

"Signore, come è riuscito ad ottenere questa informazione?"

"Sono io che ho venduto le informazioni sul passato del Signor Turner al dirigente. Ci
siamo accordati su un piccolo scambio, come puoi vedere." Anche se i telefoni di
sottofondo rischiavano di superare la sua voce, arrivò intatta a Rachel. "Le informazioni,
vedi, se ne staranno lì a marcire se non si usano. È come per le abilità di un mastro
artigiano. Anche se devo scusarmi per aver usato informazioni inerenti al tuo passato
senza permesso."

Rachel stette in silenzio per un momento, prima di rivolgersi finalmente all'uomo dietro le
pile di carte.

"Potrei… da ora in avanti, far carico sulla compagnia per le mie spese di viaggio? Non ho
un motivo in particolare, ma ho deciso di smettere di fare la clandestina."

"Non c'è nessun problema. Fare qualcosa senza un motivo in particolare è qualcosa di
molto importante, lo sai. Penso sia una cosa meravigliosa fidarsi dei propri sentimenti."

Per un momento, la voce dietro alle carte suonò terribilmente diversa da quella di un
mediatore di informazioni. Poi aggiunse:
"Ovviamente, non dimenticare le ricevute."

<=>

L'influenza politica del Senatore Beriam e il potere finanziario della Nebula furono
abbastanza per fare in modo che l'incidente del Flying Pussyfoot non fosse mai
ufficialmente accaduto. Ci fu una vittima tra i civili- un conducente rinvenuto nelle fogne di
Chicago. Il criminale doveva essere ancora catturato. Perfino la polizia non si sforzò nelle
ricerche quindi, alla fine, l'omicidio venne giudicato estraneo all'incidente del treno.

L'esecutore era già morto.

Il cadavere senza volto scoperto nella cabina del conducente fu ritenuto essere quello di
Claire Stanfield.

Con l'eccezione della locomotiva, il treno venne abbandonato. Le vetture furono


silenziosamente collocate in un parco nella periferia della città.

Stranamente, mancava una parte del treno. Una parte del tetto dell'ultima carrozza era
stato strappato via da qualcuno.

Infine, il 5 dicembre del 1933.

In questo giorno, quando venne annunciata la decisione di abolire il proibizionismo, il


treno fu distrutto da una folla in festa, scomparendo in un mucchio di rottami il giorno
successivo.

Il Flying Pussyfoot è stato un treno che ha attraversato tutta l'America durante il periodo
del proibizionismo.

In netto contrasto con la fine di quest'ultimo, il treno incontrò una fine piuttosto solitaria.

La scena dell'incidente fu sepolta nell'oscurità, e nessuno avrebbe saputo da dove era


stata portata.

Cioè, con l'eccezione della lettera strappata dal tetto.

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