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Impugnare la penna

Per molti tenere in mano una penna o una matita è il gesto


ricorrente di ogni giorno ma se ci fate caso molti adulti e,
purtroppo, tanti bambini, la tengono con una posizione
scorretta, impugnandola nei modi più strani.

L'uso sbagliato può creare eccessivo affaticamento nella visione,


danni ai muscoli ed alle articolazioni, danni che con abitudini
sbagliate protratte nel tempo, assumono caratteristiche
permanenti.
Lo stress nervoso (dei nervi) e muscolare portano alla lunga a
dolori che possono interessare non soltanto le dita ma la mano
intera, l'avambraccio, il braccio e perfino la spalla. (il gesto della
scrittura parte dalla spalla).

Una ricerca condotta dall'Albo d'Optometristi,


http://www.federottica.com/impugnatura.htm , partendo da un analisi dei
movimenti della mano durante la scrittura, ha evidenziato come
impugnature considerate accettabili ed innocue possano
contribuire allo sviluppo di problemi visivi, soprattutto per la
copertura parziale o totale di ciò che si scrive.

L'impugnatura con pollice in avanti nasconde lo scritto, obbligando il ragazzo ad avvicinarsi a


lato.
L'impugnatura pollice interno nei mancini , unita alla flessione del polso può causare
eccessiva tensione ai tendini.
Impugnatura troppo in punta e la presenza di archetto da tensione causano problemi visivi e
tendinei
La ricerca condotta su un campione di più di 100 ragazzi ha evidenziato che solo il 9%
scriveva con un'impugnatura corretta, quasi il 60% con l'impugnatura pollice in avanti.

Anche stringere troppo la penna, in USA "death grip", oltre a creare vesciche alle dita e
crampi alla mano, può danneggiare l'attività dei tendini flessori delle dita fino a causare
problemi all'articolazione del polso.

E' chiaro che il modo con cui si tiene la penna influisce sulla qualità della grafia causando
variazioni della pressione e rallentamento della velocità.
Sappiamo bene che la scrittura faticosa e la lentezza portano facilmente a fare odiare ai
ragazzi il gusto di scrivere.
I ragazzi non portano nessuna attenzione a questo problema (e poco anche gli insegnanti) e
quasi si fanno vanto di scrivere "originale", come se fosse un modo di distinzione dalla
massa.

Il problema di una corretta impugnatura dovrebbe essere preso in seria considerazione non
soltanto al momento dell'apprendimento della scrittura, quando il bambino deve compiere per
scrivere due distinti movimenti: tenere in mano la penna ed eseguire le figure delle lettere,
ma anche nel momento della presa in mano del pennello o del matitone per disegnare.
Non bisognerebbe, infatti, dimenticare che per introdurre i ragazzi alla scrittura è necessario
insegnare le varie regole della "giusta posizione del corpo, delle mani e dell'impugnatura della
matita o della penna".
Bisogna imparare ad usare le tre dita a tenere la penna con mano ferma e leggera, a 2 cm
dalla punta, per poterla vedere e farla scorrere senza inclinare di lato la testa o il busto.
Impugnarla con i polpastrelli di pollice, indice e medio compiendo i movimenti necessari solo
con le dita. Per muovere una biro non si devono usare grandi masse muscolari (avambraccio,
braccio o addirittura spalla).

Dimmi come scrivi, e ti dirò che vista hai


Evi Crotti

Due importanti neurologi (Penfield e Rasmussen) evidenziarono l’ampia zona cerebrale dedicata, sia a livello
sensitivo che motorio, alla mano che, tra l’altro, è molto sproporzionata rispetto a quella che controlla le altre
parti del corpo. Questa caratteristica, propria del genere umano, rende possibile attività raffinate, basti
pensare alla leggiadria delle mani di un pianista, o alle più semplici attività quotidiane d’ufficio come la
velocità delle dita nel battere sulla tastiera del computer. Alcune persone, pur possedendo queste
potenzialità e capacità innate di gestire movimenti fini sulla punta delle dita, scompongono il movimento
necessario nell’atto della scrittura, andando ad interessare porzioni più alte dell’arto superiore sicuramente
meno raffinate e precise, disperdendo energia inutilmente ma soprattutto squilibrando il comportamento
visivo.
Nella sequenza di foto, qui accanto, si può notare lo spostamento del corpo a lato quando il movimento di
scrittura parte dalla spalla o dal gomito per controbilanciare il peso dell’arto sospeso. Questa inclinazione del
corpo se superiore a 20° rispetto alla perpendicolare ideale rischia di provocare una riduzione d’illuminazione
maggiore del 12% sull’occhio opposto alla mano di scrittura. Ciò crea un’interferenza che potrebbe favorire
una soppressione parziale o totale della capacità di vedere con entrambi gli occhi insieme (la binocularità),
favorendo l’instaurarsi di problemi visivi assimmetrici come un difetto visivo maggiore su un occhio
(anisoametropia) o una diversa efficienza funzionale nei due occhi (diversa ampiezza accomodativa
monoculare o limitazione nell’ampiezza dei movimenti fini degli occhi). Questo modo grossolano d’agire è da
considerarsi una regressione o una parziale maturazione della capacità di gestire i movimenti fini delle dita
nell’atto della scrittura. Infatti, se il bimbo piccolo inizialmente disegna grossolanamente facendo partire il
movimento dalla spalla, nel tempo maturerà la capacità di localizzare i movimenti in porzioni sempre più
distali (spallagomitopolsodita) permettendo la progressiva miniaturizzazione della scrittura fino ad arrivare a
scrivere nei quadretti piccoli.
Per favorire questo processo di maturazione della coordinazione oculomanuale è molto importante che nella
scuola materna si effettuino, attraverso il pregrafismo e la prescrittura, attività didattiche che favoriranno
anche la maturazione d’una corretta impugnatura. Se noi adulti abbiamo avuto un’educazione indotta dall’uso
del pennino che ci educava ad impugnare ad una distanza corretta, calibrando la pressione sulla punta, con
l’avvento della penna a sfera, che ha permesso di avvicinarsi molto alla punta, i nostri ragazzi sono stati
lasciati liberi di scegliere, senza alcuna indicazione di correttezza. Questa libertà ha generato impugnature
considerate comunemente normali che nascondendo ciò che si scrive costringono il soggetto ad inclinarsi a
lato e a ridurre la distanza dal foglio comprimendo asimmetricamente la visione.
Una ricerca condotta dall’Albo d’Optometristi ha classificato i tipi più comuni di impugnatura. Vediamoli.
Impugnatura a morso
Esprime il bisogno di aumentare il contatto per ridurre la tensione. Bambini che spesso per l’eccessiva
tensione che vivono alternano la visione monocularmente, spostando ritmicamente il corpo come il pendolo
di un orologio. Per ridurre l’impegno visivo attuano una precisa strategia: sospendendo la binocularità
risparmiano energia.
Impugnatura del fumatore
Manifesta la ricerca di emergere, di differenziarsi dal gruppo "scimmiottando" i più grandi che fumano.
Impugnatura pollice in avanti
Rappresenta una regressione o una non completa maturazione dei movimenti fini delle dita.
E’ la fase di evoluzione precedente all’opposizione pollice indice (presa del cucchiaio). E’ da notare nella foto
l’archetto di tensione sull’indice che, bloccando il movimento delle dita, sposterà il movimento sul polso,
facendo anche dolere le dita alla fine del compito.
Impugnatura pollice interno
Presa caratteristica di chi ha le dita lunghe e non sa dove metterle o chi è mancino e deve vedere ciò che
scrive flettendo anche il polso.
La ricerca condotta su un campione di più di 100 ragazzi ha evidenziato che solo il 9% scriveva con
un’impugnatura corretta, quasi il 60% con l’impugnatura pollice in avanti.
Quale è l’impugnatura corretta ? L’impugnatura corretta per una buona visione studiata con il contributo di
grafologi e di ottici optometristi facilitata da un matitone triangolare è definita: "a triangolo equilatero",
quando i polpastrelli delle tre dita si appoggiano morbidamente in punta su ogni faccia; "a triangolo isoscele",
quando la falangetta del medio piegandosi forma un lato d’appoggio più lungo; "a due dita" dalla punta e
senza archetto di tensione.
Tre esercizi
Vediamo infine alcuni semplici esercizi per una corretta impugnatura a tutela di una visione efficiente, che
potranno essere proposti in forma di gioco anche da insegnanti e genitori.
La sequenza acquista la sua forza didattica, basandosi sull’acquisizione visiva di semplici gesti che
sicuramente permarranno a lungo nella memoria dei ragazzi. Si tratta di gesti evocativi d’immagini già
vissute piacevolmente dal bambino che rendono più incisivo e permanente il progetto educativo, dato che
l’83% dell’apprendimento passa dalla visione.
1) Partiamo dall’esecuzione di un gesto magico "il numero 3" con la mano di scrittura. Il gesto sarà ripetuto
spesso dal bambino, proprio nell’età in cui inizia a scarabocchiare, e permette di acquisire facilmente la
posizione base di partenza: pollice, indice e medio completamente distesi; anulare e mignolo flessi sul palmo
della mano.
2) Depositiamo la matita nella "valle incantata" valle tra pollice ed indice che ricorda piacevolmente il cartone
animato dei piccoli dinosauri e facciamo scivolare la matita in questa valle come se suonassimo il violino.
Questo esercizio di sfregamento è importantissimo per far apprendere attraverso il senso propriocettivo la
corretta posizione di scorrimento del matitone nell’atto della scrittura.
3) Ora chiudiamo le tre dita pollice, indice e medio come "le fauci di un leone" in modo armonico e dolce
ponendo la punta dei polpastrelli sulle tre facce del matitone e scivoliamo pian piano verso la punta della
matita fino ad arrivare a "due dita dalla punta".

(l'autrice è Direttrice dell'Istituto di grafologia, Milano) (da Salute di Repubblica)

Corretta impugnatura per una buona visione


E' molto importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad una corretta impugnatura

Solo poche generazioni fa, genitori ed insegnanti erano attenti a richiamare i ragazzi a mantenere una postura corretta e ad
impugnare correttamente la penna, quando sedevano nei banchi. Il richiamo "Stai diritto e scrivi bene!" era efficace sugli
scolari, anche se l'imposizione era un po’ troppo autoritaria. I banchi inclinati facilitavano la posizione e una educazione
dell'impugnatura della penna era indotta, dall'uso dei pennini o stilografiche che sporcavano le dita d'inchiostro.

In questi ultimi decenni il concetto di postura corretta è andato sempre affievolendosi benché sia notevolmente aumentato il
numero di bambini e adolescenti che frequentano palestre, seguono corsi di educazione fisica, praticano discipline sportive.
A casa e a scuola i ragazzi studiano spesso in posizioni inclinate e ravvicinate, impugnando la penna con prese scorrette
che, coprendo troppo spesso la punta, li obbligano a ruotare il quaderno di 90° per vedere cosa stanno scrivendo.

L’esperienza degli incontri-laboratori nelle scuole medie della P.E.A.V. ha inoltre evidenziato la scelta sempre più frequente
di molti alunni di scrivere in stampatello, preferendolo al proprio corsivo che troppo spesso li penalizza nei giudizi finali dei
propri insegnanti. Il ragazzo che scrive male, matura un giudizio negativo sulla sua calligrafia, al punto di non riconoscersi in
essa; per evitare i continui giudizi negativi degli adulti, regredisce scegliendo la scrittura in stampatello, di più facile
esecuzione e più ordinata, anche se più anonima e meno espressiva di quello che lui veramente è interiormente.

E' quindi molto importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad una corretta impugnatura, sia per prevenire gli
atteggiamenti posturali scorretti, sia per maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in corsivo, chiara espressione di
autostima e di una propria personalità.

La corretta impostazione e localizzazione dei movimenti necessari alla scrittura, avviene maturando o riattivando semplici
gesti, che spesso la tensione o la non informazione hanno reso innaturali.

Gli esercizi che potete vedere sul sito della P.E.A.V. sono promossi durante gli incontri gratuiti nelle scuole da parte degli
ottici optometristi che aderiscono alla campagna e rappresentano una valida proposta operativa, comprovata dallo studio
dell'ottico optometrista Giorgio Bollani su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.

Giorgio Bollani, Ottico Optometrista e consulente scolastico

La campagna P.E.A.V., oltre a informare genitori e insegnanti sulla


necessità di prevenire le cattive abitudini visive che i bambini
contraggono sui banchi di scuola, si impegna a dettare i criteri da seguire
per la produzione e la scelta di materiale scolastico idoneo a una visione
corretta.
Quaderni salvavista

Numerose ricerche di mercato hanno evidenziato che quaderni e block


notes sono utilizzati per scrivere e leggere soprattutto nel periodo d’età
dai 6 ai 18 anni, per poi essere sostituiti gradualmente da libri e
computer. Alle elementari l’utilizzo del quaderno varia dalle 4-6 ore al
giorno, alle medie e alle superiori può raggiungere le 7 ore al giorno.
Questo lungo periodo scolastico e di crescita coincide con una
significativa tendenza ad incrementare i difetti visivi di natura refrattiva
e funzionale (miopia, ipermetropia, astigmatismo, astenopia,
affaticamento visivo), che, se non opportunamente e tempestivamente
corretti, possono incidere negativamente anche sul rendimento
scolastico.
Un comportamento visivo adeguato e la correzione di eventuali difetti
della vista sono perciò alla base di uno sviluppo equilibrato della visione.

Per questo il P.E.A.V. in collaborazione con Blasetti, ha studiato le


soluzioni tecnico-produttive applicate alla realizzazione di quaderni
rispondenti a caratteristiche di compatibilità e adeguatezza
optometriche.

I QUADERNI, identificabili dal marchio “OBIETTIVO VISIONE SICURA” , sono


stati studiati e testati per garantire un’alta qualità del materiale, per
favorire un’efficiente visione e soprattutto sono i primi al mondo a
riportare al loro interno alcune pagine dedicate alle “Regole e la Ginnastica per
una buona visione”.
L’obiettivo finale della ricerca è il raggiungimento di una visione sicura,
per ridurre le tendenze e le progressioni adattive, come la miopia
scolastica, migliorando così l’efficienza scolastica e facilitando
l’apprendimento.

La qualità delle componenti e caratteristiche principali dei quaderni


influiscono sulla corretta visione.
P.E.A.V. in collaborazione con Blasetti, ha condotto numerosi test di
laboratorio determinando le principali caratteristiche ottico-optometriche
di una nuova ‘generazione’ di quaderni certificati da marchio “OBIETTIVO
VISIONE SICURA”:

• Il grado di trasparenza dei fogli non deve lasciare trasparire la rigatura


e lo scritto dei fogli sottostanti.

• La grammatura dei fogli (60-80-100) deve essere scelta in rapporto


alla pressione esercitata dal singolo studente durante la scrittura, per
evitare interferenze visive sullo scritto e sulla lettura nei fogli successivi.

• La collatura della carta deve essere di qualità, per evitare che


l’inchiostro tenda a espandersi creando un fastidioso effetto alone
intorno al segno della penna o possa sbavarsi al passaggio del dorso
della mano duarnte la scrittura.
• Lo sfondo della pagina deve essere il più bianco e il più omogeneo
possibile, in modo da facilitare il contrasto tra sfondo/scritto e tra
sfondo/rigatura e permettere una confortevole percezione visiva anche
in caso di illuminazione insufficiente.

• Il colore delle righe deve essere grigio e non deve superare lo 0.2 mm;
linee troppo marcate, soprattutto nei fogli a quadretti, potrebbero
determinare la percezione disturbante di un ‘affollamento’ delle
immagini.

• La posizione della rigatura tra il fronte e il retro del foglio deve


coincidere il più possibile per non rischiare di creare una rigatura
secondaria soprattutto in caso di trasparenza del foglio per insufficiente
opacità e grammatura leggera.

• La presenza di aloni e linee frammentate non è tollerata, dato che


produce una variazione dello sfondo non regolare, percepita dalla
corteccia visiva come un’ulteriore figura che andrà a interferire sulla
lettura dello scritto, generando un inutile affaticamento visivo.

• La presenza di semplici consigli e esercizi visivi riportati all’interno


favorisce il raggiungimento di una visione sicura.

I responsabili della P.E.A.V., oltre a informare genitori e insegnanti sulla


necessità di prevenire le cattive abitudini visive che i bambini
contraggono sui banchi di scuola, si impegna a certificare i criteri da
seguire per la produzione e la scelta di materiale scolastico idoneo a una
visione corretta.

Una matita per ogni età


P.E.A.V. in collaborazione con Staetler promuove la nuova linea di matite
e penne a sezione triangolare Triplus, le cui caratteristiche ergonomiche
a sezione triangolare si sposano perfettamente con il protocollo di
esercizi promosso nell’ambito delle conferenze nelle scuole, permettendo
di acquisire un’impugnatura idonea che non vada a coprire ciò che si
scrive favorendo così una corretta visione.
Infatti, la ricerca condotta dai responsabili di P.E.A.V. su un campione di
più di 200 ragazzi evidenzia che solo il 9% scrive con un’impugnatura
corretta e quasi il 60% con l’impugnatura scorrettissima pollice in avanti.

L’impugnatura corretta per una buona visione, studiata con il contributo di grafologi
e Ottici Optometristi, è definita:

A triangolo equilatero: quando i polpastrelli delle tre dita si appoggiano


morbidamente in punta su ogni faccia.

A triangolo isoscele: quando la falangetta del medio piegandosi forma un


lato d’appoggio più lungo.

Ma soprattutto a due dita dalla punta e senza archetto di tensione.


L’impugnatura corretta viene facilitata dall’utilizzo di un matitone
triangolare e da semplici esercizi studiati e promossi dagli ottici optometristi del progetto
educazione alla Visione.

La linea dedicata ai bambini propone:

 Matitone a diametro 10 mm con mina molto resistente 6 mm per


bambini degli asili nido, scuole materne e primi anni delle
elementari.

 Matite a fusto triangolare medio con mina da 4 a 2.5 mm di durezza


media HB2 studiata per favorire nelle scuole elementari
un’impugnatura corretta.

 Matite a fusto triangolare slim con mina 2 mm di durezza media HB


2 per una scrittura scorrevole e sottile per il secondo ciclo delle
elementari (quarta e quinta classe), medie e superiori.

 Penne a sagoma triangolare con pratico distanziatore delle dita


sulla punta, disponibili sia ad inchiostro liquido con punta roller
(media-fine) che ad inchiostro pigmentato con punta sintetica
superfine rinforzata in metallo.

P.E.A.V. ha ideato semplici esercizi propedeutici per una corretta


impugnatura, che potranno essere proposti in forma di gioco anche da
insegnanti e genitori.
La sequenza acquista la sua forza didattica, basandosi sull’acquisizione
visiva di semplici GESTI che sicuramente permarranno a lungo nella
memoria dei ragazzi.

1) Partiamo dall’esecuzione di un gesto magico “il numero TRE” con la


mano di scrittura.
Questo gesto sarà ripetuto spesso dal bambino, proprio nell’età dove
inizia a scarabocchiare, e permette di acquisire facilmente la posizione
base di partenza:

 Pollice, indice e medio completamente distesi


 Anulare e mignolo flessi sul palmo della mano

2) Depositiamo la matita nella “VALLE INCANTATA” valle tra pollice ed


indice che ricorda piacevolmente il cartone animato dei piccoli dinosauri
e facciamo scivolare la matita in questa valle come se suonassimo il
“VIOLINO ZIU-ZIU”.
Questo esercizio di sfregamento è importantissimo per far apprendere
attraverso il senso propriocettivo la corretta posizione di scorrimento del
matitone nell’atto della scrittura.
3) Ora chiudiamo le tre dita pollice, indice e medio come “LE FAUCI DI
UN LEONE” in modo armonico e dolce ponendo la punta dei polpastrelli
sulle tre facce del matitone e scivoliamo pian pian verso la punta della
matita fino ad arrivare a “DUE DITA DALLA PUNTA”.

Gesti evocativi di immagini già vissute piacevolmente dal bambino che


rendono più incisivo e permanente il progetto educativo, dato che l’83%
dell’apprendimento passa dalla visione.
Per un protocollo di esercizi ancora più dettagliato leggi l'articolo

"Una corretta impugnatura per favorire una corretta visione e l'uso del
corsivo"

UNA CORRETTA IMPUGNATURA

PER FAVORIRE UNA BUONA VISIONE E L'USO DEL CORSIVO

Testo e foto di Giorgio Bollani Ottico Optometrista e consulente scolastico

Un punto importante per il mantenimento di un equilibrato comportamento


durante lo studio, è il ripristino di una corretta impugnatura della penna-matita,
che non vada a nascondere ciò che si scrive, obbligando le persone a posizioni
troppo ravvicinate e inclinate, con rotazioni anche di 90° del quaderno per riuscire
a vedere ciò che stanno scrivendo. Inoltre è sempre più frequente la scelta di
molti alunni di scrivere in stampatello, preferendolo al proprio corsivo che troppo
spesso li penalizza nei giudizi finali dei propri insegnanti. E' quindi molto
importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad una corretta
impugnatura, sia per prevenire gli atteggiamenti posturali scorretti, sia per
maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in corsivo, chiara espressione di
autostima e di una propria personalità.

Guida veloce agli argomenti trattati in quest'articolo:

1. L'importanza di recuperare una corretta impugnatura per favorire la visione e l'uso del corsivo.
2. Recupero della flessibilità delle dita della mano.
3. Ricerca della massima distensione e flessione delle dita.
4. Coordinazione delle tre dita nella presa di una perlina.
5. Raggiungimento di una presa corretta della matita-penna:triangolo isoscele -triangolo equilatero.
6. L'utilizzo della massima compressione per raggiungere la massima distensione.
7. Localizzazione propriocettiva della matita-penna nell’incavo pollice-indice.
8. Un cerchio e una spirale per recuperare una fluida coordinazione occhio-mano.
9. Ricerca dell'automatizzazione attraverso la ripetizione controllata.
10. Conclusioni

Per ulteriori approfondimenti contattare: info@otticabollani.it


Introduzione

L'importanza di recuperare una corretta impugnatura per favorire la


visione e l'uso del corsivo.

Solo poche generazioni fa, genitori ed insegnanti erano attenti a richiamare i


ragazzi a mantenere una postura corretta e ad impugnare correttamente la
penna, quando sedevano nei banchi. Il richiamo "Stai diritto e scrivi bene!" era
efficace sugli scolari, anche se l'imposizione era un po’ troppo autoritaria. I
banchi inclinati facilitavano la posizione e una educazione
dell'impugnatura della penna era indotta, dall'uso dei pennini o
stilografiche che sporcavano le dita d'inchiostro.

In questi ultimi decenni il concetto di postura corretta è andato sempre


affievolendosi benché sia notevolmente aumentato il numero di bambini e
adolescenti che frequentano palestre, seguono corsi di educazione fisica,
praticano discipline sportive. A casa e a scuola i ragazzi studiano spesso in
posizioni inclinate e ravvicinate, impugnando la penna con prese
scorrette che coprendo troppo spesso la punta, li obbliga a ruotare il
quaderno di 90° per vedere cosa stanno scrivendo.

L’esperienza degli incontri-laboratori nelle scuole medie della P.E.A.V. ha inoltre


evidenziato la scelta sempre più frequente di molti alunni di scrivere in
stampatello, preferendolo al proprio corsivo che troppo spesso li
penalizza nei giudizi finali dei propri insegnanti. Il ragazzo che scrive male,
matura un giudizio negativo sulla sua calligrafia, al punto di non riconoscersi in
essa; per evitare i continui giudizi negativi degli adulti, regredisce scegliendo la
scrittura in stampatello, di più facile esecuzione e più ordinata, anche se
più anonima e meno espressiva di quello che lui veramente è
interiormente.

E' quindi molto importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad
una corretta impugnatura, sia per prevenire gli atteggiamenti posturali
scorretti, sia per maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in
corsivo, chiara espressione di autostima e di una propria personalità.

La corretta impostazione e localizzazione dei movimenti necessari alla scrittura,


avviene maturando o riattivando semplici gesti, che spesso la tensione o la non
informazione hanno reso innaturali.

Gli esercizi che seguono sono solo una proposta, comprovata dallo studio
del responsabile della P.E.A.V. su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.

Per un ulteriore approfondimento sulle tipologie d'impugnatura visita:


www.peav.it/impugnature.html
1° esercizio: recupero della flessibilità delle dita della mano.

Controllare se i movimenti di flessione e distensione delle coppie pollice-


indice e pollice-medio sono possibili, verificando che non ci siano lesioni
limitanti o invalidanti alla mano.

Se i movimenti risultano poco mobili, assistere manualmente il movimento di


flessione e distensione, prima singolarmente e poi per coppie di dita, agendo con
un massaggio delicato di chiusura-apertura sempre più stretto. Questo
esercizio di recupero della flessibilità, deve essere effettuato inizialmente con
l’aiuto del terapista e poi autonomamente utilizzando la mano non di scrittura
ponendo il pollice sul dorso della mano e l’indice e il medio sulla punta
delle dita da flettere.
2° esercizio: ricerca della massima distensione e flessione delle dita

Distensione e flessione massima delle coppie di dita tenendo una


perlina di circa 6 mm di diametro tra i due polpastrelli, utilizzando i
fori come base per la presa. Spesso l'esercizio non riesce, per un
irrigidimento da tensione, evidenziabile nella rotazione della perlina o
nell'incapacità di coordinare la flessione del pollice con l'altro dito, tenendo un
oggetto. Per arrivare all'obiettivo prefissato, è possibile inizialmente
utilizzare piccoli pezzetti di cartone sempre più spessi o monete da 1
euro impilate, per poi ritentare con la perlina. L'esecuzione dell'esercizio deve
essere fluida e senza tensioni: le dita devono compiere flessione e distensione
massima, la perlina non deve ruotare e la pressione deve essere leggera. Nel
caso si evidenzi una pressione eccessiva delle dita sulla perlina, evidenziare al
soggetto, le inevitabili impronte dei buchi sui polpastrelli e/o l'effetto ad
archetto delle dita.

3° esercizio: coordinazione delle tre dita nella presa della perlina

Posizionare la perlina su palmo della mano non di scrittura o su un piano, e


partendo dall'alto mimare con le tre dita indice, pollice e medio la
bocca del leone che sbadiglia e ruggisce (o della tenaglia della gru)
che si apre e si chiude andando a prendere nella sua morsa finale la
perlina. In questo esercizio bisogna enfatizzare 4 punti importanti:

 La distensione delle tre dita


 La flessione contemporanea delle tre dita
 Il contatto delicato e contemporaneo, che i polpastrelli devono avere
tra loro
 La delicatezza della presa finale sulla perlina

I bambini spesso eseguono la chiusura tenendo le dita tese, allora si


può commentare: "Ma stai facendo la papera, non il leone (o la gru
meccanica)!" si può enfatizzare la negatività di tale tensione, mimando il
gesto anche con il classico suono "Qua, qua". Logicamente secondo l'età,
sceglieremo la similitudine più appropriata per stimolare ad eseguire l'esercizio
correttamente.

La delicatezza e precisione del contatto, della presa finale sulla perlina con
successivo spostamento, sono da enfatizzare dicendo al soggetto di usare solo
l'energia necessaria: "La presa contemporanea con la punta dei polpastrelli,
deve essere delicatissima".

L’esercizio si può rendere più piacevole utilizzando piccoli dolcetti, la


riuscita corretta dell’esercizio sarà così dolcemente premiata.
4° esercizio: raggiungimento di una presa corretta della matita-penna

Ora al posto della perlina, utilizzare una matita, ideale se la sua sezione è
prismatica-triangolare, tenendola verticalmente appoggiata al piano.

Le tre dita dovranno chiudersi e aprirsi, con le stesse attenzioni dell'esercizio


precedente, facendo scivolare la matita tra l'incavo formato tra il pollice
e l'indice “la valle incantata” (sella palmare). Dopo diversi contatti lungo la
matita, fermarsi a circa 2 cm dalla punta (utilizzare la misura di due dita per i
bambini piccoli). Con questa ultima presa tra le tre dita, avremo raggiunto
l'impugnatura ideale.
Sono accettabili due tipologie di prese: a triangolo equilatero e a triangolo
isoscele.

Impugnatura a triangolo equilatero:

I tre polpastrelli delle dita medio, indice e pollice si trovano ciascuno su un lato
diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero.

Impugnatura a triangolo isoscele:

Il dito medio flettendo l'ultima falange, crea un lato più ampio d'appoggio,
formando una figura a triangolo isoscele.

In entrambe le impostazioni le due dita medio e indice, flesse all'interno del


palmo, creano con la porzione laterale della mano (eminenza ipotenar) un
appoggio morbido e stabile sul piano di scrittura, non ostacolando i movimenti
delle altre dita.

Occorre prestare molta attenzione alla presenza di eventuali flessioni


delle ultime falangi delle dita indice e medio "archetti di tensione" ,
provocate dall'eccessiva contrazione della presa. Questo atteggiamento
induce forte limitazione dei movimenti delle dita e compressione dei vasi
sanguigni, col rischio di localizzare il movimento della scrittura su articolazioni
più distanti dalla mano (gomito e/o spalla).

Per un ulteriore sequenza di gesti per una corretta impugnatura visita:


www.peav.it/ginn_imp.html
5° esercizio: massima compressione per raggiungere la massima
distensione

Se il soggetto non riesce a controllare l'eccessiva tensione, evidenziando nella


sua presa gli archetti di tensione, fategli comprimere al massimo la penna
tra le dita, evidenziandogli l'eccessiva tensione che si propagherà dalla
mano, alla spalla al collo, dovuta all’attivazione eccessiva delle catene
muscolari. Questa tensione se mantenuta causerà anche lievi dolori alla mano
e al polso. Sicuramente dopo aver provato cosa significhi un'eccessiva
tensione, il soggetto riuscirà a rilassare di più la mano.

Il soggetto dovrà ridurre la presa fino a controllare la caduta della


penna.

In questo esercizio bisogna enfatizzare 3 punti importanti:

 l'eccessiva tensione che si propagherà dalla mano, alla spalla fino ai


muscoli del collo
 il colore biancastro delle dita determinato dal blocco per l'eccessiva
tensione del flusso sanguigno
 la formazione della figura ad archetto delle dita
6° esercizio: scivolamento della matita-penna nell’incavo tra il pollice
e l’indice

Utilizzando un foglio a righe, disegnare delle linee ondulate ad onda, che


rappresenteranno la linea di demarcazione tra il mare e la spiaggia.

Il movimento della mano dovrà essere localizzato sulle dita, percependo lo


sfregamento della matita nell’incavo tra il pollice e l’indice che da qui in poi
chiameremo “la valle incantata”.

Disegneremo dei pesciolini su tre file di righe, nella parte del mare.

Ponendo la mano sulla zona della spiaggia, mimeremo con la nostra matita,
l’azione del pescatore quando butta la lenza e la recupera pian piano.

In questo esercizio bisogna enfatizzare 3 punti importanti:

 localizzazione dei movimenti solo sulle dita (se necessario porre la


mano non di scrittura sul polso)
 scivolamento della matita nell’incavo tra pollice ed indice
 precisione e morbilità dei movimenti di distensione e contrazione delle
dita (lancio e recupero della lenza)
7° esercizio: disegnare un cerchio e una spirale, localizzando il
movimento sulle dita

Su un foglio di quaderno disegneremo un cerchio partendo dall’alto e poi


una spirale (per i più piccoli:un gorgo d’acqua che cresce o una bella
lumachina) partendo dal centro del cerchio.

Il cerchio iniziale deve essere disegnato partendo dall’alto con la massima


distensione delle dita, a cui farà seguito la massima contrazione, per ritornare
al punto iniziale di massima distensione delle dita.

E' utile mostrare il procedimento, facendo notare le eventuali differenze di


grandezza dei cerchi, per stimolare il soggetto a contrarre e distendere al
massimo.

Evidenziare col tatto, eventuali differenze di profondità dell'impronta


sul foglio date da un eccesso di pressione.

La spirale deve essere disegnata con gli stessi criteri partendo dal centro del
cerchio, evidenziando l'eventuale miglioramento della prestazione iniziale
dovuto al raggiungimento di una flessibilità maggiore nei movimenti.

Evidenziare eventuali archetti da tensione sulle dita o l'interessamento di altre


porzioni del corpo al movimento (movimenti dell'avambraccio e della spalla).
E' consigliabile usare una matita per evidenziare con l'udito il suono più o meno
lieve, in rapporto alla tensione più o meno presente nello scrivere.

Richiamare il soggetto mentre esegue la spirale pronunciando la frase:


“Stai leggero come le ali di una farfalla”.

Evidenziare il verso scelto dal soggetto (orario o antiorario) ed un eventuale


difficoltà nell'inversione del senso.

In questo esercizio bisogna testare 5 punti importanti:

 La capacità di dissociare i movimenti degli occhi da quelli della testa


 La capacità di coordinare la mano attraverso le indicazioni visive
 La capacità di localizzare il movimento sulla punta delle dita
 La maturazione dei versi della scrittura (dall’alto-basso, da sinistra-
destra, in senso antiorario)
 La pressione-tensione esercitata sulla punta che ci permetterà di
valutare la grammatura adeguata dei fogli da far utilizzare (con le
diverse grammature dei fogli 60-80-100g, l’impronta del tratto della
penna-matita non deve superare i 2 fogli)

Questo esercizio è "l'esercizio base per un corretto mantenimento", e


sarà eseguito prima d'iniziare i compiti scritti della giornata sia in
senso orario che antiorario. L’utilizzo di un quaderno specifico da utilizzare
per gli esercizi sarà utile allo specialista o all’insegnante per verificare i
progressi e l’impegno dell’allievo.
8° esercizio: ricerca dell'automatizzazione attraverso la ripetizione
controllata

E' importante che questi esercizi siano eseguiti dal soggetto, prima
d'iniziare i compiti, fino ad avvenuta automatizzazione dei movimenti
corretti.

Gli esercizi devono essere ripetuti anche ad occhi chiusi o distogliendo lo


sguardo dalla mano utilizzata nell'esercizio; la maturazione di una corretta
sensibilità cinestetica-propriocettiva rappresenta un ottimo metodo di rinforzo
per un apprendimento più veloce e stabile nel tempo.

Una soddisfacente modifica del comportamento, si avrà solo, quando il


soggetto supererà i tre stadi obbligatori, per un definitivo apprendimento:

 capire che cosa si sbaglia


 imparare a correggere gli errori
 automatizzare le soluzioni (abituarsi ad eseguire
correttamente senza l'obbligo di pensarci)

Solo dopo aver raggiunto questi tre obiettivi, riuscendo a modificare


concretamente la tendenza visivo posturale, potremo affermare che il soggetto
avrà appreso, rendendolo proprio, un corretto comportamento visivo-posturale.

Di solito bastano circa due settimane d'impegno da parte del


ragazzo/a, sotto il controllo vigile dei genitori, per modificare
radicalmente il comportamento.Saranno utili richiami di verifica, cadenzati
in rapporto alla personalità del soggetto e agli eventuali aiuti che i genitori e gli
insegnanti potranno dare, a supporto dell'intervento optometrico.

Conclusioni

"La postura scorretta è ben più di un atteggiamento biomeccanico inadeguato.


Essa ha dei legami intimi con il nostro mondo interiore e rappresenta una
componente del nostro comportamento. Questo è anche un motivo per il quale
quando diventa abitudinalmente scorretta è così difficile modificarla. Si può
richiamare l'attenzione del bambino e farlo stare in una posizione corretta ma,
solo pochi minuti più tardi non appena l'attenzione diminuisce, il bambino torna
nella sua posizione scorretta" [Roncagli V,1990].

E' quindi molto importante prevenire gli atteggiamenti posturali


scorretti e favorire una corretta impugnatura piuttosto che affrontare
duramente gli adattamenti posturali scorretti quando sono consolidati da anni.
L'educazione anche se tardiva è comunque possibile, a patto che al ragazzo
siano date validi motivazioni per cui debba affrontare un cambiamento così
radicale.

Per raggiungere tale obiettivo è necessaria una seria riprogrammazione


posturale fatta di esercizi mirati e di materiali didattici idonei , ma è
d'obbligo l'impegno di sorveglianza e richiamo dei genitori, con la richiesta di
estenderlo se possibile al corpo insegnante.
Il coinvolgimento degli insegnanti sin dalla scuola materna è importantissimo,
per il ruolo formativo che rivestono nell'arco della giornata di studio dello
studente. Il possibile intervento del genitore è ormai limitato a poche ore
serali, sicuramente non sufficienti a incidere concretamente sullo sviluppo
visivo del bambino. Per favorire una fruttuosa collaborazione tra
insegnanti e genitori l'autore dal 1999 propone corsi di aggiornamento
su questi temi per insegnanti, genitori ed alunni nella speranza che col
tempo questi gesti, queste informazioni diventino un bagaglio comune a tutela
del benessere visivo e posturale delle persone.

Per ulteriori informazioni contattare l'Autore dell'articolo:

Ottico optometrista, Consulente scolastico Giorgio Bollani Tel. 02-347466 Cel.3351787969

L’elevato impegno visivo richiesto allo studente del terzo millennio,


favorisce il mantenimento di posture-visive troppo inclinate e
ravvicinate, che possono stimolare modifiche funzionali e strutturali
non desiderate come ad esempio la miopia e i difetti visivi asimmetrici,
con soppressione parziale o totale della visione binocularità.

Gli Ottici Optometristi della P.E.A.V. desiderano informare gli educatori


(genitori) ed i formatori (insegnanti, educatori e dirigenti scolastici)
riguardo la possibilità di ridurre i rischi di adattamento, attraverso
l’utilizzo di semplici strumenti come un piano inclinato, penne matite a
fusto triangolare, quaderni ad alta qualità visiva e banchi e sedie
proporzionate all’altezza di ogni studente.

Tale presa di coscienza è stata resa obbligatoria dalla


“valutazione dei rischi” richiesta dalla legge 626/94.

Il legislatore infatti oltre ad richiedere una


valutazione, chiede anche di individuare gli eventuali
dispositivi di prevenzione idonei a ridurre il rischio.

Strumenti ed iniziative utili per un concreto cambiamento basato sull'imitazione.

Gli Ottici Optometristi della P.E.A.V. promuovono:

 Conferenze gratuite ad insegnanti, genitori ed alunni presso le


scuole materne, elementari e medie.
 Test Gratuiti dell’efficienza visiva ad insegnati, genitori e alunni
presso i Centri Ottici convenzionati.
 L'acquisto ad un prezzo promozionale (7,96 Euro anziché 20,00
Euro) del dispositivo di prevenzione “LEGGICOMODO”.

Inoltre, danno utili informazioni sull’iniziativa denominata “LEGGIO


PER CATTEDRA”, promossa insieme all’Associazione P.E.A.S. per
sensibilizzare tutto il Corpo Docenti e gli Educatori sull’utilizzo del
piano inclinato durante lo studio:
In questi anni gli Ottici Optometristi della P.E.A.V. hanno maturato la
convinzione che il cambiamento di comportamento visivo-posturale dei
ragazzi può avvenire solo se continuamente richiamato da "semplici
gesti", ma soprattutto dall'esempio positivo di “persone chiave” come
il proprio insegnate o il proprio genitore. L'apprendimento in questa
prima fase della vita è infatti fortemente caratterizzato dall'imitazione
e dall'emulazione.

L’idea di un “LEGGIO PER CATTEDRA” può essere l’inizio di questo


processo di trasformazione culturale a tutela del benessere visivo e
posturale dei ragazzi:

le scuole e gli insegnati che lo richiederanno potranno avere un


“Leggicomodo” gratuito per ogni cattedra con una speciale dicitura
antifurto “Materiale di proprietà dell’Istituto scolastico”.

E’ auspicabile che una proposta così intelligente, possa a breve


coinvolgere attivamente anche tutti i genitori e i professionisti più
attenti alle attività di prevenzione-educazione sui problemi del
benessere visivo e posturale.

A due dita dalla punta Pugno sotto il mento gomito sul tavolo Uso del piano inclinato

Staedtler Italia S.p.a.

Azienda Leader nei prodotti di scrittura, da sempre vicina alla


campagna con le sue matite e penne a fusto triangolare-prismatico,
anche quest'anno permetterà di promuovere presso i punti vendita
degli ottici optometristi tutti i prodotti di scrittura e disegno della linea
NORIS CLUB ideata appositamente per i bambini in fase propedeutica
di scrittura.

http://www.staedtler.com

E-mail: informazioni@staedtler.com
Patto Bormett

Azienda italiana che con i suoi banchi scolastici di nuova concezione


regolabili sia in altezza che in inclinazione, rende ancora più completo
e possibile il progetto educativo promosso dalla P.E.A.V. presso le
scuole italiane.

http://www.bormett.com

Polaroid Eyewear Italia S.p.A.

Azienda leader nel settore dell’ottica e della tecnologia applicata alle


lenti. La sua pluridecennale esperienza nel campo della polarizzazione
della luce ci consentirà una più mirata esposizione sui problemi
inerenti all’abbagliamento visivo.

http://www.polaroideyewear.com/index.htm

E-mail: info@polaroideyewear.com

Blasetti S.p.A.

Azienda leader del materiale scolastico che ha permesso di garantire la


produzione dei primi quaderni al mondo con criteri ottico-optometrici e
con regole ed esercizi per il benessere visivo degli studenti. Inoltre si è
fatta promotrice presso ipermercati e cartolerie del Leggio Insegna
Visione (L.I.V. cartellina trasformabile in un comodo leggio).

http://www.blasetti.com

ROMA - Che taglia di banchi hai? Un


ottava. Potrebbe rispondere così ai
compagni, tra un anno o due, un ragazzo
piuttosto alto, diciamo sui due metri,
impegnato a regolare la sua postazione
ad inizio anno. Anche i banchi avranno
una taglia: dalla small alla XXL. E'
l'Europa, studenti. Il Comitato di
standardizzazione della comunità (Cen)
ha varato nuove direttive per i fabbricanti
di arredi scolastici, che tengono conto
delle misure delle ultime generazioni.
L'ente nazionale italiano di unificazione
(Uni) li farà propri entro ottobre. Tanto Esempio di banco regolabile
per incominciare va in soffitta il banco
fisso.
Banchi e sedie ora si regolano in altezza. Crescono insieme ai propri
occupanti. Attraverso meccanismi semplici. Senza dilungarci troppo,
diciamo che sono previste 8 taglie, in relazione alle diverse stature dei
ragazzi. Anche se è ragionevole pensare che l'estensibilità del singolo
pezzo non vada oltre le tre o quattro regolazioni. Quella estrema,
l'ottava, una sorta di XXL, può comodamente accogliere un giocatore di
basket. E' il banco che si adegua al ragazzo e non il contrario. Così la
postura se ne avvantaggia. Idem per la sedia, spartana, ma munita di
leva di regolazione e a prova di ribaltamento, in grado di reggere i
peso di uno zaino.

L'Europa li vuole regolabili, ma anche più stabili e soprattutto


resistenti. Forse anche per la diffusa tendenza delle ultime generazioni
a mettere su qualche chilo di troppo. Gli arredi, per diventare a norma,
dovranno infatti superare dei crash test, in grado di ridicolizzare i
maltrattamenti cui li sottoporranno gli alunni più esagitati. E avranno
una targhetta con l'anno di costruzione, la taglia e il nome del
produttore. Gli arredi scolastici dell'ultima generazione "Norme Uni EN
1729" sono sempre più sicuri, anche se per ironia della sorte, finiranno
in scuole tutt'altro che a norma: spariscono gli spigoli ad angolo acuto
e arrivano quelli arrotondati.

Tra le novità anche l'inclinazione del piano. Può essere regolato, con
un meccanismo automatico, fino ad assumere la funzione di leggio. I
ragazzi, così, non dovranno chinarsi. I nuovo banco europeo è stato
pensato anche per l'utilizzo di portatili, lavagne interattive e altre
applicazioni. Infine - ma questo non è previsto dalle norme Uni -
potrebbero contribuire a responsabilizzare i ragazzi per quanto
riguarda la custodia e la manutenzione. Essendo regolabile in altezza
può accompagnare lo studente lungo l'arco della sua carriera.

Giulio Benedetti

Un ambiente famigliare strutturato e vissuto tenendo conto di semplici


regole può favorire lo sviluppo e il mantenimento di un’efficiente
visione contribuendo a migliorare il rendimento nelle attività di studio
dei nostri ragazzi.

Ecco alcuni semplici consigli per un ambiente destinato allo studio:

L'ambiente ideale per studiare nel benessere visivo

 Per permettere la diffusione della luce solare all'interno


dell'ambiente eliminando l'effetto abbagliante diretto e indiretto,
occorre schermare le finestre a due terzi con veneziane o
utilizzare tende bianche di peso medio.
 Per mantenere una corretta illuminazione durante lo studio
utilizzare, quando necessario, una lampada centrale di 150 lux e
una lampada da tavolo con lampadina sabbiata 75/100W a luce
bianca posta circa a 40cm dal volto.
 Per non creare ombra su ciò che si scrive, la lampada da tavolo e
la finestra saranno disposte dalla parte opposta della mano di
scrittura.
 Per evitare l'abbagliamento e consentire di alternare la messa a
fuoco da vicino alla messa a fuoco da lontano, durante la lettura e
la scrittura, la scrivania sarà posta a 1 metro dalla finestra e dalle
pareti. In spazi ristretti si potrà rilassare gli occhi da lontano
guardando un oggetto riflesso su uno specchio posto sulla parete
di fronte, raddoppiando così lo spazio esistente.
 Per consentire una postura visiva corretta, la scrivania e sedie
dovrebbero sempre essere proporzionate all'altezza della
persona. Esistono in commercio adattatori o sedie ergonomiche
per ogni esigenza e tasca.
 L'uso del piano inclinato di 20° durante lettura e scrittura
consentirà un’attività visiva più confortevole permettendo una
posizione meno inclinata in avanti.

Il computer la vera palestra della visione

In questo luogo di studio-gioco è sempre più utilizzato il computer una


vera e propria palestra che mette a dura prova le abilità visive dei
ragazzi con i frequenti salti di messa a fuoco dalla tastiera, al monitor,
ai documenti.

Per ridurre l’affaticamento visivo la sua disposizione deve essere


calibrata tenendo conto dei seguenti criteri:

 La disposizione ideale dei vari componenti è frontalmente lungo


l'asse sagittale.
 Il monitor deve essere posto ad una distanza pari a 4 volte la sua
ampiezza (circa 50/70 cm dal volto) con il bordo superiore del
monitor all'altezza degli occhi per permettere il rilassamento
visivo.
 Il monitor deve essere inclinato dai 3° ai 15° per consentire il
parallelismo tra volto e video.
 Nel caso si usi un porta-documenti anch'esso dovrà seguire lo
stesso criterio: sarà posto frontalmente su un piano inclinato.
 La tastiera dovrà consentire l'appoggio dei polsi e un angolo
avambraccio-braccio di 90°; molto utili i porta tastiere estraibili
sottobanco.
 Per l’illuminazione e la disposizione della scrivania valgono le
regole dette sopra che consentono di ridurre al minimo i riflessi
sul monitor.
 Se non si ha tutto questo spazio bisognerà scegliere il lato
dell'occhio dominante, evitando spostamenti maggiori di 30°
rispetto alla linea mediana frontale, per non rischiare di ridurre la
binocularità creando una visione parziale sull'occhio dominato.

L'angolo della televisione

L’angolo della televisione se disposto male può favorire l’affaticamento


e problemi visivi che un attività visiva dinamica non avrebbe mai
evidenziato. Ecco alcuni semplici consigli:

 Guardare la televisione correttamente seduti ad una distanza pari


a 7 volte l’ampiezza dello schermo (circa 2,5-3 m) con una luce
sempre accesa per ridurre l’affaticamento da forte contrasto e
mantenere una percezione visiva anche periferica.
 L’altezza della televisione dovrà essere calcolata per dare la
possibilità a tutti i componenti della famiglia di guardare il centro
dello schermo con la linea dello sguardo leggermente inclinata
verso il basso. Una posizione più alta, infatti, oltre a indurre un
aumento della lordosi cervicale diminuisce il comfort visivo: le
sopracciglia limiteranno maggiormente il campo visivo, chi usa gli
occhiali correrà il rischio di guardare sopra la montatura,
limitando la qualità ottica dell’immagine. Una posizione più bassa
darà problemi a chi fa uso di bifocali e multifocali che dovranno
inclinare in avanti la testa per vedere con la zona per il lontano.
 La disposizione delle sedie o dei divani rispetto alla televisione
dovrà consentire una visione frontale e non laterale, per favorire
una visione confortevole con entrambi gli occhi.
 Attenzione quindi a guardare la televisione mentre si mangia a
tavola, poiché non tutti potrebbero avere una visione frontale del
programma. In questi casi è preferibile lasciare questo momento
al dialogo famigliare e registrare il programma per vederlo
successivamente con i criteri di una visione corretta.
 Anche in questo caso l’illuminazione e la disposizione delle
finestre dovrà seguire i criteri già esposti per il computer per
ridurre al minimo i riflessi sullo schermo.
Ma come si può verificare velocemente se ci sono interferenze tra le
varie dominanze tenendo finalmente conto della dominanza visiva?
Eseguite questi semplici gesti:

 fate l’occhiolino;
 distendete le braccia in avanti, palme
delle mani rivolte verso l’alto;
 sovrapponendo le mani una sopra l'altra
formate un foro di pochi centimetri;
 allineate nel un oggetto posto ad almeno
2 metri da voi;
 portate avanti un piede o state in
equilibrio su un piede solo.

L’occhiolino determina la dominanza visiva istintiva: l'occhio che rimarrà


aperto sarà il suo occhio dominante da lontano.

L’occhio che avete allineato nel foro la dominanza funzionale da lontano.

La mano avete posto avanti all'altra evidenzierà la dominanza manuale: è la


stessa mano che oscilla più in avanti quando camminate equilibrando il
corpo rispetto alla vostra dominanza motoria.

Il piede d’equilibrio o che avete posto avanti è il piede dominante: sarà il


piede col quale inizierete a salire i gradini.

La dominanza visiva funzionale

 La dominanza funzionale da lontano


verificata con un cannocchiale o un
calendoscopio.
 La dominanza funzionale da vicino
verificata con una lente
d'ingrandimento.

Le due figure evidenziano una dominanza


funzionale alternate: destra da lontano,
sinistra da vicino.

Se rilevate discordanze nel test anche riferite alla mano di scrittura,


forse evidenziano la presenza di un problema visivo o motorio
incongruenze causate da fattori da ricercarsi nel presente e/o nel
passato.
Se vi è incongruenza rispetto alla mano di scrittura (abilità appresa
spesso per imitazione) è importante evidenziare che un intervento
correttivo causerebbe ancora più confusione.

Compito dell'educatore (insegnante, genitore) è evidenziare la


presenza dell'interferenza richiedendo l'aiuto di un professionista ,
psicologo – logopedista – posturologo, ma anche dell’ ottico
optometrista, se il problema è di origine visiva-comportamentale per
permettere a chi è più debole di rafforzarsi nelle sue abilità visivo-
cognitive per superare l'ostacolo e rimanere alla pari con gli altri.
Alcune persone quando scrivono, scompongono il movimento
necessario nell'atto della scrittura, andando ad interessare porzioni
più alte dell'arto superiore sicuramente meno raffinate e precise,
disperdendo energia inutilmente ma soprattutto creando uno
spostamento del corpo a lato molto pericoloso per il benessere visivo-
posturale della persona.
Questa inclinazione del corpo se superiore a 20° rispetto alla
perpendicolare ideale rischia di provocare una riduzione
d’illuminazione maggiore del 12% sull’occhio opposto alla mano di
scrittura.

I movimenti
Quando il fulcro dei
durante la
movimenti si sposta sul
scrittura devono
gomito o sulla spalla si
essere localizzati
favorisce un'inclinazione
sulla mano per
del corpo che può
permettere una
stimolare difetti visivi
postura visiva
assimmetrici
perpendicolare che
(anisoametropie) o
permette una
diversa efficienza
corretta visione
funzionale nei due occhi.
binoculare.

Questo crea un interferenza che potrebbe favorire una soppressione


parziale o totale della capacità di vedere con entrambi gli occhi
insieme (la binocularità), favorendo l’instaurarsi di problemi visivi
assimmetrici come un difetto visivo maggiore su un occhio
(anisoametropia) o una diversa efficienza funzionale nei due occhi
(diversa ampiezza accomodativa monoculare o limitazione
nell’ampiezza dei movimenti fini degli occhi).

La necessità di rispettare il processo di miniaturizzazione della scrittura.


Questo modo grossolano di agire è da considerarsi una regressione o
una parziale maturazione della capacità di gestire i movimenti fini
delle dita nell’atto della scrittura.
Infatti, se il bambino piccolo inizialmente disegna grossolanamente
facendo partire il movimento dalla spalla, nel tempo maturerà la
capacità di localizzare i movimenti in porzioni sempre più distali
(spalla-->gomito-->polso-->dita) permettendo la progressiva
miniaturizzazione della scrittura fino ad arrivare a scrivere nei
quadretti piccoli.
Per favorire questo processo di maturazione della coordinazione oculo-
manuale è molto importante che nella scuola materna si effettuino un
preciso protocollo di esercizi per favorire una corretta impugnatura, ideati e promossi dagli
ottici optometristi della P.E.A.V. a tutela di una corretta postura visiva.

Se scrivi storto verifica se impugni bene la penna.


Se noi adulti abbiamo avuto un’educazione indotta dall’uso del pennino
che ci educava ad impugnare ad una distanza corretta, calibrando la
pressione sulla punta. Con l’avvento della penna a sfera che ha
permesso di avvicinarsi molto alla punta e influenzati da scelte
educative di reazione al vecchio schema educativo, i nostri ragazzi
sono stati lasciati liberi di scegliere, senza alcuna indicazione di
correttezza. Questa libertà ha generato impugnature considerate
comunemente normali che nascondendo ciò che si scrive costringono il
soggetto ad inclinarsi a lato e a ridurre la distanza dal foglio
comprimendo spesso asimmetricamente la visione.
Un ricerca condotta da P.E.A.V. ha classificato i tipi più comuni:

Impugnatura pollice in avanti.

E' l'impugnatura più diffusa tra i ragazzi (60%) e rappresenta una


regressione o una non completa maturazione dei movimenti fini
delle dita; è la fase di evoluzione precedente all'opposizione pollice
indice (presa del cucchiaio). E’ da notare nella foto l'archetto di
tensione sull’indice che bloccando il movimento delle dita sposterà
il movimento sul polso, facendo anche dolere le dita alla fine del
compito.

Impugnatura a morso.

La presa crea una classica figura a morso, con flessione verso il


palmo della mano di tutte le dita.

Esprime il bisogno di aumentare il contatto per ridurre la


tensione.Bambini che spesso per l'eccessiva tensione che vivono
alternano la visione monocularmente, spostando ritmicamente il
corpo come il pendolo di un orologio. Per ridurre l’impegno visivo
attuano una precisa strategia: sospendendo la binocularità
risparmiano energia

Impugnatura del fumatore.

La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta come


una sigaretta tra l'indice e il medio. Tale punto d'incastro è il perno
portante dei movimenti nella scrittura.

Manifesta la ricerca di emergere, di differenziarsi dal gruppo


"scimmiottando" i più grandi che fumano.

Impugnatura pollice interno.

La presa è caratterizzata dal pollice che flesso a circa 3 cm dalla


punta, viene chiuso all'interno del palmo dall'indice (a volte anche
dal medio), che lo sovrasta sull'unghia. La penna viene così spinta
costantemente, contro la parte alta della prima falange dell'indice.
Questo punto agisce da perno per i movimenti di scrittura.

Presa caratteristica di chi ha le dita lunghe e non sa dove metterle


o chi è mancino deve vedere ciò che scrive flettendo anche il polso

La ricerca condotta da P.E.A.V. su un campione di più di 200 ragazzi ha


evidenziato che solo il 9% scriveva con un'impugnatura corretta, quasi il 60%
con l'impugnatura pollice in avanti.

L’impugnatura corretta per una buona visione studiata con il contributo di


grafologi e di ottici optometristi facilitata da un matitone triangolare è
definita:
A triangolo equilatero.

I polpastrelli delle tre dita si appoggiano


morbidamente in punta su ogni faccia.

A triangolo isoscele

La falangetta del medio


piegandosi forma un lato
d’appoggio più lungo.

A due dita dalla punta

Una distanza dalla punta che non copre ciò che


si scrive, consentendo di scrivere vedendo la
punta della penna, con la schiena diritta e alla
distanza di un avambraccio dal foglio.

Per favorire una corretta impugnatura gli ottici optometristi della


P.E.A.V. promuovono un preciso protocollo di esercizi per una corretta postura visiva.

OTTICA DELLE VALLI di GALLO GIORGIO VIA TORINO 120 10032 Brandizzo TO 011 9178174
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OTTICA COVEZZI di COVEZZI ALBERTO VIA TRIPOLI 122 10137 Torino TO 011 325628
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OTTICA CODA ENRICO CORSO GIULIO CESARE 14 10152 Torino TO 011 4365901

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