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Anche stringere troppo la penna, in USA "death grip", oltre a creare vesciche alle dita e
crampi alla mano, può danneggiare l'attività dei tendini flessori delle dita fino a causare
problemi all'articolazione del polso.
E' chiaro che il modo con cui si tiene la penna influisce sulla qualità della grafia causando
variazioni della pressione e rallentamento della velocità.
Sappiamo bene che la scrittura faticosa e la lentezza portano facilmente a fare odiare ai
ragazzi il gusto di scrivere.
I ragazzi non portano nessuna attenzione a questo problema (e poco anche gli insegnanti) e
quasi si fanno vanto di scrivere "originale", come se fosse un modo di distinzione dalla
massa.
Il problema di una corretta impugnatura dovrebbe essere preso in seria considerazione non
soltanto al momento dell'apprendimento della scrittura, quando il bambino deve compiere per
scrivere due distinti movimenti: tenere in mano la penna ed eseguire le figure delle lettere,
ma anche nel momento della presa in mano del pennello o del matitone per disegnare.
Non bisognerebbe, infatti, dimenticare che per introdurre i ragazzi alla scrittura è necessario
insegnare le varie regole della "giusta posizione del corpo, delle mani e dell'impugnatura della
matita o della penna".
Bisogna imparare ad usare le tre dita a tenere la penna con mano ferma e leggera, a 2 cm
dalla punta, per poterla vedere e farla scorrere senza inclinare di lato la testa o il busto.
Impugnarla con i polpastrelli di pollice, indice e medio compiendo i movimenti necessari solo
con le dita. Per muovere una biro non si devono usare grandi masse muscolari (avambraccio,
braccio o addirittura spalla).
Due importanti neurologi (Penfield e Rasmussen) evidenziarono l’ampia zona cerebrale dedicata, sia a livello
sensitivo che motorio, alla mano che, tra l’altro, è molto sproporzionata rispetto a quella che controlla le altre
parti del corpo. Questa caratteristica, propria del genere umano, rende possibile attività raffinate, basti
pensare alla leggiadria delle mani di un pianista, o alle più semplici attività quotidiane d’ufficio come la
velocità delle dita nel battere sulla tastiera del computer. Alcune persone, pur possedendo queste
potenzialità e capacità innate di gestire movimenti fini sulla punta delle dita, scompongono il movimento
necessario nell’atto della scrittura, andando ad interessare porzioni più alte dell’arto superiore sicuramente
meno raffinate e precise, disperdendo energia inutilmente ma soprattutto squilibrando il comportamento
visivo.
Nella sequenza di foto, qui accanto, si può notare lo spostamento del corpo a lato quando il movimento di
scrittura parte dalla spalla o dal gomito per controbilanciare il peso dell’arto sospeso. Questa inclinazione del
corpo se superiore a 20° rispetto alla perpendicolare ideale rischia di provocare una riduzione d’illuminazione
maggiore del 12% sull’occhio opposto alla mano di scrittura. Ciò crea un’interferenza che potrebbe favorire
una soppressione parziale o totale della capacità di vedere con entrambi gli occhi insieme (la binocularità),
favorendo l’instaurarsi di problemi visivi assimmetrici come un difetto visivo maggiore su un occhio
(anisoametropia) o una diversa efficienza funzionale nei due occhi (diversa ampiezza accomodativa
monoculare o limitazione nell’ampiezza dei movimenti fini degli occhi). Questo modo grossolano d’agire è da
considerarsi una regressione o una parziale maturazione della capacità di gestire i movimenti fini delle dita
nell’atto della scrittura. Infatti, se il bimbo piccolo inizialmente disegna grossolanamente facendo partire il
movimento dalla spalla, nel tempo maturerà la capacità di localizzare i movimenti in porzioni sempre più
distali (spallagomitopolsodita) permettendo la progressiva miniaturizzazione della scrittura fino ad arrivare a
scrivere nei quadretti piccoli.
Per favorire questo processo di maturazione della coordinazione oculomanuale è molto importante che nella
scuola materna si effettuino, attraverso il pregrafismo e la prescrittura, attività didattiche che favoriranno
anche la maturazione d’una corretta impugnatura. Se noi adulti abbiamo avuto un’educazione indotta dall’uso
del pennino che ci educava ad impugnare ad una distanza corretta, calibrando la pressione sulla punta, con
l’avvento della penna a sfera, che ha permesso di avvicinarsi molto alla punta, i nostri ragazzi sono stati
lasciati liberi di scegliere, senza alcuna indicazione di correttezza. Questa libertà ha generato impugnature
considerate comunemente normali che nascondendo ciò che si scrive costringono il soggetto ad inclinarsi a
lato e a ridurre la distanza dal foglio comprimendo asimmetricamente la visione.
Una ricerca condotta dall’Albo d’Optometristi ha classificato i tipi più comuni di impugnatura. Vediamoli.
Impugnatura a morso
Esprime il bisogno di aumentare il contatto per ridurre la tensione. Bambini che spesso per l’eccessiva
tensione che vivono alternano la visione monocularmente, spostando ritmicamente il corpo come il pendolo
di un orologio. Per ridurre l’impegno visivo attuano una precisa strategia: sospendendo la binocularità
risparmiano energia.
Impugnatura del fumatore
Manifesta la ricerca di emergere, di differenziarsi dal gruppo "scimmiottando" i più grandi che fumano.
Impugnatura pollice in avanti
Rappresenta una regressione o una non completa maturazione dei movimenti fini delle dita.
E’ la fase di evoluzione precedente all’opposizione pollice indice (presa del cucchiaio). E’ da notare nella foto
l’archetto di tensione sull’indice che, bloccando il movimento delle dita, sposterà il movimento sul polso,
facendo anche dolere le dita alla fine del compito.
Impugnatura pollice interno
Presa caratteristica di chi ha le dita lunghe e non sa dove metterle o chi è mancino e deve vedere ciò che
scrive flettendo anche il polso.
La ricerca condotta su un campione di più di 100 ragazzi ha evidenziato che solo il 9% scriveva con
un’impugnatura corretta, quasi il 60% con l’impugnatura pollice in avanti.
Quale è l’impugnatura corretta ? L’impugnatura corretta per una buona visione studiata con il contributo di
grafologi e di ottici optometristi facilitata da un matitone triangolare è definita: "a triangolo equilatero",
quando i polpastrelli delle tre dita si appoggiano morbidamente in punta su ogni faccia; "a triangolo isoscele",
quando la falangetta del medio piegandosi forma un lato d’appoggio più lungo; "a due dita" dalla punta e
senza archetto di tensione.
Tre esercizi
Vediamo infine alcuni semplici esercizi per una corretta impugnatura a tutela di una visione efficiente, che
potranno essere proposti in forma di gioco anche da insegnanti e genitori.
La sequenza acquista la sua forza didattica, basandosi sull’acquisizione visiva di semplici gesti che
sicuramente permarranno a lungo nella memoria dei ragazzi. Si tratta di gesti evocativi d’immagini già
vissute piacevolmente dal bambino che rendono più incisivo e permanente il progetto educativo, dato che
l’83% dell’apprendimento passa dalla visione.
1) Partiamo dall’esecuzione di un gesto magico "il numero 3" con la mano di scrittura. Il gesto sarà ripetuto
spesso dal bambino, proprio nell’età in cui inizia a scarabocchiare, e permette di acquisire facilmente la
posizione base di partenza: pollice, indice e medio completamente distesi; anulare e mignolo flessi sul palmo
della mano.
2) Depositiamo la matita nella "valle incantata" valle tra pollice ed indice che ricorda piacevolmente il cartone
animato dei piccoli dinosauri e facciamo scivolare la matita in questa valle come se suonassimo il violino.
Questo esercizio di sfregamento è importantissimo per far apprendere attraverso il senso propriocettivo la
corretta posizione di scorrimento del matitone nell’atto della scrittura.
3) Ora chiudiamo le tre dita pollice, indice e medio come "le fauci di un leone" in modo armonico e dolce
ponendo la punta dei polpastrelli sulle tre facce del matitone e scivoliamo pian piano verso la punta della
matita fino ad arrivare a "due dita dalla punta".
Solo poche generazioni fa, genitori ed insegnanti erano attenti a richiamare i ragazzi a mantenere una postura corretta e ad
impugnare correttamente la penna, quando sedevano nei banchi. Il richiamo "Stai diritto e scrivi bene!" era efficace sugli
scolari, anche se l'imposizione era un po’ troppo autoritaria. I banchi inclinati facilitavano la posizione e una educazione
dell'impugnatura della penna era indotta, dall'uso dei pennini o stilografiche che sporcavano le dita d'inchiostro.
In questi ultimi decenni il concetto di postura corretta è andato sempre affievolendosi benché sia notevolmente aumentato il
numero di bambini e adolescenti che frequentano palestre, seguono corsi di educazione fisica, praticano discipline sportive.
A casa e a scuola i ragazzi studiano spesso in posizioni inclinate e ravvicinate, impugnando la penna con prese scorrette
che, coprendo troppo spesso la punta, li obbligano a ruotare il quaderno di 90° per vedere cosa stanno scrivendo.
L’esperienza degli incontri-laboratori nelle scuole medie della P.E.A.V. ha inoltre evidenziato la scelta sempre più frequente
di molti alunni di scrivere in stampatello, preferendolo al proprio corsivo che troppo spesso li penalizza nei giudizi finali dei
propri insegnanti. Il ragazzo che scrive male, matura un giudizio negativo sulla sua calligrafia, al punto di non riconoscersi in
essa; per evitare i continui giudizi negativi degli adulti, regredisce scegliendo la scrittura in stampatello, di più facile
esecuzione e più ordinata, anche se più anonima e meno espressiva di quello che lui veramente è interiormente.
E' quindi molto importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad una corretta impugnatura, sia per prevenire gli
atteggiamenti posturali scorretti, sia per maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in corsivo, chiara espressione di
autostima e di una propria personalità.
La corretta impostazione e localizzazione dei movimenti necessari alla scrittura, avviene maturando o riattivando semplici
gesti, che spesso la tensione o la non informazione hanno reso innaturali.
Gli esercizi che potete vedere sul sito della P.E.A.V. sono promossi durante gli incontri gratuiti nelle scuole da parte degli
ottici optometristi che aderiscono alla campagna e rappresentano una valida proposta operativa, comprovata dallo studio
dell'ottico optometrista Giorgio Bollani su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.
• Il colore delle righe deve essere grigio e non deve superare lo 0.2 mm;
linee troppo marcate, soprattutto nei fogli a quadretti, potrebbero
determinare la percezione disturbante di un ‘affollamento’ delle
immagini.
L’impugnatura corretta per una buona visione, studiata con il contributo di grafologi
e Ottici Optometristi, è definita:
"Una corretta impugnatura per favorire una corretta visione e l'uso del
corsivo"
1. L'importanza di recuperare una corretta impugnatura per favorire la visione e l'uso del corsivo.
2. Recupero della flessibilità delle dita della mano.
3. Ricerca della massima distensione e flessione delle dita.
4. Coordinazione delle tre dita nella presa di una perlina.
5. Raggiungimento di una presa corretta della matita-penna:triangolo isoscele -triangolo equilatero.
6. L'utilizzo della massima compressione per raggiungere la massima distensione.
7. Localizzazione propriocettiva della matita-penna nell’incavo pollice-indice.
8. Un cerchio e una spirale per recuperare una fluida coordinazione occhio-mano.
9. Ricerca dell'automatizzazione attraverso la ripetizione controllata.
10. Conclusioni
E' quindi molto importante educare i bambini sin dalla scuola materna ad
una corretta impugnatura, sia per prevenire gli atteggiamenti posturali
scorretti, sia per maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in
corsivo, chiara espressione di autostima e di una propria personalità.
Gli esercizi che seguono sono solo una proposta, comprovata dallo studio
del responsabile della P.E.A.V. su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.
La delicatezza e precisione del contatto, della presa finale sulla perlina con
successivo spostamento, sono da enfatizzare dicendo al soggetto di usare solo
l'energia necessaria: "La presa contemporanea con la punta dei polpastrelli,
deve essere delicatissima".
Ora al posto della perlina, utilizzare una matita, ideale se la sua sezione è
prismatica-triangolare, tenendola verticalmente appoggiata al piano.
I tre polpastrelli delle dita medio, indice e pollice si trovano ciascuno su un lato
diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero.
Il dito medio flettendo l'ultima falange, crea un lato più ampio d'appoggio,
formando una figura a triangolo isoscele.
Disegneremo dei pesciolini su tre file di righe, nella parte del mare.
Ponendo la mano sulla zona della spiaggia, mimeremo con la nostra matita,
l’azione del pescatore quando butta la lenza e la recupera pian piano.
La spirale deve essere disegnata con gli stessi criteri partendo dal centro del
cerchio, evidenziando l'eventuale miglioramento della prestazione iniziale
dovuto al raggiungimento di una flessibilità maggiore nei movimenti.
E' importante che questi esercizi siano eseguiti dal soggetto, prima
d'iniziare i compiti, fino ad avvenuta automatizzazione dei movimenti
corretti.
Conclusioni
A due dita dalla punta Pugno sotto il mento gomito sul tavolo Uso del piano inclinato
http://www.staedtler.com
E-mail: informazioni@staedtler.com
Patto Bormett
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Blasetti S.p.A.
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Tra le novità anche l'inclinazione del piano. Può essere regolato, con
un meccanismo automatico, fino ad assumere la funzione di leggio. I
ragazzi, così, non dovranno chinarsi. I nuovo banco europeo è stato
pensato anche per l'utilizzo di portatili, lavagne interattive e altre
applicazioni. Infine - ma questo non è previsto dalle norme Uni -
potrebbero contribuire a responsabilizzare i ragazzi per quanto
riguarda la custodia e la manutenzione. Essendo regolabile in altezza
può accompagnare lo studente lungo l'arco della sua carriera.
Giulio Benedetti
fate l’occhiolino;
distendete le braccia in avanti, palme
delle mani rivolte verso l’alto;
sovrapponendo le mani una sopra l'altra
formate un foro di pochi centimetri;
allineate nel un oggetto posto ad almeno
2 metri da voi;
portate avanti un piede o state in
equilibrio su un piede solo.
I movimenti
Quando il fulcro dei
durante la
movimenti si sposta sul
scrittura devono
gomito o sulla spalla si
essere localizzati
favorisce un'inclinazione
sulla mano per
del corpo che può
permettere una
stimolare difetti visivi
postura visiva
assimmetrici
perpendicolare che
(anisoametropie) o
permette una
diversa efficienza
corretta visione
funzionale nei due occhi.
binoculare.
Impugnatura a morso.
A triangolo isoscele
OTTICA DELLE VALLI di GALLO GIORGIO VIA TORINO 120 10032 Brandizzo TO 011 9178174
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