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FESTIVAL DELLE SCIENZE 2011

La Fine del Mondo. Istruzioni per l’uso


Dal 20 al 23 gennaio - Auditorium Parco della Musica, Roma

PROGRAMMA

GIOVEDÌ 20 GENNAIO – GIORNATA DI APERTURA

Ore 9.30 Proiezione ciclo Aftermath/L’alba del giorno - National Geographic Channel
Sala Petrassi Il mondo senza petrolio
Introduce Ugo Bardi, fisico, esperto di cambiamenti climatici
Evento aperto al
pubblico e alle scuole Attraverso sofisticati sistemi di computer grafica, ricostruzioni realistiche e una narrazione
avvincente, la serie di documentari Aftermath/L’alba del giorno dopo mette in luce i meccanismi
di funzionamento della Terra, e mostra come il nostro pianeta si trasformerebbe in un mondo
irriconoscibile se gli elementi fondamentali dell'ambiente venissero radicalmente modificati. La
serie spiega scientificamente ciò che sta dietro a ognuno di questi drammatici scenari e le
conseguenze di tali cambiamenti.

Il primo episodio illustra come i nostri cieli, le strade e tutto il resto potrebbero essere
profondamente rimodellati nei giorni e nei mesi caotici successivi all'improvvisa scomparsa della
linfa vitale del nostro mondo high-tech.

Ore 11 Proiezione ciclo Aftermath/L’alba del giorno dopo - National Geographic


Sala Petrassi Channel
Boom demografico
Evento aperto al Introduce Giovanni Spataro, giornalista scientifico
pubblico e alle scuole
Secondo episodio della serie Aftermath/L’alba del giorno. Spiega il modo in cui il mondo come lo
conosciamo potrebbe essere spinto al suo limite se la popolazione dovesse raddoppiare in una
sola notte.
Ore 19 Lezione magistrale
Sala Petrassi Blues della fine del mondo
Interviene Ian McEwan, scrittore
Introduce Vittorio Bo, Direttore Scientifico Festival delle Scienze

L'umanità si è sempre lasciata incantare dai racconti che annunciavano la sua totale distruzione:
gli ultimi giorni, il tempo della fine, l'estinzione della vita sul pianeta. Oggi, la fantasia di una fine
violenta e collettiva risorge nei movimenti apocalittici: pacifici o bellicosi, musulmani o cristiani
ma tutti capaci di influenzare la politica contemporanea. Assistiamo all'imponente risorgere del
pensiero apocalittico, perché la scienza e la cultura della ragione non sono ancora riuscite a
trovare una mitologia che possa competere con il fascino della fine. Ma se la credenza
apocalittica è una funzione della fede, quell'intima convinzione che non richiede alcuna
conferma, allora l'antidoto non è tanto la ragione quanto l'impulso umano alla curiosità. Perché il
mandato della nostra maturità è agire con saggezza, scegliendo tra salvezza e autodistruzione.
Da un maestro della letteratura contemporanea, una riflessione provocatoria e sorprendente sui
modi di guardare alla nostra esistenza collettiva.

Ore 19.30 Aperitivo scientifico


Spazio Bart Crisi climatica: dalla negazione al panico?
Interviene Stefano Caserini, ingegnere ambientale
Introduce Giovanni Spataro, giornalista scientifico
In collaborazione con Le Scienze

Il tema del cambiamento climatico riceve quotidianamente sempre maggior attenzione, con
affermazioni e considerazioni spesso contraddittorie. Da un lato, la stragrande maggioranza della
comunità scientifica ritiene inequivocabile l’attuale surriscaldamento del Pianeta e ritiene elevata
la probabilità che nei prossimi decenni il Pianeta dovrà fronteggiare cambiamenti climatici,
originati dalle attività umane, molto pericolosi per le persone e gli ecosistemi che lo abitano. All
´opposto, ancora spazio trovano sui media le voci che negano l´esistenza stessa del problema,
la sua gravità o le responsabilità umane. Sembra che in molti non vogliano affrontare la gravità
della crisi climatica. Lo sforzo necessario per contrastare i cambiamenti climatici rappresenta
qualcosa di epocale, richiede una rapida conversione delle tecnologie con cui si produce e
consuma l’energia nonché una modifica degli stili di vita. Un cambiamento possibile, che
permetterebbe di evitare molti rischi connessi ai cambiamenti del clima.

Ore 21 Concerto
Sala Sinopoli TRANS – La chiave segreta verso l’immortalità.
Musiche di Karlheinz Stockhausen e Philip Glass

Produzione Fondazione Musica per Roma in collaborazione con il


Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Emu Fest e Monastero Tibetano di
Drepung

Dopo trenta anni di assenza in Italia viene presentato nuovamente “Trans”, il capolavoro onirico
di Karlheinz Stockhausen in una nuova versione curata dall’Or-chestra del Conservatorio di
Santa Cecilia, il PMCE, lo staff scientifico dell’Emufest sotto la direzione di Tonino Battista. Uno
spettacolo che raramente avrà repliche nel futuro. Il titolo iniziale di “Trans”, “Musica per il
prossimo a morire”, è pensato da Stockhausen come un aiuto e guida al viaggio dei nuovi defunti
di chiara derivazione buddista e ci introduce alla prima parte del concerto: l’ascolto di una parte
dell’opera fondamentale del Buddismo tibetano “Il libro Tibetano dei Morti” (Bardo Todhol). Per la
prima volta in Europa avremo la possibilità di ascoltare la voce del Venerabile Ngawang Tashi
Bapu (Lama Tashi) Tashi Lama, primo cantore ufficiale del Monastero di Drepung del Dalai
Lama. Nominato nel 2005 al Grammy Awards per le sue incisioni ha collaborato con grandi artisti
quali Michael Stipe dei R.E.M., Patti Smith, Ben Harper, Billy Corgan dei Smashing Pumpkins,
Sheryl Crow e Philip Glass. E proprio un evento nell’evento sarà la prima esecuzione in pubblico
delle famose musiche scritte da Glass per il celebre film “Kundun” di Martin Scorsese, dedicate
al Tibet e scritte per il Tashi Lama.
VENERDÌ 21 GENNAIO 2011

Ore 9.30 Proiezione ciclo Aftermath/L’alba del giorno - National Geographic Channel
Sala Petrassi La terra smette di girare
Introduce Antonio Meloni, geofisico
Evento aperto al
pubblico e alle Terzo episodio della serie Aftermath/L’alba del giorno dopo. Prende in esame l'ipotesi che ciascuna
scuole delle facce del globo terrestre rimanga esposta al sole o immersa nella notte per un periodo di sei
mesi e a causa della perdita di atmosfera gli esseri umani, gli animali e le piante abbiano la
possibilità di respirare solo in alcuni spazi limitati.

Ore 11 Proiezione ciclo Aftermath/L’alba del giorno - National Geographic Channel


Sala Petrassi Traditi dal sole
Introduce Mauro Messerotti, astrofisico
Evento aperto al
pubblico e alle Quarto e ultimo episodio della serie Aftermath/L’alba del giorno dopo. Tratta delle temperature
scuole torride e delle mega tempeste grandi come interi continenti che si abbatterebbero sul nostro
pianeta se il sole dovesse aumentare le proprie dimensioni.

Ore 16 Lezione magistrale


Sala Petrassi Guida alla fine del mondo: tutto quello che non avreste mai voluto sapere
Intervengono
Enrico Euli, esperto di tecniche del gioco (in connessione dall'Isola di Pasqua)
Bill McGuire, geofisico
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Bill McGuire ci illustrerà come gli Eventi Geofisici Globali (EGG) siano fenomeni naturali
sufficientemente potenti da causare la fine del nostro mondo. Un EGG può ripercuotersi a livello
globale provocando per esempio un fortissimo raffreddamento a seguito di una supereruzione
vulcanica o di un impatto con un enorme asteroide; oppure può comportare ramificazioni a catena
per l'economia globale e per il tessuto sociale di una zona colpita da catastrofe, come nel caso di
uno tsunami di dimensioni oceaniche o di un disastro in una zona strategica (ad esempio un
terremoto di proporzioni gigantesche a Tokyo). Enrico Euli, che parteciperà in videoconferenza
dall'Isola di Pasqua, ci spiegherà come gli abitanti di quell'isola si sono estinti. Essi, infatti, già da
tempo adottavano pratiche comportamentali orientate all'autodistruzione, il che confermerebbe
che, di fronte a una catastrofe, le nostre prime reazioni sembrano essere la rimozione e il rifiuto.
L'umanità dovrebbe quindi impegnarsi in un processo di cambiamento improntato soltanto alla
"pedagogia delle catastrofi"?
Ore 18 Dialogo
Sala Petrassi Il lontano destino finale della Terra (con qualche serio rischio nel
frattempo)
Intervengono: Lisa Randall, fisica; Robert Smith, astronomo; Giovanna Tinetti,
fisica e astronoma
Introduce Andrea Bernagozzi, fisico e astronomo

Asteroidi killer, esplosioni di particelle energetiche dal Sole, raggi gamma letali emessi da una
supernova vicina, una nebulosa che avvolge il Sistema Solare con un campo elettromagnetico
nocivo, il nostro pianeta inghiottito da un buco nero a spasso per lo spazio o prodotto per sbaglio
da un acceleratore di particelle: per la fisica e l'astronomia moderne sembra esserci solo
l’imbarazzo della scelta quando si pensa a fenomeni che possono provocare la fine del mondo. C’è
qualcosa di vero dietro queste possibilità? Vedremo insieme che la scienza, spesso associata a
visioni catastrofiche del domani, ci permette di dormire sonni (abbastanza) tranquilli ancora per
diversi... miliardi d’anni, quando avverranno tre processi che porteranno inevitabilmente alla fine
del mondo come noi lo conosciamo: la turbolenta fase finale della vita del sole, la collisione tra la
nostra galassia e quella di Andromeda, la continua espansione dell’universo.

Ore 18.30 Aperitivo scientifico


Spazio Bart La cattiva Scienza in TV (premiazione concorso)
Intervengono: Claudio Pasqua, esperto di comunicazione della scienza;
Emilio Sassione Corsi, fisico e astronomo
Introduce Federico Taddia, giornalista e scrittore

Il gruppo «(Cattiva) Scienza in TV» in modo ironico e divertente ha come obiettivo smascherare
chi, sul piccolo schermo, cerca di utilizzare la nostra credulità popolare spacciandosi per portatore
di contenuti scientifici. Questo gruppo, nato e sviluppatosi sul web,è formato da centinaia di
blogger, cittadini, genitori, insegnanti, ricercatori, scienziati e giovani che desiderano lanciare un
messaggio positivo: “chiediamo più chiarezza in certe trasmissioni che spacciano per misteri e per
fenomeni inspiegabili quelli che non sono altro che bufale o credenze popolari da baraccone”. Il
gruppo ha recentemente indetto un concorso aperto a tutti in cui segnalare gli eventi che rientrano
in queste categorie: l’aperitivo scientifico sarà l’occasione per premiare i vincitori e discutere di
queste tematiche con il Presidente dell’Unione Astrofili Italiani Emilio Sassone Corsi, il promotore
dell’iniziativa Claudio Pasqua e il conduttore e autore radio-televisivo Federico Taddia.

Ore 21 Spettacolo
Sala Sinopoli L'ultima astronave
Di e con Stefano Benni, scrittore

Musiche di Umberto Petrin, pianista e compositore

Cosa mettere su un’astronave che partirà per gli spazi siderali, una volta che la razza umana sarà
estinta? Codici e invenzioni non bastano. Ci vuole la prova della capacità artistica dell’uomo, il suo
sogno e il concreto desiderio di comunicare agli altri. Il meglio, forse, della sua storia. Una storia
del mondo con in mezzo due scienziati pazzi, un dicitore e un pianoforte, e uno schermo dove
appaiono quadri famosi e inattese sorprese. Dai graffiti paleolitici a Leonardo, dai mostri di Bosch a
Velasquez, dalla sfida di Van Gogh a Twombly, attraversando Walt Disney, le ninfee, la
restauration art, Klee e Bacon. Le parole degli artisti e altre parole scritte e reinventate. Il sorriso e
il grido in letteratura, in musica e in pittura. Un viaggio ironico e crudele, in ciò che di meglio e
peggio l’uomo ha da mostrare all’universo, nel caso vicino o lontano che debba scomparire.
SABATO 22 GENNAIO 2011

Ore 11 Lezione Magistrale


Teatro Studio La "folle corsa" del popolamento umano
Sette miliardi, e quanti ancora?
Interviene Massimo Livi Bacci, demografo, esperto di dinamiche politiche
sociali
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Perché la popolazione della Terra sfiora oggi i sette miliardi di individui? Può sembrare una
domanda oziosa, ma non lo è. Per molte migliaia di anni, infatti, la popolazione mondiale è
stata mille volte inferiore al livello attuale; d’altra parte, c’è chi sostiene persino che il nostro
pianeta potrebbe ospitare una popolazione dieci volte più numerosa di quella presente.
Come si determina allora, nelle varie epoche, la dinamica demografica? Come influiscono su
di essa mutamenti climatici e catastrofi naturali, epidemie e guerre, migrazioni e sviluppo
economico, tecnologia e cultura? La scomparsa di interi popoli nel corso della storia dimostra
che non esiste un meccanismo di regolazione automatica tra il livello delle risorse e quello
della popolazione. Nel tracciare la storia della popolazione mondiale dal neolitico ai nostri
giorni, il demografo Livi Bacci delinea, per il futuro, un percorso in cui essa dovrà cercare un
prudente equilibrio tra vincoli ambientali e risorse limitate.

Ore 12 Dialogo
Sala Petrassi Terremoti, tsunami, uragani e altre catastrofi
Intervengono
Mary Comerio, docente di architettura alla Berkley University
William M. White, geologo
Introduce Marco Ferrari, biologo e giornalista scientifico

Mary Comerio è docente di architettura a Berkeley, Università della California, ed è


riconosciuta a livello internazionale come un'autorità nel campo della ricostruzione a seguito
di disastri. Ha trascorso la maggior parte degli ultimi 25 anni in missioni ricognitive nelle zone
colpite da tragedie di questo genere: a Kobe, a Città del Messico, nel Sichuan e ad Haiti
dopo i terremoti. In un libro pubblicato nel 1998 Comerio ci mette in guardia sul fatto che se
non vengono adottate politiche nuove, disastri naturali come terremoti e uragani
seguiteranno a lasciare dietro sé una scia di catastrofi economiche e abitative. A integrare
questo punto di vista, il geologo e vulcanologo William White ci spiegherà cos'è una
catastrofe e come – ma soprattutto se – può essere evitata o quantomeno pronosticata. In
effetti è di estrema importanza che scienziati e architetti lavorino fianco a fianco per
prevenire le catastrofi e ridurre al minimo i rischi.
Ore 16 Dialogo
Sala Petrassi Apocalissi del passato: le estinzioni di massa
Intervengono: Michael Benton, paleontologo e biologo;
Peter Ward, paleontologo, astrobiologo
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Nella storia della Terra le estinzioni di massa sono state numerose, anche se probabilmente
la più famosa è quella che 65 milioni di anni fa ha comportato la scomparsa dei dinosauri
terrestri. In quell'occasione non furono solamente i dinosauri ad estinguersi: qualunque sia
stata la causa della loro scomparsa, essa provocò anche l'estinzione di circa il 70% di tutte le
specie viventi sulla Terra. Sebbene i dinosauri fossero già entrati in una fase di declino, si
pensa che la ripresa della specie sia stata impedita da qualche evento catastrofico. Vi sono
molte teorie sul motivo dell'estinzione dei dinosauri: alcune di esse sono alquanto bizzarre,
ma altre sono considerate seriamente dalla comunità scientifica internazionale. In ogni caso,
tra le cinque più grandi estinzioni di massa, ricordiamo quella accaduta 251 milioni di anni fa,
verso la fine del Permiano, che fu talmente terribile da distruggere circa il 90% della vita
terrestre, inclusi i rettili dai denti a sciabola e le loro prede terresti grosse come rinoceronti,
oltre a gran parte dei pesci e ad altre specie marine. A quel tempo la vita sulla Terra stava
quasi per scomparire del tutto.

Ore 17 Dialogo
Teatro Studio Decrescita felice o depressione? Quanto la felicità dipende o non
dipende dal PIL
Intervengono: Stefano Bartolini, economista
Leonardo Becchetti, economista
Introduce Rossella Panarese, giornalista, autrice e conduttrice di
«Radio3Scienza»

Viviamo in paesi ricchi e questo ci ha permesso di risolvere molti problemi. Ci siamo liberati
dalla povertà di massa, abbiamo accesso ai beni di consumo, all'istruzione, alla sanità,
viviamo più a lungo e in modo più salubre. Nonostante questo, molti di noi sembrano vivere
in uno stato di disagio e di malessere; in aggiunta, anche a livello collettivo, sembra quasi
che la crescita economica si accompagni sempre, in tutto il mondo occidentale e
occidentalizzato, a una decrescita del benessere psicologico. Perché? È davvero inevitabile
che per divenire più ricchi economicamente dobbiamo per forza essere poveri di relazioni, di
benessere, di tempo, di ambiente naturale? Ne discutono gli economisti Stefano Bartolini e
Leonardo Becchetti, quest’ultimo anche alla luce della sua esperienza come Presidente del
Comitato Etico di Banca Etica.

Ore 18 Dialogo
Sala Petrassi Fine del petrolio, fine del mondo?
Intervengono: Kjell Aleklett, fisico; Ugo Bardi, fisico, esperto di cambiamenti
climatici
Introduce Marco Cattaneo, fisico e giornalista scientifico

Negli ultimi anni, e in particolare dopo le guerre del Golfo Persico, il problema dei
combustibili fossili è ritornato di grande interesse. Quanto petrolio rimane? Quanto potrà
durare? Quali alternative abbiamo? Siamo veramente di fronte all'inizio di una serie di
"guerre per il petrolio" e, se sí, dove ci porteranno? Nel corso della tavola rotonda si propone
un approfondimento sul petrolio e gli altri combustibili fossili partendo dai concetti di base,
quelli di energia primaria e della nostra dipendenza da fonti non rinnovabili. Si esamineranno
poi le prospettive future in base alle riserve rimaste, alle possibili strategie di consumo e alla
disponibilità di tecnologie energetiche alternative.
Ore 19 Aperitivo scientifico
Spazio Bart Buchi neri, acceleratori e fine del mondo
Interviene Gian Francesco Giudice, fisico teorico delle particelle elementari
Introduce Claudia Di Giorgio, giornalista
In collaborazione con Le Scienze

Buchi neri, acceleratori e fine del mondo Ai piedi delle Alpi, all'interno di una galleria lunga 27
chilometri scavata a cento metri di profondità, è in corso il più ambizioso e complesso
esperimento scientifico di tutti i tempi. Ci porterà a una prematura apocalisse creando un
buco nero che inghiottirà la Terra − come hanno raccontato alcuni giornali − oppure ci
permetterà di svelare i profondi misteri della natura a dimensioni piccolissime? Un fisico
teorico del CERN racconta la vera storia dell'LHC, il più potente acceleratore di particelle al
mondo, da poco entrato in funzione. Una strumentazione di altissima tecnologia permette di
identificare le particelle prodotte in scontri tra protoni accelerati a energie molto elevate. I dati
sono poi interpretati tramite complesse teorie fisiche, espresse in un linguaggio di
matematica avanzata. Ma, sotto questa veste specialistica, si celano domande affascinanti
sulla natura del nostro universo, facilmente comprensibili a tutti. Quali sono gli obiettivi che si
prefigge l'LHC?

DOMENICA 23 GENNAIO 2011

Ore 11 Dialogo
Sala Petrassi A quando la fine dell'umanità e come sarà il mondo senza di noi?
Intervengono: Alan Weisman, giornalista e scrittore; Willard Wells, fisico
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Non è possibile calcolare la capacità di sopravvivenza della razza umana elencando pericoli
e calcolando una stima esatta dei rischi; tuttavia possiamo ottenere delle stime attraverso
mezzi indiretti che mettono a confronto la passata esposizione ai rischi sulla base della
popolazione mondiale, del prodotto mondiale lordo, della crescita del numero dei brevetti di
alta tecnologia e così via. I risultati dimostrano che i pericoli di carattere puramente naturale –
per esempio l'impatto con un asteroide – sono irrilevanti se paragonati a quelli causati
dall'attività umana, sia questa accidentale o intenzionale. E se alla fine la razza umana
dovesse scomparire, in che modo la natura occuperà i nostri spazi, cancellerà le nostre
tracce, e si occuperà del caos che avremo lasciato dietro di noi, dalle plastiche ai rifiuti
chimici alle scorie nucleari e all'anidride carbonica? Questo dibattito ci darà un'idea di come
la sorprendente capacità di ripresa della natura riuscirà alla fine a riparare i danni che
abbiamo arrecato alla Terra e suggerirà il modo in cui l'umanità potrebbe trovare una
collocazione adeguata in un pianeta risanato, questa volta, però, in armonia e non in lotta con
il resto della natura.
Ore 12 Incontro
Teatro Studio Il North Slope dell’Alaska. La fine del mondo alla fine della Terra?
Interviene Bill Streever, biologo e scrittore
Introduce Marco Cattaneo, fisico e giornalista scientifico
A cura di EDT

Parliamo spesso della "fine del mondo" in termini generali, ma per una migliore comprensione
dovremmo addentrarci nei dettagli. Osserviamo da vicino la regione polare del North Slope in
Alaska e troveremo un mondo in continuo cambiamento: un mondo colpito dai mutamenti
climatici, economici e tecnologici tutti interconnessi gli uni agli altri. È un mondo che si sta
trasformando molto velocemente tanto che la fine sembra vicina. In fondo si tratta di una
prova dell'ingenuità umana; le persone continuano a lottare per la vita mentre la banchisa
scompare durante l'estate, le riserve di gas e petrolio si esauriscono, i modelli migratori degli
uccelli cambiano, i temporali si fanno sempre più frequenti, le terre vengono erose dal mare,
gli orsi polari e le balene perdono il loro habitat naturale. Questi cambiamenti non possono
essere fermati. Ciò che accade qui, all'estremo nord antropizzato, è soltanto un preavviso di
ciò che potrebbe accadere alle popolazioni che vivono in aree più calde. Qui possiamo
verificare il modo in cui la scienza può sensibilizzare i decision maker riguardo alle difficili
scelte da fare, mettendo in luce la necessità di attente riflessioni e l'importanza della
cooperazione tra i vari settori, superando barriere istituzionali e diversità culturali.

Ore 16 Lezione magistrale


Sala Petrassi Epidemie e pandemie: la guerra senza fine tra l’uomo e i microbi
Interviene Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di
Roma
Introduce Letizia Gabaglio, giornalista scientifica

Nel passato gli essere umani sono stati decimati da epidemie che hanno colpito le
popolazioni in modo violento; ancora oggi, anche nei paesi del cosiddetto primo
mondo, assistiamo alla nascita di nuove minacciose malattie nonché alla ricomparsa di
vecchi mali, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia le epidemie, e le ancora
più invasive e pervasive pandemie, non rispettano i confini nazionali: il fallimento delle
misure di controllo in un paese può mettere a rischio i paesi vicini e, di conseguenza,
la salute dell’umanità intera. L'impatto di queste malattie è aggravato a causa della
crescita demografica, dei livelli sempre più alti di povertà e delle conseguenze di
catastrofi naturali o causate dall’uomo. In questo scenario, quali sono le possibiltà
concrete che l’umanità sia destinata a estinguersi a causa della perdita della guerra
combattuta contro i microbi?

Ore 17 Lezione Magistrale


Teatro Studio Il senso della fine. Come il mondo cessò di essere eterno
Interviene Remo Bodei, filosofo
Introduce Vittorio Bo, Direttore Scientifico Festival delle Scienze
Nella cosmologia antica l’universo era considerato eterno, non creato, indistruttibile,
capace di rigenerarsi dopo ogni periodica distruzione. Il primo sospetto che anche il
mondo sopralunare degli “splendidissimi astri” potesse essere affetto da mortalità lo
ebbe l’astronomo Ipparco di Nicea attorno al 134 a.C., quando scoprì una nuova stella
che gli sembrò non essere stata presente prima. Fu il cristianesimo a decretare la fine
dell’eternità del mondo, che non solo ha avuto un inizio, ma avrà una durata breve, e
finirà catastroficamente. La storia umana procederà verso il peggio (l’idea moderna di
progresso è stata un rovesciamento di questa tesi). Per secoli si imporrà
un’ermeneutica dei segni prognostici che annunciano il declino e la distruzione,
travalicando l’ambito religioso per investire la vita civile e politica: guerre, carestie,
corruzione e, recentemente, armi nucleari o epidemie incontrollabili.
Ore 18 Dialogo
Sala Petrassi La fine del Mondo: scienza ed etica dell’estinzione umana
Intervengono: Massimiano Bucchi, saggista e giornalista scientifico;
Brandon Carter, fisico teorico; John Leslie, scrittore
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Esistono fattori in grado di sterminare in brevissimo tempo la razza umana: una guerra
batteriologica; la sostituzione dell'uomo da parte di computer intelligenti; un disastro causato
dall'ingegneria genetica; il "gray goo" dei nanorobot; un riscaldamento globale impazzito; una
nuova malattia mortale in un mondo inquinato e affollato. Sebbene il rischio di estinzione
sembri a prima vista molto basso, esso potrebbe apparire molto più alto alla luce della "tesi
della fine del mondo" elaborata da Brandon Carter: se la razza umana si estinguesse a
breve, approssimativamente uno su dieci avrebbe vissuto mentre voi ed io eravamo in vita;
se, al contrario, l'umanità continuasse a vivere, voi ed io rientreremmo nella classe
eccezionale dell'"uno su diecimila" – beh, esiterei a classificarci come eccezionali.
L'estinzione dell'umanità sarebbe un evento tragico, ma non dovrebbe necessariamente
assumere la forma di un'improvvisa "fine del mondo". Una probabilità meno catastrofica è che
la popolazione raggiunga il suo picco a breve, dopo di che si avvierà verso un declino dolce e
relativamente prolungato.

Ore 19 Aperitivo scientifico


Spazio Bart La vera fine del mondo...dei Maya
Interviene Giovanni Sabato, giornalista scientifico
Introduce Giovanni Spataro, giornalista scientifico
In collaborazione con Le Scienze

La profezia era per il 2012, ma per i Maya la «fine del mondo» è giunta cinque secoli prima.
Lo sterminio iniziato con la conquista spagnola si è concluso solo nel 1996, quando in
Guatemala, dopo 36 anni di guerra civile, gli accordi di pace hanno riconosciuto ai Maya il
diritto all’identità e alla loro cultura. La scienza, come narrato
nel libro «Come provarlo?» (Laterza, 2010), ha dato contributi importanti alla pacificazione.
Le analisi statistiche di Ball e colleghi per la commissione di verità storica hanno dimostrato,
«con forza tale da non poter essere negata», la verità sui crimini contro i Maya. Smentendo
per esempio il luogo comune per cui «le violenze venivano da entrambe le parti», e
dimostrando atti deliberati di genocidio. Oggi le analisi dei crimini proseguono, sia a sostegno
dei processi ai responsabili, sia per analizzarne la genesi e prevenirne, auspicabilmente, la
ripetizione.

Ore 21 Serata National Geographic Channel


Sala Petrassi Marziani siamo noi
Interviene Giovanni Bignami, Accademico dei Lincei e astrofisico
Introduce Claudia Di Giorgio, giornalista

Si parte dal Big Bang, si passa attraverso la creazione di luce e materia, poi di stelle, galassie
e pianeti, fino al nostro sistema planetario che cerchiamo di capire grazie ad un nuovo tipo di
astronomia, la "astronomia di contatto". È l'Universo che viene a trovarci: ogni anno cadono
sulla Terra 40.000 tonnellate di materia extraterrestre, con materiale organico molto simile a
quello del quale sono fatti gli esseri umani. Di tutto questo materiale, una parte piccola, ma
non nulla, 400 chili all'anno, vengono direttamente da Marte. Chissà se, quindi, i Marziani non
siamo davvero noi, alla fine. “I Marziani siamo noi” è un progetto di comunicazione
multimediale della scienza, appare in forma scritta come un “bignamino dell’Universo”
pubblicato da Zanichelli nella sua serie “Chiavi di lettura”. Ma “I Marziani siamo noi” è anche
una serie di 5 puntate in onda su National Geographic Channel (canale 402 di Sky). In scena,
oltre all’autore, un sasso marziano.

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