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Battaglia d'Inghilterra
battaglia della seconda guerra mondiale

Disambiguazione – "The Blitz" rimanda qui.


Se stai cercando album dei Krokus, vedi The
Blitz (album).

Questa voce o sezione sugli argomenti guerra e


aviazione è priva o carente di note
Ulteriori
e riferimenti
informazioni
bibliografici puntuali.

Battaglia d'Inghilterra
parte della seconda guerra mondiale

Una vedetta scruta i cieli sul tetto di un edificio a


Londra
Data 10 luglio - 31 ottobre 1940
Luogo spazio aereo del Regno Unito
Esito I tedeschi rinunciano ad invadere
l'Inghilterra
Schieramenti

Germania Regno Unito


Italia (CAI) Polonia
Canada[1][2]

Comandanti

Hermann Göring Hugh Dowding


Albert Kesselring Keith Park[4]
Hugo Sperrle Trafford Leigh-Mallory
H.J. Stumpff[3] CJ Quintin Brand
R.C. Fougier Richard Saul

Effettivi

1 260 bombardieri, circa 700 caccia (all'inizio)


316 bombardieri da
picchiata,
1.089 caccia (CAI, 170
aerei)

Perdite

1.887 aerei distrutti[5][6] 1.547 aerei distrutti[9]


2.698 aviatori morti[7] 544 aviatori morti[6][10][11]
967 catturati 422 aviatori feriti[12]
638 dispersi identificati
dalle autorità
britanniche[8]

Circa 90.000 perdite civili, di cui 40.000 morti[13]


Voci di battaglie presenti su Wikipedia

(EN) (IT)

«The Battle of France is «La battaglia


over. I expect that the di Francia è
Battle of Britain is about ormai finita.
to begin...» Suppongo
che quella
d'Inghilterra
stia per
iniziare...»

(Winston
Churchill[14][15][16][17].)

La battaglia d'Inghilterra (in inglese: Battle of


Britain e in tedesco: Luftschlacht um England)
è il nome storico della campagna aerea svoltasi
durante la seconda guerra mondiale e
combattuta dall'aeronautica militare tedesca, la
Luftwaffe, contro il Regno Unito tra l'estate e
l'autunno del 1940. L'obiettivo della campagna
era di guadagnare la superiorità aerea
sull'aviazione militare britannica, la Royal Air
Force (RAF), e particolarmente contro i suoi
aerei da caccia inquadrati nel RAF Fighter
Command.

La battaglia d'Inghilterra fu la prima grande


campagna di guerra a essere combattuta
interamente da forze aeree[18] e fu anche la più
grande e intensa azione di bombardamento
aereo fino a quella data. Nel luglio 1940, gli
obiettivi principali furono i convogli di
rifornimento e i porti, quali Portsmouth; un
mese dopo, la Luftwaffe iniziò a colpire gli
aeroporti e le infrastrutture della RAF. Con il
progredire della battaglia, la Luftwaffe iniziò a
bombardare anche le fabbriche aeronautiche e
altre infrastrutture, anche per annientare la
volontà di resistenza della popolazione civile.
Alla fine, la Luftwaffe si concentrò su aree di
significato politico utilizzando la strategia del
bombardamento strategico.[19][20]

Il fatto che la Germania nazista fallì nei suoi


piani non riuscendo né a distruggere il sistema
di difesa aerea britannico, né a obbligare il
Regno Unito a negoziare un armistizio o una
resa, è considerato la prima significativa
sconfitta tedesca della seconda guerra
mondiale e un punto di svolta cruciale
nell'andamento del conflitto.[21] Impedendo alla
Germania di acquisire la superiorità aerea, la
battaglia pose fine alla minaccia che Hitler
desse il via all'Operazione Leone marino,
l'invasione della Gran Bretagna condotta da un
attacco anfibio e con il lancio dei
Fallschirmjäger, i paracadutisti. Alla battaglia
partecipò anche la Regia Aeronautica con 170
tra caccia, bombardieri e ricognitori, inquadrati
nel C.A.I., Corpo Aereo Italiano.[22]

Premessa

Il Primo ministro inglese


Winston Churchill.

Le prime fasi della seconda guerra mondiale


videro il susseguirsi di invasioni compiute dai
tedeschi sul continente europeo grazie al
potere aereo della Luftwaffe, in grado di
stabilire la superiorità aerea tattica. Il 7 e 8
maggio 1940 il Dibattito sulla Norvegia mise in
discussione la leadership del primo ministro
britannico Neville Chamberlain, che fu
costretto alle dimissioni. Il 10 maggio i tedeschi
invasero la Francia e lo stesso giorno Winston
Churchill divenne primo ministro. Il RAF Fighter
Command, il comando dell'aviazione da caccia
britannico, era a corto di piloti addestrati e di
aerei, ma malgrado le obiezioni del suo
comandante Hugh Dowding, circa il rischio di
lasciare la Gran Bretagna indifesa, Churchill
inviò i reparti da caccia a supporto delle
operazioni in Francia,[23] dove la RAF subì gravi
perdite.[24] I nuovi aerei inglesi ebbero modo di
apprendere la tecnica aerea di combattimento
tedesca dimostrando di seguirla al momento
dello scontro diretto.

Dopo l'evacuazione britannica di Dunkerque e


la resa francese del 22 giugno 1940, Hitler era
principalmente concentrato sulle possibilità
d'invadere l'Unione Sovietica[25] credendo che
i britannici, sconfitti sul continente e senza
alleati in Europa, avrebbero cercato un accordo
entro breve tempo.[26] I tedeschi erano così
fiduciosi in un imminente armistizio che
cominciarono a produrre le decorazioni da
usare nelle strade per le parate celebrative
delle truppe vittoriose.[27] Sebbene il Ministro
degli esteri inglese, Lord Halifax, e una
corrente di pensiero nell'opinione pubblica e
nella classe politica fossero favorevoli ad una
pace negoziata con la Germania, Churchill e la
maggioranza del suo governo rifiutarono di
prendere in considerazione l'ipotesi di un
armistizio con Hitler.[28] Al contrario, Churchill
utilizzò le sue capacità retoriche per rafforzare
l'opinione pubblica contro l'ipotesi della
capitolazione e per prepararsi per una lunga
guerra. Nel suo discorso del 18 giugno 1940
alla Camera dei Comuni, in seguito ricordato
come quello della «Quella fu la loro ora
migliore» (in inglese This was their finest hour)
affermò: «Quella che il generale Weygand ha
chiamato la battaglia di Francia è finita. Mi
aspetto ora che stia per iniziare la battaglia
d'Inghilterra [Bretagna nell'originale]».[29]

Il rifiuto delle proposte di pace tedesche da


parte britannica fu netto. Nel tentativo di
terminare la guerra a occidente e di spingere il
governo di Londra a trattare la pace, il 16 luglio
Hitler ordinò di preparare un piano d'invasione
delle isole Britanniche. Il piano fu preparato
dall'OKW (lo stato maggiore delle forze
armate). L'operazione, battezzata Seelöwe
(Leone marino), venne pianificata per metà
settembre 1940 e prevedeva sbarchi lungo la
costa meridionale dell'Inghilterra, appoggiati da
lanci di paracadutisti nell'entroterra. I
preparativi dovevano essere completati entro la
metà di agosto.

L'operazione Leone Marino era un progetto


gravemente carente: soffriva di mancanza di
risorse (specialmente navi per il trasporto
truppe e materiali, per non parlare dei mezzi da
sbarco) e di gravi divergenze tra la Marina e
l'Esercito. Con la minacciosa presenza della
Royal Navy ad un sol giorno di navigazione
dalla Manica, sembra, col senno di poi, molto
improbabile che il piano avrebbe mai potuto
funzionare. Su una cosa tutti i servizi segreti
tedeschi concordavano: sarebbe stato
irrealizzabile se prima la Luftwaffe non avesse
conquistato la superiorità aerea. Col
predominio nei cieli, la Royal Navy poteva
essere distrutta e le difese terrestri sconfitte.
Così, il primo compito da assolvere era la
distruzione della Royal Air Force (RAF) come
forza combattente. Venne perciò ideato un
piano per attaccare gli aeroporti e i centri di
produzione aeronautica. Il comandante della
Luftwaffe, Reichmarshall Hermann Göring,
battezzò il piano Adlerangriff (Attacco
dell'Aquila) e l'inizio delle operazioni fu stabilito
per l'11 agosto 1940 (Adlertag, giorno
dell'aquila) con un attacco in forze.

L'Adlertag fu preceduto da un mese di attacchi


ai convogli in navigazione lungo la Manica.
Questo periodo, chiamato dai tedeschi
Kanalkampf (battaglia del Canale), fu usato
come occasione per saggiare le difese della
RAF e attirare i suoi caccia in combattimento.
La RAF data l'inizio della battaglia con i primi
attacchi ai convogli: il 10 luglio 1940[30].

La strategia della
Luftwaffe

Bombardieri Heinkel He 111 durante


la battaglia di Inghilterra.

La strategia tedesca era influenzata dalle teorie


sul bombardamento strategico, come quelle
dell'italiano Giulio Douhet, che si erano
sviluppate nel corso degli anni venti e trenta.
Queste teorie enfatizzavano l'attacco aereo, la
debolezza delle difese antiaeree, e gli effetti
dei bombardamenti terroristici sul morale
dell'opinione pubblica. Dopo la guerra di
Spagna, l'attenzione tedesca si era orientata
principalmente verso operazioni aeree di
carattere tattico. In Polonia e Francia, la
Luftwaffe aveva operato congiuntamente alla
Wehrmacht, dando vita alla Blitzkrieg o "guerra
lampo". Nella battaglia d'Inghilterra la Luftwaffe
però doveva operare da sola, non come
supporto all'offensiva delle truppe di terra, ma
come arma decisiva. Gli alti comandi avevano
una grande fiducia nell'efficacia del
bombardamento strategico e Göring vedeva
nell'imminente battaglia l'occasione per
dimostrare che cosa era in grado di fare la sua
forza aerea.

Dopo la battaglia di Francia, la Luftwaffe si


riorganizzò sulla base di tre Luftflotten (flotte
aeree) lungo i fianchi meridionale e
settentrionale dell'Inghilterra. La Luftflotte 2,
comandata dal Generalfeldmarschall (grado
equivalente a quello di generale di Armata
Aerea, generale a quattro stelle) Albert
Kesselring era responsabile per i
bombardamenti dell'Inghilterra sud-orientale e
della zona di Londra. La Luftflotte 3,
comandata dal Generalfeldmarschall Hugo
Sperrle era responsabile per la West Country,
le Midlands e l'Inghilterra nord-occidentale. La
Luftflotte 5, comandata dal Generaloberst
(grado equivalente a quello di generale
Squadra Aerea) Hans-Jurgen Stumpff, con
quartier generale in Norvegia, era responsabile
per le operazioni contro il Nord Inghilterra e la
Scozia. Nel corso della battaglia le
responsabilità dei comandi si modificarono,
con la Luftflotte 3 che si fece carico degli
attacchi notturni, mentre il peso degli attacchi
diurni ricadde progressivamente sulle spalle
della Luftflotte 2. Per breve tempo, ai
combattimenti prese parte anche una forza di
spedizione italiana, il Corpo Aereo Italiano.

Hermann Göring, capo della


Luftwaffe.

Le stime iniziali della Luftwaffe circa la durata


della campagna prevedevano quattro giorni per
sconfiggere il Comando Caccia (Fighter
Command) della RAF nell'Inghilterra
meridionale, cui dovevano far seguito altre
quattro settimane in cui bombardieri e caccia a
lungo raggio avrebbero spazzato il resto del
paese e distrutto l'industria aeronautica
britannica. Il piano prevedeva di iniziare
attaccando gli aeroporti vicino alla costa,
estendendo in seguito gli attacchi verso
l'entroterra, verso Londra e l'anello di aeroporti
incaricati della sua difesa. Nel complesso la
Luftwaffe si attenne a questo schema, ma i
suoi comandanti avevano gravi divergenze
sulla strategia complessiva dell'operazione: il
comandante della Luftflotte 3, Hugo Sperrle,
voleva sradicare l'infrastruttura della difesa
antiaerea facendo ricorso ai bombardieri, la sua
controparte nella Luftflotte 2, Albert
Kesselring, chiedeva di attaccare direttamente
Londra - sia per costringere il governo
britannico alla resa, sia per costringere i caccia
della RAF a una battaglia decisiva. Göring,
ossessionato come era dal mantenere la
propria base di potere all'interno della
Luftwaffe, non fece nulla per appianare queste
divergenze strategiche tra i suoi comandanti.
Va aggiunto che le convinzioni sulla guerra
aerea cui era attaccato erano superate e, in
seguito, lo portarono a commettere gravi errori,
sia tattici sia strategici.

La Luftwaffe risentì inoltre di una grave carenza


d'informazioni circa l'apparato difensivo
britannico. I servizi d'informazione tedeschi
erano frammentati, divisi da profonda rivalità e,
nel complesso, scarsamente efficienti. Nel
1940 c'erano pochi agenti tedeschi operativi in
Inghilterra e qualche sporadico tentativo di
infiltrare spie nel paese non diede alcun esito.
Così la Luftwaffe non ebbe a disposizione
informazioni aggiornate sullo stato e
sull'organizzazione della difesa aerea della
RAF, in particolare sul sistema di comando e
controllo che era già stato organizzato prima
della guerra e che si rivelò di cruciale
importanza per l'efficace gestione della
battaglia da parte britannica. Va detto che
anche quando si avevano informazioni recenti e
valide, gli alti comandi della Luftwaffe
tendevano ad ignorarli se apparivano in
contrasto con l'opinione prevalente.

Per la maggior parte della battaglia, la


Luftwaffe operò alla cieca, senza conoscere
l'effettiva forza dell'avversario, né le sue
capacità né il suo schieramento. Più volte gli
alti comandi tedeschi si convinsero che il
Comando Caccia fosse stato ridotto allo
stremo, mentre più volte si attaccarono basi
del Comando Bombardieri o della Difesa
Costiera nella errata convinzione che fossero
aeroporti del Comando Caccia. I risultati dei
bombardamenti e degli scontri aerei furono
sovrastimati, col risultato che la visione della
situazione che avevano gli alti comandi della
Luftwaffe si allontanò progressivamente dalla
realtà. Queste carenze di comando e di
informazione fecero sì che i tedeschi non
riuscissero ad adottare una strategia coerente,
anche quando la RAF si trovò con le spalle al
muro.

Il sistema di Dowding

Hugh Dowding, comandante del


Comando Caccia della RAF.

La battaglia di Inghilterra fece entrare nella


leggenda i caccia della RAF: lo Spitfire e
l'Hurricane, ma la vera pietra angolare della
difesa inglese fu la complessa organizzazione
di avvistamento, comando e controllo che gestì
la battaglia, nota come il "sistema di Dowding",
dal nome del suo principale artefice, il
Maresciallo dell'Aria (Air Chief Marshall) Sir
Hugh Dowding, comandante del Comando
Caccia della RAF.

I primi rilevamenti degli attaccanti in arrivo


provenivano dalle stazioni radar, chiamate in
codice Catena Nazionale (Chain Home), che
erano distribuite lungo le coste inglesi e che
telefonavano l'avvistamento alla Sala Filtro del
Comando Caccia. Gli incursori, una volta
oltrepassate le stazioni della Rete Nazionale
(che avevano le antenne radar puntate verso il
mare), erano presi in carico dal Corpo
Avvistatori (Observer Corp), che li seguiva da
terra utilizzando una rete di osservatori dotati
di binocoli. Le informazioni, valutate e integrate
dalla "Sala Filtro" erano poi passate alla "Sala
Operativa del Comando Caccia", a quella del
Gruppo e a quelle di tutti i settori interessati.

Ogni Sala Operativa aveva il proprio tavolo a


mappa (plotting table), grandi mappe sulle
quali le formazioni delle forze in campo erano
rappresentate da pedine la cui posizione era
continuamente aggiornata sulla base delle
informazioni che man mano affluivano. Nella
sala operativa del gruppo, il controllore di turno
decideva quale settore doveva contrastare
l'incursione e quanti caccia bisognava far
intervenire. Il controllore di Settore coordinava
le squadriglie alle sue dipendenze, ordinando i
vari livelli di prontezza operativa o il decollo su
allarme. Di solito, almeno all'inizio della
battaglia, i controllori erano ufficiali pilota con
esperienza di combattimento.

Non è chiaro il ruolo svolto nella battaglia


d'Inghilterra dalla decifrazione delle
comunicazioni segrete tedesche, criptate
usando le macchine cifratrici Enigma. Ultra,
l'insieme di informazioni ottenute grazie alle
intercettazioni di Enigma, fornì agli alti comandi
inglesi una preziosa visione delle intenzioni
tedesche, ma sembra che ben poco di tutto
questo sia giunto sino alla scrivania di Hugh
Dowding. D'altro canto il servizio di ascolto
radio Y, che teneva sotto controllo il traffico
radio tedesco, contribuì notevolmente
all'individuazione precoce delle incursioni della
Luftwaffe.

La responsabilità della difesa dello spazio


aereo inglese fu ripartita tra più Gruppi (Brigate
Aeree) di Caccia: il 10º Gruppo, responsabile
della difesa del Galles e dell'Inghilterra
occidentale, era comandato dal Vice
Maresciallo dell'Aria Sir Quintin Brand. L'11º
Gruppo copriva il Sud-Est dell'Inghilterra e le
vitali rotte di accesso a Londra, il suo
comandante era il Vice Maresciallo dell'Aria
Keith Park. Il 12º Gruppo, comandato dal Vice
Maresciallo dell'Aria Trafford Leigh-Mallory,
difendeva le Midlands e l'East Anglia. Infine, il
13º Gruppo copriva il nord dell'Inghilterra, la
Scozia e l'Irlanda del Nord, ed era comandato
dal Vice Maresciallo dell'Aria Richard Saul.

L'aereo da caccia britannico Spitfire.

Le aree di competenza dei Gruppi erano a loro


volta suddivise in Settori, ciascuno dei quali
aveva alle proprie dipendenze un numero di
Squadroni variabile tra i due ed i quattro. Le
basi di Settore, costituite da un aeroporto e da
un posto comando, erano il cuore di questa
organizzazione, ma ciascuna base aveva degli
aeroporti satellite presso cui disperdere gli
Squadroni. I Quartieri Generali di Gruppo
passavano le informazioni alle basi di Settore e
dava istruzioni circa il decollo su allarme
(scramble) degli squadroni loro assegnati. Una
volta in volo, gli Squadroni erano guidati via
radio dalle loro basi di Settore che ne stabiliva
l'impiego: agli Squadroni poteva venir ordinato
di intercettare gli incursori oppure di
proteggere gli aeroporti o altri bersagli di vitale
importanza.

Sebbene a quel tempo fosse il più sofisticato


sistema di difesa aerea del mondo, il "Sistema
di Dowding" presentava molti limiti. Nella
lettura dei dati radar si potevano verificare
gravi errori di interpretazione (ed era compito
della Sala Filtro cercare di ridurne il numero),
mentre il Corpo Avvistatori non era in grado di
seguire le forze attaccanti di notte e col cattivo
tempo. Le comunicazioni radio con gli
apparecchi in volo risentivano del fatto che la
RAF utilizzava ricetrasmittenti in banda HF (alta
frequenza), che avevano limiti di portata e,
anche utilizzando una rete di ponti radio, gli
Squadroni erano costretti ad operare all'interno
del proprio settore o, al massimo, in uno di
quelli adiacenti. Inoltre, le apparecchiature
erano limitate a una sola frequenza per
Squadroni, rendendo così impossibile la
comunicazione tra Squadroni diversi. Infine, il
sistema per seguire i caccia della RAF, noto
come HF/DF o "Huff-Duff", non consentiva
l'uso contemporaneo di più di quattro
Squadroni per Settore.

Nonostante questi limiti, il Comando caccia


della RAF riuscì a raggiungere alti livelli di
efficienza, riuscendo ad ottenere anche tassi
d'intercettazione superiori all'80%. I problemi
connessi alle radiotrasmissioni in fonia furono
risolti più avanti nel corso della battaglia con
l'adozione di apparati radio operanti in
frequenza altissima (Very High Frequency-
VHF), che permettevano comunicazioni in fonia
più chiare, avevano una portata maggiore e
consentivano l'uso di più canali. Pur con tutti i
suoi difetti, la RAF aveva comunque un sistema
di controllo a terra che consentiva ai suoi
caccia di essere là dove servivano. La
Luftwaffe, priva di un sistema simile, si trovò
sempre in svantaggio.

Le tattiche della
Luftwaffe

Lo Junkers Ju 88, il primo aereo


della Luftwaffe a effettuare
un'incursione in Gran Bretagna.

Nel corso della battaglia, la Luftwaffe cambiò in


misura notevole le proprie tattiche per cercare
di aprirsi un varco nelle difese della RAF. Si
lanciarono molte missioni di Freie Jagd (caccia
libera), nella speranza di sorprendere i caccia
della RAF. I controllori della RAF furono spesso
in grado di identificare queste "cacce libere" e
di indicare ai propri Squadroni come evitarle.
La Luftwaffe cercò anche di usare come esca

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