nostra prima tavola, come gli Egiziani da sè si rappresentassero sopra i loro monumenti, ed è impossibile trovare in questa figura pur una delle forme che la razza negra caratterizzano. Bello è l'angolo facciale, sono regolari i lineamenti, le labbra spie gate ma bene unite, ed il resto delle abitu dini del corpo tali quali si riconoscono ne gl'individui della razza bianca. Questa me desima figura dell'Egiziano vedesi un mi lione di volte ripetuta nei monumenti d'o gni ordine, di proporzioni colossali come di picciolissime; e sono sempre i medesi mi caratteri e la fisionomia medesima . Era la carnagione degli Egiziani imbruni ta dal clima ; particolarità simile è stata e spressa nei marmi, dando al volto delle figure d'uomo una tinta rossastra, ed a quello di donna, che sembra men bruna, una tinta giallognola. Le quali due tinte poteano assai esattamente indicare la gra dazione generale della carnagione de due sessi dell'egiziana popolazione. Si è aperto in diversi paesi gran numero di mummie, nè si riconobbero, nell'esame d' alcuno di que' moltissimi corpi egiziani, caratteri fi sici della razza negra; eppure que corpi so no, per la maggior parte, conservati interi; intatta vi è la pelle, i capelli, talora artifi ciosamente ordinati, stanno a lor luogo ed al capo aderiscono con solidità sorprenden tc. Veggonsi sulla nostra seconda tavola due teste di mummie esattamente figurate: l'angolo facciale spiegatissimo, e il naso lun go ed arcuato, i capelli lunghi e non lanuti, ogni idea allontanano d'origine africana, e qui sono una testimonianza di più in favore delle tradizioni istoriche che abbia mo già riportate. Conobbero gli Egizii la razza negra e l'hanno figurata ne'loro monumenti cou rara esattezza. La nostra prima tavola non contiene altro che figure dai medesimi monumenti ricavate. Si è nelle tombe dei re, a Biban-el-Moluk, presso Tebe, che tro vasi la rappresentazione delle diverse razze d'uomini che note furono agli Egiziani. È mestieri dall'esattezza di tali rappresen tazioni, che risalgono almeno al secolo XVI avanti l'era cristiana, conchiudere che a quell'epoca l'Egitto conosceva benissimo l'antico continente, le razze diverse che abitavano l'Europa, l'Africa, l'Asia, ed i po poli principali di queste due ultime contra de. Lunghe guerre aveano posto l'Egitto in contatto coll'interno dell'Africa; quin di distinguonsi sui monumenti egiziani pa recchie specie di negri, differenti fra esse pei tratti principali, che i viaggiatori moderni anch'essi indicarono come dissomiglianze, ossia per riguardo del colorito che fa i ne gri neri o i negri raminacei, oppure per rispetto ad altre forme non meno caratte ristiche. Altre guerre aveano sospinto gli Egiziani in Arabia e contro il grande im pero d'Assiria ; e gli Arabi adunque e gli Assiri e i Medi, trovarsi devono figurati sopra i monumenti Egiziani ; e vi sono in fatto. Nè meno frequentemente vi com pariscono gl'Indiani, imperocchè l'Egitto con que popoli guerreggiò per terra e sul mare. Conobbe pure gl'Ionii e per conse guenza la razza greca: trovansi in fatto nelle pitture di semplice ormamento, esat tamente quali ce li fanno conoscere i più antichi vasi greci, coll'antica clamide, il turcasso in ispalla, l'arco in una mano, nell'altra la clava, oppure tenendo la li ra, nelle scene domestiche. Finalmente, la razza bionda dell'Europa era egualmen te conosciuta e fu dagli Egiziani del tempi anteriori alla guerra di Troia figurata, ed il vestir loro punto non annunziava, per quei tempi remoti ed appo gli Europei, grandi passi nella carriera dell'incivilimen to: andavano ancora coperti di pelli col pelo, e punzecchiati per tutto adornamento. Tale era la scienza etnografica dell'Egitto, ne' tempi primitivi della storia scritta, e per un'epoca certa, media tra Abramo e Mosè. Sono le tombe regie di quel tempo che gli elementi somministrarono di que sta curiosa ed importante osservazione; giusto è lasciar che ne parli colui che l'ha fatta e che tutta ce ne spiegò l'importanza per la storia. Champollion juniore così narra ciò che vide: c. Nella valle propriamente detta di Biban-el-Moluk, abbiamo, come tutti i viaggiatori che ne precedettero, ammirato la stupenda freschezza delle pitture e la finitezza delle sculture di molti sepolcri. Qui vi feci disegnare la serie dei popoli nei bassi rilievi figurati. Avea sulle prime creduto, sopra le copie di tali bassi rilievi pubblicate in Inghilterra, che quei popoli, di razza ben differente, condotti dal Dio Oro, tenendo in mano il bastone pastorale, fossero le nazioni allo scettro de' Faraoni suggette; lo studio delle leggende mi fece comprendere che il quadro avea più generale significato. Appartiene alla terza ora del giorno, a quella in cui il sole incomincia a far sentire tutto l'ardore de' suoi raggi, e tutte riscalda le contrade abitate del nostro emisfero. Si vollero rappresentarvi, giusta la leggenda istessa, gli abitanti dell'Egitto e quelli de paesi stranieri. Abbiamo dunque quivi sotto gli occhi le immagini delle diverse razze d'uomini agli Egiziani note, ed in pari tempo impariamo le grandi divisioni geografiche od etnografiche stabilite in quell'epoca rimota, “ Gli uomini guidati dal pastore dei popoli, Oro, appartengono a quattro famiglie bene distinte. Il primo (n°. 1 della nostra tavola), il più vicino al Dio, è di color rosso fosco, taglia bene proporziona ta, dolce fisionomia, naso lievemente aquilino, lunga chioma in rete, vestito di bianco; le leggende designano questa specie col no me di Rot-en-ne-ròme, la razza degli uomini, gli uomini per eccellenza, vale a dire gli Egiziani. Non può sorgere incertezza di sorta sulla razza di colui che segue (n°. 2 della nostra tavola); appartiene alla razza dei negri, indicati sotto il nome generale di Nahasi.» Molto diverso aspetto presenta il susseguente (n.° 3 della tavola); pelle color di carne che tira al giallo, o carnagione bruna, naso fortemente aquilino, mera barba, abbondante e che termina in punta, corto vestimento di colori svariati; portano questi il nome di Nami. » Finalmente, l'ultimo (nº. 6 della tavola ) ha la tinta di pelle che noi chiamiamo color di carne, o pelle bianca del grado più dilicato, il naso dritto o leggermente curvato, azzurri gli occhi, barba bionda o rossa, taglia alta e slanciatissima, vestito di pelle di bue con tutto il suo pelo, vero selvaggio, punzecchiato in diverse parti del corpo; chiamansi Tamà.» Mi affrettai a cercare nelle altre tombe regie il quadro a questo corrispondente, e trovatolo in parecchie, le variazioni rinvenutevi mi convinsero appieno che si sono quivi voluti figurare gli abitatori delle quattro parti del mondo, se condo l'antico sistema egiziano, cioè, 1°. gli abitanti dell'Egitto che da sè solo formava una parte del mondo, secondo il modestissimo uso de vecchi popoli; 2°. gli abitanti proprii dell'Africa, i negri; 3°. gli Asiatici; 4°. finalmente (vergogno a dirlo, poichè la razza nostra è l'ultima e la più selvaggia della serie) gli Europei, che, a quell'epoche lontane, bisogna esser giusti, non facevano in questo mondo troppo bella figura. E qui hanno ad intendersi tutti i popoli di razza bionda, abitanti non solo l'Europa, ma l'Asia ancora, punto di loro partenza. » Tale maniera di considerare quei quadri è la più giusta, tanto più che nelle altre tombe ricorrono gli stessi nomi generici e costantemente nell'ordine stesso. Vi si riscontrano pure gli Egiziani e gli Africani rappresentati nel modo medesimo, il che non poteva essere altramente: ma i Namù (gli Asiatici) ed i Tamhù (le razze europee) offrono importanti e curiose variazioni. » Invece dell' Arabo o del Giudeo (nº. 3), così semplicemente vestito, figurato in un sepolcro, ha l'Asia in altre tombe (quelle di Rhamses-Meiamum, ecc.) per rappresentanti tre individui sempre di carmagione bruna, naso aquilino, occhio nero e barba folta, ma vestiti con rara magnifi cenza. In uno, sono evidentemente Assiri: l'abito, sino nelle più minute particolarità, è perfettamente simile a quello del perso naggi scolpiti sui cilindri assirii; nell'altro, i popoli Medi, o abitatori primitivi di qual che parte della Persia, riscontrandosi in fatti la loro fisionomia e veste, tratto per tratto, sui monumenti detti persepolitani (n°. 4 della tavola). Rappresentavasi dun que l'Asia mediante uno de popoli che l' abitavano, indifferentemente. Lo stesso è di que buoni vecchi nostri antenati i Tamhù (n°. 6 della tavola); l'abito n'è talvolta diverso ; le teste veggonsi più o meno capellute e cariche d'ornamenti di versificati; varia alcun poco nella forma il vestimento selvaggio; ma la carnagione bianca, gli occhi e la barba tutto conser vano il carattere d'una razza a parte. Fe ci copiare e miniare questa curiosa se rie etnografica. Non attendevami certo, giungendo a Biban-el-Moluk, di trovarvi scolture che servire potessero di vignette alla storia degli abitatori primitivi dell'Eu ropa, se mai si abbia il coraggio d'im prenderla. Tuttavia il vederli ha qualche cosa di lusinghiero e consolante, però che ci fa bene apprezzare la via che siam poi venuti percorrendo ». La figura nº. 5 è quella d'un Greco o Ionio.