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Assistenza a pazienti con patologie gastriche e duodenali.

Gastrite
La gastrite è l’INFIAMMAZIONE della mucosa intestinale e risulta essere un problema
gastrointestinale relativamente comune. Una mucosa danneggiata non è in grado di secernere una
quantità di muco sufficiente a costituire una barriera contro l’ACIDO CLORIDRICO. Essa può essere
di due tipi: ACUTA E CRONICA. Quella ACUTA è spesso dovuta : ad errori dietetici, ingestione
di alimenti contaminati da patogeni, abuso di aspirina o di altri farmaci antiinfiammatori non
steroidei(FANS che inibiscono la secrezione di muco riducendo le difese della mucosa) l’eccessivo
consumo di alcolici, il reflusso biliare o la radioterapia. Essa può durare da alcune ore ad alcuni
giorni. Una forma di grave di gastrite acuta è causata dall’ingestione di acidi o basi forti, che
possono provocare gangrena o perforazione della mucosa. La forma CRONICA O
INFIAMMAZIONE PROLUNGATA della mucosa gastrica può essere causata: da ulcere gastriche
benigne o maligne, dal batterio HELICOBACTER PYLORI, talvolta da patologie autoimmuni
quali ANEMIA PERNICIOSA ; fumo, alcolici, fans, cibi troppo speziati, bevande troppo
calde. In presenza di gastrite, la mucosa gastrica diventa edematosa e iperemica (congestionata per
la presenza di liquidi e sangue). Essa può essere associata ad ACLORIDRIA ,IPOCLORIDRIA
(produzione nulla o scarsa di acido cloridrico) oppure da IPERCLORIDRIA (produzione eccessiva
di acido cloridrico.

SINTOMI: il paziente con gastrite acuta può avvertire sensazione di malessere nella zona
addominale, nausea, vomito, cefalea, stanchezza, anoressia e singhiozzo. Inoltre, può presentare
carenza di vitamina B12, bruciore gastrico dopo i pasti, sapore acido in bocca. Alcuni pazienti sono
asintomatici. DIAGNOSI: si basa sull’endoscopia (gastroscopia) , sull’ esame istologico dei prelievi
bioptici, sulla ricerca sierologica di anticorpi contro un antigene del batterio H. pylori (per
rilevarne la presenza) o sull’ analisi dell’aria espirata.

TRATTAMENTO: la mucosa gastrica può ripararsi . Il trattamento si basa sull’educazione del


paziente che deve seguire una dieta che non irriti la mucosa gastrica. Se i sintomi persistono può
risultare necessaria la somministrazione parenterale di liquidi. Se la gastrite è causata
dall’ingestione di acidi o alcali forti: per neutralizzare gli acidi si usano i comuni antiacidi,
(idrossido di alluminio); per neutralizzare gli alcali si usa succo di limone diluito, oppure aceto
diluito. Se l’ erosione è grave o estesa si deve evitare di somministrare emetici o di eseguire
lavande gastriche che potrebbero provocare perforazioni e danneggiare l’esofago. Si procede poi a
una terapia di sostegno che include l’intubazione nasogastrica, la somministrazione di analgesici
e sedativi, antiacidi, liquidi ed elettroliti per via endovenosa. Se è presente tessuto gangrenoso o
perforazione può essere necessaria una chirurgia d ‘EMERGENZA.
PIANO DI ASSISTENZA: ACCERTAMENTO
Durante l’anamnesi, l’INFERMIERE si informa sui segni e i sintomi del paziente: presenza di bruciori
di stomaco, nausea, vomito, comparsa dei sintomi in particolari ore del giorno o circostanze, primo
o dopo i pasti, dopo l’ingestione di cibi piccanti o irritanti, di certi farmaci o di alcool; recente
diminuzione o aumento del peso corporeo; RELAZIONE DEI SINTOMI con presenza di ansia o
tensione, eccessi alimentari, consumo troppo rapido dei pasti. Fattori che alleviano o risolvono i
sintomi; storia pregressa di patologie o chirurgie gastriche. Informarsi sulle abitudini alimentari del
paziente e su ciò che ha mangiato nelle ultime 72 ore. L’ ANAMNESI è importante anche per
stabilire se in famiglia ci sono persone che presentano gli stessi sintomi, se il paziente vomita
angue o ha ingerito sostanze caustiche. L’INFERMIERE svolge una visita completa notando una
dolenzia addominale o lo stato di idratazione.

DIAGNOSI INFERMIERISTICHE:

1) Ansia legata al trattamento


2) Rischio di disidratazione legato ad un’insufficiente assunzione di liquidi e all’eccessiva perdita di
liquidi on il vomito

3)Dolore dovuto all’irritazione della mucosa gastrica

4) Carenze nutrizionali dovute a un insufficiente apporto dietetico.

OBIETTIVI: riduzione dell’ansia, riduzione del consumo di cibi irritanti la mucosa gastrica,
adeguato apporto di sostanze nutritive, mantenimento di un adeguato bilancio idrico,
alleviamento del dolore.

INTERVENTI INFERMIERISTICI: RIDUZIONE DELL’ANSIA : a volte è necessario preparare


psicologicamente il paziente a ulteriori esami diagnostici (endoscopia) o ad un intervento
chirurgico. Solitamente il paziente è ansioso per il dolore o per il timore di un danno esofageo
permanente. L’infermiere DEVE AVERE UN APPROCCIO CALMO E CERCARE DI DARE AL PAZIENTE
TUTTE le risposte esaurienti. Spiegare tutte le procedure e i trattamenti in base al grado di
interesse e in base al grado di comprensione del paziente.

FAVORIRE UNO STATO NUTRIZIONALE OTTIMALE: si sconsiglia al paziente di consumare bevande


contenenti caffeina perché stimolando il sistema nervoso centrale, aumenta l’ attività gastrica e la
secrezione di pepsina. Scoraggiare il consumo di alcolici e di nicotina: quest’ultima riduce la
secrezione di bicarbonato da parte del pancreas impedendo la neutralizzazione dell’acidità del
succo gastrico a livello duodenale e inoltre può causare nausea e vomito aumentando l’ATTIVITA’
DEL SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO.

BILANCIO IDRI CO: l’ INFERMIERE deve annotare le entrare e le uscite giornaliere per rilevare
precocemente segni di disidratazione. Se la somministrazione di liquidi per via orale viene sospesa,
si prescrive la somministrazione giornaliera di 3 l. di liquidi per via endovenosa. Egli deve valutare
la presenza di sintomi di una gastrite emorragica: ematemesi (VOMITO EMATICO), TACHICARDIA E
IPOTENSIONE.

ALLEVIAMENTO DEL DOLORE :L ‘infermiere valuta l’intensità del dolore e il suo alleviamento o
scomparsa in seguito alla somministrazione di farmaci o all’eliminazione di sostanze irritanti nella
dieta.

INSEGNARE AL PAZIENTE L’AUTOASSISTENZA: L’infermiere imposta un insegnamento


individualizzato in base alle conoscenze del paziente circa la gastrite. Egli informa il paziente circa:
sostanze da evitare, dieta da seguire, farmaci prescritti quali antibiotici o quelli che riducono la
secrezione gastrica e che proteggono la mucosa. I pazienti con anemia perniciosa ricevono
informazioni circa la necessità di iniezioni di vitamina B12 per un periodo più o meno lungo che
possono essere fatte da un familiare o da un infermiere domiciliare.

VALUTAZIONE-RISULTATI ATTESI: RAGGIUGIMENTO DI tutti gli obiettivi prefissati in precedenza .

ULCERA PEPTICA
È una lesione profonda (con formazione di una cavità) nella mucosa dello stomaco, del piloro,
(orifizio tra stomaco e duodeno), del duodeno, (primo tratto dell’intestino tenue) o dell’esofago.
Secondo la sua localizzazione di parla di ulcera gastrica, duodenale o esofagea. Essa può
coinvolgere la muscolatura liscia e perforarla fino a raggiungere il peritoneo. Quelle duodenali
sono più frequenti di quelle gastriche perché il tessuto duodenale è più sensibile all’ azione
digestiva del succo gastrico e pepsina. Un tipo di ulcera peptica è quella della sindrome di
Zollinger- Ellison caratterizzata dalla presenza di molteplici ulcere gravi (resistenti alle terapie) ,da
estrema iperacidità gastrica e dalla presenza di cellule tumorali, benigne o maligne secernenti
gastrina(GASTRINOMA PANCREATICO: tumore delle isole pancreatiche). L’ ulcera da stress
clinicamente diversa da quella peptica, è un’ulcerazione della mucosa che si sviluppa a livello
gastroduodenale che può essere provocata da vari fattori che inducono stress: shock, che riduce il
contenuto ematico alla mucosa gastrica provocando il reflusso del contenuto dal duodeno allo
stomaco; condizione ischemica che associata alla presenza di acido e pepsina crea ulcerazione;
grave sepsi; ustioni. Distinguiamo altri due tipi di ulcere peptiche: CUSHING e CARLING. La prima
è presente in pazienti con traumi cerebrali ed è profonda e penetrante e può INTERESSARE
STOMACO,ESOFAGO E DUODENO. La seconda, invece, si verifica in seguito un’estesa ustione e
interessa STOMACO E SUODENO.

SINTOMI: possono durare per alcuni giorni, settimane o mesi e possono essere recidivi dopo
periodi asintomatici. Il paziente lamenta dolore sordo, mordente, sensazione di bruciore
nell’epigastrio medio e alla schiena. PIROSI ( bruciore all’ESOFAGO e STOMACO che risale verso
la bocca spesso accompagnato da distensione ed eruttazione a stomaco vuoto
soprattutto),vomito( cibo ingerito e non digerito) stipsi, diarrea, sanguinamento( può rilevarsi
con la presenza di sangue nelle feci) Si ritiene che il dolore compaia quando l’aumento del
contenuto di acido nello stomaco o nel duodeno intacca la lesione e stimola le terminazioni
nervose esposte. Il dolore viene alleviato con l’ingestione di cibo che neutralizza l’acidità; tuttavia,
dopo che lo stomaco si è svuotato o che l’ azione delle sostanze antiacide è cessata, il dolore
ricompare.

ACCERTAMENTO: l’esame fisico può rilevare dolore epigastrico, distensione addominale.


L’endoscopia è la procedura diagnostica d ‘elezione che permette di evidenziare la presenza di
un’ulcera e di effettuare prelievi di tessuto per l’ESAME BIOPTICO. LA presenza del batterio
H.Pylori viene diagnosticata con studi colturali e sierologici.

TRATTAMENTO: L’ulcera viene trattata a livello farmacologico da una combinazione di antibiotici


e di Sali di bismuto che eliminano il batterio H.pylori. ANTAGONISTI dei recettori dell’istamina (anti
H2) ,INIBITORI DELLA POMPA PROTONICA utilizzati per ridurre la secrezione acida gastrica;
AGENTI CITOPROTETTIVI, che proteggono la mucosa dagli acidi o dall’azione dei FANS; antiacidi;
SANDOSTATIN un farmaco che riduce i livelli di gastrina. TRATTAMENTO CHIURGICO: la terapia
farmacologica ha ridotto la necessità di intervenire chirurgicamente. Tuttavia, la si raccomanda in
caso di: ulcere intrattabili (che non guariscono dopo 12-16 settimane dal trattamento
farmacologico),nei casi di emorragie gastrointestinali potenzialmente letali, perforazione,
ostruzione o in caso di sindrome di Zollinger- ellison. Procedure chirurgiche: VAGOTOMIA
( resezione del nervo vago che riduce la secrezione gastrica); PILOROPLASTICA( allo scopo di
ingrandire l’apertura)oppure interventi di BILLROTH 1 e BILLROTH 2.

PIANO DI ASSISTENZA:ACCERTAMENTO
L’infermiere chiede al paziente di descrivere il dolore e i mezzi a cui ricorre per alleviarlo( cibo,
antiacidi). Il dolore è descritto come bruciante e mordente , compare dopo circa due ore dai pasti,
sveglia il paziente tra mezzanotte e le 3 del mattino. Egli si informa sulla frequenza degli episodi di
vomito e sulle caratteristiche del vomito-cioè se questo è di colore rosso vivo o del colore della
polvere di caffè; -sull’EVENTUALE presenza di sangue nelle feci (feci ematiche o molto scure);
velocità con cui mangia; se fuma; preferenza per cibi piccanti, speziati; consumo di caffè;
CONSUMO DI ALCOLICI; SE ASSUME FANS. SI informa inoltre sul livello di ansia del paziente e quali
fattori che provocano tensione emotiva; come esprime i suoi sentimenti di rabbia e come affronta
le situazioni di stress. Valuta i parametri vitali, presenza di tachicardia o ipotensione che indicano
una possibile anemia da sanguinamento gastrointestinale ; richiede l’esame delle feci per la
ricerca del sangue occulto. Esegue un esame fisico durante il quale palpa l’addome per rilevare
dolenzia.
DIAGNOSI INFERMIERISTICHE:

 Dolore, causato dall’azione dell’acido contenuto nei succhi gastrici sulla mucosa gastrica
danneggiata
 Ansia legata alla difficoltà di affrontare una patologia acuta
 Alterazione dello stato nutrizionale dovuta a cambiamenti della dieta

COMPLICANZE: emorragia, perforazione, penetrazione, stenosi pilorica.

OBIETTIVI: RIDUZIONE DELL’ANSIA, MANTENIMENTO DI ADEGUATO


STATO NUTRIZIONALE, MONITORAGGIO DI POTENZIALI EMORRAGIE
,MONITORAGGIO DELLA PERFORAZIONE E DELLA PENETRAZIONE,
MONITORAGGIO DELLA STENOSI PILORICA.
 Il dolore può essere alleviato con i farmaci prescritti, evitando fans, alimenti speziati,
alcool, fumo, ecc.. Consumare pasti regolari in un AMBIENTE TRANQUILLO, APPRENDERE
TECNICHE DI RILASSAMENTO. Per mantenere un adeguato stato nutrizionale, il paziente
deve seguire le restrizioni dietetiche. L’ emorragia è la causa più comune dell’ulcera
peptica; la sede del sanguinamento è la porzione distale del duodeno. Il sanguinamento di
manifesta con EMETEMESI (il sangue vomitato potrebbe essere di colore rosso brillante o
avere l’aspetto del caffè macinato) o MELENA (emissione di feci molto scure per la
presenza di sangue digerito). Se il paziente perde in breve tempo una grossa quantità di
sangue è necessario ripristinare il volume di sangue perduto poiché l’emorragia potrebbe
avere esito letale. Vengono valutati frequentemente i parametri vitali pe rilevare
ipotensione, tachipnea, tachicardia; Ematocrito e emoglobinemia. Si esegue un esame
delle feci per rilevare la presenza di sangue occulto o evidente e si misura la produzione
oraria di urine per rilevare anuria o oliguria. È essenziale identificare rapidamente la causa
dell’emorragia, valutare la gravità e trattare la perdita di sangue per impedire shock
ipovolemico. INTERVENTI INFERMIERISTICI Per trattare il sanguinamento sono:
 Si dispone di una linea endovenosa per l’INFUSIONE di fisiologica o ringer lattato e la
trasfusione di sangue, e, talvolta, si inserisce un catetere nell’arteria polmonare per il
monitoraggio emodinamico. In caso di sudorazione eccessiva, raffreddamento delle
estremità si somministrano emoderivati.
 Si misurano ripetutamente l’emoglobina e l’ematocrito
 Si inserisce un catetere urinario per misurare la produzione di urine
 Si ricorre all’intubazione nasogastrica per stabilire se sia presente sangue fresco o digerito,
per rimuovere coaguli e succhi gastrici, per prevenire nausea e vomito
 Per mezzo del sondino nasogastrico si misura, ogni ora, il ph gastrico e si somministrano
antiacidi se il ph è inferiore a 4.
 Vi valuta la saturazione in ossigeno e se necessario lo si somministra.
 Si fa assumere al paziente la posizione declive per impedire l’ipotensione, oppure lo si fa
giacere sul fianco sinistro per prevenire l’aspirazione del vomito nelle vie aeree,
 Si tratta un eventuale shock ipovolemico.
SE non è possibile trattare il sanguinamento con i mezzi sopra citati, si ricorre ad altre
modalità che possono evitare l’intervento chirurgico come: TERMOCOAGULAZIONE,
L’INIEZIONE DI FARMACI che controllano il sanguinamento, l’iniezione di sostanze
sclerosanti; OPPURE si ricorre all’infusione intra arteriosa di sostanze vasocostrittici e
l’embolizzazione selettiva. la prima prevede la somministrazione di vasopressina
direttamente nell’arteria che sanguina per mezzo di una pompa, per un periodo di 24-36
ore e l’efficacia del trattamento viene verificata mediante arteriografia. Alcuni medici
raccomandano l’intervento chirurgico dopo tre episodi di sanguinamento oppure in base
ad alcuni fattori come: l’età del paziente (dopo i 60 anni una forte emorragia è fatale), UNA
STORIA DI ULCERA CRONICA e LA CONCOMITANZA DI UN’ULCERA GASTRICA.
MONITORAGGIO DELLA PERFORAZIONE E DELLA PENETRAZIONE: la perforazione è un
processo di erosione dell’ULCERA che, attraverso la sierosa gastrica, raggiunge il peritoneo
senza sintomi premonitori. Costituisce un’emergenza addominale e richiede un intervento
chirurgico immediato.
La penetrazione è un processo di erosione dell’ulcera che, attraverso la sierosa gastrica,
raggiunge strutture adiacenti come pancreas, vie biliari. Come la perforazione, la
penetrazione richiede l’INTERVENTO CHIRURGICO. SINTOMI: dolore addominale forte e
improvviso (persistente e di intensità crescente) il dolore può manifestarsi a livello delle
spalle specie quella destra causato dall’irritazione del nervo frenico nel diaframma; vomito
e collasso; ipotensione e tachicardia(indici di shock); ADDOME DOLENTE E
TURGIDO( come una tavola di legno). È importante intervenire con tempestività. Entro
poche ore dalla perforazione, si sviluppa una peritonite chimica seguita da una peritonite
batterica, quindi la perforazione deve essere chiusa quanto prima. Dopo l’intervento lo
stomaco viene svuotato per mezzo di un sondino nasogastrico. L’infermiere valuta lo stato
del bilancio elettrolitico e la presenza di peritonite o di infezione (ileo paralitico,
distensione addominale, rumori intestinali).il paziente riceve una terapia antibiotica per via
parenterale secondo le prescrizioni mediche.
MONITORAGGIO DELLA STENOSI PILORICA: LA STENOSI PILORICA si verifica
quando lo sfintere pilorico si restringe a causa si uno spasmo o di edema o per la
formazione di tessuto cicatriziale associato a ripetute ulcerazioni e rimarginazioni del
tessuto. Sintomi: NAUSEA, VOMITO, STIPSI, SENSAZIONE DI PIENEZZA EPIGASTRICA,
ANORESSIA, PERDITA DI PESO. COSA SI FA IN QUESTO CASO???
SI INSERISCE UN SONDINO NASOGASTRICO per decomprimere lo stomaco , si
valuta il volume di liquido ispirato per mezzo del sondino. Un residuo di 200 ml è indice di
ostruzione quasi certa. Ciò viene confermato dall’esame del tratto gastrointestinale
superiore o dall’endoscopia. La decompressione e il bilancio idroelettrolitico contribuisono
a migliorare le condizioni del paziente ed evitare la chirurgia. se ciò non è efficace si esegue
una VAGOTOMIA e un’ ANTRECTOMIA per via chirurgica.
VALUTAZIONE: CONSISTE nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
CANCRO DELLO STOMACO
I cancri gastrici sono nella maggior parte dei casi ADENOCARCINOMI e possono svilupparsi
in qualsiasi area dello stomaco. Fattori di rischio: la dieta, abbondante consumo di cibi
affumicati, scarso consumo di frutta e verdura, infiammazione cronica dello stomaco,
anemia perniciosa, acloridria, ulcere gastriche, presenza di H.pylori e fattori genetici. La
prognosi è infausta perché al momento della diagnosi sono già presenti metastasi al fegato,
pancreas, esofago e duodeno. Nelle fasi più avanzate della patologia, si sviluppano
(attraverso il sistema linfatico) metastasi peritoneali. SINTOMI: le fasi iniziali del cancro
possono essere asintomatiche perché esso si sviluppa nella curvatura minore dello
stomaco e non provoca alterazioni della funzionalità gastrica. Successivamente provoca:
INDIGESTIONE, DIMAGRIMENTO, DOLORE ADDOMINALE, STIPSI, ANEMIA, NAUSEA,
VOMITO, DISPEPSIA(dolore epigastrico) DIAGNOSI: l’ESAME FISICO non è utile alla diagnosi
poiché i tumori gastrici non sono palpabili. Le procedure diagnostiche Più comuni sono:
PRELIEVI BIOPTICI, LAVAGGI CITOLOGICI eseguiti per via endoscopica. Esame radiografico
del tratto gastrointestinale superiore dopo un pasto bariato. La tomografia computerizzata
e la scintigrafia ossea ed epatica possono aiutare a valutare l’ESTENSIONE DEL TUMORE.
TRATTAMENTO: il carcinoma gastrico può essere trattato efficacemente per via chirurgica
se il tumore non si è esteso altrove. Se è stata eseguita una gastrectomia totale, la
continuità gastrointestinale viene ripristinata con l’ANASTOMOSI tra le estremità
dell’ESOFAGO E DIGIUNO. INTERVENTI DI CHIRURGIA PALLIATIVA, piuttosto che radicale
vengono eseguiti se il tumore ha metastatizzato coinvolgendo organi vitali come il fegato
ma anche per alleviare i sintomi dell’ostruzione e disfagia. Si può ricorrere anche alla
chemioterapia o radioterapia per un effetto palliativo. FARMACI: fluorouracile, adriamicina
e mitomicina-c2. MACATORI TUMORALI: CA 19-9 CA-50 (antigene carcinoembronario,
MARCATORE DEL CANCRO AL COLON)
ACCERTAMENTO: anamnesi: il paziente è dimagrito recentemente? Quali alimenti non
tollera? Ha appetito? Sente dolore’? IL PAZIENTE ha una storia di infezione da H. pylori.?
Fuma? Beve? Storia familiare di cancro? ESAME FISICO: PALPAZIONE DELL’ADDOME per
rilevare la presenza di dolenzia o la presenza di masse solide e un’eventuale ascite.
DIAGNOSI: 1) ansia associata alla patologia e all’anticipazione del trattamento.
2) alterazione dello stato nutrizionale, per l’insufficiente apporto alimentare.
3) dolore, legato alla presenza di cellule epiteliali anormale.
4)preoccupazione, dispiacere associati alla diagnosi di cancro.
OBIETTIVI: riduzione dell’ansia- raggiungimento di un adeguato stato nutrizionale-
l’alleviamento o eliminazione del dolore- adattamento ai cambiamenti dello stile di vita
imposti dalla malattia.
INTERVENTI INFERMIERISTICI: riduzione dell’ansia: L’infermiere offre sostegno
psicologico e incoraggia i familiari a sostenere il paziente e di farlo vivere in un ambiente
tranquillo. Spiega ogni procedura e trattamento e lo aiuta ad esprimere le sue
preoccupazioni e timori. Egli risponde con accuratezza a tutte le sue domande e lo
incoraggia a prendere parte alle decisioni che riguardano il trattamento. Egli mantiene
atteggiamento empatico e dedica un po’ del suo tempo al pz. Adeguato stato
nutrizionale: il pz. viene incoraggiato a consumare pasti leggeri e frequenti; assumere
vitamina A, C, e ferro in modo da facilitare la formazione dei tessuti. Scegliere la nutrizione
parenterale totale quando il pz non è in grado di alimentarsi. L’infermiere valuta: il peso, lo
stato nutrizionale, sintomi di disidratazione, gli esami di laboratorio. Alleviamento del
dolore: somministrazione di analgesici secondo le prescrizioni, e analgesici oppiodi per
dolore intenso. Si determinano la fequenza, intensità e durata del dolore. L’ INFERMIERE
incoraggia il trattamento del dolore con mezzi non farmacologici: ASCOLTO DI
REGISTRAZIONI, IMMAGINAZIONE, DISTRAZIONE, FRIZIONE DEL DORSO, MASSAGGI,
RILASSAMENTO E RIPOSO.

CHIRURGIA GASTRICA
Viene eseguita in caso di: ULCERA PEPTICA ASSOCIATA AD EMORRAGIA, PERFORAZIONE,
PENETRAZIONE,STENOSI o che non risponde al trattamento farmacologico; CANCRO o
TRAUMA GASTRICO. Le procedure chirurgiche riguardano: gastrectomia parziale
(asportazione di una parte dello stomaco), o una gastrectomia totale con anastomosi tra
esofago e digiuno.
PIANO DI ASSISTENZA. ACCERTAMENTO: in fase preoperatoria si valutano lo stato
nutrizionale del paziente, presenza di vomito o nausea, ematemesi ,si auscultano i rumori
intestinali e con la palpazione vediamo la presenza di masse o di dolenzia. PARAMETRI
VITALI. In fase post operatoria si valuta: complicanze secondarie all’intervento come
emorragie, infezioni, distensioni addominali.
DIAGNOSI: 1)ansia legata all’intervento chirurgico;
2) alterazione dello stato nutrizionale per insufficiente apporto alimentare.
3)dolore dovuto all’incisione chirurgica.
INTERVENTI INFERMIERISTICI: ridurre l’ansia e i timori del paziente nella fase pre
operatoria facendo esprimere tutti i dubbi e rispondendo alle sue domande. Spiegare tutte
le procedure svolte prima e dopo l’intervento( INTUBAZIONE NASOGASTRICA,
somministrazione di liquidi, medicazioni addominali, assistenza polmonare). Ripristinare
gradualmente l’ ALIMENTAZIONE PER VIA ORALE dopo la rimozione del sondino e la ripresa
dei suoni intestinali assicurando il fabbisogno calorico. Educazione alimentare: il paziente
deve consumare i pasti in posizione semisdraiata; DOPO i pasti dovrebbe rimanere sdraiato
per un periodo d 20 -30 min per rallentare lo svuotamento gastrico. I LIQUIDI sono
sconsigliati durante i pasti perché comportano il rapido svuotamento dello stomaco, ma
sono concessi un’ORA PRIMA o DOPO i pasti. I GRASSI sono accettabili ma i carboidrati in
quantità ridotta. I farmaci antispastici contribuiscono al rallentamento dello svuotamento
gastrico. I PASTI devono essere asciutti. PRESCRIVERE iniezioni di vitamina B12 e di ferro,
vitamine e trigliceridi media catena. ALLEVIARE IL DOLORE: dopo l ‘intervento vengono
somministrati analgesici per garantire un adeguato grado di benessere. Fare in modo che il
paziente mantenga un’adeguata funzione polmonare( respirare profondamente e tossire )
e possa camminare. Fargli assumere la posizione di fowler per il drenaggio dello stomaco.
COMPLICANZE: RITENZIONE GASTRICA: che si manifesta con nausea e vomito e rigurgiri
dovuti alla presenza di un edema lungo la linea di sutura che ostacola il transito di liquidi o
di cibo verso l’intestino. In questi casi si ricorre all’aspirazione gastrica. reflusso biliare:
l’asportazione del piloro, che funge da barriera contro il reflusso gastroduodenale, può
provocare gastriti ed esofagiti da reflusso che si manifestano con bruciore epigastrico e
vomito di materiale biliare. Steatorrea: (PRESENZA DI GRASSO NELLE FECI) essa deriva da
un rapido svuotamento gastrico che impedisce un’adeguata miscelazione del bolo
alimentare con i secreti pancreatici e con la bile. Essa può essere controllata con la
riduzione del contenuto di grasso nella dieta e somministrazione di farmaci che riducono la
mobilità gastrica. DEFICIT DI VITAMINE E MINERALI: ALTRI PROBLEMI che l’infermiere
deve valutare il malassorbimento del ferro organico e la concentrazione sierica della
vitamina b12. La gastrectomia totale blocca la produzione del fattore intrinseco necessario
per l’ASSORBIMENTO DELLA vitamina B12 nel tratto gastrointestinale. Se la vitamina non
viene fornita mediante somministrazione parenterale cronica, il paziente soffrirà di
un’avitaminosi, che col tempo provoca gli stessi effetti dell’anemia perniciosa. La
complicanza viene evitata attraverso iniezioni intramuscolari mensili di 100-200 ng di
vitamina b12. La perdita di peso è un altro problema a lungo termine perche il paziente ha
un sensazione si sazietà che riduce l’appetito

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