Nell�immaginario collettivo attuale l�arte contemporanea gioca un ruolo
marginale nei processi di sviluppo culturale e sociale di un territorio ma fondamentale nella logica di profitto dei nuovi mercanti di opere. La ragione risiede nella separazione tra l�arte reale del Novecento e la spettacolarizzazione mediatica e tecnocratica dell�opera di oggi. L�origine da ricercarsi nella triplice alleanza del sistema: l�opera d�arte, merce ingombrante, materia inutile e priva di anima, quasi dotata di un suo specifico codice a barre; l�artista, esecutore e firmatario dell�opera, semplice comparsa nel teatro dell�arte, manipolato e a volte strapagato, sostenuto dall�effimera critica del suo millantatore di turno; il gallerista, che ha sostituito la nobile figura del mecenate di un tempo, rispettato dal sistema, trait d�union spietatamente commerciale tra l�artista e il collezionista. E� poi quest�ultimo il vero motore economico del sistema, le aste, il luogo ideale per compiere il delitto perfetto.
All�interno di questo meccanismo infernale, l�artista autentico non trova pi�
spazio, si smarrisce nella narrazione pubblica, non riesce ad influenzare n� ad incidere nel cambiamento: una frattura netta tra l�arte reale e il mondo speculativo del denaro e della mercificazione globale. Tutto ci�, nel tempo, ha disgregato il valore etico e morale dell�opera d�arte e la sua funzione sociale, estirpandola al suo autentico valore estetico. Ecco perch�, oggi pi� che mai, siamo chiamati a riflettere su un nuovo modo di fare arte, che sin dalle avanguardie storiche si � sempre preservata di mantenere fermi i valori e le abilit� tecniche dell�uomo. Gli artisti, fin dalle origini del secolo scorso, hanno iniziato a lavorare per sottrazione, cercando nel vuoto e nel silenzio l�essenza della creativit�, quel vuoto caro al musicista John Cage, materia viva nei sorprendenti cellotex di Burri, fino all�esistenzialismo di beuysiana memoria. Opere d�arte concepite in piena libert�, nella pretesa e orgogliosa autonomia rispetto ai sistemi di potere. Ai tempi del Covid, l�Arte mostra tutta la sua vulnerabilit�, imbrigliata in un non-senso artatamente simbolico dal quale non riesce ad uscire, e gli artisti costretti a dover inventare se stessi, con la consapevolezza che dei falsi sistemi, in fondo, se ne poteva fare a meno. Pi� che dal Covid, oggi la paura pi� grande � quella di rimanere infettati dal virus dell�Indifferenza.
Come sostiene Barbara Rose, � arrivato il momento di sradicare la barbarie e
preservare le abilit� e i valori dell�uomo. L�artista � tenuto a reinventarsi sempre, anche attraverso l�utilizzo di materiali eterogenei, in un fare e disfare che opera in senso fisico e mentale, portato a mettersi in gioco e riscoprire se stesso, non ad inseguire false chimere. Nella societ� dell�effimero, riusciremo, grazie all�arte, a recuperare l�originaria erubescenza, a riappropriarci della nostra libert�?