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NATALE 1985

Roma, 5 gennaio 1986

Il primo pensiero, che ha l'anima in questo momento in cui ci ritroviamo insieme


dopo tre mesi dal nostro ultimo incontro del 29 di settembre, è un atto di gratitudine e di
ringraziamento nei confronti del Mondo Spirituale e del modo in cui tutti gli amici si
sono contenuti e mossi verso gli avvenimenti vissuti in quest’ultimo periodo.
Da quella sera stessa in cui tenemmo l'incontro per la ricorrenza di Michele si
sono verificate vicende speciali e dolorosissime, che tuttavia hanno trovato pronti gli
spiriti di voi tutti, perché il modo di essere, la sostanza del comportamento ha dimostrato
veramente il risultato di un lavoro che ha costituito la risposta migliore a tutto quello che
è stato l'insegnamento della Scienza dello Spirito, a tutto quello che Massimo ci ha
donato in questi lunghi anni, ma anche l'affacciarsi di un movimento autonomo e di
un’attività interiore che ha modellato la risposta a tutto quello che abbiamo vissuto
durante il corso di quest'anno. Ecco perché vorrei esprimere un pensiero di gratitudine a
tutti voi e di profonda devozione verso il Mondo Spirituale.
Sappiamo che del Natale significa la nascita del Signore, del Cristo nell'anima
umana. Sappiamo che questa è sempre una nascita che si svolge nel buio, nel dolore, in
quella parte dell'umano laddove l'uomo sperimenta veramente la sua natura, il suo limite,
quella che è la condizione più alta di lui e quanto egli si ritrova nell'anima, a livello di
condizione usuale; questo genera veramente la possibilità di un profondo conflitto ed in
questo conflitto l'uomo sperimenta anche la parte più debole, la parte più dolente di sé.
Sappiamo che il significato del Natale è proprio quello della nascita dell'Io
nell'anima umana, e dobbiamo dire che quest'anno, in modo particolare, questa nascita
ha determinato qualcosa di veramente nuovo. Secondo me, ha determinato proprio la
constatazione che un certo tipo di germinazione, immessa in questi anni, comincia
veramente a dare i suoi frutti. Questi frutti dovranno non soltanto essere da noi raccolti,
ma portati innanzi, onde possano costituire alimento e forza per la storia della Terra
durante questi due ultimi settenni, che ci separano dalla fine del secolo e del millennio.
La constatazione di quello che è avvenuto negli ultimi mesi, c’induce a pensare che
realmente si sia incontrata una forma di aiuto da parte del Mondo Spirituale, in quanto
determinate maturazioni erano state avviate e volute, in fondo, con tutte le forze.
Dobbiamo considerare che ci sono determinate “forze” che stanno incarnandosi
sulla Terra e che nel corso di questi ultimi due settenni richiederanno da noi un impegno
sempre maggiore, che riguardi soprattutto la nascita della nostra parte superiore
nell'anima umana. In particolare soprattutto in quella parte dell'anima umana che patisce
la sofferenza, che vive le condizioni di tutto il proprio “umano”, ma anche dell'umanità
degli altri e che quindi è soggetta ad alternanze, a luce ed ombre, a soste, ripensamenti,
dubbi. Ora, le vicende che ultimamente si sono presentate, avrebbero necessariamente
giustificato l'insorgenza di dubbi, di perplessità, di quesiti, di rifiuti. Sono state vicende,
intanto di una rapidità che non ha dato possibilità di preparazione mentale e poi,
nonostante gli sforzi, le richieste, le preghiere, le invocazioni si è arrivati soltanto a
conclusioni di dolore. Questo però non significa una sconfitta, significa, ma al contrario,
la soluzione che il Mondo Spirituale ha deciso, proprio per introdurre nella storia della
Terra delle forze completamente nuove, che si rendano operanti per preparare l'evento
più grande che avremo prima della fine di questo secolo e millennio, ossia forze che
servono per la preparazione della nascita futura del Cristo Spirituale sulla Terra.
Tutto quello che si è vissuto, tutto quello che si è tentato ed io, incontrandovi
privatamente, so che cosa si è tentato da parte di ciascuno di voi, so quali realizzazioni
individuali si sono concepite, tutto questo, anche se ha richiesto sul piano umano tanta
sofferenza ed ancora la richiede, pur tuttavia ha significato l'impiego di determinate
forze per preparare un evento che nella storia dell'evoluzione della Terra è la condizione
decisamente conseguente, alla nascita di Gesù di Nazareth nella capanna di Betlemme,
alla nascita del Cristo presso il Giordano. L'unità di questa forza è proprio quel Sole,
preannunziato nel cantico di Zaccaria, che nascerà sulla Terra. La vita spirituale di quel
Sole avanzerà sui dolori del mondo e su tutti quelli che possono sembrare i limiti
presenti dell'uomo, per portare veramente il segno della Sua vittoria ed il senso di queste
sofferenze che si sono vissute; vicende molto forti e non parlo solamente di quelle più
chiare che abbiamo avuto intorno a noi, ma nell'ambito della propria cerchia ognuno di
noi ha vissuto altre vicende di particolare intensità.

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Il pensiero che ci deve guidare, per dare un completamento al senso di questo
Natale, che dovrà proseguire come un Natale interiore per ogni giorno dell’anno che è
appena cominciato, è questo: "Niente di tutto quello che abbiamo affrontato in questo
periodo rappresenta semplicemente una vicenda personale, ma è l'insieme del rilucere di
forze provenienti proprio dalla sfera solare del Cristo, che entreranno nella Terra ed
aiuteranno tutto quello che sarà il futuro cammino dell'umanità."
La vicenda personale sarà trasmutata proprio come una testimonianza della
presenza del Mondo Spirituale sulla Terra. Ora so che con questo non viene dato nessun
senso riduttivo o forse non viene modificato nulla del dolore che si è attraversato,
tuttavia possiamo riconsiderare, riflettere, sapere dentro di noi che il senso di una
determinata vicenda, per drammatica che sia stata, ha il valore di arrecare un alimento
alla storia della Terra, di arrecare una forza d’aiuto ad altri esseri umani che soffrono e
che non potrebbero sostenere l'urto di determinate vicende, se non ci fosse proprio il
pianto di coloro che sanno offrire il senso di questo pianto al Mondo Spirituale. Questo
può significare che al di là della vicenda personale c'è un'intesa fra noi ed il Mondo
Spirituale, che permette al Mondo Spirituale di continuare ad inserire nella Terra la forza
della Sua volontà, del Suo aiuto, che è soltanto una forza d’amore.
Da molti anni, da quando ancora era presente Massimo, siamo soliti sintetizzare
in due o tre parole il significato dell'anno; voi sapete che non è una definizione, ma è
l'affiorare di tutte le vostre immagini, dei pensieri comuni che ci uniscono e che ci
rendono comunità e fraternità per lo Spirito ed in queste due o tre parole avviene una
sintesi che possiamo considerare una sintesi immaginativa.
L'anno scorso tutti insieme definimmo l’anno1985 come "l'anno della volontà di
consapevolezza e della consapevolezza di volontà" e sapete che, a parte gli ultimi tre
mesi, che appunto sono stati luminosi e drammatici contemporaneamente, gli altri nove
mesi di quest'anno sono stati pieni di eventi importanti e fecondi. Nelle amicizie sono
state messe a punto determinate condizioni: sono state deformalizzate, sono state poste
nella luce della chiarezza e della verità, sono avvenute risoluzioni sul piano della pratica
interiore e sono avvenute delle intensificazioni. In modo particolare persone giovani, che
avevano subito dei rallentamenti, si sono notevolmente rafforzate nella volontà, sono

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ritornate alla fonte della scaturigine interiore e talune condizioni di vita che sembravano
irrisolvibili si sono sistemate, sono avvenute molte cose importanti, anche se tutte molto
“lavorate” e molto “guadagnate” dalla forza interiore. Allorquando si entra nell'ambito
della chiarezza, della risoluzione, della fortificazione di certe situazioni che sembrano
vivere nell'incertezza, oppure si ritorna a quella che è la scaturigine, che in fondo
impronta certe vite, ciò accade poiché la visione alla vita dello Spirito, una volta sentita,
si può non sentire per un periodo, ma quella condizione rimane come impronta di vita e
quando il giovane o l’uomo di mezza età abbandona e poi ritorna questo è un profondo
segno di vittoria, ma non è una vittoria solo voluta da lui, è senz'altro una condizione
preparata da tutti.
Nel corso di quest'anno abbiamo avuto diversi momenti del Natale, diverse
nascite, ossia quella luce che si era accesa proprio dal pensiero sul Sole natalizio che
tracciammo l'anno scorso, si è veramente manifestata in situazioni che potevano
diventare di ombra e di tenebra e sono state invece rischiarate dall'impronta della
coscienza ed anche questo è stato fatto tutti insieme.
Come immagine sintesi di quest'anno possiamo dire che questo è l'anno della
“collaborazione, della cooperazione dell'uomo con il Mondo Spirituale”. Elemento
determinante sarà il pensiero di libertà, l'atto libero della decisione e dell’attuazione di
quello che abbiamo deciso, perché quello che viene deciso è sempre il frutto di quel
momento di folgorazione che noi abbiamo durante la nostra meditazione interiore o
durante uno stato di calma, di pace, che si verifica dentro di noi, in cui possiamo
ricevere lo scorrere, quasi lampeggiante, rapidissimo, di una luce che mostra ciò che
dovremmo fare o qual’è il punto che dobbiamo rimuovere, o qual’è la condizione che
dobbiamo veramente cercare di mantenere ferma nel corso della nostra giornata. C'è
tutto il nostro essere, sia la zona della nostra anima che la sfera della nostra volontà che
aderiscono incondizionatamente e quasi tutto l'essere diventa consapevole che la nascita
di quell'atto, di quella decisione, di quella risoluzione, è veramente quello che può
cambiare la storia della nostra vita. In quel momento quella folgorazione diventa atto di
unità e di comunione con tutti, è come se noi dicessimo: "Ecco, è questo quello che devo
fare per poter essere con tutti e per poter avere tutti insieme con me", ma poi, con il

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passare dei giorni, con la costrizione quotidiana della vita, con i tanti doveri, che in certi
casi diventano pesanti, ciò che è stato deciso piano piano comincia ad attutirsi, ad
indebolirsi e di conseguenza l'attuazione di questo comincia a divenire un ricordo, poi a
perdere persino la forza del ricordo ed a sbiadirsi. E’ in questo momento che la nostra
anima non è più l'alveo che accoglie e che fa nascere il Cristo dentro di noi, ma diviene
la zona della dimenticanza, può divenire la sfera, come dicevamo al principio, del
rifiuto, della ribellione, del cedimento, dell'indebolimento. Ma come attraverso la nascita
di quella folgorazione luminosa noi ci sentivamo immessi dentro tutti gli altri esseri
umani e potevamo percepirli uniti a noi, così in questo sbiadirsi della folgorazione
luminosa, della decisione volitiva, diveniamo strumento di indebolimento anche per
altri.
Quest'anno e da quest'anno in poi dobbiamo veramente fare come un giuramento
davanti al Mondo Spirituale, di poter rinnovare continuamente tutto ciò che è stato
deciso e la sua attuazione. Mi riferisco a quella condizione che si chiama continuità
interiore, ma per fare questo comprendete perché è stato dato di sapere che cosa sia l'atto
libero, è qualche cosa che deve scattare nel nostro pensiero quasi con la stessa rapidità
con cui scatta l'istinto di proteggerci quando, per esempio, la palpebra si abbassa se un
colpo di vento alza della polvere.
Perché questo si attui, occorre che noi teniamo conto del messaggio che dal
Mondo Angelico viene rivolto agli uomini nella notte di Natale: "Gloria a Dio nel più
alto dei Cieli, pace in Terra agli uomini di buona volontà." Questo messaggio celeste
consta di due parti, "Gloria a Dio nel più alto dei Cieli", "Pace in Terra agli uomini di
buona volontà"; in altre occasioni abbiamo detto che il termine gloria in greco significa
testimonianza. Allora quando abbiamo detto che quest'anno deve essere improntato ad
una cooperazione, collaborazione dell'uomo con il Mondo Spirituale, significa
esattamente realizzare dentro di noi pace, concordia con tutto quello che ci viene
incontro nel corso della nostra giornata. Porre questo stato di concordia, di pace con il
Mondo Spirituale, perché in alto si testimoni che veramente si è in concordia con il
Signore. Quando sulla Terra viviamo l'evento di una malattia, di un lutto, di una perdita,
qualunque cosa ci succeda, in quel momento non possiamo sapere se quello che ci viene

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incontro deriva da un lontano passato, da un evento di destino, un qualcosa che abbiamo
stabilito in uno stato prenatale. Non sappiamo se questa è una condizione di pareggio che
stabiliamo attraverso il corso degli anni, oppure se quello che affrontiamo è qualche cosa
che rappresenta una forma di offerta, di sacrificio, ma se dentro di noi scatta all'istante
questo pensiero: "Qualunque cosa mi viene incontro, ho la sicurezza, la certezza che mi
si sta aiutando, che mi si sta inviando un aiuto, che sto per essere adoperato quale
strumento affinché il Mondo Spirituale introduca attraverso di me delle forze per la
storia della Terra” e questo pensiero scatta quale forma di consacrazione al Mondo
Spirituale.
Il dolore più grande, la perdita più insostenibile acquista senso per divenire, da
momento di impotenza e quasi di morte che sperimenta la nostra anima, un segno di
vittoria, un momento di alleanza, di concordia con il Cristo. E’ in quel momento che Lui
nasce veramente dentro di noi, nasce come una potenza luminosa e la nostra anima da
quella zona di cui abbiamo detto prima, che può essere buia, cedevole, opaca, diventa
culla, grembo della Vergine che genera la potenza di un Sole dentro di sé. Allora
sentiamo, di essere inseriti nella Terra come delle Entità Spirituali, come degli esseri
Spirituali, che portano una forza che diviene la centralità della Terra stessa. Sentiamo la
insostituibilità di tutto ciò che noi siamo come arto del mondo, dell'universo; allora il
dolore ha il suo significato e diviene proprio esperienza di vittoria su quella che potrebbe
essere una condizione di annientamento. Ora, perché questo pensiero possa avere possa
scattare dentro di noi: “Ho la sicurezza che mi si sta aiutando, ho la sicurezza di essere
adoperato quale strumento dell'introduzione di una forza che da me deve entrare nella
Terra”, perché si possa verificare questo occorre che da una parte si svolga questo
pensiero, ma dall'altra occorre che venga veramente destituito di importanza il nostro
protagonismo, che appare in tutte le vicende della vita, la nostra figura considerata come
unica preziosa figura, l'attenzione a noi stessi, il flirt con noi stessi.
Finché ci siamo noi come prima figura nell'anima, in noi non può nascere il
Logos Divino; la nostra anima non può essere culla se ci siamo noi che “giganteggiamo”
dentro, non c'è posto per il Salvatore. Ecco quale è il senso della cooperazione, è questo
pensiero che è l'atto libero a cui alludevamo è l’estromissione di questa nostra parte, che

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è la più debole, ma che in quel momento viene riassorbita in alto; è lì la nascita sacra
dentro di noi, è lì la nascita della forza solare. La nascita sacra ha luogo in quel
momento.
Tutta la nostra ascesi è rivolta alla storia della nostra anima, perchè è lì che noi
possiamo vivere il Cristo come viene detto da Simeone alla Vergine nel momento della
circoncisione. Nell'anima il Cristo può essere perduto, ma può divenire, invece, il nostro
Redentore. Egli rappresenta lì il segno della nostra contraddizione. Ora, perchè possa
verificarsi quello che abbiamo letto mercoledì nella conferenza “l'Epifania del Cristo” e
l'anno scorso nella conferenza tenuta da Massimo nel Natale del '69, perchè possa ogni
giorno divenire il giorno del Natale sacro, bisogna veramente che ci sia questo lavoro
intenso sulla vita dell'anima, ossia che la nascita dello Spirito sia un lavoro di dedizione
e di fedeltà quotidiana
Ogniqualvolta uno o molti di noi si accingono a svolgere la pratica interiore, in
quel momento si pone una condizione di fedeltà al Mondo Spirituale che non può essere
poi contraddetta e smentita nel corso poi della giornata. Ogni volta che ci accingiamo
all'offerta meditativa è come se ci offrissimo al Mondo Spirituale ed il Mondo Spirituale
ci prende sul serio. La disponibilità nel mondo è poca, ma questo, l’abbiamo già detto la
scorsa domenica, non perchè l'umanità non è buona, ma perchè è vessata dalle
sofferenze, c'è una sofferenza universale nel mondo che è enorme, soprattutto perchè
non se ne conosce il nesso, non se ne conosce la causa. Allora essendoci la disponibilità
affinché certe forze di luce vengano introdotte nella Terra, proprio per la futura storia
della sua evoluzione, ogniqualvolta noi ci poniamo nell'offerta dell'esercizio quotidiano,
il Mondo Spirituale ci prende sul serio ed al momento opportuno ci adopera come
strumenti per inviare forze di aiuto sulla Terra. Quindi siamo noi che proponiamo questa
fedeltà ed il Mondo Spirituale risponde attraverso determinate sofferenze. La risposta
può essere varia, può essere una di quelle prove che abbiamo detto prima, oppure può
essere la prova del miracolo, perchè anche quello potremmo non sostenere, o non
accorgercene quando si verifica. La fedeltà proposta nell'atto interiore un'ora dopo può
non esistere più, sia pure giustificatamente, perchè siamo presi da uno “stringimento” di
quella che è la nostra vita quotidiana, ma occorre mantenerla ferma, occorre veramente

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guardare alla capanna di Betlemme come ad una vicenda che rappresenta la storia della
nostra vita momento per momento, perchè è lì che nasce quella forza, allorquando si è
posti alla prova, non tanto quando ci accingiamo, nel momento della nostra offerta,
all'esercizio, alla pratica interiore, ma quando questa è lontana e noi siamo sottoposti alla
prova, qualunque sia il suo genere.
Voi sapete, dalla lettura della conferenza di Natale, che soltanto dal IV secolo
d.C. in poi questa festa è stata riconosciuta dalla Cristianità nella data del 25 dicembre.
Nel secolo precedente l'Imperatore Aureliano aveva stabilito di indire per il Solstizio
d'inverno la celebrazione e la riunificazione di tutte le entità, di tutte le divinità solari
d'oriente e d'occidente. L’aveva chiamata la festa del Sole invitto e quindi fu celebrata
per il Solstizio d'Inverno la vittoria del Sole che ritornava ad ascendere nel cielo. Le
comunità cristiane di allora celebravano la festa del Natale il 6 di gennaio, ossia l'evento
del Giordano, la nascita del Cristo presso il Giordano, l'Entità del Cristo che discendeva
in Gesù di Nazareth. Solo nel IV secolo la Chiesa stabilì la festa del Natale per il 25 di
dicembre, considerando la celebrazione del Dio che nasceva a Betlemme come la nascita
del Sole invitto e lasciò il 6 gennaio come celebrazione della manifestazione o Epifania,
il sopraggiungere dei Re Magi alla stalla di Betlemme.
Occorre capire il significato di tutto questo e riunificare le due nascite in una sola
nascita, che significa sempre la nascita del Logos, la nascita dello Spirito Solare dentro
l'anima umana. Perchè si possa capire questo occorre ritornare indietro alla festa, alla
cosiddetta ricorrenza della Immacolata Concezione. Questa è una ricorrenza che la storia
della Teologia Cristiana ha discusso per quattro secoli, perchè già dalla fine del 1400 fu
sollecitata una spiegazione da parte della teologia se per Concezione Immacolata si
doveva intendere che Maria era stata concepita senza peccato, e questo già lo si sapeva,
perchè dal Vangelo della natività si sapeva che Gioacchino ed Anna, anche loro avanzati
negli anni, avevano avuto per miracolo questa maternità, in quanto Anna era sterile. Poi
si doveva spiegare se anche la Vergine aveva generato senza macchia e soltanto Pio IX
nello scorso secolo, nel 1850 promosse il dogma dell'Immacolata Concezione con una
Bolla Pontificia.

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Quando ero molto giovane, alla soglia di incontrare la Scienza dello Spirito,
assistevo alle lezioni, di teologia che teneva Padre Agostino Gemelli presso la
Propaganda Fide. Una volta al mese egli consentiva un libero dibattito, cosicché gli posi
il problema della Immacolata Concezione, se Maria era stata concepita e aveva
concepito senza peccato. A questo rispose, "Abbi fede figliola!" e forse poteva avere
anche ragione, per quanto all'intelletto assetato di una persona giovane questa risposta
non fosse sufficiente, ma quando gli posi il quesito: "Perchè l'8 dicembre?" perchè non
mi sembrava una data per celebrare il nome di Maria, né l'Annunciazione, né la sua
Assunzione in Cielo. Lui rispose "La Chiesa sa quel che fa" e solo dopo molti anni, dopo
aver avvicinato la rivelazione del Dottor Steiner, ho avuto veramente la conferma che la
Chiesa sa quel che fa.
Voi dovreste guardarvi due conferenze tenute da Steiner nel 1913 a Colonia,
conferenze che noi abbiamo già citato per la Pasqua a proposito dell'Eclissi solare. Il
Dottore aveva da pochissimi mesi finito di scrivere il libro "La soglia del Mondo
Spirituale" opera citata in queste due conferenze e lì accenna ad un colloquio che
avvenne tra la Madre e il Signore. Gesù di Nazareth aveva trent'anni e mancavano
esattamente quattro settimane al Suo battesimo presso il Giordano, quindi dal 6 di
gennaio risaliamo esattamente all'8 di dicembre, ossia la giornata in cui la Chiesa ha
indetto il dogma dell'Immacolata Concezione. Ecco perchè la Chiesa sa quel che fa.
Avvenne un colloquio fra la Madre ed il Figlio; non si erano parlati molto la
Vergine con Gesù di Nazareth, anche perchè Lui, pur essendo un fanciullo, dopo la
morte di suo padre Giuseppe, aveva dovuto peregrinare di contrada in contrada, dentro e
fuori i paesi di Palestina, avvicinando ogni sorta di persona.. Lui era solito soprattutto
soffermarsi presso le famiglie degli umili, dei poveri, dei malati, dei diseredati;
trascorreva molte ore con loro e lasciava come dono della sua presenza il Suo amore, la
Sua bontà, la Sua partecipazione al dolore di tutti questi esseri umani; aveva conosciuto
tutto. Ci fu un colloquio meraviglioso fra Madre e Figlio, come talvolta avviene per una
volta sola, che una madre ed un figlio si aprano dopo non essersi parlati spesso. Ma
viene quel momento in cui l'animo del figlio si apre alla madre e la madre esplica nei
confronti del figlio tutta l'immensità del suo amore. Gesù di Nazareth racconta a Lei

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tutto quello che aveva vissuto in quei trenta anni, tutto quello che aveva visto, Le parla a
lungo della comunità degli Esseni, delle condizioni del popolo ebraico, delle iniziazioni
buddhiche e zarathustriche, della condizione dei misteri ed esprime a Lei il Suo
oscuramento, la Sua sfiducia per le condizioni in cui si trovava l'umanità. Ogni volta Lei
cercava di rincuorarlo come farebbe una madre che trovandosi di fronte un figlio di
trent'anni, già uomo, che esprima tutto il suo scoramento per la situazione dell’umanità.
il Dottore si sofferma e dice “Ella lo amava teneramente, Lo guardava con la dolcezza
del suo sguardo, Lo avvolgeva con la potenza del Suo amore, ma Gesù di Nazareth
continuava a ripeterle che non c’erano più orecchie per intendere ed anche se fossero
scesi i profeti ed avessero parlato con la potenza della loro profezia, l'anima dell'uomo
sarebbe rimasta chiusa alla volontà del Mondo Spirituale”
Le condizioni che l’anima attraversa sono due: il rapimento da parte della
potenza del mondo e di tutto quello che la Terra promette come i valori materiali., o il
rapimento dell'anima che esce fuori dal mondo ed entra una dimensione di rapporto con
il Mondo Spirituale verso la quale il Mondo Spirituale non ha più nessun tipo di
rapporto, perchè non entra più nella realtà della vita egli conclude questo colloquio
dicendo che occorre rigenerare, ricostituire l'anima umana La Madre è molto scossa
dalle parole di Gesù di Nazareth ; sopraggiunge il tramonto, parliamo del mese di
dicembre quindi già di un cielo invernale. Si trovavano da soli nella loro casa di
Nazareth ed a questo punto avviene un grandioso prodigio. Il Dottore in questa
conferenza si esprime così: “Per tutta l'estensione della storia dell'evoluzione della Terra
non sarà mai più dato di contemplare evento più grande di questo colloquio.” Ora, egli
precisa, che non sta dicendo che non è esistito evento più grande, perché il sacrificio del
Golgotha fu un evento più grande, ma egli dice che non fu più dato di contemplare per
tutta l'estensione dell'evoluzione della Terra fatto più importante di questo colloquio. E’
qui che avvenne veramente il mistero della Immacolata Concezione. Avvennero tre
misteri in uno, in quanto dopo aver ascoltato il Figlio, la Madre fu adombrata dalla
potenza del Cristo prima ancora che il Cristo scendesse presso il Giordano e si
manifestasse attraverso le parole: “Questo è il mio figlio diletto nel quale mi sto
manifestando”. La potenza Cristica scende dall'alto e adombra Maria tanto che avviene

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come una trasposizione; le parole che il Cristo dice a Maria vengono ricevute da Lei e
restituite al Figlio dalla Potenza Cristica che scendeva dentro di Lei.
Nel momento che Ella riceve questo adombramento del Signore, non è più
soltanto Vergine e Madre del Signore, diviene figlia del Cristo e Madre del Cristo stesso.
Il figlio Gesù di Nazareth riceve le parole, l'incoraggiamento che Lei Gli dà, Li riceve
dalla sostanza cristica e Lei lo prepara a ricevere il Cristo presso il Giordano. Prima che
questa discesa avvenga è Maria che riceve la potenza del Cristo e prepara il Figlio a
riceverla, quindi Ella concepisce immacolatamente il Cristo in sé, è generata dal Cristo
in quel momento ed Ella stessa lo traspone al Gesù di Nazareth per cui è Concezione
Immacolata, non ha più nessuna macchia. In quel momento non ebbe più quella dolcezza
materna, quel rincuoramento che prima La ispirava e che era ancora data in Lei
dall'amore materno, possiamo dire luciferico, quello che adombra sempre la natura
femminile; da quel momento in poi Ella schiacciò la testa del serpente. Il Suo
atteggiamento non fu più di tenerezza, ma Ella divenne Iside-Sophia, ricevette tutta la
saggezza del Cosmo e preparò il giovane Gesù di Nazareth a ricevere presso il Giordano
la discesa dell'Entità Cosmica del Cristo. La portò con sé per tre anni ed Ella assistette a
distanza a tutti i miracoli del Cristo; fisicamente fu presente soltanto alle nozze di Caana,
ma fu sempre presente presso il Cristo. Egli non poteva operare un miracolo se non c’era
la presenza di Lei dentro di Lui. Lei era la presenza dell'Anima umana cristificata.
Quest'anno per poter fare il lavoro che noi abbiamo detto, essendo trascorsi due
millenni dalla nascita della Vergine, occorre che noi conosciamo questi misteri, perchè
la figura della Vergine è una figura che ci riguarda. Infinitesimalmente la Sua storia è la
nostra. Nel momento che Ella fu adombrata dalla potenza divina, quella che era l’azione
dello Spirito Santo che agiva sopra di Lei divenne interiorità ed Ella ebbe tutti e tre i
gradini della coscienza immaginativa, ispirativa ed intuitiva; Ella divenne Iside e Sophia,
Vergine-Madre, Figlia del Suo Figlio, come disse Dante. Preparò l'anima dell'uomo,
tanto che sotto la Croce il Cristo La riconosce quale anima cosmica e Le dice:” Madre
questo è tuo figlio” ed a Giovanni: ”Figlio, questa è tua madre”.
Nella trasposizione, che avvenne durante questo colloquio, il giorno
dell'Immacolata Concezione, consiste il segreto più alto dell'Amore sacro: l'anima della

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donna che riceve l'intuizione Cristica e la trasmette all'uomo ed in lui diventa potenza
d'amore. E’ l'anima della donna che reca all'uomo il Cristo e la potenza Cristica diviene
nell'uomo potenza d'amore. Lì si accende qualcosa fra l'uomo e la donna e nasce
veramente quello che è il mistero di tutte le iniziazioni future: il mistero della storia
della Terra, la condizione che permetterà al Cristo spirituale di avanzare. Abbiamo detto
al principio che nel decorso di questi due settenni che ci separano dalla fine del secolo,
l'evento a cui si dovrà guardare sarà quello della preparazione dell'avvento del Cristo
Spirituale.
Tre forze ci aiuteranno in questo: l'elemento della devozione nel pensare, della
compassione nel sentire e della libertà nel volere. Queste saranno le tre forze che
permetteranno all'anima l’Immacolata Concezione, il colloquio del Cristo dentro di noi,
la potenza della Vergine nella nostra anima. Questa anima potrà diventare l'alveo che
concepisce il Cristo, alimentato - così come fa la donna in gestazione allorchè, attraverso
uno speciale alimento, reca il nutrimento alla sua creatura - attraverso queste tre forze:
devozione, compassione, atto libero. Libera iniziativa ed esecuzione della libera
iniziativa ci permetteranno di mantenere la nostra anima immacolata e da questa
immacolata concezione dare alimento alla nascita del Cristo dentro di noi.
Dopo questo colloquio, abbiamo nel corso dell'anno le quattro settimane sacre
che contengono il solstizio d'inverno, il giorno di Natale, le tredici notti sante, fino al 6
di gennaio, la manifestazione o Epifania ed un anno dopo questo evento il Cristo darà il
Padrenostro, poiché questo colloquio rappresentava ormai come un ritmo nella storia
della Terra. Due anni dopo nella stessa data si verificheranno i due miracoli della
Emoroissa e della figlia di Giairo. Nel terzo anno, nell'ultimo Natale - chiamiamolo così
- precedente l'evento del Golgotha, avverrà il miracolo del cieco di Gerico, durante il
quale il Cristo, interrogato dai Farisei perchè quell'uomo fosse cieco, se avesse peccato
lui, i suoi genitori o i suoi avi, risponde: "Né lui, né i genitori, né i suoi avi hanno
peccato, ma tutto è avvenuto per la gloria di Dio". Egli adopera per la prima volta la
stessa parola che costituisce la sostanza del messaggio degli Angeli nella notte di Natale
per testimoniare Iddio sulla Terra, parola che dopo adopererà di nuovo per l'evento di
Lazzaro quando dirà: "La sua non è malattia da morte ma è per la gloria di Dio".

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E’ da questo che dobbiamo imparare il perchè di certi dolori, quale mistero c'è
dentro un dolore, perchè attraverso una cecità è risparmiata forse la cecità interiore a
centinaia di esseri umani. Attraverso una cecità o una malattia vengono risparmiate
sventure, calamità, guerre alla Terra. Questo dobbiamo ricordare, avere come fonte
immaginativa. Allora, tenendo conto di questa fonte immaginativa, noi riceviamo la
giusta ispirazione su come affrontare una determinata prova.
Il Padrenostro è la preghiera delle preghiere e quando il Cristo l'ha data intendeva
riunificare il salmo degli antichi profeti, la profezia con la cantica che abbiamo letto
questa sera, intonata da Maria, da Zaccaria e da Simone. Nel salmo antico l'uomo era
ispirato a profetizzare quello che era lo scenario del Mondo Spirituale, ciò che il Divino
voleva che si realizzasse sulla Terra, mentre nella cantica è l'uomo che si presenta al
Signore, Gli offre la sua anima e parla della condizione della sua anima: "L'anima mia
magnifica il Signore." E’ l'uomo che si rivolge, ecco l'inizio dell'atto di libertà,
dell'autonomia rispetto al volere incondizionato che l'uomo antico accettava da parte del
Mondo Spirituale; "L'anima mia magnifica il Signore". E’ l'uomo che si presenta come
entità importante ed autonoma davanti al suo Dio ed è come se nella cantica dicesse;
"Ecco sono così, aiutami", parla al Dio della sua condizione umana.
Nel Padrenostro noi abbiamo, nella prima parte, la solennizzazione di ciò che è la
situazione nei cieli e, nella seconda parte, invece, la condizione umana che vuole
unificarsi, come abbiamo detto, con il significato di quest'anno, collaborare: "Dacci oggi
il nostro pane quotidiano", ecco la richiesta dell'uomo. Non dobbiamo finire mai una
giornata se almeno una sola volta questa giornata non sia stata improntata dal
Padrenostro. In essa abbiamo la preghiera delle preghiere ed anche la sintesi di
devozione, compassione e libertà. Pensatela bene e vedrete che queste tre forze aiutano
quella concezione immacolata, soprattutto la compassione.
Vi ricordate quando nel Vangelo di Matteo viene detto: "Non sono venuto per i
sani ma sono venuto per gli infermi e dovete imparare che al sacrificio preferisco la
misericordia". Per sacrificio dobbiamo intendere la parola rito o rituale; vale a dire che
la nostra pratica interiore non ha valore se non è sostenuta da una condizione di
compassione, dalla mattina alla sera, verso chi é infermo nell'anima, perchè soltanto

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dando la sanità a quell'anima quell'infermità viene guarita. La sanità gliela possiamo
dare attraverso il pensiero di compassione: “Più di così quell'essere non può fare;
vediamo che cosa io gli posso dare; vediamo che tipo di rimedio gli posso fornire” e non
soltanto sottolineare quell'infermità.
L'anno scorso dicemmo che, se noi guardiamo ad un essere umano dalla sua parte
luminosa, non è possibile che questo essere umano non ci restituisca la sua parte
luminosa. Quest'anno diciamo molto di più, perchè dobbiamo fare di più, perchè ci è
richiesto di più, in quanto abbiamo già sottolineato che la disponibilità umana è scarsa,
ma non per una cattiva volontà o per cattiveria, ma perchè c'è il dolore che è immenso
sulla Terra. E’ immenso, non v'é occhio umano che non contempli più sofferenza che
serenità, ma questa serenità si può conseguire, costruire e può divenire anche serenità per
gli altri se ci poniamo in pace con il Mondo Spirituale nell'accogliere, nel comprendere,
nel guardare secondo il livello immaginativo quello che ci capita. Come noi siamo in
grado di guardare una vicenda dalla luce della nascita dell'Io nell'anima umana,
immediatamente, a livello ispirato, ci viene dato il suggerimento su come affrontare
questa situazione.
Qui vorrei appunto prendere l'esempio sull'immagine finale che abbiamo letto
riguardante la Profetessa Anna. Il profetizzare era un gradino di aiuto attraverso il quale
si presentava lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità e dava l'immagine di quel
che doveva accadere. Dall'indagine occulta risulta che la Profetessa Anna, presente alla
circoncisione del Bambino, parlava del Bambino Gesù a tutti coloro che arrivavano nel
tempio al momento della circoncisione, visse per sette anni con suo marito in stato di
verginità ed inoltre era nel suo dodicesimo settennio, aveva ottantaquattro anni, ed anche
noi nel 1986 viviamo il dodicesimo settennio di questo secolo, dato che un secolo ha
quattordici settenni. Dall'indagine interiore questa figura risulta essere la stessa che, circa
2000 anni prima, era stata la madre di Samuele, Anna, il cui marito era Elkana. Anna ed
Elkana non potevano avere figli, allora la giovanissima Anna si recò nel tempio e, con il
sacerdote Eli, pregava intensamente il Signore perché da lei fosse cancellata la vergogna
della sterilità. Per la grandezza e lo splendore della sua anima ricevette il dono della
maternità, tanto che, quando ella fu in stato di attesa, si recò nel tempio a ringraziare il

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Signore per questo enorme miracolo ottenuto. Ella fu la prima, in tutta la storia della
Bibbia, ad annunciare la nascita di Gesù a Betlemme, chiamandolo il Messia, il Signore
Figlio di Dio, è la prima entità israelitica.
La ritroviamo, poi, moglie di Lakis, medico di origine siriana, presso la comunità
essenica e presso il Sinedrio; una figura molto importante nella società israelitica di cui
gli Esseni - ordine religioso laico di cui tutti voi già sapete abbastanza - si servivano
come medico e tramite ufficiale tra il Sinedrio e la comunità religiosa stessa. L'altezza
dell'anima di questo sposo di Anna fu tale che viene precisato che ella visse in stato di
verginità per sette anni.
Presentemente, questa stessa figura della profetessa Anna si è presentata quale
seguace dell'ascesi Rosicruciana ed avendo profetizzato il Messia prima, ed avendo
presentato Gesù di Nazareth ai presenti nel tempio, questa volta annuncia ed offre la sua
vita per l'avvento del Cristo Spirituale. E’ la stessa entità, da cui potremo avere un aiuto
enorme, per cui non abbiamo da temere niente, amici miei, possiamo tentare
l'impossibile, ed io so che alcuni di voi l'hanno già tentato. Possiamo tentarlo perché
dentro questo impossibile è il vero senso della nascita della luce nel Natale, per cui ogni
giorno per noi può verificarsi questo evento sacro, perché ci sono gli Iniziati che aiutano
sulla Terra e gli Asceti Sacri che ci aiutano dall'alto, allorquando noi, di qualunque
vicenda capiti nel nostro segreto, potremo considerare il Cristo misura, pietra di
paragone e dire: "Com'è questa cosa rispetto al suo insegnamento evangelico? E' in
ordine con quello che Lui ci ha insegnato?". Quando diciamo insegnamento evangelico,
diciamo l'insegnamento de "La filosofia della libertà", perché è il libro cristico per
eccellenza. "La filosofia della libertà" è il libro dove tutto è misurato secondo la misura
del Cristo; in quell'opera Lui è la pietra di paragone, l'atto libero che decide oltre la
natura, oltre l'istintività, oltre le leggi, oltre le morali, rispetta tutto, ma dà un elemento
nuovo, che è l'atto d’amore, perché la sua misura è la misura d'amore, che è oltre la
giustizia.
Quando si viene da me e si dice: "Mimma, ma ti pare giusto che io debba fare
questa cosa?" io rimango zitta e non rispondo in quei casi perché, dentro di me dico: "Sì,
è giusto, ma poiché non è amorevole non è giusto”, cessa di essere giusto perché per noi

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quella misura di giustizia rientra ancora in quel “buon Lucifero” che abbiamo detto
prima, Ma c'è una potenza in più che ci ha dato la Vergine ed è proprio Lei la regina di
questa potenza, che è la potenza dell'amore, che è oltre la giustizia, che rispetta la
giustizia, ma é oltre, è l'amore. Per cui qualunque cosa rientra soltanto nell'elemento
della giustizia ci fa rimanere indietro, non ci inserisce con gli altri, ci fa rispettare un
aspetto particolare di una situazione. Solo l'amore ci collega con gli altri e fa sì che
l'altro sia il centro dentro di di noi; il centro della mia persona è riconosciuto nella
situazione di un altro, ed un altro entra completamente dentro di me ed in questo c'è
l'unità fra la Vergine ed il Cristo. E’ proprio in questo senso la collaborazione che deve
improntare il significato del nostro anno, che sarà un anno molto bello, intenso, rapido,
pieno di eventi, ma richiederà anche questa presenza di libertà, di dire continuamente:
"Voglio decidere io su questa cosa, ma la decisione avviene fra me e quella misura; devo
mettere questa azione sulla bilancia dove c'è il Logos, che mi dà il pareggio della
situazione. Non stabilisco né per necessità, né per costrizione, né per istinto, né per
comodità, decido secondo la Sua decisione e questo significa: Gloria, testimonianza a
Dio nel più alto dei Cieli". Questo ci darà la pace, quella pace di cui parleremo la sera
del Venerdì Santo.
Vi ringrazio molto dell'attenzione.

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