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I due passeri litiganti

Illustrazione di Luca Bricchi


Aveva un Passero costruito il suo nido sopra un grosso albero. Dopo la stagione dei frutti,
essendo il nido divenuto inutile, lo abbandonò, e un altro Passero venne a stabilirvi il
proprio domicilio. Informato della cosa, corse il primo proprietario per cacciar l'intruso e
riavere quel che gli apparteneva. Dal canto suo, il nuovo Passero s'incaponiva a non cedere
il posto, allegando di averlo occupato perché vuoto e dicendosi risoluto a non muoversi.
Visto che non riuscivano ad accordarsi, convocarono un'assemblea generale di tutti gli
uccelli, e vennero ad esporre le loro ragioni. Gli uccelli riuniti stupirono e s'indignarono di
essere stati convocati per una sciocchezza simile. Esortarono i litiganti a vivere in pace,
dissero che il loro comune domicilio, la casa che a tutti i pennuti apparteneva, erano gli
alberi più carichi di frutti, e conchiusero che non valeva la pena di far tanto fracasso per un
nido di passerotti. Poco soddisfatti del verdetto degli arbitri, i due litiganti uscirono
dall'assemblea risoluti di portar la questione davanti al Re del paese. E questa decisione
imprudente fu da loro presa, a dispetto delle argomentazioni degli altri uccelli, che
tentavano di dissuaderli.
Un passero aveva costruito il suo nido sopra un
grosso albero abbandonandolo al termine della
stagione dei frutti. Un altro passero, trovandolo
vuoto, ne aveva fatto il suo nido. Informato del
fatto, il primo proprietario tornò per reclamarlo.
Non riuscendo a trovare un
accordo, i due convocarono
l’assemblea degli uccelli.
L’assemblea si indignò di essere stata
convocata per una sciocchezza simile e,
senza risposte, i due decisero di rivolgersi al
Re del paese.
Il superfluo ci sembra indispensabile solamente
quando diventa il bisogno di qualcun altro.

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