Sei sulla pagina 1di 4

LA LITOGRAFIA

Il procedimento litografico rappresenta, sul piano delle possibilità espressive, la


naturale conclusione dei tentativi e delle ricerche condotti durante l􏰀intero arco
del XVIII secolo al fine di affrancare la stampa dai limiti dell􏰀espressione
puramente lineare, per la resa diretta dei valori. Infatti, gli effetti della
matita, del laviso dell􏰀acquerello, che le diverse 􏰁maniere􏰂 dell􏰀incisione in cavo
ottenevano attraverso macchinosi espedienti e soprattutto forzando la natura del
materiale usato, nella litografia possono essere raggiunti direttamente, cioè
disegnando direttamente con la matita, la penna o il pennello sulla superficie
piana della pietra litografica
LA STORIA
Il procedimento venne inventato nel 1796 dal tedesco Alois Senefelder utilizzando
una pietra delle cave di Solnhofen, cittadina nelle vicinanze di Monaco di Baviera.
Inizialmente chiamato con il nome di 􏰁stampa chimica su pietra􏰂 ,solo
successivamente prese il nome di litografia.
L􏰀innovazione tecnica litografica non fece che concludere un orientamento formale
già in atto, offrendogli strumenti espressivi adeguati. Perciò è semplicistico
interpretare la litografia come un prodotto della Rivoluzione francese o
considerarla come espressione immediata e incolta di contenuti popolari e di una
nuova visione del mondo. La maggior parte delle litografie stampate nell􏰀Ottocento
riflette soltanto il cattivo gusto della borghesia e trasuda conformismo almeno
quanto i contemporanei prodotti del bulino accademico. Alla sua nascita la
litografia viene impiegata proprio per compiti di riproduzione. La parte migliore
della produzione litografica del periodo della Restaurazione e del regno di Luigi
Filippo è quella grafica che rievoca polemicamente l􏰀epopea napoleonica (Charlet,
Raffet) e demistifica, con la satira, le istituzioni borghesi (Daumier, Gavarni).
Questo incontro di qualità estetica e di impegno politico è, in quel momento,
carattere distintivo di ogni manifestazione artistica. La litografia divenne uno
dei principali strumenti per la diffusione delle idee 􏰁progressiste􏰂 presso strati
sempre più larghi di pubblico proprio per la facilità e la velocità del
procedimento e per la sua economicità, e per la possibilità di realizzare tirature
pressoché illimitate. A partire dalla metà del secolo la litografia, dopo aver
detenuto per trent􏰀anni il monopolio dell􏰀immagine stampata come illustrazione per
giornali, passa in secondo piano rispetto alla tecnica tradizionale
dell􏰀acquaforte, e quando tornerà in auge alla fine del secolo con i movimenti di
gusto successivi all􏰀Impressionismo (Toulouse Lautrec, il gruppo dei 􏰁Nabis􏰂,
Matisse, Picasso, ecc..) la fotografia avrà già occupato il suo posto come
strumento di comunicazione di massa. Da questo momento la litografia entrerà nel
limbo delle tecniche artistiche d􏰀élite, come la pittura o i procedimenti classici
dell􏰀incisione.

IL PROCEDIMENTO
La matrice litografica è rappresentata dalla pietra calcarea porosa di Solnhofen in
Germania, che viene tagliata in lastre di dimensioni variabili, tra i 5 e i 10 cm.
Oggi la pietra è quasi del tutto sostituita con lastre di metalli porosi come lo
zinco e l􏰀allumunio, che sono molto più economiche e maneggevoli, e presentano lo
stesso rendimento. La lastra di pietra, dato il forte spessore, può essere
reimpiegata, una volta ultimata la tiratura, abbassandone leggermente il livello.
Preparazione:
y Lasuperficiedellapietravienelevigataperfettamente,seildisegnoèeseguitoapennao col
metodo del riporto litografico; viene strofinata con sabbia e acqua per renderla
rugosa, se si disegna col pennello o con la matita litografica.
y Siesegueildisegnoconivarimaterialiutilizzabilinellalitografia:matitalitografica,
gessetto litografico, matita di pietra pomice, raschiatoi, pietre per l􏰀affilatura,
inchiostro litografico solido e scodellini, penna e pennini, e pennelli.
y Unavoltaeseguitoildisegno,lapietravienebagnataconl􏰀acqua.
y
Sipassasullapietraunrullodicaucciùinchiostrato;l􏰀inchiostrograssoaderisceallaparte
disegnata e viene respinto dalle parti non disegnate, dove resta scoperta la pietra
bagnata. Il principio fondamentale del procedimento litografico è, infatti,
l􏰀incompatibilità dell􏰀acqua per il grasso.
y Lasuperficiedellalastravienepoicopertaconunostratodimordenteleggero(soluzionedi
gomma arabica e acido nitrico in acqua) che non abbassa, però, la superficie, ma la
rende più porosa e fa penetrare in profondità gli acidi grassi separandoli dal
sapone. Questo strato viene lasciato seccare per alcune ore e poi tolto con
l􏰀acqua. Il procedimento di morsura ha lo scopo di fissare meglio il disegno e di
permettere tirature più alte.
y Unsuccessivopassaggioconlagommaarabicaeunlavaggioconlatrementinaelimina tutti i
residui di inchiostro o di matita ancora aderenti. A questo punto il disegno resta
appena visibile come una traccia grassa bruno chiara.
y Dopoun􏰀ulterioreapplicazionedibitumeetrementina,cherafforzaildisegno,lamatriceè
pronta per la stampa.
Nel caso in cui debba sostenere alte tirature, la pietra può anche essere
sottoposta ad una vera e propria morsura. In tal caso la lastra viene inchiostrata
e spalmata con polvere di bitume, che si incorpora con l􏰀inchiostro; il bitume
eccedente viene asportato col talco, e la pietra viene scaldata in modo che il
bitume fonda e protegga i segni inchiostrati. Il mordente, composto di una
soluzione di acido nitrico in acqua, reagisce con la pietra calcarea abbassandone
leggermente la superficie nei punti non disegnati; perciò le impressioni tratte
dalle lastre rafforzate e sottoposte a questa morsura presentano i bianchi
leggermente rilevati.

Stampa:
La pressa litografica è rappresentata da un torchio litografico a mano o da una
pressa offset. Nel procedimento tradizionale, la pietra:
y Vienecollocatasulpianodipressa.
y Inchiostrataconunrulloecopertaconilfigliodastampare,protettoasuavoltadaaltri
fogli e da un cartone ingrassato.
y Pietraefoglivengonopoifattipassareallapressionevolutasottounalamadilegnoconla
costa coperta di cuoio.
La pressione del torchio a mano sciaccia la grana della carta e questa differenza
di struttura tra la parte impressa più liscia e i margini più granulosi resta poi
ben visibile, specialmente a luce radente. Il torchio litografico tradizionale può
imprimere anche da matrici di zinco e di alluminio.
La moderna macchina offset, invece, può imprimere soltanto da una matrice
metallica. Nella macchina offset l􏰀inchiostratura e il passaggio dei fogli è
automatico, e questo permette di stampare parecchie migliaia di esemplari all􏰀ora.
Inoltre la pressa offset permette di stampare l􏰀immagine non in controparte, ma
nello stesso senso in cui si trova sulla matrice. Infatti la lastra di zinco
trasmette l􏰀immagine al contrario su un cilindro rotante di gomma, che a sua volta
la stampa nuovamente nel senso giusto sul foglio di carta. Dal momento che non
interviene alcun processo diverso da quello litografico e che il disegno è eseguito
direttamente e manualmente dall􏰀artista, l􏰀esistenza di un passaggio intermedio non
compromette l􏰀originalità delle stampe. Ugualmente avviene per le litografie
stampate col sistema del riporto (Corot, Degas, Manet, Redon,ecc), nelle quali,
però, il riporto dà un impronta inferiore rispetto al procedimento normale con il
torchio a mano e con la macchina offset.
GLI STRUMENTI
Durante la prima metà dell􏰀Ottocento si disegnò sulla pietra soprattutto con la
matita litografica o col gessetto litografico. La matita ottiene sulla pietra gli
stessi risultati formali di un normale disegno su carta (tracce lineari piuttosto
larghe, come quelle di un carboncino o di un gessetto; mezzi toni,
chiaroscuri,ecc). Naturalmente le tracce della matita litografica mettono in
rilievo la caratteristica granulosità della pietra, uniforme e caotica, ben diversa
da quella regolare della carta, dovuta dagli incroci delle vergelle. Per cancellare
il disegno eseguito sulla pietra si usano matite di pietra pomice, carte vetro,
raschiatoi. Questi strumenti più specifici della tecnica litografica permettono
anche di eseguire ritocchi, come lumeggia ture, linee bianche graffiate,ecc. Se la
pietra è stata raschiata profondamente, il bianco corrispondente sulla carta
impressa è leggermente in rilievo. La facilità di esecuzione e il vantaggio di
poter affidare tutte le operazioni di morsura, rafforzamento, stampa, ecc. a uno
stampatore specializzato ampliano enormemente il campo di azione dell􏰀immagine
stampata.
La pietra litografica può essere sostituita, come già detto, con una lastra di
metallo poroso, zinco o alluminio, dello spessore di mezzo cm, la cui superficie
sia stata resa granulosa. La lastra di zinco presenta anche il vantaggio più
direttamente formale di poter essere disegnata con una comune matita di grafite,
con cui si possono ottenere dei segni molto più sottili che con la matita litografi
ca.
Sulla matrice litografica si può disegnare anche con la penna e l􏰀inchiostro
litografico, con risultati quasi uguali a quelli di un disegno a china. In questo
caso la superficie della pietra deve essere perfettamente liscia perché il pennino
non incontri ostacoli. Se invece della penna si usa il pennello la superficie può
essere sia liscia che granulosa, a seconda dei risultati che si vogliono ottenere.
La litografia dunque presenta le stesse possibilità espressive del disegno. Qualche
difficoltà tecnica si presenta se il disegno litografico è eseguito ad acquerello,
cioè se l􏰀inchiostro applicato col pennello è diluito con l􏰀acqua per ottenere le
sfumature. Infatti l􏰀acido della preparazione indebolisce i mezzi toni, specie se
leggeri, e la delicatezza del disegno non permette alte tirature. Per questi motivi
l􏰀acquerello su pietra litografica richiede una notevole abilità tecnica da parte
dello stampatore.
LE TECNICHE
Le tecniche più comuni del disegno a matita, a penna e a pennello possono essere
integrate con procedimenti accessori di grande effetto, in uso soprattutto a
partire dalla fine dell􏰀Ottocento. La tecnica della riserve permette di ottenere
campiture o disegni bianchi su fondo nero o grigio proteggendo il disegno, o la
pietra, con gomma arabica. Piacevoli effetti si possono ottenere spruzzando
l􏰀inchiostro sulla pietra con una spazzola sfregata su una griglia. Con la maniera
nera litografica il disegno bianco può essere ottenuto anche asportando con un
raschiatoio l􏰀inchiostro steso uniformemente e mettendo in luce la pietra
sottostante. Un procedimento molto usato a partire dalla metà dell􏰀Ottocento è
quello del riporto litografico. Il disegno viene eseguito non direttamente sulla
pietra, ma su un foglio di carta dura, poco assorbente e molto rugosa, e in seguito
riportato sulla superficie levigata della pietra mediante la pressione del torchio.
Naturalmente l􏰀immagine risulta più debole e va accuratamente rinforzata sulla
pietra col bitume e la morsura. I vantaggi di questo procedimento sono notevoli:
l􏰀artista può disegnare en plein air senza bisogno di portare con se la pietra da
mezzo quintale; può eseguire versioni preparatorie e riportare sulla pietra
soltanto quella più soddisfacente; infine, ottiene un􏰀immagine a stampa che è nel
verso giusto, perché la carta di riporto rovescia l􏰀immagine sulla lastra e questa
la raddrizza sul foglio stampato. Le impressioni eseguite con carta di riporto si
distinguono facilmente perché il disegno riproduce la grana regolare della carta (a
graticcio) e non quella informe della pietra. Oltre che con la carta normale, il
riporto può essere eseguito più efficacemente con la carta autografica, cioè una
carta rivestita di una pellicola sottile di colla solubile in acqua. Questa
pellicola impedisce che la materia grassa del segno litografico venga assorbita
dalla carta e permette un distacco perfetto del segno poiché si scioglie in acqua,
secondo il procedimento della decalcomania.
Qualsiasi tecnica di stampa può essere utilizzata per produrre impressioni a
colori, ma soltanto quelle che consentono di imprimere 􏰁superfici􏰂 (xilografia,
mezzo tinto, acquatinta, punteggiato, litografia) sono veramente adatte a questo
scopo. Non sono considerate vere e proprie stampe a colori le incisioni lineari
(bulini, acqueforti) impresse con un inchiostro colorato e nemmeno le incisioni
lineari in cui i solchi contengono inchiostro nero e le parti piane sono colorate.
Un grado intermedio tra la stampa colorata e la stampa a colori è rappresentato
dalla coloritura detta à la poupèe (al tampone), cioè una sola lastra con più
colori applicati a ogni impressione; in questo caso la matrice viene colorata a
mano applicandovi tutti i colori in una volta sola con dei tamponi, ciascuno
intinto in un colore diverso. L􏰀unica differenza rispetto alla stampa acquerellata
a mano è che il colore viene dato sulla matrice a ogni impressione, ma il principio
è lo stesso ed è in contrasto con la natura della stampa, che esige un solo e
definitivo intervento manuale. Per questo la stampa a colori à la poupèe, come il
monotipo e l􏰀acquaforte monotipica, va considerata piuttosto come un ibrido di
pittura e di incisione. L􏰀unica vera forma di stampa a colori è quella a più
lastre, in cui ogni lastra viene inchiostrata meccanicamente con un solo colore e
in cui le impressioni definitive, tutte uguali tra loro, risultano dal sovrapporsi
dei colori di tutte le lastre. È questa una tecnica più lunga e complessa a livello
di preparazione, in quanto bisogna preparare separatamente parecchie lastre,
ciascuna con un disegno parziale, prevedere gli effetti dovuti alla sovrapposizione
dei colori fondamentali, ed evitare la sfasatura dei contorni del disegno
(reparage).

Charlet. 1844. Honorè Daumier. 1863-65


Ritratto di Napoleone Bonaparte. Nadar eleva la Fotografia a la altura de l􏰀arte.

Potrebbero piacerti anche