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LA VOLONTARIA INCIDENZA

Di Erika Barresi

Erika Barresi ©2013 1


Personaggi
Gianni
Agente Renzi
Giulio (fratello del motociclista)
Sarton (avvocato dell’assicurazione)
Stefania (figlia di Gianni)
Sensi (capo della polizia)
Donati (testimone)
Cianci (testimone)
Agente Barone

Scenografia – Stefania Garro


Costumi – Lidia Agricola
Sound Design – Alex Uccello
Musiche – Mushrooms / Joe Schittino
Musiche eseguite da Mushrooms / Alex Uccello
Movimenti coreografici –
Voci -

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Il palco è spoglio, vuoto con le quinte nere alla tedesca e il fondale chiaro, nessuno esce.
Sul palco c’è un cerchio di luce (Sagomatore 1kw) molto netto e bianco a circa un metro dal
bordo palco sulla destra.
Ci sono rumori di strada.
Sul fondale c'è una scala che sembra sospesa ed instabile, i gradini sembrano continuare fino
a terra come se formassero una serie di pannelli a ritmo – uno vuoto, uno pieno.
Trapela una luce piatta ghiaccio che investe dei corpi, quelli dei personaggi che pronunciano
frasi come dei dischi rotti, come un coro disconnesso. C'è anche una musica violenta e sottile,
insistente, quasi stridula in alcuni punti.
Vicino alla luce circolare ci sono una serie di sedie come in un corridoio, non illuminate, vivono
del riverbero della luce.
Sul centro sinistra, invece c'è un tavolo con tre sedie, sembra essere aperto e le sedie sono
rivolte verso il pubblico.
Procedono tutti verso le sedie in corridoio, cambiano le luci e la musica si trasforma in passi e
rumori di corsia, sembrano venire da molto lontano, c'è una eco molto forte.

V.f.C: C'è caldo da questo settembre, non riesco a respirare, il mal di testa mi sta
uccidendo...

Renzi: Per favore signori seguiteci, dobbiamo portarvi in ospedale per assicurarci che
nessuno abbia problemi.
Donati: Ma l'auto...?
Barone: Non si preoccupi signora, le auto saranno poste sotto perizia e poi riconsegnate
entro qualche ora o un giorno al massimo.
Cianci: Sarà meglio qualche ora, io devo ripartire entro domani.
Renzi: Non si preoccupi, se sarete chiari e precisi sarete liberi di andare fra poco.
Gianni: (Una volta seduto) Mi tremano le mani, ho mal di testa.
Donati: Su, è un attimo, è stato un incidente.
Cianci: Infatti, non c'è nessun problema, insomma, non si supera così, nel traffico, è
normale che poi ti succede l'incidente.
Donati: Si, spiace ma, come si dice, cose che possono accadere.
Renzi: Si, per mano divina.

V.f.c.: E' settembre, mi sono svegliato all'alba, ho guidato tutta la mattina, le strade
sono piene, oggi è settembre, le pillole dove sono?

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Il corridoio va in penombra, arriva il capo della polizia.

Sensi: Barone, Renzi, vi siete fatti controllare?


Renzi: Non siamo stati coinvolti nell'incidente, eravamo presenti, testimoni.
Barone: (Mentre si allaccia le scarpe) Renzi crede di aver visto che è stato volontario.
Sensi: Cosa?
Barone: L'incidente.
Sensi: Allora non è un incidente? Renzi, abbiamo dei parametri scientifici per
affermarlo?
Barone: No, ovviamente.
Renzi: Ha accellerato.
Sensi: Chi?
Barone: Quel poveraccio che sembra essere morto...
Renzi: Vuoi farmi incazzare?
Barone: Stiamo perdendo tempo, potremmo tranquillamente andarcene a casa. Alla fine
che è successo?
Renzi: Niente, alla fine un uomo è morto, ma che sarà mai...
Barone: No, un motociclista scorretto ha avuto un incidente.
Renzi: Bene, se è così lo sapremo fra poco.
Sensi: Barone, se vuoi vai a casa, Renzi, se sei un testimone puoi partecipare alle
dichiarazioni spontanee ma non dirigerai le indagini, se sarà necessario
procedere. Me ne occuperò personalmente.
Barone: Bene.
Renzi: Bene.

Nel corridoio arriva l'avvocato dell'assicurazione, Sarton; lì si trovano Cianci, Donati e Gianni.

Sarton: Chi è il signor Gianni?


Cianci: Quello mezzo morto.
Donati: Sembra lui quello finito sotto.
Sarton: Signor Gianni...? Sono l'avvocato Sarton, il legale della sua assicurazione, lei sa
che la sua auto è direttamente collegata alla nostra centrale operativa?
Gianni: No, non ricordo, mi tremano le mani, non lo so, ho mal di testa.
Sarton: Non importa, stia tranquillo, abbiamo appena avvertito il familiare di riferimento...
Gianni: Mia figlia non c'è...
Sarton: Bene, in fondo non è avvenuto niente di grave. Lei sta bene, si?

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Gianni: Si, credo, anche...
Cianci: Gli tremano le mani... (Con uno sguardo di intesa con Donati)
Donati: Ed ha il mal di testa...
Sarton: E' normale è sotto shock... Gianni, stia tranquillo non è niente di grave!

Dal tavolo della sala interrogatori - Renzi - Sensi

Renzi: Che non sia o meno accaduto niente di grave lo stabiliranno le prove.
Sensi: Si, Renzi, verificheremo, tu stai tranquilla e se vuoi essere utile ascolta e guarda
con attenzione.

Flash di luce

V.f.c.: Settembre, mi sono svegliato ed era freddo … così caldo che sono uscito, ho
guidato tutta la mattina.
Sarton: Ricordati: hai guidato tutta la mattina.

Gianni è seduto sul tavolo degli interrogatori - Sensi – Gianni – Renzi

Gianni: Non lo so, c'era caldo ed ho guidato tutta la mattina.


Sensi: Perché?
Gianni: Non lo so, per le pillole!?!
Sensi: D'accordo, mentre procedeva sulla sua corsia è arrivata una motocicletta ad una
velocità sostenuta...

Corridoio – Cianci - Donati

Cianci: Ero in coda da almeno un'ora, solo per fare da casa mia a casa di mia suocera,
certo che il caldo ti fa girare.
Donati: Vorrei vedere chiunque a stare un'ora e mezza nel traffico ogni giorno con
questo caldo che non smette mai, sa quanto sole abbiamo avuto solo questo
settembre?

Tavolo - Gianni – Renzi – Sensi

Gianni: C'era caldo ed è settembre.

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Sensi: Lo sappiamo che è settembre, ma questo cosa cambia, si concentri...
Renzi: Gianni c'è caldo ed è mattina presto, l'auto è calda già quando scendi ed entri, ti
manca qualcosa ed esci per andare a comprare...
Gianni: Le pillole, ho bisogno delle pillole, mia figlia non risponde...
Renzi: Allora decidi di uscire e andare a prendere le pillole...
Gianni: Ma c'è freddo... e Stefania non risponde da ieri.
Sensi: C'è freddo?

Corridoio; Testimoni

Donati: Sta crollando, il mal di testa non lo lascia in pace un attimo.


Cianci: Magari se avesse le sue pillole.
Donati: Era lui che ha superato, non ho visto altro, questa moto che sfrecciava oltre la
coda...

Tavolo; Gianni – Renzi – Sensi

Gianni: Lui ha superato, non ho visto altro, una moto che sfrecciava oltre la fila...
Sensi: Va bene, allora le preparo un foglio con la sua dichiarazione e poi aspettiamo
semplicemente le perizie, le faccio portare dell'acqua...
Renzi: (Entra con dell'acqua) Bevi...
Sensi: (A Renzi) Ricordati che non puoi interrogarlo, ti mando Barone.
Renzi: Non si preoccupi.

Lavagna; Giulio

Giulio: Se possibile vorrei parlare con questo signore, posso parlargli?


Barone: Onorevole, non credo sia il caso, e poi non parla, è sotto shock.
Giulio: Proprio per questo voglio parlargli, posso sollevarlo dal peso, un incidente
succede, non è colpa di nessuno.

Corridoio; Testimoni

Cianci: Un incidente...
Donati: Nessuna colpa...

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Tavolo; Sarton, Gianni, Renzi

Sarton: Allora siamo d'accordo, è stato un incidente come tanti, ed un incidente avviene,
può accadere a chiunque in ogni istante, oggi più che mai, le strade sono
pericolose, il traffico confonde, il lavoro manca, la stanchezza e questo caldo, il
riflesso del sole per un attimo e … BAM! Non è colpa di nessuno. Ha capito
Gianni, incidente, gli incidenti sono inevitabili, oggi più che mai.
Gianni: (Con un sorriso arreso) Nessuna colpa … (Distratto) i suoi occhi erano sollevati.
Renzi: (Con il bicchiere ancora in mano) Cosa dice?
Gianni: Ho visto i suoi occhi, ma è tutto confuso, dal caldo, questo freddo che non
smette, è un settembre molto freddo, il sole picchia sulla finestra la mattina e mi
brucia quasi gli occhi.
Renzi: Quindi è settembre, e c'è freddo...
Gianni: Si, e Stefania non risponde al telefono...
Renzi: Sei preoccupato, giusto?
Gianni: Si, lei risponde sempre... anzi mi chiama sempre, non sopporta il freddo e alle
prime luci dell'alba chiama...
Renzi: Ma quella mattina non lo ha fatto, come mai?
Gianni: Non lo so, ieri sera c'era caldo ed è uscita, è andata in un locale dove è tutto di
ghiaccio, persino i bicchieri...
Renzi: Si, allora ha fatto solo tardi...
Gianni: (Speranzoso) Ecco, ha fatto tardi, non sente il telefono allora...? (Come lo
chiedesse)

Corridoio; Testimoni

Donati: Se questo caldo non smette mi viene da impazzire.


Cianci: Come donna si è più sensibili al caldo?
Donati: Non so, fino allo scorso settembre c'era freddo, posso dirlo al prossimo caldo,
alla prossima esperienza...
Cianci: Questa è la mia terza, sempre così.
Donati: Allora avevo capito bene... piacere, cosa hai visto.
Cianci: Quello che ho detto, provo a registrarmi su quello che devo... poi con questo
caldo, gli incidenti sono normali...
Donati: E' vero, è normale con il caldo, non si è lucidi, la coda c'era da almeno un'ora e
mezza, io ho pure la spesa, le borse del ghiaccio non serviranno a molto... odio i

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furbi...
Cianci: Si, chi si crede di essere quello lì... la coda è per tutti, un'ora da casa... dove
compri il ghiaccio...?
Donati: Non lo so, tu...
Cianci: Dico sempre nel distretto nord, lì non ci va nessuno...
Donati: Hai ragione...

Sul fondo; Giulio – Sensi

Giulio: Senta, avrò il diritto di avere un colloquio, se lo voglio, con l'uomo che ha
investito mio fratello?
Sensi: Onorevole, mi creda, non è il caso, quell'uomo non è in grado di darle nessuna
risposta.
Giulio: Non ho bisogno di risposte, ma di parlare con lui...

Soggettiva su Gianni che sente freddo e caldo a tempo con le azioni, tutti gli attori sono rivolti
verso una luce di colore leggermente diverso ma tendente al viola

Giulio: C'eravamo appena salutati ed è partito veloce con la moto, la coda si vedeva dal
portone, io non ho potuto uscire dal parcheggio prima di dieci minuti dopo...
Donati: In coda da un'ora e mezza, con il caldo e la spesa del ghiaccio...
Cianci: In coda da un'ora e con l'ansia di portare il ventilatore a mia suocera, vedo
passare veloce oltre la corsia una moto...
Donati: Veloce, oltre la corsia, per superare la coda infernale...
Barone: Le ruote fumavano, l'asfalto riscaldava l'auto, avevo i piedi in fiamme... la moto
era veloce, ma non velocissima, era un normale sorpasso...
Renzi: Ho visto gli occhi... i suoi occhi erano distratti e poi d'improvviso inquadrano la
moto che superava...
Donati: Oltre la corsia, veloce...
Cianci: Superava veloce quella coda infinita...
Barone: Ma non velocissimo...
Renzi: Ho visto dai suoi occhi che la moto superava, velocità regolare, non veloce,
nemmeno velocissimo... lui lo ha visto, ho visto i suoi occhi...
Barone: Ha superato e...
Sarton: BAM!!! Gli incidenti capitano, soprattutto oggi... stia tranquillo...

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Luci su Giulio seduto in corridoio...

Giulio: Che vuol dire questo...?


Sarton: Che gli incidenti sono il nuovo cancro dei nostri giorni, fra poco le assicurazioni
diventeranno l'unico investimento valido... come gli immobili nel ventesimo
secolo... altro che banche, altro che case... altro che vita... la sua caducità è un
valore più della sua realtà, oggi più che mai, dia retta a me onorevole, lei ha fatto
benissimo, andrà tutto come previsto, e poi con questo caldo i poliziotti sono
pigri, chiuderanno il caso e vorranno andare a casa... Onorevole, fra poco potrà
parlare con quel poveraccio e si risolve tutto...
Giulio: Spero sia così... non ho tutta la giornata...

Soggettiva su Renzi e Gianni al tavolo dell'interrogatorio, corridoio illuminato con Giulio che
cammina su e giù, mentre i testimoni giocano a carte, in fondo sulla destra Barone e Sensi
sono davanti una lavagna, ci sono dei flash di luce ed una musica insistente, quella dell'inizio
che continua come fosse pioggia, come il caldo...

V.f.c.: Ho visto gli occhi ed ho sorriso, ha sorriso, eravamo pronti, davvero pronti... la
coda era infinita, il caldo gelava colando in gocce per le mani, bollivano i piedi...

Barone: Un caldo da inferno questo settembre, non si riesce a scrivere, a pensare...


Sensi: Era settembre di 4 cicli fa ed era freddo... ora perché è importante, come
facciamo a capire perché per lui è così importante...
Barone: Forse ho esagerato, Renzi è in grado di farlo parlare, riesce ad entrare dentro la
testa lei, è la cosa che fa meglio.
Sensi: Si, dobbiamo solo aspettare, tenerli insieme, voglio anche capire perché insiste
tanto per parlargli... tu vai dall'onorevole. Poi vediamo cosa hanno da dire quei
due, mi sembrano troppo nervosi...
Barone: Secondo me non hanno visto niente...

Tavolo; Renzi – Gianni

Renzi: Dell'altra acqua?


Gianni: Calda, però...
Renzi: Ah, già c'è freddo... ed è...
Gianni: Settembre. Entro in auto perché Stefania non risponde... forse ha fatto tardi.

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Renzi: Ha dormito fuori?
Gianni: Devo andare, posso?
Renzi: Certo, fra qualche minuto, andiamo insieme...

Corridoio, al centro della luce Giulio parla con Barone, Cianci e Donati sono seduti e cambiano
sedia ogni volta che interviene Sarton.

Barone: Veda che fra qualche minuto potrà entrare.


Giulio: Me lo auguro.
Barone: Vuole un po' d'acqua?
Sarton: Hanno mandato il più sveglio? Stanno perdendo tempo...
Cianci: Con questo caldo...
Donati: Meglio averlo il tempo...
Giulio: Senta c'è troppo caldo per aspettare in questo buco di corridoio... si può sapere il
motivo dell'attesa se hanno detto che posso parlargli.
Barone: Il tempo di concludere la deposizione, il soggetto è molto confuso.
Sarton: (Verso Gianni) C'era caldo, era in auto dalla mattina, cosa c'è ancora da
depositare?

V.f.c.: Era caldo, un caldo folle, può capitare di tutto con questo caldo, di settembre.

Giulio: Senta, non credo che da un uomo sotto shock si possa ottenere molto, forse
riesco io...?
Barone: Onorevole ma lo sa che non sarebbe una deposizione valida ad ogni senso della
legge...
Sarton: E che c'entra la legge, la legge ha il suo alto rappresentante, sei tu il legislatore,
sei tu la legge.

V.f.c.: Vedo gli occhi, sorrido.

Cianci: Cosa c'entra la legge, c'è caldo, la coda è lunga, interminabile...


Donati: Se c'entrava la legge quello non superava a quella velocità...
Barone: (Infastidito dai commenti) Vedrà che manca poco...
Giulio: Ma cosa vuol dire ad ogni senso della legge, ci sono io, sono o no il più alto
rappresentante della legge qui... (pausa) e poi gli incidenti accadono, con questo
caldo.

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Barone: Però non tutti gli incidenti accadono... alcuni servono...

V.f.c.: C'è caldo, sciogliersi in questo gelo sarebbe preferibile. Ho visto i tuoi occhi,
sorrido e ancora li vedo.

Tavolo, Gianni è solo ed ha davanti un registratore

Gianni: Questo caldo è fino nelle ossa come settembre, ho bisogno di sapere, sorridevi e
lo facevi forte, dentro al cervello vedo il sorriso, mi hai sorriso, poi il mal di testa,
il caldo, questo ghiaccio profondo che non se ne va, sudano i pensieri come un
tamburo, come la pelle di un tamburo che tende forte e si lacera intatta... mi hai
sorriso...

V.f.c.: Un invito...

Sarton: Gli incidenti accadono... oggi più che mai...

Renzi: (Come se avesse sentito) Un invito a fare che?


Gianni: (Stupito) Non lo so, senta ho un gran mal di testa e qui fa davvero troppo caldo,
cosa facciamo qui?
Renzi: Parliamo, aspettiamo per lo più.
Gianni: Dobbiamo?
Renzi: Cosa?
Gianni: … Ed è necessario aspettare?
Renzi: Si, lei sta deponendo e quindi deve aspettare che sia archiviata la deposizione,
che sia completa.

Alla luce

Sarton: C'era caldo, era in auto dalla mattina e con questo caldo, con il traffico che c'è,
gli incidenti accadono.

Al tavolo

Renzi: Si sente bene? C'è altro che vuole mettere agli atti?
Gianni: Io? No… (distratto – pausa) mia figlia non risponde ed ora è settembre, giusto?

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Renzi: Si, e fa freddo.
Gianni: Molto... esco, per andare a cercare Stefania, ma non trovo le chiavi, ho sbagliato
giacca.

Corridoio

Giulio: Capitano?
Sensi: Dica onorevole.
Giulio: Non vorrei essere insistente ma la situazione lo impone. Devo parlare con il...
Sensi: Lo so...
Giulio: Lei mi aveva detto che avrei potuto quanto prima...
Sensi: Appena possibile...
Sarton: Ma da cosa dipende?
Sensi: Appena avrà chiarito la dinamica dell'incidente.
Sarton: Ma se è un incidente!
Giulio: Se è un incidente, non vedo...
Donati: E' un incidente, quindi...
Cianci: Accade, avviene, è normale...
Sensi: Persino un incidente è da provare.

Tavolo

Barone: Vuole dell'acqua?


Renzi: No, va tutto bene...
Barone: Il fratello, vuole parlargli...
Renzi: Perché?
Barone: Non lo so ma sembra nervoso, molto nervoso, e poi i due testimoni, per me non
hanno visto nulla.
Renzi: Il capitano cosa dice?
Barone: Che tu rimani qui con lui.
Renzi: Tu scopri perché ha tanto bisogno di parlargli...

Alla lavagna

Sarton: E' importante che gli parli, prima che gli torni la coscienza.
Giulio: Come posso riuscirci.

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Sarton: Lei è l'onorevole, fratello dell'assassinato...
Giulio: E' stato un incidente...

Corridoio

Donati: Gli incidenti con questo caldo accadono, di settembre poi... ci sono sempre
incidenti, il caldo, la gente non sta alle regole...
Cianci: Voi poliziotti lo sapete bene, ce n'è uno al giorno... di questi tempi, oggi un
incidente avviene e basta...
Barone: Ma se conviene...
Donati: Tanto meglio... quello andava velocissimo, io l'ho visto...
Cianci: Mi è sfrecciato vicino da sentire quasi un alito fresco. Ha superato oltre la corsia,
per evitare la fila il furbo...
Barone: Furbo? (Sarcastico) Come no!
Cianci: Era velocissimo...
Donati: Io non ci avrei pensato due volte, frenare, perché?
Cianci: Perché frenare? Un'ora in coda io vado... si spostava... io ho bisogno di andare...
Donati: Non posso aspettare che quello si levi dal mezzo... e poi è oltre la corsia...
Cianci: Si, oltre la corsia non può andare altrimenti lo sa...
Barone: Un sorpasso qualsiasi…
Cianci: Qualsiasi? Io ero nella corsia giusta!
Donati: Si, quello era oltre la doppia striscia continua… oltre capito?
Barone: (Alzandosi di scatto) Questo non basta per morire, è stato stupido, non certo
furbo!
Cianci: Allora è uno stupido…
Donati: E le stupidità vanno punite!
Barone: Basta per morire… (Come se lo realizzasse in quell’istante)

Alla sua luce Sarton, seguita da una musica sottile che diventa sempre più metallica – va a
tempo con delle date...

Sarton: Ogni reazione ha delle conseguenze e chi siamo noi per fermarle, per porci ad
ostacolo... oggi gli incidenti accadono perché oggi non c'è tempo per la
tolleranza, chi sei tu per soffrire meno di me, settembre è il tempo della follia o
della acquistata ragione, con il sangue si raccoglie la rivincita, si disegnano con
parole di fuoco le motivazioni... la vita finisce, ogni giorno sai che la vita non è

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tua e posso prendermela... c'è un modo sicuro di prendere vantaggio di questa
rabbia che serpeggia, basta mettere una firma, scrivere in calce il proprio nome
dove ti ho fatto una croce... lo sai il gusto che ha l'inchiostro della tua condanna...
ti risarciamo presto.

La musica è più forte, tutti si muovono a scatti ma non prendono bene la luce, si fermano
sempre negli spazi al buio mentre la musica ha un crescendo sempre più insostenibile e si
spegne consumata, le date diventano numeri, Gianni è stanco, per la prima volta in piedi,
entra Renzi con un bicchiere...

Gianni: E' calda?


Renzi: No è acqua semplice...
Gianni: Perché dobbiamo ricominciare?
Renzi: Perché è di nuovo settembre.
Gianni: Ho un gran mal di testa, e poi sono stato in auto tutta la mattina, e c'era un caldo
gelido...
Renzi: Perché è così stanco?
Gianni: Non dormo, è settembre e non dormo... il freddo ha smesso, ho visto i suoi occhi,
mi sorrideva... era lui?
Renzi: Lui chi?
Gianni: Non lo so, ma ho pensato: era lui.
Renzi: Quindi lo hai visto, come io ho visto te?

V.f.c.: Abbiamo sorriso, pronti... ho riconosciuto quella forza disperata, ho sentito il


sangue scoppiare invece che scorrere...

Gianni: Ho mal di testa. (Prende il bicchiere d'acqua e lo beve velocemente)

Gianni – Renzi – V.f.c. : Ti ho visto, ho riconosciuto quegli occhi: eri tu.

Gianni: Ho pensato: è lui! Quando sarei stato pronto lo avrei saputo subito, è così che
l'ho riconosciuto… perché è così che si riconoscono… spero, credo… non lo
so… ho pensato: è lui!

Alla luce

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Sarton: Adesso no. C'è caldo, le mani sudano fino a scivolare, così i piedi sui pedali, ha
guidato tutta la mattina, ora basta.

Al tavolo

Sensi: (Entrando) Ora basta Renzi. Vai a prenderti un caffè. C'è l'avvocato
dell'assicurazione qui fuori.
Renzi: E quindi lasciamo stare?
Sensi: No, ma per il momento chiudiamo con gli altri e li mandiamo a casa, nel
frattempo avremo più rilievi e potremo porre delle domande precise.
Renzi: Va bene capitano. (All'orecchio di Gianni) Io ti ho visto. Sei tu.

Corridoio; Barone con i due testimoni mentre Renzi si sposta dal tavolo al corridoio, Sarton
raggiunge Gianni. Giulio è vicino alla lavagna. Sensi è in penombra vicino al tavolo, appena
fuori dalla stanza idealmente. La musica è più un rumore di strada concertato quasi… fa
caldo…

Sensi: Questo caldo non smette da troppo, questo settembre è inizio di un altro tempo...
sbagliato. Come questa alba che non smette mai, un tramonto continuo sul buon
senso, aumentano i delitti, le follie, la realtà supera di gran lunga i giorni più bui
dell'inizio di questo millennio, i giorni non si oscurano mai per lasciare a cielo
aperto, alla luce di questo sole bollente la vergogna che è l'uomo. Noi dovremmo
proteggere, tutelare la legge e proteggere i cittadini dal nemico. La paura, la
rabbia, ogni delusa dignità, persa in queste ore insonni... ci vorrebbe un po' di
ristoro... e noi che facciamo? (Si sentono i suoi passi andare via mentre si fa il
silenzio intorno)

Corridoio – continuano i passi

Donati: Allora, per essere chiari: io stavo in auto da un'ora e mezza, in coda come
sempre, sempre ad un orario diverso, sempre quando c'è troppo caldo per
tollerare questa fila maledetta... stavo parlando ad alta voce, mi lamentavo, sa
come si fa, avevo la spesa del ghiaccio...
Barone: Dove prende il ghiaccio?
Donati: Distretto nord.
Barone: E fa tutta quella strada per tornare alla sua abitazione?

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Donati: Di solito c'è meno traffico, prendo l'aria del distretto che è piacevole.
Renzi: Lei non lavora?
Donati: Si, no, non proprio.
Renzi: Lavora o no?
Donati: Faccio le commissioni della mia famiglia.
Barone: Guadagna così?
Donati: Guadagno? Così si sopravvive…
Cianci: Che c’è? Conoscete qualcuno che faccia qualcosa di più dignitoso…
Donati: Vi sentite superiori solo perché non avete bisogno di motivi per sfogare…
Cianci: … No, loro fanno giustizia.
Renzi: Hai sentito, suona come un insulto…
Cianci: Eh, cosa dovrebbe essere? Mi vuole dire, agente, che se ora lei mi spara il suo
collega non la chiama giustizia?
Barone: (Scattando alla gola di Cianci) Non mi provocare, un omicidio può anche essere
piacevole…
Renzi: Calmiamoci…
Donati: Se io avessi quella pistola, il giubetto, non sarei mai così nervoso. Quelli che non
hanno un futuro siamo noi, quelli che il debito glielo pagano gli altri in cambio
della tua vita…

Sulla scala; Giulio – la musica è debole ma concreta

Giulio: Ebbene dichiaro che i prospetti sono positivi, malgrado quello che i nostri
detrattori vogliono farvi credere, l’economia si sta risollevando, il debito potrebbe
essere inferiore ben prima del previsto; è su questo che dovete concentrarvi, le
vostre energie ed il mio impegno sarà esclusivamente dedicato affinché ciò
avvenga. Io credo, anzi so, che la spada di Damocle del debito che noi tutti
condividiamo presto non penderà più sulle nostre teste, ma dovete prendervi
carico del passato…

V.f.c.: Il passato di altri lascia un presente che pretende la condivisione…

Giulio: I miei avversari credono che le loro informazioni valgono più delle certezze che io
vi prometto. Noi siamo il governo, noi siamo l’economia, noi gestiamo il lavoro.
Siete voi a dover decidere da che parte stare.

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La musica esplode come fosse un concerto metal, con suoni e voci di sottofondo…
Vicino al tavolo – Renzi

Renzi: Torniamo all'incidente...

Al tavolo; Sarton, Gianni

Sarton: (Ha dei fogli ed una carpetta) Non deve dimenticarsi la dinamica decisa. Ancora
un poco di pazienza; bene, se lei volesse possiamo tirare fuori da questa storia
qualche soldo, sistemarci, insomma lei ovviamente ne ha bisogno, capisco al
volo, si fidi. Una firma qua.
Gianni: (Con la penna in mano) Non capisco. C’è troppo caldo, si può accendere il
riscaldamento?
Sarton: Esatto. Continui così, si renderanno presto conto che non servono altre
informazioni da lei, io scriverò il necessario, (pausa) mi occupo anche
dell'onorevole.
Gianni: Onorevole?
Sarton: La fortuna ha bussato alla sua porta. Lui ha bisogno di lei, e lei,
involontariamente è stato utile. Ecco, le deve un favore, grande anche...
capisce?
Gianni: Non ho tempo, devo andare, devo cercare mia figlia, non ho tempo, è settembre,
giusto?
Sarton: Si, è settembre. Lasci fare a me.

Alla luce

Giulio: (Al telefono) Voglio capire bene, è vedovo, lavorava dove? Quindi sta morendo?
Possiamo fare qualcosa? Possiamo dire che faremo qualcosa? Allora troviamo
qualcosa da dire... si fra poco gli parlo così chiudiamo questa storia... non lo so,
credo che stiano temporeggiando, meglio che io sia qui. Parla con il notaio. Si
l'avvocato è qui, nessun problema, solo mi tengono in attesa.

Nel corridoio - testimoni

Cianci: Ero in coda come tutti i settembre da che ricordo, freddo o caldo, sto in fila per
ore per andare a casa di mia suocera, mia moglie mi chiama e io prendo la

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chiamata tanto sono fermo da un'ora, penso, allora poi mi vedo passare veloce
una motocicletta grossa, all'improvviso, sapete, così, velocissimo...
Donati: Si proprio veloce, a tutta potenza, non lo avevo visto arrivare, quindi nemmeno
posso dire se era prima in fila ed è sbucato fuori dal nulla. Io ero in coda da
un'ora e mezza come tutti i settembre che ricordo, freddo o caldo, sto in fila per
ore, con il ghiaccio nel sedile posteriore. Sarà da riprendere ora?

Alla scala

Sensi: (Al telefono) Renzi e Barone erano presenti, quando saranno pronti i rilievi?
Possiamo usare qualche informazione? Possiamo dire che abbiamo delle
informazioni? Allora usiamo qualche informazione probabile... va bene, ma
abbiamo poco tempo, prima o poi dobbiamo lasciarli andare.

V.f.c.: Non vedo più niente... è tutto luminoso / buio, mi fanno male gli occhi, non vedo
più.

Al tavolo

Renzi: (Guardando Gianni in cerca di una reazione) Vediamo se riesco ad essere


chiara, ormai si sta facendo tardi perché tu possa avere qualche “sconto” dalla
giustizia... (Gianni fa cenno di alzarsi) non alzarti, stai calmo, ho acceso i
riscaldamenti, non c'è freddo. Presto saprò ogni cosa relativa all'incidente, anche
se noi due sappiamo che non è stato un incidente, noi due sappiamo cosa è
successo, perché tu sai che ti ho visto, per un frammento di quell'attimo tu hai
visto i miei occhi nei tuoi. Per me, a questo punto, è molto semplice: facciamo
conto che tu ora mi dica in tutta onestà che, senza nessun motivo, hai accelerato
– che sia per rabbia, per noia, per stanchezza, frustrato da quest'aria irrespirabile
- hai visto che lui superava e senza pensare hai deciso di non rallentare, di
procedere nella tua corsia per reclamare il tuo diritto di precedenza, perché tu eri
nella tua corsia... ma se, facciamo conto, che tu mi dici chi ti ha detto di farlo, o
perché hai deciso di accettare, allora la tua situazione, per così dire, è migliore.
Gianni: Migliore?
Renzi: Si, per quanto riprovevole, e mi fa ribollire il sangue, perché vorrei procedere alla
tua fisica distruzione piuttosto che lasciarti sopravvivere nel magma della
depravazione pubblica, di questo melmoso settembre che viviamo, per vederti

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uscire da questa stanza con un accordo, con quell'avvocatucolo soddisfatto e il
tuo buon onorevole tronfio e salvo... (avvicinandosi) Io so chi sei, ti ho visto. Sei
tu.

Accende la radio ed esce, tutto diventa buio, solo il fondale è illuminato e la musica prende lo
spazio mentre Gianni si guarda come allo specchio, sul fondale poco a poco appaiono i volti di
tutti gli altri protagonisti che parlano a voce bassa e lui sembra vederli sempre più
chiaramente.

Scala

Giulio: Ci vorrebbe dell'acqua fresca, questi non capiscono... non vogliono capire,
stanchi delle promesse, tutte queste promesse… non so nemmeno se finisce
questo caldo.

Alla lavagna arriva Barone

Barone: Capitano, qui si scaldano più del previsto e direi che non è il caso, giusto?
Sensi: Barone non fare dell'ironia, perché si scaldano...?
Barone: Perché a quanto pare uccidere è un diritto.
Sensi: La legittima difesa quindi un dovere…

Corridoio; Testimoni cercano di essere accondiscendenti – Barone – Renzi - Sensi

Cianci: Quanto ci vuole? Eppure non devono aver capito molto, dovrebbe essere tutto
chiaro, insomma un incidente lo è e basta... un poco di giustizia!
Donati: Giustizia, a che serve, io sono forte abbastanza per difendermi da sola, insomma
cosa stanno cercando? Quel motociclista faceva il furbo, dico, è normale che poi
ti accadono gli incidenti.
Cianci: Esatto. Gli incidenti accadono, sono utili? Molte volte si, sembrano più vigili della
giustizia stessa.
Donati: Questo è il problema, ci chiedono di fidarci di un sistema giudiziario morbido, di
un corpo di polizia che non fa altro che trattenere degli onesti cittadini che
conoscono bene i propri diritti...
Renzi: I troppi diritti.
Sensi: Renzi per favore!

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Barone: Allora signor Cianci la sua auto è stata regolarmente registrata e abbiamo
rilevato tutto, ma, come può vedere, ci sono una serie di multe di cui si deve
occupare…
Cianci: Cosa?
Renzi: (Verso il collega, ironica) Ritenta!
Barone: Dovrà chiudere il suo debito prima di prendere l'auto.
Cianci: Ma siamo matti? Io devo cosa?
Renzi: Signor Cianci, cosa non è chiaro in quello che le ha detto il mio collega?
Cianci: E tu cosa cazzo chiedi? Eh? Parlo con te?
Sensi: Stia attento signor Cianci, lei rischia di essere ammanettato e da testimone
passare ad accusato di oltraggio ad un ufficiale.
Donati: (Aggredendo Barone) Ufficiale un cazzo!

Comincia una colluttazione – la musica aumenta come fosse l’ouverture di un’opera, sembra
una danza quasi al rallentatore, poi d’improvviso torna a velocità normale e Renzi riesce a
ristabilire l'ordine insieme a Sensi ammanettando i due testimoni.

Sensi: Bene, a questo punto non abbiamo altro da chiedere ai signori, possiamo
considerarvi accusati di oltraggio e aggressione a pubblico ufficiale.
Renzi: Ora posso interrogarli, suppongo?
Sensi: Procedete. (Fuori dalla luce)
Donati: Non posso muovermi.
Renzi: (Mentre Barone si rialza un po’ malconcio) Ancora parli…

Tavolo – Barone arriva dal corridoio e rimane in penombra, così come Renzi subito dopo –
Gianni è seduto

Gianni: (Parla come un bambino rinchiuso senza motivo) C'è qualcuno? Ho bisogno di
una coperta, c’è caldo! Mia figlia… per favore, non so niente, posso andare? Io…
ho guidato tutto la mattina… i suoi occhi…

V.f.c.: Sorridevi…?

Scala - Sarton

Sarton: (Soddisfatta come facesse il tifo) Hai guidato tutta la mattina, eri stanco e …

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Tavolo

Gianni: …Bam. Insomma un botto. Qualcuno mi sente, firmo quello che volete, per
favore!

Scala

Giulio: Voglio delle spiegazioni. Ho sentito delle urla nel corridoio, non ho intenzione di
perdere il resto della giornata per un incidente comune.
Sensi: Vede, onorevole, servirebbe una dichiarazione ufficiale, penso che il presidente
sarebbe d’accordo se fosse lei a condurla.
Giulio: Questo è più che condivisibile, ma, lei capisce che per farlo dovrei sapere a che
punto sono le indagini.
Sensi: Ovvio che la farò a parte della attuale situazione.
Giulio: Situazione?
Sensi: La polizia potrà dire qualcosa di definitivo solo nel momento in cui tutti i rilievi
siano completati, analizzati e quindi recuperato ogni elemento per una
ricostruzione completa.

Lavagna

Renzi: Incidente comune…?

Scala

Giulio: Ricostruzione completa, perché questo incidente differisce dagli altri comuni
incidenti? O forse è perché io sono un rappresentante del popolo?
Sensi: Attenzione onorevole, lei da l'impressione di essere più interessato a convincersi,
non vorrei si pensasse che lei voglia che sia un incidente senza considerare la
questione principale...
Giulio: Che giro è? Quale questione principale?

Tavolo; Stefania in penombra – la musica è sottile

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Gianni: Ho investito un uomo, l'ho ucciso, tesoro, l'ho ucciso, l'ho fatto, davvero. Un
uomo.

Scala

Renzi: A me non sembra essere interessato al fatto che suo fratello è stato ucciso.
Giulio: Incidente… E' stato vittima di un incidente.
Renzi: A lei, capitano, cosa sembra? Qualcuno pare che ci potrebbe guadagnare e
parecchio da questo caso fortuito. Non pensa onorevole?
Giulio: E' una domanda ufficiale questa? Una accusa?
Sensi: Niente di tutto questo, abbiamo solo detto che potrebbe dare questa
impressione.
Renzi: (Avvicinandosi all’orecchio dell’onorevole) Deve fare attenzione, non crede?
Sensi: Ciò che mostra potrebbe sembrare ciò che è.
Giulio: Ognuno vive il dolore a suo modo. Questo è il mio.
Renzi: Ben detto, e bel modo, il suo, non crede capitano?
Sensi: Singolare.

Corridoio

Cianci: Stanno ancora a spaccarsi il cervello dietro a questa storia, per cosa poi? Per
uno stupido insulso motociclista.
Donati: Non uno qualsiasi però, è sicuro. Anzi è una delle prove. Secondo te perché noi
eravamo presenti, perché dobbiamo testimoniare? (Sottolineando come ad
intendere altro)
Cianci: Io so solo che ero in coda come sempre, ho alzato lo sguardo quando dovevo,
quello mi è passato accanto e...
Donati: Lui non lo sa.
Cianci: No, non lo sanno.

V.f.c.: Sappiamo com’è andata.

Scala

Sarton: Quante storie, ho la dichiarazione pronta - come stabilito – sappiamo bene com’è
andata, ora vogliamo procedere. La mia assicurazione risarcirà secondo le

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norme previste. Siete veramente nel continuare con questa caccia alle streghe?
(Sottolineando) Perché non allinearsi alla procedura, salveremo almeno il
sistema, la violenza non è una scelta, è una realtà, la realtà, e la rabbia è la
risposta; i nostri tempi. Capitano, insomma, mi dia retta, questa è la situazione
perfetta per eliminare ogni dubbio sulla sua persona.
Sensi: Dubbi?
Sarton: Dovrebbe capirlo da sola: cosa si penserebbe di un ufficiale semplice di polizia di
una stazione della periferia est, senza alcun titolo o riconoscimento, che tiene
ore intere in ostaggio dei testimoni di un incidente come tanti, dove nessun
cittadino rispettoso delle leggi si è fatto nulla; se, invece, chiudiamo il prima
possibile, con la registrazione di questa dichiarazione che l'assicurazione
condivide, e così anche il presidente, sono sicura che c'è qualcosa anche per te,
non crede, capitano?
Sensi: Qualcosa, e se non fosse abbastanza?
Sarton: Abbastanza per loro è solo il punto di partenza del qualcosa…

Tavolo

Gianni: Dove si firma?


Renzi: (Passandogli una confezione di pillole ed una bottiglietta d'acqua) Prendi le tue
pillole. Non abbiamo finito. Ti racconto una storia, così, per farti passare il mal di
testa.
Barone: (entrando in luce) Guarda qui.
Renzi: Va bene.
Barone: Ha ancora il mal di testa?
Gianni: Quel foglio? E' la mia dichiarazione? Io la firmo.
Renzi: Resta Barone. Parliamo di Stefania, anzi di settembre.

Scala; Sensi – Sarton – Giulio

Sarton: Buonasera a tutti, grazie, questa è una dichiarazione spontanea e quindi non
sarà possibile effettuare alcuna domanda all'onorevole, vi prego di comprendere
lo stato in cui si sta concedendo tale dichiarazione.

V.f.c.: Solo un istante e non mi vedo più.

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Giulio: Tutto questo che è… accaduto è stato come un istante, quell'istante in cui ci si
sveglia di soprassalto e speri che sia tutto un incubo, un sogno, non sai cosa
sperare.

V.f.c.: All'improvviso eccoli quegli occhi, quell'attimo finito e via, più veloce.

Giulio: Oggi è andato via mio fratello, ma, vi prego, non voglio soffermarmi su questioni
intime, oggi qui, stiamo sperimentando quanto efficace e zelante sia il nostro
corpo di polizia che sta effettuando una attenta analisi di questo incidente, non
tanto per scoprire ciò che è già noto, infatti siamo dinnanzi un incidente come
tanti in questo caldo asfissiante, ma perché un caso come questo non sia più,
perché il caso non diventi abitudine o strumento dell'occasione senza padrone.

V.f.c.: Più veloce: eri tu.

Tavolo – seduti uno di fronte all’altra ci sono Renzi e Gianni

Gianni: L'ho visto, più veloce non si poteva. Devo riposare, devo riposare.
Renzi: Si, hai ragione, è il caso di riposare, ma dopo (prende l’interfono) credo sia il
momento. Barone? Fai entrare l'onorevole.

Corridoio – verso una telecamera al soffitto

Cianci: Eh, adesso si risolve tutto, io ho da dire alcune cose e voglio essere chiaro,
perché registriate proprio quello che penso. Io penso che non è stato altro che
un semplice, banale e prevedibile incidente.
Donati: (Con disgusto) Prevedibile come il gesto di un motociclista che cerca di fare il
furbo e non segue le regole. Quelle regole che tutti condividiamo.
Cianci: Noi tutti sappiamo che non seguire le regole porta a delle conseguenze, mai
piacevoli, spesso risolutive.
Donati: Altra cosa che sappiamo, o dovremmo sapere tutti ormai, è che se l'evento
illecito a cui siamo presenti, testimoni, si svolge senza la tempestiva presenza di
una conseguenza che lo riconduca alla legalità, allora ogni cittadino ha il
dovere...

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Cianci: Il diritto di compiere tale correzione, ed è per ognuno di noi irrinunciabile.

Donati: Quel poveraccio ha fatto bene, bravo, non aveva alternative, o tu o io. E non ero
io a sorpassare la fila.

V.f.c.: Irrinunciabile, ogni mio battito, questo tuo pulsante richiamo, ho sentito la rabbia,
ho pianto, ho visto nei tuoi occhi il mio pianto...

Lavagna

Sensi: Che dice Renzi?


Barone: Dice di farli incontrare.
Sensi: Allora vai a prenderlo. Barone, stai attento ad ogni cosa, li voglio vedere e
registrare ogni cosa, tutti e due.
Barone: Capitano, non crederà in una cospirazione, e poi che modo contorto e poco
concreto di ottenere cosa?
Sensi: Non lo so, ma la puzza di marcio di questa storia si eleva sopra la media, quindi
spremiamoli e basta, qualcosa salterà fuori.

Scala

Sarton: Allora è questo, vuoi scoprire se c'è una cospirazione? Se c'è qualcosa che non
si dovrebbe scoprire. Ma non hai niente in mano, non hai nessuna idea di quello
che devi cercare eppure cerchi... sei pericolosa, dovresti assecondare la realtà.
Renzi: Dovrei assecondare cosa? Dovrei lasciare che la mia dignità si adegui a questo?
Sarton: Ma questo è il corso, volergli dare un senso a tutti i costi è fare esattamente il
suo gioco, pensa: se non avesse alcun senso?
Renzi: Allora non troverò niente. Quanto ne viene in tasca all'onorevole dell'uccisione
del fratello?
Sarton: Della morte accidentale, vorrai dire.
Renzi: E se non fosse accidentale, non ci guadagnerebbe nulla, giusto? Ma deve
essere un incidente. Silenzio? Questo basta a darmi l'idea, il solo dubbio che ci
sia qualcosa, una spiegazione ben più interessante che un incidente fortuito.
Sarton: Ma se fortuitamente questo incidente coincidesse con una convenienza, dove
troveresti la volontà di compierlo? I due non si conoscono, non si conoscevano,
e, per ovvi motivi, non si conosceranno.

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Renzi: Qui mi provochi, non è detto che sia così, la volontà può essere incidentale,
anche se non è guidata da una motivazione comprovabile.
Sarton: Dicerie, poesia, teoria... (canta) nulla è concreto, niente se non questo a cui è
meglio allinearsi, meglio per la tua carriera...
Renzi: La mia carriera, quale carriera, io catalogo morti senza senso una dietro l'altra,
sono un obitorio, analizzo l'accaduto, ne sono testimone nel migliore dei casi,
non ho altro impiego e non c'è carriera, non c'è promozione che valga questo
insensato corso.

Tavolo; Gianni è in piedi, Giulio è seduto, un'ombra al suo fianco.

V.f.c.: Sei tu.

Giulio: (Giulio si sente interrotto, e cerca di avere l’attenzione di Gianni) Finalmente le


posso parlare di persona. (Lo guarda, cerca di incrociare il suo sguardo ma
nulla) Mi rendo conto che deve essere sotto shock per quello che è accaduto.
(Aspetta di avere la sua attenzione, ma niente) Sono sconvolto, eppure sentivo
la forte necessità di parlarle, perché vede, sinceramente...
Stefania: Sinceramente?
Giulio: Si, io credo sinceramente…
Stefania: Ah!
Giulio: Gli eventi, quelli più traumatici leghino le persone in una maniera imprevedibile…
Stefania: Imprevedibile, si.
Giulio: Sorprendente...
Stefania: Sicuro.
Giulio: Spero di non sconvolgerla ulteriormente, io volevo solo riuscire a capire, a
sapere da lei se...
Stefania: (All’orecchio di Giulio) Ha capito qualche cosa...
Giulio: Non è stata colpa sua, è stato un incidente e questo è quanto, riusciremo tutti a
dormire prima di quello che pensiamo... (Viene interrotto dal voltarsi repentino di
Gianni che lo guarda come se non si fosse accorto fino a quel momento della
sua presenza, ma supera lo sguardo di Giulio)
Stefania: Papà? Mi vedi? Stai bene? Come ti senti?
Gianni: (La luce su Giulio si attenua, lui continua a parlare ma la sua voce viene
sostituita dalla musica, mentre un fascio di luce inquadra Gianni e Stefania
insieme, l'uno copre dal fascio l'altra) Mi scoppia la testa, non riesco a pensare,

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non rispondi al telefono, non capisco niente con questo gelo.
Stefania: Papà, sembri stanco, dovresti dormire, riposare, ti prego papà.
Gianni: Tesoro ma stai bene, non riesco a dormire, questo settembre mi sta uccidendo
come ogni settembre da quando...
Stefania: Non rispondo al telefono, ti vedo scendere in auto, c'è freddo e hai bisogno delle
tue pillole, arrivi all'auto ma non hai le chiavi, hai sbagliato giacca...
Gianni: Non lasciare le chiavi nella giacca...
Stefania: Ti ho comprato lo svuota tasche, sta all'ingresso, non perderesti tutte queste
chiavi.
Gianni: Metto in moto, guido tutta la mattina, come tutte le mattine da quel settembre
freddo.
Stefania: Metti in moto, guidi tutte le mattine da quella mattina, guidi e non dimentichi né
ricordi...

V.f.c.: Guido tutta la mattina, per dimenticare ciò che non dimentico né lo ricordo... un
invito, riconosciuto... eri tu!

Lavagna

Renzi: Ha avuto rapporti sessuali prima del decesso?


Barone: Non hanno fatto dei rilievi a riguardo.
Renzi: Come sarebbe, la trovano nuda, morta e non verificano se è stata violentata? Se
ha avuto rapporti, residui di sperma o saliva...?
Barone: Renzi ma che ti devo dire quello che non c'è? Non ho fatto io l'indagine e
nemmeno tu, è un caso vecchio di quattro…

V.f.c.: Settembre!?!

Renzi: Va bene, allora cerchiamo di capire, il freddo è di quel settembre, quindi l'evento
che lo ha fatto scattare...
Barone: Uscire fuori di testa, dillo pure. Cazzo, sempre a settembre, ti sei mai chiesta
perché?
Renzi: Iniziare l'anno è sempre difficile, ma cosa vuoi che ne sappia, è roba per le
statistiche.

Corridoio

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Sarton: Proprio in tempo.
Stefania: Benvenuta anche a te!
Sarton: Cosa vuoi fare ormai?
Stefania: Qualsiasi cosa è qualcosa…
Sarton: Credi? Il corso non si interrompe.
Cianci: Ci vuole coraggio a parlare adesso.
Donati: Senti quello se l'è cercata, buon per lui, si è levato da questo inferno.
Cianci: Appunto... tu quando ti sei liberata.
Stefania: Ti fai compagnia con dei signori di alto livello vedo.
Sarton: Si segue la corrente, degenerazione della specie.
Stefania: Degenerazione di quale specie?
Sarton: Di quella che prevale.

Scala

Sensi: Ora quello che dobbiamo capire è se un uomo come lui compie un atto per pura
disperazione o piuttosto vende la sua disperazione agli avvoltoi.

V.f.c.: Forse una scelta… casuale quanto la volontà.

Renzi: Non credo al caso né alle architetture del male, so che ogni istante di questo
tempo è impregnato di rabbia, l'aria non si respira e non è solo per il caldo…
Sensi: Ogni istante di questo tempo non più nostro…
Renzi: Non è solo per questo indiscriminato odio, non per quanta debolezza sento nelle
braccia ogni volta che vorrei sfondare l'addome di qualche cittadino che
recrimina il suo diritto di difendersi se io faccio tardi.
Barone: Inerme, testimone…
Renzi: Inerme testimone di questo scempio continuo della legge, di tutto quello in cui
vorrei ancora credere. Stanca, sono molto stanca...

Corridoio

Stefania: E’ così stanco... non dorme… ogni sguardo per lui è come un invito.

V.f.c.: Ho sorriso, un invito... sono stanco.

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Tavolo – Gianni è seduto e si leva il maglione pesante che ha tenuto per tutto il tempo,
insieme a lui c'è Renzi

Gianni: Perché è così difficile piegare le maglie, ho interi cassetti pieni di maglioni mal
riposti, maglie con il collo decentrato, piegati senza comprensione. Eppure metti
il dritto verso la superficie, poi pieghi fino a qualche centimetro dal collo, stendi
bene la manica e la ripieghi su se stessa e poi verso il lembo già piegato, procedi
alla stessa maniera dal lato opposto eppure non corrisponde.
Barone: Questo dovrebbe dirci qualcosa?
Renzi: (Fa cenno di stare zitto)
Gianni: (Sembra visualizzare su si se’ il ripiegamento) Una incapacità… pieghi qui, vicino
al collo… una pausa nella manualità… interruzione di abilità…
Renzi: Un rifiuto…?!?
Gianni: Vedete? Non ho più il tronco… il mio corpo è piegato, ripiegato…
raggomitolato… impreciso… incapace…
Barone: Questo è fuori di testa!
Renzi: Ma se fosse contenuto in ogni maglia o maglione quanti tronchi, quanti corpi?
Barone: Ma cosa dici?
Renzi: Esci.
Barone: Ma...
Renzi: Esci di qua, adesso.

V.f.c.: Non vedo niente, forse è arrivato il momento di dire ogni cosa, veri per la prima
volta, ancora.

Tavolo

Stefania: Papà sei stanco, devi riposare.


Gianni: Sei tu, ho pensato, è lui, era lui per quanto posso ancora permettermi di giurare,
questa volta era lui. Davvero.
Renzi: Era lui chi?
Stefania: Lo lasci stare è stanco.
Renzi: Lo decido io se sei stanco. Allora chi era lui?
Gianni: Sono stanco, la prego.
Renzi: No, ti prego io di non prendermi ancora per il culo, sono qui ad ascoltare del

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freddo, del caldo, di tua figlia che non risponde... la vuoi sapere una cosa... sono
stanca pure io, e ti prego con tutta la forza che ho di non farmi dire questa cosa,
perché io credo di aver capito chi sei, e credo che ti sveglierai e tutto questo sarà
preferibile come incubo, la verità è che tu di inviti non so quanti ne hai accettati,
quante volte hai accelerato, dimmelo?
Gianni: Ah, no, io non so cosa è... ho mal di testa ed ho guidato tutta la mattina, come
ogni mattina.
Renzi: Si la conosco la storia, ma io avrò in mano ogni rilievo e saprò esattamente cosa
è vero e cosa no, non avrò bisogno di appellarmi a teorie ma saprò quello che
hai fatto, e se non vorrai dirmi perché ora, dopo non avrà importanza, sarai
gettato da me personalmente nel più buio angolo di questa storia.

Scala

Giulio: Non sa niente.


Stefania: Ti ha visto.
Giulio: Non farà niente, poco importa, non sa chi sono.
Stefania: Non è lui, ma tu lo sei.
Giulio: So chi è... risolvo tutto, senza problemi.
Stefania: Fino a quando risolvi?
Giulio: Fino a quando basta…
Stefania: Perché basterà?
Giulio: Basta!

Lavagna

Sensi: Ha ragione Renzi, quel poveraccio ha accelerato... ma è solo un? Lo sappiamo?


Barone: Ci stiamo lavorando, l'onorevole non ha detto niente di rilevante.
Sensi: Prevedibile, anche se credevo che sentendosi sicuro…
Barone: Nessuna sorpresa…

Tavolo

Giulio: Le dispiace agente?


Renzi: Prego.
Gianni: Sono stanco, posso andare?

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Giulio: Io non voglio credere a quello che dicono...
Gianni: Cosa dicono?
Giulio: Dicono che tu hai accelerato... non hai ceduto la strada..

Sarton: Dici che eri stanco, il mal di testa, hai guidato, ricordatelo, hai guidato tutta la
mattinata, stai tranquillo, portiamo a casa un bel premio.

Gianni: Io, non lo so, era lì, sorrideva, i suoi occhi erano quelli, io… ho sempre creduto
che in quel momento avrei saputo, così, dritto in testa sarebbe stato tutto
chiaro...

Stefania: Papà...

Giulio: Credo abbia bisogno di acqua, magari vado io...


Renzi: Non si preoccupi

Cambia la luce e Renzi non è più illuminato ma c’è

V.f.c.: Sei tu!


Stefania: E' lui!

Gianni: (Lo guarda intensamente come se lo riconoscesse) Sei tu. Io so cosa hai fatto!
Giulio: (Avvicinandosi a Gianni) Oh, non ci posso credere, deve essere un incubo... (Lo
colpisce duramente e poi gli si avvicina all'orecchio) io so chi sei, tu non hai la
minima idea di chi sono io, cosa volevi che… confessassi? Solo incrociando i
tuoi occhi, solo perché mi segue giorno e notte questa sua essenza che non
smette mai di parlare… di te... vuoi sapere la verità? È morta perché potevo... ha
un profumo ed un sapore, niente tracce, niente ricerche, overdose... una ragazza
sveglia come lei, questo m'è piaciuto, la volevo e lei ha voluto me, questo non è
un incidente, lo hai voluto tu... sono io, ma tu stai impazzendo e nessuno ascolta
un pazzo... ascoltami bene perché non potrai mai dirlo davvero a qualcuno: puoi
smettere di cercare, sono io.

Lavagna

Barone: Cosa facciamo di quei due?

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Sensi: I due testimoni? Mandateli dal giudice, prenotategli una bella visita, requisite la
patente ad entrambi e l'auto sotto sequestro, quando il giudice avrà finito con
loro due dovranno pagare e poi prendono le loro camere su ruote.

Luce

Barone: Non vedo l'ora che mi contraddicano. Basta poco e... (Gesto eloquente) Li
guardo ogni giorno in quel corridoio, meno ho da fare e più spesso lo percorro,
aspetto sempre che qualcosa accada, che dicano qualcosa, che facciano una
qualsiasi mossa che possa giustificare il mio sfogo... e poi faccio sempre la cosa
giusta. Sono stanco, non posso sopportare questo sfinimento, ogni giorno
guardo foto, scene di crimini irrisolvibili, incidenti senza ragione, tutto è insano,
sporco, folle, ma basta la follia a spiegare? Mi sveglio ogni volta e voglio avere
un colpevole da colpire, e colpirlo fino alla morte.

Corridoio

Renzi: Una vendetta. Ecco cosa avrebbe senso.


Sarton: Prego?
Renzi: Hai sentito bene, e forse è la cosa che ti aspettavi.
Sarton: Una vendetta vorrebbe dire premeditazione, quell'uomo?
Renzi: Ogni uomo!

V.f.c.: Una vendetta?


Stefania: Forse.

Tavolo

Gianni: L'hai presa.


Giulio: Quello che posso è esattamente quello che faccio, così voglio.

Scala

Renzi: Il potere, giusto?


Stefania: Il potere? Si credo di si, potrebbe essere il motivo, ma c'è qualcosa di più
profondo.

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Renzi: Il potere è una motivazione troppo superficiale, allora è solo il mezzo, la
leggerezza che ti consente di fare errori.
Stefania: Errori?

Corridoio

Sarton: Errori... non si compiono errori, solo imprecisioni ed è quello lo spazio nel quale
bisogna essere abili a muoversi.
Donati: Entrare...
Cianci: Agire...

Giulio e Stefania sono illuminati da due fasci di luci identici e così anche Renzi e Gianni che
sono ad un passo dal fuoco del fascio luminoso.

V.f.c. - Giulio – Stefania: La notte è un confine senza vigilanza, puoi muoverti comodo e
raggiungere ogni angolo della tua volontà. Presa senza ostacoli, mia/tua, fra le
sue/tue/mie mani, respiro ancora il tuo odore, ogni istante... Tutto il resto è
confuso ma ha lasciato un profondo senso di...
Stefania: Incoscienza...
Giulio: Assoluto...
V.f.c.: So chi sei, ho quello che hai fatto nel sangue, colpiscimi.

Tavolo

Gianni: Colpito.
Renzi: Bam!
Gianni: Sapevo che lo avrei riconosciuto, era lui, ho pensato ed ho... io ho...
Renzi: Accelerato... tu hai accelerato.
Gianni: Non so chi... io non credevo fosse...
Renzi: Reale?
Gianni: Non so chi sia quell'uomo, non lo conoscevo, non conosco nessuno, non ricordo
niente.
Sensi: (Con una cartella clinica in mano) Amnesia traumatica, diagnosticata a seguito
del trauma della figlia, settembre 2036.
Gianni: Settembre? Che significa?
Renzi: Gianni ora mi devi ascoltare, devi firmare questa dichiarazione, come se la

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giornata non fosse esistita, come se questa fosse la prima cosa che mi dici.
Gianni: La giornata?

Si illuminano la scala e il corridoio, Stefania sta salendo la scala, la guardano tutti, la musica
invade come sempre lo spazio.

Sarton: (Mentre sembra doppiare Giulio) Non dire altro, non c'è altro da dire, io sono
legge, io posso, mi volevi pure tu, ci sono regole anche nel desiderio, ci sono
poesie che colorano questo dipinto ma... tu mi volevi ed io ti ho dato tutto ciò che
sono...
V.f.c.: Tutto ciò che sei io lo conosco, forse è dentro...

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