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La Volontaria Incidenza
La Volontaria Incidenza
Di Erika Barresi
V.f.C: C'è caldo da questo settembre, non riesco a respirare, il mal di testa mi sta
uccidendo...
Renzi: Per favore signori seguiteci, dobbiamo portarvi in ospedale per assicurarci che
nessuno abbia problemi.
Donati: Ma l'auto...?
Barone: Non si preoccupi signora, le auto saranno poste sotto perizia e poi riconsegnate
entro qualche ora o un giorno al massimo.
Cianci: Sarà meglio qualche ora, io devo ripartire entro domani.
Renzi: Non si preoccupi, se sarete chiari e precisi sarete liberi di andare fra poco.
Gianni: (Una volta seduto) Mi tremano le mani, ho mal di testa.
Donati: Su, è un attimo, è stato un incidente.
Cianci: Infatti, non c'è nessun problema, insomma, non si supera così, nel traffico, è
normale che poi ti succede l'incidente.
Donati: Si, spiace ma, come si dice, cose che possono accadere.
Renzi: Si, per mano divina.
V.f.c.: E' settembre, mi sono svegliato all'alba, ho guidato tutta la mattina, le strade
sono piene, oggi è settembre, le pillole dove sono?
Nel corridoio arriva l'avvocato dell'assicurazione, Sarton; lì si trovano Cianci, Donati e Gianni.
Renzi: Che non sia o meno accaduto niente di grave lo stabiliranno le prove.
Sensi: Si, Renzi, verificheremo, tu stai tranquilla e se vuoi essere utile ascolta e guarda
con attenzione.
Flash di luce
V.f.c.: Settembre, mi sono svegliato ed era freddo … così caldo che sono uscito, ho
guidato tutta la mattina.
Sarton: Ricordati: hai guidato tutta la mattina.
Cianci: Ero in coda da almeno un'ora, solo per fare da casa mia a casa di mia suocera,
certo che il caldo ti fa girare.
Donati: Vorrei vedere chiunque a stare un'ora e mezza nel traffico ogni giorno con
questo caldo che non smette mai, sa quanto sole abbiamo avuto solo questo
settembre?
Corridoio; Testimoni
Gianni: Lui ha superato, non ho visto altro, una moto che sfrecciava oltre la fila...
Sensi: Va bene, allora le preparo un foglio con la sua dichiarazione e poi aspettiamo
semplicemente le perizie, le faccio portare dell'acqua...
Renzi: (Entra con dell'acqua) Bevi...
Sensi: (A Renzi) Ricordati che non puoi interrogarlo, ti mando Barone.
Renzi: Non si preoccupi.
Lavagna; Giulio
Corridoio; Testimoni
Cianci: Un incidente...
Donati: Nessuna colpa...
Sarton: Allora siamo d'accordo, è stato un incidente come tanti, ed un incidente avviene,
può accadere a chiunque in ogni istante, oggi più che mai, le strade sono
pericolose, il traffico confonde, il lavoro manca, la stanchezza e questo caldo, il
riflesso del sole per un attimo e … BAM! Non è colpa di nessuno. Ha capito
Gianni, incidente, gli incidenti sono inevitabili, oggi più che mai.
Gianni: (Con un sorriso arreso) Nessuna colpa … (Distratto) i suoi occhi erano sollevati.
Renzi: (Con il bicchiere ancora in mano) Cosa dice?
Gianni: Ho visto i suoi occhi, ma è tutto confuso, dal caldo, questo freddo che non
smette, è un settembre molto freddo, il sole picchia sulla finestra la mattina e mi
brucia quasi gli occhi.
Renzi: Quindi è settembre, e c'è freddo...
Gianni: Si, e Stefania non risponde al telefono...
Renzi: Sei preoccupato, giusto?
Gianni: Si, lei risponde sempre... anzi mi chiama sempre, non sopporta il freddo e alle
prime luci dell'alba chiama...
Renzi: Ma quella mattina non lo ha fatto, come mai?
Gianni: Non lo so, ieri sera c'era caldo ed è uscita, è andata in un locale dove è tutto di
ghiaccio, persino i bicchieri...
Renzi: Si, allora ha fatto solo tardi...
Gianni: (Speranzoso) Ecco, ha fatto tardi, non sente il telefono allora...? (Come lo
chiedesse)
Corridoio; Testimoni
Giulio: Senta, avrò il diritto di avere un colloquio, se lo voglio, con l'uomo che ha
investito mio fratello?
Sensi: Onorevole, mi creda, non è il caso, quell'uomo non è in grado di darle nessuna
risposta.
Giulio: Non ho bisogno di risposte, ma di parlare con lui...
Soggettiva su Gianni che sente freddo e caldo a tempo con le azioni, tutti gli attori sono rivolti
verso una luce di colore leggermente diverso ma tendente al viola
Giulio: C'eravamo appena salutati ed è partito veloce con la moto, la coda si vedeva dal
portone, io non ho potuto uscire dal parcheggio prima di dieci minuti dopo...
Donati: In coda da un'ora e mezza, con il caldo e la spesa del ghiaccio...
Cianci: In coda da un'ora e con l'ansia di portare il ventilatore a mia suocera, vedo
passare veloce oltre la corsia una moto...
Donati: Veloce, oltre la corsia, per superare la coda infernale...
Barone: Le ruote fumavano, l'asfalto riscaldava l'auto, avevo i piedi in fiamme... la moto
era veloce, ma non velocissima, era un normale sorpasso...
Renzi: Ho visto gli occhi... i suoi occhi erano distratti e poi d'improvviso inquadrano la
moto che superava...
Donati: Oltre la corsia, veloce...
Cianci: Superava veloce quella coda infinita...
Barone: Ma non velocissimo...
Renzi: Ho visto dai suoi occhi che la moto superava, velocità regolare, non veloce,
nemmeno velocissimo... lui lo ha visto, ho visto i suoi occhi...
Barone: Ha superato e...
Sarton: BAM!!! Gli incidenti capitano, soprattutto oggi... stia tranquillo...
Soggettiva su Renzi e Gianni al tavolo dell'interrogatorio, corridoio illuminato con Giulio che
cammina su e giù, mentre i testimoni giocano a carte, in fondo sulla destra Barone e Sensi
sono davanti una lavagna, ci sono dei flash di luce ed una musica insistente, quella dell'inizio
che continua come fosse pioggia, come il caldo...
V.f.c.: Ho visto gli occhi ed ho sorriso, ha sorriso, eravamo pronti, davvero pronti... la
coda era infinita, il caldo gelava colando in gocce per le mani, bollivano i piedi...
Corridoio, al centro della luce Giulio parla con Barone, Cianci e Donati sono seduti e cambiano
sedia ogni volta che interviene Sarton.
V.f.c.: Era caldo, un caldo folle, può capitare di tutto con questo caldo, di settembre.
Giulio: Senta, non credo che da un uomo sotto shock si possa ottenere molto, forse
riesco io...?
Barone: Onorevole ma lo sa che non sarebbe una deposizione valida ad ogni senso della
legge...
Sarton: E che c'entra la legge, la legge ha il suo alto rappresentante, sei tu il legislatore,
sei tu la legge.
V.f.c.: C'è caldo, sciogliersi in questo gelo sarebbe preferibile. Ho visto i tuoi occhi,
sorrido e ancora li vedo.
Gianni: Questo caldo è fino nelle ossa come settembre, ho bisogno di sapere, sorridevi e
lo facevi forte, dentro al cervello vedo il sorriso, mi hai sorriso, poi il mal di testa,
il caldo, questo ghiaccio profondo che non se ne va, sudano i pensieri come un
tamburo, come la pelle di un tamburo che tende forte e si lacera intatta... mi hai
sorriso...
V.f.c.: Un invito...
Alla luce
Sarton: C'era caldo, era in auto dalla mattina e con questo caldo, con il traffico che c'è,
gli incidenti accadono.
Al tavolo
Renzi: Si sente bene? C'è altro che vuole mettere agli atti?
Gianni: Io? No… (distratto – pausa) mia figlia non risponde ed ora è settembre, giusto?
Corridoio
Giulio: Capitano?
Sensi: Dica onorevole.
Giulio: Non vorrei essere insistente ma la situazione lo impone. Devo parlare con il...
Sensi: Lo so...
Giulio: Lei mi aveva detto che avrei potuto quanto prima...
Sensi: Appena possibile...
Sarton: Ma da cosa dipende?
Sensi: Appena avrà chiarito la dinamica dell'incidente.
Sarton: Ma se è un incidente!
Giulio: Se è un incidente, non vedo...
Donati: E' un incidente, quindi...
Cianci: Accade, avviene, è normale...
Sensi: Persino un incidente è da provare.
Tavolo
Alla lavagna
Sarton: E' importante che gli parli, prima che gli torni la coscienza.
Giulio: Come posso riuscirci.
Corridoio
Donati: Gli incidenti con questo caldo accadono, di settembre poi... ci sono sempre
incidenti, il caldo, la gente non sta alle regole...
Cianci: Voi poliziotti lo sapete bene, ce n'è uno al giorno... di questi tempi, oggi un
incidente avviene e basta...
Barone: Ma se conviene...
Donati: Tanto meglio... quello andava velocissimo, io l'ho visto...
Cianci: Mi è sfrecciato vicino da sentire quasi un alito fresco. Ha superato oltre la corsia,
per evitare la fila il furbo...
Barone: Furbo? (Sarcastico) Come no!
Cianci: Era velocissimo...
Donati: Io non ci avrei pensato due volte, frenare, perché?
Cianci: Perché frenare? Un'ora in coda io vado... si spostava... io ho bisogno di andare...
Donati: Non posso aspettare che quello si levi dal mezzo... e poi è oltre la corsia...
Cianci: Si, oltre la corsia non può andare altrimenti lo sa...
Barone: Un sorpasso qualsiasi…
Cianci: Qualsiasi? Io ero nella corsia giusta!
Donati: Si, quello era oltre la doppia striscia continua… oltre capito?
Barone: (Alzandosi di scatto) Questo non basta per morire, è stato stupido, non certo
furbo!
Cianci: Allora è uno stupido…
Donati: E le stupidità vanno punite!
Barone: Basta per morire… (Come se lo realizzasse in quell’istante)
Alla sua luce Sarton, seguita da una musica sottile che diventa sempre più metallica – va a
tempo con delle date...
Sarton: Ogni reazione ha delle conseguenze e chi siamo noi per fermarle, per porci ad
ostacolo... oggi gli incidenti accadono perché oggi non c'è tempo per la
tolleranza, chi sei tu per soffrire meno di me, settembre è il tempo della follia o
della acquistata ragione, con il sangue si raccoglie la rivincita, si disegnano con
parole di fuoco le motivazioni... la vita finisce, ogni giorno sai che la vita non è
La musica è più forte, tutti si muovono a scatti ma non prendono bene la luce, si fermano
sempre negli spazi al buio mentre la musica ha un crescendo sempre più insostenibile e si
spegne consumata, le date diventano numeri, Gianni è stanco, per la prima volta in piedi,
entra Renzi con un bicchiere...
Gianni: Ho pensato: è lui! Quando sarei stato pronto lo avrei saputo subito, è così che
l'ho riconosciuto… perché è così che si riconoscono… spero, credo… non lo
so… ho pensato: è lui!
Alla luce
Al tavolo
Sensi: (Entrando) Ora basta Renzi. Vai a prenderti un caffè. C'è l'avvocato
dell'assicurazione qui fuori.
Renzi: E quindi lasciamo stare?
Sensi: No, ma per il momento chiudiamo con gli altri e li mandiamo a casa, nel
frattempo avremo più rilievi e potremo porre delle domande precise.
Renzi: Va bene capitano. (All'orecchio di Gianni) Io ti ho visto. Sei tu.
Corridoio; Barone con i due testimoni mentre Renzi si sposta dal tavolo al corridoio, Sarton
raggiunge Gianni. Giulio è vicino alla lavagna. Sensi è in penombra vicino al tavolo, appena
fuori dalla stanza idealmente. La musica è più un rumore di strada concertato quasi… fa
caldo…
Sensi: Questo caldo non smette da troppo, questo settembre è inizio di un altro tempo...
sbagliato. Come questa alba che non smette mai, un tramonto continuo sul buon
senso, aumentano i delitti, le follie, la realtà supera di gran lunga i giorni più bui
dell'inizio di questo millennio, i giorni non si oscurano mai per lasciare a cielo
aperto, alla luce di questo sole bollente la vergogna che è l'uomo. Noi dovremmo
proteggere, tutelare la legge e proteggere i cittadini dal nemico. La paura, la
rabbia, ogni delusa dignità, persa in queste ore insonni... ci vorrebbe un po' di
ristoro... e noi che facciamo? (Si sentono i suoi passi andare via mentre si fa il
silenzio intorno)
Donati: Allora, per essere chiari: io stavo in auto da un'ora e mezza, in coda come
sempre, sempre ad un orario diverso, sempre quando c'è troppo caldo per
tollerare questa fila maledetta... stavo parlando ad alta voce, mi lamentavo, sa
come si fa, avevo la spesa del ghiaccio...
Barone: Dove prende il ghiaccio?
Donati: Distretto nord.
Barone: E fa tutta quella strada per tornare alla sua abitazione?
Giulio: Ebbene dichiaro che i prospetti sono positivi, malgrado quello che i nostri
detrattori vogliono farvi credere, l’economia si sta risollevando, il debito potrebbe
essere inferiore ben prima del previsto; è su questo che dovete concentrarvi, le
vostre energie ed il mio impegno sarà esclusivamente dedicato affinché ciò
avvenga. Io credo, anzi so, che la spada di Damocle del debito che noi tutti
condividiamo presto non penderà più sulle nostre teste, ma dovete prendervi
carico del passato…
Giulio: I miei avversari credono che le loro informazioni valgono più delle certezze che io
vi prometto. Noi siamo il governo, noi siamo l’economia, noi gestiamo il lavoro.
Siete voi a dover decidere da che parte stare.
Sarton: (Ha dei fogli ed una carpetta) Non deve dimenticarsi la dinamica decisa. Ancora
un poco di pazienza; bene, se lei volesse possiamo tirare fuori da questa storia
qualche soldo, sistemarci, insomma lei ovviamente ne ha bisogno, capisco al
volo, si fidi. Una firma qua.
Gianni: (Con la penna in mano) Non capisco. C’è troppo caldo, si può accendere il
riscaldamento?
Sarton: Esatto. Continui così, si renderanno presto conto che non servono altre
informazioni da lei, io scriverò il necessario, (pausa) mi occupo anche
dell'onorevole.
Gianni: Onorevole?
Sarton: La fortuna ha bussato alla sua porta. Lui ha bisogno di lei, e lei,
involontariamente è stato utile. Ecco, le deve un favore, grande anche...
capisce?
Gianni: Non ho tempo, devo andare, devo cercare mia figlia, non ho tempo, è settembre,
giusto?
Sarton: Si, è settembre. Lasci fare a me.
Alla luce
Giulio: (Al telefono) Voglio capire bene, è vedovo, lavorava dove? Quindi sta morendo?
Possiamo fare qualcosa? Possiamo dire che faremo qualcosa? Allora troviamo
qualcosa da dire... si fra poco gli parlo così chiudiamo questa storia... non lo so,
credo che stiano temporeggiando, meglio che io sia qui. Parla con il notaio. Si
l'avvocato è qui, nessun problema, solo mi tengono in attesa.
Cianci: Ero in coda come tutti i settembre da che ricordo, freddo o caldo, sto in fila per
ore per andare a casa di mia suocera, mia moglie mi chiama e io prendo la
Alla scala
Sensi: (Al telefono) Renzi e Barone erano presenti, quando saranno pronti i rilievi?
Possiamo usare qualche informazione? Possiamo dire che abbiamo delle
informazioni? Allora usiamo qualche informazione probabile... va bene, ma
abbiamo poco tempo, prima o poi dobbiamo lasciarli andare.
V.f.c.: Non vedo più niente... è tutto luminoso / buio, mi fanno male gli occhi, non vedo
più.
Al tavolo
Accende la radio ed esce, tutto diventa buio, solo il fondale è illuminato e la musica prende lo
spazio mentre Gianni si guarda come allo specchio, sul fondale poco a poco appaiono i volti di
tutti gli altri protagonisti che parlano a voce bassa e lui sembra vederli sempre più
chiaramente.
Scala
Giulio: Ci vorrebbe dell'acqua fresca, questi non capiscono... non vogliono capire,
stanchi delle promesse, tutte queste promesse… non so nemmeno se finisce
questo caldo.
Barone: Capitano, qui si scaldano più del previsto e direi che non è il caso, giusto?
Sensi: Barone non fare dell'ironia, perché si scaldano...?
Barone: Perché a quanto pare uccidere è un diritto.
Sensi: La legittima difesa quindi un dovere…
Cianci: Quanto ci vuole? Eppure non devono aver capito molto, dovrebbe essere tutto
chiaro, insomma un incidente lo è e basta... un poco di giustizia!
Donati: Giustizia, a che serve, io sono forte abbastanza per difendermi da sola, insomma
cosa stanno cercando? Quel motociclista faceva il furbo, dico, è normale che poi
ti accadono gli incidenti.
Cianci: Esatto. Gli incidenti accadono, sono utili? Molte volte si, sembrano più vigili della
giustizia stessa.
Donati: Questo è il problema, ci chiedono di fidarci di un sistema giudiziario morbido, di
un corpo di polizia che non fa altro che trattenere degli onesti cittadini che
conoscono bene i propri diritti...
Renzi: I troppi diritti.
Sensi: Renzi per favore!
Comincia una colluttazione – la musica aumenta come fosse l’ouverture di un’opera, sembra
una danza quasi al rallentatore, poi d’improvviso torna a velocità normale e Renzi riesce a
ristabilire l'ordine insieme a Sensi ammanettando i due testimoni.
Sensi: Bene, a questo punto non abbiamo altro da chiedere ai signori, possiamo
considerarvi accusati di oltraggio e aggressione a pubblico ufficiale.
Renzi: Ora posso interrogarli, suppongo?
Sensi: Procedete. (Fuori dalla luce)
Donati: Non posso muovermi.
Renzi: (Mentre Barone si rialza un po’ malconcio) Ancora parli…
Tavolo – Barone arriva dal corridoio e rimane in penombra, così come Renzi subito dopo –
Gianni è seduto
Gianni: (Parla come un bambino rinchiuso senza motivo) C'è qualcuno? Ho bisogno di
una coperta, c’è caldo! Mia figlia… per favore, non so niente, posso andare? Io…
ho guidato tutto la mattina… i suoi occhi…
V.f.c.: Sorridevi…?
Scala - Sarton
Sarton: (Soddisfatta come facesse il tifo) Hai guidato tutta la mattina, eri stanco e …
Gianni: …Bam. Insomma un botto. Qualcuno mi sente, firmo quello che volete, per
favore!
Scala
Giulio: Voglio delle spiegazioni. Ho sentito delle urla nel corridoio, non ho intenzione di
perdere il resto della giornata per un incidente comune.
Sensi: Vede, onorevole, servirebbe una dichiarazione ufficiale, penso che il presidente
sarebbe d’accordo se fosse lei a condurla.
Giulio: Questo è più che condivisibile, ma, lei capisce che per farlo dovrei sapere a che
punto sono le indagini.
Sensi: Ovvio che la farò a parte della attuale situazione.
Giulio: Situazione?
Sensi: La polizia potrà dire qualcosa di definitivo solo nel momento in cui tutti i rilievi
siano completati, analizzati e quindi recuperato ogni elemento per una
ricostruzione completa.
Lavagna
Scala
Giulio: Ricostruzione completa, perché questo incidente differisce dagli altri comuni
incidenti? O forse è perché io sono un rappresentante del popolo?
Sensi: Attenzione onorevole, lei da l'impressione di essere più interessato a convincersi,
non vorrei si pensasse che lei voglia che sia un incidente senza considerare la
questione principale...
Giulio: Che giro è? Quale questione principale?
Scala
Renzi: A me non sembra essere interessato al fatto che suo fratello è stato ucciso.
Giulio: Incidente… E' stato vittima di un incidente.
Renzi: A lei, capitano, cosa sembra? Qualcuno pare che ci potrebbe guadagnare e
parecchio da questo caso fortuito. Non pensa onorevole?
Giulio: E' una domanda ufficiale questa? Una accusa?
Sensi: Niente di tutto questo, abbiamo solo detto che potrebbe dare questa
impressione.
Renzi: (Avvicinandosi all’orecchio dell’onorevole) Deve fare attenzione, non crede?
Sensi: Ciò che mostra potrebbe sembrare ciò che è.
Giulio: Ognuno vive il dolore a suo modo. Questo è il mio.
Renzi: Ben detto, e bel modo, il suo, non crede capitano?
Sensi: Singolare.
Corridoio
Cianci: Stanno ancora a spaccarsi il cervello dietro a questa storia, per cosa poi? Per
uno stupido insulso motociclista.
Donati: Non uno qualsiasi però, è sicuro. Anzi è una delle prove. Secondo te perché noi
eravamo presenti, perché dobbiamo testimoniare? (Sottolineando come ad
intendere altro)
Cianci: Io so solo che ero in coda come sempre, ho alzato lo sguardo quando dovevo,
quello mi è passato accanto e...
Donati: Lui non lo sa.
Cianci: No, non lo sanno.
Scala
Sarton: Quante storie, ho la dichiarazione pronta - come stabilito – sappiamo bene com’è
andata, ora vogliamo procedere. La mia assicurazione risarcirà secondo le
Tavolo
Sarton: Buonasera a tutti, grazie, questa è una dichiarazione spontanea e quindi non
sarà possibile effettuare alcuna domanda all'onorevole, vi prego di comprendere
lo stato in cui si sta concedendo tale dichiarazione.
V.f.c.: All'improvviso eccoli quegli occhi, quell'attimo finito e via, più veloce.
Giulio: Oggi è andato via mio fratello, ma, vi prego, non voglio soffermarmi su questioni
intime, oggi qui, stiamo sperimentando quanto efficace e zelante sia il nostro
corpo di polizia che sta effettuando una attenta analisi di questo incidente, non
tanto per scoprire ciò che è già noto, infatti siamo dinnanzi un incidente come
tanti in questo caldo asfissiante, ma perché un caso come questo non sia più,
perché il caso non diventi abitudine o strumento dell'occasione senza padrone.
Gianni: L'ho visto, più veloce non si poteva. Devo riposare, devo riposare.
Renzi: Si, hai ragione, è il caso di riposare, ma dopo (prende l’interfono) credo sia il
momento. Barone? Fai entrare l'onorevole.
Cianci: Eh, adesso si risolve tutto, io ho da dire alcune cose e voglio essere chiaro,
perché registriate proprio quello che penso. Io penso che non è stato altro che
un semplice, banale e prevedibile incidente.
Donati: (Con disgusto) Prevedibile come il gesto di un motociclista che cerca di fare il
furbo e non segue le regole. Quelle regole che tutti condividiamo.
Cianci: Noi tutti sappiamo che non seguire le regole porta a delle conseguenze, mai
piacevoli, spesso risolutive.
Donati: Altra cosa che sappiamo, o dovremmo sapere tutti ormai, è che se l'evento
illecito a cui siamo presenti, testimoni, si svolge senza la tempestiva presenza di
una conseguenza che lo riconduca alla legalità, allora ogni cittadino ha il
dovere...
Donati: Quel poveraccio ha fatto bene, bravo, non aveva alternative, o tu o io. E non ero
io a sorpassare la fila.
V.f.c.: Irrinunciabile, ogni mio battito, questo tuo pulsante richiamo, ho sentito la rabbia,
ho pianto, ho visto nei tuoi occhi il mio pianto...
Lavagna
Scala
Sarton: Allora è questo, vuoi scoprire se c'è una cospirazione? Se c'è qualcosa che non
si dovrebbe scoprire. Ma non hai niente in mano, non hai nessuna idea di quello
che devi cercare eppure cerchi... sei pericolosa, dovresti assecondare la realtà.
Renzi: Dovrei assecondare cosa? Dovrei lasciare che la mia dignità si adegui a questo?
Sarton: Ma questo è il corso, volergli dare un senso a tutti i costi è fare esattamente il
suo gioco, pensa: se non avesse alcun senso?
Renzi: Allora non troverò niente. Quanto ne viene in tasca all'onorevole dell'uccisione
del fratello?
Sarton: Della morte accidentale, vorrai dire.
Renzi: E se non fosse accidentale, non ci guadagnerebbe nulla, giusto? Ma deve
essere un incidente. Silenzio? Questo basta a darmi l'idea, il solo dubbio che ci
sia qualcosa, una spiegazione ben più interessante che un incidente fortuito.
Sarton: Ma se fortuitamente questo incidente coincidesse con una convenienza, dove
troveresti la volontà di compierlo? I due non si conoscono, non si conoscevano,
e, per ovvi motivi, non si conosceranno.
V.f.c.: Guido tutta la mattina, per dimenticare ciò che non dimentico né lo ricordo... un
invito, riconosciuto... eri tu!
Lavagna
V.f.c.: Settembre!?!
Renzi: Va bene, allora cerchiamo di capire, il freddo è di quel settembre, quindi l'evento
che lo ha fatto scattare...
Barone: Uscire fuori di testa, dillo pure. Cazzo, sempre a settembre, ti sei mai chiesta
perché?
Renzi: Iniziare l'anno è sempre difficile, ma cosa vuoi che ne sappia, è roba per le
statistiche.
Corridoio
Scala
Sensi: Ora quello che dobbiamo capire è se un uomo come lui compie un atto per pura
disperazione o piuttosto vende la sua disperazione agli avvoltoi.
Renzi: Non credo al caso né alle architetture del male, so che ogni istante di questo
tempo è impregnato di rabbia, l'aria non si respira e non è solo per il caldo…
Sensi: Ogni istante di questo tempo non più nostro…
Renzi: Non è solo per questo indiscriminato odio, non per quanta debolezza sento nelle
braccia ogni volta che vorrei sfondare l'addome di qualche cittadino che
recrimina il suo diritto di difendersi se io faccio tardi.
Barone: Inerme, testimone…
Renzi: Inerme testimone di questo scempio continuo della legge, di tutto quello in cui
vorrei ancora credere. Stanca, sono molto stanca...
Corridoio
Stefania: E’ così stanco... non dorme… ogni sguardo per lui è come un invito.
Gianni: Perché è così difficile piegare le maglie, ho interi cassetti pieni di maglioni mal
riposti, maglie con il collo decentrato, piegati senza comprensione. Eppure metti
il dritto verso la superficie, poi pieghi fino a qualche centimetro dal collo, stendi
bene la manica e la ripieghi su se stessa e poi verso il lembo già piegato, procedi
alla stessa maniera dal lato opposto eppure non corrisponde.
Barone: Questo dovrebbe dirci qualcosa?
Renzi: (Fa cenno di stare zitto)
Gianni: (Sembra visualizzare su si se’ il ripiegamento) Una incapacità… pieghi qui, vicino
al collo… una pausa nella manualità… interruzione di abilità…
Renzi: Un rifiuto…?!?
Gianni: Vedete? Non ho più il tronco… il mio corpo è piegato, ripiegato…
raggomitolato… impreciso… incapace…
Barone: Questo è fuori di testa!
Renzi: Ma se fosse contenuto in ogni maglia o maglione quanti tronchi, quanti corpi?
Barone: Ma cosa dici?
Renzi: Esci.
Barone: Ma...
Renzi: Esci di qua, adesso.
V.f.c.: Non vedo niente, forse è arrivato il momento di dire ogni cosa, veri per la prima
volta, ancora.
Tavolo
Scala
Lavagna
Tavolo
Sarton: Dici che eri stanco, il mal di testa, hai guidato, ricordatelo, hai guidato tutta la
mattinata, stai tranquillo, portiamo a casa un bel premio.
Gianni: Io, non lo so, era lì, sorrideva, i suoi occhi erano quelli, io… ho sempre creduto
che in quel momento avrei saputo, così, dritto in testa sarebbe stato tutto
chiaro...
Stefania: Papà...
Gianni: (Lo guarda intensamente come se lo riconoscesse) Sei tu. Io so cosa hai fatto!
Giulio: (Avvicinandosi a Gianni) Oh, non ci posso credere, deve essere un incubo... (Lo
colpisce duramente e poi gli si avvicina all'orecchio) io so chi sei, tu non hai la
minima idea di chi sono io, cosa volevi che… confessassi? Solo incrociando i
tuoi occhi, solo perché mi segue giorno e notte questa sua essenza che non
smette mai di parlare… di te... vuoi sapere la verità? È morta perché potevo... ha
un profumo ed un sapore, niente tracce, niente ricerche, overdose... una ragazza
sveglia come lei, questo m'è piaciuto, la volevo e lei ha voluto me, questo non è
un incidente, lo hai voluto tu... sono io, ma tu stai impazzendo e nessuno ascolta
un pazzo... ascoltami bene perché non potrai mai dirlo davvero a qualcuno: puoi
smettere di cercare, sono io.
Lavagna
Luce
Barone: Non vedo l'ora che mi contraddicano. Basta poco e... (Gesto eloquente) Li
guardo ogni giorno in quel corridoio, meno ho da fare e più spesso lo percorro,
aspetto sempre che qualcosa accada, che dicano qualcosa, che facciano una
qualsiasi mossa che possa giustificare il mio sfogo... e poi faccio sempre la cosa
giusta. Sono stanco, non posso sopportare questo sfinimento, ogni giorno
guardo foto, scene di crimini irrisolvibili, incidenti senza ragione, tutto è insano,
sporco, folle, ma basta la follia a spiegare? Mi sveglio ogni volta e voglio avere
un colpevole da colpire, e colpirlo fino alla morte.
Corridoio
Tavolo
Scala
Corridoio
Sarton: Errori... non si compiono errori, solo imprecisioni ed è quello lo spazio nel quale
bisogna essere abili a muoversi.
Donati: Entrare...
Cianci: Agire...
Giulio e Stefania sono illuminati da due fasci di luci identici e così anche Renzi e Gianni che
sono ad un passo dal fuoco del fascio luminoso.
V.f.c. - Giulio – Stefania: La notte è un confine senza vigilanza, puoi muoverti comodo e
raggiungere ogni angolo della tua volontà. Presa senza ostacoli, mia/tua, fra le
sue/tue/mie mani, respiro ancora il tuo odore, ogni istante... Tutto il resto è
confuso ma ha lasciato un profondo senso di...
Stefania: Incoscienza...
Giulio: Assoluto...
V.f.c.: So chi sei, ho quello che hai fatto nel sangue, colpiscimi.
Tavolo
Gianni: Colpito.
Renzi: Bam!
Gianni: Sapevo che lo avrei riconosciuto, era lui, ho pensato ed ho... io ho...
Renzi: Accelerato... tu hai accelerato.
Gianni: Non so chi... io non credevo fosse...
Renzi: Reale?
Gianni: Non so chi sia quell'uomo, non lo conoscevo, non conosco nessuno, non ricordo
niente.
Sensi: (Con una cartella clinica in mano) Amnesia traumatica, diagnosticata a seguito
del trauma della figlia, settembre 2036.
Gianni: Settembre? Che significa?
Renzi: Gianni ora mi devi ascoltare, devi firmare questa dichiarazione, come se la
Si illuminano la scala e il corridoio, Stefania sta salendo la scala, la guardano tutti, la musica
invade come sempre lo spazio.
Sarton: (Mentre sembra doppiare Giulio) Non dire altro, non c'è altro da dire, io sono
legge, io posso, mi volevi pure tu, ci sono regole anche nel desiderio, ci sono
poesie che colorano questo dipinto ma... tu mi volevi ed io ti ho dato tutto ciò che
sono...
V.f.c.: Tutto ciò che sei io lo conosco, forse è dentro...