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Inflazione: qualcuno inizia ad accorgersene

di Maurizio Mazziero da Chicago Blog – pubblicato il 5 gennaio 2010

In tema di inflazione sembra che stia cambiando qualcosa; il sito del Corriere della Sera
titola: “Inflazione raddoppiata nel 2010”; dello stesso tono la Stampa: “Vola l'inflazione,
raddoppia nel 2010”. Il Sole 24 Ore appare a prima vista più neutro: “A dicembre
l'inflazione in Italia all'1,9 per cento. Nell'Ue oltre il 2 per cento”, ma poi nel corpo
dell’articolo pone risalto alla rilevazione del dato in Europa, commentando: “Si tratta di una
crescita non da poco”.
In realtà a dispetto di questi titoli poco è cambiato; è da diversi mesi che si assiste a un
lento ma inesorabile incremento dell’inflazione.

A solo titolo di esempio, il tasso di inflazione annuale italiano (NIC) aveva già raggiunto
l’1,7 per cento a luglio, ottobre e novembre; peggio ancora la situazione se si osserva
l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) che oggi mostra una lettura al 2 per
cento, livello già toccato nell’ottobre scorso e con valori dell’1,9 per cento a novembre e
dell’1,8 a luglio e agosto.

I valori, quindi, non presentano grandi variazioni, pur mostrando un’ostinata tendenza alla
crescita. Ma allora cosa è mutato per far cambiare opinione alle testate di informazione?

Siamo nel campo delle supposizioni, ma ciò nonostante vi sono alcune considerazioni che
presentano dei risvolti interessanti:
1) Ipotesi politica: l’attuale situazione governativa ha forse contribuito ad allargare le
maglie della persuasione verso gli organi di informazione?
2) Ipotesi vacanziera: le assenze per festività hanno contribuito a un calo dell’attenzione
degli uffici stampa con i medesimi effetti del punto precedente?
3) Ipotesi del ravvedimento degli economisti: gli analisti che sinora hanno sostenuto la tesi
della deflazione iniziano a comprendere che l’aumento della massa monetaria nelle
economie sviluppate e la voracità di materie prime da parte delle economie emergenti
porta come evoluzione più probabile la crescita dei prezzi?
4) Ipotesi del target della Banca Centrale: si iniziano a raggiungere dei livelli di inflazione
vicini al target BCE, il punto in cui si dovrebbero adottare delle politiche monetarie
restrittive; diventa forse essenziale cominciare a porre il problema al pubblico di cittadini,
imprenditori, mutuatari ecc.?

L’atteggiamento della Banca Centrale Europea potrebbe rappresentare un aspetto più


spinoso di quanto si pensi. Da un lato la ripresa economica non presenta ancora quelle
caratteristiche di solidità necessarie, anzi non mancano i sintomi per un pericoloso
scivolamento all’indietro; dall’altro il livello di inflazione europea al 2,2% pone più di un
grattacapo a Trichet, visto che l’obiettivo inflattivo BCE è al 2% e il suo superamento
porrebbe in agenda il rialzo dei tassi. L’adottare o il non attuare misure monetarie più
restrittive dovrà essere ben motivato e in ogni caso potrà aprire delle spaccature nel
Consiglio e nei governi dell’Eurozona, proprio nel momento in cui si approssima la data di
avvicendamento al vertice di Eurotower.

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