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In tema di inflazione sembra che stia cambiando qualcosa; il sito del Corriere della Sera
titola: “Inflazione raddoppiata nel 2010”; dello stesso tono la Stampa: “Vola l'inflazione,
raddoppia nel 2010”. Il Sole 24 Ore appare a prima vista più neutro: “A dicembre
l'inflazione in Italia all'1,9 per cento. Nell'Ue oltre il 2 per cento”, ma poi nel corpo
dell’articolo pone risalto alla rilevazione del dato in Europa, commentando: “Si tratta di una
crescita non da poco”.
In realtà a dispetto di questi titoli poco è cambiato; è da diversi mesi che si assiste a un
lento ma inesorabile incremento dell’inflazione.
A solo titolo di esempio, il tasso di inflazione annuale italiano (NIC) aveva già raggiunto
l’1,7 per cento a luglio, ottobre e novembre; peggio ancora la situazione se si osserva
l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) che oggi mostra una lettura al 2 per
cento, livello già toccato nell’ottobre scorso e con valori dell’1,9 per cento a novembre e
dell’1,8 a luglio e agosto.
I valori, quindi, non presentano grandi variazioni, pur mostrando un’ostinata tendenza alla
crescita. Ma allora cosa è mutato per far cambiare opinione alle testate di informazione?
Siamo nel campo delle supposizioni, ma ciò nonostante vi sono alcune considerazioni che
presentano dei risvolti interessanti:
1) Ipotesi politica: l’attuale situazione governativa ha forse contribuito ad allargare le
maglie della persuasione verso gli organi di informazione?
2) Ipotesi vacanziera: le assenze per festività hanno contribuito a un calo dell’attenzione
degli uffici stampa con i medesimi effetti del punto precedente?
3) Ipotesi del ravvedimento degli economisti: gli analisti che sinora hanno sostenuto la tesi
della deflazione iniziano a comprendere che l’aumento della massa monetaria nelle
economie sviluppate e la voracità di materie prime da parte delle economie emergenti
porta come evoluzione più probabile la crescita dei prezzi?
4) Ipotesi del target della Banca Centrale: si iniziano a raggiungere dei livelli di inflazione
vicini al target BCE, il punto in cui si dovrebbero adottare delle politiche monetarie
restrittive; diventa forse essenziale cominciare a porre il problema al pubblico di cittadini,
imprenditori, mutuatari ecc.?