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Management Agile e Improvvisazione Jazz

Better Software Firenze 6 Maggio 2010


„The ability to improvise on a given theme and
set of limitations is a necessary skill for a jazz
musician dealing with improvisational
performance. The two seemingly non-related
professions of project manager and jazz
musician are in fact dependant on much the
same skills, namely free improvisation, applied
historical knowledge and the ability to
extemporize on a theme. “
KIM WIKSTRÖM

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La rivoluzione dell‘informazione e quella del Jazz

Alta variabilita‘ dei requisiti


Velocita‘ di implementazione
Enorme quantita‘ di dati disponibili
Social distributed revolution ( 2.0 Logics)

Alta variabilita’ delle performance


Velocita’ di pensiero e realizzazione
Enorme quantita’ di materiale storico disponibile
Lead distribuito

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Organizzazione del lavoro

Soluzioni innovative per gestire processi


  Innovare I processi informativi
  Minimizzare I rischi
  Gestire e misurare il ROI direttamente dalle prime fasi del progetto.

Soluzioni innovative per gestire le persone


  Ottimizzare e canalizzare i flussi informativi (Km2.0)
  Metodi di gestione Agile (Scrum, XP, …)
  Risk Management

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Organizzazione della band

Soluzioni innovative per gestire la perfomance


  Innovare I processi di apprendimento
  Estetica dell’imperfezione
  Calling a tune

Soluzioni innovative per gestire le persone


  Flusso di comunicazione continuo tra i membri di un gruppo jazz
  Auto organizzazione, auto motivazione
  Competenza
  Risposte veloci alle perturbazioni esterne

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Il Project Manager ?

Direttore d’orchestra Band Leader

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Jazz e Management Agile lessons learned
1 Le strutture sono un fattore abilitante non limitante

2 Gli errori sono normali

3 Si lavora con quello che succede

4 L’ordine e’ emergente non predefinito

5 Il Disordine non e’ chaos

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Strutture e Pianificazione

  Project Managers e Musicisti Jazz devono confrontarsi con molti limiti e richieste
inerenti I rispettivi ambiti
  I piani di progetto sono spesso considerati qualcosa da seguire ad ogni costo.
Ma questo e’ impossibile in quanto esistono sempre in un progetto elementi di
unicità e di caos. Ma le deviazioni dai piani nella letteratura classica sono spesso
trattate come qualcosa da evitare.

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Strutture nel modello „Jazz“

Nel modello “jazz” abbiamo una perdita di rigore, sacrificato alla flessibilità ed
all’interattività che ne deriva

Il “jazz” ci insegna nella gestione dei progetti un atteggiamento meno rigido verso
la pianificazione ed una flessibilità migliore nel capire l’obbiettivo della
pianificazione

“Miles conceived these settings only hours before the


recording dates and arrived with sketches which
indicated what was to be played. Therefore, you will
here something close to pure spontaneity in these
performances. The group had never played these
pieces prior to the recordings and I think without
exception the first complete performance of each was
a take.”
Bill Evans’ liner notes from Miles Davis Kind of
Blue, Columbia 1955

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Kick Off – dare il beat
L’impostazione del ritmo iniziale è il punto in
cui il manager/band leader possono
acquisire o perdere il controllo.

Nel Jazz l’impossibilita’ di entrare nel groove


è disastrosa per l’intera performance.

Per stabilire il “groove”, e svelare l’obbiettivo,


l’inizio e’ spesso rappresentato in forme
semplificate che vengono seguite da
interazioni e variazioni successive.

La performance quindi viene creata per


interazioni successive : ciascun musicista
a turno o in sovrapposizione aggiunge la
sua voce alla perfomance globale

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Improvvisazione o Caos

Sebbene ciascun musicista possa improvvisare ed aggiungere la propria idea alla


performance, esiste sempre una struttura sottostante che garantisce la
coerenza.

Uno spunto interessante elaborato dal solista, puo’ essere elaborato dal piano,
rimandato indietro al solista e accettato dal gruppo, il beat iniziale rappresenta il
piano di progetto su cui le variazioni solistiche o di gruppo si appoggiano

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Estetica dell‘imperfezione
Gli errori... Un opportunità
Anche qualcosa di non desiderato in partenza, può essere la genesi nella
perfomance di scambi e trasformazioni verso qualcosa che genera valore.

In ambito classico l’orchestra continua a ripetere le parti rischiose fino a


quando il rischio e’ minimo.

Nel Jazz questo e’ impossibile, quello che accade, accade. Il talento del
gruppo e’ rappresentato da come viene gestito e trasformato l’evento.
Le aberrazioni... inevitabili

Il jazz e’ consapevole che le aberrazioni sono inevitabili e addirittura le


incoraggia affinchè diventino un fattore di produttività e discontinuità

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Estetica dell‘imperfezione

Il “Jazz” ci porta ad avere un nuovo atteggiamento verso le deviazioni dai piani,


portando a concentrarsi sulla risposta all’aberrazione e sul rendere questo
evento costruttivo.

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L‘ordine è emergente non predefinito
La tendenza “naturale” dei project managers e’ quella di pianificare e creare masse
di gantt e master plans per imporre una struttura al progetto.

Nel Jazz l’atteggiamento e’ opposto. Le strutture sono minimali, giusto il


necessario per aggregare il gruppo, l’ordine cresce organicamente, attraverso la
collaborazione dei musicisti

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L‘ordine è emergente non predefinito

Il Jazz ci insegna a trovare nuove strutture funzionali nell’atto di suonare. Allo


stesso modo il project manager deve trovare nuovi modi di fare le cose, nell’atto
stesso di costruirle con il gruppo.

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Disordine non e‘ sinonimo di caos

Una band jazz che improvvisa non è esattamente una fotografia dell’ordine!

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Disordine non e‘ sinonimo di caos

L’improvvisazione e’ una meraviglia di struttura e linee sovrapposte, dove l’intero


disordine riesce ad avere sempre un senso.

Il “Jazz” ci porta a penetrare “la struttura del disordine”, per vedere come il
band leader ed il gruppo lavorano per creare qualcosa all’interno del disordine.
Il project manager dovrebbe concentrarsi su come penetrare nella struttura del
disordine e non lavorare per ridurre il disordine ad unità gestibili da modelli

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..... Estetica dell‘imperfezione
• Alla fine affermiamo che I progetti sono “un’arte imperfetta”.

• E’ fondamentale stabilire un obbiettivo iniziale ma nuovi obbiettivi emergono


durante lo svolgimento

• Buoni progetti possono avere risultati che vanno oltre l’obbiettivo iniziale

• La gestione dei progetti ormai sembra essere meno incentrata su una linea di
eventi in linea, ma su interazioni successive alcune piu’ ordinate altre meno
sulla base degli avvenimenti esterni

• Sia il jazz che il project management hanno delle bellissime strutture da non
considerare prigioni, ma come strutture che svelano il possibile..

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Conclusioni
Project management is lot like jazz….. It’s better when you improvise
Parafrasando George Gershwin

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Bibliografia e letture consigliate

• Playing the Live Jazz of Project Management – KIM WIKSTRÖM and ALF REHN Turku
University Finland

• The Imperfect Art Oxford University Press, New York. – Gioia T 1988

• Creativity and improvisation in Jazz and organizations: implications for organizational


learning – Frank J. Barrett

• A kind of blue – Miles Davis Columbia 1955

• Il mio desiderio feroce – Keith Jarrett Socrates 1988

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