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Irina Turcanu / gen 2020 ...

L'american dream degli aspiranti scrittori

Il '900 è il secolo del crollo. Modelli, paradigmi, schemi, sia culturali che letterari,
crollano su se stessi. Gli intellettuali diventano opinionisti e lo scibile umano è solo un punto
di vista confutabile o in attesa di confutazione. In questo crollo generale, specie grazie alla
diffusione dei mezzi di comunicazione sempre più veloci e a portata di mano, anche le
professioni prestigiose si sgretolano friabili come biscotti di pasta frolla. Primo tra tutti è lo
scrittore che non si diverte più a giocare con le parole fino a farle piovere sulla pagina, ma si
ritrova a far parte di un mercato in cui la competizione è soffocante e difficile. La radura,
però, resta raggiungibile: basta aver chiaro cosa si vuole. Quanto «scrittore» vuoi essere? È
questa la domanda da porsi in partenza per poi scegliere nel mare oscuro dell’editoria la
soluzione che meglio si addice alla fattispecie tra l’autopubblicazione, pubblicazione on
demand, editoria a pagamento, piccola editoria non a pagamento, agenzia letteraria, corsi di
scrittura creativa. Con le idee chiare, quindi, è facile seguire ed esaudire il piccolo sogno
americano dell’aspirante scrittore, le informazioni sono reperibili in rete grazie a blog
dedicati che crescono in follower grazie a escamotage studiati a tavolino o, per i più pigri, su
yahoo answer c’è un bagno di folla di aspiranti lettori nonché scrittori e critici letterari.
Mille pagine di romanzo sono un traguardo raggiungibile facilmente, in termini di
dattilografia, il problema che si pone è a quale editore proporlo. Da esordiente, nessun lettore
ti dà così tanto credito, pazienza e tempo. Si depennano così dalla lista i piccoli editori che
non possono investire, data la logica di mercato, in un volume troppo consistente che non
riuscirà a vendere nemmeno la prima tiratura da trecento copie. Con la pubblicazione on
demand o l’autopubblicazione, invece, il problema quantitativo non è un problema. È più
facile occuparsi del progetto grafico di un libro su piattaforme come Lulu che trovare
parcheggio in una metropoli durante i giorni feriali. Per essere scrittori basta poco e la
mercificazione del libro potrebbe apparire una cattiva prassi degli aspiranti scrittori che, figli
di una società che non tollera la frustrazione del rifiuto e del fallimento, si appellano a vie
poco controllate di una giungla ormai consolidata. La realtà restituisce un panorama diverso:
mercificare il libro non è appannaggio dell’esordiente inesperto. Gli stessi agenti letterari,
quelli tosti che vendono i diritti di traduzione alla fiera di Londra prima ancora di aver
condotto un’asta per la pubblicazione in patria, vedono nel libro l’oggetto del proprio
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arricchimento. In un’ottica di mercato dove si preferisce puntare su una nuova penna, per
creare un «caso» letterario volto a brillare sul firmamento delle classifiche, piuttosto che
investire nella crescita di un autore, resistere ancorati sul firmamento è un lavoro da titani. I
lettori hanno la memoria breve, sono pochi e bombardati dalle nuove scoperte letterarie. Per
tenere il ritmo, occorre essere produttivi, un’uscita all’anno. L’agente letterario non è solo un
attento vigile delle royalties, ma è anche un coach, un motivatore, un deus ex macchina.
Si scrive solo seguendo le norme rigide dei generi e ogni abbattimento sperimentale è
visto con sospetto. Le scuole, ora anche corso universitario, di scrittura creativa diventano
una fabbrica per sfornare scrittori. A leggere le ultime uscite, per esempio Il volo di paglia o
Tracce dal silenzio, si ha la sensazione che a scrivere narrativa non lo si possa insegnare. Il
best seller in dieci passi, o in dieci lezioni, o anche in tre anni di corso a frequenza
obbligatoria purché sotto i trentacinque anni, non sono la ricetta per creare scrittori, ma
autori. Questo se la definizione dei primi la si inscrive nel risultato di un’amalgama di estro,
di curiosità, di urgenza del messaggio. Gli autori, invece, sono esecutori che rispettano un
percorso grazie al quale possono raggiungere un numero di copie vendute per via della
pubblicazione con uno dei grandi nomi dell’editoria. Non si può insegnare a scrivere come se
la scrittura fosse una sorella delle arti visive e si potesse creare la «bottega». La vera
«bottega» è la lettura: incessante, critica, eterogenea. Allora, sono gemme rare, sono voci
narranti forti con uno stile caratteristico che si riconosce dalle prime pagine. Di solito hanno
un pubblico ridotto, di lavoro fanno altro, non vivendo di scrittura, ma sono quasi certamente
gli unici a sopravvivere all’obblio del tempo, perché quando tutte le guerre e gli affanni si
saranno consumati, resterà solo l’arte a raccontate il nostro secolo.
La sperimentazione non è premiata, specie se si è autori esordienti, un assunto vero
quasi sempre. Esistono infatti libri che oltrepassano il confine del libro così come lo si
intende. Un esempio di libro sperimentale è Lo sbiancamento dell’anima di Rocco Tanica.
Oltre cinquecento pagine di racconti autobiografici amalgamanti a breve riflessioni, è un
post-libro. Consapevole che il lettore legge con il telefonino in mano, o a portata di mano,
Tanica inserisce link nel suo libro trasformandolo in una potenziale estensione oltre il foglio.
È un libro irriverente e il leitmotiv, che tutto cuce e tiene unito, è l’ironia, detto altrimenti,
una voce narrante potente.
In conclusione, l’american dream dell’aspirante scrittore contemporaneo è una
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questione di management, di sapere cosa si vuole, di essere razionale e di scegliere l’opzione


migliore per soddisfare il proprio interesse. Qualsiasi percorso intrapreso,
l’autopubblicazione, la pubblicazione on demand, il piccolo editore a pagamento o non a
pagamento, l’agente letterario o il corso di scrittura creativa, se usati per raggiungere il
pubblico vendendosi come prodotto, l’unico obiettivo raggiungibile è quello di tramutarsi da
aspiranti scrittori a autori. Non esistono scorciatoie per diventare scrittori, se non la vecchia
scuola, quella da «vecchio continente», ovvero la lettura.

Bibliografia

Laura Fusconi, Il volo di paglia, Fazi, Roma, 2019.


Lorenza Ghinelli, Tracce dal silenzio, Marsilio, Venezia, 2019.
Rocco Tanica, Lo sbiancamento dell’anima, Mondadori, Milano, 2019.

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