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nascono proprio dalla tecnica della Rima e sue catalogazioni d'accento : Sdrucciola,
Piana, Tronca.
> L’accento tonico dunque assume un significato importante e nella lingua parlata
serve ad individuare il punto esatto in cui cade l’attenzione sul fonema.
C’è da fare un distinguo importante. Gli accenti sono di due tipi : accento grafico e
accento tonico.
1. L’accento grafico è il segno scritto che si pone sopra le vocali per evidenziarne la
maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura delle vocali.
L’italiano ha tre tipi di accento grafico: l’acuto (′), il grave (‵) e il circonflesso (^);
solitamente, sulle vocali di cui non si distingue l’apertura, l’accento grafico
- è grave (à, ì, ù);
- è grave o acuto sulle altre vocali, a seconda che indichi la variante chiusa o quella
aperta: /e/ ‹é› o /‹è›, /o/ ‹ó› o / ‹ò›.
- è circonflesso (e non segnala un fatto fonico) negli aggettivi e nei nomi in - io
(podio, podî), dove tuttavia poteva essere utilizzato per distinguere gli omografi (odî
plurale di odio, odî voce del verbo odiare).
2. L’accento tonico è l’elevazione del tono della voce nella pronuncia di una
sillaba di una parola rispetto alle altre sillabe della parola stessa (atone).
La sillaba e la vocale su cui cade l’accento si chiamano toniche, cioè colpite
dall'accento tonico; tutte le altre si chiamano atone, cioè prive di accento.
E’ molto interessante osservare come queste due definizioni siano vicine alla
terminologia musicale : tonica e atona. In effetti ha un senso, perché dal
Temperamento Equabile in poi, tutta la struttura tonale ruota intorno alla tonica e
viene attratta dalla tonica, la quale domina l’intera composizione con la sua
persistenza. Una sorta di grande accento sulla tonica in quanto approdo ricorrente e
finale, mentre tutto il resto – seppur importante – ruota intorno con ruolo secondario.
Atono o atonale, stessa cosa : nella musica contemporanea per molto tempo (talvolta
impropriamente) indicato tutto ciò che non è attratto da un centro tonale, ovvero
senza tonalità precostituita, ovvero senza quel “grande accento sulla tonica in
quanto approdo ricorrente e finale”.
Tornando all’accento tonico nella lingua parlata, nella sua posizione, le parole
italiane si dividono in:
> Nella musica vocale, o mista - e dunque con l’emissione di parole di senso
compiuto - i due accenti, tonico e grafico, si differenziano e, nell’emissione del
fonema che contiene l’accento tonico, lo strumento musicale segue alla lettera
l’indicazione espressa dall’accento grafico sul pentagramma mentre la voce no, essa
fa riferimento all’accento tonico contenuto in natura dalla suddivisione della sillaba
presa in esame.
L’insieme di questi due modi di interpretare gli accenti (tonico e grafico) risulta
interessante. Vediamo insieme qualche esempio :