Sei sulla pagina 1di 4

Lezione del 7 Aprile 2020

Delle analogie fra il linguaggio musicale ed il linguaggio parlato, fino all'unione

dei due nella Canzone.

Mutuato dalla lingua parlata, in musica, le tecniche dell'antecedente e conseguente,

delle macrosezioni, semifrasi, frasi, incisi, in generale (l’idea di IMITAZIONE)

nascono proprio dalla tecnica della Rima e sue catalogazioni d'accento : Sdrucciola,

Piana, Tronca. 

La rima nasce con due esigenze primarie :


A - Mnemotecnica (per memorizzare più velocemente i contenuti avvalendosi dello
“stesso suono”);

B - Estetica (per armonizzare i contenuti avvalendosi della “stessa emissione”)

In poesia, la rima è l'identità consonantica e vocalica nella terminazione di due o


più parole a partire dall'accento tonico.

> L’accento tonico dunque assume un significato importante e nella lingua parlata
serve ad individuare il punto esatto in cui cade l’attenzione sul fonema.
C’è da fare un distinguo importante. Gli accenti sono di due tipi : accento grafico e
accento tonico.
1. L’accento grafico è il segno scritto che si pone sopra le vocali per evidenziarne la
maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura delle vocali.
L’italiano ha tre tipi di accento grafico: l’acuto (′), il grave (‵) e il circonflesso (^);
solitamente, sulle vocali di cui non si distingue l’apertura, l’accento grafico
- è grave (à, ì, ù);
- è grave o acuto sulle altre vocali, a seconda che indichi la variante chiusa o quella
aperta: /e/ ‹é› o /‹è›, /o/ ‹ó› o / ‹ò›.
- è circonflesso (e non segnala un fatto fonico) negli aggettivi e nei nomi in - io
(podio, podî), dove tuttavia poteva essere utilizzato per distinguere gli omografi (odî
plurale di odio, odî voce del verbo odiare).

2. L’accento tonico è l’elevazione del tono della voce nella pronuncia di una
sillaba di una parola rispetto alle altre sillabe della parola stessa (atone).
La sillaba e la vocale su cui cade l’accento si chiamano toniche, cioè colpite
dall'accento tonico; tutte le altre si chiamano atone, cioè prive di accento.

E’ molto interessante osservare come queste due definizioni siano vicine alla
terminologia musicale : tonica e atona. In effetti ha un senso, perché dal
Temperamento Equabile in poi, tutta la struttura tonale ruota intorno alla tonica e
viene attratta dalla tonica, la quale domina l’intera composizione con la sua
persistenza. Una sorta di grande accento sulla tonica in quanto approdo ricorrente e
finale, mentre tutto il resto – seppur importante – ruota intorno con ruolo secondario.

Atono o atonale, stessa cosa : nella musica contemporanea per molto tempo (talvolta
impropriamente) indicato tutto ciò che non è attratto da un centro tonale, ovvero
senza tonalità precostituita, ovvero senza quel “grande accento sulla tonica in
quanto approdo ricorrente e finale”.

Tornando all’accento tonico nella lingua parlata, nella sua posizione, le parole
italiane si dividono in:

tronche → quando l’accento cade sull’ultima


> sillaba: bontà, virtù, parlò;

piane → quando l’accento cade sulla penultima


> sillaba: cavallo, amore, pane, antico;

sdrucciole → quando l’accento cade sulla terzultima


> sillaba: tavola, psicologo, ballano;

bisdrucciole → quando l’accento cade sulla quartultima


> sillaba: visitano, telefonami, mandaglielo;

trisdrucciole → quando l’accento cade sulla quintultima


> sillaba: ordinaglielo, indicaglielo, temperamelo.
La messa in rilievo dell’accento tonico può essere realizzata:

 attraverso il rafforzamento dell'intensità di emissione (accento dinamico);


 attraverso la variazione dell’intonazione della voce (accento musicale).
 Un'altra forma di messa in rilievo è l'allungamento della sillaba, cioè un aumento
della quantità fonologica.
Generalmente e sommariamente nella musica “accento” sta ad indicare l’appoggio o
rinforzo di un suono rispetto agli altri, in funzione di motivazioni strutturali o
espressive.
Si distinguono tre tipi di accenti:
 metrico;
 ritmico;
 dinamico.
Il METRICO dipende dalla posizione dei tempi forti e dei tempi deboli all'interno
della battuta e si distingue in regolare o irregolare a seconda che coincida o meno con
il tempo forte;
L'accento RITMICO sottolinea la struttura ritmica della frase o del periodo;
Quello DINAMICO determina il modo d'attacco del suono da parte di una voce o di
uno strumento musicale (normale, appoggiato, staccato, sforzato, ecc.).
In verità, in musica ne esistono molti altri :
> A seconda della caratteristica variata, si hanno diversi tipi di accenti:
 ARMONICO sulla presenza di un cambio di armonia o in coincidenza della persistenza di un
procedimento cadenzale;
 COMMETRICO sulla coincidenza con il piede metrico dominante;
 CONTRAMETRICO sullo sfasamento con il piede metrico dominante (sincope, hemiòlia, ritmi
di contrasto);
 FREQUENZIALE sull'altezza (intonazione);
 INTENSIVO sull'intensità agogica con ampio spazio discrezionale (sf, sfz, ff, etc...);
 TIMBRICO sul cambio di timbro strumentale;
 TRANSITORIO sul transitorio d'attacco (quella frazione di secondo in cui il suono è appena nato e ci comunica la
sua identità. Se perdiamo il transitorio d’attacco in un suono lungo, non riusciremo mai a comprendere da quale strumento sia
emesso quel suono).

L'accento musicale nella linguistica


Nelle tradizioni linguistiche diverse da quella italiana troviamo un accento ben
diverso non solo per quanto riguarda la posizione, ma ancor più per quanto si riferisce
alla sua natura. Se in italiano infatti la voce poggia con maggiore intensità sulla
sillaba accentata, questa in altre lingue è pronunciata su una nota musicale più alta e
in tal caso l'accento è detto appunto accento musicale.

> Nella musica strumentale i due accenti, tonico e grafico, si equivalgono e,


nell’emissione del fonema tonico, lo strumento musicale segue alla lettera
l’indicazione espressa dall’accento grafico sul pentagramma.
Questo significa che se nella musica strumentale non inseriamo/indichiamo gli
accenti tonici (attraverso le indicazioni di dinamica interpretativa indicati nella lista
della messa in rilievo), non sarà possibile pronunciare la melodia dandole un senso
compiuto (pensate per un attimo a chi non ha mai ascoltato quella data melodia e la
deve eseguire per la prima volta);

> Nella musica vocale, o mista - e dunque con l’emissione di parole di senso
compiuto - i due accenti, tonico e grafico, si differenziano e, nell’emissione del
fonema che contiene l’accento tonico, lo strumento musicale segue alla lettera
l’indicazione espressa dall’accento grafico sul pentagramma mentre la voce no, essa
fa riferimento all’accento tonico contenuto in natura dalla suddivisione della sillaba
presa in esame.
L’insieme di questi due modi di interpretare gli accenti (tonico e grafico) risulta
interessante. Vediamo insieme qualche esempio :

Potrebbero piacerti anche