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Tartaro, parodontite e NMG

Nel corso di una conferenza di Nuova Medicina Germanica alla quale ho avuto il piacere di assistere di
recente il relatore ha trattato alcuni problemi dentali spiegandoli alla luce delle 5 Leggi Biologiche, al termine
dell’esposizione puntualizzava che non tutte le patologie erano ancora state spiegate dalla NMG, proprio
riguardo alle patologie dentali riferiva che il dr. Hamer stava ancora ricercando e si chiedeva quale fosse il
senso biologico del tartaro. Da quel momento in poi ho iniziato a pensare al problema tartaro poiché io ne
sono affetto unitamente ad una parodontite di media gravità.

Da tempo immemore soffro delle suddette patologie e sovente mi sono consultato con diversi dentisti i quali
me ne consigliavano ovviamente la rimozione in abbinamento ad una terapia mirata ad agevolare la ripresa
gengivale per scongiurare la perdita di qualche dente; in molti mi hanno consigliato anche un’operazione
chirurgica che ponesse fine al problema alla quale però non ho mai aderito poiché sono stato istintivamente
sempre contrario ad interventi invasivi.
Curiosamente proprio un dentista, che all’epoca consideravo tra i più sprovveduti tra quelli da me frequentati,
in relazione ai miei disturbi mi disse delle parole che non ho mai più dimenticato, forse perché erano
diametralmente opposte alla corrente di pensiero ortodosso; proprio mentre procedeva alla mia pulizia
dentale mi disse che non era il caso che mi recassi così spesso a farla (ogni 6 mesi) lasciando al suo posto il
tartaro per un tempo più lungo possibile in quanto esso garantiva una efficace stabilità dei denti, evitando
l’indebolimento degli stessi con la sua frequente asportazione, quindi mi consigliava di diradare il più
possibile quello che mi stava facendo in quel momento; insomma l'opposto di quanto mi sarei aspettato e di
certo contro i suoi interessi prettamente economici.

Quelle parole mi hanno consentito di guardare al problema sotto un’altra luce, il tartaro che avevo sempre
disprezzato cominciò ad essermi più "amico" e quindi lo tolleravo molto di più. Molti anni dopo ho conosciuto
la NMG e di li a poco presi parte alla suddetta conferenza in cui si era accennato al mio problema anche se
non in maniera risolutiva/esplicativa, così ho reiniziato ed ampliato il mio personale ragionamento in merito ai
citati sintomi.

La NMG e quella conferenza in particolare mi hanno portato nei mesi successivi a dedurre una mia
personale tesi sul senso biologico del tartaro che mi affliggeva(ora molto meno) che provo a rappresentare:
la parodontite che mi comportava un distacco della gengiva in maniera piuttosto evidente potrebbe essere
determinata dal mio profondo/nascosto desiderio di mostrare i denti nei confronti delle varie situazioni della
vita quotidiana che ritenevo profondamente ingiuste, illogiche ed inaccettabili quindi volevo far notare la mia
aggressività per non essere sopraffatto-prevaricato. Tra l’altro tale atteggiamento interiore mi costringeva a
serrare con innata forza i denti, tipico di un atteggiamento aggressivo; insomma ora mi appare chiaro che mi
ponevo sempre in quel modo nei confronti di quelle che per me erano delle ingiustizie ed attuavo tale
comportamento anche a livello mentale dopo il confronto diretto con gli altri, rivivendo spesso tali eventi ai
quali non trovavo una soluzione, come se la mia visione fosse sempre quella giusta.
Ora che ci penso potrei far risalire i suddetti problemi all’inizio della mia attività lavorativa e da allora non
sono più riuscito a debellarli pur seguendo delle precise regole igieniche del cavo orale. Grazie alle parole di
quel dentista e alle nozioni apprese sulla NMG mi apparve chiaro che il mio corpo stava reagendo ad un mio
vissuto personale, proprio con le modalità definite dalla 1^ Legge Biologica della NMG, attinente al confronto
con gli altri e con le ingiustizie.

La natura aveva provveduto a dare piena visibilità ai miei denti, in particolare gli incisivi, generando
contestualmente del tartaro che essendo della stessa tonalità dei denti non impediva di mostrarli e
contestualmente ne arrestava la caduta sostenendoli.
Quanto sopra è solo una mia personale conclusione alla quale sono giunto dopo varie sperimentazioni,
infatti adottando un approccio diverso nei confronti delle usuali problematiche sociali ho verificato una
riduzione significativa del mio tartaro e della parodontite, anche se non sono ancora scomparsi del tutto.
Anche se tali considerazioni non hanno nessun fondamento scientifico ritengo che potrebbero essere
d’ausilio agli addetti al settore per le ricerche in merito e per chi invece soffre di tale sintomatologia potrebbe
essere utile effettuare degli esperimenti su di sé per avvalorare questa mia ipotesi.
Il mio atteggiamento nei confronti della vita è cambiato grazie alla NMG e quanto ho raccontato è solo uno
dei tanti cambiamenti che ho effettuato in favore di una vita migliore.
La NMG è una scienza meravigliosa e non può che sorprendere chi la conosce..
Marcello Salas

http://frontelibero.blogspot.it/2014/06/tartaro-parodontite-e-nmg.html

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