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UN ASTROLABIO PLANISFERICO MEDIEVALE

DELLA TRADIZIONE DI JEAN FUSORIS

FAUSTO CASI

Questo articolo, relativo al ritrovamento di un astrolabio realizzato dall’atelier di Jean


Fusoris ci fornisce l’occasione di:
- collocare storicamente questo strumento;
- aggiornare la lista di astrolabi conosciuti dell’atelier Jean Fusoris, redatta nel 1963
dal Prof. Emmanuel Poulle;1
- aggiungere quello qui di seguito descritto all’elenco dei già noti astrolabi medievali.
L’analisi delle caratteristiche specifiche di questo raro esemplare, la cui costruzione
risale alla fine del XIV o all’inizio del XV secolo, ci consente di individuare il personag-
gio che l’ha progettato e realizzato, nonché di ricordare l’ambiente storico-scientifico
dell’epoca, epoca in cui l’astrolabio era ancora considerato il mezzo indispensabile per
progettare il futuro, secondo gli antichi usi e costumi dell’astronomia e dell’astrologia.
Inoltre l’eccezionale stato di conservazione dello strumento ci permette di indagare e
descrivere, in dettaglio, le numerose informazioni riconoscibili sulla sua superficie.
Per i risultati di questa analisi ringraziamo il Prof. Emmanuel Poulle - Medievalista e
Direttore Onorario de l’Ecole des Chartes a Parigi - che ci ha gentilmente messo a dispo-
sizione, oltre a tutta la sua bibliografia su Jean Fusoris, anche la sua grande competen-
za, acquisita in oltre 50 anni di studi specialistici.
Con l’ausilio di queste ed altre sue indicazioni manoscritte, ma anche verbali, ci siamo
impegnati a fare alcune analisi sui molteplici aspetti storici e scientifici suggeriti da
questo antico strumento e dalla figura del suo autore.

1) Emmanuel Poulle, Un constructeur d’instruments astronomiques au XV siècle - Jean Fusoris, Librairie


Honoré Champion - Editeur, Paris, 1963, pp. 20-21.

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L’atelier di Jean Fusoris sulla loro costruzione e sull’uso, consentì
Jean Fusoris nasce a Giraumont, nelle alle università di disporre di abbondante
Ardenne, in Francia, verso il 1365. materiale didattico, tale da favorire l’in-
Di origine modesta - il padre era arti- segnamento dell’Astronomia e dell’Astro-
giano nella lavorazione dello stagno - fre- logia accanto a discipline tradizionali co-
quenta l’Università delle Arti a Parigi, me la Medicina, la Filosofia, ecc.
una delle quattro Università dell’epoca: La disponibilità di strumenti e mano-
studia le materie scientifiche, letterarie ed scritti permetteva agli studenti di eserci-
artistiche, come la Medicina, la Teologia tarsi direttamente sugli astrolabi e con-
e il Diritto, e nel 1398 consegue il titolo sentiva loro di operare e prendere confi-
di ‘Maestro d’Arte e di Medicina’. denza con gli strumenti di calcolo astro-
Grazie alle conoscenze teoriche e all’e- nomico e misura terrestre.
sperienza pratica acquisita nella bottega L’importante produzione di astrolabi,
del padre, inizia a Parigi la produzione in quadranti, orologi astronomici, (venduti a
proprio di strumenti per l’astronomia e di personaggi di alto rango) assieme a quel-
orologi meccanici (attività peraltro già la di orologi meccanici, vanto della botte-
iniziata da allievo verso il 1380). ga di Jean Fusoris, era accompagnata da
La sua predisposizione per l’impresa approfonditi studi e trattati manoscritti fi-
produttiva e commerciale lo porta ad av- nalizzati alla divulgazione dell’uso degli
valersi della collaborazione di altri co- strumenti che il titolare stesso costruiva o
struttori, quali Jean de Berle e più tardi faceva costruire.
Jean de Chalon, con cui entra in società; Qui di seguito segnaliamo alcuni tra
arricchisce il suo atelier con alcuni ap- quelli di nota destinazione.3
prendisti, cui fornisce la sua esperienza • strumenti scientifici:
progettuale e grazie ai quali imposta una - un astrolabio per Enrico V d’Inghil-
produzione seriale degli strumenti. terra, valutato 28 Ecus;
Il ruolo di Jean Fusoris spazia dal pro- - un astrolabio ed un globo celeste dona-
gettista al controllore della qualità, dal ti nel 1410 a Baldassare Cossa, l’anti-
curatore delle relazioni esterne all’addet- papa Giovanni XXIII;
to alla promozione e alle vendite, lascian- - alcuni quadranti astronomici (anche o-
do ai maestri dei metalli (incisori, mecca- rologi solari);
nici, doratori, ecc.) il compito dell’esecu- - quattro astrolabi, venduti tra i 24 ed i
zione materiale.2 30 Ecus;
In ciò Fusoris anticipa di quasi duecen- - un astrolabio per Giovanni I d’Arago-
to anni l’organizzazione produttiva riscon- na, nel 1396;
trabile nel XVI secolo nei centri di pro-
duzione di strumenti scientifici europei -
olandesi, francesi, inglesi, tedeschi e ita- 2) E. Poulle, Un Atelier Parisien de Construction
d’Instruments Scientifiques au XV siècle, estratto
liani - nei quali centri le varie mansioni da: Hommes et Travail du metal dans villes mé-
erano settoriali e specializzate. dievales, pubblicata da Centre National des let-
I numerosi astrolabi prodotti all’epoca tres, A.E.D.E.H., Parigi, 1988.
del Fusoris, accompagnati da vari trattati 3) E. Poulle, op. cit. in nota 1, pagg. 4-5.

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- due orologi meccanici, venduti al Duca - un insieme di testi e disegni di difficile
d’Orleans nel 1398; identificazione, riuniti per un allievo di
- un orologio astronomico meccanico per Jean Fusoris, Henry Arnaut de Zwolle;
la Cattedrale di Bourges, nel 1423; - una progettata stesura delle tavole tri-
- un equatorium (o planetario dei sette gonometriche da dedicare al Re di
pianeti) per Robert (Richard) Courte- Francia Carlo VII; non ebbe corso per
nay, Vescovo di Norwich, Inghilterra; la morte del Fusoris.
iniziata la progettazione nel 1409, lo Tali precise indicazioni sulla produzio-
strumento fu realizzato in tre anni, tra ne di strumenti scientifici del nostro auto-
il 1411 ed il 1414, anno in cui fu ven- re e sui suoi manoscritti sono giunte sino
duto per 400 Ecus al Vescovo inglese.4 ad oggi grazie agli atti di un processo del
Unico esemplare, mai più imitato, attual- 1415, trovati a Parigi, cui il Fusoris do-
mente se ne son perse le tracce; è noto vette sottostare. Accusato di spionaggio,
un unico elemento di questo eccezio- a favore dell’Inghilterra (era in corso la
nale strumento, miracolosamente per- ‘Guerra dei Cento Anni’), consumato, se-
venutoci: il disco principale dell’equa- condo l’accusa, in occasione di un viag-
torium, relativo al pianeta MARTE, che è gio oltremanica, intrapreso per riscuotere
stato riutilizzato nel XVII secolo per dal Vescovo di Norwich la somma di 400
realizzare un quadrante mobile monta- Ecus, pattuita per la vendita del suo suc-
to su un ‘orologio notturno’ italiano.5 citato equatoire o equatorium.
• trattati e manoscritti:6 La conseguente condanna (1416) al
- un trattato sull’uso dell’astrolabio, de- ‘confino’ a Mezieres-sur-Meuze, nelle Ar-
dicato a Pierre de Navarre (figlio di denne, suo paese d’origine, fa perdere le
Carlo I Mouvais), del quale si cono- tracce dell’attività di Jean Fusoris negli
scono alcune copie; anni successivi.
- due Pratique de l’Astrolabe, simile ai In effetti Fusoris chiude la produzione
precedenti, probabilmente donati, uno a Parigi e non è dimostrato che abbia rea-
al citato Vescovo di Norwich e l’altro a lizzato altrove strumenti per l’astronomia
Enrico V d’Inghilterra assieme all’a- e l’astrologia; si hanno solo sporadiche
strolabio; apparizioni del suo nome in alcuni libri-
- due Livret d’astrologie faisant men- mastri delle parrocchie per pagamenti di
cion de l’estat des planètes, dei quali opere fondamentalmente relative ad oro-
un esemplare alla Libreria Renaut du logi meccanici, ultima quella citata, del
Montet, donato al Vescovo di Norwich, 1423, per la realizzazione dell’orologio
e l’altro al Re d’Inghilterra;
- una composizione della sfera solida,
4) E. Poulle, op. cit. in nota 2, pag. 63.
donato al Re d’Inghilterra;
- alcuni Enigmata id est ludi geometriae 5) A.Simoni, Un fortunato rinvenimento, in “La
Clessidra”, anno 27, n. 9, 1971, pp. 25-27,
et astrologiae, destinato a Enrico V, ma in cui l’autore ricorda e descrive il riconoscimento
che mai gli fu consegnato; del disco del pianeta Marte, facente originaria-
- un trattato di cosmografia dedicato ai mente parte dell’equatorium di Jean Fusoris.
Chanoines de Metz nel 1432; 6) E. Poulle, op. cit. in nota 1, pag. 5.

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astronomico di Bourges. Questo orologio
astronomico meccanico, azionato da pesi,
è tutt’ora a Bourges, esposto ai visitatori
all’interno della Cattedrale, accanto ad un
identico modello, moderno e funzionante,
per la cui realizzazione il Prof. Poulle ha
collaborato in qualità d’esperto.
Jean Fusoris muore nel 1436.

Fig. 1 - Il lato recto dell’astrolabio plani-


sferico attribuito a Jean Fusoris con atelier
in Parigi, databile tra la fine del XIV e l’i-
nizio del XV secolo. Diametro mm 163,
altezza mm 221, spessore mm 26,4.
Collezione Privata.

Fig. 2 - Il lato verso dell’astrolabio.

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Descrizione dello strumento
Il componente principale dello stru-
mento è il rame, inciso a bulino e com-
passo, successivamente dorato a fuoco; la
vite e la farfalla centrali sono d’ottone
dorato; l’armilla sospensoria a forma di
anello toroidale è d’ottone ed è saldata a
caldo longitudinalmente. Sono presenti
zone di ossidazione.
Si tratta di un raro esemplare di calco-
latore analogico, destinato soprattutto ad
uso pedagogico per la conoscenza dei fe-
nomeni astronomici.
Lo strumento, utilizzato per il rilievo e
il calcolo astronomico, veniva usato an-
che per la misura delle distanze geome-
triche e topografiche.
Simulatore di posizioni celesti, veniva
spesso utilizzato per le previsioni delle
eclissi, solari e lunari; ma anche per osser-
vare le angolazioni tra i corpi celesti per
Fig. 3 - La madre dell’astrolabio, lato recto; ha un
estrarre da queste i suggerimenti di previ- diametro esterno di mm 163. Presenta una cavità,
sione degli eventi terreni, secondo le più detta grembo, profonda mm 2,4. La corona circolare
antiche regole dell’astrologia. esterna, detta lembo, è larga mm 5,9.
Si veda anche il testo.
Elementi costitutivi
Lo strumento è costituito da cinque e- i 360° con una scala numerata in 2x12
lementi principali: per le ore eguali. La scala è incisa in nu-
- la madre meri arabi con caratteri gotici.
- il timpano Ogni ora è suddivisa in quindici parti
- la rete di 4 minuti ciascuna ed è organizzata in
- due regoli. tre gruppi di 20 minuti.
Le due ore 12 si trovano in corrispon-
La madre denza della retta verticale originata dal
Costituisce la parte solida dello stru- punto di attacco dell’armilla sospensoria
mento ed ha diametro esterno di mm 163. fissa. Le ore 12 in alto (lo zenit) indicano
La parte frontale (lato recto, Fig. 3) il ‘sud’, essendo il Sole al ‘mezzogiorno’,
presenta una cavità, detta grembo, atta ad orientato nel punto più alto del cielo; le
ospitare gli altri componenti dello stru- ore 12 in basso indicano pertanto il ‘nord’,
mento ed è delimitata da una corona cir- ovvero la ‘mezzanotte’.
colare detta lembo. Il grembo della madre appare di colore
Questa fascia esterna è suddivisa lungo rosso scuro uniforme (tendente al bruno a

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di 10 in 10 (in numeri arabi, con caratteri
gotici) e linee intervallate per ogni grado.
All’interno del cerchio goniometrico si
trovano due corone circolari, ad esso con-
centriche, con incisioni pertinenti al ca-
lendario zodiacale. I 360° vi sono suddi-
visi in dodici parti, una per ogni segno
celeste, ciascuna delle quali porta una
scala a grandezza costante di 30°, indica-
ta di 10 in 10 con numeri arabi gotici,
segnata al grado ed evidenziata di 5 in 5.
I nomi dei segni zodiacali, incisi per este-
so in latino con caratteri gotici, sono ri-
portati nei settori circolari di pertinenza:
ARIES • TAURUS • GEMINI • CANCER • LEO •
VIRGO • LIBRA • SCORPIUS • SAGITTARIUS •
CAPRICORNUS • AQUARIUS • PISCES.
All’interno del cerchio celeste, in po-
sizione eccentrica, è tracciato il calen-
dario solare, diviso in 12 settori, uno per
ogni mese. Esso è costituito da due coro-
Fig. 4 - Il dorso della madre dell’astrolabio (lato ver- ne circolari:
so); l’alidada è stata rimossa.
- quella interna, dei mesi, incisa in latino
con caratteri gotici:
causa delle ossidazioni presenti) ed è pri- IANUARIUS • FEBRUARIUS • MARCIUS • A-
vo di incisioni; ha una profondità di 2,4 PRILIS • MAIUS • IUGNIUS • IULIUS • AUGUS-
mm atta ad alloggiare il timpano e la rete, TUS • SEPTEMBER• OCTOBER • NOVEMBER •
ed un un diametro interno di mm 152; il DECEMBER.
foro centrale passante (diametro mm 4,7) - quella esterna, dei giorni, che riporta,
accoglie la vite di fissaggio. per ogni settore mensile, una scala in
L’armilla sospensoria mobile, cioè l’a- gotico incisa in 28, 30, 31 giorni (a
nello di ottone (diametro mm 35,7; spes- seconda della durata del mese), con
sore mm 4,5) è inserito in un occhiello di divisioni di 10 in 10 con scala gior-
rame dorato; a sua volta questo è chiuso naliera evidenziata di 5 in 5.
ed incernierato sul trono dell’astrolabio Anche in questo astrolabio la posizio-
(armilla fissa) e oscilla longitudinalmente ne del solstizio d’estate, nel mese di Giu-
su un asse in ferro ribattuto, la cui testa, gno, nella costellazione dei Gemelli, non
nel recto, è di sezione quadrata. è posto a caso in corrispondenza del ‘sud’,
Il dorso della madre presenta una divi- o delle ore 12 in alto (posizione di ca-
sione angolare in quattro quadranti dei lore): questo è infatti il periodo più lumi-
360° del cerchio esterno; ciascun qua- noso dell’anno, sovrapposto al momento
drante è inciso da 0 a 90°, con divisioni più luminoso del giorno, verso il punto

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più caldo (‘sud’). guendo la formula ed i calcoli suggeriti
Di conseguenza, il solstizio d’inverno, da H. Michel).8
nel mese di Dicembre, nella costellazione A questo proposito Emmanuel Poulle
del Capricorno, si troverà nella parte più ha dimostrato largamente che tale calcolo
bassa dello strumento, in corrispondenza non è attendibile.9 Secondo la casistica
della mezzanotte: il momento più buio degli astrolabi conosciuti del Fusoris l’e-
del giorno, verso il punto cardinale più quinozio di primavera viene mediamente
freddo (‘nord’). posizionato tra l’11 di Marzo e l’11,75,10
Un ultimo cerchio interno, concentrico alle cui date corrispondono periodi tem-
alla madre, contiene nella parte superiore porali (secondo i calcoli precedenti di ri-
il tracciato delle ore ineguali da 1 a 6 ad ferimento), coincidenti con il secolo XIV-
1, che possono essere lette traguardando XV, quando cioè l’autore francese era in
il Sole attraverso le due diottre dell’ap- piena attività di produzione.
posita alidada che gira sul dorso. Si rileva inoltre che, nel nostro dorso,
Il semicerchio inferiore contiene iscrit- alcune delle entrate dei 12 mesi, riferiti ai
to il quadrato delle ombre con scala di 2 gradi dei segni zodiacali, confrontate con
in 2 da 1 a 12, sia per l’ombra retta che la tabella che lo stesso Jean Fusoris scris-
per l’ombra versa: questi ultimi due trac- se nel trattato dell’astrolabio del 1414,11
ciati rappresentano, rispettivamente, la risultano spostate di circa 2°, come se
scala delle tangenti e delle cotangenti tri- tutta la struttura del calendario solare fos-
gonometriche, con le quali è possibile se ruotata in senso orario di questi 2°:
confrontare punti geodetici per le misu- - il 1° Marzo entra nel nostro astrolabio
razioni dirette delle distanze lineari: ciò al 16° grado dei Pesci, mentre nella ta-
si ottiene traguardando attraverso le pin- bella dovrebbe essere al 18° di tale co-
nule dell’alidada che ruota sul dorso, pri- stellazione.
ma un punto di riferimento (ad esempio - il 1° di febbraio ha un ingresso al 18°
l’orizzonte) e poi quello di cui si vuol co- grado dell’Acquario, mentre nella ta-
noscere la distanza. bella dovrebbe essere al 20° del mede-
Osservazioni sul dorso
Le tracciature delle divisioni e dei cer-
chi sono fatte a mano o con il compasso a 7) Emmanuel Poulle, Op. cit. in nota 1, cfr. foto I-
punte di acciaio; tutte le lettere ed i nu- II-III pag. 24.
meri sono incisi a mano con estrema mae- 8) Henri Michel, Traitè de l’Astrolabe, Gauthier -
stria, come si rileva in altri esemplari pro- Villars Imprimeur - Editeur, Paris, 1947; ristampa
Librairie Alain Brieux, Paris, 1976, pag.137.
venienti dallo stesso atelier.7
9) Emmanuel Poulle, comunicazione personale: in
La posizione dell’equinozio di prima-
Revue d’Histoire des Sciences, Tome IX, 1956.
vera, ovvero del punto d’ariete (inizio di Nel saggio contenuto l’autore dimostra che il
questo segno, letto in corrispondenza del metodo di calcolo al quale ci siamo riferiti, sugge-
giorno del mese di Marzo), si individua rito da H. Michel nel suo Traitè de l’Astrolabe,
al 13,7 del mese di Marzo: il dato farebbe non ha fondamenti attendibili assoluti.
supporre la realizzazione dell’astrolabio 10) Emmanuel Poulle, Op. cit. in nota 1, pag. 22.
in un periodo anteriore al XIV secolo (se- 11) E. Poulle, Op. cit. in nota 1, tabella a pag. 107.

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Fig. 5 - Dettaglio del calendario sul
dorso: si vedano in particolare i me-
si di Febbraio e Marzo.

del calendario solare sia quel-


li relativi ai segni zodiacali
sono rilevabili con la stessa
precisione che avremmo in
qualsiasi altro astrolabio.
Il foro centrale (v. la Fig.
6) è stato eseguito dopo il
tracciamento del dorso, come
si riscontra dal materiale rove-
sciato sulle varie linee passan-
simo segno (v. la Fig. 5). ti per il centro, linee che sono sormontate
Da questo confronto si deduce che si dallo stesso truciolo ribattuto, derivato
potrebbe correggere il confronto tra i due forse dall’utilizzo della ‘menarola’: ciò
calendari facendo ruotare idealmente la significa che la foratura fu correttamente
scala dei mesi in senso antiorario di 2° praticata solo dopo l’incisione; infatti, il
rispetto al calendario zodiacale, che man- centro pieno è servito, durante la realiz-
teniamo fisso. zazione, come punto di riferimento per le
Ciò comporterebbe un ritorno del pun- misure da ‘compassare’ per tutti i trac-
to d’ariete all’11,7 di Marzo circa, il che ciati eseguiti prima della doratura.
daterebbe lo strumento all’epoca dell’at-
tività del Fusoris.
Esaminando altri astrolabi dello stesso
autore non si riscontrano posizioni simili
a quelle del nostro strumento sopra de-
scritte; pertanto è possibile che chi ha in-
ciso i due calendari abbia eseguito tanto
la divisione del cerchio di 360° dello Zo-
diaco, quanto quella dei 365 giorni del
calendario solare, partendo sempre dalla
stessa parte e accumulando gli errori di
divisione nel settore circolare corrispon-
dente ai mesi di Febbraio, Marzo, Aprile
e Maggio.
Le osservazioni sulla struttura astro-
nomica del nostro astrolabio servono per
suggerire metodi di analisi, ma sono co-
munque irrilevanti ai fini della funziona-
lità dello strumento: sia i dati astronomici Fig. 6 - Particolare del dorso con il foro centrale.

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Il timpano
Detto anche disco di latitu-
dine; presenta un foro centrale
passante di mm 4,7 di diametro.
Porta la proiezione stereo-
grafica dei punti geometrici fis-
si, riferita ad un luogo di latitu-
dine determinata della sfera ter-
restre.
L’unico timpano che accom-
pagna l’astrolabio è inciso sulle
due superfici, rispettivamente,
per le latitudini di 42° e 52° (v.
le Figg. 7 e 8); viene alloggiato
nel grembo della madre assieme
alla rete di lettura.
Le indicazioni riportate qui di
seguito, rappresentano le carat-
teristiche posizionali astrono-
Fig. 7 - Timpano dell’astrolabio. Diametro mm
miche, rispetto al luogo terrestre: 151. Faccia tracciata per la latitudine di 42°.
Tre cerchi concentrici costituiscono ri-
spettivamente: contiene il timpano e che rappresenta
1) il tropico del capricorno, cerchio che la grandezza dell’astrolabio, in quanto
posto nella parte più esterna;
2) il cerchio equatoriale, la cui
proiezione si colloca al cen-
tro del timpano ed intercetta
il diametro orizzontale (linea
degli equinozi) nel punto di
incontro con l’orizzonte o-
bliquo.
3) il tropico del cancro (il cer-
chio concentrico più piccolo
dei tre), la cui proiezione sul
piano del timpano è quella
reale vista dall’osservatore al
polo nord, secondo la proie-
zione stereografica Nord.
4) le ore ineguali, tracciate su
entrambe le facce con dodici
Fig. 8 - Timpano dell’astrolabio. Faccia tracciata per
la latitudine di 52°.

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archi di cerchio, sono individuabili gra- nella regione Sud dell’Inghilterra (po-
zie alla numerazione delle ore pari 2-4- trebbe essere Oxford), probabilmente
6-8-10-12. eseguita per una committenza inglese.
Sulla faccia tracciata per la latitudine - è da notare che le incisioni sulle due
di 52° manca il numero 12 (forse una facce presentano delle differenze:
distrazione). Sopra i numeri della fac- • sulla faccia dei 42°: ogni 10° (ovvero
cia tracciata per la latitudine di 42° so- ogni cinque linee) la posizione dei 10-
no incise due lineette (assenti sulla fac- 20-30-40-50-60-70-80 gradi è indivi-
cia opposta). duata mediante un arco di cerchio pun-
5) gli almucantarat, cerchi eccentrici a tizzato in tutta la sua lunghezza, che
raggio decrescente, sono impeccabil- appare per ciascuna di queste decine e
mente incisi con scansioni di 2°. ne facilita la lettura;
Su entrambe le facce essi sono contras- • sulla faccia dei 52°: la puntizzatura
segnati, da sinistra, con i numeri arabi degli archi di riferimento per le decine
in carattere gotico 2-4-6-8-10. è assente (forse una dimenticanza).
6) l’orizzonte obliquo (o orizzonte cele- - il foro centrale passante presenta bordi,
ste), primo degli almucantarat, caratte- ribaditi sulle principali tracciature co-
rizzato dal diametro maggiore. incidenti con il centro del timpano, vi-
7) lo zenit, punto centrale degli almucan- stosamente dorati; se ne deduce una
tarat e di intersecazione dei meridiani corretta sequenza delle operazioni ma-
celesti, rappresenta il punto di osser- nuali.
vazione terrestre a quella latitudine. - sulla linea dei solstizi - quella diame-
8) gli azimut, archi di cerchio che hanno trale verticale che va dal centro al pun-
origine nello zenit e terminano sull’o- to della linguetta di guida - si possono
rizzonte obliquo, sono tracciati di 10° notare, su entrambe le facce, tutti i cen-
in 10° nell’angolo giro di 360°. tri puntizzati utilizzati per compassare
Osservazioni sul timpano ciascuno dei cerchi degli almucanta-
- il suo spessore (mm 1,05) satura lo spa- rat, dallo zenit (punto 90°) verso la lin-
zio di contenimento nel grembo della guetta ed oltre, fino allo 0°, corrispon-
madre, come pure quello della sede in dente all’orizzonte obliquo.
cui si inserisce la linguetta di fissaggio
(larga mm 6) atta a posizionarlo corret- La rete
tamente; se ne deduce che l’astrolabio E’ un disco di rame dorato, traforato a
fu concepito per contenere solamente mano e inciso sul lato d’uso (v. Fig. 9).
un timpano. Detta anche aracnea, o rete delle stel-
- il timpano è previsto per essere utiliz- le, rappresenta la proiezione stereografica
zato a due latitudini, molto distanti tra della sfera celeste, mobile così da simu-
loro: larne il moto apparente giornaliero.
• quella di 42°, relativa al meridione Il cerchio esterno, cioè il circolo del
della Francia (Sud dei Pirenei, Spagna, capricorno, è aperto per un arco di circa
Portogallo); 60°, nella parte in cui sarebbe tangente al
• quella di 52°, destinata ad un utilizzo cerchio più piccolo dell’eclittica solare.

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L’eclittica solare, o circolo
zodiacale, rappresenta il movi-
mento del Sole. Nel corso
dell’anno la sua traiettoria per-
cor-re la sfera celeste attraver-
so le dodici costellazioni indi-
cate sulla corona circolare.
Le dodici posizioni del Sole,
contrassegnate da altrettante
costellazioni sul cerchio zodia-
cale, vengono individuate su
dodici segmenti circolari di
ampiezza variabile; su ognuno
di essi il nome di ciascun se-
gno zodiacale è inciso in lin-
gua latina e carattere gotico:
ARIES • TAURUS • GEMINI • CAN-
CER • LEO • VIRGO • LIBRA •
SCORPIUS • SAGITTARIUS • CA -
PRICORNUS • AQUARIUS • PISCES. Fig. 9 - Rete dell’astrolabio. Diametro mm 152;
spessore mm 1,55. Porta 21 puntatori, a foggia di
La quantità di stelle riportate sulla rete
‘fiammella’, che rappresentano altrettante stelle.
determina la precisione dello strumento.
Sulla nostra rete ne contiamo ventuno, sentata la fiamma)
rappresentate, secondo la loro proiezione 7) [PRIMUS] EQUUS
stereografica equatoriale, con delle ‘fiam- 8) ALPHETA (la ‘fiammella’ è in parte
melle’ (v. Fig. 9). mancante rispetto ad altri astrolabi)
Nella posizione di lavoro la rete viene 9) ALRAMET
sovrapposta al timpano e ruota libera- 10) SPICA
mente sul perno centrale, così da simula- 11) ALHAIOT
re il movimento apparente della volta 12) ALGEUCE (in altri ALGESE)
celeste sopra il punto di latitudine ter- 13) VENTER CETI
restre del timpano, che resta fisso. 14) CORNU [ARIETIS]
Ciascuna delle ventuno stelle del nos- 15) MEMKAR
tro astrolabio è marcata con il relativo 16) ALDEBARAN
nome latino, scritto in carattere gotico al- 17) RIGIL
la base di ciascuna ‘fiammella’: 18) ALGOMEISA
1) COR (SCORPI) 19) COR LE[ONIS]
2) ALTHAIR 20) YDRA
3) WEGA 21) ALHABOR
4) ALHAVE I nomi delle ventuno stelle riportate
5) HUMERUS [EQUI] appaiono nella Tavola delle Stelle redatta
6) [ARIOF] (manca la scritta ma è rappre- da Jean Fusoris, innovativa rispetto ad al-

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posizione errata posizionecorretta

Fig. 10 - Particolare della rete nel cerchio esterno Fig. 11 - Ricostruzione della posizione corretta di
del Capricorno, dove si evidenzia la posizione CORNU [ARIETIS], all’interno del cerchio dell’eclitti-
meridionale, errata, della stella CORNU [ARIETIS]. ca, nella zona terminale dell’ARIES, verso TAURUS.

tre tavole precedenti;12 vi sono elencate della stella CORNU [ARIETIS], che in questo
trentaquattro stelle con i nomi in lingua astrolabio è posta sull’emisfero meridio-
volgare - derivati dagli elenchi arabi - op- nale vicino a VENTER CETI, nella parte si-
pure in latino. Tutte e trentaquattro sono nistra in basso del cerchio esterno del Ca-
comunque raggruppate secondo l’appar- pricorno, al margine della rete (v. Fig.
tenenza allo stesso segno zodiacale.13 10); dovrebbe invece trovarsi sull’emi-
Accanto ai nomi si trovano, in colon- sfero settentrionale - come di fatto si os-
na, i valori della mediazione corrispon- serva nel cielo - internamente al cerchio
denti a ciascuna stella;14 essi indicano le dell’eclittica, sempre sul lato sinistro, in
coordinate eclittiche per l’incremento lon- prossimità della fine del segno ARIES (v.
gitudinale, per quello latitudinale, nonché Fig. 11). Confrontando le reti degli astro-
il segno di tali declinazioni, positivo o labi noti di Jean Fusoris, possiamo ac-
negativo a seconda che si tratti di decli- certare che in tutti i suoi strumenti la po-
nazione settentrionale o meridionale. sizione di tale stella è sempre a Meridio-
Osservazioni sulla rete ne (a ore 8 circa nel quadrante sinistro),
I nomi delle stelle e la relativa posizio- anziché a Settentrione.
ne sulla rete sono caratteristiche comuni a
tutti gli astrolabi dell’atelier del Fusoris.
Si ritrovano, tuttavia, anche in altri stru- 12) E. Poulle, op. cit. in nota 1, elenco a pag.16.
menti della stessa epoca; in alcuni i carat- 13) E. Poulle, op. cit. in nota 1, pp.17-18, dove si
parla di coordinate equatoriali delle stelle.
teri sono ancora arabi, in altri sono gotici
14) E. Poulle, op. cit. in nota 1, pag. 15.
e in lingua latina (come nel nostro), in al- Anche Tullio Tomba, Tre Astrolabi Latini del XIV
tri ancora i caratteri sono misti. Secolo, Conservati in Italia, estratto da Rassegna
Appare invece singolare la posizione di Studi e Notizie, Vol. XX – anno XXII, pag. 12.

74
La sistematicità di questo
errore può essere dovuta al fat-
to che questi strumenti erano
realizzati sulla base di docu-
menti manoscritti spesso vizia-
ti da imperfezioni di trascri-
zione, tradizionalmente ripe-
tute in ogni riedizione.
La posizione delle stelle sul-
la rete derivava dalle coordi-
nate equatoriali fornite dal-
l’astronomo e nessuno dei ‘co-
piatori-incisori’ degli astrolabi
si permetteva di rompere la
tradizione della semplice co-
piatura, a prescindere dall’esattezza di Fig. 12 - I regoli. Dall’alto: alidada con le due
pinnule, perno e farfalla filettati per la tenuta dei
tali coordinate.
componenti l’astrolabio, dimostratore a doppio
raggio. Le dimensioni dei due regoli sono le me-
I regoli: alidada e ostensorio desime: lunghezza mm 158, larghezza mm 11,
Due regoli della stessa sagoma com- spessore mm 1,5.
pletano lo strumento; presentano un foro
centrale passante per l’assemblaggio e si zione delle stelle fisse della rete sul
differenziano per alcuni particolari: punto di latitudine terrestre del sot-
- il dimostratore, o ostensorio (Fig. 12, tostante timpano;
in basso), è completamente piano ed - l’alidada, ruota sul proprio asse a di-
ha un foro di mm 4,6 di diametro. Agi- retto contatto con il dorso della madre.
sce sul recto dell’astrolabio. Permette di leggere l’altezza del Sole o
- l’alidada (Fig. 12, in alto) presenta a- di una stella rispetto all’orizzonte e di
gli estremi due pinnule ortogonali al trovare la corrispondenza fra i giorni
piano della linea di fede, aventi fessure dell’anno ed i gradi del calendario zo-
di traguardo per il puntamento; il foro diacale inciso sul dorso.
ha un diametro di mm 4,9. Agisce sul Inoltre, come già accennato, su questa
dorso dell’astrolabio quale complemen- parte dell’astrolabio e specificatamente
to di lettura della gradazione angolare sul quadrato delle ombre, inciso sui
e delle ore ineguali. due quadranti inferiori, si possono cal-
Essi vengono piazzati sulle due facce colare le distanze tra punti terrestri.
dell’astrolabio, per mezzo del perno filet- Traguardando attraverso le pinnule del-
tato e fissati con la relativa farfalla: l’alidada, si misura l’angolo tra l’oriz-
- il dimostratore, ruota sul suo asse a di- zonte ed il punto la cui distanza va de-
retto contatto con la rete. Permette la terminata; con la linea di fede o di fi-
lettura delle ore eguali e di allineare, ducia (diametrale) si determina la tan-
nella direzione del diametro, la posi- gente o la cotangente trigonometrica

75
dell’angolo misurato, lette sugli appo- ris, oltre a due esemplari segnalati come
siti lati (umbra versa o umbra recta) imitazioni.
del quadrato. Di questi, sei sono elencati in questa
Una volta montati i due regoli ed effet- prima pubblicazione secondo la numera-
tuato il puntamento, in corrispondenza zione loro attribuita da R. T. Gunther in
della linea di fiducia (unica linea diame- The astrolabes of the world (London,
trale di riferimento), si possono leggere le Holland Press, 1932 - cfr. ed. 1976); per
informazioni astronomiche, orarie, o geo- altri tre è riportata l’indicazione numerica
detiche fornite dallo strumento. attrbuita loro da D. J. Price nel suo An
Osservazioni sui regoli International checklist of astrolabes, da
I due regoli possono essere montati so- “Arch. Intern. Storia della Scienza“, Vol.
lo nelle posizioni descritte. Infatti, essen- 8, 1955.15
do i rispettivi fori di differente diametro Il Prof. Poulle elenca inoltre cinque a-
(mm 4,6 e mm 4,9), corrispondente ri- strolabi del Fusoris inediti (al 1963), da
spettivamente alle differenti sezioni della lui repertoriati, e ne fornisce per la prima
parte filettata e di quella non filettata del volta una dettagliata descrizione, indican-
perno, è impossibile invertire la posizione done altresì la provenienza e la collo-
dei due regoli; altrettanto dicasi per il per- cazione. Non essendo mai apparsi su pre-
no, la cui testa deve restare dalla parte del cedenti pubblicazioni, essi non sono con-
dorso dell’astrolabio. traddistinti da alcuna numerazione.
Il perno ha una testa cilindrica (diame- Nei successivi vent’anni l’elenco non
tro mm 13,4; spessore mm 1,8; lunghezza ha subìto modifiche; infatti, nel suo Les
mm 19,4). Vi si dovrà infilare prima l’ali- Instruments astronomiques du Moyen A-
dada con le due pinnule, poi la madre, poi ge, stampato a Parigi nel 1983, così si
il timpano, quindi la rete, ed infine il di- esprimeva il Poulle a pag. 20: “... on con-
mostratore. I vari componenti si assem- nait une bonne quinzaine d’astrolabes,
blano avvitando la farfalla (altezza mm tous semblables, sorties de cet atelier (di
8,9; larghezza mm 16) sulla parte filettata Jean Fusoris)”,16 ovvero tanti quanti erano
del perno che fuoriesce dal dimostratore. nella pubblicazione del 1963.
L’inventario che segue elenca, oltre
Astrolabi noti dell’atelier di Jean Fusoris quelli già censiti nel 1963 e confermati
I rari astrolabi di Jean Fusoris sono sta- nel 1983, altri quattro astrolabi del Fuso-
ti censiti per la prima volta dal Prof. Em- ris - alcuni gia numerati ed altri senza
manuel Poulle, negli anni ‘60, nel suo Un numero - ritrovati dal Poulle nelle sue ri-
constructeur d’intruments astronomiques
au XVsiècle - Jean Fusoris, stampato a 15) E. Poulle, op. cit. in nota 1, note 3, 4 a pag.19.
Parigi nel 1963 dalla Librairie Honoré 16) E. Poulle, Les Instruments astronomiques du
Champion Editeur. Moyen Age, Paris, A. Brieux - E. Poulle, 1983. “...
Alle pagg. 20 e 21 di questo splendido è nota almeno una quindicina di astrolabi, tutti
simili, usciti da questo atelier”. La citazione è
trattato sull’astronomia medievale, sono nella didascalia relativa ad un astrolabio del Fu-
citati ben quattordici astrolabi riconosciu- soris conservato nel Museo di Oxford e pubblicato
ti come provenienti dall’atelier del Fuso- alle pp. 20 e 22 dell’opera.

76
cerche degli ultimi vent’anni (1983-2003). - 16 astrolabi citati da entrambe le liste;
La consistenza della ‘lista Poulle’ giunge - 3 astrolabi presenti solo nella ‘lista
così a diciotto astrolabi autentici e due i- King’ ai nn. 2, 5 e 20, che saranno pre-
mitazioni. sentati nel nuovo inventario con i nu-
Inoltre, il Prof. David A. King dell’U- meri indicatici dallo stesso King, ri-
niversità di Francoforte, nell’elenco in cor- spettivamente i nn. 476, 4526 e 518;
so di definizione riportato in A Catalogue - 1 astrolabio dalla ‘lista Poulle’, quello
of medieval Astronomical Instruments e di Cracovia, non numerato;
segnalataci dallo stesso autore,17 dà noti- - 1 astrolabio dalla ‘lista Poulle’, quello
zie di altri astrolabi, sempre della tradi- della collezione privata di Parigi, non
zione Fusoris, che vanno ad aggiungersi a numerato;
quelli già citati e contribuiscono al com- - 1 astrolabio, non numerato e conserva-
pletamento del nostro inventario. to in una collezione privata di Arezzo,
Questo gruppo della ‘lista King’ com- descritto nel presente articolo, comple-
prende ben ventinove astrolabi con le ta il nuovo inventario.
ca-ratteristiche costruttive dell’atelier di Pertanto l’inventario di astrolabi oggi
Jean Fusoris, numerati e individuati in conosciuti come provenienti dall’atelier
tre ca-tegorie: di Jean Fusoris dovrebbe enumerare, sal-
a) da 1 a 5 - astrolabi incompleti ed incerti; vo errori od omissioni, ventidue esemplari.
b) da 6 a 20 - astrolabi tipici della pro- Dopo tale inventario pubblichiamo un
duzione della bottega di Jean Fusoris; elenco di nove astrolabi dichiarati falsi:
c) da 21 a 26 - astrolabi ad imitazione del fra tali strumenti, già indicati nella ‘lista
Fusoris (comprende anche i numeri King’ come imitazioni di quelli della bot-
21a, 21b, 26a, 26b, 26c). tega Fusoris, troviamo i due falsi della
Molti di questi ventinove strumenti so- ‘lista Poulle’ ed altri due astrolabi con-
no elencati anche nella ‘lista Poulle’; altri siderati come autentici nella lista france-
non sono assimilabili ad alcuno di quelli se ma che risultano come imitazioni in
in essa contenuti. quella del Prof. King (nn. 3081 e 3208
Confrontando le due ‘liste’ si nota che della ‘lista Poulle’, corrispondenti ai nn.
due astrolabi della ‘lista Poulle’ - uno a 24 e 21b della lista King).
Cracovia presso il Collegium Majus, l’al-
tro in una collezione privata a Parigi - 17) David A. King, A Catalogue of Medieval A-
non trovino riscontro nella ‘lista King’; stronomic Instruments - Provisional Table of Con-
tents (version of May 2002) - Capitolo n. 6: Early
mentre di tre astrolabi della ‘lista King’ European Astrolabes (to 1500) - Paragrafo n. 8:
non si trova cenno in quella del Poulle. Fifteen-century Franc Astrolabes in the tradition
Non prenderemo in considerazione il of Jean Fusoris. Si veda anche il sito internet:
n. 3 della ‘lista King’, in quanto non per- http://www.uni-frankfurt.de/fb13/ign/instrument-
tinente con la produzione di Jean Fusoris,18 catalogue-TOC.html.
come invece è il caso di tutti gli altri. 18) R. T. Gunther, The Astrolabes of the World,
the Holland press, London, ed. 1932; rist. 1976: al
Il nostro nuovo inventario, derivato n. 163 del MHS di Oxford - la rete non presenta
dalle indicazioni delle due liste citate e similitudini con quelle di produzione Fusoris; vedi
dal loro confronto, comprende quindi: foto pl. LXIX, pag. 308.

77
La numerazione progressiva adottata M 27; 20 proviene dalla Collezione
fa riferimento a quella usata da R. T. Gun- Mensing; n. 13 della ‘lista King’.
ther in The Astrolabes of the World - Ox- n. 337 Greenwich, National Maritime Mu-
ford, 1932, che va dal n. 161 al 336 (per seum; detto ‘astrolabio di Thornoe’
da una incisione sulla alidada a guisa
gli astrolabi occidentali), per proseguire
di Ex dono; n. 1 della ‘lista King’.
con quella a numerazione più alta, a par-
n. 460 Antwerp, National Mariner Museum,21
tire dal n. 400, usata da D. J. Price in An vi sono incisi alcuni nomi in arabo ed
International Checklist of Astrolabes, e- altri in latino; n. 11 della ‘lista King’,
stratto da Arch. intern. d’hist. des sci- che così lo descrive: “astrolabio con
ences, tomo 8, 1955. rete e timpani reincisi da un egiziano
o da un siriano nel XIX secolo”.
Nuova lista degli astrolabi di ‘tradizione n. 476 Barcellona - OF, simile al n. 337 di
Jean Fusoris’ - aggiornata al 2003 Greenwich, detto ‘di Thornoe’; n. 2
n. 192 Oxford, Museum of the History of della ‘lista King’.
Science; proveniente dalla Collezione n. 518 n. 20 della ‘lista King’ con indicazio-
Lewis Evans; n. 8 della ‘lista King’. ne: “Parigi, (BN)” (Bibliothèque Na-
n. 193 Chicago, Adler Planetarium - inv. n. tional de France).
W - 264, n. 12 ‘lista King’; in deposito n. 568 Breslau, Wroclaw Observatory; n. 15
in un primo tempo ad Edimburgo, Ro- della ‘lista King’.
yal Scottish Museum, nella Collezio- n. 598 Kassel, Staatliche Kunstsammlungen,
ne John Findlay, è passato nel 1961 Salone di matematica e fisica; astro-
alla Collezione Landau di Parigi (asta labio di grandi dimensioni; n. 4 della
Sotheby’s).19 Catalogato da Price con ‘lista King’, che segnala “l’assenza
un altro numero (n. 1069), però come del cerchio superiore” (il lembo).
se si trattasse dello stesso astrolabio, n. 3080 Parigi, Conservatoire National des Arts
ma “conservato presso l’Institut de et Métiers, catalogato con il n. 19544;
Valence”. appartenuto a Vallet de Viriville e do-
n. 193b Prima del 1940 faceva parte della Col- nato al CNAM da Gaston Brière;22 n.
lezione Whitney Warren; n. 17 della
‘lista King’, dove è indicato anche 19) E. Poulle, op. cit. in nota 1, v. nota 2 pag. 20.
con il n. 3070, presso PLU (??). 20) R. T. Gunther, op. cit. in nota 18, foto pubbli-
n. 194 Oxford, Museum of the History of cata nella tavola n. LXXXIII (figura piccola in
Science, proveniente assieme al n. basso a sinistra), pag. 356.
192 dalla Collezione Lewis Evans; n. 21) AA. VV., La Mesure du Temps dans les Col-
7 della ‘lista King’. lections Belges, Catalogo della “Exposition orga-
n. 195 Londra, British Museum, catalogato nisée par la Societé Generale des Banques”, Bru-
con il n. 1857, con timpano costruito xelles, 1984, cfr. foto a pag. 38.
E anche: Henri Michel, Traite de l’Astrolabe, Gau-
per le latitudini di 40° e di 51°; n. 14
thier - Villars - Imprimeur-Editeur, Paris, 1947,
della ‘lista King’. rist. Librairie Alain Brieux, Paris, 1976, cfr. foto
n. 196 Oxford, Museum of the History of alla Tav. IV.
Science, nella Collezione Billmeir, ca- 22) E. Poulle, op. cit. in nota 1: segnaliamo che
talogato con il n. 175B; proviene dal- nella nota 7, pag. 20, dell’opera, la provenienza
la Collezione Claude Fly; n. 6 della dell’astrolabio è erroneamente indicata da “l’Eco-
‘lista King’. le d’horlogerie de la rue Manin”, anziché come
n. 199 Chicago, Adler Planetarium - inv. n. donazione al CNAM da Gaston Brière.

78
10 della ‘lista King’. me “firmato Johannes Bos”.
n. 3082 Edimburgo, Royal Museum of Scot- n. 539 Utrecht, Universiteitsmuseum (incisione
land, catalogato con il n. 1947/27, pro- “I. B.-1547”); n. 26a della ‘lista King’,
viene dalla Collezione A. S. Cumming; indicato come “firmato Johannes Bos”.
appartenuto alla fine del XVI secolo n. 3081 proveniente dalla Collezione H. E. Gil-
al celebre geografo Robert Gordon lingham, riprodotta in Notes on early
detto ‘Straloch’;23 n. 9 della ‘lista King’. navigating Instruments dalla rivista
n. 3083 Harvard University, Collezione di Stru- “The Mariner”, Gennaio 1930;25 n.24
menti Scientifici Storici; n. 18 della ‘li- della ‘lista King’, dove è indicato ”luo-
sta King’, dove è definito un “Fusoris go di conservazione PLU”.
- type astrolabe” (?). n. 3208 Munich, Bayerische Nationalmuseum,
n. 3084 Barcellona, Museo Maritimo; catalo- datato “1447 oppure 1487”, prove-
gato con il n. 237; n. 19 della ‘lista niente dalla Collezione Basserman Jor-
King’, dove è definito un “Fusoris - dan; timpano per latitudine 48° - 48_,
type astrolabe” (?). 50° - 50_, 51° - 51_; n.21/b della ‘li-
n. 4526 “Collocazione PC”; n. 5 dela ‘lista sta King’, dove è indicato come “co-
King’, dove è indicato come “simpli- pia antica, anche con il n.623”.
fied Fusoris-type astrolabe”. n. 4528 Brescia - MEC; n.23 della ‘lista King’,
n. 4527 Stoccolma, National Museum; in rame, ove è indicato come “Astrolabio della
comunicata la presenza per corrispon- tradizione Fusoris”.
denza tra E. Poulle e Webster; n. 16 n. 4529 Brugine - CISST; n.25 della ‘lista
della ‘lista King’, che ne indica anche King’, dove è indicato come “imita-
il “n. 4527” e ne conferma la alloca- zione di tipo Fusoris”.
zione “(NM)”. Questi ultimi nove esemplari, in appa-
n. num. Cracovia, Collegium Majus. renza simili ai ventidue astrolabi autenti-
n. num. Parigi, presso collezione privata.
ci, realizzati tra la fine del XIV e l’inizio
n. num. Arezzo, collezione privata, descritto
del XV secolo, ne differiscono per piccoli
per la prima volta nella presente pub-
blicazione. dettagli che rivelano una costruzione quan-
Ai ventidue strumenti sopra elencati, tomeno più tarda. Infatti, ad esempio, in
sono da aggiungere i nove astrolabi risul- quello di Utrecht - n. 539 del nostro elen-
tati copie del modello di Jean Fusoris, già co - una attenta analisi dei nomi delle
apparsi in alcuni cataloghi e inventari:24 stelle, incisi in lingua latina e caratteri go-
n. 197 Cambridge, presso Caius College; n.
tici, svela che la stella CORNU [ARIETIS],
22 lista King, dove è indicato come
”astrolabio firmato da Hooft, della tra- 23) E. Poulle, op. cit. in nota 1, v. pag. 21, nota n. 2.
dizione Fusoris”. 24) E. Poulle, op. cit. in nota 1, v. nota 2, pag. 21.
n. 407 Cambridge, presso Whipple Museum E anche: P. H. Van Cittert, Astrolabes, a Critical
of the History of Science; n. 21a della Description of the astrolabes, noctilabes and
‘lista King’. quadrants in the Care of the Utrecht University
n. 430 Geenwich, National Maritime Mu- Museum, E. J. Brill, Leiden, 1954, pagg. 5-9 e fo-
seum; n. 26b della ‘lista King’, dove è to II e III.
indicato come “firmato da Johannes E anche: David A. King, op. cit., nota n. 17; si
Bos e datato 1591”. consulti anche il sito internet citato alla nota 12
del presente articolo.
n. 534 Leyden, Museum Boerhaave; n. 26c
della ‘lista King’, dove è indicato co- 25) E. Poulle, op. cit. in nota 1, v. nota 1, pag. 21.

79
posta nell’emisfero Sud della rete (ai bor- rappresenta la più importante produzione
di del quadrante di sinistra, a circa ore 8), medievale attribuibile ad un unico mae-
è indicata in questo esemplare con il no- stro attivo a cavaliere dei secoli XIV e
me di “RORMI”; invece in tutti gli astrola- XV.
bi di Jean Fusoris, pur apparendo nella Gli astrolabi realizzati nel periodo me-
stessa posizione (che, come abbiamo avu- dievale sono comunque rari; e ad essi si
to modo di appurare, risulta errata in tutte attribusce quasi sempre una data appros-
le sue reti), essa è sempre marcata con il simata. Ma solo la ‘grande produzione’
nome abbreviato “CORNU”. del Fusoris risulta efficacemente docu-
La stessa denominazione “RORMI”, pro- mentata quanto a notizie sugli strumenti e
babile frutto di un errore di trascrizione sull’autore. Inoltre essa denota, per la pri-
dei caratteri gotici, è riprodotta nella stam- ma volta nella storia, un’impostazione
pa raffigurante l’astrolabio del Fusoris n. tecnica razionalizzata, che consentì una
3080 (conservato al CNAM a Parigi), produzione assai copiosa.
pubblicata a pag. 26 dell’opera di P. Du- Azzardiamo, per ipotesi, una percen-
bois Histoire de l’horlogerie de son ori- tuale conservativa del 20-25% di questi
gine à nos jours, Parigi, 1849.26 La sin- importanti strumenti: i ventidue esem-
golare coincidenza dimostra che chi rea- plari sopra elencati porterebbero ad al-
lizzò l’astrolabio n. 539, non può che a- meno un centinaio di astrolabi usciti dal-
ver preso a modello i disegni del Dubois, l’atelier di Jean Fusoris.
sia per le indicazioni esatte che per quelle A distanza di sei secoli la testimonian-
errate, come nel caso della stella CORNU: za scientifica di questi complicati stru-
evidentemente lo strumento deve essere menti è affidata a quei pochi esemplari so-
stato fatto dopo il 1849. pravvissuti fino ai nostri giorni. E ancor
L’inventario qui pubblicato rappresen- di più ai pochissimi documenti mano-
ta la più aggiornata e completa raccolta scritti che costituiscono documento indis-
d’informazioni sugli astrolabi noti come pensabile per capire come, a quell’epoca,
prodotti nell’atelier di Jean Fusoris o al venisse affrontato il problema della co-
medesimo riconducibili. Esso consentirà municazione didattica per una materia
ad altri un aggiornamento degli inventari così complessa come l’astronomia.
degli astrolabi occidentali medievali.
Il già citato Prof. David A. King, del- Bibliografia generale
l’Ist. di Storia della Scienza J. Wolfgang - A.A. V.V., La Mesure du Temps dans les
Goethe University di Francoforte, che Collections Belges, Catalogo della Exposi-
ringraziamo per la preziosa collaborazio- tion organisée par la Societé Generale des
ne fornitaci per questa ricerca, tiene an- Banques, Bruxelles, 1984.
cora a giorno l’elencazione cui abbiamo - A.A. V.V., Orologi e Strumenti di Precisio-
ne dal 1500 alla metà del ‘600, Priuli e
fatto riferimento.
Verlucca Editori, Ivrea,1991.
Certi che sia il nostro inventario che - Catalogo della mostra 9 Novembre 1979 -
quello del Prof. King si arricchiranno in
futuro, possiamo asserire che il corpus di 26) E. Poulle, op. cit. in nota 1, come riportato al-
strumenti astronomici del nostro elenco la fine della nota 7, pag. 20.

80
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“La Clessidra”, anno 27,n. 9, 1971. and Quadrants in the Care of the Utrecht
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- Turner, Anthony, Early scientific instru- Museum, Chicago, 1998.

Nota della redazione - Per ragioni di spazio non è stato possibile pubblicare in questa se-
de la sezione dedicata da Fausto Casi a “L’astrolabio nel Medioevo”, che pure faceva
parte integrante del suo articolo. Ci riserviamo di proporla ai nostri Soci in uno dei
prossimi numeri de “La Voce di Hora”.

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