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Recensione del cortometraggio Stella

Le seconde possibilità sono davvero realistiche? Questo sembra essere il leitmotiv del
cortometraggio drammatico di poco meno di sette minuti intitolato Stella, del 2009, del
cuì Gabriele Salvatores è il suo regista per il progetto "PerFiducia".

Ambientata negli anni ottanta fino ai giorni attuali, la storia inizia con un primo piano
che mostra una piccola frazione di periferie in mezzo alla nulla, dove l'unica attività si
concentra sul supermercato locale un 21 dicembre, data che è stata volutamente scelta
per essere vicina a Natale. Lì una giovane madre entra con l'intenzione di rubare il cibo,
quando si ferma davanti ad una cucina giocattolo che sarà il regalo di Natale ottimale
per la sua figlia, che la aspettava nella macchina. Dal commercio fugge in fretta con il
tanto atteso bottino sempre guardando dietro il proprietario che la insegue mentre
colpisce un furgoncino che si attraversa. Come risultato dell'incidente, la madre muore e
la bambina che è lasciata al suo destino e senza famiglia, perde una gamba.

Ventisette anni dopo siamo stati portati ad un colloquio di lavoro per la posizione di un
pasticcere vacante in un ristorante prestigioso. Il futuro dipendente, anche se brillante
nel commercio, ha un passato discutibile. Nonostante questo, ha superato il test grazie al
suo candore e quindi ottiene questa seconda possibilità.

Il regista gioca con la perspicacia mostrando i primi piani degli belli come inquietanti
occhi blue dell'intervistata, lo stesso da quando Stella era bambina, ed è il nostro
sguardo fazioso che ci fa pensare che l'intervistata sia la stessa ragazza, che colpita da
un'infanzia difficile e dalle sue decisioni sbagliate ha seguito i passi de sua madre
disoccupata e dipendente. Sigillato il patto, il capo, una rinomata chef, si alza
lentamente trascinando la gamba zoppa per offrirle da bere. La nuova impiegata guarda
a uno scaffale dove in un luogo preferenziale si trova l'ultimo regalo che aveva ricevuto
da sua madre, una cucina giocattolo, di cui voleva essere meritoria.

Finora la storia come la vita stessa, che insieme a brillanti performance nei loro
rispettivi ruoli aggiunge il condimento aggiuntivo a questo lavoro magistrale. Anna
Bellato nel ruolo della madre, con una breve ma intensa e credibile performance,
Roberta Robelli, la protagonista e Tania Garibba, la dipendente, completano questo
superbo cast.

Con questo magnifico cortometraggio, in linea con il neorealismo italiano, Salvatores,


che avevamo già visto in altre opere premiate come Mediterraneo, con cui ha ottenuto
l'Oscar per il miglior film straniero nel 1992, salva magistralmente in questa favola i
valori umani più positivi, quelli che ci permettono di superare l´avversità del destino, e
la redenzione attraverso l'empatia, che ci rende solidali. Ampiamente raccomandato,
questo lavoro è semplicemente imperdibile. 440
Riassunto di Stella

La historia inicia con un primer plano que muestra un reducido caserío de suburbios en
el medio de la nada, donde la única actividad se centra en el supermercado local un 21
de diciembre, fecha que ha sido escogida deliberadamente por resultar próxima a las
navidades. Allí ingresa una joven madre con la intención de robar alimentos, cuando se
detiene frente a una cocina de juguete que será el regalo de navidades óptimo para su
niña, quién la espera en el vehículo. Del comercio huye con el ansiado botín
desesperada y mirando siempre detrás al dueño del comercio que la persigue, mientras
impacta contra un camión que se le atraviesa. Como resultado del incidente, la madre
muere y la pequeña quién queda librada desde entonces a su suerte sin familia, pierde
una pierna.

Veintisiete años más tarde la historia nos lleva a una entrevista de trabajo para un puesto
vacante de pastelero en un restaurante de prestigio. La futura empleada, aunque brillante
en el oficio, tiene un pasado cuestionable. A pesar de ello, ha pasado la prueba gracias a
su franqueza y obtiene así esta ansiada segunda oportunidad. El director juega con
perspicacia mostrando primeros planos de los bellos e inquietantes ojos de la
entrevistada, los mismos de Stella de pequeña, y es nuestra mirada sesgada la que nos
hace pensar que la entrevistada es aquella niña que afectada por una infancia difícil y
por sus propias malas decisiones ha seguido el derrotero de su madre desocupada y
dependiente. Sellado el pacto, la empleadora, una reputada chef, se levanta lentamente
arrastrando su pierna coja para ofrecerle una copa. La flamante empleada dirige su
mirada a un estante donde en lugar preferencial se expone el último regalo que le había
recibido de su madre, una cocina de juguete, del cual deseaba ser meritoria.

Hasta aquí la historia, que conjuntamente con unas actuaciones brillantes en sus
respectivos roles añade el condimento adicional a esta obra magistral, como la vida
misma. Anna Bellato en el papel de la madre, con una actuación breve pero intensa y
creíble, Roberta Robelli, la protagonista y Tania Garibba, la empleada, completan este
soberbio elenco.

Con este magnífico corto, en la línea del neo-realismo italiano, Salvatores, a quién ya
habíamos visto en otros trabajos premiados tales como Mediterraneo, con el que logró el
Oscar a mejor film extranjero en 1992, rescata magistralmente en esta fábula los valores
humanos más positivos, aquellos que permiten sobreponernos a las adversidades del
destino, la redención a través de la empatía, que nos hace solidarios. Ampliamente
recomendable, esta obra es sencillamente imperdible. 429

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