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SHADOS- vampiro, warlock, criminale

Sin da neonato ciò che Shados ricorda è la lotta costante per la sopravvivenza. Nato in una famiglia di
vampiri era quello che sembrava meno toccato dalle sembianze non morte, infatti la sua pelle era simile a
quella degli umani; lo tradivano solamente i suoi occhi gialli scuro che sotto una determinata luce potevano
sembrare rossicci e i suoi canini particolarmente appuntiti. La sua famiglia era dedita all’assassinio,
all’inganno e più in generale al lavoro sporco ché chi li assumeva, e nonostante ciò li disprezzava, non
voleva fare. Shados già all’età di 14 anni aveva visto troppi dei suoi fratelli, famigliari e amici morire per
poche monete o abbandonati dai propri compagni in quanto considerati deboli e indegni. Lui odiava questa
vita e questa mentalità, lui era uno di quelli forti, di quelli resistenti che lottavano per la propria vita fino
alla fine, ma questo non era quello che desiderava, né per lui né per gli altri, e la sua fuga avrebbe
determinato l’esilio e di conseguenza una condanna a morte da parte degli altri membri della sua stessa
famiglia. Una notte, allontanatosi dall’accampamento nella montagna dove si erano stabiliti, si sedette in un
prato a riflettere e a fumare la pipa che aveva rubato al padre poco prima, quando sentì qualcosa, guardò il
cielo e le stelle gli sussurrarono: “Cosa ti affligge giovane vampiro?”. Era Morwen, la eladrin. Di fronte alla
celestiale Shados vide l’opportunità per porre fine alla tremenda situazione a cui era sottoposto. Le propose
un patto: il potere in cambio di servitù alla regina della corte di stelle, il potere di cambiare le cose e, dopo
aver visto il sorriso della celestiale, svenne. La mattina dopo Shados si svegliò nell’accampamento, l’ultimo
rimasto della comunità; intorno a lui i cadaveri dei sui ex compagni e familiari. Ci era riuscito, aveva
cambiato la sua vita che lo rendeva così miserabile, però non sapeva cosa provare: rammarico per quelli
che fino a poco tempo erano i suoi fratelli, i suoi amici? O gioia per libertà appena guadagnata? Lui non
aveva mai formato legami con gli altri, né gli altri fra di loro, l’unica cosa che li legava era il sangue del
diavolo che avevano in comune. Sarebbe forse meglio per il mondo che fossero stati eliminati? Nonostante
ciò non poteva fare a meno di pensare che potesse esserci qualcosa di buono in loro, che poteva esserci
qualche possibilità di redenzione dalla loro condizione. Aspettò la notte successiva, e quella successiva
ancora e così per molte notti aspettando istruzioni dalla sua patrona, guardando le stelle in cerca di guida,
ma niente, solo il silenzio assordante della notte. Decise dunque di partire verso la città più vicina,
thunderridge, portandosi con sé ciò che gli avrebbe permesso di vivere, una spada lunga da sempre
appartenuta al guerriero più abile di ogni generazione che però apparentemente non sembrava niente di
speciale a Shados ma della quale non conosceva l’origine. Arrivato in città, le persone mostrarono subito
diffidenza nei suoi confronti, in quanto vampiro, e non riuscì a trovare nessun lavoretto per poter
guadagnarsi il cibo. Inoltre, la città era allo sbando, funzionari e guardie corrotte, il governatore inetto e le
strade in piena guerra tra bande rivali. A pochi giorni dal suo arrivo in città e finite le scorte di cibo si mise a
rubare, formò una piccola banda con altri orfani della città per poter agire al meglio, ma attirarono
l’attenzione di uno dei capi della criminalità organizzata di quella città. Shados e i suoi compagni vennero
catturati, però grazie al suo talento e alla sua esperienza maturata da bambino, il boss di quella fazione, un
vecchio umano di nome Damian, rimase impressionato dal giovane e decise di proporgli di unirsi a loro. Il
vampiro, si trovò bene con loro, nonostante l’ambiente, non era niente in confronto a ciò che aveva subito
nell’infanzia, e il suo boss era la migliore opportunità per riportare l’ordine nella cittadina ed era uno dei
pochi che non lo guardasse con disgusto. Passarono gli anni e la situazione si era ormai stabilizzata con un
nuovo governatore e con il boss a capo dei bassifondi, si riusciva a vivere tranquilli. Il contributo di Shados
fu fondamentale per l’ascesa al potere del boss e alla rivoluzione avvenuta in Thunderridge. Nonostante
avesse trovato una nuova famiglia, relativa ricchezza e felicità, mancava qualcosa, qualcosa che non sapeva
ma che gli impediva di essere completamente soddisfatto. Una notte mentre era alla finestra, le stelle gli
sussurrarono nuovamente: “Il momento è arrivato, sei pronto, parti e segui le stelle”, il ragazzo aveva
capito molto bene e sapeva che non poteva rifiutarsi, quindi prese i suoi averi, compresa una ciotola che in
quegli anni aveva sempre usato per bere il tè e che in qualche modo riusciva sempre a trasmettergli un
senso di sicurezza, la spada e quella pipa molto pregiata che il boss gli aveva donato. “Forse è questo quello
di cui sento il bisogno, forse mi aiuterà a capire meglio il mio destino”, pensò. Lasciò un biglietto al suo
vecchio capo, che considerava quasi un padre e se ne andò senza salutare nessuno perché sicuramente lo
avrebbero fermato. Appena uscito dalla città vide la luce delle stelle che lo guidavano diventare solida e
formare un guanto d’arme per la sua mano sinistra fatto di argento; nonostante l’aspetto, era molto
leggero e resistente, creazione di magia celeste. E così iniziò il suo viaggio, con una lacrima che scendeva
lungo le sue guance rosa/grigio ma il cuore pieno di eccitazione per quella che sarà l’avventura più
importante di tutta la sua vita.

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