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JORGE MILIA* Bergoglio & Borges, realtà e


imprecisioni di un’ ”amicizia”
PUBBLICATO IL
06 Dicembre 2013

ULTIMA MODIFICA
16 Luglio 2019 Un contributo al “Cortile dei Gentili” che si terrà a Buenos Aires sul più
ora: 14:07
celebre scrittore argentino

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Oggi tutti parlano del rapporto di Sua Santità Francesco con il più La nuova epopea del vicinato contro il virus

importante degli scrittori argentini e la maggioranza suole definirlo


Aumentano le richieste di testamento, i notai:
amicizia. Associare immagini senza prendere in considerazione la loro “Ci chiamano molti parenti di malati”
cronologia ci può condurre a conclusioni erronee. È vero che Jorge Mario
Bergoglio S.J. ha conosciuto Jorge Luis Borges, che in un determinato Coronavirus, Salvini: “Spendiamo tutto, anche
momento lo ha frequentato e ha avuto la possibilità di un contatto più 100 miliardi. O sarà la rivolta”

stretto che la gran maggioranza della gente, però per valutare un rapporto
di qualsiasi tipo o stabilire una amicizia di qualsiasi genere, è essenziale
ubicarsi in tempo e spazio. TUTTI I VIDEO

Nel 1965 lo scrittore aveva 66 anni, il gesuita 28. Borges era mondialmente
conosciuto e Bergoglio era solo un giovane “maestrino” della Compagnia di
Gesù, responsabile di due gruppi di studenti liceali ai quali insegnava
Letteratura e Psicologia.

Probabilmente la chiave che gli permise di tener accesso al maestro fu aver


conosciuto, attraverso un programma di Radio Nazionale, Maria Esther Come faccio a sapere se ho il
Vázquez, una scrittrice che era stata alunna e segretaria di Borges. coronavirus?
Possiamo supporre che il fatto di “essere gesuita” non sia stato un dato
indifferente. Migliaia di professori di Letteratura, e non appena di liceo, ma
anche di importanti cattedre universitarie, avrebbero voluto avere tale
fortuna e sicuramente un numero impossibile da definire lo ha tentato Ecco la dimostrazione del perché è
invano. Per questo torno alla mia supposizione, credo che ciò che ha inutile lavarsi le mani senza seguire
le linee guida
motivato la condiscendenza dello scrittore sia stato il fatto che era gesuita,
più che professore. Voglio immaginare che questa possibilità dell’ineffabile
incontro tra l’agnosticismo e la fede possa aver costituito la ragione che
indusse lo scrittore ad accettare.
Coronavirus, De Luca: "Festa di
laurea? Vi mandiamo i carabinieri
Indubbiamente, a Borges non sfuggirono la dialettica e la simpatia del suo con il lanciafiamme", il meglio degli
giovane interlocutore, e la proposta di fare alcune lezioni di letteratura interventi del governatore
gauchesca ad alunni dell’ultimo anno del liceo – cosa che in altri momenti
sarebbe parsa una pazzia –, ebbe piuttosto l’aria di un invito all’avventura.
Dico questo perché l’ho pubblicato qualche tempo fa.
Arrivò Borges. Bergoglio lo andò a prendere alla vecchia stazione della via
Mendoza di fronte alla Posta. Nessun aereo. Le sei lunghe ore di autobus da
Buenos Aires sicuramente gli avevano massacrato le reni. Io rimasi un po’
stupito, perché pensavo che un uomo già piuttosto anziano avrebbe dovuto
venire in aereo. Bah! Vecchi a metà e vecchi interi viaggiano in autobus, ma
io pensavo che non era un mezzo di trasporto appropriato per un candidato
al Nobel. Da un altro punto di vista, suppongo che per lui dovette avere
molto l’aspetto di un’avventura. Solo, in mezzo al nulla, durante sei lunghe
ore. Cosa avrà detto a sua madre? Mezzo cieco tra la gente comune che ULTIMI ARTICOLI

viaggiava attraverso le province argentine. Cosa avrà detto sua madre a lui? Tre autisti liguri bloccati al confine tra Ungheria
Chi si sarà seduto al suo fianco senza mai saperlo? Un’ avventura da e Romania
ricordare, senza dubbio. Non so quale fosse il suo cachet, ma sembra strano
che non includesse un biglietto aereo. Credo – sinceramente – che Borges “La mia nuova clinica gratis per curare i maltati
di coronavirus”
guadagnò molto: viaggiare all’interno del paese, in provincia, da solo, deve
aver costituito una specie di sfida. Avrà sognato che quell’autobus era quasi
Da “è tutto tranquillo” all’accorato “state a
come il calesse su cui “il generale Quiroga va in carrozza verso la morte”. casa”: le tante giravolte dei politici in un mese di
pandemia da coronavirus

Dovrebbe bastare questo panorama per mostrare le differenze iniziali tra


Borges e Bergoglio. E lo dico perché, oggi, molta gente stabilisce quasi una
contemporaneità tra l’uno e l’altro, quando in realtà li separavano quasi
quattro decenni.

Non stupisce lo zelo con cui Jorge Mario Bergoglio S.J. affrontò questo
compito. Qualcosa di sommamente comprensibile in qualsiasi professore
che avesse avuto una tale occasione. Ma in lui, come gli è abituale, non fu il
prodotto di un raptus o di un’improvvisazione, ma di una preparazione
metodica. Noi, i suoi alunni tartassati, già da tempo avevamo a che fare con
Borges, i suoi racconti e le sue poesie. Fu forse questa la carta vincente.
Borges lo disse in varie occasioni, e anche a me personalmente: quello che
lo aveva sorpreso, quasi affascinato, era che adolescenti come noi avessero
letto tanto della sua opera. Non c’è da stupirsi del fatto che Borges si
rendesse conto che solo grazie a una conduzione sistematica, organizzata,
un gruppo di giovani poteva accedere a una lettura di questo tipo. Credo
che per lui questo dovesse essere un motivo di particolare soddisfazione
perché era prevedibile che lo leggessero, lo studiassero o lo discutessero in
ambienti accademici, ma che una manciata di alunni di un liceo di periferia
accedesse a quel mondo immetteva qualcosa di misterioso nella loro
educazione. Forse questa esperienza poteva, in qualche modo, avvicinare la
sua letteratura a quella di Kipling, Stevenson, o altri i cui lettori non
avevano limiti di età.

Senza dubbio, durante la visita di Borges a Santa Fe entrambi ebbero più


tempo per il dialogo che in qualsiasi momento posteriore. In seguito
Bergoglio si sarebbe occupato di soddisfare la richiesta di Borges, di
mettere insieme “alcuni scritti di questi ragazzi” per mandarglieli e perché
se li facesse leggere. Alcuni giorni dopo arrivò il ringraziamento per la
cortesia di cui era stato oggetto durante il suo soggiorno a Santa Fe e
l’inattesa richiesta di “scrivere il prologo di questo libro”, un libro che
esisteva solo nella mente di Borges e per il quale avrebbe scritto –
probabilmente – la sua prefazione più generosa: “Questo prologo non solo
lo è di questo libro, ma anche di ciascuna delle ancora indefinite serie
possibili di opere che i giovani qui riuniti possono, in futuro, redigere”.

Poi, il tempo. Si sono incontrati di nuovo? Suppongo che sia possibile, ma le


circostanze devono essere state molto diverse.

Si può parlare di amicizia tra Borges e Bergoglio? È qualcosa di relativo.


Dipenderà dal concetto di amicizia che ciascuno ha. In un mondo in cui
l’amiconeria è moneta corrente, il concetto di amicizia sembra esser stato
svalutato. Borges aveva amici pubblicamente noti e di certa fama, ma di
numero ridotto. Bergoglio ha amici poco noti, e noi non siamo famosi. Però,
entrambi li hanno sempre considerati come un circolo raccolto. Chi
potrebbe stabilire se in qualche momento essi abbiano incluso l’altro nel
proprio circolo? È improbabile, e da qui deriva che l’idea di una amicizia tra
loro appaia fittizia. Quello che senza dubbio ci fu – altrimenti, il rapporto
non sarebbe mai esistito – è che entrambi ebbero uno speciale rispetto
umano e intellettuale per l’altro. Un riconoscimento che è diverso
dall’amicizia, ma che – come essa – implica la stima e l’ammirazione.

Attualmente, lo stesso Papa Francesco ha chiesto che si organizzi un


“cortile dei gentili” a Buenos Aires intorno alla figura di Jorge Luis Borges.
La richiesta va oltre, non è finalizzata al salvataggio di una figura che si è
ingigantita con il tempo, né a tessere elogi che si ripetono in ogni
occasione. L’idea del Papa è assicurare, come dice Borges in “Everness”, che
“Solo una cosa non c’è, ed è la dimenticanza”, e anche che “Dio, che salva il
metallo, salva la scoria”, una promessa borgiana carica di speranza ai
peccatori.

Traduzione dallo spagnolo di Francesca Casaliggi


*Milia è lo scrittore argentino ex-allievo di Bergoglio
Leggi l'articolo anche su Terre d'America

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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