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LETTERA ALLE FAMIGLIE

DELLA PARROCCHIA DI
C A P E Z Z A N O P I A N O R E
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N° 480 – 12 DICEMBRE 2010
III SETTIMANA DI AVVENTO – LITURGIA DELLE ORE III SETTIMANA

Sei tu colui che deve venire


o dobbiamo attenderne un altro?
Giovanni, il messaggero, il "più grande tra i nati di donna" è in carcere.
Nell'oscura prigione dove è stato rinchiuso dai potenti, nelle lunghe ore di
solitudine e di incertezza, viene assalito dal dubbio. Chi è mai quest'uomo in
cui aveva creduto di riconoscere il Messia? Ha udito parlare dei suoi
miracoli: fa udire i sordi, ridona la vista ai ciechi, guarisce gli storpi,
risuscita i morti, preferisce i poveri. Dove sono tutte quelle manifestazioni
di potenza che ogni buon ebreo pensava di dover attribuire al Cristo?
Sconcertato, smarrito, Giovanni fa chiedere a Gesù: "Sei tu il Messia che
attendevamo, sei tu il non violento, il paziente, il misericordioso?".
E' la domanda che attraversa i secoli e che spesso vorremmo fare anche noi,
frastornati e disorientati dai fatti assurdi e violenti della cronaca quotidiana.
Il Maestro ci ha fatto delle promesse attraverso il suo Vangelo: che sarebbe
stato sempre con noi, che il male e la morte non avrebbero avuto l'ultima
parola, che i poveri sarebbero stati felici e che i ricercatori della giustizia
sarebbero stati pieni di gioia. Invece sembra che nulla di tutto questo sia
avvenuto o possa accadere. La notte si fa più oscura ed è difficile sperare
dietro le sbarre di una prigione dello spirito. Eppure, nella liturgia di oggi, il
profeta Isaia ci prospetta un quadro tutt'altro che fosco e sembra indovinare
il nostro stato d'animo quando proclama: "Dite agli smarriti di cuore:
Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi".
Ma per sperare in questa salvezza è necessario "entrare nell'avvento della
nostra fede e riconoscere il volto che Dio ha scelto di assumere in Gesù
Cristo, umile, misericordioso, liberatore".
Il primo presepe
La santa sera tutto era pronto, a Greccio, come frate Francesco
aveva desiderato; verso l'ora di mezzanotte, tutto il popolo di quei
pressi era convenuto intorno al presepe per festeggiare la nascita del
Signore. Come ci racconta Tomaso da Celano: «Greccio era diventata
una nuova Betlemme; la foresta risuonava di voci melodiose e le
rocce echeggiavano ai canti della folla». Ognuno portava torce
accese, mentre, vicino al presepe, stavano i frati coi loro ceri; tanto
che i boschi erano rischiarati come fosse pieno giorno.
Sulla mangiatoia che serviva d'altare, un prete lesse la messa, perché
il divino fanciullo fosse presente, sotto le specie del pane e del vino,
al modo stesso che lo era stato corporalmente a Betlemme. Ci fu pure
un istante in cui Giovanni Vellita ebbe l'impressione di vedere un
vero bambino coricato nella mangiatoia, ma che sembrava morto, o,
per lo meno, addormentato.
Ed ecco che frate Francesco si avvicina al bambino e lo prende
teneramente tra le braccia; ed ecco che anche il bambino si sveglia,
sorride a frate Francesco, e, con le sue piccole mani, gli accarezza le
guance barbute e la stoffa grigia della sottana! Visione che, del resto,
non aveva nulla di stupefacente per messer Vellita: poiché egli
conosceva già parecchi cuori, in cui, allo stesso modo, Gesù era stato
morto, o per lo meno addormentato, fino al giorno in cui frate
Francesco, con la sua parola e il suo esempio, non l'aveva risvegliato
e risuscitato.
Dopo la lettura del Vangelo, frate Francesco, in veste di diacono, si
avanzò verso la folla. «Sospirando profondamente, ci dice Celano,
accasciato sotto la pienezza della sua pietà, e traboccante di
meravigliosa gioia, il santo di Dio si drizzò presso la mangiatoia. E la
sua voce, la sua voce forte e dolce, la sua voce chiara e sonora,
trascinò gli uditori a ricercare il bene supremo».
Frate Francesco predica alla folla. «Con parole d'una dolcezza
squisita, parla del povero re nato quella notte che è il Signore Gesù,
nella città di David. E, ogni volta che vuole pronunciare il nome di
Gesù, ecco che egli è tutto arso dal fuoco del suo amore, e che, invece
di dirgli questo nome, lo chiama teneramente il Bambino di
Betlemme! E, questa parola Betlemme, la dice col tono d'un agnello
belante; e quando ha proferito il nome di Gesù, lascia scivolare la
lingua sulle labbra, come per assaporare la dolcezza che quel nome
ha sparso dietro di sé, passando su quelle labbra. E non fu che molto
tardi che terminò quella santa notte di vigilia, e che ciascuno, con il
cuore pieno di gioia, se ne ritornò alla sua casa».
«In seguito, questo luogo, dove era stato piantato il presepe, fu
consacrato al Signore con l'erezione di un tempio; e sopra la
mangiatoia fu alzato un altare in onore del nostro beato Padre
Francesco: così che, là dove poco prima le bestie senza ragione
mangiavano il fieno dalla greppia, oggi gli uomini, per la salute delle
loro anime e del loro corpo, ricevono l'Agnello immacolato, Nostro
Signore Gesù Cristo, che, spinto da ineffabile amore, ha dato la sua
carne per la vita del mondo, e che, col Padre e lo Spirito Santo, vive e
regna in somma grandezza per tutti i secoli dei secoli. Così sia!».
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Dalla notte alla Notte
Tanti giovani e giovanissimi vivono la notte come il tempo della vita,
inseguono sensazioni più forti, lo sballo, la trasgressione, convinti che sia la
vera vita e la vera gioia. I giovani, come i pastori, hanno le loro veglie che
non sono di vigilanza, di attesa, di gioia, ma di edonismo e consumismo.
Anche per voi, giovani della notte, nella notte nasce il bambino Gesù.
Insieme alla luce delle discoteche, dei flash, di cuori e menti ferite, c'è una
Luce più forte che risplende, che è sul volto di un Bimbo e vi invita a
rinascere, ad essere voi stessi.
Natale: è la festa della vita giovane, della vita che toglie la maschera alla
menzogna del non senso, per aprirsi all'amore vero.
Non più la gioia frenetica della droga, dei paradisi artificiali,
dell'ubriacatura che stordisce, ma la nuova ebbrezza dell'Amore che
rigenera, rinnova, dà vera gioia e felicità.
Squarciate anche voi le tenebre del non senso, lasciatevi illuminare
dall'Amore, dalla Speranza, dalla Gioia.
Non rifiutate la Luce che illumina occhi e cuori, uscite dalle fasce della
notte, non restate avvolti nel buio dell'esistenza.
Giovani, sostate per un attimo presso l'Amore Infinito che si è racchiuso
nelle membra di fragile creta per donarci la Sua stessa vita.
A Natale andate anche voi a Betlemme, non rimanete prigionieri dei vostri
pensieri, c'è una Luce che splende, che porta salvezza, che va oltre i fari e i
flash, che non inganna, non illude e non delude.
Cercate questa Luce. Si farà trovare. Sarà Natale anche per voi.
CALENDARIO DELLA SETTIMANA
DOMENICA 12 DICEMBRE
SANTE MESSE ORE 7 - 9 - 11
LUNEDI’ 13
ORE 21- GRUPPI GIOVANI
MARTEDI’ 14
ORE 18 - RITROVO DEL GRUPPO “I COLORI DEL CIELO”.
ORE 21 - IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO.
N.B.: PORTARE LA BIBBIA O IL VANGELO, UNA MATITA E IL
DESIDERIO DI APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DELLA PAROLA DI DIO
MERCOLEDI’ 15
ORE 15 - RITROVO DEL GRUPPO “I COLORI DEL CIELO”.
GIOVEDI’ 16
ORE 15 - INCONTRO DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
VENERDI’ 17
ORE 17,30 - ORA DI ADORAZIONE
ORE 21 - CORSO IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO
SABATO 18
ORE 14,30 PULIZIA DELLA CHIESA
16 ORECONFESSIONI
17 OREMESSA FESTIVA
DOMENICA 19 DICEMBRE
SANTE MESSE ORE 7 - 9 - 11
N. B. – LA SANTA MESSA DELLE ORE 11 SARÀ ANIMATA DALLA
PRESENZA DEI COMPONENTI DELLA NOSTRA FILARMONICA

ORE 15 - PREGHIERA DAVANTI AL PRESEPE


- BENEDIZIONE DEI GESÙ BAMBINI
- LANCIO DELLA MONGOLFIERA CON I MESSAGGI DEI
BAMBINI
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HANNO RICEVUTO IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO
Tarpini Iacopo - Vagli Viola Maria
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E’ ORA, NELLA PIENEZZA DELLA VITA:
Giannecchini Maria

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