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organizzative
A.A. 2015-2016
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Le organizzazioni come macchine
Principi di base:
Specializzazione del lavoro e parcellizzazione dei compiti
Coordinamento del lavoro basato sui principi dell’ordinamento
gerarchico
Principali scuole:
Nasce nella seconda fase della
Scuola classica Rivoluzione Industriale dall’esigenza di
razionalità ed efficienza
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Le organizzazioni come macchine
La scuola classica
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Le organizzazioni come macchine
La scuola classica di Taylor
Incentivo monetario
Le imprese organizzate scientificamente ottengono risultati migliori e possono quindi
corrispondere salari più alti, attirando gli operai più produttivi dalle altre aziende.
“In primo luogo, si deve far comprendere agli operai che il nuovo sistema trasforma i loro datori di lavoro da
antagonisti in amici, che lavorano al loro fianco, col massimo impegno possibile, per gli stessi scopi: per
realizzare cioè un aumento di produzione che riduce i costi in misura tale da poter pagare in permanenza gli
operai dal 30 al 100% in più di quanto guadagnavano in passato pur assicurando sempre all'azienda dei
buoni profitti". [1911, Frederick W. Taylor]
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Le organizzazioni come macchine
La scuola classica di Fayol
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Le organizzazioni come macchine
La scuola classica di Gantt
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Le organizzazioni come macchine
La scuola classica di Weber
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Potenzialità e limiti della metafora
meccanicistica
Potenzialità: Limiti:
L’approccio meccanicistico La metafora meccanicistica non
raggiunge buoni risultati quando: considera gli aspetti umani
dell’organizzazione e il fatto che
Il compito è molto chiaro;
le attività e i compiti sono spesso
L’ambiente è stabile; più complessi e incerti di quelli
Il ciclo produttivo è routinario; svolti dalle macchine;
La precisione ha un ruolo I modelli meccanicistici possono
importante; creare numerose resistenze
I dipendenti rispettano i nell’adattamento ad un ambiente
compiti assegnati. mutevole;
Nei dipendenti creano alienazione
e scarsa socialità.
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Le organizzazioni come organismi
Principi di base:
Le organizzazioni sono concepite come “sistemi aperti” che si adeguano all’ambiente.
Le organizzazioni hanno dei cicli vitali.
Le attività lavorative sono influenzate sia dalla natura umana che dalle componenti formali
Principali modelli:
L’organizzazione è legata alla soddisfazione e
Scuola delle relazioni
alla motivazione dei suoi componenti
umane
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Le organizzazioni come organismi
La scuola delle relazioni umane
Corrente
interazionista
Scuola delle
relazioni umane
Filone delle
risorse umane
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La scuola delle relazioni umane
La corrente interazionista di Mayo
Principi:
La produttività dei singoli non è direttamente dipendente dalle condizioni di
lavoro.
La produttività è fortemente influenzata dai gruppi di lavoro.
Il gruppo è un ottimo veicolo di informazione fra la direzione e i componenti
del team.
Il gruppo ha un ruolo determinante nel perseguimento degli obiettivi
aziendali.
Limiti:
La teoria trascura le componenti strutturali, tecnologiche ed economiche.
Tra i diversi gruppi operanti in un’organizzazione esistono divergenze di
interessi.
Gli incentivi di carattere sociale e morale hanno effetto solo se le persone e i
gruppi si identificano nell’organizzazione.
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La scuola delle relazioni umane
Il filone delle risorse umane/1
Principi:
La produttività è funzione della soddisfazione dei lavoratori.
La soddisfazione non dipende solo dall’appartenenza ad un gruppo, ma anche
dall’autorealizzazione e dalla significatività del contenuto del lavoro (teorie
motivazionali).
Gli individui e i gruppi raggiungono al meglio gli obiettivi solo quando i loro
bisogni sono soddisfatti.
Le mansioni e le relazioni interpersonali possono venir progettate per creare
delle condizioni che favoriscano l’integrazione fra i bisogni degli individui e
quelli dell’organizzazione.
Limiti:
La riorganizzazione del lavoro suggerita investe la sfera individuale e non
modifica sostanzialmente la distribuzione del potere decisionale in azienda.
Si trascurano le differenze esistenti tra le diverse esigenze individuali.
Le teorie motivazionali non considerano importanti variabili come i fattori
ambientali e la tecnologia che condizionano il disegno organizzativo più dei
bisogni dei dipendenti.
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La scuola delle relazioni umane
Il filone delle risorse umane/2
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La scuola delle relazioni umane
Il filone delle risorse umane/3
Fattori motivanti
Fattori igienici
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Le organizzazioni come organismi
Modello socio-tecnico
Le persone
Tecniche
I gruppi
Ricerca di
coerenza fra tutti i
fattori
Gruppi Persone
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Le organizzazioni come organismi
Scuola sistemica
Ambiente di contesto
Task environment
Organizzazione
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Le organizzazioni come organismi
Teoria della contingenza
Le diverse situazioni che un’organizzazione deve affrontare richiedono una scelta fra le
proposte dalle varie scuole di pensiero variabile in base alle esigenze che tenga conto delle
variabili interne all’organizzazione (tecnologie e dimensione) e quelle esterne (ambiente).
La tecnologia influenza l’organizzazione quanto più questa è vicina alla produzione.
Le organizzazione possono essere ricondotte a due sistemi (Burns e Stalker):
Sistema meccanico (strutture burocratiche, l’autorità, le attività e le competenze
tecniche sono definite in modo preciso): adottabile quando l’organizzazione opera in
un ambiente stabile e definito;
Sistema organico (flessibilità, i compiti sono definiti in base alle esigenze): adottabile
quando l’organizzazione opera in un ambiente instabile e in continuo mutamento.
Paradigma delle pari complessità (Lawrence e Lorsch):
La complessità dell’ambiente richiede una più elevata differenziazione (differenza
negli assetti e negli orientamenti conoscitivi ed emotivi che intercorre tra le unità
dell’organizzazione) nella struttura dell’organizzazione;
Una maggiore differenziazione richiede più elevati livelli di integrazione (insieme dei
processi che migliorano la collaborazione e il coordinamento fra unità differenziate).
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Potenzialità e limiti della metafora
Potenzialità:
Importanza attribuita ai rapporti tra le organizzazioni e il loro ambiente.
La gestione delle organizzazioni può essere sempre migliorata se si presta
attenzione ai bisogni che devono essere soddisfatti.
Ponendo nella sopravvivenza l’obiettivo cruciale delle organizzazioni, il
management ha maggiore flessibilità di azioni e di decisione.
La strategia, la struttura, la tecnologia, le dimensioni umane e manageriali
sono considerati sottosistemi correlati in cui i bisogni devono essere
soddisfatti contemporaneamente nel modo più equilibrato.
Questa visione delle organizzazioni tiene aperta la possibilità di scelta fra
diversi modelli organizzativi.
Limiti:
Questo approccio rappresenta le organizzazioni in modo molto concreto
lasciando poco spazio all’azione creativa dell’uomo.
Non considera che le organizzazioni non solo devono adeguarsi all’ambiente,
ma contribuiscono anche alla sua formazione.
Le organizzazioni difficilmente risultano come unità funzionali perfettamente
coordinate come sono considerate nel modello.
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Le organizzazioni come cervelli
Principi di base:
Le organizzazioni sono sistemi in grado di elaborare informazioni.
La raccolta e l’elaborazione delle informazioni permette ai sistemi di auto-
organizzarsi.
Principali modelli:
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Le organizzazioni come cervelli
L’approccio decisionale di Simon
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Le organizzazioni come cervelli
Le learning organizations
Difficoltà:
I principi organizzativi su cui si basano alcuni modelli (es. modello
burocratico, struttura funzionale marcata) ostacolano il processo di
apprendimento.
Routine comportamentali difensive: la volontà di proteggere se stessi o i
colleghi porta a nascondere le problematiche.
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Le organizzazioni come cervelli
Le organizzazioni “olografiche”
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Potenzialità e limiti della metafora
del cervello
Potenzialità:
La metafora del cervello indica con chiarezza quali sono le caratteristiche che
un’organizzazione deve possedere per poter apprendere.
Il modello getta le basi per ripensare alle logiche manageriali classiche.
La metafora permette di concepire le implicazioni delle nuove tecnologie
nell’ottica delle interazioni di tutte le “intelligenze” presenti
nell’organizzazione per renderla capace di auto-organizzarsi.
Limiti:
Il modello non considera i conflitti che possono verificarsi fra
un’organizzazione che apprende e i classici fenomeni di potere e di controllo
presenti in tutte le organizzazioni.
L’apertura mentale e la capacità di autocritica sono estranee alle logiche di
management tradizionali.
Le difficoltà del management a far propria le logiche dell’apprendimento e
dell’auto-organizzazione creano resistenze che portano a mantenere lo stato
attuale.
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