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tenterà di fare una breve disamina delle maggiori scuole che, nei loro piani
vicende socio - politiche del momento storico in cui vengono alla luce.
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assistere, successivamente, alla comparsa di studi più attenti e
pacifica.
caricati di tutti i mali della società, così da formare un comodo alibi per
comunità di origine ebraica e/o verso le popolazioni nomadi dei Rom, dal
medioevo fino alle soglie dell’età moderna. In sostanza, quando si
violenza delle comunità autoctone verso quelle altre, la cui unica colpa altro
non è che quella di vivere secondo usi e costumi diversi. Nei periodi
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punizione.
criminalità.
vengono fatti negli Stati Uniti d’America, paese che fonda la propria
vero e proprio genocidio, poiché non allineati ai valori di vita dei bianchi.
fine del secolo XIX, come tra gli immigrati la commissione di atti di
devianza sia più elevato rispetto a quelli messi in atto dagli autoctoni
anni.
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frattura di regole sociali e/o come assenza di norme e di valori comuni nei
quali riconoscersi. Dal punto di vista sociale, Durkheim crede che l’anomia
sia causata dallo sviluppo industriale di fine ottocento che, tra i tanti effetti,
anomia, porta all’aumento dei suicidi ma anche del delitto in genere, il quale
viene così considerato dallo studioso come un accadimento inevitabile, un
fatto sociale come tanti altri. In questo contesto anomico, gli immigrati
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3. La criminologia americana: la scuola di Chicago.
crea disfunzioni anche nel sistema del controllo sociale. Appare utile
dovuto alla grave crisi del crollo della borsa di Wall Street del 1929, che
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analizzati dallo studioso tedesco M. Weber, che vengono sintetizzati nelle
espressioni “american way of life” e/o “self made man”, ossia la via
addirittura l’arrivo alla Casa Bianca. Ora, scrive Merton, in realtà questi
traguardi non sono per tutti accessibili mediante l’utilizzo di mezzi legali e
ancor più per gli immigrati, i quali sono due volte svantaggiati, ossia poiché
compie atti criminali e devianti per riuscire a raggiungere quei traguardi che
la società americana di allora, ma potremmo dire anche di oggi, pone come
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sicuramente non si può stabilire un parallelo semplicistico di tipo
fenomeno criminale. Per cui, può affermarsi, alla luce delle ricerche sul
autoctoni.
compiuti negli Stati Uniti d’America all’inizio del Novecento, ossia nel
poiché lo sviluppo industriale sta creando quello che Karl Marx ha definito
affermerà, su larga scala, negli anni venti e trenta. Infatti, mano a mano che
espulsi dal mondo del lavoro sono proprio gli immigrati. Ora, questa massa
sociale e così, nei primi decenni del Novecento, si inaugura una politica
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restrittiva dell’immigrazione, tant’è che in questo periodo diminuiscono
vaste masse di persone, per certi versi un vero e proprio contro esodo, ha
problema, e faccia credere al popolo degli USA (paese che fin dall’approdo
nelle sue coste della Mayflower con i padri pellegrini ha fatto della libertà la
ragione stessa della propria esistenza) che si è reso necessario agire in tal
non compresi e non assimilati dagli immigrati. Pertanto si assiste anche alla
di affermarsi socialmente.
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Si noti che tali teorie di dubbio o infimo livello scientifico sono
l’ausilio anche dei sociologi e dei criminologi della Scuola di Chicago dello
poi anche in Occidente, era stato fatto per le comunità di origine ebraica con
relegati gli immigrati a seconda delle loro nazionalità, e tanto viene favorito
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Shaw e Mc Kai rilevano che in questi quartieri - ghetto, nonostante il forte
comunque elevato.
ricerche statistiche, la più importante delle quali viene effettuata nel 1910
americani, ma sono nettamente al di sotto dei tassi per quanto riguarda gli
Tra gli anni venti e trenta del Novecento, gli studiosi americani di
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formale e informale, verso gli immigrati;
infantile.
americane nel 1936, rileva come la seconda generazione abbia tassi più alti
loro genitori. Nella stessa ricerca viene sottolineato che la criminalità della
migratorio è più antico, i tassi corrispondenti sono più bassi. Taft spiega tale
accenneremo oltre.
problematiche sociali con la teoria del conflitto culturale, tesi con la quale
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anche la criminologia contemporanea si confronta.
3) il fenomeno dell’immigrazione.
entrare in conflitto con le norme del paese nel quale si sono insediati.
quelle che vengono loro trasmesse dai propri genitori, e dall’altro quelle
rapporti che gli esponenti della seconda generazione instaurano con i loro
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cultura dei propri genitori, e dall’altro comincia per loro un processo di
quella della strada, la quale a sua volta può condurla ad una condotta
delinquenziale.
ospitante e dal moltiplicarsi dei contatti con essa. Sutherland deduce che per
potenzialmente criminogeni!
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cause del crimine, atteggiamento che aveva caratterizzato tutte le scuole di
costruzionista.
H. S. Becker ed altri.
singolare.
Chicago, classifica gli individui e i gruppi definendo i loro status sociali per
società, e tanto a dispetto della conclamata mobilità sociale che, come visto
poiché il sistema politico non gli permette in realtà che ne possa fuoriuscire.
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Ora, i componenti dei gruppi sociali marginali sono dal controllo sociale
(Labelling Theory).
Asiatici in genere.
utilizzato ai primi del Novecento verso gli Irlandesi, gli Italiani, i Polacchi, i
Tedeschi etc.
immigrati, che negli USA sono gruppi sociali marginali per eccellenza,
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in quanto tali, e non perché si rendano responsabili di veri comportamenti
devianti. Ora, secondo Lemert, gli “etichettati”, per così dire, reagendo a
loro dalle agenzie del controllo sociale, formale ed informale. Pertanto, gli
eventualmente vengono compiute, non sono sentite come tali. Si crea cioè in
costruzione della devianza è lo stesso che si crea nei gruppi devianti degli
autoctoni americani.
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presente un notevole flusso migratorio: Canada, Israele, Australia, ed
da quelli americani, cui abbiamo fatto prima dei brevi cenni, hanno fornito
correlata agli autoctoni. E’ questo un dato costante che viene fuori da tutte
sfaccettature diverse da quelle dei primi anni del Novecento. Infatti, nel
grandi impennate nei tassi di criminalità, ciò vuol dire che sia il lavoratore
lavori di F. Ferracuti del 1970 per l’Italia; di E. Nann e G. Kaiser del 1969
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Lambert del 1979 per l’Inghilterra etc. L’unica eccezione è rappresentata
quindi un discorso unitario non può farsi, se non per alcuni di essi,
della popolazione.
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Ovviamente, l’interazione tra gli immigrati e le popolazioni europee,
dei luoghi comuni sul diverso e sullo straniero che invece, come abbiamo
8. Le ricerche di M. Killias.
Killias, il quale ha effettuato, alla fine degli anni ottanta, una rassegna di
1970.
autoctoni che verso gli immigrati della seconda generazione, perdura ancora
generazione di immigrati.
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Ora, su ben dodici ricerche effettuate comparando i tassi
immigrati siano più alti di quelli degli autoctoni europei. Killias spiega
commettere atti delittuosi. Secondo Killias, anche la stessa qualità dei reati
sono quasi completamente assenti i reati contro la morale, quelli dei colletti
quelli degli autoctoni che vivono nelle loro stesse condizioni economiche,
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sono le stesse che risultano correlate con il crimine degli autoctoni e cioè
fondati più sulla paura del diverso e dello straniero, che su elementi e dati
ossia è un individuo con la sua identità. Il fatto che talvolta commetta atti
delittuosi deve portare l’indagine criminologica sul suo essere persona, con i
suoi lati positivi e negativi, non tanto sul suo essere immigrato.
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Giuseppe Luigi Bandinu
Riferimenti bibliografici:
1965.
Bandini T., Studio clinico criminologico sui rapporti tra migrazioni interne
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Criminologia, 18, 167.
Marx K., Population, crime and pauperism, New York Daily Tribune, 1859.
Shaw C. R., Mc Kai H. D., Juvenile delinquency and urban areas, Chicago,
1942.
Taylor I., Walton P., Young J., Criminologia sotto accusa, Rimini, 1975.
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Milano, 1968.
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