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CORNELIA, LA MATRONA ! Certo, Plutarco (cfr. ancora Loraux, z·bid.

) all'inizio dell'opuscolo Esempi di


dì Corrado Petrocelli ! valore femminile, nel tentativo di affermare la sostanziale identità della virtù
«Se si vogliono definire con precisione i contorni di questa figura per trasferirla (aretè) nell'uomo e nella donna, cita il costume romano che prevedeva lauda-
dalla dimensione dell'immaginario alla realtà, essa sbiadisce, si cancella, sva- tiones funebres anche in onore di personaggi femminili, in contrapposizione
nisce ... Ella resta nel vago e lì conviene lasciarla, giacché solo così è possibi- allogos epitàphios ateniese e all'opportunità (che Tucidide fa esprimere a Peri-
le riconoscerla». Con queste parole, Henry Houssaye dava conto (Aspasie, cle) che delle donne, in bene o in male, si parli comunque il meno possibile. E
Cléopatre, Théodore, Paris 1890, p. 8) dell' oggettiva difficoltà di ricostruire tuttavia anche una tale usanza (comparsa tardi: forse è del 102 a.C. il primo
una biografia veridica e dettagliata di quella che fu forse la figura femminile più esempio - Quinto Lutazio Catulo per la madre Popilia - di cui abbiamo notizia
celebre della Grecia classica: Aspasia. Eppure, anche dalle fonti a lei ostili, certa, stando a Cicerone, Sull'oratore, 2,44), che si motiva significativamente
emergono i tratti di una personalità dotata di qualità indiscusse e certo non con ragioni specifiche, di volta in volta inerenti alla carriera e al prestigio di
comuni per le donne che vivevano ad Atene nel V secolo a.C.: intelligenza, colui che pronunciava l'orazione, vede ancora una volta il personaggio femmi-
dottrina, saggezza e persino «acume politico». E tuttavia di lei non una parola nile oggetto della valutazione altrui. Per quanto possiamo sforzarci di indagare
ci resta, non una testimonianza dei suoi pensieri, del suo sentire. Ella fa «irru- fra il materiale tràdito non troveremo infatti un solo esempio di laudatio fune-
zione» nella biografia plutarchea di Pericle quando l'autore deve dar conto de- bris pronunciata da una donna. !
lle ragioni della spedizione contro Samo e reputa giunto il momento di dar vita Nessuna meraviglia, dunque, alla luce di tali considerazioni di carattere preli-
a un excursus che descriva la natura dell'abilità (techne) e capacità (djnamis) minare, se anche per un personaggio ben noto alla tradizione e più volte citato
con cui Aspasia sarebbe riuscita a soggiogare gli uomini politici più in vista e a nelle fonti, quale Cornelia - la figlia di Scipione Africano e la madre dei Gracchi
fornire materia di impegnative discussioni per gli intellettuali. Ma del periodo - il compito di ricostruire le vicende biografiche non risulti per nulla agevole,
precedente al suo rapporto con Pericle (o con Socrate), tranne che fosse di laddove si intenda oltrepassare il puro intento celebrativo, la dimensione reto-
Mileto e figlia di Assioco, non ci è dato di sapere nulla: nulla su quando nacque rica dell'esemplarità. Al pari di Aspasia, Cornelia godette di una fama inusuale
o che età avesse e in quale momento e perché approdasse ad Atene. Allo per le donne del suo tempo, da cui è ragionevole pensare si distinse - oltre che
stesso modo una coltre di impenetrabile silenzio avvolge i giorni della sua fine, per nobiltà di lignaggio e doti comportamentali - soprattutto per le capacità di
quando ormai Pericle (e, non molto dopo, Lisicle, l'altro uomo politico cui As- cui seppe dar prova in ambito culturale. !
pasia si sarebbé unita) era scomparso. ! E se la Milesia, oltre che partecipe animatrice dell'attività del circolo pericleo,
«Non esiste nessuna donna greca che non sia diventata famosa se non attra- fu spesso descritta a rappresentare la novità e la trasgressione nel
verso gli uomini o, per lo meno, un uomo». Questa considerazione che Nicole costume[Corne1ia diventò col (ì) tempo, presso i posteri, il simbolo luminoso
Loraux (p. 125) pone quasi come «doverosa» premessa alle sue pagine dedi- della matrona e l'incarnazione di quei valori tradizionali che rendevano salda,
cate appunto ad Aspasia, può ritenersi sostanzialmente valida anche al di là alla base, la famiglia, quale nucleo, struttura portante dell'organizzazione so-
del mondo ateniese del V secolo a.C. Giacché se è vero che «per presentare ciale romana'.l)Pure, per delinearne i momenti dell'esistenza, saremo costretti
una lista di donne famose al tempo loro, un moderno storico di Roma non in- - e in molte occasioni in maniera forzatamente approssimativa - a congettura-
contrerebbe le medesime difficoltà» presentate dal mondo greco (Loraux, p. re, operando continui riferimenti agli uomini della sua vita e alle tappe delle
XXVIII), è altrettanto vero che non mutano, al fondo, la prospettiva e le forme loro carriere, scavando nelle loro biografie, quelle sì scandite dal riconosci-
di selezione delle notizie che ci vengono tramandate, mentre, ancora una vol- mento di impegni pubblici ed ufficiali, per trame talvolta solo dati labili e scarni. !
ta, salvo rarissime eccezioni, non disponiamo di alcuna testimonianza diretta
della voce, del pensiero femminile. Escluse dai oirilia officia per ragioni di rico-
!
Storia di un matrimonio importante !
nosciuta incapacità naturale (infirmitas, imbecillitas sexus, leuitas animi, impo- L'anno di nascita di Cornelia ci è ignoto. Quanto ricca di aneddotica, infatti,
tentia muliebris), emarginate rispetto ai momenti e alle vicende che scandis- appare la sua vita dal matrimonio con Tiberio Sempronio Gracco alla morte del
cono la vita pubblica e i ritmi della collettività, anche le donne della romanità figlio Gaio, tanto povera di riferimenti risulta per gli altri periodi. Nessun parti-
(specie in età repubblicana) vengono «pensate» in relazione alloro rapporto colare affiora per quel che riguarda l'adolescenza e la prima giovinezza, che
con gli elementi maschili e al loro essere madri o mogli o sorelle o figlie. E so- pure dovettero essere ricche di esperienze, soprattutto dal punto di vista for-
prattutto vengono «rappresentate» nella visione altrui, giacché maschili sono mativo e dell'educazione. L'unica notizia diretta pervenutaci (peraltro costruita
essenzialmente le fonti pervenuteci, sovente ispirate all'applicazione di moduli quasi a spiegare l'origine di alcune vicissitudini negative della vita di Cornelia)
stereotipi. Gli esempi da tramandare nella memoria appaiono sistematicamen- è quella fornita da Plinio, secondo il quale l'esempio di Cornelia dimostrava
te ricondotti al modello consolidato - per ruolo e funzioni - delle virtù canoni- come fosse sintomo di cattivo augurio, «per le donne, nascere con le parti ge-
che, ovvero, di fronte ad una condotta «extravagante», alla connotazione ne- nitali chiuse» (Storia naturale, 7,69; cfr. anche Solino, 1,67). !
gativa della trasgressione. !
--7l -l"., La figura di Cornelia fa il suo ingresso per così dire 'ufficiale' sul pal- oggetto di accaniti dibattiti fra gli studiosi, e già presso gli antichi erano di con-
coscenico della storia in occasione delle sue nozzes, E anche questa circos- troversa interpretazione. In più di una occasione lo stesso Livio è costretto a
tanza non deve stupire. Il matrimonio costituiva infatti il momento della realiz- registrare discordanza fra le sue fonti e a rivelare il proprio imbarazzo sulla
zazione sociale per l'elemento femminile, ne segnava, attraverso l'abbandono scelta della versione cui attenersi (così, per es., per le divergenze sui partico-
e la consacrazione simbolica degli oggetti d'infanzia, la maturazione, esatta- lari relativi alla fine di Scipione - 38,56,1 sgg. - di cui non erano certi né la data
mente come il giovane si disfaceva del passato al momento dell'assunzione di morte, né il luogo di sepoltura). Fra gli elementi su cui la tradizione non ap-
della toga oirilis , che ne sanciva l'ingresso a pieno titolo nella società civile. ! pariva concorde figurava il dubbio se Cornelia Minore (la sorella maggiore
Si comprende inoltre come l'unione tra un personaggio della statura e del «haud dubie a patre collocata erat» a Publio Cornelio Scipione Nasica Corcu-
prestigio di Tiberio Sempronio Gracco e la figlia, addirittura, di PubI io Cornelio lo: Livio, 38,57,2) fosse stata concessa dall' Africano o, invece, fosse andata in
Scipione l'Africano Maggiore, il vincitore di Annibale, dovesse costituire evento sposa a Gracco solo dopo la morte del padre. Livio, come si è visto, propende
memorabile. ! per la prima ipotesi, che infatti egli sviluppa, a differenza dell' altra, con notevo-
Livio vi dedica infatti specifica attenzione (38,57) nell'ambito del racconto de- le dovizia di particolari. Tuttavia Plutarco - che con le biografie di Tiberio e
ll'ultimo periodo della vita dell'Africano e in particolare dell'episodio - in occa- Gaio Gracco costituisce per noi la fonte di maggiori particolari sulla vita di Cor-
sione del processo intentato contro gli Scipioni - dell'intercessione da parte di nelia - smentisce con decisione la veridicità di tale versione. Nel descrivere la
Sempronio Gracco. Quest'ultimo, infatti, avrebbe agito energicamente in loro fama e i successi della precoce carriera del giovane Tiberio, egli narra come
favore, sebbene, come una parte della tradizione attesta (cfr. per es. oltre a Appio Claudio Pulcro decidesse, nel corso di una riunione conviviale degli àu-
Livio, 38,52,9 e 57,4, Cicerone, Sulle province consolari, 8,18; Valerio Massi- guri, di proporre a Gracco di sposare sua figlia Claudia. L'episodio segue la
mo, 4,1,8; Plutarco, Vita di Tiberio Gracco, 1,3; Gellio, 12,8,1), vigesse una falsariga di quello narrato da Livio a proposito di Scipione ed Emilia Terzia,
precedente radicata inimicizia fra lui e gli esponenti più in vista della gens Cor- giacché anche qui, tornato a casa, l'autorevole princeps senatus annunziò l'
nelia. Il fatto dové suscitare clamore, al punto che più tardi, in occasione di un avvenu to fidanzamento alla consorte Antistia, che gli avrebbe espresso mera-
solenne convito in Campidoglio, dai senatori riuniti a banchetto si sarebbe le- viglia per una fretta ingiustificata a meno che non avesse «trovato come marito
vata la richiesta che l'Africano «promettesse la propria figlia a Gracco». Con- per la figlia Tiberio Gracco» (Plutarco, Vita di Tibeno Gracco, 4,3). Subito dopo
clusi i rituali relativi alla promessa di matrimonio, Scipione, tornato a casa, ne Plutarco si dichiara consapevole che l'episodio era da alcuni riferito a Scipione
avrebbe dato notizia alla consorte, Emilia Terzia, vincendone, proprio grazie l'Africano e a Sempronio Gracco padre, ma ribadisce che <à più» sostenevano
alla qualità della scelta del futuro genero, l'iniziale risentimento per non essere la sua versione, e soprattutto riferisce la testimonianza di Polibio, secondo il
stata consultata (qui Livio sembra riflettere la prassi che ascriveva alle madri quale «dopo la morte dell' Africano, scelto fra tutti Tiberio, i parenti gli conces-
un ruolo talora determinante nelle unioni o anche nei divorzi delle figlie: si ri- sero Cornelia, lasciata dal padre non sposata né fidanzata» (ivi, 4). Converrà
cordi il ius maternum invocato da Amata contro la decisione di Latino in Enei- dunque, alla luce del doppione sul fidanzamento e sulla scorta dell'autorevo-
de, 7,402). Questo dunque l'episodio nella versione liviana, una lettura che lezza che a Polibio derivava dalla stretta familiarità che egli ebbe con gli Sci-
costituiva una ghiotta occasione per i ricami dell' aneddotica e rispecchiava un pioni, ritenere verosimile la notizia plutarchea. D'altronde la tradizione sulla
costume - la sanzione di una alleanza attraverso il vincolo matrimoniale - che pretesa inimicizia fra l'Africano e Gracco padre (su cui le testimonianze sem-
divenne prassi sempre più affermata col passar del tempo. La notizia di una brano concordare) potrebbe dare adito a perplessità e si fonderebbe - secondo
tale riconciliazione è infatti enfaticamente riportata anche da Valerio Massimo alcuni moderni (per es. Fraccaro e Carcopino) - su elementi spesso tutt' altro
(venuti ad un pranzo sacro odio dissidentes, se ne tornarono amicitia et adfini- che cogenti e talora vaghi. Nonostante anche Plutarco la confermi, asserendo
tate iuncti: Scipione promise la figlia a Gracco «su due piedi»: 4,2,3) e da Ge- (Vita di Tiberio Gracco, 1,3) che Sempronio Gracco non era stato amico, ma
llio (fra i casi di riconciliazioni celebri fra personaggi illustri: il tutto nacque da anzi avversario di Scipione, è possibile che la notizia dei dissensi tra i due fos-
una fortuita vicinanza ad un banchetto in Campidoglio: 12,8,4; cfr. pure Se ne se creata sulla falsariga delle divergenze che sorsero tra Scipione Emiliano e
ca il Vecchio, Controversie, estr., 5,2,2; Cassio Dione, fr. 65,1; Panegirici Lati- Tiberio Gracco figlio, o che fosse «ricavata» dall'aneddoto sulla riconciliazione. !
ni, 7[6], 13,4). Una eco si ritrova inoltre nell'argomentazione retorica (sul ra- Se dunque le nozze avvennero come decisione del consiglio di famiglia degli
gionamento «rernoto») con cui Cicerone ascrive a Scipione le responsabilità Scipioni di dar vita ad un legame «strategico» con i Sempronii (una linea che
degli effetti dell'agire dei Gracchi, giacché «se l'Africano non avesse concesso sarà più tardi ribadita dal matrimonio tra Scipione Emiliano e Sempronia, figlia
in moglie la figlia a Tiberio Gracco e da lei non fossero stati generati i due di Cornelia e di Sempronio Gracco), la morte dell' Africano (intorno al 183) cos-
Gracchi, non sarebbero sorte sedizioni di così vasta portata" (Sull'inuensione tituirà per noi il termine a partire dal quale è possibile che esse si siano realiz-
retorica, 1,91). ! zate. Ed' altro canto la stessa data sarà naturalmente anche l' ultima utile per
Tuttavia è noto come i dati relativi a quel periodo e in particolare al «processo poter fissare, al più tardi, l'anno di nascita di Cornelia. Le oscillazioni, fra le
degli Scipioni» (siamo intorno agli anni 187-84 a.C.) abbiano costituito spesso ipotesi presenti nelle ricostruzioni dei moderni, risultano spesso assai sensibili.
Dovremo, ancora una volta, per ricavare qualche dato ulteriore su Cornelia, sanarsi anche l'altra «aporia» tra una datazione più alta delle nozze e l'ipotesi,
occuparci degli uomini della sua famiglia. ! plausibile, che Tiberio, nato nel 163 a. C., fosse il primo figlio maschio. Giac-
Dei figli di Cornelia ci consta che solo tre avrebbero raggiunto l'età adulta: ché la possibilità, spesso affacciata, che ci fossero stati altri maschi prima di
Sempronia, Tiberio e Gaio. Soprattutto dalle vicende di questi ultimi due con- lui, con lo stesso nome, poi morti precocemente, finisce inevitabilmente per
viene isolare qualche dato più certo. Sappiamo da Plutarco che, quando fu entrare in conflitto con l' affermazione di Plutarco, secondo il quale Sempronio
assassinato nel 133, Tiberio Gracco non aveva ancora compiuto trenta anni, e Gracco padre, morendo, lasciò «i dodici figli avuti da Cornelia» (Vita di Tiberio
Gaio, che ne avrebbe raccolta l'eredità politica, era più giovane del fratello di Cracco, 1,5). E in ogni caso che Tiberio e Gaio Gracco avessero delle sorelle
nove anni (Plutarco, Vita di Caio Gracco , 1,2). Tiberio era dunque nato nel maggiori è testimoniato almeno dalle vicende di Sempronia, andata sposa
163 (o 162) e Gaio nel 154 (o 153). La tradizione appare inoltre concorde nell' all'Emiliano. Quando Tiberio giovanotto sedicenne accompagna nella cam-
attribuire al matrimonio di Cornelia una prolificità quasi eccezionale, che pagna d'Africa Scipione Emiliano, quest 'ultimo è già suo cognato; e Plutarco
avrebbe dato vita ad almeno dodici parti. Ne parla anche Plinio in un contesto riferisce (Vita di Tiberio Gracco, 8,7) come Cornelia, per incitare i figli, soprat-
dedicato alla rassegna delle particolari «compatibilità» fra i corpi e degli effetti tutto Tiberio, ad una carriera luminosa e precoce, si lagnasse di continuare ad
nell' ambito della procreazione: «Ci sono coloro che generano solo femmine, o essere chiamata la suocera di Scipione anziché la madre dei Gracchi. Si va
solo maschi, mentre con molta frequenza anche si ha alternanza come la ma- così, per le ipotesi di datazione del matrimonio, dal 176 a. C. (proposta di C
dre dei Gracchi per dodici volte e Agrippina, moglie di Germanico, per nove arcopino) al periodo intorno al 180 a.C. (Earl), al 181 a.C. (Moir, che però - e
volte «<plerumque et alternant, sicut Gracchorum mater duodeciens et Agrip- questo è significativo per dimostrare come sia possibile combinare gli stessi
pina Germanici noviens»: Storia naturale, 7, 57). ! dati in maniera diversa - fornisce il 170 a. C. come alternativa ugualmente cre-
Il Mommsen utilizzava la testimonianza interpretando altemant nel senso più dibile) . e un personaggio ampiamente affermato quando sposò Cornelia. La
stretto e rigoroso. Partendo dalla notizia di Poli bio (31,27,1-5) sulla generosità differenza d'età fra i coniugi sarà stata certamente sensibile. Proprio questo
di Scipione Emiliano che avrebbe pagato la seconda metà della dote delle fi- dato emerge da un aneddoto che, stando a Cicerone, Sulla divinazione, 2,62,
glie dell' Africano nel 162 a. C., alla morte della loro madre, egli aveva ipotizza- era tramandato in uno scritto di Gaio Gracco a Marco Pornponio. Così l'episo-
to come data per il matrimonio il 165 a. C. Dal momento poi che era prassi dio è descritto in Sulla divinazione, 1,36 (in 2,62 è invece fornita la spiegazione
consolidata imporre lo stesso prenome paterno al maschio primogenito, ne razionale dell' accaduto): !
deduceva che Tiberio doveva essere il primo di una lista di dodici figli (o al Naturalmente una datazione bassa del matrimonio rendeva Sempronio Gracco
massimo il secondo, se la serie cominciava con una donna), in cui di volta in ancor più carico d'anni. Le ipotesi dei moderni oscillano, infatti, per la nascita
volta si alternavano, appunto, maschi e femmine. Carcopino e altri dopo di lui di questo personaggio, dal 220 sino al limite del 208 a. C. In realtà alcune tap-
hanno tuttavia contestato con argomenti convincenti i presupposti di una data- pe della sua carriera sono note, anche se non sempre appare facile ricostruir-
zione così bassa. A parte le diverse possibili interpretazioni del passo poli- ne i contorni della condotta politica. Forse tribuno nel 187 a.C., quando avreb-
biano, che si presenta comunque non poco lacunoso, esso serve solo a stabili- be tentato di evitare il carcere a Lucio Scipione (ma l'episodio è collocato an-
re con certezza che nel 162 a. C. il matrimonio di Cornelia era già avvenuto. che, secondo alcuni, nel 184 a.C.), fu edile nel 182 a.C., pretore in Spagna
Costringere poi Cornelia a «sfornare. dodici figli in meno di quindici anni, per Citeriore a partire dal 180 a.C., console nel 177 a.C. e poi ancora nel 163 a.C.
giunta con rigorosa alternanza di sesso, non può non sembrare eccessivo, non Capace di una politica duttile e conciliante (come in occasione della pace otte-
ostante la garbata ironia per es. di A. Guarino, che (a proposito di queste che nuta in Spagna nel 178 a.C. e nelle sue varie missioni diplomatiche all'estero)
egli definisce «cavalleresche» preoccupazioni) ipotizza anche figli settimini o o talvolta rigidissima (misure di repressione per la rivolta in Sardegna), seppe
parti gemellari o multipli o non del tutto maturi per giustificare un lasso di tem- finanziare generosamente i ludi, o dar vita ad opere edilizie munifiche, sebbe-
po così breve. Va infatti considerato che un esempio talmente eccezionale non ne la severità della censura del 169 a.C. forse generò l'aneddoto secondo il
sarebbe stato introdotto da Plinio con l'espressione plerumque et, che fa inve- quale i cittadini di notte, quando il censore si ritirava, spegnevano le luci per
ce pensare ad una casistica alquanto diffusa. Inoltre l'altro esempio di fecondi- evitare l'accusa di essere dediti ai bagordi e agli sprechi. !
tà citato riguarda Agrippina Maggiore, che partorì nove volte, generando prima È certo comunque che egli era un uomo ormai maturo E Tiberio Gracco figlio
sei maschi e poi tre femmine, come lo stesso Mommsen ben dimostrò nel di Publio, che fu due volte console e censore e augure di grande autorità e
1878 «<Hermes», 13, pp. 245 sgg.). Proprio in base a quest'ultimo dato e ad uomo saggio e cittadino esemplare, non chiamò forse gli arùspici perché ave-
un'interpretazione più «elastica» dell' espressione plerumque et alternant (so- va trovato in casa sua una coppia di serpenti? Ce ne ha lasciato notizia scritta
prattutto sulla scorta di Storia naturale, 10,178, e Aristotele, Ricerche sugli suo figlio Gaio Gracco. Gli arùspici risposero che, se avesse lasciato andar via
animali, 7,6,585B per metabàllousin), che sarebbe comunque da riferirsi ad un il serpente maschio, entro breve tempo sarebbe morta sua moglie; se la fem-
unico cambio da un sesso ad un altro, K. Moir ha ipotizzato che Cornelia mina, sarebbe morto lui. Considerò più giusto morire lui, già arrivato vicino al
avesse generato prima una serie di femmine e poi dei maschi. Verrebbe così a termine della vita, piuttosto che sua moglie, figlia ancor giovane di Publio Sci-
pione Africano: lasciò andar via il serpente femmina, e pochi giorni dopo morì. realtà è assai probabile che a quella data ella fosse già una ragazzina (in Ge-
[Trad. di S. Timpanaro.] ! llio, dove però è l'Africano a concedere la figlia, Cornelia è detta «virginem iam
!
Appaiono due serpenti !
viro rnaturam»). È difficile, infatti, che ad una infante possa attagliarsi l'espr-
essione usata da Plutarco (nel riportare la testimonianza di Polibio), cioè che
È interessante notare come i serpenti siano spesso evocati - soprattutto nelle Cornelia era stata lasciata dal padre anèkdoton kai anèggyon, «non sposa, né
biografie di personaggi illustri - ad indicare portenti o premonizioni, e il dato si fidanzata» (Vita di Tiberio Gracco, 4,4). Sappiamo come una donna fosse con-
ritrova puntualmente anche nella tradizione sugli Scipioni o sui Sempronii. siderata oiripotens, cioè in età da marito, già a dodici anni, e sono noti molti
L'apparizione di un serpente nel letto avrebbe preannunciato a Pomponia la casi di nozze celebratesi in età verdissima, intorno ai quattordici anni o anche
fine della sterilità: poco dopo sarebbero comparsi i segni della gravidanza da prima. Tuttavia l'età media in cui ricorrevano con maggiore frequenza le unioni
cui sarebbe nato l'Africano Maggiore (l'aneddoto, che evoca il parallelo con per le fanciulle era quella compresa tra i quindici e i venti anni (si ricordi che
Olimpiade, la madre di Alessandro, è narrato da Gellio, 6,1; una storia analoga nelle disposizioni matrimoniali augustee era previsto l'obbligo delle nozze per
è riferita per esempio anche ad Azia, madre di Augusto, da Svetonio, Vita di le donne comprese fra i venti e i cinquant'anni). A quest'età potremmo pensare
Augusto, 94). Anche per i Sempronii si sarebbero verificate apparizioni premo- per Cornelia se ella sposò Gracco nell'arco di tempo compreso nella seconda
nitrici di serpenti (foriere di eventi negativi): ad esempio per il Tiberio Gracco metà degli anni Settanta (cioè fra il 176, ipotizzato da Carcopino, e il 170 a.C.,
console caduto in uno scontro con il cartaginese Magone (Livio, 25,16 e Vale- l'alternativa «bassa», proposta dalla Moir). Con una tale ricostruzione - anche
rio Massimo, 1,6,8) e per Tiberio, il tribuno figlio di Cornelia, poco prima della se per necessità parzialmente approssimativa - non sembrerebbe così conflig-
sua tragica fine (Plutarco, Vita dì Tiberio Gracco, 17,2). ! gere alcuna delle principali testimonianze tramandateci. Concordano piena-
Ma nella vicenda di Sempronio Gracco e Cornelia dové colpire la fantasia degli mente anche le notizie sulla longevità di Cornelia e sul fatto che fosse ormai
antichi soprattutto la longevità della donna, che finì per sopravvivere - per oppressa dagli anni, quando, ritiratasi nella villa di Miseno - morto tragicamen-
giunta riuscendo sempre ad amministrare con padronanza e autonomia la te anche Gaio nel 121 a.C. - Plutarco la descrive mentre rievoca il ricordo del
propria posizione - a tutti gli uomini della sua famiglia (Plutarco, Vita di Gaio padre e dei figli (Vita di Gaio Gracco, 19). D'altronde quando, alla morte del
Gracco, 19). In una società in cui la durata della vita media, soprattutto delle consorte, Cornelia dové far fronte a tutte le necessità che la dignità della sua
donne (si pensi, oltre che alla mortalità infan tile, alle morti per parto), deve condizione imponeva, la capacità di cui ella dette prova così autorevole ci fa
considerarsi esigua, le numerose gravidanze rendevano l'esempio di Cornelia pensare che fosse in un' età in cui poteva vantare l'equilibrio e la saggezza
ancor più eccezionale. Se nelle iscrizioni funebri si sottolinea come notevole il che derivano solo, anche in una forte e dotata personalità, dalla maturità e
caso delle donne che sopravvissero ai propri mariti o ai figli, se la storia è pie- dall'esperienza. !
na di esempi di donne che hanno preferito, per testimoniare la devozione ver- Quanto infine alla testimonianza di Sulla divinazione, 1,36 in cui Cicerone af-
so il consorte, alla scomparsa di quello sacrificare persino la propria esistenza, ferma, come abbiamo visto, che Gracco preferì scegliere la morte per sé, an-
la tradizione ascrive ad una generosa scelta di Gracco la possibilità per Corne- ziché per la figlia adulescens dell'Africano, sarebbe qui ozioso ripercorrere i
lia di continuare ad esistere. L'episodio è infatti annoverato da Plinio fra gli termini delle diatribe spesso sorte tra gli studiosi impegnati a definire perento-
exempla pietatis (7,122), e Plutarco ( Vita di Tiberio Gracco, 1,2) moti va la riamente i confini possibili dell'adulescentz'a, un periodo invece di per sé assai
scelta di Gracco come dettata dal suo sentimento verso la moglie. Valerio elastico. Un' età di mezzo che può estendersi dagli anni della giovinezza vigo-
Massimo (4,6,1), contrapponendovi la vicenda di Adrneto, lo cita quale primo rosa sino alle soglie della senectus vera e propria. Converrà al contrario sotto-
fra gli esempi più luminosi di amore coniugale (cfr. anche De tnris illustribus, lineare che il significato dell' aneddoto relativo ai serpenti mirava a porre in
57), per concludere nell'incertezza se Cornelia «dovesse essere definita più luce la notevole differenza d'età fra i due coniugi e il dato che Cornelia, alla
fortunata per aver avuto un simile marito o fosse più da commiserare per aver- morte di Gracco, ormai anziano, era ancora pienamente in condizione di rispo-
lo perso». Gracco morì probabilmente nel 154 a.C. (o, comunque, non molto sarsi e poter generare. È quanto emerge chiaramente, ad esempio, dalla tes-
dopo), l'anno di nascita cioè di Gaio, che forse potè essere l'ultimogenito. A timonianza di Plinio, che loda la scelta con cui Gracco pensò a risparmiare la
quell'epoca Cornelia non aveva ancora certo compiuto quaranta anni: possia- moglie, ma anche al bene dello Stato: infatti egli dispone che si sopprima il
mo dunque pensare che fosse nata intorno al 190 a. C. o negli anni immedia- serpente maschio, giacché "Cornelia è giovane e può ancora avere figli" (Sto-
tamente precedenti. Ovviamente, l'ultima data utile per ipotizzare una nascita ria naturale, 7,122). !
tarda (tesi sostenuta soprattutto da coloro che propendono per una datazione Allo stesso modo sarà da intendersi Plutarco, Vita di Tiberio Gracco, 1,5, dove
bassa del matrimonio) è il 183 a.C., cioè l'anno della morte dell'Africano, o ad- si dice che Gracco operò la sua scelta «ritenendo che spettasse a lui, perché
dirittura pochi mesi dopo questo evento, se pensiamo che Cornelia possa aver più vecchio, dover morire, mentre Cornelia era ancora giovane». Una valida
visto la luce, ultima figlia, dopo la scomparsa del padre (ma è ipotesi, quest'ul- conferma del reale significato dell'espressione qui adoperata ("ancora giova-
tima, del tutto astratta, che non trova riscontro in alcuna testimonianza). In ne», eti neas ouses) può trovarsi in un altro brano delle vite plutarchee. Nella
Vita di Catone Minore, 25, Plutarco riferisce che Quinto Ortensio, nel desiderio periodo Roma sembrava invasa da un'ondata di superstizioni, propagate da
di assicurarsi una discendenza e insieme legarsi ancor più strettamente all'Uti- una massa di indovini e sacrificatori: le cerimonie religiose tradizionali sembra-
cense, gli propose di cedergli, a questo fine, la figlia Porcia, che era sposata vano cadere in disuso e i nuovi culti parevano affermarsi non più solo al chiuso
con Bibulo, al quale aveva già dato due figli. Ricevuta una risposta negativa, delle mura domestiche, ma anche in pubblico. Le fonti (ad es. Livio, 25,1) ri-
Ortensio mutò parzialmente progetto, chiedendo questa volta che, per le me- portano lo scalpore destato soprattutto da turbe di donne «che nel Foro e nel
desime finalità, gli venisse ceduta la moglie dell'amico, Marcia. Catone, come Campidoglio non sacrificavano e non invocavano gli dei secondo l'uso tradi-
sappiamo, accettò, ma quel che importa sottolineare è l'espressione usata in zionale (patrio more)>>: il pretore intervenne vietando la celebrazione di riti
questo contesto da Plutarco, un' espressione identica a quella che figurava per inconsueti o stranieri in luogo pubblico o sacro e ordinando la requisizione di
Cornelia, con, però, una piccola quanto per noi illuminante aggiunta: ! tutti i libri che contenessero formule divinatorie o preghiere o scritti sull'arte di
Ortensio non esitò a chiedere a Catone sua moglie «che era ancora abbastan- compiere i sacrifici. Si sarebbe dovuto attendere il 204 a.C. perché fosse con-
za giovane per mettere al mondo dei figli» (nean men ousan eti pras to tiktein). ! cessa l'importazione, dalla Frigia, di un nuovo culto: così Cibele era ufficial-
«Ecco i miei gioielli» ! mente ammessa a Roma e la dea trionfalmente accolta da Scipione N asica e
Cornelia nacque dunque e si formò non solo in un ambiente, come quello degli dalle matrone e dalle vestali. Ma la vigile attenzione in questo settore si sareb-
Scipioni, ricco di stimoli e aperture al nuovo, ma in un'età assai particolare sia be confermata anche dopo, a guerra ormai finita, quando culti nuovi, riti miste-
nell'insieme, che in relazione, specificamente, alla condizione femminile. Un'e- rici andavano diffondendosi a Roma e in tutta l'Italia. La sfera della religione,
tà di transizione, di sviluppo e di mutamenti profondi, ma anche di contraddi- una religione civica fondata essenzialmente su pratiche rituali, a Roma era
zioni. Riconoscimenti e repressioni nei confronti delle donne (che appaiono strettamente connessa a quella della politica. Le donne, escluse dalla politica,
significativamente attive) si alternano sovente. Già il terribile periodo del con- lo erano, formalmente, anche da quelle pratiche comunitarie del sacro che
flitto punico aveva visto il verificarsi di episodi come il riconoscimento di meri- scandivano il tempo della città; tuttavia esse avevano una propria funzione e
torie azioni personali (è il caso di Busa, la facoltosa donna di Apulia che soc- un proprio «spazio» con i sacerdozi femminili, i culti cittadini in cui svolgevano
corse i reduci di Canne, rifugiatisi a Canosa, e ottenne onori dal Senato: Livio, un ruolo specifico e infine i riti, quelli esclusivi (dove talora si viveva in una di-
22,52,7; Valerio Massimo, 4,8,2) ovvero di interventi collettivi (come nel 207 mensione «rovesciata», una sorta di «riscatto" rispetto alla condizione della
a.C., quando le matrone convocate in seguito ad un prodigio, scelte venticin- realtà) e poi, sempre più col passar del tempo, quelli misterici dove spesso si
que tra di loro, a queste affidano un contributo per l'offerta a Giunone e ven- cercava una salvezza privata. Ma l'ispirazione a movimenti religiosi in cui fos-
gono celebrati sacrifici «in purezza e castità»: Livio, 27,37). L'alto tasso di mor- se possibile svolgere un ruolo egemone avrebbe portato alla degenerazione
talità maschile aveva finito per favorire una maggiore autonomia delle donne, dei culti femminili: nei riti bacchici, che alle donne fosse possibile iniziare degli
specie nell'ambito della gestione dei patrimoni, che talora esse vedevano con- uomini, soprattutto giovani «<sottraendoli» così alla famiglia e alla città) finì
centrarsi nelle loro mani (la legislazione nel tempo produsse - oltre a più gene- per costituire un dato eversivo e condurre alla celebre quanto cruenta repres-
rali provvedimenti di carattere suntuario - anche alcune norme 'restrittive': più sione dei Baccanali avvenuta nel 186 a.C. Tornavano i tempi bui. Da lì a poco
tardi, ad es., nel 169 a.C. con la lex Voconia si introduceva una limitazione alle sarebbe bastato lo scoppio di un'epidemia perché sorgessero i sospetti e poi
eredità da parte delle matrone di ceto elevato). Anche le unioni matrimoniali si le accuse e i processi per avvelenamento intentati contro le donne. !
fecero più instabili, mentre il rigore nel campo della morale, del costume spes- Quello dei Baccanali non fu tuttavia l'unico evento clamoroso che vide prota-
so si inasprì. Intorno al 216/215 a. C. venne istituito il culto di Venere Verticor- goniste le donne nel primo scorcio del secondo secolo. Nel 195 a.C. esse ave-
dia (colei che «volge il cuore, l'animo» verso la virtù), per «indurre» vergini e vano fatto irruzione nella vita politica, invadendo in massa il foro e «assedian-
donne sposate verso la castità e la pudicizia. Due vestali furono accusate di do» le case dei tribuni, per appoggiare la proposta di abrogazione della legge
incesto: una fu interrata viva, l'altra morì suicida (così Livio, 22,57, ma la tradi- Oppia (il provvedimento, assunto venti anni prima, nel periodo di estrema diffi-
zione presenta dati non tutti omogenei). All'indomani della disfatta di Canne, il coltà per Roma durante il conflitto cartaginese, che imponeva drastiche limita-
senato fu costretto a limitare il lutto che colpiva un numero assai elevato di zioni in relazione a quanto - carri, vesti pregiate e soprattutto oro e preziosi -
matrone, sì che potessero compiere i riti in onore di Cerere: le donne venivano potesse ritenersi un lusso o un bene puramente voluttuario). Livio (34,1-8) ci
richiamate al rispetto della sacralità, in cui esse rivestivano un ruolo per la co- ha tramandato la ricostruzione (certo retoricamente assai amplificata e rie-
munità, anche a prezzo della totale cancellazione degli affetti e dei sentimenti cheggiante temi e riflessioni proprie ormai dell'epoca sua) del dibattito che si
privati. «Madri e figlie, mogli e sorelle - racconta Valerio Massimo (1,1,15) - accese intorno alla vicenda e che si sostanzia negli interventi contrapposti di
asciugate le lacrime per i congiunti appena uccisi e deposti i segni del dolore, Catone e di Lucio Valerio. Il rigoroso e intransigente moralista, che era allora
furono costrette (coactae) ad indossare la veste candida e offrire incenso». ! console, si richiamò con vigore al mos maiorum. Egli si oppose strenuamente
Nel 213 a.C. numerose matrone vengono accusate dagli edili di adulterio e di a quello che riteneva un evento pericolosissimo innanzitutto perché le donne,
condotta immorale e molte di loro, condannate, furono esiliate. In quello stesso violando ogni senso di pudicitia, sfuggendo al controllo dei familiari e oltrepas-
sando il confine dell'ambito domestico tradizionalmente assegnato loro, da- (come attestato da Valerio Massimo, 4,4,10) e sua figlia (anch'essa di nome
vano vita ad una manifestazione pubblica e per giunta collettiva, che poteva Cornelia). Se il declino che colpì la famiglia dell' Africano comportasse anche
configurarsi come una vera e propria sedizione e poi preludere chissà a quale una crisi dal punto di vista economico, non appare determinabile con certezza:
sovvertimento sociale. In secondo luogo, la vittoria delle loro richieste avrebbe la tradizione concorda sul fatto che prima Emilia Terzia e poi (per la seconda
comportato un cedimen to verso quell' auantia e luxuria che andavano diffon- metà dell'importo) Scipione Emiliano provvidero a pagare la dote delle due
dendosi e minavano alle radici i sani costumi d'un tempo su cui Roma aveva Cornelie, fissata in cinquanta talenti. Se, come è stato sostenuto (Bandelli),
costruito le proprie fortune. La replica di Valerio, che negava ogni valore Publio, figlio dell'Africano, era in vita quando avvenne il primo pagamento, il
«eversivo» alla manifestazione delle donne, ribadiva come esse non potessero fatto che fu la madre a doversi accollare l'onere, attingendo forse alle proprie
aspirare certo alle cariche pubbliche, religiose, politiche, militari, di pertinenza sostanze, costituirebbe un indizio significativo. Tuttavia la ricerca prosopografi-
maschile «<non magistratus nec sacerdotia nec triumphi nec insignia nec ca sulla discendenza maschile dell' Africano (si va dall'ipotesi di tre a quella di
dona aut spolia bellica iis» - cioè alle donne - «contingere possunt», 34,7,8). I un solo figlio) è troppo complessa e controversa per trame qui delle conclusio-
loro elementi distintivi erano per converso la raffinatezza e il lusso nell'abbi- ni; quanto ad Emilia, che certo avrà disposto di propri beni (appartenendo ad
gliamento, i monili «<munditiae et orriatus et cultus, haec feminarum insignia un casato come quello degli Emilii Paoli), Polibio, quando ne descrive lo sfar-
sunt» , ivi, 9), ed era giusto che anch'esse, con l'abolizione di una norma figlia zo, aggiunge che molto di quegli averi era frutto della fortuna dei bei tempi dell'
delle ristrettezze e dell' emergenza della guerra, potessero godere, in quei te- Africano. !
rreni loro riservati, del periodo di pace e di ritrovato benessere. La legge fu Per ciò che riguarda direttamente Cornelia, non possediamo notizie che testi-
abrogata (benché in seguito proprio ad iniziativa di Catone, come durante la monino sue difficoltà economiche (se si eccettua, al contrario, quella relativa
sua censura del 184 a. C., furono assunti provvedimenti che colpivano queste alla dote di cinquanta talenti). Anzi, il fatto ch'ella sembrò non venir mai meno
forme di lusso e di alcuni costumi introdotti dalle mode ellenizzanti) e la batta- al proprio abituale tenore di vita e che anche dopo la morte dei figli poté conti-
glia sui gioielli vinta. Anche se non ne possediamo notizia specifica, non è dif- nuare a ricevere ed ospitare presso la villa di Miseno, nonché addirittura
ficile però immaginare che una donna come Emilia Terzia, la moglie dell'Afri- scambiare doni «con ogni sovrano» (Plutarco, Vita di Gaio Gracco, 19,2) fa-
cano e madre di Cornelia, avrà attivamente partecipato alla vicenda o perlo- rebbe pensare ad una situazione soddisfacente. E se, a proposito di Tiberio
meno certo dové condividere le ragioni di quella protesta. Polibio infatti ci in- Gracco che voleva indennizzare il collega Ottavio, Plutarco sottolinea che
forma ch'ella era solita, quando usciva di casa specie per partecipare a qual- l'intento fu espresso ad onta di condizioni economiche non floride, di Gaio (ivi,
che cerimonia cui dovevano presenziare le matrone, sfoggiare ogni magnifi- 2,4) si dice che il gusto ricercato e stravagante talora lo conduceva a spese
cenza nel numero dei servi, nella qualità delle suppellettili che adornavano il assai elevate. È dunque probabile che l'aneddoto della risposta fornita alla
suo lussuoso pilentum e soprattutto nel prezioso corredo di monili che indos- matrona campana si fosse affermato quando la polemica contro il lusso e la
sava. ! degenerazione delle abitudini di vita era oggetto preferito degli strali di letterati
Ma i gioielli hanno un posto anche nelle vicende di Cornelia. Infatti nell'aned- e moralisti (ne fa fede forse anche la frase, quasi una sentenza, con cui Vale-
doto forse più noto che la riguarda (tramandatoci da Valerio Massimo, 4,4,1), rio Massimo introduce l'esempio: «rnaxima ornamenta esse matronis liberos»).
si narra che a una matrona campana che le mostrava i suoi splendidi preziosi, Ne risultava così consolidata l'immagine di una Cornelia totalmente dedita ai
tornati da scuola i figli, Cornelia indicandoli rispondesse che quelli costituivano valori della famiglia e ai costumi del buon tempo antico, magari persino in con-
il suo corredo di gioielli «<haec ornamenta sunt mea»). Al di là della storicità trasto con i comportamenti che la tradizione aveva attribuito alle donne del suo
del fatto che non sembra offrire garanzie di autenticità (quasi un doppione de- tempo e in particolare a quelle dell' entourage degli Scipioni, a cominciare da-
ll'episodio è narrato da Plutarco nella Vita di Focione, 19, dove è la moglie di lla madre Emilia. Ma proprio a proposito di quest'ultima e dei suoi famosi pre-
Focione a rispondere alla sua amica, vantando come proprio ornamento il ziosi converrà sottolineare un ultimo particolare. Scipione Emiliano era figlio di
consorte), forse non sarà inutile cercare di capire quali elementi potrebbero Lucio Emilio Paolo e di Papiria, poi, adottato da Publio, figlio dell'Africano
aver determinato il formarsi di questo particolare della tradizione su Cornelia. Maggiore, entrò a far parte della famiglia di questi. Narra Polibio (con l'intento
Un'ipotesi potrebbe farne risalire l'origine a presunte difficoltà finanziarie (l' di elogiarne la generosità) che quando Emilia Terzia (la moglie dell' Africano, e
exemplum è collocato da Valerio Massimo pur sempre nella sezione dei me- dunque sua nonna adottiva) morì, intorno al 162 a.C., subito dopo i funerali,
morabili casi de paupertate). Sappiamo come la notizia esplicita in tal senso, Scipione Emiliano raccolse tutto lo splendido corredo della donna e ne fece
tramandata da Seneca (Consolazione alla madre Elvia, 12,6, e cfr. anche dono alla sua madre naturale Papiria, giacché quella, vivendo separata dal
Questioni naturali, 1,17,8), secondo cui le figlie di Scipione avrebbero ricevuto marito, non disponeva dei mezzi necessari a condurre il tenore di vita che le
la dote dal denaro pubblico, perché il padre non aveva lasciato loro nulla, sa- sue nobili origini richiedevano. Papiria approfittò della prima occasione per
rebbe semplicemente il fraintendimento di una vicenda che aveva avuto per utilizzare il fastoso abbigliamento, e le matrone furono ammirate per quell'e-
protagonista durante la campagna iberica Gneo Cornelio Scipione Calvo sempio di bontà filiale (Polibio, 31,26,6 sgg.). Così si separarono per sempre
le strade fra il patrimonio dei preziosi materni e Cornelia, e chissà che nella donna, non deve tuttavia meravigliare in riferimento ai Gracchi, dei quali alcu-
famosa frase attribuitale non si nascondesse anche la vena polemica per un ne testimonianze, per quanto potesse la tradizione loro ostile, dovettero con-
bene che non fu mai suo. ! servarsi. Abbiamo notizia (si è detto a proposito dell'aneddoto su Sempronio
!
«Legimus epistulas Corneliae» !
Gracco e i serpenti) di scritti di Gaio Gracco: di un suo biblion, in cui si raccon-
tavano vicende del fratello, ci parla Plutarco (Vita di Tiberio Gracco, 8,9) e cer-
I gioielli sembrarono dunque costituire un elemento distintivo e caratteristico to i discorsi di entrambi dovettero essere tramandati e letti (come dimostrano
delle matrone e insieme un punto di riferimento quasi obbligato nella polemica le ampie citazioni talora presenti nelle fonti). Proprio Cicerone attesta (Bruto,
contro il dilagare del lusso e della corruzione dei costumi. La tradizione cele- 104), nel descrivere l'abilità oratoria dei due fratelli, di rifarsi alla memoria pa-
brava gli episodi legati ai tempi di Camillo o dell'invasione dei Galli, quando le trum, e che «i discorsi di Carbone e di Gracco posseduti» «<Carbonis et Grac-
donne avrebbero contribuito alla salvezza della città devolvendo il loro oro alle chi habemus orationes»}, non ancora splendidi per stile, contenevano già con-
necessità pubbliche; dei provvedimenti assunti durante e subito dopo la se- cetti acuti e ponderati. Plinio addirittura ci fornisce la sorprendente notizia (non
conda guerra punica s'è già detto. Ma i tempi cambiavano e ormai le donne importa qui discuterne l'attendibilità) di aver visto con i propri occhi, in casa
avevano i loro patrimoni da custodire e difendere. Un esempio come quello di dell'amico Pomponio Secondo, manoscritti autografi di Tiberio e Gaio Gracco,
Cornelia (ma anche la madre Emilia non fu da meno) che mostra autonoma ormai vecchi di quasi duecento anni (Storia naturale, 13,83: «T'iberi Gaique
abile capacità di gestire i propri affari e quelli della sua famiglia - e non abbia- Gracchorum manus apud Pomponium Secundum vatem civemque clarissi-
mo notizia di un tutor che ne abbia ostacolato o condizionato l'attività - non mum vidi annos fere post ducentos»). È dunque plausibile che si fosse con-
avrà più costituito un caso fuori della norma. Quando nel 42 a.C. i triumviri servata una raccolta delle epistole di Cornelia, alle quali anche Plutarco sem-
emanarono un provvedimento di tassazione straordinaria che colpiva mille- bra riferirsi a proposito di una notizia (sia pure di controversa interpretazione
quattrocento fra le donne più ricche, le matrone reagirono con un'iniziativa co- per la forma criptica del testo) contenuta «nelle lettere scritte da Cornelia al
llettiva. Nel Foro l' ordo matronarum fu rappresentato dall'efficace eloquenza di figlio Gaio» (Vita di Gaio Gracco, 13,2). Lettere dunque che avranno anche
Ortensia (la figlia del grande oratore Quinto Ortensio Ortalo). Appellandosi costituito una ghiotta messe di notizie sugli avvenimenti contemporanei. Per
proprio alla natura femminile, che per tradizione consolidata escludeva le don- ritrovare nella tradizione traccia di un' altra testimonianza di prosa, dovuta a
ne dalle vicende militari e dalla politica, ella rivendicò l'inopportunità di intacca- mano femminile, che contenesse riferimenti ad eventi dell'età dell'autrice, bi-
re quei patrimoni e quei beni dotali che consentivano alle matrone di condurre sogna giungere sino ad Agrippina - madre di Nerone - che avrebbe composto
un'esistenza adeguata alla loro condizione. Nel passato esse avevano contri- delle «Memorie» autobiografiche, in cui narrava le vicende della propria fami-
buito - al tempo delle guerre puniche - alla salvezza della città minacciata, ma glia. Sia Tacito (Annali, 4,53: «id ego [ ... ] repperi in commentariis Agrippinae
l'avevano fatto spontaneamente con i donativi dei gioielli di famiglia. L'arringa filiae, quae Neronis principis mater vitam suam et casus suorum posteris mer-
di Ortensia ebbe successo: ne dà testimonianza, ad esempio, Valerio Massimo noravit»), che Plinio (Storia naturale, 7 ,46, sulla nascita di Nerone: «scribit
(8,3,3) e soprattutto Appiano (Guerre civili, 4,32-34) che ci ha conservato l'inte- parens eius Agrippina») si rifanno allo scritto, mostrando di averlo letto e di
ro discorso. Quell'orazione leggeva ancora, lodandola, Quintiliano, che la ri- essersene serviti come di un'opera che circolasse normalmente. Naturalmente
corda in un contesto (1,1,6) in cui sostiene la necessità che i genitori debbano è forse superfluo aggiungere che la tradizione, della composizione di Agrippina
possedere un robusto patrimonio culturale da trasmettere. E se Ortensia e (personaggio a noi noto per altre sue caratteristiche, descritteci sovente con
Lelia (la figlia di Gaio Lelio) sono citate come esempi femminili ! dovizia di particolari), non ci ha conservato nulla. Ma sui due, peraltro assai
di felice assunzione dell'eredità paterna, Cornelia è ricordata per aver lei, in discussi, frammenti conservatici delle lettere di Cornelia e sulla testimonianza
modo decisivo, contribuito alla formazione dell'eloquenza dei figli. Prova ne di Plutarco avremo modo di tornare in seguito. !
era il doctissimus sermo che si poteva apprezzare nelle sue lettere tramandate Ora converrà sottolineare l'eccezionalità dell'esempio fornito da Cornelia in
ai posteri. Già Cicerone dichiarava di aver conosciuto quella produzione (Bru- quanto a versatilità intellettuale e dottrina. Certo l'appartenere alla famiglia de-
to, 211: «legirnus epistulas Corneliae matris Gracchorum») e di averne dedotto gli Scipioni le avrà consentito sin dall'inizio la possibilità di poter usufruire del
le ragioni per cui i figli di Cornelia potevano dirsi allevati più nell'eloquio che contatto con i fervori, le idee e le aperture - soprattutto verso la grecità, alla cui
nel grembo materno «<appare t filios non tam in gremio educatos quam in influenza fu aperto un vero e proprio canale - che caratterizzarono quel circolo
sermone matris»). La notizia deve ritenersi degna della massima considera- che con la sua attività lasciò un'impronta indelebile nel II secolo a.C. E in quel
zione. Infatti, ad eccezione di alcune notizie su singole lettere confinate nella circolo, molto probabilmente, le donne svolsero un ruolo di primo piano e go-
ricostruzione leggendaria del periodo regio e di alcuni riferimenti ad epistole di dettero di non scarsa considerazione (Bauman). Quasi certamente fu Cornelia
Catone, la raccolta attribuita a Cornelia costituirebbe il primo esempio di epis- a scegliere come guida morale e intellettuale per i figli personaggi come Blos-
tolografia latina privata (escluse cioè le missive «ufficiali») antecedente all'ope- sio di Cuma e Diofane di Mitilene, che tanta parte poi ebbero non solo nella
ra ciceroniana. Il dato, certo singolare perché l'autore in questo caso è una formazione, ma anche nelle vicende politiche di Tiberio. Nel Bruto (104), Cice-
rone sottolinea come Tiberio Gracco dovesse alla diligentia della madre il privi- nella vita di Cicerone fu Cerellia: ella ebbe con l'Arpinate un rapporto stretto e
legio di essere fin dalla fanciullezza ben istruito e soprattutto introdotto alla complesso (possiamo trarre alcune notizie dall'epistolario ciceroniano) in cui
conoscenza delle lettere greche, grazie anche alla frequentazione di alcuni fra giocarono non pochi fattori: 1'età, la posizione e la capacità economica della
i maestri più ricercati di quell'epoca. D'altronde le fonti conservano una eco dei donna, le sue amicizie. Ma ciò che più preme sottolineare, al di là dei riferi-
rapporti che proprio Cornelia avrebbe saputo intrattenere con personalità di menti talora faziosamente maligni delle fonti (per es. Cassio Dione, 46,18,6)
spicco. In Gerolamo (Commentarii in Sophoniam prophetam, Prologo, p. 655 sono le sue qualità e la sua personalità, certo non comuni, come i suoi spiccati
Adriaen = PL, 25, 1337C), dopo la citazione, come esempi preclari per la gre- interessi culturali che la spinsero ad addentrarsi negli scritti filosofici di Cicero-
cità, dei casi di Aspasia, Saffo, Temista, si legge che Cornelia si sarebbe illus- ne, al punto da procurarsi di nascosto dall'officina di Attico una copia ancora
trata ben al di sopra dei suoi concittadini per le capacità filosofiche, al punto inedita del De finibus, In realtà la pratica e la conoscenza della filosofia ave-
che il dottissimo Carneade non avrebbe mostrato alcun ritegno nel partecipare vano coinvolto col tempo l'interesse anche di soggetti femminili, talvolta per
a dispute filosofiche, alla presenza della matrona (<<non erubuit in privata particolari motivazioni: in uno dei «Detti memorabili» attribuiti ad Epitteto (fr.
domo, audiente matrona, de philosophia dìsputare»). Plutarco, nel descrivere XV = Stobeo, 3,6, 58) si canzonano le donne che a Roma avrebbero sempre
gli ultimi anni della vita di Cornelia, morto ormai anche il giovane Gaio, la ritrae tra le mani la Repubblica di Platone, soggiogate (senza però essere in grado
nella villa di Miseno, attorniata da amici e ospiti - soprattutto Greci e letterati -, di penetrarne il significato filosofico) dalla formula in cui il filosofo «sosteneva
cui era ancora in grado di fornire un'impeccabile ospitalità ed una piacevolis- che le donne devono essere comuni». Consistenti proseliti aveva operato la
sima conversazione (Vita di Gaio Gracco, 19,2-3). ! filosofia stoica. Orazio, nel rimproverare ad una matrona i guasti dell'età avan-
Abbiamo voluto sottolineare queste testimonianze, perché assai significative in zata che rendono inutile ogni tentativo di seduzione, afferma che non l'aiutera-
un panorama che risulta avarissimo (per le ragioni dette all'inizio) di esempi in nno neppure i volumetti stoici, che le erano evidentemente così familiari da
cui vengano citati personaggi femminili che si distinsero o anche solo coltiva- custodirli riposti tra i cuscini di seta (<<Quid? Quod libelli Stoici inter Sericos /
rono vivaci interessi in attività intellettuali. E in ogni caso sarebbe davvero ar- iacere pulvillos amant.. .», Epodi, 8,15-16). Più tardi Musonio Rufo avrebbe
duo trovarne nell' età di Cornelia. È più facile che qualche nome emerga fati- teorizzato l'opportunità di una proficua educazione per i giovani di entrambi i
cosamente nel secolo successivo. Assai colta sappiamo fu un'altra Cornelia, sessi, che dovevano accostarsi al filosofare (cfr. specialmente Diatribe, 3,
figlia di Metello Scipione, moglie prima del figlio di Crasso e poi di Pompeo: «Che anche le donne devono filosofare» e 4, «Se si deve impartire la stessa
viene ricordata da Plutarco per la raffinatezza della sua dottrina, che spaziava educazione ai figli e alle figlie»). Lodevoli intenzioni. Seneca affermava che
dalla filosofia alla geometria, e per la maestria nel suonare la lira (Vita di Pom- l'attività culturale nella donna poteva risultare utile a mitigare i difetti e le debo-
peo, 55,66 e 74,76,78-80); dotata di erudizione era Ottavia, sorella di Augusto lezze congenite (<<è un essere irrazionale e, se difetta di cultura e di buona
e moglie di Antonio (assisteva, partecipe, alla lettura dell' Eneide e Atenedoro, educazione, istintivo e preda delle passioni», Sulla costanza del saggio, 14,1).
figlio di Sandone, le aveva dedicato la sua opera, a detta di Plutarco, Vita di Ma ancora al tempo suo non sempre era riconosciuta alle donne la possibilità
Publicola, 17,7). Talora poi le doti apprezzabili in questi ambiti erano soffocate di tradurre nella prassi quotidiana tali auspici. Nello scritto di consolazione alla
da una personalità che la tradizione ha voluto descrivere come incline ad una madre Elvia, Seneca la invita - per trovare conforto al dolore per il lutto recente
condotta licenziosa: è il caso, ad esempio, di Sempronia (poi coinvolta nella - ad approfondire gli studi; quegli studi, è però costretto ad ammettere, che il
congiura di Catilina), donna di nobile origine, cui era stata impartita un'ottima rigore all'antica del consorte le aveva imposto drasticamente di limitare (Con-
educazione, che l'aveva portata ad un fruttuoso apprendimento del greco, oltre solazione alla madre Elvia, 17,3-5). !
che della musica e della danza; esperta dunque di lettere, grazie all'ingegno
acuto era in grado di comporre versi e distinguersi per l'arguzia in ogni tipo di
!
Educare i figli !
conversare (Sallustio, La congiura di Catilina, 25). In fatto di componimenti Ma è tempo di tornare a Cornelia, avendo ormai chiare le ragioni per cui ella
poetici Cornificia (sorella del poeta Quinto Cornificio) dové far parte della costituì un esempio al di fuori della norma dell'età sua contemporanea e i mo-
schiera neoterica a lei contemporanea e con merito se ancora a secoli di dis- tivi per cui le fonti sono assai parche nell'informarci sugli aspetti peculiari dei
tanza erano ricordati i suoi insignia epigrammata. Inserite nel corpus tibulliano suoi interessi e della sua attività intellettuale. Ciò che ci viene riferito è essen-
(3,13-18) troviamo conservate alcune elegie della giovane poetessa Sulpicia, zialmente messo in relazione con l'educazione ch'ella seppe trasmettere ai
figlia di Servio Sulpicio Rufo e pupilla di Valerio Messalla. E di una poetessa suoi figli e con la sua capacità di condurre il ménage familiare. Così Plutarco
con lo stesso nome, moglie dell'amico Caleno, tesse l'elogio Marziale (10,35), ce ne fornisce l'immagine subito dopo la morte del marito: «Assuntasi il carico
paragonandola a Saffo e raccomandando la lettura dei suoi componimenti. dei figli e della gestione del patrimonio, si dimostrò talmente saggia, piena
Anche Ovidio ci offre della giovane Perilla (Tristia, 3,7) una partecipe e affet- d'amor filiale e nobile d'animo, che Tiberio apparve non aver deliberato a torto
tuosa descrizione, in cui celebra le qualità della fanciulla riconoscendole una quando scelse di morire al posto d'una simile donna" (Vita di Tiberio Gracco,
dottrina non comune e una feconda vena poetica. Un personaggio di spicco 1,6). Quanto ai due maschi rimastile, ella «seppe allevarli con tanto impegno
che sembrò, in loro, potere più l'educazione che l'inclinazione naturale alla vir- anche del credito e delle amicizie di cui godeva il marito, impegnato con suc-
tù, sebbene si riconoscesse ch'essi superassero tutti i Romani quanto a doti cesso in numerose missioni diplomatiche. Ma soprattutto, col suggello dell'uni-
naturali» (ivi, 7). Dello stesso tono sono anche tutte le altre testimonianze, che virato, della fedeltà per la vita ad un unico uomo, anche dopo la sua morte,
insistono principalmente (come abbiamo visto, ad esempio, in Cicerone e in veniva rafforzata la figura esemplare di Cornelia. E la sua scelta veniva a con-
Quintiliano) sull'abilità oratoria di cui entrambi i figli - Tiberio con uno stile cura- notarsi come operata interamente a favore dei figli. È un motivo che vanta un
to e piano, Gaio con un eloquio più appassionato e ricco di effetto (Vita di Tibe- precedente illustre che qui possiamo solo rapidamente richiamare. In Dionigi di
rio Gracco, 2,3) - diedero prova indiscussa. Quella capacità non poteva che Alicarnasso (8,48) Veturia, nel contraddittorio col figlio Coriolano, gli rinfaccia i
derivare dall'educazione materna, dal momento che Sempronio Gracco, il pa- sacrifici compiuti per la sua educazione. Rimasta vedova, ella seppe essere
dre, era scomparso prima di poter lasciare un'impronta del suo insegnamento per lui ad un tempo madre, padre, nutrice, sorella e per questo non volle rispo-
e, peraltro (stando a Cicerone, Sull'oratore, 1,38), sembrava avere limitate sarsi né avere altri figli. !
qualità oratorie «<homo prudens et gravis haudquaquam eloquens»). Esaltare Se numerosi sono gli esempi che potrebbero citarsi in relazione all'influenza,
dunque quell'aspetto particolare delle doti di Cornelia, che aveva consentito una vera e propria materna auctontas, che esercitarono sui propri figli le madri
una mirabile educazione dei figli, significava ribadire l'importanza e il ruolo par- di personaggi illustri, appare come questo legame diventi assai più stretto e
ticolare che la madre romana (è questo un tratto originale, non comune alla particolare nei casi delle donne rimaste vedove. Spesso i figli di queste ultime
grecità) aveva nell'assolvere il compito di generare la discendenza e poi tras- vedranno il proprio destino politico renderli protagonisti di grandi sconvolgi-
mettere ai propri figli, soprattutto nella prima età, il patrimonio di valori che la menti o addirittura portarli a schierarsi apertamente contro la propria patria.
tradizione dei padri richiedeva (così come mantenendosi fedele e allattando Così la tradizione voleva che fosse stato per Coriolano, per Sertorio, per Mar-
essa stessa i figli, contribuiva ad 'imprimere' in essi l'impronta paterna). Ella co Antonio (sono dati che si apprezzano soprattutto nelle Vite di Plutarco: cfr.
svolgeva così un'operazione che risultava utile sul piano privato, del nucleo Le Corsu , Salvioni). !
familiare, ma che forniva anche forza e prestigio alla collettività. Quando Tacito Delle vicende che turbarono Roma e condussero T'iberio e Gaio Gracco incon-
(Dialogo sugli oratori, 28,4-6) fa pronunciare a Messalla una vigorosa requisi- tro ad una fine tragica e cruenta e dei giudizi che la tradizione ci ha lasciato sui
toria contro la corruzione dei costumi e illassismo dilagante anche nell'educa- Gracchi non è dato qui di parlare. È legittimo tuttavia chiedersi se ed even-
zione familiare, nella tema delle madri esemplari, che dispensando saggia- tualmente quale influenza ebbe Cornelia sull'attività e le scelte politiche dei
mente disciplina ac seueritas influirono sull'educazione e il destino dei figli, figli. Intanto andrà ribadito come alla base della qualità di tutte le testimonianze
Cornelia figura in prima posizione, accanto ad Aurelia, madre di Cesare, e sul rapporto fra le donne e la vita politica vigesse il presupposto ch'esse po-
Azia, genitrice di Augusto: ! tessero avere con quella dimensione, nei suoi risvolti e momenti pubblici, sol-
Ciascuno anticamente faceva allevare il proprio figlio, nato da casta genitrice, tanto un approccio mediato, trasversale, mai definito, mai diretto, talora finen-
non nella cella di una nutrice pagata, ma in grembo e in seno alla madre, la cui do col risultare soltanto uno strumento nelle mani e nei disegni altrui. Certo è
precipua lode era il governo della casa e la cura dei figli. Si sceglieva poi una stato osservato (Hallett) che le matrone romane tendevano a concentrare le
parente attempata, di provati e stimati costumi: a lei si affidava tutta la prole di loro ambizioni sui figli più ancora che sui mariti e la tradizione ci ha riportato
una stessa famiglia; e in sua presenza non era lecito dire turpitudini né fare numerosi esempi di personaggi femminili che si sono adoperati in tal senso
cosa che paresse disonesta. Ella con un certo sacro ritegno e con verecondia, (secondo Polibio anche Pomponia, la madre dell' Africano, mostrò interesse
dirigeva, assistita dalla madre, non solo gli studi e le occupazioni, ma anche le attivo e partecipe per la carriera dei figli Lucio e Publio). Il fenomeno, col pas-
distrazioni e i giuochi dei fanciulli. Così Cornelia madre dei Gracchi, così Aure- sar del tempo, assunse consistenza. Seneca, nella stessa consolatio alla ma-
lia di Cesare, così Azia di Augusto apprendemmo che presiedettero all'educa- dre in cui si mostra grato alla sorella di lei - sua zia - che aveva 'brigato' per la
zione dei figli e li elevarono alloro destino di prìncipi. [Trad. di E. Cetrangolo.] ! sua questura (19,2) lamenta il costume di quelle madri che, escluse, in quanto
A rafforzare l'immagine delle virtù di Cornelia nei riguardi degli ideali familiari, donne, dalla pubblica attività, sfruttavano con la loro muliebre inpotentia il po-
Plutarco riporta la notizia (Vita di Tiberio Gracco, 1,7) ch'ella rifiutò l'offerta di tere dei figli e li rendevano strumenti della loro ambizione (14,2: «per illos am-
matrimonio (e di associazione al regno) del re Tolemeo, che sarà probabilmen- bitiosae sunt»). Nel caso specifico di Cornelia, la questione appare controver-
te da identificarsi con Tolemeo VIII Evergete II, detto Fiscone (non certo affas- sa (nonostante troppo spesso si tenda ad immaginare un suo costante atteg-
cinante, come mostra il soprannome che significa «pancione», e considerato giamento favorevole anche verso la politica dei figli). Lo stesso Plutarco, ad
da Polibio uno dei monarchi più repellenti). La notizia -la cui veridicità è tutta esempio, riporta notizie fra loro in parte contraddittorie. Fra gli elementi volti a
da dimostrare - poteva essere un'invenzione propagandistica, forse una eco rappresentare una linea d'intervento ispirata a moderazione, può annoverarsi
dei rapporti preferenziali di Roma con l'Egitto tolemaico, forse un riflesso della la testimonianza di Vita di Gaio Gracco, 4,2, relativa alla proposta di legge che
familiarità che Cornelia ebbe con sovrani e personalità straniere, in questo colpiva Marco Ottavio (impedire che potesse ricoprire ancora una carica chi
valendosi non solo dell'eredità del prestigio e dei rapporti degli Scipioni, ma fosse stato destituito da una precedente magistratura): dopo averla presenta-
ta, fu Gaio stesso a ritirarla affermando che agiva così per soddisfare una ri- gusi), giacché sarebbe difficile ipotizzare un «falsario» non attento - nell'elabo-
chiesta della madre (notizia analoga, anche se più «ostile», in Diodoro, razione - ad evitare ogni discrasia (e bisognerà comunque tener conto degli
34/35,25,2; cfr. Botteri 1992, pp. 85-86). ! adattamenti, pur discreti, operati da Nepote). Se però immaginiamo che l'auto-
Forse si trattò di una mossa propagandistica del giovane Gaio, volta a raffor- re non fosse un retore al tavolo di un'esercitazione da ben confezionare, ma
zare il consenso e il prestigio attorno alla propria persona, forse era la spia di un personaggio - d'epoca forse appena più tarda - volutamente alla ricerca di
un rapporto che sarebbe diventato più difficile col precipitare degli eventi. Di un alcuni effetti che conferissero credibilità al testo, e consideriamo qualche «gra-
aperto dissenso di Cornelia rispetto all'operato e alle intenzioni di Gaio è trac- na» logica come un tentativo mal riuscito, anche l'ipotesi della «costruzione» di
cia in due frammenti che la tradizione ci ha conservato, al termine delle Vite di un falso potrebbe reggere. Proprio all'idea della inautenticità si è pensato par-
Cornelio Nepote (Nepote , fr. 59 Marshall; Epistolographi Latini Minores , CX- tendo da ipotesi diverse: ci si è meravigliati che il filone antigraccano non
XIV 3-4 Cugusi). La inscriptio li descrive come parti di lettere di Cornelia, es- avesse sfruttato la ghiotta occasione offerta dalle rirnostranze di Cornelia, ov-
tratte da un libro di Nepote Sugli storici latini. Soprattutto il secondo, più lungo vero si è sostenuto che la confezione dello scritto era finalizzata a screditare i
frammento (forse databile al 124 a.C. per il riferimento al tribunato cui Gaio fu Gracchi, mostrandoli in contrasto con Cornelia; ovvero ancora che l'intento
eletto nel 123), appare di estremo interesse: ! consistesse nel creare una sorta di «divisione ideologica» tra la storia dell'una
Arriverei a proclamare che, dopo coloro che uccisero Tiberio Gracco, nessun e le vicende degli altri. Né è mancato lo scetticismo di chi ha rilevato un con-
nemico mi abbia procurato tanto imbarazzo e tanto dolore quanto tu per ques- trasto stridente tra il contenuto dei frammenti e un'immagine di Cornelia che si
te cose: tu che avresti dovuto svolgere il ruolo di tutti i figli che fino ad ora io ho vorrebbe sempre acritica e attiva sostenitrice della politica dei figli; altri, per lo
avuto, e fare in modo che nella mia vecchiaia avessi il minimo di inquietudine, stesso motivo, hanno tentato di sminuire la portata polemica delle affermazioni
e in qualunque circostanza aspirare soprattutto ad agire in accordo con me, e delle lettere, riconducendole al pathos caratteristico di una partecipe preoccu-
considerare empio - soprattutto in argomenti di rilievo - fare alcunché in con- pazione materna. Queste, molto in sintesi, sono solo alcune delle principali
trasto col mio parere: soprattutto in considerazione del poco tempo che mi res- argomentazioni sostenute. !
ta da vivere. Neanche questo, neanche il fatto che quanto mi resta è così poco Una risposta definitiva agli interrogativi sollevati è, allo stato attuale, difficil-
può garantirmi di non vederti a me ribelle e ordire la rovina della repubblica? mente confezionabile. E proprio la varietà e il numero degli argomenti (sovente
Quando ci fermeremo? Quando la nostra famiglia smetterà di commettere fo- in opposizione tra loro) di volta in volta discussi ne costituisce la prova. Co-
llie? Quando sarà possibile porre un limite a queste vicende? Quando cesse- munque, se non si vuole attribuirne la paternità a Cornelia (come le notizie
remo di infliggere e subire sofferenze? Quando si proverà vergogna di recar sulle lettere e sulla sua cultura renderebbero plausibile), proprio in base agli
disordine e turbamento allo Stato? Comunque, se così proprio non può esse- aspetti linguistici e stilistici che presentano, è da ritenersi che i frammenti pos-
re, almeno aspetta la mia morte per presentarti al tribunato. Ti permetto di fare sano aver visto la luce in epoca non lontana da quella cui si riferiscono (è stata
quello che ti pare a partire dal momento in cui io non sarò più in grado di per- anche formulata l'ipotesi - da ultimo S. Barnard - che potessero essere opera
cepire. Quando sarò morta, farai sacrifici ai miei mani e invocherai il dio fami- della figlia Sempronia). Quanto al contenuto è innegabile che esso indichi un
liare. [Trad. di L. Canfora.] ! profondo dissenso rispetto alla politica di Gaio. Anzi, espressioni come «rem
Accanto a problemi come la forma in cui saranno state divulgate e avranno publicam profliges» e soprattutto «miscenda atque perturbanda re publica»,
circolato le lettere di Cornelia (che Cicerone sappiamo conosceva, e Nepote proprie di un lessico e di un giudizio più confacenti alla tradizione avversa ai
era amico di Cicerone), sulla natura, il significato, l'autenticità dei frammenti si Gracchi (Instinsky), risultano persino eccessive (al punto da poter sembrare
è susseguito, negli anni, un accanito dibattito fra numerosissimi studiosi, im- sospette). Nella foga retorica con cui Cornelia si contrappone ai progetti del
pegnati a formulare le considerazioni più varie (alcuni, anche, come Ed. Me- figlio, quasi facendosi baluardo del bene della repubblica, e rivendicando la
yer, o E. Malcovati, ritornando sulle proprie posizioni per modificarle). I due propria autorità di madre, sembra di cogliere l'eco della requisitoria con cui in
brani potevano derivare da un unico originale, ma alcune variazioni rilevabili Livio e soprattutto in Dionigi Veturia si oppose al figlio Coriolano, in nome del
nel tono e nello stile hanno indotto talvolta a credere che fossero tratti da due supremo interesse e della salvezza della patria. !
lettere differenti (e nel primo frammento si è visto un possibile riferimento all'in- Il quadro di accordo fra Cornelia e i figli, che la tradizione ci ha conservato, ne
tercessione di Cornelia per Ottavio). Insieme ad altre caratteristiche stilistiche verrebbe così incrinato, è vero; e tuttavia quell'accordo, risultato di un profon-
e linguistiche, l'uso di arcaismi, il ricorso al sermo cotidianus , al lessico fami- do legame affettivo e di un sacro rispetto, non necessariamente avrà compor-
liare, hanno fatto pensare ad una lettera privata (ma c'è chi ha ipotizzato una tato un coinvolgimento di Cornelia a sostegno delle iniziative dei figli. È possi-
comunicazione «pubblica») che rispondesse in pieno alla prosa latina dell'e- bile ch'ella giudicasse favorevolmente soprattutto il programma di Tiberio, non
poca, vicina, per intendersi, alla lingua di Catone e di Plauto (Horsfall). E Cor- fosse altro perché al giovane quei progetti avevano ispirato proprio maestri
nelia aveva le qualità per una simile operazione. In più la presenza di alcune come Blossio e Diofane, che da Cornelia, conosciuti e frequentati, erano stati
ripetizioni e incongruenze logiche costituirebbero garanzia di autenticità (Cu- scelti per affinare la formazione del figlio. E sappiamo che questi non esitava
ad evocare l'immagine o la persona stessa della madre per far presa sulla zazione e il consolidarsi del «mito» di Cornelia stessa potrebbero aver «spaz-
coscienza popolare (cfr. ad es. Plutarco, Vita di Tiberio Gracco, 13,6 e Cassio zato» quelle connotazioni e consegnato la figlia dell' Africano interamente alla
Dione, fr. 83,8). ! rappresentazione dei doveri tradizionali del suo ruolo di madre, universalmente
Dopo la morte di Tiberio, Cornelia si ritirò a Miseno (Orosio, 5,12,9), allonta- riconosciuti e apprezzati. Quel compito ella aveva svolto benissimo, come di-
nandosi dal cuore degli eventi che turbavano la vita politica. Lì ella continuò a mostrano quelle virtù indiscusse che anche gli avversari, al di là delle opinioni
mantenere inalterato il proprio prestigio come lo stile di vita e le abitudini, an- politiche, riconoscevano ai Gracchi. Di tutte quelle doti il merito era fatto risali-
che dopo la morte di Gaio, fino alla fine dei suoi giorni, e non abbiamo notizia re a Cornelia; il resto, cioè le scelte e le battaglie politiche, giudicate dalla par-
di alcun provvedimento o altro che la toccasse come diretta conseguenza delle te avversa un «traviamento» rispetto alla grandezza d'animo e alla tradizione
traversie filiali (al contrario, ad es., a Licinia, vedova di Gaio, fu vietato di porta- degli avi, potevano tornare ad essere «affare da uomini», un'attività nella quale
re il lutto e fu confiscata la dote, Plutarco, Vita di Gaio Gracco, 17,6). E il fatto a una donna non era consentito far valere alcuna autorità (sono infatti il padre
che evocasse il ricordo dei figli parlando delle loro disgrazie e delle loro azioni Sempronio Gracco o addirittura il nonno, l'Africano, che vengono spesso evo-
come riferite a protagonisti dell'età arcaica, sarà da intendersi certamente in cati - con il loro luminoso esempio di comportamento corretto verso il bene
senso elogiativo verso la memoria di quelli. Tuttavia la contrapposizione con la dello Stato - in antitesi alle gesta dei due Gracchi). !
conversazione che risultava piacevolissima (hedìste) quando evocava la vita Naturalmente, qualche tratto, come si è visto, delle accuse di «collusione», di
dell'Africano, serve ad esaltare proprio il dato che Cornelia riusciva a discutere coinvolgimento nelle responsabilità sarà sopravvissuto. Ancora nello stesso
delle vicende dei figli senza lasciarsi andare a manifestazioni di pianto o dolo- Plutarco, dietro l'impazienza con cui Cornelia avrebbe spinto i figli (ma in ques-
re. Con un distacco e una padronanza che stupivano gli interlocutori. E anche to caso il riferimento sarebbe al solo Tiberio, data la differenza di età fra i due)
quando parlava dei luoghi sacri, in cui Tiberio e Gaio erano caduti, come di a bruciare le tappe della carriera, perché stanca di «essere chiamata la figlia di
«tombe adeguate» a contenerne i corpi, manifestava, probabilmente, nel modo Scipione, anziché la madre dei Gracchi», si poteva celare la responsabilità di
più dignitoso le espressioni della pietas materna. In lei, che era da sempre chi, per mera ambizione personale, avrebbe indotto il figlio appena eletto ad
stata philàteknos, l'amore per i figli significava anche conservarne la memoria, agire subito politicamente. E non sappiamo se con questa ambizione, o più in
in un clima, per giunta, in cui (secondo Plutarco, Vita di Gaio Gracco, 18,3) il generale con alcune caratteristiche del suo stile di vita, possa collegarsi anche
popolo a quella memoria rendeva onori e sacrifici come a delle divinità. ! la eco di una proverbiale superbia che si ritrova in Giovenale (6,166 sgg.), ed è
Anche Gaio nutrì sacra devozione verso la madre, ch'egli citava ad esempio di poi ripresa da Claudiano (Elogio di Serena, 42-43). !
prolificità e castità, reagendo con veemenza a chi osava criticarla, come si Resta infine un'altra testimonianza dissonante nel panorama delle voci elogia-
evince da alcune sue espressioni al riguardo, divenute quasi proverbiali (cfr. tive, una testimonianza negativa, recante un'accusa assai grave, sorta nell'a-
ad es. Plutarco, Vita di Gaio Gracco, 4). Ma oltre alla testimonianza dei fram- lone di mistero che circondò la morte di Scipione Emiliano. !
menti epistolari e all'episodio relativo ad Ottavio, di cui s'è detto, abbiamo I dissapori tra l'Emiliano e Tiberio Gracco erano cresciuti col passar del tempo.
un'altra notizia sui rapporti fra Gaio e la madre. Plutarco (Vita di Gaio Gracco, Alla morte, poi, violenta, del giovane tribuno, Scipione avrebbe espresso una
13,2) riferisce una versione secondo la quale, nella cruciale situazione del 121 severa valutazione critica dell'operato del cognato (Plutarco, Vita di Tiberio
a.C., Cornelia avrebbe attivamente collaborato a sostenere i progetti sediziosi Gracco, 21,7-8). Negli anni seguenti egli arrivò ad impegnare il suo prestigio e
del figlio, avendo in segreto assoldato, fuori Roma, degli uomini, poi inviati ne- il suo peso politico per ostacolare i disegni di Gaio e dei suoi (patrocinando in
ll'V rbe sotto le spoglie di mietitori. Notizia di ciò si poteva cogliere, sebbene in quel momento le esigenze degli Italici). Ma non superò la vigilia di un'importan-
forma criptica (tauta [ ... ] e(i)nigmèna gegràphthat), nelle lettere di Cornelia a te riunione in cui avrebbe dovuto tenere un discorso, perché fu trovato cadave-
Gaio. Ancora un riferimento alle lettere, dunque, ma questa volta di senso con- re. Era l'anno 129. Sulla sua fine sorsero subito dei sospetti (che si estesero
trario. Va tuttavia sottolineato che Plutarco riferisce la circostanza in modo naturalmente a Gaio e a suoi seguaci come Fulvio FIacco e Valerio Carbone),
dubbioso, quasi generico (vdicono») e si affretta subito dopo ad accostarvi una furono formulate accuse violente, tuttavia si impedì che si celebrasse un pro-
testimonianza che suona come smentita: «Altri però affermano che Cornelia cesso. Circolarono comunque versioni diverse sulle condizioni del corpo, e
disapprovava con decisione (Pany) quanto veniva compiuto». ! ipotesi di ogni tipo (morte naturale, omicidio, suicidio) hanno appassionato gli
La notizia relativa all'aiuto materialmente fornito da Cornelia a Gaio, che Plu- antichi come i moderni. Purtroppo la biografia dell'Emiliano, che Plutarco stes-
tarco riferisce, è l'unico dato esplicito di ingerenza materna volta a favorire la so ci dice di aver composto (Vita di Tiberio Gracco, 21,9) e che sarebbe risul-
politica dei figli presente nella biografia plutarchea. (Di altri interventi non ap- tata forse illuminante, è per noi perduta. Anche in Appiano figura il dubbio fra
pare mai traccia, ad eccezione - ma è di segno opposto ai propositi di Gaio - suicidio e omicidio e di quest'ultimo egli incolpa insieme Cornelia e sua figlia
dell'intercessione a favore di Ottavio.) Potrebbe forse trattarsi di uno dei pochi Sempronia (Guerre civili, 1,20): !
elementi rimasti di una tradizione decisamente antigraccana, che coinvolgeva Scipione, che si era posto accanto, una sera, una tavoletta sulla quale, di not-
nella rappresentazione negativa anche Cornelia. Poi, l'affermarsi dell'idealiz- te, poter scrivere quello che avrebbe detto al popolo, fu rinvenuto morto, senza
alcuna ferita, sia che ne fosse causa Cornelia, madre di Gracco, perché la Strano destino, quello di Sempronia. Forse, se si fosse conservata la biografia
legge del figlio non fosse annullata e l'avesse aiutata in ciò la figlia Sempronia, plutarchea dedicata all'Emiliano, avremmo su di lei qualche notizia in più del
che maritata a Scipione, per la bruttezza e la sterilità non ne era amata né lo quadro scarno e «velenoso» tramandatoci da Appiano. Talvolta la sua esisten-
amava; sia che, come alcuni pensano, si sia ucciso vedendo che non sarebbe za viene del tutto ignorata dalle fonti che «chiudono» la discendenza di Corne-
stato in grado di mantenere ciò che aveva promesso. [Trad. di E. Gabba.] ! lia con la morte di Tiberio e di Gaio. Seneca, nella consolatio rivolta alla madre
Appiano è l'unico a riferire questa accusa, sia pure col beneficio del dubbio e Elvia, ricordando l'esempio di Cornelia, sostiene che «il destino aveva ridotto i
ponendola sullo stesso piano d'una alternativa opposta come il suicidio. Sia figli di Cornelia da dodici a due» (16,6) e nella Consolazione a Marcia si effon-
l'ipotesi dell' avvelenamento (che non avrebbe lasciato tracce visibili), sia l'attr- de a specificare che «[Cornelia] ebbe dodici figli; altrettanti funerali; e pazienza
ibuzione della mancata avvenenza e della sterilità a Sempronia, sembrano per gli altri, dei quali né vivi né morti la città si accorse. Ma Tiberio e Gaio, dei
tuttavia attingere al peggior repertorio misogino delle «colpe» tradizionali as- quali si potrà negare la virtù, non la grandezza, li vide uccisi e in sepolti» (16,3,
crivibili ad una natura femminile, giudicata incline all'intrigo, al complotto e ma- trad. di A. Traina). !
gari sempre pronta a sfruttare l'esperienza nella preparazione di filtri nocivi. In entrambi i passi Seneca cita Cornelia quale esempio di grande forza d'ani-
Dell'accusa non si trova eco altrove a proposito di Cornelia, né vi accenna Plu- mo e di equilibrio nel rimpianto dei morti e nella sopportazione del dolore sen-
tarco quando pure riferisce dei sospetti sulla morte dell'Emiliano. Altri testimoni za abbandoni a sterili afflizioni. Secondo Plutarco, un tale comportamento, che
registrano invece l'accusa soltanto nei confronti di Sempronia. Secondo la Pe- induceva Cornelia a saper discutere delle tragiche vicende dei figli senza dar
rioca 59 di Livio i sospetti di avvelenamento ricaddero sulla moglie e negli vita a pianti o altre manifestazioni di dolore, colpiva a tal punto gli interlocutori
Scholia Bobiensia all'orazione miloniana di Cicerone (p. 118 Stangl) si indivi- che «alcuni ritennero che l'età e il peso delle afflizioni l'avessero fatta uscir di
duano come responsabili Gaio Gracco e sua sorella. Di uccisione con l'inga- senno, e che non si rendesse più conto delle sue disgrazie» (Vita di Gaia
nno (dolo) per mano di Sempronia parla anche Orosio (5,10,10). In queste Gracco, 19,4; sulla possibile «follia» dei Gracchi, a parte l'accenno contenuto
ultime testimonianze Cornelia non viene neppure evocata. Il dato sembra par- nel secondo frammento di Cornelia «ecquando desinet familia nostra
ticolarmente significativo dal momento che (a differenza di quanto esposto da insanire?», di uno stato di furore e grave turbamento psicologico di Gaio è
Appiano dove è Cornelia ad essere spinta da un movente 'politico-familiare') i menzione in Diodoro, 34/35,28a). !
motivi del gesto di Sempronia non sono ascritti a rancori propri del rapporto Ma, a proposito della citazione di Cornelia operata da Seneca nella consolatio
coniugale, ma all'idea che la soror Gracchorum parteggiasse per Gaio contro alla madre, sarà interessante un'ulteriore notazione. Sebbene in quello stesso
l'Emiliano. Così, ad es., la perioca liviana: «il sospetto di avergli somministrato contesto (come abbiamo visto in precedenza) egli inviti Elvia ad approfondire
il veleno cadde sulla moglie Sempronia soprattutto in ragione del fatto ch'era gli studi per ottenere un valido sostegno alla sopportazione del dolore, la men-
sorella dei Gracchi, con i quali l'Africano aveva avuto dissensi". Addirittura zione di Cornelia non è in alcun modo messa in relazione con la dottrina e la
Orosio, nel riportare la versione (che attribuisce genericamente ad 'alcuni': cultura che caratterizzarono la madre dei Gracchi. Cornelia è ormai cristalliz-
quidam ... ferunt) considera come quel delitto rendesse una famiglia già «rovi- zata nella rappresentazione ideale di un modello, nella personificazione delle
nosa per la patria a causa delle empie azioni sediziose degli uomini», ancor virtù canoniche attribuite alla matrona d'altri tempi: è divenuta un pezzo della
più nefasta per le imprese scellerate delle donne (facinonbus mulierum). E storia esemplare di Roma, da tramandare come simbolo cui ispirarsi. Verrà
tuttavia manca ogni accenno ad un qualsiasi coinvolgimento di Cornelia. I sos- citata fra le figure paradigmatiche, insieme con le madri dei personaggi illustri,
petti nacquero e furono propagati probabilmente in ambienti ostili ai Gracchi e paragonata persino alle protagoniste della leggenda. Così, se nel contesto
la tradizione avrà molto «ricamato» a posteriori su tali premesse. Quanto a delle consolationes di Seneca viene evocata insieme a Lucrezia, Clelia, Rutilia
Sempronia ella dové invece ancora godere di notevole prestigio se dobbiamo (la madre di Cotta), in Tacito (abbiamo visto) accostata alle madri di Cesare e
dar credito al racconto di Valerio Massimo (2,8,6) che la vuole, nel 101 a.C., Augusto, diventa anche oggetto di strali di oscena ironia in un dissacrante epi-
chiamata in pubblica assise a testimoniare sulla reale identità di un certo Equi- gramma (11,104) di Marziale, dove figura accanto a Giulia (moglie di Pompeo)
zio, che sosteneva d'essere figlio di Tiberio. Così, incurante dell'incitamento e Porcia (figlia di Catone e moglie di Bruto), in un contesto dove sono presenti
vociante del popolo, lei, «Ti. et C. Gracchorum soror, uxor Scipionis Aemiliani personaggi come Lucrezia, Andromaca, Penelope. E proprio in parallelo con la
», non tradì la nobiltà degli avi e rifiutò con sdegno il riconoscimento. Chiamata regina di Itaca, citata come primo degli esempi di donne greche che si illustra-
come unica testimone che potesse fornire certezze su una questione di identi- rono per virtù e devozione agli ideali familiari, Eliano (Varia storia, 14,45) sce-
ficazione così controversa, Sempronia sarà stata l'unica rimasta in vita (unica glie come corrispettivo per il mondo romano Cornelia. Nell'introduzione all'o-
custode ormai dei segreti - e forse anche dei documenti) della famiglia di Cor- puscolo Esempi di valore femminile (Moralia, 243D), in una rassegna delle
nelia: a quella data, dunque, la madre dei Gracchi non c'era più, ed è questo donne antiche più celebrate - come gli uomini - per le loro qualità peculiari,
l'unico indizio indiretto che possiamo ricavare sulla sua morte. ! Plutarco ne paragona la nobiltà d'animo, la magnanimità (megalòPhron) a
«Figlia dell'Africano, (madre) dei Gracchi" ! quella di Olimpiade, madre di Alessandro. E, fra i cristiani, Gerolamo, se in
Aduersus Iooinianum, 1,49 (320) la inserisce fra Lucrezia e Porcia come rum, soprattutto nell'ambito della famiglia, del matrimonio rispetto alla necessi-
esempio di donne che seppero eguagliare gli uomini in quanto a virtù, nell' tà di generare figli e allevarli secondo il rigore e i sani costumi di un tempo.
Epistola 54 (par. 4) la definisce «pudicitiae simul et fecunditatis exemplar». Così l'avrà vista anche Plinio, che sottolinea il particolare delle calzature, ispi-
Erano in fondo le stesse qualità che le attribuiva il figlio Gaio, quando, vantan- rate alla massima - quasi disadorna - semplicità di una volta. Forse un monito,
dola contro un detrattore effeminato, rinfacciava a quello di non aver certo po- l'espressione di una severità che richiamava la polemica contro ogni manifes-
tuto generare come Cornelia, la quale sicuramente era rimasta «lontana da un tazione di lusso e sfarzo eccessivo? !
uomo molto più a lungo di lui» (Plutarco, Vita di Gaio Gracco, 4,6). E ad Sino a quando sopravvisse quell'effigie non possiamo dire con certezza. Forse
un'immagine così proverbiale si riferisce anche Giovenale nella celebre satira l'incendio dell'80 d.C. la danneggiò, forse (se alcune supposizioni sono fonda-
sesta, quando ad un simile ideale concentrato di virtù e nobili tradizioni di fa- te) era ancora al suo posto nel III secolo d.C. (o si trattava di una copia?).
miglia di cui insuperbire, dichiara di preferire senz'altro una semplice donna di L'immagine grave di questa matrona seduta (così come l'Afrodite seduta di
Venosa (6,166 sgg.). ! Fidia) finì poi forse (IV secolo d. C.) per costituire un modello per la rappresen-
Ma la figura di Cornelia ottenne anche il concreto suggello dell' erezione di una tazione di donne romane, tra cui anche Elena, madre di Costantino (Coarelli). !
statua (un caso quasi eccezionale per quell'epoca se si pensa, che le poche Ma oltre alle testimonianze delle fonti letterarie, a noi è giunto anche un reper-
testimonianze sino al II secolo a.C. su simili riconoscimenti per una donna to assai importante. Nel 1878 fu scoperto proprio nell'area del portico di Otta-
sono confinate nel periodo arcaico o comunque connesse con eventi leggen- via il basamento di una statua. Largo, e tale che davvero dové servire a so-
dari). Ce ne dà notizia alquanto dettagliata Plinio (Storia naturale, 34,31) rreggere un'effigie di bronzo raffigurante una persona seduta, esso riportava
quando, dopo aver sottolineato come Catone avversasse, durante la censura, due iscrizioni sul lato frontale. Una sul listello superiore: opus Tisicratis (databi-
I'uso di erigere statue a donne nelle province, nota che ne fu innalzata una le forse al III secolo d.C.) e l'altra (certo d'età augustea): Cornelia Africani f /
proprio a Roma, a Cornelia «madre dei Gracchi e figlia dell'Africano». La sta- Gracchorum, Quella base avrà retto probabilmente la statua che Plinio vide nel
tua, che rappresentava la matrona seduta e in cui si notava il particolare dei portico di Ottavia. !
«sandali senza correggia», collocata prima nel portico pubblico di Metello (cos- Il reperto poneva tuttavia non pochi problemi. Tralasceremo quelli relativi ad
truito da Metello Macedonico a partire dal 146 a. C. ), fu posta in seguito nel opus Tisicratis (ripristino, in età severiana, della firma d'autore, falsa attribu-
portico di Ottavia (la versione sontuosamente rifatta del precedente complesso zione, segno del riutilizzo della base di altra statua?). Quanto all'iscrizione (CIL
edilizio). Un' altra significativa attestazione si trova anche in Plutarco, a propo- VI, 31610) i caratteri d'età augustea ed i segni evidenti di cancellature rivelano
sito dell'episodio in cui Gaio mostrò di cedere alle richieste della madre, riti- la sostituzione di un'iscrizione preesistente: si trattò di una semplice riscrittura
rando la legge proposta per colpire Marco Ottavio. L'evento - è detto in Vita di del testo precedente? O forse quest'ultimo fu modificato (ad un iniziale Corne-
Gaio Gracco, 4,4 - suscitò soddisfazione tra il popolo, «che onorava Cornelia a lia Gracchorum pensa Coarelli, sulla scorta del passo di Plutarco)? Ovvero la
causa dei figli non meno che per il padre. Più tardi (hjsteron) le innalzarono base apparteneva ad un' altra statua e fu poi riutilizzata (Kajava, dubitativa-
anche una statua in bronzo e vi iscrissero 'Cornelia madre dei Gracchi ">. Sull' mente)? Ma, al di là di questi interrogativi (cui sembra difficile fornire risposte
età in cui la statua fu effettivamente eretta sono state formulate varie ipotesi e inoppugnabili), l'attenzione degli studiosi si è spesso concentrata sulla «stra-
chi ha pensato ad una motivazione politica ha ipotizzato una data intorno al nezza» che presenterebbe la formula laddove, invece, nelle iscrizioni relative a
100 a.C., in un momento cioè di predominio, dopo un lungo periodo contrario, una donna, dopo l'eventuale indicazione della paternità, era consuetudine tro-
dei populares (Coarelli), o anche posteriore. Tuttavia il «più tardi» riferito da vare, al genitivo, il nome del marito. La presenza del solo Cracchorum, senza il
Plutarco non sembra escludere neppure un momento assai ravvicinato (addi- termine mater (e la mancanza di esempi analoghi) hanno portato persino a
rittura, secondo alcuni, quando Cornelia poteva essere ancora in vita). Di sta- pensare che quella di Cornelia fosse un esemplare di un gruppo di statue tutte
tue erette in onore e a commemorazione dei Gracchi parla Plutarco (Vita di dedicate a madri illustri (Lewis). !
Gaio Gracco, 18,3), dal quale si evince anche che esisteva una statua di Tibe- Ma forse non è il caso di spingersi così lontano nelle congetture. Si trattava di
rio Sempronio Gracco padre: Gaio, alla vigilia del giorno per lui fatale, si sa- un monumento di tipo onorifico, destinato ad un vasto pubblico. Difficile che
rebbe fermato a contemplarla in silenzio, piangendo (Vita di Gaio Gracco, potesse contenere un'iscrizione poco corretta o poco chiara. D'altronde il per-
14,4). Una tale testimonianza onorifica per Cornelia è probabile però che ne sonaggio era talmente famoso che non c'era chi non avrebbe saputo riconos-
volesse esaltare essenzialmente le qualità che poi ne avrebbero tramandato il cerlo e, in ogni caso, il plurale Gracchorum metteva «al riparo» da ogni possi-
ricordo, duraturo e immutato, ai posteri. Proprio riferita ad un'alta incarnazione bile equivoco, non potendo indicare che un riferimento ai figli (Kajava). L'iscri-
di valori quali prolificità, castità, univirato, amor materno, la sua effigie avrà zione invece rispecchia in maniera fedele il modo tradizionale in cui Cornelia
potuto ben figurare nel Portico di ! viene citata ovunque nelle fonti, e le ragioni di quella forma di citazione sono
Metello e addirittura «troneggiare» negli edifici di Ottavia, perfettamente con- esplicitate proprio nel passo plutarcheo, lì dove si dice che Cornelia doveva il
gruente con il programma augusteo di rivalutazione e recupero del mos maio- suo prestigio presso il popolo all'essere contemporaneamente figlia dell' Afri-
cano e madre dei Gracchi. Plinio (che descrivendo la statua l'attribuisce a Ma neppure la statua che le fu innalzata poté avere un cantore. Il tempo, la
«Cornelia madre dei Gracchi, figlia dell' Africano Maggiore»), cita - come ab- sorte avrebbero disperso anche l'ultima testimonianza del viso, delle fattezze,
biamo visto - per gli esempi di prolificità eccezionale Cornelia e Agrippina dei lineamenti di cui mai alcuna fonte ci seppe parlare. Di quella statua sareb-
Maggiore (Storia naturale, 7,57). La prima è nominata addirittura solo come be sfuggito all'oltraggio degli anni solo il basamento. Su di esso un'iscrizione
Gracchorum mater, l'altra, subito dopo, come Agrippina Germanici, cioè moglie consegnava ai posteri - come solo le lapidi sanno - il significato di un'intera
di Germanico (Agrippina Minore, pure evocata nello stesso libro, sarà invece esistenza: !
citata come «madre di Nerone»). Se nella norma il referente ovvio, per le don- «Cornelia, Africani fJGracchorum» !
ne sposate, è il marito, alla base c'è dunque il principio per cui la donna va !
identificata attraverso il suo legame con un elemento maschile. È questo il
passaporto per entrare nella considerazione della tradizione. Proprio la figura !! !

maschile più «visibile» della sua esistenza costituirà, per la donna, il punto di
riferimento. Non era forse per questo che, morto il marito e ancora imberbi Ti- !!
berio e Gaio, Cornelia veniva identificata come «la suocera di Scipione Emili-
ano», cioè legata a colui che in quel momento era il personaggio maschile di !!
maggiore spicco della famiglia? Nel caso di Cornelia, la fama dei figli superò
presto e di gran lunga la rinomanza paterna (per questa ragione la figura di
!!
Sempronio Gracco, pure uno degli uomini più in vista dell'età sua, appare
«depressa» nelle fonti). Rimasta vedova, ella non poté essere ricordata se non
!!
in rapporto alla prestigiosa ascendenza paterna (nell'iscrizione Scipione infatti !!
è citato come «Africano») e soprattutto in rapporto ai figli, che si affacciarono
così da protagonisti sulla scena della storia. ! !!
Quanto all'omissione di mater, se in Valerio Massimo (6,7,1) si può pensare
che l'espressione mater Comeliae Gracchorum, riferita a Emilia Terzia, ren- !!
desse oziosa e stilisticamente intollerabile l'inserzione di un ulteriore mater o
parentis (Lewis), l'attestazione di Gerolamo (Commentarii in Sophoniam prop- !!
hetam, Prologo, p. 655 Adriaen = PL, 25, 1337C) sembra non lasciare dubbi:
«Corneliam Gracchorum id est, vestram, tota Romanae urbis turba miratur». !
!!
Agli albori del 1779 era stato già dissotterrato, negli scavi di Civitavecchia, un
busto attribuito ad Aspasia. Ma soprattutto della scoperta, presso Tivoli, di un
!!
busto di Pericle (entrambi i reperti furono collocati in Vaticano), l'archeologo !!
Ennio Quirino Visconti parlò al Monti: l'evento poteva ispirare una composizio-
ne. Il poeta accettò il suggerimento e compose quell'ode famosa che fu la Pro- !!
sopopea di Pericle, dove cantò anche d'Aspasia «consorte diletta» e «donna
del cor di Pericle». Così Aspasia (che fosse davvero il suo ritratto poco impor- !!
ta), donna lodata per l'intelligenza e la bellezza, ebbe un volto. !
Quando un'altra Cornelia, nobile matrona romana e moglie di Emilio Paolo !!
Lepido, morì, lasciò di sé un ricordo che non si sarebbe facilmente dimentica-
to. In una delle sue più belle elegie (4,11), Properzio ne fece rivivere i tratti, e
!!
richiamandola in vita ne rievocò i sentimenti, gli affetti. È l'ultima, dolcissima
immagine che di lei ci è giunta. !
!!
L'ultima immagine che abbiamo della madre dei Gracchi è quella di una donna !!
ancora vitale, anche se ormai gravata dagli anni e dagli eventi, che perpetua il
ruolo di custode gelosa dell'eredità paterna e della memoria dei figli, narrando !!
ai suoi interlocutori le vicende degli uomini della sua vita. Morì in un giorno che
non ci è noto. Non ebbe un poeta che sapesse quel giorno cantarne il ricordo !!
o svelarci i risvolti di una vita con Gracco, i momenti che non furono mai noti. !
c . 190s -121 aC ) Roman : Italia actor político Cornelia era a la vez formidable e infl Cornelia se retiró a su finca en Miseno , en la bahía de Nápoles , donde entretuvo a
uential . Nacido en los 190s b.c.e. en una de las familias más distinguidas de Roma , los notables de la época. Una vez allí, le llegó la noticia de la muerte de Gayo . Corne-
Cornelia fue la segunda hija de Emilia Tercia y el general que había conquistado Aníbal, lia escribió copiosamente , y sus cartas se publicaron , aunque sólo el fragmento
Publio Cornelio Escipión el Africano Mayor. Su padre se sintió atraído por la cultura desafiado citado por Nepote permanece. Ella murió en el 121 . Los romanos la honra-
griega y dio a sus hijas, y su hermana Cornelia Cornelia ( ! ) , una educación en la ron con una estatua de bronce .

literatura griega y la filosofía , que todavía era inusual incluso para los hombres . Se Fuentes Cicerón. Brutus 104 , 211 . Livy . Desde la fundación de la ciudad 38.57.5-8 .
casó una sola vez, crió a sus hijos como una viuda , y dio a luz la muerte de sus dos Nepote . "Carta de Cornelia ", en Horsfall , N. , pp 41-43 . Plinio el Viejo . Naturalis
hijos con coraje y fortaleza . Cornelia era una mujer rica . Recibió 25 talentos de su Historia 34.31 . Plutarco . Vitae Parallelae ( Vidas paralelas ) : Cayo Graco 4.1 ; 13.2 .
madre en su matrimonio y otros 25 talentos después de la muerte de su madre. Se Plutarco . Vitae Parallelae ( Vidas paralelas ) : Tiberio Graco 1,4-5 ; 4,1-3 ; 19,1-6 ; 21,3-
casó bien , los ricos y Tiberio Sempronio Graco mucho más antigua que se sentía có- 4 . Polibio . Historias 31.27 . Valerio Máximo . Factorum et dictorum Memorabilium
moda con una mujer extraordinariamente culta . Era un soldado ne fi y un gobernador libri IX 4.4 .

excelente provincial, dos veces cónsul , en 177 y 163 , y censurar en 169 . Su matri- Bauman , Richard A. La mujer y la política en la antigua Roma. London: Routledge, 1994
monio ha dado lugar a una historia apócrifa . Como repetida por el historiador Tito .

Livio , el padre de Cornelia arreglado su matrimonio , a instancias de los senadores Oxford Classical Dictionary , ed. por Simon Hornblower y Antony Spawforth . 3d . ed.
romanos , sin la aprobación previa de su madre. Su madre , furiosa por no haber sido Nueva York : Oxford University Press, 1996 , p . 392 .

consultados, sólo perdonó a su marido cuando descubrió que el novio era el ilustre Pauly , A. , G. Wissowa y W. Kroll. Real- Encyclopädie d. Classischen Altertumswissens-
Tiberio Sempronio Graco . Su marido murió en el 154 aC , y Cornelia quedó viuda chaft 1893 - . (Alemania : múltiples editores ) 407.

codiciados . Ella se mantuvo interesado en el Este, y Ptolomeo VIII Fiscon , regla de Stockton , David. Th e Gracos . Oxford : Clarendon Press, 1986 , pp 24-25 .

Cirene , Ered fuera de su matrimonio en 154 . Casi constantemente en desacuerdo
con su hermano mayor, Ptolomeo VI Filometor , que sin duda cree con razón que su
!!
infl uencia en Roma mejoraría considerablemente a través de una alianza matrimonial
con Cornelia . Lo mismo ocurriría con su bolsa . Después de la muerte de su marido ,
!!
sin embargo , Cornelia se dedicó a sus hijos y la gestión de sus fincas. Ella emplea tu-
tores griegos por sus hijos para proporcionar una educación para ellos como su pro-
!!
pia filosofía y las matemáticas. En una famosa historia que es muy probablemente apó-
crifa , cuando un visitante , posiblemente Ptolomeo, mostrará a ella una colección de
!!
joyas ciento magnifi , Cornelia señaló a sus hijos y respondió que eran sus joyas. De
los 12 niños que ella había dado a luz antes de la muerte de su marido, sólo tres so-
!!
brevivieron hasta la edad adulta . Sus dos hijos, Tiberio y Cayo Graco se convirtieron
en los hombres más famosos de su época . Ey Th llevó de Roma en un ort FEP para la
!!
reforma agraria y la condonación de la deuda que se derivarían de los crecientes pro-
blemas de los pobres sin tierra urbana. Ambos fueron asesinados, pero no antes de
!!
que la política también había rasgado la familia. Su hijo Tiberio fue asesinado por su
rival político y su tío , el marido de la hermana de Cornelia . Su única hija, Sempronia (
!!
! ) , se casó con Escipión Emiliano en 129 , otro opositor de las reformas. Fue un
matrimonio infeliz , y su muerte repentina provocó rumores de que Sempronie y
!!
Cornelia le habían asesinado. Th e dos mujeres estaban cerca y vivieron juntos des-
pués Sempronie enviudó . Los historiadores tienen Ered diff sobre la política de Cor-
!!
nelia sobre la reforma agraria , que había dominado tanto la vida y la muerte de sus
hijos . Por un lado, en un fragmento de una carta que fue pretendido para haber escri-
!!
to y que había sido conservado por el historiador Cornelio Nepote , se reprendió a
su hijo a Gayo por políticas que estaban destruyendo el Estado. Por otro lado , la vali-
!!
dez de la carta ha sido desafiada seriamente desde Nepote escribió en una época en
la oligarquía gobernante quería los Gracos desacreditado. Plutarco, por otra parte,
!!
informó que Cornelia contrató los hombres desde el extranjero para venir a Roma
disfrazado de segadores y ayudar a Gayo . Lo que nunca se ha disputado era su infl
!!
uencia sobre el comportamiento de sus hijos. Aunque Gayo atacó el tribuno Marco
Octavio por su veto a la reforma agraria de Tiberio en el año 133 aC , que también se
!!
retiró el proyecto de ley que podría haber significado el exilio durante la misma tri-
buna, diciendo que era a petición de su madre. Después del asesinato de Tiberio ,
!!
Cornelia romana matrona ( 191-108 aC) Una de las mujeres más famosas de la Repú- la causa plebeya de Roma, que se habían ido , pero la admiración de Roma sentían por
blica romana era Cornelia , quien encarna todas las virtudes que los romanos tenían su madre sólo aumentó . En lugar de retirarse de luto tras la pérdida de los hijos ,
en gran estima . Cornelia fue la hija del gran Escipión el Africano , vencedor de Aníbal , Cornelia continuó en su vida pública. Ella vivió como siempre lo había hecho y conti-
que tiene tan famoso padre inmediatamente le granjearon el cariño de la gente roma- nuó para entretener pródigamente y mantener correspondencia con los hombres
na . Ella se casó con uno de los hombres más influyentes de su época , Teberius Sem- inteligentes y poderosos de la época. Según Plutarco , todos los reyes reinantes envían
pronio Graco, y ella le dio a luz doce hijos - una hazaña notable en cualquier edad, sus regalos, y se rodeó de figuras literarias . Ella habló de sus hijos sin dolor ni lágri-
pero sobre todo por lo que durante la época romana , cuando la gente elogiaron las mas , orgulloso de que habían muerto al servicio de Roma. Sus contemporáneos le-
familias con tres hijos. El esposo de Cornelia murió , dejándola para elevar a todos vantaron una gran estatua de ella en un lugar público para honrar a esta madre ro-
estos niños . Ella era tan conocido y respetado y , según Plutarco , " buena madre mano que encarna todas las virtudes Romanos alabado . La base de mármol de la es-
" ( Plutarco 1010 ) , que el rey Ptolomeo de Egipto buscó su mano en matrimonio y tatua sobrevive pero la estatua se ha perdido. Ella fue retratado sentado serenamente ,
se ofreció a compartir su trono con ella. Sin embargo , ella lo negó, prefiriendo que- y esta posición se convirtió en un modelo para las estatuas de las mujeres romanas
darse viuda. ( Esto, también , ganó su alabanza, porque los romanos tenían un gran posteriores. ( La estatua de Helena se muestra en la Figura 40 , página 154, presumi-
respeto por las mujeres que habían conocido a un solo marido. ) Dedicó su viudez blemente fue modelado después de Cornelia . ) Más de la estatua se convirtió en un
para criar a sus hijos . Lamentablemente, sólo tres sobrevivieron . Su hija, Sempronia , modelo, sin embargo . Posteriores romanos alabaron esta valiente mujer que entrenó
se casaría con el héroe nacional de Escipión el Joven, y sus dos hijos, Tiberio y Cayo , a sus hijos para el servicio público y luego aceptó su pérdida con estoicismo . Ver
se plantearon para servir al estado. Lo hicieron en un grado notable , y muchos acre- también Helena , Maternidad , Roman Lecturas sugeridas Dixon, Suzanne . La Madre
ditan parte de su éxito a la enseñanza de su madre. En una historia muchas veces con- romana. Norman : Oklahoma University Press, 1988 . Fantham , E. , et al . Las mujeres
tada , cuando un visitante preguntó Cornelia para mostrar sus joyas , le presentó a sus en el mundo clásico . Nueva York : Oxford University Press, 1994 . Plutarco . " Tiberio
hijos . Sin embargo , llegaron al poder en una época tumultuosa y darían su vida al Graco ", " Cayo Graco . " En Plutarco . Trans . F. C. Babbitt . Cambridge , MA: Loeb
servicio del pueblo romano . En la mitad del siglo segundo , la República romana sufrió Classical Library , 1968 .

una crisis económica repentina. Las guerras de expansión habían traído grandes rique- !
zas a Roma , lo que hizo que los precios de riqueza , y como parte de los muchos !
problemas económicos y sociales , una lamentable escasez de hecho los precios de los !
alimentos de granos por las nubes. Los hermanos Graco se acercaron para ver si po-
!
dían ayudar a resolver la crisis. Tiberio se convirtió en tribuno de la plebe en el año
!
133 aC Tiberio propuso una ley agraria que redistribuya tierras públicas a los roma-
nos sin tierra. La idea era acertada y podría haber hecho una diferencia , pero se alar- !
mó terratenientes codiciosos. La ley fue aprobada , pero el Senado votó a regañadien- !
tes sólo una pequeña suma para ayudar a Tiberio administrarlo . Muchos senadores !
estaban particularmente preocupados cuando Tiberio anunció que era candidato a la !
reelección. Aunque en el pasado distante, tribunas se habían quedado a un segundo
!
mandato , que no se había hecho desde hace mucho tiempo, y los opositores de Tibe-
rio argumentado que era ilegal . En la confusión que siguió, un motín ocurrido en una !
reunión de la asamblea , y algunos senadores con sus seguidores venció a Tiberio y !
300 de sus seguidores a la muerte. Con un solo golpe, un nuevo elemento surgió en la !
vida política romana : el asesinato político . La ley de tierras de Tiberio siguió funcio- !
nando por un tiempo, pero no es muy eficaz. En el año 123 aC , el hermano de Tiberio
!
, Cayo , se convirtió en la tribuna , en un esfuerzo para continuar el trabajo de su
!
hermano. Una polémica carta que ha sobrevivido fue escrita supuestamente por Cor-
nelia a Gayo denunciando sus actividades revolucionarias . " ¿Nuestra familia nunca !
desistir de esta locura? Nunca vamos a sentir vergüenza por lanzar el estado en el !
caos y la confusión ? Pero si lo que realmente no puede ser, buscar la tribunate des- !
pués de mi muerte " ( Fantham et al. 264 ) . Es difícil imaginar que esta mujer indoma- !
ble instó a su hijo a que se abstengan de la vida política por la que lo había preparado ,
!
y es muy conveniente un texto para apoyar a las fuerzas conservadoras que destruye-
ron las reformas de los Graco no dudar de su autenticidad. En cualquier caso , Gaius !
continuó en el cargo público a un final desastroso . El Senado se trasladó a deshacer !
sus reformas tan pronto como Gayo estaba fuera de la oficina , y él y unos 250 simpa- !
tizantes fueron asesinados en 122 antes de Cristo - su muerte organizados por uno
de los cónsules que apoyan el Senado. Los hermanos Graco fueron martirizados por
!
Cornelia, madre de los Gracos Cornelia , la hija más joven de Publio Escipión y Emilia bieran aprobado , en su mayor parte, por su primo y yerno , Escipión Emiliano , a pe-
, 2 nació a finales de los 190s . Se casó Ti . Sempronio Graco ( cos. 177 ) , pero des- sar de la relación ambivalente entre ellos. Así podríamos clasificar Cornelia como un
pués de una ilustre carrera que murió en c . 153 . Cornelia se negó una oferta de ma- conservador moderado, y la primera mujer de articular el pensamiento de ese sector, si
trimonio de Ptolomeo VIII de Egipto y se dedicó a administrar los bienes de la familia no fuera por la controversia en cuanto a la autenticidad de la carta. Sin embargo, es
y la crianza de sus hijos , supervisando personalmente su educación y dotarlas de la bastante seguro decir que incluso si Nepote no nos ha dado la carta como Cornelia lo
cultura y la erudición que ella misma había absorbido en la casa de sus padres. De sus escribió, se ha adaptado a su material sin destruir su veracity.5 esencial relaciones de
doce hijos , sólo tres sobrevivieron hasta la madurez. Eran Tiberio Graco , el tribuno Cornelia con sus hijos dieron lugar a una gran tienda de anécdotas , no todo lo cual
reformar de 133 cuyo asesinato marcó el comienzo de la larga agonía de la República necesita ser tratado con scepticism.6 Después de su muerte , dijo que los templos don-
Romana , Cayo Graco , que intentó explotar el tribuno plebeyo incluso más sistemáti- de habían sido asesinados eran tumbas dignos de tales ocupantes , y agregó que se ha-
camente que su hermano había hecho , pero finalmente sufrió un destino similar , y yan satisfecho los Gracos ella nunca podría explicarse desafortunado. Su orgullo por
Sempronia , que se casó con el patricio ambigua , Escipión Aemilianus.3 Cornelia era los logros de su hijo era tal que a menudo se quejaba de que era conocida como Emili-
un escritor reconocido , una colección de sus cartas fue visto por Cicero.4 el escritor ano ' madre-en- ley, no como la madre de los Gracos . Probablemente considera Tibe-
republicano tarde, Cornelio Nepote , citó extractos de una de sus cartas , escritas a su rio su favorito y se identificó con su programa , ella eligió Diófanes de Mitilene y Blo-
hijo de Gayo en 124 . Una versión ligeramente abreviada del fragmento es la sio de Cumas como sus tutores , y se informó de que la ingeniería de la muerte con el
siguiente : Es , sin duda, bueno para vengarse a sí mismo sobre los enemigos , pero fin de evitar que él anulando Tiberio Emiliano ley.7 agraria Cicero infiere de sus cartas
sólo si se puede hacer sin dañar a nuestro país. Dado que esto no es posible , es mejor que sus hijos fueron alimentados más por su conversación que en su seno ( Brut. 104 ,
para nuestros enemigos para permanecer en su lugar de forma indefinida que para que 211) . A pesar de sesgo habitual de Cicerón contra los Gracos , puede haber algo de
nuestro país sea destruido. Te juro que a excepción de los asesinos de Tiberio Graco , verdad en su retrato de una mujer de gran inteligencia que prefieren asegurarse de que
que me han causado recientemente más problemas y molestias que cualquier enemigo sus hijos sirvieron al Estado de acogida vínculos familiares ordinarios. Sus relaciones
- que quien debería , ya que mi único hijo sobreviviente , se han esforzado por hacer con Gayo , aunque más equívoco que aquellos con Tiberio, 8 inspiraba una declaración
que me la menor ansiedad posible en mi vejez , que sólo debe haber querido para com- más importante de su hijo menor . Cuando uno de Gaius enemigos la calumniado ,
placerme , ya quién deben considerarlo malvado ignorar mis consejos en cualquier dijo, ' ¿Te atreves a hablar mal de Cornelia , quien dio a luz a Tiberio ? "( Plutarco
asunto importante , sobre todo porque tan poco de mi vida me queda . No se puede Cayo Graco 4.4). Mediante el uso de su nombre en lugar de Gayo ' mi madre ' casi la
incluso ese breve tiempo disuadirlo de oponerse a mí y arruinando la República ? elevó a un concepto . César un día referirse a sí mismo en términos conceptuales , 9
¿Dónde se detendrá ? ¿Cuándo nuestra familia abandonar la locura y la vuelta a la mo- siguiendo así el precedente de ' Cornelia quien dio a luz a Tiberio . Ese estatus más
deración ? ¿Cuándo vamos a dejar de causar problemas a los demás y de infligir en tarde recibió el reconocimiento oficial cuando una estatua de ella se erigió en el pórtico
nosotros mismos? ¿Cuándo vamos a tener vergüenza de lanzar nuestro país en el de Metelo , con la leyenda : " Cornelia, hija de el Africano , madre de los Gracos . Cato
caos ? Pero si usted no puede ser disuadido , soporte para el tribunado cuando esté había denunciado la erección de estatuas a las mujeres en las provincias , pero en opi-
muerto ; hacer lo que quiera , cuando yo ya no soy consciente de ello. Cuando muera y nión de Plinio anciano que fue más que compensado por la erección de esta estatua en
se invoca a los dioses de la familia en mi honor , ¿no se avergonzaría de solicitar las Roma itself.10 Cornelia hizo una aproximación más cercana a la condición de funcio-
oraciones de aquellos a los que usted abandonó en toda su vida ? Que Júpiter no per- nario de que nunca había sido alcanzado por una mujer antes. El significado de su títu-
mitir semejante locura para entrar en su mente. Pero si insistes , me temo que a través lo no sería olvidado . Livia lo recordaría un día ( véase el capítulo 10 , p . 131 ) . Des-
de su propia culpa ustedes traerán tantos problemas en sí mismo que usted nunca esta- pués de la muerte de Tiberio Cornelia retiró a Miseno , en el golfo de Nápoles. Es a
rá en paz. (Fr Nepote . 1.1-2 ) La carta es , si es genuina , de lejos, nuestro documento partir de la cuenta de su estilo de vida no de Plutarco que saquemos nuestra evidencia
más importante para el pensamiento político , y de hecho toda la Weltanschauung , de para un círculo presidido por ella. Plutarco dice que en Miseno ella continuó su estilo
una matrona romana del siglo II . Escrito en la víspera de la primera tribunate Cayo de vida habitual . Tenía muchos amigos , mantuvo una buena mesa en la que entretuvo
Graco ' de 123 , la carta revela un escritor que está apasionadamente opone al progra- a los griegos y otras personalidades literarias , e intercambió regalos con los reyes
ma radical de su hijo menor . Cornelia está reuniendo a la defensa de la res publica reinantes. Ella regaló a sus invitados con anécdotas de su padre, pero fue más memo-
tradicionales , está castigando lo que ella ve como una mancha en el escudo de la fami- rable cuando habló de sus hijos , sin dar signos de dolor y contar sus historias como si
lia , además de ser una amenaza mortal para la res publica a sí mismo. Así Cornelia estuviera hablando de los hombres de la antigua Roma . Algunos pensaban que el dolor
ella encuentra en armonía con los miembros de su propia familia no - en la familia o la vejez habían deteriorado su mente, pero Plutarco pone a su naturaleza noble (CG
plebeya que se casó , pero la familia patricia en la que nació . Sus sentimientos se hu- 19,1-3 ) . El pasaje apunta a la crítica contemporánea de Cornelia , pero eso es en sí
misma una indicación de su importancia . Como un patricio moderada cuya mente no racterísticas sociales en los que la imaginación puede echar mano de ellos y armar una
estaba cerrado a las ideas liberales , siempre y cuando no subvertir el orden existente , idea de la realidad. Hasta ahora, los datos han sido demasiado extraño y demasiado
Cornelia compartía las ideas relativamente progresivas de su padre acerca de la sobe- escaso para cualquier gran éxito en esto, pero cuando leemos de Cornelia proporciona
ranía popular, y se encontró en la simpatía con el programa de Tiberio , en la medida a sí misma con una casa de campo , montando a la adoración pública , escuchando a
en que sentía una auténtica preocupación para los campesinos desplazados a raíz de los los chismes de sus amigas , respetando la joyería de los demás, e interesante a sí mis-
grandes wars.11 en sus almuerzos literarios , que ya estaban en vigor antes de su reti- ma en la literatura griega , descubrimos que las características principales de la vida de
rada a Miseno (CG 19.1 ) , que se habrá entretenido hombres como Diófanes de Miti- una matrona romana no eran esencialmente diferentes de las que caracterizan a la so-
lene , tutor de Tiberio y el más capaz orador griego del día ; Blosio de Cumas , el ideó- ciedad femenina educada en nuestro propio tiempo . De hecho , hay más para evocar
logo estoico que atacó a los males de la propiedad privada , y Licinio Craso Muciano , nuestra apreciación comprensiva en la Roma de BC 150 que en la Europa del año 1000
señalaron tanto por su interés en la cultura griega como por su interés profesional en o en las civilizaciones asiáticas de hoy . Nos sentimos más a gusto en las villas patri-
los law.12 Tales hombres habría encontrado Cornelia casa un lugar ideal para sus deli- cias que en los castillos medievales , del mismo modo que nos encontramos más que
beraciones , especialmente en lo que ella era capaz de contribuir de manera significati- es aplicable a la vida moderna en los poetas romanos de lo que hacemos en los bardos
va al debate. Ni siquiera podemos adivinar qué parte de la ideología de los Gracos fue de la caballería . En el estudio de la época en que la antigua civilización de Italia fue
elaborado chez Cornelia , pero sólo hasta la muerte de Tiberio . A pesar de su afecto en su mejor momento , descubrimos hábitos de pensamiento , trozos de la vida y las
por su hijo menor , Cornelia no estaba de acuerdo con su demagogia descarada . Tam- costumbres sociales, que realmente nos asustan con su semejanza a aquellos a los que
poco era ella sola en that.13 Una importante conclusión se puede sacar de la declara- nosotros mismos nos tiene acostumbrados. La ciudad, en el momento de Cornelia,
ción al parecer poco claro de Plutarco sobre Cornelia haber hablado acerca de sus hijos mostró pocos signos externos de la magnificencia que era para adquirir bajo los empe-
, como si estuviera hablando de los hombres de la antigua Roma (CG 19.2 ) . En la radores . Las casas eran en su mayoría de ladrillo, aunque la arquitectura doméstica se
cara de ella , era simplemente un cruel ataque en una gran matrona que mantuvo sus había vuelto muy ambicioso en su carácter, Cornelia sí misma haber construido , como
emociones bajo control riguroso , pero hay más que eso. ¿Se les compara con figuras se ha dicho , una villa muy caro en Miseno , las de los ricos se llenaron de muebles
legendarias , con semidioses ? Recordamos su descripción de los templos donde ha- costosos y valiosas obras de arte , que los romanos primero aprendieron a admirar en
bían sido asesinados como templos dignos de ellos , y también aprender de Plutarco los países que se sometieron , y habiendo adquirido un gusto por las cosas bellas , no
que el pueblo erigieron estatuas de los dos hermanos , consagrados los lugares donde hicieron el menor escrúpulo de apropiarse de ellos. Roma ahora se había vuelto rico
habían sido asesinados , y se sacrificaron como si en los santuarios de los dioses (CG con los despojos de sus extensas victorias, y, como siempre llega a pasar con la llegada
18.2 ) . Es una idea intrigante que la hija de Escipión el Africano , el hombre cuyo in- de las riquezas , no se había producido una gran diferenciación en la condición de la
timaciones de la divinidad tenía aterrorizada Cato ( Bauman 1983:166-7 ) , pudo haber población. Polibio nos da una imagen del estilo extravagante en la que Æmilia , la ma-
iniciado el culto a la personalidad tan favorecido por los líderes populistas en la Repú- dre de Cornelia, apareció en público. " Cuando salió de casa para ir al templo ", dice él
blica y más tarde por los emperadores . Es cierto que el signo externo fueron las mani- , " ella se sentó en un carro reluciente , ella misma ataviados con el lujo extremo. Ante
festaciones populares y acreditados por Plutarco, pero alguien , preferiblemente al- ella se realizaron con una ceremonia solemne los jarrones de oro y plata requerida para
guien educado en las ideas helenísticas , tuvo que señalar el camino . Pero en el trans- el sacrificio, y una numerosos trenes de esclavos y sirvientes la acompañaba " . Y ello
curso del tiempo se rompió a través de su insularidad con la fuerza de sus propios bra- a pesar de la ley Oppian , lo que limitó las matronas a una media onza de oro en sus
zos . Contacto Victorious con otros Estados les dio un conocimiento más grande, con prendas de vestir y les prohibió viajar en carruajes en la ciudad , y que aún no había
los frutos de la civilización, y los despojos de la conquista que les brinda los medios sido derogada . Como esta señora de moda de recorrer las calles de Roma con su bri-
para disfrutar de ella. Por lo tanto , durante la segunda mitad del período republicano llante séquito , excitando la envidia de otras matronas , y otorgar el reconocimiento de
vemos la vida en Roma someterse rápidamente un cambio. Como es típico de este gracia sobre vestidos de blanco , patricios señoriales , ella debe haber contemplado
nuevo estado de cosas , ya que afectaba el carácter , el estado y condición de las muje- tantos signos de miseria , la pobreza que sufren al igual que prevalece en nuestras
res , sólo hay una mujer a la que tenemos que seleccionar . En Cornelia , hija de Esci- grandes ciudades. Por este tiempo, el orden plebeyo había sido elevado al privilegio
pión el Africano y la esposa de Sempronio Graco, se encuentra el ideal de feminidad legal de igualdad con el patricio , y la sociedad había llegado a dividirse en la enorme
romana de ese día. Ella era en todo sentido digno de su ascendencia patricia , que se riqueza y la extrema pobreza. El ex rindió su posición segura por medio de la extorsión
había producido un mayor número de hombres eminentes que cualquier otra familia, en las provincias , la condición de este último se hizo desesperada por el hecho de que
veintiún consulados están en poder de la Cornelii en ochenta o seis años. Cornelia vi- todo el trabajo se llevó a cabo por los esclavos . Un estado de cosas desconocidas a los
vía en una Roma que podemos entender y apreciar ; comenzamos a reconocer las ca- viejos tiempos era frecuente ahora en Roma : los hombres y las mujeres estaban ocio-
sos , de grado o por fuerza, de acuerdo con sus circunstancias. También había cambia- serpiente macho y deje que el de escape hembra . Poco después de esto , murió, dejan-
do la posición de la mujer . Estaban empezando a tomar una posición por sus derechos do a su esposa y los doce hijos que ella había dado a luz para él. " Cornelia , tomando
- algo inimaginable en los viejos tiempos . El padre de la familia ya no estaba autori- sobre sí misma todo el cuidado del hogar y la educación de sus hijos, aprobado a sí
zado a ejecutar su poder arbitrario del todo incuestionable. Tito Livio narra un inciden- misma de manera discreta una matrona , tan cariñosa madre, y tan constante y noble de
te que ilustra este desarrollo y osos curiosamente en el carácter de Æmilia y la historia espíritu con una viuda , que Tiberio parecía que todos los hombres lo han hecho nada
de Cornelia . Él relata que " los senadores , pasando a apoyar un día en el Capitolio, se irrazonable en la elección de morir por una mujer así , . quien, cuando el propio rey
amotinó y pidió de Africanus , antes que la compañía se fue, a desposar a su hija a Tolomeo le ofreció su corona y se habría casado con ella, lo rechazó, y eligió en lugar
Graco , el contrato fue consecuencia ejecutado en debida forma, en la presencia de este de vivir una viuda en este estado , continuó, y perdió todos sus hijos , excepto una hija,
asamblea. Escipión , en su regreso a casa , le dijo a su esposa Æmilia que había con- que se casó con Escipión el Joven, y sus dos hijos , Tiberio y Cayo " . La hija, Sem-
certado un partido para su hija más joven. ella , sintiendo su mujer orgullo herido , pronia , parece haber sido en todos los aspectos a diferencia de su madre. Poco atracti-
expresó algo de resentimiento por no haber sido consultados para la eliminación de sus vo y sin hijos, que ella no amaba ni era amada por su marido , y , de hecho , la sospe-
hijos comunes, y agregó que , incluso se le da a Tiberio Graco , su madre no debe ser cha fue arrojado sobre ella de haber provocado su muerte. Cornelia estaba bien equi-
mantenido en la ignorancia de su intención , a lo que Escipión , se alegró de que su pado para llevar a cabo la educación de sus hijos. Lo que se dijo de ella indica a una
juicio estuvo de acuerdo por lo que en su totalidad con la suya, respondió que ella es- mujer que estaba alerta para avanzar con todo lo que era progresista en su época. El
taba comprometida con ese hombre " . Bien se ha dicho que las palabras que Plauto espíritu de la literatura tenía pero recientemente alcanzó su reencarnación, y que por
pone en boca de Alcmena se pueden aplicar al carácter de Cornelia , que por lo tanto le primera vez en suelo romano. Fue engendrado, como lo fue una vez más de quince
otorgó por su gran padre a un hombre no es menos digno : "Mi dote es la castidad , la siglos después, por el genio inmortal de la poesía griega. Los romanos conquistaron
modestia y la temor a los dioses , sino que es el amor a mi parentela, que es ser sumiso Grecia físicamente, pero el aprendizaje Helénica subyugaron las ideas romanas . Los
a mi marido , bondadoso con la gente buena , útil para los valientes " . Ella también Escipiones fueron los fervientes defensores de la cultura griega , y en esto, como en
recibió un punto, un acompañamiento del matrimonio que estaba empezando a ser todo lo demás , Cornelia tomó una posición principal entre los representantes de su
altamente considerado entre las matronas de Roma como de valor más práctico que las familia dotado. Ella proporcionó a sus hijos los más eruditos de maestros griegos , y no
cualidades morales antes mencionadas . Constaba de cincuenta talentos de oro . Pero el escatimó esfuerzos en el entrenamiento de la mente en el amor de todo lo que era ele-
tiempo no había llegado aún cuando la riqueza de la virtud y la bondad eran totalmente gante y culta. En el justamente reconocido la elocuencia de sus hijos , no fue reconoci-
despreciado ; todavía había matronas que podían entrar , con las caras ni de bronce ni do un don que heredaron de su madre, como lo atestigua Cicerón , que había visto sus
avergonzado, el templo erigido a la castidad , y sobre las tumbas de muchos de ellos cartas. Poseía la habilidad y el coraje para incitarlos a hechos nobles por su país. Pro-
podría haber sido verazmente inscribe , como en la de Claudia : Suave en las palabras, bablemente no era tanta ambición por sí misma como por los que le causó a reprochar
de manera graciosa , ella amaba a su marido con devoción , ella mantuvo su casa, ella a sus hijos con el hecho de que ella todavía era conocida como la viuda de Escipión , y
se dio la lana. Entre estas matronas honestas Cornelia sobresalió ; su fama se mantiene no como la madre de los Graco . Pero no tardaron en ganar para ella, tanto por sus ha-
como la del tipo más alto de la , , matrona romana cultivada mentalidad noble del zañas en el campo de batalla y por su devoción a los asuntos civiles del Estado , la
Principio puro. Ella vivía en toda la simpatía con su marido , y que bien puede creer distinción de este último título. Hasta ahora, la República Romana había degenerado
que se debió en parte a su influencia que la generosa Sempronio Graco encontró en sí como para someterse a ser gobernada por una oligarquía que consiste en unas pocas
mismo para comandar un ejército reclutó de entre los esclavos , y para emanciparlos familias orgullosos y ricos - lo peor de todas las formas de gobierno. Los senadores
sobre el campo de batalla como una recompensa por la valentía que su liderazgo fueron flagrantemente utilizando su poder para acumular enormes riquezas y de mono-
incitó . Plutarco, en sus vidas de los hijos de Graco, repite una historia que, aunque polizar la tierra mediante la incautación en el dominio público . La independencia de la
caracterizado por las supersticiones de la época, indica en qué estimación Cornelia clase media fue disminuyendo rápidamente , y las crecientes masas populares fueron
estaba en manos de su marido y todos los que la conocían. Relata que Graco vez en- oprimidos por una pobreza de la que no tenía medios para liberarse . El Gracos buscó
contró en su cámara de la cama un par de serpientes , y que los adivinos , siendo con- aliviar estos males mediante la aprobación de leyes que limita la cantidad de tierra que
sultadas en relación con el prodigio , se aconseja que , además de no matarlos a los dos puede ser sostenido por una persona, y compensar el poder de la nobleza por asegurar
, ni los deje en tanto fuga; añadiendo que si la serpiente macho fueron asesinados , la independencia económica de las personas. El Gracos fueron reformadores , y cada
Graco moriría , y , si la hembra , Cornelia perecería . Por lo tanto , como él muy amaba uno de ellos a su vez alcanzó al poder dictatorial. Pero a pesar de que aseguraron la
a su esposa , pensó que era mucho más de su parte , que era un hombre viejo, de morir aprobación de sus medidas , no podían ponerlos en práctica , y al final, - como es fre-
que era de ella , que hasta ahora no era más que una mujer joven, por lo que mató a la cuentemente el caso con los reformadores , - porque estaban con visión de futuro sufi-
ciente para ver el mal en lo que la mayoría de los gobernantes consideran bueno, no ager publicus ai contadini romani). Cornelia apparteneva, per nascita e per matrimo-
había nada para ellos, pero el martirio. Esto lo sufrió a su vez : Caius asumir el trabajo nio, all'élite aristocratica romana del tempo: il carattere fortemente paradigmatico della
en el que Tiberio se vio obligado , por asesinato , a renunciar a ella. La despedida de sua rappresentazione storica e letteraria è sottolineato dalla nutrita aneddotica che cir-
Cayo de su esposa en la mañana de su propia muerte es una escena de una tragedia conda la sua figura. L'episodio più famoso, ricordato da Valerio Massimo (4,4), è que-
heroica. No podía ser persuadido para armarse , con la excepción de una pequeña daga llo che la vede presentare i suoi figli come «i suoi gioielli», facendoli conoscere alla
debajo de su toga . Como iba a salir , Licinia lo detuvo en el umbral , sosteniéndolo vanitosa ospite campana che, invece, faceva sfoggio dei suoi monili preziosi. Rimasta
con una mano y su pequeño hijo por el otro. Ella declaró que no iba a exponerse a los vedova nel 154 a.c., rifiutò altre proposte di matrimonio, una addirittura regale. Era
asesinos de su hermano. " Tenía a su hermano, " le urgió , " caído ante Numancia, el stata infatti chiesta in sposa da Tolomeo VIII Evergete II, re d'Egitto, che per altro,
enemigo habría devuelto lo que entonces había permanecido de Tiberio , pero tal es mi dato il soprannome Fiscone (Pancione), non doveva essere molto attraente. Al di là
cruel destino , que probablemente yo debo ser un suplicante a las inundaciones o las della battuta e della veridicità della notizia, riportata dal solo Plutarco (Vita di Tiberio
olas, que sería un lugar de restauración para mí sus reliquias. Porque desde Tiberio no Gracco, 1,7), è notevole il fatto che Cornelia possa essere rappresentata como tramite
se salvó , ¿qué confianza podemos colocar ya sea en las leyes o en los dioses ? " Pero per un sovrano straniero (in questo caso egiziano, in cattivi rapporti con il fratello), per
Caius , retirando con cuidado a sí mismo de sus abrazos , partió , y Licinia , que cae en ottenere un rapporto preferenziale con il governo romano, «in questo valendosi non
un desmayo , se realizó como muerto en la casa de su hermano Craso . Cornelia dio a solo dell' eredità del prestigio e dei rapporti degli Scipioni, ma anche del credito e delle
luz la muerte de sus dos hijos con su nobleza característica de la mente. Ella se quitó a amicizie di cui godeva il marito, impegnato con successo in numerose missioni diplo-
su casa junto al mar en el cabo Miseno , y allí se rodeó de hombres doctos , y espe- matiche» [Petrocelli 1994, 50]. Fedele all'ideale dell'un ivira (donna che ha avuto un
cialmente encantados de entretener a los exponentes de la literatura griega . Ella se solo marito) , si dedicò alla famiglia e, in particolare, all'educaZlOne dei figli , come
llevó a cabo en la más alta estima por todos, y sus amigos lo desea hay mayor privile- apprendiamo da Cicerone (Bruto , 104): Fuit Gracchus diligentia Corneliae matris a
gio que escuchar sus recuerdos de su padre, Escipión el Africano . Ella se enorgullece puero doctus et Graecis litteris eruditus. Nam semper habuit exquisitos e Graecia ma-
añadir : " Los nietos de ese gran hombre eran mis hijos perecieron en el templo y arbo- gistros, in eis iam adulescens Diophanem Mytilenaeum Graeciae temporibus illis di-
leda sagrada a los dioses tienen las tumbas que sus virtudes merecían , porque ellos sertissimum [Gracco sin da fanciullo fu ammaestrato per cura della madre Cornelia e
sacrificaron sus vidas para el más noble de los objetivos , - . . el deseo de promover el istruito nelle lettere greche. Ebbe sempre infatti maestri eccellenti venuti dalla Grecia,
bienestar de las personas " . Tal era Cornelia , y ella era la más noble de las matronas tra i quali, quando era ancora giovinetto, Diafane di Mitilene, il più facondo dei Greci
de la República. No más se puede decir de ella que se vanagloriaba de que ella más en di quel tempo. Trad. di E. Malcovati 1996]. Sempre da Cicerone (Bruto , 211), è ricor-
el honor se refleja que vino sobre ella como la madre de los Gracos , y sin embargo se data per il suo doctissimus senno, che influenzò positivamente le abilità retoriche dei
le ha dado merecidamente un lugar elevado entre los grandes y buenas mujeres de to- figli. Inoltre le sue capacità letterarie sarebbero evidenti nella sua produzione epistola-
dos los tiempos . L'ideale è sempre quello matronale delle classi elevate, anche se re, che in qualche modo circolò e fu divulgata al pubblico, come sappiamo da Cicerone
questa donna potrebbe esser di condizione non libera, stante la sua onomastica di [Petrocelli 1994,53]. Parti di due sue lettere indirizzate al figlio Gaio, per distoglierlo
stampo grecanico. Questo modello ideale non ha limiti, né cronologici, né geografici, e dal seguire le tragiche orme del fratello , ci sarebbero infatti pervenute nei manoscritti
lo si ritrova spesso attestato anche in quelle province dove più forte è la romanizzazio- delle Vite di Cornelio Nepote; sulla loro autenticità la critica è, oggi, discorde, anche se
ne, ad esempio in Spagna (CIL II, 1699), dove una certa Caesia Celsa, figlia di Lucio, in ogni caso non dovrebbero essere di molto posteriori all 'epoca cui si riferiscono (è
è vissuta sessantacinque anni e si è distinta in tutte le virtù femminili tradizionali: lam- stata anche avanzata l'ipotesi che l' autrice possa essere la figlia di Cornelia e sorella di
ficium, pietas, pudicitia. Così facendo , ha adempiuto, come è espressamente detto nel Tiberio e Gaio, Sempronia, sposa infelice di P. Cornelio Scipione Emiliano). Va, però,
carme funerario che accompagna il suo monumento sepolcrale, al suo cosiddetto dove- tenuto presente che anche Cornelia, modello paradigmatico di ogni virtù femminile
re, a quello che ci si aspettava da lei, in quanto donna. Adeguarsi a questo modello consegnato ai posteri, non è esente dalle critiche che sono accolte da alcune fonti di età
vuoI dire per la donna antica godere del riconoscimento maschile, come unica forma di posteriore. Plutarc. o (Vita di Ga.io G.rac.co, 13 , 2), sia pure con molta cautela e in
visibilità pubblica. Dal punto di vista storico-letterario la figura femminile che meglio forma dubitativa riporta la no11z1a, di chiara matrice antigraccana, che la madre dei
corrisponde a questo ideale è senz' altro quella di Cornelia, che visse nel II sec. a.c. Gracchi avesse, invece, tentato di favorire le azioni sovversive dei figli, ai danni dello
Figlia di P. Cornelio Scipione Africano, il vincitore di Annibale, moglie del console Ti. stato. Lo storico greco Appiano (Guerre civili, 1, 20), di età antonina, allude alla pos-
Sempronio Gracco, ebbe dodici figli, di cui soltanto tre vissuti in età adulta; tra questi, sibilità che Cornelia e la figlia Sempronia fossero implicate nella morte misteriosa di
Tiberio e Gaio Gracco, i famosi tribuni della plebe, autori di importanti riforme politi- Scipione Emiliano [Petrocelli 1995, 204] . È qui evidente il risalto che viene dato al
che e istituzionali (ben nota è la legge agraria che proponeva una re distribuzione dell' ruolo di educatore anche per la matrona romana, nella sua fun zione di trasmissione del
mos maiomm [Van Den Bergh 2000]. A Roma, già a partire dall 'età repubblicana, e que me la menor ansiedad posible en mi vejez , que sólo debe haber querido para com-
soprattutto nella prima età imperiale, «si assiste a una più ampia diffusione sociale placerme , ya quién deben considerarlo malvado ignorar mis consejos en cualquier
dell'alfabetismo, da cui non restano escluse le donne » [Cavallo 1995,520]. Esisteva, asunto importante , sobre todo porque tan poco de mi vida me queda . No se puede
quindi, un certo numero di matronae e puellae doctae, che sapevano leggere e scrivere incluso ese breve tiempo disuadirlo de oponerse a mí y arruinando la República ?
e che erano in grado di istruire le figlie [Hemelrijk 1999,57], come si evince anche da ¿Dónde se detendrá ? ¿Cuándo nuestra familia abandonar la locura y la vuelta a la mo-
alcune pitture pompeiane o da sculture su sarcofagi di età imperiale, ave sono rappre- deración ? ¿Cuándo vamos a dejar de causar problemas a los demás y le inflige en no-
sentate donne che leggono, o con un volumen (rotolo di un manoscritto) chiuso in sotros mismos? ¿Cuándo vamos a tener vergüenza de lanzar nuestro país en el caos ?
mano, o con stilo e tavolette per scrivere. Si tratta comunque, è bene precisarlo, di un Pero si usted no puede ser disuadido , soporte para el tribunado cuando esté muerto ;
fenomeno molto circoscritto, limitato nel tempo e nel numero, appannaggio esclusivo hacer lo que quiera , cuando yo ya no soy consciente de ello. Cuando muera y se invo-
delle élite cittadine, che si servono anche della scrittura epigrafica su pietra, metallo o ca a los dioses de la familia en mi honor , ¿no se avergonzaría de solicitar las oraciones
altri materiali deperibili, pubblicamente esposta, per affermare e consolidare il proprio de aquellos a los que usted abandonó en toda su vida ? Que Júpiter no permitir seme-
potere attraverso collaudati stilemi di espressione e di com unicazione. Il ruolo della jante locura para entrar en su mente. Pero si insistes , me temo que a través de su pro-
madre nell'educazione dei figli, fondamentale alla corretta trasmissione del mos maio- pia culpa ustedes traerán tantos problemas en sí mismo que usted nunca estará en paz.
rum e alla carriera degli uomini politici romani, è ancora ben presente nell'ideologia (Fr Nepote . 1.1-2 ) La carta es , si es genuina , de lejos, nuestro documento más im-
del potere imperiale. Si veda, a questo proposito, cosa scrive lo storico Tacito, alla fine portante para el pensamiento político , y de hecho toda la Weltanschauung , de una
del I sec. d.C. (Dialogo degli oratori, 28, 5): Sic Corneliam Gracchorum, sic Aureliam matrona romana del siglo II . Escrito en la víspera de la primera tribunate Cayo Graco '
Caesaris, sic Atiam Augusti matrem praefuisse educationibus ac produxisse principes de 123 , la carta revela un escritor que está apasionadamente opone al programa radical
liberos accepimus [CosÌ noi sappiamo che Cornelia, la madre dei Gracchi, Aurelia, la de su hijo menor . Cornelia está reuniendo a la defensa de la res publica tradicionales ,
madre di Cesare, Azia, la madre di Augusto, si occuparono personalmente dell'educa- está castigando lo que ella ve como una mancha en el escudo de la familia , además de
zione dei figli e ne fecero degli uomini
ser una amenaza mortal para la res publica a sí mismo. Así Cornelia ella encuentra en
! armonía con los miembros de su propia familia no - en la familia plebeya que se casó ,
! pero la familia patricia en la que nació . Sus sentimientos se hubieran aprobado , en su
Cornelia, madre de los Gracos Cornelia , la hija más joven de Publio Escipión y Emilia mayor parte, por su primo y yerno , Escipión Emiliano , pese a la relación ambivalente
, 2 nació a finales de los 190s . Se casó Ti . Sempronio Graco ( cos. 177 ) , pero des- entre ellos. Así podríamos clasificar Cornelia como un conservador moderado, y la
pués de una ilustre carrera que murió en c . 153 . Cornelia se negó una oferta de ma- primera mujer de articular el pensamiento de ese sector, si no fuera por la controversia
trimonio de Ptolomeo VIII de Egipto y se dedicó a administrar los bienes de la familia en cuanto a la autenticidad de la carta. Sin embargo, es bastante seguro decir que in-
y la crianza de sus hijos , supervisando personalmente su educación y dotarlas de la cluso si Nepote no nos ha dado la carta como Cornelia lo escribió, se ha adaptado a su
cultura y la erudición que ella misma había absorbido en la casa de sus padres. De sus material sin destruir su veracity.5 esencial relaciones de Cornelia con sus hijos dieron
doce hijos , sólo tres sobrevivieron hasta la madurez. Eran Tiberio Graco , el tribuno lugar a una gran tienda de anécdotas , no todo lo cual necesita ser tratado con scepti-
reformar de 133 cuyo asesinato marcó el comienzo de la larga agonía de la República cism.6 Después de su muerte , dijo que los templos donde habían sido asesinados eran
Romana , Cayo Graco , que intentó explotar el tribuno plebeyo incluso más sistemáti- tumbas dignos de tales ocupantes , y agregó que se hayan satisfecho los Gracos ella
camente que su hermano había hecho , pero finalmente sufrió un destino similar , y nunca podría explicarse desafortunado. Su orgullo por los logros de su hijo era tal que
Sempronia , que se casó con el patricio ambigua , Escipión Aemilianus.3 Cornelia era a menudo se quejaba de que era conocida como Emiliano ' madre-en- ley, no como la
un escritor reconocido , una colección de sus cartas fue visto por Cicero.4 el escritor madre de los Gracos . Probablemente considera Tiberio su favorito y se identificó con
republicano tarde, Cornelio Nepote , citó extractos de una de sus cartas , escritas a su su programa , ella eligió Diófanes de Mitilene y Blosio de Cumas mientras sus profe-
hijo de Gayo en 124 . Una versión ligeramente abreviada del fragmento es la sores , y se informó de que la ingeniería de la muerte con el fin de evitar que él anu-
siguiente : Es , sin duda, bueno para vengarse a sí mismo sobre los enemigos , pero lando Tiberio Emiliano ley.7 agraria Cicero infiere de sus cartas que sus hijos fueron
sólo si se puede hacer sin dañar a nuestro país. Dado que esto no es posible , es mejor alimentados más por su conversación que en su seno ( Brut. 104 , 211) . A pesar de
para nuestros enemigos para permanecer en su lugar de forma indefinida que para que sesgo habitual de Cicerón contra los Gracos , puede haber algo de verdad en su retrato
nuestro país sea destruido. Te juro que a excepción de los asesinos de Tiberio Graco , de una mujer de gran inteligencia que prefieren asegurarse de que sus hijos sirvieron al
que me han causado recientemente más problemas y molestias que cualquier enemigo Estado de acogida vínculos familiares ordinarios. Sus relaciones con Gayo , aunque
- que quien debería , ya que mi único hijo sobreviviente , se han esforzado por hacer más equívoco que aquellos con Tiberio, 8 inspiraba una declaración más importante de
su hijo menor . Cuando uno de Gaius enemigos la calumniado , dijo, ' ¿Te atreves a rias , con semidioses ? Recordamos su descripción de los templos donde habían sido
hablar mal de Cornelia , quien dio a luz a Tiberio ? "( Plutarco Cayo Graco 4.4). Me- asesinados como templos dignos de ellos , y también aprender de Plutarco que el pue-
diante el uso de su nombre en lugar de Gayo ' mi madre ' casi la elevó a un concepto . blo erigieron estatuas de los dos hermanos , consagrados los lugares donde habían sido
César un día referirse a sí mismo en términos conceptuales , 9 siguiendo así el prece- asesinados , y se sacrificaron como si en los santuarios de los dioses (CG 18.2 ) . Es
dente de ' Cornelia quien dio a luz a Tiberio . Ese estatus más tarde recibió el recono- una idea intrigante que la hija de Escipión el Africano , el hombre cuyo intimaciones
cimiento oficial cuando una estatua de ella se erigió en el pórtico de Metelo , con la de la divinidad tenía aterrorizada Cato ( Bauman 1983:166-7 ) , pudo haber iniciado el
leyenda : " Cornelia, hija de el Africano , madre de los Gracos . Cato había denunciado culto a la personalidad tan favorecido por los líderes populistas en la República y más
la erección de estatuas a las mujeres en las provincias , pero en la opinión mayor de tarde por los emperadores . Es cierto que el signo externo fueron las manifestaciones
Plinio que fue más que compensado por la erección de esta estatua en Roma itself.10 populares y acreditados por Plutarco, pero alguien , preferiblemente alguien educado
Cornelia hizo una aproximación más cercana a la condición de funcionario de que en las ideas helenísticas , tuvo que señalar el camino . Pero en el transcurso del tiempo
nunca había sido alcanzado por una mujer antes. El significado de su título no sería se rompió a través de su insularidad con la fuerza de sus propios brazos . Contacto
olvidado . Livia lo recordaría un día ( véase el capítulo 10 , p . 131 ) . Después de la Victorious con otros Estados les dio un conocimiento más grande, con los frutos de la
muerte de Tiberio Cornelia retiró a Miseno , en el golfo de Nápoles. Es a partir de la civilización, y los despojos de la conquista que les brinda los medios para disfrutar de
cuenta de su estilo de vida no de Plutarco que saquemos nuestra evidencia para un ella. Por lo tanto , durante la segunda mitad del período republicano vemos la vida en
círculo presidido por ella. Plutarco dice que en Miseno ella continuó su estilo de vida Roma someterse rápidamente un cambio. Como es típico de este nuevo estado de co-
habitual . Tenía muchos amigos , mantuvo una buena mesa en la que se entretuvo grie- sas , ya que afectaba el carácter , el estado y condición de las mujeres , sólo hay una
gos y otras personalidades literarias , e intercambió regalos con los reyes reinantes. mujer a la que tenemos que seleccionar . En Cornelia , hija de Escipión el Africano y la
Ella regaló a sus huéspedes con anécdotas sobre su padre, pero fue más memorable esposa de Sempronio Graco, se encuentra el ideal de feminidad romana de ese día. Ella
cuando habló de sus hijos , sin dar signos de dolor y contar sus historias como si estu- era en todo sentido digno de su ascendencia patricia , que se había producido un mayor
viera hablando de los hombres de la antigua Roma . Algunos pensaban que el dolor o número de hombres eminentes que cualquier otra familia, veintiún consulados están en
la vejez habían deteriorado su mente, pero Plutarco pone a su naturaleza noble (CG poder de la Cornelii en ochenta o seis años. Cornelia vivía en una Roma que podemos
19,1-3 ) . El pasaje apunta a la crítica contemporánea de Cornelia , pero eso es en sí entender y apreciar ; comenzamos a reconocer las características sociales en los que la
misma una indicación de su importancia . Como un patricio moderada cuya mente no imaginación puede echar mano de ellos y armar una idea de la realidad. Hasta ahora,
estaba cerrado a las ideas liberales , siempre y cuando no subvertir el orden existente , los datos han sido demasiado extraño y demasiado escaso para cualquier gran éxito en
Cornelia compartía las ideas relativamente progresivas de su padre acerca de la sobe- esto, pero cuando leemos de Cornelia proporciona a sí misma con una casa de campo ,
ranía popular, y se encontró en la simpatía con el programa de Tiberio , en la medida montando a la adoración pública , escuchando a los chismes de sus amigas , respetan-
en que sentía una auténtica preocupación para los campesinos desplazados a raíz de los do la joyería de los demás, e interesante a sí misma en la literatura griega , descubri-
grandes wars.11 en sus almuerzos literarios , que ya estaban en vigor antes de su reti- mos que las características principales de la vida de una matrona romana no eran esen-
rada a Miseno (CG 19.1 ) , se habrá entretenido hombres como Diófanes de Mitilene , cialmente diferentes de las que caracterizan a la sociedad femenina educada en nuestro
tutor de Tiberio y el más capaz orador griego del día ; Blosio de Cumas , el ideólogo propio tiempo . De hecho , hay más para evocar nuestra apreciación comprensiva en la
estoico que atacó a los males de la propiedad privada , y Licinio Craso Muciano , seña- Roma de BC 150 que en la Europa del año 1000 o en las civilizaciones asiáticas de
laron tanto por su interés en la cultura griega como por su interés profesional en los hoy . Nos sentimos más a gusto en las villas patricias que en los castillos medievales ,
law.12 Tales hombres habría encontrado Cornelia casa un lugar ideal para sus delibera- del mismo modo que nos encontramos más que es aplicable a la vida moderna en los
ciones , especialmente en lo que ella era capaz de contribuir de manera significativa al poetas romanos de lo que hacemos en los bardos de la caballería . En el estudio de la
debate. Ni siquiera podemos adivinar qué parte de la ideología de los Gracos fue ela- época en que la antigua civilización de Italia fue en su mejor momento , descubrimos
borado chez Cornelia , pero sólo hasta la muerte de Tiberio . A pesar de su afecto por hábitos de pensamiento , trozos de la vida y las costumbres sociales, que realmente nos
su hijo menor , Cornelia no estaba de acuerdo con su demagogia descarada . Tampoco asustan con su semejanza a aquellos a los que nosotros mismos nos tiene acostumbra-
era ella sola en that.13 Una importante conclusión se puede sacar de la declaración al dos. La ciudad, en el momento de Cornelia, mostró pocos signos externos de la magni-
parecer poco claro de Plutarco sobre Cornelia haber hablado acerca de sus hijos , como ficencia que era para adquirir bajo los emperadores . Las casas eran en su mayoría de
si estuviera hablando de los hombres de la antigua Roma (CG 19.2 ) . En la cara de ladrillo, aunque la arquitectura doméstica se había vuelto muy ambicioso en su carác-
ella , era simplemente un cruel ataque en una gran matrona que mantuvo sus emocio- ter, Cornelia sí misma haber construido , como se ha dicho , una villa muy caro en Mi-
nes bajo control riguroso , pero hay más que eso. ¿Se les compara con figuras legenda- seno , las de los ricos se llenaron de muebles costosos y valiosas obras de arte , que los
romanos primero aprendieron a admirar en los países que se sometieron , y habiendo las matronas de Roma como de valor más práctico que las cualidades morales antes
adquirido un gusto por las cosas bellas , no hicieron el menor escrúpulo de apropiarse mencionadas . Constaba de cincuenta talentos de oro . Pero el tiempo no había llegado
de ellos. Roma ahora se había vuelto rico con los despojos de sus extensas victorias, y, aún cuando la riqueza de la virtud y la bondad eran totalmente despreciado ; todavía
como siempre llega a pasar con la llegada de las riquezas , no se había producido una había matronas que podían entrar , con las caras ni de bronce ni avergonzado, el tem-
gran diferenciación en la condición de la población. Polibio nos da una imagen del plo erigido a la castidad , y sobre las tumbas de muchos de ellos podría haber sido ve-
estilo extravagante en la que Æmilia , la madre de Cornelia, apareció en público. " razmente inscribe , como en la de Claudia : Suave en las palabras, de manera graciosa ,
Cuando salió de casa para ir al templo ", dice él , " ella se sentó en un carro reluciente , ella amaba a su marido con devoción , ella mantuvo su casa, ella se dio la lana. Entre
ella misma ataviados con el lujo extremo. Ante ella se realizaron con una ceremonia estas matronas honestas Cornelia sobresalió ; su fama se mantiene como la del tipo
solemne los jarrones de oro y plata requerida para el sacrificio, y una numerosos trenes más alto de la , , matrona romana cultivada mentalidad noble del Principio puro. Ella
de esclavos y sirvientes la acompañaba " . Y ello a pesar de la ley Oppian , lo que limi- vivía en toda la simpatía con su marido , y que bien puede creer que se debió en parte a
tó las matronas a una media onza de oro en sus prendas de vestir y les prohibió viajar su influencia que la generosa Sempronio Graco encontró en sí mismo para comandar
en carruajes en la ciudad , y que aún no había sido derogada . Como esta señora de un ejército reclutó de entre los esclavos , y para emanciparlos sobre el campo de bata-
moda de recorrer las calles de Roma con su brillante séquito , excitando la envidia de lla como una recompensa por la valentía que su liderazgo incitó . Plutarco, en sus vidas
otras matronas , y otorgar el reconocimiento de gracia sobre vestidos de blanco , patri- de los hijos de Graco, repite una historia que, aunque caracterizado por las supersticio-
cios señoriales , ella debe haber contemplado tantos signos de miseria , la pobreza que nes de la época, indica en qué estimación Cornelia estaba en manos de su marido y
sufren al igual que prevalece en nuestras grandes ciudades. Por este tiempo, el orden todos los que la conocían. Relata que Graco vez encontró en su cámara de la cama un
plebeyo había sido elevado al privilegio legal de igualdad con el patricio , y la socie- par de serpientes , y que los adivinos , siendo consultadas en relación con el prodigio ,
dad había llegado a dividirse en la enorme riqueza y la extrema pobreza. El primero se aconseja que , además de no matarlos a los dos , ni los deje en tanto fuga; añadiendo
rindió su posición segura por medio de la extorsión en las provincias , la condición de que si la serpiente macho fueron asesinados , Graco moriría , y , si la hembra , Corne-
este último se hizo desesperada por el hecho de que todo el trabajo se llevó a cabo por lia perecería . Por lo tanto , como él muy amaba a su esposa , pensó que era mucho
los esclavos . Un estado de cosas desconocidas a los viejos tiempos era frecuente ahora más de su parte , que era un hombre viejo, de morir que era de ella , que todavía no era
en Roma : los hombres y las mujeres estaban ociosos , de grado o por fuerza, de acuer- más que una mujer joven, por lo que mató a la serpiente macho y deje que el de escape
do con sus circunstancias. También había cambiado la posición de la mujer . Estaban hembra . Poco después de esto , murió, dejando a su esposa y los doce hijos que ella
empezando a tomar una posición por sus derechos - algo inimaginable en los viejos había dado a luz para él. " Cornelia , tomando sobre sí misma todo el cuidado del ho-
tiempos . El padre de la familia ya no estaba autorizado a ejecutar su poder arbitrario gar y la educación de sus hijos, aprobado a sí misma de manera discreta una matrona ,
del todo incuestionable. Tito Livio narra un incidente que ilustra este desarrollo y osos tan cariñosa madre, y tan constante y noble de espíritu con una viuda , que Tiberio
curiosamente en el carácter de Æmilia y la historia de Cornelia . Él relata que " los parecía que todos los hombres lo han hecho nada irrazonable en la elección de morir
senadores , pasando a apoyar un día en el Capitolio, se amotinó y pidió de Africanus , por una mujer así , . quien, cuando el propio rey Tolomeo le ofreció su corona y se
antes que la compañía se fue, a desposar a su hija a Graco , el contrato fue consecuen- habría casado con ella, lo rechazó, y eligió en lugar de vivir una viuda en este estado ,
cia ejecutado en debida forma, en la presencia de este asamblea. Escipión , en su re- continuó, y perdió todos sus hijos , excepto una hija, que se casó con Escipión el Jo-
greso a casa , le dijo a su esposa Æmilia que había concertado un partido para su hija ven, y sus dos hijos , Tiberio y Cayo " . La hija, Sempronia , parece haber sido en to-
más joven. ella , sintiendo su mujer orgullo herido , expresó algo de resentimiento por dos los aspectos a diferencia de su madre. Poco atractivo y sin hijos, que ella no amaba
no haber sido consultados para la eliminación de sus hijos comunes, y agregó que , ni era amada por su esposo , y , de hecho , la sospecha fue arrojado sobre ella de haber
incluso se le da a Tiberio Graco , su madre no debe ser mantenido en la ignorancia de provocado su muerte. Cornelia estaba bien equipado para llevar a cabo la educación de
su intención , a lo que Escipión , se alegró de que su juicio estuvo de acuerdo por lo sus hijos. Lo que se dijo de ella indica a una mujer que estaba alerta para avanzar con
que en su totalidad con la suya, respondió que ella estaba comprometida con ese hom- todo lo que era progresista en su época. El espíritu de la literatura tenía pero reciente-
bre " . Bien se ha dicho que las palabras que Plauto pone en boca de Alcmena se pue- mente alcanzó su reencarnación, y que por primera vez en suelo romano. Fue engen-
den aplicar al carácter de Cornelia , que por lo tanto le otorgó por su gran padre a un drado, como lo fue una vez más de quince siglos después, por el genio inmortal de la
hombre no es menos digno : "Mi dote es la castidad , la modestia y la temor a los dio- poesía griega. Los romanos conquistaron Grecia físicamente, pero el aprendizaje He-
ses , sino que es el amor a mi parentela, que es ser sumiso a mi marido , bondadoso lénica subyugaron las ideas romanas . Los Escipiones fueron los fervientes defensores
con la gente buena , útil para los valientes " . Ella también recibió un punto, un acom- de la cultura griega , y en esto, como en todo lo demás , Cornelia tomó una posición
pañamiento del matrimonio que estaba empezando a ser altamente considerado entre principal entre los representantes de su familia dotado. Ella proporcionó a sus hijos los
más eruditos de maestros griegos , y no escatimó esfuerzos en el entrenamiento de la las tumbas que sus virtudes merecían , porque ellos sacrificaron sus vidas para el más
mente en el amor de todo lo que era elegante y culta. En el justamente reconocido la noble de los objetivos , - . . el deseo de promover el bienestar de las personas " . Tal era
elocuencia de sus hijos , no fue reconocido un don que heredaron de su madre, como Cornelia , y ella era la más noble de las matronas de la República. No más se puede
lo atestigua Cicerón , que había visto sus cartas. Poseía la habilidad y el coraje para decir de ella que se vanagloriaba de que ella más en el honor se refleja que vino sobre
incitarlos a hechos nobles por su país. Probablemente no era tanta ambición por sí ella como la madre de los Gracos , y sin embargo se le ha dado merecidamente un lu-
misma como por los que le causó a reprochar a sus hijos con el hecho de que ella toda- gar elevado entre los grandes y buenas mujeres de todos los tiempos .

vía era conocida como la viuda de Escipión , y no como la madre de los Graco . Pero !
no tardaron en ganar para ella, tanto por sus hazañas en el campo de batalla y por su !
devoción a los asuntos civiles del Estado , la distinción de este último título. Hasta !
ahora, la República Romana había degenerado como para someterse a ser gobernada !
por una oligarquía que consiste en unas pocas familias orgullosos y ricos - lo peor de !
todas las formas de gobierno. Los senadores fueron flagrantemente utilizando su poder !
para acumular enormes riquezas y de monopolizar la tierra mediante la incautación en !
el dominio público . La independencia de la clase media fue disminuyendo rápidamen- !
te , y las crecientes masas populares fueron oprimidos por una pobreza de la que no !
tenía medios para liberarse . El Gracos buscó aliviar estos males mediante la aproba- !
ción de leyes que limita la cantidad de tierra que puede ser sostenido por una persona, !
y compensar el poder de la nobleza por asegurar la independencia económica de las !
personas. El Gracos fueron reformadores , y cada uno de ellos a su vez alcanzó el po- !
der dictatorial. Pero a pesar de que aseguraron la aprobación de sus medidas , no po- !
dían ponerlos en práctica , y al final, - como es frecuentemente el caso con los refor- !
madores , - porque estaban con visión de futuro suficiente para ver el mal en lo que la !
mayoría de los gobernantes consideran bueno, no había nada para ellos, pero el marti- !
rio. Esto lo sufrió a su vez : Caius asumir el trabajo en el que Tiberio se vio obligado , !
por asesinato , a renunciar a ella. La despedida de Cayo de su esposa en la mañana de !
su propia muerte es una escena de una tragedia heroica. No podía ser persuadido para !
armarse , con la excepción de una pequeña daga debajo de su toga . Como iba a salir , !
Licinia lo detuvo en el umbral , sosteniéndolo con una mano y su pequeño hijo por el !
otro. Ella declaró que no iba a exponerse a los asesinos de su hermano. " Tenía a su !
hermano, " le urgió , " cayó ante Numancia, el enemigo habría devuelto lo que enton- !
ces había permanecido de Tiberio , pero tal es mi cruel destino , que probablemente yo !
debo ser un suplicante a las inundaciones o las olas, que se sería un lugar de restaura- !
ción para mí sus reliquias. Porque desde Tiberio no se salvó , ¿qué confianza podemos !
colocar ya sea en las leyes o en los dioses ? " Pero Caius , retirando con cuidado a sí !
mismo de sus abrazos , partió , y Licinia , que cae en un desmayo , se realizó como !
muerto en la casa de su hermano Craso . Cornelia dio a luz la muerte de sus dos hijos !
con su nobleza característica de la mente. Ella se quitó a su casa junto al mar en el !
cabo Miseno , y allí se rodeó de hombres doctos , y especialmente encantados de entre- !
tener a los exponentes de la literatura griega . Ella se llevó a cabo en la más alta estima !
por todos, y sus amigos lo desea hay mayor privilegio que escuchar sus recuerdos de !
su padre, Escipión el Africano . Ella se enorgullece añadir : " Los nietos de ese gran !
hombre eran mis hijos perecieron en el templo y arboleda sagrada a los dioses tienen !
L' ideale è sempre quello matronale delle clasificación elevan , anche questa sí potreb- Figli . Inoltre le demande capacità letterarie sarebbero evidenti nella sua produzione
be donna esser di condizione no libera , stante la sua Onomastica di stampo grecanico . epistolare , che en qualche Modo Circolo e fu divulgata al pubblico , ven sappiamo da
Questo modello ideale no ha limiti , né cronologici , né geografici , e lo si ritrova spes- Cicerone [ Petrocelli 1994,53 ] . Parti di debido sue lettere indirizzate al figlio Gaio ,
so attestato anche en quelle provincia paloma più forte è la romanizzazione , ad esem- por distoglierlo dal seguire le tragiche orme del fratello , ci sarebbero infatti pervenute
pio en Spagna (CIL II, 1699 ) , certa Una paloma Caesia Celsa , figlia di Lucio , è Vis- nei manoscritti delle Vite di Cornelio Nepote ; sulla loro Autenticità la critica è , oggi ,
suta sessantacinque anni e si è Distinta en tutte le virtù femminili tradizionali : lamfi- discorde , anche se en ogni Caso no dovrebbero essere di molto posteriori todos " cui
cium , pietas , pudicitia . Così facendo , ja adempiuto , ven è espressamente detto nel epoca si riferiscono ( è stata anche l' avanzata ipotesi che l ' autrice possa essere la fi-
carme funerario che il suo accompagna sepolcrale monumento , al suo cosiddetto do- glia di Cornelia e sorella di Tiberio e Gaio , Sempronia , sposa infelice di P. Cornelio
vere , un quello che ci si aspettava da lei , en quanto donna . Adeguarsi un questo mo- Escipión Emiliano ) . Va, però , tenuto Presente che anche Cornelia, modello di ogni
dello VUOI grave per la donna antica godere del riconoscimento maschile , ven unica virtù paradigmático femminile consegnato ai posteri , no è Esente dalle critiche che
forma di visibilità pubblica . Dal punto di vista storico - letterario la Figura femminile sono accolte da alcune Fonti di età posteriore . Plutarc . o ( Vita di Ga.io G.rac.co , 13,
che meglio corrisponde un questo è ideale senz ' altro quella di Cornelia, visse che nel 2 ) , sia pura estafa molta cautela e in forma dubitativa riporta la no11z1a , di chiara
II sec . a.c. Figlia di P. Cornelio Escipión Africano , il vincitore di Annibale , moglie matrice antigraccana , che la Madre dei Gracchi Avessé , invece , tentato di favorire le
del consola de Ti . Sempronio Gracco , ebbe dodici figli , di cui soltanto tre vissuti en azioni dei sovversive figli , ai stato dello danni . Lo storico greco Appiano ( Guerre
età Adulta ; tra questi, Tiberio e Gaio Gracco , i Famosi plebe della tribuni , Autori di civili , 1, 20 ) , di età antonina , aluden alla possibilità che Cornelia e la figlia Sempro-
importanti riforme politiche e istituzionali (ben nota è La Legge agraria che proponeva nie fossero implican nella morte di Scipione misteriosa Emiliano [ Petrocelli 1995 ,
Una re distribuzione dell ' ager publicus ai romani contadini ) . Cornelia apparteneva , 204 ] . È qui Evidente il risalto che Viene dato al ruolo di educatore anche per la ma-
por nascita e por matrimonio , All'Elite aristocrática romana del tempo : il carattere trona romana , sua nella diversión zione di trasmissione del MOS maiomm [ Van Den
fortemente paradigmático della sua rappresentazione storica e Letteraria è sottolineato Bergh 2000 ] . A Roma , Gia un dall partire ETA Repubblicana , e soprattutto nella
dalla nutrita aneddotica che circonda la sua figurativo . L' Episodio Famoso più , ricor- prima età imperiale , « si assisté un più Una ampia diffusione sociale dell'alfabetismo ,
dato da Valerio Massimo (4,4 ) , è quello che vede la presentare i suoi figli vienen « i da cui no Restano escluse le donne » [ Cavallo 1995.520 ] . Esisteva , quindi , sin certo
suoi gioielli » , facendoli conoscere alla vanitosa ospite campana che, invece , faceva numero di matronae e puellae DOCTAE , che sapevano leggere e scrivere e che erano
sfoggio dei suoi monili Preziosi . Rimasta vedova nel 154 ac , rifiuto altre proposte di en Grado di istruire le figlie [ Hemelrijk 1999,57 ] , ven si Evince anche da alcune pit-
matrimonio , regale addirittura Una. Stata Época infatti chiesta en sposa da Tolomeo ture pompeiane o da escultura do sarcófagos di età imperiale , avenida chiuso sono
VIII Evergete II, re d' Egitto , che per altro , dato il soprannome Fiscone ( Pancione ) , rappresentate donne che leggono , o estafa volumen de las Naciones Unidas ( rotolo di
no doveva essere molto attraente . Al di là della battuta e della veridicità della notizia , un manoscritto ) en mano , o estafa stilo e Tavolette por scrivere . Si tratta comunque ,
riportata dal solitario Plutarco ( Vita di Tiberio Gracco , 1,7 ) , è il fatto che notevole è bene precisarlo , di un molto fenomeno circoscritto , limitato tempo e nel nel nume-
Cornelia possa essere rappresentata COMO tramite por straniero sovrano ONU ( en ro, appannaggio esclusivo delle élite cittadine , che si servono anche della scrittura
questo Caso egiziano , en Rapporti cattivi fratello con il ) , por ottenere sin rapporto epigráfica do pietra , metalo o altri materiali deperibili , pubblicamente esposta , por
Preferenziale con il governo romano, « en questo valendosi non solo dell ' eredità del affermare e consolidare il proprio potere attraverso collaudati stilemi di e di espressio-
Prestigio e dei Rapporti degli Scipioni , ma anche del Crédito e delle Amicizie di cui il ne com unicazione . Il ruolo della Madre dei nell'educazione figli , fondamentale alla
marito godeva , impegnato estafa successo en numerose Misiones diplomatiche corretta trasmissione del mos maiorum e alla carriera degli uomini politici romani , è
» [ Petrocelli 1994 , 50 ] . Fedele all'ideale dell'un Ivira ( donna che ha avuto marito ancora ben Presente nell'ideologia del potere Imperiale . Si veda, un proposito questo ,
solo un) , Dedico si famiglia e alla , en particolare , all'educaZlOne dei Figli , ven ap- Cosa scrive lo storico Tácito , alla fine del I sec . C.C. ( Diálogo degli oratori , 28, 5 ) :
prendiamo da Cicerone ( Bruto , 104) : Fuit Graco Diligentia Corneliae matris un pue- Sic Corneliam Gracchorum , sic Aureliam Caesaris , sic Atiam Augusti matrem prae-
ro doctus et Graecis litteris eruditus . Magistros Nam semper habuit Exquisitos e Grae- fuisse educationibus ac produxisse principes liberos Accepimus [ Cosi noi sappiamo
cia , en eis iam adulescens Diophanem Mytilenaeum Graeciae temporibus Illis diser- che Cornelia, dei Madre la Gracos , Aurelia , la Madre di Cesare , Azia , la Madre di
tissimum [ Gracco pecado da ammaestrato fu fanciullo por cura della Madre Cornelia e Augusto , si occuparono personalmente dell'educazione dei Figli e ne fecero degli uo-
istruito nelle lettere greche . Ebbe semper infatti Maestri eccellenti venuti dalla Grecia, mini

tra i cali , era quando ancora Giovinetto , Diafane di Mitilene , il più facondo dei Greci !
di quel tempo. Trad . di E. Malcovati 1996 ] . Sempre da Cicerone ( Bruto , 211) , è per !
il suo ricordata senno doctissimus , che influenzò Positivamente le abilità retoriche dei !
! !!
LA MATRONA ROMANA AL FINAL DE LA REPÚBLICA Y COMIENZO DEL
IMPERIO El cambio social se combinó en el mundo helenístico con elementos roma- CORNELIA !
nos para producir una emancipada, pero respetada clase alta femenina (1). La matrona Apparteneva alla gens patrizia dei Corneli, seconda figlia di Publio Cornelio
romana a finales de la República puede compararse con las sagaces y políticamente Scipione Africano. !
Negli anni a cavallo fra il terzo e il secondo secolo avanti Cristo la scena di
poderosas princesas helenísticas, aumentando las oportunidades culturales para las
Roma ha un unico e straordinario protagonista: il genio militare di Publio Cor-
mujeres. la demanda de satisfacción sexual en el contexto histórico de una natalidad
nelio Scipione Africano. È lui, si può dire, che inizia e finisce la seconda guerra
decreciente y la decadencia individual característica del período helenístico. El resto punica, definita comunemente "annibalica". Guerra che più di qualsiasi altra, e
del cuadro es romano: buena salud, indulgencia y ostentación aristocrática, pragma- in un periodo determinante della storia di Roma, sconvolse non solo il sistema
tismo que permite a las mujeres ejercer el liderazgo durante la ausencia de hombres en di alleanze e di dominio nella penisola, ma mise in forse - con Annibale ac-
misiones militares y gubernamentales de larga duración y, como elemento final, un campato di fronte alle mura - la sua capacità di sopravvivenza. Insomma, par-
pasado que precede a la influencia de los griegos -una herencia tan idealizada por los lando di Cornelia, è giocoforza rifarsi all'immagine dominante del padre. Il vin-
romanos que los hechos históricos apenas se distinguían de las leyendas-. Estas leyen- citore di Zama. Tanto nomini nullum par elogium (per un tale nome nessun
das sobre la fundación de Roma y los comienzos de la República fueron empleadas a elogio è pari alla sua grandezza). E l'immagine paterna accompagnò Cornelia
finales de ésta y a comienzos del Imperio para la instrucción moral y la propaganda. El dall'infanzia agli anni adulti di moglie e di madre fino alla sdegnata solitudine di
resultado fue que de unas acaudaladas mujeres aristocráticas que hacían alta política y Capo Miseno. Anche qui a deciderla il ricordo del padre, ritirato si a morire in
presidían salones literarios nunca se esperó que fueran capaces de hilar y tejer como si una villa di Literno in Campania (<<Ingrata patria non avrai le mie ossa» )1.
L'eccezionalità della figura dell' Africano condizionò, è indubbio, le idee, la mo-
vivieran en los días en que Roma era joven. Estos mitos sociales crearon un desfase
ralità, i comportamenti di Cornelia. Né lei, d'altronde, figlia orgogliosa di tanto
entre la matrona romana real y la ideal, y fueron responsables de la relevancia otorgada
nomini non poteva non tendere a una pari eccezionalità di condotta e di imma-
a una mujer como Camelia, que vivió en el siglo Il a. C. Entre las matronas romanas gine nell'universo femminile. C'è di più: Cornelia, esempio luminoso per le
Camelia fue un modelo. Se nos ha dicho que rechazó una oferta de matrimonio de uno donne della sua epoca, assurge con il tempo a modello di donna e di madre
de los Tolomeas. Una viuda que permaneció fiel a la memoria de su marido, Tiberio romana nell'intero arco della: storia antica. !
Sempronio Graco, del que tuvo doce hijos. Continuó ocupándose de los as.untos mili- Di Publio Cornelio Scipione Africano irripetibile il cursus honorum. All'inizio de-
tares y fue alabada por su devoción en la educación de sus hijos. Sólo tres de ellos lle- lla guerra "annibalica" è un cavaliere diciassettenne a capo di una scorta. Co-
garon a la edad adulta, pero a través de sus hijos, Tiberio y Cayo Graco, Cornelia ejer- mandante dell'esercito romano suo padre, il console Publio Cornelio Scipione.
ció una profunda influencia en la política romana. Algunos dicen que incitó a sus hijos Il quale, ferito, circondato dai nemici al primo scontro al Ticino (218 a.C.), pro-
a un excesivo celo político e insisten en que fue más famosa como hija de Escipión el prio da lui viene difeso e sottratto all'onta di cadere prigioniero del Cartagine-
Africano -vencedor de Aníbal- que como madre de los Graco. Incluso se rumoreó, se. Due anni dopo Canne (2 agosto 216 a.Ci), la più sanguinosa delle sconfitte
aunque mucho después del hecho, que con la ayuda de su hija Sempronia, Camelia romane. L'indomani della strage, all'alba, Publio Cornelio, tribunus militum,
impugnato il gladio, si <?ppone alla resa dell'accampamento e con i resti delle
asfixió a Escipión Emiliano, marido de Sempronia, porque se opuso a la legislación de
"legioni cannensi" arriva prima a Canusio, infine a Venosa. Nel 210 a.C. il Se-
Tiberio Graco. Esta acusación no empañó sin embargo la reputación de Camelia. Asu-
nato gli conferisce l'imperium proconsolare in Spagna. In quattro anni distrug-
mió el asesinato de sus dos hijos adultos con fortaleza, y continuó recibiendo a invita- ge, uno dopo l'altro, altrettanti eserciti cartaginesi. Torna a Roma e a furor di
dos extranjeros y cultivados en su casa de Miseno. Se educó a sí misma y sus cartas popolo è eletto console (205 a.C), Ha trent'anni. Contro il parere della maggior
fueron publicadas. Un busto de bronce con la inscripción «Camelia, hija de Africano, parte dei senatori porta la guerra in Africa. E, cosa per i tempi inaudita, il suo è
madre de los Graco» fue erigido en su honor por los romanos y restaurado por el em- un esercito di volontari. I primi ad accorrere sotto le sue insegne i veterani de-
perador Augusto (2).
lle "legioni cannensi" dal Senato lasciate inoperose nelle guarnigioni della Sici-
! lia. In Africa Publio Scipione fa il vuoto davanti a sé. Sconfigge due eserciti
! cartaginesi. In pericolo la stessa Cartagine, che richiama Annibale. Dopo quin-
! dici anni di ininterrotte vittorie, l'irriducibile antagonista di Roma abbandona
!
!
l'Italia, Ora nella pianura di Zama, a sud di Cartagine, sono di fronte Publio
Cornelio Scipione e Annibale Barca: se si toglie Alessandro (e in seguito Cesa-
! re), i due più grandi condottieri di eserciti dell'antichità. Stravince il primo. A
Roma si aprono i templi. In ringraziamento agli dèi si uccidono e bruciano
montagne di vittime. Al vincitore di Zama è conferito il titolo-soprannome di ogni modo un argomento plausibile e di sicura presa per l'emotività popolare
Africano. Nell'euforia gli propongono anche poteri inconsueti: dittatura e il con- da agitare nelle assemblee del Foro. Incominciarono a inscenare una serie di
solato a vita. L'Africano rifiuta l'una e l'altro. Ma il rovescio della gloria è l'invi- processi di concussione dapprima contro i loro amici più vicini, poi direttamen-
dia, spesso cieca, dei contemporanei. Il rifiuto dell' Africano, nonché frenare o te contro Publio e Lucio. E con maggiore virulenza via via che i giorni passa-
temperare l'invidia, trascina al contrario i suoi avversari politici all'esasperazio- vano, giacché l'obiettivo rimaneva sempre e solo uno: "demonizzare" la gloria
ne, all'odio, alla calunnia. Per incriminarlo aspettano solo l'occasione. In prima dell' Africano. !
fila Marco Porcio Catone (il vecchio). E l'occasione inventata (o costruita) arri- Tito Livio ci riferisce del primo processo contro Publio Scipione. !
va con la campagna d'Asia contro Antioco il grande. ! Alle prime luci, i tribuni, che il giorno precedente avevano prolungato le arring-
Cornelia nasce a Roma l'anno dopo la vittoria del padre a Magnesia (190 he fino a notte, erano ai loro seggi sui rostri. Chiamato a deporre, l'Africano si
a.C.). Una vittoria talmente strepitosa che Tito Livio scrive che i Romani affron- accosta ai rostri, passando in mezzo all'assemblea con un lungo seguito di
tarono la battaglia «come si trattasse non di combattere con tante migliaia di amici e di clienti. !
nemici, ma di uccidere un uguale numero di capi di bestiame». Una metafora Impose silenzio e parlò: «Tribuni della plebe e voi Quiriti, questo è il giorno in
ineccepibile a giudicare dai morti: cinquantaquattromila asiatici contro trecento cui io sono venuto a regolare battaglia con Annibale e i Cartaginesi e ho com-
Romani. ! battuto con successo. E dunque oggi è giusto dimenticarsi delle liti e delle of-
In verità a Magnesia il console in carica era Lucio, il fratello maggiore, Publio fese personali: io, ora, salirò di qui al Campidoglio per rendere omaggio a Gio-
Scipione il suo legato. Scontato ad ogni modo, sia per il popolo che per il Se- ve Ottimo Massimo, a Giunone, a Minerva e a tutti gli altri dèi che presiedono
nato o per Antioco in Asia, chi era il vero stratega della campagna militare, alla rocca e al Campidoglio: li ringrazierò per aver concesso a me sia in questo
come l'ideatore della politica imperialistica romana. Dopo gli incendi, le devas- stesso giorno che in molte altre occasioni l'intelligenza e la forza di prestare
tazioni di città e di campagne, operati dagli eserciti cartaginesi nella penisola, grandi servizi allo Stato. Quiriti, anche quelli tra voi che hanno la possibilità,
dalla Cisalpina alla Sicilia, l'Italia era depauperata, l'intera economia sconvolta, vengano con me e rivolgano la loro preghiera agli dèi di concedervi capi simili
distrutta l'organizzazione della piccola proprietà agricola, che era poi ia spina a me: come voi avete sempre preceduto la mia età, dai miei diciassette anni
dorsale della società romana fino al terzo secolo. Inevitabilmente la repubblica, alla mia vecchiaia, nell'investirmi di cariche pubbliche così io ho superato
in parte spinta da necessità, in parte dall'onda stessa dei successi militari, do- queste stesse cariche con le mie imprese». Dai rostri prese a salire verso il
veva rifarsi altrove delle rapine, spoliazioni, dei campi abbandonati, dei salassi Campidoglio e in quello stesso istante tutta l'assemblea si volse e prese a se-
dell'erario per la conduzione di guerre non solo sul territorio nazionale, ma in guire Scipione, tanto che alla fine i segretari e i messi abbandonarono i tribuni
Spagna, in Grecia, in Africa. Magnesia le spalancava ora le porte dell'Oriente. vicino ai quali non rimase alcuno. [ ... ] Fu questo l'ultimo giorno di gloria a bri-
Le ricchezze asiatiche, accumulate da Alessandro e dai diadochi, sarebbero llare per Scipione; dopo di quella giornata, vedendo davanti a sé soltanto l'odio
scivolate gal Campidoglio al Foro, alle strade della Suburra. ! e gli attacchi dei tribuni, essendo stato rinviato ad una scadenza più lontana il
L'anno di nascita di Cornelia (189 a.Ci) non è documentato. E incerta la data processo, si ritirò a Literno, ben determinato a non tornare per difendersi.
del matrimonio di lei con Tiberio Sempronio Gracco, che sarà l'altro ancorag- Erano troppo orgogliosi il suo animo e il suo carattere e troppo avvezzo era lui
gio fondamentale della sua vita. Sicuramente, come dice Polibio (storico greco ad una sorte più benigna, per rivestire i panni di un accusato, per abbassarsi
che, deportato a Roma, frequentò poi il cosiddetto circolo degli Scipioni), il ma- alla mortificazione di chi deve parlare in propria difesa'. !
trimonio di Cornelia avvenne dopo la morte del padre in Campania a Literno, Ma i tribuni non mollarono. Tanto meno Marco Porcio Catone. !
che era una colonia di veterani da lui stesso fondata. Quindi dopo il 183 a.C. Assente Publio Scipione, volevano trarlo in giudizio e, nel caso di un rifiuto, in
Né poteva essere altrimenti, poiché Cornelia alla sua morte non doveva avere prigione. Tiberio Gracco, contro le attese degli altri tribuni che da lui si aspetta-
più di sei anni. Tito Livio, comunque, non si pronuncia, altri invece mettono lo vano una proposta addirittura più ostile, disse che non avrebbe mai sopportato
sposalizio di Cornelia in relazione con la difesa che Tiberio Sempronio Gracco, che Publio Scipione fosse processato, anzi lo avrebbe difeso allora e dopo,
allora tribuno della plebe (187 a.C.), fece in favore dell' Africano e poi in segui- pubblicamente. «Con il consenso degli dèi», aggiunse, «Publio Scipione ha
to del fratello di lui, Lucio. La cosa era singolare tanto più che Tiberio Sempro- compiuto imprese di tale altezza che è disonorevole più per il popolo che per
nio Gracco era stato da sempre avversario politico dell' Africano. Insomma il lui stesso rimanere sotto i rostri, in veste di accusato, ad ascoltare le insolenze
matrimonio sanciva un atto di riconciliazione politica e insieme di gratitudine? ! di denigratori solo gonfi d'invidia». !
I nemici politici dell' Africano (i Fabi, gli Emili, soprattutto Marco Porcio Catone) Publio Cornelio Scipione Africano morì a Literno nel 183 a.C. !
si erano scatenati all'indomani della battaglia di Magnesia, invogliati e dalla Nello stesso anno di Annibale, che volontariamente bevve il veleno per non
facilità della vittoria e dalla notizia che casse d'oro e d'argento avrebbero riem- cadere nelle mani dei Romani, che ne chiedevano la consegna al re di Prusia,
pito l'erario della repubblica. Pareva loro inspiegabile che gli Scipioni non ultimo rifugio del cartaginese. !
avessero approfittato a proprio vantaggio delle ricchezze di Antioco. Ed era ad
Appena raggiunse l'età da marito (a Roma variava dai dodici ai quattordici però, straripando il lusso orientale, furono le donne a vincere contro la lex
anni) Cornelia sposò Tiberio Sempronio Gracco, più vecchio di lei di un terzo sumptuaria. !
di secolo. Ebbe dodici figli. Tiberio Sempronio Gracco fu pretore nel 180, con- Torniamo a Cornelia. Che lei si prendesse cura dei figli, della loro educazione,
sole nel 177 e nel 163, censore nel 169 e due volte ebbe l'onore del trionfo. comportamenti e in particolare della loro cultura è attestato da più autori latini.
«Ma la sua nobiltà», scrive Plutarco, «gli venne piuttosto dalla virtù. Infatti Quintiliano, ad esempio: «Sarebbe augurabile, dice, che i genitori fossero colti
dopo la morte di Scipione Africano, di cui non era stato amico, anzi oppositore, quanto più possibile. E non parlo solo del padre. È noto che alla formazione
fu ritenuto degno di sposarne la figlia, Cornelia». Del suo amore per la giovane oratoria dei Gracchi contribuì non poco la loro madre Cornelia, le cui lettere
sposa Valerio Massimo e lo stesso Plutarco raccontano un episodio singolare. sono uno specchio di cultura e di eleganza e giunte fino ai posteris", E Cicero-
Un giorno Tiberio trovò nel proprio letto una coppia di serpenti. Interrogato ne: «Quando leggiamo le lettere di Cornelia, madre dei Gracchi, ci accorgiamo
l'aruspice, questi gli disse che se avesse liberato il maschio, presto sarebbe che quei giovani furono allevati non tanto nel grembo quanto nella lingua della
morta sua moglie; viceversa, se avesse liberata la femmina, sarebbe toccato a madrev'. !
lui di morire. Tiberio, senza esitazione, ordinò di uccidere il maschio. «Ed ebbe Cornelia mostra le sue gioie a una matrona della campagna: non brillanti o
il coraggio», aggiunge Valerio Massimo, «di stare a osservare, nella morte del monili, ma ifigli Tiberio e Gaio (incisione di R Bertocchi da B. Pinelli). !
serpente, il presagio della propria morte». Che avvenne nel 154 a.C. ! L'arco della vita di Cornelia abbraccia quasi tutto il secondo secolo a.C; dal
. Scomparso il marito, Cornelia, che allora aveva all'incirca trentacinque anni, 189 al 110 a.C. per 79 anni, un'età considerata fra le più longeve. Non è la
«prese su di sé la cura dei figli e dei beni e si dimostrò così amorosa e mag- sola particolarità che Cornelia sia stata la straordinaria testimone di un'epoca,
nanima, che di Tiberio si disse che aveva giudicato bene, quando aveva scelto l'epoca cioè della grande svolta della repubblica romana: da potenza circos-
di morire in luogo di una tale donna». Continua Plutarco: «Tra quelli che, sa- critta nell'ambito della penisola italica all'azzardo del dominio del mondo. La
pendola vedova, volevano sposarla vi fu anche Tolomeo re d'Egitto, che si offrì vera particolarità è semmai un'altra: che lei sia stata coinvoltavolente o no, ma
di condividere con lei la corona. Ma lei rifiutò. Preferì restare vedova e da ve- più sì che no - negli avvenimenti militari, politici e sociali che determinarono la
dova perdette tutti i figli eccetto tre: Sempronia, una figlia, che sposò Scipione svolta. Soprattutto in questi ultimi, i cui esiti si ripercossero nella vita politica
Emiliano e i due maschi più famosi Tiberio e Gaiov', ! della Repubblica per quasi tutto il secolo seguente e si può dire fino ad Augus-
Nella storia corrente la figura di Cornelia è legata, e direi soprattutto, al notis- to. !
simo aneddoto dell'orgoglio materno. Un giorno Cornelia riceve la visita di una La politica imperialistica aveva procurato la provincia dell' Asia minore, le ric-
matrona della nuova classe dei ricchi. Nel giro di trenta, quaranta anni il qua- chezze d'Oriente, la massa degli schiavi asiatici, e gli schiavi avevano affretta-
dro della società era profondamente cambiato. L'Oriente, sconfitto, si era ven- to la instaurazione del latifondo, a sua volta conseguenza inevitabile della dis-
dicato riversando nel mondo romano e italico, fino allora parco e abbastanza truzione della piccola proprietà contadina, che fino alla seconda guerra punica
severo, ricchezze, facili guadagni, amore del lusso, corruzione, caterve di era stata l'asse portante dell'economia italica. Cambiò completamente la geo-
schiavi e tutto ciò che di superfluo portano con sé la noia e l'eccesso di beni. I grafia sociale della campagna, come cambiarono l'equilibrio e il rapporto di
bisogni crescevano con il cambiamento dei costumi. ! forza fra il mondo agricolo e la plebe urbana da una parte e gli ottimati dall'al-
Dunque la matrona in visita da Cornelia le enumera, insieme con i pettegolezzi tra. Del resto gli optimates, come li chiamerà Cicerone, non rappresentavano
cittadini, le ville che possedeva, gli acquisti più recenti, in ultimo i gioielli che soltanto la vecchia classe dei patrizi, ma anche la nuova nobiltà di censo, che
aveva addosso. Cornelia attese che i figli Tiberio e Gaio tornassero da scuola raggruppava le famiglie dei plebei "arrivati". E nel secondo secolo, appunto
e, presentandoli, dice: «Ecco i miei gioielli». ! con l'inizio della politica imperialistica, questa nuova nobiltà dì censo tese a
Intorno a questa battuta, stupenda e tagliente, si è creato il mito di Cornelia. ! rinchiudersi con il vecchio patriziato in un blocco d'ordine impermeabile alle
La battuta, comunque, al di là di compiacenze e d'orgoglio materno, rispec- rivendicazioni popolari. !
chiava anche il dilagare nel mondo femminile di una sfrenata ostentazione di Il divario fra plebei e ottimati divenne sempre più profondo e incolmabile. Spa-
ricchezza. Dopo la disfatta di Canne era stata promulgata una legge: che ogni rito l'agro pubblico, fagocitato dalla rapacità dell'oligarchia senatoriale, plebei e
donna non potesse avere su di sé più di quindici grammi d'oro. Passano ven- italici senza terre e occupazione. Il primo deciso, lucido colpo al prepotere del
t'anni e i consoli in carica propongono di abolirla. Molti senatori si oppongono. gruppo oligarchico fu inferto dal figlio maggiore di Cornelia, Tiberio Sempronio
Le matrone infuriate scesero, allora, in piazza e bloccarono tutti gli accessi al Gracco. Ecco perché, come ho detto sopra, la grande crisi sociale dello stato
Foro. E il giorno dopo la massa delle dimostranti furibonde cresceva, perché romano coinvolse Cornelia direttamente, anzi lei la visse sulla propria pelle.
affluivano dalla campagna e dalle città vicine. Catone, in quel momento censo- Non a caso i campioni o promotori dell'una (politica imperialistica) e dell'altra
re, era indignato. Se gli uomini non avessero reagito, diceva, le donne sareb- (rivoluzione sociale) sono Publio Cornelio Scipione Africano e i Gracchi. Il pri-
bero divenute loro uguali e, subito dopo addirittura a loro superiori. Alla fine, mo suo padre, morto in solitario esilio a Literno; gli altri i suoi figli, Tiberio e
Gaio, uccisi e barbaramente decapitati dalla spietatezza degli avversari. !
Tiberio fu ucciso nel 133 a.C. a 29 anni. Cornelia ne aveva 56. ! Campidoglio a rendere omaggio al tempio di Giove ottimo e massimo per
L'aspetto e il portamento di lui, dice Plutarco, era mite, posato. ! l'anniversario della vittoria di Zama. !
Per indole e animo somigliava alla madre. Bravissimo oratore, arringava il po- Cornelia si rendeva perfettamente conto del grande squilibrio che si andava
polo con maestà e stando fermo al posto in cui si trovava (al contrario del fra- creando nella società romana e italica e che trent' anni dopo avrebbe spalan-
tello Gaio che «fu il primo dei Romani a muoversi sulla tribuna e a tirarsi giù la cato le porte al primo funesto conflitto sociale (bellum sociale). Ma rimaneva,
toga dalla spalla»). Aveva prestato servizio militare in Africa (146 a.Ci) durante comunque, figlia della nobilissima gens dei Corneli Scipioni. Il punto fermo,
la terza guerra punica agli ordini di Publio Cornelio Scipione Emiliano, adottato intoccabile che ogni nobile, uomo o donna che fosse, si sentiva obbligato a
dal fratello di Cornelia, quindi suo cugino, e marito di sua sorella Sempronia. difendere, salvare, proteggere era la stabilità della repubblica. Perquesta idea
Poi prestò servizio in Spagna sempre agli ordini del cugino-cognato. Al ritorno suo padre aveva profuso ingegno energie orgoglio, aveva combattuto, vinto,
in Italia, attraversando l'Etruria, ebbe davanti agli occhi la desolazione delle poi rifiutato dittature e consolati, e nonostante le invidie, le gelosie, le calunnie
campagne. Dov'erano i lavoratori liberi? E dove erano finite le terre demaniali dei suoi avversari, in nessun modo mai era venuto meno al suo dovere di ris-
che lo stato distribuiva a cittadini e confederati italici in concessione ereditaria petto per lo stato. Cornelia, lucidissima, intravide nell'azione "rivoluzionaria" di
e inalienabile (quindi non in libera proprietà) a patto che si obbligassero a col- Gaio i sintomi o il pericolo di uno scardinamento dello stato sociale che, inevi-
tivarle, pagando una modica somma al pubblico tesoro? Ora i ricchi latifondisti, tabilmente, avrebbe potuto cambiare la struttura su cui si fondava la Repubbli-
cacciati i lavoratori liberi, affidavano quelle terre e i pascoli alla pletora dei loro ca romana. Ne fa fede una lettera, molto significativa, indirizzata da lei a Gaio
schiavi. A Roma Tiberio si presentò alle elezioni per il tribunato della plebe e fu 6. !
subito eletto. È celeberrimo il brano del suo discorso al popolo nel Foro: «Le Oserei giurarlo con formula solenne: a parte quelli che uccisero Tiberio Grac-
fiere che abitano l'Italia hanno una tana o un covile in cui riposare. Coloro che co, nessun nemico mi ha recato tanta angustia ed affanno quanto tu per ques-
per l'Italia combattono e muoiono non hanno che l'aria e la luce e nient' altro. te faccende: tu, che di tutti i figlioli che ebbi in precedenza dovevi assumere le
Senza casa, senza fissa dimora vagano con moglie e figli ... Sono chiamati loro veci e preoccuparti che io nella mia vecchiaia avessi il meno possibile di
padroni del mondo, ma non hanno una sola zolla di terra che sia loro». Alcuni affanni e ricercare con tutte le forze che ogni tuo atto fosse a me gradito e rite-
storici, annota Plutarco, dell'azione "rivoluzionaria" di Tiberio attribuiscono una nere sacrilego di agire nelle cose di maggiore importanza contro la mia volon-
parte di responsabilità a Cornelia, la quale spesso si lamentava del fatto che i tà, tanto più che a me rimane da vivere tanto poco. Neppure un così breve
Romani ancora la chiamassero suocera di Scipione Emiliano Africano minore spazio di tempo mi può recare quest'aiuto: che tu non mi sia ostile e non sov-
invece che madre dei Gracchi. ! verta lo Stato? !
Non sappiamo quale rapporto Cornelia avesse con le nuore. ! Insomma quando la faremo finita? Quando mai smetterà la nostra famiglia di
Moglie di Tiberio era una Claudia, figlia di Appio Claudio. Quella di Gaio una far follie? Quando mai smetteremo di dare e ricevere molestie? Quando ci si
Licinia, figlia di Publio Licinio Crasso, grandissimo oratore, come ricorda Cice- vergognerà di rimescolare e sconvolgere lo stato? Ma se questo non si potrà
rone. A giudicare dal carattere e amore reciproco che univa Cornelia ai figli c'è assolutamente fare, concorri per il tribunato quando sarò morta io; per conto
da credere che non solo i loro legami familiari fossero vivi, fortissimi, ma che mio potrai fare quello che vorrai, quando io non sentirò più. . !
Cornelia seguisse giorno dopo giorno l'azione politica di Tiberio prima e di Quando sarò morta mi farai le onoranze funebri e invocherai la divinità della
Gaio poi e ne condividesse gli scopi e la linea programmatica. Plutarco riferis- madre. Ma allora non ti vergognerai di chiedere le preghiere di quegli dèi che
ce di un intervento di Cornelia a proposito di una legge fatta approvare da tu da vivi e presenti avevi lasciati soli ed abbandonati? !
Gaio contro Marco Ottavio, ex tribuno della plebe e oppositore feroce del frate- Non permetta Giove che tu perseveri per quella strada, né che ti venga in
llo. Pregato dalla madre, Gaio ritirò la legge. «E il popolo», dice Plutarco, «ac- mente tanta follia.E se perseveri, temo che per tutta la vita, per la tua colpa,
consentì lietamente, giacché onorava Cornelia a causa dei figli non meno che riceva tanto affanno, che non potrai mai più essere contento di te. !
di suo padre». E che Cornelia non potesse non condividere le idee di Tiberio e Tiberio fu ammazzato in Campidoglio a bastonate peggio di un cane insieme
di Gaio in favore del popolo veniva anche da questo: che era stata la moglie di con trecento dei suoi sostenitori. Non ebbe fortuna migliore Gaio dodici anni
Tiberio Sempronio Gracco di origine plebea e tribuno della plebe nel 187, più dopo. L'oratoria di Gaio era travolgente, appassionata; infaticabile la sua attivi-
di cinquant'anni prima dei figli; e che Scipione Africano, suo padre, sebbene di tà: fondazione di colonie, costruzioni di strade e di granai pubblici. Fu eletto
famiglia patrizia, proprio dai patrizi (i Fabi, gli Emili) era stato per invidia e ge- tribuno della plebe dieci anni dopo Tiberio (123 a.C.) e ancora per l'anno se-
losia osteggiato e calunniato; al contrario il popolo l'aveva sostenuto in ogni guente, ma Gaio era troppo lucido politico per non sapere come il popolo, nelle
vicenda politica sia con l'elezione, giovanissimo, a console, sia con l'affidargli sue. passioni come nei suoi entusiasmi, sia instabile, impaziente e insieme.
un esercito per la campagna d'Africa, sia infine nell'ultima assemblea del Foro, pronto a vendersi al vincitore della giornata; che la battaglia contro l'oligarchia
quando volevano processarlo, e invece l'aveva seguito compatto e fedele in senatoriale a lungo andare era perdente, come dimostrava la fine miseranda di
Tiberio. Gli bisognava un alleato. Lo trovò nell'altro ceto: i cavalieri, proponen-
do loro i tribunali, quindi la giustizia, riserva esclusiva di caccia dei senatori.
Toccato nel vivo delle sue prerogative di potere, il Senato capovolse la tattica e
!!
gli schierò contro un altro tribuno della plebe. Si ruppe il fronte delle rivendica- Cornelia, hija y madre de héroes !
zioni popolari. Quando nel gennaio del 121 a.C. entrò in carica il nuovo conso- Mercedes Montero Montero !
le. Lucio Opimio, un nefando aristocratico, spietato massacratore della città Cornelia, hija y madre de héroes. Hija de Publio Cornelio Escipión el AfrÚ:ano
latina di Fregelle, il destino di Gaio fu segnato. Il console chiamò il popolo a y madre de Tiberio y Gayo Graco, hombres extraordinarios, sin duda, a los
votare la revoca delle leggi di Gaio, poi armò le coorti urbane, fece arrivare gli que va ineludiblemente unida su farna'. Pero estamos estudiando a algunas
arcieri cretesi come se Roma dovesse affrontare una invasione di Galli o un mujeres en la Antigüedad y queremos compensarlas un poco de tanto silencio.
Annibale redivivo. In fuga verso il Gianicolo, Gaio nel bosco sacro alle Erinni si Al tratar de Cornelia vamos a hablar de hechos memorables y varones egre-
fece uccidere dallo schiavo che lo accompagnava. Con lui furono scannati gios, pero también y sobre todo de afectos.'historias domésticas y mujeres
tremila "gracchiani". Tanto era l'odio degli oligarchi contro Gaio che, dopo la que individual o colectivamente tuvieron un papel en la Roma republicana. !
sua morte, alla moglie Licinia fu vietato di portare il lutto. ! La madre de Cornelia fue Emilia Tercia, hija del cónsul Lucio Emilio Paulo,
Cornelia sopportò le vecchie e le nuove sventure con animo nobile e fermo, muerto en el 216 a. C. en la batalla de Cannas frente a Aníbal. Catorce años
quale si addiceva alla figlia dell' Africano, alla moglie di un consolare e censo- después, en el 202, su marido, Publio Carnelio Escipión, derrotó definitiva-
re, che due volte aveva avuto l' onore del trionfo, e alla madre dei Gracchi. E si mente a ese mismo Aníbal en Zama. ¿Cómo viviría Emilia estos hechos?
ritirò al Miseno. Parlando dei luoghi, in cui erano stati uccisi i figli e che il ri- ¿Desearía que el marido vengase la muerte del padre o preferiría que se aca-
morso popolare aveva resi sacri, diceva «che erano tombe degne della loro basen para siempre los horrores de la guerra? !
grandezza». A Capo Miseno, dice Plutarco, visse senza cambiar nulla al suo Lo ignoramos, pero sí sabemos que las mujeres romanas que habían compar-
solito modo di vita. Amava molto la campagna e teneva buona tavola per ono- tido los sinsabores de la guerra querían también disfrutar de los beneficios de
rare gli ospiti. Era sempre circondata da uomini di lettere, specialmente la victoria. En plena guerra púnica habían acatado sumisamente la ley Opia
"elleni", e tutti i re scambiavano doni con lei. Piacevolissima con i visitatori que prohibía el uso de joyas y vestidos estampados y el empleo de vehículos
quando s'intratteneva a ricordare la vita e le consuetudini del padre, l' Africano; en la ciudad. Siete años después de la victoria de Zama, en el 195 a. c., las
ammirevolissima quando ricordava i figli. Ne parlava, infatti, senza dolore né mujeres reclaman la anulación de esta ley. Nos lo cuenta Tito Livio en un cua-
lacrime e rievocava le loro imprese e la loro morte, con chi gliene chiedeva, dro lleno de viveza. Las mujeres dejan sus casas y se reúnen en el foro pre-
come se si fosse trattato di uomini antichi. Tanto che alcuni credevano che la sionando a cónsules, pretores y demás magistrados para conseguir su propó-
vecchiaia o la grandezza dei dolori l'avessero precipitata di senno, e non sa- sito. Su actitud provoca el recelo y la indignación de hombres conservadores
pesse più cosa fosse la sventura. ! como Catón, que después de llegar al foro abriéndose paso entre un batallón
!! de mujeres (agmen mulierum) toma la palabra contra ellas: !
¿Qué costumbre es esa de correr en público e invadir las calles y abordar a
!! hombres ajenos? ¿Eso mismo no pudisteis solicitarlo en casa cada una al
suyo? ¿O es que sois más persuasivas en público que en privado y para los
! ajenos más que para los vuestros? !
!! Nuestros mayores quisieron que las mujeres no hicieran ninguna cosa, ni si-
quiera privada, sin un tutor y que estuvieran bajo la autoridad de padres, her-
!! manos o maridos. Nosotros, si place a los dioses, soportamos ya incluso que
ellas acometan tareas políticas y que se mezclen casi en el foro y en las
!! asambleas y comicios. !
Desean la libertad de todas las cosas, más aún el libertinaje, si queremos de-
!! cir la verdad. Y si consiguen esto, ¿qué no intentarán? En cuanto empiecen a
ser iguales, se harán superiores', !
!! En el siglo II a. C. la sociedad romana está cambiando y las mujeres se afa-
nan por desempeñar un papel distinto, luchando al mismo tiempo por lograr un
!! reconocimiento legal de lo que, de hecho, habían conseguido ya en muchos
casos. Emilia Tercia apoyó aquella revuelta y posiblemente participó en ella;
!! su privilegiada situación personal le permitía cierta independencia. Era rica,
estaba casada con el héroe vencedor de Aníbal y llegará a ser madre de cua-
tro hijos: dos varones, Publio llamado como el padre, y Lucio como él abuelo, Tercia en el ámbito familiar. Según esta leyenda, la madre de Camelia no es-
y dos hembras, que por serlo, carecían de praenomen, que era la marca de taba dispuesta a tolerar que su marido la dejase al margen de las decisiones
personalidad civil en la sociedad r-omana patriarcal y gentilicia, y que recibie- importantes para la vida de sus hijos. En cambio, aceptó comprensiva que su
ron simplemente elnombre de la gens, es decir Camelia: Camelia la Mayor, marido tuviese relaciones con una esclava. Lo cuenta Valerio Máximo (6, 7, 1)
que se casará con su primo Publio Camelia Escipión Nasica, y Camelia la al hablar de la fidelidad de las esposas: !
Menor, nuestra protagonista. ! . Emilia Tercia, esposa -del Africano Mayor, madre de Camelia la de los Gra-
Camelia nació el año 190 a. C. y según nos cuenta Plinio el Viejo en su Histo- cos, fue una mujer de tanta dulzura y paciencia que, al enterarse de que a su
ria Natural (7, 69) presentaba al nacer una obstrucción o excrecencia vaginal marido le gustaba una de sus esclavas, lo disimuló para que el Africano, do-
(concreto genitali) considerada como indicio de mal augurio", Gayo Junio Sa- minador del orbe, no fuese acusado por una mujer .como reo de desenfreno.
lino, compilador de finales del siglo 1Il, en su Collectanea rerum memorabi- Y le era tan ajeno el deseo de venganza, que después de la muerte de Esci-
lium, recoge esa misma anécdota y añade que este concretum uirginal presa- pión manumitió a la esclava y la dio en matrimonio a uno de sus libertos. - !
giaba el desastroso final de sus hijos, Tiberio y Gayo Graco. ! El caso es que Camelia se casó joven, cuando su" padre ya había muerto (en
Podernos imaginar la infancia de Camelia como un tiempo feliz. La tradición el 183 a. C.), y lo hizo con Tiberio Sempronio Graco, del que le separaban
romana más conservadora se oponía a que las mujeres se dedicasen a activi- unos treinta años de edad. Estuvieron casados menos de veinte años, ya que
dades intelectuales; sir- - va de ejemplo la oposición de Séneca el rétor a que tiberio murió en el 154, pero en este tiempo Camelia tuvo nada menos que 12
su mujer Helvia se dedicase al estudio «por culpa de las que no utilizan su hijos, como atestiguan distintas fuentes, entre otros Plinio.el Viejo (Historia
sabiduría en razón de ella misma sino para la intemperancia), según nos Naturalr, 60)': !
cuenta su hijo, el filósofo Séneca (Ad Heluiam 17). y en otro pasaje añade: Hálla~se particulares disconveniencias de cuerpos y unos que entre sí son
«Ojalá mi padre hubiera estado menos apegado a las antiguas usanzas y hu- estériles, al unirse a otros engendran, como el caso de Augusto y Livia. Otros
biera querido que recibieras, no sólo un baño de cultura, sino que te hubieras y otras engendran sólo hembras. o sólo machos. A menudo también alternan
ocupado en los preceptos de la sabiduría». ! como la madre-de los Gracos doce veces. !
En cambio, el llamado «círculo de los Escipiones» con" sideraba necesaria la Imaginamos a Camelia afrontando animosamente los problemas de un emba-
formación de las mujeres. Dos siglos y medio después, el estoico Musonio razo tras otro y los riesgos de mortali-' dad en el parto, tanto para la madre
Rufo, en esta misma línea, defenderá que la educación del espíritu debe ser como para el hijo. La joven Camelia no tuvo la suerte desgraciada de Tulia, la
igual para el hombre y la mujer. ! hija de Cicerón, que murió un mes después de haber. dado aluz a un hijo con-
Lo cierto es que Camelia recibió en sus primeros años. una formación exce- cebido de Dolabela, su tercer marido, o de Julia, la hija de César, que también
lente que luego se pondría de manifiesto en distintos aspectos y facetas de su murió de sobreparto. Sin embargo, de los doce hijos 'concebidos sólo le so-
vida. Muy joven, como era habitual en Roma, fue prometida a Tiberio Sempro- brevivieron tres: Tiberio, Gayo, nueve años menor que su hermano, y Sem-
nio Graco, miembro de una vieja estirpe noble de origen plebeyo, hombre ilus- pronia. !
tre, que recorrió toda la escala de la jerarquía romana hasta los más altos car- podemos pensar que no obstante estos pesares, Comelia disfrutó durante los
gos: tribuno de la plebe, pretor, cónsul dos veces, censor. ! anos de matrimonio de una vida conyugal armoniosa. Indicio de ello es la
Valerio Máximo (4, 3) nos narra las circunstancias del compromiso: ! hermósa historia narrada por Valerio Máximo en un capítulo «Sobre el amor
Entre el Africano Mayor y Tiberio Graco se dio también un memorable ejemplo de los esposos» (4, 6, 1). Dice así: !
de restablecimiento de la concordia. En efecto, dejando a un lado su personal En la casa de Tiberio Graco se encontraron dos serpientes, macho y hembra.
resentimiento, del banquete sagrado al que habían acudido llenos de mutuo Tiberio, después de cogerlas, consulto a los arúspices y éstos le dijeron que,
odio salieron unidos' por lazos de amistad y afinidad. El hecho es que Esci- si dejaba escapar al macho, moriría inmediatamente su mujer; en cambio, si
pión, no contento con obedecer las órdenes del senado para que se reconci- era la hembra la que lograba huir, sería él el que moriría al instante. Eligió la
liaran en el banquete ofrecido en honor de Júpiter en el Capitolio, le prometió parte del augurio que favorecía a su esposa y mató al macho; a la hembra
además inmediatamente a su hija Camelia por esposa. ! ordenó que la dejaran huir y tuvo el coraje de permanecer en pie observando
La tradición cuenta que al volver a casa, Escipión comunicó a su mujer que cómo con la muerte de la serpiente macho él mismo quedaba condenado a
acababa de concertar el matrimonio de su hija. Ella, indignada, le contestó muerte. No sabría decir si Camelia se sintió más dichosa por tener semejante
que era impropio de él haber tomado una decisión de tal importancia sin con- marido que desgraciada por haberlo perdido. . !
tar con su . parecer, aunque el futuro yema hubiese sido el mismísimo Tiberio En el;"el~to;que Plinio (Historia Natural 7, 122) hace de este episodio pone en
Sempronio Graco. Esta historia no responde a la realidad, puesto que cuando boca de Sempronio las siguientes palabras: «Matad mi serpiente, pues Came-
Camelia se casó, su padre ya había muerto, pero refleja bien la gran conside- lia es joven y aún puede tener más hijos». Y termina Plinio diciendo que esto
ración de que gozaba el prometido y la importancia de la opinión de Emilia
era salvar a su esposa y velar por la república y que el augurio se cumplió no poco su madre Cornelia cuya doctísima conversación llegó a la posteridad
inmediatamente. ! por sus cartas». !
Plutarco, en el capítulo I de la vida de Tiberio Graco, -cuenta la anécdota en También reconoce Cicerón el papel fundamental de Cornelia -en la formación
parecidos términos y añade: ! oratoria de sus hijos: «Se puede comprobar que los Gracos fueron educados
Poco tiempo después murió, en efecto, dejando doce hijos de su unión con no tanto en el regazo de ~u 'madre como en su manera de hablan) (Brutus
Cornelia, Su viuda, después de haber asumido la carga de la casa y de los 211). Insiste en ello San Jerónimo en Epístolas (l07, 4): «Se ha escrito que en
hijos, se mostró tan prudente, tan buena madre y tan magnánima que Tiberio la elocuencia de los Gracos tuvo un papel importante la manera en que les
pareció haber dado una prueba de sabiduría anteponiendo su propia muerte a hablaba su madre desde que eran niños» .. !
la de una mujer tan excepcional. Ésta no admitió el matrimonio con 'el rey To- Pero no estuvo sola en esa tarea; buscó la ayuda de grandes maestros, Cice-
lomeo que partía con ella la diadema y la pedía por mujer, y permaneciendo rón se refiere a ellos al hablar en Brutus (27,103) del talento oratorio de Gayo
viuda, perdió todos los demás hijos, a excepción de una hija que casó con Graco: «Graco, debido a la preocupación de su madre Camelia, recibió, desde
Escipión el Menor y los dos hijos Tiberio y Gayo cuya vida escribimos. ! la infancia, una cuidadosa educación y se formó en la literatura griega; siem-
Camelia se quedó viuda, pues, con apenas treinta y cinco años, después de pre tuvo excelentes maestros, entre ellos, en su ~dolescencia, a Diófanes de
haber pasado casi media vida entre partos y embarazos. Es probable que mu- Mitilene, el hombre más elocuente de Grecia en aquella época». !
chos de sus hijos, a pesar del testimonio de Plutarco, hubiesen muerto ya an- .Cornelia se enorgullecía de sus hijos. Muchos autores lo atestiguan pero el
tes del falle.cimiento de su esposo. Lo cierto es que ella, aún joven, rica y lle- más elocuente testimonio nos lo ofrece Valerio Máximo (4, 4) en una anécdota
na de cualidades, podía haber vuelto a casarse como hicieron otras mujeres que se ha hecho célebre: x<¡En el anecdotario de Pomponio Rufo se nos dice
romanas, al estilo de las que Séneca nos dice que contaban los años no por el que los mejores adornos de una mujer casada son sus hijos. Corrielia, la ma-
nombre de los cónsules v sino por el de sus maridos (De beneficiis 3, 16). Pre- drede los Gracos, en cierta ocasión en que una mujer de Campania que se
tendientes no le faltaron. Como hemos visto, Cornelia no aceptó la proposición hospedaba en su casa le mostraba las más ricas joyas que por aquel enton-
matrimonial que en ese mismo año, 154 a. c., le hizo Tolomeo VIII Fisco ces se podían imaginar, la entretuvo con su conversación hasta que sus hijos
(emorcilla»), en ese momento rey en la Cirenaica. Prefirió seguir viuda y me- volvieron de la escuela y le dijo: Estas son mis joyas» (Haec ornamenta sunt
recer el respetado título de uniuira, es decir mujer de un solo marido. ! mea). !
Sin la presencia de un pater familias en la casa, Cornelia asumió la responsa- Pero los hijos crecieron y llegaron otras etapas de la vida. !
bilidad de educar a sus hijos y, según Plutarco: «A éstos les dio tan esmerada Suponemos que Camelia intervendría cuando llegó el momento de concertar
crianza, que con ser, en opinión de todos, los de mejor índole entre los roma- el matrimonio de sus hijos. ~, el mayor, se casó con Claudia, hija del cónsul
nos, aun parece que se debió más su virtud a la educación que a la naturale- del 143 Apio Claudia Pulcher; Gayo lo hizo con Licinia, hija del riquísimo Lucio
za». ! Licinio Craso, y Sempronia, como su madre, tuvo un marido mucho mayor que
De todas las virtudes de Camelia, ha sido precisamente esa entrega al cuida- ella, su primo Publio Cornelio Escipión Emiliano. En cambio, a diferencia de su
do de sus hijos y ese esmero en su educación lo qu~ la ha convertido en un madre, no tuvo hijos y las relaciones con su marido nunca fueron buenas. !
modelo de madre que Tácito, tres siglos después, añorará: «En otros tiempos Camelia, cumplida ya la tarea de educar a sus hijos, podría haber llevado una
en cada familia el hijo nacido de madre honrada se criaba no en la habitación vida frívola (su estatuto y su riqueza se lo habrían permitido) o, por el contra-
de una nodriza a sueldo, sino en el regazo yeri los brazos de su madre cuyo rio, podría haberse recluido en casa a bordar (acu pingere) o a trabajar la lana
mayor orgullo era ocuparse de la casa y ser esclava de sus hijos [ ... ] Y no (lanam facere). No conocemos ningún texto que nos la presente entregada a
sólo los estudios y los deberes sino también las distracciones y los juegos de esas tareas, tradicionalmente consideradas propias de una matrona romana. !
los niños estaban regulados por la virtud y el respeto. Sabemos que Cornelia Tenemos, en cambio, motivos para pensar que siguió cultivándose e inter-
se ocupó así de la educación de los Gracos». ! esándose de modo activo por los avatares de la vida de sus hijos, que desde
En esa tarea.educativa·enl fundamental el buen ejemplo pero no sólo en el muy jóvenes se convirtieron en protagonistas de las convulsiones políticas de
comportamiento, sino en el modo de hablar, pues como dice Cicerón (Brutus aquellos años. !
210): «Es de gran importancia la lengua que uno oye a diario en el hogar a los ! El mayor, Tiberio, siendo aún un muchacho, tomó-parte en la tercera Guerra
padres y a los maestros». ! Púnica, formando parte d~l séquito de su cuñado, Escipión Emiliano. Después
Con la excelente formación que había recibido, Camelia se convirtió en de esta campaña, encontramos a Tiberio en el 137 acompañando al cónsul
una.admirada maestra de sus hijos. Lo atestigua Quintiliano, que en-Institutio- Mancino durante el sitio de Numancia en calidad de cuestor. En la negativa
nes (1, 1,6) recomienda: ! del senado a reconocer el tratado, que en realidad había sido obra de Tiberio,
«Los padres quisiera yo que tuvieran muchísima erudición, aunque no trato tuvo su pri~er choque con la oligarquía senatorial. . !
solamente de ellos. Sabemos que para la elocuencia de los Gracos contribuyó
Suponemos que Camelia se llenaría de Qrgullo con los éxitos militares y la participación en la vida política. En el 124, en cambio, diez años después del
ascensión política de su hijo y seguiría con inquietud la creciente hostilidad nombramiento de su hermano, presentó su candidatura a tribuno de la plebe
que iban despertando sus ideas reformistas entre personajes influyentes, al- para el 123. Eran tiempos revueltos, de oposiciones violentas y enemistades
gunos pertenecientes a su propia familia. Parece que en la disparidad de sen- enconadas. Camelia, desde su residencia de Miseno, a pesar de haber reac-
timientos encontrados que llenarían su 'corázón de madre, tuvo especial fuer- cionado con excepcional entereza ante el asesinato de Tiberio, no lo ha olvi-
za su deseo de que Tiberio ganase en prestigio a todos los demás. Plutarco dado y teme que su hijo menor afronte los mismos riesgos y pueda sufrir el
nos cuenta que había autores que criticaban a su madre Camelia, que echaba mismo terrible final. Y se decide a emplear todos los argumentos y hasta el
,en cara muchas veces a sus hijos el que los romanos le decían siempre la chantaje afectivo apelando al deber filial propio de un buen hijo para hacerle
suegra de Escipión y no la madre de los Gratos. . ! desistir de sus intenciones. Lo hace mediante una carta de la que conserva-
En el verano del 134, Tiberio presentó su candidatura a tribuno de la plebe mos un fragmento de considerable extensión, transmitido en los manuscritos
para el 133. Las elecciones estuvieron acompañadas de una apasionada po- de la obra de Camelia Nepote (fragmentos 1 y 2)4: !
lémica en tomo a la Ley Agraria. Al decir de Plutarco, los nobles terratenientes Me atrevería a jurar con solemne fórmula, que exceptuando a los que asesina-
se enfrentaron agriamente con el pueblo, que llenó los pórticos, los muros y ron a Tiberio Graco, ningún enemigo me ha causado tanta desazón y tanta
los monumentos de pintadas en las que 'pedía que despojasen a los ricos de fatiga como tú por todo esto. Tú, que deberías ocupar el puesto de todos los
las tierras del Estado para redistribuirlas a los pobres. Al asumir su cargo en hijos que tuve y cuidar de que tuviese el mínimo de preocupaciones en mi ve-
diciembre de 134, presentó inmediatamente su proyecto de reforma agraria. jez, y desear que fuera de mi máximo agrado todo lo que hicieras, y conside-
Tiberio no logró convencer a su colega y amigo Octavio, que opuso a la ley su rar impío realizar cosa alguna de importancia en contra de mi parecer, sobre
veto de tribuno. En nuevos comicios, las tribus destituyeron a Octavio, se todo ahora que ya me queda poco de vida. ¿Ni siquiera ese breve espacio
aprobó la ley y se nombró una comisión agraria compuesta por el propio Tibe- puede servirme para que no te me enfrentes y arruines el Estado? ¿Cuándo
rio, su suegro Apio Claudio y su hermano Gayo. Para el éxito de la reforma acabará todo esto? ¿Algún día dejará nuestra casa de cometer locuras? ¿Al-
era muy importante que Tiberio fuera reelegido y en el verano del 133 presen- gún día podrá tener un límite todo esto? ¿Algún día dejaremos de procurar y
tó su candidatura para el tribunado del año siguiente. La nobleza decidió fre- provocar problemas? ¿Algún día nos avergonzaremos de subvertir y disturbar
narlo definitivamente. En medio del gran tumulto de la asamblea popular, en el Estado? Pero si no puede ser así de ninguna manera, cuando me haya
un momento en que era imposible oír a los oradores, Tiberio señaló su cabeza muerto, presenta la candidatura al tribunado. Por mí haz lo que te plazca,
para indicar que estaba amenazado de muerte. Sus enemigos extendieron cuando yo no pueda darme cuenta de ello. Cuando me haya muerto, harás un
inmediatamente el rumor de que había pedido para sí fa corona de rey. El sacrificio en mi honor e invocarás al dios familiar. ¿Entonces no te dará ver-
Pontífice Máximo, su tío Publio Camelia Escipión Nasica, acompañado de los güenza elevar tus súplicas a unos dioses que tuviste olvidados y abandona-
senadores y una multitud de clientes, irrumpió violentamente en la asamblea. dos cuando estaban vivos y cerca de ti? ¡El gran Júpiter no permita que per-
Fue un sálvese quien pueda y una masacre en la que murieron Tiberio y tres- sistas en tu empeño y que una locura tan grande se apodere de ti! Mas si per-
cientos de sus partidarios. Sus cuerpos fueron arrojados al Tíber. ! sistes, temo que toda tu vida tendrás una angustia tan grande por tu propia
No sabemos si en esa última etapa de la vida de Tiberio, Camelia influyó deci- culpa, que no podrás nunca reconciliarte contigo mismo. !
sivamente o no en la trayectoria política de su hijo, pero sI sabemos que tras Vemos ahora otra faceta de la fuerte personalidad de Camelia, que aquí mani-
la muerte de Tiberio se retiró a Miseno, rota de dolor sin duda, pero sin alterar fiesta su desesperación de madre por encima de su orgullo de noble matrona
en nada el tenor acostumbrado de su vida. Desde lejos podía seguir, no obs- romana. Pero nos interesa destacar que lo hace por medio de una carta. La
tante, la carrera política de su hijo menor Gayo, que tras la muerte de su her- autenticidad de esta carta, así como la del otro fragmento que luego comenta-
mano, siguió siendo miembro de la comisión agraria. En el 129 Escipión Emi- remos y que aparece igualmente incluido como documentación histórica en el
liano intervino en defensa de los propietarios ítalos y consiguió detener la acti- Codex Danielinus de los Latinis historicis excerpta de Nepote, ha sido discuti-
vidad de los triunviros. Poco tiempo después fue hallado muerto en su lecho. da y contestada especialmente por estudiosos del siglo XIX y principios del xx.
El día anterior estaba sano y esta muerte misteriosa suscitó en Roma toda Sin embargo, trabajos más recientes, entre ellos los de P. Cugusi, gran espe-
clase de conjeturas: suicidio, muerte natural, envenenamiento ... Apiano (20) cialista en epistolografía latina, yA. López en el libro citado, la defienden con
al hablar de esta hipótesis dice que pudo ser un atentado de Camelia, la ma- argumentos convincentes. La carta presenta un lenguaje familiar y coloquial
dre de Graco, para impedirle la anulación de la ley de su hijo y que para ello propio de este tipo de cartas pero también una cuidada composición que co-
habría contado con la ayuda de su hija Sempronia, mujer de Escipión, que no rrobora la excelente formación retórica de su autora. Por si fuera poco, tiene el
la quería por ser fea y estéril y al que ella no quería tampoco. ! mérito de inaugurar el género epistolográfico, pues es el primer texto de con-
Gayo había tenido distintas magistraturas y cargos militares pero, a excepción siderable extensión perteneciente a una carta privada escrita en latín que con-
de su intervención en la comisión de reparto de tierras, no había tenido gran servamos. !
A pesar de la dura intervención materna, Gayo no desistió de sus planes y, cónsul y su cadáver arrojado al río o, si creemos la noticia de Orosio (Apolo-
desde el momento de su elección, ellO de diciembre de 123, desplegó una gético 12,9) entregado a su madre en la fortaleza de Miseno. !
gran actividad. Entre otras cosas, propuso laley de abactis que afectaba direc- Camelia afrontó tan terrible prueba con admirable entereza y siguió viviendo
tamente a Marco Octavio, al que Tiberio había despojado del tribunado. Plu- en Miseno con el corazón roto por la trágica pérdida de otro hijo pero con el
tarco nos dice (Gayo Graco 25) que «Gayo la retiró él mismo diciendo que mismo estilo de vida. Plutarco (Gayo Graco 19) nos da muchos detalles: !
perdonaba a Octavio a ruegos de su madre Camelia, y que el pueblo se ale- Gustaba, en efecto, del trato de gentes, y por su inclinación a la hospitalidad,
gró y aprobó esta concesión pues la honraba tanto a causa de sus hijos como tenía buena mesa, frecuentando siempre su casa griegos y literatos, y reci-
a causa de su padre». Diodoro Sículo (24,25) nos da la misma noticia y ratifica biendo dones de ella todos los reyes y enviándoselos recíprocamente. Se la
el papel de Camelia como intercesora. ! escuchaba con gusto cuando a los concurrentes les explicaba la conducta y
Como en otras ocasiones, Camelia ha estado al tanto de lo que ocurría en tenor de vida de su padre Escipión Africano, y se hacía admirar cuando sin
Roma, y ha aconsejado a su hijo. Lo ha hecho por escrito en una carta de la llanto y sin lágrimas hablaba de sus hijos a los que le preguntaban, y refería
que conservamos un fragmento en el mismo manuscrito de Nepote mencio- sus desventuras y sus hazañas, como si se tratara de personas de otros tiem-
nado supra. El texto dice así: ! pos. Por lo cual algunos creyeron que había perdido el juicio por la vejez o por
Me dirás que es hermoso vengarse de los enemigos. Que nada hay más la grandeza de sus males y que se había hecho insensata con tantas desgra-
grande ni más bello a nadie le parece como a mí, pero si se puede conseguir cias cuando eran ellos los verdaderamente insensatos, por no advertir cuánto
sin riesgo para el Estado. Mas ya que no puede ser así, por mucho tiempo yen vale para no dejarse vencer por el dolor, sobre el buen carácter, el haber naci-
muchos lugares no perecerán nuestros enemigos y, tal como ahora están, es- do y el haberse educado convenientemente, y que si la fortuna mientras dura
tarán antes que se arruine y perezca el Estado. ! hace muchas veces degenerar la virtud, en la caída no le quita el llevar los
En este caso Camelia evita el comprensible deseo de venganza y muestra un males con una resignación digna de elogios. !
espíritu magnánimo que se aviene perfectamente con las doctrinas estoicas Camelia aparece en su vejez (tenía unos setenta años) conservando su finura
de humanismo y concordia en las que ella se había educado. ! de espíritu, su aprecio por las cosas agradables de la vida (sea una buena
Gayo llegó en aquellos tiempos a la cima de su poder, pero cuando se presen- mesa o una buena conversación), su carácter hospitalario, su amor por la lite-
tó para ser reelegido tribuno de la plebe para el 121, empezaba a tener menos ratura. !
apoyos y obtuvo un empate. Por si fuera poco, se le enfrentó virulentamente el A muchos de sus contemporáneos les resultaba más fácil reconocerle estas
cónsul de ese año, L. Opimio, enemigo mortal de los Gracos. ! cualidades excepcionales que entender el modo de reaccionar de Camelia
Empujado por sus amigos, Gayo trató de crear una oposición. Plutarco cuenta ante el asesinato de sus hijos. !
que también en esta ocasión Camelia estuvo atenta a los problemas de su hijo Tradicionalmente los romanos atribuían a las mujeres una total falta de auto-
(Gayo Graco 13): ! dominio: impotentia muliebris, dice Tácito en Anales (1,4). En el discurso que
Se dice incluso que su madre se asoció a ese proyecto de guerra civil contra- Tito Livio (24,3) pone en boca de Catón, éste se refiere a las mujeres como
tando secretamente en el extranjero a hombres que envió a Roma disfrazados animal indómito (indomito animali) y seres de naturaleza incontrolable (impo-
de segadores y que habría informado de ello a su hijo en una carta escrita con tenti naturae). Lo esperable, pues, ante una tragedia es que la mujer se entre-
palabras veladas. Otros historiadores sostienen que, al contrario, Cornelia gue al grito histérico, a la demasía. Camelia es excepcional también en esto.
estuvo muy descontenta con las maniobras de Gayo. ! Sus hijos han sido sus joyas y los llora sin lutos ni golpes dé pecho, en la inti-
No podemos saber con seguridad si Camelia participó activamente en apoyo mi- !
de su hijo pero sí parece claro que ella seguía con preocupación los sucesos dad de su corazón de madre. Les rinde el mejor homenaje que puede ofrecer-
críticos en los que estaba peligrosamente implicado. ! les: hablar de ellos y celebrar su memoria. !
En Roma el cónsul Opimio convocó al senado para tratar sobre la liquidación Los romanos también conservaron la de Camelia. Como hemos visto, lo hicie-
de la colonia Junonia, fundada en territorio de Cartago por Gayo. Aristócratas ron muchos autores transmitiéndonos variadas noticias de su vida y también
y populares iban armados. Un lictor del cónsul resultó muerto y éste recibió la honró el pueblo romano erigiéndole una estatua en bronce. Plinio (Historia
poderes extraordinarios para sofocar la revuelta. A la mañana siguiente Gayo Natural 34, 31) llegó a conocerla: !
y su amigo Fulvio tomaron el Aventino con sus partidarios. Las fuerzas arma- Todavía hay constancia de las diatribas de Catón durante su censura contra
das del cónsul aplastaron rápidamente a la resistencia. Fulvio fue muerto junto las mujeres romanas que se hacían levantar estatuas en las provincias; sin
con su hijo y Gayo, después de luxarse una pierna mientras intentaba ponerse embargo, no pudo impedir que se les dedicaran algunas en Roma, como es el
a salvo, para no caer en manos de los enemigos, mandó al esclavo que lo caso de Cornelia, la madre de los Gracos, hija del primer Africano. Se la re-
acompañaba que le diera muerte. La cabeza de Gayo fue cortada y llevada al presentó sentada y -detalle notable- con sandalias sin correas en el pórtico
público de Metelo; su estatua se mantiene todavía en los edificios de Octavia. !
En 1878, en ese pórtico de Octavia se descubrió la base de la estatua con la
inscripción Cornelia Africani f Gracchorum (<<Camelia, hija del Africano, ma-
!!
dre de los Gracos» )5. La inscripción la honra, pues, como hija de héroe, Es- Roman women took part in public life,to a greater degree rhan might be expec-
cipión el Africano, vencedor de Aníbal, y madre de héroes, Tiberio y Gayo ted of ancient societies. Their role in politics must be qualified, however, to
Graco. Pero confiemos en que después de haber conocido mejor su vida re- acknowledge that their access depended all the status of their fathers or hus-
conozcamos que es mucho más que eso y consideremos bien merecido el bands and that their activities and influence were often indirect, behind the
sitio que se le ha concedido en esta serie de trabajos dedicados a grandes scenes. Without a constitutional role in the political system, women reacted ell
mujeres de la Antigüedad. ! masse in protest against unjust conditions in the republic, and a few prominent
!! women wielded considerable authority in the empire because of family tics,
especially in the tangled skein of multiple marriages, adoptions, and the dynas-
!! tic strategies of Augustus and his heirs. Ambitious aristocratic women had no
choice but to work their way through men, which has given rise to the cliches
!! of the schemer, the poisoner, and the ungovernable matron who craves power.
This chapter tests the cliche against biographical sketches of a several women
!! who figured as matriarchs. political wives. or imperial !
The chapter then turns to the sphere of religion in which women fully participa-
!! ted as worshipers and priestesses. The accounts of the origins and rituals of
cults give evidence of the collective activities of mostly anonymous women
!! whose lives were punctuated by the religious calendur with its regular rounds
of processions and offerings; these events gave these women a public life, that
!! is, activities and influence beyond their households. Punbermorc, many of rhe
cuhs defined female roles and prescribed norms of behavior, often linking the
!! cult or its deity to the mythical foundations of Rome - in this way, religion sup-
ported the state and served its political and military goals. Men dominated reli-
!! gious life. which overlapped the political sphere (for Romans. the sacred and
secular were virtually indistinguishable). Some cults excluded women, alt-
!! hough there were female priests of state cults. Women's participation ill the
bewilderingly rich and varied menu of cults that constituted Roman religion
!! was in no way marginal. In fact. many cults acknowledged that wives and mot-
hers were central to the well-being of Rome. It should be noted. however, that
!! most of women's duties and obligations were in the private or domestic sphere
(although the boundaries between private and public were blurry). !
!! We begin with women who figured ill the course of history, who witnessed or
participated (if only in supporting: domestic roles although some broke through
!! the stereotype) in the major events of the republic and empire. The ancient
sources recorded their names only to praise or blame them; the written ac-
!! counts neither offer nuanced judgments nor information on aspects that seem
important to us, such as the motivation or psychology of the subjects. The aut-
!! hors of the primary sources do not reveal any conflicts of interest ill their highly
biased reports (nor would it have occurred to them to do so), and they seem to
!! be grappling with ways to account for powerful, authoritative matrons, a con-
tradiction in terms for a society ill which a good woman was to be modest, duti-
!! ful, ami demure. III the following biographical sketches, a fine line is drawn
between women who merit praise because of their political skills and others
!! who are held in contempt because of their overarching ambition, which was
considered unnatural in women. The personalities of Livia or the younger
Agrippina, for example, do not emerge from these documents or images, wealth of women and its display were at issue, rhis anecdote defines Cornelia
which elevate the former as the first lady of the Roman empire and relegate as a traditional matron, that is, the umvim. married only once and devoted to
the latter to the degraded status of a conniving stage mother and deserving her family, rather than one who prefers to go about the city all decked out and
victim of her unbalanced son. The tendency was to cast the women as models, riding in a gleaming or gaudy carriage. !
even though their lives were unique and not usually applicable in an inspiratio- Cornelia distinguished herself in raising and educating her sons above all else.
nal or uplifting man ncr to womankind. Alternatively, they were vilified as mons- She selected the tutors of her sons, Tiberius and Gaius, who though they
ters, cautionary examples of women whose refusal to stay in their place made were without dispute in natural endowments and dispositions the first among
them seem less than human.! the Romans of the time, yet they seem cd to owe their virtues ever more to
! their education than their birth" (Plutarch. Tiberius Cwdms 7, tr;I)IS. A. H.
The Republic: Cornelia and Fulvia ! Clough). The quality of rhe Gracchi's education and their thorough knowledge
!
Cornelia (ca. 18Q-105? B.C.E.), known as the mother of the Gracchi, has
of Greek 'was attrrburcd to their mother's care and diligence ill seeking out the
best scholars; yet, Cornelia's own cosmopolitan upbringing alnong learned
achieved legendary status in Roman history. She is extolled because of her men and intellccruals must have prepared her for this. III this aspect. she re-
impeccable bloodlines and credentials as the daughter of Scipio Africanus. the sembles elite women of the highest ranks who directly supervised their chil-
general who defeated Hannibal in 202 B.C.E .• and as the wife of Tiber-ius dren's education (and managed households of the size and complexity of
Scmpronius Cracchus, another scion of a noble clan who had served as con- small firms; set' Chapter 3). !
sul in 177 and 163. Cornelia witnessed the tumultuous events of the midyears Yet, Cornelia tests our notions of the rradirional matron in several ways: she
of the republic with an insider's perspective through her relationships with the was a learned woman. fluent in Greek and competent in rhetoric, subjects of
leading men. Near the end of her days, living in retirement on the Italian sout- the curriculum that were taught to elite youths but not their prospective wives.
hern coast, :.he continued to regale visitors with her recollections of her Upon reading some of'Coruclias correspondence, Cicero remarked "that he
father'» life, so "Cherished were the memories of his heroic fe:u., among the understood why it was said that her sons 'had been raised in eloquence rather
members of the intellectual set who frequented her establishment. Her hus- than ill their mother's womb'." (Cicero, Brutus 211, trans. G. L. Hendrickson).
band also took on the dimensions of a monumcnral figure: Tibcnus Sempro- Furthermore, fragments of leners that Cornelia may have wrinen reveal refi-
nius Craccbus. despite his political resume, was respected mort' for his virtues nement and sophistication in the persuasive arts - even if forged as many be-
than his honors. ! lieve. the letters indicate the importance of her literary culture and the high es-
Cornelia reflected the glory of her husband and father. ln keeping with elite teem it brought her. Furthermore. the subject of a suspect letter. her son Gaius'
practices. her marriage was arranged to form an alliance between two illus- land reforms, suggests an interests in politics (admittedly. the nature of the
rrious lines. Sempromus Gracchus (born ca. 215) was also older than his wife, evidence invites caution). That Gaius refers to her in his speeches (extant in
as was typical, but legend has it that he brought on his own death: by following fragments) also reflects her wide renown and respect. Cornelia's public role,
a portent that required him to sacrifice his own life. he ensured that his wife bestowed on her through both her bloodlines and her innate qualities rnay
would live (Cicero, De dillillQlieJlI(' 1.36). For this ultimate sacrifice, Serupro- have differed in degree. if not in kind, from [hat of other elite matrons in the
nius merited the highest honors as an example of piety. His actions were not in republic. !
vain, as Plutarch informs us about Cornelia's subsequent life: !
She took upon herself the burden of her children and the managing ofhcr pa-
!
Lastly an extraordinary honor was accorded Cornelia: a bronze statue was
rrimony and proved to be so wise, so full of motherly love and so noble of cha- erected in public portico in Rome in c: 100 n.c.a. or. perhaps, slightly later.
racter that it would seem Tiberius has made no mistake when he chose to die lnscribed. "Cornelia, daughter of Africanus, the mother of the Cracchi,' the sta-
in place of such a woman. (Plutarch. Tiberius Grace/ws 1.6. trans. A. H. tue arrests to her fame, find her standillg :IS a public figure. Only a few excep-
Clough) ! tional women in the republic broke into the prestigious arena of acclaim evin-
There arc aspects of her life that coincide with those of women of less illus- ced by the grallting of u public statue (sec Chapter 1). TIll' statue of Cornelia
trious lineages: her rather early widowhood that left her to rai~c her twelve depicts the matron in a seated pose, also characteristic of goddesses repre-
children. although only three survived to adulthood. Her wealth provided some sented seated or enthroned with an nir of stately dignity. The statue is preser-
relief from this unfortunate situation, although some sources suggest that the ved only through a later copy representing the mother ofthc cmperor Constan-
farmly fortune may have heen in decline. In a well-known anecdote. Cornelia, tine in the late empire; obviously, this type remained popular for the comme-
after having been shown all ostentatious matron's finery, replied that her sons momnon of good women through the course of centuries. Worthy of honor,
were hef )elll('ls (Valerius Maximus. 4.4.1). Sci against the backdrop of the Cornelia served as a Il10dc1 for macrons (especially under Augustus, whose
sumptuary laws of the second century B.r..E. (sec Chapter I) in which the program of moral reform made use of Cornelia's legendary status; sec later),
and her chamcrcrization as the chaste widow and devoted mothcr ccmplcm- sólo para elogiar o culpar a ellos, los relatos escritos ni ofrecen juicios matiza-
curcd her cultivated PI'TSOII11.lnd intellectual leanings. Although feminine dos ni información sobre aspectos que nos parecen importantes , tales como
modesty and rarefied interests may seem to dash, they apparently resided la motivación o la psicología de los sujetos. Los autores de las fuentes prima-
comfortably within the complex character of Cornelia. a woman who also at- rias no revelan ningún conflicto de interés con enfermedades de sus informes
tracted :11) ofler of marriage (i'ClIll King Ptolemy of egypt after she had been altamente sesgadas ( ni hubiera ocurrido a ellos para hacerlo) , y parece que
widowed. Naturally, she turned him down.! están lidiando con la manera de dar cuenta de gran alcance, matronas autori-
!
Las mujeres romanas tomaron parte en la vida pública , en un grado mayor
zadas, una contradicción en los condiciones para una sociedad enferma que
una buena mujer era ser modesto , obediente, ami recatada . III los siguientes
rhan podría esperarse de las sociedades antiguas . Su papel en la política se esbozos biográficos , una fina línea se dibuja entre las mujeres que merecen
debe calificar , sin embargo , reconocer que su acceso dependía todo el esta- elogios por sus habilidades políticas y otros que se llevan a cabo en el des-
do de sus padres o esposos y que sus actividades e influencia eran a menudo precio por su ambición global , que se consideró poco natural en las mujeres.
indirecta , detrás de las escenas. Sin un papel constitucional en el sistema Las personalidades de Livia o la Agrippina más joven , por ejemplo, no surgen
político , las mujeres reaccionaron ell masa en protesta contra las condiciones de estos documentos o imágenes, que elevan a la primera como a la primera
injustas en la república, y algunas mujeres prominentes ejercían considerable dama del imperio romano y relegan este último a la condición degradada de
autoridad en el imperio a causa de los tics de la familia , sobre todo en la en- una madre etapa connivencia y la víctima merece su hijo desequilibrado. La
marañada madeja de múltiples matrimonios , adopciones , y las estrategias tendencia era para echar a las mujeres como modelos , a pesar de que sus
dinásticas de Augusto y sus herederos . Mujeres aristócratas ambiciosos tu- vidas eran únicas y por lo general no es aplicable en un hombre de inspiración
vieron más remedio que trabajar su camino a través de los hombres , lo que o edificante ncr al género femenino . Alternativamente , fueron vilipendiados
ha dado lugar a los clichés del proyectista , el envenenador , y la matrona in- como monstruos , ejemplos de precaución de las mujeres cuyo rechazo a
gobernable que ansía poder. En este capítulo se pone a prueba el cliché con- permanecer en su lugar los hacía parecer menos que humanos .!
tra bosquejos biográficos de una a varias mujeres que figuraron como matriar-  !
cas . esposas políticos. o imperial! La República : Cornelia , y Fulvia!
El capítulo luego se vuelve a la esfera de la religión en la que las mujeres pu-
dieran participar plenamente como adoradores y sacerdotisas . Los relatos de
!
Cornelia ( ca. 18Q -105 ? BCE) , conocida como la madre de los Gracos , ha
los orígenes y los rituales de cultos dan evidencia de las actividades colectivas conseguido el estatus de leyenda en la historia romana . Ella es alabada por
de las mujeres en su mayoría anónimos , cuyas vidas fueron salpicados por el su linaje impecable y credenciales como la hija de Escipión el Africano . el ge-
calendur religiosa con sus rondas regulares de procesiones y ofrendas ; estos neral que venció a Aníbal en el año 202 antes de Cristo. • y como esposa del
eventos dieron a estas mujeres una vida pública , es decir, las actividades y Tíber - ius Scmpronius Cracchus , otro descendiente de un clan noble que
influencia más allá de sus hogares. Punbermorc , muchos de Ré CUHS roles había servido como cónsul en 177 y 163 . Cornelia fue testigo de los tumul-
definidos femeninas y normas establecidas de comportamiento , a menudo tuosos acontecimientos de los midyears de la república con una perspectiva
unen el culto o su deidad a los fundamentos míticos de Roma - de esta mane- interna a través de sus relaciones con los hombres principales . Casi al final
ra , la religión apoyó el Estado y sirvió a sus objetivos políticos y militares. Los de sus días , vive retirado en la costa sur de Italia , : . Continuó agasajar a los
hombres dominan la vida religiosa. que se superponen la esfera política ( para visitantes con sus recuerdos de su padre » la vida, por lo que" muy apreciados
los romanos . lo sagrado y lo secular eran prácticamente indistinguibles ) . Al- fueron los recuerdos de su heroica fe : . U, entre los miembros . del conjunto
gunos cultos excluye a las mujeres , aunque había mujeres sacerdotes de los de intelectuales que frecuentaba su establecimiento , su esposo también
cultos estatales. Participación de la mujer enferma el menú asombrosamente asumió las dimensiones de una figura monumcnral : . Tibcnus Sempronio
rica y variada de los cultos que constituían la religión romana era de ninguna Craccbus a pesar de su hoja de vida política, fue respetado mort ' por sus vir-
manera marginal. De hecho . muchos cultos reconocieron que las esposas y tudes que por sus honores.!
madres fueron fundamentales para el bienestar de Roma. Debe tenerse en Cornelia refleja la gloria de su esposo y padre. ln acuerdo con las prácticas de
cuenta . sin embargo, que la mayor parte de los deberes y obligaciones de las élite. su matrimonio fue arreglado para formar una alianza entre dos líneas
mujeres se encontraban en la esfera privada o doméstica (aunque los límites illusrrious . Sempromus Graco ( . Ca nacido 215 ) también fue mayor que su
entre público y privado eran borrosas ) .! esposa , como era típico , pero la leyenda dice que él trajo a su propia
Comenzamos con las mujeres que figuraron mal el curso de la historia , que muerte : siguiendo un presagio que le obligaba a sacrificar su propia vida . se
presenciaron o participaron (aunque sólo sea en el apoyo de : roles domésti- aseguró de que su esposa iba a vivir ( Cicerón , De dillillQlieJlI ( ' 1,36 ) Para
cos aunque algunos rompieron por el estereotipo ) en los eventos más impor- este último sacrificio , Serupronius mereció los más altos honores como un
tantes de la república y el imperio. Las fuentes antiguas registran sus nombres
ejemplo de la piedad Sus acciones no fueron en vano , ya que Plutarco nos rnay haber diferido en grado. si no es en especie, a partir de [ el sombrero de
informa sobre la vida posterior de Cornelia . . :! otras matronas de élite en la república.!
Tomó sobre sí la carga de sus hijos y de la gestión de ofhcr parrimony y de-
mostró ser tan sabio, tan lleno de amor maternal y tan noble de carácter que
!
Por último un extraordinario honor fue concedido Cornelia : una estatua de
parece Tiberio ha cometido ningún error cuando eligió morir en lugar de tal bronce fue erigida en el pórtico público en Roma en c: 100 nca o . tal vez , un
mujer. ( Plutarch. Tiberio Gracia / ws 1.6 . Trans. AH Clough )! poco más tarde . lnscribed . " Cornelia , hija de el Africano , la madre de la
Hay ARC aspectos de su vida , que coinciden con las de las mujeres de me- Cracchi , ' los arrestos estatua a su fama , encontrarla standillg : es una figura
nos ilustres linajes : la más temprana viudez que la dejó rai ~ c sus doce hijos. pública Sólo unas pocas mujeres excepcionales en la República irrumpieron
aunque sólo tres sobrevivieron a la edad adulta . Su riqueza proporciona algo en el prestigioso campo de reconocimiento demuestra el grallting de . u esta-
de alivio de esta lamentable situación , aunque algunas fuentes sugieren que tua pública (seg Capítulo 1 ) . Till estatua de Cornelia representa la matrona
la fortuna farmly puede haber Heen en declive. En una conocida anécdota . en una pose sentada , también característico de las diosas representados
Cornelia, después de haber sido demostrado galas todo de matrona ostentosa sentados o entronizado con una nir de la dignidad majestuosa . la estatua se
, respondió que sus hijos eran hef ) elll (' ls ( Valerio Máximo . 4.4.1 ) . Ciencia conserva sólo a través de una copia posterior representación de la madre
en el marco de las leyes suntuarias del siglo II Br.E. (seg Capítulo I) en la que ofthc cmperor Constantino en el Bajo Imperio ; . obviamente , este tipo sigue
la riqueza de las mujeres y su pantalla estaban en juego , rhis anécdota define siendo popular para la commemomnon de buenas mujeres a través de los
Cornelia como una matrona tradicional , es decir, el UMVIM . casado una sola siglos digno de honor , Cornelia sirvió como Il10dc1 para macrons (sobre todo
vez y dedicado a su familia , en lugar de uno que prefiere ir sobre la ciudad en tiempos de Augusto , cuyo programa de reforma moral hecho uso de Cor-
todo decorado y montado en un carruaje brillante o llamativo .! nelia de el estatus de leyenda ; . . seg más tarde ) , y su chamcrcrization como
Cornelia se distinguió en la crianza y educación de sus hijos por encima de la viuda casta y devota mothcr ccmplcmcurcd su PI'TSOII11 cultivada LND
todo . Eligió los tutores de sus hijos, Tiberio y Cayo , que aunque eran sin inclinaciones intelectuales Aunque la modestia femenina y los intereses enra-
disputa en dones naturales y las disposiciones de la primera entre los roma- recidos puede parecer que no desaprovechó , que al parecer residían cómo-
nos de la época, sin embargo, parecen cd deberle sus virtudes cada vez más damente dentro del complejo carácter de Cornelia . una mujer que también
a su educación de su nacimiento " ( . Plutarco Tiberio Cwdms 7 , tr , . . I) ES atrajo a : . 11 ) se tienen con el matrimonio ( i'ClIll rey Tolomeo de Egipto des-
AH Clough ) La calidad de la educación del rhe Gracos y su profundo conoci- pués de que ella había enviudado Naturalmente, ella lo rechazó.!
miento del griego ' fue attrrburcd al cuidado de su madre y la diligencia enfer-
mos buscando los mejores estudiosos , sin embargo , la propia educación
cosmopolita de Cornelia alnong aprendió hombres y intellccruals deben haber
preparado su para este III este aspecto se parece a las mujeres de la élite de
los más altos rangos que supervisado directamente la educación de sus
hijos. . (y gestionan los hogares de la magnitud y complejidad de las pequeñas
empresas ; set ' Capítulo 3 ) .!
Sin embargo , Cornelia prueba nuestros conceptos de la matrona rradirional
de varias maneras: era una mujer aprendido . fluidez en griego y competente
en la retórica , materias del currículo que se enseña a los jóvenes de élite ,
pero no sus esposas potenciales. Después de leer algunas cartas of'Coruclias
, Cicero comentó " que entendía esto que se dijo que sus hijos se habían cria-
do en la elocuencia en lugar de enfermos vientre de su madre . " ( Cicerón ,
Bruto 211 , trad. G. L. Hendrickson ) . Por otra parte , los fragmentos de Le-
ners que Cornelia haya wrinen revelan refinamiento y sofisticación en las artes
persuasivas - incluso si forjaron como muchos creen. las letras indican la im-
portancia de la cultura literaria y la alta estima que la trajo . Por otra parte .
objeto de una carta sospechosa. su hijo reformas agrarias Gayo ' , sugiere un
interés en la política ( admittedly. la naturaleza de la evidencia invita precau-
ción) . Eso Gayo se refiere a ella en sus discursos ( existentes en fragmentos)
también refleja su reconocido prestigio y respeto. Función pública de Cornelia,
otorgado a ella a través de sus dos líneas de sangre y sus cualidades innatas

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