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LICEO CLASSICO E MUSICALE STATALE

“A. MARIOTTI”
PERUGIA
A.S. 2017/2018

CLASSE IV M

DISCIPLINA: ITALIANO

COMPITI PER L’ESTATE

Lettura dei seguenti romanzi è obbligatoria:

Il romanzo del primo Novecento e la figura dell’inetto:


- L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal
- A. Moravia, Gli indifferenti

Il romanzo del secondo Novecento:


- I. Calvino, Il barone rampante

Il tema della guerra:


- B. Fenoglio, Una questione privata
- C. Pavese, La casa in collina
- I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno

All’inizio dell’anno scolastico 2018/2019 gli alunni, divisi in gruppi dall’insegnante, faranno una
relazione sui libri letti. In questo modo, a partire dalle tematiche proposte, sarà avviato lo studio della
letteratura del Novecento, che sarà portato avanti parallelamente allo svolgimento del programma
della letteratura dell’Ottocento. Le prime verifiche sia scritte che orali verteranno su questi romanzi.
Il consiglio quindi è di prendere degli appunti sulla trama e sottolineare le parti importanti del testo,
per riuscire poi, in tempi brevi, a riprendere la trama e i personaggi principali dei romanzi. Nella
relazione della trama sarà chiesta la lettura e la spiegazione di alcuni passi significativi dei testi (ad
esempio quando nel testo viene descritto il protagonista o viene narrato un evento importante per lo
svolgimento della storia ecc.).

Consiglio anche altre letture che sono facoltative; sono testi che fanno parte del programma di
letteratura del quinto anno. Durante l’anno non ci sarà tempo di leggere tutto in classe, per cui sarebbe
meglio anticipare qualcosa durante l’estate.
A. Manzoni, I promessi sposi: gli ultimi cinque capitoli (capitoli 34-38)
B. Verga, dalla raccolta di novelle “Vita dei campi”: Fantasticheria, Rosso Malpelo
C. Pirandello, dalle novelle: Il treno ha fischiato, La carriola
D. Pirandello, Sei personaggi in cerca di autore (vedremo lo spettacolo a teatro)
E. Svevo, La coscienza di Zeno: il capitolo “Il fumo”

Ultimo consiglio: leggete i quotidiani!


Chi vuole esercitarsi nella scrittura può svolgere le seguenti tracce:
TRACCIA N. 1
SAGGIO BREVE
Sviluppa l’argomento in forma di "saggio breve", utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni
opportuni, i documenti e i dati forniti. Argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente con la tua trattazione
e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Non superare le cinque colonne di metà foglio protocollo.

ARGOMENTO: i giovani e la musica.

DOCUMENTI:
1: “La musica salverà il mondo. Come la bellezza, e non solo per una ragione estetica o esistenziale,
ma per una sua misteriosa virtù terapeutica. La musica cura la mente ferita perché parla un linguaggio
originario che precede i nessi logici e i processi cerebrali, muove corde originarie”. Articolo tratto
dal Giornale, a cura di Marcello Veneziani
2: “Che mezzo usano per ascoltare musica i 13-35enni italiani? Al primo posto c’e? Youtube (usato
sempre o spesso dal 75,5% dei giovani) seguito a stretto giro dalla radio che gode di ottima salute
(72,7%), anche se l’ascolto diminuisce al decrescere dell’età: l’ascolta ben l‘82,3% dei 30-35enni
contro il 59% dei 13-19enni. Medaglia di bronzo per i file archiviati sul computer (71,5%). Sotto al
podio, più staccati, i CD (52,7%) e i “servizi dedicati” come Deezer & Spotify (44,3%), che non sono
ancora mainstream. I CD parlano al femminile (57,3% vs. 47,8% dei maschi) e ai 30-35enni: il 64,6 %
di loro ascolta musica tramite CD contro solo il 35,1% dei 13-19enni. Da segnalare il ritorno del
vinile che è usato dal 10,6% dei giovani italiani con un picco del 14,7% non tra i 30-35enni bensì tra
i 20-24enni”.
“Che rapporto hanno i giovani con la musica? Una ricerca e un quadrato semiotico”, di Daniele
Dodaro
3: "Il linguaggio universale che attraversa le culture giovanili da una parte all’altra del pianeta è la
musica: un sogno a tutto volume che esalta le emozioni, amplifica i desideri, dilata le fantasie. Nelle
sue infinite variazioni la musica fa da sfondo all’adolescenza, segnando di generazione in generazione
un’età, un’epoca, un modo di vivere, di soffrire e di amare. Chi non ha mai provato uno struggente
senso di nostalgia nel riascoltare per caso un ritmo, una voce, una canzone che rievoca il tempo della
giovinezza? Ma oggi la musica non è più circoscritta a momenti particolari: dilaga sempre e ovunque.
I ragazzi vivono immersi in un mare di suoni che scandiscono la loro vita come un leitmotiv
permanente. Ascoltando musica da soli, in coppia, in gruppo o in centomila. Nella loro stanza, per
strada, nel metro. Ai concerti, in discoteca, in birreria.”
“L’età incerta”, di Silvia Vegetti Finzi, Oscar Mondadori
TRACCIA N. 2
Argomento: I giovani e la politica.
DOCUMENTI
1. Davide (22 anni): “ La politica? Vorrei capirci qualcosa. L’ho sempre considerata qualcosa di
sporco, da evitare. Mi bastava l’impegno in parrocchia. Poi mi sono chiesto: è possibile sempre
delegare agli altri le decisioni che contano? Così mi sono iscritto ad un corso di formazione politica;
per capirci qualcosa”.
Giuseppe (16 anni): “Ma per carità! La politica non mi interessa proprio: non ci capisco niente. Roba
da grandi. E poi nessuno mi ha spiegato che significa. Tanto decidono tutto i soliti politici di mestiere
e qualunque partito sia votato, fanno sempre quello che vogliono”.
Anna (24 anni): “Non condivido il disfattismo che vedo attorno a me. Io sono convinta che stiamo
vivendo un’epoca di grandi cambiamenti, di grandi possibilità. Non possiamo lasciare che siano gli
altri a parlare per noi. Tutti siamo chiamati in prima linea”.
Andrea (18 anni): “Non sono neanche andato a votare perché non sapevo proprio a chi dare il mio
voto; so che alcuni miei amici hanno votato come era stato loro consigliato dai genitori o dagli amici
del gruppo, ma senza conoscere il programma politico o solo contro un partito”.
2. Loredana Sciolla (sociologa): “I giovani sono lontani dalla politica. Anche quando partecipano a
manifestazioni ecologiche o pacifiste non pensano di svolgere attività politica. La generazione
precedente, negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, allargava il concetto di politica investendo tutti i
campi dell’agire umano, che veniva giudicato politicamente: avevamo un’inflazione politica; oggi
abbiamo una deflazione”.
3. Eugenio Costa (studioso del mondo giovanile): “Stiamo uscendo da un’epoca relativamente
tranquilla in cui si era generata quasi un’atrofia mentale. L’attenzione di tutti si concentrava sulla
moda o sul costume. Adesso siamo entrati in un periodo di crisi e questo ha contribuito a risvegliare
interessi più profondi tra cui le questioni politiche. Ma ancora non c’è niente di preciso o di definito,
è solo una sensazione”.
4. Giovani e adulti: si somigliano molto, in Italia. Almeno, in rapporto alla politica e alle istituzioni.
Lo stesso distacco. Anzi, per la precisione, è la generazione dei giovani a segnare il percorso. La
direzione. Gli adolescenti e i giovani-più-giovani (così definiamo quelli di età compresa fra 15 e 24
anni), ma anche i giovani-adulti (fra 25 e 34 anni), esprimono un livello di fiducia davvero basso,
anzi, minimo nei confronti dei principali attori e della più importante istituzione della "democrazia
rappresentativa". Cioè, i partiti: poco sopra al 4%. E il Parlamento: appena un po' di più.
(Utilizziamo, qui, i dati di numerose indagini condotte da Demos e LaPolis-Università di Urbino).
Ma la sfiducia si estende anche allo Stato. In misura maggiore rispetto alla popolazione
nell'insieme. Un disincanto acuto, che si è accentuato negli ultimi anni. Dopo il 2006, quando,
perlomeno, dimostravano maggiore confidenza verso gli attori e le istituzioni rappresentative
rispetto agli adulti. Oggi non più. (...)
Oltre la metà di essi (e il 55% tra i giovani-adulti) ritiene che la democrazia non abbia bisogno dei
partiti, per funzionare bene. Anzi, visto il distacco espresso nei loro confronti, è, semmai, vero il
contrario. Cioè: pensa che i partiti siano un ostacolo alla democrazia vera. Anche in questo caso: si
tratta di opinioni diffuse nella popolazione. Ma fra i giovani, in misura del tutto particolare. Così si
spiega l'incertezza che li ha accompagnati, nella recente stagione elettorale. (...)
A "differenza" degli adulti tuttavia, i giovani non appaiono rassegnati. Né semplicemente frustrati. Il
distacco non si traduce in antipolitica. Al contrario, al malessere politico rispondono con un alto grado
di partecipazione. Politica. E in tutti gli ambiti, in tutte le direzioni. Mostrano, infatti, livelli massimi
di impegno sui problemi del quartiere e della città, del territorio e dell'ambiente. Sono i più presenti
nelle manifestazioni pubbliche di protesta. Lo specifico generazionale, però, emerge con grande
evidenza nella mobilitazione sulla Rete. Attraverso i Social Network. Dove rivelano livelli di
coinvolgimento e "comunicAzione" più che doppi rispetto alla media della popolazione. Nell'insieme,
oltre il 40% dei giovani - più o meno giovani, più o meno adulti - dichiara di aver partecipato,
attivamente, a iniziative politiche, sociali, solidali, ambientali nell'ultimo anno.
Dall’articolo “Giovani e politica. Una generazione altrove”
in http://www.repubblica.it/rubriche/bussole

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