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Cap 2
I primi amici
“Vieni e seguimi”. Furono quelle le prime parole che Gesù rivolse
personalmente ai 4 pescatori presso il mare di Galilea? Che lo
fossero o no, furono comunque le parole che indussero quegli
uomini a prendere la decisione di lasciare tutto e di seguirlo. Forse
parlò con amore e autorità tali che essi capirono di non poter
dirgli di no. Di certo Egli non descrisse il lavoro che avrebbe
dovuto fare e non fece promesse se non quella che li avrebbe fatti
pescatori di uomini e solo Lui sapeva che cosa volesse dire con
questo! I mesi successivi dovettero essere per loro meravigliosi ed
emozionanti. Nessuno aveva mai parlato come quell’uomo o
aveva insegnato con altrettanta autorità. E a questo si
aggiungevano tutte le guarigioni e i miracoli. Avranno pensato di
essere stati trasportati all’improvviso in un’altra dimensione con
lo spirito. Gesù aveva rapporti con molte persone. Con le folle, con
le migliaia di persone che si radunavano per sentirlo predicare e
insegnare e che volevano vedere i miracoli che Egli compiva,
aveva un certo tipo di rapporto. Aveva poi una vasta cerchia di
seguaci o discepoli. Di costoro noi non sappiamo molto: i 70 che
inviò, i 500 ai quali apparve nel Suo corpo risorto. Ma Gesù aveva
anche un certo numero di rapporti più stretti. Aveva una relazione
speciale con i 12 discepoli, compreso Giuda che poi lo avrebbe
tradito. All’interno della sua cerchia di amici più intimi, tre ebbero
con Lui una relazione particolarmente stretta: Pietro, Giovanni e
Giacomo. Gesù rese chiaro ai suoi discepoli che essi erano speciali
per Lui. Si ritagliava del tempo per stare da solo con loro, anche se
le folle facevano di tutto per richiamare la sua attenzione.
Spiegava loro cose che le folle non riuscivano a capire. Comunque,
Gesù aveva altri amici intimi oltre i 12 discepoli. A Betania c’era la
famiglia di Maria, Marta e Lazzaro che egli risuscitò dai morti. A
Maria Maddalena fu dato il privilegio di essere la prima a vederlo
dopo la sua resurrezione. C’era poi il gruppo di donne che lo
seguiva nei suoi spostamenti per provvedere alle sue necessità.
Poco ci viene detto di loro o della relazione che avevano con lui,
ma erano con lui come sue amiche. E, naturalmente, c’era sua
madre. L’amore e la cura che aveva per lei furono evidenti
quando, sulla croce, la affidò alle cure di Giovanni che da quel
momento la prese in casa sua. Gesù considerava i Suoi amici
parte della sua famiglia. In una occasione sua madre e i suoi
fratelli andarono a cercarlo, ma non riuscirono ad avvicinarlo a
causa della folla che lo stava ascoltando. Cosi fecero arrivare a
Gesù un messaggio: “Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che
cercano di parlarti”. A questo Gesù rispose: “Chi è mia madre, e
chi sono i miei fratelli? E, stendendo la mano verso i suoi
discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque
avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e
sorella e madre” (Matte 12:47-50).
Questa è un’idea della famiglia veramente nuova e rivoluzionaria!
I suoi discepoli sono parte della sua famiglia perché fanno la
volontà del Padre Suo! Eppure di certo essi non riuscirono a essere
sempre obbedienti. Spesso vennero meno a quanto loro richiesto
da Gesù anche se con il cuore desideravano compiacerlo e
cercavano di vivere per adempiere il compito che Dio aveva loro
assegnato. Gesù non li condannò per i loro fallimenti; fu
infinitamente paziente con loro. Il Signore è infinitamente
paziente anche con noi.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei paziente con me e
non mi condanni per i miei fallimenti.
Cap 3
Ricco di amore
Salmo 145:8 “Il Signore è pieno di grazia e di compassione,
lento all’ira e ricco di amore”
Se Dio avesse dovuto trattare l’uomo come si meritava, lo
avrebbe cancellato dalla faccia della terra dopo averlo
sottoposto a giudizio. Poiché il peccato è cosi
profondamente offensivo verso Dio, che è santo, puro e
incontaminato, che ci rende solo degni di condanna, morte
e separazione eterna da lui. Prima che noi potessimo essere
accettati da lui qualcuno doveva sopportare per noi la
condanna e la morte che noi meritiamo, qualcuno che fosse
in tutto simile a noi ma che non conoscesse peccato! Dio
non poteva affermare che il peccato non aveva importanza
perché esso aveva creato una grande barriera fra Dio e il
Suo popolo. Tale barriera poteva essere rimossa soltanto
con l’offerta di una vita perfetta per l’imperfetta: una vita
senza peccato offerta a Dio a vantaggio dei peccatori,
l’offerta di un giusto per gli ingiusti. Il peccato aveva
privato i peccatori della gloria per la quale Dio li aveva
creati. Nessuno poteva esibire le sue buone opere davanti
al trono del giudizio e aspettarsi di entrare in cielo
contando su quello che aveva fatto. Non esisteva persona
in alcuna parte del mondo che meritasse di avere un
rapporto con Dio, o di essere parte del Suo paradiso.
Nessun altro se non Gesù poteva presentare a Dio
un’offerta senza peccato. Nessuno sarebbe potuto andare
a Lui con i suoi sforzi o la sua bontà. Nessuno avrebbe
potuto aspettarsi qualcosa da lui come premio per quanto
fatto. E cosi Dio stesso provvide al sacrificio. Mandò Suo
Figlio, Gesù, che fece quel che nessun altro uomo aveva
mai fatto e mai avrebbe potuto fare: visse la vita perfetta,
senza peccato. Visse nell’amore perfetto, in perfetta
obbedienza al Padre. Rese visibile l’amore di suo Padre,
non solo attraverso le cose che insegnò, ma attraverso sé
stesso come persona e attraverso le cose che fece. Gesù
aveva un unico scopo: fare la volontà di suo Padre. Viveva
in una relazione di amore cosi stretta con suo Padre che
poteva dire: “Io e il Padre siamo uno”. E inoltre: “Chi ha
visto me, ha visto il Padre”.
Colossesi 1:15 e19-20 =” Egli è l’immagine del Dio
invisibile, il primogenito di ogni creatura…. Poiché al Padre
piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo
fatto la pace mediante il sangue della sua croce”.
L’opera di riconciliazione fra l’uomo e Dio che ristabilisse
l’uomo nell’unità con lui in un rapporto di amore vero,
poteva essere portata a termine solo da Dio. Egli doveva
offrire il sacrificio senza macchia che ci avrebbe permesso
di essere perdonati e riconciliati con Dio.
“Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”
(Giovanni 1:29).
Gesù condivise la nostra fragilità umana e la nostra
debolezza, fu sottoposto a ogni tentazione di cui abbiamo
esperienza, eppure rimase senza peccato, fedele e
obbediente al Padre. Non sarebbe potuto essere un
sacrificio perfetto a nostro vantaggio se non fosse stato in
tutto simile a noi, ma senza peccato! Poiché nell’amore per
suo Padre Egli visse una vita di perfetta obbedienza e
sottomissione, potè prendere su di sé tutti i peccati
derivanti dalla nostra disobbedienza e dalla nostra
ribellione contro la sua autorità.
Isaia 53:5= “ Egli è stato trafitto a causa delle nostre
trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il
castigò, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie
alle sue ferite noi siamo stati guariti”.
Noi meritiamo il giudizio. Ma Gesù non è venuto a
giudicare e condannare, ma a salvare e guarire!
Gesù non è venuto a darci quello che meritavamo, ma a
rivelarci la natura del meraviglioso amore di Dio per noi.
Non dobbiamo mai mettere in dubbio quell’amore. Egli ha
già dimostrato la pienezza del suo amore mandando Gesù
a morire per noi. Egli prese su di Sé tutti i nostri peccati, le
nostre colpe, la nostra vergogna. Egli sopportò per noi la
punizione che noi meritiamo rendendoci cosi liberi.
Ha mostrato la sua meravigliosa misericordia
perdonandoci tutti i peccati, pulendoci completamente e
rendendoci accettevoli a lui per mezzo di Gesù. Non ci
saremmo mai potuti rendere accettevoli, ma la nostra fede
in Gesù ci libera dalla condanna che meritavamo.
Giovanni 3:16-17= “ Perché Dio ha tanto amato il mondo,
che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque
crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. Infatti Dio
non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Poiché credi in Gesù Cristo, non solo Dio ti perdona, ma ti
dà anche la vita eterna, la sua vita. Sei stato riconciliato
con Dio e puoi cosi conoscere la meraviglia della sua grazia
che ti ha donato tutte le benedizioni del suo Regno.
Sei stato reso uno con Cristo, che è uno con il Padre. Ora
puoi vivere nell’amore di Gesù. E il suo amore può vivere in
te. Poiché Dio, lo Spirito Santo, visse in Gesù durante il
periodo che trascorse come uomo e viene a vivere nel
corpo di ogni cristiano nato di nuovo.
“ La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo,
Gesù Cristo” (1 Giovanni 1:3).
La comunione è la condivisione della vita. Come cristiano
puoi condividere la vita del Padre e del Figlio, Tutte le sue
benedizioni celesti diventano tue e tu puoi vivere come
suo amico! Gesù ti ha salvato dal peccato, dalla colpa e
dalla vergogna. Ti ha salvato dalla punizione che meritavi.
Ti ha salvato dalla stretta del diavolo e dalla condanna
eterna nell’inferno. Ti ha salvato per lui. Ti ha salvato per
uno scopo, perché tu possa portare a termine un piano che
Egli ha per la tua vita. Ti ha salvato perché tu viva in
comunione con lui ora come suo amico. Ti ha salvato per
una vita eterna con lui in paradiso.
Preghiera: Signore Gesù. grazie di avermi amato tanto da
essere venuto a morire per me.
Capitolo 4
Figli di Dio
Capitolo 5
IL Padre e il Figlio
Gesù vuole che i suoi amici abbiano con Lui la relazione che
Egli aveva con il Padre mentre era sulla terra, Il suo
rapporto con il Padre era la chiave del suo ministero. Solo
se comprendiamo la Sua relazione con il Padre potremo
comprendere che tipo di relazione Egli vuole che abbiamo
con Lui e anche come la sua vita possa esprimersi più
prontamente nella nostra vita. Gesù affermò
ripetutamente che non era diventato uomo per sua
decisine; Egli fu inviato dal padre per varie ragioni, ognuna
delle quali era importante nel piano di Dio per la salvezza.
Gesù fu mandato a salvare il mondo.
Giovanni 3:17 “Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel
mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia
salvato per mezzo di Lui”.
Come abbiamo visto, Gesù venne come Salvatore del
mondo. Egli è l’unico mezzo per il quale l’uomo può essere
reso accettevole a Dio e ricevere la ricca eredità data a
coloro che appartengono al Regno di Dio. Queste verità
debbono diventare personali per te. Per amore diede la sua
vita in sacrificio al Padre perché tu potessi essere
perdonato di tutte le tue carenze nell’amore per Lui e per
gli altri e perché ti fosse possibile vivere nell’amore e
nell’obbedienza ora. Come Suo amico il Padre ora ti vede
pulito, giustificato e pienamente accettevole a Lui. Non
avresti mai potuto ottenere questo con i tuoi sforzi
personali o con la tua bontà; è il frutto del suo grande
amore per te. Devi solo riporre la tua fede in ciò che Egli ha
fatto per te. Allora tutto ciò che è Suo diventa tuo!. La sua
vita diventa la tua vita. Egli ti dà pienezza di vita, vita
eterna, la vita stessa di Dio! Che amico prezioso! La
potenza del suo sangue ha lavato tutti i tuoi peccati
passati. Ora puoi guardare al futuro con il desiderio di
compiacerlo e di rispondere al suo amore nel modo che Egli
desidera. Noi amiamo perché Lui ci ha amato per primo e
ha dimostrato quell’amore morendo per noi! Gesù ha
spezzato il potere e la stretta del peccato sulla tua vita. Ora
puoi vivere in Lui, appartenere a Lui, avere una relazione di
amicizia con Lui. La sua vita è la tua vita; e la tua vita è la
sua per onorare Lui e dargli gloria!
Preghiera : Signore Gesù, grazie perché mi hai reso
accettevole a Dio e mi hai dato la tua vita.
Capitolo 6
Mandati a dire le parole di Dio
Giovanni 3:34 “ Perché colui che Dio ha mandato dice le
parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura”
Giovanni 12:49-50 “ Perché io non ho parlato di mio; ma il
Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che
devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico,
le dico cosi come il Padre le ha dette a me”.
Gesù era la Parola per mezzo della quale Dio creò. Quella
Parola fu fatta carne e venne a vivere fra gli uomini. Poiché
era la Parola di Dio Egli disse le parole di Dio. Quando
udiamo il Figlio, udiamo il Padre che parla per mezzo del
Figlio! Anche se Gesù è la Parola di Dio, non potè scegliere
di dire quello che voleva. Poiché era venuto per fare la
volontà di Suo Padre, Egli doveva dire le parole che suo
Padre gli dava da dire. Non è sorprendente, perciò, che
quando Gesù parlava accadessero miracoli: i malati
venivano guariti, gli oppressi venivano liberati, i morti
risuscitavano, la tempesta veniva sedata all’istante. Tutte
le potenze e le risorse del cielo sostenevano le Sue Parole;
la potenza sovrannaturale del Regno di Dio si sprigionava
quando Egli parlava. L’apostolo Paolo ci dice che con lo
stesso spirito di fede noi crediamo e perciò parliamo ( 2
Corinzi 4:13). Il Signore si aspettava che i malati guarissero,
quando si rivolgeva ai loro bisogni. Poiché sei un amico di
Gesù, il Signore vuole che tu parli perché si compia il piano
che Egli ha per la tua vita. Vuole vedere in te quella fede
che si aspetta che le cose accadano quando parli nel Suo
nome. Gesù incoraggia i suoi discepoli a imitarlo e a
parlare con fede e autorità. Egli diede loro autorità su tutte
le potenze del maligno. Dovevano parlare alle
“montagne”, problemi e necessità della loro vita, e
comandare loro di spostarsi. E potevano pregare nel nome
di Gesù aspettandosi di ricevere qualunque cosa
chiedessero! Lo stesso vale per gli amici di Gesù di oggi. Lo
Spirito ci darà le parole da dire con autorità e potenza. E
tutto il cielo è pronto per agire in risposta alla nostra
fede. Con lo stesso spirito di fede noi crediamo e perciò
parliamo! Ovviamente, se non obbedisci a quello che Dio ti
dice di fare, non devi sorprenderti se le “montagne” non si
muovono! Quando parli con lo spirito di fede, tu credi nel
tuo cuore e non dubiti che i problemi saranno rimossi! Può
Dio rendere operante una tal fede in te? Puoi parlare con
autorità e potenza tali? Certamente si! Continua a leggere
la Sua Parola.
Preghiera Signore Gesù, scelgo di vivere per la fede in te.
Capitolo 7
Mandati a compiere le opere di Dio
Giovanni 5:19 “ In verità, in verità vi dico che il Figlio non
può da sé stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare al
Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa
ugualmente”.
Capitolo 8
Mandati a dare la vita
Giovanni 5:21 “Infatti, come il Padre risuscita i morti e li
vivifica, cosi anche il Figlio vivifica chi vuole”.
Giovanni10:10 “ Son venuto perché abbiano la vita e
l’abbiano in abbondanza”
Capitolo 9
Capitolo 10
Mandati a rivelare il Padre
Giovanni 7:28 “ Non son venuto da me, ma colui che mi
ha mandato è veritiero”
Giovanni 7:29 “ Io lo conosco, perché vengo da lui, ed è lui
che mi ha mandato”
Capitolo 11
Mandati per il giudizio
Giovanni 9:39 “ IO sono venuto in questo mondo per fare
un giudizio, affinchè quelli che non vedono vedano, e
quelli che vedono diventino ciechi”
Capitolo 12
Mandati a vivere una vita di dipendenza
dal Padre.
Giovanni 5:30 “Io non posso fare nulla da me stesso”
Giovanni 14:31 “Amo il Padre e opero come il Padre mi ha
ordinato”.
E’ sorprendente che il Figlio di Dio confessasse che non
poteva far nella da Sé stesso! Per Gesù era impensabile
poter fare qualcosa indipendentemente da Suo Padre.
Questo sarebbe stato un peccato da parte sua. Era stato
inviato per vivere in obbedienza e, quindi, essere
dipendente da Suo Padre, non indipendente! Gesù, quindi,
visse di fede. Egli è l’Autore e il Perfezionatore della nostra
fede perché Egli stesso visse di fede. Vivere in dipendenza
completa dal Padre è l’essenza di una vita di fede! Come la
fede era il modo di vivere di Gesù, cosi deve essere per
noi! Per la fede in Lui riceviamo la vita eterna. Coloro che si
avvicinavano a Lui in fede venivano guariti. Egli insegnò ai
discepoli a pregare con fede, dicendo loro che avrebbero
ricevuto qualsiasi cosa avessero chiesto in preghiera se
avessero creduto. Se avessero parlato alle “montagne” con
fede, i loro problemi sarebbero stati risolti. Ogni cosa
sarebbe diventata possibile per loro se avessero creduto.
Avrebbero imposto le mani agli ammalati ed essi sarebbero
guariti. Avrebbero cacciato i demoni e anche risuscitato i
morti! Gesù era amareggiato quando i Suoi discepoli non
agivano con fede. Diceva loro che erano lenti a credere.
Chiamava i Suoi discepoli “generazione incredula e
perversa”. Li rimproverava perché non credevano che
sarebbe risorto dai morti. Pietro cominciò a camminare
sull’acqua, ma poi la sua fede vacillò e cominciò ad
affondare. Quando gridò a Gesù di salvarlo, Egli lo fece, ma
chiese: “Perché hai dubitato, uomo di poca fede?” Nella
Bibbia leggiamo che senza fede è impossibile piacere a Dio
e tutto quello che non viene dalla fede è peccato! Il solo
modo per portare a compimento i piani di Dio è mediante
la fede in Lui. Ecco perché Paolo dice che la sola cosa che
importa è la fede che si manifesta nell’amore. E questo è
esattamente quando accadde durante il ministero de Gesù.
Questo è il modo in cui Egli visse: con una fede che si
manifestò nell’amore! La vita di fede è una vita di
obbedienza. La fede non significa cercare di far fare a Dio
quello che vogliamo noi; significa vivere in obbedienza alla
Sua Parola, credendo alle sue promesse. Quando siamo
sensibili alle iniziative di Dio, riusciamo sempre. Quando gli
togliamo l’iniziativa, cominciamo ad agire per presunzione
e non per fede. Quando facciamo quello che Egli ci dice di
fare, Egli fa quello che promette di fare. Come amico di
Gesù, sei chiamato a una vita di fede, a vivere in
dipendenza dal Padre, sapendo che non verrà mai meno!
Preghiera: Signore Gesù, scelgo di dipendere da te, non
da me stesso.
Capitolo 13
Mandati a dare la Sua vita
Giovanni 10:17-18 “ Per questo mi ama il Padre; perché io
depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la
toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e
ho il potere di riprenderla. Questo ordine ho ricevuto dal
Padre mio”
Capitolo 14
Mandati per glorificare il Padre
Giovanni 13:31-32 “ Ora il Figlio dell’uomo è glorificato in
lui. Se Dio è glorificato in lui, Dio lo glorificherà anche in
sé stesso e lo glorificherà presto”
Capitolo 15
Mandati con autorità
Giovanni 17:2 “ Giacchè gli hai dato autorità su ogni
carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli
hai dati”
Gesù agiva sempre con autorità, lo riconoscevano anche i
suoi oppositori. Nessuno insegnava con tale autorità o
esercitava un potere simile sui demoni, sulla malattia e
perfino sulla morte. Il centurione romano fu lodato da
Gesù per la sua fede, perché si era reso conto dell’autorità
che stava dietro la potenza che Gesù dimostrava. Si
rendeva anche conto che il segreto dell’autorità sta nel
sottomettersi all’autorità preposta. Da buon soldato, il
centurione doveva essere sottomesso agli ufficiali superiori
a lui se voleva poter esercitare autorità su quelli che erano
a lui sottoposti. Lo stesso principio valeva anche per Gesù.
Poiché era obbediente e sottomesso a suo Padre, Gesù
poteva esercitare l’autorità del Padre in tutti i modi
palesati nel Suo ministero. Gesù non avrebbe permesso
che qualcosa disturbasse la sua relazione di perfetta unità
con il Padre. Senza la perfetta sottomissione alla autorità
del Padre non ci sarebbe stata salvezza. Il destino eterno di
milioni di persone era in gioco e fu assicurato dalla
obbedienza di un solo Uomo! Per mezzo della sua
sottomissione all’autorità del Padre, Gesù potè esercitare
l’autorità di dare vita eterna a tutti coloro che gli erano
stati dati dal Padre perché fossero suoi amici! Il Padre gli
affida certe persone perché Gesù possa dar loro vita
eterna. Egli presenterà di nuovo le stesse persone al Padre
perfette e senza macchia. Poiché tu gli appartieni, sei una
di quelle persone! Gesù ti ha dato quella vita e ora puoi
viverla dipendendo da Lui. Mentre farai ciò potrai
esercitare l’autorità spirituale che Egli ti ha dato! Nessuno
può impedirti di essergli obbediente! Dipende da te
scegliere di sottometterti alla Sua autorità, di fare la sua
volontà e di adempiere i suoi scopi per la tua vita. Più
completa sarà la tua sottomissione a Lui, più sarai in grado
di esercitare la sua autorità.
Preghiera: Signore Gesù, grazie per l’autorità spirituale
che mi hai dato.
Capitolo 16
Gli amici sono in Cristo
Se credi in Gesù, sappi che Egli ti ha chiamato a essere suo
discepolo, a seguirlo e a essere suo amico. Tu sei un
credente, un seguace, un discepolo, un amico di Gesù
chiamato a essere uno con lui! Gesù disse ai discepoli:
“Dimorate in me e io dimorerò in voi”.
Puoi dimorare solo dove sei stato messo da Dio il Padre: in
Cristo Gesù. Come tu continui a vivere in Lui, cosi lui
continuerà a vivere in te. Come puoi vivere in Lui? Come
puoi conoscerlo meglio e sperimentare la potenza del suo
amore nella tua vita? Come può Egli operare nel tuo cuore
in modo che tu possa unirti agli altri credenti con un
legame d’amore più profondo di quello che hai conosciuto
in passato?
Giovanni 6:35 “ Io sono il pane della vita; chi viene a me
non avrà più fame, e chi crede in me non avrà mai più
sete”
Giovanni 6:37 “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a
me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori”
Giovanni 6:44 “Nessuno può venire a me se non lo attira il
Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”
Giovanni 6:45” Ogni uomo che ha udito il Padre e ha
imparato da lui, viene a me”
Tu sei “andato a Gesù” quando gli hai dato la tua vita. Devi
continuare ad andare a Lui, a rivolgerti a lui, a guardare a
lui, a confidare in lui! Questo deve essere un processo
continuo. Il Padre voleva che tu fossi un amico di Gesù. Egli
ha scelto di metterti in Cristo. Proprio come Gesù visse “nel
Padre” e il Padre “in Lui”, cosi tu devi vivere in Cristo Gesù
ed Egli in te. Il Signore non vuole che tu ti veda
indipendente da Gesù, ma in lui, pronto a condividere la
sua vita. Poiché sei in Cristo, la sua vita è diventata la tua
vita. Tutto quello che è suo diventa la tua eredità. Dio ti
ha benedetto in Cristo con ogni benedizione spirituale nei
luoghi celesti!
Matteo 4:4 “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni
parola che proviene dalla bocca di Dio”
Capitolo 17
Gli amici pregano e agiscono nella fede
Capitolo 18
Gli amici seguono Gesù
Giovanni 10: 3-4 “ Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli
chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori.
Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a
loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce
Capitolo 19
Gli amici possiedono la vita di Dio
Capitolo 20
Gli amici ricevono lo Spirito Santo
Giovanni 7:38-39 “ Chi crede in me, come ha detto la
Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli
che avrebbero creduto in lui”
Capitolo 22
Gli amici sono amati
Giovanni 14:21 “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e
io lo amerò e mi manifesterò a lui”
Giovanni 15:9 “Come il Padre mi ha amato, cosi anch’io
ho amato voi; dimorate nel mio amore”
Capitolo 23
Gli amici ricevono un cuore nuovo.
Come l’amore di Gesù per te non è basato sui sentimenti o
sulle emozioni, cosi deve essere per il tuo amore: non deve
essere basato su sentimenti e emozioni. E’ chiaro, però, che
non puoi amare il Signore con tutta l’anima senza che le
tue emozioni vengano coinvolte. Ma il tuo amore per lui
risiede nel tuo spirito e non nella tua anima! Dio è Spirito. Il
suo amore per te nasce dallo Spirito, ma influenza anche
ogni parte della vita della tua anima (mente, emozioni e
volontà) e anche il tuo corpo. Gesù umiliò sé stesso, venne
volontariamente come servo di tutti, si diede
completamente alla gente. Lavò i piedi dei discepoli.
Perdonò i peccati della gente e andò a mangiare con i
peccatori e con gli ultimi. Andavano ad ascoltarlo in gran
numero perché si rendevano conto che, invece di giudicarli
come facevano i capi religiosi, Egli li amava. Nonostante la
loro mancanza di santità, essi non si sentivano schiacciati
dal santo, ma si sentivano attratti da lui a causa del suo
amore per loro. Amando le persone come Egli le amava,
Gesù dimostrava il suo amore per il Padre e l’amore del
Padre per le persone. Non fu per lui un peso dare la sua vita
per obbedire al comando di Suo Padre, perché egli stesso
aveva l’amore nel cuore. Egli voleva obbedire al Padre! Se
amiamo Gesù, sarà nostro desiderio obbedirgli e
manifestare il suo amore agli altri. Solo chi non ama non
vuole obbedire. Chi non ama non vuol sentir parlare di
obbedienza e i comandamenti di Dio gli appaiono gravosi.
Il Signore ti ha dato un cuore nuovo e ha messo il Suo
Spirito di amore dentro di te. Ora ha scritto la sua legge
non su una tavola di pietra o in un libro, ma nel tuo cuore.
Le promesse che Dio diede attraverso il profeta Ezechiele
sono state adempiute in Gesù: Ezechiele 36:25-27 “ Vi
aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di
tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un
cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo;
toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un
cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò
in modo che camminerete secondo le mie leggi, e
osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”
Capitolo 24
Gli amici hanno un cuore che è gradito al
Signore.
Capitolo 25
Gli amici hanno un cuore riconoscente e
gioioso.
Capitolo 26
Gli amici amano
Capitolo 27
Gli amici sono pazienti
1 Corinzi 13:4 “L’amore è paziente”
Capitolo 28
Gli amici sono benigni
1 Corinzi 13:4 “L’amore è benigno”
Capitolo 29
Gli amici non invidiano
“L’amore…….non invidia”
1 Corinzi 13:4
Capitolo 30
Gli amici non si vantano
“L’amore….. non si vanta”
1 Corinzi 13:4.
Capitolo 31
Gli amici non sono orgogliosi
“l’amore …. non è orgoglioso”
1 Corinzi 13:4
Capitolo 32
Gli amici non si comportano in modo
sconveniente e non cercano il loro
interesse.
“L’amore….. non si comporta in modo sconveniente e non
cerca il proprio interesse” ( 1 Corinzi 13:5)
Capitolo 34
Gli amici gioiscono con la verità
“ L’amore…. non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la
verità” ( 1 Corinzi 13:6)
Capitolo 35
Gli amici proteggono sempre
“ L’amore….. protegge sempre” ( 1 Corinzi 13:7)
Capitolo 37
Gli amici sanno che l’amore non verrà
mai meno.
“L’amore non verrà mai meno”
( 1 Corinzi 13:8)
Nella vita molte sono le cose instabili e incerte. Ma una
cosa è assolutamente sicura: L’amore di Dio per te è
eterno; non cambierà mai e non verrà mai meno. Egli è
sempre affidabile e la Sua Parola è degna di fede fino in
fondo! Allo stesso modo, L’amore che Egli ha messo in te
non verrà mai meno! E’ importante rendersi conto di ciò. Il
nemico cerca di mettere il seme del dubbio sul futuro.
Vuole che tu dubiti di poter essere gradito al Signore in
futuro. Questo è in contradizione con il comandamento di
Gesù di non preoccuparsi per il domani. Noi dobbiamo
vivere nell’amore e nella fede, non nel timore, soprattutto
nel timore di qualche situazione immaginata che potrebbe
non presentarsi mai. Alcuni cristiani temono di rinnegare il
Signore se dovessero soffrire persecuzioni o tortura fisica
per la loro fede. Dio ti dà la grazia di cui hai bisogno ogni
giorno, ecco perché ti dice di non preoccuparti del
domani. Domani ti darà grazia sufficiente per domani.
Qualsiasi cosa riservi il futuro, Egli ti darà la grazia di
poterla affrontare. Oggi non hai la grazia per domani,
perché non hai bisogno di tale grazia oggi! Non ascoltare i
falsi timori creati dalla tua immaginazione. Il Signore non
ti abbandonerà mai e ti darà la grazia di essere certo che
non lo rinnegherai. Quando ti sei fidato di lui nel passato,
Egli non ha mai permesso che tu venissi meno. E in quante
occasioni hai temuto una situazione solo per scoprire, poi
che i tuoi timori erano completamente infondati! La tua
immaginazione si è scatenata, concentrandosi sulle cose
negative che temevi potessero accadere! Nell’amore non
c’è timore; l’amore perfetto di Dio scaccia ogni timore.
Quando amiamo gli altri, neanche noi li abbandoneremo,
per lo meno non intenzionalmente. A volte,
inavvertitamente, veniamo meno alle aspettative di coloro
che ci amano e altrettanto fanno quelli che amano noi. In
tali occasioni abbiamo bisogno di essere perdonati e di
perdonare quelli che ci hanno deluso. Dove ci si ama gli uni
gli altri, tale riconciliazione di solito non è difficile. Quando
confidiamo nelle risorse dello Spirito Santo, non
mancheremo di manifestare l’amore che ci è richiesto. Non
possiamo fare con le nostre forze quello che Dio ha
stabilito che si possa raggiungere solo con la potenza
dello Spirito che Egli ci ha dato!
Egli ha messo dentro di noi l’amore che non verrà mai
meno. Il tuo amore umano è debole; il Suo amore in te è
forte!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché il tuo amore per
me non verrà mai meno.
Capitolo 38
Gesù è il Pastore dei Suoi amici
“Il Signore è il mio Pastore: nulla mi manca. Egli mi fa
riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque
alme. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di
giustizia, per amore del suo nome” ( Salmo 23:1-3)
Gesù conduce i Suoi amici; Egli è il Pastore che si occupa di
loro. Queste conosciutissime parole di Davide ci rivelano
alcune profonde verità. Per comprendere in pieno il valore
che hanno, dobbiamo renderci conto che in terre come
quella di Israele il pastore deve guidare il suo gregge,
camminando davanti a esso per parecchie miglia ogni
giorno per trovare pascolo sufficiente. Non c’è un pascolo
abbondante in cui poterlo lasciare e in cui possa badare a
sé stesso. Se il Signore è il tuo Pastore, non ti manca nulla.
Puoi anche sapere che il Signore è il Pastore senza
permettergli, poi, di guidarti! Ma se lo scegli come tuo
Pastore, allora quello che era vero per Davide diventa vero
per te: non ti mancherà nulla! Gesù era Signore molto
tempo prima che tu lo riconoscessi come tale. Egli morì
sulla croce come tuo Salvatore molto prima che tu
nascessi! Poi venne il momento in cui lo riconoscesti non
solo come Signore, ma come tuo Signore. Lo scegliesti
come tuo Signore personale. Riconoscesti che Egli era
morto per te ed Egli divenne il tuo Salvatore personale.
Allora potesti godere di tutti i benefici che Egli ti aveva
elargito morendo in croce. Egli è il Signore che ti guarisce.
Puoi anche sapere che Egli è in grado di guarire e può darsi
che tu gli chieda di guarirti senza però averlo accettato
come colui che ti può guarire personalmente. Il Signore
vuole che tu lo accetti come colui che ti guarisce
personalmente, come tua salute e la tua salvezza; vuole
che tu abbia una relazione continua con lui durante la
quale tu possa guardare a lui perché ti mantenga in buona
salute. Il Signore si rivela anche come colui che provvede.
Puoi anche chiedergli di provvedere a te senza, per questo,
averlo accettato come colui che provvede a te
personalmente! Aspettati che Egli provveda continuamente
a te. Non aspettare che nasca il bisogno per ricorrere a lui
perché provveda! L’affermazione di Davide nel Salmo 23 fa
comprendere che egli si riferiva a Dio sapendo che era il
suo Pastore personale. “Il Signore è il mio Pastore”. E’ per
questo che conclude: “ Non manco di nulla”. Se il Signore
era il Pastore personale di Davide, si occupava certamente
di lui. Non lo avrebbe mai lasciato in stato di bisogno e non
gli avrebbe fatto mancare mai nulla. E inoltre Davide
apprezzava che il Signore esercitasse il ruolo di Pastore nel
condurlo. Questo si dimostrò molto importante negli anni
seguenti perché, nonostante che Davide avesse ricevuto
grandi promesse da Dio, le sue circostanze sembravano
negare quelle promesse. Fu però in grado di confidare che il
Signore lo avrebbe condotto in tutte le circostanze avverse
fino all’adempimento delle promesse che gli erano state
fatte. “Egli mi guida lungo le acque calme”. Il Signore lo
guidò, in tempi di agitazione, a luoghi di pace. “Egli mi
conduce per sentieri di giustizia”. In seguito Davide avrebbe
peccato gravemente; eppure, invece di giudicarlo e
metterlo da parte, il Signore ristabilì la sua anima e lo
condusse di nuovo per sentieri di giustizia! Essendo il suo
Pastore, il Signore fece riposare Davide in pascoli erbosi, un
lusso, questo, in una terra semiarida. Il Signore voleva che
il suo servo prosperasse! Non doveva temere alcun male.
Anche se avesse dovuto camminare nella valle dell’ombra
della morte, il suo Pastore sarebbe stato con lui! Beni e
bontà sarebbero stati con lui tutti i giorni della sua vita.
Tutto questo e molto di più accadde a Davide perché aveva
scelto il Signore come suo Pastore personale. Come suo
amico, il Signore vuole che tu guardi a lui come il tuo
Pastore. Tutte queste cose possono diventare rivelazione
personale per te. Egli si occuperà di te perché tu non
manchi di nulla. Egli condurrà te a luoghi di pace, anche se
dovessi passare attraverso la tribolazione. Egli farà
dimorare te in pascoli erbosi. Egli condurrà te per sentieri
di giustizia per il Suo amore cosi che i suoi piani per te
possano essere portati a compimento. Non dovrai temere
alcun male perché il tuo Pastore è sempre con te. Bontà e
amore ti accompagneranno tutti i giorni della tua vita. Egli
ti ungerà il capo con l’olio del Suo Spirito in modo che la
tua coppa trabocchi! Più ti appropri degli attribuiti
personali del carattere di Gesù e li fai tuoi per fede, più
riuscirai a vivere nella gloriosa eredità che Egli ha
preparato per te! Gesù parla di Sé come del “Buon
Pastore”. Egli conosce le sue pecore ed esse conoscono lui.
Egli conosce te e, per la sua grazia, tu sei arrivato a
conoscerlo. Egli dà la sua vita per le pecore; quindi ha dato
la sua vita per te. Le sue pecore “lo seguono perché
riconoscono la sua voce” ( Giovanni 10:4). Tu riconosci la
sua voce perché Egli ha messo il Suo Spirito in te e tu puoi
seguirlo. Mentre lo fai, tutte le promesse che Davide ha
sperimentato essere vere, diventano valide per te, anche se
tu dovessi camminare nella valle dell’ombra della morte.
Tu non dovrai mai temere perché il Pastore è con te. Ma
Egli non vuole solo che le sue pecore lo conoscano,
riconoscano la sua voce e lo seguano; Egli desidera anche
che le pecore riconoscano la loro unità sotto un Unico
Pastore. Egli vuole che si sostengano l’una con l’altra, non
che siano l’una contro l’altra; vuole che si amino fra loro
come Egli le ha amate.
“Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche
quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e
vi sarà un solo gregge, un solo pastore” ( Giovanni 10:16).
Tutti gli amici di Gesù sono Sue pecore. Nonostante le
nostre differenze, siamo tutti pecore sotto un solo Pastore.
Egli non ci condurrà in mille direzioni diverse nello stesso
momento. Egli piuttosto ci avvicina l’uno all’altro secondo
il suo piano universale. Tu sei parte de quel piano. Gesù
vuole che tu riconosca la tua unità con tutti gli altri amici
di Gesù e che cooperi con loro pe prepararti alla Sua
seconda venuta, trionfale. Prima di tale evento la chiesa
deve dimostrare la vita di cui parla il Vangelo: una unità
che deriva dall’amore che i cristiani hanno per Gesù e per
gli altri cristiani. Ecco perché Gesù pregò perché tutti i suoi
discepoli fossero uno; perché allora il mondo avrebbe
saputo che Egli è il Cristo, il Messia, e che Egli ama noi
come il Padre ha amato lui!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei il mio Pastore.
Capitolo 39
Gesù provvede ai Suoi amici
“Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa
perché ne godiamo” ( 1 Timoteo 6:17).
Quando si ama qualcuno ci si preoccupa in ogni modo del
suo benessere. Il Signore è Colui che provvede a noi perché
non ci amerebbe davvero se non fosse pronto a provvedere
a noi. Dubitare della sua volontà di provvedere a noi,
significa mettere in dubbio il suo amore!
Giovanni ci dice che se il nostro amore gli uni per gli altri è
genuino, noi agiremo con amore e non ameremo soltanto
parole. Se questo è vero per noi, quanto più è vero per
Gesù. Egli non vuole amarci soltanto con parole di
incoraggiamento, ma con i fatti. Egli diede la prova
suprema di questo quando offrì la sua vita per noi sulla
croce. Se Egli fu pronto al sacrificio supremo, quanto più
sarà pronto a dare in modi meno grandi!
Giovanni chiede come sia possibile avere beni di questo
mondo, vedere un fratello in stato di necessità eppure
chiudere il cuore verso di lui! Se si fa questo, diventa
evidente che l’amore di Dio non è in noi; cosi egli dice! Il
motivo è semplice. L’amore si manifesta nel dare. Se Dio
ama, quindi, vuole darci. Se il Signore si aspetta che
amiamo gli altri dando, diventa ovvio che Egli manifesta il
Suo amore per noi dando!
Tu però non devi amarlo per quello che puoi avere da Lui!
Ciononostante, conoscere il Signore significa sapere che si
può ricevere perché Egli è abbondanza. Non succederà mai
che tu dia qualcosa a Lui o a qualcuno dei suoi Figli senza
che Egli dia a te molto di più! Non ti permetterà mai di
superarLo nel dare, perché il suo amore è tanto più grande
del tuo. Egli restituisce “una misura pressata, scossa e
traboccante”! Il Signore ci insegna i principi del dare ed essi
hanno un profondo effetto su coloro che sono fedeli nel
metterli in pratica. Gesù dice che si miete quello che si
semina. La misura che usi per dare agli altri determina la
misura che viene usata per restituirti. Tutto quello che
riceviamo dal Signore è un’opera della Sua grazia. Non
possiamo guadagnare le sue benedizioni con il nostro dare,
e mai potremmo meritare di ricevere qualcosa da lui. Ma
non c’è fine alla sua grazia!
2 Corinzi 8:9 “Infatti voi conoscete la grazia del nostro
Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto
povero per voi, affinchè, mediante la sua povertà, voi
poteste diventar ricchi”
Anche se Paolo dice questo in un contesto in cui si parla di
dare denaro, chiaramente sta esponendo un principio che è
vero pe tutto quello che Gesù ha fatto per noi e non solo
per il denaro. Il motivo per cui Gesù si fece povero, fu per
farci ricchi, in ogni modo. E’ cosi che opera la sua grazia.
Egli vuole dare e dare e ancora dare ai suoi cari. E quindi
Giovanni rende questa testimonianza:
Giovanni 1:16 “Infatti dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto grazia su grazia”
Questa fu l’esperienza degli apostoli durante il ministero
terreno di Gesù e dopo la sua resurrezione e il ritorno in
cielo. Gesù vuole che tu riceva una benedizione dopo
l’altra per la sua meravigliosa grazia. Non è che sia affetto
da “sindrome da benedizione”; nella sua saggezza Egli sa
che più ricevi da lui, più tu avrai da dare agli altri. Non puoi
dare quello che non hai prima ricevuto.
A Gesù non importa quante benedizioni debba riversare
nella vita dei suoi amici. Più può dare, meglio è per lui,
perché allora i suoi amici saranno più efficaci nel dare agli
altri prove del suo amore. Paolo afferma: 2Corinzi 9:8 “Dio
è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinchè,
avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario,
abbondiate per ogni opera buona”
Egli vuole che tu abbia tutto quello di cui hai bisogno!
Egli ti ama; è il tuo Pastore e Colui che provvede. Egli vuole
dare e dare e ancora dare a te. Egli sa che allora tu potrai
“abbondare in ogni opera buona”. Riuscirai a dare, dare e
ancora dare agli altri. E più darai, più riceverai. Allora avrai
ancora di più da dare e Dio ti restituirà ancora di più e cosi
via! Fai un torto alle intenzioni di Dio se non credi che
voglia darti e provvedere ai tuoi bisogni secondo tutte le
gloriose ricchezze che ti ha dato in Cristo Gesù.
2 Corinzi 9:10-11 “ Colui che fornisce al seminatore la
semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la
semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia.
Cosi, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga
generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio
per mezzo di noi”
L’intenzione di Dio è che siamo “arricchiti in ogni cosa”,
ma non per nutrire il nostro egoismo; piuttosto, per
renderci generosi in ogni occasione! Perché allora noi
rifletteremo una caratteristica essenziale di Dio: la sua
grazia. Egli vuole renderti pieno di grazia, generoso!
1Corinzi 1:4-6 “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per
la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché
in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di
parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata
tra di voi la testimonianza di Cristo”
Questo è l’effetto della sua grazia che è a disposizione di
ogni credente. Egli non vuole che tu dubiti del suo desiderio
di provvedere a ogni tuo bisogno. E neanche vuole che tu
perda l’occasione che ti dà di essere una benedizione per gli
altri a secondo del modo in cui ti vuole usare; può usarti
perché tu dia agli altri a te stesso, il tuo tempo, le tue
abilità, il tuo denaro, le tue risorse.
Più tu sei una benedizione per gli altri, più tu sarai
benedetto. Quindi accetta il Signore come colui che
provvede a te personalmente. Sappi che Egli provvederà
sempre a te se gli obbedirai e darai agli altri. Se cercherai
prima il Suo Regno e la Sua giustizia, tutto il resto ti sarà
dato in aggiunta.
Capitolo 40
Gesù guarisce i Suoi amici
Esodo 15:26 “Io sono il Signore che ti guarisce”
Capitolo 41
Gesù prende i pesi dei Suoi amici
Matteo 11:28-30 “ Venite a me, voi tutti che siete
affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi
il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e
umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;
poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”
Capitolo 42
Gesù è legato ai Suoi amici
Matteo 11:29 “Prendete su di voi il mio giogo e imparate
da me”.
Un giogo è una barra che abbraccia le spalle di due animali
per permettere loro di lavorare insieme usando la forza che
rispettivamente hanno per lo stesso scopo. Gesù invita te, o
chiunque sia affaticato o aggravato, a prendere lo stesso
suo giogo. Gesù dice: “Prendete il mio giogo”. Che giogo ha
Gesù? Durante il suo tempo sulla terra Gesù visse “legato”
dallo stesso giogo con il Padre. Il “ giogo” che li legava
insieme era l’amore. A causa dell’amore che aveva per Suo
Padre, Gesù faceva quello che Suo Padre voleva; Egli
obbedì a lui in ogni cosa. Il “giogo”, quindi, era quello
dell’obbedienza amorevole. Se Gesù avesse scelto di
disobbedire a Suo Padre, avrebbe gettato quel giogo. E non
sarebbe, quindi, stato in rado di fare alcunchè, poiché Egli
disse che non poteva far nulla da sé stesso. Mentre era
legato al Padre poteva pronunciare le sue parole e
compiere le sue opere. Gesù ti invita a prendere il suo
giogo su di te. Ti chiede di scegliere di essere legato a lui
con l’amore. Egli non ti imporrà il suo giogo; sei tu che devi
prenderlo su di te: è il giogo della obbedienza amorevole.
Può darsi che tu debba piegare il tuo collo rigido a quello
che il Signore vuole da te, per poterti sottomettere al suo
giogo, ma ricordati che a lui preme il tuo bene! C’è in ballo
la tua indipendenza. Molti che riconoscono la Signoria di
Gesù Cristo nella loro vita ancora vogliono mantenere una
certa dose di indipendenza, anche se non lo vogliono
riconoscere. Forse accetti il giogo di Gesù quando hai un
disperato bisogno, ma vorresti liberarti di quel giogo
quando ti aggrada! Quando due amici camminano insieme
decidono, mettendosi d’accordo, dove andranno insieme e
che cosa faranno insieme. Come amici di Gesù, legati
insieme a lui, la situazione è diversa. Gesù non vuole
camminare con te nelle tue vie; Egli vuole che tu cammini
con lui nelle Sue vie. E non vuole neanche che tu butti via
quel giogo quando ti conviene. Questo comportamento ti
porterà a diventare stanco e pieno di pesi di nuovo! Essere
legati a Gesù significa che siamo spalla a spalla con Lui.
Non si fanno più piani personali su dove andare e che cosa
fare. Come Gesù desiderava essere gradito al Padre, tu
scegli di essere gradito a Lui andando lungo il cammino che
Egli indica e facendo le cose che Egli ti spinge a fare.
Comunque, poiché il giogo è un giogo di amore, il Signore
non ti impedirà di liberartene quando scegli di farlo. Se lo
fai, però, ti metterai nei guai. Se si gettano i freni che
vengono messi alla carne quando si è sotto il giogo con
Gesù, si comincerà a inoltrarsi per vie che non piacciono al
Signore. Gettare il giogo significa essere disobbedienti e la
disobbedienza porta sempre a una tensione nel rapporto
con Gesù, a una certa distanza da lui e dai suoi piani.
Gettare il giogo è un atto di indipendenza e significa che
vuoi credere in te stesso, piuttosto che in Gesù. Questo
inevitabilmente porta guai, anche se non ce ne accorgiamo
subito, perché ci vuole un po’ di tempo prima che le
negatività si rivelino. E’ più saggio umiliarsi sotto la
potente mano di Dio e sottomettersi al giogo di Gesù.
Allora Egli può sollevarci.
Capitolo 43
Gesù dà ai Suoi amici riposo
Matteo 11:25 “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi e io vi darò riposo”
Capitolo 44
Gesù umilmente serve i Suoi amici
Matteo 11:29 “Prendete su di voi il mio giogo e imparate
da me, perché io sono mansueto e umile di cuore”.
Capitolo 45
Gesù dà pace ai Suoi amici
Efesini 2:14 “Lui, infatti, è la nostra pace”
Il quarto vantaggio che ci deriva dall’essere legati a lui è
che “troveremo riposo alle anime nostre”. Saremo in pace
con Gesù se saremo sottomessi a Gesù; ma saremo tesi, se
persisteremo con testardaggine a chiedere cose secondo la
nostra volontà e non secondo la sua volontà. Ci sono tre
aree principali nella vita della tua anima: la tua mente o
intelletto, le tue emozioni o sentimenti, e la tua volontà o la
tua abilità di fare scelte. Tu avrai pace con il Signore se
sottometterai i tuoi pensieri ai suoi, la tua capacità di
comprensione alla sua che è tanto più alta della tua!
Essere legati a Gesù significa essere vicini a lui nel suo
modo di pensare. Si cominciano a vedere le cose come Egli
le vede, a capirle come Egli le capisce. Molti tra noi
valutano le proprie opinioni e idee molto al di sopra di
quelle degli altri, tanto da volerle imporre alle altre persone
soprattutto se si pensa che queste ultime capiscano mino di
noi! Si può scegliere di liberarsi dal giogo d’amore in
qualsiasi momento semplicemente dissentendo da Gesù,
scegliendo i propri pensieri piuttosto che i suoi e agendo,
quindi, in disobbedienza. Obbedire a Gesù significa
obbedire a quello che Egli dice, non a quello che pensiamo
debba essere la sua volontà! Non solo è facile credere ai
propri pensieri piuttosto che a quelli di Gesù, ma è ancora
più facile credere ai propri sentimenti o alle proprie
emozioni piuttosto che alla rivelazione della verità che il
Signore ci ha dato nella Sua Parola. Quest’area è un vero
campo di battaglia per molti credenti; essi vivono da
vittime dei loro sentimenti invece che da vincitori sui loro
sentimenti. Noi vogliamo essere liberi da turbamenti
emotivi ed essere in pace. Coloro che cercano di
raggiungere questo senza dipendere da Gesù, passano da
una crisi all’altra. Dio ci dice di rallegrarci in ogni
circostanza perché questa è la sua volontà per noi in Cristo
Gesù. Se non facciamo questo, cioè se disobbediamo alla
Parola e alla volontà di Dio, è perché crediamo ai
sentimenti piuttosto che alla verità. La lode e il
ringraziamento dirigano la nostra attenzione verso Gesù,
verso la sua presenza in noi, qualunque sia la situazione. Se
il nostro sguardo è su di lui, cominciamo a vedere i nostri
problemi e le nostre situazioni sotto una luce diversa, da
una prospettiva migliore. Noi sappiamo nella nostra mente
che nulla è impossibile a Dio, che nessuna situazione è
troppo difficile per la sua potenza. Eppure possiamo
rifiutare testardamente di sottometterci a lui perché siamo
pieni di autocommiserazione o anche di rabbia per tutte le
circostanze che dobbiamo affrontare.
Rifiutare di gioire nel Signore è come biasimarlo per la
situazione che stiamo vivendo, è come mettere in
discussione il suo amore per noi perché le cose sono
diventate difficili. La fede guarda le circostanze in modo
molto diverso. La fede si rivolge a lui, crede in lui e sa che
Egli sarà fedele e risponderà al grido del nostro cuore, non
importa quanto possano apparire disperate le situazioni.
Un amico di Gesù guarderà a lui cercando l’amicizia
quando più ne ha bisogno e non proverà risentimento né
penserà che Egli non si preoccupi o non sia coinvolto nel
suo problema. Non si può aver fede che Gesù risolva una
situazione se lo si incolpa di averla creata o se si immagina
che quella sia la sua volontà per noi. Non avrai la fede per
muovere le montagne se crederai che Dio vuole che tu
abbia queste montagne! Gesù non ci avrebbe detto di
parlare alle montagne e di comandare loro di muoversi se
avesse voluto che noi rimanessimo inchiodati davanti a
esse! I sentimenti non possono cambiare una situazione,
ma Dio può; e quando credi che Egli possa farlo, i tuoi
sentimenti cambieranno! Invece di ascoltare i tuoi
sentimenti, ascolta quello che il Signore dice nella Sua
Parola.
Quando gioisci e ringrazi, tu esprimi fiducia in Dio al di là
dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti. Tu scegli di farlo. Tu
sottometti la tua volontà alla Sua. Scegli i suoi pensieri
anziché i tuoi. Scegli obbedienza alla sua volontà e alla Sua
Parola e non ai tuoi sentimenti. Il rifiuto testando di fare
questo fa capire che la tua volontà non è sottomessa alla
sua, certamente non in quelle circostanze o in quel
momento. Anche quando c’è bisogno che il Signore agisca
e cambi le cose ti renderai conto che Egli non farà nulla
finchè non raggiungerai una posizione di obbedienza.
Mentre testardamente ti rifiuti di rallegrarti ed essere
riconoscente, l’aiuto che può arrivarti è piccolo o nullo.
Nessuno pretende che sia sempre facile mettere in pratica
la Parola di Dio. Ma il fatto che sia difficile non sottintende
che abbiamo il diritto di cercare una nostra soluzione
personale più facile. Queste alternative non funzioneranno!
Obbedire non significa soltanto fare quello che il Signore ci
dice di fare nella Sua Parola, ma farlo con l’atteggiamento
giusto piuttosto che con mala grazia o risentimento. La
vera sottomissione fa riconoscere che le vie di Dio sono
sempre le migliori e sono giuste e che Egli è vicino per
benedire, aiutare, guarire, liberare, dare o fare tutto quello
che è necessario! Egli opererà secondo le sue vie, non
secondo le tue. Quello che ne deriva è pace per la tua
anima. Poiché è tuo Amico, Gesù è sempre con te, sempre
vicino, sempre pronto ad aiutarti, desideroso che ti
appropri, per fede, di tutte le risorse che Egli mette a tua
disposizione. Eppure, allo stesso tempo, Egli chiarisce che,
se sei legato a lui, tu andrai avanti nelle sue vie e non nelle
tue. Egli non si sottometterà a te, tu devi sottometterti a
lui. Egli è il Signore, non tu. Il suo giogo è dolce e il suo
carico è leggero.
Preghiera: Signore Gesù, grazie per la tua pace.
Capitolo 46
Gli amici obbediscono a Gesù
Giovanni 14:21 “Chi ha i miei comandamenti e li osserva.
Quello mi ama”
Capitolo 47
Gli amici amano gli altri amici
Giovanni 13:34-35 “Io vi do un nuovo comandamento: che
vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi
amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che
siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”
Capitolo 48
Gli amici portano frutto
Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma
sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate
e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinchè tutto
quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo
dia”
Capitolo 49
Gli amici ricevono risposte alle loro
preghiere.
Giovanni 15:7 “ Se dimorate in me e le mie parole
dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà
fatto”
Capitolo 50
Gli amici fanno le stesse cose che ha
fatto Gesù.
Più si conosce la sua compassione, più facile diventa
confidare nel fatto che Gesù provvede a ogni necessità
della nostra vita e ci rende canali della sua grazia per gli
altri. La misericordia di Dio lo spinge ad agire.
Salmo 145:8-9 “Il Signore è misericordioso e pieno di
compassione, lento all’ira e di gran bontà. Il Signore è
buono verso tutti, pieno di compassioni per tutte le sue
opere”.
Gesù vuole che questo diventi il tuo ritratto:
misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e pieno
di bontà. E’ più beato il dare che il ricevere. Si raccoglie
quello che si semina. Mentre si dà, ci si apre e si diventa
capaci di ricevere tutto quello che il Signore vuole darci in
risposta alla nostra preghiera!
“Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi”, dice
Gesù, “domandate quello che volete e vi sarà fatto”. Se si
vive per dare agli altri, si può essere certi del suo desiderio
da dare a noi. Tutto quello che Gesù faceva era per la
gloria di Suo Padre. Egli ti benedirà e ti ungerà perché tu
possa avere lo stesso scopo. Se desideri dare molto frutto,
vedi anche la necessità che il Signore ti poti e tolga dal tuo
cuore e dalla tua vita tutto quello che è in contraddizione
con l’amore che hai per lui e che ti impedisce di amare gli
altri. Il Padre pota anche i tralci della vite che danno frutto,
perché possano dare ancora più frutto. Egli vede che può
usarti molto di più per benedire gli altri una volta che ha
tolto le parti della tua vita inutili e senza frutto. E’ meglio
accogliere con gioia le potature piuttosto che cercare di
evitarle. La potatura è spesso un processo penoso perché il
Signore ci mette davanti cose che noi eviteremmo
volentieri di vedere. Egli sa che noi saremo molto più puri
quando tali cose ci saranno manifeste e potremo essere più
efficaci nei ministeri ai quali Egli ci ha chiamato. Gesù è
amore, Se vuoi fare le stesse sue opere, dovrai operare con
amore e compassione uniti alla fede! Per compassione Egli
ha perdonato; tu devi perdonare gli altri. Per compassione
Egli condusse le persone, insegnando loro la verità, perché
vide che erano come pecore senza pastore. Tu devi avere
una cura pastorale per gli altri e devi occuparti degli altri
e desiderare di vederli liberati grazie alla potenza delle
Sue parole di verità. Per compassione Egli nutrì le
moltitudini, anche se ci volle un miracolo per fare ciò. E la
Sua parola è chiara: “Date loro voi da mangiare”.
Per compassione Egli guarì i malati. Egli guarda i malati
con la stessa compassione oggi e promette che i malati
saranno guariti quando i credenti imporranno loro le
mani! Gesù è l’Autore e il Perfezionatore della nostra fede;
la sua potenza e la sua autorità possono essere rivelate
attraverso di noi. Non dire che queste cose sono impossibili
per te. Ogni credente deve obbedire a ogni comando dato
ai primi discepoli. Come amico di Gesù tu hai la sua
potenza e l’autorità per parlare e agire nel Suo nome.
Egli è con te sempre, per incoraggiarti. Il Suo Spirito è
dentro di te per renderti capace di farlo! Egli ti dirà che
cosa fare, e tutto quello che farai in obbedienza a lui
riuscirà! L’amore è la forma più potente di
evangelizzazione. Dio può usarti per amare gli altri nel Suo
Regno. Tu puoi portare la sua compassione a ogni gruppo
di persone bisognose, come lo Spirito ti guida. E non devi
andare da solo. Molti hanno bisogno del sostegno degli
altri; essi sono molto più efficaci come membri di un
gruppo di quanto lo sarebbero da soli. Gli amici di Gesù
possono andare con l’amore e la compassione di Gesù a
visitare i malati negli ospedali e coloro che sono in
prigione; possono nutrire gli affamati e dare ospitalità ai
diseredati. Possono prendersi cura di coloro che sono nei
ricoveri per anziani, cercando di portarli alla conoscenza
dell’amore di Gesù. Gruppi di amici possono andare da
drogati e alcolizzati, disperati e ragazze madri, famiglie con
un unico genitore e persino dai ricchi che vivono
nell’inganno! Essi non vanno a giudicarli, ma vanno con
amore e compassione, per servire e benedire. Essi vanno
nel nome di Gesù.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mediante la fede
in te posso fare le stesse cose che hai fatto tu.
Capitolo 51
Gli amici sono inviati da Gesù
Giovanni 17:18 “Come tu hai mandato me nel mondo,
anch’io ho mandato loro nel mondo”.
Capitolo 53
Gli amici hanno la gioia del Signore
Giovanni 15:11 “Vi ho detto queste cose, affinchè la mia
gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa”
Capitolo 55
Gli amici sono una cosa sola gli uni con
gli altri
Giovanni 17:20-21 “Non prego soltanto per questi, ma
anche per quelli che credono in me per mezzo della loro
parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e
io sono in te, anch’essi siano in noi”
Capitolo 56
Il nuovo patto
Luca 22:20 “Diede loro il calice dicendo: Questo calice è il
nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi”
Dal primo momento in cui Dio ebbe a che fare con gli
uomini, Egli scelse di rivolgersi al suo popolo mediante una
serie di patti. Un patto è un accordo fra due. Ogni patto
con Dio non è, ovviamente, un patto fra due uguali, perché
Dio è tanto più grande di colui che Egli ha creato.
Dio non è entrato in relazione con il suo popolo mediante
patti perché fosse necessario, ma perché questo è il modo
che Egli ha scelto per operare.
Gesù venne nel mondo per stabilire un patto
assolutamente nuovo fra Suo Padre e coloro che avrebbero
creduto in lui, un patto diverso da quello che era stato
stipulato con Mosè e dato a Israele quando era sotto la
legge e conosciuto come l’antico patto.
Il nuovo patto, o accordo, fu sigillato e ratificato mediante
lo spargimento del sangue di Gesù.
Durante l’ultima cena Gesù prese il calice, ringraziò il Padre
e disse: “Questo è il nuovo patto nel mio sangue”. Il
sacrificio che Gesù compì per noi sulla croce ci permette di
essere perdonati, accettati, giustificati, santificati, di essere
una cosa sola con lui. La legge non poteva far nulla di tutto
questo!
Sotto l’antico patto, Abramo e Mosè avevano una relazione
di amicizia con il Signore. Sotto il nuovo patto, tutti coloro
che credono in Gesù possono avere una relazione di
amicizia con Lui.
Dio è sempre fedele e mantiene fede a ogni accordo che
Egli stipula. Sotto l’antico patto, Egli rimane fedele
nonostante le frequenti infedeltà di Israele che spesso
mancava di rispettare gli accordi stipulati.
Il Signore chiamò Israele moglie adultera, perché spesso
venne meno al patto di obbedire alla legge che Dio aveva
dato e seguì, invece, le sue vie. A volte gli Israeliti
ignorarono tale patto fino al punto di cercare altri dèi.
Eppure, per la sua meravigliosa misericordia, il Signore li
ristabilì ogni volta che tornarono a lui e di nuovo
accettarono di osservare il suo patto.
Il Signore non pensò semplicemente a un accordo quando
fece il suo patto, ma volle anche stabilire una relazione:
“Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. Si tratta di
una relazione personale che si esprime in un impegno
reciproco. Consapevoli di vivere secondo la grazia e non
secondo la legge, molti cristiani pensano, erroneamente,
che nulla li leghi a Dio obbligandoli all’obbedienza. Essi
vogliono i benefici del suo sangue, ma non vogliono vivere
nell’obbedienza. Necessitano della misericordia del
Signore, ma possono cadere nell’errore di credere che il
loro peccato non sia molto significativo, visto che il Signore
è pronto a perdonare e a ristabilire il suo popolo.
Egli è si sempre pronto a perdonare quando chiediamo il
suo perdono, ma l’effetto del peccato è sempre quello di
separare l’uomo da Dio. I cristiani insistono su questa
verità con coloro che non sono salvati. Il peccato non
diventa meno importante perché una persona è salvata e
ha conosciuto la misericordia di Dio! Esso rimane una
disobbedienza alla volontà e al piano di Dio.
E’ difficile vivere in una relazione intima con lui se
camminiamo volontariamente nel peccato, perché il
peccato produce tensione fra il credente e il suo Signore.
Tale tensione viene eliminata solo per mezzo del perdono.
Questo è il motivo per cui dipendiamo completamente dal
sangue di Gesù Cristo che rimuove la colpa causata dal
peccato e ristabilisce la nostra relazione con Dio.
La potenza di quel sangue è tale che, una volta che siamo
stati perdonati, Dio ci tratta come se il peccato non fosse
mai stato commesso. Egli non tiene il broncio e neppure ci
punisce. Anche la punizione che noi meritiamo fu subìta da
Gesù sulla croce. Senza la croce sarebbe impossibile per noi
essere amici di Gesù! Comunque, questo non significa che
possiamo trattare il peccato con leggerezza. Tutti i peccati
offendono profondamente il Signore. Se Egli dovesse
trattarci come ci meritiamo, non potremmo stare alla sua
presenza neppure per un momento. Egli è santo, giusto,
pieno di luce e in lui non c’è traccia di tenebre. Ora noi
siamo figli della luce, chiamati a camminare nella luce. Il
Signore non vuole mai che i suoi figli camminino nelle
tenebre del peccato. Il rapporto instaurato da Gesù e reso
possibile per mezzo del patto stipulato con noi, implica che
ora noi camminiamo nella luce poiché siamo figli della luce.
In altre parole, noi dobbiamo dimenticare il peccato e
cercare di essere graditi al Signore vivendo come suoi amici
in obbedienza amorevole a lui. Quindi il principio che
regola il nuovo patto è simile a quello che ha regolato tutti
i patti riportati nella Bibbia. Noi dobbiamo essere il suo
popolo vivendo in obbedienza totale e fedele a lui che è
nostro Signore e Maestro, Fratello e Amico. Ed Egli sarà il
nostro Dio e adempirà ogni promessa che ha fatto, perché
Egli ci ama ed è fedele. Dio porterà a compimento quanto
lo riguarda nel patto stipulato e si aspetta che noi facciamo
altrettanto.
Capitolo 57
Il patto d’amore
Capitolo 58
Gli amici tengono fede al patto
1Giovanni 4:7 “ Carissimi, amiamoci gli uni gli altri,
perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e
conosce Dio”
Capitolo 59
La visione
Giovanni 17:23 “….affinchè siano perfetti nell’unità e
affinchè il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li
ami come hai amato me”