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Amici di Gesù ( di Colin Urquhart)

Cap1 Vuole te come Suo amico


Solo poche ore pima li aveva chiamati Suoi amici. Poi,
invece di pregare con Lui nel momento in cui aveva più
bisogno, si erano addormentati! Quando fu arrestato
fuggirono tutti lasciandolo solo. Uno di loro negò persino,
per tre volte, di averlo mai conosciuto! Più tardi l’unica
cosa che riuscirono a fare fu di stare a guardare mentre
pendeva dalla croce, senza poter fare nulla per Lui. Che
amici! Dopo la Sua morte si riunirono insieme: tutti i loro
sogni si erano infranti. Giunse loro notizia da parte di
alcune donne che Egli era risuscitato dalla morte. Anche se
lo aveva preannunciato in varie occasioni, non lo avevano
né capito né creduto. Quando altre due persone dissero
che lo avevano visto, ancora non credettero. Che fede!
Eppure questi erano gli uomini che Gesù aveva scelto uno
per uno per istituire la chiesa e rivoluzionare il mondo!
Questi erano gli amici di Gesù! Gesù vuole Te come Suo
amico. Questa può sembrare una scelta strana come
strano fu scegliere questi amici. Le loro debolezze e i loro
fallimenti sono custoditi nella Scrittura perché tutti
possono leggere di essi. Che compagnia: pescatori, un ex
esattore delle tasse, uno zelota, alcuni signor nessuno e
uno famoso per la sua incredulità!
“A tutti coloro che decidono di vivere come Amici di Gesù
Questo libro può essere letto dall’inizio alla fine per farsi un’idea di
quello che significa vivere come amico di Gesù. Comunque sarebbe
meglio leggere un capitoletto al giorno e poi dire ad alta voce la breve
preghiera con cui si chiude. Ripetere la preghiera parecchie volte nel
corso della giornata aiuta a farla diventare preghiera personale.

Quindi perché non te? Pensa a quello che quegli uomini


diventarono nonostante le loro deficienze! Ebbero il
privilegio di camminare con Gesù, non solo nella carne,
non solo nel Suo corpo risorto, ma in modo ancora più
meraviglioso, nello Spirito. Questo è lo stesso cammino
che Gesù ha in mente per te che sei cristiano: che tu
instauri con Lui una relazione di amicizia intima, con il Suo
Spirito vivente in te per metterti in grado di fare quanto
Egli ti chiede. Come può essere possibile tutto questo
quando tu conosci bene le tue deficienze? Immagini già
che seguirai l’esempio dei tuoi predecessori biblici e fallirai
miseramente? Qual è l’alternativa? Che tu dica a Gesù:
“Non voglio essere tuo amico?” Puoi davvero aspettarti di
avere Lui come tuo Amico se non sei pronto a essere Suo
amico? L’amicizia non deve essere reciproca? Se Gesù ti ha
scelto, ti ha scelto come amico! Credi che abbia fatto un
errore quando ti ha detto: “ Ti voglio per amico”?. E’
venuto all’indirizzo sbagliato quando ha chiamato te?
Certamente quando ti ha scelto sapeva con chi aveva a che
fare. Si, tu sei stato oggetto di una Sua precisa scelta!
Perché? Perché ti stima tanto che ti vuole per amico
adesso e per tutta l’eternità! Scrivendo a tutti i cristiani in
ogni parte del mondo l’apostolo Paolo afferma: “Fedele è
Dio che vi ha chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù
Cristo, Signore nostro” ( 1 Corinzi 1:9). Come puoi
rispondere a tale chiamata? Come puoi essere un amico
amorevole e fedele anche se come Pietro, Giovanni e gli
altri a volte verrai meno alla tua posizione di amico?
Queste sono le domande alle quali risponderemo. Le
risposte ti infonderanno coraggio perché ti renderai conto
che è possibile vivere da amico di Gesù e sapere che è Lui
che ti mette in grado di portare a termine il piano e lo
scopo che Egli ha per la tua vita.
Preghiera: Signore Gesù, voglio vivere come amico Tuo.

Cap 2

I primi amici
“Vieni e seguimi”. Furono quelle le prime parole che Gesù rivolse
personalmente ai 4 pescatori presso il mare di Galilea? Che lo
fossero o no, furono comunque le parole che indussero quegli
uomini a prendere la decisione di lasciare tutto e di seguirlo. Forse
parlò con amore e autorità tali che essi capirono di non poter
dirgli di no. Di certo Egli non descrisse il lavoro che avrebbe
dovuto fare e non fece promesse se non quella che li avrebbe fatti
pescatori di uomini e solo Lui sapeva che cosa volesse dire con
questo! I mesi successivi dovettero essere per loro meravigliosi ed
emozionanti. Nessuno aveva mai parlato come quell’uomo o
aveva insegnato con altrettanta autorità. E a questo si
aggiungevano tutte le guarigioni e i miracoli. Avranno pensato di
essere stati trasportati all’improvviso in un’altra dimensione con
lo spirito. Gesù aveva rapporti con molte persone. Con le folle, con
le migliaia di persone che si radunavano per sentirlo predicare e
insegnare e che volevano vedere i miracoli che Egli compiva,
aveva un certo tipo di rapporto. Aveva poi una vasta cerchia di
seguaci o discepoli. Di costoro noi non sappiamo molto: i 70 che
inviò, i 500 ai quali apparve nel Suo corpo risorto. Ma Gesù aveva
anche un certo numero di rapporti più stretti. Aveva una relazione
speciale con i 12 discepoli, compreso Giuda che poi lo avrebbe
tradito. All’interno della sua cerchia di amici più intimi, tre ebbero
con Lui una relazione particolarmente stretta: Pietro, Giovanni e
Giacomo. Gesù rese chiaro ai suoi discepoli che essi erano speciali
per Lui. Si ritagliava del tempo per stare da solo con loro, anche se
le folle facevano di tutto per richiamare la sua attenzione.
Spiegava loro cose che le folle non riuscivano a capire. Comunque,
Gesù aveva altri amici intimi oltre i 12 discepoli. A Betania c’era la
famiglia di Maria, Marta e Lazzaro che egli risuscitò dai morti. A
Maria Maddalena fu dato il privilegio di essere la prima a vederlo
dopo la sua resurrezione. C’era poi il gruppo di donne che lo
seguiva nei suoi spostamenti per provvedere alle sue necessità.
Poco ci viene detto di loro o della relazione che avevano con lui,
ma erano con lui come sue amiche. E, naturalmente, c’era sua
madre. L’amore e la cura che aveva per lei furono evidenti
quando, sulla croce, la affidò alle cure di Giovanni che da quel
momento la prese in casa sua. Gesù considerava i Suoi amici
parte della sua famiglia. In una occasione sua madre e i suoi
fratelli andarono a cercarlo, ma non riuscirono ad avvicinarlo a
causa della folla che lo stava ascoltando. Cosi fecero arrivare a
Gesù un messaggio: “Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che
cercano di parlarti”. A questo Gesù rispose: “Chi è mia madre, e
chi sono i miei fratelli? E, stendendo la mano verso i suoi
discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque
avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e
sorella e madre” (Matte 12:47-50).
Questa è un’idea della famiglia veramente nuova e rivoluzionaria!
I suoi discepoli sono parte della sua famiglia perché fanno la
volontà del Padre Suo! Eppure di certo essi non riuscirono a essere
sempre obbedienti. Spesso vennero meno a quanto loro richiesto
da Gesù anche se con il cuore desideravano compiacerlo e
cercavano di vivere per adempiere il compito che Dio aveva loro
assegnato. Gesù non li condannò per i loro fallimenti; fu
infinitamente paziente con loro. Il Signore è infinitamente
paziente anche con noi.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei paziente con me e
non mi condanni per i miei fallimenti.

Cap 3
Ricco di amore
Salmo 145:8 “Il Signore è pieno di grazia e di compassione,
lento all’ira e ricco di amore”
Se Dio avesse dovuto trattare l’uomo come si meritava, lo
avrebbe cancellato dalla faccia della terra dopo averlo
sottoposto a giudizio. Poiché il peccato è cosi
profondamente offensivo verso Dio, che è santo, puro e
incontaminato, che ci rende solo degni di condanna, morte
e separazione eterna da lui. Prima che noi potessimo essere
accettati da lui qualcuno doveva sopportare per noi la
condanna e la morte che noi meritiamo, qualcuno che fosse
in tutto simile a noi ma che non conoscesse peccato! Dio
non poteva affermare che il peccato non aveva importanza
perché esso aveva creato una grande barriera fra Dio e il
Suo popolo. Tale barriera poteva essere rimossa soltanto
con l’offerta di una vita perfetta per l’imperfetta: una vita
senza peccato offerta a Dio a vantaggio dei peccatori,
l’offerta di un giusto per gli ingiusti. Il peccato aveva
privato i peccatori della gloria per la quale Dio li aveva
creati. Nessuno poteva esibire le sue buone opere davanti
al trono del giudizio e aspettarsi di entrare in cielo
contando su quello che aveva fatto. Non esisteva persona
in alcuna parte del mondo che meritasse di avere un
rapporto con Dio, o di essere parte del Suo paradiso.
Nessun altro se non Gesù poteva presentare a Dio
un’offerta senza peccato. Nessuno sarebbe potuto andare
a Lui con i suoi sforzi o la sua bontà. Nessuno avrebbe
potuto aspettarsi qualcosa da lui come premio per quanto
fatto. E cosi Dio stesso provvide al sacrificio. Mandò Suo
Figlio, Gesù, che fece quel che nessun altro uomo aveva
mai fatto e mai avrebbe potuto fare: visse la vita perfetta,
senza peccato. Visse nell’amore perfetto, in perfetta
obbedienza al Padre. Rese visibile l’amore di suo Padre,
non solo attraverso le cose che insegnò, ma attraverso sé
stesso come persona e attraverso le cose che fece. Gesù
aveva un unico scopo: fare la volontà di suo Padre. Viveva
in una relazione di amore cosi stretta con suo Padre che
poteva dire: “Io e il Padre siamo uno”. E inoltre: “Chi ha
visto me, ha visto il Padre”.
Colossesi 1:15 e19-20 =” Egli è l’immagine del Dio
invisibile, il primogenito di ogni creatura…. Poiché al Padre
piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo
fatto la pace mediante il sangue della sua croce”.
L’opera di riconciliazione fra l’uomo e Dio che ristabilisse
l’uomo nell’unità con lui in un rapporto di amore vero,
poteva essere portata a termine solo da Dio. Egli doveva
offrire il sacrificio senza macchia che ci avrebbe permesso
di essere perdonati e riconciliati con Dio.
“Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”
(Giovanni 1:29).
Gesù condivise la nostra fragilità umana e la nostra
debolezza, fu sottoposto a ogni tentazione di cui abbiamo
esperienza, eppure rimase senza peccato, fedele e
obbediente al Padre. Non sarebbe potuto essere un
sacrificio perfetto a nostro vantaggio se non fosse stato in
tutto simile a noi, ma senza peccato! Poiché nell’amore per
suo Padre Egli visse una vita di perfetta obbedienza e
sottomissione, potè prendere su di sé tutti i peccati
derivanti dalla nostra disobbedienza e dalla nostra
ribellione contro la sua autorità.
Isaia 53:5= “ Egli è stato trafitto a causa delle nostre
trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il
castigò, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie
alle sue ferite noi siamo stati guariti”.
Noi meritiamo il giudizio. Ma Gesù non è venuto a
giudicare e condannare, ma a salvare e guarire!
Gesù non è venuto a darci quello che meritavamo, ma a
rivelarci la natura del meraviglioso amore di Dio per noi.
Non dobbiamo mai mettere in dubbio quell’amore. Egli ha
già dimostrato la pienezza del suo amore mandando Gesù
a morire per noi. Egli prese su di Sé tutti i nostri peccati, le
nostre colpe, la nostra vergogna. Egli sopportò per noi la
punizione che noi meritiamo rendendoci cosi liberi.
Ha mostrato la sua meravigliosa misericordia
perdonandoci tutti i peccati, pulendoci completamente e
rendendoci accettevoli a lui per mezzo di Gesù. Non ci
saremmo mai potuti rendere accettevoli, ma la nostra fede
in Gesù ci libera dalla condanna che meritavamo.
Giovanni 3:16-17= “ Perché Dio ha tanto amato il mondo,
che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque
crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. Infatti Dio
non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Poiché credi in Gesù Cristo, non solo Dio ti perdona, ma ti
dà anche la vita eterna, la sua vita. Sei stato riconciliato
con Dio e puoi cosi conoscere la meraviglia della sua grazia
che ti ha donato tutte le benedizioni del suo Regno.
Sei stato reso uno con Cristo, che è uno con il Padre. Ora
puoi vivere nell’amore di Gesù. E il suo amore può vivere in
te. Poiché Dio, lo Spirito Santo, visse in Gesù durante il
periodo che trascorse come uomo e viene a vivere nel
corpo di ogni cristiano nato di nuovo.
“ La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo,
Gesù Cristo” (1 Giovanni 1:3).
La comunione è la condivisione della vita. Come cristiano
puoi condividere la vita del Padre e del Figlio, Tutte le sue
benedizioni celesti diventano tue e tu puoi vivere come
suo amico! Gesù ti ha salvato dal peccato, dalla colpa e
dalla vergogna. Ti ha salvato dalla punizione che meritavi.
Ti ha salvato dalla stretta del diavolo e dalla condanna
eterna nell’inferno. Ti ha salvato per lui. Ti ha salvato per
uno scopo, perché tu possa portare a termine un piano che
Egli ha per la tua vita. Ti ha salvato perché tu viva in
comunione con lui ora come suo amico. Ti ha salvato per
una vita eterna con lui in paradiso.
Preghiera: Signore Gesù. grazie di avermi amato tanto da
essere venuto a morire per me.

Capitolo 4

Figli di Dio

Per la fede in Cristo Gesù, hai ricevuto il diritto di diventare


un figlio di Dio: figlio o figlia nella sua famiglia. Egli ti ha
dato lo Spirito Santo per metterti in grado di vivere come
suo figlio e di fare tua quell’eredità che Gesù ha reso
disponibile per mezzo della sua perfetta obbedienza.
Nonostante le tue imperfezioni puoi essere parte della sua
vita e ricevere ogni benedizione che appartiene a Cristo, e
tutto grazie a quello che Egli ha fatto per te!
Lo scopo di Dio è che tu sia suo figlio non solo di nome, che
tu non solo riceva le sue benedizioni, ma che tu viva come
suo figlio, in un rapporto stretto con lui!
E’ possibile far parte di una famiglia e non essere amico
intimo dei vari membri della famiglia e neanche del capo
famiglia, Il Signore non vuole questo per te e per nessuno
dei suoi figli.
E’ un privilegio incredibile essere stato scelto da Dio per far
parte della sua famiglia. Tu non sei un parente qualsiasi o
uno fra migliaia di milioni!
Egli vuole che tu lo conosca come intimo amico e che tu
viva e cammini in rapporto stretto con lui.
Gesù è tuo amico, è sempre con te, e si occupa di te. E ti
considera un amico!
Puoi appartenere alla famiglia di Dio e avere un rapporto
formale e distaccato con Gesù. Ma non è questo che Egli
vuole. Forse ti chiederai: “Perché proprio io?” La risposta
che dà la Bibbia è semplice: perché Egli ti ha scelto. E’ Lui
che ha preso l’iniziativa, come fece con Saulo di Tarso.
Saulo divenne Paolo, l’apostolo, ebbe un ministero pieno di
frutti e fu usato da Dio in molti modi meravigliosi. Prima
della sua conversione era un nemico di Cristo e
perseguitava i cristiani. Eppure diventò amico intimo di
Gesù. Fondò chiese, vide un gran numero di persone venire
alla fede in Cristo e fu testimone di tante guarigioni e fatti
miracolosi. 1 Timoteo 1:12-14= “ IO ringrazio colui che mi
ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi
stimato degno della sua fiducia, ponendo al servizio me,
che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un
violento, ma misericordia mi è stata usata, perché agivo
per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore
nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in
Cristo Gesù”.
Saulo di Tarso sembrava una strana scelta, ma guardate
quello che diventò. Il principale persecutore della chiesa
divenne il grande apostolo dei gentili e scrisse quasi la
metà del Nuovo Testamento! Questa trasformazione fu il
risultato della misericordia di Dio, della grazia, della fede e
dell’amore che Egli riversò su Paolo in abbondanza.
Il Signore ti ha mostrato la sua misericordia ed è pronto a
riversare su di te grazia, fede e amore perché tu possa
vivere come suo amico.
Verso la fine della sua vita Paolo scrisse dalla prigione che
voleva conoscere Cristo! Per quanto tu conosca il Signore
c’è ancora tanto di più da conoscere. Per quanto tu capisca
di lui c’è ancora tanto di più che ti deve essere rivelato.
Paolo scrisse: Filippesi 3:12-13= “Non che io abbia già
ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma
proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui
sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non
ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio:
dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi
verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta per
ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo
Gesù”.
Il desiderio di Paolo era di conoscere meglio Gesù. E’
questo il tuo desiderio? Vuoi camminare più unito a Lui,
vuoi vedere Gesù più operante nella tua vita, vuoi che ti usi
perché tu possa portare più frutto? Gesù disse ai suoi
discepoli che avrebbe rivelato ai suoi amici tutto quello che
il Padre aveva rivelato a Lui. Piuttosto che avere un
rapporto superficiale con loro, Egli rivelò loro i segreti del
suo Regno: Matteo 13:11 “Perché a voi è dato di conoscere
i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato”.
Certe cose potevano essere rivelate solo a coloro che si
erano impegnati a seguirlo e a vivere come suoi amici.
Gesù vuole rivelarti i segreti del Regno dei cieli perché tu
possa vivere la vita di quel Regno qui sulla terra! Vuole
che tu lo segua e porti a compimento il piano che Egli ha
per la tua vita! Non importa quale trasformazione sia
necessaria perché questo avvenga, Egli la può operare in
te!
Preghiera: Signore Gesù, voglio seguirti e vivere la vita
del tuo Regno.

Capitolo 5
IL Padre e il Figlio
Gesù vuole che i suoi amici abbiano con Lui la relazione che
Egli aveva con il Padre mentre era sulla terra, Il suo
rapporto con il Padre era la chiave del suo ministero. Solo
se comprendiamo la Sua relazione con il Padre potremo
comprendere che tipo di relazione Egli vuole che abbiamo
con Lui e anche come la sua vita possa esprimersi più
prontamente nella nostra vita. Gesù affermò
ripetutamente che non era diventato uomo per sua
decisine; Egli fu inviato dal padre per varie ragioni, ognuna
delle quali era importante nel piano di Dio per la salvezza.
Gesù fu mandato a salvare il mondo.
Giovanni 3:17 “Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel
mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia
salvato per mezzo di Lui”.
Come abbiamo visto, Gesù venne come Salvatore del
mondo. Egli è l’unico mezzo per il quale l’uomo può essere
reso accettevole a Dio e ricevere la ricca eredità data a
coloro che appartengono al Regno di Dio. Queste verità
debbono diventare personali per te. Per amore diede la sua
vita in sacrificio al Padre perché tu potessi essere
perdonato di tutte le tue carenze nell’amore per Lui e per
gli altri e perché ti fosse possibile vivere nell’amore e
nell’obbedienza ora. Come Suo amico il Padre ora ti vede
pulito, giustificato e pienamente accettevole a Lui. Non
avresti mai potuto ottenere questo con i tuoi sforzi
personali o con la tua bontà; è il frutto del suo grande
amore per te. Devi solo riporre la tua fede in ciò che Egli ha
fatto per te. Allora tutto ciò che è Suo diventa tuo!. La sua
vita diventa la tua vita. Egli ti dà pienezza di vita, vita
eterna, la vita stessa di Dio! Che amico prezioso! La
potenza del suo sangue ha lavato tutti i tuoi peccati
passati. Ora puoi guardare al futuro con il desiderio di
compiacerlo e di rispondere al suo amore nel modo che Egli
desidera. Noi amiamo perché Lui ci ha amato per primo e
ha dimostrato quell’amore morendo per noi! Gesù ha
spezzato il potere e la stretta del peccato sulla tua vita. Ora
puoi vivere in Lui, appartenere a Lui, avere una relazione di
amicizia con Lui. La sua vita è la tua vita; e la tua vita è la
sua per onorare Lui e dargli gloria!
Preghiera : Signore Gesù, grazie perché mi hai reso
accettevole a Dio e mi hai dato la tua vita.

Capitolo 6
Mandati a dire le parole di Dio
Giovanni 3:34 “ Perché colui che Dio ha mandato dice le
parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura”
Giovanni 12:49-50 “ Perché io non ho parlato di mio; ma il
Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che
devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico,
le dico cosi come il Padre le ha dette a me”.
Gesù era la Parola per mezzo della quale Dio creò. Quella
Parola fu fatta carne e venne a vivere fra gli uomini. Poiché
era la Parola di Dio Egli disse le parole di Dio. Quando
udiamo il Figlio, udiamo il Padre che parla per mezzo del
Figlio! Anche se Gesù è la Parola di Dio, non potè scegliere
di dire quello che voleva. Poiché era venuto per fare la
volontà di Suo Padre, Egli doveva dire le parole che suo
Padre gli dava da dire. Non è sorprendente, perciò, che
quando Gesù parlava accadessero miracoli: i malati
venivano guariti, gli oppressi venivano liberati, i morti
risuscitavano, la tempesta veniva sedata all’istante. Tutte
le potenze e le risorse del cielo sostenevano le Sue Parole;
la potenza sovrannaturale del Regno di Dio si sprigionava
quando Egli parlava. L’apostolo Paolo ci dice che con lo
stesso spirito di fede noi crediamo e perciò parliamo ( 2
Corinzi 4:13). Il Signore si aspettava che i malati guarissero,
quando si rivolgeva ai loro bisogni. Poiché sei un amico di
Gesù, il Signore vuole che tu parli perché si compia il piano
che Egli ha per la tua vita. Vuole vedere in te quella fede
che si aspetta che le cose accadano quando parli nel Suo
nome. Gesù incoraggia i suoi discepoli a imitarlo e a
parlare con fede e autorità. Egli diede loro autorità su tutte
le potenze del maligno. Dovevano parlare alle
“montagne”, problemi e necessità della loro vita, e
comandare loro di spostarsi. E potevano pregare nel nome
di Gesù aspettandosi di ricevere qualunque cosa
chiedessero! Lo stesso vale per gli amici di Gesù di oggi. Lo
Spirito ci darà le parole da dire con autorità e potenza. E
tutto il cielo è pronto per agire in risposta alla nostra
fede. Con lo stesso spirito di fede noi crediamo e perciò
parliamo! Ovviamente, se non obbedisci a quello che Dio ti
dice di fare, non devi sorprenderti se le “montagne” non si
muovono! Quando parli con lo spirito di fede, tu credi nel
tuo cuore e non dubiti che i problemi saranno rimossi! Può
Dio rendere operante una tal fede in te? Puoi parlare con
autorità e potenza tali? Certamente si! Continua a leggere
la Sua Parola.
Preghiera Signore Gesù, scelgo di vivere per la fede in te.

Capitolo 7
Mandati a compiere le opere di Dio
Giovanni 5:19 “ In verità, in verità vi dico che il Figlio non
può da sé stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare al
Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa
ugualmente”.

Gesù aveva uno spiccato senso del tempo e sapeva come


fosse importante per Lui seguire obbediente la direzione
lungo la quale Suo Padre lo voleva condurre. E’
sorprendente pensare che Gesù dovette vivere 30 anni sulla
terra prima di cominciare a compiere miracoli di guarigioni
e di liberazione. Certamente il suo cuore desiderava
ardentemente di far fronte ai bisogni della gente che era
intorno a lui. Eppure dovette aspettare i tempi del Padre e
la unzione dello Spirito Santo prima di poter dare inizio al
suo ministero. Durante il suo ministero Egli ascoltò sempre
il Padre; solo in questo modo poteva sapere quando e come
agire. Egli usò vari metodi per guarire, presumibilmente
perché cosi era guidato a fare, trattando ogni situazione
come un caso unico. Questo è ben diverso da quello che
tende a fare la gente oggi: si usano infatti sempre gli stessi
metodi! Egli doveva essere obbediente. Perché con tanti
malati intorno alla vasca di Betesda Gesù guari solo uno
storpio? Perché questo è quanto il Padre lo indusse a fare.
Persino Gesù disse che non poteva far nulla da sé stesso.
Quindi probabilmente non avrebbe potuto guarire nessuno
degli altri senza una chiara indicazione da parte del Padre.
Di certo non avrebbe mai fatto niente indipendentemente
da Suo Padre; Egli non era venuto a fare la sua volontà, ma
quella di Colui che lo aveva mandato. Senza Gesù non
possiamo fare nulla! Egli vuole che i suoi amici camminino
con Lui e siano attenti alla voce del suo Spirito per sapere
che cosa fare e quando farlo. Ogni volta che obbediremo al
Signore riusciremo, poiché Egli non vuole mai che falliamo.
Quando agiamo indipendentemente da Lui, non importa
quanto siano buone le nostre intenzioni, noi siamo soli!
Non c’è da sorprendersi se le cose non riescono come
vorremmo quando chiediamo al Signore di seguire noi
invece di essere noi a seguire Lui! Poiché sei suo amico/a,
tu sei benedetto ed Egli ti vuole usare per benedire gli
altri. Quindi ascolta, sii guidato da Lui, obbediente a lui e
porterai molto frutto!
Preghiera: Signore Gesù, voglio essere sensibile alla voce
del tuo Santo Spirito.

Capitolo 8
Mandati a dare la vita
Giovanni 5:21 “Infatti, come il Padre risuscita i morti e li
vivifica, cosi anche il Figlio vivifica chi vuole”.
Giovanni10:10 “ Son venuto perché abbiano la vita e
l’abbiano in abbondanza”

La vita eterna è la vita d Dio e soltanto Lui ha la


prerogativa di imparare quel tipo di vita. Gesù è venuto
perché uomini e donne possano ricevere questa vita ora e
possano vivere la vita del Regno qui su questa terra, come
fece Gesù stesso. Avere vita eterna significa, quindi, avere
la vita in tutta la sua pienezza. Tutti coloro che credono in
Lui ricevono quella vita; la vita di Dio ora e per tutta
l’eternità. Le guarigioni e le liberazioni che Gesù compiva
erano segni della potenza di tale vita ed erano la prova
che, con Gesù, Dio rendeva disponibile ai suoi figli sulla
terra la vita e le risorse del Suo Regno celeste. E lo stesso si
può dire per gli altri miracoli: quando diede da mangiare
alle moltitudini, quando camminò sull’acqua e quando
cambiò l’acqua in vino. Gesù dimostrò che la vita eterna
non è un prolungamento di questa vita mortale, ma una
vita soprannaturale di un ordine completamente diverso.
Trascendere il naturale ed è infinitamente più potente.
Queste sono la vita e la potenza che Dio vuole vedere
manifestate nella tua vita di discepolo e amico Suo. Vuole
anche che in te si rifletta il suo carattere. Poiché Dio è
amore, avere pienezza di vita significa avere amore in tutta
la sua pienezza. Poiché Egli è misericordioso, come figlio
del suo Regno anche tu devi essere misericordioso. Poiché
Egli è grazia, come suo amico devi essere pieno di grazia.
Tutte le sue qualità sono disponibili per te perché hai
ricevuto la sua vita ed Egli vuole che tu rifletta tali qualità
nella tua vita. Non puoi far apparire qualità che tu non
abbia prima ricevuto. L’apostolo Paolo afferma: “Colossesi
2:10 “Ti è stata data la pienezza in Cristo Gesù”.
Gesù vuole che tu impari a esercitare il potere e l’autorità
che hai ricevuto per mezzo della sua vita, ma anche a
vedere le caratteristiche di questa vita sempre più riflesse
in te. Forse non ti rendi completamente conto della
potenza che c’è in te come credente in Gesù Cristo. Più
camminerai vicino a Gesù come suo amico, più queste cose
diventeranno una realtà nella tua esperienza. Il suo amore,
la sua vita, la sua potenza fluiranno più liberamente nella
tua vita! Bisogna che tu capisca che questo può accadere
realmente nella tua vita: non è solo un’idea grandiosa!
Preghiera: Signore Gesù, voglio vedere il tuo amore, la
tua vita, la tua potenza manifestati nella mia vita.

Capitolo 9

Mandati a fare la volontà di Dio


Giovanni 6:38 “ Perché sono disceso dal cielo non per fare
la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha
mandato”.

Giovanni 8:29 “ E colui che mi ha mandato è con me; egli


non mi ha lasciato solo, perché faccio le cose che gli
piacciono”.

Giovanni 10:37 “ Se non faccio le opere del Padre mio,


non mi credete”

Gesù non era stato inviato per adempiere un suo scopo, ma


per fare la volontà di suo Padre. Egli non visse solo in un
rapporto di amore indipendentemente dal Padre. E’
sorprendente sentirlo esortare i Giudei a non credergli se
non faceva le opere di suo Padre! Quanti altri predicatori
oserebbero dire questo? Gesù poteva predicare
l’obbedienza alla volontà di suo Padre poiché Egli stesso fu
sempre obbediente! Visse sempre in questa duplice
condizione: da una parte poteva dire: “Il Padre e io siamo
uno” e dall’altra: “Il Padre è più grande di me”. Come suoi
amici anche noi viviamo una condizione simile. Per la sua
misericordia e la sua grazia siamo nati di nuovo. Dio ci ha
preso e ci ha posti in Cristo. Ora viviamo in Lui e la sua vita
è in noi. Noi siamo uno con lui, ma Egli è tanto più grande
di noi. Quindi ogni credente deve vivere in sottomissione a
Gesù riconoscendolo come Signore e Padrone. Tutti i
cristiani devono decidere che Gesù è il Re della loro vita e
ha ogni diritto di regnare su di loro. Questo significa
appartenere al suo Regno! SE Lui è il tuo Signore e il tuo Re,
allora sono la sua volontà e i suoi scopi che debbono avere
la priorità nella tua vita. Egli deve poter esercitare la sua
autorità su di te; solo allora tu potrai esercitare autorità nel
suo nome. Se ti sottometterai alla sua autorità, potrai
esercitare la sua autorità! Non gli permettiamo di essere
Signore quando gli disobbediamo! La disobbedienza è
ribellione contro la Sua autorità e ci rende incapaci di usare
l’autorità che Egli mette a nostra disposizione. Gesù venne
in obbedienza. In obbedienza visse. In obbedienza andò alla
croce. E ora regna nella gloria, ricompensa per la sua
obbedienza. Egli potè pregare: “Io ti ho glorificato sulla
terra avendo compiuto l’opera che tu mi hai data fa fare”
Giovanni 17:4. Gesù gridò trionfalmente sulla croce: “E’
finita”, o: “ E’ compiuto”, o: “E’ fatto”. Egli aveva
completato l’opera di salvezza offrendo la sua vita in
sacrificio a nostro vantaggio. Come suo amico Gesù ti
chiama a camminare con Lui in obbedienza al Padre, per
completare l’opera che ha preparato per te. Tu sei un
“ compagno di lavoro” di Cristo. Hai del lavoro da fare;
non il tuo lavoro, ma il lavoro che lui ti dà da fare.
Comunque, non ti appresti a fare questo lavoro da servo,
anche se è un grande privilegio poter servire il Re dei re. Tu
porti avanti il lavoro da amico suo, contento di obbedirgli
perché Egli è quello che è: il tuo amico più grande e più
intimo, Colui che ti ama al punto che è morto per te e ti ha
dato la sua stessa vita! Per adempiere i suoi scopi sarà
necessario che tu viva nella positività della potenza che
Egli ti dà e nella autorità che Egli mette a tua
disposizione.
Preghiera: Signore Gesù, mi sottometto alla tua volontà
con la mia vita.

Capitolo 10
Mandati a rivelare il Padre
Giovanni 7:28 “ Non son venuto da me, ma colui che mi
ha mandato è veritiero”
Giovanni 7:29 “ Io lo conosco, perché vengo da lui, ed è lui
che mi ha mandato”

Giovanni 8:26 “Colui che mi ha mandato è veritiero, e le


cose che ho udite da lui, le dico al mondo”

Giovanni 10:30 “ Io e il Padre siamo uno”

Gesù è venuto per farsi degli amici! E ha scelto coloro che


debbono essere amici suoi. A costoro Egli rivela tutto quello
che ha imparato dal Padre. Non vuole tener loro nascosto
alcunchè! Poiché il suo scopo era quello di rivelare il Padre,
Gesù doveva essere a Lui obbediente. Dio non può essere
rivelato attraverso la disobbedienza o qualsiasi altra forma
di peccato! Tutto quello che Gesù faceva doveva rivelare il
cuore e la volontà di Dio. Quindi Egli ebbe sempre uno
stretto rapporto con suo Padre in preghiera, e fu sensibile
alla voce del Padre. Alcuni desiderano che cresca in loro la
potenza di Dio, ma non hanno con Lui il tipo di relazione
necessario per un uso di tale potenza. Molti pregano per
avere una unzione più completa, ma non vogliono, insieme
con questo, una conoscenza più approfondita di Gesù o una
obbedienza più piena a lui. A causa dell’amore che
abbiamo per noi stessi, siamo riluttanti a obbedire.
Preferiremmo avere tutte le benedizioni che Dio offre senza
doverne pagare il costo. Vorremmo che Egli ci desse tutto
quello che chiediamo, indipendentemente dal modo in cui
viviamo. Ogni benedizione, ogni dono, ogni opera di Dio
nella nostra vita è opera della sua grazia. Noi non
meritiamo nulla; Egli ha scelto di darci tutto. Per la
misericordia di Dio noi riceviamo l’opposto di quello che ci
meritiamo! Eppure Gesù venne ad adempiere la legge di
Dio, non a distruggerla. Egli venne a renderci la obbedienza
possibile attraverso l’azione dello Spirito di Dio. Noi
dobbiamo amarlo con tutto il nostro cuore, la nostra
mente, la nostra anima e la nostra forza. Dobbiamo
amare il nostro prossimo come noi stessi. E Gesù aggiunse
il nuovo comandamento: di amarci gli uni gli altri come
Egli ha amato noi. E il Padre si spetta obbedienza. Poiché ci
ha dato una vita nuova e ha messo il Suo Spirito dentro di
noi per rendere la obbedienza possibile, abbiamo meno
scuse per la nostra disobbedienza di quante se ne avessero
sotto la legge. Infatti: Romani 8:2-4 “ La legge dello
Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge
del peccato e della morte. Infatti, ciò che era impossibile
alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo
ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a
carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il
peccato nella carne, affinchè il comandamento della
legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non
secondo la carne, ma secondo lo Spirito”
Tu sei stato liberato dalla legge del peccato e della morte.
Lo Spirito di vita ora vive in te. Sei in grado di adempiere
pienamente quanto richiede la legge, per la sua grazia.
Gesù si aspetta che tu sia obbediente. “ Voi sarete miei
amici se farete quanto vi comandò”.

Preghiera: Signore Gesù, voglio essere pieno di amore per


te.

Capitolo 11
Mandati per il giudizio
Giovanni 9:39 “ IO sono venuto in questo mondo per fare
un giudizio, affinchè quelli che non vedono vedano, e
quelli che vedono diventino ciechi”

Giovanni 5:27 “ E gli ha dato autorità di giudicare, perché


è il Figlio dell’uomo”.

Il Padre aveva affidato tutto il giudizio a Gesù. Comunque,


Egli non venne per giudicare, ma per salvare le persone dal
giudizio che meritavano. Allo stesso tempo Egli dice
chiaramente che la gente sarà giudicata in base alla
risposta che ognuno darà a Lui. Quelli che avranno creduto
non subiranno la condanna che avrebbero meritato, perché
non c’è nessuna condanna per coloro che appartengono a
Cristo Gesù. D’altra parte, coloro che rifiuteranno Gesù e si
rifiuteranno di riporre la loro fede in Lui, condanneranno sé
stessi a causa della loro incredulità. Anche se l’intenzione di
Gesù era quella di salvare per mezzo della misericordia che
Dio riversava su coloro che si rivolgevano a Lui, Gesù parlò
chiaramente anche delle terribili conseguenze per coloro
che avrebbero rifiutato lui e il Vangelo che Egli proclamava.
Rifiutare la verità significa rifiutare l’opportunità di ricevere
la vita eterna! Il motivo di ciò è semplice. Il giudizio di Dio
sul peccato non è cambiato. Ogni peccato rende il peccato
degno di morte. Noi siamo resi degni, non per qualcosa che
abbiamo fatto, ma perché Cristo è degno. Noi siamo
accettati “nel suo amato” ed Egli vuole che noi portiamo a
termine i suoi piani camminando obbedienti nella sua vita,
facendo quello che ci chiede e conducendo una vita piena
di frutti che gli dia gloria. La fede in Gesù ci trasforma da
peccatori in santi. Santo è chi Dio ha chiamato e messo da
parte per essere Suo figlio, che è santo ai suoi occhi perché
è stato lavato dal sangue di Gesù! I santi devono vivere da
santi, non da peccatori! Ogni cristiano dovrà rispondere
personalmente al Padre per il modo in cui avrà vissuto la
nuova vita. La salvezza è un dono di Dio, un’opera della
sua grazia. Per quel dono tu hai la sicurezza di un posto in
Paradiso. Comunque, Gesù dice chiaramente che ogni
credente sarà remunerato per quello che avrà fatto. Non
tutti avranno la stessa ricompensa in cielo. Il modo in cui
viviamo la nuova vita e il frutto portato nella nostra vita
saranno fondamenti per determinare la nostra condizione
eterna in cielo. Questa è una verità che molti non vogliono
affrontare. Vogliono gioire della salvezza data da Dio per
grazia senza affrontare le responsabilità che la vita nuova
comporta! Il Signore ci ha mostrato la sua grande
misericordia perdonandoci tutti i nostri peccati e
rendendoci pienamente accettevoli davanti a Lui in Cristo.
Ora dobbiamo vivere in Cristo. Ed Egli manifesterà la sua
vita in ognuno di noi. Noi dobbiamo dimorare in Cristo ed
Egli in noi Il Signore Gesù ci mette in guardia non solo
contro i pericoli che si corrono quando si rifiuta Lui e la
salvezza che Egli offre. Ci avverte anche, attraverso molte
delle parabole da Lui insegnate, delle conseguenze di una
vita disobbediente e ci parla delle ricompense per
l’obbedienza. Questa è la scelta che sta davanti a ogni
credente: obbedienza e disobbedienza. Non si capisce la
portata della grazia di Dio se si dà a intendere che non
importa come si viva da cristiani, visto che il suo perdono ci
è assicurato quando ci pentiamo. Il Signore non ci ha
salvato perché siamo disobbedienti e viviamo una vita di
peccato, ma perché siamo obbedienti a Lui cosi che i suoi
propositi possano essere adempiuti.
Gesù ci cha insegnato a pregare cosi “ Sia fatta la Tua
volontà cosi in cielo come in terra”. Se si prega cosi con
cuore sincero il desiderio del credente deve essere il
seguente: “Sia fatta la tua volontà cosi in cielo come nella
mia vita”. Il credente vuole essere gradito al Signore che
ama! I Suoi amici obbediscono ai suoi comandamenti!
Non per il timore delle conseguenze della disobbedienza,
ma a causa dell’amore per Lui!

Preghiera: Signore Gesù, voglio obbedirti.

Capitolo 12
Mandati a vivere una vita di dipendenza
dal Padre.
Giovanni 5:30 “Io non posso fare nulla da me stesso”
Giovanni 14:31 “Amo il Padre e opero come il Padre mi ha
ordinato”.
E’ sorprendente che il Figlio di Dio confessasse che non
poteva far nella da Sé stesso! Per Gesù era impensabile
poter fare qualcosa indipendentemente da Suo Padre.
Questo sarebbe stato un peccato da parte sua. Era stato
inviato per vivere in obbedienza e, quindi, essere
dipendente da Suo Padre, non indipendente! Gesù, quindi,
visse di fede. Egli è l’Autore e il Perfezionatore della nostra
fede perché Egli stesso visse di fede. Vivere in dipendenza
completa dal Padre è l’essenza di una vita di fede! Come la
fede era il modo di vivere di Gesù, cosi deve essere per
noi! Per la fede in Lui riceviamo la vita eterna. Coloro che si
avvicinavano a Lui in fede venivano guariti. Egli insegnò ai
discepoli a pregare con fede, dicendo loro che avrebbero
ricevuto qualsiasi cosa avessero chiesto in preghiera se
avessero creduto. Se avessero parlato alle “montagne” con
fede, i loro problemi sarebbero stati risolti. Ogni cosa
sarebbe diventata possibile per loro se avessero creduto.
Avrebbero imposto le mani agli ammalati ed essi sarebbero
guariti. Avrebbero cacciato i demoni e anche risuscitato i
morti! Gesù era amareggiato quando i Suoi discepoli non
agivano con fede. Diceva loro che erano lenti a credere.
Chiamava i Suoi discepoli “generazione incredula e
perversa”. Li rimproverava perché non credevano che
sarebbe risorto dai morti. Pietro cominciò a camminare
sull’acqua, ma poi la sua fede vacillò e cominciò ad
affondare. Quando gridò a Gesù di salvarlo, Egli lo fece, ma
chiese: “Perché hai dubitato, uomo di poca fede?” Nella
Bibbia leggiamo che senza fede è impossibile piacere a Dio
e tutto quello che non viene dalla fede è peccato! Il solo
modo per portare a compimento i piani di Dio è mediante
la fede in Lui. Ecco perché Paolo dice che la sola cosa che
importa è la fede che si manifesta nell’amore. E questo è
esattamente quando accadde durante il ministero de Gesù.
Questo è il modo in cui Egli visse: con una fede che si
manifestò nell’amore! La vita di fede è una vita di
obbedienza. La fede non significa cercare di far fare a Dio
quello che vogliamo noi; significa vivere in obbedienza alla
Sua Parola, credendo alle sue promesse. Quando siamo
sensibili alle iniziative di Dio, riusciamo sempre. Quando gli
togliamo l’iniziativa, cominciamo ad agire per presunzione
e non per fede. Quando facciamo quello che Egli ci dice di
fare, Egli fa quello che promette di fare. Come amico di
Gesù, sei chiamato a una vita di fede, a vivere in
dipendenza dal Padre, sapendo che non verrà mai meno!
Preghiera: Signore Gesù, scelgo di dipendere da te, non
da me stesso.

Capitolo 13
Mandati a dare la Sua vita
Giovanni 10:17-18 “ Per questo mi ama il Padre; perché io
depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la
toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e
ho il potere di riprenderla. Questo ordine ho ricevuto dal
Padre mio”

Giovanni 12:27 “ Ora, l’animo mio è turbato; e che dirò?


Padre, salvami da quest’ora? Ma è per questo che sono
venuto incontro a quest’ora”
Questa è un’altra sorprendente affermazione fatta da
Gesù, perché sembra suggerire che l’amore del Padre per
lui dipenda in qualche modo dalla sua obbedienza. Un atto
di disobbedienza o di indipendenza avrebbe avuto lo stesso
effetto sulla loro relazione che ebbe la disobbedienza di
Adamo nel Giardino dell’Eden. Gesù era stato inviato per
riparare il danno provocato dal peccato di Adamo, non per
ripeterlo! Fu solo diventando uomo e vivendo una vita di
perfetta obbedienza e sottomissione e poi offrendo la Sua
vita perfetta in sacrificio sulla croce che Gesù potè
cancellare il peccato di Adamo. Vivendo in tal modo Gesù
dimostrò il suo amore per il Padre e anche per noi. E’
impossibile per noi capire la grandezza dell’amore di Dio
nei nostri confronti, un amore tale che Egli mandò
volontariamente il suo unico Figlio perché prendesse su di
Sé il giudizio e la punizione che noi meritiamo per i nostri
peccati, per la nostra disobbedienza e anche per la
ribellione contro il Suo sovrano proposito e la Sua volontà!
Gesù dovette sopportare l’agonia del Giardino di
Getsemani per cancellare il peccato del Giardino dell’Eden.
Poi dovette sopportare il doloro e la vergogna della croce
per la nostra guarigione e perché fossimo resi accettevoli a
Dio! Che amore! Tutta la nostra vita è una risposta a tale
amore. Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo! Se
l’obbedienza costò a Gesù la deposizione della sua vita,
dovrebbe forse avere un costo inferiore per noi? Egli diede
la sua vita per noi e quindi a noi sarà richiesto da dare la
nostra vita gli uni per gli altri. Questa è la croce che
dobbiamo prendere su di noi di buon grado giorno dopo
giorno per seguire Gesù. Egli non ti obbligherà a portare
una tal croce; il portarla deve essere il frutto del tuo amore
per lui, deve derivare dal tuo desiderio di compiacerlo.
L’amore richiede sacrificio o non è vero amore. Quando
due persone “ si innamorano” sono pronte a fare ogni tipo
di sacrificio l’una per l’altra. Se noi amiamo il Signore,
allora noi amiamo anche quelli che gli appartengono e
desidereremo mostrare loro il Suo amore in modo pratico
anche se, a volte, questo ci creerà dei disagi e se ci costerà.
Gesù disse: Matteo 10:38-39 “Chi non prende la sua croce
e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà
trovato la sua vita la perderà ; e chi avrà perduto la sua
vita per causa mia, la troverà”
Tu hai una croce da portare, ma non la croce di Gesù. Tu
non potresti mai fare della tua vita un sacrificio senza
peccato come fece Gesù. E quella croce che è messa su di te
non è neppure una croce di sofferenza o malattia. La tua
croce è quello che tu prendi di buon grado su di te per il
Signore e per il suo Regno facendo del tuo corpo un
sacrificio vivente, permettendogli di usarti per servire Lui
e amare gli altri nel modo che lui richiede da te.
La tua croce ti sembrerà un peso se non la poterai di buon
grado per amore di Gesù. Anch’Egli potè sopportare la sua
croce solo per la sua amorevole obbedienza al Padre e per
il suo amore per tutti noi per i quali diede la sua vita. A Lui
sia lode per sempre! L’amore disturba solo i nostri piani
personali e costa alla nostra carne! Il mancato amore per
gli altri o la difficoltà a dare al Signore il tempo necessario
in preghiera per costruire un rapporto solido con Lui,
dimostra una mancanza di amore da parte nostra. Ogni
disobbedienza deriva dal preferire il proprio “io” a Dio
nonostante tutto quello che Egli ha fatto per noi per
amore. Più grande è la tua riconoscenza verso Gesù per il
suo amore per te, più pronto sarai a manifestare il suo
amore verso gli altri.
Preghiera: Signore Gesù, scelgo di prendere la mia croce
ogni giorno e di seguiti.

Capitolo 14
Mandati per glorificare il Padre
Giovanni 13:31-32 “ Ora il Figlio dell’uomo è glorificato in
lui. Se Dio è glorificato in lui, Dio lo glorificherà anche in
sé stesso e lo glorificherà presto”

In ogni cosa Gesù voleva glorificare Suo Padre, obbedendo


alla sua volontà, pronunciando le parole che gli erano state
date da pronunciare, facendo le cose che vedeva suo Padre
fare, dando la vita per i suoi amici! In qualsiasi cosa Egli
voleva rivelare e glorificare il Padre; Egli non cercava mai la
sua gloria personale, e da ultimo affrontò la realtà della
croce. Gesù guardava oltre l’evento della croce, verso la
gloria preparata per lui in cielo, verso quella posizione che
era sua di diritto e che gli sarebbe stata restituita. Questa
restituzione sarebbe stata l’eterna ricompensa per la sua
obbedienza e il suo sacrificio. Era necessario che Gesù
andasse alla croce di sua spontanea volontà. Il Padre non
lo obbligò a essere crocifisso o a obbedirgli in ogni altro
modo. Come risultato della sua obbedienza, Gesù portò
molto frutto. Un seme doveva cadere nel terreno e morire;
ma grazie a quel seme una grande moltitudine fu portata
nel Regno di Dio. Questo è il principio secondo il quale il
Signore ci chiede di vivere come suoi amici. Gesù ci avverte
che se cerchiamo di tenerci la nostra vita la perderemo. Ma
se la perderemo per amore suo e per il Vangelo, allora la
troveremo. Quel che era vero per Paolo è vero anche per
te: Galati 2:20 “ Sono stato crocifisso con Cristo: non sono
più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora
nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi
ha amato e ha dato sé stesso per me”.
Quando Gesù andò sulla croce prese non solo il tuo e il mio
peccato, ma anche te peccatore. Quando Egli morì, tu
moristi; tutta l’umanità morì! Quando risorse dai morti,
tutti quelli che avrebbero avuto fede in Lui risorsero.
Quindi, come credente, ora condividi la vita risorta di Gesù
Cristo. Paolo afferma: Colossesi 3:3-4 “Poiché voi moriste
e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando
Cristo, la vita nostra, sarà manifestata, allora anche voi
sarete manifestati con lui in gloria”.
E contemporaneamente sei chiamato a vivere questa vita:
Romani 6:3-4 “ O ignorate forse che tutti noi, che siamo
stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella
sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il
battesimo nella sua morte, affinchè, come Cristo è stato
risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, cosi
anche noi camminassimo in novità di vita!”

Poiché sei morto con Cristo e sei stato chiamato a una


nuova vita il Lui, devi offrire te stesso come schiavo non
del peccato ma della “obbedienza che conduce alla
giustizia” (Romani 6:16).
Giustizia non è solo essere in una giusta posizione davanti a
Dio, ma è anche fare quello che è giusto ai suoi occhi. Gesù
era giusto per natura; per questo motivo fece opere di
giustizia. Portandoci sulla croce, Egli ci ha resi giusti, cosi
che ora possiamo fare opere di giustizia.
Non vediamo l’ora di vivere e gioire con Lui nella gloria. Ma
intanto ci sono cose da fare: le cose buone che Gesù ha
preparate per noi che siamo Suoi amici! Il frutto che
glorificherà il Padre! Preghiera: Signore Gesù, grazie
perché sono morto con te e posso ora vivere una nuova
vita.

Capitolo 15
Mandati con autorità
Giovanni 17:2 “ Giacchè gli hai dato autorità su ogni
carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli
hai dati”
Gesù agiva sempre con autorità, lo riconoscevano anche i
suoi oppositori. Nessuno insegnava con tale autorità o
esercitava un potere simile sui demoni, sulla malattia e
perfino sulla morte. Il centurione romano fu lodato da
Gesù per la sua fede, perché si era reso conto dell’autorità
che stava dietro la potenza che Gesù dimostrava. Si
rendeva anche conto che il segreto dell’autorità sta nel
sottomettersi all’autorità preposta. Da buon soldato, il
centurione doveva essere sottomesso agli ufficiali superiori
a lui se voleva poter esercitare autorità su quelli che erano
a lui sottoposti. Lo stesso principio valeva anche per Gesù.
Poiché era obbediente e sottomesso a suo Padre, Gesù
poteva esercitare l’autorità del Padre in tutti i modi
palesati nel Suo ministero. Gesù non avrebbe permesso
che qualcosa disturbasse la sua relazione di perfetta unità
con il Padre. Senza la perfetta sottomissione alla autorità
del Padre non ci sarebbe stata salvezza. Il destino eterno di
milioni di persone era in gioco e fu assicurato dalla
obbedienza di un solo Uomo! Per mezzo della sua
sottomissione all’autorità del Padre, Gesù potè esercitare
l’autorità di dare vita eterna a tutti coloro che gli erano
stati dati dal Padre perché fossero suoi amici! Il Padre gli
affida certe persone perché Gesù possa dar loro vita
eterna. Egli presenterà di nuovo le stesse persone al Padre
perfette e senza macchia. Poiché tu gli appartieni, sei una
di quelle persone! Gesù ti ha dato quella vita e ora puoi
viverla dipendendo da Lui. Mentre farai ciò potrai
esercitare l’autorità spirituale che Egli ti ha dato! Nessuno
può impedirti di essergli obbediente! Dipende da te
scegliere di sottometterti alla Sua autorità, di fare la sua
volontà e di adempiere i suoi scopi per la tua vita. Più
completa sarà la tua sottomissione a Lui, più sarai in grado
di esercitare la sua autorità.
Preghiera: Signore Gesù, grazie per l’autorità spirituale
che mi hai dato.

Capitolo 16
Gli amici sono in Cristo
Se credi in Gesù, sappi che Egli ti ha chiamato a essere suo
discepolo, a seguirlo e a essere suo amico. Tu sei un
credente, un seguace, un discepolo, un amico di Gesù
chiamato a essere uno con lui! Gesù disse ai discepoli:
“Dimorate in me e io dimorerò in voi”.
Puoi dimorare solo dove sei stato messo da Dio il Padre: in
Cristo Gesù. Come tu continui a vivere in Lui, cosi lui
continuerà a vivere in te. Come puoi vivere in Lui? Come
puoi conoscerlo meglio e sperimentare la potenza del suo
amore nella tua vita? Come può Egli operare nel tuo cuore
in modo che tu possa unirti agli altri credenti con un
legame d’amore più profondo di quello che hai conosciuto
in passato?
Giovanni 6:35 “ Io sono il pane della vita; chi viene a me
non avrà più fame, e chi crede in me non avrà mai più
sete”
Giovanni 6:37 “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a
me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori”
Giovanni 6:44 “Nessuno può venire a me se non lo attira il
Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”
Giovanni 6:45” Ogni uomo che ha udito il Padre e ha
imparato da lui, viene a me”

Tu sei “andato a Gesù” quando gli hai dato la tua vita. Devi
continuare ad andare a Lui, a rivolgerti a lui, a guardare a
lui, a confidare in lui! Questo deve essere un processo
continuo. Il Padre voleva che tu fossi un amico di Gesù. Egli
ha scelto di metterti in Cristo. Proprio come Gesù visse “nel
Padre” e il Padre “in Lui”, cosi tu devi vivere in Cristo Gesù
ed Egli in te. Il Signore non vuole che tu ti veda
indipendente da Gesù, ma in lui, pronto a condividere la
sua vita. Poiché sei in Cristo, la sua vita è diventata la tua
vita. Tutto quello che è suo diventa la tua eredità. Dio ti
ha benedetto in Cristo con ogni benedizione spirituale nei
luoghi celesti!
Matteo 4:4 “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni
parola che proviene dalla bocca di Dio”

Le parole di Gesù sono il tuo cibo spirituale di ogni giorno.


Mentre ti nutri delle sue parole, Egli continua a effondere il
suo Spirito e la sua vita su di te. Ogni giorno puoi sederti ai
suoi piedi e permettergli di istruirti, di rivelarti la natura di
tutte le benedizioni che hai in Cristo! Puoi imparare come
Egli possa manifestare la sua vita in te e attraverso di te.
Gesù rimase nel Padre perché fu a lui obbediente; tu
rimarrai in Cristo se sarai a Lui obbediente e permetterai
alle sue parole di vivere in te! L’obbedienza ti permette di
vivere in Cristo; la disobbedienza ti toglie il privilegio di
essere in lui! Ogni peccato ti allontana da Gesù. Egli è
ancora con te, ma a distanza! Il peccato apre un solco fra
te e il Signore. Questo solco si chiude quando sei perdonato
e allora diventa possibile per te continuare a vivere in lui.
Comunque, Gesù non vuole che tu salti dentro e fuori di Lui
obbedendogli una volta e scegliendo di compiacere a te
stesso la volta successiva. Egli vuole vedere un’obbedienza
costante nella tua vita. E tale obbedienza sarà frutto del
tuo amore per lui. Vai a lui in preghiera ogni giorno,
imparando a mettere a nudo il tuo cuore davanti a lui e ad
ascoltare quello che Egli deve dirti. Impara a rivolgerti a lui
in ogni momento del giorno, sapendo che lui è sempre con
te e pronto ad aiutarti. Gesù non ti manderà mai via
quando vai a lui. Non si stancherà mai di averti per
amico. Anche quando hai ignorato le sue parole o hai
disobbedito volontariamente a quello che ti ha detto, vuole
ristabilirti al più presto perché tu possa camminare di
nuovo nelle sue vie e portare il frutto che darà gloria al
Padre nella tua vita. E Gesù ti porterà al compimento della
chiamata di Dio: ti risusciterà nell’ultimo giorno. Allora
riceverai il premio della tua obbedienza. Godrai l’amicizia
eterna con il tuo Signore, Salvatore e Re. Nessuno può
capire il meraviglioso amore che spinge il Padre a
chiamare a Sé i peccatori, a perdonarli e a innestarli nella
suo Figlio in modo che, un giorno, essi possano essere
ripresentati a lui perfetti e senza macchia, in grado di
ereditare le benedizioni eterne del cielo!
Giovanni 6:40 “Poiché questa è la volontà del Padre mio:
che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”
Tu hai risposto alla sua chiamata ed Egli opererà in te
perché il suo scopo sia adempiuto!
Abbiamo già considerato come la fede sia la nostra
risposta all’iniziativa di Dio di estendere la sua grazia e la
sua misericordia a noi. Egli ci dà l’opposto di quello che ci
meritiamo. Invece di condanna, giudizio, morte e
separazione eterna da Dio, Egli ci ha dato perdono, pace,
riconciliazione e una ricca eredità.
Preghiera: Signore Gesù, grazie che vivo in te e tu vivi in
me.

Capitolo 17
Gli amici pregano e agiscono nella fede

Dobbiamo fare opere di fede perché viviamo in un rapporto


di fede con Gesù. L’atto di fede iniziale in risposta
all’annuncio del Vangelo ci fa entrare in questo
meraviglioso rapporto con Gesù Cristo. Paolo scrisse:
Efesini 1:13-14 “ In lui voi pure, dopo aver ascoltato la
parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e
avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo della Spirito
Santo che era stato promesso, il quale è pegno della
nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio
si è acquistati a lode della sua gloria”
Non ti era possibile vivere in Cristo prima di aver creduto in
lui. Ora continui a vivere in lui per mezzo della fede nella
sua parola. La vita di Cristo è diventata la tua vita. La sua
giustizia è la tua giustizia; la sua santità è la tua santità; la
sua pace è la tua pace; la sua gioia è la tua gioia; la sua
eredità è la tua eredità. Tu sei una cosa sola con Gesù.
Devi credere a questo invece di guardare indietro e pensare
di essere ancora la persona che eri prima della nuova
nascita. Una volta vivevi nell’oscurità; ora sei figlio della
luce. Una volta non potevi prendere niente da Dio; ora tu
vivi in lui e lui in te. Una volta non avevi eredità; ora hai
una ricca eredità, poiché tutte le ricchezze e le risorse del
cielo sono tue. Egli ti ha benedetto in Cristo con ogni
benedizione spirituale nei luoghi celesti. Il Signore vuole
che tu non perda mai di vista tutto quello che Egli ha fatto
per te e la ricca eredità che hai in Cristo. Piuttosto, Egli
vuole che tu ti appropri di tutto quello che ha reso tuo in
Gesù. La fede arriva in cielo perché ci appropriamo di
quello che il Signore nella sua Parola dice essere nostro. La
fede crede che Egli sarà fedele e ci darà tutto quello che ha
promesso. Non è il credente che deve dire come o quando
Egli deve dare; il credente deve credere alle Sue promesse.
Il credente deve credere! E quando lo fa, Dio agisce. Noi
dobbiamo credere che Egli ricompensa coloro che lo
cercano con cuore sincero. Quando Gesù dice: “Chiedete e
riceverete”, la parola “Chiedere” significa “continuare a
chiedere”, “insistete nel chiedere”. Quando si prega con
fede, si è intenzionati a ricevere le risposte di cui si ha
bisogno! Gli amici di Gesù non si lasciano abbattere dagli
eventi o dalle circostanze, perché la fede in Gesù fa si che
Egli possa cambiare le situazioni per mezzo della sua
potenza soprannaturale, spesso in modi sorprendenti,
inaspettati. Quando preghi con fede, non sei disposto ad
accettare una risposta qualsiasi, ma solo quella giusta! Al
Signore piace una fede audace e determinata che gli si
rivolge per chiedergli l’adempimento delle sue promesse!
Gesù non insegnò mai ai suoi discepoli ad aspettarsi la
risposta: “No”! Paolo soffri per amore del Vangelo, ma non
permise mai alle circostanze avverse di allontanarlo dai
piani di Dio. Nelle situazioni più difficili Paolo cercava
sempre quel che c’era di positivo. Persino quando era in
prigione poteva scrivere agli altri dicendo di gioire nel
Signore sempre! Questa è la natura di una fede vera e
vivente. Ti trasforma da vittima in vincitore. Il Signore
vuole cambiare i tuoi atteggiamenti cosi che tu possa
pensare con la mente di Cristo. Ciò significa che i tuoi
pensieri saranno in linea con la rivelazione della verità che
Dio ci dà nella Sua Parola. Più camminiamo vicino a Gesù,
più facilmente udrai la sua voce e riceverai da lui le parole
di fede di cui hai bisogno. Più lo ascolterai, più avrai fiducia
in lui. Se avrai fede non sarai sopraffatto dagli eventi.
Anzi, con la sua grazia che ti metterà in grado di farlo, tu
li dominerai. Una cosa che Gesù non può fare è fallire!
Quindi, quando credi in lui, neanche tu fallirai! Comunque,
non puoi pensare in un modo quando preghi e in un modo
diverso nel tempo restante. La fede è una relazione con
Gesù, un cammino con lui, significa confidare in lui sempre,
non solo quando si prega. La tua vita carnale, il tuo “io”
naturale, tende a essere negativa; lo Spirito di Dio è
positivo. Egli ti ricorda quello che il Signore dice nella sua
Parola. La fede viene dall’udire la Parola di Dio sussurrata
al tuo cuore dallo Spirito. Più lo ascolterai, più avrai fiducia
in lui. Vivere da amico suo significa sapere che Egli è in
tutto e per tutto affidabile, che sarà con te sempre come
ha promesso, che non ti lascerà e non ti abbandonerà
mai. Egli è dalla tua parte e vuole aiutarti in ogni
situazione. Non dire che non sei capace di udire il Signore!
Devi solo aprire la Bibbia ed Egli ti parlerà. E’ bene farlo
prima di pregare, perché allora il tuo pensiero tenderà a
essere più in linea con il modo di pensare di Dio. Sarai più
consapevole della sua grandezza e delle meravigliose
promesse che Egli fa a chi crede in lui!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei sempre con me
e mi rendi capace di vincere.

Capitolo 18
Gli amici seguono Gesù
Giovanni 10: 3-4 “ Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli
chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori.
Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a
loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce

Giovanni 10:27 “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io


le conosco ed esse mi seguono”

Giovanni 12:26 “ Se uno mi serve, mi segua; e là dove


sono io, sarà anche il mio servitore”

Gesù conosce personalmente tutti quelli che appartengono


a Lui. Può darsi che tu avverta la necessità di conoscerlo
molto meglio di quanto lo conosca adesso. E questo è
comprensibile. Comunque, Gesù ti conosce già fini in fondo.
Ti conosce per nome. Ti parla ogni giorno per mezzo dello
Spirito Santo che vive in te. Egli ha un piano uno scopo per
la tua vita che fanno parte di un suo progetto universale.
Egli sta operando nella storia. E un giorno ti presenterà
immacolato e senza colpa al Padre perché tu possa vivere e
regnare con lui per tutta l’eternità! Non solo Gesù prese
l’iniziativa quando ti chiamò nel Suo Regno, ma vuole
continuare ad avere tale iniziativa. Egli è il Buon Pastore.
Conduce le sue pecore. Quindi non sei tu che devi dire al
Pastore quello che deve fare; e non devi neppure andare
davanti al Pastore. Devi seguire Lui che guida. E questo è
per il tuo bene. Egli ti condurrà ad acque tranquille e a
pascoli abbondanti. Ti farà passare attraverso il fuoco
senza che tu sia bruciato e attraverso le acque senza che tu
sia sommerso. Isaia 43:1-3 “Non temere, perché io ti ho
riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando
dovrai attraversare le acque, io sarò con te; Quando
attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando
camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non
ti consumerà, perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo
d’Israele, il tuo salvatore”
Vivere con Gesù significa vivere nella sua sicurezza. Ecco
perché Gesù fu cosi amareggiato per la mancanza di fede
dei suoi discepoli quando erano con Lui sulla barca pieni di
paura perché temevano di annegare a causa della
tempesta. Essi avrebbero dovuto rendersi conto che
potevano stare tranquilli perché erano con Gesù. Se lui
aveva detto che sarebbero andati dall’altra parte del lago
questo era esattamente quello che sarebbe successo e
nulla avrebbe potuto impedirlo! Non ascoltare mai i tuoi
timori; ascolta la tua fede! Quando consideri le circostanze
o la tua debolezza o la tua mancanza di abilità sei tentato
di aver paura. Ma la risposta di Gesù al timore era di dire ai
suoi discepoli di non temere perché Egli era con loro! Non
avevano bisogno di cura d’anima o di preghiere per i loro
timori; avevano bisogno di credere in Gesù! Come è
possibile sapere che Gesù è con noi e continuare ad avere
timore? Egli è tanto più grande di ogni situazione o
problema. Anche se la tua relazione naturale sarebbe di
aver paura, la tua fede ti permetterà di vincere la paura. Se
ascolti i tuoi timori sarai paralizzato e non riuscirai più ad
agire. Salmo 23:4 “Quand’anche camminassi nella valle
dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché
tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno
sicurezza” Gesù ci dice di non preoccuparci per quello che
dobbiamo bere e mangiare o quello che dobbiamo
indossare o anche per quello che succederà nel futuro più
prossimo. La preoccupazione non produce nulla. Matteo 6:
27 “E chi di voi può, con la sua preoccupazione,
aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” Nella
sovranità della visione che ha della nostra vita, il Signore sa
che a ogni giorno basta il suo affanno. Egli ci ha dato la
grazia di credere in lui e in questo modo non saremo
sopraffatti dagli eventi che accadono ogni giorno.
Comunque, Gesù non ti dà la grazia per affrontare gli
eventi del domani se non quando è già domani. Perciò se
cominci a preoccuparti del domani ti escludi dal piano e
dal progetto che Egli ha per te oggi! Lascia che la
consapevolezza della tua debolezza ti incoraggi a riporre la
tua fiducia in Gesù. Egli non ti deluderà. Gesù è il Buon
Pastore. Se confederai in lui, non avrai bisogno di nulla.
Preghiera: Signore Gesù, grazie che non debbo temere
nulla perché tu sei con me.

Capitolo 19
Gli amici possiedono la vita di Dio

Giovanni 10:10 “Sono venuto perché abbiano la vita e


l’abbiano in abbondanza”

Per fede dobbiamo impossessarci della nostra eredità cosi


che possiamo vivere nell’abbondanza di tutto quello che
Dio ha fatto per noi e ci ha dato in Cristo. Dobbiamo vivere
nella pienezza della sua vita ora. Questo è il motivo per il
quale è venuto e ci ha chiamato a essere suoi amici: per
darci pienezza di vita ora; per godere di quella vita ora; per
vivere la positività di quella vita ora. L’incredulità è il
problema più grave per la maggior parte dei cristiani. Dio
non solo promette quello che farà; ci rivela anche quello
che ha fatto. Il tempo dei verbi nella Bibbia è molto
importante. Ci dice quello che il Signore ha fatto, quello che
sta facendo ora e quello che ci promette di fare in futuro.
Se ci dice che ha già fatto qualcosa, allora lo ha fatto!
A Volte i cristiani chiedono al Signore di fare quello che ha
già fatto! Debbono invece vivere nella rivelazione che
quello che Dio dice essere loro è davvero loro!
Ci vorrà tutto il tempo della tua vita terrena per vivere nella
positività di tutto quello che Dio ha fatto per te quando hai
ricevuto la nuova nascita. La lista che segue include alcune
delle cose che Dio dice essere già parte della nuova vita che
Egli ti ha dato in Cristo.

Le cose vecchie sono passate e sono diventate nuove!


Tu sei una creatura nuova.
Egli ti ha dato un cuore nuovo e ha messo il Suo Spirito
dentro di te.
Ha perdonato tutti i tuoi peccati.
Tu ora sei reso accettevole a Dio “nel suo amato” (Gesù).
Tu sei stato posto “in Cristo Gesù”.
Egli è la tua giustizia.
Dio ti considera giusto perché sei in Cristo.
Egli è la tua santità. Dio ti considera santo e perfetto in
Cristo.
Egli ti ha redento; ha pagato il riscatto per te e cosi tu
appartieni per sempre al Padre.
Non c’è condanna per te perché sei in Cristo Gesù.
Tu hai pienezza di vita in Lui.
Per le Sue ferite sei stato guarito.
Ora tu sei figlio di Dio.
Sei coerede con Cristo.
Ora appartieni al Suo patto di grazia.
Egli ti ha benedetto in Cristo con ogni benedizione
spirituale nei luoghi celesti.
Le promesse dell’Antico e del Nuovo Testamento sono
tue.
Egli ti ha dato vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Cristo ti ha liberato perché tu fossi libero.
Non ti manca alcun dono spirituale.
Egli ti ha arricchito in ogni modo possibile.
Ora sei un figlio della luce e non devi camminare nelle
tenebre.
Egli ha spezzato il potere del peccato nella tua vita perché
tu fossi libero dalla legge del peccato e della morte.
Ora lo Spirito della vita opera in te.
Tu hai ricevuto la potenza che risuscitò Gesù dai morti
perché sei stato riempito di Spirito Santo.
E lo Spirito Santo è la garanzia della tua eredità futura.
E queste sono solo alcune delle benedizioni che sono tue in
Cristo! Non c’è bisogno che tu chieda al Signore di darti
quello che ti ha già dato! Usa la fede per ringraziare il
Signore perché ti ha dato quello che Egli dice essere già tuo
e perché ha fatto quello che Egli dice di aver fatto.
Il nemico vuole che tu ti concentri su te stesso, sui tuoi
sentimenti, sui tuoi dilemmi e sui tuoi problemi e che dubiti
che tutte queste cose possano davvero essere tue. Non
lasciarti ingannare da lui. Egli è il ladro che vuol rubare,
uccidere e distruggere. Non può portarti via ciò che Gesù
ha scelto di darti. Ma se riesce a ingannarti e a farti
credere che non hai quello che Dio dice che hai, allora tu
non vivrai nella ricchezza della tua eredità. Perciò devi
stare saldo davanti al nemico; egli è bugiardo ed è
l’ingannatore dei fratelli. Gesù, al contrario, è la verità. E le
Sue parole sono parole di verità. Anche se il cielo e la terra
passeranno, le sue parole non passeranno mai. Vediti in
Cristo come Dio ti vede! Credi di avere tutto ciò che Egli ti
dice che hai e credi che puoi fare tutto quello che egli ti
dice che puoi fare!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché tutte queste verità
sono vere per me.

Capitolo 20
Gli amici ricevono lo Spirito Santo
Giovanni 7:38-39 “ Chi crede in me, come ha detto la
Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli
che avrebbero creduto in lui”

Giovanni 14:16-17 “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà


un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo
Spirito della verità”

Giovanni 14:26 “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il


Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi
ricorderà tutto quello che vi ho detto”

Giovanni 16:13 “Quando però sarà venuto lui, lo Spirito


della verità egli vi guiderà in tutta la verità, perché non
parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi
annuncerà le cose a venire”

Lo Spirito Santo è Dio ed è promesso a tutti coloro che


credono in Gesù. Tutti i credenti debbono essere battezzati
nello Spirito Santo e vivere “immersi” nello Spirito per poter
traboccare nella vita, dell’amore e della potenza dello
Spirito Santo, Gesù dice che fiumi di acqua vive
sgorgheranno dai credenti. Egli non si occupa solo di quello
che il cristiano riceve, ma anche di quello che fluisce dalla
sua vita. Il tuo corpo è un tempio dello Spirito Santo, della
presenza di Gesù. E’ compito dello Spirito Santo riprodurre
il carattere di Gesù in te, esprimere la sua vita attraverso di
te e renderti capace di fare le stesse cose che fece Gesù!
Non puoi vivere la vita cristiana basandoti sulla tua forza.
Gesù sapeva che la tua vita nella carne, la vita del “io”, non
sarebbe mai potuta piacere a Dio. Per questo motivo sei
stato crocifisso con lui. Ora hai una nuova vita, Cristo in te,
speranza di gloria. Una persona è in grado di dire che ha
dato il suo cuore al Signore che Gesù è andato a vivere nel
suo cuore. Questo è certo molto spirituale, ma non significa
necessariamente che quella persona faccia qualcosa o
produca frutto per glorificare il Padre. Presentare il proprio
corpo come sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio,
questa è la lode spirituale che Dio richiede. Perché? Perché
Egli rende il tuo corpo tempio del Suo Spirito in modo che
tu lo possa usare per manifestare il suo carattere e la sua
vita e per esprimere il suo amore servendo gli altri e
occupandoti di loro. Non serve molto dargli il nostro cuore
se non siamo pronti a dargli anche il nostro corpo! Gli amici
di Gesù gli danno il loro cuore, perché sanno che non è
possibile obbedirgli in altro modo! Il Signore è per il corpo e
il corpo è per il Signore! Non serve cercare di crearci una
vita nostra separata da Cristo. Tu hai una identità nuova
perché hai una vita nuova. Ora che Dio vive in te nella
persona, nella vita e nella potenza dello Spirito Santo, Egli
darà vita è forza al tuo corpo mortale! Gesù non vivrà la
tua vita al posto tuo, ma vivrà la sua vita in te. La tua vita
deve ora essere vissuta in uno scambio continuo con lo
Spirito Santo. Gesù ci dice che lo Spirito Santo ci ricorderà
tutto ciò che Gesù ha detto e fatto per noi. Non vuole che
proviamo a fare quello che Egli ha già fatto per noi! Gesù
ha dato la Sua vita per i suoi amici e cosi il suo Spirito può
ora vivere in noi per guidarci nella verità tutta intera e per
far si che la nostra vita sia uno specchio di quella verità. Lo
Spirito Santo è il Consigliere di Dio dentro di te. Egli è la
voce di Dio dentro di te. E’ pronto a parlarti tutto il giorno,
che tu lo ascolti o no! Egli non parla di sua iniziativa, ma
dice ciò che sente dal Padre. In altre parole, ti dà le
istruzioni di Dio dal cielo cosi che tu possa adempiere il
piano di Dio e il suo piano per te. Egli si occupa di ogni
dettaglio della tua vita e vuole insegnarti quel che devi fare
per cooperare con Dio! Non solo ti dice quel che Dio vuole
che tu faccia, ma è anche Colui che ti mette in grado di
farlo. Gesù dà il suo Spirito Santo ai suoi amici per renderli
capaci di vivere come suoi amici e di obbedire ai suoi
comandamenti. Nonostante le tue debolezze e incapacità
tu puoi fare tutto quello che Dio ti chiede. Puoi sentire la
voce di Dio e fare la sua volontà grazie all’azione dello
Spirito Santo dentro di te.
Preghiera: Signore Gesù grazie perché il mio corpo è un
tempio del tuo Santo Spirito.
Capitolo 21
Gli amici sono liberi
Giovanni 8:31-32 “ Se perseverate nella mia parola, siete
veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità
vi farà liberi”

Giovanni 8:36 “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete


veramente liberi”

Tutti hanno bisogno di essere liberi e Gesù morì per


liberarci. Grazie alla croce siamo liberi dalla colpa, dal
peccato, dal legalismo religioso, dalla malattia, da
qualsiasi cosa che ci opprime. Veniamo liberati perfino da
noi stessi! Sapere che sei crocifisso con Cristo è il segreto
per sapere che la persona che eri una volta è morta e
sepolta. Ora la tua vita è nascosta con Cristo in Dio! Tu non
vivi più per te stesso, ma per lui che ha dato la sua vita per
te. Tu vieni liberato dal tuo passato per seguire Cristo e per
portare a termine il piano che lui ha per te.
Tu sei stato liberato per vivere come amico di Gesù.
Non c’è nulla che ti impedisca di farlo, se questo è il tuo
desiderio. Tu diventi impedimento per te stesso se scegli le
tue vie invece che le sue. Non ci sono se si disobbedisce al
Signore. Si disobbedisce solo perché si vuole farlo, non
perché si sia incapaci di obberdirgli! Alcuni guardano sé
stessi e pensano di non essere liberi, pensano che
imperfezioni e inadeguatezza inevitabilmente impediranno
loro di essere graditi al Signore. Paolo afferma che “Cristo
ci ha liberati perché fossimo liberi” (Galati 5:1). Egli ha già
fatto tutto per permetterti di vivere in libertà. “Perché,
fratelli, voi siete stati chiamati a libertà” ( Galati 5:13).
Gesù ti ha liberato. Credigli e ringrazialo anche se i tuoi
sentimenti, le tue esperienze e i tuoi ricordi tenteranno di
farti pensare che non sei libero! Come puoi dire di essere
libero se non ti senti libero? Sulla croce Gesù “è stato
trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a
causa del nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace,
è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati
guariti….. Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la
bocca….. Ma piacque al Signore di stroncarlo con i
patimenti” ( Isaia 53:5,7 e 10) Egli si identificò
completamente con ogni necessità umana per liberare gli
uomini dalle loro necessità. Non importa quali siano i tuoi
problemi , passati o presenti: Gesù li ha risolti tutti sulla
croce. Gesù disse ai discepoli che conoscere la verità era ciò
che li avrebbe liberati. Non è con cure d’anima o
consulenze di vario tipo che vivrai nella libertà, ma con la
conoscenza della Sua Parola e credendo in essa! Non sarai
mai libero se guarderai te stesso, ma lo sarai se ti volgerai
a Gesù e crederai a quello che ha fatto per te! La verità può
farti libero solo se la “conosci”. Conoscere la verità significa
crederla, il che implica che tu non solo la accetti come vera,
ma che la vivi come tale. Quando le circostanze sembrano
contraddire la Parola, sono le circostanze che debbono
cambiare, non la Parola! Quando i tuoi sentimenti o
quello che pensi contraddicono la rivelazione della Parola
di Dio, scegli di credere a quello che dice la Parola, non ai
tuoi sentimenti! Dovrai dire a te stesso, alle circostanze, al
nemico quando ti attacca, qual è la realtà della tua nuova
vita; se Gesù ha già portato i tuoi pesi, non c’è bisogno che
anche tu li porti! Quindi non pensare a te stesso e non
parlare di te stesso come se tu fossi pieno di pesi, legato,
oppresso o rifiutato. L’incredulità è una forma di orgoglio,
significa pretendere di sapere di più di quanto il Signore ci
ha rivelato, significa porre la nostra mente al di sopra di
quella di Cristo! Significa mettere i nostri pensieri più in
alto dei suoi pensieri mentre, in realtà, i suoi pensieri sono
tanto più in alto dei nostri! Incredulità significa scegliere di
credere quello che pensiamo, invece di credere a quello che
Egli dice. A volte sembra illusorio dire che siamo liberi,
guariti, perdonati, quando non ci sentiamo di esserlo. Ma i
nostri sentimenti non sono la verità definitiva. La verità è
una persona: Gesù. Essere un amico di Gesù significa essere
un amico della verità. Camminare con Gesù significa vivere
con la verità. Vivere in lui significa vivere nella verità! I tuoi
sentimenti, le tue esperienze e le tue circostanze
cambieranno, ma la verità non cambierà mai! La verità non
ti libererà, se le parole di verità rimangono nella Bibbia;
debbono essere incultate nel tuo cuore! E lo Spirito Santo ti
è dato per renderti capace di averle nel cuore. Egli ti
guiderà in tutta la verità. Tu sei libero di pregare quando
vuoi, di lodare quando scegli di farlo, di amare coloro che
Dio ti mette davanti. Sei libero di credere quello che dice
la Parola di Dio o quello che senti! Tu puoi scegliere. Puoi
dare a Gesù la parte del tuo cuore e della tua vita che
vuoi. Sei libero di amarlo con tutto il cuore, con tutta
l’anima, con tutta la mente e con tutta la tua forza, se
scegli di farlo; di amare il prossimo tuo come te stesso; di
offrire il tuo corpo come sacrificio vivente a Dio; di amare
gli altri credenti come Cristo ti ama. Tu sei libero perché
Gesù Cristo ti ha reso libero.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché conoscere la verità


mi fa libero.

Capitolo 22
Gli amici sono amati
Giovanni 14:21 “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e
io lo amerò e mi manifesterò a lui”
Giovanni 15:9 “Come il Padre mi ha amato, cosi anch’io
ho amato voi; dimorate nel mio amore”

Noi possiamo amare solo perché Egli ci ha amati per


primo. Più vivi nella rivelazione dell’amore di Dio, più lo
compiacerai amandolo con tutto il cuore, con tutta la tua
mente, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza! E’
insieme meraviglioso e straordinario che Gesù dica a noi,
che ci considera suoi amici, che ci ama come il Padre lo
ama! Dice che il Padre lo ama perché è stato obbediente e
ha dato la sua vita per i suoi amici. Quindi Egli ama vedere
che siamo obbedienti a lui! Gesù chiese al popolo perché lo
chiamassero: “ Signore” e non facessero, poi, quello che
Egli diceva! Se Egli è davvero il tuo Signore, allora non
vedrai l’ora di sottoporre la tua vita alla sua direzione. Se
sei davvero riconoscente perché ha dato la sua vita per te,
allora sarai pronto a dare la tua vita per gli altri! Questo
significa forse che il Signore ama solo coloro che
obbedientemente vivono la loro vita sacrificandosi? No, è
chiaro che Egli ci amava anche quando eravamo ancora
peccatori e lo dimostrò morendo per noi. Egli ama tutti
coloro che ha creato, anche chi lo rifiuta e si ribella contro
di lui. Egli ci dice di amare i nostri nemici perché Egli ama i
suoi nemici! Però, come il Padre ebbe un rapporto di amore
molto speciale con il suo Figlio, cosi i discepoli avevano un
rapporto di amore speciale con Gesù, perché erano pronti a
obbedirgli (anche se in modo imperfetto) e a dare la vita
per gli altri. In altre parole, Gesù ha un amore speciale per
coloro che vivono da suoi amici. “Come il Padre mi ha
amato, cosi anch’io ho amato voi; dimorate nel mio
amore”. Non devi far nulla per meritarti il suo amore.
Accetta semplicemente il fatto che Egli ti ama e vuole che
entri sempre più profondamente dentro quell’amore, per
sentirti pienamente sicuro in quell’amore, pieno del suo
amore e desideroso di dare agli altri ed essere forte in quel
suo amore. Egli vuole che tu abbia un rapporto stretto e
intimo con lui cosi che il Padre e il Figlio possano venire ad
abitare in te.
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio
l’amerà e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui” (
Giovanni 14:23)

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mi ami.

Capitolo 23
Gli amici ricevono un cuore nuovo.
Come l’amore di Gesù per te non è basato sui sentimenti o
sulle emozioni, cosi deve essere per il tuo amore: non deve
essere basato su sentimenti e emozioni. E’ chiaro, però, che
non puoi amare il Signore con tutta l’anima senza che le
tue emozioni vengano coinvolte. Ma il tuo amore per lui
risiede nel tuo spirito e non nella tua anima! Dio è Spirito. Il
suo amore per te nasce dallo Spirito, ma influenza anche
ogni parte della vita della tua anima (mente, emozioni e
volontà) e anche il tuo corpo. Gesù umiliò sé stesso, venne
volontariamente come servo di tutti, si diede
completamente alla gente. Lavò i piedi dei discepoli.
Perdonò i peccati della gente e andò a mangiare con i
peccatori e con gli ultimi. Andavano ad ascoltarlo in gran
numero perché si rendevano conto che, invece di giudicarli
come facevano i capi religiosi, Egli li amava. Nonostante la
loro mancanza di santità, essi non si sentivano schiacciati
dal santo, ma si sentivano attratti da lui a causa del suo
amore per loro. Amando le persone come Egli le amava,
Gesù dimostrava il suo amore per il Padre e l’amore del
Padre per le persone. Non fu per lui un peso dare la sua vita
per obbedire al comando di Suo Padre, perché egli stesso
aveva l’amore nel cuore. Egli voleva obbedire al Padre! Se
amiamo Gesù, sarà nostro desiderio obbedirgli e
manifestare il suo amore agli altri. Solo chi non ama non
vuole obbedire. Chi non ama non vuol sentir parlare di
obbedienza e i comandamenti di Dio gli appaiono gravosi.
Il Signore ti ha dato un cuore nuovo e ha messo il Suo
Spirito di amore dentro di te. Ora ha scritto la sua legge
non su una tavola di pietra o in un libro, ma nel tuo cuore.
Le promesse che Dio diede attraverso il profeta Ezechiele
sono state adempiute in Gesù: Ezechiele 36:25-27 “ Vi
aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di
tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un
cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo;
toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un
cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò
in modo che camminerete secondo le mie leggi, e
osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”

Queste parole si riferiscono al nuovo patto di cui sei parte.


Dio ti ha dati un cuore nuovo quando sei nato di nuovo.
Prima di allora camminavi a modo tuo e facevi quello che
volevi. Ora, nella vita nuova, sei in grado di obbedire al
Signore e di compiacerlo perché Egli ti ha dato il Suo Spirito
e ha scritto la sua legge nel tuo cuore nuovo. Ma la scelta
di obbedirgli è ancora tua. Non si obbedisce
automaticamente alla Sua Parola e non si vive
automaticamente in modo gradito al Signore; ci deve
essere una decisione giornaliera e consapevole per poter
fare questo. Prima della nuova nascita potevi solo
camminare nella carne (per compiacere a te stesso). Ora
Dio ti ha reso capace di camminare nello Spirito (per
compiacere a Lui). Tu puoi fare l’una o l’altra cosa. Puoi
scegliere di camminare nella carne, di compiacere a te
stesso e di dispiacere al Signore; o puoi camminare nello
Spirito, obbedire ai suoi comandamenti ed essere gradito
al Signore. Non ci possono essere dubbi su quanto Egli
vuole dai suoi amici! Ogni giorno dovrai prendere una serie
di decisioni: te stesso o gli altri, te stesso o l’obbedienza a
Gesù; egoismo o altruismo. Rinnegare te stesso senza
avere il cuore giusto per farlo è impossibile. Non importa
quanto tu ci provi, fallirai sempre! Anche i cuori nuovi e
puliti con l’uso diventano sporchi. Ecco perché abbiamo
bisogno che il Signore ci pulisca e ravvivi il nostro cuore
ogni volta che ci allontaniamo dai suoi progetti che sono il
meglio per noi. Egli è sempre pronto a farlo e a
incoraggiarci perché possiamo mettere in pratica la Sua
Parola.
Preghiera : Signore Gesù, grazie perché mi hai dato in
cuore nuovo.

Capitolo 24
Gli amici hanno un cuore che è gradito al
Signore.

Un cuore puro dà gioia al Signore e induce ad


atteggiamenti giusti e a motivazioni giuste che a loro volta
conducono a un giusto modo di pensare e di agire.
Davanti a Dio, un cuore puro è solo privo di impurità, è
anche pieno degli attributi positivi del cuore di Dio, un
cuore santo, un cuore d’amore. E’ un cuore che determina
l’azione: la fede che opera per mezzo dell’amore. Ma la
purezza del cuore assicura anche la purezza della
motivazione. Potremmo fare un gran numero di cose
apparentemente buone per il motivo sbagliato. Potremmo
ricercare la gloria personale o una ricompensa. Potremmo
desiderare il riconoscimento da parte degli altri e volere
elogi per le cose che facciamo, pronti a provare rancore se
non riceviamo il ringraziamento o il plauso che pensiamo di
meritarci. Il ministero di alcuni cristiani è segnato dal loro
desiderio di essere ricercati. Essi non servono perché coloro
che essi servono hanno delle necessità, ma perché cercano
la loro soddisfazione personale. Alcune di queste persone
possono essere prepotenti o comunque tendenti a
manipolare gli altri e spesso rendono gli altri dipendenti da
loro perché hanno bisogno che gli altri abbiano bisogno di
loro! Vogliamo che le persone siano dipendenti da Gesù e
non dai vari ministri o consulenti. Abbiamo fallito nel
nostro ministero, se la gente diventa dipendente da noi
invece che dalla verità che li farà liberi. Alcuni di coloro che
si lamentano delle aspettative che gli altri hanno nei loro
confronti, in realtà, in fondo in fondo, gioiscono del fatto
che gli altri hanno bisogno di loro e li cercano.
Sarebbero devastati se nessuno avesse bisogno di loro! A
volte essi stessi creano le condizioni che obbligano gli altri
a rivolgersi a loro, anche se, a volte, proclamano di non
voler più avere responsabilità di quel tipo. Non possiamo
nascondere nulla al Signore, neanche le motivazioni del
nostro cuore. “Salmo 51:6 “Ma tu desideri che la verità
risieda nell’intimo; insegnami dunque la sapienza nel
segreto del cuore”.
Niente di ciò che viene dal di fuori può sviare una persona,
ma solo ciò che viene da dentro, dal cuore! Quando il
nostro cuore è ripieno di santo amore, noi diamo e
serviamo spontaneamente e con gioia senza alcun piano
personale segreto! Un cuore che serve è gradito al
Signore. Coloro che hanno un cuore servizievole,
rispondono con prontezza al bisogno degli altri. Non si
lamentano di quanto viene loro richiesto; sono felici di
servire. Sono lieti delle opportunità che si presentano di
mettere in azione il loro amore, ma non vogliono la gloria
per sé, non cercano riconoscimenti. Sono felici di servire per
amore di servizio e per soddisfare i bisogni che vedono
davanti a sé. Il servizio viene naturale a chi ha un cuore
servizievole. Egli si rende subito disponibile quando c’è
qualcosa da fare ed è felice di servire senza lamentarsi di
quel che il servizio costa! Tutti coloro che hanno un
ministero cristiano debbono avere un cuore servizievole,
non importa quale sia il loro incarico. Ogni credente deve
essere nel ministero (che significa semplicemente
“servizio”) ogni cristiano deve avere un cuore servizievole.
Gesù stesso ha un cuore di questo tipo e noi siamo
chiamati a essere nel mondo come Egli è! Egli non venne
per essere servito, ma per servire e dare la sua vita come
riscatto per molti! Gesù era gradito al Padre e gli fa piacere
vedere il modo in cui riflettiamo il suo cuore e la sua vita!
Un cuore misericordioso piace al Signore. Gesù è
misericordioso, sempre pronto a perdonare e a benedire.
Gli fa piacere quando perdoniamo gli altri, invece di far
spazio a rancori o ad altre forme di risentimento, quando
benediciamo i nostri nemici e coloro che ci fanno del male o
ci fanno dei torti. La misericordia del Signore si rinnova
ogni mattina. Non passa giorno che non abbiamo bisogno
della sua misericordia e raramente c’è un giorno in cui non
abbiamo bisogno di estendere la nostra misericordia e il
nostro perdono agli altri. La nostra volontà di perdonare
deriva da un giusto atteggiamento del nostro cuore. E’
possibile reagire negativamente alle situazioni e poi
ricordare che dobbiamo perdonare. Con l’atteggiamento
giusto tu perdoni istintivamente non appena qualcuno ti
offende. E’ utile ricordare quanto Gesù sia stato
misericordioso con noi quando ha cancellato il nostro
debito verso Dio e ha preso su di sé la punizione che noi
meritavamo e ci ha resi liberi. Matteo 6:14-15 “ Perché se
voi perdonate agli uomini le loro colpe, Il Padre vostro
celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate
agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre
colpe”.
Gesù ci insegna a pregare cosi: rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Egli ci racconta la
parabola del servo senza misericordia per farci capire come
sia importante perdonare. Dio ti ha perdonato e ha
cancellato tutto il tuo debito verso di Lui; tu devi, perciò,
perdonare a tutti coloro che peccano contro di te, un
piccolo debito, se paragonato al tuo verso il Signore. In
quella parabola il Re è tenero di cuore e quindi pronto a
perdonare al servo. Questo è un aspetto indispensabile
della compassione che il Signore vuole vedere nella nostra
vita. Anziché essere duri di cuore, amari e pieni di
risentimento verso gli altri, dobbiamo essere teneri di
cuore, pronti a perdonare è a benedire.

Preghiera: Signore Gesù, voglio mantenere il mio cuore


puro e servizievole.

Capitolo 25
Gli amici hanno un cuore riconoscente e
gioioso.

Coloro che hanno il cuore pieno di riconoscenza e di lode


piacciono al Signore.
Dobbiamo essere sempre lieti nel Signore. Dobbiamo
rendere grazie in ogni circostanza, perché questa è la sua
volontà per noi in Cristo Gesù. Coloro che hanno un cuore
pieno di lode reagiscono alle circostanze difficili con la lode
e la letizia invece che con il brontolio e il lamento! Ogni
atteggiamento positivo benedice il Signore perché Egli
stesso è cosi positivo!
Paolo imparò a essere contento in ogni cosa e a benedire il
Signore in ogni occasione. Egli scrive: Efesini 5:19-20
“Parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e
salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando
continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del
Signore nostro Gesù Cristo”.
Se hai fiducia nel sovrano controllo del Signore sulla tua
vita, sarai riconoscente, non importa quali siano le
circostanze. Egli è sempre con te, le risorse del cielo sono a
tua disposizione. Le circostanze negative sono una prova
della tua fede e se avrai fiducia in Lui supererai queste
prove. Quando non accetti una situazione, il Signore
sembra far poco per cambiare le circostanze. Egli aspetta
che tu lo ringrazi, proprio nel mezzo dello sconvolgimento,
del trauma o di qualsiasi cosa stia accadendo. Il motivo è
semplice. Quando non accetti la situazione, non elevi il
Signore Gesù al di sopra delle circostanze. Non appena
cominci a ringraziarlo lo rimetti al posto di onore e
supremazia che Egli merita di occupare nella tua vita.
Quando cessi di guardare verso di lui con riconoscenza,
guardi da un’altra parte! Di solito guardiamo a noi stessi
ed ecco che cominciamo a reagire negativamente
avvertendo che la situazione ha la meglio su di noi.
Ringraziamento e lode verso il Signore sono prove di fede.
Tu guardi a lui, lo elevi al di sopra dei problemi, rendendoti
conto che Egli è di gran lunga più grande di ogni bisogno
che possa mai emergere nella tua vita. Lo ringrazi perché è
lui che ha il controllo; Egli conosce le tue circostanze. Egli ti
ama e vuole provvedere a te in qualsiasi modo sia
necessario! Il tema del ringraziamento si trova in tutta la
lettera di Paolo ai Colossesi. Egli comincia affermando:
Colossesi 1:3-4 “Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro
Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi, perché
abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e
dell’amore che avete per tutti i santi”.
Dobbiamo pregare rendendo grazie perché non possiamo
pregare con fede senza rendere grazie. Quando preghiamo
dobbiamo credere di aver ricevuto qualsiasi cosa
chiediamo. Se non ringrazi Dio per la risposta, non
aspettarti di ricevere la risposta di cui hai bisogno! Paolo
prega che i Colossesi possano ringraziare con gioia il Padre
che li ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi
nella luce (Colossesi 1:11-12).
La gioia e il ringraziamento vanno insieme. Poiché devi
sempre ringraziare, devi anche gioire sempre. Non ti
sentirai sempre di farlo. Ma in molte occasioni dovrai non
ascoltare i tuoi sentimenti per poter obbedire! Quando
meno ti senti di lodare il Signore, allora è il momento in cui
è più importante farlo. Facendolo tu lo metti di nuovo sul
trono del tuo cuore, proprio mentre stai vivendo
circostanze negative o avverti sentimenti negativi.
Paolo continua: Colossesi 2:6-7 “Come dunque avete
ricevuto Cristo Gesù, il Signore, cosi camminate in lui;
radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è
stata insegnata, abbondate nel ringraziamento”.
Puoi solo traboccare quando sei talmente pieno che non
puoi contenere di più! Questo deve essere il tuo grado di
pienezza quando ringrazi. Deve traboccare il tuo
ringraziamento! Rendere grazie di continuo diventa un
modo di vivere! Colossesi 3:17 “Qualunque cosa facciate in
parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore
Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui”.
Molti credenti debbono combattere contro certi
atteggiamenti negativi. Combatterli può domare questi
atteggiamenti ma non li elimina. Rendere grazie elimina
gli atteggiamenti negativi. Quando il nostro
atteggiamento è positivo, non c’è posto per il negativo!
1 Tessalonicesi 5:16-18 “Siate sempre gioiosi; non cessate
mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa
è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”.
Proclama la benedizione di Dio sulla tua vita e sulle
circostanze invece di lamentarti e di brontolare per la tua
situazione. Proclama la sua benedizione su coloro che
sono intorno a te. Proclama la sua benedizione su ogni
area di preoccupazione. Sii completamente positivo.
Ringrazia il Signore perché è sua intenzione benedirti e
portarti in trionfo in Cristo. Ogni giorno scegli questo
modo di atteggiarti. Persevera e vedrai una situazione
dopo l’altra cambiare per grazia di Dio. Non basta sapere
che questo è ciò che dovresti fare. Fallo! Rendi grazie
sempre! Proclama la benedizione di Dio su ogni
situazione!

Preghiera: Signore Gesù, voglio vivere con un cuore


riconoscente e gioioso.

Capitolo 26
Gli amici amano

1 Corinzi 13:4-8 “ L’amore è paziente, è benevolo; l’amore


non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si
comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio
interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non
gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni
cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni
cosa. L’amore non verrà mai meno”.

Poiché Gesù ha dato ai suoi amici la vita del Suo Spirito,


essi hanno dentro di loro le qualità della sua vita e perciò il
suo amore. tale amore dimora in te e rimane per sempre! A
prima vista questa sembra una lista di attributi che incute
timore. Ma Gesù aveva tutti questi attributi. Egli era
paziente e gentile. Non era invidioso. Non si vantava e non
era orgoglioso. Non era volgare né cercava il suo interesse.
Non si adirava facilmente e non teneva in conto il male
ricevuto. Non si dilettava in alcunchè di malvagio, ma era
venuto per rivelare la verità. Egli proteggeva i suoi amici,
credeva sempre al Padre, guardava sempre al Padre con
speranza. Egli perseverò nonostante tutti i rifiuti, le
opposizioni e le persecuzioni che subì. E il suo amore non
venne mai meno. Egli dimostrò il suo amore per il Padre
facendo la sua volontà. Noi dobbiamo essere nel mondo
come lui è! Comunque, se poni te stesso come soggetto di
queste parole, non passerà molto tempo prima che tu gridi
a Dio chiedendogli di perdonarti! Parchè allora diresti: “Io
sono paziente, benigno. Non mi vanto, non invidio, non mi
gonfio, non mi comporto in modo sconveniente, non cerco
il mio interesse, non mi inasprisco, non addebito il male,
non godo dell’ingiustizia, ma gioisco della verità; soffro
ogni cosa, credo ogni cosa, spero ogni cosa, sopporto ogni
cosa. Il mio amore non verrà mai meno”.
Senza dubbio vorresti che tutte queste affermazioni fossero
applicabili a te. Non scoraggiarti! Questa è la natura
dell’amore che Gesù ha messo in te per mezzo dello
Spirito Santo e queste qualità si manifesteranno
progressivamente nella tua vita mentre cercherai di
vivere come amico di Gesù.
Ho scoperto che è un esercizio utile ripetere questi versetti
in modo personali. Io chiedo al Signore di dimenticare le
occasioni nelle quali non manifesto tale amore (e sono
molte). Ma proclamo anche queste parole per la mia vita
come atto di fede e prego che, con la Sua grazia, il
Signore renda possibile che tale amore si riveli sempre più
nella mia vita e nel mio ministero. Tu puoi fare
altrettanto!
E’ importante che desideriamo raggiungere le mete che Dio
ha posto per noi nella Sua Parola. Non bisogna mai
aspirare a qualcosa di meno. Egli ci metterà in grado di
andare ben oltre i confini che potremmo varcare con le
nostre abilità naturali. E dobbiamo sempre ringraziare per i
progressi che facciamo quando lasciamo che la vita dello
Spirito di Dio si manifesti sempre più attraverso di noi.
Dove vedi aree nelle quali fallisci, chiedi al Signore di
perdonarti e pregalo di effondere più amore nella tua vita.
Non basta dire: “Signore, per favore, dammi più pazienza”,
perché la pazienza è una manifestazione del suo amore. E’
l’amore che manca. Con più amore ci sarà anche, di
conseguenza, un aumento della pazienza e di tutte le altre
qualità della sua vita!

Preghiera: Signore Gesù, aiutami a vivere una vita di


amore.

Capitolo 27
Gli amici sono pazienti
1 Corinzi 13:4 “L’amore è paziente”

Il Signore è infinitamente paziente con noi perché il suo


amore è senza fine. Egli è “lento all’ira e di grande bontà ”
( Salmo 145:8). Non ci tratta come ci meritiamo e ci ama
anche se sbagliamo cosi spesso e non agiamo con l’amore
che Egli richiede ai suoi amici. Egli ci dona la sua
misericordia ogni giorno, se ci rivolgiamo a lui pentiti. Egli
non ci dà lezioni, ma ci perdona e ci riporta a lui. Anche
quando continuiamo a compiere lo stesso peccato varie
volte, e altrettante volte chiediamo il suo perdono, pure
allora non si spazientisce. Aspetta finchè il nostro cuore
cambia veramente e cessiamo di dispiacergli in quel modo;
aspetta finchè siamo pronti non solo a chiedere il suo
perdono, ma anche ad abbandonare quel peccato con
pentimento sincero. Egli ci perdona e poi ci libera
completamente dal potere di quel peccato nella nostra
vita. Quando ci dibattiamo e combattiamo con la nostra
forza, Egli se ne sta pazientemente in disparte aspettando
che non ce la facciamo più da soli e che ci rivolgiamo a lui
chiedendogli aiuto! Egli è sempre pronto. Non si preoccupa
mai quando vede che le cose sembrano essere nel caos e
nel disordine, perché sa di avere il controllo completo e di
poter portare ordine nel caos non appena gli permettiamo
di farlo! Gesù dimostrò pazienza durante il suo ministero e
insegnò la pazienza in alcune parabole: una è quella del
figlio prodigo. Quando il figlio più giovane se ne andò da
casa con la sua parte di eredità, il padre attese con
pazienza il suo ritorno. Non corse a cercarlo perché sapeva
che il ragazzo aveva bisogno di operare nella indipendenza
e nella ribellione finchè non fosse giunto alla fine delle sue
risorse; solo allora il suo cuore sarebbe davvero cambiato.
La sua volontà e la sua indipendenza dovevano essere
spezzate prima che potesse accettare l’amore del padre e
rispondergli conseguentemente nel modo giusto! Una volta
che questo processo fu compiuto, il padre trattò il figlio più
giovane con compassione; alla lettera egli fu “ di cuore
tenero” verso di lui. Invece di rimproveralo, lo riempì di
doni e organizzò una grande festa per celebrare
l’avvenimento. Il figlio maggiore non voleva affatto
perdonare ed essere misericordioso. Era impaziente con il
padre persino perché aveva accolto il fratello più giovane e
pieno di risentimento e geloso perché veniva data una
festa in suo onore! Noi diventiamo impazienti quando le
cose non vanno come vorremmo, secondo i nostri piani e le
nostre aspettative. Diventiamo impazienti con chi non è
d’accordo con noi. L’impazienza è chiaramente un frutto
della carne ed è, perciò, in contrasto con la vita dello
Spirito. Abramo ereditò le promesse di Dio “ per fede e
pazienza” (Ebrei 6:12). La pazienza è di solito la cosa più
difficile! Vogliamo che tutto sia fatto subito o quando lo
riteniamo opportuno noi; ma non riusciamo mai a metter
fretta al Signore! Paolo era un uomo di grande fede e
imparò a esser lieto in ogni circostanza. Sapeva che se Dio
ha promesso di fare qualcosa, certamente manterrà la sua
parola. Imparò, quindi, a non essere frustrato se le cose
non andavano secondo i suoi desideri o i suoi tempi. Se il
tuo cuore è sottomesso al Signore e hai fede in lui, sai
anche che Egli è il Signore delle tue circostanze e sarà
fedele a ogni promessa che ti ha fatto; e sai che anche tu
puoi ereditare le promesse di Dio per fede e pazienza.
Nel frattempo non permettere che gli altri disturbino la tua
pace. Gesù è più grande di chiunque sia causa dei tuoi
problemi. Egli disse a Paolo: “La mia grazia ti basta, perché
la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”
( 2 Corinzi12:9).
Dio ti darà la grazia di essere paziente; è il frutto del Santo
Spirito che vive dentro di te. L’impazienza, anche verso te
stesso, non raggiunge mai niente! Paolo pregò che i suoi
lettori potessero essere “fortificati in ogni cosa dalla sua
gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e
perseveranti; ringraziando con gioia il Padre” ( Colossesi
1:11-12). Egli vuole che tu ringrazi in ogni circostanza,
fidandoti di lui con pazienza, sicuro che Egli adempierà
tutte le promesse che ti ha fatto.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché la tua grazia mi


mette in grado di vivere con pazienza.

Capitolo 28
Gli amici sono benigni
1 Corinzi 13:4 “L’amore è benigno”

La benignità è un altro frutto dello Spirito Santo e. come


tale, è una caratteristica del cuore stesso di Gesù.
Gesù descrive Suo Padre come “buono verso gli ingrati e i
malvagi” (Luca 6:35). Anche quando eravamo ancora
peccatori Egli mostrò la sua amorevole benignità verso di
noi mandando Gesù a morire per noi. Nel suo grande
amore Egli si volge verso i peccatori, anche verso quelli che
lo odiano! Se Egli ti ha mostrato benignità quando non te la
meritavi, allo stesso modo tu devi mostrare benignità verso
gli altri, senza chiederti se essi la meritino. Se il tuo cuore è
benigno, sarai benigno senza tener conto delle circostanze
o del tipo di persona a cui si indirizza tale benignità.
“ L’uomo buono fa del bene a sé stesso” (Proverbi 11:17),
mentre “La donna che ha grazia riceve onore” ( Proverbi
11:16). La benignità è un grande incoraggiamento per gli
altri. Pensa per un istante a quanto hai apprezzato la
benignità negli altri, specialmente quando ti sentivi
particolarmente abbattuto.
“ La sofferenza del cuore abbatte l’uomo, ma la parola
buona lo rallegra” ( Proverbi 12:25).
Essere benigni verso chi ha bisogno è già un modo di dare e
colui che è benigno sarà, quindi, benedetto. “ Beato chi ha
pietà dei miseri” ( Proverbi 14:21). “ Chi ha pietà del
bisognoso onora Dio” ( Proverbi 14:31).
Tale benignità viene espressa nelle azioni e non solo nel
provare compassione per chi è nel bisogno. Gesù disse:
“ Matteo 25:34-36 “Allora il re dirà a quelli della sua
destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il
regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del
mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi
sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui
nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in
prigione e veniste a trovarmi”.
Questa descrizione di quello che accadrà nel Giorno del
Giudizio dimostra non solo quanto il Signore stesso si
identifichi strettamente con i bisogni, ma anche quanto Egli
ricompensi coloro che mostrano la sua benignità verso tali
persone bisognose. Questo è l’amore in azione – un bel
modo per descrivere che cosa significhi essere benigni!
Non c’è da meravigliarsi, quindi, che Paolo affermi: “ Siate
invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri,
perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in
Cristo” ( Efesini 4:32).
Questo significa comportarsi in modo opposto a quando si
giudica la gente e ci si rifiuta di aiutarla. “ Guardate che
nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate
sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti” ( 1
Tessalonicesi 5:15). I credenti devono essere benevoli verso
gli altri credenti, ma anche verso coloro che non lo sono.
Questo perché, come scelti da Dio, noi dobbiamo “rivestirci
di benignità” ( Colossesi 3:12).
Per sviluppare tale benignità, chiedi al Signore di
mantenere il tuo cuore pieno di amore per gli altri, in modo
da poter affrontare le situazioni nel modo giusto.
Com’è possibile che i discepoli potessero accogliere parole
di rimprovero cosi pesanti da parte di Gesù senza sentirsi,
per questo, completamente abbattuti? Essi sapevano che
Gesù li amava. Sapevano che aveva un cuore tenero, pieno
di compassione. Avevano sperimentato cosi tanta
benignità che, quando Lui doveva essere duro, erano in
grado di accettarlo! Quindi, anche quando le cose
sembrano davvero difficili, non perdere mai di vista la
tenerezza e l’amorevole benignità del Signore. Egli, che è
con te, certamente ti aiuterà. E poi userà te per aiutare gli
altri.

Preghiera: Signore Gesù, voglio vedere la tua amorevole


benignità nella mia vita.

Capitolo 29
Gli amici non invidiano
“L’amore…….non invidia”
1 Corinzi 13:4

Non hai nessun bisogno di essere invidioso. Hai Dio come


Padre, Gesù come Signore, lo Spirito Santo che vive in te.
Sei in Cristo e in lui hai ricevuto pienezza di vita. Sei stato
benedetto in lui con ogni benedizione nei luoghi celesti. Egli
è colui che “perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue
infermità; egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa
ringiovanire come l’aquila” (Salmo 103:3-5).
Di che cosa mai dovresti essere invidioso? O di chi
dovresti essere invidioso? Nessuno può essere benedetto
più di quanto il Signore ha scelto di benedire te!
Quando guardiamo gli altri con invidia, questo significa
solo che siamo colpevoli di incredulità. Pensiamo che gli
altri abbiano più di quanto abbiamo noi, invece di essere
riconoscenti per tutto quello che Dio ci ha dato e per la
ricca eredità che abbiamo in Cristo. L’invidia è l’opposto
della continua letizia e del ringraziamento in ogni
circostanza. Come per molti altri peccati, è facile provare a
trovare scuse. “E’ una cosa naturale”, o: “Non posso fare a
meno di reagire in questo modo”. Il peccato è peccato ed è
la prova di un cuore impuro, perché questo è veramente il
centro del problema. Non scoraggianti, il nostro Dio sa
purificare i cuori! Naturalmente, devi riconoscere il tuo
bisogno e chiedergli di purificare il tuo cuore. Il Signore non
vuole trasformare solo la situazione del momento; vuole
far nascere nel tuo cuore il modo giusto di atteggiarsi cosi
che nelle situazioni che si presenteranno tu possa sempre
comportarti di conseguenza. Può darsi che a volte tu sia
perplesso e ti chieda perché Dio abbia permesso una
situazione che provoca reazioni negative. Ma non è la
situazione che ha causato la negatività, essa ha
semplicemente reso evidente quello che già era nel tuo
cuore. Gesù ci insegna che non c’è nulla che verga
dall’esterno che possa contaminare una persona. E’ solo
quello che c’è già nel cuore che rende impura una persona!
Invece di essere pieno di risentimento, ringrazia il Signore
perché per mezzo del problema che Egli ha permesso, ha
potuto farti vedere che cosa c’è ancora in te che ha bisogno
di un suo intervento. E sappi che, una volta che la tua
carenza è stata manifestata, il Signore è pronto a fare
qualcosa per risolvere il problema!
Giacomo descrive l’invidia cosi: “E’ terrena, animale e
diabolica. Infatti, dove c’è invidia e contesa, c’è disordine e
ogni cattiva azione” ( Giacomo 3:15-16). Questo è un
linguaggio duro! Nota come Giacomo mette insieme invidia
e contesa, il desiderio di elevarsi al di sopra degli altri.
Questa è la conseguenza dell’invidia e dell’orgoglio. E’ un
atteggiamento carnale che si ritorce contro sé stessi perché
il Signore abbatte gli orgogliosi, ma innalza gli umili.
Se ti accorgi di qualche traccia di invidia, invece di essere
risentito prega perché coloro di cui sei invidioso vengano
benedetti. Loda il Signore per quello che sta facendo in
loro. Sii positivo e la reazione negativa non durerà.
Molti cristiani fanno l’errore di combattere la carne, la vita
del proprio io, invece di considerala morta. C’è una
differenza fondamentale fra questi due modi di affrontare
il problema. Ogni volta che combatti contro i tuoi desideri
non fai che accrescerli. Coloro che camminano nello Spirito
non ascoltano i desideri della carne, afferma Paolo. Fai
l’opposto di quello che ti suggerisce la carne. Quando la
carne vuole giudicare, perdona. Quando la vita del tuo io
avverte l’invidia, ringrazia per quello che hai. Solo allora
avrai la vittoria e avrai rifiutato di diventare la vittima di
reazioni ed emozioni negative.
Dapprima, mentre fai questo, può darsi che ti sembra di
agire in modo innaturale. Può darsi anche che tu ti senta
ipocrita perché, anche se ringrazi, sai bene che non ti senti
riconoscente. Ma se continuerai a farlo, emozioni e labbra
diventeranno una cosa sola! L’alternativa è cadere in uno
stato d’animo negativo con rabbia, amarezza e
risentimento: frutti dell’invidia. Meglio gioire e ringraziare!

Preghiera: Signore Gesù, grazie, grazie, grazie per tutto


quello che mi hai dato e che hai fatto per me.

Capitolo 30
Gli amici non si vantano
“L’amore….. non si vanta”
1 Corinzi 13:4.

Tutto quello che Dio ha fatto per te e tutto quello che ti ha


dato è una conseguenza della Sua grazia. Quindi di che
cosa puoi mai vantarti? Tutto quello che ottieni nel Signore,
tutto il frutto che produci, è la conseguenza del Suo Spirito
che opera dentro di te. Quindi di che cosa puoi mai
vantarti? Ogni dono spirituale, ogni benedizione viene da
Lui. Quindi di che cosa puoi mai vantarti? Ogni guarigione,
ogni dimostrazione della sua potenza è per la sua gloria.
Quindi di che cosa puoi mai vantarti? Ogni peccatore che
torna al Signore è il prodotto della convinzione di peccato e
della potenza di trasformazione della Spirito Santo. Quindi
di che cosa puoi mai vantarti?
Tu tendi a peccare e a fallire nonostante tutto quello che il
Signore ha fatto per te. Quindi di che cosa puoi mai
vantarti? Chissà quante opportunità perdi di manifestare il
suo amore e la sua potenza agli altri. Quindi di che cosa
puoi mai vantarti? Dipendi completamente dal suo amore,
dalla sua grazia e dalla sua misericordia. Quindi di che cosa
puoi mai vantarti?
Ci sono solo due modi in cui dovresti vantarti. Paolo
afferma: 2 Corinzi 10:17-18 “Ma chi si vanta, si vanta nel
Signore. Perché non colui che si raccomanda da sé è
approvato, ma colui che il Signore raccomanda”

Poiché il Signore è il solo al quale appartiene la gloria per


tutto quello che ha fatto, il nostro vanto è in lui e in lui
solo. Paolo dice anche: Galati 6:14 “ Ma quanto a me, non
sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro
Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me,
è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo”.
Paolo aveva molti doni naturali. Dio lo aveva usato in modi
meravigliosi; eppure egli sapeva che tutta la gloria era del
Signore. Egli ancora considerava sé stesso come il primo
dei peccatori perché aveva perseguitato la chiesa. Poiché
Gesù aveva compiuto tutto per lui sulla croce, rendendo
possibile che fosse perdonato, accettato e che diventasse
un figlio del Suo Regno, il vanto di Paolo era nella croce, in
quello che era stato fatto per lui da Gesù.
Lo stesso vale per te e per me. Non hai fatto nulla di ciò di
cui avresti motivo di vantarti. Tutto quello che hai fatto in
Cristo è il prodotto dell’opera del Suo Spirito in te e
attraverso di te; quindi tutta la gloria va di diritto al
Signore! Efesini 2:8-9 “Infatti è per grazia che siete stati
salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono
di Dio. Non è in virtù di opere affinchè nessuno se ne
vanti.
Questo significa forse che tu non ti debba mai vantare di te
stesso? Paolo dice che c’è un altro motivo per cui vantarsi:
ci si deve vantare della propria debolezza! Egli visse
costantemente consapevole della sua debolezza, ma
ancora più consapevole del fatto che la potenza di Cristo
poteva operare per mezzo di lui. Gesù gli aveva detto che la
sua potenza è resa perfetta dalla debolezza; quindi Paolo
concluse: 2 Corinzi 12:9-10 “Perciò molto volentieri mi
vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinchè la potenza
di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in
debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in
angustie per amore di Cristo: perché, quando sono
debole, allora sono forte”.
Questa non è l’incredulità negativa di chi parla in
continuazione della sua incapacità di fare qualcosa o di
essere usato da Dio in un modo significativo. Quella di
Paolo è una affermazione che dimostra grande fede. Egli
intendeva dire che, nonostante la sua debolezza, per
quanto grande essa fosse, Dio poteva usarlo con potenza.
Lo stesso vale per te! Compiaciti della tua debolezza e dai
tutta la gloria al Signore per quello che Egli compie per
mezzo di te!
Dobbiamo prestare attenzione anche a non vantarci di altri
che il Signore usa grandemente, perché questo toglie parte
della gloria a Dio e distoglie l’attenzione da lui per
dirigerla, invece, sul suo servo. Questo può portare il servo
a inorgoglirsi e, come conseguenza, perde rapidamente
terreno la potenza con la quale il Signore lo sta usando. La
testimonianza può essere usata dal Signore per portare
altri a Cristo. Ma anche nel dare testimonianza dobbiamo
stare attenti a non vantarci. E’ facile ringraziare il Signore
per quello che ha fatto, ma dare al contempo a intendere
che siamo noi quelli che Egli ha usato o che siamo noi che
siamo stati particolarmente benedetti, suscitando in questo
modo l’impressione che siamo un po’ speciali, diversi dagli
altri. Più c’è umiltà nella testimonianza, più la
testimonianza è potente per gli altri, perché è allora che
Cristo brilla attraverso le parole che vengono dette!.

Preghiera : “Signore Gesù, il mio vanto è in te e in te solo.

Capitolo 31
Gli amici non sono orgogliosi
“l’amore …. non è orgoglioso”
1 Corinzi 13:4

Vantarsi è una forma di orgoglio. E l’orgoglio è un


atteggiamento del cuore che sta dietro un gran numero di
peccati. La maggior parte di noi trova disdicevole le
persone orgogliose, ma rimane cieca davanti al proprio
orgoglio ! Ci sono due specie di persone orgogliose. Alla
prima appartengono gli arroganti. E questi si identificano
subito come persone orgogliose. Che siano reali o
immaginari, costoro parlano dei loro successi davanti agli
altri. Attraggono l’attenzione su sé e sulle proprie abilità.
Hanno un’idea gonfiata della propria importanza e sono
rapidi a giudicare e a criticare gli altri che essi considerano
esseri inferiori! Gli orgogliosi non possono sopportare che i
loro doni non siano riconosciuti e applauditi da tutti.
L’arroganza spirituale è evidente nelle persone che
pensano di avere una fede superiore a quella degli altri o di
essere più amabili o più generosi. Erano i Farisei che
ostentavano la loro generosità davanti agli uomini. Gli
arroganti vogliono che tutti sappiano quello che stanno
facendo per il Signore e per gli altri e aspettano di essere
applauditi per i loro sforzi! Non è invece facile riconoscere
la seconda specie di persone orgogliose. L’orgoglio attrae
l’attenzione sul proprio “io” e alcuni lo fanno per mezzo di
un orgoglio alla rovescia. Invece di attrarre l’attenzione sui
propri doni, sulle proprie abilità e sui propri successi,
costoro attraggono l’attenzione sui loro fallimenti e sulla
loro inadeguatezza. Parlano di sé, non in modo arrogante,
ma in modo negativo e, comunque, è sull’”io” che
concentrano la loro attenzione. Tali persone spesso
manipolano gli altri e vogliono attrarre l’attenzione
facendo intendere che pochi li amano o li vogliono.
Vogliono apparire umili e spesso pensano di esserlo,
mentre, in realtà, sono pieni di sé e passano la maggior
parte del tempo pensando a sé. Questo atteggiamento è
completamente diverso da quello di Paolo che si vantava
delle sue debolezze. Egli le vedeva come una opportunità
per manifestare la potenza di Dio ed essere potentemente
usato da lui. Coloro che sono orgogliosi alla rovescia
confidano in sé stessi e nella loro mancanza di abilità. C’è
poca o addirittura nessuna speranza che Dio possa fare
grandi cose nella loro vita o usarli in modo significativo.
Le persone orgogliose vogliono essere amate, sia gli
arroganti sia coloro che sono orgogliosi alla rovescia, ma
fanno ben poco per amare gli altri. La concentrazione sul
proprio “io” limita seriamente la capacità di amare. Spesso,
quando costoro amano gli altri, hanno un intento nascosto.
Si aspettano di trarre vantaggio da quel che fanno, o un
riconoscimento o qualcosa che vien loro dato come
ricompensa! E’ difficile per costoro amare senza secondi
fini perché sono ossessionati dal loro “io”!
Gli amici di Gesù non dovrebbero essere né arroganti né
appartenenti alla categoria di coloro che hanno
un’immagine negativa di sé. Gesù li esalterà al momento
giusto quando cammineranno con umiltà davanti a lui e
agli altri. Essi vogliono glorificare lui, non attrarre
l’attenzione su sé stessi.

Preghiera: Signore Gesù, voglio camminare umilmente


davanti a te e davanti agli altri.

Capitolo 32
Gli amici non si comportano in modo
sconveniente e non cercano il loro
interesse.
“L’amore….. non si comporta in modo sconveniente e non
cerca il proprio interesse” ( 1 Corinzi 13:5)

L’amore non si comporta in modo sconveniente. Quando


ami gli altri, dimostri il tuo interesse verso di loro, li
riconosci degni di amore e desideri incoraggiarli e
sostenerli. La sconvenienza è l’opposto. Tende ad
affermare sé stessi. Sminuisce gli altri. E’ un aspetto
dell’orgoglio perché esalta l’io sopra gli altri.
La sconvenienza, a prima vista, aiuta a ottenere quello che
si vuole, specialmente se si ha a che fare con il mondo.
Comunque, l’amore raggiungerà sempre mete più alte. Le
persone reagiscono negativamente alla sconvenienza
perché le schiaccia; rispondono, invece, positivamente
all’amore, perché le incoraggia. Le persone operano in
modo più efficace quando vengono incoraggiate che
quando vengono sminuite.
I cristiani non devono comunque agire come fa il mondo! Il
mondo non crederà se non manifestiamo la vita di cui
parliamo. Se viviamo come vive il mondo, come potrà la
gente conoscere la vera vita e il valore del Regno di Dio?
Cercare il proprio interesse è l’opposto del dare amore.
Paolo parla dell’ambizione egoistica come di un’opera della
carne e afferma: “Chi vive in questo modo non erediterà il
Regno di Dio” ( Galati 5:21). E aggiunge: “Non fate nulla
per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con
umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando
ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli
altri” ( Filippesi 2:3-4).
Sconvenieza e ricerca del proprio interesse sottintende che
tu sia migliore o più importante degli altri; di certo non
dichiarano che tu preferisci gli altri a te stesso. Tali cose,
dice Giacomo, portano al disordine e a ogni pratica
malvagia. Esse, di conseguenza, non appartengono allo
stile di vita che dovrebbero avere gli amici di Gesù! La
saggezza che dà il Signore è molto diversa:
“La saggezza che viene dall’alto, anzitutto è pura; poi
pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni
frutti, imparziale e senza ipocrisia” (Giacomo 3:17).
Questa è davvero la descrizione perfetta di un amico di
Gesù! Ogni manifestazione dell’amore di Dio sarà
positiva, perché in Lui non ci sono negatività. Lo scopo per
il quale il Suo Spirito vive in te è di eliminare le cose
negative che contaminano te e quelli che tu influenzi. Tutti i
frutti dello Spirito sono positivi. La vita del Regno di Dio è
positiva. Non è difficile costatare se sei negativo o positivo
in ogni momento. L’amore è positivo e lo sono anche la
gioia, la pace, la speranza, la potenza, la bontà, la
gentilezza, il perdono, la misericordia, la grazia, la
compassione, la guarigione. Ogni aspetto della vita del
nemico è negativo: menzogna, inganno, ruberie,
oppressione, legami, risentimento, aggressività, dispetto,
orgoglio, egoismo, malattia e cosi via. Qualche volta non
vogliamo vedere la verità perché non ne vogliamo
affrontare le implicazioni. Certamente questo accade
quando cerchiamo il nostro interesse. L’amore per noi
stessi ci spinge a sentirci giustificati quando cerchiamo il
nostro tornaconto. Ci sentiamo nel giusto se abbiamo
reazioni negative o esprimiamo giudizi sugli altri. Se non
stiamo attenti questo atteggiamento ci impedirà anche di
vedere gli effetti del nostro egoismo su coloro che ci
circondano. Una persona egoista non si preoccupa di
questo perché sarà intenta più a compiacere a sé stessa
che a preoccuparsi degli altri. Un amico di Gesù vuole
manifestare l’amore di Dio agli altri, non il suo egoismo!
L’io prende; l’amore dà. Cosi, per esempio, la lussuria è una
gratificazione dei propri desideri, mentre l’amore pone
l’interesse per gli altri al di sopra del proprio “io”. Saremo
mai in grado di eliminare completamente questo amore di
noi stessi? Saremmo perfetti in ogni aspetto della nostra
vita se ci riuscissimo. Ameremmo davvero come amò Gesù!
Questa deve essere la nostra meta, anche se non sempre
cogliamo nel segno! Proprio per la natura egoistica del
nostro “io” Gesù dice che chi lo vuole seguire deve
rinnegare sé stesso e prendere la sua croce ogni giorno. O
si sceglie di ottemperare ai suoi fini di amore o si sceglie di
soddisfare i propri desideri e di portare avanti i propri piani.
Non si può fare l’una o l’altra cosa, perché la sua natura è
cosi diversa dalla carne. Egli è amore; e l’amore non cerca
il proprio interesse!

Preghiera: Signore Gesù, voglio essere come te e cercare


l’interesse degli altri prima del mio.
Capitolo 33
Gli amici non tengono conto del male
ricevuto.
“l’amore….. non tiene conto del male ricevuto”
( 1 Corinzi 13:5)

Tutti i tipi d’amore di cui parla Paolo sono legati l’uno


all’altro. Il Signore non premia l’egoismo, l’invidia,
l’orgoglio o qualsiasi altro desiderio negativo. Il Suo Spirito
farà emergere in noi tutti gli attributi del suo amore.
La nostra carne tende ad adirarsi con facilità se non può
fare a modo suo. L’ira può essere manifestata o
controllata, ma è pur sempre li, parte integrante della
nostra natura carnale. Lo Spirito opera perché si manifesti
in noi la pazienza e la tolleranza, Siamo fatti di Spirito e
carne. Tutto sta sempre nel vedere quale dei due aspetti
intendiamo privilegiare. La carne non vuole perdonare, è
per natura amara e piena di risentimento, entrambe
emozioni negative. Lo Spirito ti spinge a perdonare e ti
ricorda le tristi conseguenze che tali atteggiamenti portano
con sé. Poiché il Signore ti perdona, si aspetta anche che tu
perdoni gli altri! Quando il Signore ci perdona, Egli cancella
anche, dal libro che ha nei cieli, ogni traccia dei peccati
perdonati. Ecco perché bisogna essere precisi quando Gli si
chiede di perdonarci per un peccato! Il Signore non ti
imputerà nulla che Egli abbia perdonato, né ora, né in
futuro. Nel Giorno del Giudizio non sarà fatta menzione dei
peccati che Egli ha cancellato. Egli non perdona solo
temporaneamente: “Ti perdono adesso, ma aspetta che
venga il Giorno del Giudizio!” Non devi temere che quei
peccati già perdonati ti vengano ributtati in faccia. Gesù ha
già patito per la punizione che aspettava a te.
I peccati perdonati se ne sono andati per sempre e sono
stati cancellati dal libro che c’è in cieli!
Poiché tu devi perdonare nello stesso modo in cui Gesù ha
perdonato te, non devi tener conto del male ricevuto! Non
devi perdonare superficialmente, continuando a dar spazio
al risentimento dentro di te. Non dovrebbe neanche
accadere che i rapporti con chi ti ha offeso si raffreddino,
una volta che hai perdonato. Non devi tenere alcun conto
del male ricevuto, neppure nella tua mente. E a maggior
ragione non devi cercare la vendetta per quanto altri
possano averti inferto. Se Gesù è pronto a perdonare e a
dimenticare, tu devi fare allo stesso identico modo. Certo
questo non è facile e a volte si deve combattere contro una
serie di emozioni e reazioni negative prima che
l’atteggiamento verso coloro che ci hanno offeso possa
essere positivo e amabile. Il perdono è, in primo luogo e
soprattutto, una decisione da prendere, non una emozione.
Puoi scegliere di perdonare. Una volta che la decisione è
presa, le emozioni si allineeranno alla nostra volontà. Se
aspetti le sensazioni giuste, può darsi che non arrivi mai a
perdonare! L’atto di volontà precede, non segue le
sensazioni giuste.
Non importa quale sia la situazione, puoi perdonare. Sei
libero di usare la volontà in qualsiasi modo tu desideri. Puoi
scegliere di perdonare o puoi rifiutarti di farlo.
In fondo il perdono dipende dall’atteggiamento del tuo
cuore. Sono stato profondamente commosso da
testimonianze di cristiani che hanno perdonato coloro che
hanno assassinato i loro cari. Li ho visti visitare costoro in
prigione, pregare perché venissero alla fede. Questa è la
reazione giusta, positiva e buona nelle circostanze più
difficili; e certamente tale reazione sarà gradita al Signore
e sarà una grande testimonianza non solo per gli assassini,
ma per il mondo intero. Non possiamo che gioire del fatto
che il Signore non tiene conto dei peccati che ci ha
perdonato. Quindi non tenere conto dei peccati che hai
perdonato. Prega per coloro che ti hanno rifiutato,
perseguitato, offeso o che hanno abusato di te e pronuncia
parole di benedizione per la loro vita. Sii riconoscente
perché il Signore ti dà la grazia di farlo. Come Lui tu puoi
pregare cosi: “Padre, perdona loro, perché non sanno
quello che fanno”. Non lasciare che radici di amarezza
crescano dentro di te! Perdona come Cristo ha perdonato
te!

Preghiera: Signore Gesù, scelgo di perdonare tutti coloro


che mi hanno fatto del male.

Capitolo 34
Gli amici gioiscono con la verità
“ L’amore…. non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la
verità” ( 1 Corinzi 13:6)

La carne gode dell’ingiustizia. E infatti tutto il mondo


riempie cinema e schermi televisivi di violenza, lussuria e
orrore; chi fa i film sa che questi sono i desideri della gente
e fa leva su di essi. La carne è curiosa di quanto è occulto e
di tutte le altre manifestazioni soprannaturali del diavolo.
Giornali e riviste sono piene di pettegolezzi perché c’è un
malsano interesse per i peccati degli altri.
Agli uomini piace far circolare voci e scandali senza badare
se quanto si dice sia vero o falso. Alcuni vogliono dar da
vedere che condannano tali peccati, ma aspettano solo
l’occasione di poterne parlare! Tutte queste sono prove del
fatto che la carne gode dell’ingiustizia. Non è una cosa che
riguarda soltanto persone malvagie in modo particolare.
L’amore per il peccato fa parte della vita della carne.
Atteggiamenti di questo tipo sono l’opposto dell’amore e,
di conseguenza, l’opposto del modo in cui i cristiani
dovrebbero atteggiarsi. “L’amore non gode dell’ingiustizia,
ma gioisce con la verità”. I pettegolezzi possono anche
essere riferiti a cose vere che accadono nella vita degli altri.
Ma questo non è quel che Paolo intende quando parla di
gioire con la verità. Anche se hai informazioni precise su
peccati e fallimenti di altri, non c’è motivo di diffondere tali
informazioni. Se perdoni, dimentichi. Finchè continui a
parlare di quanto è successo, certamente non lo hai
dimenticato e, quindi, non hai perdonato. Quando pecchi
vuoi che gli altri ti perdonino, non che parlino dei tuoi
peccati ad altri! Quando ti diletti della verità ti diletti di
Gesù. Ti diletti del fatto che Egli non tiene conto del male
ricevuto e che, quando perdona, Egli getta tutti i tuoi
peccati dietro di sé e sceglie di non metterteli mai più
davanti! La verità è la stessa per tutti. Quando gioisci con
la verità, ti diletti di tutto quello che Gesù ha fatto per te e
della eredità che ti ha dato. Ti diletti di ogni opportunità
che hai di condividere tale verità con gli altri, di essere
usato da Dio per guidare altri alla verità che li farà liberi e
farà si che si dilettino di quello che Gesù ha fatto per loro.
La verità è sempre giusta! Dio non cambierà o
comprometterà quella verità per te o per qualcun altro.
Rimane la stessa sempre! Più il tuo cuore si allinea al
cuore di Dio, più ti diletterai della verità piuttosto che
dell’ingiustizia! Sii riconoscente per il modo in cui sei già
cambiato perdendo interesse per molte cose che non
piacciono al Signore e dilettandosi, invece, delle cose che
piacciono a lui! Sii riconoscente perché ti ha fatto figlio
della verità. Giovanni dice: 3 Giovanni v. 3-4 “Mi sono
rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli che
hanno reso testimonianza della verità che è in te, del
modo in cui tu cammini nella verità. Non ho gioia più
grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella
verità”.

Preghiera: Signore Gesù, mi diletto in te e nella verità


della tua Parola.

Capitolo 35
Gli amici proteggono sempre
“ L’amore….. protegge sempre” ( 1 Corinzi 13:7)

Coloro che amano il Signore si ameranno anche gli uni gli


altri! Ameranno gli altri come Egli ha amato loro!
E’ offensivo per il Signore sentire che i suoi figli sparlano gli
ini degli altri, invece di camminare nella verità. Purtroppo
la chiesa non ha la caratteristica di santità che dovrebbe
avere a questo riguardo. E’ facile sentire cristiani che si
criticano e giudicano a vicenda. C’è troppo pettegolezzo fra
credenti; troppo compiacimento in atteggiamenti negativi,
soprattutto quando un fratello, in qualche modo, cade
dalla grazia. C’è troppo parlare in negativo dietro le spalle.
Nessuna di queste cose manifesta l’amore, ma piuttosto
l’opposto! Il Signore protegge coloro che ama. Egli è Colui
che può preservarci dalla caduta. Egli è il nostro scudo e la
nostra difesa. Egli è il muro di protezione intorno a noi. Egli
non è contento quando cadiamo per qualche trama del
nemico e non sparge chiacchiere sui suoi figli all’interno
della sua famiglia. Non vuole certo fare cose di questo tipo.
Egli opera per il nostro benessere, non per danneggiarci o
criticarci. Se amiamo, non solo eviteremo di parlare in
modo negativo e critico gli uni gli altri, ma proteggeremo
gli altri, opereremo per il loro bene. Ci rifiuteremo di
ascoltare pettegolezzi. Saremo pronti a difenderci gli uni gli
altri contro ogni attacco verbale. Parleremo positivamente
degli altri anche se non siamo d’accordo con loro. E’ facile
che tu non sia d’accordo con altri fratelli su ogni punto
della dottrina. Puoi anche pensare che siano in errore e
possano causare del male con le cose che predicano e
insegnano. Ma questa non è mai una scusa valida per
parlare male di quei fratelli perché, al di là delle differenze,
essi sono tuoi fratelli e amici di Gesù! Puoi contestare
pubblicamente una dottrina sbagliata, ma senza critiche
per i fratelli che portano avanti tale dottrina” Credo che
alcuni fratelli insegnino cose che legano le persone invece
da dare loro libertà e di permettere che sia fatto ciò che Dio
vuole per tutti i suoi figli. A volte nel mio ministero si è reso
necessario parlare contro quella che io considero una
dottrina sbagliata, ma mi guardo bene dal parlare contro i
fratelli che portano avanti tale dottrina. Faccio attenzione
a non menzionare per nome alcun fratello o sorella. E’
molto più importante predicare la verità in modo positivo
perché quando le persone afferrano la verità esse vedono
da sole quello che contrasta con essa. L’amore protegge
anche coloro con i quali non si è d’accordo!
E’ meglio pregare per i tuoi fratelli piuttosto che criticarli.
Chiedi al Signore di tenerli saldi e di proteggerli da ogni
forma di male o di inganno, “poiché Egli è in grado di
tenere in piedi quelli che si affidano a lui giorno per
giorno”. Chiedi al Signore di benedirli con abbondanza e
cerca di essere una benedizione per loro. Nel suo amore per
te il Signore ti protegge molto più di quanto tu possa
renderti conto. Ti ha spesso protetto dal male senza che tu
ne fossi consapevole. Egli protegge i suoi amici e vuole che
tu faccia la stessa cosa!

Preghiera: Signore Gesù, userò la bocca per benedire.


Capitolo 36
Gli amici hanno fiducia, sperano e
perseverano.
“ L’amore…. ha sempre fiducia, spera sempre e persevera
sempre” ( 1 Corinzi 13:7)
“L’amore ha sempre fiducia”. Chi dimora nell’amore di
Gesù confida in Lui! Amore e fiducia sono una cosa sola. La
fede che opera mediante l’amore! Nei rapporti umani vale
lo stesso principio, poiché la fiducia è un aspetto
importante dell’amore. Se dobbiamo amarci l’un l’altro,
quindi, dobbiamo fidarci l’uno dell’altro. Dobbiamo tutti del
Signore che non ci abbandona mai e il cui amore è perfetto.
Ma ci viene davvero chiesto di fidarci di altri che possono
sbagliare e il cui amore è spesso inquinato da motivi
egoistici? Non è saggio mettersi in una posizione di
vulnerabilità con coloro di cui non ci si deve fidare e
confidare in chi farà pettegolezzi su di noi! E non è neppure
saggio accettare la leadership di persone che non sono
veramente spirituali! Non ci si può fidare di tale leader
perché non ci conducano dove Dio vuole che andiamo. Il
Signore non vuole che siamo superficiali e ci spinge, invece,
a essere saggi.
Le persone degne di fiducia sono quelle che si attengono
vivono secondo la verità. La loro vita manifesta la verità.
Si attengono alla verità anche nelle circostanze avverse.
Poiché sanno che la verità le fa libere e poiché si tengono
ben strette alla verità, riescono a conservare la libertà.
Poiché il credente confida sempre nella verità, egli è
sempre pieno di speranza, Le cose che speriamo sono le
cose che il Signore promette di fare in futuro. E siccome è il
Signore che ha promesso tali cose, accadranno! La
speranza non andrà delusa. L’amore spera sempre. Non si
deve mai essere sfiduciati perché tutte le promesse di Dio
per i suoi figli sono buone e ci vengono date in Cristo. Egli è
il “SI” e “ L’AMEN” a tutte le promesse di Dio. Spesso le
circostanze che affrontiamo sembrano indicare l’opposto di
quello che Dio ci ha promesso. In tali momenti dobbiamo
rimanere aggrappati tenacemente alla Parola di Dio
davanti a quelle circostanze avverse. Ci aggrappiamo alla
nostra speranza sapendo che Dio farà certamente quanto
ha promesso, anche se dovrà capovolgere l’intera
situazione! Non speriamo qualche volta; speriamo
sempre. Non perdiamo mai la speranza. Siamo sempre
positivi nei nostri atteggiamenti. Non parliamo
negativamente della nostra situazione, quindi, perché
questo indicherebbe mancanza di speranza. “L’amore
persevera sempre”. Giacomo dice: Giacomo 1:2-4
“Considerate una pura gioia quando venite a trovarvi in
prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede
produce perseveranza. E la perseveranza deve compiere
l’opera sua in voi, perché siate maturi e completi, di nulla
mancanti”
La capacità di perseverare è un segno importante del tuo
amore per il Signore, perché dimostra che ti fidi in Lui.
Non c’è bisogno di molta fiducia quando le cose sono facili,
ma sono necessarie perseveranza e determinazione se vuoi
mantenere fiducia e perseveranza nella speranza quando
tutto sembra rivolgersi contro di te. Tale perseveranza è un
segno di maturità spirituale. Rifiutiamoci di rinunciare con
facilità come fanno coloro che seguono i loro sentimenti.
Giacomo dirà più avanti: Giacomo 1:12 “Beato l’uomo che
persevera nelle prove perché dopo aver resistito nella
prova, lui riceverà la corona della vita, che Dio ha
promesso a quelli che lo amano”.
La perseveranza porta due meravigliosi risultati: la
maturità che deriva dal sapere che non si manca di nulla
al presente. E riceverai la corona della vita. Ha
conseguenze molto importanti nella tua vita, ora e in
eterno!
Come amico di Gesù, sii sempre perseverante nel tuo
amore e nella tua fiducia. Gesù deve sempre essere
creduto. Il Suo amore per te non verrà mai meno e ti
porterà al compimento di tutto quello che ti ha promesso.
A lui tutta la gloria!
Preghiera: Signore Gesù, per favore, dammi la grazia di
perseverare nella fede, di credere alla tua Parola al di là
di ogni circostanza.

Capitolo 37
Gli amici sanno che l’amore non verrà
mai meno.
“L’amore non verrà mai meno”
( 1 Corinzi 13:8)
Nella vita molte sono le cose instabili e incerte. Ma una
cosa è assolutamente sicura: L’amore di Dio per te è
eterno; non cambierà mai e non verrà mai meno. Egli è
sempre affidabile e la Sua Parola è degna di fede fino in
fondo! Allo stesso modo, L’amore che Egli ha messo in te
non verrà mai meno! E’ importante rendersi conto di ciò. Il
nemico cerca di mettere il seme del dubbio sul futuro.
Vuole che tu dubiti di poter essere gradito al Signore in
futuro. Questo è in contradizione con il comandamento di
Gesù di non preoccuparsi per il domani. Noi dobbiamo
vivere nell’amore e nella fede, non nel timore, soprattutto
nel timore di qualche situazione immaginata che potrebbe
non presentarsi mai. Alcuni cristiani temono di rinnegare il
Signore se dovessero soffrire persecuzioni o tortura fisica
per la loro fede. Dio ti dà la grazia di cui hai bisogno ogni
giorno, ecco perché ti dice di non preoccuparti del
domani. Domani ti darà grazia sufficiente per domani.
Qualsiasi cosa riservi il futuro, Egli ti darà la grazia di
poterla affrontare. Oggi non hai la grazia per domani,
perché non hai bisogno di tale grazia oggi! Non ascoltare i
falsi timori creati dalla tua immaginazione. Il Signore non
ti abbandonerà mai e ti darà la grazia di essere certo che
non lo rinnegherai. Quando ti sei fidato di lui nel passato,
Egli non ha mai permesso che tu venissi meno. E in quante
occasioni hai temuto una situazione solo per scoprire, poi
che i tuoi timori erano completamente infondati! La tua
immaginazione si è scatenata, concentrandosi sulle cose
negative che temevi potessero accadere! Nell’amore non
c’è timore; l’amore perfetto di Dio scaccia ogni timore.
Quando amiamo gli altri, neanche noi li abbandoneremo,
per lo meno non intenzionalmente. A volte,
inavvertitamente, veniamo meno alle aspettative di coloro
che ci amano e altrettanto fanno quelli che amano noi. In
tali occasioni abbiamo bisogno di essere perdonati e di
perdonare quelli che ci hanno deluso. Dove ci si ama gli uni
gli altri, tale riconciliazione di solito non è difficile. Quando
confidiamo nelle risorse dello Spirito Santo, non
mancheremo di manifestare l’amore che ci è richiesto. Non
possiamo fare con le nostre forze quello che Dio ha
stabilito che si possa raggiungere solo con la potenza
dello Spirito che Egli ci ha dato!
Egli ha messo dentro di noi l’amore che non verrà mai
meno. Il tuo amore umano è debole; il Suo amore in te è
forte!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché il tuo amore per
me non verrà mai meno.

Capitolo 38
Gesù è il Pastore dei Suoi amici
“Il Signore è il mio Pastore: nulla mi manca. Egli mi fa
riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque
alme. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di
giustizia, per amore del suo nome” ( Salmo 23:1-3)
Gesù conduce i Suoi amici; Egli è il Pastore che si occupa di
loro. Queste conosciutissime parole di Davide ci rivelano
alcune profonde verità. Per comprendere in pieno il valore
che hanno, dobbiamo renderci conto che in terre come
quella di Israele il pastore deve guidare il suo gregge,
camminando davanti a esso per parecchie miglia ogni
giorno per trovare pascolo sufficiente. Non c’è un pascolo
abbondante in cui poterlo lasciare e in cui possa badare a
sé stesso. Se il Signore è il tuo Pastore, non ti manca nulla.
Puoi anche sapere che il Signore è il Pastore senza
permettergli, poi, di guidarti! Ma se lo scegli come tuo
Pastore, allora quello che era vero per Davide diventa vero
per te: non ti mancherà nulla! Gesù era Signore molto
tempo prima che tu lo riconoscessi come tale. Egli morì
sulla croce come tuo Salvatore molto prima che tu
nascessi! Poi venne il momento in cui lo riconoscesti non
solo come Signore, ma come tuo Signore. Lo scegliesti
come tuo Signore personale. Riconoscesti che Egli era
morto per te ed Egli divenne il tuo Salvatore personale.
Allora potesti godere di tutti i benefici che Egli ti aveva
elargito morendo in croce. Egli è il Signore che ti guarisce.
Puoi anche sapere che Egli è in grado di guarire e può darsi
che tu gli chieda di guarirti senza però averlo accettato
come colui che ti può guarire personalmente. Il Signore
vuole che tu lo accetti come colui che ti guarisce
personalmente, come tua salute e la tua salvezza; vuole
che tu abbia una relazione continua con lui durante la
quale tu possa guardare a lui perché ti mantenga in buona
salute. Il Signore si rivela anche come colui che provvede.
Puoi anche chiedergli di provvedere a te senza, per questo,
averlo accettato come colui che provvede a te
personalmente! Aspettati che Egli provveda continuamente
a te. Non aspettare che nasca il bisogno per ricorrere a lui
perché provveda! L’affermazione di Davide nel Salmo 23 fa
comprendere che egli si riferiva a Dio sapendo che era il
suo Pastore personale. “Il Signore è il mio Pastore”. E’ per
questo che conclude: “ Non manco di nulla”. Se il Signore
era il Pastore personale di Davide, si occupava certamente
di lui. Non lo avrebbe mai lasciato in stato di bisogno e non
gli avrebbe fatto mancare mai nulla. E inoltre Davide
apprezzava che il Signore esercitasse il ruolo di Pastore nel
condurlo. Questo si dimostrò molto importante negli anni
seguenti perché, nonostante che Davide avesse ricevuto
grandi promesse da Dio, le sue circostanze sembravano
negare quelle promesse. Fu però in grado di confidare che il
Signore lo avrebbe condotto in tutte le circostanze avverse
fino all’adempimento delle promesse che gli erano state
fatte. “Egli mi guida lungo le acque calme”. Il Signore lo
guidò, in tempi di agitazione, a luoghi di pace. “Egli mi
conduce per sentieri di giustizia”. In seguito Davide avrebbe
peccato gravemente; eppure, invece di giudicarlo e
metterlo da parte, il Signore ristabilì la sua anima e lo
condusse di nuovo per sentieri di giustizia! Essendo il suo
Pastore, il Signore fece riposare Davide in pascoli erbosi, un
lusso, questo, in una terra semiarida. Il Signore voleva che
il suo servo prosperasse! Non doveva temere alcun male.
Anche se avesse dovuto camminare nella valle dell’ombra
della morte, il suo Pastore sarebbe stato con lui! Beni e
bontà sarebbero stati con lui tutti i giorni della sua vita.
Tutto questo e molto di più accadde a Davide perché aveva
scelto il Signore come suo Pastore personale. Come suo
amico, il Signore vuole che tu guardi a lui come il tuo
Pastore. Tutte queste cose possono diventare rivelazione
personale per te. Egli si occuperà di te perché tu non
manchi di nulla. Egli condurrà te a luoghi di pace, anche se
dovessi passare attraverso la tribolazione. Egli farà
dimorare te in pascoli erbosi. Egli condurrà te per sentieri
di giustizia per il Suo amore cosi che i suoi piani per te
possano essere portati a compimento. Non dovrai temere
alcun male perché il tuo Pastore è sempre con te. Bontà e
amore ti accompagneranno tutti i giorni della tua vita. Egli
ti ungerà il capo con l’olio del Suo Spirito in modo che la
tua coppa trabocchi! Più ti appropri degli attribuiti
personali del carattere di Gesù e li fai tuoi per fede, più
riuscirai a vivere nella gloriosa eredità che Egli ha
preparato per te! Gesù parla di Sé come del “Buon
Pastore”. Egli conosce le sue pecore ed esse conoscono lui.
Egli conosce te e, per la sua grazia, tu sei arrivato a
conoscerlo. Egli dà la sua vita per le pecore; quindi ha dato
la sua vita per te. Le sue pecore “lo seguono perché
riconoscono la sua voce” ( Giovanni 10:4). Tu riconosci la
sua voce perché Egli ha messo il Suo Spirito in te e tu puoi
seguirlo. Mentre lo fai, tutte le promesse che Davide ha
sperimentato essere vere, diventano valide per te, anche se
tu dovessi camminare nella valle dell’ombra della morte.
Tu non dovrai mai temere perché il Pastore è con te. Ma
Egli non vuole solo che le sue pecore lo conoscano,
riconoscano la sua voce e lo seguano; Egli desidera anche
che le pecore riconoscano la loro unità sotto un Unico
Pastore. Egli vuole che si sostengano l’una con l’altra, non
che siano l’una contro l’altra; vuole che si amino fra loro
come Egli le ha amate.
“Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche
quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e
vi sarà un solo gregge, un solo pastore” ( Giovanni 10:16).
Tutti gli amici di Gesù sono Sue pecore. Nonostante le
nostre differenze, siamo tutti pecore sotto un solo Pastore.
Egli non ci condurrà in mille direzioni diverse nello stesso
momento. Egli piuttosto ci avvicina l’uno all’altro secondo
il suo piano universale. Tu sei parte de quel piano. Gesù
vuole che tu riconosca la tua unità con tutti gli altri amici
di Gesù e che cooperi con loro pe prepararti alla Sua
seconda venuta, trionfale. Prima di tale evento la chiesa
deve dimostrare la vita di cui parla il Vangelo: una unità
che deriva dall’amore che i cristiani hanno per Gesù e per
gli altri cristiani. Ecco perché Gesù pregò perché tutti i suoi
discepoli fossero uno; perché allora il mondo avrebbe
saputo che Egli è il Cristo, il Messia, e che Egli ama noi
come il Padre ha amato lui!
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei il mio Pastore.

Capitolo 39
Gesù provvede ai Suoi amici
“Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa
perché ne godiamo” ( 1 Timoteo 6:17).
Quando si ama qualcuno ci si preoccupa in ogni modo del
suo benessere. Il Signore è Colui che provvede a noi perché
non ci amerebbe davvero se non fosse pronto a provvedere
a noi. Dubitare della sua volontà di provvedere a noi,
significa mettere in dubbio il suo amore!
Giovanni ci dice che se il nostro amore gli uni per gli altri è
genuino, noi agiremo con amore e non ameremo soltanto
parole. Se questo è vero per noi, quanto più è vero per
Gesù. Egli non vuole amarci soltanto con parole di
incoraggiamento, ma con i fatti. Egli diede la prova
suprema di questo quando offrì la sua vita per noi sulla
croce. Se Egli fu pronto al sacrificio supremo, quanto più
sarà pronto a dare in modi meno grandi!
Giovanni chiede come sia possibile avere beni di questo
mondo, vedere un fratello in stato di necessità eppure
chiudere il cuore verso di lui! Se si fa questo, diventa
evidente che l’amore di Dio non è in noi; cosi egli dice! Il
motivo è semplice. L’amore si manifesta nel dare. Se Dio
ama, quindi, vuole darci. Se il Signore si aspetta che
amiamo gli altri dando, diventa ovvio che Egli manifesta il
Suo amore per noi dando!
Tu però non devi amarlo per quello che puoi avere da Lui!
Ciononostante, conoscere il Signore significa sapere che si
può ricevere perché Egli è abbondanza. Non succederà mai
che tu dia qualcosa a Lui o a qualcuno dei suoi Figli senza
che Egli dia a te molto di più! Non ti permetterà mai di
superarLo nel dare, perché il suo amore è tanto più grande
del tuo. Egli restituisce “una misura pressata, scossa e
traboccante”! Il Signore ci insegna i principi del dare ed essi
hanno un profondo effetto su coloro che sono fedeli nel
metterli in pratica. Gesù dice che si miete quello che si
semina. La misura che usi per dare agli altri determina la
misura che viene usata per restituirti. Tutto quello che
riceviamo dal Signore è un’opera della Sua grazia. Non
possiamo guadagnare le sue benedizioni con il nostro dare,
e mai potremmo meritare di ricevere qualcosa da lui. Ma
non c’è fine alla sua grazia!
2 Corinzi 8:9 “Infatti voi conoscete la grazia del nostro
Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto
povero per voi, affinchè, mediante la sua povertà, voi
poteste diventar ricchi”
Anche se Paolo dice questo in un contesto in cui si parla di
dare denaro, chiaramente sta esponendo un principio che è
vero pe tutto quello che Gesù ha fatto per noi e non solo
per il denaro. Il motivo per cui Gesù si fece povero, fu per
farci ricchi, in ogni modo. E’ cosi che opera la sua grazia.
Egli vuole dare e dare e ancora dare ai suoi cari. E quindi
Giovanni rende questa testimonianza:
Giovanni 1:16 “Infatti dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto grazia su grazia”
Questa fu l’esperienza degli apostoli durante il ministero
terreno di Gesù e dopo la sua resurrezione e il ritorno in
cielo. Gesù vuole che tu riceva una benedizione dopo
l’altra per la sua meravigliosa grazia. Non è che sia affetto
da “sindrome da benedizione”; nella sua saggezza Egli sa
che più ricevi da lui, più tu avrai da dare agli altri. Non puoi
dare quello che non hai prima ricevuto.
A Gesù non importa quante benedizioni debba riversare
nella vita dei suoi amici. Più può dare, meglio è per lui,
perché allora i suoi amici saranno più efficaci nel dare agli
altri prove del suo amore. Paolo afferma: 2Corinzi 9:8 “Dio
è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinchè,
avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario,
abbondiate per ogni opera buona”
Egli vuole che tu abbia tutto quello di cui hai bisogno!
Egli ti ama; è il tuo Pastore e Colui che provvede. Egli vuole
dare e dare e ancora dare a te. Egli sa che allora tu potrai
“abbondare in ogni opera buona”. Riuscirai a dare, dare e
ancora dare agli altri. E più darai, più riceverai. Allora avrai
ancora di più da dare e Dio ti restituirà ancora di più e cosi
via! Fai un torto alle intenzioni di Dio se non credi che
voglia darti e provvedere ai tuoi bisogni secondo tutte le
gloriose ricchezze che ti ha dato in Cristo Gesù.
2 Corinzi 9:10-11 “ Colui che fornisce al seminatore la
semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la
semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia.
Cosi, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga
generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio
per mezzo di noi”
L’intenzione di Dio è che siamo “arricchiti in ogni cosa”,
ma non per nutrire il nostro egoismo; piuttosto, per
renderci generosi in ogni occasione! Perché allora noi
rifletteremo una caratteristica essenziale di Dio: la sua
grazia. Egli vuole renderti pieno di grazia, generoso!
1Corinzi 1:4-6 “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per
la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché
in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di
parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata
tra di voi la testimonianza di Cristo”
Questo è l’effetto della sua grazia che è a disposizione di
ogni credente. Egli non vuole che tu dubiti del suo desiderio
di provvedere a ogni tuo bisogno. E neanche vuole che tu
perda l’occasione che ti dà di essere una benedizione per gli
altri a secondo del modo in cui ti vuole usare; può usarti
perché tu dia agli altri a te stesso, il tuo tempo, le tue
abilità, il tuo denaro, le tue risorse.
Più tu sei una benedizione per gli altri, più tu sarai
benedetto. Quindi accetta il Signore come colui che
provvede a te personalmente. Sappi che Egli provvederà
sempre a te se gli obbedirai e darai agli altri. Se cercherai
prima il Suo Regno e la Sua giustizia, tutto il resto ti sarà
dato in aggiunta.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché vuoi benedirmi.

Capitolo 40
Gesù guarisce i Suoi amici
Esodo 15:26 “Io sono il Signore che ti guarisce”

Gesù trascorse molto tempo del suo ministero guarendo le


persone. Quando inviò i suoi discepoli a proclamare la
Buona Novella del Regno, Egli comandò loro di guarire i
malati. Guarire è sempre stato nella natura di Dio!
Gesù è la tua salute e la tua salvezza. La parola “salvezza”
significa “guarigione”. Poiché sei un amico, Egli si
preoccupa della tua salute nello spirito, nell’anima e nel
corpo; e ti vuole guarire sia fisicamente sia spiritualmente.
Il tuo corpo è una parte importante di te! Non potresti
esistere senza di esso. Il tuo corpo è un tempio dello Spirito
Santo. Non puoi amare gli altri, occuparti di loro e
testimoniare senza il corpo. Quindi sarebbe quasi blasfemo
affermare che Dio si occupa solo della nostra anima e non
del nostro corpo. La guarigione era uno dei doni dati alla
chiesa mediante lo Spirito Santo. Egli non ha perso nulla
della sua potenza! E’ potente oggi come lo era ai tempi del
Nuovo Testamento! Neppure il mandato di Dio alla sua
chiesa è cambiato. “Guarite i malati” è ancora il
comandamento di Dio per i suoi seguaci.
Il problema che molti hanno con la guarigione deriva
dall’esperienza; non tutti coloro che pregano per essere
guariti vengono guariti. Per rendere efficaci i propositi di
Dio, dobbiamo operare con fede e con l’autorità che Egli ci
dà. Gesù dice che non dobbiamo dubitare del risultato
quando preghiamo; ma dobbiamo credere di avere ricevuto
tutto quello che chiediamo in preghiera.
E’ difficile aspettarsi la guarigione da Dio e non dubitare
del risultato se non si è profondamente convinti dalla
Parola di Dio che il suo intendimento è quello di guarire.
Egli vuole che tu viva nella rivelazione che Egli è Colui che ti
guarisce, la tua salute e la tua salvezza. Tu vivi in Colui che
ti guarisce ed Egli vive in te. La tua aspettativa deve essere
quella di vivere nella sua salute, non nella malattia.
Comunque, Egli non condanna un credente perché è
ammalato. Dio non vuole il peccato per nessuno dei suoi
figli. Eppure, quando pecchiamo, Egli non ci caccia dal Suo
Regno. Ci perdona e ci ristabilisce, invece di condannarci.
Quando siamo malati non ci giudica perché siamo
ammalati. Piuttosto, Egli ci fa giungere la sua compassione
e il suo amore. E’ pronto a spandere la sua potenza nella
nostra vita in risposta alla nostra fede e a glorificare il suo
nome con l’opera di guarigione che compie dentro di noi!
Sulla croce Gesù affrontò tutte le negatività che possono
affliggere la nostra vita: “Isaia 53:5 “Grazie alle sue ferite
noi siamo stati guariti”. Matteo sapeva che questo
versetto si riferiva alla guarigione da malattia fisica, alla
liberazione dalle potenze demoniache e anche alla
guarigione da bisogni spirituali ed emotivi:
Matteo 8:16-17 “ Poi, venuta la sera, gli presentarono
molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti
e guarì tutti i malati, affinchè si adempisse quel che fu
detto per bocca del profeta Isaia; Egli ha preso le nostre
infermità e ha portato le nostre malattie”.
Come amico di Gesù, accettalo come tua salute, tua
salvezza, Colui che ti guarisce! Sappi che nel suo amore
per te Egli prese le tue infermità e portò le tue malattie, e
che grazie alle sue ferite sei stato guarito!
Aspettati di vivere in salute. E se sei malato, accettalo
come Colui che ti guarisce. Sii profondamente convinto
dalla Scrittura che è intenzione di Dio guarire e farti
prosperare. Non puoi, infatti, avere fede nella tua
guarigione se non sai che è sua intenzione guarirti.
Egli vuole usarti come strumento di guarigione per gli altri.
I credenti “imporranno le mani sui malati ed essi
guariranno”.
Matteo 10:7-8 “Andando, predicate e dite; Il regno dei
cieli è vicino. Guarite gli ammalati, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demoni; gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date”
Gesù dice che, essendo tu credente, “farai le stesse cose”
che Egli ha fatto. Come fece Lui, anche tu devi seguire le
direttive dello Spirito Santo, pronunciando le parole che
Egli ti suggerisce e facendo le cose che Egli ti dice di fare.
Quando gli obbedisci, Egli ti usa per benedire gli altri e
per glorificare il Padre!
La potenza e l’autorità per guarire che Gesù dà ai suoi
amici debbono essere usate nel modo che Egli indica. Noi
non siamo liberi di fare tutto quello che riteniamo sia
giusto. Quando preghiamo con altri è importante che
siamo aperti allo Spirito Santo per sapere che cosa dire e
come pregare. Gesù pregò spesso in modi molti diversi per
le stesse necessità. Per esempio, egli guarì la cecità usando
quattro metodi diversi! E di solito sollecitò una
dimostrazione de fede prima di cominciare a pregare!

Preghiera: Signore Gesù, grazie, perché sei colui che mi


guarisce, la mia salute e la mia salvezza.

Capitolo 41
Gesù prende i pesi dei Suoi amici
Matteo 11:28-30 “ Venite a me, voi tutti che siete
affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi
il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e
umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;
poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”

Venite a me è un invito personale. Gesù non dice: “Venite a


un culto”, o: “Venite in chiesa”; Egli dice: “ Venite a me”.
Egli attrae le persone in un legame personale con lui. E non
è una chiamata riservata a persone spiritualmente mature.
E’ indirizzata a tutti coloro che sono affaticati e oppressi.
Capita di identificarsi con questa categoria di persone. A
volte siamo stanchi di noi stessi, degli altri, delle
circostanze che stiamo vivendo. A volte ci sentiamo
schiacciati dalle pressioni che riceviamo e dai problemi che
dobbiamo affrontare a casa, sul lavoro o nelle nostre
finanze. A volte ci pare che gli altri ci mettano sotto
pressione e ci facciano sentire schiacciati. A volte può darsi
che siamo affaticati e oppressi a causa del doloro e della
malattia. Le cose a volte raggiungono un punto tale che
pensiamo di non farcela. Spesso accade che proprio in
tempi come quelli descritti le persone si rivolgono per la
prima volta al Signore e nascono di nuovo. Prima hanno
cercato di vivere senza Gesù e ora arrivano a rendersi
conto che hanno bisogno di lui. Comunque, queste parole
non sono rivolte solo a coloro che non hanno ancora un
rapporto con Gesù. E’ possibile che, pur appartenendo a lui
e sapendo di essere figli di Dio, si sia affaticati e oppressi.
Può anche succedere che ci si senta affaticati per aver
portato avanti l’opera del Signore! Quali che siano le
circostanze, le parole del Signore sono chiare: “Venite a
me”. Quando cammini vicino a Gesù, è naturale che tu ti
rivolga a lui per ogni necessità e quando ti senti oppresso.
Non ti rivolgi ad altri piuttosto che a lui. Non è di consigli
che hai bisogno perché sai che Egli solo è la risposta alle
tue necessità. Non c’è nulla che possa sostituire il
rapporto diretto con il Signore.
Gesù è con te, sempre disponibile e pronto ad aiutarti
quando sei stanco e affaticato. Egli non dice: “Và da un
consigliere”, Egli dice: “Vieni a Me”. Ogni volta che ti rivolgi
a lui la tua relazione con Gesù viene rafforzata. Non si
cresce se si usano altri come sostituti di Gesù! Non è solo
una questione di obbedienza; è anche una questione di
fede!
Ci si rivolge ad altri quando non si crede che rivolgendosi a
Gesù si possano trovare l’aiuto e la forza che servono.
Quando ti rivolgi a Lui e riponi la tua fede in lui, ricevi
risposte migliori di quelle che potresti ricevere da
chiunque altro!
Significa questo che non si deve chiedere aiuto agli altri
nelle circostanze difficili? Assolutamente no! Essendo parte
del Corpo di Cristo devi sopportare i pesi degli altri e
permettere loro di aiutare te. A volte è il nostro orgoglio
che ci impedisce di permettere agli altri di aiutarci! Gesù ci
dice anche che se due si accordano in preghiera, il loro
Padre celeste risponderà loro! Questo però non significa
usare gli altri anziché usare la propria fede in Gesù; ma
significa chiedere di essere d’accordo con la fede che
stiamo usando! Insieme rispondiamo all’invito di Gesù:
“ Venite a Me”. Il fatto che Egli si rivolga a chi è affaticato
e oppresso dimostra che Egli vuole essere coinvolto in
ogni aspetto della nostra vita. Egli si preoccupa degli
affaticati e degli oppressi fino al punto di portare i loro
pesi, di prendere su di sé gli affanni che li fanno sentire
cosi. Alcuni permettono ai problemi di portarli lontano da
Dio. Questo è proprio quello che vuole il diavolo. Egli
insinua che Gesù non ti ama se permette che tu soffra in tal
modo, o che tu abbia tali problemi. Trascura, però, di dire
che egli è spesso la causa del problema che vuole usare per
creare una barriera fra te e il Signore! Gesù non promette
che i suoi seguaci saranno risparmiati dagli affanni del
mondo in cui vivono. Anzi, dice che nel mondo avranno
tribolazioni! Spesso i problemi più difficili da affrontare
sono creati proprio da chi è dentro la chiesa. Questo non
dovrebbe sorprenderci. Il fatto che le persone siano dentro
la chiesa non implica automaticamente che esse vivano
vicino a Gesù o camminano da amici suoi. Ci sarà il mondo
nella chiesa se i suoi membri vivono secondo il mondo. La
carne è sempre in lotta con lo Spirito, non importa chi sia
che manifesta atteggiamenti carnali! Ci si sente però più
feriti quando i problemi sono creati da altri credenti che
dovrebbero essere impegnati ad amare! I più grandi
oppositori di Gesù furono i farisei. Egli riusciva a rivelare la
loro ipocrisia. Essi erano dediti ad atti religiosi formali, ma
il loro cuore era lontano da Dio. Perciò essi rifiutarono Gesù
e le cose dello Spirito, preferendo riporre la loro fede in
pratiche religiose e pensando che, osservando
scrupolosamente tali pratiche, avrebbero ottenuto favore
presso Dio. L’invito e comando di Gesù è semplice: “Venite
a me”. Queste parole sono rivolte anche a coloro che sono
stanchi di religione e sono sotto il peso delle pratiche
legalistiche alle quali sono stati abituati. Dove manca la
fede si troverà sempre un misto di legalismo e di
disobbedienza alla Parola di Dio. A coloro che vanno a Lui,
Gesù fa questa meravigliosa promessa: “ E io vi darò
riposo”. Egli ti darà riposo da tutte queste cose che hanno
determinato la tua stanchezza e la tua oppressione, sia che
le oppressioni derivino dal mondo o dal nemico o dagli altri
che ti hanno fatto del male o dai lacci del legalismo
religioso o ancora dalla malattia o da ogni genere di
bisogno. Gesù non dice che gli altri ti daranno riposo o
saranno la soluzione per la tua situazione o per il mondo in
cui ti senti. Egli dice che Lui ti darà riposo.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché sei sempre con
me, pronto ad aiutarmi.

Capitolo 42
Gesù è legato ai Suoi amici
Matteo 11:29 “Prendete su di voi il mio giogo e imparate
da me”.
Un giogo è una barra che abbraccia le spalle di due animali
per permettere loro di lavorare insieme usando la forza che
rispettivamente hanno per lo stesso scopo. Gesù invita te, o
chiunque sia affaticato o aggravato, a prendere lo stesso
suo giogo. Gesù dice: “Prendete il mio giogo”. Che giogo ha
Gesù? Durante il suo tempo sulla terra Gesù visse “legato”
dallo stesso giogo con il Padre. Il “ giogo” che li legava
insieme era l’amore. A causa dell’amore che aveva per Suo
Padre, Gesù faceva quello che Suo Padre voleva; Egli
obbedì a lui in ogni cosa. Il “giogo”, quindi, era quello
dell’obbedienza amorevole. Se Gesù avesse scelto di
disobbedire a Suo Padre, avrebbe gettato quel giogo. E non
sarebbe, quindi, stato in rado di fare alcunchè, poiché Egli
disse che non poteva far nulla da sé stesso. Mentre era
legato al Padre poteva pronunciare le sue parole e
compiere le sue opere. Gesù ti invita a prendere il suo
giogo su di te. Ti chiede di scegliere di essere legato a lui
con l’amore. Egli non ti imporrà il suo giogo; sei tu che devi
prenderlo su di te: è il giogo della obbedienza amorevole.
Può darsi che tu debba piegare il tuo collo rigido a quello
che il Signore vuole da te, per poterti sottomettere al suo
giogo, ma ricordati che a lui preme il tuo bene! C’è in ballo
la tua indipendenza. Molti che riconoscono la Signoria di
Gesù Cristo nella loro vita ancora vogliono mantenere una
certa dose di indipendenza, anche se non lo vogliono
riconoscere. Forse accetti il giogo di Gesù quando hai un
disperato bisogno, ma vorresti liberarti di quel giogo
quando ti aggrada! Quando due amici camminano insieme
decidono, mettendosi d’accordo, dove andranno insieme e
che cosa faranno insieme. Come amici di Gesù, legati
insieme a lui, la situazione è diversa. Gesù non vuole
camminare con te nelle tue vie; Egli vuole che tu cammini
con lui nelle Sue vie. E non vuole neanche che tu butti via
quel giogo quando ti conviene. Questo comportamento ti
porterà a diventare stanco e pieno di pesi di nuovo! Essere
legati a Gesù significa che siamo spalla a spalla con Lui.
Non si fanno più piani personali su dove andare e che cosa
fare. Come Gesù desiderava essere gradito al Padre, tu
scegli di essere gradito a Lui andando lungo il cammino che
Egli indica e facendo le cose che Egli ti spinge a fare.
Comunque, poiché il giogo è un giogo di amore, il Signore
non ti impedirà di liberartene quando scegli di farlo. Se lo
fai, però, ti metterai nei guai. Se si gettano i freni che
vengono messi alla carne quando si è sotto il giogo con
Gesù, si comincerà a inoltrarsi per vie che non piacciono al
Signore. Gettare il giogo significa essere disobbedienti e la
disobbedienza porta sempre a una tensione nel rapporto
con Gesù, a una certa distanza da lui e dai suoi piani.
Gettare il giogo è un atto di indipendenza e significa che
vuoi credere in te stesso, piuttosto che in Gesù. Questo
inevitabilmente porta guai, anche se non ce ne accorgiamo
subito, perché ci vuole un po’ di tempo prima che le
negatività si rivelino. E’ più saggio umiliarsi sotto la
potente mano di Dio e sottomettersi al giogo di Gesù.
Allora Egli può sollevarci.

Preghiera: Signore Gesù, scelgo di essere sotto lo stesso


tuo giogo.

Capitolo 43
Gesù dà ai Suoi amici riposo
Matteo 11:25 “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi e io vi darò riposo”

Non è un peso essere sotto il giogo con Gesù. E’ vero


l’opposto; perché se si è sotto il giogo con lui, Egli dà
riposo! La carne considererà un peso essere sotto il giogo
con Gesù, perché in questo modo non si può fare come si
vuole! Alcuni vogliono i vantaggi che derivano dalla sua
amicizia, dalle sue benedizioni e dalla sua eredità; ma li
vogliono alle loro condizioni, non alle sue, senza essere
sotto lo stesso giogo con Gesù! Se rifiuti il suo giogo è
probabile che vedrai crescere gli affanni nella tua vita,
piuttosto che trovare sollievo. Il peccato è il più grande
affanno di cui abbiamo esperienza e causa più guai di
qualsiasi altra cosa nella nostra vita. Tu danneggi te stesso
con il peccato più di quanto gli altri ti possano danneggiare
facendoti del male! Se sei sotto lo stesso giogo con Gesù ne
beneficerai in quattro modi: imparerai da Lui,
sperimenterai la sua bontà, sperimenterai la sua umiltà di
cuore e troverai riposo per la tua anima!
Gesù sopporto costantemente il rifiuto e la persecuzione,
soprattutto da coloro che professavano di essere religiosi in
modo legalistico. I suoi amici spesso lo delusero e lo
abbandonarono nell’ora in cui più aveva bisogno di loro.
Eppure Egli riuscì a superare ogni difficoltà perché si mise
volontariamente sotto lo stesso giogo con il Padre.
Quando scegli di essere sotto lo stesso giogo con Gesù, Egli
può sostenerti nelle prove e nelle difficoltà che devi
affrontare. Essere legato a Suo Padre significava per Gesù
essere in grado di manifestare l’amore e la potenza di Suo
Padre. Lo stesso sarà vero per te. E proprio come il Padre
si compiaceva di Suo Figlio, altrettanto Gesù si
compiacerà di te se scegli di rimanere legato a lui
nell’amore e di dipendere da lui invece di essere
autonomo e indipendente! Poiché era legato al Padre,
Gesù potè vivere la vita del Regno celeste sulla terra.
Legato a Gesù, tu puoi aspettarti che la sua vita, il suo
amore e la sua potenza si manifestino nella tua vita. Ed Egli
ti farà riposare nella sua pace che supera ogni intelligenza!
Secondo la mente naturale, essere legato significa mancare
di libertà, essere impedito. Essere legato a Gesù è la vera
libertà! Se rifiuti di essere legato a Gesù rimani legato al
tuo “io”, e questo significa che ancora vuoi che ci sia il tuo
“io” sul trono della tua vita, o, per lo meno, che l’io
condivida il trono con Gesù. Tu non sei legato a qualcuno
che ti vuole giudicare, ma a qualcuno che è gentile! Tu hai
bisogno di gentilezza quando ti senti stanco e oppresso.
Vuoi qualcuno che capisca te e la situazione nella quale ti
trovi. Gesù non ti dà lezioni, quando ti rivolgi a lui. Egli ti
aiuta. Getta tutti i tuoi pesi sul Signore, perché Egli ha cura
di te. Tenersi stretto anche uno solo dei nostri problemi,
significa essere disobbedienti. Tu sei legato a Gesù, Egli è il
tuo compagno in ogni cosa e può prendere il tuo affanno,
non importa quale sia la situazione. Imparando a fidarti
del Signore nelle piccole cose, imparerai a fidarti di lui nelle
cose grandi. Questo è il primo vantaggio.
Il secondo è che Gesù esprime il suo amore per te con
grande gentilezza. Egli non ti giudica per esserti messo in
una situazione di bisogno; vuole invece aiutarti a uscire da
tale situazione. Gesù perdona la donna colta in adulterio
invece di condannarla. Il padre diede il benvenuto al figliol
prodigo invece di punirlo per aver sperperato la sua
eredità. Quando un bimbo ha bisogno, il genitore
amorevole elargirà il suo amore più tenero perché la
situazione lo richiede. Puoi forse pensare che il tuo Padre
celeste possa essere meno amorevole, tenero, gentile e
buono con i suoi figli che ne hanno bisogno? Egli sa quando
hai bisogno di vedere la tua ribellione, la tua disobbedienza
o la tua incredulità. Persino in questi casi Egli non ti farà
vedere queste cose in un modo che possa farti male. Non
vuole addossarti dei pesi; vuole piuttosto portarli per te.
Egli sa anche quando semplicemente hai bisogno che la sua
tenera e amorevole cura ti incoraggi e ti sostenga. Gesù è
gentile con te!

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché prendi l’affanno su


di te e mi dai riposo.

Capitolo 44
Gesù umilmente serve i Suoi amici
Matteo 11:29 “Prendete su di voi il mio giogo e imparate
da me, perché io sono mansueto e umile di cuore”.

Molti cristiani aspirano di vedere la potenza di Dio espressa


in modo più evidente nella loro vita. Comunque, non è
ricevendo la potenza di Dio che vivrai nella vittoria, ma
dimostrando tale potenza. Gesù ci fa vedere che è
importante camminare in umile sottomissione al Padre se
si vuole che la sua potenza si manifesti nella nostra vita.
Questo è il terzo vantaggio. Chiunque abbia cercato di
essere umile, sa che compito impossibile sia questo se
cerchiamo di svolgerlo con la nostra forza! L’umiltà davanti
agli altri deriva dall’umiltà che abbiamo davanti a Dio. La
vera umiltà viene dal legame che abbiamo con Colui che è
umile di cuore. Allora noi avremo cuori simili al suo! Gesù
manifesto umiltà quando venne sulla terra come pronto
servitore di tutti. Anche se era Figlio di Dio, Egli visse da
servo ed esercitò il suo ministero servendo chi era intorno a
lui. Oggi Gesù vuole servire te; Egli ha ancora lo stesso
cuore amorevole, umile e servizievole! L’orgoglio è più
grande nemico di ogni credente. L’orgoglio è nascosto
dietro l’incredulità e dietro ogni altro aspetto che ci fa
resistere ai propositi di Dio per noi. L’orgoglio dà al diavolo
l’opportunità di ingannare e ci dà l’illusione di poter fare da
soli, senza essere legati a Gesù. L’orgoglio fa si che alcuni
pensino di non dover vivere come amici di Gesù, di poterlo
seguire senza dover rinnegare sé stessi e senza prendere la
croce che Egli mette davanti a loro. L’orgoglio si nasconde
dietro ogni atteggiamento peccaminoso e ribelle al quale
restiamo attaccati. L’orgoglio si manifesta quando
testardamente rifiutiamo di pentirci e di sottometterci a
Gesù. Vera umiltà è riconoscere che senza Cristo non
possiamo fare nulla; e non cerchiamo neppure di fare le
cose senza di lui, ma le facciamo all’unisono con lui. Vivi
per fede nel Figlio di Dio e tutte le cose ti diventeranno
possibili. L’umiltà è, quindi, la chiave per sprigionare la
potenza di Dio nella tua vita! Gesù non avrebbe preso
tutte le tue malattie su di Sé quando andò sulla croce se
non fosse stato intento di Dio guarirti. E neppure avrebbe
detto ai suoi seguaci di parlare alle montagne
comandando loro di spostarsi se non fosse stata sua
intenzione occuparsi dei problemi. Egli invita gli affaticati
e gli oppressi ad andare a lui e prendere il suo giogo
perché Egli vuole liberarli e non vederli soffrire sotto i pesi
che vengono portati dal mondo, dalla carne e dal diavolo!
Il centurione romano capì che poteva dare comandi ai
soldati sottoposti a lui perché a sua volta egli obbediva a
chi era preposto a lui. Se fosse stato insubordinato, la sua
autorità gli sarebbe stata tolta. Egli vide l’autorità con la
quale Gesù insegnava e agiva. E capì, quindi, che Gesù
avrebbe dovuto pronunciare solo una parola e il suo servo
sarebbe guarito. Non importa che Gesù andasse a casa
sua, perché la guarigione avvenisse. Questa è fede vera.
Gesù poteva esercitare tale autorità perché era
completamente sottomesso all’autorità del Padre. Egli
viveva “legato” a Suo Padre e cosi la potenza di Dio si
manifestava in modo meraviglioso nel suo ministero. La
vera umiltà unita alla fede permetterà che si manifesti la
potenza di Dio nella nostra vita. Se starai sotto lo stesso
giogo con Gesù, potrai essere in una posizione di umile
sottomissione a lui e ai suoi scopi proprio come fece Gesù,
che fu umilmente legato al Padre Suo.

Preghiera: Signore Gesù, senza di te non posso fare nulla.

Capitolo 45
Gesù dà pace ai Suoi amici
Efesini 2:14 “Lui, infatti, è la nostra pace”
Il quarto vantaggio che ci deriva dall’essere legati a lui è
che “troveremo riposo alle anime nostre”. Saremo in pace
con Gesù se saremo sottomessi a Gesù; ma saremo tesi, se
persisteremo con testardaggine a chiedere cose secondo la
nostra volontà e non secondo la sua volontà. Ci sono tre
aree principali nella vita della tua anima: la tua mente o
intelletto, le tue emozioni o sentimenti, e la tua volontà o la
tua abilità di fare scelte. Tu avrai pace con il Signore se
sottometterai i tuoi pensieri ai suoi, la tua capacità di
comprensione alla sua che è tanto più alta della tua!
Essere legati a Gesù significa essere vicini a lui nel suo
modo di pensare. Si cominciano a vedere le cose come Egli
le vede, a capirle come Egli le capisce. Molti tra noi
valutano le proprie opinioni e idee molto al di sopra di
quelle degli altri, tanto da volerle imporre alle altre persone
soprattutto se si pensa che queste ultime capiscano mino di
noi! Si può scegliere di liberarsi dal giogo d’amore in
qualsiasi momento semplicemente dissentendo da Gesù,
scegliendo i propri pensieri piuttosto che i suoi e agendo,
quindi, in disobbedienza. Obbedire a Gesù significa
obbedire a quello che Egli dice, non a quello che pensiamo
debba essere la sua volontà! Non solo è facile credere ai
propri pensieri piuttosto che a quelli di Gesù, ma è ancora
più facile credere ai propri sentimenti o alle proprie
emozioni piuttosto che alla rivelazione della verità che il
Signore ci ha dato nella Sua Parola. Quest’area è un vero
campo di battaglia per molti credenti; essi vivono da
vittime dei loro sentimenti invece che da vincitori sui loro
sentimenti. Noi vogliamo essere liberi da turbamenti
emotivi ed essere in pace. Coloro che cercano di
raggiungere questo senza dipendere da Gesù, passano da
una crisi all’altra. Dio ci dice di rallegrarci in ogni
circostanza perché questa è la sua volontà per noi in Cristo
Gesù. Se non facciamo questo, cioè se disobbediamo alla
Parola e alla volontà di Dio, è perché crediamo ai
sentimenti piuttosto che alla verità. La lode e il
ringraziamento dirigano la nostra attenzione verso Gesù,
verso la sua presenza in noi, qualunque sia la situazione. Se
il nostro sguardo è su di lui, cominciamo a vedere i nostri
problemi e le nostre situazioni sotto una luce diversa, da
una prospettiva migliore. Noi sappiamo nella nostra mente
che nulla è impossibile a Dio, che nessuna situazione è
troppo difficile per la sua potenza. Eppure possiamo
rifiutare testardamente di sottometterci a lui perché siamo
pieni di autocommiserazione o anche di rabbia per tutte le
circostanze che dobbiamo affrontare.
Rifiutare di gioire nel Signore è come biasimarlo per la
situazione che stiamo vivendo, è come mettere in
discussione il suo amore per noi perché le cose sono
diventate difficili. La fede guarda le circostanze in modo
molto diverso. La fede si rivolge a lui, crede in lui e sa che
Egli sarà fedele e risponderà al grido del nostro cuore, non
importa quanto possano apparire disperate le situazioni.
Un amico di Gesù guarderà a lui cercando l’amicizia
quando più ne ha bisogno e non proverà risentimento né
penserà che Egli non si preoccupi o non sia coinvolto nel
suo problema. Non si può aver fede che Gesù risolva una
situazione se lo si incolpa di averla creata o se si immagina
che quella sia la sua volontà per noi. Non avrai la fede per
muovere le montagne se crederai che Dio vuole che tu
abbia queste montagne! Gesù non ci avrebbe detto di
parlare alle montagne e di comandare loro di muoversi se
avesse voluto che noi rimanessimo inchiodati davanti a
esse! I sentimenti non possono cambiare una situazione,
ma Dio può; e quando credi che Egli possa farlo, i tuoi
sentimenti cambieranno! Invece di ascoltare i tuoi
sentimenti, ascolta quello che il Signore dice nella Sua
Parola.
Quando gioisci e ringrazi, tu esprimi fiducia in Dio al di là
dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti. Tu scegli di farlo. Tu
sottometti la tua volontà alla Sua. Scegli i suoi pensieri
anziché i tuoi. Scegli obbedienza alla sua volontà e alla Sua
Parola e non ai tuoi sentimenti. Il rifiuto testando di fare
questo fa capire che la tua volontà non è sottomessa alla
sua, certamente non in quelle circostanze o in quel
momento. Anche quando c’è bisogno che il Signore agisca
e cambi le cose ti renderai conto che Egli non farà nulla
finchè non raggiungerai una posizione di obbedienza.
Mentre testardamente ti rifiuti di rallegrarti ed essere
riconoscente, l’aiuto che può arrivarti è piccolo o nullo.
Nessuno pretende che sia sempre facile mettere in pratica
la Parola di Dio. Ma il fatto che sia difficile non sottintende
che abbiamo il diritto di cercare una nostra soluzione
personale più facile. Queste alternative non funzioneranno!
Obbedire non significa soltanto fare quello che il Signore ci
dice di fare nella Sua Parola, ma farlo con l’atteggiamento
giusto piuttosto che con mala grazia o risentimento. La
vera sottomissione fa riconoscere che le vie di Dio sono
sempre le migliori e sono giuste e che Egli è vicino per
benedire, aiutare, guarire, liberare, dare o fare tutto quello
che è necessario! Egli opererà secondo le sue vie, non
secondo le tue. Quello che ne deriva è pace per la tua
anima. Poiché è tuo Amico, Gesù è sempre con te, sempre
vicino, sempre pronto ad aiutarti, desideroso che ti
appropri, per fede, di tutte le risorse che Egli mette a tua
disposizione. Eppure, allo stesso tempo, Egli chiarisce che,
se sei legato a lui, tu andrai avanti nelle sue vie e non nelle
tue. Egli non si sottometterà a te, tu devi sottometterti a
lui. Egli è il Signore, non tu. Il suo giogo è dolce e il suo
carico è leggero.
Preghiera: Signore Gesù, grazie per la tua pace.

Capitolo 46
Gli amici obbediscono a Gesù
Giovanni 14:21 “Chi ha i miei comandamenti e li osserva.
Quello mi ama”

Giovanni 14:23 “Se uno mi ama, osserverà la mia parola;


e il Padre mio l’amerà; e noi verremo da lui e dimoreremo
presso di lui”
Giovanni 15:10 “Se osservate i miei comandamenti,
dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore”
Gesù mette il suo amore nel tuo cuore per creare in te il
desiderio di obbedirgli, di avere un cuore simile al Suo.
Allora sarai pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo che ti si
ponga davanti mentre segui Gesù. L’obbedienza, dice Gesù,
è la dimostrazione del tuo amore per lui. Questo significa
anche che la disobbedienza è la prova di una mancanza
d’amore, la prova che hai scelto di compiacere al tuo “io
piuttosto che a lui o ad altri. Questo amore per sé è il più
grande impedimento al nostro cammino cristiano. Siamo
stati crocifissi con Cristo e introdotti a una nuova vita in lui!
Non abbiamo identità o scopi separati da lui. Dire che
appartieni a lui e vivere ancora per te stesso è una
contraddizione in termini. Non puoi essere un testimone di
Gesù Cristo nel mondo se vivi come vive il mondo, ma solo
se rendi manifesta la nuova vita che hai in lui. L’obbedienza
ti porta più vicino a Gesù; la disobbedienza volontaria ti
separa da lui. Non puoi camminare con lui e disobbedirgli
contemporaneamente. Ombra e luce non possono stare
insieme. Il comando di Dio è di amarlo con tutto il tuo
cuore, tutta la tua mente, tutta la tua anima e tutta la
forza. Se ti fosse chiesto se è cosi che lo ami, Forse
risponderai sinceramente che lo ami con un po’ del tuo
cuore, un po’ della tua mente, un po’ della tua anima e un
po’ della tua forza. Forse ti renderesti rapidamente conto
che c’è troppo amore di te, troppi pensieri e desideri
centrati sul compiacimento di te stesso. Le decisioni sono
spesso basate su quello che noi vogliamo, piuttosto che su
quello che Gesù vuole da noi. Le cose potrebbero essere
diverse? Certamente sì! Hai mai deciso di amare Gesù con
tutto il cuore, la tua mente, la tua anima e la tua forza? Hai
mai gridato al Signore e pregato con sincerità che ti renda
capace di vivere in tal modo perché desideri fortemente di
amarlo con tutto il cuore? Hai pensato che questo sia
possibile? La preghiera fervente sarà necessaria, ma deve
essere preghiera di fede. La preghiera sincera viene dal tuo
cuore, tocca il cuore del Signore e lo convince che parli sul
serio. Ma tu credi anche che Egli ti risponderà e ti renderà
capace di amarlo più di quanto tu riesca a fare nel
momento in cui glielo chiedi. Tale preghiera non è il
risultato di un’idea del momento, ma deriva da un cuore
che anela a questo nel profondo. Gesù non è mai sceso a
compromessi nel suo amore per te e non vuole
compromessi nel tuo amore per lui. Non importa quali
siano la tua posizione, il tuo ministero, la tua chiamata, il
tuo lavoro o la tua professione; la volontà di Dio per te è
che tu lo ami con tutta la tua forza. Egli desidera la tua
amicizia, vuole essere vicino a te, vuole aiutarti e
provvedere a te. Hai fame di lui? Vuoi camminare vicino a
lui, conoscere il suo cuore e fare la sua volontà? Se è cosi,
non stancarti di dirgli che lo ami. Rallegrati in ogni
occasione. Egli ti dà l’opportunità di servirlo amando gli
altri. Allo stesso tempo renditi conto di quanto
profondamente Egli ti apprezzi e desideri incontrarsi con te
per darti sempre una fresca rivelazione del suo amore per
te! Credi che il tuo amore per lui continuerà ad
aumentare!

Preghiera: Signore Gesù, voglio amarti con tutto il mio


cuore, la mia mente, la mia anima e la mia forza.

Capitolo 47
Gli amici amano gli altri amici
Giovanni 13:34-35 “Io vi do un nuovo comandamento: che
vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi
amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che
siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”

Giovanni 15:12-13 “Questo è il mio comandamento: che vi


amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha
amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi
amici”
Giovanni, l’apostolo, era presente quando Gesù pronunciò
queste parole. Egli scrisse la sua prima lettera circa 50 anni
più tardi, dopo un lungo periodo di ministero durante il
quale aveva visto questi principi trasformati in azione! Egli
dice con chiarezza che noi dimostriamo il nostro amore per
Gesù amando gli altri; infatti non possiamo amare Dio
senza amare i nostri fratelli. Amare il Padre significa amare
anche i suoi figli. Se vediamo un fratello in necessità e
chiudiamo il nostro cuore, l’amore di Dio non può essere in
noi. Chiunque dice che ama Dio e non ama suo fratello, si
inganna; è un bugiardo e la verità non è in lui. Questo è un
linguaggio duro! A Giovanni, ovviamente, non piaceva la
super-spiritualità. Le sue parole ci mostrano la
contraddizione che risulta evidente quando le persone
usano il linguaggio giusto, ma vivono in modo diverso. Se
abbiamo un cuore d’amore, ameremo Gesù, gli altri
cristiani e tutti coloro che il Signore ci mette davanti. Ci
occuperemo in modo particolare degli ultimi, dei poveri e
dei bisognosi, come Gesù stesso dimostrò durante la sua
vita sulla terra. Ameremo perché abbiamo un cuore
d’amore. Vivere una vita d’amore non è una scelta per i
cristiani. Gesù dice: “Dovete amarvi gli uni gli altri”.
Dobbiamo fare del bene a tutti gli uomini, specialmente a
coloro che hanno la fede. Quando i cristiani si amano gli
uni gli altri, essi dimostrano al mondo che l’amore di Dio e
una realtà. Non convinceranno il mondo della verità del
Vangelo, se non manifestano la vita di cui parla il Vangelo.
Il solo modo di amare Gesù è obbedirgli. Il solo modo di
obbedirgli è amare gli altri. Egli ci dà l’unzione per fare
questo, ma l’unzione non ci obbliga a essere obbedienti.
Dobbiamo scegliere di usare questa unzione per amare gli
altri come Gesù ama noi.
Gli amici di Gesù debbono amare gli altri amici fino al
punto di dare la propria vita per loro. Che cosa significa
questo in pratica? Significa compiacere agli altri prima di
compiacere a noi stessi; essere pronti ad amare e servire
gli altri fratelli senza considerare quanto questo ci costa.
Hai bisogno di un cuore pronto al servizio come quello di
Gesù! Se vivi a contatto con Gesù, il suo amore fluirà da te
per benedire gli altri. Questo è la gloriosa conseguenza
dell’essere un amico di Gesù.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mi rendi capace di


amare gli altri come tu hai amato me,

Capitolo 48
Gli amici portano frutto
Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma
sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate
e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinchè tutto
quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo
dia”

Giovanni 15:8 “In questo è glorificato il Padre mio; che


portiate molto frutto, cosi sarete miei discepoli”

Giovanni 15:4 “Come il tralcio non può da sé dare frutto


se non rimane nella vite, cosi neppure voi, se non
dimorate in me”

Giovanni 15:5 “Colui che dimora in me e nel quale io


dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non
potete far nulla”
Il Padre ci ha tolto dalla vite selvatica del mondo e ci ha
piantato nella vera vite, Gesù. Lo scopo di ogni tralcio è di
portare frutto vivendo in Lui. Nessun tralcio può portare
frutto se non è attaccato a Lui.
Il frutto non è per il tralcio. Il Padre è il Vignaiuolo ed Egli
ha il permesso di raccogliere il frutto prodotto nella tua vite
e di darlo a chi vuole. Egli farà si che altri raccolgano e
“mangino” il frutto che tu produci. Non dovresti lamentarti
di questo perché tu non hai prodotto questo frutto per la
tua gloria o soddisfazione, ma per la sua gloria. Egli ha il
diritto di farne quello che desidera!
In alcuni casi il Signore può mandare persone che hanno
difficoltà a ricevere il frutto del tuo amore. Non sta a te
dire: “ Non quello, Signore”, oppure: “Quello non mi piace”,
o ancora: “Non ho faticato per uno come lui!” Hai mai visto
un tralcio che mangia il suo frutto? Certamente no! Se devi
essere sempre lieto e ringraziare in ogni circostanza, allora
gioirai del modo in cui il Signore sceglie di usarti e sarai
riconoscente per tutti coloro che Egli ti dà da amare!
Tu puoi dar frutto solo se dimori o resti nella vite. Se vivrai
a contatto con Gesù, è naturale che porterai frutto.
L’amore automaticamente produce come frutto l’amore!
Non dovrai continuare a guardare a te stesso, ansioso di
sapere se stai portando frutto. Grazie all’amore che il
Signore mette nel tuo cuore, sarai lieto di ogni opportunità
che il Signore ti darà di servire gli altri e di dare a loro.
Desidererai aiutare gli altri, superando ogni riluttanza o
timore che tu possa avere, anche se potrai, a volte, essere
oggetto di rifiuto. Ogni giorno dovrai prendere la decisione
di rinnegare te stesso per amore e servire gli altri.
A volte il tuo amore può essere rifiutato. Altre volte le
persone possono appena tollerarti o travisare le tue
intenzioni. Tutto questo è successo a Gesù ed Egli dice che
gli altri ti tratteranno come hanno trattato lui. Quello che
importa è che tu hai obbedito al Signore e che Egli ti
benedirà per la tua obbedienza.
Altre volte le persone apprezzeranno il tuo amorevole
servizio e la cura che hai per loro, anche se può darsi che
alcuni non sappiano come esprimere la loro riconoscenza.
E’ bello e incoraggiante essere apprezzati, ma questa non è
la molla che ci spinge ad amare gli altri. E’ abbastanza
sapere che Gesù ci apprezza ed è lieto se Gli obbediamo.
Egli ci promette una ricca ricompensa in cielo perché, con il
frutto che produciamo, glorifichiamo il Padre. Quello che
fai al più piccolo dei fratelli di Gesù, lo fai a lui. E ciò che fai
a Gesù, lo fai al Padre! Quando Gesù parlò di pecore e
capri, è chiaro che i giusti furono ricompensati per la
amorevole cura che avevano avuto degli altri. Qui Gesù
non mette l’enfasi sulla guarigione dei malati, ma sulla
necessità di far loro visita. Egli non parla di lasciare liberi i
prigionieri, ma di occuparsi di loro! Mediante la fede tu
diventi parte del Regno eterno di Dio. Il tuo amore
determina la tua ricompensa in questo Regno!

Preghiera: Signore Gesù, voglio portare molto frutto per


la gloria di tuo Padre.

Capitolo 49
Gli amici ricevono risposte alle loro
preghiere.
Giovanni 15:7 “ Se dimorate in me e le mie parole
dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà
fatto”

Giovanni 16: 23-24 “ In verità , in verità vi dico che


qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli
ve la darà. Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio
nome; chiedete e riceverete, affinchè la vostra gioia sia
completa”

Giovanni 14:13-14 “E quello che chiederete nel mio nome,


lo farò; affinchè il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi
chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”
Se dimoreremo nel Signore, ne trarremo beneficio e
avremo beneficio anche se porteremo frutto per glorificare
il Padre. La nostra fiducia nella preghiera crescerà. Più
grande sarà la nostra fede nel suo amore, più facile sarà
credere che Egli manterrà la sua promessa e ci darà
volentieri qualsiasi cosa chiederemo.
Non serve pregare se non ci aspettiamo le risposte giuste
che risolveranno la situazione. Le promesse di Gesù sono
molto chiare. Possiamo chiedere qualsiasi cosa nel suo
nome ed Egli ce la darà. Chiedere nel nome di Gesù
significa molto di più che usare il suo nome quando si
prega. Pregare nel suo nome significa che si prega come
lui farebbe in quella situazione: con la sua stessa fede e le
sue aspettative, sapendo che il Padre ci ama e desidera
risponderci. Non si parla nel vuoto, sperando che ci sia
qualcuno che ascolta! Si prega davanti al trono di Dio, il
posto al quale Gesù ci ha dato accesso con lo spargimento
del Suo sangue.
Giovanni 14:12 “In verità, in verità vi dico che chi crede in
me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di
maggiori, perché io me ne vado al Padre”
Come l’amore di Gesù produrrà il frutto dell’amore nella
nostra vita, cosi la fede in Lui produrrà le opere della
fede. E’ certo una sfida sentire Gesù che ci dice che
chiunque ha fede in Lui farà le stesse cose che Egli ha fatto
e ne farà anche di più grandi.
Gesù continuerà a compiere le sue opere sulla terra per
mezzo di coloro che credono in Lui. Poiché Egli è lo stesso
ieri, oggi e per sempre, farà per mezzo di noi le stesse cose
che fece quando era sulla terra. Questo è già sorprendente
di per sé, ma come è possibile che facciamo cose ancora
più grandi di quelle che ha fatto Gesù? Il solo pensiero
parrebbe blasfemo, se non fosse venuto dalle labbra di
Gesù stesso. Gesù non disse che le opere collettive di tutti i
credenti sarebbero state più grandi delle sue come
individuo. Egli si riferiva a ogni singolo credente, a
“chiunque” abbia fede. “Costui” o costei farà cose ancora
più grandi. Durante il suo ministero Gesù non pregò perché
le persone ricevessero lo Spirito Santo. Quando ritornò al
Padre, Gesù chiese che lo Spirito Santo scendesse su tutti
coloro che credevano in lui. Finchè Gesù non fosse tornato
al cielo e quindi alla gloria che era la sua giusta eredità, il
Suo Spirito non sarebbe potuto venire a vivere nei suoi
amici. Solo dopo aver ricevuto lo Spirito glorioso e
vittorioso di Gesù le cose più grandi sarebbero potute
accadere! Infatti DIO che viene a vivere in qualcuno è
l’opera più grande di tutte, molto più grande di ogni
guarigione o di qualsiasi altro genere di miracolo. Eppure
ogni credente che ha ricevuto personalmente lo Spirito può
pregare perché altri ricevano questo miracolo
meraviglioso! Il Signore ha reso possibile che noi
impartiamo ad altri, nel Suo nome, questa benedizione.
Preghiera: Signore Gesù, ti ringraziamo per il privilegio di
poter pregare nel tuo nome.

Capitolo 50
Gli amici fanno le stesse cose che ha
fatto Gesù.
Più si conosce la sua compassione, più facile diventa
confidare nel fatto che Gesù provvede a ogni necessità
della nostra vita e ci rende canali della sua grazia per gli
altri. La misericordia di Dio lo spinge ad agire.
Salmo 145:8-9 “Il Signore è misericordioso e pieno di
compassione, lento all’ira e di gran bontà. Il Signore è
buono verso tutti, pieno di compassioni per tutte le sue
opere”.
Gesù vuole che questo diventi il tuo ritratto:
misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e pieno
di bontà. E’ più beato il dare che il ricevere. Si raccoglie
quello che si semina. Mentre si dà, ci si apre e si diventa
capaci di ricevere tutto quello che il Signore vuole darci in
risposta alla nostra preghiera!
“Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi”, dice
Gesù, “domandate quello che volete e vi sarà fatto”. Se si
vive per dare agli altri, si può essere certi del suo desiderio
da dare a noi. Tutto quello che Gesù faceva era per la
gloria di Suo Padre. Egli ti benedirà e ti ungerà perché tu
possa avere lo stesso scopo. Se desideri dare molto frutto,
vedi anche la necessità che il Signore ti poti e tolga dal tuo
cuore e dalla tua vita tutto quello che è in contraddizione
con l’amore che hai per lui e che ti impedisce di amare gli
altri. Il Padre pota anche i tralci della vite che danno frutto,
perché possano dare ancora più frutto. Egli vede che può
usarti molto di più per benedire gli altri una volta che ha
tolto le parti della tua vita inutili e senza frutto. E’ meglio
accogliere con gioia le potature piuttosto che cercare di
evitarle. La potatura è spesso un processo penoso perché il
Signore ci mette davanti cose che noi eviteremmo
volentieri di vedere. Egli sa che noi saremo molto più puri
quando tali cose ci saranno manifeste e potremo essere più
efficaci nei ministeri ai quali Egli ci ha chiamato. Gesù è
amore, Se vuoi fare le stesse sue opere, dovrai operare con
amore e compassione uniti alla fede! Per compassione Egli
ha perdonato; tu devi perdonare gli altri. Per compassione
Egli condusse le persone, insegnando loro la verità, perché
vide che erano come pecore senza pastore. Tu devi avere
una cura pastorale per gli altri e devi occuparti degli altri
e desiderare di vederli liberati grazie alla potenza delle
Sue parole di verità. Per compassione Egli nutrì le
moltitudini, anche se ci volle un miracolo per fare ciò. E la
Sua parola è chiara: “Date loro voi da mangiare”.
Per compassione Egli guarì i malati. Egli guarda i malati
con la stessa compassione oggi e promette che i malati
saranno guariti quando i credenti imporranno loro le
mani! Gesù è l’Autore e il Perfezionatore della nostra fede;
la sua potenza e la sua autorità possono essere rivelate
attraverso di noi. Non dire che queste cose sono impossibili
per te. Ogni credente deve obbedire a ogni comando dato
ai primi discepoli. Come amico di Gesù tu hai la sua
potenza e l’autorità per parlare e agire nel Suo nome.
Egli è con te sempre, per incoraggiarti. Il Suo Spirito è
dentro di te per renderti capace di farlo! Egli ti dirà che
cosa fare, e tutto quello che farai in obbedienza a lui
riuscirà! L’amore è la forma più potente di
evangelizzazione. Dio può usarti per amare gli altri nel Suo
Regno. Tu puoi portare la sua compassione a ogni gruppo
di persone bisognose, come lo Spirito ti guida. E non devi
andare da solo. Molti hanno bisogno del sostegno degli
altri; essi sono molto più efficaci come membri di un
gruppo di quanto lo sarebbero da soli. Gli amici di Gesù
possono andare con l’amore e la compassione di Gesù a
visitare i malati negli ospedali e coloro che sono in
prigione; possono nutrire gli affamati e dare ospitalità ai
diseredati. Possono prendersi cura di coloro che sono nei
ricoveri per anziani, cercando di portarli alla conoscenza
dell’amore di Gesù. Gruppi di amici possono andare da
drogati e alcolizzati, disperati e ragazze madri, famiglie con
un unico genitore e persino dai ricchi che vivono
nell’inganno! Essi non vanno a giudicarli, ma vanno con
amore e compassione, per servire e benedire. Essi vanno
nel nome di Gesù.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mediante la fede
in te posso fare le stesse cose che hai fatto tu.

Capitolo 51
Gli amici sono inviati da Gesù
Giovanni 17:18 “Come tu hai mandato me nel mondo,
anch’io ho mandato loro nel mondo”.

Giovanni 20:21 “Come il Padre mi ha mandato, anch’io


mando voi”.

La chiesa esiste per adempiere il Grande Mandato:


continuare il ministero di Gesù nel mondo, predicare il
Vangelo del Regno di Dio: Matteo 28:19-19 “Andate e fate
miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a
osservare tutte quante le cose che vi ho comandato. Ed
ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età
presente”. I cristiani hanno continuamente bisogno di
sentirsi ricordare che Gesù non li ha chiamati e una serie di
servizi, incontri o congressi, ma a portare la sua vita e il suo
amore nel mondo fungendo da suoi testimoni. Non è
questione di preferenze o di scelte da parte dei credenti. E’
un comando di Dio! I servizi, gli incontri e i congressi sono
momenti nei quali si riceve da Dio per essere poi più efficaci
nel nostro ministero e nella nostra testimonianza. Ogni
guarigione o benedizione non è fine a sé stessa, ma è data
per la gloria di Dio e per renderci più efficaci quando
annunziamo ad altri il Vangelo.
Gesù trascorse del tempo insegnando ai discepoli e
addestrandoli non pe la loro edificazione ma per dar loro
gli strumenti per il ministero a favore degli altri. Il Padre
aveva mandato Gesù a vivere per gli altri, a dare la sua vita
per loro per amore. Allo stesso modo Gesù invia i suoi amici
nel mondo come suoi testimoni. Essi debbono vivere per gli
altri e dare la loro vita per loro per amore. Non siamo
chiamati a essere testimoni per coloro che lo conoscono,
ma per coloro che non lo conoscono. Coloro che lo
conoscono non hanno bisogno di questa testimonianza.
Hanno bisogno di insegnamento, di crescita, di
incoraggiamento. In tribunale un testimone è chiamato a
mettere al corrente dei fatti coloro che ignorano come si
siano svolti i fatti. Non tutti siamo evangelisti, ma tutti
dobbiamo essere testimoni! Quando i cristiani vogliono
comunicare la loro fede in Gesù ad altri, Egli offre loro le
opportunità per farlo! Coloro che fanno parte del
quintuplice ministero che Dio ha affidato alla sua chiesa,
hanno il compito specifico di preparare il popolo di Dio ad
“andare” nel nome di Gesù. Efesini 4:11-12 “E’ lui che ha
dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come
evangelisti, altri come pastori e dottori, per il
perfezionamento dei santi in vista dell’opera del
ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo”.
Lo scopo di tutti questi ministeri è di “preparare il popolo
di Dio per opere di servizio”. Essi debbono motivare tutto il
Corpo di Cristo ad agire e a dar frutto. Sono ministeri che
forniscono gli strumenti e fanno crescere. Questi ministeri
non sono funzioni diverse alle quali vengono chiamate
alcune persone; sono piuttosto unzioni diverse date dallo
Spirito Santo. C’è l’unzione per l’apostolo, per la profezia,
per l’evangelizzazione, per l’insegnamento e per la guida
del gregge. La chiesa non cresce e le persone non ricevono
gli strumenti dei quali hanno bisogno quando queste
posizioni sono occupate da persone che non hanno
l’unzione necessaria. Quando coloro che guidano sono unti,
coloro che sono guidati ricevono la loro unzione e ne sono
influenzati. Parte di tale unzione verrà riversata su coloro
che sono guidati perché essi possano svolgere il loro
compito di “collaboratori con Cristo”. Alcuni leader non si
prefiggono di insegnare alle persone a fare tutto quello che
Gesù comandò di fare ai primi discepoli. Se tutta la chiesa
fosse motivata a fare ciò, sarebbe infocata dall’amore e
dalla potenza di Dio e il mondo sarebbe toccato molto più
profondamente dal Vangelo! Tutto il corpo è inviato. A
ogni credente è richiesto di essere un testimone. E coloro
che hanno ministeri di guida debbono controllare e vedere
se il resto del corpo ha gli strumenti per i compiti ai quali il
Signore ha chiamato il suo popolo.
Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mi hai chiamato a
essere tuo testimone.
Capitolo 52
Gli amici hanno l’autorità di Gesù
Giovanni 20:23 “A chi perdonerete i peccati, saranno
perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”

Matteo 10:1 “Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli,


diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di
guarire qualunque malattia e qualunque infermità”

Luca 10:19 “Ecco, io vi ho dato il potere……. Su tutta la


potenza del nemico; nulla potrà farvi del male”.

Il Signore ci manda, non solo con il suo amore e la sua


potenza, ma anche con la sua autorità. Abbiamo la divina
autorità di fare tutto quello che Egli ci dice di fare perché,
quando agiamo in obbedienza a lui, noi agiamo
veramente nel suo nome.
Colossesi 3:17 “ E qualunque cosa facciate, in parole o in
opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù
ringraziando Dio Padre per mezzo di lui”.
A questo noi siamo chiamati. E’ un errore pensare che
qualunque cosa facciamo sia fatta nel nome di Gesù o che
qualsiasi preghiera facciamo sia fatta nel Suo nome!
Sarebbe infatti completamente sbagliato pensare che un
atto peccaminoso e disobbediente alla Sua Parola possa
essere fatto nel nome di Gesù!
Noi agiamo in nome suo solo quando facciamo quello che
Egli ci dice di fare. Parliamo in suo nome solo quando
diciamo quello che Egli ci dice di dire. Preghiamo nel suo
nome solo quando preghiamo nello Spirito con fede e
secondo la Sua Parola!
Poiché sei credente, ti è stata data grande autorità da Dio.
Tu hai l’autorità di perdonare, l’autorità di guarire nel suo
nome, l’autorità sopra tutte le opere del maligno. Fare
ogni cosa nel nome di Gesù significa operare al suo posto
e con la sua autorità. E l’autorità del suo nome è più
grande di quella di ogni altro nome!
Non dobbiamo chiedergli se vuole che facciamo le cose che
ci ha comandato di fare. Sappiamo che Egli vuole che
andiamo nel suo nome ad amare gli altri, a perdonarli, a
servirli, a essere suoi testimoni, a predicare la buona
novella del Regno di Dio e a guarire i malati. Dobbiamo
solo essere sensibili alla guida del Suo Spirito affinchè,
come Gesù, assolviamo questi compiti nel modo giusto. Egli
ci mostrerà che cosa fare, come pregare, come
amministrare la sua guarigione misericordiosa e la sua
potenza e ci dirà anche quando farlo!
Abbiamo l’autorità di Dio stesso per fare qualsiasi cosa
Egli ci chieda di fare.
Preghiera: Signore Gesù, grazie dell’autorità che mi dai di
agire nel tuo nome.

Capitolo 53
Gli amici hanno la gioia del Signore
Giovanni 15:11 “Vi ho detto queste cose, affinchè la mia
gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa”

Gesù vuole che i suoi discepoli siano pieni di gioia ed Egli sa


che questo è possibile solo se si obbedisce al Padre. Egli
sopportò la croce in vista della gioia che lo aspettava. I
cristiani scoprono la grande gioia che deriva dal
compiacere al Signore quando fanno quello che Egli
chiede loro di fare. Ogni manifestazione di amore e
sacrificio porta gioia, anche se ci costa.
E questa gioia è eterna. Gesù insegnava che coloro che
usano i loro talenti al 100 per 100 sono invitati a entrare
nella gioia eterna del Signore, mentre coloro che
seppelliscono i loro doni non ricevono ricompensa!
Se viviamo per compiacere a noi stessi vivremo da sconfitti,
perché vivere per sé stessi significa sortire l’effetto
contrario. Compiacere al Signore dà una gioia sincera e
duratura. Vivere come amici di Gesù dà una gioia sincera e
duratura. Gesù mette queste cose insieme:
a) La rivelazione di quanto Egli ci ama.
b) L’obbedienza ci rende capaci di vivere nel Suo amore.
c) La conseguenza di ciò è avere la gioia di Gesù e quindi
una gioia completa.
d) L’obbedienza che ci è richiesta è al comandamento di
amare gli altri.
C’è una consequenzialità evidente nel pensiero di Gesù qui.
E il messaggio generale è molto chiaro. Il modo per avere
gioia vera, completa e duratura è obbedire a Gesù amando
gli altri, vivendo per servire anziché vivere per noi stessi.
Questo è esattamente l’opposto di quello che pensa il
mondo. Nella società moderna si incoraggiano le persone a
vivere per sé stesse e a pensare solo al bene personale!
Gli amici di Gesù debbono opporsi con fermezza a valori di
questo tipo. Essi sanno che una vita spesa nel dare
permette di godere le benedizioni di Dio. Mentre essi
danno, il Signore darà loro “una buona misura pressata,
scossa e traboccante. Perché con la misura con cui
misurate, sarà rimisurato a voi” (Luca6:38).
Il Signore ama colui che dona con gioia. E che cosa ne
deriva? La gioia aumenterà. Il Signore ama l’obbedienza.
Quindi la sottomissione alla Sua volontà porta alla gioia.
Il Signore ama la fede. Egli risponde alle nostre preghiere
di fede in modo che “la nostra gioia sia completa”.
La vita cristiana deve essere una vita di gioia continua.
Paolo dice: “Rallegratevi nel Signore sempre. Ve lo ripeto:
rallegratevi!” (Filippesi 1:4). Poiché ci rallegriamo nel
Signore, noi, amici di Gesù, gioiamo in lui senza considerare
le circostanze! Le circostanze cambieranno, ma il Signore è
sempre lo stesso, sempre degno della nostra lode, sempre
con noi, sempre pronto a rispondere al grido dei nostri
cuori! Come dice il profeta:
“Infatti il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle
vigne; il prodotto dell’ulivo verrà meno, i campi non
daranno più cibo, le greggi verranno a mancare negli ovili
e non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò
nel Signore, esulterò nel Dio della mia salvezza” ( Abacuc
3:17-18).
In altre parole, anche quando la situazione sembra
completamente e assolutamente senza speranza, io
gioirò, nonostante tutto, nel Signore” Poiché Egli solo è in
grado di liberarmi!

Preghiera: Signore Gesù, grazie per la gioia che deriva


dall’obbedire alla tua volontà.
Capitolo 54
Gli amici hanno la Sua pace
Giovanni 14:27 “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi
do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e
non si sgomenti”

Giovanni 20:21 “Pace a voi!”

Gesù vuole darti la Sua pace e mantenerti in quella pace.


Quando Egli dice: “ Pace a voi”, non sta semplicemente
dando un saluto ai suoi discepoli; sta, in realtà, impartendo
loro la sua pace! La malattia è uno stato di disagio. La
mancanza di pace è causa di stress emotivo ed è anche
causa di molti disordini fisici. I dottori affermano che il 70
per cento delle malattie fisiche è di origine psicosomatica;
esse sono il risultato del modo in cui lo stress e la tensione
mentale hanno intaccato il corpo. Il Signore vuole che tu sia
sano mentalmente e fisicamente. Non ti ha creato perché
tu sia malato! Dio non ti ha dato uno spirito di paura ma
“uno spirito di potenza, di amore e di autocontrollo” (2
Timoteo 1:7). Il timore è l’opposto della pace e Gesù non
vuole che i suoi amici siano malati nella mente o nel corpo
a causa della tensione. I credenti devono impartire pace
agli altri e possono farlo solo nella misura in cui
permettono a Gesù di impartire la pace a loro stessi!
Ricevere tale pace significa anche ricevere salute e
guarigione! La pace di Dio non è semplicemente assenza di
tensione, di subbuglio o ti timore. E’ un attributo positivo di
Dio stesso. Egli è la nostra pace. Quando Gesù diede la sua
pace ai discepoli impartì loro qualcosa di Sé stesso. Il
Signore insegnò ai suoi discepoli a dire: “Pace su questa
casa” ogni qualvolta essi entravano in una casa. Se erano
ricevuti, la pace del Signore discendeva su coloro che
abitavano lì. Ma se i discepoli erano rifiutati, la pace
ritornava sui discepoli stessi. Questo è il punto. “Pace a
voi” non è semplicemente un saluto, ma un modo di dare la
pace. I discepoli dicevano parole di pace. Quella pace
doveva andare da qualche parte. Se coloro ai quali era
indirizzata non la ricevevano, allora la pace discendeva su
coloro che avevano pronunciato tali parole di saluto.
Questo dimostra quanto sia potente la parola quando la
proferiamo. Come amici di Gesù noi riceviamo la sua vita e
la sua pace che ci vengono impartite mediante le parole
che Egli proferisce: “Vi lascio pace; vi do la mia pace”.
Quando ti senti agitato, siediti per due o tre minuti e
permetti al tuo amico, Gesù, di rivolgere queste parole a te
personalmente. Ripetile lentamente varie volte, a voce
alta, se ti è possibile. “Vi lascio pace; vi do la mia pace”.
Vedrai l’effetto di queste parole quando la pace scenderà
su di te. Renditi conto che Dio può usarti per dare la sua
pace ad altri. Le tue parole possono impartire benedizioni o
maledizioni. Entrambe possono scaturire dalla stessa
lingua. Come amico di Gesù tu devi impartire parole di
vita, di benedizione e di incoraggiamento agli altri: parole
di pace. Egli ti invia ad annunciare il Vangelo della pace!

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché posso impartire la


benedizione della tua pace ad altri.

Capitolo 55
Gli amici sono una cosa sola gli uni con
gli altri
Giovanni 17:20-21 “Non prego soltanto per questi, ma
anche per quelli che credono in me per mezzo della loro
parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e
io sono in te, anch’essi siano in noi”

Giovanni 17:23 “Siano perfetti nell’unità ….. Affinchè il


mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come
hai amato me”
Se si ha pace con Dio, sia pace anche con gli altri. Uniti a lui
si arriva all’unità anche con gli altri credenti. Fu questa
l’unità per la quale Gesù pregò, perché Egli capì come
questa unità fosse importante per la causa del Suo Regno.
Il mondo deve vedere questa unità. E’ triste costatare,
invece, che il mondo vede molto di più quello che divide i
cristiani anziché vedere quell’amore che va oltre le
differenze e li attrae uno verso l’altro. Gesù vuole che il
mondo veda con chiarezza che il Padre ama i suoi discepoli
di oggi come ama Gesù stesso. Egli vuole che i credenti
siano ripieni dello stesso amore che il Padre ha per Gesù!
Che preghiera! Se essi lo amano con l’amore del Padre,
Gesù sa che si ameranno anche gli uni gli altri. Allora il
mondo crederà! Abbiamo dentro di noi lo stesso amore
per Gesù che ha il Padre, l’amore che lo Spirito Santo ci ha
dato. Lo stesso amore è anche negli altri amici di Gesù. Può
darsi che non siamo d’accordo su tutti i punti della dottrina
o che non abbiamo lo stesso tipo di fede nella potenza della
Parola di Dio. Può darsi che abbiamo un culto diverso o
altri modi di pregare. Nessuna di queste differenze
dovrebbe allontanarci da quella unità che abbiamo in
Cristo, essendo noi membri di una unica chiesa. Perché in
verità Gesù ha un solo corpo e questo è formato da tutti i
credenti nati di nuovo. Il Signore vuole che riconosciamo
questa unità di amore, che sosteniamo gli altri credenti
anche quando non siamo d’accordo con loro. Egli odia
vedere orgoglio e fariseismo nei suoi figli perché questi
atteggiamenti li dividono l’uno dall’altro. Egli vuole che essi
riconoscano la loro unità in Cristo e che siano pronti a
pregare e a lavorare insieme per la causa del Suo Regno.
Quindi Gesù non solo vuole che tu sia suo amico, ma anche
che tu riconosca gli altri amici suoi come membri della
stessa famiglia di credenti. Non importa quali siano le
differenze, tu e loro avete lo stesso Signore, lo stesso
Padre, lo stesso Amico e lo stesso Spirito Santo che vive in
voi! Amare Dio significa anche amare i suoi figli!

Preghiera: Signore Gesù, grazie per l’unità che ho con gli


altri credenti.

Capitolo 56
Il nuovo patto
Luca 22:20 “Diede loro il calice dicendo: Questo calice è il
nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi”

Dal primo momento in cui Dio ebbe a che fare con gli
uomini, Egli scelse di rivolgersi al suo popolo mediante una
serie di patti. Un patto è un accordo fra due. Ogni patto
con Dio non è, ovviamente, un patto fra due uguali, perché
Dio è tanto più grande di colui che Egli ha creato.
Dio non è entrato in relazione con il suo popolo mediante
patti perché fosse necessario, ma perché questo è il modo
che Egli ha scelto per operare.
Gesù venne nel mondo per stabilire un patto
assolutamente nuovo fra Suo Padre e coloro che avrebbero
creduto in lui, un patto diverso da quello che era stato
stipulato con Mosè e dato a Israele quando era sotto la
legge e conosciuto come l’antico patto.
Il nuovo patto, o accordo, fu sigillato e ratificato mediante
lo spargimento del sangue di Gesù.
Durante l’ultima cena Gesù prese il calice, ringraziò il Padre
e disse: “Questo è il nuovo patto nel mio sangue”. Il
sacrificio che Gesù compì per noi sulla croce ci permette di
essere perdonati, accettati, giustificati, santificati, di essere
una cosa sola con lui. La legge non poteva far nulla di tutto
questo!
Sotto l’antico patto, Abramo e Mosè avevano una relazione
di amicizia con il Signore. Sotto il nuovo patto, tutti coloro
che credono in Gesù possono avere una relazione di
amicizia con Lui.
Dio è sempre fedele e mantiene fede a ogni accordo che
Egli stipula. Sotto l’antico patto, Egli rimane fedele
nonostante le frequenti infedeltà di Israele che spesso
mancava di rispettare gli accordi stipulati.
Il Signore chiamò Israele moglie adultera, perché spesso
venne meno al patto di obbedire alla legge che Dio aveva
dato e seguì, invece, le sue vie. A volte gli Israeliti
ignorarono tale patto fino al punto di cercare altri dèi.
Eppure, per la sua meravigliosa misericordia, il Signore li
ristabilì ogni volta che tornarono a lui e di nuovo
accettarono di osservare il suo patto.
Il Signore non pensò semplicemente a un accordo quando
fece il suo patto, ma volle anche stabilire una relazione:
“Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. Si tratta di
una relazione personale che si esprime in un impegno
reciproco. Consapevoli di vivere secondo la grazia e non
secondo la legge, molti cristiani pensano, erroneamente,
che nulla li leghi a Dio obbligandoli all’obbedienza. Essi
vogliono i benefici del suo sangue, ma non vogliono vivere
nell’obbedienza. Necessitano della misericordia del
Signore, ma possono cadere nell’errore di credere che il
loro peccato non sia molto significativo, visto che il Signore
è pronto a perdonare e a ristabilire il suo popolo.
Egli è si sempre pronto a perdonare quando chiediamo il
suo perdono, ma l’effetto del peccato è sempre quello di
separare l’uomo da Dio. I cristiani insistono su questa
verità con coloro che non sono salvati. Il peccato non
diventa meno importante perché una persona è salvata e
ha conosciuto la misericordia di Dio! Esso rimane una
disobbedienza alla volontà e al piano di Dio.
E’ difficile vivere in una relazione intima con lui se
camminiamo volontariamente nel peccato, perché il
peccato produce tensione fra il credente e il suo Signore.
Tale tensione viene eliminata solo per mezzo del perdono.
Questo è il motivo per cui dipendiamo completamente dal
sangue di Gesù Cristo che rimuove la colpa causata dal
peccato e ristabilisce la nostra relazione con Dio.
La potenza di quel sangue è tale che, una volta che siamo
stati perdonati, Dio ci tratta come se il peccato non fosse
mai stato commesso. Egli non tiene il broncio e neppure ci
punisce. Anche la punizione che noi meritiamo fu subìta da
Gesù sulla croce. Senza la croce sarebbe impossibile per noi
essere amici di Gesù! Comunque, questo non significa che
possiamo trattare il peccato con leggerezza. Tutti i peccati
offendono profondamente il Signore. Se Egli dovesse
trattarci come ci meritiamo, non potremmo stare alla sua
presenza neppure per un momento. Egli è santo, giusto,
pieno di luce e in lui non c’è traccia di tenebre. Ora noi
siamo figli della luce, chiamati a camminare nella luce. Il
Signore non vuole mai che i suoi figli camminino nelle
tenebre del peccato. Il rapporto instaurato da Gesù e reso
possibile per mezzo del patto stipulato con noi, implica che
ora noi camminiamo nella luce poiché siamo figli della luce.
In altre parole, noi dobbiamo dimenticare il peccato e
cercare di essere graditi al Signore vivendo come suoi amici
in obbedienza amorevole a lui. Quindi il principio che
regola il nuovo patto è simile a quello che ha regolato tutti
i patti riportati nella Bibbia. Noi dobbiamo essere il suo
popolo vivendo in obbedienza totale e fedele a lui che è
nostro Signore e Maestro, Fratello e Amico. Ed Egli sarà il
nostro Dio e adempirà ogni promessa che ha fatto, perché
Egli ci ama ed è fedele. Dio porterà a compimento quanto
lo riguarda nel patto stipulato e si aspetta che noi facciamo
altrettanto.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mi hai reso parte


del tuo nuovo patto.

Capitolo 57
Il patto d’amore

Molti cristiani sanno che c’è un nuovo patto, ma non tutti


ne conoscono il contenuto, né si impegnano a vivere tale
accordo. Le persone non dispongono il cuore a rispettare
un patto con Dio se non capiscono che cosa esso implichi
e se non prendono la decisione irrevocabile di osservare
quanto è in esso contenuto. La grazia di Dio è talmente
meravigliosa che, pur sapendo quanto siamo imperfetti,
Egli ci benedice riccamente! Questo non deve essere per
noi un motivo per trattare la sua grazia con leggerezza
pensando che il peccato non conti. Dobbiamo invece
disporre i nostri cuori a compiacere al Signore osservando il
Patto che Egli ha stipulato con noi per mezzo di Gesù.
L’amore che il Padre mette dentro di noi ci pone in grado di
vivere secondo il nuovo patto e ci dà la motivazione che ci
serve per rispettare tale patto. Durante l’ultima cena, Gesù
chiamò i discepoli suoi amici e disse loro che cosa significa
essere con lui nel rapporto sancito dal nuovo patto:
Giovanni 15:9-17 “Come il Padre mi ha amato, cosi
anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se
osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio
amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre
mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose,
affinchè la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia
completa Questo è il mio comandamento: che vi amiate
gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore
più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi
siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non
vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il
suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto
conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non
siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto
voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il
vostro frutto rimanga; affinchè tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo
vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”. Il rapporto che
il Signore stabilisce nel nuovo patto con il suo popolo, è
un rapporto di amore. Il Padre mandò Suo Figlio a rivelare
la natura del suo amore per il suo popolo. Gesù era la
personificazione umana perfetta dell’amore di Dio. Egli
ama ogni discepolo come il Padre ama lui. Poiché Gesù
ama i suoi discepoli, vuole che essi vivano nel suo amore. I
discepoli debbono dimorare nell’amore di Gesù; debbono
rimanere in quell’amore e vivere continuamente in
quell’amore. Essi debbono vivere continuamente nella
rivelazione e nella realtà del suo eterno e perfetto amore
per loro. L’obbedienza rende il credente capace di vivere
continuamente nella realtà del potente amore di Gesù.
La disobbedienza, quindi, impedisce di dimorare nel suo
amore. Non siamo liberi di compiacere a noi stessi facendo
quello che vogliamo e di dichiarare contemporaneamente
che viviamo nell’amore di Dio! L’obbedienza non è una
scelta per i cristiani, ma è un’assoluta necessità. Se si riceve
l’amore del Padre per il Figlio si avrà anche il desiderio di
obbedire, ma rimangono da fare le scelte giuste per
trasformare quell’amore in opere. Bisogna manifestare
quell’amore, bisogna dimorare e vivere continuamente in
quell’amore. Per vivere nell’amore del Padre, Gesù
dovette obbedire ai comandamenti di Suo Padre. Non
poteva rivelare l’amore di Dio al mondo se Egli stesso non
viveva nell’amore. Poiché Gesù amava il Padre, gli obbedì e
mantenne la sua unità con lui. Era necessario che Gesù
obbedisse al Padre per mantenere la sua relazione d’amore
e d’unità con lui. Allo stesso modo è certamente
necessario che noi manteniamo la nostra relazione con il
Signore mediante l’obbedienza a quanto Egli ci chiede di
fare! Non significa che si debba obbedire passivamente e
alla lettera a dei comandi scritti. Parlando del nuovo patto
il Signore promise: Geremia 31:33 “ Io metterò la mia
legge nell’intimo loro; la scriverò sul loro cuore; e io sarò
loro Dio ed essi saranno mio popolo”. Il Signore scrive i
suoi comandi nei nostri cuori, non su tavole di pietra. Egli
riesce a mettere dentro di noi il desiderio di obbedire a lui
per amor suo e non per pedissequa obbedienza. Come
risultato la sua gioia riempie la vita di coloro che vivono
come Suoi amici e che camminano con lui sulla strada che
Egli mette davanti a loro. E’ profondamente gratificante
sapere di aver fatto piacere al Signore avendo compiuto
quello che Egli ci ha chiesto! Quando si è motivo di gioia
per il Signore, si condivide quella gioia con lui. Se si è legati
a Gesù da un vincolo di obbedienza amorevole, la gioia
sarà piena e completa. Si tratta di una gioia più profonda di
quella prodotta da qualche esperienza passeggera o dalla
scelta di compiacere a sé stessi. Quando si gratifica la
carne, si compiace a sé stessi ma si contrista lo Spirito. Il
risultato che ne deriva è una gioia né profonda né durevole.
Quando si compiace al Signore, si porta frutto e si dà gloria
a Lui. Il risultato che ne deriva è uno spirito che veramente
gioisce in lui. Se rimanete nell’amore di Gesù se si amano
gli altri come Egli ci ama. Quello che sembra impossibile è
reso possibile dall’amore che Egli ci dà! Quello che è
impossibile con le nostre forze diventa possibile con la fede
in lui! Tutte le risorse del Suo Spirito sono dentro di te per
renderti capace di amare con il suo amore. Non aspettarti
di fallire. Tu sai che il tuo amore umano è debole, ma il Suo
amore in te è potente. Tu riuscirai ad amare tutti coloro
che il Signore ti chiede di amare. Quello che non potresti
mai fare con la tua abilità naturale, lo puoi fare grazie
all’unzione soprannaturale che Egli ti ha dato. Essa ti rende
capace di esercitare la pazienza ben oltre la tua capacità di
farlo nella carne e fa sì che tu possa mostrare alle persone
amore, compassione, misericordia e grazia, qualità che
possono essere manifestate solo perché il Signore vive la
sua vita in te. Non devi più combattere con le tue forze per
obbedire a tutto quello che il Signore vuole da te; lo Spirito
Santo dentro di te manifesterà la sua vita per mezzo di te
se tu rimarrai attaccato a lui. Il segreto è: “Cristo in te,
speranza di gloria!”
Il Signore richiede la tua cooperazione. Egli non ti
obbligherà a obbedirgli. Con un cuore puro, pieno del suo
amore, tu vorrai servire gli altri e dare a loro proprio
come ha fatto il Signore che è stato cosi meraviglioso con
te.

Preghiera: Signore Gesù, voglio essere fedele al patto


stipulato con te.

Capitolo 58
Gli amici tengono fede al patto
1Giovanni 4:7 “ Carissimi, amiamoci gli uni gli altri,
perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e
conosce Dio”

E’ possibile riassumere il messaggio della prima lettera di


Giovanni dicendo che il solo modo valido per accertare la
vera relazione che abbiamo con il Signore è considerare
come ci comportiamo con gli altri credenti, si vede il riflesso
della nostra relazione con Dio. Sembra, perciò, che alcuni
vivano in una irrealtà super-spirituale. Essi hanno il
vocabolario spirituale giusto, ma non si prestano più di
tanto quando c’è del lavoro da fare. Questo non è il modo
in cui debbono vivere i veri amici di Gesù. Proprio perché
amano Gesù, essi vorranno servire coloro che Egli ama e
per i quali ha dato la sua vita. Gesù ci aiuta a vedere che
cosa questo significa in pratica. Per amarci Egli dovette
dare la sua vita per noi. Se noi vogliamo amare allo stesso
modo, dovremo dare la nostra vita per i nostri amici. Chi
sono i nostri amici? Non solo coloro con i quali scegliamo di
essere intimi, ma tutti gli altri amici di Gesù, chiunque essi
siano. La visione di Dio per la sua chiesa è quella di un
popolo di amore, perché l’amore vicendevole sia
testimonianza al mondo della verità del Vangelo e
rivelazione del cuore stesso di Gesù. “Guardate come questi
cristiani si amano gli uni gli altri!” Che cosa significa dare la
vita per gli altri? Vivere per loro piuttosto che per sé stessi.
Metterli al primo posto, pronti ad affrontare tutti i sacrifici
necessari per rispondere alle richieste del vero amore. Tale
amore è certamente possibile quando il cuore dei figli di
Dio è veramente pieno del suo amore e quando essi vivono
la loro vita per compiacere al Signore. Dio non vuole che la
chiesa sia “tesa verso gli incontri” ma “tesa verso
l’amore”. Quando è cosi, i credenti vogliono amare, servire
e incoraggiare gli altri. Essi vedono la loro chiamata e la
loro missione alla luce dell’aiuto dato agli altri, siano essi
credenti o non credenti, mediante l’amore e la verità di
Gesù Cristo. Sembra una cosa troppo grande mettere gli
altri prima di noi stessi, finchè non si affronta la realtà di
quanto questo significhi in pratica! L’amore di Gesù nei
credenti li rende capaci di affrontare sacrifici e spesso
pericoli per servire gli altri nel suo nome. Dare la propria
vita per gli altri è la più grande manifestazione di amore,
dice Gesù. Non è lo stile di vita richiesto soltanto a discepoli
maturi! I nuovi cristiani si sacrificano per gli altri quando
vedono altri credenti intorno a loro che vivono in tal modo.
Quando le persone si convertono, la loro idea di quel che
significhi essere cristiani in pratica dipenderà da quello che
vedono più che da quello che si dice loro. Essi guardano gli
altri per vedere come si vive da cristiani. Se vedono che
vivere da cristiani significa essere presenti ai culti, agli
incontri di preghiera e agli studi biblici, essi faranno
altrettanto. Se vedono che significa essere non solo
ascoltatori, ma facitori della Parola, allora essi si
disporranno a vivere la Parola. Se vedono che seguire
Cristo significa vivere una vita di amore e dare la propria
vita per gli altri, essi faranno esattamente lo stesso. I suoi
amici adottano questo stile di vita! Non scoraggiarti se sei
da tempo un cristiano convinto ma ti sembra di non aver
portato molto frutto. La situazione può cambiare
rapidamente. Vedi te stesso come Suo amico, in grado di
godere una stretta relazione di lavoro con lui come
“collaboratore” di Cristo, con il Suo amore dentro di te!
C’è molto da fare per annunciare la Buona Novella
dell’amore di Dio nel mondo e Gesù ti ha chiamato a
partecipare a questo lavoro. Non ci sono passeggeri nel
Corpo di Cristo. Tutti sono chiamati a lavorare! Egli non
vuole che tu ti senta condannato a una vita inutile e senza
frutto. E’ una menzogna del demonio pensare che Dio non
ti possa usare in modo significativo. Praticamente ogni
giorno tu puoi manifestare l’amore di Dio in molti modi.
Egli ti mostrerà che cosa fare. Gesù vuole che tu renda
conto delle meravigliose possibilità che ti si aprono
davanti per dar frutto con la tua vita.

Preghiera: Signore Gesù, grazie perché mi dai la


possibilità di vivere come tuo amico.

Capitolo 59
La visione
Giovanni 17:23 “….affinchè siano perfetti nell’unità e
affinchè il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li
ami come hai amato me”

Gesù non ha mai desiderato che la sua chiesa fosse divisa,


che i cristiani fossero in lotta l’uno contro l’altro, che
sparlassero l’uno dell’altro, che competessero l’uno con
l’altro. Egli non vuole una chiesa tiepida piena di
comprensioni e mondanità. Non ha mai inteso avere una
chiesa ipocrita che predica una cosa e fa l’opposto di quel
che dice. Con tristezza si deve ammettere che nel corso
della storia questo è stato spesso il ritratto della chiesa. E
troppo spesso è anche una descrizione precisa di quanto si
può trovare nella chiesa oggi. Non si dice ciò con spirito
critico, ma con il cuore addolorato. Dio ama la sua chiesa
nonostante i suoi fallimenti e le sue inadeguatezze. Nel
corso dei secoli mai sono mancati i suoi testimoni, uomini e
donne di fede che si sono attenuti alla Parola di verità, che
hanno vissuto vite di amore e sacrificio e che sono andati
verso il mondo mostrando la compassione e la potenza di
Cristo. Essi hanno pregato intensamente perché Dio
risvegliasse la sua chiesa e la rendesse viva fra le nazioni
con un movimento potente del Suo Spirito affinchè potesse
preparare il ritorno di Gesù nella gloria! La preghiera di
Gesù per l’unità affinchè il mondo possa credere dimostra
quanto tale unità sia importante per i suoi fini e spiega
anche perché il diavolo si dia tanto da fare per causare
divisioni. La preghiera di Gesù verrà esaudita! E’
impensabile che il Padre non presti orecchio a Suo Figlio.
Se guardiamo la chiesa oggi vediamo molti segni
incoraggianti di vita spirituale e di attività guidate dallo
Spirito in tutto il mondo. Comunque, ci sono pochi segni
dell’unità per la quale Gesù pregò. Si, questa era la visione:
una chiesa piena di amore, dove i suoi amici vivessero gli
uni per gli altri, fortificandosi gli uni gli altri e rimanendo
insieme uniti dalla fede, come Suo Corpo che irradia la
Sua vita, una testimonianza del suo amore affinchè il
mondo possa sapere che Egli è il Figlio di Dio.
La visione di Gesù è sempre la stessa. Egli crede che
certamente si concretizzerà. Noi dobbiamo unire la nostra
fede alla Sua. Egli non si accontenta di spiegazioni sulla
nostra invisibile unità in Cristo. Egli prega per una unità che
si possa vedere. Gesù non è soddisfatto neppure della
affermazione che è più quello che ci unisce di quello che ci
divide. Egli vuole un Corpo nel quale il mondo possa vedere
il suo amore e l’unità che ne deriva! E’ davvero possibile
che i cristiani nel mondo si possono unire in modo
concreto? L’amore per Gesù riuscirà a farli andare oltre le
cose che li dividono per dare tutti insieme una
testimonianza al mondo? Deve essere possibile o Gesù non
avrebbe pregato cosi come ha fatto. Certamente, solo lo
Spirito Santo può far diventare realtà una tale visione.
Significa forse che noi non possiamo fare altro che sederci e
aspettare che qualcosa di soprannaturale accada per
mettere insieme i cristiani all’improvviso in una
sorprendente unità? Nulla fa pensare che Dio voglia una
cosa del genere. Come verrà esaudita, allora, la preghiera
di Gesù? Lo Spirito Santo creerà iniziative che, quando
riceveranno l’adesione dei credenti, porteranno quell’unità
che Cristo anela di vedere nel Suo Corpo. Una di queste
iniziative è quella degli amici di Gesù su scala
internazionale!
Preghiera :Signore Gesù, per favore, dammi il tuo amore
per la tua chiesa.

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