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LUIGI CHERUBINI

1760-1842

MEDEA
Tragedia in tre atti
Libretto di François-Benoît Hoffmann

Versino ritmica italiana di


Carlo Zangarini

Prima rappresentazione
Paris, Théâtre Feydeau
13 marzo 1797

PERSONAGGI

CREONTE Re di Corinto Basso


GLAUCE Figlia di Creonte Soprano
GIASONE Capo degli Argonauti Tenore
MEDEA Moglie di Giasone Soprano
NERIDE Serva di Medea
UN CAPO DELLE GUARDIE
PRIMA ANCELLA
SECONDA ANCELLA
Cherubini: Medea - atto primo

ATTO PRIMO
Presso la reggia di Creonte, in vista del mare a Corinto. Ancorata al fondo è la nave Argo

[Introduzione] Amor d’un cor fedel


ben può sanar le pene.
Glauce, le Ancelle Illusion, sogno
1° ANCELLA che vi offese il cor:
Imene avrà virtù
Quando già corona Amor di farvi lieta ancor.
i vostri sospir, Il reo dubbiar così
sugli occhi ancor vi sta da voi sia ognor lontano;
sì profonda tristezza? il dio d’amor gentil
Su, venite a gioir dal ciel pregar v’udì;
della nostra allegrezza: né invan sperò giammai
Il cielo a voi darà chi il dio d’amor pregò.
i dolci suoi favor.
GLAUCE
2° ANCELLA
Io cedo alla buona preghiera:
Domani , allor che in ciel l’aurora cara amistà, tu conforti il mio cor!
sul lieto patrio suol E tu, che a me divin
verrà compagna al sol, prometti il destin,
faranno Imene e Amor o Amore,
a vostra legge schiavo il cor sii fido a me,
di lui che v’ama e adora. sii fido a un cor che spera
CORO [Aria]
Quando già corona Amor, ecc
O Amore, vieni a me!
GLAUCE Fa cessar questo duol;
sì confida in te sol
Ahimè! Gioir vorrei;
la tua Glauce fedele.
ho timor del domani;
Vien! Penetra i sensi miei;
invan dal ciel gli Dei
vieni! Accendi il mio cor
su me piover fanno
del tuo divino ardore!
dolce gaudio d’amor.
Amor, tua fiamma accendi,
Al mio pensier Imen
in me discendi, Amore!
ormai non è che affanno:
E per te, per te sol
Imen sarà domani
beata sarò!
cagion d’aspre lagrime al cor.
Scendi in me, per te sol
lieta un dì io sarò!
1° ANCELLA Deh, bel foco d’amor,
Gettate lungi l’infausto presagio, i sensi miei ravviva:
e date lieto il cor al tuo calor
a le gioie d’amor: il reo dubbiar
Presago amaro duol dileguar io vedrò.
non è che nube vana, Scendi in me,
che mai potrà velar vieni, Amor:
di sì bel giorno il sol. sol per te
lieto ho il cor!.
ANCELLE E CORO Da me sia lungi ognor
La rea vision crudel la fatal maga torva
scordar farà l’Imene! che a sua malia legò
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Cherubini: Medea - atto primo

d’un eroe l’alto cor! recanti il vello d’oro, gli Argonauti.


La rabbia sua, la sua presenza Deh, lascia que porgiamo il bel tesor
non turbi mai il nostro amor. a grande onor di Glauce bella ai piedi.
A noi l’Imen ponga ristor!
Se tu in me scendi, amor, (Giasone si unisce agli Argonauti; Creonte e Glauce
ogni dubbio si parte dal cor; salgono il trono)
è per te sol ch’io spero ancor [Marcia e Coro]
e tremar più non so!
No, Medea non può spezzar i dolci nodi; Creonte, Glauce, Giasone, Ancelle di Glauce,
forza più su Giason, Argonauti, Donne di Corinto,Guerrieri e Popolo.
no, Medea non avrà!
La virtù sua fatal (Creonte e Glauce si sono assisi sul trono; gli
vinta è già! Argonauti sfilano in loro presenza, portando in
trionfo il vello d’oro e una immagine della nave di
[Recitativo] Argo.)

CREONTE CORO
(Entrando con Giasone.) O bella Glauce, il grande Giason
dell’alta impresa reca a voi le spoglie;
No, non temer: t’affidi il mio parlar. le sue glorie e l’allor
Del figli tuoi proteggerò la vita. offre a voi per omaggio,
Son cari, sono senza colpa ancor; col vello d’oro che a Colco strappò.
dovranno espiar la colpa della madre?
GLAUCE
GLAUCE Ah, Colco!
(A Creonte)
Incontro a me tu vieni incerto:
CORO
soffrir mi fa la lunga attesa! Offre a voi per l’amore
le sue glorie e l’alloro.
CREONTE
[Recitativo]
Tu sai che i figli di Giasone diedi
al tempio già per educar; gentil, GLAUCE
ardente è il cor
del popol mio fedel: egli odia ed ama; Colco! Pensier fatal!
ed or la vil maliarda a morte vuol: O funesto presagio!
e poi che aver la madre ancor non può;
domanda i figli a far giustizia pronta! GIASONE
(Rivolgendosi a Glauce)
GLAUCE
Che vedo? Che triste pensiero
Li salva, padre mio! v’oscura gli occhi così?

CREONTE CREONTE
Qual pegno gentil li presi un dì, (a Glauce)
ed io li salverò da fido amico.
Che mai ti turbò?
(Un Argonauta si avvicina a Giasone parlandogli in Perché ti fai smorta in viso?
disparte)
GLAUCE
GIASONE
Ahimè! Lo splendor di questa eroica
(a Creonte) gesta grave il duol mi fa!
O re, ti fanno omaggio qui gli eroi, È di Colco il suol fatato

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Cherubini: Medea - atto primo

dove il drago fu domato! discenda sopra lor


Il potere di Medea la grazia vostra ognor!
del gran mostro avea ragione. Non sdegnate , o dei ,
La vedremo presto giunger qui! questa prece!
Chiederà Giasone; Deh, sia felice il loro Imen,
preci e astuzie adoprerà così sarò anch’io felice appieno!
se non valgon sue minacce, ed io sarò il padre più beato.
della maga l’arte fosca
struggerà paese e reggia! GLAUCE, GIASONE, CREONTE, CORO
Dio d’amor! Dolce Imen!
GIASONE Scendi e lega con mite virtù
Sparito, o buona Glauce, è il suo poter: tue catene qua giù!
no, no, contro l’amor non può lottare. Ascolta, dio d’amor, nostre lodi:
dolci nodi lega, Amore!
GLAUCE Vieni Imen!
(Stringendosi a Giasone in un abbraccio) Dei belli amanti in cor
accendi il divo ardor!
Mio protettor sei tu: Un serto al capo lor
da te nel perigli avrò coraggio d’Immortal mirto posa!
Gran gioie promette l’amor,
[Aria]
ma sol per te il cor riposa,
è sol in te, perfetto amore!
GIASONE
Or que più non vedrò UN CAPO DELLE GUARDIE
quella sposa crudele,
(entrando)
che a me vergogna e pianto fu,
del lungo error non ho Signor!
la memoria più, Ferma una donna a vostre soglie sta:
il mio destin si rinnovella. l’aspetto suo è strano e misterioso:
Fu Imene il mio dolor, ricopre la sua faccia un fitto vel,
avrò gioia da Imen! ha breve e dura al labbro la parola.
Felice ai vostri piè
Giasone or vuol giurar: CREONTE
forza umana giammai Il nome?
da lui vi può strappar!
IL CAPO DELLE GUARDIE
CREONTE
Non so.
Ah, già troppo turbò Aveva il braccio teso a minacciar!
questo dubbio la mente: Signor! Già vien! L’udremo alfin parlar.
aiuto a voi verrà
solo dal ciel clemente. (Appare Medea; ha un fitto velo alla faccia; si ferma
A gli dei appartien al fondo, guardandointorno con solennità)
i sacri nodi unir;
a lor del vostro imen MEDEA
noto è già l’avvenir È forse qui che il vil sicuro sta?
È qui che amor dà gioie ai traditor?
[Terzetto e Coro]
GIASONE
Creonte, Glauce, Giasone,Coro
Ah! Quale voce!
CREONTE
Pronube Dive, Dei custodi,
vegliate i figli miei:
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Cherubini: Medea - atto primo

CREONTE CREONTE
Chi sei tu? Medea, va!
Ascolta per tua norma il mio voler.
MEDEA Scende su te, non schiava ancor, il sole:
(si avanza e getta indietroil velo) a l’alba il sol ti può trovar prigione!

Io? Medea MEDEA


Minacci tu , minaccio anch’io! Se sposi
TUTTI Giasone e Glauce tua figliuola,
Medea, Ah! io giuro qui la sposa a lui strappar,
e lei straziar così che alfin ne muoia.
MEDEA
(al coro) (Glauce cade nelle braccia delle due donne; Gia-
sone tenta confortarla)
Popolo, no! Non devi tu tremar:
ti fida in me. [Aria]

(indicando Giasone e Glauce.) CREONTE


Per essi io sono qui! Qui tremar devi tu,
donna rea, empia maga!
GLI ARGONAUTI Empia donna crudele!
Creonte in suo poter
La rea scacciam! dell’arte tua fatal
il corso arresterà.
CORO Fremer tu devi ormai
Ah, no! Fuggiam! del destin que t’aspetta:
ché qui restar è sciagura! su di te più crudel
scenderà la vendetta!
(Gli Argonauti e il Popolo vanno via in disordine; Sotto i pie s’apre a te
Glauce è sostenuta dal suo seguito) l’infernal bolgia orrenda:
doman sarà il supremo tuo di!
MEDEA
Empia maga crudele,
(A Giasone) donna rea senza cor,
Or parla tu! Già l’averno ti chiede! Ormai tremar,
Perché muto stai? donna rea, devi tu!
Nulla hai tu
da dire a me, tua donna? GLAUCE
Infelice!
CREONTE
Perché sei tu venuta al regno mio? CREONTE
Trema!
MEDEA
Con quel poter CORO DI DONNE
che il mio dolor mi dà! Numi!
Col dritto mio che a me strappar si vuol!
perché Giasone è mio! CREONTE
Empia donna fatale,
GIASONE fosca maga crudele!
Tuo sono? Io? Davvero Dell’opra vil il corso arresterò!
un di la tua malia mi vinse! Or sciolto Donna rea, te ormai
son da te! l’infernal bolgia attende!

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Cherubini: Medea - atto primo

Te doman ingoiar [Aria]


dee la bolgia infernal!
Dei tuoi figli la madre
GLAUCE tu vedi vinta e afflitta,
fatta trista per te,
O ciel! Sol mi puoi tu salvar! e pur da te proscritta.
Tu lo sai quanto un giorno t’amò,
CREONTE crudel! A te fu cara un dì.
Per te spuntò….il supremo tuo dì! Sola qui, senza amor,
scacciata, dolorosa,
CORO se mai mi fossi apparso,
O cielo! io sarei buona ancora,
Odime qui pregar! sarei pietosa!
Glauce tu puoi salvar! Il cor non sapea
le orrende passioni;
CREONTE scorrea la notte in sogni buoni,
splendea a me sereno il dì.
Venne il tuo dì fatal!
Ero felice allor,
Empia donna funesta,
avevo un padre, un nido,
crudel, aspro duol,
ho dato tutto a te;
già l’averno t’aspetta!
Torna sposo per me!
Per te spuntò
Crudel! Crudel!
il fatal dì mortal!
Io non voglio che te,
(Creonte esce con Glauce, sostenuta dalle ancelle.) non voglio che te solo.
Medea t’implora qui,
[Recitativo] ai piedi tuoi starà!
Pietà! Per tanto amor che volli a te.
MEDEA pietà! Torna a me!
Taci, Giason, e affissi immoto il suolo? Torna sposo per me!
Un’aspra guerra si combatte in te:
il nuovo e il vecchio amore in te fan guerra. GIASONE
Son vane qui minacce, prieghi, duol!
GIASONE Va via di qui! Creonte minacciò;
Non più! Me stesso un di tradii, rammenta il suo parlar!
quel dì que amore a te giurai! Me lieto aspetta l’alba
Del mio valor fui traditor, al talamo di Glauce mia diletta.
nel fango l’onor mio gettai!
[Duetto]
MEDEA
Medea, Giasone
Falsa è la tua parola e ben crudel:
indegna di Giason! MEDEA
Ricordi il giorno tu Nemici senza cor,
la prima volta quando m’hai veduta? astuta mia rival,
Sognato abbiam celesti gioie in terra, che me straziar volete,
insiem legati in sacro eterno amor! dell’orco i numi qui
Non io vegliai allor a tua difesa? io chiamo a testimon
Non io spezzai de tuoi nemici il vanto? del giuro mio fatal
E man regal, per darmi a te, sdegnai? d’Olimpo ancor gli dei!
Non mio fratello a te sacrificai? Questo Imen traditor
Giasone ascolta! Senti, senti ancor! niun verrà a benedir!
Io ne atteso gli Dei,
questo Imen non sarà!

5
Cherubini: Medea - atto primo

GIASONE ed io tradii mio padre!


Fate o numi, cader
la feral sua minaccia: GIASONE
serbate immune ognor Or corri a morte tu!
da sue vendette il re!
E reggia e sacro suol, MEDEA
o dei salvate ognor! Morrò, ma voglio a te
tal memoria lasciar
MEDEA che non m’abbia mai più
O fatal vello d’or, nel futuro a scordar!
trionfal gloria amara!
Di sangue e pianto un dì GIASONE
molto hai tu da costar! Alla morte tu vai,
dura morte t’aspetta!
GIASONE
O fatal vello d’or, MEDEA
trionfal gloria amara! Ma prima di morir
Di sangue e pianto a me avrò la mia vendetta!
quanto già costi tu!
GIASONE
MEDEA
A morir già tu vai!
Per far penar L’ora tua or suonò!
l’ingrato ch’io detesto,
i tuoi più crudi orror MEDEA
m’ispira, o Colco, tu!
Ma prima di morir
GIASONE la mia vendetta avrò!
Morirò con piacer
Fatal maliarda vil, se il ciel mi dà
crudel dal cor reietta, la vendetta goder!
va via, va via di qui!
Il tuo castigo aspetta. GIASONE
MEDEA Fate, o Numi, cader
la feral sua minaccia!
Fuggir? Sì, salvare vi piaccia
Corinto e il suo re!
GIASONE
Va, va! MEDEA
Tu che strazi il mio cor,
MEDEA o crudel mia rivale,
Se questo è il suo destin, il giorno nuziale
Medea col suo fuggir giammai per te verrà!
il cor ti strapperà!
Crudel! GIASONE, MEDEA
O tu fatal Toson,
GIASONE d’eroi gentil virtù,
Possente è il re: gli sdegni gran dolor dei costar!
temer tu ne devi! o fatal vello d’or!

MEDEA
Fu re mio padre ancor,

6
Cherubini: Medea - atto secondo

ATTO SECONDO
La scena rappresenta un’ala del palazzo di Creonte. Se ne discende per un’ampia scalea. All’estremità un
vasto porticato conduce al tempio di Giunone, che è al fondo e situato in modo che la porta e la facciata
del tempio siano visibili allo spettatore.

(Medea scende in grande agitazione i gradini del ché del popol l’ira giusta
palazzo) si rovescia già su te!
[Recitativo] Fuggi, va! Ti può salvar
oggi il braccio mio, domani
MEDEA forse più nol può!
(sola) MEDEA
Soffrir non posso, – troppa è l’offesa! Se cagionai gravi lutti, mio signore,
Si vuol ad una madre – i figli strappare! sol da voi, nobil re, avrò perdono;
L’onta ho sofferto – d’una menzogna; sperando in voi qui restai.
l’esilio ancor – nulla è per me!
Sol a uno strazio – regger non posso: CREONTE
che ai figli s’apprenda – d’odiare la madre, Non più! Non più! Chi compié tal gesta,
è tale dolor che soffrire non so! se pur prega, niuno gli crede.
NERIS [Concertato]
(entrando agitata)
Medea, Neris, Creonte e seguito.
Ahimè, mia signora!
MEDEA
MEDEA Date almen per pietà
Che nuove mi porti? un asilo a Medea!
Nel mio mister così
NERIS morirò tutta sola:
Alla reggia urlando corre felice s’io talor,
fiero il popolo in tumulto: figli miei, vi vedrò,
con grida funeste chiama se abbracciar vi potrò!
la vendetta più crudel: Scorderò di Giason
di Medea il sangue vuol! il giurar menzogner!
Fosco al tuo calcagno l’odio Vo’ scordare Giasone,
sta! Raminga sulla terra, che il giuro tradì!
maledetta su nel ciel!
Non tardar, veloce va; CREONTE
fuggi via o sei perduta! Con tue false lusinghe
tu credi sedurmi?
MEDEA
Io resto! MEDEA
Imploro ai vostri piè! Udir vogliate,
NERIS signor, la mia preghiera!
Vuoi restare! O dei! Ei viene! Pei figli vostri, o re,
Ecco già Creonte! date a me tal pietà!

(Creonte arriva col suo seguito) CREONTE


Dal regno mio ten va!
CREONTE
Vanne, lascia questo suolo,
7
Cherubini: Medea - atto secondo

MEDEA MEDEA
Un asil date…a me,… Prostrata ai vostri pie’
imploro, o mio signor,
CREONTE Vogliate udir mio re,
Nulla può me piegar! signor, la mia preghiera!

MEDEA CREONTE
Care sponde del Fasi, Del regno mio ten va!
o mia patria lontana!
Oh, d’un ben ch’io perdei MEDEA
ricordanza dolente al pensier! Ebben! Tutto mi manca!
Mi piego alla sorte!
CREONTE Ecco, in esilio andrò,
Empia sorella, figlia indegna! io subirò il destin,
che m’offre il mio consorte!
MEDEA Ma vogliate tardar
ancora un solo dì,
Pietà!
Ahi, che il mio triste cor
si appresti al suo destin
CREONTE
Ten va! CREONTE
Tu chiedi un altro dì
MEDEA per qualche infamia nuova!
Pietà
Un asil date a me! MEDEA
Che mai vi posso far,
CREONTE se il duol mi frange il cor?
Va fuor da regno, va! Come mai rifiutar
Non avrò mai pietà! un giorno al mio dolor?

MEDEA CREONTE
Re degli dei! Re degli dei! So che da mia bontà
Chi mi diè tal dolore, aver potrò sventura;
fuggir non possa, no, ma so che in cor non ho
l’occhino tuo scrutator! d’un tiranno il rigor.
Ti concedo un sol dì,
NERIS e sia fatto così
Oh ciel! Possente è il re, il voler degli dei!
non sfidar ilsuo sdegno
fa cessar, se tu puoi MEDEA, NERIS
la minaccia sua fatal! Tale gentil bontà
il ciel a voi compensi!
CREONTE E GUERRIERI
Ciel! Tu ci salva ognor CREONTE
dal crudel suo presagio! Di mia clemenza tu trionfi,
Deh, tieni a noi lontan ma ne avrai così nuova pena!
il furor suo fatal! Se al terzo giorno ancor
Disperdi, o Giove, tu nel regno mio sarai,
il presagio suo feral; guai a te! Guai a te!
del reo presagiomai Crudel destino avrai!
non spunti il dì fatal!
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Cherubini: Medea - atto secondo

MEDEA [Aria]
Oh mio padre! O mio padre!
Solo un pianto con te versare,
Patrio suol! O mia Colco diletta!
ogni lutto, ogni duol
divider vo’ con te!
CREONTE Fedel mi trovò la sciagura,
Tosto tu dèi tornar in morte a te fedel sarò,
a Colco che tradisti!! Fin che vivrò io ti sarò fedele.
Infelice! Infelice!
CORO Principessa cara e infelice,
Rendete alfin la calma chi potria rifiutar
al nostro sacro suol! il pianto al tuo destin?
Ben fu la sorte a te crudele! Ognora
MEDEA vicina a te sarò,
Re degli dei, io piangerò,
Giove immortal! con te starò,
Chi me diè tal dolor, ti seguirò fedele.
fuggir non possa, no,
[Recitativo]
l’occhio tuo scrutator!
MEDEA
NERIS
(tr sè, riscuotendosi)
Ah no, per ciel! Frena or tu la tua rabbia!
Del gran re non sfidar Creonte a me solo un giorno dà?
il tremendo furor! Sta ben; Medea saprà usarne.

CORO E CREONTE (Sorge.)


Giusto Ciel! Giusto ciel! Morrà! Perisca quella mia rival,
L’ira sua sperdi tu, che fece sue le gioie mie più care!
il furor suo funesto! No, grave, più, orrido il colpo cadrà!
Disperdi o Giove, tu A l’onta crudel la vendetta sia par.
il presagio feral; Ah, s’egli un padre, se fratelli avesse!
del reo presagio mai Che? Non ha dei figli?
non spunti il dì fatal. Ah, dove mi porti, sdegnato mio cor?

(Medea, dopo l’imprecazione, è caduta sulla gra- NERIS


dinata del palazzo; sembra assorta in un profondo
Va, Medea! Fosco viene e minaccioso
e sinistro sogno. Neris, timorosa, le si accosta un
a te Giason!
poco; non osa interrompere il cupo silenzio della sua
signora)
MEDEA
[Recitativo] Io voglio a lui parlar!

NERIS (Neris esce; arriva Giasone, concitato)


(tra sé)
GIASONE
Medea, o Medea! È tutta vinta e affranta! Novella strana appresi or or!
Non m’ode più. Un giorno ancor ti diè Creonte!
Chi mai soffrì sì come te , Medea? Per qual cagion?
Divisa dal consorte e dai figliuoli, Che giova un giorno a te?
di terra in terra devi trista errar,
cercando pace senza mai trovarla! MEDEA
Il cor mio sol è aperto al tuo dolore;
Dei figli miei l’amor mi rendi!
ovunque andrai, ti seguirò fedele.
9
Cherubini: Medea - atto secondo

GIASONE GIASONE
No, più tosto il mio sangue e la vita, Oh memoria crudel!
che darti i piccoli
cari innocenti! MEDEA
Oh ripudio esecrato!
MEDEA
(con gioia a stento nascosta) GIASONE
Oh gioia! Ei li ama ancor! Cerco invano da me
Or so che far dovrò! scacciare quel pensier.
Finzione, sol tu puoi Dolce amor d’altri dì!
aiuto dare a me! Oh dolor grave al cor!
Ch’io menta!
MEDEA
[Duetto] (terribile, fra sè)

MEDEA Pagar ben tu dovrai


i miei falsi sospir!
(infingendosi)
questo mio falso duol!
Figli miei, miei tesor,
lungi a voi il reo destin mi chiama! (Una schiera di Sacerdoti attraversa la scena,
Ahimè! Mai più vi avrò con me! uscendo dal Tempio, sul fondo, ed entra nella
Mai più potrò serrarvi stretti al cor! reggia; solo Giasone la scorge)
Da voi lungi vivrò,
GIASONE
vostro padre lo brama!
Io morrò senza voi, Verrà presto all’altar
mai più con voi sarò! il re pel sacrifizio:
Senza voi io vivrò, benigni ai figli miei
è Giason che lo vuole! pregar ei vuol gli dei!
Io morrò, là, lontan, Io vo’ pregare il ciel,
mai più vi rivedrò! che a Medea sia propizio!

GIASONE MEDEA
Ancor potrai gioir Così tu vai, Giason?
della cara lor presenza: Così mi lasci tu?
sino al tuo dipartir Triste addio! Fiero duol!
resteran presso a te!
GIASONE
MEDEA Che ognor tu sia felice!
Ah, signor!
Sì gentil favor MEDEA
giammai cadrà dal mio ricordo! Crudel, da te divisa,
Ahi, cari miei tesor! che gioia aver potrò?
veder vi posso ancor,,
bei frutti dell’amor… GIASONE
Amor, oh sovvenir! Oh pianto d’una madre!

GIASONE MEDEA
Oh dolor! Oh pensier triste al cor! Grazie a voi, giusti Numi!

MEDEA GIASONE
Oh giustizia del Fato! Oh dolor grave al cor!
10
Cherubini: Medea - atto secondo

MEDEA T’affretta!
Oh ripudio esecrato!
[Marcia e Coro]
GIASONE Medea e Neris sul davanti della scena; Creonte,
Io da me cerco invan Giasone, Glauce, Sacerdoti, Guerrieri, Donne,
di scacciar quel pensier. Popolo al fondo.
Cerco invan di scordar
il dolce antico amor! (Sotto il porticato passano Creonte, Giasone, Glauce
e tutto il corteo. Entrano nel tempio: una parte
MEDEA delpopolo rimane davanti alla porta; se ne odono i
canti, si vede il sacrifizio)
Caro pagar dovrai
i miei falsi sospir, MEDEA
Caro pagar dovrai
(va verso il porticato; ma, udendo i canti, torna
il mio falso dolor.
indietro)
(Giasone ritorna alla reggia) Ah, triste canto! In suon festoso
il corteo nel tempio va!
MEDEA Fatal gioir! Invan
(sola) cantate vittoria qui.
Hai dato pronto ascolto al mio pregar: Il dono mio contien la morte!…
d’amaro pianto a te sarò cagion!
(a Neris)
(Entra Neris) Neris, vien!
O buona Neris, va,
(Entra nella scena il corteo; in testa una schiera
mi porta i figli miei!
di musici; Medea e Neris si nascondono dietro un
frammento di colonna rovinata, che è al proscenio, a
NERIS fianco del palazzo)
Io temo che Giasone…
CORO
MEDEA Dio dell’amor! Deh, vien dal ciel!
Ei tutto sa: son miei per tutto il dì. Discendi a noi cinto di Fiori!

NERIS MEDEA
Perchè volesti ancora i figli tuoi? Oh, maledetti questi canti ognor!
Più grave in rivederli è il tuo dolore.
SACERDOTI E GUERRIERI
MEDEA Dio d’amor,
(solenne) propizio sii tu!
Amor, accetta i nostri doni!
Taci, e ascolta di Medea l’ultimo voler.
Diadema e peplo sono noti a te, MEDEA
d’un infernal magia dotati,
che Febo Apollo a me donò; (passeggia con furore)
di Glauce a nozze offrirli or tu dovrai! Quei canti, ahimè! Oh rabbia infernal!

NERIS (Durante questo coro entra il Sommo Sacerdote,


Un dono mandi a chi ti strazia il cor? accompagnato da altri due Sacerdoti. Sopra un
altare che sorge quasi al proscenio accendono l’in-
MEDEA censo. Essi non vedono Medea. Finita la loro liba-
zione ritornano nel tempio.)
Il mio segreto tu saprai tra poco.
11
Cherubini: Medea - atto secondo

CORO CORO
Dolce Nume, dal ciel Deh, posa al crin
compi il voto d’amor! del sacro mirto il fior!
Corona dolce Imene, Scendi a noi, dolce Imen,
questo giorno beato! compi i voti, Dio d’Amor.

CREONTE MEDEA
Ascolta il mio pregare! (con tragico ardore)
Io pur, Amor,
GLAUCE
io pur qui sto!
Ascolta il giuro fedel! Io vengo a te,
mi stringo ai tuoi altar!
MEDEA Chiedo ancor quella fè,
(colpensiero a Glauce) che Giason mi giurava,
che Giasone ha tradita!
Ah, mal trionfi tu!
Se cigni il mio diadema,
CORO
il sogno va,
e a te la morte viene! Al lieto rito vien,
dolce Amor, scendi a noi!
CREONTE Eterna la virtù
dei loro giuramenti!
Accogli il voto mio!
MEDEA
GLAUCE
Questa promessa un dì
Ascenda il giuro a te!
tu l’avesti per me,…
Amor! La mia vendetta appresta!
GIASONE Imen! Imen!
Imen, ascolta il mio pregar! Questa promessa un dì
Veglia sui figli miei! sol per me
diede a te l’infedel!
MEDEA Sorridi al mio furor,
Il mio furor la vostra gioia affina, Amor! Amor!
e terra e ciel in suo poter trascina! Ridi con me!

(Il corteo esce dal tempio e torna lentamente al (Medea si slancia verso l’ara che è al proscenio, ne
palazzo di Creonte) strappa una face e, uscendo con Neris, agita lafiac-
cola, che lascianell’aria un solco di fuoco).

12
Cherubini: Medea - atto terzo

ATTO TERZO
La scena rappresenta un luogo montuoso, coperto di alberi frondosi. Al fondo si alza un tempio: dalla
porta aperta si vede ardere una lampada.Una gradinata conduce al tempio. Da un lato sorge un fianco
della reggia di Creonte.
(Il cielo è oscurissimo; si ode il tuono; la scena Dal collo mio lontan! Mi soffocate!
non ha altra luce che quella dei lampi, che bale-
nano a tratti. Dopo un fragore di uragano si vede NERIS
Neris apparire dalla parte degli appartamenti reali,
Che dici?
con due figli di Medea: essi recano il diadema e
il peplo destinati a Glauce. Passando davanti al
MEDEA
tempio, sostano e salutano; poi entrano silenziosi
nel palazzo. Poco appresso si vede Medea scendere (carezzando i figli)
lentamente dalla montagna.) Guarda ei pur così! Così Giasone
[Recitativo] falso ha lo sguardo! A morte, orsù!

(Leva alto il pugnale, per ferire; il pugnalele cade;


MEDEA
abbraccia i figli piangendo))
(Sola, davanti al tempio)
No, cari figli, no!
Numi venite a me, inferni Dei!
Voi tutti che aiutaste il mio voler! NERIS
la vostra forza ancor m’assista,
(vedendoil pugnale)
voi l’opra mia compier dovete.
Distenda in ciel la nera morte il velo, Oh dei del cielo! Che vuoi fare?
e popol strugga e re Levar la mano tu puoi sul sangue tuo?
in sua rovina orrenda! Ritorna in te, Medea, torna in te!
O cari figli, strazio mio supremo, Pel reo soffrirà chi è senza colpa?
ch’io sacro qui dell’odio a l’atre Dive,
non debba io mai il sangue vostro espiar! MEDEA
Si! Vostro padre fu che v’uccise! (stringendo sempre i figli tra le braccia)
Reietto in terra il vil, lo sperda il ciel,
S’appressan, ahimè! Quale tormento! Son vinta già! Cessò del cor la guerra;
Un cuor di madre batte nel mio petto. sul ciglio mio il pianto alfin tornò!
Natura, or tu invano parli a me. Li vedo ancor; ancor li stringo a me;
Morir dovran, negata è a lor vita! non penso più al duol che m’arde in seno;
votati son dell’atra Erinni al nume! ritorna ai lieti dì il cor sereno.
Il suo volere sol comanda in me!
[Aria]
NERIS
Del fiero duol che il cor mi frange,
Compiuto fu, Medea, il tuo voler; nulla mai vincerà l’orror!
il peplo già ed il diadema ha Glauce. O figli miei, o figli miei,
Ti rende grazie…ma perchè taci tu? io v’amo tanto! Miei tesor!
Guarda, sono i figli tuoi! E pensai di passarvi il cor!
O Dei del ciel!
MEDEA Santa giustizia!
(con terrore) Fu per voi se mia man
dal colpir ristè;
I figli! Ah!
se al furor disuman
(I bambini corrono dalla madre; Medea li respinge) si frenò l’ardor!
Fate, o dei,
Lontan! Lontan! Serpenti, via da me! ch’io non voglia mai

13
Cherubini: Medea - atto terzo

questo folle orror! NERIS


Non permettete questo Medea, aspra ben punisci tu,
feroce lor tormento: l’orrenda pena sia ristoro a te!
spegnete in cor le furie Risparmia i figli!
orrende, giusti dei! Ah! S’invola il dì,
A morte l’esecrato e presto tu sarai da lor divisa!
autor del mio tormento
dee penar, dee soffrir: MEDEA
ciò basta al mio contento!
E tempo già! Tu salva i figli miei!
Spergiuro! Spergiuro!
Il ciel li assista ora contro me!
Ah, il pensier di Giason
raccende il mio furor! (Neris fugge nel tempio coi fanciulli, chiudendo la
Del fiero duol che il cor mi frange, porta dietro sé)
nulla mai vincerà l’orror.
O figli miei, o miei tesor, [Finale]
io v’amo tanto!
E pur in me MEDEA
io sento ancora E che? Io son Medea! Io sono madre
a voi guardando, ahimè, e li lascio in vita? Che mai fu?
rinato il mio furor! Dove son? Son ciechi gli occhi miei!
Pei figli di Giason
[Recitativo] potrei aver pietà?
Son figli miei..
NERIS Se sono figli a me,
(osservando Medea, tra sé) padre è Giasone a loro!
Infelice! Infelice!
D’amore il raggio ancora in lei s’è spento
Come puoi tu pensar d’esser madre?
che breve tempo ai figli suoi brillò,
Come puoi ascoltar
e sol potrà nel sangue ciò finire!
del cor la voce arcana?
Come mai puoi sentir
MEDEA materne ebbrezze al cor?
(a Neris) Or che far? Ah! Vo’ fuggir.
Neris, che hai fatto tu del dono mio? Io lascio i figli miei,
il sangue mio diletto,
NERIS in man dell’infame!
Preceder ei mi può,
Il tuo diadema Glauce assai gradì: può ferir pria di me!
chiamò le ancelle a sè contenta e lieta; No! Compierò l’impresa
volle del dono tuo la fronte ornare, che il fato mi diè!
perchè di lei Giasone andasse altero! Oh, fosca Erinni! Implacabile dea!
Distruggi nel mio sen
MEDEA l’amore e la pietà!
La uccida, o Numi, l’empio Rendi il pugnal!
giubilo! che di man mi sfuggi!
Ben io scordar farò
(proseguendo conmistero) un vile instante sol d’incertezza!
Ascolta! Quel diadema un dì Oh debol cor! Tremante man!
con l’arte mia dotai di forza arcana: Non sempre tu sarai dubbiosa!
mortal veleno Glauce struggerà La sposa di Giason
se posi al crin il bel diadema d’or! da lui appreso avrà
a non tremar d’alcun delitto!
No, giammai, no
non trionfi l’amor!
14
Cherubini: Medea - atto terzo
(Giungono dalla reggia grida di terrore disperato) (Medea corre a chiudersi nel tempio. Appena ella è
entrata, accorrono in tumulto Giasone e il popolo)
CORO
(dentro) GIASONE
O cielo il vil delitto
Oh dei pietà di noi!
punire non saprai?
Orribile vendetta!
Dei, i figli ove son?
Orrore! Traditi siam!
Dei, ridateli a me!
Oh, feroce vision!
La vostra bontà li protegga!
Oh mia Glauce fedel!
MEDEA Oh destino fatal!
(con gioia selvaggia) Oppressa cada al suolo,
Oh, grido di dolor! la vita a lei sia spenta!
Oh, voce dolce al cor! Sconterà questo duol
Dolce al cor più del canto! con il suo martir,
La viltà sua cruenta
GIASONE scontar col suo sangue dovrà!

(dentro) CORO
Trista Glauce fedel, Vendicar, giusto ciel,
qual crudel sorte, ahimè, dovrai l’orrenda colpa!
questo amor diede a te! O padre sventurato!
Disperdiam la crudele!
CORO Col suo sangue, col suo tormento
(dentro) l’orrendo duol scontar dovrà!
Muoia la fosca maga! (Neris esce dal tempio precipitosa)
O sacra folgor, piomba!
NERIS
GIASONE (con parole tronche)
(dentro)
Ah, signor,
Quel misfatto crudel la crudele…
te condanna a morir, vostra donna
e strappa a me la tua carezza! or nel tempio…

MEDEA GIASONE
Tu Glauce piangi sol, Parla, orsù!
spietato! E i figli tuoi? per pietà!
A lor non pensi più? Che mai fece?…
Scordato hai forse tu
Cìch’ei sono in m io potere? NERIS
Risparmia lor più lunghi pianti ancor! ..persegue i figli ancor!
No, sospettar non puoi, è pronta già a ferir.
dove andrà la vendetta!
Non più dubbiezze nè timor! CORO E GIASONE
Sorpassar io mi vo’,
vo’ compir l’opra mia funesta! Oh dei! Oh madre snaturata!
Atre Furie, volate a me,
la man a piombar già s’appresta! GIASONE
Atre Furie, atre Furie a me! (con forza disperata)
Date, orsù, questo sangue!
Se siamo in tempo ancor,
A me, figli miei, ch’io v’uccida!
15
Cherubini: Medea - atto terzo

l’opra sua, deh, tronchiam! io li possa veder!


Fa ch’io possa baciar
(Corre armeto verso il tempio col popolo) quelle spoglie cruente,
e la pace invocar
MEDEA a l’ombra lor gemente!
(apparendo sulla porta) Dei morti il rito ancor,
T’arresta! e affissa ben compier pei figli io vo’,
la tua sposa schernita!… e nella terra giù…

(Medea brandisce alto il pugnale, circondata dalle MEDEA


tre Eumenidi; Giasone si arresta costernato; il Non li vedrai mai più!…
popolo indietreggia rabbrividendo)
GIASONE
GIASONE
Pietà! li rendi a me!
Oh visione d’orror!
MEDEA
CORO
Con mio fratello or sono! Addio!
Oh, terror! Giusti dei! A Jolco la miseria tua trascina!
Di paese in paese
GIASONE ten va, reietto e sol,
(Scagliandosi contro Medea) con lo schianto nel cor,
aborrito da ognun!
Barbara!! E i figli miei?
Va i rimorsi a celar
del tuo core perduto!
MEDEA
Quando passi in cammin
Mi vendicò il lor sangue! le madri freman tutte!
Più felice di te
GIASONE vado i figli a incontrar!
Che ti fecer, crudel? Far puro il mio dolor
del foco può l’ardor!
MEDEA Presto te pur vedrò
Eran figli tuoi! scendere a Stige in riva:
al sacro fiume io vo! Colà t’aspetta
GIASONE l’ombra mia!…
Dei! (Con la face che arde presso l’ara,Medea ha dato
fuoco all’edificio; una vampata difiamme esce dal
MEDEA tempio, comunicandosi rapidamente intorno.Il
Va, fedel consorte, tempio crolla;ilpopolocorre a salvarsi da ogni parte)
tenero padre amoroso!…
cerca un’altra sposa!… GIASONE, NERIS, CORO
e discaccia una madre! Giusto ciel! Oh terror!
Terra e ciel fiamme son!
GIASONE Fuggiam, fuggiam
Ah! feroce! Dammi almen l’arso ciel, l’altro duol!
nell’ora del dolor Già l’abisso s’aprì!
la dolcezza che ancor Fuggiam da questo infausto suol!

FINE DELL’OPERA

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