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L’uomo e la natura.
L’uomo è oggi causa del suo malessere perché si è fatto un’errata mentalità
che ignora e si contrappone all’ambiente, mentalità secondo la quale il
razionalismo, lo scientismo, il progresso tecnologico, sono i massimi valori
della vita, ma che lo hanno fatto uscire dalla natura per perdersi in un
ambiente che non è il suo, la città.
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Da ogni parte del mondo si levano appelli per la salvaguardia degli ambienti
naturali e dei suoi abitanti, contro l’inquinamento e il degrado ambientale
che l’uomo, dalla rivoluzione industriale in poi, ha provocato senza
controllo, con il rischio d’auto-estinzione se non ci sarà nei prossimi 30 –
40 anni una drastica inversione di rotta.
La relazione tra gli esseri umani con gli elementi naturali dei regni di natura,
è stato da sempre l’oggetto principale della coscienza dell’uomo che, fin
dagli albori dei tempi, si è dovuto rapportare con loro, condizionandone la
sua vita, sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psicologico.
Platone contrastava infatti Democrito sostenendo, nei testi del Timeo e del
Crizia (350 a.C.), l'esistenza di un'Anima del mondo, principio di Vita
dell’intero universo, dell’uomo e della natura, opponendosi alla visione
meccanicistica di Democrito, che escludeva l'esistenza di principi primi, ma
non sapeva spiegare perché la materia si aggreghi strutturandosi secondo
principi e leggi immutabili che esprimono l’intelligenza complessa
dell’Architetto Universale.
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Plotinio (203 205 A.C. – 270 d.c.) rinnova la visione neoplatonica, la quale,
fondendosi in seguito col Cristianesimo, durerà fino al Rinascimento
passando per il Medioevo periodo nel quale la Natura è studiata secondo
una visione metafisica, luogo di presenze oscure e simboliche che la Chiesa
integrerà nella propria liturgia e dogmi.
Si sono create scuole di pensiero di segno opposto, tra chi aveva una visione
psicologica e irrazionale (Tylor, Trattato sistematico nella disciplina
dell’antropologia della cultura primitiva,1871) e che affermava l’idea che i
popoli primitivi avevano una logica sbagliata che conduceva l’uomo alla
convinzione in una forza vitale (anima) capace di vita indipendente, in una
dimensione ultraterrena della realtà, tanto reale quanto il mondo fisico.
Schelling (Idee per una filosofia della natura, 1797), sosteneva che la natura
è la preistoria della coscienza, èntelligenza pietrificata, Spirito visibile,
come lo Spirito è Natura invisibile.
Per Schelling, nella Natura agisce quella stessa attività intelligente che opera
nel pensiero, con le stesse leggi e con lo stesso procedimento dialettico:
inconsciamente nella natura, consciamente nel pensiero.
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L'azione dell'intelligenza nella natura si manifesta come interazione di
materia e forma, come spontaneo organizzarsi della materia in forme
viventi, come vitalità del tutto e delle singole parti, potenziatesi in gradi
sempre più elevati, in virtù di un'antitesi tra forza positiva e forza negativa,
ossia una polarità , analoga a quella dell'energia elettrica, che è legge
immanente di tutta la natura.
Nella millenaria filosofia buddista la visione del rapporto tra uomo e natura,
spiega la qualità simbiotica della vita. Per Ikeda (1988), questa simbiosi si
può spiegare in sintesi con le parole del Faust di Goethe il quale afferma
“come nel tutto si armonizza ogni cosa, ognuna operando e vivendo
nell’altra”; per il buddismo nulla e nessuno esiste isolatamente, ogni entità
individuale crea il proprio ambiente, che influenza tutte le altre esistenti,
interconnettendosi e sostenendosi a vicenda e che vanno a formare un
cosmo vivente che la moderna filosofia definirebbe il “tutto semantico”.
Le scienze orientali, riservate fino alla fine del XIX° secolo, solo agli
studiosi Gesuiti che erano in missione in Cina o in India, diventano
conoscenza accessibile a tutti tra la fine dal800 e i primi del ‘900, con alcuni
letterati attratti dall’oriente (Hermann Hesse per esempio) ma soprattutto
con la scuola teosofica (Helena Petrovna Blavatsky) e quella antroposofica
(Rudolf Steiner) che portarono dall’oriente conoscenze iniziatiche antiche,
con forti analogie all’opera di Ermete Trismegisto (in Egitto era accostato
alla divinità Thot, così come nel mondo ellenico era considerato a volte una
divinità, a volte un uomo) ed ispirate ai libri sacri buddisti e induisti.
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ragione perché esso si svolge sempre al nord dirà sempre
stupidaggini.
Alla fine del XIX° secolo, nasce anche la moderna Psicologia Ambientale:
Willy Hellpach, con il suo libro Geopsyche, studia l’impatto del sole e della
luna sugli esseri umani, gli effetti psichici dei colori e delle forme. Per la
Psicologia Ambientale i concetti di identità spaziale (place identity),
attaccamento spaziale (place attachement), coscienza ambientale
(environmental consciousness) e ambiente comportamentale (behavior
settings), sono alla base per la ricerca di un equilibrio con l’ambiente.
Gregory Bateson che con il suo libro Mente e Natura (1979), afferma
l’esistenza di un unico sapere che caratterizza tanto l'evoluzione quanto gli
aggregati umani, integrando il mondo naturale esterno all'essere pensante e
riconoscendo la struttura e i modelli che connettono tutti gli esseri viventi e
le loro esperienze.
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Negli anni ’70 autori come Bateson e altri cominciano a criticare la visione
positivista in cui la razionalità, che era contrapposta all’istintività attribuita
agli animali quale culmine massimo della coscienza, assumeva il ruolo
principale nel rapporto con la natura.
Sono gli anni dl fiorire delle attività di Green Care, che con Boris Levinson,
psichiatra infantile ritenuto il padre della Pet Therapy, che nel 1961 nel libro
The Dog as Co-Therapist, racconta del primo episodio casuale in cui il suo
piccolo paziente entra in contatto col cane e, migliorandone il suo stato
mentale, continua a voler andare allo studio dello psichiatra per vedere il
suo nuovo amico. Nello stesso anno all’Università di Parigi viene
pressnetata la prima tesi di riabilitazione equestre.
Sempre negli anni ’70 negli Stati Uniti, nasce l’Horticultural Therapy (HT),
ed è costituito nel 1973 il Consiglio Nazionale per la terapia e per la
riabilitazione attraverso l’orticoltura, adottatando il suo nome attuale,
American Horticultural Therapy Association nel 1987.
Negli anni ’90 nasce anche l’Ecopsicologia, la cui premessa principale è che
la mente umana è condizionata dalla vita sociale moderna che ha fatto uscire
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l’uomo dalla natura, teorizza l’ipotesi della biofilia che afferma che l’uomo
ha un istinto innato a connettersi emotivamente con la Natura, in particolare
con quegli aspetti che gli psicologi evoluzionisti hanno definito l’ambiente
dell’adattamento evolutivo in altre parole l’ambiente naturale di cui l’uomo
necessità per il suo sviluppo e la sua evoluzione.
Nel 2000 a.C. nelle valli del Tigri e dell’Eufrate furono creati i primi
giardini sensoriali. Nei secoli successivi non si abbandonarono queste
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pratiche e i giardini dei monasteri avevano sempre un hortus che era
utilizzato anche per far passeggiare gli ammalati.
Dagli anni ’90 in poi che in tutto il mondo si comincia a voler dare
fondamento scientifico, e a influenzare quindi le politiche di salute pubblica,
attraverso la ricerca che ha proposto un modello applicabile alle attività di
Green Care e che ha indagato alla ricerca di un paradigma scientifico
(Sempik e altri, 2010) per:
Le attività di Green Care, in Italia ma anche negli altri paesi, differiscono tra
loro per struttura e approccio e a livello internazionale sono classificate con
delle definizioni quali:
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Attività Assistite da Animali (AAA), che hanno lo scopo di migliorare
la qualità della vita e lo stato generale di benessere dell’uomo
attraverso interventi ricreativi destinati a persone che vivono
difficoltà emotive o fisiche, oppure che si trovano in condizioni di
disagio (ricovero ospedaliero, permanenza in una casa di riposo,
detenzione, ecc.).
Educazione Assistita da Animali (EAA), sono tutte quelle attività
educative e didattiche che prevedono il contatto e la cura
dell’animale e che differiscono dalle AAA e TAA per gli obiettivi, la
metodologia e la valutazione dei risultati eventualmente riscontrabili
e che possono essere adottate tanto per le persone disabili quanto per
le persone non disabili;
Terapia Assistita da Animali (TAA), anche detta Pet – Therapy, che
sono tutti quegli interventi diversi da AAA e da EAA per gli
obiettivi, la metodologia e la valutazione dei risultati eventualmente
riscontrabili, sono focalizzati sulla disabilità e sullo sviluppo delle
potenzialità fisiche, psichiche e sociali, e sono svolte da un’equipe
multidisciplinare (psichiatri, psicoterapeuti, operatori specializzati,
educatori, veterinari, psicomotricisti, assistenti sociali); purtroppo
sono ancora considerate co – terapie che si affiancano alle
tradizionali e accreditate terapie riabilitative e non godono di un
rinascimento quale dovrebbero avere, visto che gli studi e il
monitoraggio dei benefici, dicono, al contrario, che sono vere e
proprie terapie che riabilitano a livello fisico, psichico, relazionale,
emotivo, sensoriale.
Terapia Orticolturale (TO) che utilizza la coltivazione dell’orto
applicandone tecniche di cura e riabilitazione di disturbi psico –
fisici tra i più diversi. È ancora poco diffusa in Italia rispetto a
progetti di reinserimento socio – lavorativi di cui beneficiano diverse
categorie di persone con bisogni particolari (disabili, malati
psichiatrici, detenuti ed ex-detenuti, tossicodipendenti);
Giardinaggio Terapeutico (GT) che è utilizzato con successo su
determinate patologie (schizofrenia, depressione maggiore,
Ahlzeimer, demenza, riabilitazione motoria) e che sfrutta, da un
punto di vista psicologico, il rapporto “silenzioso”, non centrato
sulle emozioni, ma sul senso di rilassatezza e una serie di azioni
psicomotorie che aiutano la riabilitazione del soggetto;
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Agricoltura Sociale (AS) con attività svolte nelle aziende agricole
dove i fruitori possono trovare sia servizi di cura e riabilitazione sia
di inserimento socio – lavorativo. L’AS è stata in grado, in Italia, di
costituire non solo dei servizi alla persona accreditati, ma anche reti
ed economie civili (o Reti d’Economia Solidale), che sono in grado
di avere una ricaduta sociale importante;
Ecoterapia, sviluppatasi maggiormente nei paesi anglosassoni
(Ecotherapy), richiede di interagire con l’ambiente naturale,
trascorrendo del tempo in un bosco, accanto a un ruscello, un fiume
o una fonte d'acqua, fare del giardinaggio, interagire con animali
domestici;
Terapia della Natura Selvaggia (Wilderness Therapy) che propone
attività avventurose come le spedizioni in ambienti naturali selvaggi
(montagnaterapia, terapia del deserto) per mettere in condizioni di
sopravvivenza al limite, con l’obiettivo di aumentare l'autonomia e
l’autostima dei beneficiari. E’ spesso utilizzata per persone che
partecipano ai team building, vale a dire al rafforzamento e
potenziamento del gruppo di lavoro, allo scopo di trarne maggior
efficienza ed efficacia;
Green Exercises e Green Care Activities cioè l’esercizio fisico in
ambienti naturali sia in maniera spontanea, che strutturata, attraverso
percorsi nei parchi avventura e nei parchi naturali con associazioni
che organizzano tali attività.
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prospettiva di analisi naturalistico – psicoanalitica nel suo libro “Pets and
mental health”, secondo la quale l’uomo stabilisce relazioni profonde ed
affettive molto facilmente e spontaneamente con un animale, poiché questo
ultimo possiede la capacità di soddisfare bisogni umani profondi ed
inconsci, fungendo da ponte tra coscio ed inconscio su ciò che viene di
solito celato attraverso determinati meccanismi di difesa quali la proiezione,
l’identificazione, la sublimazione e lo spostamento:
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adulti della famiglia approcciano gli animali, il bambino modella i propri
comportamenti nella medesima direzione.
Dato per assodato quindi che la specie umana presenta, tra le sue
caratteristiche geneticamente determinate, l’assoluta necessità di instaurare
un legame di attaccamento per sviluppare e crescere in maniera equilibrata,
nel momento in cui si crea una relazione duratura e profonda con l’animale
si attiva questo comportamento altrettanto appagante.
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tensioni, interessa emozioni profonde relative al loro rapporto soggettivo
con l’esterno.
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rappresentazione del centauro della cultura ellenica simboleggia la parte
superiore (mente, razionalità) che è più elevata della parte inferiore, la parte
animale che è in ognuno di noi (istinto);
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magari abbandonati a sé, i giardini ed i parchi pubblici trasformati in orti o
giardini sociali, le scuole, i giardini privati dei singoli pazienti e i maneggi.
Le fattorie sociali sono il luogo dove è possibile svolgere molte delle attività
con animali e piante (TAA, EAA, AAA, TO, GT, fattorie didattiche). Questo
fenomeno nato alla fine degli anni ’90, con le direttive europee in ambito
agricolo che introducevano il principio di multifunzionalità delle aziende
agricole, in Italia si è sviluppata grazie anche alla sua cultura profondamente
radicata nel mondo contadino.
I primi preti di strada degli anni ’60 (Don Picchi, Don Gelmini p.es.),
aprivano le prime comunità terapeutiche mai viste (verranno poi dal tutto il
mondo per studiare il nostro modello) con programmi che si basavano molto
spesso sull’ergoterapia nell’orto e nel giardino; questo offriva non solo il
sostentamento per gli ospiti (non esisteva il sistema sanitario nazionale ma
le mutue private), ma anche n modello di intervento per le
tossicodipendenze che fino allora era costituito dall’elettroshock, che ancora
oggi qualcuno, ostinatamente, usa in strutture pubbliche e private in Italia e
nel mondo.
Steiner (1910, 1923) parlando nello specifico di uno dei corpi che
compongono l’essere umano, il corpo sottile detto anche eterico, ci dice che
questo corpo, che provvede all’energia vitale per il sostentamento del corpo
umano ma anche per tutta una serie di rapporti con gli altri corpi, (emotivo,
mentale, causale), trae energia anche da quello che gli orientali chiamano
prana, attraverso l’aria che respiriamo, il che ci mette in forte contatto con il
mondo vegetale in quanto provvede alla produzione dell’ossigeno che noi
respiriamo. Per questo motivo le tecniche di respirazione, sono fondamentali
nella meditazione orientale ma anche occidentale come quelle sperimentate
ed insegnate da Ignazio di Lodola.
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La tradizione di utilizzare giardini ed orti come terapia occupazionale si può
datare nel 1930 e diventa una disciplina più indipendente nel 1950
(Shoemaker, 2002). Attività come il giardinaggio e l’orto sono studiate e si
teorizza un beneficio non solo per l’attività in se (ergoterapia), ma si arriva a
suggerire un modello come quello proposto dalla Dott.ssa Relf (1998, 1999)
per la quale le attività con le piante con soggetti con disturbi psico – fisici,
ha distinte dimensioni:
Le teorie più note che spiegano l'influenza della natura sull'uomo, sono la
Teoria Attenzione Restauro di Kaplan e Kaplan e il modello psicoevolutivo
di Ulrich.
Kaplan e Kaplan (1989) hanno scoperto che la fatica mentale si pone come
risultato dello sforzo richiesto nell'inibire le influenze concorrenti. La loro
Teoria del Restauro Attenzione (ART – Attention Restoration Theory),
spiega che la natura non ha bisogno di sforzo per attirare l'attenzione, perché
stimola l'attenzione involontaria recando un effetto ristoratore.
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Gli effetti benefici degli orti e dei giardini sono stati attribuiti a diversi
fattori positivi come il benessere fisico, la riduzione dei livelli di stress e
affaticamento mentale, una migliore integrazione sociale e culturale e Lewis
(1995) menziona uno studio di Owen (1994), che rilevò che la visita a un
giardino botanico abbassa la pressione e riduce i rischi di malattie cardiache.
Esistono oggi diverse scale di misurazione e test proiettivi che aiutano gli
operatori a monitorare i benefici (outcomes) dei loro interventi, alcuni dei
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quali tratti dai manuali che i servizi già adottano (DSM, IDC 10 per
esempio).
Altre scale di misurazione oggi ci aiutano nella valutazione dei benefici nei
pazienti e sono mirate al rapporto del paziente con se stesso e con le terapie
con animali, piante e ambienti naturali.
Conclusioni
In Italia la TAA è stata riconosciuta come cura ufficiale con il Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 che ha sancito
per la prima volta nella storia del nostro Paese il ruolo che un animale può
avere nella vita affettiva di una persona, nonché la valenza terapeutica degli
animali da compagnia, si rende quindi necessaria la presa d’atto e
l’emanazione di precisi protocolli da parte delle strutture pubbliche e private
accreditabili.
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il fenomeno che da oltre 10 anni si sta diffondendo sempre più in Italia e in
Europa, le fattorie sociali, ci dice che i servizi alla persona stanno
cambiando aspetto.
I pregiudizi sono ancora molti sia da parte degli esperti, che da parte delle
famiglie e dalle associazioni di categoria coinvolte. Quando ho cominciato a
lavorare ricordo che nei maneggi mi davano la possibilità di lavorare solo il
lunedì, perché il maneggio era chiuso ed i clienti non avrebbero dovuto
incontrare persone con disabilità. Ancora oggi quando parlo di TAA o di TO,
con qualcuno, percepisco che le persone ritengano queste terapie alla stessa
stregua della magia o di una truffa.
L’ambiente naturale può inizialmente essere fonte di stress per gli operatori
(e le famiglie), che escono dal luogo protetto chiuso dentro delle mura
familiari e tranquillizzanti, se non sono abituati ad un frequente contatto con
la natura.
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Per esperienza dopo le preoccupazioni iniziali, sia gli operatori che famiglie,
oltre naturalmente agli utenti dei servizi, cominciano a godere anche’essi,
“indirettamente”, dei benefici derivanti dal contatto con un ambiente
naturale (rilassamento, quindi pressione arteriosa, endorfine, ormoni, ecc.).
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