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IL PIANETA GIALLO

di Rosa e Lucia

C'era una volta un bambino che desiderava tanto avere un bel cane piccolino, un po' bastardino, solo
che i cani piccolini un po' bastardini non c'erano più. Esistevano solo i cani di razza.
Questo bambino, che si chiamava Zi, girò tutti i negozi della città in cerca del suo cane ideale ma
non lo trovò. Un giorno Zi andò con i genitori alla fiera del paese che si svolgeva ogni anno.
C'erano le giostre, le bancarelle con i dolci, l'omino con i palloncini. Ma una cosa affascinava più di
tutto: la mongolfiera.
Zi volle subito salirvi, ma proprio quando il proprietario della mongolfiera lo aiutava ad entrare nel
cesto, un folata di vento fece ondeggiare il grosso pallone, e mentre si voltava per rassicurare i
genitori un turbine di vento abbracciò la mongolfiera, la sganciò dal suo ormeggio e la portò in
cielo. Zi, dal cesto della mongolfiera salutò i suoi genitori gridando: “Non preoccupatevi, ci
rivedremo presto, ciaoooooo....”.
Zi non aveva certo paura, le cose nuove lo entusiasmavano sempre.
Vide la città farsi sempre più piccola. Il panorama invece si estendeva, riusciva a vedere il mare, le
montagne oltre il mare, al di là delle montagne.
Vide che tutto si allontanava, la terra ora gli sembrava un piatto con dentro l'insalata e la bistecca
tagliata.
Mentre volava, Zi cercava di capire come poter far atterrare la mongolfiera.
Stava ormai viaggiando in mezzo alle stelle quando si avvide di una cordicina che dal pallone
scendeva fino al cesto.
Si aggrappò con tutte e due le mani... e il pallone cominciò a sgonfiarsi. Rallentò la velocità e poi
cominciò a discendere.
Se i pianeti stessero buoni al loro posto, probabilmente Zi sarebbe riuscito a ritornarsene sulla terra
senza fatica e invece... atterrò su un pianeta.
Era un pianeta tutto giallo con delle macchie marroni. Giallo il cielo, con le nuvole marroni. Gialla
la terra con i cespugli marroni.
Era tanto abbagliato da tutto questo giallo che non riuscì a vederne gli abitanti.
Chi erano? Ma erano giraffe!
C'erano giraffe a strisce e a pallini, a fiori, a quadri. Solo che erano gialle e marroni come il cielo e
la terra, e se non fosse stato per la fantasia minuta del loro mantello, difficilmente si sarebbero
potute vedere. Ma Zi non poteva nemmeno immaginare che quei puntini che vedeva erano le
macchie del mantello di una giraffa.
“Ciao” gli disse la giraffa.
“Chi sei?” chiese Zi.
“Sono una giraffa. Mi chiamo Punteggiatura”.
“Come mai qui è tutto così... giallo?” chiese Zi.
“Devi sapere” cominciò a dire la giraffa “che molti anni fa capitò qui un cacciatore, il quale
cominciò a tramutare parecchie di noi in trofei. A quel tempo non era tutto così giallo; la terra era
azzurra con il cielo rosa e il mare rosso, mentre noi giraffe eravamo così: gialle”.
“Decidemmo così di colorare tutto il mondo di giallo. Impastammo zafferano per giorni e giorni e
alla fine lo rovesciammo tutto nel mare”.
“Non passò molto tempo che le nuvole diventarono gialle. E dopo una pioggia anche la terra
diventò gialla”.
“E che fine ha fatto il cacciatore?” Chiese Zi.
“Oh... non ha potuto far altro che ritirarsi in riva al mare”.
“Perchè?”
“Perchè i pesci hanno gli stessi colori di un tempo e il cacciatore cerca di dimenticarsi di tutto

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questo giallo guardando i pesci”.
“Mi potresti mostrare dove vive?” chiese Zi.
“Pensa! E' tanto angustiato dal giallo che non tenta neanche più di cacciarci” continuò a dire la
giraffa. “Vieni, ti accompagno!”
Se non fosse stato per il rumore delle onde, Zi non si sarebbe certo accorto del mare. Comunque
non riusciva ad individuare dove cominciasse.
Finalmente vide il cacciatore, tutto vestito di verde, che guardava il mare. Zi ringraziò la giraffa e
raggiunse il cacciatore.
“Buon Giorno” disse Zi rivolto al cacciatore “mi chiamo Zi, posso farle compagnia?”
“Certo, siedi” lo invitò il cacciatore “mi chiamo Bum Bum e sono un cacciatore”.
“Come sei capitato qui?” chiese Zi.
“Bah! Un giorno andando a caccia di cinghiali ebbi la sventatezza di puntare il fucile contro una
cinghialina e il padre o forse il nonno o forse il marito o forse la madre della cinghialina pensò bene
di difenderla e da dietro mi diede una tremenda musata che scaraventò me e il mio fucile e il mio
cane nello spazio. Dapprima credetti di essere finito in Africa per via delle giraffe, ma poi mi resi
conto di essere capitato in un altro mondo”.
“E il vostro cane che fine ha fatto?” chiese Zi.
“Non so: mentre io venivo scaraventato a destra, lui andava a sinistra”.
Punteggiatura che era rimasta lì ad ascoltare in silenzio disse: “E' per questo che la sera che il
cacciatore è arrivato sul nostro pianeta ci è parso di vedere due “stelle”, una che si dirigeva verso il
nostro pianeta e l'altra verso la costellazione del “Cane Minore”.
“Come potremo fare per raggiungerla?” domandò Zi.
“Non saprei!... potremo usare la mongolfiera e intanto farci guidare da terra dalle giraffe in modo da
poter atterrare sulla costellazione del “Cane Minore”.
“Già! Ottima idea” disse Bum Bum.
“Dovrete però aspettare che si faccia notte quando si vedono le stelle “soggiunse Punteggiatura. E
incominciarono a studiare il piano di partenza in tutti i dettagli.
Quando scese la notte avevano a disposizione una lunghissima corda che legarono al cesto della
mongolfiera. Nel cesto entrarono Zi e Bum Bum col suo fucile. Un capo della corda lo prese in
bocca Punteggiatura per guidarli come si guida un aquilone.
In capo a tre notti raggiunsero la costellazione del “Cane Minore”. Slegarono la corda che li aveva
guidati a destinazione e vi applicarono un biglietto con scritto:
“Grazie di tutto carissima Punteggiatura. Zi e Bum Bum.
P.S. Ti prometto di non andare mai più a caccia”.
Boby il cane di Bum Bum non aveva fatto altro che aspettare il suo padrone. Quando lo vide
scendere dal cesto gli corse subito incontro facendogli mille feste.
Caricarono Boby nel cesto e si apprestarono a ripartire.
Ma la mongolfiera tendeva a risalire anziché discendere verso la Terra.
Allora Bum Bum con un colpo di fucile fece così tanti buchini nella tela del pallone che la
mongolfiera cominciò a discendere lentamente verso la Terra.
Boby era il cane che Zi aveva sempre desiderato: un bastardino un po' piccolino.
C'era in lui un po' di bassotto, un po' di dalmata e un po' di san bernardo.
Bum Bum una volta giunto sulla Terra decise di regalare Boby a Zi per ricompensarlo dell'enorme
favore che gli aveva fatto nel riportarlo a casa.
Da quel giorno Zi non si separò mai più da Boby.

FINE

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