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Tesi di Laurea
Laureando: Relatore:
Alessio Pardo Prof.ssa Monica Ruocco
Matricola 0529212
INTRODUZIONE 3
CAPITOLO I – L’AUTORE 5
1.1 – L’autore 5
3.3 – La trama 30
CONCLUSIONI 38
APPENDICE I – INTERVISTA 40
APPENDICE II – TRADUZIONE 44
– Premessa 44
BIBLIOGRAFIA 71
2
INTRODUZIONE
Il presente lavoro nasce dall’amore per i racconti de Le mille e una notte. Questi
lettore è come il re Shahriyar, i cui tormenti della vita lo spingono a trovare rifugio nelle
storie di Shahrazad. Allo stesso modo anch’io mi sono rifugiato nelle storie della
Shahrazad di ̒Alā’ ̒Abd al-̒Azīz Sulaymān, aspettandomi di essere dolcemente cullato con
tutte quelle storie fantastiche, inoltre il titolo ne prometteva delle nuove: Le storie non
raccontate da Shahrazad (Ḥakāyā lam tarwihā Šahrazād). Invece questa volta Shahrazad
stati chiamati più volte per parlare di argomenti per lo più sottoposti alla censura
drammaturgo ̒Alā’ ̒Abd al-̒Azīz Sulaymān nel 1999 ha portato sul palcoscenico la sua
rilettura della figura di Shahrazad dal titolo Ḥakāyā lam tarwihā Šahrazād (Le storie non
raccontate da Shahrazad) per annunciare per mezzo di una favola ciò che molti sapevano
sarebbe avvenuto: ci sarebbe stata una rivoluzione. L’evento che noi conosciamo come
pubblicazione del testo teatrale in lingua originale, a dodici anni dalla sua prima
rappresentazione.
Questo lavoro intende evidenziare tre elementi legati a quest’opera che inizialmente
3
quale mi ritengo un degno rappresentante): la storia politica e sociale di un paese come
l’Egitto che da tanti anni vive in stato di emergenza e sotto un regime repressivo, con
storia del teatro egiziano vissuto sulle spalle dei suoi infaticabili esponenti che hanno tratto
la loro ispirazione dal mondo intero, per poi donargli generosamente la propria arte; il
messaggio universale che emerge sull’operato dell’uomo, sui suoi sentimenti e sulle
gentilmente concesso.
Al momento (febbraio 2012) ̒Alā’ ̒Abd al-̒Azīz Sulaymān si trova a Londra per il
PhD (il titolo di Doctor of Philosophy, equivalente al nostro Dottorato di ricerca), e vive
4
CAPITOLO I – L’AUTORE
1.1 – L’autore
Dopo aver conseguito una laurea di primo livello in Economia e Commercio nel 1990 si
dedica interamente agli studi teatrali, conseguendo un’altra laurea di primo livello, questa
volta in Drammaturgia e Critica Teatrale, due diplomi biennali sempre inerenti le arti
drammatiche, fino al Master conseguito a pieni voti all’Accademia delle Arti del Cairo.
Drammatiche presso l’Accademia delle Arti del Cairo per quasi dieci anni. Ha lavorato alle
comico per due emittenti egiziane e di varie rappresentazioni teatrali in Egitto. Attualmente
College di Londra.
1
Si ringrazia l’autore per le informazioni biografiche qui riportate.
5
CAPITOLO II – IL CONTESTO STORICO – CULTURALE
Il testo teatrale di Sulayman si inserisce in una ricca tradizione di opere che nel
secolo scorso hanno utilizzato il palcoscenico per trasmettere messaggi di carattere sociale
e politico, per quanto consentito dalla censura da sempre vigile nel paese.
mamlaka Ūrušalīm (Il sultano Saladino e il regno di Gerusalemme, 1914) di Faraḥ Anṭūn,
apportare varie modifiche all’opera. Era comunque chiaro il senso del testo e del
personaggio principale Saladino, eroe nazionale che restituì Gerusalemme al mondo arabo
Britannici2.
dominazioni straniere sono le opere di Aḥmad Šawqī, tra le quali citiamo ̒Alī Bāy al-kabīr
(Alī Bāy il grande, rappresentato nel 1932), in cui Alī Bāy cerca di liberare il paese dai
2
RUOCCO, M. (2010), pp. 79-80.
3
RUOCCO, M. (2010), p. 80; TOELLE, H. – ZAKHARIA, K. (2010), p. 236.
6
Turchi, Qambīz (1931), che narra l’aggressione da parte di Cambise dell’antico Egitto, e
carattere politico: se nelle opere scritte durante la monarchia di re Faruq l’autore non si è
astenuto dal criticare la corruzione e la sete di potere dilaganti alla sua epoca (Šaǧarat al-
ḥukm, L’albero del potere, 1938), in quelle posteriori alla rivoluzione del 1952 ha dato
voce alle speranze delle nuove generazioni (al-Aydī al-nā̒ima, Le mani morbide, 1954).
del generale Nasser, ha espresso i propri dubbi sul suo operato ne al-Sulṭān al-ḥā’ir (Il
sultano indeciso, 1959), in cui il protagonista non sa se imporre il proprio governo con la
di Nasser non sono mancate opere di denuncia al governo, tra queste Ḥallāq Baḡdād (Il
barbiere di Baghdad, 1963) di Alfred Faraǧ, in cui è velato il richiamo alla politica
repressiva del regime e all’esperienza carceraria subita dal suo autore6, le opere di Naǧīb
Surūr7, che per le critiche al regime dovette abbandonare l’insegnamento presso l’Istituto
di Arti Drammatiche, o quelle di Miẖā’īl Rumān, tra le quali ricordiamo Layla maqtal
Guevara al-̒aẓīm (La notte in cui uccisero il grande Che Guevara, 1967), complessa
riflessione sulla rivoluzione8. Ed ancora ̒Alī Salīm in Kūmidiyā Ūdīb: anta illī qatalta al-
trasformando il mito di Edipo, ha espresso l’attacco al culto della personalità della politica
4
RUOCCO, M. (2010), pp. 81-82; TOELLE, H. – EAKHARIA, K. (2010), p. 237.
5
RUOCCO, M. (2010), pp. 89-96; TOELLE, H. – EAKHARIA, K. (2010), pp. 300-305.
6
RUOCCO, M. (2010), pp. 98-99.
7
RUOCCO, M. (2010, pp. 102-103.
8
RUOCCO, M. (2010), p. 107.
7
nasseriana invitando il suo pubblico ad una presa di coscienza della realtà9, mentre in Bāb
presente di impotenza10.
Pur essendoci limitati a ricordare alcuni degli autori del XX secolo distintisi per la
pregnanza di significato dei loro testi, anche nella storia recente il panorama del teatro
situazione socio-politica. È certamente non privo di significato che spesso tali opere siano
pubblico, che in una rilettura moderna sono diventati metafora dell’attualità, proprio come
in Ḥakāyā lam tarwihā Šahrazād (Le storie non raccontate da Shahrazad) di Sulayman.
9
RUOCCO, M. (2010), p. 174; TOELLE, H. – EAKHARIA, K. (2010), p. 364-366.
10
TOELLE, H. – ZAKHARIA, K. (2010), pp. 362-364.
8
2.2 – Le mille e una notte della nostra Shahrazad
Il libro de Le mille e una notte (Kitāb alf layla wa layla), da cui Sulayman ha preso
in prestito l’eroina Shahrazad per la sua rilettura, ha incantato il pubblico di tutto il mondo
per secoli, veicolando messaggi universali avvalendosi di figure storiche, come il califfo
origine indiana, passata poi in arabo attraverso il persiano, venendo in seguito arricchita da
racconti nati a Baghdad e al Cairo, infine di racconti diffusisi autonomamente e poi inseriti
nella raccolta11, la cui più antica testimonianza consiste in un foglio manoscritto risalente
Le storie sono narrate da Shahrazad e dai suoi stessi personaggi13. Nella raccolta
sono rappresentate tutte le categorie sociali, dal beduino al califfo, dal mercante al poeta e
medioevo doveva apparire inaccettabile, facendo sì che i racconti venissero snobbati dalle
autorità politiche e intellettuali dell’epoca. Le storie hanno poi resistito alle gravi scosse
subite dal mondo arabo-musulmano, come l’invasione dei Turchi a Baghdad nell’XI secolo
e dei Mongoli nel XIII secolo, e al conseguente annientamento del califfato abbaside; i
racconti sono quindi il prodotto di una società che per secoli le ha preservate
cui influenza ha pervaso l’arte e la letteratura mondiali degli ultimi tre secoli a tal punto
11
Fra questi: Il ciclo dei viaggi di Sindbād il marinaio, Aladino e la lampada meravigliosa, ̒Alī Bābā
e i quaranta ladroni.
12
TOELLE, H. – ZAKHARIA, K. (2010), pp. 187-191.
13
Il procedimento della concatenazione (Kalīla wa Dimna) attesta la sua origine indiana: TOELLE,
H. – ZAKHARIA, K. (2010), p. 189.
14
MIQUEL, A. (1997), pp. 6-9.
9
che sarebbe più facile menzionare coloro che non ne sono stati ispirati piuttosto che tutti
gli altri15.
XIV, titolare della cattedra di arabo al Collegio di Francia di nome Antoine Galland (1646-
lunghi passi poetici “da collegarsi ai modi narrativi arabi e persiani, che spesso ricorrono a
interludi versificati, difficili per la loro comprensione e talvolta estranei al filo narrativo
della prosa”17. Dal 1712 al 1794 il testo di Galland ha ispirato le traduzioni nelle altre
Shahrazad è la protagonista del racconto principale che racchiude tutti gli altri,
preceduto a sua volta da un prologo che narra di due fratelli19, Shahriyar e Shahzaman che
si rivedono dopo lungo tempo. Quest’incontro genera una catena di eventi e disavventure,
tra cui quella che poi segnerà per sempre (e con molte varianti) il personaggio di Shahriyar
Shahriyar fa giustiziare la moglie Budur e decide che non sposerà mai più una
donna per più di una notte. Ordina al suo consigliere più fidato di procurargli una vergine
da sposare la notte stessa e far decapitare il mattino seguente: così accade ogni notte per tre
15
OUYANG, W–C, (2003), p. 402.
16
TOELLE, H. – ZAKHARIA, K. (2010), pp. 187-191.
17
DOMINICIS, A. (trad.) (2003), Prefazione (autore non specificato), pp. 8-9.
18
Ibidem.
10
anni, suscitando il terrore dei sudditi, fino al punto che il povero consigliere non riesce più
volontaria per sposare il re. Il padre alle sue parole si dispera profondamente, ma sa che la
figlia, oltre che coraggiosa, è dotata di intelligenza e grande saggezza. Shahrazad, infatti,
non intende semplicemente immolarsi per un capriccio del re, bensì vuole mettere in atto
Appena giunta a palazzo per sposare il re, chiede di poter avere nella sua ultima
notte la compagnia della sorella minore Dunyazad. Dopo che il re e Shahrazad consumano
il rapporto, Dunyazad, rimasta per tutto il tempo ai piedi del letto, chiede alla sorella di
raccontarle una di quelle magnifiche storie che lei conosce. Shahrazad a questo punto
Da abile narratrice qual è, Shahrazad interrompe la storia proprio nel momento più
avvincente e il re, pur di sentire il resto, rimanda all’indomani la sua esecuzione. La notte
seguente la ragazza giunge al finale della storia molto prima dell’alba e la sorella insiste
per sentirne un’altra. Shahrazad allora ripete il trucco della sera precedente per suscitare la
curiosità del re, al punto che rimanda nuovamente la sua esecuzione. Così avviene per
“mille e una notte” e nel frattempo l’abile narratrice avrà conquistato il cuore del re,
19
OUYANG, W-C. (2003), p. 405.
20
Cfr. infra, pp. 12-19.
11
2.3 – Le “altre” Shahrazad
Come è stato già detto, il successo internazionale de Le mille e una notte si deve
alla traduzione francese di Antoine Galland21. L’immensa popolarità che sin dal ‘700 la
una riscrittura in chiave cinematografica. Nel 194222 la Universal Picture produce il film
dal titolo Arabian Nights che deve la sua nascita più all’immaginazione della produzione
che a Le mille e una notte. Il film infatti “distorce le storie originali in maniera tale che
molti degli elementi (luoghi e personaggi) che le caratterizzano non sono più
riconoscibili”23. Tali “distorsioni” sono già evidenti all’inizio del film24 quando viene
mostrato l’interno di un harem dalle cui finestre si intravede stranamente il Taj Mahal,
nonostante la storia si svolga in Persia, e l’anziano supervisore del luogo chiede ai suoi
Nel 1974 Pier Paolo Pasolini scrive e dirige Il fiore delle mille e una notte25. La
trama del film segue il procedimento della concatenazione (Kalīla wa Dimna)26 in cui la
avvicendano con fluidità e armonia le storie scelte dal regista per comporre la sua
sceneggiatura, inizialmente costruita su una struttura molto rigida, che durante le riprese
21
Cfr. supra, p.10.
22
Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Arabian_Nights_(1942_film).
23
OUYANG, W-C. (2003), p. 404.
24
http://en.wikipedia.org/wiki/Arabian_Nights_(1942_film).
25
Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Il_fiore_delle_Mille_e_una_notte.
26
Cfr. supra, p. 9.
12
viene completamente stravolta. La sequenza più celebre di tutto il film, in cui Aziz
(interpretato da Ninetto Davoli) trafigge la vagina della regina Budur con una freccia dalla
forma fallica, è stata probabilmente aggiunta alla sceneggiatura originale durante le riprese.
Nel racconto cornice del film la storia di Shahrazad e Shahriyar è sostituita dalla storia di
Nur al-Din e Zumurrut, (il cui epilogo ricorda invece la storia di Qamar al-Zaman27 de Le
mille e una notte) che narra appunto del giovane Nur al-Din innamorato di una schiava che
vede al mercato, mentre questa è oggetto di un’asta per essere venduta al miglior
acquirente. Dopo essere stata acquistata da Nur al-Din con la sua stessa complicità,
Zumurrut viene rapita; inizia così il viaggio del ragazzo alla ricerca dell’amata.
Un'altra più recente rilettura de Le mille e una notte è un film destinato al piccolo
schermo ad opera della casa di produzione Warner Vision International28, dal titolo
Arabian Nights che venne trasmesso nel 2000 dalla BBC 2 in due puntate e pubblicizzato
Alice nel paese delle meraviglie, La spada nella roccia e I viaggi di Gulliver. Questa volta
Burton29 (1821-1890), notizia che, riportata sulla custodia della versione home video del
film, doveva servire a creare determinate aspettative in una vasta fetta di un pubblico
attratto da una versione finalmente fedele all’originale in arabo de Le mille e una notte.
27
DOMINICIS, A. (trad.) (2003), pp. 372-449.
28
OUYANG, W-C. (2003), p. 403.
29
Sir Richard Burton nel 1885 si occupò della traduzione integrale in inglese de Le mille e una notte
e, oltre a non avere epurato il testo delle parti oscene, le ha addirittura enfatizzate, arricchendole con note
esplicative e appendici su usi e costumi degli orientali in campo sessuale:
http://en.wikipedia.org/wiki/One_Thousand_and_One_Nights.
13
̒Alī Bābā e i quaranta ladroni e Il gobbo, ricreando trame, luoghi e atmosfere ben più
fratello del re Shahriyar, complotta con la regina per scalzarlo dal trono. Una notte
Shahriyar sorprende il fratello a letto con la regina, ma questi, affatto sorpresi di essere
difendersi, uccidendo la regina e ferendo il fratello che si dilegua nella notte. L’evento fa
Nights, quando una storia viaggia da oriente a occidente, da passato a futuro e dalla
letteratura al cinema, la sua forma è determinata dai modelli della cultura di arrivo; il suo
esclusivamente dei film di Hollywood di serie B, trasformazione a cui sono state sottoposte
30
Arabian Nights del 1942: cfr. infra, p. 12.
31
OUYANG, W-C. (2003), p. 405.
32
OUYANG, W-C. (2003), pp. 407-408.
14
2.3.2 – Shahrazad nella letteratura contemporanea
è Dunyazadiad di John Barth (n. 1930)33, che costituisce la prima parte di un romanzo–
trilogia dal titolo Chimera del 1972. In Dunyazadiad viene data preminenza ai personaggi
Shahriyar, che nella tradizione sono personaggi secondari. La “novella” presenta una
struttura “a spirale”, in cui Dunyazad e Shahzaman, durante la loro prima notte di nozze, si
rispettivi punti di vista. Dai racconti emerge che Shahrazad è “promiscua” almeno quanto
il marito, perché giace con tanti schiavi quante sono le concubine con cui Shahriyar giace
quando visita il suo harem, ma il re non ignora questo fatto, anzi, ne è al corrente e,
sapendo di essere lui stesso un uomo “promiscuo”, pretende dalla moglie “uguale
promiscuità”; allo stesso modo Shahzaman pretende dalla moglie Dunyazad “uguale
fedeltà”. Barth in quest’opera coglie l’occasione per esprimere le sue idee riguardo la
riscrittura de Le mille e una notte non si sottragga dal criticare la politica, come altri suoi
Nel romanzo Layālī alf layla (1979) di Naǧīb Maḥfūẓ (1911-2006), la saggezza di
Shahrazad e la sua abilità di narratrice vengono attribuite al suo maestro, un maestro sufi di
33
Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/John_Barth;
http://en.wikipedia.org/wiki/Chimera_(John_Barth_novel); OUYANG, W-C. (2003), pp. 415-418.
34
OUYANG, W-C. (2003), p. 408.
15
ammansire Shahriyar e salvarsi la vita. Questo romanzo, sin dalla sua pubblicazione, è
stato dipinto come l’espressione della visione di Maḥfūẓ della condizione umana e
dell’eterna lotta fra il bene e il male oppure come allegoria della realtà politica egiziana e
Nel mondo arabo le varie riletture della figura di Shahrazad hanno veicolato temi di
contrario di molti occidentali che la considerano ancora poco più che una ballerina,
sensibilità di tutte le altre, nonché una delle poche figure mitologiche femminili del mondo
arabo. La donna araba ispirandosi a lei “trova dentro di sé il coraggio e la fiducia di poter
citato Shahrazad come ispirazione per le sue memorie36. Nel suo Dreams of Trespass:
Tales of a Harem Childhood (La terrazza proibita), scritto originariamente nel 1994 e poi
tradotto in 25 lingue37, Fatima Mernissi riporta le memorie della sua vita, cominciata in
continuata per molti anni senza poter conoscere il mondo esterno. La percezione della
barriere politiche e geografiche che separano Oriente e Occidente, “quelle di tipo sociale e
35
BENCHENEB, R. (1974), p. 7.
36
MATTHEWS, M. (1999), p. 69-70.
37
http://www.mernissi.net/books/books/dreams_of_trespass.html.
16
umano che marcano le differenze fra i sessi e infine quelle temporali che si ergono tra
passato, presente e futuro, in una continua ricerca di dialogo tra le epoche e le culture”38.
La giovane Fatima un giorno, ascoltando la fine della storia di Shahrazad, chiede alla
madre “come posso imparare a raccontare storie per allietare un re?” la madre gli risponde
che “una donna si impegna tutta la vita per fare questo e la sua felicità dipende dalla sua
Le capacità narrative di una donna come Shahrazad sono il mezzo di cui si serve
l’impotente per comunicare con il potente e non solo le storie permettono a una donna di
rivolgersi a un re, ma anche di parlare dal suo punto di vista e creare per lui un universo di
differente moralità40.
Intendiamo porre adesso in evidenza quelle che sono tra le più importanti riletture
della figura di Shahrazad nel teatro egiziano contemporaneo: Šahrazād di Tawfīq al-
Il testo teatrale di Tawfīq al-Ḥakīm dal titolo Shahrazad41 del 1933 è incentrato
quasi interamente sulla figura del re Shahriyar. Nel comporre la sua Shahrazad l’autore ha
immaginato il prosieguo del racconto cornice de Le mille e una notte, in cui Shahriyar
diventa insensibile ai piaceri della vita e i racconti di Shahrazad non lo avvincono più
come prima. Una notte egli chiede a Shahrazad di “rivelarsi”, di “togliersi il velo”, ma le
sue risposte non lo soddisfano e il tormentato Shahriyar parte per il mondo accompagnato
38
http://www.iaphitalia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=210:fatema-
mernissi-lorientalismo-rispedito-al-mittente&catid=42:rassegne-bibliografiche-a-tema&Itemid=178.
39
MATTHEWS, M. (1999), p. 70.
40
MATTHEWS, M. (1999), p. 70.
41
AL RA̒ I, ̒A. (1992), pp. 369-370.
17
dal suo fido consigliere Qamar alla ricerca della Verità. La sua mente è tormentata, il suo
indifferente ai piaceri della vita e continuamente assorto nei suoi vaneggiamenti filosofici,
è impassibile persino quando Qamar si toglie la vita, insofferente alla visione del suo re
avvolto nel torpore. Shahrazad tenta allora di suscitare la gelosia del re ospitando uno
schiavo nella sua stanza e ottenendo solo la sua indifferenza. Soffocato dalla “prigione di
e una notte assegna a Shahriyar, in questa rilettura egli rappresenta le fasi ulteriori
dell’evoluzione del genere umano42. Nella prima fase egli diventa indifferente alla
bellezza. Se fino a questo punto aveva fatto della lussuria un elemento di valore e
identificativo della sua personalità, adesso ha perso totalmente di significato e il suo senso
del piacere si è intorpidito. Ciò lo conduce alla ricerca della Verità (la seconda fase), e
durante il suo lungo viaggio attraverso il mondo vedrà la miseria, la fame e le privazioni,
che accentueranno il suo senso di abbandono. La terza fase lo vede ritornare da Shahrazad,
e vivere questo ritorno come un fallimento. Il suo tentativo di liberare la sua anima dal
nonostante lei tenti di risvegliare in lui la passione con il fuoco della gelosia suscitando
nient’altro che il gelo. Dopo la morte del suo amico Qamar egli rimane solo. La bellezza, il
potere, la lealtà, l’amicizia, la Verità, tutto gli sembra inutile; non gli resta che
abbandonare tutto e partire nuovamente per vivere nel mondo in solitudine. L’ultima fase
42
BENCHENEB, R. (1974), pp. 7-10.
18
rappresenta l’esperienza liberatrice dell’uomo che si sbarazza di ciò che è superfluo
interpretazione al mito di Shahrazad, componendo un brano in quattro atti dal titolo Sirr
Shahrazād (Il segreto di Shahrazad, 1953). In questo lavoro vediamo Shahriyar e la sua
prima moglie, la regina Budur, i quali vivono un rapporto tormentato. Lui è ancora attratto
dal suo fascino, ma a volte la trascura per andare a intrattenersi con le belle schiave del suo
harem o con gli amici e abbandonarsi ai piaceri dei sensi con alcol e droghe. La regina è
amata senza però illudersi troppo. Intanto Radwan, precettore e medico personale del re, lo
personaggio inetto e senza autorità, Rukn al-Dawla, che asseconda il re nei suoi capricci a
scapito del popolo il cui malcontento è già evidente. Il re non intende cedere alle sue
pressioni per restituire la carica a Nur al-Din e ordina invece che sia allontanato insieme
alle sue due figlie, Shahrazad e Dunyazad, anch’esse allieve di Radwan. Intanto Budur
sperimenta uno stratagemma per far ingelosire il re facendosi trovare nella sua stanza
insieme a uno schiavo e fingendo di essere la sua amante; invece della gelosia è la sete di
Il re inizia quindi la pratica di sposare una vergine ogni notte per farla giustiziare la
mattina seguente. Il consigliere caduto in disgrazia, Nur al-Din è preoccupato per sua figlia
Shahrazad: tocca a lei sposare il re. Il padre rassegnato acconsente al matrimonio ma riesce
ad ottenere una proroga di una settimana. Il re intanto viene informato dalle sue spie che
Nur al-Din cospira contro di lui facendolo condannare a morte. Shahrazad accetta di
43
AL ‘ĀNĪ, M.R. (1995), pp. 79-86; BENCHENEB, R. (1974), pp. 10-14.
19
sposarlo a patto che egli rimandi l’esecuzione di suo padre per prendere tempo. Come
l’eroina de Le mille e una notte porta con sé a palazzo la sorella Dunyazad e intende
ricorrere al sotterfugio dei racconti per rimandare la propria esecuzione ma nonostante ciò
Shahriyar sembra determinato a farla decapitare come tutte le altre. Piuttosto che
sottomettersi al suo destino, si prepara a ucciderlo lei stessa. A questo punto interviene il
saggio Radwan che la dissuade dal suo proposito criminale per trovare invece una
loro unione sia consumata in un anno o due. A questo punto interviene Dunyazad: le due
sorelle improvvisano una sessione di danza e musica per allietare il re, dopo di che, con la
scusa della stanchezza, Dunyazad chiede alla sorella di raccontargli una di quelle
magnifiche storie che conosce. Così Shahrazad inizia la narrazione de Le mille e una notte.
Il re risparmia la ragazza ogni notte per sentire la continuazione delle sue storie la
notte seguente. Una di queste notti, dopo la consueta narrazione Shahrazad scoprirà che il
re è sonnambulo: lo vede alzarsi dal letto in preda ad una strana ossessione, prendere una
chiave e una spada e scomparire. Poi sente in lontananza che egli sta rivivendo l’omicidio
della regina Budur. Spiegando i fatti a Radwan, il medico capisce che Shahriyar è
tormentato dal rimorso per aver ucciso la sua prima moglie. Istruisce quindi Shahrazad
perché si comporti come Budur, ospitando nella sua stanza una schiava travestita da uomo
e facendosi sorprendere dal re. Shahriyar alla vista della scena sguaina la spada per
scena. Il re a questo punto si rende conto dell’errore che stava per commettere e scoppia in
suggerendogli di compiere atti di carità per espiare le sue colpe e ottenere il perdono delle
famiglie delle spose uccise. Alla fine decide di portare con sé Shahrazad in un lungo
20
viaggio intorno al mondo perché anch’egli possa rivivere le avventure di Sindbad il
marinaio.
rivivere i quattro personaggi tradizionali e crea una figura di spicco la cui influenza
determina tutti gli altri: Radwan, a un tempo precettore e medico del sovrano, responsabile
enfasi alla leggenda de Le mille e una notte. Ed è proprio basandosi sui consigli di Radwan
che agisce Shahrazad. Il medico sa che per curare i problemi psicologici di Shahriyar si
deve applicare la terapia ideata da Freud: fargli confessare i suoi crimini e portare
lentamente in superficie i suoi sentimenti oscuri. Quindi Shahrazad per lungo tempo tenta
di esplorare l'anima di suo marito e raccogliere i dati utili all’analisi compiuta da Radwan.
Agisce cioè come semplice assistente del medico e, come nell’opera di al-Ḥakīm non è al
centro della scena: il personaggio centrale è qui, più di lei, Radwan, che domina e conduce
tutta l'azione.
L’opera di Bākaṯīr è pregna di allusioni agli eventi che avevano avuto luogo in
Egitto in quel periodo, e di riferimenti alla situazione politica prima della rivoluzione del
1952. Il suo Shahriyar è emulo di re Faruq, tirannico e corrotto. Il consigliere Rukn al-
Dawla ricorda uno dei primi ministri scelti dalla borghesia medio - alta, incompetente e
impopolare, senza contatto con il popolo, mantenuto nella miseria e nella paura sotto la
supervisione spietata di una polizia onnipresente. L'ex consigliere Nur al-Din riflette il
buon servitore dello stato, onesto e con il favore delle masse, per questo scomodo e
44
BENCHENEB, R. (1974), p. 12.
21
L’opera dal titolo Šahriyār scritta nel 1955 (un anno dopo quella di Bakāṯīr) da
Azīz Abāẓa (1898-1973) prende anch’essa spunto dal soggetto fornito da Le mille e una
notte45. Questa volta però viene dato particolare risalto al personaggio della sorella di
triangolo amoroso.
La storia inizia nel momento in cui Shahriyar sta per scatenare la sua furia omicida
sulle vergini del regno, furente per essere stato tradito dalla moglie, seminando il terrore
fra la popolazione. Shahrazad vuole correre il rischio di farsi prendere in moglie dal re e
fortuna sembra sorridere a Shahrazad che è riuscita a farsi risparmiare grazie alle sue storie
millesima notte ma si fa strada nel suo cuore l’indignazione, sentendo parlare di giustizia,
eguaglianza e fraternità, e alla fine si abbandona ancora una volta alla furia omicida,
minacciando di sterminare i suoi sudditi, bruciare il suo palazzo e togliersi la vita. L’azione
benefica di Shahrazad avrà la meglio sui suoi tormenti e gradualmente Shahriyar cambierà
le sue convinzioni e si pentirà dei suoi crimini. Il senso di colpa si impadronirà di lui fino a
abdicare e cedere il trono ad un successore. Alla fine decide di partire per il pellegrinaggio
alla Mecca accompagnato dall’unico uomo onesto del suo entourage: il giullare Sulayman.
facendolo somigliare a quello reale del re Faruq, crudele e impopolare, infine costretto ad
45
BENCHENEB, R. (1974), pp. 15-18.
22
abdicare. Altri confronti più accurati possono essere fatti tra gli eventi di Šahriyār e la
storia d'Egitto alla fine della monarchia. Oltre alle battute caustiche del giullare Sulayman,
sono indicativi i dialoghi di Shahrazad con il re sulle disuguaglianze sociali, sugli oneri
fiscali che schiacciano il popolo, sul libero arbitrio, sul conservatorismo religioso, sul ruolo
dei militari nella nazione, che rivelano il desiderio di riscatto sociale di Abāẓa.
23
2.4. – Predizione di una rivoluzione
dalla seconda guerra mondiale in poi sembrano essere stati giustificati dalla necessità di
risolvere i problemi in campo internazionale in merito alla sovranità sul Canale di Suez e
moderno in definitiva ha visto susseguirsi alla sua guida forti personalità che non hanno
rinunciato a utilizzare sistemi repressivi e a limitare la libertà individuali e che, agli occhi
significato è stato nel 1981 l’introduzione da parte del neo-presidente Mubarak, in seguito
modalità di svolgimento, affatto trasparenti, dei referendum elettorali che hanno visto
l’elezione di Mubarak per ben quattro volte – l’ultima nel 2010 – hanno destato dubbi e
critiche49.
In tutto ciò il regime egiziano, come il resto del mondo arabo, ha fatto i conti – o
meglio non li ha fatti – con la recente evoluzione dei mezzi di comunicazione. Con
l’avvento di internet è stato inevitabile che le idee di democrazia e libertà, per quanto
aleatorie, abbiano iniziato ad avere presa sulla popolazione: il confronto con l’Occidente è
stato sotto gli occhi di tutti, soprattutto delle giovani generazioni50. È stata quindi prevista
46
Per la storia egiziana recente: CAMPANINI, M. (2005); CORRAO, F.M. (2011);
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'Egitto_moderno.
47
CORRAO, F.M. (2011), pp. 21-47.
48
GERVASIO, G. (2011), pp. 134-145; TETI, A. (2011), p. 74.
49
GERVASIO, G. (2011), pp. 144-145 e pp. 156-157.
50
Un’analisi dell’impatto sul mondo arabo dei nuovi mezzi di comunicazione è in SIBILIO, S.
(2011).
24
dagli esponenti della cultura quella che poi è stata definita “primavera araba”51 e il passo
trovato più proseliti di quanto le forze di polizia potessero prevedere. E una volta rotti gli
fermato le proteste che sono continuate fino alle dimissioni – l’11 febbraio – di Mubarak.
attuare il passaggio di poteri con il vice-presidente Sulayman nulla hanno potuto contro il
Consiglio supremo delle forze armate che avrebbe dovuto comandare per un periodo
limitato di tempo guidando il paese verso elezioni democratiche, ma che invece governa
militare, in particolare dopo l’esito del referendum costituzionale del 19 marzo 2011 poco
risolutivo in merito alle richieste di una nuova costituzione democratica56, fino agli scontri
degli ultimi mesi che sembrano essere stati ancora più violenti di quelli precedenti57.
51
GERVASIO, G. (2011), p. 134, nota 1; http://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_Araba.
52
GERVASIO, G. (2011), pp. 154-161;
http://it.wikipedia.org/wiki/Sommosse_popolari_in_Egitto_del_2011.
53
SIBILIO, S. (2011), p. 103; TADROS, S. (2011).
54
GERVASIO, G. (2011), pp. 158-159.
55
Ibidem.
56
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-19/egiziani-coda-referendum-costituzionale-
150224.shtml?uuid=Aak1GuHD;
http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/20/news/egitto_verso_la_vittoria_dei_s_al_referendum_app
rovati_gli_emendamenti_alla_costituzione-13866049/
57
Particolarmente violenta è stata la repressione della manifestazione del 21 novembre 2011, con
quaranta giovani morti a piazza Tahrir: HAMAM, M. (2011).
25
Attualmente (gennaio 2012) sono in corso le elezioni per la Camera bassa del
Parlamento alle quali dovrebbero seguire quelle della Camera alta, mentre le elezioni
presidenziali sono previste per il prossimo giugno58. Il cammino verso la “democrazia” non
può dunque definirsi facile e forse l’Egitto dovrà ancora attendere prima di votare
È questo l’ambito storico-culturale in cui è nato il testo teatrale oggetto della nostra
discussione, la cui prima rappresentazione è avvenuta nel 199959. E come avremo modo di
approfondire, la trama ed il significato dei suoi simboli consentono di definire il testo come
26
CAPITOLO III – LE STORIE NON RACCONTATE DA SHAHRAZAD
Dopo essere stato rappresentato nel 1999 sul palcoscenico dell’Istituto Superiore di
Arte Drammatica, presso il quale Sulayman lavora dal 1998, Ḥakāyā lam tarwihā
Šahrazād (Le Storie non raccontate da Shahrazad) è stato messo in scena al Teatro della
Repubblica del Cairo soltanto nel 2005 dal regista Ḥussām al-Šāḏlī (figg. 1-2)60.
60
Tra le recensioni della rappresentazione: HUSSAYN, H. (2005); IBRĀHĪM, N. (2005); SELIM, M.
(2005).
27
Il ritardo della prima “ufficiale” rappresentazione in Egitto, visti i particolari
racconti che la Shahrazad di Sulayman propone al suo re, è stato collegato al malcontento
popolare nei confronti del governo egiziano esploso proprio nel corso dell’ultimo anno61.
Fig.2 – Una scena: Raḡda nel ruolo di Shahrazad e Sāmī ̒Abd al-Ḥalīm nel ruolo di Shahriyar.
61
Cfr. supra, pp. 24-26; HAFEZ, H. (2005).
28
Nel 2005 il testo teatrale è stato anche rappresentato in Italia al Teatro Politecnico
rapporto con il potere e con tutti gli aspetti ad esso connessi: ci sono riferimenti a Le mille
62
http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/07/Storie_non_raccontate_dalla_bellissima_co_10_0
50607020.shtml.
63
BIEFENI OLEVANO, F. (2005).
29
3.3 – La trama
la figlia del defunto visir, la quale si mostra rassegnata al proprio destino, senza tentare il
re con le lusinghe e i sotterfugi delle spose precedenti. Il re dal canto suo è avvinto dagli
argomenti con cui lo intrattiene la ragazza e alla fine della prima notte deciderà di
mentre discutono una questione riguardante il fronte, vengono quasi alle mani: l’esercito
nemico è alle porte e sta scortando una carovana di commercianti. Shahrazad si interessa
alla faccenda prodigandosi in consigli sulle politiche da seguire. Tuttavia i suoi consigli
vengono accolti con stizza da parte del re il quale ritiene che una donna non sia capace di
storie divertenti, apostrofandola sovente come “il buffone di corte”. Al contrario le sue
storie riguardano tragici accadimenti della gente del popolo che sotto il regno di Shahriyar
platonico e impossibile, viste le umili origini di lui. Erano talmente accorti nel tenere
esclusivamente con lo sguardo. L’unico uomo che Shahrazad abbia mai amato non l’ha
mai sfiorata neanche con un dito. Lo stesso uomo gli parla del tradimento di Rihanna,
prima moglie del re. Nel momento in cui si separano, Shahrazad gli promette che il suo
corpo non sarà violato. Quella notte il re risparmia la vita della ragazza, promettendole di
30
Da quando il re ha cominciato la pratica di sposare una vergine ogni notte, per poi
farla giustiziare la mattina seguente, fra la gente del popolo cominciano a diffondersi le
reazioni più diverse. Un povero falegname che si lascia condizionare dalla storia immagina
lui stesso di essere il re, quindi finge che sua moglie sia una persona diversa ogni notte
corteggiandola fino all’alba. Una notte si lascia trasportare dal fervore a tal punto che
solleva una delle sue asce da falegname su di lei con fare minaccioso. Lei lo umilia
pubblicamente, rivelando a tutti la sua follia nel pretendere di trovarla ancora vergine,
nonostante gli avesse già dato dieci figli. Tra le altre dicerie sulle notti di re Shahriyar
circola la voce che le sue spose non vengano uccise dal boia ma dall’eccessiva prestanza
divertenti, ma Shahrazad continua a incalzarlo con la cronaca del degrado che vive il suo
popolo al di fuori delle mura delle residenze del re, il quale spostandosi da un palazzo
all’altro sembra ignorare l’ammasso di rovine in cui è ridotto il suo regno e la sofferenza di
quella che lui chiama “la sua gente”. Si sente amato – comunque acclamato durante le
parate – e sostenuto tramite tutte le lettere di solidarietà che riceve che “se si impilassero
arriverebbero fino al sole”. Shahrazad compie un’azione erosiva delle sue certezze,
descrivendogli come la gente lo acclama perché terrorizzata dalle sue spie, all’erta dietro
ogni angolo per controllare ogni loro comportamento, e di come suo padre, suo consigliere
più fidato, scriveva false lettere di sostegno al re da parte del popolo. Il popolo prega
perché “la morte faccia visita a palazzo del re” e si porti via il despota sanguinario.
Shahriyar non può credere che tutto il suo popolo lo voglia morto, ritenendo che si tratta di
un gruppo isolato di ribelli, già tenuti sotto controllo dalla sua polizia.
Nonostante il re insista nel voler sentire storie divertenti, Shahrazad continua con la
narrazione degli accadimenti alla gente sfortunata del suo popolo. Due anni prima il fiume
31
era straripato ed erano rimaste alluvionate migliaia di famiglie di quella zona. Un uomo
sfortunato di nome Shakir aveva perso la casa e tutta la sua famiglia – moglie e figli – era
morta nell’inondazione, tranne la sua anziana madre. Erano rimasti all’addiaccio senza i
generi di prima necessità né un tetto sulla testa. Il re aveva disposto che fossero consegnate
delle tende agli alluvionati e si chiede pertanto come mai Shakir non l’avesse ricevuta.
A questo punto Shahrazad gli racconta di essere stata invitata, insieme a tutti i
nobili del regno, a una battuta di caccia dalla moglie del responsabile dei depositi dai quali
dovevano essere prese le tende da consegnare agli alluvionati. Quelle tende erano state
invece usate dai nobili per pernottare all’aperto durante la loro battuta di caccia. Non
avendo ricevuto la tenda Shakir aveva quindi tentato di rubarla dai depositi, ma era stato
L’uomo doveva vestirsi da donna, ballare sotto gli occhi della gente in piazza
durante il mercato e passare la notte in cella. La sfortuna volle che quella notte venisse
catturato anche un ribelle, poi riuscito ad evadere. La notizia dell’evasione però non era
giunta alle orecchie del capo della polizia il quale, soddisfatto della cattura si era recato
arrivare e temendo di essere incolpato per l’evasione, lo portò da Shakir che fu presentato
come il ribelle catturato. Shakir si ritrovò dunque sul patibolo per essere giustiziato al
posto del ribelle evaso e si mise a ballare gridando di essere un ladro, sperando di salvarsi
la vita. Morì senza sapere il perché, mentre i nobili che avevano rubato le tende destinate
Nonostante quest’ultimo avesse approfittato della sua carica per darsi alle ruberie
più sfrenate, la sua punizione fu una farsa: la condanna del ministro si ridusse a ballare da
32
Shahriyar rimane sempre più avvinto dalle argomentazioni di Shahrazad e rimanda
ogni notte la sua esecuzione promettendole, come al solito, di ucciderla la notte successiva.
si rivela esatta. Infatti l’esercito sembra avere tutta l’intenzione di invadere il regno di
Shahriyar. Il consiglio reale non sembra avere in mano la situazione e i consiglieri non
vogliono allarmare il re il quale, durante queste notti in compagnia di Shahrazad e del vino
non sembra preoccuparsi più di tanto. Invece dovrebbe visto che, oltre alla minaccia di
un’invasione nemica è sempre più palpabile il rischio di una rivolta interna. I ribelli si
stanno organizzando per rovesciare l’ordine costituito, nonostante il fatto che fra le loro
fila vi sia ancora qualcuno, come il ribelle Mansur, che crede che si possa arrivare ad una
transizione incruenta. Tuttavia il malessere del popolo fomenta l’odio verso il re,
Shahrazad e Shahriyar sono diventati intimi a tal punto che lui non le ricorda più
che il mattino successivo dovrà morire, senza però darle a intendere esplicitamente che ha
fare con un vero tiranno nonché di star cominciando a provare per lui un tenero
sentimento.
I ribelli hanno scorto la tempesta che sta per abbattersi sul regno di Shahriyar e
scoppierà la guerra, e per quell’occasione pianificano di penetrare nel palazzo del re per
prenderne il controllo.
panico abbandona in blocco il re. Ma ciò non basta: questa è l’occasione che i ribelli
preda al panico e spera di salvarsi travestendosi da donna per sfuggire a quella che sembra
33
essere la sua fine. La storia si conclude in tragedia. Il ribelle Hassan entra nella stanza,
Shahriyar indietreggia, guarda il corpo esanime della ragazza e scappa attraverso la porta,
“Non sei riuscito a proteggerla?” Hassan: “No, ma adesso mi vendicherò” facendo per
lanciarsi al seguito del re. Mansur lo ferma: “La cosa non ci riguarda, ma adesso cosa
penserà gente?” Hassan: ”Siamo noi che muoviamo la gente”. Mansur: “No, noi non siamo
la gente, non dimenticarlo”. A questo punto Hassan, come per giustificarsi con se stesso
mormora tra sé: “In fondo Shahrazad era una di loro”, e Mansur: “Oh Shahrazad, temo che
le tue profezie si avvereranno”. A questo punto si sente nell’aria, come dall’aldilà, la voce
34
3.3 – Dentro l’opera
Non è nemmeno la figlia viziata e privilegiata di un ministro della cui carica si fa scudo,
che ricorre all’inganno della suspense dei racconti interrotti per prolungare la sua vita; non
racconta fiabe fantastiche e completamente separate dalla realtà, ma accetta l’idea del
preoccupata per la sua gente, ma sin dal primo istante che entra nella stanza pone davanti a
Shahriyar un quadro veritiero della situazione dei suoi sudditi, che mai il re si sarebbe
sognato, nemmeno nei suoi peggiori incubi. Mentre la Shahrazad tradizionale aveva paura
massimo a divertirlo con le sue storie di fantasia, la Shahrazad di Sulayman non teme la
all’altro, al contrario degli intellettuali asserviti al potere che tendono a negare l’esistenza o
a sminuire i segnali del malcontento generale per non mettere in agitazione il re e così
La storia d’amore di Shahrazad rivela come le persone soffrano per le divisioni che
le classi sociali impongono, come la povertà dell’uomo di Shahrazad interferisca nel loro
64
ŠAHĀB, A. (2005), da un’intervista che l’autore ha concesso al vicedirettore del sito
www.diwanalarab.com; YŪSUF, ̒A.R. (2005)
65
ḤĀFEẒ, Ḥ. (2011).
66
ŠAHĀB, A. (2005).
67
Ibidem.
35
Le divisioni sociali portano l’amato alla follia quando si rende conto che il suo
status sociale non gli permette di difendere la sorella da impiccagione per essersi
macchiata di oltraggio, solo per aver reagito a una maleducazione della polizia.
Queste storie, oltre a rivelare la sofferenza del popolo, mostrano come la solitudine
circondi un re, rintanato nella sua più alta torre, all’interno di mura impenetrabili, con la
sola compagnia del vino. Ed ecco che questo doppio isolamento, fisico e morale, non
consente al re di conoscere la vera condizione dei suoi sudditi, nonché di liberarsi dal
tormento di essere stato tradito, per potersi accorgere di una minaccia tanto evidente come
Il nostro giovane drammaturgo ha scelto di dare voce alle sofferenze che i popoli
arabi vivono in questi anni per bocca di Shahrazad, la quale non parla dei governanti del
nostro tempo, ma racconta di Shahriyar, l’incarnazione del sovrano ingiusto in ogni luogo
e in ogni epoca. Egli non è il re delle favole, che interviene per far felice i suoi sudditi, ma
è lui stesso infelice, visto che ormai odia tutte le donne. Masrur, servo e boia, d’altro canto
soddisfa i desideri del re solo per mantenere la sua posizione, dopo aver abbandonato la
sua povera famiglia e mostrato indifferenza alle sofferenze della madre fino a condurla alla
morte: rappresenta perciò tutti gli uomini attratti dal potere che, pur di soddisfare la brama
di ricchezza dei governanti, diventano loro servi al punto di arrivare a rivoltarsi contro la
Come è stato evidenziato da Ḥussayn in una recensione dell’opera, alla fine tutto
decadenza trasformatosi in recente passato; Shahrazad, metafora del presente reale e della
36
sete di giustizia; Masrur, espressione dell’ottimismo per la conquista militare; Hassan,
giustizia. Hassan viene sempre apostrofato come “il ribelle” e non “il rivoluzionario”,
del re e per “ribellione” il dare sfogo alla propria furia contro il re, vendicandosi sulla sua
persona. Quindi “il ribelle” cade in trappola, mentre cerca di far cadere il governo, si lascia
prendere dalla furia mentre tutto precipita nel caos e nelle barbarie, ed è esattamente ciò
che avviene alla fine quando il re è in preda al panico più totale, tra il tradimento dei suoi
ministri, i ribelli che tentano di usurparne il trono e l’esercito nemico che invade il regno.
futura rivoluzione. Fra loro si frappone Shahrazad, speranza di giustizia, che viene
incidentalmente uccisa dal re. A questo punto diventa chiaro il messaggio che l’autore ha
oppressivi non possono che derivare rabbia e sete di vendetta che non accettano
compromessi, ma riescono soltanto a liberare la loro forza distruttrice su ciò che gli ha dato
vita.
68
ḤUSSAYN, H. (2005).
69
Ibidem.
37
CONCLUSIONI
Il lavoro di Sulayman costituisce una dura critica al potere e allo stesso tempo un
della vita. L’uomo stesso, quando si arma della violenza come il re Shahriyar o il ribelle
Hassan, è l’ignaro artefice di tutto ciò che gli provoca dolore, e infine la morte. La
speranza, pur sempre presente, è destinata a morire come Shahrazad, e questo è forse un
pensiero un po’ cinico ma realista, perché le favole a lieto fine nella vita reale rimangono
tali. Shahrazad rimane inevitabilmente uccisa nello scontro fra due forze distruttive,
Shahriyar e Hassan, ognuno travestito da donna, come a voler dire che la violenza, anche
se camuffata, rimane violenza; come un governo dispotico che “traveste” i propri atti
repressivi da pacifici interventi volti al bene della collettività. E a nulla vale la profezia di
Shahrazad in cui mette in guardia il tiranno da un’imminente rivolta che lui stesso ha
Shahrazad però, oltre che la speranza del popolo, rappresenta il buon senso del
governo egiziano sul finire del XX secolo, che avrebbe potuto percepire, se solo avesse
voluto, i segnali di una rivolta popolare molto prima della manifestazione del gennaio 2011
contemporaneo è quindi l’opera di Sulayman, che ha presagito gli eventi della cosiddetta
“primavera araba” e che, sebbene sia stata rappresentata per la volta nel 1999, ha visto la
rivoluzione.
38
questo perché è ansioso di arrivare dritto al punto: l’uomo vive di favole, fa di tutto per
non vedere il degrado sociale che ha davanti agli occhi, circondandosi febbrilmente di
elementi che possano assecondarlo in questa follia, fino a sviluppare una dipendenza
evidenze della vita e alle incongruenze dei suoi schemi mentali, in cui tutto il suo operato
vera identità dei soggetti e delle situazioni osservate, compie uno studio senza dare giudizi
di valore e descrivendo l’uomo spoglio delle sue certezze, come tornato allo “stato di
39
APPENDICE I – INTERVISTA
La prima versione dell’opera è stata rappresentata nel Dicembre del 1999 presso
l’Accademia delle Arti del Cairo per due giorni, davanti a un pubblico formato da
accademici e studenti di teatro, che non si possono considerare un vero e proprio pubblico.
Quando il testo è stato per la prima volta rappresentato pubblicamente nel 2005 (in Italia,
N.d.T.) è diventato una cosa diversa, dai toni palesemente politici. Quindi possiamo dire
Non saprei, però sento di dover aggiungere e tagliare del testo, o addirittura
personaggi. Avverto sempre certe esigenze quando rileggo i miei testi e questo in
particolare è stato una specie di sfida; avevo intenzione di scrivere una sorta di poema e
resistere alla tentazione di comporre esercizi linguistici, a scapito del senso e della valenza
linguistici. Ad ogni modo non posso dire di aver raggiunto pienamente il traguardo.
Quindi l’operazione di scrivere un testo teatrale è come se non avesse mai fine,
giusto?
Penso che ogni opera dell’ingegno umano sia sempre soggetta a ulteriori
modifiche.
Il testo è stato pubblicato nel 2011, dodici anni dopo la sua prima
rappresentazione. Anche considerando il suo debutto nel 2005, come mai ha dovuto
40
A parte alcuni rispettabili editori indipendenti, che sono orientati principalmente
sui romanzi piuttosto che sui testi teatrali, esistono numerosissimi editori pronti a
pubblicare qualsiasi cosa, sempre che l’autore non pretenda di essere pagato e in alcuni
casi questo deve farsi carico delle spese di pubblicazione, perciò è molto comune nei paesi
arabi trovare autori mediocri con decine di libri pubblicati. Le case editrici governative
commediografi devono spedire il loro lavoro perché venga pubblicato. Con mia grande
sorpresa mi è stato offerto di pubblicare il testo niente di meno che dal capo redattore della
comunque ha dovuto aspettare sei anni per essere pubblicato! Questo ritardo sarà forse
modo sono grato che il testo sia stato pubblicato il 25 gennaio 2011, il giorno della
rivoluzione.
suo testo teatrale è figlio di…? C’è stato un evento scatenante che lo ha generato?
Grazie per avermelo chiesto. Tanto per cominciare colgo l’occasione per spiegare
tradotta correttamente, ho usato due sinonimi della parola “figlio”70. Ciò può anche andare
bene, però credo che sia meglio dire “l’oppressione è compagna della tirannia”. Riguardo
alla motivazione, il testo è nato due volte. Sin da quando ero bambino, mi ha sempre
provocato irritazione il lieto fine de Le mille e una notte in cui il re non viene punito per i
suoi crimini. Perciò la versione del 1999 era un’opposizione al racconto tradizionale. Nel
70
Bint e rabīb, letteralmente “figlia” e “figliastro”.
41
2005, con le elezioni presidenziali, la perseverante e palese corruzione del regime egiziano
ha raggiunto il suo picco massimo. Tutte le allusioni alla politica che si trovano in Ḥakāyā,
riguardano la società egiziana. Potremmo dire quindi, che questo testo teatrale è figlio di
decenni di oppressione. Comunque, far incastrare il tema della politica con il regno
psicologico dei personaggi non è stato facile. Spero di esserci in qualche modo riuscito.
Alla fine della storia ha fatto morire Shahrazad nello scontro tra l’anarchia e
la tirannia; ciò vuol dire che anche la speranza è morta, o che Lei vuole descrivere ciò
che accade nella vita reale senza indorare la pillola con un lieto fine?
conseguenza i regimi tirannici sono ansiosi di sbarazzarsi di questi difensori della libertà.
Nel testo viene affermato che la gente che soffre, dei quali gli intellettuali inizialmente
che “ad ogni modo è una di loro”; invece di riconoscere il suo ruolo nella rivoluzione, che
dovrebbe essere maggiormente apprezzato dalle classi sociali agiate, non riesce nemmeno
rare occasioni in cui mi pento di aver ragione – una fetta del popolo egiziano, inclusi i
sostenitori della rivoluzione, assumono un atteggiamento simile nei confronti dei profeti
della rivoluzione, come il dott. Mohamed al-Baradei o il Movimento del 6 Aprile. Allo
stesso modo, Ḥakāyā profetizza il caos, e mi affligge vedere che la mia profezia si avvera.
incruenta; pensa che oggi un artista come Lei abbia una responsabilità verso la
42
L’intrattenimento non è una brutta cosa, ma il ruolo del teatro deve andare oltre il
ma solo di comprenderlo.
esserlo? Crede che potremmo davvero paragonarlo a un tiranno del nostro tempo?
Ti sono grato di avermi fatto questa domanda perché nei paesi arabi c’è la brutta
abitudine di giustificare le malefatte dei tiranni. In primo luogo, a prescindere dalla sua
da tutti coloro che operano nell’ambito del suo regime. Detto ciò, qualsiasi tiranno di
fronte all’agonia della propria gente si gira dall’altra parte, capace soltanto di credere
all’ipocrisia deferente e affabulatoria del suo entourage. Dovremmo ricordarci che molti
tiranni hanno umili origini, quindi non è difficile per loro immaginare quanto la povertà e
e dove?
Sei mesi fa Kamal Atteya, già regista della performance italiana della prima
talmente complessa da non potersi riassumere in due parole. Infine vorrei ringraziarti per
aver scelto il mio testo per il tuo lavoro, e grazie per la profondità delle tue domande.
43
APPENDICE II – TRADUZIONE
– Premessa
Il testo è costituito da un atto unico diviso in sette parti (“notti”). Ogni parte si
svolge durante un’intera notte e la scena che il pubblico ha davanti per tutto lo spettacolo è
la stanza da letto del re. I dialoghi sono composti da frasi brevi attraverso cui i racconti di
domande. Anche nel corso della narrazione delle storie raramente sono presenti
Si fornisce in appendice la versione italiana delle prime due “notti”, tradotta da chi
scrive direttamente dal testo originale. Come detto in precedenza, il testo è stato già
Nel tradurre il testo è parso opportuno dare priorità al senso generale, adattando le
modo tale che leggendolo non ci si debba soffermare in elementi culturalmente distanti,
44
– Testo della traduzione
La scena
Stanza da letto del re: nella parte sinistra della scena c'è una porta chiusa che
conduce a un salottino; a destra c'è la porta che conduce alla parte restante del castello, non
visibile allo spettatore. In mezzo alla stanza c'è il letto del re e lì accanto vi è un divano su
I personaggi
più frequenti.
femminilità.
45
La Prima Notte
(Shahriyar giace sul suo letto in dormiveglia, riavutosi da un incubo. Masrur entra
Masrur: Maestà!
Shahriyar: (Mettendosi seduto sul letto) Che sia mandata a chiamare immediatamente.
Shahriyar: (Simulando severità) Non sono affari tuoi Masrur! Che venga la sposa.
Masrur: (Esitando) Costei è la figlia del vostro consigliere più fidato, buon’anima. Si
chiama Shahrazad.
Shahriyar: (Cercando di vincere lo stupore) Fatela entrare; e che rimanga vicino alla porta
(Shahriyar si guarda le mani, sollecita Masrur a uscire, quindi guarda con stupore la
Shahriyar: (Afferrando la caraffa per esaminarla) Che fine ha fatto l'altra caraffa?
46
Masrur: Era rimasta vuota cosicché sono andato a sostituirla con questa piena di vino.
Masrur: Come di consueto, dalla botte più vecchia che c'è nella cantina del castello,
Maestà.
Masrur: (Con sicurezza) Lo hanno assaggiato… (divagando per rassicurare il re) nove
uomini tra cui il capo del consiglio reale, come da voi disposto.
Masrur: Non saprei, stavo già venendo da voi col vino, maestà.
Masrur: Voi lo sapete, maestà: il vostro boia non esagera nel bere se non dopo aver
Shahriyar: Non ti ho chiesto se esageri nel bere. Un bicchiere non ti fa perdere la ragione.
Masrur: (Visibilmente scosso e imbarazzato, tuttavia riempie velocemente una coppa col
vino vuotandola tutta d'un fiato, aspettandosi un rimprovero dal re che a sua volta è
un po’ angustiato, ma non perde il suo temperamento). Posso bere un’altra coppa di
vino, maestà?
47
Shahriyar: No (dando le spalle a Masrur e indicandogli l'uscita).
Masrur: (Si accinge a uscire e, in maniera tale che il re non potesse udirlo, dice tra sé)
Quanto mi ferisce che anch’io sia diventato un oggetto di scambio, maestà (Masrur
esce mentre Shahriyar versa il vino guardando in direzione della porta chiusa della
camera).
Shahriyar: (Si mette a ridere, si alza dal letto e si versa del vino) Ah!
Shahriyar: Mi fanno ridere i comportamenti effimeri. Se tuo padre avesse saputo che sua
figlia avrebbe bevuto al calice delle mie pene, forse avrebbe tentato di fermarmi già
da anni.
Shahrazad: (Finendo di bere ciò che rimane nella coppa) Forse penserebbe che siete
Shahriyar: (Gettando per terra la coppa) Non sono malato, ragazzina! E sii devota ai miei
48
Shahrazad: Lo sapevo già: il mio nome è l'ultimo della lettera shin e l'elenco delle vergini
Shahriyar: Dimmi.
Shahrazad: Per onorare la memoria di mio padre, vostro ministro, concedetemi la grazia.
Shahriyar: No, perdio! Anzi, è proprio per onorare la memoria del mio ministro, tuo
Shahriyar: Oh… Questa è la cosa più bizzarra che ho sentito da anni! Certo è che
l'intelligenza dell'uomo non comprende le astuzie di una donna mentre questa tenta
di raggirarlo.
Shahriyar: Silenzio sciocca. Che la tua sagacia mi ha impressionato non lo nego, però ho
dovuto lottare contro gli inganni delle mie spose notturne. Ce n’era una che mi
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sussurrava all'orecchio: (fa il verso) "Risparmiami affinché ti dia un erede" e non
del re, sento ancora il suo bacio sulle labbra; che vi stia contagiando il
"Non comprendi che soltanto uno sciocco conversa con un morto?". L’ho uccisa,
così il mio buon cuore la ascolterà dopo la morte. Una quarta che mi spiegava di
essere indisposta…
Shahriyar: I sotterfugi si ripetono fino alla nausea. Dalla prima parola dello stratagemma
capisco il resto. Non facciamo che tu… forse con i tuoi modi supplichevoli ti illudi
Shahrazad: Se ci sarà qualcuno a esitare sarà il vostro boia maestà. Il mio collo è
impaziente.
Shahriyar: Il desiderio di questo collo impaziente sarà senz’altro esaudito… dopo aver
Shahrazad: Non ci sono stratagemmi. Dovrebbe ritenermi degna di fede, visto che la
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Shahrazad: Bene, perché il giuramento che ho prestato lo vieta.
Shahriyar: Mi sono sempre chiesto: perché una vergine non fugge da morte certa per
andare a sposarsi con un uomo diverso da me prima che arrivi il suo turno? Ho
palazzo. Invece tu… non hai desiderato il prestigio e il potere? E perché non ti
Shahriyar: Il solito cattivo gusto: prendersela con i disperati del popolo ricoprendoli di
Shahrazad: Maestà, la donna a volte ama. Si libera dalla schiavitù del prestigio sociale e
Shahriyar: (Sussulta nel sentire il nome Rihanna ma si contiene) Siete tutte uguali,
Shahrazad: Certe mattine dal balcone di casa mia lo vedevo passare davanti al castello,
quindi ripassava al tramonto. Una di quelle mattine gli chiesi della sua amata: era
come me.
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Shahrazad: Nient’affatto; e comunque i messaggi di un occhio innamorato sfuggono agli
estranei.
Shahrazad: (Ignorando il suo sarcasmo) Abbiamo litigato, abbiamo fatto pace e ci siamo
Shahriyar: Ne era entusiasta? Voglio dire: eri attratta dall’idea che lavorasse (esita un
momento) a palazzo?
Shahrazad: (Capisce dove vuole arrivare) Temeva di sfiorarmi anche solo la mano.
Shahrazad: Figlio del popolo, maestà. Viaggia con l’immaginazione ma non osa cavalcare
la sua signora.
Shahrazad: Sono le sue parole nel giorno della mia partenza. Non dimenticherò quanto
Shahrazad: Perdonatemi maestà, non capirete mai ciò che mi turba. Forse un giorno
crederete nell’amore.
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Shahriyar: Se credessi nell’amore sarei il più grande dei miscredenti. L’amore è per le
ragazzine; l’amore è un inganno che non ha altro scopo se non la lussuria. Nello
Shahriyar: Solo un pazzo disobbedirebbe a un mio ordine (si volta verso il vino).
Shahriyar: (Si versa del vino). (Guardandola negli occhi urla) Boia!
Shahriyar: (Beve tutto d’un fiato) Oggi hai trovato rifugio nel tuo diletto.
Shahriyar: Vai a dormire. Domani svegliati all’alba e affila la spada: dovrà essere più
Masrur: E oggi?!
Shahriyar: Oggi niente lavoro. La sposa notturna mi tiene avvinto, però domani… (fa il
Shahriyar: Porta rispetto, schiavo. Non è una di quelle sgualdrine che ti porti dietro e non
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Masrur: Sono mortificato maestà. Il fatto è che sono rimasto perplesso dal vostro ordine
Shahriyar: (Ridendo) Gloria a Dio! Un attimo fa non eri riluttante ad alzarle la spada sul
soggezione!
Shahriyar: (Indicando Shahrazad) Comunque vada incontrerà la morte. E tu, che guasti
dell’efficacia…
Shahriyar: (Lo interrompe come un fiume in piena) Ti ho detto mille volte che il
sussurrare mi irrita!
Moghul al-Gharb.
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Masrur: Questo è quello che altri suoi ministri gli hanno risposto.
Masrur: Come di consueto, i ministri a seguito del capo del consiglio hanno recitato il
Shahriyar: Quindi la questione urgente di cui mi parlavi null’altro era che il dispiacere di
non poter tagliare teste oggi. Poi mi hai fatto arrabbiare di proposito sperando che
cambiassi idea.
Shahriyar: (Si avvicina alla ragazza con fare scherzoso) Adesso tu sei il mio re, siamo
Shahrazad: (Indietreggia spaventata) Maestà abbiate pietà di me, non posseggo il mio
corpo.
Shahriyar: (Persevera nel fingersi desideroso) Non dimenticare che sono tuo marito,
Shahrazad.
Shahrazad: Non dimentico che mi avete promesso di uccidermi senza aver violato il mio
corpo.
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Shahriyar: (Serio) Perché non lo hai fatto tu prima di venire? La figlia del più ricco dei
Shahriyar: (Assorto nei suoi pensieri) Forse non ti uccido, forse non ti uccido…
Shahrazad: No.
Shahriyar: Sei davvero divertente. Prima cerchi la tomba sul letto della sposa, poi davanti
alla morte sei avara di un bacio?! (Si allontana spaventata) Non ti biasimo. Tuttavia
a causa tua (gravemente) non so come trascorrere questa lunga notte. (Fingendosi
Shahrazad: Bello!? Non capisco cosa volete dire con quella parola, maestà.
Shahriyar: Aveva lo sguardo seducente? Oppure erano le sue labbra il segreto della sua
bellezza?
Shahrazad: La donna non si innamora due volte. Ho amato solo un uomo, maestà.
Shahriyar: Un uomo che non ha neppure avuto il coraggio di sfiorarti la mano era il tuo
fidanzato?!
Shahrazad: Il destino ci ha fatto soffrire. Se fosse nato ricco, oppure io povera, non
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Shahriyar: Qual è il suo nome?
appostato ai confini del regno non solo per proteggere un convoglio commerciale.
Shahriyar: (Ride) Fra tutti gli uomini del regno, al re non serve un altro consigliere;
oltretutto ti dico che non ho bisogno del parere di una donna come se fosse pratica
di politica. Dimmi piuttosto dove è andato il tuo amico del giuramento. Almeno
Shahriyar: Tergiversi? Non mi interessa il nome di questo tuo amante se non per far
passare il tempo.
Shahriyar: Allora dormi (le indica il letto, spaventandola). Non temere, uscirò dal
salottino. Non chiuderò gli occhi fino al sole del mattino. (Improvvisamente) Sarò
qui accanto (indica la stanza chiusa e si sposta velocemente verso la porta per
Shahriyar: E la mia signora non sogna forse che io la aiuti facendolo cercare per suo
conto?
Shahriyar: (Ride) È proprio bella la tua compagnia (si ricorda del vino e si dirige verso di
esso). Prometto che mi ricorderò di te (afferra il fiasco di vino e con gli occhi un
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La Seconda Notte
La notte successiva Shahriyar si versa il vino mentre Shahrazad siede accanto a lui.
Shahriyar: Il delirio che il vino mi provoca nasconde le mie angosce (beve dal bicchiere).
Shahrazad: Però maestà, in sei notti avete bevuto così tanto da perdere la testa. Temo che
Shahriyar: (Stizzito). Non ti toccherò, basta con quest’ansia incessante. Dunque, di che
stavamo parlando?
Shahrazad: Parla delle cose strabilianti che avvengono a palazzo durante le notti della
sposa.
Shahrazad: Ogni notte della sposa (si mette a parlare come chi diffonde una notizia)
“Shahriyar il re prova una donna, dopo di che la cambia” (versa del vino in un
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Shahriyar: (Con interesse) Ah si? E come mi imita?
Shahrazad: Istruisce la moglie perché costei si faccia chiamare ogni sera con un nome
come ubriaco.
Shahrazad: Invece quell’idiota era sul punto di farlo. In una di quelle notti tormentate il
vino gli ha fatto perdere il senno: non era cominciata la solita commedia che ha
Shahrazad: La moglie lo ha disonorato fra i servi di Dio (la imita) “Quel deficiente si
uomini, rimanere vergine dopo dieci figli? Che pazzo! Che ubriacone!” (Ridono)
Shahriyar: (Divertito) Uccide la madre dei suoi figli perché non è vergine!!
Shahrazad: Inoltre alcuni maliziosi affermano che le donne del re muoiono senza il boia.
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Shahriyar: Perché la mente del popolo non può fare a meno di pensare al sesso?
Shahrazad: Cercano sogni irrealizzabili. Sprecano il loro tempo alla ricerca della nobiltà
d’animo.
Shahrazad: La vostra gente è diventata un elenco di numeri nei registri delle spie della
polizia.
Shahrazad: Salvezza.
Shahriyar: Da che?
Shahrazad: Non dimenticate maestà, che non sono altro che figli del vostro regno: il regno
del sangue.
Shahrazad: No. Attendono che la morte faccia visita al palazzo del re.
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Shahriyar: Ho ricevuto i rapporti della polizia. Conosco i loro nomi.
Shahrazad: Questi rapporti includevano forse tutti i nomi dei figli del vostro regno?
Shahriyar: Tutta la mia gente spera nella mia morte? (Ride) Che ne diresti di diventare
buffone di corte?
Shahrazad: Maestà, voi vi spostate di continuo tra i vari castelli disseminati nel regno, ma
Shahrazad: Le case del popolo sono diventate nient’altro che ruderi da cui s’odono
lamenti di fame… maledicono il giorno che sono nati nel vostro regno.
fino al sole.
Shahrazad: Sono state scritte dai suoi assistenti in nome della gente. Ho visto mio padre
Shahriyar: E come mai gridano il mio nome mentre passa la parata per le strade?
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Shahrazad: Terrorizzati dall’ostentazione di forza oppure speranzosi di generosità.
Shahrazad: Poveretti, temono le frustate dei vostri uomini. Le vostre spie li controllano da
Shahrazad: (Ironica) Ma certo! Vi è forse crimine più grande di quello dell’uomo che si
guadagna il pane quotidiano, interrompe il suo lavoro per partecipare alla vostra
Shahriyar: Se fosse vero ciò che dici il mio regno sarebbe una prigione e metà delle
persone sarebbero spie. Si, me lo immagino: un uomo che conversa mentre dietro di
lui ce n’è un altro che lo controlla, che a sua volta è controllato da un terzo dietro di
Shahriyar: Cosa?
Shahrazad: Nulla sfugge all’occhio che vi scruta o all’orecchio che ascolta i vostri
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Shahrazad: Ricordate la legge che punisce il furto con l’umiliazione pubblica?
Shahriyar: E come potrei dimenticarla? È la legge che ha vietato il furto nel mio regno.
Shahrazad: Non mi pare che nel vostro “regno del benessere perpetuo” il furto sia stato
debellato.
Shahriyar: Ascolta, la mia testa non regge tutta questa pedanteria. A meno che tu non
Shahrazad: Ricordate due anni fa? Ha piovuto così forte da far straripare il fiume
Shahriyar: Me lo ricordo. Tuttavia dubito che una storia che inizia con un’inondazione
Shahrazad: Costui è un uomo che porta il lutto per aver perso la moglie e i figli in
quell’inondazione.
Shahrazad: Chi v’accusa? Questo è il suo destino. Però è strano che nelle fatalità che ci
mettono continuamente alla prova, la morte non guarda in faccia nessuno, siano
vecchi o bambini. Shakir non è stato l’unico della sua famiglia a sopravvivere ma
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Shahrazad: Shakir non si è reso conto di ciò che gli è accaduto. Forse è triste per aver
perso la sua famiglia, o forse è felice per essere scampato al disastro. Tutto ciò che
sapeva era che non doveva farsi sopraffare dalla disperazione e fare qualcosa per il
bene della sua vecchia madre rimasta con indosso quattro stracci e senza un tetto
sulla testa, tremante dal freddo e dolorante per l’umidità che gli penetrava le ossa.
Shahriyar: Gli ho fatto mandare delle tende, delle vesti e del cibo.
Shahrazad: Ciò che avete mandato non è bastato neanche a un quarto delle famiglie
alluvionate.
necessità.
Shahrazad: Lo so. Questa è un’altra storia che racconterò prima di concludere quella di
Shakir.
Shahriyar: Però non mi pare che queste tue storie facciano ridere.
Shahrazad: Un giorno sono stata invitata a una battuta di caccia dalla moglie del
responsabile dei depositi merci del regno a cui parteciparono tutti i nobili del regno.
Sapete dove ci portarono per passare la notte? Nelle tende recapitate da vostra
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Shahriyar: Sei brava solo nel creare storie di fantasia.
Shahrazad: Ci sono due modi perché un poveretto possa ottenere una tenda: o si fa
sloggiare una delle famiglie dalla loro, oppure bisogna avere un po’ di soldi per
distrazione dei guardiani dei depositi merci della zona del fiume per rubare una
tenda.
Shahrazad: Con chi? I tuoi uomini si guardano le spalle l’uno con l’altro. Sfortunatamente
la stessa notte la tua polizia ha catturato uno dei ribelli. Il mattino seguente il
secondino ha scoperto che il ribelle era scappato. Nel frattempo la notizia della sua
cattura si era già diffusa nel regno fino alle orecchie del capo della polizia il quale
posto di Shakir.
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Shahriyar: Ha detto che lui era Shakir?
Shahrazad: Non ha saputo rispondere a nessuna delle domande del capo della polizia e il
suo orgoglio gli impediva di ballare come una donna. E quando si è trovato sul
dicendo di essere una donna, credendo che ciò lo avrebbe salvato. Ha continuato ad
Shahriyar: Basta! Le stai provando tutte pur di provocarmi. Non so perché continuo ad
Shahrazad: Lo so io il perché.
Shahriyar: (Con sarcasmo) Oppure comprendi di me anche ciò che non comprendo di me
stesso!?
Shahrazad: Vostra maestà, voi volete sapere ciò che non sapete, le voci che circolano tra
Shahriyar: Ti assicuro che non credo assolutamente in ciò che racconti né tantomeno mi
sentirò in colpa per nessuna delle decisioni che ho preso. In questa tua storia, ad
esempio, se il ribelle fosse un uomo giusto non sarebbe scappato per abbandonare
essere graziato però il furto non è un’azione che può restare impunita. Punirò il
secondino e così anche i guardiani dei depositi merci della zona del fiume.
Shahrazad: Ringrazio vostra maestà per aver infine creduto alla mia storia.
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Shahriyar: (Ricredendosi) Questo mai! Soltanto mi diverte immaginare che sia la verità.
Shahrazad: E sia. Immaginerò di essere grata a sua maestà per aver stabilito una
punizione per tutti i nobili che hanno privato i poveracci delle tende per andarsi a
Shahriyar: Lo sai che nessuna legge può essere infranta. Credo tu abbia saputo di ciò che
Shahrazad: Che la legge sul furto non è stata applicata per questo suo ministro.
Shahrazad: In che modo? Non mi pare che sia stato visto ballare in pubblico gridando
Shahrazad: (Ride) Ammesso e non concesso che lo abbia fatto – ma io non ci crederò mai
Shahrazad: E ladro.
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Shahrazad: La vostra gente soffre la fame da anni.
Shahrazad: Posso fare una domanda? A meno che non pensiate che farei meglio a non
menzogne.
Shahrazad: Come fate a credere a un uomo che ruba in un colpo solo quanto i campi del
regno producono in un paio d’anni? Temo che scopriate che dice la gente di questa
faccenda.
Shahriyar: Questo è davvero troppo! Però sono curioso, dimmi: in che modo sarei
Shahrazad: Come è possibile che i vostri ministri rubino senza il vostro assenso?! Questo
dice la gente.
Shahriyar: (Ride) Ma questo è il mio regno. Come può una persona rubare ciò che gli
appartiene già?
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Shahriyar: Quello evaso?
Shahrazad: Cosa?
Shahriyar: La tua fiducia che vedrai un altro giorno. Chi ti dice che adesso non ti mando
da Masrur?
Shahrazad: Ad ogni modo non ho niente da perdere. Le mie storie moriranno con me o
con voi. Comunque non usciranno dalle mura del palazzo e non rimarrà altro che la
verità che circola segretamente fra la gente finché verrà il tempo della rivelazione.
Shahrazad: Quando una persona potrà pronunciare le sue parole senza guardarsi intorno
Shahriyar: (Alla fine della conversazione) Adesso ti lascio. Vedremo se la storia di…
Shahrazad: Salma.
Shahriyar: (Tergiversando) Credo che Masrur desideri ascoltare da te una storia prima di
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Shahriyar: (Alterandosi) Quando? È entrato nel salottino?
Shahrazad: No, però ci sta ascoltando anche adesso. Magari per conto delle vostre spie.
Shahriyar: (Questa volta non si vergogna di rassicurarla che non la ucciderà) Sai che ti
dico?
Shahrazad: Cosa?
Shahrazad: Il mondo sarebbe migliore se le mura dei vostri palazzi avessero permesso alla
gente di entrare.
(Dissolvenza).
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