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Decisione N.

423 del 21 gennaio 2015

COLLEGIO DI MILANO

composto dai signori:

(MI) LUCCHINI GUASTALLA Presidente

(MI) CERINI Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) SANGIOVANNI Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) GRECO Membro designato da Associazione


rappresentativa degli intermediari

(MI) GIRINO Membro designato da Associazione


rappresentativa dei clienti

Relatore GRECO GIAN LUCA

Nella seduta del 17/07/2014 dopo aver esaminato:

- il ricorso e la documentazione allegata


- le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione
- la relazione della Segreteria tecnica

FATTO

I fatti sono stati così ricostruiti dalla ricorrente.


La ditta ricorrente, per il tramite di procuratore, premette di aver contratto un mutuo
impresa con una banca, per € 120.000,00, assistito da garanzia del confidi oggi convenuto
sul 50% dell’importo - per la concessione della garanzia, al confidi venivano versati €
3.706,22.
Poiché, per sopravvenute difficoltà economiche, si rendeva inadempiente al contratto di
finanziamento, la ditta riceveva un decreto ingiuntivo, cui non si opponeva. Il recupero
della somma da parte della banca finanziatrice giungeva al pignoramento.
La cliente presentava reclamo al confidi, poiché, dall’interlocuzione con la banca, risultava
che la garanzia non era stata escussa, ma riceveva un riscontro insoddisfacente
dall’odierna resistente, che riferiva, al contrario, dell’avvenuta escussione (pur eccependo
di non poter fornire ulteriori dettagli in merito) ma, allo stesso tempo, sosteneva di non
aver assunto obblighi in solido con l’impresa garantita.
Con le proprie controdeduzioni, la convenuta, premesse alcune precisazioni con riguardo
alla natura e al ruolo dei confidi, riferiva che:

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- Nel 2009 la ricorrente richiedeva e otteneva l’intervento in garanzia della convenuta


su un finanziamento di 60 mesi per euro 120.000,00 concesso da “Banca Alfa”;
- In seguito, nel 2010, chiedeva e nuovamente otteneva una garanzia per la
sospensione rate dello stesso finanziamento, sempre a valere sul 50% dell’importo;
- Nel 2012 (30 ottobre) la banca Alfa richiedeva l’escussione della garanzia
all’odierna convenuta e quest’ultima “avviava il proprio iter interno di valutazione
della posizione stessa, iter a tutt’oggi in corso”.
- Ricevendo i reclami dei controparte, la resistente inviava la documentazione
contrattuale richiesta e confermava “a chiare lettere, esplicitamente e
ripetutamente, che la garanzia di cui sopra era stata escussa in data 30/10/2012”;
- Non potevano essere forniti, invece, ulteriori dettagli in relazione al rapporto con la
Banca Alfa, poiché disciplinati dalla Convenzione intercorrente tra i due
intermediari, convenzione che “disciplina unicamente il rapporto fra il Confidi e
l’Istituto di Credito senza impatto alcuno sulla clientela”;
- Nessuna surroga era stata esercitata nei confronti del cliente da parte della
convenuta “in quanto la garanzia […] era di natura sussidiaria” e “eventuali azioni di
recupero sarebbero dunque in capo esclusivamente all’Istituto di Credito”: “in caso
di garanzia sussidiaria, per il pagamento delle somme dovute agli Istituti di Credito
stessi, [il Confidi convenuto] attinge dai fondi di garanzia costituiti e vincolati a
favore degli Istituti di Credito stesso e, in funzione delle insolvenze sostenute,
provvede […] alla ripartizione delle medesime tra i soci che hanno aderito al
portafoglio”. In ogni caso, “pur intervenendo in garanzia, [i Confidi] non assolvono
obblighi in solido con il debitore principale e terzi coobbligati”.
- Le condizioni economiche dell’intervento in garanzia erano note alla ricorrente
poiché esplicitate in sede contrattuale.
Tanto premesso, la ricorrente chiede:
- “al consorzio di affermare a chiare lettere se la garanzia sia stata o meno
concretamente escussa, ovvero se ne sia semplicemente stata richiesta l’escussione”.
- Si richiede altresì di accertare la legittimità della condotta tenuta dal Consorzio […].
- Infine, ricorrendone i presupposti condannare l’odierno resistente al versamento della
garanzia sino alla concorrenza stabilita, ovvero pari al 50% del debito;
- ovvero in alternativa restituire all’odierno ricorrente gli importi prestati per la sua
esecuzione;
- con in ogni caso la corresponsione delle spese di assistenza legale e l’importo, pari ad
€ 20,00, necessario alla proposizione dell’odierno ricorso”.
L’intermediario conclude per il rigetto del ricorso.

DIRITTO

La controversia ha ad oggetto l’accertamento circa l’avvenuta escussione o meno di una


garanzia prestata dall’intermediario convenuto a favore di una banca e, in subordine,
quale accertamento dell’eventuale inadempimento all’obbligo di provvedere al pagamento.
La ricostruzione dei rapporti e delle vicende successive alla stipulazione delle garanzie
non appare chiara dalla prospettazione delle parti.
La ditta ricorrente avrebbe sottoscritto, il 24 febbraio 2009, una richiesta di intervento in
garanzia per la concessione di un finanziamento di € 120.000,00 da restituirsi in 60 mesi.
La garanzia sarebbe stata rilasciata il 9 giugno 2009 (ma la documentazione inerente al
rilascio e alla operatività della garanzia non è in atti). Il 2 agosto 2010 la ricorrente
richiedeva nuovamente l’intervento dell’intermediario, stavolta per ottenere la sospensione
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delle rate del finanziamento predetto: la garanzia veniva concessa il 12 agosto successivo.
Dalla documentazione contrattuale acquisita agli atti si deduce, tra l’altro, che la garanzia
è accessoria rispetto alla concessione della linea di credito da parte della banca
finanziatrice.
Nel riscontrare le richieste della cliente, l’intermediario precisava, in un primo momento,
che la banca erogatrice aveva escusso la garanzia relativa al finanziamento “sospensione
rate”, che l’intermediario, “pur intervenendo in garanzia, non assolve obblighi in solido con
il debitore principale” e che “in caso di escussione […l’intermediario] si può rifare, in forza
di surroga, sul debitore e sui terzi eventuali”. In un secondo momento, l’intermediario
riferisce che la banca ha avanzato richiesta di escussione il 30 ottobre 2012 ma che, sul
punto, non è possibile fornire ulteriori dettagli, trattandosi di informazioni attinenti al
rapporto tra intermediario e banca; rettificando la precedente comunicazione, riferisce di
non potere agire in surroga per il recupero della somma, “trattandosi di garanzia
sussidiaria”. Nelle controdeduzioni, infine, l’intermediario sostiene che la banca ha
avanzato la richiesta di escussione e che l’iter di valutazione di tale richiesta sarebbe
tuttora in corso.
Ciò premesso, il Collegio ritiene che la prima domanda non sia ammissibile, poiché il
ricorrente si limita a richiedere informazioni all’intermediario circa la sussistenza o meno di
una richiesta di escussione e/o dell’escussione della garanzia di cui si discute. Ciò esula
dalle competenze del Collegio, in quanto, secondo le Disposizioni che   


  
 
  
  





 .
In merito all’asserito inadempimento, da parte dell’intermediario, dell’obbligo di provvedere
al pagamento della garanzia, il Collegio rileva che contrattualmente il ricorrente non ha
titolo a richiedere il pagamento del garante perché si tratta di domanda che spetta alla
banca creditrice, né è pattuito il beneficio della preventiva escussione del garante.
L’assenza di elementi che comprovino l’illegittimità del comportamento e, dunque,
l’inadempimento dell’intermediario esclude, di conseguenza, l’accoglimento della richiesta
di rimborso delle commissioni versate dal ricorrente a fronte della garanzia emessa.
La soccombenza non consente di accogliere, infine, la richiesta di corresponsione delle
spese legali, peraltro non documentate.

PER QUESTI MOTIVI

Il Collegio non accoglie il ricorso.

IL PRESIDENTE

firma 1

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