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JAN VERMEER

Jan Vermeer fu un pittore olandese del Seicento appartenente alla corrente barocca e un abile
maestro nel calibrare luci e ombre. I suoi dipinti ci mostrano scene di vita domestica, senza l’enfasi
dei grandi racconti storici o mitologici: come se fossero fotogrammi, colgono attimi impercettibili
della vita vissuta dai personaggi, nell’intimità di una stanza.

I misteri di Vermeer

La pittura di Jan Vermeer sembra essere lo specchio limpido di una vita serena e silenziosa. Ma si
tratta di una quiete solo apparente, perché le sue figure assorte comunicano un senso di mistero e
di attesa, che induce l’osservatore a proiettare le proprie inquietudini e gli studiosi a cercare
significati simbolici nascosti.

La perfezione della luce

Vermeer predilige l’illuminazione naturale. I suoi dipinti sono ambientati in interni domestici e le
sue figure sono spesso ritratte vicino a una finestra, intente a scrivere lettere, a pesare gioielli o a
bere vino. La luce è solare, soffusa e atmosferica che entra nella stanza, ricopre i volti delle
persone, le superfici degli oggetti e irradia un senso di tranquillità. A volte appare in improvvisi
contrasti sugli oggetti immersi nella penombra, altrove, invece, sfoca i contorni delle forme in
primo piano . Vermeer fa proprio l’uso e il trattamento della luce con l’utilizzo del colore puntinato
che gli permette colori trasparenti dando così rilievo agli oggetti. Le opere di Vermeer, con questi
effetti ottici, sembrano fotografare direttamente la realtà, alla maniera delle istantanee. Il noto
pittore inglese David Hockney, rifacendosi ai numerosi studi sull’utilizzo di strumenti ottici nella
Pittura fiamminga, sostiene che Vermeer, come molti altri pittori della sua epoca facesse tanto uso
della camera oscura per definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione
degli oggetti nella composizione dei dipinti. Secondo la tesi Hockey Falco l’utilizzo di questo
strumento ottico giustificherebbe ampiamente la mancanza di disegni preparatori e inoltre
spiegherebbe anche alcuni dei sorprendenti effetti di luce dei quadri di Vermeer, in particolare
curiosi effetti fuori fuoco che si incontrano in alcuni dei suoi capolavori.

Questo strumento ottico, antenato della macchina fotografica (fotografia), cattura l’immagine
esterna attraverso un foro praticato in una parete e la proietta capovolta sulla parete opposta.
Attraverso un sistema di lenti e di specchi, l’immagine è proiettata su una superficie piana e
fornisce al pittore una traccia per rappresentare con fedeltà i rapporti di grandezza fra gli oggetti e
i giochi di luce e ombra.

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