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defibrillazione precoce. Questo corso insegna a soccorrere i soggetti colpiti da attacco cardiaco
mediante la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione. Il corso BLSD esiste in due diverse
forme: A e B; il primo è diretto a tutti i cittadini, il secondo è riservato agli operatori sanitari (in
particolare, medici ed infermieri professionali).
Con le manovre BLS le possibilità di sopravvivenza di una vittima aumenta di tre
volte ed è proprio questo lo scopo principale del corso, diffondere la cultura del
primo soccorso a tutta la comunità, insegnando alcune semplici manovre di
rianimazione che possono essere decisive per salvare una vita umana
Alex Schwazer (Vipiteno, 26 dicembre 1984) è un ex marciatore italiano, campione olimpico della 50
km aPechino 2008.
Dopo essere risultato positivo ad un controllo anti-doping alla vigilia dei Giochi olimpici di Londra 2012,
venne squalificato dal Tribunale Nazionale Antidoping fino al 29 aprile 2016. Rientrato in attività in
occasione deiMondiali a squadre di marcia 2016, vince la 50 km ottenendo la qualificazione per i Giochi
olimpici di Rio de Janeiro 2016.
Il 22 giugno 2016 viene comunicato alla FIDAL che Schwazer risulta nuovamente positivo ad un
controllo anti-doping su un campione di urine prelevatogli in un controllo a sorpresa il 1º gennaio 2016
(la sostanza dopante sarebbe testosterone).
Per questo la IAAF (Federazione Internazionale di atletica leggera) decide di sospenderlo in via
cautelare in attesa della decisione finale Il 10 agosto 2016 il TAS (Tribunale Arbitrale dello sport),
considerata la seconda violazione delle norme antidoping, squalifica l'atleta per 8 anni.[4][5] Come
diretta conseguenza della squalifica, oltre a non poter partecipare ai Giochi olimpici di Rio 2016, tutti i
suoi risultati sportivi del 2016 sono stati cancellati.
Nel corso dell'interrogatorio davanti ai Nas di Firenze e Trento, l'atleta di Bolzano ha
parlato di “un macchinario di colore bianco, elettrico, dal quale partiva un tubo
flessibile collegato a una maschera facciale che metteva sul viso per l’intera durata della
notte”. Gli addetti ai lavori la chiamano “camera ipobarica”. Di cosa si tratta e quali
effetti produce?
“La camera ipobarica – spiega il medico dello sport esperto in valutazione
funzionale Giulio Sergio Roi - è un dispositivo collegato a bombole che contengono gas
presenti nell'aria con una concentrazione però d'ossigeno più bassa di quella che
potremmo respirare a livello del mare. Gli effetti? Simili a quelli che si ottengono in alta
montagna. Si verifica uno stimolo all'eritropoiesi, vale a dire al processo che porta
all'aumento dei globuli rossi nel sangue. Dunque, migliora la capacità del trasporto
dell'ossigeno, che è correlata a un aumento della potenza aerobica. Un vantaggio non di
poco conto per chi pratica sport di resistenza come la maratona”.
Il 16 ottobre 1968, cinquant’anni fa, nello stadio Olimpico di Città del Messico i velocisti
statunitensi Tommie Smith e John Carlos arrivarono primo e terzo nella finale dei 200 metri
piani alle Olimpiadi. Smith aveva stabilito il nuovo record del mondo, con 19,83 secondi,
nonostante avesse un tendine infortunato e nonostante avesse corso gli ultimi 10 metri
alzando le braccia. Carlos, con i suoi 20,10 secondi, era arrivato dietro all’australiano
Peter Norman.Dopo essere saliti sul podio per la premiazione Smith e Carlos ricevettero le
medaglie, si girarono verso l’enorme bandiera statunitense appesa sopra gli spalti e
aspettarono l’inizio dell’inno. Quando le note di The Star-Spangled Banner risuonarono
nello stadio, Smith e Carlos abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso, indossando
dei guanti neri.
L’influenza del gesto di Smith e Carlos è percepibile ancora oggi: ne è un esempio il caso
dei giocatori afroamericani di football inginocchiati durante l’inno americano, una delle
storie sportive dell’anno scorso. L’immagine è stata riprodotta su magliette, murales,
libri e poster; alla protesta di Smith e Carlos sono stati dedicate centinaia di articoli, libri,
interi documentari. Negli ultimi anni l’hanno citata i rapper Jay-Z, Kendrick Lamar e gli A
Tribe Called West, tra gli altri.
Dietro al pugno chiuso di Smith e Carlos c’era la battaglia per i diritti civili, e in particolare
per quelli degli afroamericani, che nel 1968 aveva raggiunto il suo apice. Tre anni prima
c’era stata la marcia di Selma, l’anno precedente c’erano state rivolte in oltre 100 città
americane, e sei mesi prima era stato assassinato Martin Luther King.
Nelle successive interviste, Smith spiegò che quello suo e di Carlos non era il saluto
del Black Power, lo slogan delle proteste afroamericane, ma più in generale un gesto
di protesta a favore dei diritti umani.