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GERIATRIA
(Carlo A. Biagini)
Malattia di Parkinson
James Parkinson nel 1817 descrisse la malattia
nel libro “An Essay on the Shaking Palsy”:
• Incidenza:
- media: 20 nuovi casi / 100.000 persone / anno
- 70-79 anni: 170 nuovi casi /100.000 persone / anno
Macroscopica:
Degenerazione dei neuroni
pigmentati della substantia
nigra e del locus coeruleus
Microscopica:
Inclusioni citoplasmatiche
(corpi di Lewy) nei neuroni
pigmentati residui
Corpi di Lewy
Principali anomalie biochimiche
Acinesia/bradicinesia Rigidità
Difficoltà nell’iniziare / Ipertono muscolare
lentezza nell’eseguire di tipo plastico
il movimento
Acinesia/bradicinesia
Segno “chiave” della malattia.
LENTEZZA DEI MOVIMENTI riduzione del pendolarismo arti
superiori nella deambulazione, limitazione ed impaccio nei
movimenti
POVERTA’ DEI MOVIMENTI ipomimia, fissità dello sguardo e
riduzione dell’ammiccamento, scialorrea (per ipocinesia
orofaringea), riduzione dei movimenti spontanei (gesticolare,
accavallare le gambe)
BLOCCO DEI MOVIMENTI freezing (difficoltà ad iniziare un
movimento specie se ripetitivo o la marcia)
Disturbi “paradossi”: festinazione (accelerazione del ritmo dei
passi), acatisia (irrequietezza motoria agli arti inferiori con
impossibilità a stare fermo).
Tremore (solo nel 50% sintomo iniziale)
A riposo;
tipicamente scompare con l’attività volontaria e nel sonno, si accentua
con la tensione emotiva;
a bassa frequenza (4-7 cicli/secondo);
localizzato inizialmente alle dita (“contar pillole”), si può osservare a
livello di mandibola, lingua, radice degli arti).
• Rigidità
Aumentata resistenza alla mobilizzazione passiva degli arti e del tronco;
spesso non continua: segno della “troclea” (ruota dentata);
tipicamente a esordio monolaterale;
determina l’atteggiamento in lieve flessione di capo, tronco e arti.
Ipotensione ortostatica
Stipsi
Urgenza minzionale con incontinenza da urgenza
Iperseborrea
Disfunzione erettile
Disturbi del sonno (anche in relazione a problemi motori:
difficoltà a girarsi nel letto).
Disturbi psichici e cognitivi
Bradifrenia
rallentamento dei processi mentali, difficoltà di concentrazione
Depressione
Prevalenza del 40% [25-70%].
Cause neurobiologiche (deficit di neurotrasmettitori) + reazione
alla disabilità
4 anni follow up
MAGGIORE COMPLESSITA’
GESTIONALE
AUMENTATO RISCHIO
DI DIPENDENZA FUNZIONALE
La valutazione del bisogno di un anziano
con MP deve essere complessiva, ed
esplorare contemporaneamente i livelli
fondamentali per il mantenimento della
salute: FUNZIONALE-ORGANICO, SOCIO-
AMBIENTALE, PERSONALE
VALUTAZIONE
MULTIDIMENSIONALE
Trattamento
1) Farmacologico
2) Non farmacologico
3) Chirurgico
Levodopa
Dopamino-agonisti
Anticolinergici
Amantadina
Inibitori delle MAO-B (mono-amino-ossidasi di tipo B)
Inibitori delle COMT (catecol-O-metil-transferasi)
Levodopa
• Introdotta nella terapia nel 1967, ha modificato la storia naturale
della Malattia di Parkinson.
• È un precursore della dopamina che attraversa la barriera emato-
encefalica. Generalmente si somministra associato a inibitori della
DOPA-decarbossilasi, come la carbidopa, che riducono gli effetti
collaterali della dopamina a livello periferico.
• È il farmaco con l’effetto sintomatico più potente. Praticamente
tutti i pazienti rispondono, a dosi adeguate.
• Dopo circa 5 anni il 50% dei pazienti sperimenta fluttuazioni
motorie, discinesie e fenomeni on-off.
• Può causare nausea, deliri, allucinazioni, confusione mentale.
• È la terapia di prima scelta nell’anziano
Dopamino-agonisti
• Stimolano direttamente il recettore dopaminergico post-sinaptico.
• Farmaci di prima (bromocriptina, pergolide, cabergolina) e seconda
generazione (ropinirolo, pramipexolo): diversa struttura chimica,
scarsi confronti diretti.
• Come monoterapia iniziale, riducono di circa il 50% la frequenza di
fluttuazioni e discinesie a 5 anni rispetto alla levodopa.
• Si possono associare alla levodopa per controllare le fluttuazioni.
• Hanno un effetto sintomatico lievemente inferiore alla levodopa.
• Effetti avversi (nausea, vomito, sedazione – compresi improvvisi
attacchi di sonno -, allucinazioni, ipotensione ortostatica) più frequenti
rispetto a levodopa, particolarmente nell’anziano.
• È la monoterapia di prima scelta ali sotto dei 65 anni.
Altri farmaci
• Riabilitazione
• Nutrizione
attenzione ai pasti proteici, trattamento della stipsi,
alimenti adeguati se disfagia,…
• Fisioterapia
Esercizi riabilitativi mirati su specifici sintomi
neurologici (per es. bradicinesia / acinesia);
Esercizio fisico aspecifico (isotonico, isometrico -
rinforzo muscolare -, stretching);
• Terapia occupazionale
• Logoterapia (disartria, disfagia)
• Modificazioni ambientali