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marzo 2010

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Sarà perché governare significa prevedere e programmare, sarà per sollevare la testa dai
rischi che la Grecia potrebbe far correre all¶euro, sarà perché, dopo il magro bilancio del
primo decennio del secolo, l¶Ue doveva provare a rilanciarsi per i prossimi dieci anni:
tutti buoni motivi all¶origine dell¶iniziativa della Commissione presentata con
l¶ambizioso titolo: á 
   
  

 
  

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Si tratta di un documento un po¶ prolisso, talvolta in politichese stretto, ma non privo di


spunti interessanti che il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo svoltosi nei
giorni 25-26 marzo scorsi ha approvato e adotterà formalmente nel prossimo Vertice di
giugno, con indicazioni su come tradurre la teoria in decisioni concreteV

La strategia delineata fa seguito a quella strategia di Lisbona adottata nel 2000, che
avrebbe dovuto fare dell¶Europa «l¶economia fondata sulla conoscenza più competitiva e
dinamica al mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e
migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale»V

Purtroppo le cose sono andate un po¶ diversamente: il nuovo secolo si era aperto con la
tragedia delle Torri gemelle a New York e la recrudescenza dei conflitti nell¶area
mediorientale, era proseguito con le mille incertezze dell¶Ue sulla riforma dei Trattati,
concludendosi poi con la ³tempesta perfetta´ innescata dallo tsunami finanziario del 2008
ed esplosa con inaudita violenza nella crisi economica del 2009 tutt¶ora in corso e in
quella occupazionale ancora destinata ad aggravarsi nel tempoV

Di questi avvenimenti l¶Ue è stata spesso più vittima che responsabile diretta, ma resta il
fatto che gli obiettivi del 2000 sono oggi lontani anni luce, con una disoccupazione che si
avvia a superare la soglia del 10%, una crescita che stenta a ripartire e un forte squilibrio
dei conti pubblici che ha portato la Grecia sull¶orlo della bancarotta e altri Paesi, come
Portogallo, Irlanda e Spagna (ma l¶Italia non sta molto meglio) sul banco dei sorvegliati a
vistaV

Era quindi necessario per l¶Ue un colpo di reni e una nuova strategia per affrontare il
decennio appena iniziatoV Per la verità la strategia tanto nuova non sembra, almeno nelle
sue priorità di fondo che erano già valide dieci anni fa e che nella nuova proposta sono
riaffermate e integrate, con qualche vincolo che mira a quantificare i risultati da
perseguireV

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Così le priorità restano quelle di una crescita intelligente che sviluppi un¶economia
fondata sulla conoscenza e l¶innovazione, una crescita sostenibile, più verde e più
competitiva e una crescita inclusiva, con alti tassi di occupazione, a sostegno della
coesione sociale e territorialeV

Qualcosa di nuovo, o quasi, appare a proposito degli obiettivi ³quantificati´V Tra questi, il
raggiungimento della soglia del 75% di occupati tra le persone di età compresa tra i 20 e i
64 anni, il 3% del Prodotto interno lordo (Pil) investito nella ricerca (era già l¶obiettivo
del 2000, ma ci siamo fermati all¶1,9%), i traguardi 20/20/20 (20% in meno di emissioni
di gas serra, 20% di risparmio energetico, 20% in più di produzione di energie
rinnovabili), la riduzione dell¶abbandono scolastico sotto il 10%, portando al 40% i
giovani laureatiV Infine, la fuoruscita da situazioni di povertà per almeno 20 milioni di
persone: nemmeno molti, se si pensa che in quelle condizioni ve ne sono attualmente
nell¶Ue circa 80 milioniV

Per avviare il cammino in salita verso questi obiettivi, la Commissione ha proposto un


ampio ventaglio di iniziative chiedendo ai governi nazionali di adottarle e al Parlamento
europeo di sostenere la sua proposta complessivaV Ma è qui che le cose si complicano: la
Commissione in questa fase ha solo un potere di proposta e tocca al Parlamento ± forte
del nuovo Trattato di Lisbona ± dare il proprio contributo e ai governi nazionali dei 27
trasformare la proposta in decisione operativaV

Per queste iniziative urgenti ci vorrà il tempo richiesto dalle complesse procedure della
democrazia dell¶Ue, ma più ancora una condivisione ³europea´, difficile da trovare tra i
contrastanti interessi nazionali e, non ultimo, un bilancio dell¶Ue meno taccagno
dell¶attuale che raggiunge a stento l¶1% del Pil europeoV

Ci diranno i mesi ± e speriamo non gli anni ± che verranno se la ³nuova´ strategia
europea avrà più successo della precedente, se la crisi avrà insegnato qualcosa agli
europei e ai loro governanti e se l¶Ue, e con essa l¶Italia, riuscirà ad evitare il rischio di
³irrilevanza´, non solo economica ma anche politicaV

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È opinione diffusa che l¶Ue debba concordare un numero limitato di obiettivi principali
per il 2020 onde guidare i nostri sforzi e i nostri progressiV Questi obiettivi devono
rispecchiare il tema di una crescita intelligente, sostenibile e inclusivaV Devono essere
misurabili, riflettere la diversità delle situazioni degli Stati membri e basarsi su dati
sufficientemente attendibili da consentire un confrontoV Su queste basi sono stati
selezionati i seguenti traguardi, la cui realizzazione sarà fondamentale per il nostro
successo da qui al 2020:

‡ il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni dovrebbe passare
dall¶attuale 69% ad almeno il 75%, anche mediante una maggior partecipazione delle
donne e dei lavoratori più anziani e una migliore integrazione dei migranti nella
popolazione attiva;

‡ l¶obiettivo attuale dell¶Ue per gli investimenti in R&S, pari al 3% del Pil, è riuscito a
richiamare l¶attenzione sulla necessità di investimenti pubblici e privati, ma più che sul
risultato si basa sui mezzi utilizzati per raggiungerloV È chiara l¶esigenza di migliorare le
condizioni per la R&S privata nell¶Ue, cosa che molte delle misure proposte nella
presente strategia farannoV È altrettanto evidente che mettendo insieme R&S e
innovazione amplieremmo la portata della spesa, che diventerebbe più mirata verso le
operazioni commerciali e i fattori di produttivitàV La Commissione propone di mantenere
l¶obiettivo al 3% definendo al tempo stesso un indicatore tale da riflettere l¶intensità in
termini di R&S e innovazione;

‡ ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990 o
del 30%, se sussistono le necessarie condizioni; portare al 20% la quota delle fonti di
energia rinnovabile nel nostro consumo finale di energia e migliorare del 20%
l¶efficienza energetica;

‡ un obiettivo in termini di livello d¶istruzione che affronti il problema dell¶abbandono


scolastico riducendone il tasso dall¶attuale 15% al 10% e aumentando la quota della
popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori dal
31% ad almeno il 40% nel 2020;

‡ il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali dovrebbe
essere ridotto del 25%, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di personeV

Questi traguardi sono connessi tra di loroV Livelli d¶istruzione più elevati, ad esempio,
favoriscono l¶occupabilità e i progressi compiuti nell¶aumentare il tasso di occupazione
contribuiscono a ridurre la povertàV Una maggior capacità di ricerca e sviluppo e di
innovazione in tutti i settori dell¶economia, associata ad un uso più efficiente delle
risorse, migliorerà la competitività e favorirà la creazione di posti di lavoroV Investendo in


tecnologie più pulite a basse emissioni di carbonio si proteggerà l¶ambiente, si contribuirà
a combattere il cambiamento climatico e si creeranno nuovi sbocchi per le imprese e
nuovi posti di lavoroV La nostra attenzione collettiva deve concentrarsi sul
raggiungimento di questi traguardiV Occorreranno una leadership forte, un impegno
adeguato e un meccanismo di realizzazione efficace per modificare atteggiamenti e prassi
nell¶Ue onde ottenere i risultati sintetizzati in questi obiettiviV

Questi obiettivi sono rappresentativi, non limitativi, e danno un¶idea generale della
misura in cui, secondo la Commissione, l¶Ue dovrebbe essersi conformata ai parametri
principali da qui al 2020V Questi obiettivi non rappresentano un approccio unico, ³valido
per tutti´V Ciascuno Stato membro è diverso e l¶Ue a 27 è meno omogenea di quanto non
fosse dieci anni faV Nonostante le disparità in termini di livelli di sviluppo e tenore di vita,
la Commissione ritiene che i traguardi proposti si adattino a tutti gli Stati membri, vecchi
e nuoviV Gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e tecnologie
efficienti sotto il profilo delle risorse comporteranno vantaggi per i settori tradizionali,
per le zone rurali e per le economie di servizi altamente specialistici, rafforzando la
coesione economica, sociale e territorialeV Per garantire che ciascuno Stato membri adatti
la strategia Europa 2020 alla sua situazione specifica, la Commissione propone che questi
traguardi dell¶Ue siano tradotti in obiettivi e percorsi nazionali onde rispecchiare la
situazione attuale di ciascuno Stato membro e il livello di ambizione che è in grado di
raggiungere nell¶ambito di uno sforzo globale su scala europea per conseguire questi
traguardiV In aggiunta alle iniziative degli Stati membri, la Commissione proporrà
un¶ambiziosa serie di azioni a livello di Ue volte a porre nuove basi, più sostenibili, per la
crescitaV Le misure a livello di Ue e quelle nazionali dovrebbero rafforzarsi a vicendaV

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Una crescita intelligente è quella che promuove la conoscenza e l¶innovazione come


motori della nostra futura crescitaV Ciò significa migliorare la qualità dell¶istruzione,
potenziare la ricerca in Europa, promuovere l¶innovazione e il trasferimento delle
conoscenze in tutta l¶Unione, utilizzare in modo ottimale le tecnologie dell¶informazione
e della comunicazione e fare in modo che le idee innovative si trasformino in nuovi
prodotti e servizi tali da stimolare la crescita, creare posti di lavoro di qualità e
contribuire ad affrontare le sfide proprie della società europea e mondialeV Per
raggiungere lo scopo, tuttavia, la nostra azione deve essere associata a imprenditoria,
finanziamenti e un¶attenzione particolare per le esigenze degli utenti e le opportunità di
mercatoV

L¶Europa deve agire sui seguenti fronti:


: la spesa europea per l¶R&S è inferiore al 2%, contro il 2,6% negli Stati
Uniti e il 3,4% in Giappone, soprattutto a causa dei livelli più bassi di investimenti
privatiV Non contano soltanto gli importi assoluti spesi in R&S: l¶Europa deve
concentrarsi sull¶impatto e sulla composizione della spesa per la ricerca e migliorare le

*
condizioni per l¶R&S del settore privato nell¶UeV La nostra quota meno elevata di
imprese ad alta tecnologia giustifica per metà il divario fra noi e gli Stati Uniti;

‡  
 
 


: un quarto degli studenti ha scarse
capacità di lettura, mentre un giovane su sette abbandona troppo presto la scuola e la
formazioneV Circa il 50% raggiunge un livello di qualificazione medio, che però spesso
non corrisponde alle esigenze del mercato del lavoroV Meno di una persona su tre di età
compresa tra 25 e 34 anni ha una laurea, contro il 40% negli Stati Uniti e oltre il 50% in
GiapponeV Secondo l¶indice di Shangai, solo due università europee figurano tra le prime
20 del mondo;

‡    !"  : la domanda globale di tecnologie dell¶informazione e della


comunicazione rappresenta un mercato di 8000 miliardi di euro, di cui però solo un
quarto proviene da imprese europeeV L¶Europa accusa inoltre un ritardo per quanto
riguarda l¶Internet ad alta velocità, che si ripercuote negativamente sulla sua capacità di
innovare, anche nelle zone rurali, sulla diffusione delle conoscenze online e sulla
distribuzione online di beni e serviziV

Le misure adottate nell¶ambito di questa priorità permetteranno di esprimere le capacità


innovative dell¶Europa, migliorando i risultati nel settore dell¶istruzione e il rendimento
degli istituti di insegnamento e sfruttando i vantaggi che una società digitale comporta
per l¶economia e la societàV Queste politiche devono essere attuate a livello regionale,
nazionale e dell¶UeV

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Crescita sostenibile significa costruire un¶economia efficiente sotto il profilo delle


risorse, sostenibile e competitiva, sfruttare il ruolo guida dell¶Europa per sviluppare
nuovi processi e tecnologie, comprese le tecnologie verdi, accelerare la diffusione delle
reti intelligenti che utilizzano le Tic, sfruttare le reti su scala europea e aumentare i
vantaggi competitivi delle nostre imprese, specie per quanto riguarda l¶industria
manifatturiera e le Pmi, e fornire assistenza ai consumatori per valutare l¶efficienza sotto
il profilo delle risorseV In tal modo si favorirà la prosperità dell¶Ue in un mondo a basse
emissioni di carbonio e con risorse vincolate, evitando al tempo stesso il degrado
ambientale, la perdita di biodiversità e l¶uso non sostenibile delle risorse e rafforzando la
coesione economica, sociale e territorialeV

L¶Europa deve agire sui seguenti fronti:

‡    !: l¶Ue è diventata prospera grazie al commercio, esportando in tutto il


mondo e importando tanto fattori di produzione quanto prodotti finitiV Le forti pressioni
sui mercati di esportazione ci impongono di migliorare la nostra competitività nei
confronti dei nostri principali partner commerciali mediante una produttività più elevataV
Dovremo affrontare il problema della competitività relativa nell¶area dell¶euro e
nell¶intera UnioneV L¶Ue ha aperto la strada per quanto riguarda le soluzioni verdi, ma la

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sua posizione di leader è minacciata dai suoi principali concorrenti, in particolare la Cina
e l¶America settentrionaleV L¶Ue deve conservare la sua posizione di leader sul mercato
delle tecnologie verdi per garantire l¶uso efficiente delle risorse nell¶intera economia,
eliminando al tempo stesso le strozzature nelle principali infrastrutture di rete e
rilanciando quindi la nostra competitività industriale;

‡   
   : per conseguire i nostri obiettivi dobbiamo ridurre le
emissioni molto più rapidamente nel prossimo decennio rispetto a quello passato e
sfruttare appieno il potenziale delle nuove tecnologie, come le possibilità di cattura e
sequestro del carbonioV Un uso più efficiente delle risorse contribuirebbe in misura
considerevole a ridurre le emissioni, a far risparmiare denaro e a rilanciare la crescita
economicaV Questo riguarda tutti i comparti dell¶economia, non solo quelli ad alta
intensità di emissioniV Dobbiamo inoltre aumentare la resistenza delle nostre economie ai
rischi climatici, così come la nostra capacità di prevenzione delle catastrofi e di risposta
alle catastrofi;

‡ 
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: se conseguiamo i nostri obiettivi in materia di energia,
risparmieremo 60 miliardi di euro di importazioni petrolifere e di gas da qui al 2020V Non
si tratta solo di un risparmio in termini finanziari, ma di un aspetto essenziale per la
nostra sicurezza energeticaV Facendo ulteriori progressi nell¶integrazione del mercato
europeo dell¶energia si potrebbe aggiungere uno 0,6% supplementare allo 0,8% del PilV
La sola realizzazione dell¶obiettivo Ue del 20% di fonti rinnovabili di energia potrebbe
creare oltre 600V000 posti di lavoro nell¶Unione che passano a oltre un milione se si
aggiunge l¶obiettivo del 20% per quanto riguarda l¶efficienza energeticaV

Agire nell¶ambito di questa priorità significa rispettare i nostri impegni di riduzione delle
emissioni in modo da massimizzare i benefici e ridurre al minimo i costi, anche mediante
la diffusione di soluzioni tecnologiche innovativeV Dobbiamo inoltre cercare di scindere
la crescita dall¶uso dell¶energia e di diventare un¶economia più efficiente sotto il profilo
delle risorse, il che conferisce all¶Europa un vantaggio competitivo riducendone al tempo
stesso la dipendenza dalle fonti estere di materie prime e prodotti di baseV‘

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Crescita inclusiva significa rafforzare la partecipazione delle persone mediante livelli di


occupazione elevati, investire nelle competenze, combattere la povertà e modernizzare i
mercati del lavoro, i metodi di formazione e i sistemi di protezione sociale per aiutare i
cittadini a prepararsi ai cambiamenti e a gestirli e costruire una società coesaV È
altrettanto fondamentale che i benefici della crescita economica si estendano a tutte le
parti dell¶Unione, comprese le regioni ultraperiferiche, in modo da rafforzare la coesione
territorialeV L¶obiettivo è garantire a tutti accesso e opportunità durante l¶intera esistenzaV
L¶Europa deve sfruttare appieno le potenzialità della sua forza lavoro per far fronte
all¶invecchiamento della popolazione e all¶aumento della concorrenza globaleV
Occorreranno politiche in favore della parità fra i sessi per aumentare la partecipazione al
mercato del lavoro in modo da favorire la crescita e la coesione socialeV

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L¶Europa deve agire sui seguenti fronti:

‡ 
: il cambiamento demografico provocherà prossimamente una diminuzione
della forza lavoroV Attualmente solo due terzi della popolazione in età lavorativa hanno
un posto di lavoro, rispetto a oltre il 70% negli Usa e in GiapponeV Il tasso di occupazione
delle donne e dei lavoratori più anziani è particolarmente bassoV I giovani sono stati
duramente colpiti dalla crisi (tasso di disoccupazione di oltre il 21%)V Si rischia
seriamente che le persone escluse dal mondo lavorativo o non fortemente legate ad esso
vedano peggiorare la loro situazione occupazionale;

‡   
: circa 80 milioni di persone hanno scarse competenze o solo competenze di
base, ma l¶apprendimento lungo tutto l¶arco della vita avvantaggia soprattutto le persone
più istruiteV Da qui al 2020 saranno creati 16 milioni di posti altamente qualificati, mentre
i posti scarsamente qualificati scenderanno di 12 milioniV L¶allungamento della vita
lavorativa presuppone anche la possibilità di acquisire e sviluppare nuove competenze
durante tutto l¶arco della vitaV

‡    !: prima della crisi erano a rischio di povertà 80 milioni di persone, tra
cui 19 milioni di bambiniV L¶8% della popolazione attiva non guadagna abbastanza e vive
al di sotto della soglia di povertàV I disoccupati sono particolarmente a rischioV

Le misure adottate nell¶ambito di questa priorità consisteranno nel modernizzare e


potenziare le nostre politiche in materia di occupazione, istruzione e formazione e i nostri
sistemi di protezione sociale aumentando la partecipazione al mercato del lavoro e
riducendo la disoccupazione strutturale, nonché rafforzando la responsabilità sociale delle
impreseV L¶accesso alle strutture per l¶infanzia e alle cure per le altre persone a carico
sarà importante al riguardoV In tale contesto sarà fondamentale applicare i principi della
flessicurezza e consentire alle persone di acquisire nuove competenze per adeguarsi alle
mutate condizioni e all¶eventuale riorientamento professionaleV Occorrerà un impegno
considerevole per lottare contro la povertà e l¶esclusione sociale e ridurre le
disuguaglianze in termini di salute per far sì che la crescita risulti vantaggiosa per tuttiV
Sarà altrettanto importante per noi essere in grado di favorire un invecchiamento attivo e
in buona salute onde garantire una coesione sociale e una produttività più elevataV

Fonte: http://ecVeuropaVeu/index_itVhtm


Scheda Europa 2020

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Il Consiglio europeo di primavera, svoltosi a Bruxelles nei giorni 25-26 marzo scorsi, ha
discusso la nuova strategia dell¶Unione europea per l¶occupazione e la crescita proposta
dalla Commissione, concordandone sostanzialmente gli elementi principali e gli obiettivi
fondamentali che ne guideranno l¶attuazione, oltre alle modalità per migliorarne il
monitoraggioV

«Le riforme strutturali sono essenziali per una ripresa forte e sostenibile e per preservare
la sostenibilità dei nostri modelli socialiV Sono in gioco posti di lavoro e servizi socialiV
Se l¶Europa non agisce, perderà terrenoV Spetta al Consiglio europeo tracciare la via da
seguire» hanno espresso i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri, concordando
con la Commissione europea il fatto che «l¶Ue ha bisogno di una nuova strategia, fondata
su un miglior coordinamento delle politiche economiche, per creare maggiore crescita ed
occupazione»V

Confermando quindi gli obiettivi fissati dalla Commissione ( ))), il Consiglio


europeo ha stabilito che la nuova strategia Europa 2020 si concentrerà sui settori
principali in cui è necessario intervenire: conoscenza e innovazione, un¶economia più
sostenibile, alto tasso di occupazione e inclusione socialeV Tali obiettivi, ha osservato il
Consiglio, riguardano i principali settori in cui sono necessari rapidi sforzi, sono correlati
e si rafforzano reciprocamente e contribuiranno a quantificare i progressi compiuti
nell¶attuazione della strategiaV «Benché alcuni di questi obiettivi figurino nella
legislazione dell¶Ue, gli altri non hanno carattere regolamentare e non implicano una
ripartizione degli oneri; rappresentano un obiettivo comune da perseguire mediante
un¶azione mista a livello nazionale e dell¶Ue» ha aggiunto il ConsiglioV

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I capi di Stato e di governo dell¶Ue hanno poi stabilito quale sarà il ruolo dei singoli
Paesi nell¶attuazione della strategiaV Gli Stati membri, si legge nelle Conclusioni del
Consiglio europeo, sulla base degli obiettivi principali fisseranno i propri obiettivi
nazionali, tenendo conto delle rispettive posizioni di partenza e situazioni nazionaliV
Procederanno in tal senso secondo procedure decisionali proprie, consultando la
Commissione per controllare la coerenza con gli obiettivi principali dell¶UeV I risultati di
queste consultazioni saranno esaminati dal Consiglio entro il giugno prossimoV Inoltre, ha
specificato il Consiglio europeo, gli Stati membri elaboreranno programmi nazionali di
riforma in cui saranno indicate in modo dettagliato le azioni che intraprenderanno per
attuare la nuova strategia, ponendo in particolare l¶accento sugli sforzi per centrare gli
obiettivi nazionali nonché sulle misure per rimuovere le strozzature che ostacolano la
crescita a livello nazionaleV

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Tutte le politiche comuni, inclusa la politica agricola comune e la politica di coesione,
dovranno sostenere la strategia Europa 2020, ha affermato il Consiglio europeo, secondo
cui affinché Europa 2020 sia attuata con successo sono però essenziali meccanismi di
monitoraggio efficaciV Per questo, sulla base del monitoraggio effettuato dalla
Commissione, il Consiglio procederà una volta all¶anno a una valutazione globale dei
progressi compiuti, sia a livello dell¶Ue sia a livello nazionale, e saranno considerati
contemporaneamente gli sviluppi macroeconomici, strutturali e della competitività,
valutando al tempo stesso la stabilità finanziaria globaleV Inoltre, il Consiglio europeo
terrà periodicamente dibattiti dedicati agli sviluppi economici e alle principali priorità
della strategia: nell¶ottobre 2010 esaminerà la ricerca e lo sviluppo, concentrando in
particolare l¶attenzione su come stimolare il potenziale d¶innovazione dell¶Europa alla
luce delle problematiche attuali; all¶inizio del 2011 discuterà di politica energetica
nonché di come essa può sostenere al meglio il passaggio verso un¶efficiente economia a
bassa emissione di CO2 e una maggiore sicurezza dell¶approvvigionamentoV

Le scadenze legate alle relazioni e alla valutazione dei programmi nazionali di riforma e
dei programmi di stabilità e convergenza, ha poi osservato il Consiglio, dovrebbero
essere meglio allineate per migliorare la coerenza generale della consulenza politica
destinata agli Stati membri: «Tali strumenti saranno tuttavia mantenuti chiaramente
separatiV Si preserveranno appieno l¶integrità del Patto di stabilità e crescita, nonché la
specifica responsabilità del Consiglio Ecofin nel controllarne l¶attuazione»V

Per garantire un monitoraggio credibile ed efficace, ha aggiunto il Consiglio europeo, è


però necessario assicurare la qualità, l¶affidabilità e la tempestività dei dati statistici
forniti dagli istituti nazionali di statisticaV Si manterrà inoltre «una stretta cooperazione
con il Parlamento europeo ed altre istituzioni dell¶Ue» e «saranno coinvolti i Parlamenti
nazionali, le parti sociali, le regioni ed altre parti interessate per aumentare la titolarità
della strategia»V

   

La Commissione presenterà «celermente» proposte di orientamenti integrati più precisi,


tra cui gli orientamenti in materia di occupazione e gli indirizzi di massima per le
politiche economicheV Il Consiglio discuterà questi orientamenti in modo che possano
essere approvati dal Consiglio europeo del giugno 2010, previa consultazione del
Parlamento europeo e di altre istituzioni sugli orientamenti in materia di occupazioneV
Inoltre, la Commissione sta individuando le principali strozzature che ostacolano la
crescita dell¶Ue e il Consiglio le discuterà, mentre gli Stati membri faranno altrettanto a
livello nazionale, in stretta cooperazione con la CommissioneV Il Consiglio europeo del
giugno 2010 valuterà questi lavori così da tenerne conto nell¶elaborazione dei programmi
nazionali di riformaV

Nel primo anno della nuova strategia, ha precisato il Consiglio, gli Stati membri
presenteranno i programmi nazionali di riforma nell¶autunno del 2010, specificando nei
dettagli le azioni che intraprenderanno per attuare la strategia stessaV Le azioni
dovrebbero essere pienamente sostenute mobilitando, come incentivi di riforma, tutti i

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pertinenti strumenti dell¶Ue, compresi strumenti di finanziamento innovativi in
cooperazione con il Gruppo BeiV Entro ottobre 2010, poi, la Commissione presenterà le
azioni richieste a livello dell¶Ue per attuare la nuova strategia attraverso le cosiddette
³iniziative faro´V

INFORMAZIONI: http://wwwVeuropean-councilVeuropaVeu

 




 
    
La caduta del Pil europeo del 4%, il crollo della produzione industriale e oltre 23 milioni
di disoccupati «rappresentano un disastro sotto il profilo umano ed economico», ha
osservato il Parlamento europeo approvando una risoluzione il 10 marzo scorso che
sollecita sanzioni e incentivi per garantire l¶attuazione della strategia Europa 2020V

La strategia di Lisbona «non ha dato i risultati auspicati» anche per l¶assenza di incentivi
efficaci e di strumenti vincolanti a livello comunitario, sostiene l¶Europarlamento,
secondo cui la nuova strategia europea per il 2020 dovrebbe quindi fornire un approccio
alla crisi economica «ambizioso, più coerente e mirato», abbandonando il ³metodo aperto
di coordinamento´ e ricorrendo a tutte le disposizioni del Trattato di Lisbona «per
coordinare le riforme economiche e i piani d¶azione degli Stati membri»V

La Commissione europea è così invitata a proporre nuove misure e «possibili sanzioni»


per gli Stati membri che non attuano la strategia Europa 2020 e incentivi per quanti
invece lo fanno correttamenteV I finanziamenti dell¶Ue dovrebbero essere «subordinati ai
risultati e alla compatibilità con gli obiettivi della strategia» ha aggiunto il Parlamento,
mentre i governi dovrebbero indicare come utilizzano i fondi europei per conseguire gli
obiettivi stabilitiV

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Il Parlamento ha rilevato che il consolidamento di bilancio e le politiche economiche


devono essere «strettamente coordinate» al fine di rafforzare la crescita, creare
occupazione e assicurare la futura stabilità dell¶euroV Giudicando «inopportuna» l¶assenza
di meccanismi per salvaguardare la stabilità dell¶euro, l¶Europarlamento ritiene che gli
Stati membri debbano conformarsi ai criteri del Patto di stabilità e di crescita, «cercando
al contempo un equilibrio tra la riduzione dei disavanzi nazionali, gli investimenti e le
esigenze sociali»V

I deputati europei hanno sottolineato poi la necessità di un supervisore europeo unico per
assicurare un¶efficace vigilanza micro e macroprudenziale, «prevenendo in tal modo crisi
future»V Hanno rilevato inoltre l¶esigenza di istituire un sistema bancario europeo
efficace, «in grado di finanziare l¶economia reale e di assicurare che l¶Europa rimanga a
livello mondiale uno dei maggiori centri finanziari e una delle principali economie»V

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Mettendo in luce come il mercato unico contribuisca considerevolmente alla prosperità


europea, gli eurodeputati hanno chiesto al Consiglio e alla Commissione di presentare
proposte ai fini del suo completamentoV Il Parlamento europeo ritiene inoltre che la
Commissione avrebbe dovuto porre maggiormente l¶accento sulla promozione e il
sostegno delle piccole e medie imprese e giudica necessarie ulteriori proposte volte a
ridurre il carico burocratico e promuovere idee innovativeV Secondo l¶Europarlamento,
per avere successo la strategia 2020 dovrebbe concentrarsi sulla promozione delle Piccole
e medie imprese (Pmi) e sull¶occupazione «non solo nel settore del commercio e dei
servizi, ma anche in quelli industriale e agricolo»V Occorre poi una legislazione che
incoraggi l¶imprenditorialità e un migliore accesso delle Pmi ai finanziamentiV

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I deputati europei hanno quindi esortato l¶attuazione delle riforme necessarie per
perseguire «l¶obiettivo della piena occupazione sostenibile e di elevata qualità»V In tale
contesto, ritengono che l¶Ue debba mettere in atto un programma sociale ambizioso
volto, tra la l¶altro, a conciliare l¶occupazione con le responsabilità di assistenza, ridurre
l¶abbandono scolastico precoce, favorire l¶apprendimento permanente, prevenire la ³fuga
di cervelli´, promuovere l¶eccellenza e sviluppare una rete di università di primo pianoV
La Commissione è poi stata esortata a presentare una strategia per combattere la
disoccupazione giovanileV L¶Ue dovrebbe inoltre «creare mercati del lavoro inclusivi e
competitivi mediante la ristrutturazione dei sistemi di sicurezza sociale e una maggiore
flessibilità per i lavoratori, in combinazione con adeguate indennità di disoccupazione a
breve termine e un appropriato sostegno al reinserimento professionale» ha sottolineato il
Parlamento europeo, secondo cui occorrono anche politiche in materia di apprendimento
permanente e un¶età pensionabile più flessibile (se i lavoratori così scelgono) per far
fronte all¶invecchiamento della popolazioneV

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La Commissione è stata invitata dall¶Europarlamento a presentare anche una proposta di


bilancio ambiziosa per portare a buon fine la strategia Europa 2020, dal momento che
quello attuale «non riflette adeguatamente il fabbisogno finanziario per affrontare le sfide
del XXI secolo»V

In tale contesto, il Parlamento europeo ha chiesto di mantenere nella nuova strategia, sia
per il bilancio dell¶Ue che per i bilanci nazionali, l¶obiettivo della strategia di Lisbona del
3% del Pil a favore della ricercaV Il Parlamento ritiene così utile che la Commissione
presenti una proposta «per accrescere l¶efficienza della ricerca europea semplificando le
strutture esistenti, riducendo il carico burocratico e creando un clima di investimenti più
favorevole alla ricerca e all¶innovazione nel settore pubblico e in quello privato»V

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I deputati europei ritengono infine necessaria l¶elaborazione di un accordo


interistituzionale che includa l¶impegno da parte del Consiglio di non modificare la
strategia 2020 nei prossimi anni senza prima aver consultato il Parlamento, sottolineando
inoltre la necessità di una migliore cooperazione con i Parlamenti e la società civile degli
Stati membriV
INFORMAZIONI e fonte: http://wwwVeuroparlVeuropaVeu

 
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Al fine di definire la nuova strategia dell¶Ue per la crescita e l¶occupazione in prospettiva
2020 è necessario capire com¶è andata l¶attuazione della strategia che l¶ha preceduta, cioè
la strategia di Lisbona avviata nel 2000 con obiettivi da raggiungere entro il 2010V Una
valutazione in questo senso è stata resa nota dalla Commissione europea con un
documento pubblicato nel febbraio scorso, secondo cui «globalmente, la strategia di
Lisbona ha avuto un¶influenza positiva sull¶Ue, anche se i suoi principali obiettivi (tasso
di occupazione al 70% e 3% del Pil destinato alla ricerca) non verranno raggiunti»V Il
tasso di occupazione dell¶Ue, che nel 2008 aveva raggiunto il 66% (dal 62% del 2000), è
nuovamente sceso a causa della crisi, osserva il documento, mentre l¶Ue «non è riuscita a
colmare il divario di crescita della produttività rispetto ai principali Paesi industriali: la
spesa totale in R&S nell¶Ue in percentuale del Pil è aumentata solo marginalmente
(dall¶1,82% del 2000 all¶1,9% del 2008)»V Secondo la Commissione «sarebbe tuttavia
troppo semplicistico concludere che la strategia è fallita perché gli obiettivi non sono stati
raggiunti» perché, osserva, «la strategia, promuovendo azioni comuni in risposta alle
principali sfide a lungo termine cui l¶Ue deve confrontarsi, ha aperto nuovi orizzonti»V



   



«È chiaro che la strategia avrebbe dovuto essere strutturata meglio ± spiega la


Commissione ± così da potersi concentrare maggiormente su elementi importanti che
hanno avuto un ruolo fondamentale nell¶origine della crisi, come l¶attenta supervisione e
il rischio sistemico sui mercati finanziari, le bolle speculative e il consumismo basato sul
credito, che, in alcuni Stati membri, combinati con un aumento dei salari più elevato
rispetto all¶aumento della produttività, hanno provocato un elevato disavanzo delle partite
correnti»V Il documento di valutazione ritiene che alla base della crisi economica ci sono
stati squilibri macroeconomici e problemi di competitività, non adeguatamente affrontati
nel quadro della vigilanza delle economie degli Stati membri esercitata attraverso il Patto
di stabilità e crescita e la strategia di Lisbona, che hanno operato in parallelo invece che
in modo complementareV


 
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Tra impegni e azioni concrete permane un divario di attuazione, osserva la CommissioneV
Gli Stati membri con risultati migliori hanno accelerato il ritmo e hanno portato avanti
riforme più ambiziose, mentre altri hanno gradualmente accumulato un (consistente)
divario di attuazione: «Ciò ha comportato la perdita di importanti benefici e sinergie»V Lo
stesso vale per le singole politiche che compongono la strategia di Lisbona, con progressi
più marcati in alcuni settori politici rispetto ad altri: «Nel settore della microeconomia vi
sono stati meno progressi che nei settori dell¶occupazione e della macroeconomia»V Così,
l¶obiettivo della strategia di Lisbona di promuovere una maggiore integrazione delle
politiche nei settori della macroeconomia, dell¶occupazione e della microeconomia
(compreso l¶ambiente) è stato raggiunto solo in parteV

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«Nelle nostre economie interconnesse, il potenziale di crescita e di occupazione verrà


sfruttato al meglio solo se tutti gli Stati membri attuano le riforme ad un ritmo simile,
tenendo conto delle proprie sfide nazionali e dell¶incidenza delle proprie azioni (o della
mancanza di queste) su altri Stati membri e sull¶Ue nel suo insieme» spiega il
documentoV La crisi economica ha posto chiaramente in luce questa interdipendenza: il
ritmo ineguale dei progressi non ha solo impedito il determinarsi di importanti ricadute
positive e di sinergie, ma in alcuni casi ha persino dato luogo a ricadute negativeV

 

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I collegamenti tra la strategia di Lisbona e altri strumenti e/o strategie dell¶Ue, quali il
Patto di stabilità e crescita, la strategia per lo sviluppo sostenibile o l¶agenda sociale,
«non sono stati abbastanza forti» e così, invece che rafforzarsi reciprocamente, alcune
strategie sono state condotte in modo isolato, rileva il documento di valutazioneV Inoltre,
«è stata sorprendente la non inclusione nella strategia di Lisbona di altre principali
priorità politiche», come l¶integrazione dei mercati finanziariV Inoltre, a livello delle
singole misure, non sempre ambizioni avallate al livello politico più alto si sono tradotte
in un processo decisionale più veloce o più incisivoV Il programma comunitario di
Lisbona poi, introdotto come parte della riforma del 2005 per definire azioni a livello
dell¶Ue, «non ha generato l¶impulso necessario per il cambiamento»V In alcuni Stati
membri, poi, le raccomandazioni non hanno avuto effetti concreti, mentre in tutti i casi,
sottolinea la Commissione, un sistema di valutazione solido e trasparente avrebbe potuto
contribuire a far sì che gli Stati membri accogliessero più agevolmente le
raccomandazioniV

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Secondo la Commissione europea, nell¶insieme non sono state dedicate sufficienti


energie alla comunicazione relativa tanto ai benefici della strategia di Lisbona quanto alle
conseguenze dell¶assenza di riformeV Di conseguenza, «la consapevolezza e il
coinvolgimento dei cittadini negli obiettivi della strategia, così come il sostegno
pubblico, sono sempre stati deboli a livello dell¶Ue e non sempre sufficientemente
coordinati a livello nazionale»V Le campagne di comunicazione degli Stati membri sulle

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riforme ispirate dalla strategia di Lisbona hanno poi raramente evidenziato il fatto che
queste rientravano in una strategia europeaV

STRATEGIA 2020 «DIFETTOSA» SECONDO I SINDACATI EUROPEI

Commentando la strategia Europa 2020 proposta dalla Commissione europea, il


segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), John Monks, ha
dichiarato: «Ad oggi l¶esercizio 2020, così lontano, è difettoso e deludenteV C¶è un
disperato bisogno per l¶Ue e per il resto del mondo di trarre le conseguenze degli errori
all¶origine della crisi e decidere come evitare che questi si ripetano»V Secondo la Ces è
necessario capire «come far fronte all¶aumento della disoccupazione, specialmente tra i
giovani; come contrastare tutti gli incentivi degli attuali sistemi fiscali e dei mercati
finanziari che incoraggiano la speculazione e una visione di breve periodo a scapito di un
approccio a lungo termine che favorisca l¶economia reale; come trovare nuove modalità
per aumentare i fondi pubblici, in particolare utilizzando gli Eurobond e la tassazione
delle transazioni finanziarie»V Se non si danno appropriati indirizzi a questi obiettivi, ha
concluso il segretario generale della Ces, la strategia 2020 continuerà a essere largamente
difettosa, aggiungendo: «La Commissione europea non può restare in attesa di un ritorno
alla normalità economica e restare alla strategia di Lisbona»V

 º {$&' {º  http://wwwVetucVorg

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La proposta di strategia Europa 2020 presentata dalla Commissione europea «è molto
lontana dall¶obiettivo di mettere in primo piano le persone e il pianeta», perciò i leader
europei dovranno «spingere affinché siano realizzati significativi sviluppi se si vuole
andare verso un¶economia forte, sostenibile e inclusiva»: questo il commento espresso in
merito alla strategia Europa 2020 dalla Spring Alliance, il network delle quattro
principali organizzazioni della società civile europeaV

Secondo la Spring Alliance, infatti, la Strategia si focalizza sull¶economia dell¶Ue mentre


dovrebbe invece essere più coerente con le altre politiche europee e tener maggiormente
conto del suo impatto al di fuori dall¶EuropaV La Spring Alliance ha quindi scritto ai
leader europei avanzando alcune raccomandazioni relative agli obiettivi che ritiene siano
prioritariV

Il segretario generale dell¶Agenzia europea dell¶ambiente (Eeb) membro dell¶Alliance,


John Hontelez, ha osservato: «Ci fa piacere che la strategia si preoccupi di fronteggiare il
riscaldamento globale e la scarsità delle risorseV Ma per fare reali progressi verso
un¶economia sostenibile l¶Ue ha bisogno di definire obiettivi chiari per ridurre l¶uso delle
risorse e dell¶energia e aumentare in modo sostanziale le ambizioni per combattere i
cambiamenti climatici»V

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A partire dal 2010, sostiene la Spring Alliance, i leader devono dare priorità agli
investimenti realizzando un programma di trasformazione che porti a nuove politiche
industriali e a un¶economia basata sull¶uso di meno carbonio, meno energia e meno
risorse, con maggiori posti di lavoro e di miglior qualità e con servizi che contribuiscano
a uno sviluppo sostenibileV

Ciò significa che i leader europei devono anche sviluppare entro un anno obiettivi
specifici sul miglioramento dei servizi pubblici, della protezione sociale e della qualità
del lavoroV «Devono essere individuati nuovi modi per raccogliere fondi pubblici, come
l¶utilizzo della tassazione sulle transazioni finanziarie e gli Eurobond, l¶armonizzazione
della tassazione sui redditi da capitale, lo spostamento almeno del 10% della tassazione e
dell¶imponibile dal settore del lavoro a quello dell¶ambiente, dell¶utilizzo delle risorse e
del capitale» sostiene il network della società civileV

«Dal 2010 c¶è l¶urgenza di attaccare alla radice le cause dell¶attuale sviluppo non
sostenibile che ha portato alla crisi che stiamo attraversando e di adottare immediati piani
di ripresa economica coordinati con programmi più a lungo termine» ha spiegato Joël
Decaillon, membro della segreteria generale della Confederazione europea dei sindacati
(Ces)V

La Spring Alliance ha inoltre sottolineato che le politiche europee hanno un impatto sugli
altri Paesi che può creare un «circolo vizioso di povertà»V Secondo Meagen Baldwin,
manager dell¶organizzazione Concord, «l¶Ue deve riconoscere che le proprie politiche
interne hanno effetti esterni e, in quanto leader globale, è necessario che assicuri che le
proprie politiche non minino lo sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo»V

La Spring Alliance ha poi accolto con favore il fatto che siano presenti nella strategia
degli obiettivi misurabili, ma ha osservato che questi obiettivi dovrebbero essere
maggiormente dettagliati per riflettere realmente i principali temi dell¶Europa 2020, per
questo ha reso noto che continuerà a monitorare l¶implementazione della strategia 2020V

INFORMAZIONI: http://wwwVspringallianceVeu

CESE: SERVE UNA TABELLA DI MARCIA PIÙ AMBIZIOSA

Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha accolto con favore la proposta della
Commissione europea sulla strategia Europa 2020 e il piano teso a coinvolgere più da
vicino il Cese stesso in questa nuova strategia per la crescita e l¶occupazioneV

«La società civile ha la capacità di favorire la riuscita di questa futura strategiaV Per
attuare rapidamente qualsiasi nuovo programma, occorre che tutte le parti interessate
partecipino e mettano insieme le loro forze per arrivare a un¶economia sociale di mercato
sostenibile» ha dichiarato il presidente del Cese, Mario SepiV

Tuttavia, il Comitato economico e sociale europeo ritiene che la proposta della


Commissione manchi di proposte ambiziose per realizzare la transizione dalla crisi


attuale alla nuova economiaV Secondo il Cese, infatti, nella zona euro e nell¶Unione
europea esistono attualmente «disparità crescenti» che possono sfociare in una crisi
politicaV «Mi rammarica pertanto il fatto che manchino proposte coraggiose volte a
migliorare il coordinamento in materia di politiche economiche e fiscali» ha aggiunto
Sepi, sottolineando che il persistere di gravi problemi strutturali e sociali negli Stati
membri impone di includere il concetto della sicurezza dell¶occupazione nelle più
importanti iniziative in questo campoV

Per realizzare la transizione dalla crisi alla nuova economia, il Cese ritiene che il
Consiglio europeo debba «mantenere al massimo livello le ambizioni riguardo agli
obiettivi e ai provvedimenti futuri destinati a indirizzare l¶Europa su un cammino che
porti a un futuro di prosperità, inclusione sociale e rispetto dell¶ambiente»V

Così, ha chiesto ai leader europei di includere alcuni elementi chiave all¶interno della
strategia Europa 2020: un adeguato programma di azione sociale, al fine di continuare a
mettere in atto la legislazione sociale di base consacrata nel Trattato dell¶Ue; migliori
meccanismi di finanziamento per le piccole e medie imprese, che costituiscono il motore
della crescita europea; nuove fonti di finanziamento, come la tassazione delle transazioni
finanziarie, la tassazione dell¶energia e i prelevamenti sulle istituzioni finanziarie;
finanziamenti sostenibili per l¶apprendimento lungo tutto l¶arco della vita, in linea con gli
obiettivi economici europeiV

Queste aree di intervento, secondo il Cese, dovrebbero essere prioritarie nella versione
finale della strategia che sarà adottata formalmente dal Consiglio europeo del giugno
prossimoV Inoltre, dichiarandosi pronto a contribuire alla realizzazione della strategia
Europa 2020 con un vasto piano di azione specifico della società civile, il Cese chiede al
Consiglio europeo di essere investito di «un chiaro mandato per contribuire a garantire il
successo della nuova strategia con la sua rete di consigli economici e sociali nazionali e
istituzioni analoghe»V

 º {$&' {º  http://wwwVeescVeuropaVeu

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