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Saggio breve sulla felicità

La felicita' e' un bene vitale, che nessuna somma di denaro potra' mai acquistare

Saggio breve:
Essere felici e' forse la condizione a cui gli esseri umani hanno da sempre aspirato. Tuttavia ogni
popolo, ogni individuo, nel corso dei secoli ha avuto un concetto diverso di cosa sia veramente la
felicita' e dei modi per ottenerla.
Una comune definizione e' che la felicita' consista nell'essere in pace con se stessi ed essere
soddisfatti della propria vita. Per ottenere questo stato, secondo il parere della maggioranza delle
persone, il miglior modo e' attraverso la spensieratezza e l'assenza di preoccupazioni.
Altri, pero' sono ancora convinti che il denaro possa costituire la base della felicita'. Uno di loro,
Andrew Oswald, come scritto in un articolo di Gramellini del giornale "La Stampa" del 10 gennaio
2002, sostiene che la felicita' dipenda in maniera direttamente proporzionale dal denaro. Sembra
quasi che stia discutendo di un argomento scientifico e non di un'emozione umana. Arriva
addirittura ad assegnare un prezzo alla felicita':
" Star bene e' pari a 150000 euro annui, mentre [...] un buon rapporto di coppia ne vale appena
100000".
[Documento 2: M. Gramellini, Eurofelicita', in " La Stampa", 10 gennaio 2002]
Certamente possedere un certo capitale puo' risultare necessario per vivere, ma anche per comprare
tutti i beni materiali che si desiderano, per viaggiare e per divertirsi in altri modi. Per molti e'
proprio questa la felicita' o almeno lo e' diventata da quando il consumismo ha conquistato il modo
di pensare di quasi tutto il mondo, ovvero a partire dal secolo scorso. Infatti:
" La mentalita' tecnologico-prassistica ha identificato la felicita' con il benessere materiale."

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[Documento 4: G. Reale, L'infelicita' di avere tutto in " Il sole 24 ore", 1 aprile 2001]
Ultimamente sembra che tutti siano alla ricerca continua di avere, di possedere nuove cose, come se
queste potessero renderli davvero felici. Forse i beni materiali possono dare un'idea di felicita', piu'
che altro un'illusione passeggera perche' nella maggior parte dei casi essere ricchi equivale ad essere
soli e spiritualmente vuoti.
"La felicita' non e' avere cose: la felicita' e' una relazione, e' un crescere col mondo.[...] Non si puo'
essere felici da soli."
[Documento 1: da un'intervista al filosofo S. Natoli, Cercando un po' di felicita' nell'eta' del rischio,
in "Il corriere della sera", 12 febbraio 2002].
La felicita' e' generata dalla socializzazione con le persone amate e dai sentimenti prodotti dalle
relazioni intrattenute con gli altri. Piu' di ogni altra cosa pero' significa essere spensierati, liberi da
ansie e preoccupazioni. Significa vivere con spontaneita', trovando motivo di gioia anche nelle
piccole cose e fare tutto cio' circondato dai propri cari.
Dato che gli adulti, le persone sagge sembrano essersi dimenticati di questo, studiando, lavorando e
venendo a conoscenza degli innumerevoli problemi dell'umanita', sono piu' esigenti nell'ottenere la
tanto ambita condizione. Basta poco invece per far felice un bambino, anche un semplice sorriso.
Erasmo da Rotterdam, ne "L'elogio della follia" ritiene che piu' si e' saggi, piu' si e' infelici,
insoddisfatti. Secondo il suo parere solo i bambini, gli adolescenti e le persone ritenute "ignoranti"
possono sperimentare appieno la felicita'. Loro riescono ad essere contenti per poco e non sapendo
molte cose, non hanno motivi per cui amareggiarsi. Pertanto probabilmente la chiave della felicita'
non e' il denaro, e' proprio cercare di non pensare ai grandi problemi dell'umanita', ma vivere una
vita in serenita' e tranquillita', circondati dai propri cari. Questi sono infatti anche i principi alla base
di due regole del Decalogo della felicita' stilato dal quotidiano "la Repubblica" in un'edizione del
2004:
" Non cercare soluzioni a tutti i costi.
[...]
Cercare il silenzio: la felicita' arriva quasi sempre in silenzio."
[Documento 6 : in "la Repubblica", 22 novembre 2004]

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